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EU Ecodesign for Smartphones Including Right to Repair Now In Effect


Starting June 20th, any cordless phone, smartphone, or feature phone, as well as tablets (7 – 17.4″ screens) have to meet Ecodesign requirements. In addition there is now mandatory registration with the European Product Registry for Energy Labelling (EPREL). The only exception are phones and tablets with a flexible (rollable) main display, and tablets that do not use a mobile OS, i.e. not Android, iPadOS, etc. These requirements include resistance to drops, scratches and water, as well as batteries that last at least 800 cycles.

What is perhaps most exciting are the requirements that operating system updates must be made available for at least five years from when the product is last on the market, along with spare parts being made available within 5-10 working days for seven years after the product stops being sold. The only big niggle here is that this access only applies to ‘professional repairers’, but at least this should provide independent repair shops with full access to parts and any software tools required.

On the ENERGY label that is generated with the registration, customers can see the rating for each category, including energy efficiency, battery endurance, repairability and IP (water/dust ingress) rating, making comparing devices much easier than before. All of this comes before smartphones and many other devices sold in the EU will have to feature easily removable batteries by 2027, something which may make manufacturers unhappy, but should be a boon to us consumers and tinkerers.


hackaday.com/2025/06/21/eu-eco…

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App per il ciclo mestruale, da strumento di emancipazione a strumento di controllo?

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Solo le tre app più popolari per il tracciamento del ciclo mestruale hanno registrato circa 250 milioni di download globali nel 2024 e si stima che la femtech

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in reply to Informa Pirata

facendo una rapida ricerca una soluzione open source e prova di tracker esiste: dripapp.org/

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Gli israeliani non sono tutti uguali.

OK... Haaretz è letto da un 5% degli israeliani ma almeno questi quattro gatti cerchiamo di vederli.


All of it is done in the name of "self-defense." But this is no longer a response to any concrete threat, but an offensive driven by an unrestrained worldview | Opinion | Hanin Majadli haaretz.com/opinion/2025-06-20…



Migliaia a Roma per dire “No al riarmo”


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/06/migliai…
Migliaia di persone a Roma contro il ReArm Europe, alla manifestazione promossa da quasi cinquecento associazioni, dall’Arci all’Anpi alla Marcia Perugia-Assisi a Emergency a Transform. Articolo 21 ha aderito subito all’appello Stop ReArm e con le



Converting an E-Paper Photo Frame into Weather Map


Photo of Inky Frame e-paper display

Here’s a great hack sent in to us from [Simon]. He uses an e-paper photo frame as a weather map!

By now you are probably aware of e-paper technology, which is very low power tech for displaying images. E-paper only uses energy when it changes its display, it doesn’t draw power to maintain a picture it has already rendered. The particular e-paper used in this example is fairly large (as e-paper goes) and supports color (not just black and white) which is why it’s expensive. For about US$100 you can get a 5.7″ 7-color EPD display with 600 x 448 pixels.

Beyond the Inky Frame 5.7″ hardware this particular hack is mostly a software job. The first program, written in python, collects weather data from the UK Met Office. Once that image data is available a BASH script is run to process the image files with imagemagick. Finally a Micro Python script runs on the Pico to download the correct file based on the setting of the real-time clock, and update the e-paper display with the weather map.

Thanks to [Simon] for sending this one in via the tipsline. If you have your own tips, please do let us know! If you’re interested in e-paper tech we have certainly covered that here in the past, check out E-Paper Anniversary Counter Is A Charming Gift With Minimal Power Draw and A Neat E-Paper Digit Clock (or Four).

The video below the break is a notice from the UK Met Office regarding their data services.

youtube.com/embed/QoLSW4h15KM?…


hackaday.com/2025/06/21/conver…




Retrotechtacular: 1970s Radio


Before YouTube, you had to watch your educational videos on film. In the 1970s, if you studied radio, you might have seen the video from Universal Education and Visual Arts, titled Understanding Electronics Basic Radio Circuitry. The video’s been restored, and it appears on the [CHAP] YouTube channel.

The video starts with a good history lesson that even covers Fessenden, which you rarely hear about. The video is full of old components that you may or may not remember, depending on your age. There’s a classic crystal radio at the start and it quickly moves to active receivers. There’s probably nothing in here you don’t already know. On the other hand, radios work about the same today as they did in the 1970s, unless you count software-defined varieties.

We expect this was produced for the “trade school” market or, maybe, a super advanced high school shop class. There were more in the series, apparently, including ones on vacuum tubes, the transistor, and the principles of television.

We were sad that the credits don’t mention the narrator. He sounded familiar. Maybe Robert Vaughn? Maybe not. A little research indicates the company was a division of Universal Studios, although the Library of Congress says it was actually produced by Moreland-Latchford Productions in Toronto.

Maybe these videos were the next step in becoming a child radio engineer. If you like old radio videos, this one is even older.

youtube.com/embed/V5hVYZIcfyA?…


hackaday.com/2025/06/21/retrot…



Da Cardiff 2014 all’Aia 2025, un decennio di sfide per l’Alleanza Atlantica. Il punto di Minuto Rizzo

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Ogni vertice di questa storica organizzazione politico-militare suscita interesse e crea interrogativi. Questa occasione è più speciale di altre per buone ragioni. Viviamo in mondo in cui tutti parlano, ma oggi gli Stati



Cyberspazio: il filo invisibile tra guerra e pace


Come la guerra digitale tra Iran e Israele ridefinisce sicurezza, diplomazia e futuro globale?


A partire dal 12 giugno è stato rilevato un aumento del 700% dell’attività informatica, che si è tradotta in un’ondata attacchi DDoS, tentativi di infiltrazioni, furti di dati e distribuzione di malware contro siti web governativi, istituzioni finanziarie, società di telecomunicazioni e infrastrutture critiche: queste operazioni non hanno creato danni permanenti ma data la situazione il rischio di operazioni più efficaci e distruttive rimane elevato ma anche un’intensificazione di operazioni di informazione, tramite possibili botnet sui social media e campagne di disinformazione per minare la fiducia del pubblico nelle istituzioni e amplificare narrazioni destabilizzanti. Resta molto difficile con una guerra dell’informazione in corso in questo momento stabilire quali siano le verità e le bugie e mi scuso da questo momento se non citerò il nome di nessun gruppo coinvolto al momento, pur avendo ben chiara la situazione.

IN BREVE:

  • Un balzo importante
  • Allineamenti strutturali e coordinamenti disciplinati tra gruppi cyber e guerra ibrida
  • Cyberspazio e diplomazia: riduzione, costruzione, protezione, promozione e prevenzione
  • Un comportamento responsabile


Un balzo importante


L’aumento dell’attività informatica ha avuto un balzo importante soprattutto dopo l’attacco cinetico israeliano che ha preso di mira le infrastrutture nucleari iraniane, soprattutto alcuni attacchi informatici – da ambo le parti – sono visibilmente parte di una strategia più ampia che ha combinato le operazioni nel cyberspazio con attacchi aerei e droni diretti contro obiettivi strategici.

Per difendersi da tali operazioni e contenere i danni sia Iran che Israele hanno adottato misure restrittive come il divieto di uso dei social network soprattutto nelle basi militari, mentre l’Iran ha imposto un blackout dell’80% della rete pubblica, bloccato app come WhatsApp o Instagram – per evitare una probabile geolocalizzazione – e costretto la popolazione all’uso di un’intranet nazionale per proteggere comunicazioni interne e infrastrutture. Whatsapp ha negato le accuse, tuttavia le informazioni raccolte da queste app possono essere utilizzate per mappare reti umane, identificare obiettivi per attacchi aerei o droni, condurre operazioni psicologiche e campagne di disinformazione e “l’invito” alla disinstallazione è una misura preventiva per ridurre le vulnerabilità di intelligence e proteggere la sicurezza nazionale in un contesto di conflitto cibernetico e militare. L’uso di geotagging e metadati da post e immagini sui social d’altronde ha già causato danni tattici, come nel caso dell’attacco di Hamas alla base militare israeliana di Nahal Oz, facilitato da contenuti pubblici di soldati. Va detto infatti che i dati rappresentano un’arma strategica e tecnologie basate su app di uso comune amplificano la capacità di sorveglianza e controllo, con impatti che vanno oltre la privacy individuale: per paesi come l’Iran, affrontare queste minacce richiede misure drastiche di riduzione dell’esposizione.

Come nel conflitto russo-ucraino, anche il conflitto israeliano-iraninao non fa che sottolineare che la guerra cinetica si inserisca in una guerra ibrida più ampia. Il cyberspazio è così diventato un fronte strategico primario, con gruppi di hacktivisti, mercenari, APT e gruppi sponsorizzati dallo stato e hacker affiliati ai governi utilizzano malware sofisticati e creano campagne di disinformazione per danneggiare infrastrutture critiche e influenzare l’opinione pubblica.

Allineamenti strutturali e coordinamenti disciplinati tra gruppi cyber e guerra ibrida


Si evidenzia un allineamento sempre più forte nell’underground tra i gruppi: sono coinvolte centinaia di formazioni digitali e i loro attacchi sono sempre più coordinati, che integrano le azioni militari convenzionali con operazioni cyber di grande impatto tra cui attacchi DDoS mirati ai siti web delle stazioni radio israeliane durante gli attacchi missilistici, con l’obiettivo di creare confusione e ostacolare la diffusione degli alert di allarme. Non solo, sono stati anche pubblicati presunti attacchi contro centri di ricerca nucleare e militare, con diffusione di malware per il furto di informazioni. Ogni azione cyber da una parte genera una risposta dall’altra, ma gli attacchi DDoS rimangono il principale vettore di attacco.

Vi sono stati attacchi altamente coordinati come il tentativo di attacco alla banca Sepah in Iran – il sito web appariva offline nella giornata di giovedì 12 ma l’agenzia statale IRNA ha dichiarato che tutte le operazioni bancarie vengono eseguite senza interruzioni – con l’intenzione di colpire la capacità finanziaria che il morale iraniano, parallelamente e attacchi DDoS contro siti governativi israeliani, che hanno bloccato temporaneamente l’accesso a portali istituzionali chiave e creando disagi durante momenti di tensione militare. A ciò si aggiunge l’attacco ai portafogli caldi dell’exchange Nobitex, hub critico nell’ecosistema delle criptovalute iraniano, portando alla sottrazione di oltre 100 milioni di dollari in criptovalute, tra cui Bitcoin, Ethereum, Dogecoin, XRP e Solana. A seguito di ciò la Banca Centrale iraniana ha imposto un coprifuoco operativo per gli exchange di criptovalute domestici, limitandone le attività tra le 10:00 e le 20:00, per facilitare la gestione di eventuali ulteriori attacchi e controllare meglio le transazioni in un momento di alta tensione geopolitica. Ciò rappresenta un ulteriore sviluppo nella guerra ibrida e la trasformazione del cyberspazio in un fronte strategico di alta tensione.
hacktivisti iran israele cyberknowFonte immagine: rilevamento delle attività degli hacktivisti relative alla guerra Israele-Iran, CyberKnow su X, 17 giugno 2025.
Un altro esempio di concreto allineamento e coordinamento disciplinato tra gruppi hacker nell’ambito del conflitto cibernetico tra Iran e Israele, è stato un Security Advisory diffuso tra le formazioni “OpIsrael”, ovvero istruzioni e misure di protezione dei gruppi per proteggere le infrastrutture digitali e garantire la continuità operativa nel contesto di un probabile coinvolgimento formale degli Stati Uniti nel conflitto.

Infine si segnalano due eventi importanti:

  • Campagna di phishing contro istituzioni accademiche e settore difesa israeliano in un’intensificazione delle operazioni offensive contro obiettivi israeliani. Questa campagna rappresenta un elemento chiave anche in bae al presunto coinvolgimento delle istituzioni universitarie israeliane nel sistema militare e di sicurezza del Paese.
  • sono stati rilevati da parte di entrambi i paesi tentativi di intrusione in infrastrutture critiche nei settori energia e telecomunicazioni, con attacchi a centrali elettriche, raffinerie e impianti petrolchimici, dove i gruppi hanno cercato di infiltrarsi sfruttando vulnerabilità nei sistemi di controllo industriale (ICS) e attaccando infrastrutture critiche per causare blackout o disservizi e attacchi DDoS con l’obiettivo di interrompere servizi di comunicazione, intercettare dati e compromettere la sicurezza delle comunicazioni militari e civili.


Cyberspazio e diplomazia: riduzione, costruzione, protezione, promozione e prevenzione


In un momento così delicato a livello internazionale si è concluso lo SPIEF 2025 (Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo), a cui hanno partecipato circa 20.000 ospiti provenienti da 140 paesi, tra cui delegazioni ufficiali di Cina, India, Indonesia, Sud Africa, ASEAN, Medio Oriente, America Latina, CSI ed EAEU, evidenziandone la vasta portata internazionale e sottolineando come la Russia non sia assolutamente isolata, cosa di cui Donald Trump, presidente degli Stati Uniti lo riconosce molto bene, è pragmaticamente consapevole. Proprio per questo motivo ha proposto al G7 tenutosi in Canada di reintegrare la Russia, ma non solo, per favorire la pace e il dialogo internazionale ha proposto di includere anche la Cina nel gruppo, nonostante le forti critiche da parte di altri leader mondiali. (Reazioni al G7 sono arrivate anche dagli hacktivisti di entrambe le opposizioni evidenziando il momento piuttosto complesso dove la diplomazia si dimostra complessa, in special modo la posizione sostenuta dall’italia che tuttavia ha ha ribadito l’impegno a favorire il dialogo e la pace, la de-escalation delle ostilità, il cessate il fuoco a Gaza e l’importanza di proteggere i civili).

Facilitare accordi e ridurre le tensioni globali, riconoscendo di fatto che la Russia non è isolata e che la diplomazia dovrebbe coinvolgere tutti i grandi attori. La pace e il dialogo internazionale sono infatti fondamentali perché vanno ben oltre la semplice assenza di conflitti o violenze; rappresentano un processo attivo di costruzione di relazioni positive, giuste e durature tra Stati, comunità e individui, basato sul rispetto reciproco anziché sulla paura.

Se queste stesse regole fossero applicate al cyber spazio potremmo assistere a una trasformazione profonda e positiva in questo ambito cruciale della nostra vita digitale in base a 5 fattori:

  • riduzione: accordi condivisi potrebbero stabilire regole chiare e condivise su quali possano essere i comportamenti illeciti e al contempo ridurre tensioni e rischi di escalation.
  • costruzione: trasparenza e comunicazione costruiscono un dialogo che può costruire nel tempo la fiducia reciproca, permettendo la costruzione di una diversa e più fruttuosa collaborazione nella lotta alla criminalità digitale, nella tutela della privacy e nella gestione delle emergenze cyber.
  • protezione: il dialogo e la pace favoriscono il rispetto dei diritti fondamentali anche nel mondo digitale, la libertà di espressione, il diritto alla privacy e l’accesso equo alle tecnologie.
  • promozione: un cyberspazio maggiormente regolato da una ampia collaborazione favorirebbe non solo l’innovazione responsabile e l’accesso universale alle risorse digitali, ma ridurrebbe nel tempo il divario digitale tra paesi e comunità, impattando sugli abusi come censura, sorveglianza e discriminazione algortimica.
  • prevenzione: si è spesso parlato di una collaborazione a livello internazionale riguardo il problema dell’attribuzione, che permetterebbe di affrontare incidenti e crisi in modo più rapido,, evitando così ripercussioni più gravi a livello globale, cyberwarfare e sabotaggi.

Consapevole però che si tratta di una visione romantica del mondo, bisogna anche realizzare che vigono interessi militari e strategici, economici e tecnologici e una quadro giuridico globale condiviso che evidenziano invece un rischio elevato e un clima di competizione che si specchia nelle strategie globali, ove le infrastrutture digitali vitali diventano leve strategiche, l’innovazione come l’intelligenza artificiale (IA) si traduce in un aumento delle minacce sofisticate. Riguardo ciò StarMag ha recentemente evidenziato anche come OpenAI negli ultimi anni abbia cambiato radicalmente la propria posizione rispetto ai rapporti con il settore militare: se in le regole interne che vietavano l’uso delle sue tecnologie in ambito bellico, oggi è ufficialmente parte delle aziende tecnologiche che collaborano attivamente con il complesso militare-industriale americano.

Un comportamento responsabile


Proprio a seguito dell’aumento significativo degli attacchi informatici la regola diviene corsa allo sviluppo di capacità difensive e offensive avanzate, come parallelamente la corsa agli armamenti per un’indipendenza strategica. Tuttavia tra i punti più importanti di Cybersec 2025 è stato evidenziato come il diritto internazionale si possa applicare pienamente al cyberspazio per promuovere un comportamento responsabile degli Stati e mantenere pace, sicurezza e stabilità globale, anche se le grandi potenze concordando su ciò divergono su interpretazioni e applicazioni delle norme. Ma il futuro sarà sicuramente meglio del presente, dove ci si focalizzerà sullo sviluppo invece che sull’odio, soprattutto in vista di ciò che verrà lasciato alle future generazioni di internauti, soprattutto perché l’accesso diffuso alle informazioni e alle tecnologie digitali, se ben guidato, può favorire una cultura della comprensione reciproca e della cooperazione, contrastando le divisioni e i conflitti.

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Global Risk Forum


Arturo Di Corinto: Sovranità digitale, guerre algoritmiche e rischio cibernetico

Il Global Risk Forum ha l’obiettivo di comprendere in che modo i rischi emergenti, legati al complesso scenario in cui operano le imprese, influenzano le strategie di business e come un robusto sistema di risk management aiuta imprese e board a rimanere competitive e reattive sul mercato.

L’evento è parte del Milan Business Leaders Summit che riunisce in due giorni le figure chiave del business ed i C-Level per approfondire quest’anno l’affascinante tema del tempo, elemento chiave per l’uomo, che guida le trasformazioni e determina il successo nel panorama competitivo globale.

L’edizione 2025 del Global Risk Forum “RE-SETTING THE RISK AGENDA” affronta la necessità di ridefinire costantemente le priorità dei Risk Manager per anticipare i rischi e assicurare il raggiungimento degli obiettivi strategici e operativi di business, in un contesto in cui le sfide dei fattori demografici e socioeconomici, del cambiamento climatico, delle nuove tecnologie e della cybersecurity, combinate con l’incertezza geopolitica, impongono più che mai alle organizzazioni di essere “KEEPING TIME”!

TOPICS:

  • Technological advances
  • Financial instability
  • Geopolitical volatility
  • Increased competition
  • Disruptive business models
  • Third party risk management
  • Climate change and natural resources
  • Longevity and ageing
  • Changing nature of flexible working

“La sovranità digitale e le principali minacce al cyberspazio nazionale”

Dott. Arturo Di Corinto, Sapienza, Università di Roma; Consigliere dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale


dicorinto.it/formazione/global…



Measurement is Science


I was watching Ben Krasnow making iron nitride permanent magnets and was struck by the fact that about half of the video was about making a magnetometer – a device for measuring and characterizing the magnet that he’d just made. This is really the difference between doing science and just messing around: if you want to test or improve on a procedure, you have to be able to measure how well it works.

When he puts his home-made magnet into the device, Ben finds out that he’s made a basically mediocre magnet, compared with samples out of his amply stocked magnet drawer. But that’s a great first data point, and more importantly, the magnetometer build gives him a way of gauging future improvements.

Of course there’s a time and a place for “good enough is good enough”, and you can easily spend more time building the measurement apparatus for a particular project than simply running the experiment, but that’s not science. Have you ever gone down the measurement rabbit hole, spending more time validating or characterizing the effect than you do on producing it in the first place?

This article is part of the Hackaday.com newsletter, delivered every seven days for each of the last 200+ weeks. It also includes our favorite articles from the last seven days that you can see on the web version of the newsletter. Want this type of article to hit your inbox every Friday morning? You should sign up!


hackaday.com/2025/06/21/measur…



Today: Join us at the Boxborough Fifers Day


Join us today, Saturday, June 21st, at the Boxborough Fifers Day. It is a wonderful event that celebrates our Revolutionary War history. Tell us if you will help us at the table.

It is at Flerra Meadows, 400 Stow Road, Boxborough. To get there from 495 N or S, take exit 75, then Route 111 South (Massachusetts Avenue eastbound) 1.6 miles to Boxboro. At the small airport sign, turn right (south) for Middle/Stow Rd. Flerra Meadows is ¾ mile on the left.


masspirates.org/blog/2025/06/2…




Urobot ti guarda mentre fai pipì (ma è per il tuo bene)


Un ospedale di Taiwan sta testando Urobot, un orinatoio intelligente che analizza istantaneamente l’urina e invia i risultati via e-mail. Sebbene il dispositivo sia stato progettato in uno stile “carino”, gli utenti dei social media hanno notato che ha un aspetto spaventoso e provoca disagio ai pazienti.

La foto mostra Urobot installato accanto ai normali orinatoi in un bagno maschile. Il dispositivo ha la forma di un robot con tratti antropomorfi, con uno schermo con il logo sul corpo e un orinatoio integrato nella parte inferiore. Ma Taiwan non è l’unico esempio di robotica audace in medicina. Mentre Urobot monitora i test, altre cliniche stanno già utilizzando Nurabot, un assistente robotico creato da Foxconn e Kawasaki.

Somministra farmaci, pattuglia i reparti e aiuta i pazienti a orientarsi. Grazie alle piattaforme di intelligenza artificiale di NVIDIA, è addestrato su copie digitali degli ospedali e il sistema stesso alleggerisce il carico di lavoro del personale medico e contribuisce a combattere la crisi di personale.

Sempre più strutture sanitarie, soprattutto in Asia, Stati Uniti ed Europa, stanno adottando tecnologie basate su IA per la diagnosi precoce di malattie complesse. Grazie all’analisi di immagini mediche, dati biometrici e parametri vitali in tempo reale, algoritmi avanzati riescono a individuare segnali deboli che l’occhio umano potrebbe ignorare.

  • Alcuni ospedali in Corea del Sud, ad esempio, utilizzano IA per rilevare tumori polmonari millimetrici tramite TAC con maggiore precisione rispetto ai radiologi umani.
  • In Giappone, l’IA viene impiegata nei check-up automatici per diagnosticare il diabete e malattie renali tramite analisi di urina e retina.
  • Startup come Aidoc, Qure.ai e PathAI stanno già lavorando con ospedali europei per implementare diagnosi automatizzate nei reparti di pronto soccorso, riducendo i tempi di intervento fino al 40%.

L’adozione di dispositivi come Urobot e Nurabot, e l’impiego sempre più diffuso dell’intelligenza artificiale nella sanità, sollevano interrogativi su etica, privacy e umanizzazione delle cure. Ma una cosa è certa: la sanità del futuro sarà sempre più robotizzata, predittiva e personalizzata.

E se un tempo ci si affidava solo al medico di famiglia, oggi a monitorare la nostra salute potrebbe essere un robot con un sorriso digitale… o un orinatoio connesso alla rete.

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Tiny Tellurium Orbits Atop a Pencil


We like scale models here, but how small can you shrink the very large? If you’re [Frans], it’s pretty small indeed: his Micro Tellurium fits the orbit of the Earth on top of an ordinary pencil. While you’ll often see models of Earth, Moon and Sun’s orbital relationship called “Orrery”, that’s word should technically be reserved for models of the solar system, inclusive of at least the classical planets, like [Frans]’s Gentleman’s Orrery that recently graced these pages. When it’s just the Earth, Moon and Sun, it’s a Tellurium.

The whole thing is made out of brass, save for the ball-bearings for the Earth and Moon. Construction was done by a combination of manual milling and CNC machining, as you can see in the video below. It is a very elegant device, and almost functional: the Earth-Moon system rotates, simulating the orbit of the moon when you turn the ring to make the Earth orbit the sun. This is accomplished by carefully-constructed rods and a rubber O-ring.

Unfortunately, it seems [Franz] had to switch to a thicker axle than originally planned, so the tiny moon does not orbit Earth at the correct speed compared to the solar orbit: it’s about half what it ought to be. That’s unfortunate, but perhaps that’s the cost one pays when chasing smallness. It might be possible to fix in a future iteration, but right now [Franz] is happy with how the project turned out, and we can’t blame him; it’s a beautiful piece of machining.

It should be noted that there is likely no tellurium in this tellurium — the metal and the model share the same root, but are otherwise unrelated. We have featured hacks with that element, though.

Thanks to [Franz] for submitting this hack. Don’t forget: the tips line is always open, and we’re more than happy to hear you toot your own horn, or sing the praises of someone else’s work.

youtube.com/embed/BJD4qGv_iLw?…


hackaday.com/2025/06/21/tiny-t…



Complici e collusi


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/06/complic…
La questura minaccia di applicare il decreto sicurezza e di denunciare i promotori del corteo dei metalmeccanici a Bologna. Saranno accusati di aver difeso il posto di lavoro? Il ministro Giuli ha minacciato il regista Stefano Massini, uno dei talenti più apprezzati della scrittura e della regia, e ha parlato di

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Repressione e lotta di classe


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/06/repress…
L’episodio di Bologna con la tangenziale bloccata dallo sciopero dei metalmeccanici sfidando il DL Sicurezza e i camionisti che suonano il clacson in segno di solidarietà con gli operai, rappresenta un segnale che non può essere trascurato in questa Italia dove sembrerebbe tutto

in reply to Antonella Ferrari

@Antonella Ferrari

Sono un metalmeccanico e di scioperi ne ho fatti. Ho visto qualche camionista salutarci con il pugno chiuso, molti di più guardarci con sguardi che dicevano "non ti dico quello che penso di voi solo perché siete in tanti e io sono da solo" e qualcuno che invece ce l'ha detto come la pensava.

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Credo che l'unica speranza di pace sia che dopo il crollo dell'URSS ci sia un secondo crollo della Russia, molto più definitivo. E Putin sta facendo tutto il possibile, proprio come Trump, per suicidarsi nel suo stesso Paese. Putin non ha nemmeno capito quali siano le priorità del mondo in questo momento, figuriamoci quelle della Russia. Speriamo che la storia stessa decida che l'era storica di Napoleone e Putin sia finita. Putin è un accaparratore di terre e crede che questo sia il modo per sviluppare una nazione.


Gaza senz’acqua: l’UNICEF avverte, il sistema idrico è vicino al collasso


@Notizie dall'Italia e dal mondo
La carenza di carburante ha paralizzato metà delle fonti d’acqua nella Striscia di Gaza. L’UNICEF lancia l’allarme: senza interventi immediati i bambini moriranno di sete
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If Your Kernel Development is a Little Rusty


To paraphrase an old joke: How do you know if someone is a Rust developer? Don’t worry, they’ll tell you. There is a move to put Rust everywhere, even in the Linux kernel. Not going fast enough for you? Then check out Asterinas — an effort to create a Linux-compatible kernel totally in Rust.

The goal is to improve memory safety and, to that end, the project describes what they call a “framekernel.” Historically kernels have been either monolithic, all in one piece, or employ a microkernel architecture where only bits and pieces load.

A framekernel is similar to a microkernel, but some services are not allowed to use “unsafe” Rust. This minimizes the amount of code that — in theory — could crash memory safety. If you want to know more, there is impressive documentation. You can find the code on GitHub.

Will it work? It is certainly possible. Is it worth it? Time will tell. Our experience is that no matter how many safeguards you put on code, there’s no cure-all that prevents bad programming. Of course, to take the contrary argument, seat belts don’t stop all traffic fatalities, but you could just choose not to have accidents. So we do have seat belts. If Rust can prevent some mistakes or malicious intent, maybe it’s worth it even if it isn’t perfect.

Want to understand Rust? Got ten minutes?


hackaday.com/2025/06/21/if-you…



ChatGPT ci sta spegnendo il cervello! L’allarmante ricerca del MIT mostra il decadimento mentale


Durante una RHC Conference, Corrado Giustozzi sottolineò una verità tanto semplice quanto potente: “L’essere umano è, da sempre, un creatore di amplificatori.”. Dalla ruota alla macchina, ogni invenzione ha avuto uno scopo preciso: fare meglio, fare prima. Abbiamo trasformato ore in minuti, giorni in istanti. Abbiamo guadagnato tempo, efficienza, velocità.

Ma tutto questo… a quale prezzo?

Nel contesto degli strumenti AI emergenti, il Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha svolto uno studio su come l’impiego ripetuto di ChatGPT per scrivere saggi possa generare una forma di “debito cognitivo” rilevando una riduzione della capacità di ragionamento autentico e doti analitiche personali.

La ricerca del MIT ha coinvolto 54 partecipanti in diverse condizioni sperimentali—scrittura autonoma, assistita da motori di ricerca tradizionali e affidata all’intelligenza artificiale—con l’obiettivo di quantificare l’impatto neuro-cognitivo di ciascun approccio .

I dati raccolti tramite elettroencefalografia hanno rivelato che la scrittura completamente autonoma stimola la connettività cerebrale più robusta e distribuita, seguita dall’uso di Google. Al contrario, l’utilizzo di ChatGPT ha mostrato una connettività più debole, in particolare nelle bande alfa e beta, segno di uno sforzo cognitivo ridotto. Ciò suggerisce che l’assistente AI alleggerisce il carico mentale, ma a discapito del coinvolgimento attivo del cervello.

Quando i partecipanti hanno invertito l’esperienza, passando dall’AI alla scrittura autonoma, l’EEG ha evidenziato che la connettività rimaneva depressa. Questo indica che l’esposizione all’IA può avere effetti duraturi sulla capacità cognitiva, compromettendo la prontezza mentale anche dopo l’interruzione dell’uso dell’assistente.

Sul piano delle competenze linguistiche e mnemoniche, i soggetti hanno avuto difficoltà a citare correttamente parti del testo creato con l’AI, con tassi di errore molto più elevati rispetto agli altri due gruppi, e segnalando anche una minore percezione di proprietà del lavoro. I testi prodotti con ChatGPT mostravano inoltre una minore diversità lessicale e strutturale .

Le implicazioni educative emerse da questo lavoro sono rilevanti: l’uso precoce e ripetuto di intelligenze artificiali per compiti che richiedono sforzo cognitivo può indurre una sorta di dipendenza, riducendo la capacità autonoma di pensiero. Gli autori suggeriscono che l’AI debba essere impiegata come uno strumento di supporto, non come sostituto, preferibilmente dopo che lo studente abbia esercitato le proprie abilità in modo indipendente .

Accanto all’impatto cognitivo, viene sollevato anche il tema ambientale: l’uso di modelli AI come ChatGPT richiede consumi energetici e risorse computazionali significativamente superiori alle ricerche web standard, incrementando il “debito” anche a livello ecologico . In sintesi, lo studio mette in luce che, nonostante i vantaggi pratici, un uso non strutturato dell’AI può comprometterne la funzione didattica, rendendo necessario un approccio pedagogico bilanciato e consapevole.

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Darkcloux 3.0 è qui: Securonis Linux diventa più sicura (e più estrema) che mai


Securonis Linux ha rilasciato il suo aggiornamento più importante: la versione 3.0 di “Darkcloux” e la patch 3.0-r1. La versione include nuove utility, componenti riprogettati e miglioramenti alla privacy e alla sicurezza.

La modifica principale è la fine del supporto per l’ ambiente GNOME. Da questa versione, solo MATE rimane nella distribuzione.

Il browser FireScorpion è integrato nel sistema : una versione modificata di Firefox con impostazioni di privacy migliorate, blocco degli annunci e tracker. Sono state aggiunte anche le seguenti utilità:

  • Data Destroyer è un’interfaccia grafica per la cancellazione sicura dei dati;
  • System Knight – ispezione di malware e rootkit;
  • ColdBootDef è uno strumento per la pulizia della RAM quando il sistema è spento;
  • Speedtest è un’utilità CLI per misurare la connessione Internet.

Molti componenti sono stati completamente riscritti: Nuke2System, Paranoia, PhysicalSec, gestore password. Nelle impostazioni di sicurezza sono apparse due modalità kernel: produttiva e con la massima rigidità. Le interfacce del pannello di controllo sono state aggiornate e il tema del design è stato migliorato.

Sono stati rimossi dalla distribuzione: GNOME, l’obsoleto Panic Mode (le cui funzioni sono state spostate in strumenti separati), nonché Netxtrack, Symonitoring e Netraffic.

La patch 3.0-r1, rilasciata il 17 giugno, ha risolto i problemi di avvio automatico e ha velocizzato ColdBootDef utilizzando la tecnologia Autowipe di Seconionis. Per verificare il routing di Tor, si consiglia check.torproject.org.

Secondo lo sviluppatore, la versione è stata testata su sistemi AMD e NVIDIA e ha dimostrato un funzionamento stabile. Viene inoltre specificato che AppArmor è attivo solo dopo l’installazione e non in modalità Live. Securonis utilizza driver NVIDIA aperti; per quelli chiusi, l’assistenza è disponibile tramite nvidia-driver-guide.

Lo sviluppatore consiglia l’aggiornamento in quanto è il più stabile al momento.

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Percentuale sui sentimenti. Apple perde la causa sulle App di Dating


Un tribunale olandese ha stabilito che Apple ha abusato della sua posizione dominante sul mercato imponendo condizioni ingiuste agli sviluppatori di app di incontri sul suo App Store, segnando l’ultimo punto di una lunga serie di scontri tra la società americana e l’autorità antitrust olandese.

La sentenza in questione è stata emessa nel 2021 dall’Autorità olandese per i consumatori e i mercati (ACM), secondo la quale Apple ha imposto agli sviluppatori di utilizzare esclusivamente il suo sistema di pagamento, ha vietato loro di offrire metodi di pagamento alternativi al di fuori dell’App Store e ha applicato una commissione del 30% sulle transazioni (o del 15% per le aziende più piccole). L’autorità di regolamentazione ha ritenuto tali condizioni inaccettabili e, il 17 giugno 2025, il tribunale di Rotterdam ha riconosciuto la posizione dell’autorità come giustificata.

Il tribunale ha inoltre stabilito che ACM aveva tutto il diritto di imporre obblighi ad Apple, sotto minaccia di sanzioni in caso di mancato rispetto, confermando così la base giuridica della multa precedentemente imposta di 50 milioni di euro, che Apple ha ricevuto nel 2021 per il mancato rispetto degli ordini dell’autorità antitrust.

Apple, da parte sua, ha affermato di ritenere che la sentenza del tribunale abbia minato le tutele degli utenti e le tecnologie progettate a vantaggio degli sviluppatori. L’azienda ha dichiarato di voler presentare ricorso.

Il caso rappresenta un episodio significativo di una campagna globale contro il predominio delle grandi aziende tecnologiche nei mercati digitali. Aziende come Apple e Google sono state sempre più spesso oggetto di critiche e sanzioni per aver limitato i metodi di pagamento alternativi e il controllo sugli ecosistemi delle app, il che è considerato un ostacolo alla concorrenza e una violazione dei diritti di utenti e sviluppatori.

In sintesi, la sentenza del tribunale olandese ha rafforzato la posizione delle autorità di regolamentazione nazionali e ha segnalato che i requisiti antitrust dell’Unione europea saranno non solo proclamati, ma anche implementati nella prassi giudiziaria.

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