Explore the Granddaddy of all Macs with LisaGUI
Sure, Apple’s Lisa wasn’t the first computer released with a graphical user interface — Xerox was years ahead with the Alto and the Star workstation — but Lisa was the first that came within the reach of mere mortals. Which doesn’t mean many mortals got their hands on one; with only about 10,000 sold, they were never common, and are vanishingly rare nowadays. Enter [Andrew Yaros], who has graced the world with LisaGUI, an in-browser recreation of the Lisa Office System in Javascript.
Lisa’s GUI varies from modern conventions in a few interesting ways. For one, it is much more document-focused: if you double-click on LisaType, you do not start the program. Instead you “tear off” a document from the “pad” icon of LisaType, which you can then open with another double click. The desktop is also not a folder for files to live permanently, but a temporary space. You can “set aside” a file to the desktop, but its home on disk is unchanged.
Unlikethe family of Mac emulators, LisaGUI does not purport to be a perfect replica. [Andrew] has made a few quality-of-life improvements for modern users, as well as a few innovations of his own. For instance, menus are now “sticky”– on the Lisa, you had to hold down the mouse to keep them open, and release on the appropriate entry. LisaGUI leaves the menu open for you to click the entry, as on a later Macintosh.
Obviously the menu bar clock and FPS counter are not native to the Lisa; nor is the ability to theme the icons and change (1-bit) colour palettes. The ability to draw unique icons to assign to documents is all [Andrew], but is something we wish we had back in the day. He also makes no attempt to enforce the original aspect ratio, so you’ll be dragging the window to get 4:3 if that’s your jam.
Right now it does not look as though there’s much original software aside from LisaType. We would have loved to see the famous LisaProject, which was the original “killer app” that led NASA to purchase the computer. Still, this is an Alpha and it’s possible more software is to come, if it doesn’t run afoul of Apple’s IP. Certainly we are not looking too hard at this gift horse’s chompers. What’s there is plenty to get a feel for the system, and LisaGUI should be a treat for retrocomputer enthusiasts who aren’t too anal about period-perfect accuracy.
We stumbled across this one in a video from [Action Retro] in which he (the lucky dog) alsoshows off his Lisa II, the slightly-more-common successor.
Dopo SpaceX, sarà Tesla a investire in xAi di Musk?
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
XAi ha bisogno di soldi e riceve 2 miliardi di dollari di SpaceX, che ha integrato Grok nell'assistenza a Starlink. Tesla sarà la prossima azienda di Musk a investire nella sua startmag.it/innovazione/spacex…
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Se la morte a Gaza è un “malfunzionamento tecnico”
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/se-la-m…
Francamente importa poco se la maggioranza degli israeliani nei sondaggi dice che vuole la fine dello sterminio a Gaza e gli ostaggi a casa. Importa anche meno che da 80 anni quello che fu l’occidente faccia accordi con
Giornalismo e disordine informativo reshared this.
Budget mirato e sinergia con IT per difendersi dalle nuove minacce
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
La crescente esposizione degli ICS/OT a minacce informatiche impone un approccio strategico alla sicurezza. Allocare risorse adeguate e rafforzare la collaborazione tra i due team sono passi fondamentali per proteggere infrastrutture critiche e garantire la continuità
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Autonomia spaziale, da pionieri a protagonisti della sicurezza nazionale. L’intervento di Trezza
@Notizie dall'Italia e dal mondo
L’Italia ha scritto pagine decisive nella storia dell’esplorazione spaziale quando, il 15 dicembre 1964, lanciò il satellite San Marco 1 dalla base di Wallops Island, diventando la terza nazione al mondo dopo Stati Uniti e Unione Sovietica a possedere un
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CISGIORDANIA. Nasce la prima unità di polizia composta solo da coloni israeliani
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Si tratta di una milizia a tutti gli effetti e a volerla è stato il ministro della Sicurezza Itamar Ben Gvir. "Avrà una mentalità offensiva"
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GR Valle d'Aosta del 14/07/2025 ore 07:20
GR Regionale Valle d'Aosta. Le ultime notizie della regione Valle d'Aosta aggiornate in tempo reale. - Edizione del 14/07/2025 - 07:20
La minaccia più grande dell’Intelligenza Artificiale? E’ che i giovani non sapranno più pensare!
“Ora che il genio è uscito dalla lampada, è impossibile rimetterlo dentro!”. Quante volte abbiamo scritto queste parole riguarda l’intelligenza artificiale?
Ora che il genio è fuori, come nei racconti delle Mille e una notte, non possiamo far finta che nulla sia cambiato. Le tecnologie basate sull’IA ci stanno cambiando rapidamente – e profondamente – in ogni aspetto della nostra vita. Scriviamo con l’AI, parliamo con l’AI, disegniamo con l’AI, scriviamo musica con l’AI e ancora programmiamo, impariamo e perfino pensiamo con l’AI.
Ma siamo davvero pronti?
A guardarci indietro, da Alan Turing a John von Neumann passando da Marvin Minsky a John McCarthy – l’uomo che coniò il termine “intelligenza artificiale” nel 1956 e che partecipò al Tech Model Railroad Club dell’MIT di Boston dove è nata la cultura hacker – di strada ne abbiamo fatta tanta. Ma nonostante le intuizioni geniali, questi pionieri difficilmente avrebbero potuto immaginare che un giorno, nella tasca di miliardi di persone, ci sarebbero stati degli assistenti intelligenti in grado di conversare, scrivere codice, comporre musica e generare immagini in pochi istanti.
Eppure, per quanto il progresso sia stupefacente, il rischio più grande che oggi corriamo non è l’estinzione dell’umanità per mano di una super intelligenza, come ci ricorda la cultura cyberpunk con skynet e terminator. La cosa è molto più sottile. È la perdita progressiva della nostra capacità di pensare. Di ragionare. Di collegare, immaginare e valutare criticamente.
Lo chiamano “decadimento mentale”. Ed è l’ombra che incombe dietro ogni promessa dell’intelligenza artificiale.
Pensiamo sempre meno con la nostra testa
Per controllare i computer intelligenti, abbiamo bisogno di esseri umani ancora più intelligenti dei computer, ma l’intelligenza artificiale ci spinge solo a scaricare le informazioni e a lasciare che siano i computer a pensare per noi.
È questa la riflessione – sempre più condivisa da studiosi, educatori e filosofi – che dovrebbe farci riflettere. Come osserva anche Yuval Noah Harari, autore di Homo Deus, se le persone iniziano a delegare le loro decisioni agli agenti intelligenti, perderanno progressivamente la capacità di decidere.
Il punto cruciale è il seguente: tutto sta diventando troppo facile.
Scrivere un tema? C’è l’AI. Fare un’analisi di mercato? C’è l’AI. Riassumere un libro, pianificare un viaggio, interpretare un testo difficile, progettare una strategia aziendale? C’è sempre l’AI. E questo sta progressivamente indebolendo il nostro “muscolo cognitivo”. Ed è tutto direttamente proporzionale: più diventa facile, più diventiamo pigri.
Infatti molte persone iniziano a praticare quello che gli anglosassoni chiamano raw-dogging con l’intelligenza artificiale, per descrivere il rapporto diretto e privo di filtri che alcuni utenti stanno iniziando ad avere con l’IA. Questo conferma lo studio di Microsoft e della Carnegie Mellon University, che ha rilevato che una maggiore dipendenza dagli strumenti di intelligenza artificiale sul lavoro era collegata a una riduzione delle capacità di pensiero critico. Inoltre, anche uno studio del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha analizzato cosa succede nel nostro cervello con un uso intensivo di ChatGPT correlandolo al deficit cognitivo.
Si, di studi ne stanno uscendo molti e tutti concordano nella stessa direzione.
Ma a dire il vero, il solco era già stato tracciato. A partire dal 1973 si sono osservati segnali di una progressiva riduzione del quoziente intellettivo, fenomeno che alcuni studiosi collegano all’introduzione massiva della televisione nelle case. Quello che per decenni è stato un trend positivo nei Paesi industrializzati — noto come effetto Flynn — sta oggi mostrando una pericolosa inversione di tendenza che viene chiamata dagli studiosi “reverse effect flynn”.
Grafico che riporta il “reverse effect flynn” tratto dallo studio “Looking for Flynn effects in a recent online U.S. adult sample”
I decrementi recenti vengono attribuiti a fattori ambientali, sistemi educativi sempre più “semplificati”, uso massiccio dei media digitali, calo della lettura profonda e delega cognitiva a strumenti esterni.
E l’IA è la ciliegina sulla torta in tutto questo.
Un mondo più diseguale e un’economia polarizzata
Ma oltre al rischio del decadimento mentale, l’impatto dell’intelligenza artificiale è molto più ampio: investe numerosi ambiti e riguarda l’intera società. Questo perchè:
l’intelligenza artificiale non è neutrale!
È uno strumento potente nelle mani di pochi. Oggi i modelli più avanzati sono controllati da una manciata di big player globali: Microsoft (con OpenAI), Google (con Gemini), Apple (con i suoi nuovi agenti Siri), Amazon, Meta. E non bisogna farsi illusioni: il loro mandato non è migliorare la condizione umana o la fame nel mondo, è sempre e soltanto uno: generare profitto.
Questo fa si che l’economia diventa “polarizzata”, dove pochi traggono vantaggio dalla sostituzione del lavoro umano con l’IA, e molti ne subiscono gli effetti. Inoltre, le loro risorse computazionali, i loro data center e la loro capacità di accesso a enormi moli di dati non sono replicabili dai comuni mortali, né tantomeno dagli Stati più poveri.
Ad esempio il report “The Work of the Future: Building Better Jobs in an Age of Intelligent Machines” pubblicato nel 2020 dal MIT Task Force on the Work of the Future evidenzia chiaramente come, nonostante la crescita della produttività, i frutti dell’automazione e dell’IA questi siano distribuiti in modo fortemente squilibrato.
Questo significa che l’AI rischia di ampliare il divario già esistente tra ricchi e poveri, tra Nord e Sud del mondo, tra chi ha accesso agli strumenti e chi ne è escluso. Secondo un’analisi del World Economic Forum del 2024, l’80% dei benefici dell’automazione intelligente si sta concentrando nei Paesi G7, mentre in Africa e America Latina si assiste a una crescita dell’automazione senza una corrispondente crescita nelle competenze digitali. Un abisso che rischia di diventare incolmabile.
E in questo abisso si nasconde la vera minaccia: che l’intelligenza artificiale non è solo un acceleratore di disuguaglianze economiche, ma anche culturali ed esistenziali. Perché chi possiede gli algoritmi possiede anche la capacità di orientare pensieri, i consumi e i comportamenti. E mentre i più fortunati potranno permettersi di “affittare” intelligenze artificiali per potenziare la propria mente, miliardi di persone rischiano di diventare solo utenti passivi di un sistema progettato altrove, incapaci di partecipare, di capire e persino di scegliere.
È qui che la tecnologia, da strumento per liberare l’uomo, rischia di trasformarsi definitivamente in una gabbia invisibile e insuperabile gestita completamente dalle macchine.
E cosa mai potrà accadere?
Nel prossimo decennio, l’IA non si limiterà più a rispondere alle nostre domande o a generare contenuti su richiesta: diventerà onnipresente e invisibile all’interno delle nostre vite. Ogni individuo avrà un assistente IA personalizzato, che gestirà dalla pianificazione quotidiana alla salute mentale,
I sistemi di intelligenza artificiale evolveranno fino a conoscere ogni dettaglio di noi, anticipando desideri e paure, adattando in tempo reale notizie, intrattenimento e relazioni sociali per massimizzare la nostra attenzione.
Vivremo circondati da assistenti digitali talmente raffinati da sembrare persone vere, capaci di accompagnarci in ogni scelta quotidiana, fino a influenzare ciò che sogniamo di diventare.
In parallelo, la nostra stessa mente rischia di cambiare. Con l’abitudine di delegare processi creativi, analitici e decisionali, assisteremo ad una trasformazione silenziosa ma profonda come visto nel capitolo precedente “pensiamo sempre meno con la nostra testa”.
Saremo quindi un’umanità sempre più abituata a risposte immediate e sempre meno allenata alla complessità. Il pensiero critico e la capacità di sostenere il dubbio potrebbero apparire superflui, sostituiti da algoritmi che semplificano ogni questione. La memoria diventerà esterna, archiviata nei server, mentre l’immaginazione verrà condivisa e plasmata da reti neurali che pensano più in fretta di noi.
Al tempo stesso, la disuguaglianza tecnologica potrebbe generare nuove fratture sociali. Chi avrà accesso agli strumenti più avanzati sarà in grado di amplificare il proprio talento e la propria influenza, mentre una vasta parte della popolazione rischierà di rimanere spettatrice, incapace di comprendere o controllare le logiche che governano il mondo digitale anche costretta da futuri “Muri digitali“. Le democrazie dovranno affrontare la sfida di piattaforme sempre più potenti, in grado di orientare il consenso e alimentare “polarizzazioni” mai viste prima.
La differenza tra chi controlla l’IA e chi ne subisce gli effetti potrebbe diventare la nuova linea di confine tra potere e impotenza.
E probabilmente, dopo esserci spinti così oltre e aver realizzato che l’uomo rischia di trasformarsi in un servitore delle macchine, qualche stato potrà capire che sia necessario invertire la rotta. Potrebbe nascere l’idea di educare le nuove generazioni riscoprendo metodi didattici d’inizio ’900, anche se questo è un esempio. Si potrebbero ipotizzare la creazione di “sacche” di de-digitalizzazione. Ne parlavo nell’articolo del 2020 introducendo il concetto di de-digitalization. E questo modo di agire consentirebbe di eliminare, agenti AI fuori controllo, sorveglianza di massa, dipendenza tecnologica e influenza disconnettendosi da internet e creare reti indipendenti supervisionare dagli stati o da federazioni di stati che appoggiano politiche di de digitalizzazione.
Un fotogramma del film fahrenheit 451 del 1966 diretto da François Truffaut, tratto dall’omonimo romanzo fantascientifico-distopico di Ray Bradbury.
In sintesi, Runet, Great Firewall of China, dazi, terre rare, sono solo parte di un percorso che porterà il mondo ad erigere questi “muri”, per creare un cyber space isolati, dove i tempi della collaborazione tra i popoli verrà dimenticato perché il predominio del mondo è di carattere tecnologico e non più umano.
La grande sfida è in un equilibrio fragile
Se sapremo immaginare una tecnologia che non sostituisce l’umano, ma lo potenzia, potremmo entrare in un’era dove l’intelligenza artificiale diventa alleata della creatività e della conoscenza condivisa. Potremmo creare ecosistemi digitali che proteggono la privacy, favoriscono l’inclusione e restituiscono il tempo per pensare, sperimentare, sbagliare.
Ma l’umano non ragiona così. Pensa sempre al suo interesse.
Quando le macchine diventeranno così brave da farci confondere (e avverrà a breve) tra statistica e anima, la discussione sarà se abbiano o meno dei diritti oppure no. il tema in quel momento sarà chiedersi: cos’è l’anima? Può essere rappresentata da un corpo in silicio mosso da pura statistica? E li ne vedremo delle belle.
Una volta le grandi sfide erano prettamente tecnologiche: creare il primo computer, inviare un uomo sulla Luna, costruire reti sempre più potenti. Oggi, invece, la vera sfida non riguarda più soltanto la tecnologia, ma l’uomo stesso. In un’epoca in cui le macchine iniziano a “pensare”, progettare sistemi più avanzati diventa secondario rispetto a una questione ben più profonda: come proteggere ciò che ci rende umani.
Non è un caso che già si inizi a parlare di linguaggio “human” per comunicare con queste intelligenze artificiali (quasi AGI, premesso che qualcuno sappia capire cosa voglia dire questo termine), ma comunque sempre più pervasive. Alla London Technology Week di giugno, qualcuno ha scherzosamente affermato che «il nuovo linguaggio di programmazione del futuro dovrebbe chiamarsi Human!». Una battuta, certo, ma che fotografa perfettamente il momento storico che stiamo vivendo: le macchine ci costringono a rapportarsi con loro con il linguaggio naturale, con il nostro stesso linguaggio, non più per dominare la tecnologia, ma per riuscire a dialogare con essa senza perdere noi stessi.
In questo scenario, psicologia e tecnologia si stanno fondendo. Si parlava qualche anno fa di etica e di differenze di genere. Sono problemi già dimenticati e superati purtroppo. Ora si è passati a cosa più serie e si moltiplicano gli studi per capire come l’essere umano possa adattarsi a un mondo digitale dominato da assistenti intelligenti, robot, chatbot e sistemi predittivi, senza sacrificare memoria, spirito critico e creatività. È un equilibrio fragile, in cui la posta in gioco non è solo l’efficienza o la produttività, ma la nostra stessa capacità di ragionare e di pensare con la nostra testa.
Nel frattempo, la politica si trova sospesa tra gli interessi delle big tech – che oggi contano quanto intere economie nazionali – e l’incapacità di leggere davvero i pericoli di lungo termine. Così facendo, si rischia di spalancare le porte a una diffusione capillare degli agenti digitali, che se da un lato ci semplificano la vita, dall’altro erodono lentamente le capacità cognitive dei più giovani.
Un lento scivolare verso un mondo in cui non saremo più padroni delle nostre scelte, ma semplici esecutori di ciò che le macchine ci suggeriscono. E lo faranno talmente bene che ci fideremo totalmente di loro.
Eppure, proprio nella consapevolezza di questo rischio si nasconde un seme di speranza. Perché se la grande sfida è “umana”, allora solo l’uomo può vincerla: riscoprendo la sua lentezza, il pensiero critico e la creatività come valori indispensabili. Forse non riusciremo a fermare il progresso tecnologico, ma possiamo ancora scegliere di non esserne schiavi e scrivere nei nostri brani musicali, nei nostri articoli, nei nostri codici sorgenti la parola “AI Free”, a significare che quanto prodotto è frutto esclusivamente della mente umana. Saremo nel mercato? Probabilmente no, ma sarà un segnale importanti per molti.
Sta a noi decidere se vivere in un mondo governato dalle macchine o in un mondo dove le macchine restano, comunque, al servizio dell’uomo. La domanda non è più se l’intelligenza artificiale cambierà il mondo. Lo sta già facendo.
La vera domanda è: saremo in grado di restare umani, nel senso più profondo e autentico del termine, in un mondo dominato da macchine pensanti?
Sarebbe bello pensare ad un futuro dove l’IA diventa il microscopio e il telescopio della mente umana, aiutandoci a esplorare domande ancora più grandi che fino ad oggi non hanno avuto risposta. Ma purtroppo ancora questo sogno è nel cassetto.
Ora la sfida non è più tecnologica. È culturale, educativa e soprattutto politica.
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IO E CHATGPT E07: Come prendere decisioni migliori
In questo episodio trattiamo dell'uso di ChatGPT per prendere decisioni migliori.
zerodays.podbean.com/e/io-e-ch…
Citizen Science is All Fun and Games
You are probably familiar with initiatives like Seti@Home, where you donate unused computer power to some science project that needs computer cycles. [Jeff Yoshimi] wants to borrow your most powerful computer: your brain. The reason: cancer research.
[Jeff’s] recent book, Gaming Cancer, has three examples: Eterna, Foldit, and Nanocrafter. All three make games out of creating biological molecules. With Foldit, you create proteins in a bonsai-like fashion. EteRNA is more like Sudoku for RNA. Nanocrafter used DNA strands as puzzle pieces, although it is no longer operational. Their website, amusingly, looks like it was taken over by a slot machine site and a probably AI-generated text tries to convince you that slot machines are much like fusing DNA strands.
What can these projects do? Eterna’s open vaccine challenge used gameplay to help design RNA molecules for vaccines that don’t require ultra-cold storage, and the results drove improvements in real-life vaccines.
There have been several science fiction stories that center on the idea that a game of some sort might be an entrance test to a super-secret organization (The Last Starfighter or Stargate: Universe, for example). Maybe a future science game will trigger scholarship or job offers. It could happen.
We like citizen science. Zooniverse does a good job of making it fun, but maybe not to the level of a game. You can make contributions in space, or even right here on Earth.
Estensioni browser dannose: una libreria raccoglie dati dagli utenti per fini commerciali
Le estensioni per Chrome, Firefox ed Edge, installate quasi un milione di volte, aggirano la protezione e trasformano i browser in scraper che raccolgono informazioni dai siti web per clienti commerciali. Secondo gli analisti di SecurityAnnex , sono state scaricate 245 estensioni dannose, per un totale di circa 909.000 volte. Tutte hanno scopi diversi, tra cui la gestione dei segnalibri e degli appunti, l’aumento del volume e la generazione di numeri casuali. Ma condividono tutte la stessa libreria open source MellowTel-js, che consente agli sviluppatori di monetizzare le proprie estensioni.
I ricercatori affermano che la monetizzazione si basa sull’uso di estensioni per estrarre informazioni da siti web a vantaggio di clienti commerciali. Tra questi, secondo il fondatore di MellowTel, Arsian Ali, ci sono anche startup di intelligenza artificiale. Gli analisti di SecurityAnnex sono giunti a questa conclusione dopo aver scoperto stretti legami tra MellowTel e Olostep, un’azienda che si definisce “la soluzione di scraping API più affidabile e conveniente al mondo”.
Olostep afferma che i suoi bot “evitano il rilevamento e possono elaborare fino a 100.000 richieste in parallelo in pochi minuti”. Quindi, i clienti dell’azienda pagano, specificano la posizione dei browser tramite cui desiderano accedere a determinate pagine web e Olostep utilizza il suo database di estensioni installate per soddisfare la richiesta. “Abbiamo motivo di credere che le richieste di scraping di Olostep siano distribuite su tutte le estensioni attive che utilizzano la libreria MellowTel”, affermano gli esperti.
Il creatore di MellowTel, a sua volta, sostiene che la sua libreria sia progettata per “condividere le connessioni internet [degli utenti] (senza inserire link di affiliazione, pubblicità non correlate o la necessità di raccogliere dati personali)”. Afferma inoltre che “il motivo principale per cui le aziende pagano per il traffico è accedere in modo affidabile ed economico ai dati disponibili al pubblico dai siti web”. Secondo lo sviluppatore, gli autori delle estensioni ricevono il 55% dei ricavi e MellowTel il resto.
Tuttavia, SecurityAnnex avverte che le estensioni che utilizzano MellowTel rappresentano un rischio per gli utenti. Uno dei motivi è che MellowTel impone alle estensioni di attivare un web socket che si connette a un server AWS che raccoglie informazioni su posizione, larghezza di banda disponibile, attività e stato degli utenti dell’estensione. Oltre alla violazione della privacy, WebSocket inietta anche un iframe nascosto nelle pagine visualizzate, che si collega a siti da un elenco recuperato dal server AWS. E gli utenti non hanno modo di “vedere” quali siti vengono aperti nell’iframe nascosto.
Indebolire l’intera esperienza di navigazione in questo modo può esporre gli utenti ad attacchi cross-site scripting che normalmente vengono prevenuti. Quindi, non solo i tuoi utenti diventano inconsapevolmente dei bot, ma sono anche vulnerabili durante la navigazione sul web. Gli esperti sottolineano inoltre che il problema di MellowTel è che i siti che la biblioteca apre sono nascosti agli utenti finali. Infatti, le persone devono fidarsi di MellowTel per verificare la sicurezza e l’affidabilità di ogni risorsa che aprono.
Lo stato attuale delle estensioni che utilizzano MellowTel è:
- 12 delle 45 estensioni di Chrome trovate non sono più attive. Alcune sono state rimosse a causa del rilevamento di malware, mentre in altri casi gli sviluppatori stessi hanno smesso di utilizzare la libreria;
- Solo 8 delle 129 estensioni di Edge sono state disabilitate;
- Delle 71 estensioni pericolose per Firefox, solo 2 sono state disattivate.
L’elenco completo delle estensioni è disponibile qui .
In seguito alle accuse dei ricercatori e a numerosi resoconti dei media, il creatore di MellowTel, Arsian Ali, ha pubblicato una lunga risposta, in cui afferma che sta solo cercando di “creare un’alternativa open source ai meccanismi pubblicitari e un motore di monetizzazione per il mondo dell’intelligenza artificiale”.
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Un cestista russo arrestato in Francia per accuse di associazione ad un gruppo ransomware
Un cestista russo si è ritrovato al centro di uno scandalo internazionale dopo essere stato arrestato in Francia con l’accusa di essere legato a un gruppo estorsivo. Secondo l’agenzia di stampa francese AFP, il ventiseienne Daniil Kasatkin è stato arrestato il 21 giugno all’aeroporto Charles de Gaulle, dove era arrivato con la fidanzata. Attualmente si trova in custodia in attesa di una possibile estradizione negli Stati Uniti, dove dovrebbe rispondere delle accuse di associazione a delinquere finalizzata a frode informatica.
Le autorità statunitensi ritengono che Kasatkin fosse associato a un gruppo ransomware attivo dal 2020 al 2022. Secondo gli inquirenti, durante questo periodo sono state attaccate circa novecento organizzazioni, tra cui due agenzie federali statunitensi. Il nome del gruppo non è ancora stato reso noto. L’ambasciata russa in Francia ha già espresso indignazione per il fatto che le autorità locali non consentano ai funzionari consolari di incontrare il detenuto. L’avvocato francese dell’atleta, Frederic Belot, ha dichiarato che il suo assistito è assolutamente innocente.
Secondo l’avvocato difensore, Kasatkin ha semplicemente acquistato un computer usato e non ha alcuna conoscenza di tecnologia. Sostiene che l’atleta non abbia eseguito alcun comando su questo dispositivo e che il computer stesso sia stato hackerato o venduto appositamente a lui dal vero aggressore per nascondere la sua identità. Lo stesso Kasatkin, secondo l’avvocato, è sotto shock.
Kasatkin ha giocato brevemente per la squadra dell’Università della Pennsylvania prima di diventare professionista con l’MBA di Mosca. Ha giocato anche per le nazionali giovanili russe. Ha lasciato la squadra dopo il suo arresto, il 3 luglio. I suoi avvocati temono che la sua carriera possa essere rovinata se il caso si protrae.
Un altro avvocato, Vladimir Sarukhanov, ha dichiarato a Izvestia che Kasatkin è sospettato di essere un negoziatore con vittime di estorsione. Insiste sull’avere un “alibi di ferro” e critica le autorità francesi per la lentezza nel verificare le prove.
I negoziatori in tali schemi sono persone con determinate qualifiche, poiché le conversazioni volte a riottenere l’accesso ai dati possono durare settimane. Finora, né il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti né altre fonti ufficiali hanno fornito alcuna conferma o prova della colpevolezza dell’atleta. Il dipartimento ha rifiutato di commentare.
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Io uso macOS perchè è sicuro! A voi Atomic Stealer: 1000 euro al mese con funzionalità di backdoor
I ricercatori hanno scoperto una nuova versione del malware Atomic Stealer per macOS (noto anche come AMOS). Il malware ora è dotato di una backdoor che consente l’accesso ai sistemi hackerati. Gli esperti di MacPaw hanno studiato la backdoor Atomic dopo aver ricevuto informazioni dal ricercatore indipendente di sicurezza informatica g0njxa. Scrivono che il nuovo componente consente di eseguire comandi arbitrari, “sopravvive” dopo il riavvio e consente di mantenere il controllo sugli host infetti per un tempo illimitato.
“Le campagne di distribuzione di AMOS hanno già raggiunto più di 120 paesi, con i più colpiti tra Stati Uniti, Francia, Italia, Regno Unito e Canada”, hanno affermato i ricercatori. “La versione con backdoor di Atomic consente l’accesso completo a migliaia di dispositivi Mac in tutto il mondo”. Atomic è stato documentato per la prima volta nell’aprile 2023. Si tratta di una minaccia MaaS (Malware-as-a-Service) distribuita nei canali Telegram. L’abbonamento costa 1.000 dollari al mese. Lo scopo di questo malware è rubare file macOS, dati di estensioni di criptovalute e password utente memorizzate nei browser.
Nel novembre 2023, lo stealer è stato utilizzato come parte della campagna malware ClearFake e nel settembre 2024 è stato utilizzato dal gruppo di hacker Marko Polo in una campagna su larga scala rivolta ai computer Apple. Gli analisti di Moonlock riferiscono che gli operatori di Atomic hanno recentemente cambiato strategia. Il malware ora viene distribuito non tramite falsi siti di software pirata, ma tramite phishing mirato rivolto ai possessori di criptovalute, nonché tramite falsi inviti a colloqui.
La nuova versione del malware è dotata di una backdoor integrata, utilizza LaunchDaemons per “sopravvivere” dopo un riavvio del macOS, traccia le vittime tramite ID univoci ed è controllata da una nuova infrastruttura. Secondo i ricercatori, il file eseguibile principale del backdoor è un binario .helper, che viene scaricato e salvato dopo l’infezione nella directory home della vittima come file nascosto.
Lo script wrapper nascosto .agent esegue .helper in un ciclo per conto dell’utente corrente. Per far sì che .agent venga eseguito all’avvio del sistema, viene aggiunto tramite AppleScript il file LaunchDaemon denominato com.finder.helper. Tutto ciò avviene con privilegi elevati: il malware ruba la password dell’utente nella fase di infezione. Successivamente, può eseguire comandi e modificare il proprietario del file PLIST di LaunchDaemon inroot:wheel.
La backdoor integrata consente agli aggressori di eseguire comandi da remoto, intercettare sequenze di tasti, iniettare payload aggiuntivi o esplorare capacità di movimento laterale. Per evitare di essere rilevato, il backdoor verifica la presenza di una sandbox o di una macchina virtuale utilizzando system_profiler e ricorre anche all’offuscamento delle stringhe.
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KW 28: Die Woche, in der wir Bargeld-Tracking in die Öffentlichkeit brachten
Il Robot Cinese Black Panther II distrugge il record della Boston Dynamics in velocità
Sul tapis roulant di uno stadio di Wuhan, non è stato un essere umano, ma un robot a quattro zampe a suscitare grande scalpore. Il suo nome è Black Panther II e ha percorso una distanza di 100 metri in soli 13,17 secondi, più velocemente di quanto chiunque si aspettasse da una macchina con gambe metalliche. Per fare un paragone, questo è quasi sette secondi più veloce del record mondiale ufficiale per i robot. Ma il team di sviluppatori non si definisce ancora detentore del record. Hanno altre priorità.
Black Panther II è in fase di sviluppo presso la startup Mirror Me, fondata a Shanghai nel maggio 2024. Dietro al progetto c’è un team di laureati e docenti della Zhejiang University, uno dei fiori all’occhiello del Celeste Impero. E fin dai primi mesi di attività, l’azienda non solo ha lasciato il segno sul mercato, ma si è anche fatta conoscere a gran voce, letteralmente a tutta velocità.
Il robot ha quattro zampe flessibili ma potenti e, durante una trasmissione televisiva nazionale, ha raggiunto una velocità di 9,7 metri al secondo. Questo dato può sembrare astratto, ma nel mondo della robotica ha un significato profondo. Ad esempio, fino a poco tempo fa, il miglior risultato tra i robot a quattro zampe commercialmente noti era considerato una velocità di 8,8 m/s, dimostrata da WildCat di Boston Dynamics, un’azienda americana da tempo associata alla robotica avanzata. Ora lo sviluppo cinese l’ha superato di quasi un metro al secondo.
In alcuni test, Black Panther II ha accelerato fino a 10,9 m/s, ma questo record non è ancora stato registrato ufficialmente in condizioni controllate. Mirror Me ha già superato il record stabilito nel 2023 dall’istituto sudcoreano KAIST (il loro robot Hound ha percorso i 100 metri in 19,87 secondi). Tuttavia, hanno deciso di non affrettarsi a presentare la domanda per il Libro dei Primati. Ora tutte le risorse sono concentrate sul miglioramento dei meccanismi e sulla ricerca.
E in generale, la velocità è solo una parte delle ambizioni. Mirror Me inizialmente basa la sua strategia non sui risultati sportivi, ma sullo sviluppo di tecnologie in generale. Sono già stati annunciati piani per creare un robot bipede entro il 2026, in grado di muoversi con un’accelerazione di 10 m/s. Ed entro il 2030, l’azienda prevede di immettere sul mercato assistenti umanoidi a tutti gli effetti, in grado di aiutare le persone nelle attività quotidiane e in fabbrica.
Negli ultimi anni, la Cina ha rapidamente rafforzato la sua posizione nella robotica globale. Solo nel 2024, la produzione di macchine industriali del Paese è cresciuta del 14,2% rispetto all’anno precedente, raggiungendo le 556.000 unità. Allo stesso tempo, il mercato dei robot umanoidi è in rapida espansione: secondo gli analisti, il suo volume ha già raggiunto i 2,76 miliardi di yuan (circa 380 milioni di dollari).
Entro il 2030, il volume del segmento in Cina potrebbe crescere di decine di volte, fino a centinaia di miliardi di yuan. A titolo di confronto: si prevede che il mercato delle soluzioni robotiche avanzate negli Stati Uniti aumenterà da 12,84 miliardi di dollari nel 2024 a 81,92 miliardi di dollari entro il 2034. Allo stesso tempo, secondo un rapporto di Morgan Stanley, il 56% di tutte le aziende del settore è già registrato in Cina.
I produttori cinesi offrono sempre più spesso non solo piattaforme ad alta velocità o sperimentali, ma anche soluzioni funzionali. Nel gennaio 2025, DEEP Robotics ha presentato un nuovo robot, Lynx. Nel filmato pubblicato, scivola facilmente sul ghiaccio, esegue movimenti di danza sincronizzati e dimostra una flessibilità paragonabile a quella degli esseri viventi.
L'articolo Il Robot Cinese Black Panther II distrugge il record della Boston Dynamics in velocità proviene da il blog della sicurezza informatica.
Memes und Persönlichkeitsrechte: Vor 25 Jahren tanzte der Techno-Wikinger auf der Fuckparade
Pirates ♡ Memes!
Meme culture is great! Pirates love memes. Memes help people share ideas and jokes. But some greedy corporate content creators attack those who create memes. They sue individuals who create memes with no profit intention whatsoever. We must fight back against this!
One clear case happened in Germany: welt.de/vermischtes/article256…
Fans made memes of the children´s book character Conni. The publisher sent cease and desist letters. They threatened an Instagram account. And, they succeeded. They closed the account. They limited free expression. They destroyed their own creation. While the memes would have allowed Conni to survive. Conni will die. Save Conni!
While Germany has an especially strict amount of copyright infringement, this issue is a global one and these problems are not isolated to just memes.
These cases happen in the art world. Disney has sent legal notices for fan art:
valueaddedresource.net/disney-…
vulture.com/article/disney-uni…
These cases happen in the game industry. Nintendo shuts down games derived from their content:
gamesradar.com/former-pokemon-…
They happen in the music industry. Musicians sue other musicians for remixing their tracks.
musicbusinessworldwide.com/dua…
They happen in the social media sphere. Fans of global events in South Korea were warned over martial law memes: forbes.com/sites/callumbooth/2…
Memes are great! Game revisions are great! Remixes are great! Social media protests are great! This is how society develops and creates new forms of expression. Knowledge is derivative. We learn from history and create new versions that are slightly different but better.
Let´s demand protection of memes! No material should be frozen by copyright!
#BRICS: serve un salto di specie
BRICS: serve un salto di specie
Durante il diciassettesimo incontro annuale dei BRICS, recentemente celebratosi a Rio de Janeiro, i leader del blocco hanno proposto di avanzare nella creazione di un nuovo sistema di transazioni finanziarie nell’ambito dell’Iniziativa dei Pagamenti …www.altrenotizie.org
Smart Coffee Table to Guide Your Commute
One of the simple pleasures of life is enjoying a drive to work… only to get stuck in traffic that you could’ve known about if you just checked before your daily commute. Who are we kidding? There’s almost nothing worse. [Michael Rechtin] saw this as a great opportunity to spruce up his living room with something practical, a coffee table that serves as a traffic map of Cincinnati.
The table itself is fairly standard with mitered joints at the corners and coated in polyurethane. Bolt on a few legs, and you’ve got a coffee table. But the fun comes with the fancy design on top. A CNC-cut map of Cincinnati is laid out under a sheet of glass. Roads and rivers are painted for a nice touch.
Of course, none of the woodcraft is what gets the attention. This is where the LED light show comes in. On top of the map resides an animated display of either road conditions or the other five pre-programmed animations. The animations include color-coded highways or the good ole’ gamer RGB. To control all of the topographic goodness, a Raspberry Pi is included with some power regulation underneath the table. Every minute, the Pi is able to grab live traffic data from the cloud to display on top.
A looker, this project shows how our hacking fun can be integrated directly into our everyday life in more subtle ways. When we want to decorate ourselves, however, we might want to turn to more personal fare. Check out this miniature liquid simulation pendant for some more everyday design.
youtube.com/embed/R7dIhdicyc4?…
Hackaday Links: July 13, 2025
There’s interesting news out of Wyoming, where a coal mine was opened this week. But the fact that it’s the first new coal mine in 50 years isn’t the big news — it’s the mine’s abundance of rare earth elements that’s grabbing the headlines. As we’ve pointed out before, rare earth elements aren’t actually all that rare, they’re just widely distributed through the Earth’s crust, making them difficult to recover. But there are places where the concentration of rare earth metals like neodymium, dysprosium, scandium, and terbium is slightly higher than normal, making recovery a little less of a challenge. The Brook Mine outside of Sheridan, Wyoming is one such place, at least according to a Preliminary Economic Assessment performed by Ramaco Resources, the mining company that’s developing the deposit.
The PEA states that up to 1,200 tons of rare earth oxides will be produced a year, mainly from the “carbonaceous claystones and shales located above and below the coal seams.” That sounds like good news to us for a couple of reasons. First, clays and shales are relatively soft rocks, making it less energy- and time-intensive to recover massive amounts of raw material than it would be for harder rock types. But the fact that the rare earth elements aren’t locked inside the coal is what’s really exciting. If the REEs were in the coal itself, that would present something similar to the “gasoline problem” we’ve discussed before. Crude oil is a mixture of different hydrocarbons, so if you need one fraction, like diesel, but not another, like gasoline, perhaps because you’ve switched to electric vehicles, tough luck — the refining process still produces as much gasoline as the crude contains. In this case, it seems like the coal trapped between the REE-bearing layers is the primary economic driver for the mine, but if in the future the coal isn’t needed, the REEs could perhaps be harvested and the coal simply left behind to be buried in the ground whence it came.
Anyone old enough to remember the heyday of Heathkit probably can recall the glory that was their annual catalog. Second in importance in the geek calendar year only to the release of the Radio Shack catalog, the Heathkit catalog was highly anticipated for the incredibly diverse line of kits they offered. You could build anything from a simple transistor radio to a full-size color console TV, and everything in between. One thing you couldn’t buy from the catalog, though, was a satellite, but thanks to the rebooted Heathkit brand, you sorta-kinda can now. The solar-powered AMSAT CubeSat simulator, which appears to be approximately within the 1U spec, apart from the antennas sprouting from it, is being marketed to the STEM educational market. That’s somewhat belied by the hefty $995 price tag of the kit — for that much, you’d think it would be flyable — but the package does include a lot of extra books about CubeSat engineering, as well as some space memorabilia, including space-flown artifacts. So there’s that, at least.
Speaking of historic artifacts, remember 45 rpm record adapters? If you do, you’ll no doubt recall the frustrating search for one of these little plastic spiders that you’d snap into the big hole in the middle of a 45 record so you could play it on your LP turntable. You might also remember not being able to find one and playing a 45 without the adapter, thereby discovering what the “wow” in “wow and flutter” sounded like. Well, thanks to the wonders of the Internet, you never have to worry about not having a 45 adapter on hand, thanks to 45rpmRecordAdapters.com. The site offers all kinds of adapters in all sorts of materials, from the familiar plastic spider-style adapters that stay inside the record hole to the cylindrical or cone-shaped adapters that stay on the turntable. They’re available in different kinds of plastic as well as aluminum, and while the plastic ones don’t appear to be 3D-printed, we can see how you could easily whip up a model for one of these and quickly print it up.
Good news, everyone — it’s factory tour time again! This time, we’re taking a look inside Summit Interconnect, a quick-turn PCB manufacturer in California that specializes in low-volume but quick turnaround prototype work. This is mainly a slide show of the equipment and processes used to turn out quality PCBs fast, although there are a few short videos of the equipment at work. It’s a surprisingly hands-on process, with people doing a lot of the transportation of stack-ups between machines. We suppose that makes sense for this scale of work; it would probably be a lot more expensive to build automation that can deal with the variability in stack-ups than it is to pay a human to do it.
And finally, if you’ve ever wondered what life as a linesman would be like, you need to check out this POV video of a simple pole repair job. Aaron, from the “Bobsdecline” channel on YouTube, is a journeyman linesman in Canada who’s truly passionate about what he does and loves to share it with his audience. For this video, he donned the helmet-mounted GoPro and showed us the replacement of some broken equipment on a service pole, discovered after an unlucky squirrel knocked the power out to a customer. There’s some fantastic footage of the tools and equipment he uses while replacing the cutout, lightning arrestor, and dead-end insulators, but what gets us is how smooth Aaron’s every move is. He’s obviously done this hundreds of times, resulting in a certain amount of muscle memory, but when dealing with a 7,200-volt primary line, every motion has to be carefully considered. He still manages to make it all look silky smooth even while wearing bulky hot gloves. Face it — most of us would have probably dropped a tool at least once. Enjoy!
youtube.com/embed/TSCmWS__ex4?…
rag. Gustavino Bevilacqua reshared this.
Member Meeting Tonight, 8pm
Our next member meeting is today, 7/13 at 8pm. The agenda page is up. We will discuss a draft 2026 campaign plan.
Contact us if you want to add anything or bring it up at the meeting.
It will be a video meeting at our community bridge page.
Previous meeting:
- agenda: masspirates.org/wiki/June_22nd…
- recording: youtu.be/DlIKd-PyIcI
I giovani alpini del "Solarolo III" in pellegrinaggio sull'Ortigara
Un itinerario tra addestramento e memoriaTGR Valle d'Aosta (RaiNews)
TGR Valle d'Aosta del 13/07/2025 ore 19:30
TGR Valle d'Aosta. Le ultime notizie della regione Valle d'Aosta aggiornate in tempo reale. - Edizione del 13/07/2025 - 19:30
Meteo Valle d'Aosta del 13/07/2025 ore 19:30
Meteo Valle d'Aosta. Le ultime notizie della regione Valle d'Aosta aggiornate in tempo reale. - Edizione del 13/07/2025 - 19:30
2025 One Hertz Challenge: Ham Radio Foxhunt Transmitter
[Jim Matthews] submitted their Ham Radio foxhunt transmitter project for the 2025 One Hertz Challenge.
This is a clever Spartan build. In order to create a radio beacon for use in a “fox hunt” [Jim] combined a SR-T300 walkie talkie module with a phototransistor and oscillating LED circuit. The phototransistor and oscillating LED are secured face-to-face inside heat shrink tubing which isolates them from ambient light. When the LED flashes on the phototransistor powers the radio which transmits a tone in the UHF band.
A fox hunt is a game played by radio enthusiasts in which players use radio signals to triangulate and find a hidden beacon. [Jim]’s circuit is the beacon, and when it’s powered by a three volt CR2032 battery, it transmits a strong signal over several hundred yards at 433.5 MHz, within the amateur radio UHF band.
If you’re interested in radio beacons you might like to read about the WSPR beacon.
La Tabaccaia e l'età dei clienti: le tecnologie fighissime non sono affatto una buona idea.
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/tabaccai…
Ma quanto è bella la tecnologia che funziona? Vai al centro commerciale, frughi tra gli scaffali e, come d'incanto, trovi esattamente quello che ti serve, non sapevi nemmeno che esistesse ma sembra fatto apposta per
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Hurdy-posting Continues with the Balfolk Boombox, a Synth Gurdy
The Hurdy-Gurdy continues to worm its way into pole position as the hacker’s instrument. How else could you explain a medieval wheel fiddle being turned into a synthesizer? Move over, keytar — [Rory Scammell]’sBalfolk Boombox is the real deal.
It began life as MIDI-outputting SAMgurdy by [Sam Palmer], which we sadly missed covering (though we didfeature a MIDI-gurdy a few years back) but this boombox does far more than just MIDI samples. In a sentence no one ever thought would be penned, this instrument puts a Eurorack on a Hurdy-Gurdy for the ultimate synthwave bardcore mashup. There’s an analog synth, there’s a drum machine, there’s modularity to do whatever [Rory] should desire. There are also sixteen sampled instruments available at the push of a button, including multiple analog Hurdy-Gurdies.
It is, as [Rory] says, “a gig in a box”. There’s no point trying to describe it all in words: it really must be heard to be believed, so check out the demo video embedded below, and if you’re hankering for more info, he produced a fifteen minute in-depth video and if you can’t get enough of the sound, here’s a demo with all16 sampled instruments. We’re pretty sure one of them is the Sega soundfont, and the 8-bit samples are absolutely GameBoy.
How, exactly, we fell in love with the hurdy-gurdy has fallen into mystery, but we’ve been filling up thehurdy-gurdy tag lately, on your suggestions. This one is thanks to a tip from [Physics Dude] in a comment– thanks for that, by the way– andthe tips line remains open if the internet has not finally been scoured of all content both hurdy and gurdy.
youtube.com/embed/1Uow0ZlYBzA?…
TGR Valle d'Aosta del 13/07/2025 ore 14:00
TGR Valle d'Aosta. Le ultime notizie della regione Valle d'Aosta aggiornate in tempo reale. - Edizione del 13/07/2025 - 14:00
Meteo Valle d'Aosta del 13/07/2025 ore 14:00
Meteo Valle d'Aosta. Le ultime notizie della regione Valle d'Aosta aggiornate in tempo reale. - Edizione del 13/07/2025 - 14:00
Luigi Rosa
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