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Arriva Charon Ransomware. Supera EDR, è Stealh e strizza l’occhio ai migliori APT


Trend Micro ha rilevato un attacco mirato ai settori governativo e aeronautico in Medio Oriente, utilizzando un nuovo ransomware chiamato Charon. Gli aggressori hanno utilizzato una complessa catena di infezione con funzionalità di sideload di DLL, iniezione di processi e bypass EDR, tipiche delle operazioni APT avanzate che dei normali ransomware.

Il vettore di attacco inizia con l’avvio di un file Edge.exe legittimo (in precedenza cookie_exporter.exe), che viene utilizzato per caricare una libreria msedge.dll dannosa, denominata SWORDLDR. Quest’ultima decifra lo shellcode crittografato dal file DumpStack.log e inietta il payload, ovvero Charon stesso, nel processo svchost.exe, mascherando l’attività come un servizio di sistema Windows.

Dopo aver decifrato tutti i livelli di mascheramento, gli esperti hanno confermato che l’eseguibile finale crittografa i dati e lascia un segno distintivo di infezione – “hCharon è entrato nel mondo reale!” – alla fine di ogni file crittografato. Tutti i file crittografati ricevono l’estensione .Charon e nelle directory compare una richiesta di riscatto – How To Restore Your Files.txt – che menziona una vittima specifica, confermando la natura mirata dell’attacco.

Charon supporta una varietà di opzioni da riga di comando, dalla specifica dei percorsi di crittografia alla definizione delle priorità delle risorse di rete. All’avvio, crea un mutex chiamato OopsCharonHere, termina i processi di protezione, disabilita i servizi di sicurezza, elimina le copie shadow e svuota il Cestino. Quindi procede alla crittografia in un thread multi-thread, evitando i file di sistema (.exe, .dll), così come i propri componenti e la richiesta di riscatto.

Per la crittografia viene utilizzato uno schema ibrido: Curve25519 per lo scambio di chiavi e ChaCha20 per la crittografia dei dati. Ogni file viene fornito con un footer di 72 byte contenente la chiave pubblica e i metadati della vittima, che consente la decrittografia dei dati se la chiave privata è disponibile.

Inoltre, Charon ha capacità di movimento laterale: esegue la scansione della rete utilizzando NetShareEnum e WNetEnumResource, crittografa le condivisioni accessibili e funziona anche con percorsi UNC, bypassando solo ADMIN$ per ridurre le possibilità di essere rilevato.

Il binario contiene anche, sebbene inattivo, un componente basato sul driver del progetto open source Dark-Kill, progettato per disabilitare le soluzioni EDR . Dovrebbe essere installato come servizio WWC, ma non è utilizzato nella versione attuale: probabilmente la funzione non è ancora abilitata ed è in fase di preparazione per future iterazioni.

Sebbene l’uso di strumenti simili a quelli del gruppo cinese Earth Baxia sia sospetto, non ci sono prove conclusive del loro coinvolgimento: forse stanno prendendo in prestito tattiche o sviluppando in modo indipendente gli stessi concetti.

L’emergere di Charon è un’ulteriore prova del fatto che il ransomware sta adottando attivamente sofisticati metodi APT. La combinazione di tecniche di evasione avanzate con danni aziendali diretti sotto forma di perdita di dati e tempi di inattività aumenta i rischi e richiede alle organizzazioni di rivedere la propria strategia di difesa.

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Durante la cena pasquale, Gesù rivela che uno dei Dodici sta per tradirlo, eppure “il modo” in cui “parla di ciò che sta per accadere è sorprendente. Non alza la voce, non punta il dito, non pronuncia il nome di Giuda”.


Individuo, società e svolte autoritarie.


Esistono condizioni psicologiche, familiari, sociali e tecnologiche favorevoli all’instaurarsi di una forma politica autoritaria e totalitaria? Esiste un potenziale fascista in ognuno di noi oppure il “fascismo potenziale” si dà solo in presenza di una determinata struttura di personalità, quella autoritaria studiata dalla scuola di Francoforte nella prima metà del secolo scorso? Un tipo di personalità, quest’ultima, caratterizzata da un insieme di atteggiamenti, credenze e comportamenti che riflettono una forte inclinazione verso l’autorità, la disciplina e il conformismo, insieme a una tendenza a disprezzare o discriminare chi viene percepito come diverso o inferiore. Continua a leggere→


Individuo, società e svolte autoritarie.


Astratto, fiamme rosse arancioni su sfondo azzurro
img generata da AI – dominio pubblico

Pubblicato in origine su Altraparola il 6 Giugno 2025.

di A. Marin

Esistono condizioni psicologiche, familiari, sociali e tecnologiche favorevoli all’instaurarsi di una forma politica autoritaria e di quella più estrema totalitaria? Esiste un potenziale fascista in ognuno di noi oppure il “fascismo potenziale” si dà solo in presenza di una determinata struttura di personalità, quella autoritaria studiata dalla scuola di Francoforte nella prima metà del secolo scorso? Un tipo di personalità, quest’ultima, caratterizzata da un insieme di atteggiamenti, credenze e comportamenti che riflettono una forte inclinazione verso l’autorità, la disciplina e il conformismo, insieme a una tendenza a disprezzare o discriminare chi viene percepito come diverso o inferiore. E in società ipermoderne, globalizzate e digitalizzate come le nostre, non più disciplinari ma del controllo ubiquitario algoritmico, società che oggi potremmo definire con Bernard Stiegler automatiche è ancora rinvenibile quel modello di personalità?

Se sì, con quali invarianti e differenze all’interno di habitat sociali modellati dalla tendenziale concentrazione degli esseri umani in centri urbani in sempre più veloce espansione, la diffusione planetaria di artefatti digitali e l’innervazione globale della superficie terrestre e dello spazio di infrastrutture tecnologiche? Più in generale come si sta oggi riconfigurando il soggetto individuale, ridotto a terminale di comunicazione, nodo funzionalmente integrato di una struttura reticolare che lo ridefinisce continuamente attraverso flussi di sollecitazioni infoneurali ai quali reagisce secondo modalità pavloviane? E quello collettivo, sempre più sostituito da aggregazioni volatili e temporanee come quelle di uno sciame? Qual è la temperie psicosociale che in una fase di crisi sistemica del capitalismo, favorisce un ulteriore allentamento delle regole democratiche nella direzione di torsioni autoritarie diffuse, che hanno lo scopo di creare un ambiente adeguato all’ennesima ripartenza del capitalismo stesso?

Negli anni Venti e Trenta del ‘900 alcuni studiosi neomarxisti tedeschi si erano interrogati sulle ragioni per cui la società borghese tedesca era sopravvissuta alla crisi rivoluzionaria del 1914-19 e su quelle del fallimento di quest’ultima. Dopo la salita al potere di Hitler nel 1933 a questa domanda se ne era associata un’altra: perché i lavoratori tedeschi non si erano opposti duramente al fascismo quando invece nelle urne lo avevano bocciato, essendo consapevoli che non avrebbe fatto i loro interessi materiali? Una spiegazione in termini di sola “egemonia culturale” non risultava sufficiente a dar conto di come la coercizione potesse venire interiorizzata dalla psiche dei singoli e l’introiezione dell’autorità rendere accettabile all’uomo comune «l’idea del necessario dominio di alcuni sui più influenzando non soltanto la mente, le idee, i concetti e i giudizi fondamentali, ma anche la vita interiore, le preferenze e i desideri» (Horkheimer 1974 in Lasch p. 87). Questa corrente di pensiero riteneva che ogni società riproduca i modelli caratteriali più adatti al suo funzionamento non solo attraverso direttive e norme esplicite, ma anche con il condizionamento psichico dei singoli nella sfera del desiderio e del pensiero inconscio. Tra gli agenti di questa riproduzione, oltre la scuola e le altre agenzie formative, c’era la famiglia quale nucleo dentro cui i fantasmi inconsci dei genitori si trasmettevano ai figli. La famiglia reprimendo o indirizzando verso mete socialmente accettabili le pulsioni del bambino, segnatamente quelle sessuali, ne modellava allo stesso tempo l’Io e il Super-Io.

Secondo Erich Fromm nella società patriarcale degli anni Venti e Trenta del ‘900 la famiglia fungeva da crogiolo di un tipo di individuo, quello “patricentrico” o “autoritario”, caratterizzato da un «Super-Io rigido, sentimenti di colpa, amore docile per l’autorità paterna, desiderio e piacere nel dominare persone più deboli, accettazione della sofferenza come punizione per la propria colpa e una capacità compromessa di raggiungere la felicità» (Fromm 1979, p. 112). Se la famiglia patriarcale fosse stata la culla del “carattere autoritario”, i risultati di uno studio sul campo condotto presso la classe operaia tedesca avrebbero dimostrato che solo circa il 10% possedeva un profilo caratteriale di tipo autoritario, il 15% democratico o rivoluzionario e il restante una combinazione dei due. Secondo Fromm la storia politica successiva avrebbe confermato l’ipotesi che gli individui con il primo profilo sarebbero diventati ferventi nazisti, quelli con il secondo antinazisti e quelli con il terzo non avrebbero assunto alcuna posizione precisa. Se da questo studio emergeva che la maggioranza degli operai tedeschi più che una struttura caratteriale autoritaria, sembravano averne una mista, caratterizzata da un atteggiamento indifferente, Christopher Lasch si chiede come mai ci sia stata un’adesione generale così facile al fascismo. A Lasch si potrebbe rispondere che oltre certi limiti silenzio e indifferenza risultano essere i sintomi più classici della «banalità del male» ed equivalgono a complicità nei crimini.

A sua volta la ricerca di Adorno e colleghi, La personalità autoritaria (1950), condotta negli anni Quaranta negli USA, sulla scorta delle precedenti elaborazioni teoriche di Reich e Fromm, era uno studio empirico che intendeva indagare quali fattori psicologici e sociali fossero all’origine dell’anti-semitismo e più in generale dell’autoritarismo, segnatamente quello fascista. I risultati dell’indagine quantitativa e qualitativa su di un campione di circa 2000 americani di estrazione sociale e professionale diverse, si condensarono in alcuni tratti di quella che era stata concettualizzata come personalità autoritaria. Adorno e il suo team identificarono alcune caratteristiche della famiglia che tendevano a promuovere la formazione di personalità autoritarie nei figli: tra queste una struttura gerarchica rigida e repressiva nella quale obbedienza e sottomissione erano valori primari; l’educazione spesso impartita attraverso punizioni anche severe che tendeva a inculcare nei figli un senso di paura e sottomissione verso l’autorità, ma allo stesso tempo generava un risentimento represso; la distanza e l’anaffettività dei genitori che poteva portare i figli a interiorizzare sentimenti di insicurezza e a sviluppare un’identificazione e una dipendenza dall’autorità come fonte di protezione e guida. Gli effetti sulla personalità dei figli erano di un rispetto totale nei confronti delle autorità tradizionali e una passivizzazione e un conformismo nell’adesione a norme e regole emanate da queste. Una tendenza a voler dominare e punire chi si dimostrava meno forte, quale frutto di un risentimento nei confronti dei genitori, che non potendo essere espresso direttamente, veniva proiettato su gruppi esterni, e una insofferenza profonda nei confronti di chi non rispettava le regole. A questi si aggiungeva un’incapacità di sostenere l’ambivalenza emotiva e comportamentale umana e le stesse sfumature della vita, per far fronte alle quali si assumeva una rigida visione dicotomica della realtà in termini valoriali di bene/male, coraggio/viltà, forza/debolezza ecc. Inoltre, un pensiero stereotipato, intollerante e aggressivo declinato in una logica amico/nemico tendeva a discriminare ogni differenza e minoranza culturale, religiosa ed etnica e in generale chiunque non si conformasse ai valori dominanti.

Se i risultati di questi studi intendevano dimostrare come strutture familiari autoritarie generassero personalità autoritarie, si dava però il fatto che le società nelle quali erano stati condotti stessero in realtà allontanandosi da sistemi familiari autoritari. Per questo la risposta alla domanda sulle ragioni di una così facile ascesa del fascismo in Europa sembrava avere a che fare più con la decadenza dell’autorità patriarcale che con la sua forza: «la graduale erosione dell’autoritarismo e della famiglia autoritaria, proseguita per tutta la fase liberale della società borghese, ha avuto un risultato inatteso: la rinascita del dispotismo politico in una forma fondata non sulla famiglia ma sulla sua dissoluzione. Anziché liberare l’individuo dalla coercizione esterna, la decadenza della vita familiare lo assoggetta a nuove forme di dominio minandone contemporaneamente la capacità di opporvisi» (Lasch 1995, pp. 89, 91). La struttura caratteriale autoritaria si rivela essere il risultato di rapporti familiari segnati da una mancanza di legami affettivi e da una sottomissione filiale legata perlopiù a paura e interesse piuttosto che ad amore. Una struttura segnata quindi non tanto da una famiglia solida e forte quanto da una famiglia assente. Jacques Lacan nel 1938 confermava che i dittatori rappresentavano una reazione al crollo del sistema familiare tradizionale. Attraverso la loro autorità rigida e inflessibile, essi ristabilivano temporaneamente un senso di ordine e sicurezza sia per la borghesia sia per le masse, spaventate dalla perdita di stabilità. Queste ultime proiettavano nel despota il bisogno di una figura paterna che sembrava ormai svanita e della quale reclamavano il ritorno.

La temperie psichica, sociale e culturale europea tra fine ‘800 e inizi ‘900 risultava segnata da un «progressivo allentamento dei vincoli tradizionali, familiari e sociali […] in cui l’io appare labile e la civiltà esposta al rischio della decomposizione e tanto più imperioso diventa il bisogno di ancorarsi a saldi punti di riferimento, esterni alla coscienza di individui ormai infinitamente rassegnati a restare nel disorientamento e nell’impotenza». Quando la debolezza dell’Io diventa di massa e la sua disgregazione non è più riassorbile intimamente attraverso l’avvicendamento con un nuovo “Io egemone”1, quest’ultimo «viene gerarchicamente subordinato a un suo omologo esterno: il capo politico, che, giunto al potere, sostituisce l’“Io egemone” di individui ormai stremati – e, proprio per questo, dotati di fortissima “volontà di credere” – con un io egemone esterno» (Bodei 2002, p. 221). Nella massa che viene così a crearsi si ha una omogeneizzazione delle coscienze lungo una direttrice verticale di autorità che obliterandone la ragione, le trasforma in quella che Gustave Le Bon, verso la fine del XIX secolo, aveva chiamato «coalizione di sentimenti». Lo stato dell’individuo nella massa veniva così da lui sintetizzato: «annullamento della personalità cosciente, predominio della personalità incosciente, orientamento per via della suggestione e di contagio dei sentimenti e delle idee in un medesimo senso, tendenza a trasformare immediatamente in atti le idee suggerite: tali sono i principali caratteri dell’individuo in una massa. Egli non é più sé stesso, ma un automa diventato impotente a guidare la propria volontà» (Le Bon 2020, p. 13).

A partire da fine ‘800 e sempre più nei primi decenni del Novecento, il processo politico tenderà a identificarsi con la figura di un capo, nella direzione di progetti politici che coinvolgeranno le masse, allo scopo di scongiurare il collasso di una civiltà. Se le folle in Le Bon erano in qualche modo ancora fluttuanti, l’esperienza bellica della Grande Guerra, segnata da organizzazione e disciplina, sarà lo spartiacque che inaugurerà la vera e propria età delle masse. L’individuo come soldato viene accolto nell’esercito, «un immenso collettivo, una numerosa famiglia autoritaria e anonima, che tempra la sua individualità attraverso ordini e divieti proprio mentre ne dissolve l’autonomia». Secondo Bodei la desertificazione psichica e l’aggravamento della crisi economica e sociale post-belliche, produrranno in molti una forma mentis che sarà terreno fertile per l’ascesa dei totalitarismi: «le virtù della vita militare vengono così velocemente trapiantate nella vita civile: disciplina, abnegazione, esecuzione pronta e automatica degli ordini, disponibilità al sacrificio di sé» (Bodei 2002, pp. 222-224). L’intera società sembra assumere la configurazione di un esercito all’interno del quale la debolezza dell’Ego viene sostenuta dal Noi della massa organizzata. In quest’ultima il singolo non vale tanto per le sue qualità individuali, quanto per quelle virtù gregarie che si declinano in onore, fedeltà e spirito di sacrificio. La produzione antropologica di questo tipo umano serializzato non sarà però un’esclusiva dei regimi totalitari in quanto caratterizzerà, con modalità meno coercitive e violente, anche la fabbrica taylorista-fordista dei paesi liberali e democratici, nel suo disciplinamento spazio-temporale della forza lavoro.

Le società della prima metà del ‘900 sono ancora società disciplinari, nel senso attribuito da Michel Foucault a questo modello di organizzazione sociale. Società caratterizzate da meccanismi di controllo e normalizzazione che plasmano i corpi e i comportamenti degli individui. Istituzioni come scuole, prigioni, fabbriche e ospedali impongono regole rigide e una sorveglianza costante, ispirata al modello del Panopticon, portando gli individui ad auto-disciplinarsi. Il potere disciplinare non si limita a reprimere, ma produce soggettività, definendo ciò che è normale o deviante. Le fonti dell’autorità rimanevano in parte quelle tradizionali della famiglia, sebbene quest’ultima fosse in via di disfacimento, delle istituzioni considerate in generale legittime e di una religione sempre più secolarizzata. Le modalità organizzative si declinavano in termini di ordine, disciplina e gerarchia, mentre le vaste aggregazioni sociali delle metropoli in crescita, continuavano ad avere la consistenza della massa, la quale tendeva ad assumere sempre più il profilo di una folla solitaria2.

La stessa comparsa dei media audiovisivi analogici nel XX secolo, a partire dagli anni ‘20, aveva reso disponibili strumenti decisivi per la ripetizione incessante del pensiero rigido e stereotipato della propaganda fascista e nazista, la quale adunava folle oceaniche nelle piazze delle rispettive capitali. La loro diffusione creava nuove “masse artificiali”, coagulatesi a partire dal dettato ipnotico radiofonico dei regimi.

Queste masse diventeranno in seguito la configurazione sociale ordinaria e permanente delle democrazie industriali le quali, attraverso le industrie di programmi audiovisuali, diventeranno ben presto delle vere e proprie telecrazie (Stiegler 2019, p. 92). Le società disciplinari andranno irreversibilmente scomparendo nella seconda metà del XX secolo a mano a mano che le norme disciplinari perderanno efficacia e verranno sostituite da un soft power, il cui cavallo di troia sarà proprio il mezzo audiovisivo.

Questa transizione dalle società disciplinari a quelle del controllo3 porterà con sé forme più sottili di esercizio del potere e una sorveglianza più fluida e tecnologica.

Se la progressiva erosione delle strutture tradizionali dell’autorità era avvenuta a seguito di mutamenti nella sfera economica, politica e sociale, la diffusione di radio, cinema e poi della televisione, diventati strumenti in mano all’industria culturale, trasformeranno progressivamente le condizioni stesse della riproduzione psichica individuale e collettiva. Sincronizzando i tempi di coscienza individuale, la captazione dell’attenzione degli spettatori dei media audio-visuali di massa, condurrà a una standardizzazione diffusa della sensibilità. L’industria culturale e il marketing commerciale tenderanno a «deviare verso la televisione il processo d’identificazione primaria4 attraverso il quale i bambini ereditano dai loro genitori le capacità di diventare ciò che sono, ossia di regolare le loro identificazioni secondarie tramite cui sono in grado di trasformarsi adottando nuovi modi di vita […] Questo condurrà verso la «DESUBLIMAZIONE, che tenderà a liquidare la psiche stessa» (Stiegler, 2012, p. 99).

I media di massa, in particolare la televisione, favoriranno la creazione di una relazione diretta tra leader e pubblico, bypassando le strutture tradizionali di intermediazione sociale. I leader carismatici, in grado di “parlare” direttamente agli elettori, indeboliranno ulteriormente le istituzioni tradizionali, spostando l’attenzione dalla legittimità istituzionale alla loro immagine personale, nella direzione di una personalizzazione del potere.

Nel perimetro della famiglia, se il declino dell’autorità genitoriale portava con sé quello della sua funzione di modello ideale e normativo del bambino, allo stesso tempo però «le nuove condizioni della vita famigliare non inducono tanto un declino del Super-io quanto piuttosto una modificazione del suo contenuto. L’inadeguatezza dei genitori a fungere da modelli di autocontrollo […] non si traduce automaticamente in un’assenza di Super-io nel bambino che diventa adulto. Favorisce, al contrario, lo sviluppo di un Super-io rigido e punitivo basato in larga misura su raffigurazioni arcaiche dei genitori, amalgamate con grandiose rappresentazioni di sé. In queste condizioni, il Super-io consiste in immagini introiettate dei genitori piuttosto che in modelli di identificazione. Esso indica all’Io standard elevati di fama e successo e lo punisce con selvaggia ferocia quando si rivela inferiore agli standard proposti» (Lasch 1995, p. 200). L’Ego si coagula attorno alla propria immagine, cercando di corrispondere a un Io Ideale che in quanto irraggiungibile, genera quella frustrazione che alimenta un’aggressività rivolta in maniera oscillante dentro e fuori di sé. Depressione ed euforia si alternano, andando a configurare un profilo psicologico dai forti tratti narcisistici.

Nelle società contemporanee alla definitiva estinzione della famiglia patriarcale è seguito il disfacimento dello stesso principio paterno quello che, con l’imprinting della Legge di interdizione del desiderio incestuoso dell’Edipo, costituiva il modello di ogni autorità interna ed esterna, fungendo allo stesso tempo da Ideale di identificazione dell’Ego. Privo di un principio ordinatore interno e di stabili riferimenti ideali, il soggetto post-edipico non crede più a nulla e la sua adesione a norme e regole rimane solo un atto distaccato e passivo. Senza alcuna bussola che aiuti la navigazione nella vita molti brancolano nel web delegando il loro saper-vivere all’influencer di turno e altrettanti il loro saper-decidere a nuove figure di leader populisti che promettono di farlo al loro posto e per il loro bene.

Il progressivo impoverimento di ampie fasce della popolazione, la crisi generale delle agenzie di socializzazione, il disorientamento psichico e valoriale, una sfiducia diffusa nelle istituzioni unita a una disaffezione politica crescente, la monocultura del denaro, la sussunzione crescente della vita offline in quella online, il crollo di ogni idealità e la paura e l’insicurezza diffuse, derivanti da crisi economiche, pandemia, migrazioni e cambiamenti climatici e accresciute da una specifica forma imprenditoriale, stanno mutando le democrazie occidentali, da tempo ridotte a simulacri post-democratici, in forme autoritarie di governo guidate da leader che tendono ad assumere su di sé ogni processo decisionale. In mancanza di punti di riferimento attorno ai quali costruire il senso della propria vita, la libertà arriva a generare nell’individuo angoscia o a venir fraintesa con il lasciar libero sfogo alle proprie pulsioni. La tendenziale estinzione della cultura e della famiglia patriarcale, seguite dallo sgretolamento dello stesso principio paterno, portano con sé una serie di rigurgiti a livello individuale di cui la crescita del numero di femminicidi costituisce l’espressione più eclatante.

In questo quadro psicosociale emergono diffusi tratti di personalità che potrebbero andare a configurare, mutatis mutandis, una nuova versione di personalità autoritaria. Tratti di una personalità che tende a sostenere leader populisti e movimenti illiberali, come sta accadendo oggi al di qua e al di là dell’Atlantico, e che risulta tollerante verso il controllo autoritario e la repressione delle minoranze. Caratteristiche caratteriali favorite dalla crescente erosione dei residuali valori democratici e dal declino della fiducia nelle istituzioni, i quali si associano a una percezione di corruzione e inefficienza, il tutto alimentando il ricorso a soluzioni semplicistiche ammannite da un leaderismo autoritario.

Se nella versione classica di questa personalità tratti caratteriali quali il conformismo e il gregarismo venivano polarizzati da un capo, altrettanto avviene con la diffusione dei social media, i quali alimentano comportamenti mimetici virali, che tendono a coagularsi attorno a figure di leaderismo digitale. Gli individui psichici vengono attratti dentro quell’«effetto di rete, che diviene con il social networking un effetto automaticamente gregario, cioè altamente mimetico. Si costituisce così una nuova forma di massa convenzionale» (Stiegler 2019, p. 91). Le connessioni all’interno di quest’ultima sono però talmente volatili da farla assomigliare più a uno sciame che a una massa: «la nuova folla si chiama sciame digitale e ha caratteristiche che la differenziano radicalmente dal classico schieramento dei molti, vale a dire dalla folla». La folla, ovvero la massa, non è infatti un semplice aggregato, una somma di individui isolati, ma una neoformazione omogenea che va a modificare la coscienza dei singoli, i quali trovano nel capo politico cui si sottomettono, lo specchio in grado di rimandare loro i riflessi del loro Io ideale e colui che sembra corrispondere ai loro sogni. L’aggregazione casuale di uno sciame, viceversa, non possiede quello spirito unico che anima la folla con la voce di un solo Noi. Lo sciame digitale «non si esprime come una sola voce», ma come una cacofonia di voci giustapposte, quali quelle di una shitstorm (Han 2015, pp. 22, 23). In questa società che Stiegler chiama “società automatica”, le espressioni comportamentali tendono a diventare sempre più compulsive, mimetiche, gregarie e automatizzate, nella direzione di una società falsamente individualista, perché in realtà società-gregge, società-formicaio (Stiegler 2019). Ed è proprio la volatilità dello sciame digitale, a non rendere possibile il cristallizzarsi di alcuna forma di aggregazione politica ma solo spostamenti ondivaghi polarizzati da significanti guida intercambiabili, veicolati da circuiti informazionali che viaggiano alla velocità della luce.

Secondo Stiegler oggi ci troviamo di fronte a una «totalizzazione permanente e planetaria costitutiva essa stessa di un totalitarismo soft, che sfrutta industrialmente e matematicamente le pulsioni e gli arcaismi mimetici che li sottendono, in una tecnosfera diventata esosferica e costituente una macchina dal calcolo in real time di scala cosmica, e che Peter Thiel teorizza annunciando la liquidazione algoritmica del politico stesso» (Stiegler 2019, pp. 159-160).

La fuoriuscita dal politico teorizzata dal cofondatore di PayPal annuncia quella società tecno-oligarchica che il duo Trump e Musk, assieme a gran parte del gotha digitale, sembrano intenzionati a portare a compimento. Una società nella quale il monopolio privato di big data e infrastrutture informazionali in grado di drenarli, trasformarli e inocularli nella rete, modellando i profili digitali nei quali sempre più ciascuno si rispecchia, prefigura una sua rifeudalizzazione ad opera di un tecno-totalitarismo plutocratico.

Attualmente la circolazione infosferica accelerata di flussi ininterrotti di informazioni, delle quali risulta spesso difficile stabilirne la veridicità, la trasformazione della stessa configurazione psichico cognitiva dell’individuo ad opera di un’eccitazione infoneurale continua e la manipolazione degli orientamenti di voto attraverso una profilazione digitale personalizzata, conducono verso forme di populismo digitale che condizionano i comportamenti degli individui nella società reale.

L’automatizzazione della facoltà analitica dell’intelletto umano, a mezzo del lavoro accelerato degli algoritmi, spinge a un’accelerazione la stessa ragione la quale, presa in velocità, come facoltà sintetica ed ermeneutica, strumento di riflessione critica, ne risulta cortocircuitata.

L’eccitazione attenzionale ininterrotta operata da flussi velocissimi di stimoli altamente volatili, non lascia tempo alle tracce ritenzionali digitali di depositarsi in modo permanente nella memoria degli individui, compromettendone la sedimentazione. La velocità degli automatismi e la variabilità degli stimoli che attenzionano la coscienza è tale da non consentire quell’intermittenza necessaria alla costruzione di un deposito mnestico e quindi di un soggetto della memoria. La capacità di conservazione di quest’ultima si indebolisce e luoghi, persone e fatti, per essere richiamati alla coscienza, necessitano dell’accesso ad un cloud collocato fisicamente su di un server. L’atrofizzazione delle ritenzioni mnestiche colpisce in particolare la memoria dichiarativa, la quale viene progressivamente sostituita da quella procedurale5. Secondo Stiegler l’entropia informazionale conduce alla scomparsa dello spirito critico e alla cancellazione delle capacità curative e trasformative del pensiero, aprendo la strada alla post-verità, alla stupidità funzionale e alla post-democrazia.

Questo habitat tecno-psico-sociale risulta favorevole all’emergere di una nuova personalità autoritaria. Gli “sciami digitali” vengono polarizzati da flussi di stimoli infoneurali che catturano anticipatamente le protensioni individuali, ovvero le aspettative di futuro, secondo uno schema di stimolo-risposta che va a configurare un gemello digitale profilato dal neuromarketing psicopolitico. La ripetuta trasmissione e ritrasmissione di segnali informativi tende a coagularsi in ambiti omogenei e chiusi, in cui visioni e interpretazioni divergenti finiscono per non trovare più considerazione e scompaiono dibattito e contraddittorio. Vengono a crearsi echo-chambers nelle quali la nuova personalità autoritaria tende a conformarsi rigidamente ai valori del proprio gruppo di appartenenza, sia esso un movimento estremista online o una comunità ideologica chiusa, sviluppando tratti paranoico-fascisti e complottisti. Ad esempio Qanon, un gruppo politico di estrema destra, sostiene una teoria del complotto secondo la quale esisterebbe un complesso piano segreto orchestrato da un presunto Deep State, ovvero i poteri occulti, con l’intento di ostacolare il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e i suoi sostenitori. Questi ultimi, al contrario, sarebbero riusciti a prendere il potere con lo scopo di smantellare un presunto Nuovo Ordine Mondiale, ritenuto colluso con reti globali di pedofilia, pratiche esoteriche legate all’ebraismo, società segrete e, più in generale, orientato al controllo globale.

Rieccheggiano le massime di 1984, «La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza», declinate all’interno di un regime di post-verità che si diffonde nel web e che è sintetizzato dall’ossimorico nome del social network creato da Trump, Truth. All’interno di quest’ultimo, come in quello di Elon Musk, X, e in generale nei social media ormai non più sottoposti al fact checking, si moltiplicano contenuti manipolati (fake news) che creano una realtà alternativa, che rafforza le credenze autoritarie. Algoritmi e intelligenza artificiale diventano gli strumenti con i quali creare un mondo alla Truman Show del quale ognuno di noi ne è inconsapevole protagonista.

Arroccamenti etnocentrici, nazionalisti e identitari si diffondono su entrambe le sponde dell’Atlantico, alimentando una visione del mondo in termini di gruppi contrapposti, come “noi contro loro”, i quali vanno a generare una polarizzazione che crea divisioni e conflitti crescenti, in termini politici, etnici e financo religiosi. A ciò si aggiunga una crescente sfiducia nelle istituzioni tradizionali (governi, media tradizionali, scienza ufficiale), alla quale corrisponde una fedeltà verso fonti alternative, spesso marginali o cospirazioniste. Queste tendenze diventano il terreno più adatto ad alimentare forme di autoritarismo politico e culturale. A sua volta, il malessere diffuso in molti cittadini si esprime in un risentimento, che nell’epoca della post-verità, viene agevolmente indirizzato verso un caprio espiatorio dal pifferaio digitale di turno. La sofferenza cerca un sollievo attraverso quello “spirito di vendetta” che vuole che anche gli altri abbiano ugualmente a soffrire: «Lo spirito di vendetta: amici, su nient’altro finora gli uomini hanno meglio riflettuto; e dov’era sofferenza, sempre doveva essere una punizione» (Nietzsche 1988, p. 171).

Se la governance algoritmica capitalista sembra portare con sé la fine dei tempi politici, allo stesso tempo il «totalitarismo soft di questo capitalismo smart genera delle regressioni autoritarie che portano verso la ripetizione delle forme più hard di repressione e di sottomissione – e c’è da temere che le imprese computazionali vi si accomoderanno perfettamente», com’è puntualmente accaduto con i GAFAM dopo l’elezione di Donald Trump in America (Stiegler 2024, pp. 159, 160, 184).

Le politiche economiche di stampo neoliberista che hanno dominato dopo “i gloriosi trenta” e che hanno spinto verso delocalizzazione e globalizzazione, stanno provocando riterritorializzazioni di stampo nazionalista, che iniziano a contemplare modalità di esercizio del potere nuovamente coercitive. Con il neopresidente americano e i suoi numerosi correligionari europei ritorna una forte enfasi sulla difesa dell’identità culturale, religiosa ed etnica, in opposizione a fenomeni come l’immigrazione e la globalizzazione. Torna anche l’esibizione muscolare del potere e della forza del capo nella quale individui impoveriti, impauriti e disorientati si identificano, trovando risarcimento al vuoto di senso delle loro vite, alla loro fragilità e progressiva perdita di autonomia. Riemergono figure di padre-padrone non più a livello familiare ma politico le quali esercitano il potere in una maniera feroce, che genera ulteriore violenza. Se nella terribile stagione del totalitarismo del Novecento il padre-Duce, il padre-Fuhrer rassicurava le folle negando loro la libertà, oggi lo fa lasciando sfogare sfrenatamente le pulsioni più antisociali e distruttive, come sta avvenendo nella nuova guerra civile e sociale americana. Dopo la morte del padre edipico, Trump incarna un padre perverso e strupratore che lascia libero sfogo alle pulsioni dei figli della sua Nazione, ai quali non impone più il dovere ma il godere, incitandoli con slogan come “MAGA” e “America first” e con affermazioni anti-establishment tipicamente populiste.

Oggi sembra si stia costituendo un’Internazionale Nera6 animata da nazionalismi etno-identitari in Europa e suprematismo bianco in America, accomunati dal disprezzo per l’altro, con tentativi da parte dei suoi membri di esautorare i rispettivi parlamenti, accentrando i poteri in una sola persona, con spregio per la loro divisione, come per la stampa e per ogni forma di dissenso e con l’assunzione di toni messianici, complottisti e populisti. I diritti fondamentali, civili e sociali, vengono progressivamente erosi, mentre la propaganda mediatica trasforma la realtà a immagine di una falsa ed esorbitante narrazione, che per molti è diventata verità.

La depoliticizzazione sta in realtà mutando in «una politicizzazione nel senso più arcaico e tribale di “politica”, intesa come sfera delle relazioni amico-nemico e continuazione della guerra con altri mezzi. Un’evoluzione dell’autoritarismo, più ferino e insieme indissociabile dalla tecnologia, e soprattutto radicato ormai nel potere aziendale e digitale, un completo rovesciamento del Leviatano o “stato etico” fascista, un nazismo a guida privata. Dove l’abolizione della differenza fra il vero e il falso avviene in nome della libertà di opinione e di espressione, e con la forza degli algoritmi che governano i social, per cui poi l’attacco allo straccio di stampa che resta sembra ancora quasi onesto: ti bastono perché non mi piace ciò che dici, all’antica» (De Monticelli 2025).

L’autoritarismo crescente e il suo allargamento su scala internazionale possono essere favoriti da ogni individuo portatore della nuova personalità autoritaria, se non addirittura da elementi potenzialmente presenti in ciascuno di noi come pensavano Deleuze e Guattari, per i quali le masse non erano state ingannate ma avevano veramente desiderato il fascismo e l’oppressione, animate dalla perversione del desiderio gregario.

Prima che la montante marea nera si abbatta sulle nostre società, riducendole a democrature quali stadi embrionali di vere e proprie dittature, risulta centrale che chi si batte ancora per l’autonomia degli individui esiga un’attenzione particolare verso la disautomatizzazione delle tecnologie digitali, l’educazione volta al pensiero critico e il consolidamento delle strutture democratiche.

Note


1 La teoria della confederazione di anime dei medici filosofi Ribot, Janet e Binet, sostiene il carattere illusorio dell’unicità monolitica dell’Io. La personalità viene pensata come una pluralità di Io che si pone sotto il controllo di un Io egemone che li coordina. La nostra identità è solo il risultato instabile del controllo esercitato da questo Io egemone sulle altre anime, controllo che richiede un grande impiego di energia. Per i médecins philosophes, scrive Bodei, «l’io degli individui psicologicamente ritenuti normali è soltanto il più forte, non l’unico. La sua egemonia si basa su un sistema di alleanze e di equilibri psichici costruiti, non naturali, che richiedono un continuo dispendio di energia» (Bodei 2002, p. 57).

2 Il concetto di folla solitaria (The Lonely Crowd) è stato sviluppato dal sociologo David Riesman nel 1950. Descrive una società in cui gli individui, pur vivendo in ambienti affollati e interconnessi, si sentono isolati e privi di legami autentici. Riesman distingue tre tipi di orientamento sociale: quello che segue le norme ereditate dal passato, quello guidato da valori interiorizzati e quello influenzato principalmente dall’opinione degli altri e dai media. La folla solitaria rappresenta quest’ultima condizione: individui che si conformano alle aspettative sociali senza una vera autonomia, portando a un senso di alienazione e superficialità nei rapporti umani.

3 Come scriveva Gilles Deleuze nel 1990, nel suo Poscritto sulle società di controllo, la società di controllo sostituisce all’uomo rinchiuso l’uomo indebitato, all’individuo il «dividuo» rivale di sé stesso e degli altri che cerca di emulare, alla massa i campioni statistici, alla fabbrica l’impresa, che si pone come modello di società e la cui anima è la sua divisione commerciale. Il controllo sociale assume una forma non rigida, coercitiva e discontinua come quella degli ambienti chiusi (scuola, ospedale, fabbrica, carcere) delle società disciplinari ma aperta, continua e infinitamente modulabile come quella dell’impresa capitalistica. Tramite il mezzo televisivo, la pubblicità e il marketing, il controllo si fa invisibile e affabile e il soggetto viene controllato senza neanche sapere di esserlo, anzi credendosi libero autore delle proprie scelte. La società di controllo opera anche attraverso tecnologie quali i computer e i dispositivi informatici, che permettono di individuare «la posizione di ciascuno, lecita o illecita e di operare una modulazione universale […] non c’è bisogno di ricorrere alla fantascienza per concepire un meccanismo di controllo che ad ogni istante dia la posizione di un elemento in ambiente aperto, animale in una riserva, uomo in un’impresa (collare elettronico)» (Deleuze 2019, p. 205).

4 Per Freud l’identificazione primaria consiste nell’adozione da parte del bambino del modello genitoriale, mentre le identificazioni secondarie riguardano la strutturazione della personalità adulta, attraverso l’adozione di oggetti affettivi, legami e forme di sublimazione.

5 Aggiungiamo che dal punto di vista cognitivo, l’essere umano dispone di facoltà intuitive e di facoltà razionali. Le prime corrispondono a frame mentali, già depositati nella nostra memoria procedurale, con i quali interpretiamo una situazione in maniera automatica. Agiamo in modo intuitivo quando ci riferiamo a procedure acquisite nel passato. Un problema che non possiamo riportare intuitivamente a schemi mentali precedenti, dobbiamo affrontarlo con le nostre facoltà razionali. Queste ultime afferiscono alla memoria dichiarativa e implicano una riflessione che si articola in alcune fasi diverse, che richiedono un diverso impegno cognitivo e una durata maggiore. Tramite l’intuizione sappiamo come agire, mentre con il ragionamento sappiamo perché. Ad esempio, leggendo un manuale, posso spiegare in teoria come si guida una macchina, senza saperla guidare in pratica. Viceversa, posso saper suonare uno strumento musicale, senza aver alcuna conoscenza di teoria e solfeggio. Usare in continuazione un mezzo digitale, attraverso interfacce web, permette di apprendere procedure e dopo un po’ di eseguirle in modo automatico, senza alcun bisogno di pensare e senza sapere nulla con quali criteri e valori sono state costruite. Data la grande plasticità dell’organo cerebrale e il suo veloce modificarsi tramite l’apprendimento di procedure, soprattutto se dotate di interfacce user friendly e gamificate, il rischio paventato di un’esposizione sempre più massiva ai device digitali, soprattutto dei più giovani, è quello di una atrofizzazione della memoria dichiarativa a favore di quella procedurale, laddove risultano entrambe indispensabili nell’interazione con il mondo reale.

6 «Non mi sento solo, perché nuovi alleati hanno abbracciato le idee di libertà in ogni angolo del mondo, dall’incredibile Musk alla mia cara Giorgia Meloni fino al presidente israeliano Netanyahu e al presidente Usa Donald Trump». Il presidente argentino Javier Milei ha espresso queste dichiarazioni durante il suo discorso al Forum di Davos. Nel suo intervento non è mancata una critica abituale al cosiddetto “wokismo”, termine generico impiegato da coloro che mirano a delegittimare le classi sociali più deboli e discriminate. Quest’alleanza globale di forze reazionarie, suprematiste e promotrici di un nazionalismo economico aggressivo si percepisce oggi in una posizione di forza.

Bibliografia


T. Adorno E. Frenkel-Brunswik D. Levinson N. Sanford, La personalità autoritaria, Edizioni di Comunità, 1973.
R. Bodei, Destini personali. L’età della colonizzazione delle coscienze, Feltrinelli, 2002.
G. Deleuze, Poscritto sulle società di controllo in Pourparler, Quodlibet, 2019.
G. Deleuze F. Guattari, Millepiani, Castelvecchi, 2010.
R. De Monticelli, Alla ricerca del perduto Oriente, il manifesto 15/02/2025.
E. Fromm, La crisi della psicoanalisi, Mondadori, 1979.
B. C. Han, Nello sciame. Visioni del digitale, nottetempo, 2015.
B. C. Han, Perchè oggi non è possibile una rivoluzione, nottetempo, 2022.
M. Horkheimer, Teoria critica, Einaudi, 1974.
C. Lasch, Rifugio in un mondo senza cuore. La famiglia in stato d’assedio, Bompiani, 1995.
C. Lasch, La cultura del narcisismo, Bompiani, 1995.
G. Le Bon, Psicologia delle folle, Edizione digitale: KKIEN 2020.
B. Stiegler [Ars Industrialis], Reincantare il mondo. Il valore spirito contro il populismo industriale, Orthotes, Napoli 2012
B. Stiegler, La società automatica 1. L’avvenire del lavoro, Meltemi, Milano 2019
B. Stiegler, Pensare, curare. Riflessioni sul pensiero nell’epoca della post-verità, Meltemi, Milano 2024

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Vulnerabilità critica in Fortinet: aggiornare subito FortiOS, FortiProxy e FortiPAM


Diversi prodotti di sicurezza Fortinet, tra cui FortiOS, FortiProxy e FortiPAM, sono interessati da una vulnerabilità di evasione dell’autenticazione di alta gravità. La falla, monitorata con il codice CVE-2024-26009 ha un punteggio CVSS di 7,9 e consente ad aggressori non autenticati di assumere il controllo completo dei dispositivi gestiti sfruttando il protocollo di comunicazione FortiGate-to-FortiManager (FGFM).

Il prerequisito fondamentale per uno sfruttamento riuscito di questo bug di sicurezza è la conoscenza da parte dell’aggressore del numero di serie del FortiManager di destinazione, che funge da componente di autenticazione chiave nell’implementazione del protocollo compromesso.

Il bug è classificato con il CWE-288 (Authentication Bypass Using an Alternate Path or Channel). Gli aggressori possono sfruttare questa debolezza creando richieste FGFM dannose per colpire i dispositivi gestiti dai sistemi FortiManager.

L’imputato è il protocollo FGFM, progettato per la comunicazione sicura tra i dispositivi FortiGate e i sistemi di gestione centrale, contiene una falla di autenticazione fondamentale che consente l’esecuzione di comandi non autorizzati. Questa vulnerabilità riguarda le versioni legacy di più linee di prodotti, in particolare le versioni FortiOS dalla 6.0 alla 6.4.15 e dalla 6.2.0 alla 6.2.16.

Sono a rischio anche le installazioni di FortiProxy che eseguono le versioni da 7.0.0 a 7.0.15, da 7.2.0 a 7.2.8 e da 7.4.0 a 7.4.2.

L’impatto potenziale è grave, poiché uno sfruttamento riuscito garantisce agli aggressori la possibilità di eseguire codice o comandi non autorizzati su sistemi compromessi, fornendo di fatto accesso a livello amministrativo ai componenti critici dell’infrastruttura di rete.

I ricercatori della sicurezza del team interno di sicurezza dei prodotti Fortinet, guidati da Théo Leleu, hanno scoperto questa vulnerabilità durante le normali valutazioni di sicurezza.

Le organizzazioni che utilizzano le versioni interessate devono dare priorità all’applicazione immediata delle patch. Fortinet consiglia di aggiornare le installazioni di FortiOS 6.4 alla versione 6.4.16 o successiva, mentre gli utenti di FortiOS 6.2 dovrebbero aggiornare alla versione 6.2.17 o successiva.

Gli utenti di FortiProxy devono effettuare l’aggiornamento alle versioni 7.0.16, 7.2.9 o 7.4.3, a seconda dell’installazione corrente.

L'articolo Vulnerabilità critica in Fortinet: aggiornare subito FortiOS, FortiProxy e FortiPAM proviene da il blog della sicurezza informatica.



Josef Prusa Warns Open Hardware 3D Printing is Dead


It’s hard to overstate the impact desktop 3D printing has had on the making and hacking scene. It drastically lowered the barrier for many to create their own projects, and much of the prototyping and distribution of parts and tools that we see today simply wouldn’t be possible via traditional means.

What might not be obvious to those new to the game is that much of what we take for granted today in the 3D printing world has its origins in open source hardware (OSHW). Unfortunately, [Josef Prusa] has reason to believe that this aspect of desktop 3D printing is dead.

If you’ve been following 3D printing for awhile, you’ll know how quickly the industry and the hobby have evolved. Just a few years ago, the choice was between spending the better part of $1,000 USD on a printer with all the bells and whistles, or taking your chances with a stripped-down clone for half the price. But today, you can get a machine capable of self calibration and multi-color prints for what used to be entry-level prices. According to [Josef] however, there’s a hidden cost to consider.

A chart showing the growth in patents after 2020(Data from Espacenet International Database by European Patent Organization, March 2025) – Major Point made by Prusa on the number of patents from certain large-name companies
From major development comes major incentives. In 3D printing’s case, we can see the Chinese market dominance. Printers can be sold for a loss, and patents are filed when you can rely on government reimbursements, all help create the market majority we see today. Despite continuing to improve their printers, these advantages have made it difficult for companies such as Prusa Research to remain competitive.

That [Josef] has become disillusioned with open source hardware is unfortunately not news to us. Prusa’s CORE One, as impressive as it is, marked a clear turning point in how the company released their designs. Still, [Prusa]’s claims are not unfounded. Many similar issues have arisen in 3D printing before. One major innovation was even falsely patented twice, slowing adoption of “brick layering” 3D prints.

Nevertheless, no amount of patent trolling or market dominance is going to stop hackers from hacking. So while the companies that are selling 3D printers might not be able to offer them as OSHW, we feel confident the community will continue to embrace the open source principles that helped 3D printing become as big as it is today.

Thanks to [JohnU] for the tip.


hackaday.com/2025/08/13/josef-…



"Il Santo Padre Leone XIV, nell’udienza concessa al sottoscritto sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato il giorno 6 agosto 2025, ha disposto di collocare il Pontificio Comitato per la Giornata mondiale dei bambini all’interno del…


Mamdani dimostra l’efficacia del metodo DSA negli USA


Pubblicato con lievi modifiche su Transform Italia il 06 Agosto 2025 di M. Minetti Mamdani, Ocasio Cortez e Sanders. La vittoria di Zohran Mamdani alle primarie per il candidato democratico alle future elezioni del sindaco di New York costituisce un … Continua a leggere→


Mamdani dimostra l’efficacia del metodo DSA negli USA


skyline di grattacieli acquerello
img generata da IA – dominio pubblico

Pubblicato con lievi modifiche su Transform Italia il 06 Agosto 2025

di M. Minetti

Mamdani, Ocasio Cortez e Sanders.


La vittoria di Zohran Mamdani alle primarie per il candidato democratico alle future elezioni del sindaco di New York costituisce un elemento di riflessione sulla vitalità di una proposta socialista nel cuore del capitalismo finanziario degli USA. Delle ragioni della sua affermazione ha già scritto su Transform Italia Alessandro Scasellati, sottolineando brevemente anche la metodologia di campagna che “ha contato su un esercito di 40 mila volontari porta a porta, che spesso hanno visitato distretti tradizionalmente ignorati dai politici della macchina democratica. Per molti di questi volontari, questa è stata la prima esperienza politica. Il giovane socialista ha beneficiato anche di oltre 20.000 donatori individuali, di cui circa il 75% ha donato meno di 100 dollari”.

A differenza di Scasellati però non definirei “dal basso” questa modalità di azione sul territorio e mediatica attuata prima di lui dalla deputata del Congresso Alexandria Ocasio Cortez, appartenente al movimento DSA newyorchese e da Bernie Sanders nel 2016, durante il grande successo della campagna (anche se infruttuosa) per le primarie presidenziali del partito Democratico. Certo, lo stesso Mamdani, sul suo sito elettorale definisce la sua campagna “grassroots“, ma questo è solo un artficio retorico per compiacere l’elettorato. Nella campagna del giovane e carismatico politico c’è ben poco di spontaneo o “orizzontale” e molta tecnica e decennale progettazione politica che riesce, questo sì, a coinvolgere un gran numero di volontari e donatori. Come dicono i compagni statunitensi: “non ci sono scorciatoie!” per costruire il potere di classe.

Sanders era un politico di lungo corso ma, fino alla presentazione della sua candidatura alle primarie del 2016, e alla nuova strategia approvata nel congresso del 2015, i Democratici Socialisti Americani avevano meno di 10.000 iscritti, passati oggi a 80.000. Rispetto ad una popolazione USA di oltre 300 milioni di abitanti, risultano appena un movimento di avanguardia che ci tiene molto a mantenersi interno al Partito Democratico, nel quale riesce a far eleggere i suoi rappresentanti. In un sistema rigidamente bipartitico come quello statunitense uscire dall’alveo del Partito Democratico significherebbe scomparire. Questo piccolo movimento strutturato in circoli territoriali molto autonomi, chiamati chapter, presenti capillarmente in tantissime cittadine anche minori, ha sviluppato modalità di contatto, sopratutto diretto, con la base elettorale, mediante il “porta a porta” aggiornato anche in call-center telefonici e direct-mailing mirati condotti dallo staff. Infatti visitando i siti dei candidati (ai collegamenti che ho inserito sui nomi) la prima cosa che appare è la richiesta di contatto, la seconda la richiesta di una donazione, poi vengono la descrizione del programma e la richiesta di attivarsi come volontari. Si noti l’aspetto grafico curatissimo, le foto dei candidati, giovani, di bell’aspetto e molto carismatici nei comizi, sul web e nelle apparizioni in televisione.

I principi organizzativi


La campagna per le primarie democratiche del 2016 ereditava il database centralizzato degli elettori, il Voters Activation Network, realizzato durante la campagna per Barak Obama. Inizialmente Bernie Sanders assunse solo due organizzatori professionali, Becky Bond and Zack Exley che a campagna terminata condensarono la loro esperienza in un libro, Rules for revolutionaries, composto di 22 regole. La sesta regola è “Il lavoro è distribuito, il progetto è centralizzato” che chiarisce abbastanza bene cosa gli autori intendono per “Big organizing”, ovvero semplicemente una organizzazione di massa, contrapposta alla tradizionale territorialità del “community organizing” di Saul Alinsky, da cui provenivano anche Barak Obama e Hillary Clinton (Zaky – Bond 2016, p. 38).

La terza regola del metodo è “La rivoluzione non sarà fatta da professionisti” facendo capire che, partendo da finanziamenti molto inferiori (solo 231 mln di dollari: regola 7) a quelli dei candidati più istituzionali come Hillary Clinton, il piccolo staff di Sanders avesse dovuto affidarsi principalmente alla partecipazione di massa di decine di migliaia di volontari sui territori, curandone il recruitamento, la formazione e il riconoscimento emotivo. Le regole del metodo sono molte, alcune legate allo specifico contesto statunitense ma altre possono sicuramente essere esportate, come la nona: “combatti la tirannia dei pallosi”. Chi dirige i gruppi di volontari deve fare attenzione ad allontanare per tempo persone che annoiano e fanno scappare gli altri. Certo non è facile capire chi sia il tipo di persona che fa scappare gli altri, se è un contro-leader ipercritico che mette in discussione le direttive o semplicemente una persona che cerca attenzione, ma fondamentalmente è un elemento che non aiuta il funzionamento del gruppo, visto che ha compiti precisi da svolgere. Anche per questo la ventiduesima regola è che “i nuovi nella politica fanno i migliori rivoluzionari”.

Il metodo è contenuto


Dal metodo pratico delle campagne sostenute dal DSA si evince che ai volontari è richiesto di essere bravi esecutori, con dei gruppi coordinati da leader locali in una classica gerarchia di partito, in cui le strategie vengono decise dallo staff professionale. Perchè sia efficace, come in effetti risulta che sia, in questo metodo da partito di massa deve funzionare bene il meccanismo del riconoscimento e della rappresentanza. Il candidato forte come Mamdani e il suo programma incisivo sono il contenuto attorno a cui si mobilitano i volontari e per cui votano i cittadini. Le rivendicazioni sono definite e ben espresse e seguono un ordine di priorità che è compatibile con i bisogni delle fasce della popolazione identificate come potenziali elettori. E’ evidente come le problematiche degli affitti, del trasporto pubblico, della educazione dei figli, del salario minimo, siano quelle che stanno più a cuore all’elettorato popolare di New York, dove gli affitti sono tra i più alti al mondo e le diseguaglianze, rispetto al mondo della finanza e delle imprese multinazionali, sono stridenti.

L’organizzazione di massa è necessaria per dare una voce univoca alla classe sociale esclusa dal potere. L’altro approccio, quello frammentato in molteplici istanze territoriali delle varie associazioni di organizzazione di comunità, si presta maggiormente a trovare dei referenti politici per scopi tattici, all’interno dei grandi partiti istituzionali, organizzati in cartello, anche senza condividerne gli interessi generali. Il comunity organizing teorizzato da Saul Alinsky è ormai dominante come metodo organizzativo municipalista o comunque territoriale, attorno a tematiche precise. Punta a costruire alleanze trasversali e reti di associazioni (chiesa, sindacati, volontariato sociale, movimenti, partiti politici) senza l’intenzione di prendere il potere, ma potenziando (empowerment) la richiesta di un cambiamento da parte di alcuni attori sociali. Questo metodo aggregativo sostituisce la carente presenza territoriale dei grandi partiti con una rete, come dire, in franchising (Viviani 2015, p, 77) di presidi territoriali, a volte anche molto radicali ma alla fine dipendenti dai politici professionali che supportano nella conquista di ruoli nelle istituzioni. D’altro canto, i politici eletti aiuteranno le comunità che li hanno fatti eleggere con stanziamenti di fondi attraverso bandi ad hoc e una legislazione favorevole o atti amministrativi mirati. E’ il principio della democrazia del conflitto, (fra gli interessi dei gruppi sociali) tipica degli Stati Uniti, eredità della democrazia dei notabili ottocentesca, tendenzialmente conservatrice. Invece in Europa e nella stessa Gran Bretagna, rimane ancora l’idea residuale della rappresentanza dei partiti di massa che puntano a coalizzare i bisogni di tutti i cittadini, attorno a dei principi cardine, per attuare trasformazioni sociali.

Partito per il cambiamento o partito-cartello


Torniamo all’esempio fornito dalla vittria di Zohran Mamdani alle primarie per il sindaco di New York, e al suo programma di riforme radicali per la città: blocco degli affitti (quindi limitazione dei diritti di proprietà privata), tassare i milionari, salario minimo locale a 30$/ora (adesso è 16,50$/ora), trasporti pubblici gratuiti (ora sono a 2,90$ a corsa). Tutte cose fantastiche. Ma è vero che se i Democratici conquisteranno la carica di Sindaco a New York faranno questo, o è solo un programma elettorale molto a sinistra per recuperare il voto popolare che era migrato verso Trump e i Repubblicani?

L’emergere di candidati con una forte personalità e con un programma caratterizzato da riforme sociali è tipico di momenti in cui la sinistra liberale perde il governo. Elly Schlein in Italia è diventata segretaria del Partito Democratico, proponendo il salario minimo (PdL 1275) e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario (PdL 2067) con AVS e M5S, mentre era all’opposizione, dopo la segreteria di Enrico Letta che ha partecipato al governo Conte II e poi Draghi. Il PD è stato al governo per più di due anni con i Cinque Stelle e non hanno pensato di approvare quelle misure. Sembrerebbe quindi, e questo è un eufemismo, che il programma dei partiti coinvolti nell’alternanza sia molto differente fra quando ricoprono incarichi di governo e quando sono all’opposizione. Una volta conquistato il governo, questo vale per la destra vera come per la cosiddetta sinistra, si rivedono al ribasso le promesse e, tutelando i soliti interessi internazionali e finanziari, ci si accontenta di distribuire alle associazioni periferiche di supporto ai partiti-cartello dei limitati benefici (Viviani 2015) attraverso i meccanismi di sussidiarietà. L’aspetto evolutivo è che in questo processo emergono i bisogni dei cittadini, anche se ancora nella forma di promesse elettorali o proposte di legge.

Come ho scritto in un precedente articolo sulla evoluzione dei partiti politici, sarebbe auspicabile il ritorno alla funzione trasformativa dei partiti, attraverso dei programmi elettorali condivisi che diventino programmi di governo. Ciò può essere attuato soltanto da partiti che recuperino la loro caratteristica di intermediazione verso le masse e non verso le organizzazioni della “società civile” intese come stakeholder sui territori, in un orizzonte di conservazione della struttura sociale, con le sue diseguaglianze e stratificazioni. Il partito deve identificare pochi punti di programma attorno a cui raccogliere il consenso e poi essere certo di poterli realizzare.

Sinistra Italiana come il DSA?


In Italia chi ha saputo interpretare meglio il ruolo di elemento aggregatore delle istanze di sinistra sociale per convogliarle in una coalizione liberale e in certo qual modo conservatrice per gli aspetti economici, ma progressista per quanto riguarda alcuni diritti civili e l’ambiente, è stata Sinistra Italiana. Il suo programma elettorale, molto avanzato, è molto vicino a quello dei Democratici Socialisti Americani e, come loro, è riuscita a inserire nel parlamento alcuni deputati che però, anche supportando governi di coalizione, non hanno ottenuto nessuna delle richieste del loro programma. Attraverso il meccanismo delle primarie o con accordi di vertice, Sinistra Italiana che è un piccolissimo partito, senza una diffusa articolazione territoriale ma in contatto con realtà sociali e sindacali ben radicate, punta dove possibile a conquistare alcuni seggi nei collegi dove è più presente. Per fare questo si affida anche a candidati forti per essere visibili sui media e all’onore delle cronache come Ilaria Cucchi, Ilaria Salis e Mimmo Lucano, salvo fare qualche scivolone come nel caso di Aboubakar Soumahoro.

La differenza tra un partito o movimento politico che punta alla trasformazione e uno che punta a testimoniare l’esistenza di una sinistra nelle istituzioni democratiche, peraltro quasi totalemte asservite ai poteri sovranazionali militari e finanziari, è rilevabile dagli sforzi e le risorse che impiega per radicarsi come organizzazione di massa. Se il suo scopo è mantenere l’attuale numero di iscritti e sedi, per non turbare le attuali dinamiche nei congressi e delle cariche direttive interne, mentre gli sforzi sono destinati soltanto alla visibilità mediatica e a ottenere il supporto di attivisti (non iscritti) e associazioni territoriali, allora certamente la finalità del partito è di testimonianza, all’interno del sistema consociativo del cartel-party. Se invece l’organizzazione mira a crescere numericamente e a radicarsi come comunità, coinvolgendo i suoi iscritti e finanziatori, non solo nel lavoro di base ma anche nella scelta dei leader e dei candidati, proponendo formazione dei giovani e favorendo il dibattito capillare sul programma politico, allora le alleanze elettorali e di governo possono essere lette come un necessario passaggio da affrontare per garantirsi le risorse necessarie ad attuare il proprio progetto. Il risultato che ne consegue è che attraverso il mezzo (il lavoro condiviso per la campagna elettorale) si costituisce il fine (la comunità solidale della cittadinanza) che è il programma di governo

Anime belle e poteri consociativi


Il ruolo che un tempo svolgeva la chiesa all’interno della economia libidinale dell’individuo, oggi lo svolgono varie istituzioni collettive destinate a evolvere gli orizzonti di senso della popolazione. Intendo quella gratificazione data dalla consapevolezza (necessariamente condizionata dall’ambiente sociale) di agire moralmente, facendo il bene. La fine delle grandi metanarrazioni (cristianesimo, illuminismo, liberalismo, socialismo) ha frazionato i valori e le appartenenze in molteplici nuclei contrapposti che si contendono l’attenzione e l’opinione (chiamandole ovviamente verità o scienza). Nel contesto apparentemente naturale della democrazia del conflitto emergono le soggettività identitarie in lotta fra loro per il riconoscimento dei propri “diritti”. La politica, quindi, divide le persone in base a bisogni specifici della etnia, della religione, del genere e orientamento, dello stile di vita e di alimentazione, del linguaggio usato, dei riti collettivi a cui si partecipa. Accanto a queste faglie identitarie assume un ruolo sempre maggiore, grazie alla rappresentazione mediatica dei conflitti, l’identificazione con bisogni di “Altri“, ovviamente nella rappresentazione soggettiva che ne è stata costruita, ponendosi a loro difesa.

L’Altro può essere la Natura, il pianeta Terra, l’immigrato per chi non lo è, il povero per chi non lo è, l’animale per chi non lo è, l’omosessuale o trans per chi non lo è, la Palestinese o l’Ucraino per chi non lo è, e così via. E’ sicuramente bello che persone diverse e lontane fra loro supportino gli Altri per migliorarne la condizione. La solidarietà è alla base dell’internazionalizzazione delle lotte ma le Anime belle, che sono sempre esistite e hanno spesso rappresentato la componente più ideale e morale delle lotte politiche, sono necessariamente una minoranza, altrimenti non sarebbero belle e neppure si distinguerebbero dalle masse. La maggior parte delle persone è disposta a sacrificarsi poco ed esclusivamente per sè stessi e per i prossimi, ovvero la cerchia stretta dei congiunti. Per tutte queste persone anche il minimo impegno (che può consistere nell’andare a votare una domenica mattina) deve auspicabilmente portargli un beneficio diretto e non c’è nulla di sbagliato in questo. Ognuno lotta per la propria libertà, molto meno per quella degli altri. Bisogna rifuggire da quel razzismo morale che porta la sinistra colta e snob a disprezzare le fasce popolari e la loro presunta mancanza di cultura e valori.

Tornando all’esempio del programma politico di Zohran Mamdani gli va dato atto che i pochi punti messi in evidenza sono tutti diretti al miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini elettori, forse anche per questo è riuscito a raccogliere il supporto di tante persone. Puntare sui bisogni materiali piuttosto che sulla contrapposizione ideale con l’avversario politico è evidentemente una strategia che raccoglie risultati, prendiamone atto.

Bibliografia

S. Alinsky, Radicali, all’azione! Organizzare i senza-potere, Edizioni dell’Asino, 2022.
B. Bond – Z. Exley, Rules for rivolutionaries. How big organizing can change everything, Chelsea Green, 2016.
L. Viviani, Sociologia dei partiti. Leader e organizzazioni politiche nelle società contemporanee, Carocci, 2015.

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Recensione : Mark Solotroff – In Search of Total Placelessness


Mark Solotroff, figura cardine della scena noise-industrial e power electronics americana (fondatore di Intrinsic Action, Anatomy Of Habit, BLOODYMINDED), torna quest'anno con In Search of Total Placelessness
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@Musica Agorà



Recensione : The Unknowns – Looking from the outside


The Unknowns "Looking from the outside": un'esperienza punk che scuote e incendia! Scopri il terzo album della band australiana che spacca!

iyezine.com/the-unknowns-looki…

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Perplexity divorerà Chrome di Google?

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Nell'agone dell'Intelligenza artificiale va in scena la riedizione della lotta di Davide contro il gigante Golia: Perplexity (che farebbe gola ad Apple) pronta a sborsare 34,5 miliardi di dollari pur di accaparrarsi il browser di Google Chrome. Mountain View



I data breach agli hotel italiani


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Questa estate è stata caratterizzata da una serie di data breach abbastanza interessanti, tra cui quelli a carico di alcuni hotel italiani. Cosa è successo Dal 5 agosto sono stati […]
L'articolo I data breach agli hotel italiani proviene da Edoardo Limone.

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Inciampo all’avvio per Alexa+. Perché il super assistente Amazon non convince il New York Times

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Gli algoritmi AI stanno mettendo a rischio la sopravvivenza dei vecchi assistenti virtuali: ecco perché Amazon sta correndo per presentare al




New trends in phishing and scams: how AI and social media are changing the game



Introduction


Phishing and scams are dynamic types of online fraud that primarily target individuals, with cybercriminals constantly adapting their tactics to deceive people. Scammers invent new methods and improve old ones, adjusting them to fit current news, trends, and major world events: anything to lure in their next victim.

Since our last publication on phishing tactics, there has been a significant leap in the evolution of these threats. While many of the tools we previously described are still relevant, new techniques have emerged, and the goals and methods of these attacks have shifted.

In this article, we will explore:

  • The impact of AI on phishing and scams
  • How the tools used by cybercriminals have changed
  • The role of messaging apps in spreading threats
  • Types of data that are now a priority for scammers


AI tools leveraged to create scam content

Text


Traditional phishing emails, instant messages, and fake websites often contain grammatical and factual errors, incorrect names and addresses, and formatting issues. Now, however, cybercriminals are increasingly turning to neural networks for help.

They use these tools to create highly convincing messages that closely resemble legitimate ones. Victims are more likely to trust these messages, and therefore, more inclined to click a phishing link, open a malicious attachment, or download an infected file.

Example of a phishing email created with DeepSeek
Example of a phishing email created with DeepSeek

The same is true for personal messages. Social networks are full of AI bots that can maintain conversations just like real people. While these bots can be created for legitimate purposes, they are often used by scammers who impersonate human users. In particular, phishing and scam bots are common in the online dating world. Scammers can run many conversations at once, maintaining the illusion of sincere interest and emotional connection. Their primary goal is to extract money from victims by persuading them to pursue “viable investment opportunities” that often involve cryptocurrency. This scam is known as pig butchering. AI bots are not limited to text communication, either; to be more convincing, they also generate plausible audio messages and visual imagery during video calls.

Deepfakes and AI-generated voices


As mentioned above, attackers are actively using AI capabilities like voice cloning and realistic video generation to create convincing audiovisual content that can deceive victims.

Beyond targeted attacks that mimic the voices and images of friends or colleagues, deepfake technology is now being used in more classic, large-scale scams, such as fake giveaways from celebrities. For example, YouTube users have encountered Shorts where famous actors, influencers, or public figures seemingly promise expensive prizes like MacBooks, iPhones, or large sums of money.

Deepfake YouTube Short
Deepfake YouTube Short

The advancement of AI technology for creating deepfakes is blurring the lines between reality and deception. Voice and visual forgeries can be nearly indistinguishable from authentic messages, as traditional cues used to spot fraud disappear.

Recently, automated calls have become widespread. Scammers use AI-generated voices and number spoofing to impersonate bank security services. During these calls, they claim there has been an unauthorized attempt to access the victim’s bank account. Under the guise of “protecting funds”, they demand a one-time SMS code. This is actually a 2FA code for logging into the victim’s account or authorizing a fraudulent transaction.
media.kasperskycontenthub.com/…Example of an OTP (one-time password) bot call

Data harvesting and analysis


Large language models like ChatGPT are well-known for their ability to not only write grammatically correct text in various languages but also to quickly analyze open-source data from media outlets, corporate websites, and social media. Threat actors are actively using specialized AI-powered OSINT tools to collect and process this information.

The data so harvested enables them to launch phishing attacks that are highly tailored to a specific victim or a group of victims – for example, members of a particular social media community. Common scenarios include:

  • Personalized emails or instant messages from what appear to be HR staff or company leadership. These communications contain specific details about internal organizational processes.
  • Spoofed calls, including video chats, from close contacts. The calls leverage personal information that the victim would assume could not be known to an outsider.

This level of personalization dramatically increases the effectiveness of social engineering, making it difficult for even tech-savvy users to spot these targeted scams.

Phishing websites


Phishers are now using AI to generate fake websites too. Cybercriminals have weaponized AI-powered website builders that can automatically copy the design of legitimate websites, generate responsive interfaces, and create sign-in forms.

Some of these sites are well-made clones nearly indistinguishable from the real ones. Others are generic templates used in large-scale campaigns, without much effort to mimic the original.

Phishing pages mimicking travel and tourism websites
Phishing pages mimicking travel and tourism websites

Often, these generic sites collect any data a user enters and are not even checked by a human before being used in an attack. The following are examples of sites with sign-in forms that do not match the original interfaces at all. These are not even “clones” in the traditional sense, as some of the brands being targeted do not offer sign-in pages.

These types of attacks lower the barrier to entry for cybercriminals and make large-scale phishing campaigns even more widespread.

Login forms on fraudulent websites
Login forms on fraudulent websites

Telegram scams


With its massive popularity, open API, and support for crypto payments, Telegram has become a go-to platform for cybercriminals. This messaging app is now both a breeding ground for spreading threats and a target in itself. Once they get their hands on a Telegram account, scammers can either leverage it to launch attacks on other users or sell it on the dark web.

Malicious bots


Scammers are increasingly using Telegram bots, not just for creating phishing websites but also as an alternative or complement to these. For example, a website might be used to redirect a victim to a bot, which then collects the data the scammers need. Here are some common schemes that use bots:

  • Crypto investment scams: fake token airdrops that require a mandatory deposit for KYC verification

Telegram bot seemingly giving away SHIBARMY tokens
Telegram bot seemingly giving away SHIBARMY tokens


  • Phishing and data collection: scammers impersonate official postal service to get a user’s details under the pretense of arranging delivery for a business package.

Phishing site redirects the user to an "official" bot.
Phishing site redirects the user to an “official” bot.


  • Easy money scams: users are offered money to watch short videos.

Phishing site promises easy earnings through a Telegram bot.
Phishing site promises easy earnings through a Telegram bot.

Unlike a phishing website that the user can simply close and forget about when faced with a request for too much data or a commission payment, a malicious bot can be much more persistent. If the victim has interacted with a bot and has not blocked it, the bot can continue to send various messages. These might include suspicious links leading to fraudulent or advertising pages, or requests to be granted admin access to groups or channels. The latter is often framed as being necessary to “activate advanced features”. If the user gives the bot these permissions, it can then spam all the members of these groups or channels.

Account theft


When it comes to stealing Telegram user accounts, social engineering is the most common tactic. Attackers use various tricks and ploys, often tailored to the current season, events, trends, or the age of their target demographic. The goal is always the same: to trick victims into clicking a link and entering the verification code.

Links to phishing pages can be sent in private messages or posted to group chats or compromised channels. Given the scale of these attacks and users’ growing awareness of scams within the messaging app, attackers now often disguise these phishing links using Telegram’s message-editing tools.

This link in this phishing message does not lead to the URL shown
This link in this phishing message does not lead to the URL shown

New ways to evade detection

Integrating with legitimate services


Scammers are actively abusing trusted platforms to keep their phishing resources under the radar for as long as possible.

  • Telegraph is a Telegram-operated service that lets anyone publish long-form content without prior registration. Cybercriminals take advantage of this feature to redirect users to phishing pages.

Phishing page on the telegra.ph domain
Phishing page on the telegra.ph domain


  • Google Translate is a machine translation tool from Google that can translate entire web pages and generate links like https://site-to-translate-com.translate.goog/… Attackers exploit it to hide their assets from security vendors. They create phishing pages, translate them, and then send out the links to the localized pages. This allows them to both avoid blocking and use a subdomain at the beginning of the link that mimics a legitimate organization’s domain name, which can trick users.

Localized phishing page
Localized phishing page


  • CAPTCHA protects websites from bots. Lately, attackers have been increasingly adding CAPTCHAs to their fraudulent sites to avoid being flagged by anti-phishing solutions and evade blocking. Since many legitimate websites also use various types of CAPTCHAs, phishing sites cannot be identified by their use of CAPTCHA technology alone.

CAPTCHA on a phishing site
CAPTCHA on a phishing site

Blob URL


Blob URLs (blob:example.com/…) are temporary links generated by browsers to access binary data, such as images and HTML code, locally. They are limited to the current session. While this technology was originally created for legitimate purposes, such as previewing files a user is uploading to a site, cybercriminals are actively using it to hide phishing attacks.

Blob URLs are created with JavaScript. The links start with “blob:” and contain the domain of the website that hosts the script. The data is stored locally in the victim’s browser, not on the attacker’s server.

Blob URL generation script inside a phishing kit
Blob URL generation script inside a phishing kit

Hunting for new data


Cybercriminals are shifting their focus from stealing usernames and passwords to obtaining irrevocable or immutable identity data, such as biometrics, digital signatures, handwritten signatures, and voiceprints.

For example, a phishing site that asks for camera access supposedly to verify an account on an online classifieds service allows scammers to collect your biometric data.

Phishing for biometrics
Phishing for biometrics

For corporate targets, e-signatures are a major focus for attackers. Losing control of these can cause significant reputational and financial damage to a company. This is why services like DocuSign have become a prime target for spear-phishing attacks.

Phishers targeting DocuSign accounts
Phishers targeting DocuSign accounts

Even old-school handwritten signatures are still a hot commodity for modern cybercriminals, as they remain critical for legal and financial transactions.

Phishing for handwritten signatures
Phishing for handwritten signatures

These types of attacks often go hand-in-hand with attempts to gain access to e-government, banking and corporate accounts that use this data for authentication.

These accounts are typically protected by two-factor authentication, with a one-time password (OTP) sent in a text message or a push notification. The most common way to get an OTP is by tricking users into entering it on a fake sign-in page or by asking for it over the phone.

Attackers know users are now more aware of phishing threats, so they have started to offer “protection” or “help for victims” as a new social engineering technique. For example, a scammer might send a victim a fake text message with a meaningless code. Then, using a believable pretext – like a delivery person dropping off flowers or a package – they trick the victim into sharing that code. Since the message sender indeed looks like a delivery service or a florist, the story may sound convincing. Then a second attacker, posing as a government official, calls the victim with an urgent message, telling them they have just been targeted by a tricky phishing attack. They use threats and intimidation to coerce the victim into revealing a real, legitimate OTP from the service the cybercriminals are actually after.

Fake delivery codes
Fake delivery codes

Takeaways


Phishing and scams are evolving at a rapid pace, fueled by AI and other new technology. As users grow increasingly aware of traditional scams, cybercriminals change their tactics and develop more sophisticated schemes. Whereas they once relied on fake emails and websites, today, scammers use deepfakes, voice cloning and multi-stage tactics to steal biometric data and personal information.
Here are the key trends we are seeing:

  • Personalized attacks: AI analyzes social media and corporate data to stage highly convincing phishing attempts.
  • Usage of legitimate services: scammers are misusing trusted platforms like Google Translate and Telegraph to bypass security filters.
  • Theft of immutable data: biometrics, signatures, and voiceprints are becoming highly sought-after targets.
  • More sophisticated methods of circumventing 2FA: cybercriminals are using complex, multi-stage social engineering attacks.


How do you protect yourself?


  • Critically evaluate any unexpected calls, emails, or messages. Avoid clicking links in these communications, even if they appear legitimate. If you do plan to open a link, verify its destination by hovering over it on a desktop or long-pressing on a mobile device.
  • Verify sources of data requests. Never share OTPs with anyone, regardless of who they claim to be, even if they say they are a bank employee.
  • Analyze content for fakery. To spot deepfakes, look for unnatural lip movements or shadows in videos. You should also be suspicious of any videos featuring celebrities who are offering overly generous giveaways.
  • Limit your digital footprint. Do not post photos of documents or sensitive work-related information, such as department names or your boss’s name, on social media.

securelist.com/new-phishing-an…



Running Guitar Effects on a PlayStation Portable


A red Sony PSP gaming console is shown, displaying the lines “Audio Mechanica,” “Brek Martin 2006-2025,” and “Waiting for Headphones.”

If your guitar needs more distortion, lower audio fidelity, or another musical effect, you can always shell out some money to get a dedicated piece of hardware. For a less conventional route, though, you could follow [Brek Martin]’s example and reprogram a handheld game console as a digital effects processor.

[Brek] started with a Sony PSP 3000 handheld, with which he had some prior programming experience, having previously written a GPS maps program and an audio recorder for it. The PSP has a microphone input as part of the connector for a headset and remote, though [Brek] found that a Sony remote’s PCB had to be plugged in before the PSP would recognize the microphone. To make things a bit easier to work with, he made a circuit board that connected the remote’s hardware to a microphone jack and an output plug.

[Brek] implemented three effects: a flanger, bitcrusher, and crossover distortion. Crossover distortion distorts the signal as it crosses zero, the bitcrusher reduces sample rate to make the signal choppier, and the flanger mixes the current signal with its variably-delayed copy. [Brek] would have liked to implement more effects, but the program’s lag would have made it impractical. He notes that the program could run more quickly if there were a way to reduce the sample chunk size from 1024 samples, but if there is a way to do so, he has yet to find it.

If you’d like a more dedicated digital audio processor, you can also build one, perhaps using some techniques to reduce lag.

youtube.com/embed/MlPtfeSyyak?…


hackaday.com/2025/08/13/runnin…



Aggiornamento Critico per Google Chrome: Patch per varie Vulnerabilità


Un aggiornamento critico di sicurezza è stato rilasciato da Google Chrome, il quale risolve sei vulnerabilità di sicurezza che potrebbero essere sfruttate per eseguire codice arbitrario sui sistemi coinvolti. È stato quindi distribuito un aggiornamento di sicurezza in emergenza.

L’aggiornamento alla versione stabile 139.0.7258.127/.128 per Windows e Mac e 139.0.7258.127 per Linux contiene patch per diverse falle di sicurezza di elevata gravità che pongono rischi significativi per i dati degli utenti e l’integrità del sistema.

L’aggiornamento di sicurezza prende di mira tre vulnerabilità di elevata gravità che potrebbero causare l’esecuzione di codice arbitrario. Il CVE-2025-8879 rappresenta una vulnerabilità di heap buffer overflow nella libreria libaom, che gestisce le operazioni di codifica e decodifica video.

Questo tipo di vulnerabilità consente agli aggressori di scrivere dati oltre i limiti di memoria allocati, sovrascrivendo potenzialmente informazioni critiche del sistema. Invece il CVE-2025-8880 risolve una condizione di competizione nel motore JavaScript V8 di Google, segnalata dal ricercatore di sicurezza Seunghyun Lee.

Le condizioni di competizione si verificano quando più processi tentano di accedere simultaneamente a risorse condivise, creando un comportamento imprevedibile che gli aggressori possono sfruttare.

La terza falla di gravità elevata, CVE-2025-8901, riguarda una vulnerabilità di scrittura fuori dai limiti in ANGLE (Almost Native Graphics Layer Engine), che traduce le chiamate API OpenGL ES in API supportate dall’hardware.

Il team di sicurezza di Chrome ha utilizzato diverse metodologie di rilevamento avanzate per identificare queste vulnerabilità, tra cui AddressSanitizer per rilevare bug di danneggiamento della memoria, MemorySanitizer per letture di memoria non inizializzate e UndefinedBehaviorSanitizer per rilevare comportamenti indefiniti nel codice C/C++.

L’aggiornamento incorpora anche i meccanismi di integrità del flusso di controllo e i risultati dei framework di test libFuzzer e AFL (American Fuzzy Lop).

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Verso un ferragosto col botto! 36 RCE per il Microsoft Patch Tuesday di Agosto


Agosto Patch Tuesday: Microsoft rilascia aggiornamenti sicurezza che fixano 107 vulnerabilità nei prodotti del suo ecosistema. L’aggiornamento include correzioni per 90 vulnerabilità, classificate come segue: 13 sono critiche, 76 sono importanti, una è moderata e una è bassa.

In particolare, nessuna di queste vulnerabilità è elencata come vulnerabilità zero-day attivamente sfruttata, il che offre un certo sollievo agli amministratori IT. Le vulnerabilità rientrano in diverse categorie, tra cui Esecuzione di codice remoto (RCE), Elevazione dei privilegi (EoP), Divulgazione di informazioni, Spoofing, Denial of Service (DoS) e Manomissione.

Il 12 agosto 2025, Microsoft ha rilasciato i suoi aggiornamenti di sicurezza mensili Patch Tuesday, risolvendo un numero significativo di vulnerabilità nel suo ecosistema di prodotti.

Le vulnerabilità di esecuzione di codice remoto dominano il Patch Tuesday di questo mese, con 36 vulnerabilità corrette, 10 delle quali classificate come Critiche. Queste falle potrebbero consentire agli aggressori di eseguire codice arbitrario, compromettendo potenzialmente interi sistemi.

Le principali vulnerabilità di esecuzione di codice remoto includono:

  • DirectX Graphics Kernel (CVE-2025-50176 , critico) : un difetto di type confusion nel Graphics Kernel consente l’esecuzione di codice locale da parte di un aggressore autorizzato.
  • Microsoft Office ( CVE-2025-53731 , CVE-2025-53740 , Critico) : molteplici vulnerabilità di tipo use-after-free in Microsoft Office consentono ad aggressori non autorizzati di eseguire codice localmente.
  • Componente grafico di Windows ( CVE-2025-50165 , critico) : un dereferenziamento di puntatore non attendibile nel componente grafico di Microsoft consente ad aggressori non autorizzati di eseguire codice su una rete.
  • Microsoft Word ( CVE-2025-53733 , CVE-2025-53784 , Critico) : difetti in Microsoft Word, tra cui la conversione errata del tipo numerico e problemi di tipo use-after-free, consentono l’esecuzione di codice locale.
  • Windows Hyper-V (CVE-2025-48807, Critico) : una restrizione impropria dei canali di comunicazione in Hyper-V consente l’esecuzione di codice locale.
  • Microsoft Message Queuing (MSMQ) (CVE-2025-50177, Critico; CVE-2025-53143, CVE-2025-53144, CVE-2025-53145, Importante) : diverse vulnerabilità, tra cui difetti di tipo use-after-free e di confusione dei tipi, interessano MSMQ, consentendo l’esecuzione di codice basato sulla rete.
  • GDI+ ( CVE-2025-53766 , Critico) : un heap buffer overflow in Windows GDI+ consente l’esecuzione di codice basato sulla rete.
  • Servizio Routing e Accesso Remoto di Windows (RRAS) (CVE-2025-49757, CVE-2025-50160, CVE-2025-50162, CVE-2025-50163, CVE-2025-50164, CVE-2025-53720, Importante) : heap buffer overflow basati su heap in RRAS consentono l’esecuzione di codice basato sulla rete.
  • Microsoft Excel (CVE-2025-53741, CVE-2025-53759, CVE-2025-53737, CVE-2025-53739, Importante) : heap buffer overflow e i problemi di tipo use-after-free in Excel consentono l’esecuzione di codice locale.

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“Apriamo il nostro cuore al Signore, che non smette mai di amarci di fronte alle nostre debolezze, ma ci dona sempre una nuova opportunità per ricominciare. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!”.


“Cari fratelli e sorelle, anche noi possiamo chiederci oggi, con sincerità: ‘Sono forse io?’. Non per sentirci accusati, ma per aprire uno spazio alla verità nel nostro cuore”.


Leone XIV: udienza, “quando vede il male Dio non si vendica, si addolora, e continua a spezzare il pane anche con chi lo tradirà”


Durante la cena pasquale, Gesù rivela che uno dei Dodici sta per tradirlo, eppure “il modo” in cui “parla di ciò che sta per accadere è sorprendente. Non alza la voce, non punta il dito, non pronuncia il nome di Giuda”.


Quattro testimoni dell’impegno a favore della vita sono stati premiati con i “People of Life Awards” 2025 durante la Conferenza diocesana per la leadership pro-life svoltasi l’11 agosto ad Arlington, in Virginia.



L’informazione, il genocidio e una pessima Rai


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/gaza-ge…
La mattanza del popolo palestinese è senza dubbio un genocidio ed è risibile il tentativo di edulcorare le parole. È amaro dirlo, ma le cose vanno chiamate con il loro nome. E una componente dell’orribile mattanza è il killeraggio seriale di giornaliste e




Perché OpenAI ha dovuto risuscitare il suo vecchio modello Gpt-4o?

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A volte il vecchio è meglio del nuovo. O almeno, sembrerebbe così nel caso dell'ultimo modello di OpenAI. Dopo nemmeno 24 ore dal lancio di Gpt-5 gli utenti hanno rivoluto indietro il suo predecessore



Ivan Pozzoni. Kolektivne NSEAE
freezonemagazine.com/articoli/…
È difficile racchiudere in una definizione sintetica una figura di alto livello e versatile come quella di Ivan Pozzoni, ma bisogna comunque partire da un punto inequivocabile: siamo di fronte ad un grande poeta e soprattutto uno dei più originali, innovativi, degli anni 2000 della poesia italiana, versante sul quale la nostra poesia contemporanea, non […]
L'articolo Ivan Pozzoni.


LA CINA HA CREATO IL PRIMO REATTORE NUCLEARE AL MONDO CHE NON PUÒ FONDERSI… DAVVERO?

@Informatica (Italy e non Italy 😁)

La notizia non ha avuto molta eco, però merita un approfondimento: “La Cina ha testato con successo un reattore nucleare rivoluzionario..
L'articolo LA CINA HA CREATO IL PRIMO REATTORE NUCLEARE AL MONDO CHE NON PUÒ FONDERSI… DAVVERO?

Carlo Bencini =/\= reshared this.



Dopo più di 30 anni Aol disconnette la connessione Internet dial-up

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Protagonista indiscusso dell'era di Internet 1.0, Aol ha scontato diversi errori strategici ed è stato zavorrato dall'evidente incapacità di innovare, finendo presto relegata ai margini della Rete.



Difesa, la capacità produttiva europea è triplicata rispetto al 2021

@Notizie dall'Italia e dal mondo

L’industria della difesa europea sta attraversando la più ampia fase di espansione dalla fine della Guerra fredda. Secondo un report del Financial Times, i cantieri legati alla produzione di armamenti si moltiplicano a un ritmo tre volte superiore rispetto ai tempi pre-invasione dell’Ucraina, con oltre



Vulnerabilità RCE critica in Microsoft Teams: aggiornamento urgente necessario


Nell’ambito degli aggiornamenti di sicurezza di agosto 2025 del tipo Patch Tuesday, è stata aggiornata una vulnerabilità critica di Remote Code Execution (RCE) nel software di collaborazione Teams prodotto da Microsoft.

La falla critica, monitorata come CVE-2025-53783, potrebbe consentire a un aggressore non autorizzato di leggere, scrivere e persino eliminare messaggi e dati degli utenti eseguendo codice su una rete. Un aggressore potrebbe sfruttare questa falla per sovrascrivere dati critici o eseguire codice dannoso nel contesto dell’applicazione Teams.

Microsoft sostiene che un exploit funzionante per questo bug potrebbe comportare conseguenze significative per la segretezza, l’integrità e l’accessibilità dei dati di un utente, consentendo all’attaccante di acquisire i diritti di lettura, scrittura e cancellazione dei dati.

La vulnerabilità è un heap buffer overflow, un tipo di debolezza di corruzione della memoria in cui un’applicazione può essere costretta a memorizzare dati oltre lo spazio di memoria allocato.

L’azienda sottolinea che lo sfruttamento di questa falla presenta un elevato grado di complessità (AC: H), che richiede all’aggressore di raccogliere informazioni specifiche sull’ambiente di destinazione.

Inoltre, per un attacco riuscito è necessaria l’interazione dell’utente, il che significa che il bersaglio dovrebbe probabilmente cliccare su un collegamento dannoso o aprire un file creato appositamente.

All’atto della dichiarazione, la falla di sicurezza non era stata resa pubblica né sfruttata in modo attivo. Secondo la stima di Microsoft sulla possibilità di sfruttamento, quest’ultimo è considerato “Meno plausibile”.

L’azienda ha già rilasciato una correzione ufficiale e invita utenti e amministratori ad applicare gli ultimi aggiornamenti di sicurezza per mitigare il rischio.

Questa vulnerabilità di Teams è stata una delle 107 falle risolte nella versione Patch Tuesday di questo mese , che includeva anche una correzione per una vulnerabilità zero-day divulgata pubblicamente in Windows Kerberos.

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