Pong Gets the Boot
You might be surprised to find out that [Akshat Joshi’s] Pong game that fits in a 512-byte boot sector isn’t the first of its kind. But that doesn’t mean it isn’t an accomplishment to shoehorn useful code in that little bitty space.
As you might expect, a game like this uses assembly language. It also can’t use any libraries or operating system functions because there aren’t any at that particular time of the computer startup sequence. Once you remember that the bootloader has to end with two magic bytes (0x55 0xAA), you know you have to get it all done in 510 bytes or less.
This version of Pong uses 80×25 text mode and writes straight into video memory. You can find the code in a single file on GitHub. In the old days, getting something like this working was painful because you had little choice but reboot your computer to test it and hope it went well. Now you can run it in a virtual machine like QEMU and even use that to debug problems in ways that would have made a developer from the 1990s offer up their life savings.
We’ve seen this before, but we still appreciate the challenge. We wonder if you could write Pong in BootBasic?
Veeam lancia Data Platform v13 e ridefinisce lo standard per la cyber resilienza e la protezione avanzata dei dati
Con nuove funzionalità per anticipare le minacce e accelerare il ripristino grazie a sicurezza di nuova generazione, approfondimenti forensi e automazione intelligente, Veeam lancia anche la Universal Hypervisor Integration API, una piattaforma di integrazione flessibile per hypervisor.
Seattle, WA – 19 novembre 2025 – Veeam® Software, leader globale n.1 nella resilienza dei dati, lancia oggi Veeam Data Platform v13 – una release rivoluzionaria che ridefinisce lo standard per la cyber resilienza, la protezione intelligente dei dati e la libertà dei dati nell’era dell’IA. Questa versione rappresenta un’evoluzione fondamentale della piattaforma dati più affidabile del settore. Progettata per un mondo caratterizzato da ransomware incessanti, rapide trasformazioni infrastrutturali e innovazioni nell’intelligenza artificiale, Veeam Data Platform v13 offre una resilienza senza precedenti, flessibilità incomparabile e l’intelligenza necessaria per il futuro guidato dall’IA.
Affidata a più di 550.000 clienti, Veeam Data Platform è una soluzione unificata che garantisce protezione avanzata dei dati, resilienza ai ransomware basata sull’IA e ripristino senza interruzioni su ambienti fisici, virtuali e cloud, assicurando che i dati delle organizzazioni siano sempre sicuri, disponibili e affidabili. Grazie a un’architettura moderna della piattaforma, intelligenza potenziata dall’IA, un ampio modello di integrazione degli hypervisor e nuove funzionalità di sicurezza all’avanguardia nel settore, Veeam Data Platform v13 rappresenta un salto rivoluzionario – aiutando le organizzazioni a rimanere un passo avanti alle minacce, eliminare il lock-in e mantenere i dati sempre disponibili, recuperabili e pronti per i carichi di lavoro del futuro.
Veeam Data Platform v13 introduce la sicurezza intelligente e la protezione dai ransomware più avanzate del settore. Le principali innovazioni includono:
- Recon Scanner 3.0 – Sicurezza Trasformativa, Analisi forense senza eguali: basato su Coveware by Veeam, Recon Scanner 3.0 è ora integrato direttamente in Veeam Data Platform, ridefinendo la visibilità in tempo reale delle minacce operative per le organizzazioni.
- Segnala comportamenti sospetti degli avversari sugli endpoint monitorati, inclusi attacchi brute force, attività file sospette e connessioni di rete inattese.
- Triage Inbox consolidata consente alle organizzazioni di visualizzare, ordinare e gestire tutte le attività sospette in un unico luogo, con valutazioni di gravità e approfondimenti comportamentali.
- Integrazione fluida con Veeam ONE Threat Center fornisce analisi in tempo reale e visualizzazione delle minacce direttamente sui cruscotti di sicurezza.
- Regole di soppressione e risultati contestualizzati aiutano i team a effettuare il triage più rapidamente e a ridurre il sovraccarico di alert.
- Integrazione con Microsoft Sentinel correla le informazioni di Recon Scanner con segnali di minaccia più ampi per un rilevamento, un’investigazione e una risposta unificati.
- Raccolta di dati forensi dagli ambienti Veeam e mappatura dei risultati al framework MITRE ATT&CK, offrendo un contesto sulle minacce senza precedenti.
- Agente AI per l’analisi dei malware basata sull’intelligenza Veeam: l’analisi avanzata guidata dall’IA rileva, classifica e segnala automaticamente malware e attività sospette, fornendo informazioni operative e indicazioni per la remediation, garantendo che i ripristini siano affidabili e privi di contaminazioni.
- Controlli di sicurezza, identità e accesso di livello superiore: l’accesso con privilegi minimi e l’autenticazione centralizzata tramite SSO basato su SAML riducono l’esposizione e semplificano l’accesso sicuro.
- Immutable by Default: i backup sono immutabili per impostazione predefinita, in linea con le best practice per la protezione dai ransomware, proteggendo i punti di ripristino da modifiche non autorizzate.
- Integrazioni leader di settore per sicurezza e ITSM: integrazioni profonde con le principali piattaforme di sicurezza e operazioni IT – tra cui CrowdStrike, Palo Alto Networks, Splunk e ServiceNow – permettono di unificare rilevamento, investigazione e risposta.
Veeam Data Platform v13 rafforza le fondamenta di Veeam, offrendo copertura estesa dei carichi di lavoro e mobilità dei workload rapida, flessibile e affidabile – elementi fondamentali per l’adozione del cloud, il ripristino dai cyber-attacchi e la modernizzazione guidata dall’IA. Le principali innovazioni includono:
- Ripristino istantaneo su Microsoft Azure: vero ripristino istantaneo dei workload critici direttamente su Azure, consentendo un rapido ripristino in un ambiente “cleanroom” sicuro per convalidare la recuperabilità e ridurre al minimo i tempi di inattività.
- Copertura ampliata degli hypervisor: supporto per Scale Computing HyperCore
già disponibile, con ulteriori piattaforme in arrivo, tra cui HPE Morpheus VM Essentials, Citrix XenServer, XCP-ng e altre.
- Ulteriori novità previste per il 2026, tra cui:
- Supporto per OpenShift Virtualization: backup e ripristino nativi delle VM basati sull’host per Red Hat OpenShift Virtualization, ampliando il supporto già esistente tramite Veeam Kasten.
- Universal Hypervisor Integration API: un framework di integrazione senza precedenti che consente a qualsiasi vendor di hypervisor di integrarsi nativamente con le capacità di backup e ripristino di Veeam tramite un’API standardizzata, garantendo la futura compatibilità degli ambienti dei clienti con le nuove tecnologie di virtualizzazione.
Veeam Data Platform v13 amplia l’impegno di Veeam verso semplicità, apertura ed efficienza dei costi – offrendo alta disponibilità, gestione moderna e flessibilità di deployment senza appliance hardware proprietarie o architetture vincolanti. Le principali innovazioni includono:
- Veeam Software Appliance con alta disponibilità: appliance Linux preconfigurata, sicura e pronta all’uso, che si installa in pochi minuti, si aggiorna automaticamente, elimina l’onere della gestione del sistema operativo e ora supporta l’alta disponibilità per operazioni continue – tutto senza vincoli hardware, offrendo significativi risparmi rispetto alle appliance tradizionali dei competitor.
- Console Web Moderna: nuova interfaccia utente basata su browser e ospitata dal cliente, che semplifica la configurazione, riduce i requisiti infrastrutturali e rende più efficiente la gestione quotidiana, offrendo un’esperienza moderna e intuitiva.
“In Veeam, proteggere i dati dei nostri clienti non è solo una promessa: è la nostra missione,” ha dichiarato Anand Eswaran, CEO di Veeam Software. “Con Veeam Data Platform v13 stiamo ridefinendo lo standard per la resilienza dei dati. Offriamo alle organizzazioni l’intelligenza, l’automazione e la flessibilità necessarie per anticipare gli attacchi informatici, eliminare il lock-in e innovare senza timori. v13 rappresenta un momento cruciale per il futuro dei dati e della cyber resilienza, gettando anche le basi tecnologiche per il prossimo capitolo di Veeam: una piattaforma unificata di gestione dati e IA che integra protezione, sicurezza, governance e affidabilità dell’IA in un’unica esperienza intelligente.”
Disponibilità
Veeam Data Platform v13 è disponibile da subito attraverso la rete globale di partner autorizzati, rivenditori e distributori Veeam. Veeam Recon Scanner 3.0 è ora incluso in Veeam Data Platform Premium e sarà presto disponibile anche per i partner Veeam Cloud & Service Provider (VCSP). Per maggiori informazioni, visita www.veeam.com.
VeeamON Global Launch Virtual Event
Non perdere il VeeamON Global Launch Virtual Event il 19 novembre, dove Veeam Data Platform v13 e il nuovo Veeam Recon Scanner saranno mostrati in azione. Interagisci con i leader di Veeam, connettiti con esperti del settore e scopri come le organizzazioni possono raggiungere nuovi livelli di resilienza e sicurezza dei dati. Registrati gratuitamente su www.veeam.com/veeamon-global-launch.
Dichiarazioni e risorse a supporto
“Veeam Data Platform v13, con l’integrazione di Recon Scanner 3.0, trasforma radicalmente la sicurezza e la resilienza per i clienti, offrendo capacità avanzate di rilevamento e intelligence forense per anticipare le minacce informatiche. Questa potente combinazione consente alle organizzazioni di accelerare il ripristino grazie a backup “puliti” e automazione guidata dall’IA, garantendo continuità operativa e conformità. Per i partner, la nuova offerta rappresenta un’opportunità significativa, fornendo una soluzione leader di mercato, ad alto valore aggiunto, che semplifica il deployment e offre ai clienti la fiducia e la sicurezza necessarie nell’era digitale.” – Ron Westfall, Vice President, Infrastructure and Networking, HyperFRAME Research
“Veeam Data Platform v13 ci ha permesso di semplificare e centralizzare tutto. È pronta all’uso fin da subito, il che ha reso l’installazione estremamente semplice, e ha reso il nostro ambiente molto più facile da gestire. Per quanto riguarda la difesa informatica, dobbiamo essere impeccabili al 100%, perché agli attaccanti basta avere successo una sola volta. Il nuovo modello di deployment di Veeam ci aiuta a ottenere una sicurezza solida, ma allo stesso tempo fluida.” – Joe Moffitt, Principle Technical Architect, Darktrace
“La partnership tra Scale Computing e Veeam rappresenta più di una semplice integrazione: sta contribuendo a risolvere il problema delle interruzioni operative. Man mano che le organizzazioni si allontanano dagli hypervisor legacy, richiedono infrastrutture più semplici e autonome che non compromettano la resilienza. Insieme a Veeam, Scale Computing offre un’alternativa moderna che combina la piattaforma di virtualizzazione self-healing di Scale Computing con la protezione dei dati più affidabile del settore, permettendo ai team IT di riconquistare il controllo rispetto a complessità, costi e lock-in.” – Craig Theriac, Vice President of Product Management, Scale Computing
A proposito di Veeam Software
Veeam®, leader globale numero uno nel mercato della resilienza dei dati, ritiene che ogni azienda dovrebbe essere in grado di riprendersi rapidamente dopo una interruzione, con la certezza e il controllo di avere sempre accesso a tutti i propri dati, ovunque e in qualsiasi momento. Veeam definisce questo concetto resilienza radicale, e ci impegniamo costantemente a creare soluzioni innovative per aiutare i nostri clienti a raggiungerla.
Le soluzioni Veeam sono progettate appositamente per garantire la resilienza dei dati, offrendo backup, ripristino, portabilità, sicurezza e intelligence dei dati. Grazie a Veeam, i responsabili IT e della sicurezza possono dormire sonni tranquilli, sapendo che le loro applicazioni e i loro dati sono protetti e sempre disponibili, su cloud, ambienti virtuali, fisici, SaaS e Kubernetes.
Con sede a Seattle e uffici in oltre 30 Paesi, Veeam protegge più di 550.000 clienti in tutto il mondo, tra cui il 67% delle aziende Global 2000, che si affidano a Veeam per mantenere in funzione il loro business. La resilienza radicale inizia con Veeam. Scopri di più su www.veeam.com o segui Veeam su LinkedIn @veeam-software e X @veeam.
Per richieste media relative a Veeam, contattare: Veeam.PR.Global@veeam.com.
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Huawei presenta HarmonyOS e il nuovo laptop HM740. Microsoft Office a rischio?
Il 19 novembre Huawei ha presentato i nuovi sviluppi della linea HarmonyOS destinata al settore office, durante un incontro tecnico dedicato ai partner istituzionali e alle imprese. L’azienda ha confermato che i PC basati su HarmonyOS hanno raggiunto l’autonomia completa sull’intera catena di fornitura e ha introdotto due novità rilevanti: l’avvio della fase beta di HarmonyOS Enterprise Edition e l’imminente arrivo del laptop commerciale Huawei HM740.
L’evento, aperto dall’intervento di Zhu Dongdong, presidente della divisione Huawei dedicata a tablet e PC, ha evidenziato la volontà del gruppo di accelerare l’adozione del sistema operativo nel comparto professionale.
Secondo Zhu, il lavoro di sviluppo condotto negli ultimi anni ha permesso a Huawei di costruire una piattaforma competitiva su più livelli – hardware, sistema operativo ed ecosistema applicativo – con l’obiettivo di offrire soluzioni affidabili a enti pubblici e aziende.
HarmonyOS Enterprise Edition, basato su HarmonyOS 6, è stato progettato per rispondere alle esigenze tipiche degli ambienti governativi e corporate. Tra le principali funzionalità si segnala la presenza di due spazi digitali separati, uno professionale e uno personale, gestibili tramite un semplice gesto sullo schermo. L’isolamento fisico tra i due ambienti garantisce la protezione dei dati aziendali senza incidere sull’operatività quotidiana dei dipendenti. Il sistema introduce inoltre un meccanismo di distribuzione a latenza zero, che consente di automatizzare la configurazione dei dispositivi dal primo avvio, riducendo in modo significativo il carico delle attività IT.
Sul fronte dell’intelligenza artificiale, la piattaforma integra una versione avanzata dell’assistente Xiaoyi, che supporta funzioni dedicate al lavoro d’ufficio: annotazioni intelligenti, analisi guidate, gestione della conoscenza interna e assistenza alla produzione documentale. A questo si aggiungono le capacità di collaborazione distribuita tra dispositivi, già validate in ambito consumer, e la compatibilità con oltre un migliaio di periferiche, elemento utile per valorizzare le dotazioni già presenti nelle organizzazioni.
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Parallelamente, il nuovo laptop HM740 si prepara a entrare nel mercato come dispositivo pensato per contesti governativi e professionali. Il modello è frutto di un’integrazione profonda tra hardware e software, con ottimizzazioni dedicate al sistema HarmonyOS per garantire stabilità, sicurezza ed efficienza operativa.
Huawei sottolinea che queste soluzioni mirano a superare la tradizionale competizione basata sulle sole specifiche tecniche dei PC commerciali, puntando invece su un approccio integrato che combina sicurezza di sistema e funzioni intelligenti. L’azienda presenta questa direzione come una possibile ridefinizione del valore del PC professionale: non più soltanto uno strumento da ufficio, ma un componente strategico dei processi di digitalizzazione aziendale.
Secondo i dati condivisi nel corso dell’incontro, Huawei ha fornito servizi a oltre 10.000 imprese, accumulando più di 2.700 brevetti legati allo sviluppo di HarmonyOS. L’esperienza maturata in settori come pubblica amministrazione, finanza e manifattura ha contribuito alla definizione di soluzioni calibrate su esigenze reali, sostenute da cinque anni di ricerca e dal lavoro di oltre 10.000 ingegneri.
Con il lancio della versione enterprise del sistema operativo e l’arrivo del nuovo HM740, Huawei considera aperto un nuovo ciclo di evoluzione del mercato dei PC commerciali, basato su indipendenza tecnologica, collaborazione intelligente e un ecosistema in rapida espansione.
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Online-Verfahren im Zivilrecht: Digitalisierung in der Justiz benachteiligt Menschen
Perché c’è baruffa politica in Europa sull’intelligenza artificiale
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Che cosa prevede la proposta della Commissione Ue per semplificare le norme su startmag.it/innovazione/e-arti…
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Trump vende gli F35 all’Arabia Saudita, i timori di Israele
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Usa e Arabia Saudita siglano nuovi accordi e Trump dice sì alla vendita dei caccia F35 a Riad. Israele formalmente non si oppone ma teme la fine della sua superiorità aerea in Medio Oriente
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Bastian’s Night #452 November, 20th
Every Thursday of the week, Bastian’s Night is broadcast from 21:30 CEST (new time).
Bastian’s Night is a live talk show in German with lots of music, a weekly round-up of news from around the world, and a glimpse into the host’s crazy week in the pirate movement.
If you want to read more about @BastianBB: –> This way
Meta e Google sospendono la realizzazione di due cavi sottomarini a causa dell’instabilità nel Mar Rosso
Meta e Google sono state costrette a rinviare diversi importanti progetti di cavi internet sottomarini, tra cui 2Africa e Blue-Raman, nel corridoio del Mar Rosso attraverso il quale scorre il 20 percento del traffico internet globale, a causa dei maggiori rischi per la sicurezza.
Questo ritardo ha costretto le aziende a ricorrere ad alternative più costose e ha evidenziato come l’instabilità geopolitica minacci l’infrastruttura digitale globale.
La corsa alla costruzione di infrastrutture internet di nuova generazione ha incontrato un ostacolo importante su una delle rotte marittime più importanti al mondo. Meta e Google hanno confermato che il loro progetto strategico di cavo in fibra ottica attraverso il Mar Rosso è stato sospeso, principalmente a causa dell’escalation del conflitto e delle crescenti minacce alla sicurezza nella regione.
I progetti interessati includono:
- 2Africa (Meta): si tratta di un gigantesco sistema di cavi che attraversa il continente africano, collegando l’Africa con l’Europa e l’Asia. La costruzione della sezione meridionale del Mar Rosso non è attualmente fattibile.
- Blue-Raman (Google): Il sistema di cavi intercontinentali, la cui entrata in funzione era originariamente prevista per il 2024, è stato rinviato a data da destinarsi.
I conflitti geopolitici, tra cui segnalazioni di attacchi missilistici, hanno reso la regione troppo pericolosa per le navi posacavi e i loro equipaggi. Questa situazione ha costretto l’azienda a sospendere temporaneamente la costruzione di un progetto di cavi dati su larga scala.
Il Mar Rosso svolge un ruolo fondamentale nelle reti di comunicazione globali:
- Diventerà la rotta aerea più diretta ed economica tra Europa, Asia e Africa.
- L’Indonesia rappresenta circa un quinto del traffico Internet mondiale.
I danni ai cavi nella regione hanno avuto un impatto significativo, tra cui la deviazione del traffico in Africa, che ha portato a un aumento della latenza e a una riduzione della velocità di connessione.
Questo ritardo ha avuto un enorme impatto finanziario. Oltre a non essere in grado di monetizzare immediatamente miliardi di dollari di investimenti, Google e Meta hanno anche dovuto acquistare larghezza di banda da percorsi alternativi più lunghi, lenti e spesso più congestionati.
Nonostante la stasi dei lavori nel tratto del Mar Rosso, entrambe le società stanno proseguendo i loro progetti in aree sicure. Ad esempio:
- Google sta ancora costruendo un cavo per collegare il Togo all’Europa attraverso l’Oceano Atlantico.
- Meta continua a sviluppare una vasta rete volta a collegare i cinque continenti.
I ritardi dei progetti 2Africa e Blue-Raman evidenziano una nuova sfida che il mondo si trova ad affrontare: la forte dipendenza da regioni colpite da conflitti rende l’affidabilità della rete Internet globale altamente sensibile alle situazioni politiche. Finché il segmento del cavo sottomarino del Mar Rosso non sarà installato in sicurezza, la stabilità della rete internazionale rimarrà fragile.
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Che la caccia abbia inizio! Il bug critico su 7-Zip mette milioni di utenti a rischio
Milioni di utenti sono esposti al rischio di infezioni da malware e compromissione del sistema a causa dello sfruttamento attivo da parte degli hacker di una vulnerabilità critica di esecuzione di codice remoto (RCE) nel noto software di archiviazione 7-Zip.
Svelata ad ottobre 2025, questa vulnerabilità ha un punteggio CVSS v3 pari a 7,0, ed evidenzia una gravità di sfruttamento locale, ma su larga scala senza richiedere privilegi elevati.
Nello specifico, il CVE-2025-11001, è un bug di sicurezza che coinvolge la gestione non corretta dei collegamenti simbolici all’interno degli archivi ZIP. Ciò permette agli aggressori di eseguire codice a loro scelta sui sistemi deboli, navigando attraverso le directory.
Il 18 novembre 2025, l’NHS England Digital del Regno Unitoha emesso un avviso urgente , confermando lo sfruttamento attivo del bug CVE-2025-11001 e sollecitando aggiornamenti immediati per mitigare i rischi.
La vulnerabilità è stata scoperta da Ryota Shiga di GMO Flatt Security Inc., in collaborazione con il loro strumento AppSec Auditor basato sull’intelligenza artificiale, e segnalata tempestivamente agli sviluppatori di 7-Zip.
Gli esperti di sicurezza della Zero Day Initiative (ZDI) di Trend Micro hanno reso noti i dettagli su come un attaccante potrebbe utilizzare questa vulnerabilità per eludere le restrizioni degli ambienti sandbox, aumentando notevolmente il rischio soprattutto nell’ambito dell’elaborazione automatizzata dei file nelle aziende.
Questo patch traversal, può consentire agli aggressori di sovrascrivere file di sistema critici o di iniettare payload dannosi, portando all’esecuzione completa del codice nel contesto dell’account utente o di servizio che esegue l’applicazione.
E’ stato anche reso pubblico un exploit proof-of-concept (PoC) , che dimostra come un file ZIP dannoso possa abusare della gestione dei collegamenti simbolici per facilitare scritture di file arbitrarie e, in determinati scenari, indirizzare l’RCE.
Il recente PoC ha ridotto la soglia di accesso per gli aggressori, incrementando così il numero degli attacchi effettivi rilevati. Basti pensare che lo sfruttamento della vulnerabilità richiede un’interazione minima da parte dell’utente: semplicemente, l’apertura o l’estrazione di un archivio insidioso è sufficiente a scatenare l’attacco, meccanismo spesso sfruttato nelle operazioni di phishing e nei download drive-by.
Gli autori delle minacce potrebbero utilizzare questo RCE per distribuire ransomware, rubare dati sensibili o creare backdoor persistenti, amplificando il pericolo negli attacchi alla supply chain in cui gli archivi compromessi si diffondono tramite e-mail o unità condivise.
Per scongiurare tale rischio, è necessario che gli utenti e le organizzazioni provvedano ad aggiornare 7-Zip alla versione 25.00 o superiore, reperibile sul sito ufficiale, il quale adotta una canonizzazione dei percorsi più stringente al fine di impedire tentativi di attraversamento.
La nuova patch risolvono due bug, sia il CVE-2025-11001 che il CVE-2025-11002. Sono coinvolte tutte le edizioni di Windows che hanno installato 7-Zip in versione precedente alla 25.00, mentre non sono stati riportati effetti su Linux o macOS.
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Google lancia Gemini 3, il modello di intelligenza artificiale più avanzato
Google ha annunciato il lancio di Gemini 3, la nuova generazione del suo modello di punta di intelligenza artificiale, che l’azienda sta integrando nella ricerca, nell’app Gemini, nei servizi cloud e negli strumenti per sviluppatori. Il management di Google definisce Gemini 3 il modello più intelligente della sua gamma e il prossimo passo verso l’intelligenza artificiale generale (AGI).
Quasi due anni fa, l’azienda ha lanciato la cosiddetta era Gemini e da allora la portata dell’adozione dell’intelligenza artificiale è cresciuta in modo significativo. Secondo Google, la modalità Panoramica AI nella ricerca raggiunge ora circa 2 miliardi di utenti al mese, l’app Gemini sta raggiungendo 650 milioni di utenti attivi al mese, oltre il 70% dei clienti di Google Cloud utilizza già i servizi di intelligenza artificiale dell’azienda e circa 13 milioni di sviluppatori hanno lavorato con modelli generativi.
Risultati entusiasmanti dai test della community AI
Ogni generazione della famiglia Gemini si è basata sulla precedente. La prima versione ha introdotto il supporto per lavorare con vari tipi di dati e contesti estesi, la seconda ha gettato le basi per le cosiddette funzionalità basate su agenti e ha migliorato le capacità di ragionamento del modello, e Gemini 2.5 ha mantenuto il primo posto nella popolare classifica LMArena per diversi mesi. Ora, Gemini 3 combina questi progressi in un unico core e si prevede che comprenderà meglio le query complesse degli utenti, considererà il contesto e l’intento e, in generale, agirà come un conversatore digitale più attento.
Google afferma che Gemini 3 Pro raggiunge risultati record in numerosi benchmark di settore per logica, matematica ed elaborazione dei dati, superando significativamente la generazione precedente, la 2.5 Pro.
In test come GPQA Diamond e Humanity’s Last Exam, il modello dimostra capacità di ragionamento paragonabili a quelle di livello esperto e, in set di problemi matematici specializzati, raggiunge nuovi livelli per i modelli di frontiera. L’azienda sottolinea anche i suoi progressi nei test multimodali, che considerano simultaneamente testo, immagini e video.
Gli sviluppatori mettono l’accento non solo sui “numeri in una tabella”, ma anche sul comportamento del modello in una tipica conversazione. Google afferma che Gemini 3 si impegna a fornire risposte brevi e pertinenti, evitando complimenti vuoti e cliché, e puntando invece a fornire risposte oneste e utili che aiutino a comprendere l’argomento o a vedere il problema da una nuova prospettiva.
Un modello progettato da Zero
Una delle caratteristiche principali di Gemini 3 è legata all’apprendimento. Il modello è stato progettato fin da zero come multimodale: può elaborare simultaneamente testo, immagini, video, audio e codice, e la sua finestra di contesto da un milione di token gli consente di gestire set di dati estremamente lunghi.
Google cita esempi di come Gemini 3 “decifra” vecchie ricette scritte a mano, le traduce da diverse lingue e le compila in un ricettario di famiglia, trasforma articoli scientifici e lezioni lunghe ore in appunti e flashcard interattivi e analizza video di allenamenti sportivi, evidenziando errori comuni e suggerendo un piano di allenamento.
Il secondo principale ambito di applicazione è lo sviluppo software. Gemini 3 si posiziona come il miglior modello di Google fino ad oggi per il cosiddetto vibe coding, in cui lo sviluppatore descrive ciò che vuole ottenere e l’intelligenza artificiale si occupa di una parte significativa della programmazione di routine e dell’assemblaggio dell’interfaccia. Secondo l’azienda, Gemini 3 è in cima a classifiche come WebDev Arena ed è significativamente migliore dei suoi predecessori nella gestione di attività che richiedono non solo la scrittura di codice, ma anche il corretto utilizzo di strumenti, del terminale e delle API esterne.
Un ambiente “multimodale” completo
In concomitanza con il lancio di Gemini 3, Google ha presentato la sua nuova piattaforma, Google Antigravity. Questo ambiente di sviluppo basato su agenti eleva l’intelligenza artificiale dalla “chat laterale” al primo piano, consentendole di accedere direttamente all’editor di codice, al terminale e al browser integrato.
L’agent può pianificare il lavoro, suddividere le attività in fasi, eseguire più processi in parallelo, testare e convalidare il proprio codice e lasciare artefatti dettagliati come piani, log e screenshot in modo che gli utenti possano vedere esattamente cosa ha fatto il sistema. Antigravity utilizza non solo Gemini 3 Pro, ma anche il modello specializzato Gemini 2.5 Computer Use per la gestione del browser, nonché il motore proprietario Nano Banana per la generazione e l’editing delle immagini.
Per i compiti più complessi, Google sta sviluppando una modalità Gemini 3 Deep Think dedicata. L’azienda afferma che è ancora più efficace nel gestire problemi non convenzionali che richiedono ragionamento e ricerca di soluzioni in assenza di una risposta corretta ovvia. Deep Think è attualmente sottoposto a ulteriori test di sicurezza ed è disponibile per un numero limitato di tester. In seguito sarà disponibile per gli abbonati a Google AI Ultra.
Una sezione separata dell’annuncio è dedicata alla sicurezza. Google afferma che Gemini 3 è stato sottoposto a test più approfonditi tra tutti i suoi modelli, rendendolo più resiliente ai solleciti malevoli, meno soggetto a induzioni da parte degli utenti e più protetto da scenari come gli attacchi informatici automatizzati. Per valutare i rischi, Google ha coinvolto non solo i propri team, ma anche esperti esterni, tra cui agenzie governative britanniche competenti e società indipendenti che hanno sottoposto a revisione il modello.
Gemini 3 è già in fase di distribuzione
Il modello è disponibile nell’app Gemini, in modalità AI nella ricerca per gli abbonati a pagamento di Google AI Pro e Ultra, negli strumenti di sviluppo dell’API Gemini in AI Studio e nell’utilità di comando Gemini CLI. Per i clienti aziendali, sarà disponibile tramite Vertex AI e il pacchetto Gemini Enterprise. Alcune funzionalità dell’agente, come Gemini Agent per la posta elettronica, sono già disponibili in prova per gli utenti con abbonamenti avanzati, mentre le funzionalità Deep Think verranno aggiunte gradualmente al completamento dei test.
Google ora ha dalla sua non solo nuovi record di benchmark, ma anche una dimensione più ampia: l’azienda implementerà immediatamente il modello nella ricerca e nei prodotti chiave, dove conta miliardi di utenti. La domanda è quanto sarà utile questo aggiornamento per le persone comuni e gli sviluppatori, e quanto velocemente Gemini 3 potrà trasformarsi da una spettacolare dimostrazione di capacità di intelligenza artificiale in uno strumento di lavoro davvero indispensabile.
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Python verso Rust: un futuro più sicuro per il linguaggio di programmazione
Due sviluppatori CPython hanno proposto di aggiungere il linguaggio di programmazione Rust al codice Python. Emma Smith e un suo collega hanno pubblicato una proposta preliminare di miglioramento di Python (Pre-PEP) che giustifica la necessità di questo passaggio. Attualmente, Rust è previsto per essere utilizzato solo per la scrittura di moduli di estensione opzionali, ma in futuro potrebbe diventare una dipendenza obbligatoria.
Il motivo principale per l’adozione di Rust è migliorare la sicurezza della memoria. Il linguaggio previene intere classi di errori a livello di compilazione: accessi fuori dai limiti degli array, accessi alla memoria liberata e conflitti di dati nel codice multithread.
Questo è particolarmente rilevante per Python, che utilizza thread liberi, dove la sicurezza dei thread è fondamentale. Il progetto RustBelt ha persino dimostrato formalmente la correttezza delle garanzie di sicurezza di Rust per il codice privo di costrutti non sicuri.
CPython riscontra regolarmente bug dovuti a una gestione impropria della memoria. Gli autori della proposta ritengono che Rust ridurrà radicalmente tali problemi. Anche se una parte del codice dovesse rimanere non sicura a causa delle interazioni con l’API C, la logica di base dei moduli sarà scritta in Rust, un linguaggio sicuro.
Rust è già attivamente utilizzato da grandi progetti C e C++. Il kernel Linux , Android , Firefox e molti altri sistemi stanno adottando il linguaggio per migliorarne l’affidabilità.
Google ha già segnalato risultati positivi dall’implementazione di Rust in Android. È interessante notare che dal 25% al 33% delle nuove estensioni Python sono scritte in Rust: l’integrazione del linguaggio in CPython potrebbe ulteriormente stimolare questa tendenza.
Oltre alla sicurezza, Rust offre strutture dati ad alte prestazioni provenienti dalla libreria standard . Vettori, tabelle hash e mutex sono tutti implementati con zero overhead e sono ben documentati.
Il sistema di macro di Rust è superiore alle macro del C: le macro dichiarative sono più pulite e non catturano accidentalmente le variabili, mentre le macro procedurali consentono potenti trasformazioni del codice. La libreria PyO3 fa ampio uso di macro procedurali per semplificare l’utilizzo dell’API Python.
Gli sviluppatori hanno già creato un prototipo di modulo _base64che dimostra i miglioramenti delle prestazioni ottenuti utilizzando Rust.
L’integrazione richiederà un nuovo crate cpython-syscon definizioni API C FFI. I binding vengono generati utilizzando bindgen, lo strumento ufficiale di Rust utilizzato anche nei progetti Linux e Android. Cargo può fornire dipendenze pronte all’uso, quindi non è necessario scaricare i pacchetti durante la compilazione.
Rust supporta tutte le piattaforme specificate in PEP 11 e successive. Tutte le piattaforme Python di livello 1 corrispondono alle piattaforme Rust di livello 1 o 2, con un set completo di strumenti di sviluppo. La compilazione incrociata è facile da configurare: basta impostare la destinazione desiderata e specificare il linker.
Gli autori hanno abbandonato l’idea di utilizzare la libreria PyO3 esistente all’interno di CPython. Ciò avrebbe creato un ulteriore livello di astrazione e rallentato lo sviluppo: ogni nuova API sarebbe stata prima aggiunta a PyO3, quindi aggiornata in CPython. Con bindgen, le nuove API sono disponibili automaticamente.
C’è un problema di dipendenza: il compilatore Rust usa Python per il bootstrap. Ma ci sono soluzioni. È possibile compilare una versione precedente di Python, poi Rust, quindi il nuovo CPython. Gli script di bootstrap di Rust sono persino compatibili con Python 2, quindi il problema è risolvibile. Le alternative sono usare PyPy o fare in modo che Rust si dissoci da Python durante il processo di compilazione.
Sono disponibili risorse di formazione per gli attuali sviluppatori CPython. Il Rust Book offre un’introduzione completa al linguaggio, oltre a Rust per programmatori C++ e materiali di formazione ufficiali.
Sono in corso i piani per creare un team di esperti Rust e aggiungere un tutorial alla devguide. Lavorare con gli argomenti delle funzioni potrebbe richiedere l’adattamento di Argument Clinic o la creazione di una macro procedurale in Rust.
L'articolo Python verso Rust: un futuro più sicuro per il linguaggio di programmazione proviene da Red Hot Cyber.
Amiga? Arduino? AMeagerBall Gets the Uno Bouncing
When the iconic “Boing Ball” first debuted 40 years ago, it was a wonder to behold. There was nothing like it in the home compuing world upto that time, and it showed that Commodore’s new “Amiga” was a powerhouse sure to last the test of time. Forty years later, the Amiga as we knew it then might not be with us anymore, but [Mark Wilson] is recreating its iconic demo on a microcontroller– but not just any microcontroller. “AMeagerBall” is an Arduino Uno exclusive, and it even tells the time.
Like the original “Boing Ball”, the demo is running at 320×240, though on a touch LCD shield instead of a CRT. Unlike some microcontrollers, the Uno doesn’t have the horsepower to just brute-force emulate a 1980s home computer, so [Mark] has had to recreate the boing ball from scratch. He’s not doing it with any graphics libraries, either. On the Uno that would be too slow, so [Mark] is driving the LCD directly to its appropriate registers, to stay close enough to the metal to make it work. That means if you’re going to try the code on his GitHub repository, you’ll need to be sure to use matching hardware or be prepared to port it.
One of the things about Amiga’s demo that was so impressive is that it hardly made use of the CPU, allowing the Workbench to be pulled up while the ball bounced. That’s not the case here, as the UNO doesn’t have any extra graphics chips. Still, [Mark] was able to squeeze enough horsepower out of everyone’s favourite ATmega to present us with an Amiga-styled clock– either analog, digital, or in the workbench title bar in that iconic blue-and-white. To keep the clock accurate, he’s squeezed an RTC module in, too. Lovely! The different clocks can be accessed via the touchscreen.
Oh, did we forget to mention that the touchscreen is implemented? This certainly stretches the hardware far enough to be considered a demo. If just a bouncing ball doesn’t work the UNO hard enough for you, try booting Linux.
This isn’t the first bouncing ball demo we’ve seen on a microcontroller: here are four of them bouncing in an ATtiny85.
youtube.com/embed/Nls-YfQCngo?…
Browser Fingerprinting and Why VPNs Won’t Make You Anonymous
Amidst the glossy marketing for VPN services, it can be tempting to believe that the moment you flick on the VPN connection you can browse the internet with full privacy. Unfortunately this is quite far from the truth, as interacting with internet services like websites leaves a significant fingerprint. In a study by [RTINGS.com] this browser fingerprinting was investigated in detail, showing just how easy it is to uniquely identify a visitor across the 83 laptops used in the study.
As summarized in the related video (also embedded below), the start of the study involved the Am I Unique? website which provides you with an overview of your browser fingerprint. With over 4.5 million fingerprints in their database as of writing, even using Edge on Windows 10 marks you as unique, which is telling.
In the study multiple VPN services were used, each of which resulted in exactly the same fingerprint hash. This is based on properties retrieved from the browser, via JavaScript and other capabilities exposed by the browser, including WebGL and HTML5 Canvas.
Next in the experiment the set of properties used was restricted to those that are more deterministic, removing items such as state of battery charge, and creating a set of 28 properties. This still left all 83 work laptops at the [RTINGS.com] office with a unique fingerprint, which is somewhat amazing for a single Canadian office environment since they should all use roughly the same OS and browser configuration.
As for ways to reduce your uniqueness, browsers like Brave try to mix up some of these parameters used for fingerprinting, but with Brave being fairly rare the use of this browser by itself makes for a pretty unique identifier. Ultimately being truly anonymous on the internet is pretty hard, and thus VPNs are mostly helpful for getting around region blocks for streaming services, not for obtaining more privacy.
youtube.com/embed/pJOpHSPkWMo?…
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Possibly-Smallest ESP32 Board Uses Smallest-Footprint Parts
Whenever there’s a superlative involved, you know that degree of optimization has to leave something else on the table. In the case of [PegorK]’s f32, the smallest ESP32 dev board we’ve seen, the cost of miniaturization is GPIO.
There’s only one GPIO pin broken out, and it’s pre-wired to an LED. That’s the bad news, and depending on what you want an ESP32 for, it might not phase you at all. What is impressive here, if not the number of I/O pins, is the size of the board: at 9.85 mm x 8.45 mm barely overhangs the USB-C socket that takes up one side of the board.Pegor provides this helpful image in the readme so you know what you’re getting into with the 01005 resistors.
In order to get the ESP32-C3FH4 onto such a tiny board, all of the other support hardware had to be the smallest possible sizes– including resistors in 01005. If you don’t speak SMD, one could read that number code as “oh god too small” — at 0.4 mm x 0.2 mm it’s as minuscule as you’ll find– and [Pegor] hand soldered them.
OK, he did use a hot plate for the final step, but he did tin the pads manually with a soldering iron, which is still impressive. Most of us probably would have taken PCBWay up on their offer of assembly services, but not [Pegor]. Apparently part of the reason for this project was that he was looking for an excuse to use the really small footprint components.
Aside from leaving out GPIO and needing too-small SMD components, [Pegor] admits that pesky little details like antenna matching circuits and decoupling capacitors had to get cut to make the tiny footprint, so this board might be more of a stunt than anything practical. So what can you do with the smallest ESP32 board? Well, [Pegor] put up a basic web interface up to get you started blinking the built-in LED; after that, it’s up to you. Perhaps you might fancy a teeny-tiny minecraft server? If you can stand to increase the volume a little bit, we’ve seen how to hack a C3 for much better wifi performance.
Thanks to [Pegor] for the tip, and remember– submit your projects, big or small, we read ’em all!
Finanza contro economia
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/finanza…
Amintore Fanfani con la Legge 28/02/1949 “Provvedimenti per incrementare l’occupazione operaia…”, poi detta “Piano Casa”, si inimicò la finanza internazionale (USA) perché osò indirizzare verso l’economia reale (e ci fu il boom) le risorse finanziarie del piano Marshall. Wall Street avrebbe voluto che
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Partito Dem: il caso della strage in carcere non può concludersi impunito
La Commissione legale e per i diritti umani del partito DEM ha condannato la gestione del caso del massacro in carcere del 19 dicembre e ha affermato che l’impunità è un risultato inaccettabile. L’operazione condotta il 19 dicembre 2000, pubblicizzata come operazione “Ritorno alla Vita”, ebbe un esito grave e devastante. Persone che lo Stato era tenuto a proteggere furono uccise e ferite. Trentadue persone persero la vita, tra cui due membri delle forze di sicurezza che avevano preso parte all’operazione, e centinaia rimasero gravemente ferite.
Successivi esami forensi hanno stabilito che tutti i decessi causati da ferite da arma da fuoco, compresi quelli degli agenti di sicurezza, erano dovuti ad armi utilizzate dal personale statale. I rapporti hanno confermato che non sono stati sparati colpi dall’interno verso l’esterno. Le armi che hanno causato le morti erano armi da fuoco militari ad alta energia cinetica, armi estremamente potenti e a canna lunga.
I metodi utilizzati nel reparto femminile erano pura barbarie. Vennero aperti dei buchi nel tetto e materiale incendiario fu lanciato nei dormitori. Agenti incendiari a base chimica, proibiti all’uso in spazi chiusi, furono rilasciati in grandi quantità provocando l’incendio dei reparti e rendendo impossibile respirare alle prigioniere. Quando le detenute, rendendosi conto che sarebbero state uccise, tentarono di raggiungere il cortile, furono colpite anche lì. Sei persone persero la vita in questo attacco.
Nonostante le istanze e le denunce presentate, furono avviati procedimenti contro le vittime, mentre non fu concessa alcuna autorizzazione a procedere contro gli agenti coinvolti nell’operazione. L’indagine fu deliberatamente protratta fino al 2010.
Quell’anno furono infine presentate accuse contro 37 coscritti, ma non contro alcun ufficiale di grado superiore. L’avvio tardivo del procedimento contro coloro che avevano comandato l’operazione non ne alterò l’esito. Il tribunale respinse le richieste di audizione personale degli imputati e di deposizione di persona di vittime e testimoni. Le dichiarazioni sono rimaste incomplete per anni. La mancata presentazione dei documenti e delle informazioni richiesti dal tribunale ha intenzionalmente prolungato il processo per molti anni. Alla fine il caso è stato archiviato per prescrizione.
Tuttavia, secondo la giurisprudenza consolidata della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), la prescrizione non può essere invocata quando i ritardi sono causati dalle autorità giudiziarie o dai funzionari statali. I crimini che possono essere considerati crimini contro l’umanità non possono essere conclusi impunemente, poiché ciò viola sia la legge sia i principi normativi fondamentali che sostengono i diritti umani.
Per queste ragioni, la CEDU ha stabilito il 15 novembre 2016,nel caso Hamdemir e altri contro la Turchia, che la forza e i metodi utilizzati nel carcere di Bayrampaşa erano sproporzionati e che il diritto alla vita era stato violato. Inoltre, lo Stato non aveva rispettato le Regole minime standard delle Nazioni Unite per il trattamento dei detenuti, di cui è parte.
La perdita di diritti causata dalle politiche carcerarie dello Stato e il fatto che un altro massacro abbia portato all’impunità sono inaccettabili. Respingiamo l’archiviazione dell’ultimo caso riguardante le operazioni simultanee condotte in 20 carceri, il caso del raid nel carcere di Bayrampaşa, attraverso l’applicazione della prescrizione e il conseguente esito di impunità.”
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La pace come dovere: prime note in calce alla Critica della ragione bellica
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/la-pace…
I vostri primi doveri, primi non per tempo ma per importanza e perché senza intendere quelli non potete compiere se non imperfettamente gli altri,
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Build a Stranger Things Wall You Can Freak Out At In Your Own Home
When Stranger Things premiered in 2016, it was a cultural force. Foreign DJs gushed over the lush 80s soundtrack, fashionistas loved the clothing, and the world became obsessed with the idea of using Christmas lights to communicate across material planes. [kyjohnso] has recreated that experience with the technology of today.
If you haven’t watched the show — Joyce Byers is trying to communicate with her son Will, who just so happens to be stuck in another plane of existence called the Upside Down. She screams questions at her living room wall, upon which hangs a series of Christmas lights, marked with the letters A to Z. Will is able to communicate back by causing the lights to flash, one letter at a time.
This build works a little differently. You basically type a message into a terminal on a Raspberry Pi, and it gets sent to a large language model—namely, the Claude API. The response from Claude (or Will Byers, if you’re imagining) is then flashed out on a WS2812B set of LED Christmas lights on the wall. [kyjohnso] added dramatic pauses whenever there’s a space in the output, somewhat replicating the dramatic elements of the show itself. Files are on GitHub for the spooky and curious.
It’s a neat build that would be a hit at any Halloween party. We can’t imagine how much more immersive it would be if paired with a speech-to-text engine so you could actually scream at the thing like a distraught Midwestern parent who has just lost her youngest child. It’s all about committing to the bit; if you build such a thing, don’t hesitate to notify the tipsline!
Whatsapp: rilevata vulnerabilità crittografica globale
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Un silenzio digitale ha avvolto per mesi i server di WhatsApp (che non si sono opposti allo sfruttamento), un vuoto di sicurezza che ha permesso a un gruppo di ricerca dell’Università di Vienna di condurre quello che può essere definito un censimento globale dell’intera piattaforma. Tra dicembre 2024 e
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Oggi vi presento la sister!
Piccolo spazio promozionale pre-natalizio per un'artista indipendente e attivista LGBTQ+ (ma per niente "social"... anche se le dico sempre che sul Fediverso si troverebbe bene...)
Cinzia è attrice e speaker/voiceover artist e ha uno shop di prodotti parlanti!
Su PrintedVOICE trovate magliette, felpe, shopper, tazze, borracce... su ognuna delle quali c'è un QR che rimanda a una clip con la sua voce.
I design sono ispirati al contenuto delle clip: le frasi più emozionanti della letteratura italiana, inglese (in inglese) e non solo (ci sono anche il francese e il latino!).
Nelle foto potete vedere qualche esempio interessante... ma vi consiglio di esplorare il sito e provare le combinazioni di colori che preferite!
Qui invece trovate un esempio delle clip che si apriranno inquadrando il QR!
E... vi consiglio di approfittare degli sconti di novembre / black friday: fino a domenica c'è il 20% di sconto, mentre il 28-29 ci sarà uno sconto speciale del 25% su ordini a partire da 70 €
Ricondivisioni molto gradite... Grazie!
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Regno Unito, Laburisti a tutta destra
Regno Unito, Laburisti a tutta destra
Il Partito Laburista britannico sotto la guida del primo ministro, Keir Starmer, sta procedendo a passo spedito verso la trasformazione in un soggetto di (estrema) destra, liquidando anche formalmente riferimenti e principi di carattere progressista.www.altrenotizie.org
Chatbot roleplay and image generator platform SecretDesires.ai left cloud storage containers of nearly two million of images and videos exposed, including photos and full names of women from social media, at their workplaces, graduating from universities, taking selfies on vacation, and more.#AI #AIPorn #Deepfakes #chatbots
We talk the terrible format of the latest Epstein dump; how a contractor is hiring randos on LinkedIn to physically track immigrants for $300; and a new code of conduct in the adult industry.#Podcast
Druetti-Marro (Possibile): Cannabis, il Senato blocca l’esame del DDL di iniziativa popolare in violazione del proprio regolamento. Conferenza stampa il 20 novembre, ore 16.00 – Sala Nassirya
Il 20 novembre alle ore 16.00, presso la Sala Nassirya del Senato, si terrà la conferenza stampa “Io Coltivo: che fine ha fatto la proposta di legge popolare?” dedicata al Disegno di Legge di iniziativa popolare S.1317 – “Depenalizzazione della coltivazione per uso personale e in forma associata della cannabis”, promosso da Meglio Legale, Associazione Coscioni, Forum Droghe e con il sostegno di oltre 70 organizzazioni.
A quasi un anno dal deposito della proposta, sostenuta da 54.000 firme, e a dieci mesi dalla sua assegnazione alle Commissioni Giustizia, Sanità e Lavoro, il Senato non ha ancora avviato l’esame del testo, violando apertamente l’Art. 74 del Regolamento.
Una mancata discussione che svilisce e di fatto denigra lo strumento della proposta di legge di iniziativa popolare, previsto dalla Costituzione per garantire ai cittadini un canale diretto di partecipazione democratica.
“Siamo da anni al fianco della battaglia per la legalizzazione della cannabis e siamo al fianco di Meglio Legale”, dichiara la Segretaria di Possibile Francesca Druetti, “con la convinzione che sia urgente e necessario togliere il mercato della cannabis dalle mani della criminalità organizzata, separarlo da quello delle droghe pesanti, trovare risorse per le casse dello Stato che possono essere investite in una corretta informazione sulle droghe e sulla sanità pubblica. Che il Parlamento non voglia nemmeno discutere una proposta firmata e condivisa da decine di migliaia di persone è un danno che la maggioranza fa non solo a noi, ma alla qualità del rapporto tra istituzioni e cittadinanza”.
In quest’ottica, Druetti ha partecipato alla Controconferenza nazionale sulle Droghe a Roma insieme alla Consigliera Regionale del Piemonte Giulia Marro, che aggiunge: “La Controconferenza è stato un luogo di confronto serio e necessario in un momento in cui le politiche governative procedono a colpi di “tolleranza zero”, senza risultati e senza ascolto.
È emerso con chiarezza quanto queste scelte – dalle oscillazioni continue sulla canapa agli interventi punitivi sulle sostanze – stiano producendo solo danni: non diminuisce l’uso, non si riduce la circolazione delle droghe, che anzi oggi sono più varie e più diffuse che mai.
Si continua a combattere battaglie simboliche, inseguendo un nemico immaginario, invece di confrontarsi con ciò che cinquant’anni di studi e pratiche ci insegnano: la repressione non funziona. Funzionano l’informazione corretta, la comunicazione trasparente, la riduzione del danno, il coinvolgimento delle persone e delle associazioni di consumatori.
Per questo considero grave che il Senato non abbia ancora avviato l’esame del DDL di iniziativa popolare sulla coltivazione domestica.
Rispettare la volontà di migliaia di cittadine e cittadini è un obbligo democratico. Continuare a rinviare la discussione significa lasciare spazio a politiche inefficaci e punitive, mentre avremmo bisogno di responsabilità, dati e prevenzione”.
Interverranno:
Antonella Soldo, presidente Meglio Legale e vicesegretaria +Europa
Marco Perduca, Associazione Luca Coscioni
Francesca Druetti, segretaria Possibile
Leonardo Fiorentini, Forum Droghe
Mattia Cusani, Canapa Sativa Italia
Denise Amerini, CGIL
Parlamentari, rappresentanti istituzionali, stampa e organizzazioni sono invitati a partecipare.
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Basta tagli: al presidio AVS contro i tagli agli enti locali
Oggi in piazza a Roma insieme a tanti amministratori e amministratrici da tutta Italia per partecipare al presidio organizzato da Alleanza Verdi e Sinistra che denuncia i tagli agli enti locali fatti dal governo Meloni.
139,5 milioni su 140 tagliati al fondo per la messa in sicurezza di scuole, strade ed edifici pubblici.
100 milioni su 200 tagliati ai fondi contro il dissesto idrogeologico.
400 milioni su 400 di taglio ai fondi per gli interventi di sviluppo sostenibile.
29,9 milioni su 30 tagliati a opere per la messa in sicurezza di edifici e strutture pubbliche.
Soldi, tantissimi soldi, tolti all’edilizia scolastica, agli edifici pubblici, al contrasto al dissesto idrogeologico, all’edilizia pubblica.
Tagli che significano la cancellazione o riduzione di servizi essenziali, di politiche per la casa, di interventi sull’efficientamento energetico, della messa in sicurezza di infrastrutture e territorio. In un paese in cui milioni persone vivono in aree a rischio idrogeologico, in cui l’emergenza abitativa dovrebbe essere in cima alle priorità di qualunque governo. Tagli che investono fondi in gran parte destinati al Mezzogiorno e alle Aree interne.
In un paese in cui l’astensionismo alle urne è un dato allarmante, il governo decide tagli che vanno a depotenziare le amministrazioni comunali, le istituzioni più vicine ai cittadini e alle cittadine, quelle che dovrebbero poter garantire servizi essenziali nella vita quotidiana delle persone, che dovrebbero essere la fondazione del rapporto tra cittadinanza e chi in sua rappresentanza amministra la cosa pubblica. Se i Comuni non hanno i mezzi per erogare questi servizi, si incrina ulteriormente la fiducia tra cittadinanza e istituzioni, si infierisce su chi è più fragile, aumentando ulteriormente le disuguaglianze, si mina la tenuta delle città e dei territori di fronte alla crisi economica, sociale, climatica.
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Ahmad Salem libero: la mobilitazione per la Palestina non è reato
Ahmad Salem è un nome che alla maggior parte di noi non dice niente, ed è questo il problema.
Salem è un ragazzo palestinese, da sei mesi detenuto in regime di alta sicurezza in un carcere della nostra regione per aver denunciato il genocidio che il suo popolo stava e sta subendo per mano di Israele.
Durante l’iter per ottenere asilo politico in Italia il suo telefono è stato sequestrato e perquisito: spezzoni decontestualizzati di un video in cui invita la società civile a mobilitarsi per la Palestina sono bastati per accusarlo di “propaganda jihadista”.
Altri filmati presenti sul suo cellulare sono considerati dall’accusa “video istruttivi” di matrice terroristica. I filmati — diffusi in passato dalle principali testate giornalistiche italiane — non contengono però effettive indicazione tecniche o di addestramento.
I reati contestati a Salem — istigazione a delinquere e autoaddestramento con finalità di terrorismo — sono stati introdotti dal DDL Sicurezza, cardine della repressione del dissenso che è l’unico tratto distintivo del governo Meloni. Un provvedimento che, tramite l’introduzione di nuovi reati e l’inasprimento di pene, aggravanti e sanzioni, limita diritti e libertà fondamentali.
Salem ora va sostenuto, come lui ha tentato di fare col popolo palestinese. Dobbiamo diventare la sua voce, amplificare la sua rabbia e aggiungerci la nostra verso un governo sempre più securitario e criminalizzante.
Raccogliendo l’appello delle attiviste e degli attivisti, come @vincenzo23fullone, vi invitiamo a spezzare l’indifferenza che circonda la detenzione di Salem.
Il 21 novembre è stato organizzato un presidio di solidarietà davanti al Tribunale de L’Aquila per altri tre giovani palestinesi — Ahmad, Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh — accusati di terrorismo, in cui manifestare anche la solidarietà ad Ahmad Salem.
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FLOSS Weekly Episode 855: Get in the Minecart, Loser!
This week Jonathan chats with Kevin, Colin, and Curtis about Cataclysm: Dark Days Ahead! It’s a rogue-like post-apocalyptic survival game that you can play in the terminal, over SSH if you really want to! Part of the story is a Kickstarter that resulted in a graphics tile-set. And then there’s the mods!
youtube.com/embed/XzS8cOnVFgg?…
Did you know you can watch the live recording of the show right on our YouTube Channel? Have someone you’d like us to interview? Let us know, or have the guest contact us! Take a look at the schedule here.
play.libsyn.com/embed/episode/…
Direct Download in DRM-free MP3.
If you’d rather read along, here’s the transcript for this week’s episode.
Places to follow the FLOSS Weekly Podcast:
Theme music: “Newer Wave” Kevin MacLeod (incompetech.com)
Licensed under Creative Commons: By Attribution 4.0 License
hackaday.com/2025/11/19/floss-…
Hackers Can’t Spend a Penny
We aren’t here to praise the penny, but rather, to bury it. The penny, and its counterparts, have been vanishing all around the world as the cost of minting one far outweighs its value. But hackers had already lost a big asset: real copper pennies, and now even the cheaply made ones are doomed to extinction.
If you check your pockets and find a pre-1982 penny, it’s almost all copper. Well, 95% of its slightly-more-than-3-gram heft is pure copper. Since then, the copper penny’s been a fraud, weighing 2.5 g and containing only a 2.5% copper plate over a zinc core. During WWII, they did make some oddball steel pennies, but that was just a temporary measure.
Penny Science
If you are a certain age, you might remember building a “voltaic pile.” These primitive batteries use pennies, cardboard soaked in vinegar, and aluminum foil. Granted, it wasn’t very practical, so raiding your couch for change to make a battery was never really practical, but it was a fun science experiment. There are dozens of YouTube videos showing this popular experiment, including the [ScienceBuddies] video below.
youtube.com/embed/JcRRTHkAl6A?…
Old pennies were also a cheap and easy source of copper. Vinegar or lemon juice and some voltage made it simple to copperplate another metal object, like a nail. Copper also makes a good heatsink. We’ve seen Raspberry Pis and similar boards with heatsinks that cost an integer number of pennies, because that’s all they were. An oxidized penny shows up in some foxhole radios. They were also handy little weights if you made a balance or for taming a wobbly ceiling fan.
If you were a real kid chemist, you might have done the classic trick of turning a penny into “silver” and then “gold.” You used not-so-lovely-to-handle sodium hydroxide, some zinc, and a flame to actually convert the penny to brass. It wasn’t really a precious metal, but still a good trick if you were a kid with a chemistry set. As the video from [Simon] below shows, that will still work with the copperplate pennies.
youtube.com/embed/wmd2teoPUu0?…
New Pennies
Not that you can’t have fun with zinc pennies. If you scratch the plating a bit and dip it in HCL, the zinc core fizzes away. What’s left is a hollow copper penny. If you don’t like using HCL, we hear you can do it over a stove and simply melt the zinc. We wouldn’t try either one of those without a vent hood and an unhealthy disregard for your personal safety, so, you know, don’t do that. But know that you could. [Craig] shows how to remove the zinc or the copper in the video below.
youtube.com/embed/5Cf0gH2LtiE?…
The legality of all this has always been a little suspect. Since 2006, it has been illegal to melt down coins for their metal value. Technically, using it in a science class probably won’t bring the Treasury agents swooping into your classroom, but you have been warned.
Household Hacker
Of course, it is going to take some time for all the pennies to really vanish. There are plenty of them, and you can still get around a hundred for a buck. But when they are gone, what other household items are easy to hack for science? Aluminum foil, maybe? Tell us your favorite in the comments.
Whether they were copper slugs or thinly plated zinc tokens, pennies were a weirdly perfect hacker material: cheap, conductive, sacrificial, and everywhere. We’ll miss them.
Featured image: “wealth of pennies” by [Reza]
Press-hating president kisses up to press-murdering crown prince
FOR IMMEDIATE RELEASE:
President Donald Trump shamefully welcomed Saudi Crown Prince Mohammed bin Salman to the White House today. He brushed aside questions about Prince Mohammed’s role in the gruesome murder of Washington Post journalist Jamal Khashoggi, commenting that “things happen” and “You don’t have to embarrass our guest by asking a question like that.”
Freedom of the Press Foundation Director of Advocacy Seth Stern said:
“Somehow calling a female reporter ‘piggy’ was only the second-most offensive anti-press utterance to come out of the president’s mouth in recent days. And somehow Biden’s infamous fist bump is now only the second-most disgusting public display of flattery by a U.S. president to journalist-murderer Mohammed bin Salman.“Scolding a U.S. reporter for asking questions about MBS ordering a fellow journalist to be bonesawed signals to dictators everywhere that they can murder journalists with impunity — as if Trump hadn’t already sent that message clearly enough by bankrolling and arming Israel while it does just that in Gaza.
“Today’s fiasco felt like the nail in the coffin for whatever was left of the U.S.’s global standing as a leader on press freedom. The next president is going to have their work cut out for them in rebuilding that credibility. In the meantime, judges, lawmakers, and everyone else in a position to slow the backslide need to step up and rise to the moment before more journalists get killed.”
Please contact us if you would like further comment.
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Tiziano
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