Kosovo. Le elezioni ed il ruolo della missione europea, a guida di un generale dei carabinieri italiani
In Kosovo sono aperti i seggi per le elezioni parlamentari. Favorito il partito 'Vetevendosje' (Autodeterminazione, VV, sinistra nazionalista) del premier uscente Albin Kurti. Il voto si tiene in una situazione di incertezza sul futuro del Paese, e insieme di persistente stallo nel dialogo sulla normalizzazione dei rapporti con la Serbia.
I poco più di 2 milioni di elettori (dei quali 105 mila all'estero) scelgono fra 1.280 candidati in rappresentanza di 28 fra partiti, coalizioni e liste civiche. Per la prima volta votano 100 mila giovani. A monitorare la consultazione, un centinaio di osservatori della Ue.
L'Unione Europea ha un importante ruolo in Kosovo. Infatti, Eulex, la missione dello stato di diritto dell'Unione Europea in Kosovo, fu istituita già nel 2008. Il suo obiettivo principale è supportare gli istituti di legge selezionati in Kosovo. Eulex lavora per rafforzare lo stato di diritto e la lotta contro la corruzione. La missione si concentra sul miglioramento del sistema giudiziario e sulla capacità di costruzione in Kosovo.
Il suo mandato è stato esteso fino al 14 giugno 2025. Ha una forza autorizzata fino a 396 membri, con sede nella capitale, Pristina. La base giuridica risiede nella Azione comune dell'UE del febbraio 2008 e successive decisioni del Consiglio del giugno 2010, 2012, 2014, 2016, 2018, 2020, 2021, 2023. EULEX è sostenuto da tutti i 27 Stati membri dell'Unione Europea e da cinque Stati contribuenti (Canada, Norvegia, Svizzera, Turchia e Stati Uniti).
Le funzioni operative si basano sul "pilastro" di supporto delle operazioni della missione che fornisce supporto allo sviluppo operativo del controllo della folla alla polizia del Kosovo. Più specificamente, l'unità di polizia formata da Eulex (FPU), composta da 105 agenti di polizia polacca, è il secondo "risponditore" per la sicurezza del Kosovo, come parte di un meccanismo di soccorritore di sicurezza a tre livelli. La polizia del Kosovo è il primo soccorritore di sicurezza, Eulex è il secondo e KFOR (la forza militare della NATO da anni presente in Kosovo) è il terzo soccorritore.
Nel suo ruolo di secondo risponditore di sicurezza, La FPU Eulex può impegnarsi solo su richiesta esplicita del primo soccorritore di sicurezza al fine di contribuire al mantenimento e alla promozione dell'ordine pubblico e della sicurezza in caso di disturbo civile.
La FPU partecipa regolarmente ad esercitazioni, insieme alla polizia del Kosovo e Kfor.
Eulex sostiene anche la polizia del Kosovo nel campo della cooperazione di polizia internazionale facilitando lo scambio di informazioni tra la polizia del Kosovo e Interpol, Europol o il Ministero degli Interni serbo. La missione facilita anche lo scambio di informazioni tra l'Ufficio nazionale di Interpol e l'unità di coordinamento delle forze dell'ordine internazionale della polizia del Kosovo sotto l'egida dell'ufficio di collegamento Interpol.
Inoltre, la missione continua a gestire il proprio programma di protezione dei testimoni. Gli esperti di Eulex continuano a collaborare con le loro controparti locali presso l'Istituto di medicina forense per determinare il destino delle persone scomparse, offrendo competenze e consigli sull'identificazione di potenziali tombe clandestine e sull'esumazione e l'identificazione delle vittime relative al conflitto del Kosovo.
La missione Eulex è diretta da un Generale di Divisione dell'Arma dei crabinieri. Si tratta di Giovanni Pietro Barbano, che ha più di 40 anni di esperienza in Italia ed all'estero. Prima di entrare a far parte di Eulex, Barbano ha ricoperto varie posizioni di comando. Dal 2016 al 2023, Barbano è stato direttore del Center of Excellence for Stability Police Units (COESPU), che ha contribuito a stabilire a Vicenza nel 2004. In questa veste, Nel 2016 è stato anche presidente dell'European Association of Peace Operations Training Centers (EAPTC) e presidente del Consiglio di polizia all'interno del Comitato Esecutivo dell'International Association of Peace Keeping Training Centers dal 2018 al 2022.
Combattere le frodi in ambito internazionale
La frode è un crimine complesso, spesso legato al crimine organizzato, che ha la spregevole caratteristica di avere quali soggetti passivi soggetti vulnerabili e spesso svantaggiati dalla mancanza di strumenti che gli consentano una valida difesa. Si pensi a proposito alle ripetute vicende di truffe perpetrate da organizzazioni criminali che prendono di mira persona anziane, convincendole di una situazione di pericolo dei loro cari e della possibilità di risolverla mediante il pagamento immediato di una somma di denaro.
Non si tratta di un fenomeno meramente locale, poiché spesso le truffe assumono rilievo transnazionale.
A tale proposito va sottolineato come la Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato fornisca un quadro per affrontare a livello globale la frode organizzata, con suggerimenti operativi che possono avere valido impiego anche a livello locale..
Recentemente UNODC - l'organizzazione delle Nazioni Unite contro il crimine ed il traffico di stupefacenti - ha rilasciato un "Issue Paper" (reperibile \[en\] all'URL unodc.org/documents/organized-…) sull'argomento. Il documento esamina vari tipi di frode, escludendo crimini in cui la frode ha un ruolo abilitante, come l'uso fraudolento dell'identità per il riciclaggio di denaro o il ricatto o frodi che mirano agli interessi finanziari dello Stato, ovvero quelle legate a comunicazioni fraudolente per relazioni di estorsione o annunci di lavoro fraudolenti per traffico di persone.
Nel documento viene presentata una tipologia di frode organizzata, con focus su vittime e metodi. La ricerca include casi studio e analisi delle legislazioni in 37 paesi.
Principi per Comprendere la Frode Organizzata
La frode viene definita come un comportamento criminale basato sulla disonestà, che si manifesta in vari contesti sociali, commerciali e tecnologici. Come abbiamo accennato sopra, la Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato offre un quadro per integrare la risposta alla frode con altre forme di crimine transnazionale. Per sviluppare risposte efficaci, appare fondamentale comprendere le intersezioni tra frode, crimine organizzato, cybercrime, e altre aree come il riciclaggio di denaro e la corruzione .
La frode è ampiamente sotto-segnalata e sotto-stimata, rendendo difficile interpretare il problema e sviluppare soluzioni basate su dati incompleti. Ciò comporta una lacuna nei dati disaggregati per fattori come disabilità, età, genere e stato economico, limitando l'analisi delle dinamiche di vittimizzazione e perpetrazione.
Affrontare la Frode Organizzata
La frode organizzata è un problema complesso e transnazionale che richiede strategie complete.
I principi chiave che devono guidare l'attività di contrasto sono: prevenire, perseguire, proteggere e promuovere la cooperazione.
Ciò implica la necessità di leggi chiare e robuste per affrontare la frode, e sottolinea l'importanza della collaborazione internazionale e del coinvolgimento del settore privato. I criteri generali per determinare la gravità di un crimine includono l'impatto finanziario sulla vittima, le caratteristiche del reato e del reo, e l'uso di metodi fraudolenti. Alcuni sistemi legali adottano una prospettiva centrata sulla vittima, mentre altri si concentrano sulle caratteristiche degli autori e sulle loro modalità operative. Fattori aggravanti, come il numero di vittime o il coinvolgimento di gruppi criminali organizzati, possono influenzare la gravità del crimine e le relative pene.
Campagne di sensibilizzazione e formazione per il pubblico e le imprese sono essenziali. È fondamentale un approccio integrato per migliorare la risposta alla frode organizzata e proteggere le vittime.
I passi fondamentali che ogni Stato può intraprendere per affrontare la frode organizzata includono:
- Comprendere come la frode organizzata si manifesta e impatta all'interno dei propri confini.
- Progettare e attuare risposte strategiche efficaci basate sui quattro pilastri di cui abbiamo detto sopra (prevenire, perseguire, proteggere e promuovere).
- Stabilire partnership strategiche con attori non governativi, in particolare nel settore privato, per migliorare la comprensione del problema e sviluppare strategie comuni.
Il ruolo delle forze dell'ordine nella prevenzione della frode include:
- Agire come deterrente per scoraggiare i trasgressori attraverso l'applicazione della legge e la punizione dei reati.
- Condurre indagini proattive per identificare e perseguire i gruppi criminali organizzati coinvolti nella frode.
- Collaborare con il settore privato e la comunità per sensibilizzare e informare il pubblico sui rischi della frode e promuovere comportamenti sicuri.
A sua volta il settore privato può contribuire nella lotta contro la frode organizzata attraverso:
- Identificazione e segnalazione di attività sospette alle autorità competenti, fungendo da intermediari tra i clienti e le forze dell'ordine.
- Implementazione di misure di sicurezza e tecnologie per prevenire frodi, come il blocco di siti web fraudolenti e la protezione dei dati dei clienti.
- Collaborazione con enti governativi e organizzazioni della società civile per condividere informazioni e sviluppare strategie comuni di prevenzione e risposta.
Per proteggere le persone vulnerabili dai crimini organizzati, possono essere adottate diverse misure, quali campagne di sensibilizzazione per educare il pubblico e le imprese sui comportamenti sicuri e sui rischi della frode; la creazione di canali di segnalazione chiari per consentire alle vittime di denunciare i crimini e accedere al supporto necessario; lo sviluppo di programmi di supporto specifici per identificare e assistere le vittime vulnerabili, prevenendo il rischio di frodi ripetute.
Infine le strategie globali contro la frode organizzata possono essere migliorate attraverso un approccio integrato che coordini le risposte tra governi, settore privato e società civile, affrontando le vulnerabilità sistemiche; una maggiore cooperazione internazionale per affrontare la natura transnazionale della frode e condividere informazioni tra le giurisdizioni; lo sviluppo di leggi più robuste e campagne di sensibilizzazione per educare il pubblico e promuovere comportamenti sicuri contro la frode.
Ultime tendenze del mercato delle droghe in Europa nell'analisi del Global Initiative Against Transnational Organized Crime
Recentemente il GI-TOC ha pubblicato l' EUROPEAN DRUG TRENDS MONITOR.
Il GI-TOC (Global Initiative Against Transnational Organized Crime) è un'organizzazione che si occupa di monitorare e analizzare le tendenze del crimine organizzato transnazionale. Il GI-TOC ha creato l'Osservatorio sul Crimine Organizzato in Europa, che produce una serie di bollettini chiamati "European Drug Trends Monitor". Questi bollettini hanno lo scopo di tracciare gli sviluppi nei mercati della droga europei e di fornire un'analisi delle tendenze in termini di disponibilità, prezzi e dinamiche criminali
Il documento analizza le tendenze del mercato della droga in Europa, focalizzandosi su eroina, cocaina/crack e oppioidi sintetici, attraverso dati raccolti in undici città di Stati differenti (Anversa, Barcellona, Bucarest, Eindhoven, Amburgo, Istanbul, Kyiv, Londra, Marsiglia, Milano e Stoccolma).
Dall'analisi si evidenzia un'eccedenza di cocaina, un'epidemia crescente di crack, cambiamenti nella produzione di eroina afghana e l'emergere di oppioidi sintetici. Lo studio si basa su ricerche sul campo, dati ufficiali e monitoraggio dei social media, con alcune limitazioni metodologiche. La ricerca si concentra solo sull'offerta di droghe illecite, non sulla domanda, e non sono state effettuate analisi tossicologiche delle sostanze. Vengono inoltre presentate raccomandazioni ai governi europei per affrontare le problematiche conseguenti.
Le principali tendenze emergenti nel mercato europeo della droga nel 2024, secondo il primo rapporto del European Drug Trends Monitor, includono:
Un'eccessiva offerta di cocaina. Nonostante un calo dei sequestri di cocaina nei principali punti di ingresso europei nel primo semestre del 2024, la disponibilità e il prezzo della cocaina sono rimasti stabili. La cocaina è la droga illegale più utilizzata in Europa dopo la cannabis. Le analisi delle acque reflue mostrano un alto consumo di cocaina in città dell'Europa occidentale e meridionale. I prezzi al dettaglio più bassi si trovano nelle città portuali come Anversa e Barcellona. I metodi di traffico di cocaina sono in evoluzione, con un aumento del trasporto di cocaina liquida. I trafficanti stanno anche passando a porti più piccoli per eludere i controlli.
Una crescente epidemia di crack. L'uso di crack è in aumento e si sta diffondendo geograficamente e socialmente. Il crack è una forma fumabile di cocaina, meno costosa della cocaina in polvere, ed è venduta come "rocce". I sequestri di crack rimangono bassi in tutta Europa, nonostante la sua responsabilità per una parte significativa del fabbisogno di trattamento legato alla droga.
L'eroina è ancora ampiamente disponibile in Europa, tranne a Kyiv dove la guerra ha interrotto le forniture. I prezzi al dettaglio sono stabili, ma c'è evidenza di una purezza gradualmente ridotta, forse a causa della crescente scarsità, verosimilmente a causa del secondo divieto di oppio dei talebani nel 2022.
La graduale emergenza di oppioidi sintetici. La domanda di fentanil (o fentanyl) è limitata principalmente a prodotti farmaceutici prescritti ma venduti illegalmente. I canali di approvvigionamento di farmaci da prescrizione sono sempre più organizzati, soprattutto online, sui social media.
Impatto della guerra in Ucraina
La guerra in Ucraina ha avuto un impatto significativo sul mercato delle droghe in Europa, in particolare per quanto riguarda la disponibilità di eroina e l'emergere di alternative sintetiche. La guerra ha interrotto in modo permanente le forniture di eroina a Kyiv. La tradizionale rotta di traffico dell'eroina verso l'Ucraina e l'Europa occidentale è stata chiusa dal conflitto nell'Ucraina orientale e, di conseguenza, la comunità di consumatori di eroina di Kyiv, relativamente numerosa, si è rivolta ad alternative, principalmente a droghe sintetiche.
Nonostante l'interruzione a Kyiv, l'eroina è ancora ampiamente disponibile in tutta Europa, con prezzi al dettaglio per lo più stabili. Le città con i prezzi più alti sono Londra e Amburgo, mentre i prezzi più bassi si trovano a Istanbul e Bucarest.
Il secondo divieto alla coltivazione di papaveri da oppio dei talebani nel 2022 ha sollevato preoccupazioni sulla potenziale scarsità di eroina in Europa, spingendo i consumatori di lunga data a passare a oppioidi sintetici. La scarsità di eroina potrebbe in effetti portare a una transizione verso oppioidi sintetici, come il fentanil (o fentanyl) e i suoi derivati, il che potrebbe causare crisi di overdose simili a quelle patite in Nord America.
La guerra in Ucraina ha avuto un impatto sulle dinamiche criminali, con possibili ripercussioni sul mercato dell'eroina. Ad esempio, la chiusura della rotta tradizionale dell'eroina verso l'Ucraina ha alterato i canali di approvvigionamento e potrebbe aver influenzato le organizzazioni criminali coinvolte nel traffico di droga. Inoltre il conflitto potrebbe anche aver influenzato l'aumento del mercato online di farmaci da prescrizione, con alcune consegne di farmaci da prescrizione come fentanil (fentanyl), tramadolo e ossicodone tramite canali social e Telegram in paesi come la Germania, i Paesi Bassi e la stessa Ucraina.
Il documento, "European Drug Trends Monitor", redatto dal GI-TOC, giunge a diverse conclusioni importanti riguardo al mercato della droga in Europa, con un focus particolare su oppioidi e cocaina/crack cocaina:
L'eroina è ancora ampiamente disponibile in Europa, ad eccezione di Kyiv dove la guerra ha interrotto le forniture. I prezzi sono stabili, ma si osservano segni di diminuzione della purezza, il che potrebbe indicare una crescente scarsità. Il documento evidenzia il timore che il divieto dell'oppio in Afghanistan possa portare a una transizione verso gli oppioidi sintetici, con possibili conseguenze devastanti per la salute pubblica.
Nonostante una bassa domanda di fentanil (fentanyl), il documento mette in guardia sull'aumento del traffico di farmaci da prescrizione contenenti oppioidi come tramadolo e ossicodone. Questi farmaci, ampiamente disponibili e a prezzi accessibili, potrebbero essere contaminati, portando a un'emergenza di overdose simile a quella patita in Nord America. Il documento sottolinea la necessità di monitorare i mercati online di farmaci da prescrizione, che spesso operano con sistemi professionali simili a negozi online.
Nonostante i sequestri di cocaina nei principali porti europei nel 2024, la disponibilità e i prezzi della cocaina sono rimasti stabili, indicando strategie di traffico alternative. I trafficanti utilizzano sempre più cocaina liquida, che viene riconvertita in forma solida in laboratori clandestini in Europa. Si osserva inoltre uno spostamento verso porti minori e nuove rotte di traffico attraverso l'Africa.
L'uso di crack è in aumento in Europa, con focolai di consumo tra le comunità emarginate. Il crack è meno costoso della cocaina in polvere e viene venduto in piccole dosi, il che lo rende più accessibile. Il documento evidenzia la necessità di migliorare i protocolli di test e le capacità delle forze dell'ordine per monitorare accuratamente l'uso e la diffusione del crack, e di sviluppare programmi di riduzione del danno mirati.
Mercato illecito di farmaci da prescrizione: il documento sottolinea la presenza di un ampio mercato illecito di farmaci da prescrizione, disponibili a prezzi modesti tramite i canali social e online. Questo mercato È in gran parte non monitorato e potrebbe rappresentare un canale di diffusione per farmaci contraffatti e oppioidi sintetici.
Il documento conclude con una serie di raccomandazioni per i governi europei, tra cui:
* Rafforzare il monitoraggio dei mercati online di farmaci da prescrizione.
* Effettuare più autopsie e analisi tossicologiche per i decessi correlati alla droga.
* Legalizzare ed espandere le capacità di analisi delle droghe, inclusi kit di test per il fentanil (fentanyl).
* Aumentare la consapevolezza sui rischi associati all'acquisto non regolamentato di farmaci da prescrizione.
* Rafforzare la cooperazione con le autorità nei centri di trasbordo in Africa e Sud-Est Europa.
* Investire in tecnologie avanzate per la rilevazione della cocaina liquida.
* Standardizzare i protocolli di test e migliorare l'identificazione delle sostanze a livello di vendita al dettaglio per il crack.
* Investire in programmi di riduzione del danno per i consumatori di crack.
In sintesi, il documento evidenzia un mercato della droga in rapida evoluzione in Europa, con rischi significativi legati all'aumento degli oppioidi sintetici, al traffico di farmaci da prescrizione e alla diffusione del crack, sottolineando la necessità di un approccio coordinato e proattivo da parte dei governi europei per affrontare queste sfide.
Il documento (in inglese) è reperibile qui:
globalinitiative.net/wp-conten…
#EUROPEANDRUGTRENDSMONITOR #GITOC #UltimetendenzedelmercatodelledrogheinEuropa #cooperazioneinternazionaledipolizia
Il Rapporto 2024 sulle sfide del Cybercrime di Eurojust ed Europol
E' stato pubblicato l'ultimo rapporto congiunto di Europol ed Eurojust "Sfide comuni nella criminalità informatica", che esplora le questioni persistenti ed emergenti che ostacolano le indagini sulla criminalità informatica — in particolare nel campo dell'evidenza digitale —.
L'edizione di quest'anno esamina anche come le nuove misure legislative potrebbero aiutare ad affrontare tali questioni.
Le nuove sfide sono individuate nella gestione dei dati, stante la necessità di affrontare volumi massicci di dati, richiedendo tecniche analitiche avanzate, nella anonimizzazione, esistendo tecnologie che oscurano identità e posizioni ed ostacolano l'accesso legale ai dati, nonché nella cooperazione internazionale, per abbattere le barriere legali e logistiche che complicano la lotta contro il cybercrime su più giurisdizioni.
Il Rapporto evidenzia le nuove misure legislative a disposizione. Dal Pacchetto e-evidence, che mira a semplificare l'accesso e la gestione dei dati per le indagini penali, all'ormai ben noto Digital Services Act (DSA), che affronta le sfide legate alla gestione dei dati e alla responsabilità delle piattaforme online, all'adattamento dell'AI Act e del Second Additional Protocol alla Convenzione di Budapest, per affrontare le complessità del cybercrime.
Cruciale è la collaborazione tra Eurojust ed Europol nel campo del Cybercrime. Si esaltano progetti congiunti come il SIRIUS Project, che supporta le indagini su crimini gravi attraverso la condivisione di informazioni, i programmi di formazione, che consistono nella organizzazione di corsi e workshop per migliorare le competenze delle forze dell'ordine e dello sviluppo di strumenti legislativi per implementare e adattare nuove misure legislative per affrontare le sfide emergenti del cybercrime.
Essenziale rimane la Cooperazione Internazionale nella Lotta contro il Cybercrime. Ciò perchè il cybercrime spesso, per sua stessa natura, attraversa confini nazionali, richiedendo un approccio coordinato, che si deve basare sulla condivisione di risorse e informazioni (la cooperazione consente alle autorità di scambiare dati e best practices per migliorare le indagini) e deve superare le barriere legali: una collaborazione efficace aiuta a risolvere le complessità legali che ostacolano le indagini transnazionali.
Il rapporto è scaricabile (solo in inglese) qui:
europol.europa.eu/cms/sites/de…
#cybercrime #Common Challenges in Cybercrime 2024 #cooperazioneinternazonaledipolizia #europol #eurojust
Operativi i carabinieri nella missione Eubam-Rafah
Un ulteriore passo nel percorso di stabilizzazione e pace del Medio Oriente, frutto degli sforzi e del lavoro dell’intera comunità internazionale (ONU/Nato/Ue).
La missione #EUBAM (European Union Border Assistance Mission) supporta la gestione del valico di #Rafah, e il team internazionale dell’ #Eurogendfor (eurogendfor.org/) garantisce la cornice di sicurezza e fornisce assistenza per i controlli frontalieri. L'obiettivo è garantire il transito di feriti e malati, fornendo loro aiuto e protezione.
Medicinali illeciti e sostanze dopanti, l'allarme di Europol. La criminalità farmaceutica è una minaccia crescente nell'UE
Tra aprile e novembre 2024, le autorità di contrasto, giudiziarie, doganali, mediche e antidoping di 30 paesi hanno unito le forze nell'operazione SHIELD V, di cui riportiamo gli esiti preliminari in conclusione all'articolo.
Europol ha coordinato questo sforzo globale mirato al traffico di medicinali contraffatti e abusati e di sostanze dopanti illecite. Come nelle precedenti edizioni, l'operazione del 2024 è stata sostenuta dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), dall'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), da Frontex, dall'Agenzia mondiale antidoping (WADA) e dalle agenzie nazionali di medicina.
L'edizione 2024 dell'operazione SHIELD è stata guidata da un gruppo direttivo composto da autorità di contrasto francesi, greche, italiane e spagnole. Europol ha sostenuto questa ampia operazione con diverse riunioni operative e la diffusione di esperti con uffici mobili che offrono supporto analitico e forense.
Il crimine farmaceutico ha un impatto diretto sulla salute e sulla sicurezza pubblica colpendo individui, comunità e sistemi sanitari nazionali.
Genera enormi perdite finanziarie per le società legittime e mina la credibilità del marchio.
Dalle droghe contraffatte alle farmacie online illegali, il crimine farmaceutico pone gravi rischi per i consumatori.
La criminalità farmaceutica ha un impatto diretto sulla salute e la sicurezza pubblica, in quanto colpisce individui, comunità e sistemi sanitari nazionali. Genera enormi perdite finanziarie per le aziende legittime, mina la credibilità del marchio ma mette anche in pericolo gli investimenti nella ricerca.
È fondamentale per le autorità reprimere queste attività illegali per proteggere la salute e la sicurezza pubblica.
Per sottolineare questa crescente minaccia, Europol ha lanciato un rapporto dedicato sulla criminalità della proprietà intellettuale (IPC) mirare alla produzione e alla commercializzazione di prodotti farmaceutici.
Vendendo prodotti farmaceutici scadenti, etichettati erroneamente o falsificati, nonché prodotti deviati dalla catena di approvvigionamento legale, le reti di criminalità organizzata sono alla base di una vasta gamma di commercio di medicinali illeciti e sostanze dopanti.
L'acquisto di medicinali falsi paga i criminali, e nel contempo rischia la salute dei consumatori e mina l'economia
I falsi medicinali scambiati nell'UE sono in aumento, il che comporta un costo enorme per l'individuo e la società. Europol, l'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) e l'Agenzia europea per i medicinali (EMA) si sono riuniti per sensibilizzare in merito alla questione delle medicine false e come lavorano per proteggere i consumatori da questa minaccia.
I social media e i mercati online, sia in superficie che sul dark web, continuano a essere al centro del commercio di prodotti farmaceutici contraffatti. Queste piattaforme forniscono vari gradi di anonimato e si rivolgono a un vasto pubblico, rendendo difficile identificare gli attori criminali coinvolti.
Risultati preliminari dell'operazione SHIELD V
- 418 persone arrestate, accusate o sotto accusa
- 52 gruppi criminali organizzati indagati
- 4 laboratori sotterranei smantellati
- Sequestri totali superiori a 11,1 milioni di EUR, tra cui:
- 426 016 pacchetti illegali di prodotti farmaceutici illegali
- 4 111 chilogrammi di polvere e materia prima
- 108 litri di principio attivo
- 174 968 fiale e fiale
- oltre 4 683 426 compresse e pillole
- 4 083 controlli antidoping “in entrata e in uscita ” effettuati
Cybercrime: smantellati due dei maggiori market illegali al mondo. Le piattaforme combinate avevano oltre 10 milioni di utenti
Ha interessato anche l'Italia (con la partecipazione del Centro operativo per la sicurezza cibernetica per l’Emilia Romagna, diretti dal Servizio polizia postale) l'operazione svoltasi con il supporto operativo e analitico da Europol in 8 paesi ( hanno partecipato all'operazione "Talent" : Australia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Romania, Spagna e Stati Uniti d'America) che ha smantellato i forum "Cracked" e "Nulled", con oltre 10 milioni di utenti.
I forum "Cracked" e "Nulled" offrono strumenti e script basati sull'IA per identificare vulnerabilità di sicurezza e migliorare l'efficacia degli attacchi informatici. Queste piattaforme sono anche utilizzate per sviluppare tecniche avanzate di phishing, utilizzando l'IA per creare messaggi più personalizzati e persuasivi. In risposta all'aumento dell'aggressività nel crimine informatico, Europol si impegna a rafforzare la cooperazione internazionale per combattere efficacemente queste minacce.
Ne sono conseguiti 2 arresti, 7 perquisizioni, 17 server e 50 dispositivi sequestrati, 300.000 EUR in contanti e criptovalute confiscati
I cybecriminali erano attivi nella vendita di malware, dati rubati e servizi di "cybercrime-as-a-service".
L'operazione "Talent" è importante perché ha portato allo smantellamento di due delle più grandi piattaforme di cybercrime al mondo. Ha consentito il sequestro di significativi profitti illeciti, server e dispositivi elettronici, contribuendo a ridurre l'accesso a risorse per il crimine informatico. Inoltre, ha dimostrato l'efficacia della cooperazione internazionale tra le forze dell'ordine.
Le piattaforme "Cracked" e "Nulled" vendevano strumenti software malevoli, come ransomware e virus, oltre a dati rubati e accessi a conti bancari. Funzionavano anche come mercati per il cybercrime-as-a-service, offrendo un rapido accesso alla scena del crimine informatico.
Il Cybercrime-as-a-service è una tendenza in crescita in cui i criminali informatici offrono strumenti e infrastrutture come servizio, rendendo il crimine informatico più accessibile a persone meno qualificate tecnicamente. Queste piattaforme condividono vulnerabilità di sicurezza e forniscono tutorial per la creazione di malware e altre attività criminali.
La polizia italiana ha svolto un ruolo chiave nell'operazione "Talent", eseguendo perquisizioni e analizzando chat, documentazione e dispositivi per ricostruire le relazioni tra i membri di un'organizzazione criminale. I poliziotti hanno sequestrato oltre 70.000 dollari in criptovalute e collaborato con il Dipartimento di Giustizia statunitense e l'FBI per rendere irraggiungibili i server della piattaforma italiana. Sono stati inoltre sequestrati 12 domini internet, tra cui il servizio di hosting StarkRDP e le società di intermediazione finanziaria coinvolte nel riciclaggio.
Europol ha fornito supporto operativo, analitico e forense alle autorità coinvolte nell'operazione. Inoltre, ha facilitato lo scambio di informazioni attraverso la Joint Cybercrime Action Taskforce (J-CAT). Il ruolo di Europol nella lotta contro il crimine informatico è quello di agire come mediatore delle conoscenze delle forze dell'ordine, fornendo un hub per la cooperazione transfrontaliera. Europol riunisce i partner pertinenti per facilitare l'azione comune e condivide competenze per combattere il crimine informatico come servizio.
CRIMINI CONTRO L'AMBIENTE. IL RUOLO COOPERATIVO DI UNODC E ICCWC
I crimini che colpiscono l'ambiente stanno contribuendo alla triplice crisi della perdita di biodiversità, del cambiamento climatico e del degrado dell'ecosistema.
Il disboscamento illegale e il traffico di legname stanno convertendo le foreste da "pozzi di carbonio" a "fonti di carbonio".
L'inquinamento illegale e lo scarico di rifiuti stanno soffocando i oceani, fiumi e terreni, con conseguenze devastanti per la fauna selvatica e la salute umana.
È fondamentale quindi affrontare questi crimini e agire per proteggere l'ambiente per le generazioni future.
La differenza può essere fatta sensibilizzando, sostenendo leggi ambientali più severe e chiedendo conto ai responsabili di queste azioni distruttive.
Le scienze forensi applicate alla fauna selvatica stanno aiutando a combattere il traffico illegale di fauna selvatica, un'industria del crimine organizzato da miliardi di dollari. Questa particolare branca utilizza l'analisi scientifica per supportare l'applicazione della legge sulla fauna selvatica, raccogliendo e analizzando campioni biologici non umani per investigare su crimini come il bracconaggio e il commercio illegale di fauna selvatica. Questo lavoro è essenziale per fornire prove solide per perseguire i responsabili di questi reati, che diventano sempre più sofisticati nel nascondere le loro attività. L'UNODC (l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Criminalità Organizzata ed il traffico internazionale di stupefacenti) e i suoi partner lavorano per rafforzare le capacità forensi a livello nazionale e promuovere la collaborazione internazionale per contrastare questa "epidemia globale".
I principali metodi della scienza forense applicata alla fauna selvatica sono:
Raccogliere prove biologiche non umane sulla scena di un potenziale crimine.
Trasferire questi campioni a un laboratorio per l'analisi forense.
Utilizzare i risultati dell'analisi come prove per preparare e perseguire un caso in tribunale.
Il crimine organizzato legato alla fauna selvatica viene combattuto in due modi principali:
Fornisce prove scientifiche solide per perseguire i responsabili di questi reati, che altrimenti potrebbero evitare la condanna.
Contrasta la crescente sofisticatezza delle tecniche utilizzate dai trafficanti per nascondere i loro illeciti, richiedendo "metodi scientifici più avanzati" per dimostrarne la natura illegale.
L'UNODC svolge un ruolo importante nel supportare le capacità forensi a livello nazionale per combattere il crimine contro la fauna selvatica:
Sviluppa materiale di orientamento e fornisce formazione e mentoring agli esperti nazionali.
Fornisce attrezzature e materiali di consumo ai laboratori forensi nazionali.
Promuove la cooperazione e la creazione di reti tra le comunità scientifiche e di applicazione della legge.
Aiuta a sviluppare sistemi di gestione della qualità per i servizi forensi sulla fauna selvatica.
L'UNODC attraverso la Il Border Management Branch (BMB) - offre servizi collaborativi e assistenza tecnica globale per la gestione delle frontiere agli Stati membri. Il BMB è stato costituito nell’aprile 2022 per riunire tutto il lavoro dell’UNODC sulle frontiere e garantire la coerenza dell’approccio dell’UNODC alla criminalità ambientale.
L'approccio collettivo del BMB è quello di riconoscere che la maggior parte della criminalità organizzata può essere contrastata attraverso il miglioramento del controllo delle frontiere concentrandosi su tutte quelle merci oggetto di traffico internazionale.
Il BMB lavora in stretto coordinamento con i partner dell'ICCWC per assicurare che queste attività siano ben integrate e allineate a livello internazionale. La sigla ICCWC sta per Consorzio Internazionale per la Lotta al Crimine contro la Natura. Si tratta del frutto della collaborazione di cinque organizzazioni intergovernative. Le agenzie partner dell’ICCWC sono il Segretariato CITES, l’INTERPOL, l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), la Banca Mondiale e l’Organizzazione Mondiale delle Dogane (WCO).
Gli agenti in prima linea delle agenzie nazionali sono responsabili dell’applicazione della legge sulla fauna selvatica e delle autorità giudiziarie che consegnano alla giustizia i criminali coinvolti in crimini contro la fauna selvatica. L’ICCWC lavora direttamente con queste autorità per sostenerle, costruendo capacità a lungo termine e fornendo loro gli strumenti, i servizi e il supporto tecnico di cui hanno bisogno per combattere efficacemente la criminalità contro la fauna selvatica e le foreste.
CARABINIERI A RAFAH (EGITTO-STRISCIA DI GAZA). I DETTAGLI
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«La missione - spiega una nota congiunta Esteri - Difesa - è stata avviata su richiesta di Israele e dell’Autorità Palestinese, con il pieno sostegno dell’Egitto. La decisione di procedere al ridispiegamento della missione civile EUBAM-RAFAH rappresenta una misura concreta per sostenere il recente accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. L’obiettivo primario è di coordinare e facilitare il transito giornaliero fino a 300 feriti e malati, garantendo assistenza e protezione a persone vulnerabili in un contesto di emergenza umanitaria».
sopra: il valico di Rafah
I due ministeri «hanno disposto l’invio di un contingente di personale dei Carabinieri entro la fine di gennaio. Questo personale sarà integrato nella Forza di Gendarmeria Europea (EUROGENDFOR), a supporto della missione. In particolare, «l’Italia parteciperà con 7 Carabinieri, dispiegati all’interno della missione EUBAM, che si aggiungeranno ai 2 italiani già presenti nella Missione, e si farà inoltre carico del trasporto in teatro dell’intero contingente della Forza di Gendarmeria europea attraverso il Comando Operativo di Vertice Interforze della Difesa (COVI), che coordinerà il trasferimento e il dispiegamento nell’area di militari della Guardia Civil spagnola e di gendarmi francesi, che si uniranno alla forza internazionale. Il COVI - chiarisce anche la nota - sta già predisponendo tutte le misure necessarie per assicurare la piena operatività del contingente e il successo della missione». In totale i militari europei coinvolti saranno una ventina.
«Si stanno addestrando tutti, anche gli stranieri, a Vicenza e dovrebbero partire con un aereo militare italiano», ha spiegato il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani «Mi auguro che possa, come probabile, esserci anche una presenza della polizia dell’Anp (Autorità Nazionale Palestinese), che guarda caso è anche formata dai nostri Carabinieri», ha aggiunto.
sopra: un operatore al valico prima della sospensione della Missione
La riattivazione della missione EUBAM-RAFAH, conosciuta come European Union Border Assistance Mission, presso il valico di Rafah, è stata approvata dal Comitato Politico e di Sicurezza ed Consiglio Affari esteri dell’Unione Europea.
La missione fu aperta nel novembre 2005 per monitorare, come parte terza, il cruciale valico di Rafah, che unisce la Striscia di Gaza alla Penisola del Sinai, per essere sospesa nel giugno del 2007. In circa due anni i militari e operatori inviati da Bruxelles avevano facilitato il percorso di quasi 450mila persone in entrambi i sensi del valico.
#Armadeicarabinieri #valicodiRafah #Rafah #EUROGENDFOR #EUBAM #EUBAMRAFAH
Carabinieri italiani al valico di Rafah (Gaza-Egitto)
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I carabinieri italiani partiranno a giorni per partecipare con un ruolo di alto profilo alla missione europea Eubam – Rafah (European Union border assistance mission), in via di allestimento a Rafah, che a sud collega Gaza all’Egitto, uno dei punti più delicati dell’intero teatro bellico. Faranno parte, come hanno spiegato in una nota congiunta il ministri della Difesa Guido Crosetto e degli Esteri Antonio Tajani, di un contingente integrato nella forza di gendarmeria europa (Eurogendfor) insieme ai militari della Guardia civil spagnola e della gendarmeria francese, tutti uomini specializzati nelle operazioni di ordine pubblico e con esperienza internazionale.
I carabinieri in partenza sono stati scelti all’interno della Seconda Brigata mobile che comprende i Reggimenti Tuscania (paracadutisti), Trentino Alto Adige di Laives e il Gorizia. Tutti reparti di pronto impiego, molti dei quali già formati per incarichi all’estero, anche con competenza specifica sul Medio Oriente.
FAUNA SELVATICA: I PROGRESSI DEL MALAWI NELLA PROTEZIONE. MA LA BATTAGLIA E' ANCORA LUNGA. ED E' NECESSARIA LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
In passato abbiamo parlato nel nostro blog della protezione della fauna selvatica e della necessaria cooperazione internazionale in tema di contrasto alla criminalità che si basa sui traffici di specie animali e di loro parti pregiate.
Oggi parliamo di uno Stato africano che soffre molto della ingerenza del crimine in questo delicato settore: il Malawi. Si tratta di uno stato dell'Africa meridionale, senza sbocco sul mare, confinante con Zambia, Mozambico e Tanzania, che vanta Parchi nazionali e riserve naturali, come il Parco Nazionale di Liwonde e il Parco Nazionale di Nyika.
La notizia positiva è che il Malawi ha fatto passi da gigante nella lotta contro la criminalità della fauna selvatica negli ultimi dieci anni.
Secondo un nuovo rapporto del Dipartimento dei Parchi Nazionali e della fauna selvatica e del Lilongwe Wildlife Trust, oltre 600 arresti sono stati effettuati tra il 2017 e il 2023, con oltre 500 condanne e il sequestro di oltre due tonnellate di avorio.
Il numero di casi giudiziari riguardanti il furto e la illecita commercializzazione di avorio è diminuito di anno in anno, con il numero più basso nel 2023, che rappresenta un calo del 67% rispetto al picco del 2017.
I progressi del Malawi sono particolarmente degni di nota data la portata globale del traffico illegale di specie selvatiche, che colpisce ecosistemi, economie e società. L’UNODC World Wildlife Crime Report (2024) (reperibile qui unodc.org/documents/data-and-a…) ha riportato 13 milioni di sequestri di circa 4.000 specie vegetali e animali tra il 2015-2021.
Il Report di UNODC è la Terza edizione del rapporto che analizza il commercio illegale di fauna selvatica. I crimini faunistici danneggiano la conservazione, gli ecosistemi e i diritti delle comunità locali. Nonostante i progressi, il commercio illegale rimane vasto, coinvolgendo oltre 160 paesi. Viene sottolineata l'importanza del coinvolgimento delle comunità locali e dell'evidenza scientifica per affrontare il problema, con l'obiettivo di generare maggiore attenzione e interventi efficaci contro questa industria criminale.
Il "National Parks & Wildlife Act" modificato del Malawi, approvato nel 2017, fornisce maggiori protezioni per la fauna selvatica e sanzioni più forti per i criminali della fauna selvatica, comprese pene detentive fino a 30 anni. Il tasso medio di condanne per le offese di elefante e rinoceronti nel 2023 era del 93%, con il 90% di questi casi che si traduce in una pena detentiva. La pena detentiva media emessa è di 5,5 anni e la pena massima fino ad oggi è di 18 anni.
Tuttavia, la battaglia contro la criminalità della fauna selvatica non è ancora stata vinta. Il traffico di pangolini e il bracconaggio degli elefanti rimangono preoccupazioni, ed è fondamentale che gli animali sequestrati ricevano cure veterinarie e riabilitate.
Il progresso del Malawi nella protezione del suo patrimonio naturale è un viaggio notevole, che comporta il sostegno del governo e di tutti i partner impegnati.
## IL PROGETTO ASSET DI EUROPOL, SEQUESTRARE I BENI CRIMINALI A LIVELLO GLOBALE (COMPRESE LE CRIPTOVALUTE)
Europol ha dato il benvenuto nella sua sede oltre 80 esperti finanziari provenienti da tutto il mondo per partecipare al Progetto A.S.S.E.T. (Asset Search & Seize Enforcement Taskforce), un'iniziativa volta a migliorare il numero di beni criminali sequestrati a livello globale.
In totale, 43 forze dell'ordine di 28 paesi hanno aderito all'operazione, olte ad autorità di organizzazioni internazionali, tra cui Eurojust e Interpol.
Dal 13 al 17 gennaio 2035 scorsi, gli specialisti hanno messo insieme le loro conoscenze e competenze per stabilire un nuovo flusso di lavoro organizzativo per identificare, congelare e sequestrare beni criminali attraverso tutti i mezzi possibili disponibili, inclusa la condivisione delle competenze nell'identificazione delle persone e le nuove modifiche operative emerse negli schemi di riciclaggio di denaro e la pianificazione di azioni congiunte per impadronirsi delle risorse.
Durante l'operazione, gli esperti hanno identificato:
53 immobili, 8 dei quali sono stati valutati 38,5 milioni di EUR;
Oltre 220 conti bancari, di cui uno con un saldo statunitense $5,6 milioni;
15 aziende, oltre 20 yacht e veicoli di lusso, 4 delle quali sono state valutate oltre 600.000 EUR;
83 indirizzi e portafogli per criptovaluta.
Un altro risultato chiave dell'operazione è stato il congelamento di 200 000 EUR in criptovalute.
L'iniziativa è stata organizzata dall'European Financial and Economic Crime Center (EFECC) e supportata dagli specialisti e analisti di Europol in strumenti di recupero patrimoniale, criptovalute, intelligence open source e innovazione.
Burkhard Mühl, il Capo del Centro europeo per il crimine finanziario ed economico (EFECC) ha diciarato: "Questa settimana, la task force Asset Search & Seize Enforcement ha presentato Europol al suo meglio. Riunendo oltre 80 massimi esperti delle forze dell'ordine e del settore privato, abbiamo lavorato come uno per rintracciare, congelare e cogliere i profitti della criminalità organizzata. Insieme, stiamo colpendo i criminali dove fa più male – ai loro portafogli. Mentre avanziamo uniti, il successo è inevitabile".
Obiettivo: sequestrare beni criminali ...
Il sequestro di beni acquisiti penalmente è estremamente basso in tutto il mondo. Si stima che le forze dell'ordine riescano a togliere solo un frammento di beni criminali dalle mani dei criminali, inferiore al 2% dei proventi annuali stimati della criminalità organizzata. Il restante 98% fornisce il carburante per il proseguimento e l'espansione delle attività criminali organizzate. Negli immobili in particolare sono riciclati i profitti illeciti –e non tassati – (41%).
Le forze dell'ordine in tutti gli Stati membri dell'UE e oltre stanno già istituendo azioni comuni per aumentare il numero di beni criminali recuperati. Recenti operazioni importanti sono buoni esempi di questa cooperazione internazionale per l'applicazione della legge per aumentare i sequestri.
Sulla base dei risultati di recenti indagini, Europol ha sostenuto le autorità di sei paesi nel reprimere i banchieri sotterranei che stavano riciclando i proventi del traffico di droga su larga scala e altri reati gravi. Uno dei risultati di maggior successo di questa operazione è stato il sequestro di 27 milioni di euro nelle sole criptovalute.
... attraverso un'azione comune
Il progetto A.S.S.E.T è un passo decisivo compiuto dagli Stati membri dell'UE e da altri terzi verso la definizione delle priorità delle indagini finanziarie, una delle aree in cui Europol si sta concentrando per affrontare con successo i migliori criminali.
Inoltre, la nuova direttiva sul recupero e la confisca dei beni, entrata in vigore nel 2024 (eur-lex.europa.eu/legal-conten…), diventerà uno strumento importante nella confisca di questi beni criminali. Fornisce nuovi poteri agli Uffici di recupero delle attività per congelare in modo efficiente le risorse quando richiesto e per agire immediatamente per preservare la proprietà fino a quando non viene emesso un ordine di congelamento. La direttiva è stata accolta con favore da molti, in quanto si ritiene possa contribuire a indebolire le organizzazioni criminali privandole dei loro proventi illeciti. Tuttavia, ci sono state anche alcune critiche, in particolare sulla necessità di garantire adeguate tutele dei diritti individuali durante i procedimenti di confisca. (Approfondisci qui sistemapenale.it/it/scheda/fin…)
L'iniziativa esemplifica il modo in cui Europol mira a rafforzare la lotta contro ogni forma di grave criminalità internazionale e organizzata riunendo i partner pertinenti. A questo proposito, un elemento cruciale del Progetto A.S.S.E.T. è la partecipazione di attori finanziari del settore privato, in particolare organizzazioni del settore bancario e di scambi di criptovaluta.
Il partenariato pubblico-privato tra Europol e il settore finanziario è una priorità per le forze dell'ordine: a dicembre Europol ha ospitato una pietra miliare plenaria affrontare le questioni chiave in materia di criminalità finanziaria e intelligence, che si è conclusa con il lancio di un nuovo flusso di lavoro.
Il Progetto A.S.S.E.T. è supportato dalla rete @ON , finanziata dalle Commissioni dell'UE, guidata dalla Direzione Investigativa Antimafia italiana (DIA).
#ProjectASSET #EUROPOL #Rete@ON #RETEONNET #dia
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La nuova fase del Progetto SIRIUS di Europol
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SIRIUS è la piattaforma web sicura per le forze dell'ordine, focalizzata su crimine online e terrorismo. I suoi obiettivi consistono nella condivisione di informazioni, strumenti e best practices per indagini più efficaci, attaverso linee guida, corsi di formazione, supporto per accesso a prove elettroniche.
La collaborazione nel suo ambito si sviluppa attraverso riunioni biennali con esperti ed anche con partner tecnologici commerciali, quali ad esempio Facebooke e Google.
La Fase 3 è stata avviata nel gennaio 2025,e mira a migliorare ulteriormente la cooperazione tra pubblico e privato. L' espansione del progetto prevede la cooperazione con oltre 50 paesi, con un focus su criminalità organizzata e terrorismo.
D'altronde, l'adozione di una nuova legislazione a livello dell'UE, insieme a importanti accordi internazionali come il secondo protocollo aggiuntivo alla convenzione di Budapest (eur-lex.europa.eu/IT/legal-con…) e il progetto di testo concordato per una convenzione delle Nazioni Unite sulla criminalità informatica (onuitalia.com/2024/08/10/onu-a…), stanno rimodellando il panorama giuridico e operativo che circonda le prove elettroniche.
In questo ambiente difficile, SIRIUS si è affermato come un centro di eccellenza nel campo dell'accesso transfrontaliero alle prove elettroniche nell'UE.
Per saperne di più: europol.europa.eu/media-press/…
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
#SIRIUS #Europol #UE #EU #criminalitàinformatica #cybercrime #proveelettroniche
INTERPOL ha emesso la prima Silver Notice
Un nuovo strumento per tracciare e sequestrare i proventi illeciti delle organizzazioni criminali transnazionali, la prima Silver Notice è stata richiesta dalle autorità italiane.
La Silver Notice ha lo scopo di intercettare e recuperare beni illeciti, principalmente in Asia e Sud America, relativi a un programma di riciclaggio di denaro del valore di oltre 500 milioni di euro.
Il progetto Silver Notice è stato proposto dall'Italia all'Assemblea Generale dell'INTERPOL del 2022 ed è stato istituito un gruppo di lavoro guidato da un colonnello della Guardia di Finanza italiana per definirne la portata e il funzionamento. - Si tratta dell’ultima aggiunta alla suite di avvisi e diffusioni codificati a colori dell’Organizzazione, che consente ai paesi di condividere avvisi e richieste di informazioni in tutto il mondo. Viene lanciato come parte di una fase pilota che coinvolge 52 paesi e territori, che durerà almeno fino a novembre 2025.
La Silver Notice sarà utilizzata per condividere informazioni a supporto di vari tipi di recupero dei beni, compresa la confisca basata su condanna e non basata su condanna, e può includere richieste di esecuzione di ordini di sequestro o confisca.
L'iniziativa rientra nel “Modello” italiano di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata transnazionale attraverso il targeting dei patrimoni illeciti, come sottolineato dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza italiano.
CHI LE CONOSCEVA? PROSEGUE L'OPERAZIONE "IDENTIFYME" DI INTERPOL. I QUATTRO CASI ITALIANI
Ha conseguito un primo risultato l'operazione "Identify Me" di INTERPOL, lanciata l'8 ottobre 2024 da INTERPOL e da sei nazioni aderenti alla organizzazione internazionale di polizia (Italia compresa) che mira a riaprire 46 cold cases (ora 45) per la identificazione di altrettante donne assassinate o morte in circostanze sospette, nel tentativo di identificarne i resti.
Ne avevamo parlato qui: savmrl.it/r/QAYD0 .
L'identificazione raggiunta riguarda Rita Roberts, una donna britannica, che è stata riconosciuta ben 31 anni dopo essere stata assassinata in Belgio. Un membro della famiglia ha individuato il suo tatuaggio grazie alla copertura mediatica data all'iniziativa.
L'occasione è utile per ricordare i quattro casi "italiani":
- Il corpo della donna trovato il 25 maggio 2008 nel fiume Po, nel comune di Carbonara di Po (Mantova) in località Boscone. Il suo corpo era avvolto in tre sacchi di nylon neri. Possibile origine est europea. (interpol.int/What-you-can-do/I…);
- Il corpo della donna trovato in una zona boschiva ad Asso, Como, il 23 gennaio 2004. Portava un orologio verde Swatch (modello 1994 vintage Swatch Gent Minareth GG126). (interpol.int/What-you-can-do/I…)
- Il corpo della donna trovato il 14 giugno 2001 dentro una scatola di cartone in Via dei Fregoso, a Genova. La donna potrebbe essere originaria del Sud America. Aveva tre piercing in ogni lobo dell'orecchio. Aveva ingerito capsule contenenti cocaina. La sua morte è stata causata dalla rottura di una delle capsule. (interpol.int/What-you-can-do/I…)
- Il corpo della donna trovato il 13 novembre 2007 in Via di Cavagliano, a Prato. Fu trovata impiccata a un albero in un parco. I seguenti oggetti sono stati rinvenuti in una borsa appesa vicino al corpo della donna: Mappa di Vancouver, Canada, su cui era stato cerchiato il Victoria Conference Centre, con le parole: "Conference 2427 Sept". La conferenza FOSS4G (Free and Open Source Software for Geospatial) si è tenuta lì dal 24 al 27 settembre 2007. Mappa dell'aeroporto di Copenaghen. Copia della rivista "Scientific American" con una richiesta di abbonamento relativa a un indirizzo postale a Payson, Arizona, Stati Uniti. Articolo sull'uso dei laser in dermatologia, con un indirizzo a Cambridge, Regno Unito, scritto sul retro. Pagine di una rivista con una fotografia della famiglia reale danese
Un'etichetta per bagaglio della Scandinavian Airlines (SAS). (interpol.int/What-you-can-do/I…)
La nuova Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità informatica
L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità informatica il 24 dicembre 2024. (immagine sottostante)
Questo trattato storico mira a rafforzare la cooperazione internazionale nella prevenzione e nella lotta alla criminalità informatica e a proteggere le società dalle minacce digitali.
La Convenzione è il primo trattato di giustizia penale internazionale negoziato in oltre 20 anni e segna una vittoria per il multilateralismo. Crea una piattaforma per la collaborazione nello scambio di prove, nella protezione delle vittime e nella prevenzione, salvaguardando al contempo i diritti umani online.
La Convenzione riconosce i rischi posti dall'uso improprio delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e si concentra sulla protezione degli individui e della società da reati quali terrorismo, tratta di esseri umani, traffico di droga e reati finanziari online.
Con oltre due terzi della popolazione mondiale che utilizza Internet, la criminalità informatica rappresenta una minaccia crescente, sfruttando i sistemi digitali tramite malware, ransomware e hacking. La Convenzione affronta questo problema consentendo risposte più rapide e meglio coordinate e facilitando indagini e azioni penali. Affronta inoltre specificamente la violenza sessuale contro i bambini commessa con le ICT e incoraggia il supporto alle vittime e migliori strategie di prevenzione.
La Convenzione sarà aperta alla firma ad Hanoi, in Vietnam, nel 2025 ed entrerà in vigore 90 giorni dopo essere stata ratificata da 40 firmatari.
La Convenzione (in inglese) è reperibile in pdf a questo indirizzo: documents.un.org/doc/undoc/gen…
#cybercrime #NazionUnite #UnitedNations #ONU #Convenzionesulcybercrime
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
SAHEL, CRISI SENZA FINE. IL RUOLO DELLA CRIMINALITA' ED IL CONTRASTO INTERNAZIONALE
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La regione del Sahel, che ospita oltre 300 milioni di persone tra Burkina Faso, Camerun, Chad, Gambia, Guinea, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, sta affrontando una crisi dovuta a insicurezza cronica, shock climatici, conflitti, colpi di stato e all'ascesa di reti criminali e terroristiche.
Circa 40 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, in continuo aumento negli anni.
La sicurezza della regione è una preoccupazione dal 2011, con l'intervento militare guidato dalla NATO in Libia che ha portato a una continua destabilizzazione. I gruppi armati ora controllano ampie fasce della Libia, che è diventata un centro di traffico.
Inoltre vi è stato un crescente risentimento verso l'influenza e il ruolo della Francia nella regione, con alcuni paesi del Sahel che hanno scelto di allontanarsi dalla presenza militare francese. Il tutto conferma un profondo malcontento verso decenni di sfruttamento, povertà e dominio straniero. Emerge quindi l'esigenza di trovare soluzioni di governance più locali e inclusive.
Il traffico di medicinali è spesso mortale, con 500.000 africani subsahariani uccisi ogni anno.
Il carburante è un'altra merce trafficata da gruppi terroristici, reti criminali e milizie locali.
Per combattere i traffici e altre minacce in evoluzione, è stata costituita una piattaforma di coordinamento internazionale che riunisce 27 organizzazioni e paesi con il supporto dell'ONU: la Forza congiunta del Gruppo dei cinque per il Sahel (G5 Sahel). L'assetto militare di questa organizzazione è penalizzato per il dispiegamento limitato e l'equipaggiamento militare limitato e contrasta con difficoltà l'aumento dei rischi militari dovuti ai militanti islamici armati. Questi problemi logistici ostacolano le operazioni antiterrorismo efficaci e sono limitati da fattori climatici come la pioggia. Le forze jihadiste sono state in grado di espandere le loro azioni e lanciare nuovi attacchi nella regione del Sahel, destabilizzando le comunità locali, causando conflitti tra le forze militari e generando panico. Comunque, la cooperazione transfrontaliera e le misure repressive contro la corruzione sono in aumento, con le autorità nazionali che hanno sequestrato tonnellate di merci di contrabbando e misure giudiziarie che smantellano le reti.
L'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) è un attore di primo piano negli sforzi per rafforzare la sicurezza fermando i tentativi di traffico. I nuovi rapporti dell'UNODC mappano gli attori, i facilitatori, le rotte e l'ambito del traffico, rivelano fili conduttori tra instabilità e caos e forniscono raccomandazioni per l'azione. La corruzione è uno dei fili conduttori e l'azione giudiziaria e il sistema carcerario devono essere impegnati per combattere la criminalità organizzata.
Nel 2020, ad esempio, KAFO II, un'operazione UNODC-INTERPOL, ha bloccato con successo una rotta di rifornimento terroristica diretta al Sahel, ed è stato sequestrato una grande quantità di bottino di contrabbando: 50 armi da fuoco, 40.593 candelotti di dinamite, 6.162 proiettili, 1.473 chilogrammi di cannabis e khat, 2.263 scatole di droga di contrabbando e 60.000 litri di carburante.
INTERPOL ha assistito i paesi del Sahel nel migliorare la gestione e il controllo delle frontiere. Ciò include l'installazione di sistemi di controllo e la formazione del personale di frontiera sull'utilizzo delle banche dati INTERPOL. Nel contrasto al traffico di esseri umani INTERPOL ha coordinato operazioni congiunte per smantellare le reti di traffico di esseri umani nella regione. Ad esempio, l'Operazione Epervier nel 2018 ha portato all'arresto di 40 trafficanti e al salvataggio di oltre 500 vittime. Riguardo alla formazione e sviluppo delle capacità INTERPOL organizza regolarmente corsi di formazione per le forze di polizia dei paesi del Sahel, concentrandosi su tematiche come investigazioni, intelligence e gestione delle frontiere.
#sahel #INTERPOL #UNODC
@Politica interna, europea e internazionale
Recentemente #Europol ha rilasciato la annuale relazione dell'Unione europea sul terrorismo e le sue tendenze.
(EU TE-SAT) 2024 è una panoramica della situazione, che presenta dati e tendenze nel panorama del terrorismo nell'UE nel 2023, sulla base di dati qualitativi e quantitativi forniti dagli Stati membri su attacchi terroristici, arresti e decisioni giudiziarie emesse per reati terroristici.
Europol pubblica ogni anno il #TE-SAT dell'UE con l'intento di informare i politici, le forze dell'ordine e il pubblico in generale.
TE-SAT mira a proteggere la sicurezza pubblica e a far progredire la stabilità regionale, permettendo all'UE di continuare a rispondere al terrorismo in modo efficiente e di rendere l'Europa più sicura.
La relazione contiene anche informazioni su arresti e condanne per il terrorismo, nonché sui cambiamenti nella legislazione nazionale.
Analizza inoltre casi specifici, attività e attività estremiste violente.
Nel 2023 sono stati commessi 120 attacchi terroristici in 7 Stati membri dell'UE, con la maggior parte degli attacchi perpetrati da separatisti e da anarchici insurrezionalisti.
Sono stati registrati 14 attacchi terroristici jihadisti, con sei vittime e due morti.
426 persone sono state arrestate per il terrorismo in 22 Stati membri dell'UE, con la maggior parte degli arresti legati al terrorismo jihadista.
La relazione sottolinea la crescente minaccia del terrorismo jihadista, che ha posto in pericolo la sicurezza dell'UE e ha fornito un terreno fertile per la propaganda e la radicalizzazione. La relazione sottolinea inoltra la crescente influenza delle ideologie radicali antistataliste, anticapitalismo, ma anche delle narrazioni legate al clima.
Europol (2024), European Union Terrorism Situation and Trend Report, Publications Office of the European Union, Luxembourg.
La sintesi della Pubblicazione in italiano è reperibile qui:
europol.europa.eu/cms/sites/de…
VIOLENZA DI GENERE NELL'UNIONE EUROPEA
Recentemente Eurostat (l'Ente dell'Unione Europea deputato alle statistiche) ha rilasciato il sondaggio sulla violenza di genere, con la collaborazione dell'Agenzia dell'Unione Europea per i Diritti Fondamentali (FRA) e dell'Istituto Europeo per l'Uguaglianza di Genere (EIGE). Lo scopo è quello di raccogliere dati per migliorare la protezione e il supporto alle vittime.
I risultati appaiono piuttosto preoccupanti: su un campione di 114.023 donne intervistate nei 27 Stati membri dell'UE, ben il 30,7% ha subito violenza fisica o sessuale. In particolare il 17,7% ha subito violenza da un partner mentre il 20,2% ha subito violenza da un altro individuo.
Con riguardo alle molestie sessuali sul lavoro ben il 30,8% ne ha subite.
Il sondaggio ha incluso vari tipi di violenza fisica, tra cui: le mere minacce e l'agire dal soggetto attivo in modo doloroso; lo spingere, strattonare o tirare i capelli; il colpire con oggetti o schiaffeggiare; il picchiare con oggetti, o calciare.
(percentuale per Stato di donne che hanno subito violenze dal proprio partner)
Il sondaggio ha incluso altresì vari tipi di violenza psicologica, tra cui l' umiliazione o il denigrare, tenere comportamenti controllanti da parte del partner, ovvero minacce di danneggiare i figli o di farsi del male se il partner lo lascia.
Vengono riportate anche le diverse attività che le Autorità di contrasto possono esercitare, tra cui il monitoraggio e valutazione, ovvero raccogliere e analizzare dati sulla violenza di genere per identificare tendenze e aree critiche, inoltre la formazione e sensibilizzazione, che consiste nell'offrire corsi di formazione per professionisti e campagne di sensibilizzazione per il pubblico, ed infine il supporto alle vittime, cioè fornire risorse e assistenza legale per le vittime di violenza di genere.
Anche la cooperazione di polizia tra gli Stati dell'UE può essere esercitata, attraverso lo scambio di informazioni, ovvero la condivisione di dati e intelligence relativi a casi di violenza di genere per migliorare le indagini; operazioni congiunte, cioè collaborazione in operazioni di polizia per affrontare crimini transnazionali legati alla violenza di genere e soprattutto formazione congiunta, cioè programmi di formazione per le forze di polizia su come gestire casi di violenza di genere in modo efficace e sensibile.
Il documento (in inglese) è scaricabile qui
fra.europa.eu/sites/default/fi…
CARABINIERI CINOFILI IN IRAQ
In questi giorni, alcuni Carabinieri del Centro Cinofili di Firenze sono impegnati in Iraq in una attività formativa a favore della Direzione Anti Narcotici e Sostante Psicoattive del Ministero dell'Interno iracheno, nell'ambito del progetto EU-ACT finanziato dall'Unione Europea.
EU-ACT 2 è un progetto di cooperazione che fornisce sostegno ai paesi terzi nella lotta alla criminalità organizzata, migliorando le loro capacità di affrontare le minacce dal punto di vista dello stato di diritto. Questa iniziativa fa parte del Programma dell’UE per contrastare i flussi illeciti globali (GIFP). Con un budget di 13 milioni di euro, attivo da giugno 2023 a maggio 2027, il progetto è finanziato dalla Commissione Europea attraverso il Servizio per gli Strumenti di Politica Estera (FPI) ed è realizzato attraverso la collaborazione tra FIIAPP (Spagna), CIVIPOL (Francia) e l'Arma dei Carabinieri (Italia).
L’obiettivo dell’UE-ACT 2 intende contribuire alla lotta contro la criminalità organizzata e il traffico illecito lungo le “rotte dell’eroina” dall’Afghanistan all’Europa, concentrandosi su aree geografiche critiche come l’Asia meridionale e centrale, l’Africa orientale, il Caucaso e il Medio Oriente. L’intervento è inoltre in linea con i piani operativi di Europol, con particolare attenzione all’alta reti criminali a rischio (HRCN) e traffico di stupefacenti come l’eroina e le nuove droghe sintetiche (SYD-NPS).
Gli esperti del progetto agiscono per rafforzare le capacità delle autorità di polizia e giudiziarie dei paesi beneficiari nella conduzione di operazioni e indagini congiunte, migliorare le competenze nel perseguire i casi di criminalità organizzata,
e promuovere una cooperazione transnazionale più efficace tra le autorità competenti, in linea con gli standard internazionali e i diritti umani.
Il Centro Carabinieri Cinofili, con sede in Firenze, è stato istituito l’8 novembre 1957 con il compito di assicurare l’addestramento del personale e dei quadrupedi in forza al Servizio Cinofili dell’Arma, per il loro impiego nei servizi preventivi e in operazioni di polizia giudiziaria, di ricerca e di soccorso. Svolge, inoltre, funzioni di indirizzo tecnico-addestrativo a favore di tutte le unità cinofile dell’organizzazione territoriale/forestale, attività di sperimentazione di nuove razze canine, di metodologie addestrative e di materiali di equipaggiamento, nonché la formazione di personale delle forze armate e di polizia, nazionali e straniere, che ne facciano richiesta.
#ArmadeiCarabinieri #iraq #carabiniericinofili #EU-ACT #europol
DIFENDERE LE SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE. LA CONVENZIONE CITES ED I CARABINIERI FORESTALI
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La recente presentazione del Calendario CITES dei carabinieri Forestali che si occupano di tale materia, fornisce l'occasione per tornare a parlare di questo particolare servizio, non conosciuto da molti, che ha importanti ricadute in ambito di cooperazione internazionale tra forze di polizia.
Nel 1973, nell'ambito delle attività dell'ONU per l'ambiente, 80 paesi firmarono a Washington la Convenzione CITES (Convention on International Trade of Endangered Species) per la tutela della biodiversità, attraverso il controllo del commercio di specie di flora e fauna, rischio di estinzione o particolarmente vulnerabili.
Entrata in vigore il 1° luglio 1975, oggi conta ben 183 paesi, quasi la totalità dei componenti della comunità internazionale. Anche l'Italia quale paese membro, si è dotata di una specifica normativa, che è la legge 150 del 1999.
L’Arma dei carabinieri ha un ruolo da protagonista, quale co–Autorità di gestione.
Il commercio illegale delle specie selvatiche (wildlife traffic) è uno dei traffici illeciti più importanti al mondo, dopo quello di droga, armi ed esseri umani, ed è un fenomeno per sua natura transnazionale, che per essere contrastato richiede la collaborazione di organismi, autorità, organizzazioni governative e non–governative (ONG), per la raccolta delle informazioni, la loro disseminazione, lo scambio di esperienze, di tecniche investigative e di intelligence. Per questa ragione, su tutto il territorio nazionale sono dislocati oltre 50 uffici CITES che rilasciano mediamente circa 80.000 certificati che consentono l'importazione dopo verifiche all'anno, riguardanti animali riprodotti in cattività, ma anche zanne ed oggetti in avorio di elefante, articoli in pelle di rettile, tessuti e pellicce pregiati, piante ornamentali, legname e prodotti derivati dal legno.
Un’altra importante funzione del Servizio CITES è quello di educare alla legalità e sensibilizzare i cittadini, tra i quali vi sono anche viaggiatori e turisti.
L’Italia è un Paese di destinazione, si pensi ad esempio alla importazione illegale di pappagalli tropicali, ma va al riguardo sottolineato come sia anche Paese di origine del traffico: vi sono gruppi criminali coinvolti nella raccolta di nidi e nel traffico di specie di uccelli in via di estinzione (cardellini, verzellini ed altri), il cui mercato principale sono i Paesi europei. Cavallucci marini e i cetrioli di mare invece, raccolti lungo gli habitat costieri italiani, sono specie trafficate verso mercati cinesi.
Il video di presentazione del Calendario si può vedere qui
materialious.nadeko.net/search…
Contrasto internazionale alla «dark fleet»: c'è chi suggerisce di impiegare Carabinieri e Guardia di Finanza per combattere gli armatori che aiutano la Russia ad eludere le sanzioni
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La «dark fleet» (letteralmente Flotta Oscura) è una rete di navi e armatori che aiuta la Russia a eludere le sanzioni occidentali trasportando petrolio e altri beni, ponendo una sfida all’applicazione del regime delle sanzioni (maritime-professionals.com/the…).
Recentemente un rapporto del think thank Usa Atlantic Council esalta le forze di polizia italiane, che hanno le competenze più indicate al mondo per smascherare gli armatori ombra. Il rapporto (atlanticcouncil.org/in-depth-r…) suggerisce che i governi occidentali dovrebbero sfruttare forze investigative come i Carabinieri italiani e la Guardia di Finanza per scoprire le vere strutture proprietarie di queste navi.
Una volta individuate, misure come negare il visto ai proprietari e alle loro famiglie dovrebbero essere utilizzate come deterrente.
Il coinvolgimento di Carabinieri e la Guardia di Finanza italiani viene presentato come una potenziale soluzione per i governi occidentali che cercano di affrontare questo problema.
Ad esempio l’UE sta valutando un nuovo pacchetto di sanzioni che consentirebbe agli Stati membri del Mar Baltico di ispezionare il carico e i documenti delle navi, comprese le petroliere, nelle loro acque.
Il Regno Unito ha iniziato a richiedere dati assicurativi alle navi che transitano lungo la sua costa meridionale.
Viene inoltre suggerito che un’agenzia europea dedicata istituisca un sistema di tracciamento per la flotta oscura.
Altra misura potrebbe essere fare pressione sui registri delle “bandiere di comodo”.
Il rapporto rileva che, dietro le quinte, i governi occidentali hanno cercato di fare pressione su alcuni stati affinché si astenessero dal registrare le navi della «flotta oscura», ma questi sforzi non hanno avuto successo.
Il rapporto chiede quindi un maggiore impegno da parte degli stati costieri per contrastare queste “bandiere di comodo” utilizzate dalla «flotta oscura».
Oltre il 20% delle navi della «flotta oscura» si sono rifiutate di utilizzare i piloti durante l’attraversamento dello stretto danese, il che è visto come un modo per evitare controlli.
Incoraggiare l'utilizzo dei piloti invocando i principi di "buona condotta marittima" viene suggerito come potenziale deterrente.
L’obiettivo generale è aumentare la trasparenza ed il monitoraggio della «flotta oscura» per ostacolare la sua capacità di aiutare la Russia a eludere le sanzioni.
Il rapporto avverte inoltre che, man mano che la flotta oscura continua a operare e a crescere, emergerà un settore marittimo alternativo che minaccia non solo le singole navi e gli stati costieri, ma il funzionamento dell’ordine marittimo globale.
La rete antimafia @ON si riunisce a Roma
Recentemente a Roma, presso il Centro Operativo DIA, si è tenuto un meeting della Rete @ON (Antimafia Operational Network) con i rappresentanti delle Forze di Polizia di Belgio, Germania, Francia, Paesi Bassi, Spagna ed EUROPOL che unitamente, all’Italia rappresentano il Core Group del Network.
La DIA (Direzione Investigativa Antimafia) sostiene con impegno l’azione di contrasto internazionale alle mafie, anche attraverso una mirata attività di cooperazione di Polizia per il contrasto del fenomeno transnazionale delle più pericolose organizzazioni criminali.
Il recente evento romano riveste un particolare valore simbolico in quanto ricaduto a 10 anni esatti dall’istituzione della Rete @ON, con la risoluzione del 4 dicembre 2014 del Consiglio dell’Unione Europea, promossa dalla DIA, quale risultato del Dipartimento della Pubblica Sicurezza nel corso del Semestre di Presidenza italiana di turno.
Lo scopo della Rete @ON è quello di rafforzare la cooperazione delle Forze di Polizia contro i principali gruppi della criminalità organizzata, anche di tipo mafioso, che hanno un impatto sulla sicurezza dei cittadini europei.
I gruppi criminali sottoposti ad attenzione sono italiani, di etnia albanese, euroasiatici, bande di motociclisti, ma anche quelli emergenti (Moccro Maffie, nigeriane ed altre) che pongono un serio rischio per la sicurezza e l’economia dell’UE.
La DIA ha promosso, ottenuto e gestito – quale leader dell’iniziativa – progressivi finanziamenti della Commissione UE per sostenere le attività operative delle 51 Agenzia di Polizia che aderiscono al Network in rappresentanza di 44 Paesi.
Ad oggi il Network sta supportando le Unità investigative partner in 216 investigazioni e ha finanziato 617 missioni in favore di oltre 2.500 investigatori che hanno portato all’arresto di 1.068 persone, inclusi 15 latitanti oltre al sequestro di circa 271 milioni di euro, droga, veicoli, beni di lusso ed armi.
22 milioni di utenti in tutto il mondo per streaming illegali. Smantellata organizzazione operante anche in Italia
Entriamo nei dettagli di una notizia ampiamente ripresa da organi di informazione in Italia.
Le autorità hanno smantellato una rete di streaming illegale, chiudendo uno dei più grandi servizi di questo tipo nel mondo. #Eurojust ed #Europol hanno sostenuto l'operazione, che ha comportato la cooperazione tra autorità italiane, croate, olandesi, rumene, svedesi, svizzere e britanniche. In un'operazione su larga scala, sono state condotte oltre 100 perquisizioni contro 102 sospetti. Undici sospetti sono stati arrestati in Croazia.
Gli indagati hanno distribuito illegalmente materiale dai servizi di streaming online, inclusi film e serie. Hanno anche piratato oltre 2 500 canali televisivi come i canali sportivi. Il servizio illegale ha servito oltre 22 milioni di utenti in tutto il mondo. Sono stati in grado di realizzare oltre 250 milioni di euro di profitti illegali al mese. I danni economici ai titolari del copyright del materiale sono stimati in 10 miliardi di euro.
Per eludere le autorità, gli indagati hanno presumibilmente utilizzato servizi di messaggistica crittografata per comunicare e false identità per registrare numeri di telefono, carte di credito, noleggi di server e abbonamenti televisivi. Il 26 novembre, durante un'operazione internazionale, i server che ospitavano lo streaming illegale sono stati sequestrati e chiusi, interrompendo i servizi.
La collaborazione tra le autorità è stata istituita presso Eurojust per eliminare il servizio di streaming. Le riunioni di coordinamento presso la sede di Eurojust hanno consentito alle autorità di Italia, Croazia, Paesi Bassi, Romania, Svezia, Svizzera e Regno Unito di collaborare alle indagini e pianificare l'operazione per chiudere il servizio e arrestare gli indagati. Europol ha sostenuto l'operazione implementando esperti e analizzando l'intelligence disponibile durante la fase dell'indagine.
La cooperazione tra le autorità è culminata in un'operazione congiunta per la chiusura dei servizi il 26 novembre. Durante le perquisizioni in Italia, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera, Romania, Croazia, Regno Unito e Cina, sono stati sequestrati oltre 1,6 milioni di Euro in criptovaluta e 40 000 Euro in contanti. La polizia croata ha arrestato 11 sospetti.
Oltre al crimine di proprietà intellettuale (infrazione al diritto d'autore), ci sono indizi di ulteriori crimini, come il riciclaggio di denaro e la criminalità informatica.
L'autorità coinvolta nelle attività per l'Italia è stata la Procura della Repubblica Catania
SIGARETTE DI CONTRABBANDO. SCOPERTE FABBRICHE CLANDESTINE. COINVOLTA ANCHE L'ITALIA
Eurojust, Europol e le autorità di 10 paesi hanno scovato un gruppo criminale che gestiva un intricato schema di traffico di sigarette.
Le autorità hanno scoperto un gruppo polacco attivo nel traffico di sigarette e le indagini hanno collegato una fabbrica di sigarette contraffatte in Francia a un altro gruppo criminale internazionale coinvolto nell'operazione.
Quindici sospettati sono stati arrestati in un'operazione congiunta che ha coinvolto cinque paesi.
Il gruppo è stato scoperto dopo essere stato sorpreso a importare grandi quantità di tabacco nel paese senza avvisare le autorità doganali. Il tabacco importato dal gruppo criminale era nascosto come tabacco di scarto. Dopo essere entrato nell'Unione Europea, è stato trasportato in magazzini doganali in Belgio, Spagna e Italia, da dove è stato portato in Germania, Francia, Belgio e Paesi Bassi per essere prodotto e venduto come sigarette. Le autorità francesi hanno scoperto che il tabacco illegale entrava nel paese nascosto in riviste.
Le autorità hanno presto scoperto che gli impianti di produzione di sigarette sparsi in Europa erano collegati. Le indagini hanno rivelato che la stessa organizzazione criminale era responsabile dell'istituzione di queste fabbriche. Il gruppo ha gestito un'operazione sofisticata attraverso più entità. Una in Bulgaria era responsabile del trasporto di materiali diversi dal tabacco come filtri, cartine e adesivi in Grecia e Italia. Un'altra entità in Polonia era specializzata nella logistica e nel trasporto di tabacco e sigarette contraffatte. Il gruppo ha reclutato individui in tutta Europa, tra cui pregiudicati.
Per smantellare l'organizzazione, è stata istituita una squadra investigativa congiunta (#JIT #SIC) che ha coinvolto autorità francesi, italiane e polacche presso #Eurojust. Durante l'indagine, le autorità sono state in grado di intercettare diverse spedizioni di tabacco tagliato illegalmente, per un totale di oltre 50.000 kg. Nel frattempo, sono state chiuse diverse linee di produzione e sono state sequestrate milioni di sigarette contraffatte. Il valore dei beni sequestrati durante l'operazione è stimato in 13 milioni di euro.
Lo smantellamento della rete del traffico di sigarette è culminato in un'operazione congiunta in sei paesi il 19 novembre, ed è proseguito in Francia il 20 novembre. Sono stati arrestati 15 sospettati, 2 in Bulgaria, 4 in Francia, 1 in Germania, 4 in Grecia e 4 in Polonia. Le perquisizioni in Italia hanno portato al sequestro di 46.000 euro, telefoni cellulari, documentazione e tabacco.
Il coordinamento tra le autorità tramite Eurojust ed #Europol è stato fondamentale per il successo dell'operazione. Il team investigativo congiunto istituito presso Eurojust ha garantito lo scambio di prove e informazioni e lo svolgimento di operazioni congiunte.
Per l'Italia sono stati coinvolti Procura della Repubblica di Bergamo; Reparto operativo dei Carabinieri di Bergamo; Unità economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bergamo.
ANCORA CONFERME SUL TRAFFICO DI DROGA ALBANIA-ITALIA: MAXI OPERAZIONE. COCAINA VIAGGIAVA DAL SUD-AMERICA FUSA NELLE PELLI DI BESTIAME
Nei giorni scorsi in Albania si è conclusa un'operazione anti-droga con la scoperta di un sofisticato laboratorio di cocaina situato nel villaggio di Qerekë, a nord di Tirana, mentre sono stati arrestati 10 membri della rete del narcotraffico, tre dei quali cittadini stranieri (due venezuelani ed una colombiana), che sembravano avere il ruolo di "chimici" nella lavorazione della droga, e sette albanesi.
La droga entrava in Albania fusa nelle pelli del bestiame, per essere poi lavorata per l'estrazione di stupefacenti.
L'operazione è stata realizzata su richiesta di SPAK, la Procura Speciale contro il Crimine Organizzato albanese, la Procura della Repubblica di Reggio Calabria e la Guardia di Finanza di Reggio Calabria.
I membri del gruppo criminale organizzato albanese gestivano il trasporto di cocaina dall'America Latina attraverso l'Italia all'Albania, da dove veniva trafficata in diversi paesi europei.
Nel 2023, la Procura speciale albanese contro la criminalità organizzata (SPAK) ha avviato un'indagine sulla rete. Questa indagine ha rivelato che la rete era coinvolta in un vasto traffico di droga dall'America Latina attraverso i porti europei, con l'Albania come porta d'accesso al più ampio mercato europeo della droga.
Il laboratorio sequestrato lavorava farmaci per la vendita all'ingrosso in tutta Europa. "Attualmente, è in corso una valutazione del volume totale del traffico di droga e del valore delle vendite all'ingrosso", ha dichiarato #Eurojust, che ha fornito la propria collaborazione.
Oltre al laboratorio, sono stati sequestrati: 50 tonnellate di materie prime per nascondere potenzialmente gli stupefacenti; più di 6 chilogrammi di cocaina; quasi 90 libbre di materiali solidi per la miscelazione di droghe e 50 libbre di liquidi per la preparazione di cocaina all'ingrosso; attrezzature di laboratorio, come virgola, acetone, tester per vetro, materiali chimici, microonde e sacchetti per imballaggio; oltre 50.000 euro in contanti in diverse valute; carte bancarie e telefoniche, nonché vari dispositivi di comunicazione mobile; sei veicoli.
Nelle loro prime testimonianze uno dei sudamericani arrestati ha affermato: "sono venuto in Albania per un trapianto di capelli", mentre l'altro straniero ha dichiarato di essere venuto per acquistare abiti usati, in quanto ha detto di essere un commerciante.
In particolare il carico di settembre scorso, che secondo dati non ufficiali è passato attraverso il porto di Durazzo, è stato prima immagazzinato in una struttura a Durazzo e poi trasportato nell'appartamento di un giovane nel villaggio di Qereke, a Nikla. Vi venivano portati anche i “maestri” latini, che avevano il compito di separare la sostanza stupefacente dal resto del carico.
Secondo i dati della Procura speciale sono 850 le pelli bovine salate in cui era nascosta la cocaina. Gli investigatori albanesi, in collaborazione con partner stranieri, sapevano che sarebbero stati caricati su container nei paesi dell’America Latina e arrivati via mare al porto di Durazzo.
Secondo la #SPAK, una spedizione è entrata a settembre e l'altra a novembre. Si sospetta che entrambi i carichi ammontassero a 48 tonnellate, mentre non è ancora noto quanto sia la sostanza e quanto sia il resto del carico.
Secondo il gruppo investigativo, 4 dei 7 albanesi arrestati sono i leader del gruppo, organizzatori e finanziatori della rete criminale del traffico di cocaina in Albania e della sua ulteriore vendita sui mercati dei paesi europei. L'appartamento trasformato in laboratorio dove i 3 chimici stranieri provenienti da Colombia e Venezuela hanno separato la droga dalla pelle, era posizionato in un punto strategico, vicino all'aeroporto di Rinas, nel villaggio di Qereke.
I carichi di droga nascosti nelle pelli dei bovini non provenivano solo dai paesi dell'America Latina, come la Colombia, il Venezuela o l'Ecuador, con i quali le bande albanesi intrattengono da lungo tempo rapporti di traffico, ma anche dalla Repubblica Dominicana e Brasile. Non per niente il capo della SPAK, Altin Dumani, e l'altro procuratore, Adnan Xholi, che indagano sul gruppo, hanno trascorso recentemente una settimana in Brasile, dove hanno dichiarato che avrebbero smantellato le reti del traffico di droga verso Albania ed Europa.
Reclutamento di minori da parte delle reti criminali. L'allarme di Europol
Europol ha emesso una notifica di intelligence sul reclutamento di minori da parte di reti criminali in tutta Europa.
Sviluppata sulla base delle informazioni fornite a Europol dalle autorità di contrasto, la notifica rivela come le organizzazioni criminali prendano di mira i giovani attraverso i social media e la messaggistica criptata per reclutarli e commettere gravi atti di criminalità organizzata.
I dati raccolti da recenti indagini mostrano che i minori sono coinvolti in quasi tutti i mercati criminali.
Sebbene il reclutamento di minori nelle forme gravi di criminalità organizzata e terrorismo non sia una novità, negli ultimi anni si è evoluto in una tattica deliberata da parte delle reti criminali per eludere l'individuazione, l'arresto o l'azione penale. La pratica si è espansa in più paesi e i metodi di reclutamento sono cambiati, con i minori sempre più incaricati di attività violente, tra cui estorsione e omicidio.
La notifica di Europol avverte che le reti criminali ora sfruttano comunemente i minori utilizzando messaggi in codice, slang e persino tattiche di "gamification" per inquadrare i compiti criminali come sfide o giochi. Queste tecniche sono progettate per attirare i giovani in attività criminali, spesso facendole apparire finanziariamente attraenti o socialmente gratificanti.
Le reti criminali utilizzano la gamification per reclutare minori presentando compiti illegali come "sfide" o "missioni", rendendoli più coinvolgenti e meno intimidatori. Questo approccio sfrutta la familiarità dei giovani con le sfide dei social media e i giochi online, desensibilizzandoli ai rischi associati. Inoltre, possono offrire ricompense per il completamento di specifici compiti, aumentando l'attrattiva della partecipazione alle attività criminali.
Le piattaforme di social media con funzione di messaggistica crittografata vengono abusate dai criminali in modo che possano operare con una visibilità minima, consentendo interazioni che non lasciano tracce digitali e riducendo quindi il rischio di rilevamento.
I social media influenzano il coinvolgimento dei minori nel crimine organizzato fornendo canali di comunicazione diretti e anonimi, che eliminano la necessità di incontri fisici. Le piattaforme consentono ai reclutatori di raggiungere un vasto pubblico di giovani, utilizzando linguaggio mirato e messaggi attraenti per presentare attività illegali come opportunità vantaggiose. Inoltre, le caratteristiche di privacy e messaggi autodistruttivi rendono difficile il monitoraggio delle comunicazioni, aumentando il rischio di coinvolgimento dei minori in attività criminali.
Il documento di Europol (in inglese) è scaricabile qui: europol.europa.eu/cms/sites/de…
La Giornata Internazionale per la Prevenzione e la Lotta contro tutte le forme di Criminalità Organizzata Transnazionale
In occasione della Giornata Internazionale per la Prevenzione e la Lotta contro tutte le forme di Criminalità Organizzata Transnazionale, l’Italia ha ribadito l’impegno condiviso per affrontare la sfida pervasiva e in continua evoluzione della criminalità organizzata transnazionale, una questione che impatta società, economie e sicurezza a livello mondiale.
L’Ambasciatore Maurizio Massari, Rappresentante Permanente italiano all’ONU, e’ intervenuto nel corso di un evento co-organizzato insieme all’ #UNODC (l’agenzia Onu per la lotta al crimine organizzato) e agli Stati Membri che fanno parte del gruppo centrale che ha proposto la risoluzione istitutiva della giornata: Austria, Colombia, Repubblica Dominicana, Ungheria, Giappone, Marocco, Perù e Arabia Saudita.
Massari ha sottolineato il legame tra impegno per la giustizia e lo sviluppo sociale, in linea con l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 16, come riaffermato durante la visita del Presidente italiano Sergio Mattarella alle Nazioni Unite a New York, quando “ha ricordato la dimensione globale di questa lotta e la necessità di un’azione internazionale collettiva per affrontare le cause profonde della criminalità organizzata”.
Tornando sul legame tra lotta al crimine e sviluppo, Massari ha evidenziato che quando le comunità sono resilienti, ben supportate e potenziate, diventano meno vulnerabili all’influenza delle reti criminali.
In questo impegno l’esperienza dell’Italia rappresenta una testimonianza potente sia delle sfide sia della resilienza necessaria per combattere la criminalità organizzata. “L’Italia ha visto il sacrificio di molti coraggiosi – poliziotti, giudici e funzionari pubblici – che hanno rischiato, e persino dato, la vita nella lotta contro le reti mafiose, eroi come i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il cui lascito continua a ispirare sforzi in tutto il mondo, ma anche cittadini comuni, imprenditori e lavoratori hanno resistito alla criminalità organizzata, affrontando a caro prezzo le richieste di estorsione della mafia e rifiutando di cedere ai ricatti”, ha detto Massari ricordando infine l’innovazione negli approcci agli asset confiscati alle organizzazioni criminali e riutilizzati per iniziative sociali, dando risorse alle comunità che una volta alimentavano le attività criminali.
DELEGAZIONE ALBANESE IN ITALIA: LA PROCURA CONTRO IL CRIMINE ORGANIZZATO STUDIA LE INVESTIGAZIONI FINANZIARIE
Alcuni Procuratori della Procura Speciale contro la corruzione ed il Crimine Organizzato (SPAK) e alti Ufficiali della Polizia albanese (ASP) hanno effettuato una visita di studio in Italia.
La SPAK è un'entità giudiziaria indipendente, incaricata di indagare sulla corruzione e sulla criminalità organizzata ai più alti livelli del governo e della società in Albania. È composto dall'Ufficio investigativo nazionale, dalla Procura speciale e dai tribunali speciali.
La delegazione albanese ha condotto, nel nostro Paese, una visita studio sugli aspetti operativi delle investigazioni finanziarie.
L’attività è stata curata dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) e organizzata dalla presenza OSCE in Albania nonché dall’Ufficio del Coordinatore per le attività economiche ed ambientali ed il Dipartimento per le minacce transnazionali del Segretariato OSCE, con il supporto dell’Esperto per la Sicurezza e dell’Esperto della Guardia di Finanza presso l’Ambasciata d’Italia a Tirana e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.
Il principale obiettivo del training è stato quello di sostenere l’Autorità Giudiziaria e la Polizia albanese nelle attività di contrasto al riciclaggio dei capitali illecitamente acquisti, nel settore delle misure di prevenzione patrimoniali in un’ottica di potenziamento e del rafforzamento della lotta al crimine organizzato transnazionale.
La delegazione è stata ricevuta dal Direttore della DIA, Generale di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza Michele Carbone (immagine sopra) che nel corso del suo intervento ha sottolineato l’importanza di tali attività perché consentono la conoscenza interpersonale e il rafforzamento della fiducia reciproca, presupposto indispensabile per valorizzare la cooperazione in un settore tanto delicato, come quello del contrasto al crimine organizzato ed all’individuazione dei patrimoni illecitamente accumulati.
Nel corso delle attività è stata riaffermata l’efficacia dell’azione di contrasto alla criminalità organizzata nell’ambito della cooperazione tra i due Paesi, entrambi membri OSCE.
La visita rientra nelle attività svolte dalla presenza OSCE in Albania nel programma di supporto al sistema di law enforcement albanese e del progetto regionale OSCE per rafforzare le capacità di contrasto ai crimini finanziari.
Scompaginata rete criminale albanese che importava in Italia cocaina nascosta in confezioni di frutta esotica
Un'operazione internazionale coordinata da Eurojust e Europol ha interrotto il traffico di grandi quantità di cocaina dal Sud America a vari porti marittimi italiani.
In totale, 29 sospetti appartenenti a una rete criminale guidata da cittadini albanesi sono stati arrestati in Italia e in Albania.
Allo stesso tempo, in Francia, Romania e Spagna sono state effettuate perquisizioni per raccogliere informazioni e potenziali prove. Il successo delle indagini è il risultato di una squadra investigativa congiunta a lungo termine (JIT/SIC), sostenuta e finanziata da Eurojust.
Il gruppo criminale era attivo nella distribuzione all'ingrosso di droga sul mercato italiano. Le droghe illecite erano nascoste in contenitori con frutta esotica su navi che arrivavano nei porti europei del Sud America. La rete era capeggiata da due fratelli albanesi. L'operazione è culminata in una giornata di azione che ha visto l'arresto di 29 sospetti (27 in Italia, 2 in Albania). Gli investigatori della Struttura speciale anticorruzione e anticrimine organizzato dell'Albania, nonché della Guardia di Finanza italiana a Pisa e della Procura della Repubblica a Firenze, sono stati supportati dagli esperti di riciclaggio di denaro di Europol per individuare il flusso economico gestito dai criminali.
Dall'inizio delle indagini nel novembre 2021 e fino alla giornata di azione, alcuni membri sono stati arrestati mentre commettevano attivamente reati. Nello stesso periodo sono stati sequestrati oltre 2 000 kg di cocaina, 20 kg di marijuana e 46 kg di hashish. I criminali avevano messo in piedi un elaborato sistema di riciclaggio di denaro.
L'indagine è stata supportata da comunicazioni intercettate tra organizzazioni criminali, che hanno usato lo strumento di comunicazione mobile criptato SkyECC.
Su richiesta delle autorità italiane, Eurojust ha organizzato diverse riunioni di coordinamento tra tutti gli organi investigativi per preparare l'azione internazionale. Un centro di coordinamento è stato istituito presso la sede di Eurojust all'Aia per sostenere le ricerche e gli arresti in corso nei cinque paesi interessati. Eurojust ha inoltre assistito all'esecuzione degli ordini investigativi europei in Francia, Romania e Spagna e ha chiesto assistenza giudiziaria in Albania. I mandati d'arresto sono stati diffusi in tutto il mondo attraverso INTERPOL, grazie alla 3a divisione del Servizio Centrale per la Cooperazione Internazionale di Polizia.
#Eurojust #Europol #JIT #SIC #trafficococainaviamare #INTERPOL #Albania #guardiadifinanza #skyecc
LA LOTTA EUROPEA AI PRODOTTI CONTRAFFATTI
Sicuri di far affari acquistando prodotti contraffatti? Un rapporto di Europol e dell'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) avverte che i truffatori e le reti di criminalità organizzata utilizzano entità legali e scappatoie per evitare il rilevamento da parte delle autorità, e trarre profitto dall'appetito dei consumatori ’ a prezzi bassi con prodotti falsi.
Il rapporto di Europol «UNCOVERING THE ECOSYSTEM OF INTELLECTUAL PROPERTY CRIME / A focus on enablers and impact" («Scoprire l'ecosistema del crimine della proprietà intellettuale: un focus sugli abilitatori»), fa luce sui sofisticati metodi impiegati dai truffatori e dai gruppi criminali organizzati per commettere reati di proprietà intellettuale (PI) e sfruttare i comportamenti dei consumatori. Sottolinea l' impatto del crimine di proprietà intellettuale su una società più ampia, guidata da merci contraffatte e contenuti piratati. Il reato di proprietà intellettuale implica il furto, l'infrazione e l'uso non autorizzato della proprietà intellettuale, come i diritti d'autore, i disegni, i marchi, i brevetti e le indicazioni geografiche di origine, e i reati connessi ai segreti commerciali. Comprende la contraffazione, la produzione di beni che recano falsi marchi e la pirateria, la distribuzione illegale di materiali protetti. Il crimine IP minaccia quindi la sicurezza interna dell'UE, non solo l'economia, ma anche la salute dei consumatori, la sicurezza e l'ambiente naturale.
Questa relazione (un rapporto congiunto di analisi strategica EUIPO-Europol prodotto nell'ambito di EMPACT) descrive quindi i processi criminali alla base del crimine IP, esaminando i fattori che lo consentono e la sua connessione con altri reati organizzati. Sottolinea anche gli effetti dannosi sulle imprese e sui consumatori dell'UE.
Secondo il rapporto, circa 86 milioni di articoli falsi sono stati sequestrati nell'UE solo nel 2022, con un valore totale stimato superiore a 2 miliardi di EUR. Lo studio sottolinea che, sebbene i consumatori siano attratti da beni a basso prezzo, le loro decisioni supportano inavvertitamente una serie di altri reati gravi, tra cui il crimine informatico, il riciclaggio di denaro e persino il crimine ambientale.
João Negrão, direttore esecutivo dell'EUIPO, sottolinea l'importanza della consapevolezza dei consumatori: "Quando i consumatori optano per prodotti contraffatti o vengono indotti in errore nell'acquistare falsi, non solo ricevono beni scadenti, ma contribuiscono anche a un'economia sommersa che mina le imprese legittime e alimenta altre attività criminali. È essenziale comprendere il costo reale delle merci contraffatte – un costo che si estende oltre il prezzo e influisce sul benessere della nostra società ".
Salute e sicurezza dei consumatori sono messi a repentaglio quando prodotti farmaceutici scadenti o falsificati emergono da laboratori clandestini pericolosi, esponendo i lavoratori e il pubblico a sostanze nocive. Inoltre, il dominio digitale è diventato un campo di battaglia, con i criminali informatici che fabbricano sofisticati negozi online falsi che non solo vendono prodotti contraffatti ma raccolgono anche informazioni sensibili sui pagamenti dei consumatori, intrecciando ulteriormente il crimine IP con il crimine informatico.
(Un laboratorio clandestino di sostanze ormonali illecite)
A sua volta Catherine De Bolle, direttore esecutivo di Europol, sottolinea: "I gruppi criminali organizzati stanno continuamente innovando per sfruttare la domanda dei consumatori di prodotti contraffatti e piratati. Non stanno solo vendendo prodotti falsi, ma stanno anche rubando dati personali ed esponendo i consumatori a prodotti pericolosi. È un'arma a doppio taglio in cui i consumatori sono vittime e, inconsapevolmente, abilitatori di queste reti criminali ".
Nel complesso, il rapporto evidenzia la crescente raffinatezza dei criminali IP. Le reti criminali organizzate si estendono oltre i confini, impegnandosi nell'importazione, esportazione e produzione di merci contraffatte, la maggior parte delle quali sono prodotte in Cina, Hong Kong e Turchia.
Gli attori di queste operazioni non sono dilettanti. Secondo il rapporto si avvalgono di strutture legali in tutte le fasi del crimine di proprietà intellettuale e selezionano giurisdizioni in cui è difficile per le forze dell'ordine dell'UE chiuderle o dove le sanzioni sono basse. In molti casi, i prodotti contraffatti vengono prodotti al di fuori dell'UE e quindi finalizzati con tag, loghi falsi e imballaggi in siti in Europa.
Questa relazione congiunta UEIPO-Europol è stata al centro dell'attenzione alla Conferenza sulla criminalità IP, organizzata a Madrid il 24-25 ottobre 2024 dall'EUIPO, Europol e Guardia Civil spagnola.
L'evento, intitolato “Segui i soldi per combattere il crimine IP, ” ha riunito oltre 240 delegati di forze dell'ordine, enti governativi e rappresentanti del settore privato in tutto il mondo per discutere strategie innovative per combattere il crimine di proprietà intellettuale (IPC) e le relative implicazioni di criminalità finanziaria.
La conferenza ha sottolineato la necessità di un approccio multisettoriale alla lotta contro l'IPC, incentrato sulla traccia finanziaria e sui partenariati pubblico-privato. Le discussioni hanno enfatizzato la condivisione delle conoscenze, il miglioramento della capacità investigativa e le pratiche di recupero delle risorse collaborative. Inoltre, i rappresentanti di Europol e EUIPO hanno rafforzato il ruolo del settore privato nel sostenere l'applicazione della legge attraverso la condivisione e la formazione dei dati. Un panel è stato dedicato al ruolo degli influencer dei social media, concentrandosi sul loro impatto sui comportamenti di acquisto contraffatti e ha sottolineato l'importanza delle campagne di sensibilizzazione.
I Carabinieri Forestali al summit internazionale sul clima e sicurezza
A Montreal, in Canada, i Carabinieri hanno partecipato alla cerimonia di inaugurazione del neo istituito NATO Climate Change and Security Centre of Excellence (CCAS CoE), il Centro di eccellenza alleato dedicato al tema dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla sicurezza e sullo strumento militare.
Quello canadese è uno dei 30 Centri di eccellenza della #NATO e l’ #ArmadeiCarabinieri ne è parte attiva con un ufficiale appositamente distaccato.
La cerimonia di inaugurazione si è tenuta in occasione della riunione del primo Consiglio Direttivo (Steering Committee), tavolo dove il Comando Generale dei carabinieri è delegato a rappresentare la Difesa italiana, poiché l’Italia è una delle 12 Nazioni sponsor del Centro, a cui ha aderito fin dalla sua attivazione, assieme a Canada, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Norvegia, Romania, Turchia e Regno Unito.
L’apertura del NATO CCAS CoE si è svolta in occasione un altro evento, il Montreal Climate Security Summit, conferenza internazionale dedicata al rapporto tra clima e sicurezza, che ha visto l’Arma protagonista con la partecipazione, del Comandante del Raggruppamento Carabinieri per la Biodiversità, relatore nell'ambito del panel sul “Clima e la Human Security – Rapporto tra rischi e priorità d’azione”.
(Nell'immagine di apertura: Il Comandante del Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, Generale di Brigata Raffaele Pio Manicone)
Il summit ha riunito numerosi partecipanti, una folta schiera di relatori provenienti da Paesi alleati, Nazioni partner e non solo (tra cui Kuwait e Australia), nonché rappresentanti del quartier generale della #NATO, dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite.
Questo prestigioso palcoscenico è stata una importante occasione per valorizzare la specificità dell’Arma nel settore dell’ambiente e fornire il peculiare contributo istituzionale sul delicato settore dove l’Italia può vantare un comparto dedicato: l’organizzazione per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare, e un centro di eccellenza nazionale ad hoc, il Centro di eccellenza per la Protezione Ambientale di Sabaudia (Roma).
Il cambiamento climatico e la sicurezza
Il cambiamento climatico avrà gravi ripercussioni sulla sicurezza degli alleati e sulla difesa collettiva.
Agisce come un moltiplicatore di minacce aumentando l’instabilità, la competizione geostrategica, l’insicurezza e i conflitti. La resilienza e l’efficienza delle nostre infrastrutture e attrezzature militari e il modo in cui conduciamo le operazioni saranno influenzati dai cambiamenti climatici che includono temperature estreme, cambiamenti nell’acidità dell’acqua, nella densità dell’aria e nella Circolazione Meridionale Atlantica, nello scioglimento del permafrost, nel mare aumento del livello, cambiamenti nei modelli di precipitazione ed eventi meteorologici estremi. Inoltre, la siccità, le inondazioni, l’erosione del suolo e la perdita di biodiversità hanno già un impatto grave sulle popolazioni di alcune regioni del mondo, in particolare nel sud del mondo, e causano carestie e perdita di terra e mezzi di sussistenza e intensificano la migrazione forzata.
Questa insicurezza può anche aumentare l’instabilità sociale e politica e creare un terreno fertile per il terrorismo.
RESTITUITI ALL'AMBASCIATA CINESE REPERTI ARCHEOLOGICI RECUPERATI DAI CARABINIERI
Recentemente a Roma nella sede del Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, il Comandante dei Carabinieri TPC, Generale di Divisione Gargaro, ha consegnato 56 reperti archeologici all’Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese, Jia Guide. (immagine sopra)
I preziosi manufatti sono stati recuperati a seguito di due distinte attività di polizia giudiziaria condotte dai rispettivi Nuclei TPC di Firenze e Udine.
L'indagine del Nucleo fiorentino ha permesso ai Carabinieri di sequestrare, con decreto emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, 3 sculture riconducibili alla dinastia Han/Yuan e Tang per le specifiche caratteristiche morfologiche, iconografiche e di lavorazione analizzate in sede di expertise. I beni facevano parte di una collezione privata di un professionista deceduto, priva di documentazione attestante la lecita provenienza.
Ulteriori 53 manufatti, provenienti dai territori della Cina e, in particolare, pertinenti la cultura neolitica Majiayao. Tali beni, sottoposti a sequestro dal Nucleo TPC di Udine con il coordinamento delle indagini da parte della Procura di Udine, erano stati trovati nella disponibilità dell’indagato che li aveva ricevuti a seguito di rinvenimento da parte di contadini della provincia cinese del Gansu e, successivamente, portati in Italia in violazione delle norme vigenti in materia di importazione di beni culturali.
I reperti, grazie alla cooperazione fornita dalla Rappresentanza Diplomatica della Repubblica Popolare Cinese presso lo Stato Italiano, sono stati riconosciuti dalle Autorità culturali di quel paese come appartenenti al proprio patrimonio nazionale.
Alla luce di tale riscontro, l’Autorità Giudiziaria, in virtù della normativa vigente prevista dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, D.Lgs n. 42/2004, ne ha disposto la restituzione allo Stato estero.
200 carabinieri formeranno le forze di polizia palestinesi?
Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, e l’omologo d’Israele Yoav Gallant hanno parlato a Gerusalemme del “futuro di Gaza”.
Lo ha detto lo stesso Crosetto durante la visita istituzionale in Israele, spiegando di aver discusso con Gallant della “necessità che la comunità internazionale si faccia carico di portare aiuti umanitari, ma anche di pensare al futuro, a una Gaza libera da Hamas. Anche in questo l’Italia si è detta disponibile a giocare un proprio ruolo. Per questo abbiamo parlato anche della possibilità dei nostri 200 Carabinieri che formino le forze di polizia palestinesi. Un incontro a 360 gradi nel quale ho ribadito a tutti come obiettivo quello di far terminare la guerra e riportare la pace in questo luogo”.
Il ministro italiano ha parlato anche del “futuro della missione Unifil: quello di implementare” la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite", , sottolineando la necessità che nei prossimi anni sia garantito che “questa risoluzione sia applicata, quindi che non ci siano insediamenti di Hezbollah in quella zona, che ci siano soltanto le forze dell’Onu e le forze armate libanesi a garantire la pace e il fatto che tra i due paesi (Libano e Israele) non ci sia la guerra”.
Per saperne di più sulle missioni all'estero dei carabinieri: carabinieri.it/arma/arma-all%2…
L'APPUNTAMENTO BIENNALE DELLA "CONVENZIONE ONU DI PALERMO" PER LA LOTTA ALLA CRIMINALITà TRANSNAZIONALE
Si è conclusa recentemente a Vienna la Conferenza delle Parti alla Convenzione della Nazioni Unite contro la Criminalità Organizzata Transazionale (#UNTOC) – nota come "Convenzione di Palermo" – l’appuntamento biennale più importante dell’agenda dell’Onu in tema di prevenzione e lotta alla criminalità organizzata tramite il rafforzamento della cooperazione transfrontaliera.
L’Italia, che da sempre riveste un ruolo di rilievo nell’azione internazionale di contrasto alle mafie, ha partecipato ai lavori con una delegazione interministeriale guidata dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che intervenendo in "plenaria" ha sottolineato l’urgenza di rafforzare, a livello nazionale e attraverso la collaborazione multilaterale, il contrasto alle nuove forme di criminalità organizzata, che sempre più spesso opera nel dominio cyber.
Insieme alla Direttrice Esecutiva dell’Ufficio Onu sulle Droghe e il Crimine, Ghada Waly, il Ministro ha inoltre preso parte ad un evento di alto livello che segna l’avvio di un mese di mobilitazione in vista della prima Giornata internazionale contro la Criminalità Organizzata Transnazionale (15 novembre), inaugurando in tale occasione anche la mostra ”Cooperation in the fight against transnational organized crime: Italy’s Experience’‘ che offre una testimonianza della storia e delle capacità italiane nella lotta alle mafie. La mostra rimarrà al Vienna International Center per essere poi esposta anche al Palazzo di Vetro di New York. La mostra che illustra l’esperienza del nostro Paese nella lotta alla criminalità organizzata transnazionale, è stata realizzata dai Ministeri degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’Interno e della Giustizia.
Attraverso un percorso di immagini evocative (vedi foto in apertura), la mostra illustra alcune fasi cruciali della lotta contro la mafia, il ruolo dei magistrati Flacone e Borsellino, la reazione alle stragi del 1992, la strada che ha portato all’adozione della Convenzione di Palermo, le attività di cooperazione internazionale e le sfide future.
La settimana è stata animata anche da numerosi eventi a latere. La Rappresentante Permanente italiana, Amb. Debora Lepre, è intervenuta in un panel di alto livello sul meccanismo di verifica dell’attuazione della Convenzione di Palermo e in un side event sullo sfruttamento dei minori da parte delle organizzazioni criminali. L’Italia ha co-organizzato anche eventi incentrati su temi prioritari per il nostro Paese, quali il contrasto ai reati contro il patrimonio culturale, la prevenzione del terrorismo, le connessioni tra corruzione e criminalità organizzata, il traffico di armi da fuoco.
La Conferenza ha adottato 4 risoluzioni e 2 decisioni: tra queste due importanti risoluzioni sul contrasto al traffico di armi da fuoco e sulla prevenzione e la lotta ai crimini ambientali.
RISPOSTE STRATEGICHE ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA NELL'EUROPA SUD-ORIENTALE
L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (#UNODC) ha recentemente rilasciato una serie di documenti di supporto agli Stati sulla risposta strategica alla Criminalità Organizzata.
Di nostro interesse quello riferito alla politica regionale nell’ambito della South-Eastern Europe (Europa sudorientale), che ha con tutta evidenza un impatto anche per l’Italia. (La copertina del Documento nell’immagine in alto)
L’analisi si concentra su più aspetti:
• Una descrizione delle caratteristiche, delle principali manifestazioni e dei danni derivanti dalla criminalità organizzata nella regione
• Una sintesi delle risposte attuali al fenomeno
• Un'esplorazione di alcune opportunità strategiche per contrastare le Organizzazioni criminali.
Andiamo con ordine:
La regione dell'Europa sudorientale (vedi figura sopra) è gravemente colpita dalla criminalità organizzata, essendo diventata un hub chiave per una serie di attività illecite e rotte di traffico ben note, incluso quella conosciuta come la “rotta dei Balcani”.
La criminalità organizzata in questa regione è cresciuta sempre di più sotto l’aspetto transnazionale ed è profondamente connessa con l'Europa occidentale, l'America Latina, il Stati Uniti d'America e Asia.
I gruppi criminali organizzati sfruttano le vulnerabilità della regione per una serie di scopi:
• Come base di pianificazione, funzionamento e reclutamento: l’etnia tradizionale, nazionale, linguistica e i legami culturali forniscono la base per relazioni forti, rendendo i gruppi che fanno affidamento su tali legami più resilienti alle disgregazioni;
• Come area di transito, soprattutto attraverso i porti marittimi, per l'importazione illegale di grandi partite di droga, compresa la cocaina: la posizione geostrategica della regione e il suo i confini hanno ulteriormente contribuito a consolidare la sua posizione di “porta girevole” per il paese beni illeciti (vedi figura sottostante).
• Come terreno fertile per operazioni di riciclaggio di denaro attraverso investimenti in molteplici settori, tra cui immobiliare, edilizia, turismo e gioco d'azzardo, che spesso coinvolgono società di copertura dedicate.
Una considerevole diaspora internazionale, soprattutto in Europa occidentale, ha fornito ai gruppi di criminalità organizzata i mezzi per assicurarsi punti d’appoggio strategici e condurre affari illeciti in tutto il continente. Questi gruppi hanno anche stabilito e mantenuto alleanze strategiche con altre organizzazioni criminali internazionali, come i gruppi mafiosi in Italia e i cartelli latini America.
La conoscenza della criminalità organizzata nella regione è aumentata notevolmente negli ultimi anni, e sono stati fatti numerosi tentativi per istituire piattaforme di cooperazione regionale, che hanno valore di quadri strategici per combattere tale criminalità.
Gli sforzi futuri per colmare le lacune attuali dovrebbero includere un'analisi dei driver e dei facilitatori strutturali e dell'efficacia delle risposte degli Stati per rafforzare la resilienza alla criminalità organizzata.
In questo contesto, si dovrebbe sottolineare che la base di evidenza ideale per una strategia è un'analisi dedicata e completa delle dinamiche della criminalità organizzata nel contesto nazionale. L'utilizzo di altre forme di evidenza più generale crea un rischio di sviluppare e investire in risposte politiche che non sono mirate e che alla fine si dimostreranno inefficaci.
La regione mostra alcuni esempi notevoli di strategie per affrontare la criminalità organizzata nella sua interezza, così come gli sforzi in corso a tal fine, sebbene le risposte abbiano tradizionalmente teso a concentrarsi sulla garanzia di risultati in materia di applicazione della legge e giustizia penale piuttosto che su sforzi preventivi e un approccio che coinvolga l'intera società.
Inoltre, le analisi disponibili delle tendenze della criminalità organizzata nella regione, indicano sfide strategiche persistenti. Queste sfide includono corruzione endemica, interferenza politica nelle funzioni degli organi statali chiave, facilità di penetrazione nell'economia da parte di gruppi criminali organizzati e la velocità con cui tali gruppi colgono nuove opportunità economiche.
Gli esperti hanno anche sottolineato che i confini tra élite politiche e/o nazionali e gruppi criminali organizzati sono diventati piuttosto sfumati in alcuni casi, erodendo la fiducia nei governi e soffocando la crescita economica.
Sulla base di queste considerazioni, le principali opportunità strategiche per la regione includono:
• Risposte inclusive e sistematiche dell'intera società e migliore comprensione delle vulnerabilità sia economiche che finanziarie (PREVENIRE);
• Sfruttare appieno le misure contenute nella Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale e altri strumenti pertinenti al fine di rafforzare la cooperazione transfrontaliera, comprese le indagini congiunte, e per colmare le lacune che consentono alla criminalità organizzata di infiltrarsi nell’economia lecita, nonché una maggiore uso coerente delle indagini finanziarie nei casi di criminalità organizzata (PERSEGUIRE );
• Ampliare la protezione delle vittime, dei testimoni e degli informatori e promuoverla giornalismo investigativo e libertà dei media (PROTEGGERE);
• Rafforzare la cooperazione internazionale e nazionale e i meccanismi di coordinamento, anche attraverso l’adozione di strategie inclusive e globali contro criminalità organizzata (PROMUOVERE).
Il volume (in inglese) è reperibile al link sherloc.unodc.org/cld/uploads/…
OPERAZIONE OPSON 2024. UNO SFORZO CONGIUNTO
Europol, OLAF, DG SANTE, DG AGRI e 29 paesi in tutta Europa, nonché produttori di alimenti e bevande del settore privato, hanno unito le forze nell’edizione 2024 dell’operazione OPSON. Questa operazione annuale, giunta alla sua tredicesima edizione, prende di mira cibi e bevande contraffatti e di scarsa qualità. Forze dell'ordine, dogane, e le agenzie di regolamentazione alimentare hanno sequestrato circa 22.000 tonnellate di cibo e circa 850.000 litri di bevande (per lo più alcoliche).
La frode alimentare, la contraffazione di alimenti e bevande e l'abuso di indicazioni geografiche costituiscono un'area criminale significativa e grave che deve essere affrontata a livello internazionale.
L’obiettivo dell’operazione OPSON è proteggere la salute e la sicurezza pubblica e, in definitiva, smantellare le reti criminali organizzate coinvolte. Europol e tutti i partner coinvolti combattono su tutti i fronti contro questa area criminale, che comprende attività nei mercati fisici e online – come le piattaforme di commercio elettronico – e l’intera filiera alimentare, dalle materie prime al prodotto finale.
Le tendenze della criminalità alimentare di quest’anno
Gli investigatori di tutta Europa hanno notato una continua tendenza dei truffatori a vendere alimenti scaduti. Infiltrandosi nelle aziende di smaltimento rifiuti, mettono le mani su masse di cibo scaduto che dovrebbero essere distrutte. Dopo aver semplicemente cancellato e ri-stampando le date di scadenza o stampando e attaccando nuove etichette, reimmettono nella filiera i prodotti scaduti. Per quanto riguarda gli alimenti contraffatti e erroneamente designati, l'olio d'oliva e i vini a denominazione di origine protetta (DOP) sono le tipologie di prodotti più colpiti.
Highlights da tutta Europa
La Guardia Civil spagnola, in collaborazione con i Carabinieri italiani e Europol, ha arrestato quattro persone e sequestrato circa 120.000 scatolette di tonno e 45.000 litri di olio. I proprietari arrestati di un'azienda conserviera a La Rioja (Logroño) preparavano i prodotti in scatola con tonno di qualità inferiore a quella indicata sull'etichetta, così come con olio di girasole o sansa etichettata come olio di oliva, riuscendo così a commercializzare i prodotti a prezzi molto inferiori rispetto ai concorrenti.
In tutta la Spagna, la Guardia Civil è intervenuta contro i contraffattori di prodotti come olio, prosciutto o formaggio. A Valencia, un'azienda produttrice di sottaceti è stata indagata per aver venduto prodotti non idonei al consumo a causa dell'aggiunta di coloranti e conservanti illegali. Sono state sequestrate 80 tonnellate di prodotto, gran parte del quale pronto per la vendita e il consumo.
L'Arma dei Carabinieri
I Nuclei Antisofisticazione e Sanità dell’Arma dei Carabinieri, NAS, in collaborazione con altre autorità, hanno identificato e sequestrato circa 42 tonnellate di olio adulterato. Il prodotto, commercializzato come olio extra vergine di oliva italiano, era pronto per la distribuzione, oppure -in alcuni casi – erano già entrati nel mercato. Gli agenti sequestrati hanno perquisito diversi luoghi quali magazzini e hanno sequestrato anche 71 tonnellate di sostanze oleose, contenute in vaschette e taniche di plastica di varie dimensioni nonché 623 litri di clorofilla utilizzata per la adulterazione degli oli. Il valore totale degli oggetti sequestrati, che comprende attrezzature per l'imballaggio, etichette, un veicolo da trasporto, carrelli elevatori ed elettronica per un importo di 900.000 euro.
Anche in Italia i Carabinieri hanno smantellato una rete criminale dedita alla contraffazione di vini a denominazione di origine protetta (DOP) o indicazione geografica protetta (IGP).
I criminali hanno falsificato i registri elettronici delle cantine di un organismo di certificazione della qualità del vino etichettando erroneamente i vini con un certificato DOC. A seguito dell'indagine sono stati sequestrati circa 60.000 litri di vino contraffatto.
Come riportato in precedenza da Europol, un'indagine condotta dalla gendarmeria francese (Gendarmerie Nationale), che coinvolge i Carabinieri italiani e la Polizia Federale Svizzera, con il supporto di Europol ed Eurojust, ha portato allo smantellamento di una rete criminale che contraffava i vini francesi a Denominazione di Origine Protetta (DOP) in Italia. La rete criminale falsificava il vino rosso francese, facendo pagare fino a 15.000 euro a bottiglia.
Il vino falso è stato contraffatto in Italia, poi consegnato a un aeroporto italiano ed esportato per la vendita a valore di mercato in tutto il mondo da onesti commercianti di vino. L'operazione ha portato a sei arresti e sequestri per un valore di 1,4 milioni di euro, oltre a oltre 100mila euro in contanti e documenti.
Risultati OPSON XIII:
11 reti criminali smantellate,
emessi 104 mandati di arresto,
184 mandati di perquisizione emessi,
278 persone denunciate all'autorità giudiziaria,
5 821 controlli e ispezioni effettuati.
In totale sono state ritirate dal mercato merci per un valore di oltre 91 milioni di euro.
#Europol #OLAF #DGSANTE #DGAGRI #Armadeicarabinieri #NAS #Gendarmerienationale #Guardiacivil
A ROMA IL SUMMIT DELLE FORZE DI POLIZIA A STATUS MILITARE
Roma. Si è aperto a Villa Madama l’annuale Summit dell’Associazione Internazionale delle Gendarmerie e delle Forze di Polizia a Statuto Militare (#FIEP), al termine del quale l’Arma dei Carabinieri, che ne aveva assunto la presidenza nell’ottobre 2023, cede il testimone alla Gendarmeria nazionale francese.
All'incontro hanno partecipato i Comandanti/Direttori Generali delle 21 Gendarmerie e Forze di Polizia militari-statutarie, ricevuti dal Presidente della Repubblica durante la loro permanenza in Italia.
Annualmente viene individuato un tema generale come oggetto di studio; durante la presidenza italiana la FIEP si è concentrata sulla lotta ai reati ambientali,
con un focus prioritario sulla tutela della biodiversità e degli ecosistemi. La particolare tematica è molto sentita dall'Arma dei Carabinieri, la forza di polizia ambientale più articolata d'Europa, e il confronto con le altre gendarmerie e forze di polizia è stato utile e propositivo per un comune impegno in difesa dell'ambiente, per lo sviluppo di buone pratiche condivise e di protocolli comuni.
Nell'immagine il passaggio di testimone tra Arma dei Carabinieri e Gendarmeria Francese
Nel 2024 la FIEP ha compiuto 30 anni. Infatti, il 12 maggio 1994, venne istituita a Madrid la Commissione Tripartita, composta dall'Arma dei Carabinieri, dalla Gendarmeria Nazionale francese e dalla Guardia Civil spagnola. Nel 1996 si unì la Guardia Nazionale Repubblicana Portoghese, e l'anno successivo l'associazione, che nel frattempo era diventata Commissione Quadripartita, prese il nome definitivo di FIEP, acronimo formato dalle iniziali dei nomi dei Paesi allora membri: Francia, Italia, Spagna e Portogallo. Con successive Dichiarazioni Congiunte e modifiche statutarie,
l'organizzazione ha assunto il carattere di “Associazione Internazionale”, e attualmente sono membri della FIEP 21 gendarmerie e forze di polizia con status militare .
Nei trent’anni di storia dell’Associazione, prima dell’appuntamento concluso con l’assemblea di questi giorni, i Carabinieri ne avevano assunto la presidenza nel 1999,
2006 e 2014 in corrispondenza del bicentenario di fondazione dell’istituzione. Esperienze sicuramente positive nell'importante settore della cooperazione internazionale.
Nel vertice è stata votata all’unanimità la concessione dello status di membro all’Ispettorato dei Carabinieri della Moldavia.
La loro partecipazione alle dinamiche dell'Associazione è stata sostenuta dai Carabinieri italiani, in aderenza alle linee strategiche di indirizzo della politica estera nazionale.
Arrestato a Medellin il "facilitatore" camorrista del traffico di stupefacenti tra Colombia ed Europa
La Polizia di Stato colombiana ha arrestato a Medellin l'italiano Gustavo Nocella (sopra in foto), detto "Ermes", ricercato in Italia per traffico di droga e considerato un "boss invisibile".
"Il boss italiano del narcotraffico Gustavo Nocella è stato catturato a Medellín dalla Polizia Nazionale", ha annunciato lunedì il presidente colombiano Gustavo Petro, precisando che si tratta del "principale anello di congiunzione del clan Rinaldi-Formicola, Amato-Pagano e De Micco alleati con la mafia sudamericana, soprattutto colombiana, per il traffico di ingenti carichi di droga. La fase finale dell'Operazione Minerva - ha reso noto il presidente colombiano - ha cominciato a prendere forma sei mesi fa quando la Polizia Nazionale, in coordinamento con #EUROPOL, i #Carabinieri italiani e le autorità del Regno Unito, si sono scambiate informazioni che hanno permesso loro di stabilire che il fuggitivo aveva la sua centrale operativa in Colombia".
L'italiano, considerato dalle autorità il principale fornitore di cocaina ai clan a nord e a est di Napoli, è stato arrestato in un esclusivo appartamento di #Medellín.
“Gli uomini dei servizi segreti sapevano che uno dei suoi passatempi preferiti era il biliardo, un indizio che trovarono in ciascuno degli appartamenti che, trimestralmente, ha affittato fino a 25 milioni di pesos (circa 5.840 dollari), soprattutto nel settore di El Poblado", ha spiegato la Polizia in un comunicato.
Secondo la polizia, Nocella, 58 anni, era incaricato di coordinare la logistica delle spedizioni di cocaina cloridrato via mare dalla Colombia ad Amsterdam, utilizzando navi e barche a vela.
E, da questa città, trasportava le spedizioni fino a Napoli utilizzando camion pesanti, automobili e anche mezzi di servizio pubblico.
"Questa operazione è il risultato di una fluida cooperazione internazionale che ci ha permesso di catturare più di 40 trafficanti di droga invisibili", ha affermato il Direttore Generale della Polizia, Generale William René Salamanca Ramírez.
#Armadeicarabinieri #Europol
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Le Forze di polizia di 20 Paesi di tutto il mondo, sotto il coordinamento di Interpol, si sono riunite a Reggio Calabria per la 2^ conferenza dei Focal point del Progetto I-Can
Un'alleanza globale per confrontarsi sulle nuove sfide e strategie di contrasto alla ‘Ndrangheta. Il Progetto è nato 4 anni fa dalla stretta collaborazione tra il Segretariato generale di Interpol e il Dipartimento della pubblica sicurezza italiano per un attacco globale multilaterale alla ‘ndrangheta.
Durante la conferenza, tenutasi la scorsa settimana, esperti provenienti da Italia, Albania, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Colombia, Ecuador, Francia, Germania, Malta, Paesi Bassi, Paraguay, Regno Unito, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Uruguay hanno condiviso le loro conoscenze e best practices per comprendere a fondo le strutture, le dinamiche e i metodi operativi di una delle organizzazioni criminali più pericolose al mondo.
Per l’Italia sono intervenuti il vicecapo della Polizia Raffaele Grassi (foto sopra) promotore dell’iniziativa e il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo italiano Giovanni Melillo (foto sotto), mentre per l'Interpol era presente Cyril Gout, Director operational support and analysis.
Grazie allo scambio di intelligence e all’utilizzo delle numerose banche dati di Interpol, il progetto ha consentito non solo la cattura di 101 pericolosi latitanti ‘ndranghetisti, ma anche l’individuazione di partnership criminali con altre organizzazioni transnazionali.