lantidiplomatico.it/dettnews-e…
UCRAINA - “Ci sono stati Ue che vorrebbero trattare per smembrarla e conquistarne dei pezzi”
Tusk parla di trattative sull'Ucraina in inverno, ma tutto dipende da Trump e Putin. Mentre la UE fantastica su un riarmo miliardario
Il primo ministro polacco Donald Tusk dice che Russia e Ucraina potrebbero iniziare a negoziare in inverno. Ma non sarà certo lui a fare da ago della bilancia. Toccherà a Trump e Putin sbrigarsela, spiega Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, e gli altri andranno al seguito, compresa la UE, che per ora non conta, anche se, secondo un piano all’apparenza da fantapolitica (ma che potrebbe non essere così fantasioso), alcuni Paesi che ne fanno parte (Polonia, Ungheria, Romania) potrebbero “pasteggiare” con ciò che resta dell’Ucraina, prendendosi regioni che un tempo erano loro. Bruxelles, intanto, fantastica su un piano da 100 miliardi di spesa per la Difesa, ma l’economia non attraversa certo un buon momento e un progetto del genere potrebbe affossarla. A meno che queste spese vengano escluse dal computo del rapporto deficit-Pil.
Donald Tusk, premier polacco, dice che le trattative sull’Ucraina potrebbero partire in inverno, proprio quando a Varsavia toccherà la presidenza di turno della UE. Il negoziato finalmente è vicino?
Se c’era una nazione che aveva la possibilità di giocare la carta dei negoziati durante la presidenza UE era l’Ungheria. Per la sua ostilità palese verso la Russia e per gli interessi su una regione ucraina come la Galizia, non vedo la Polonia come soggetto che può portare avanti una trattativa. Del resto, la Russia ha sempre sottolineato che si può negoziare solo tenendo conto della situazione sul terreno. E da quel punto di vista, anche se in Italia non ne vuole parlare più nessuno, i russi avanzano: le ultime cinque roccaforti del Donbass sono circondate e sono in procinto di cadere. Credo che Putin stia stringendo l’offensiva prima dell’insediamento di Trump.
Le pretese russe sono sempre le stesse?
Vogliono la cessione della sovranità sulla Crimea e su altre quattro regioni che oggi non controllano ancora per intero, un’Ucraina neutrale, che non entri nella NATO e non ospiti basi e armi straniere. Se ci sarà la disponibilità a trattare su questi punti, Mosca lo farà; diversamente, no. L’elemento tempo è fondamentale, perché più il tempo passa più Kiev sarà in difficoltà: già si parla di arruolare i diciottenni e i ventenni e questo comporterà la fuga di molti, un’altra generazione che si nasconderà per evitare lo sterminio in prima linea.
In realtà, quindi, Putin andrà avanti fino a che riuscirà a conquistare qualcosa?
La trattativa la gestiranno americani e russi, la UE non conta nulla. Le ultime dichiarazioni di Kaja Kallas, alta rappresentante UE per la politica estera, dimostrano il vuoto totale dell’Unione Europea, dove le uniche cose che si riescono a mostrare sono un fanatismo russofobico e il soffocamento delle libertà dei cittadini europei: il caso Romania è eclatante, persino la candidata al ballottaggio, filo-UE, ha denunciato la violazione della libertà e della democrazia con l’annullamento del voto. Gli arbitri del negoziato saranno Russia e USA, quelli di Trump, perché i colpi di coda di Biden sono tutti tesi a destabilizzare.
Insomma, non sono né Tusk né la Polonia che favoriranno il processo di pace?
Tusk è uno dei maggiori esponenti della russofobia europea, non vedo come possa far partire il dialogo. A meno che non scopriamo che c’è un accordo sottobanco fra russi e polacchi, per cui, nel momento in cui l’Ucraina tracolla, visto che Varsavia ha schierato truppe alla frontiera con Kiev con il pretesto di fare deterrenza nei confronti dei russi, la Polonia si riprenderà la Galizia. Ma a questo punto entriamo in uno scenario denso di nubi per l’Ucraina come Stato.
Va a finire che l’Ucraina entrerà sì nella UE, ma a pezzi, ognuno dei quali diventato territorio di altre nazioni?
Può sembrare uno scenario di fantapolitica, incluso quello in cui romeni, ungheresi e polacchi si riprendano le regioni che erano appartenute ai loro Stati, ma, visto quello che è successo negli ultimi tempi, non escluderei nulla.
Il vertice Trump-Macron-Zelensky, in occasione dell’inaugurazione di Notre Dame a Parigi, è servito solo al neoeletto presidente americano per ribadire che comanda lui?
L’America deciderà per l’Ucraina: la gran parte delle armi e dei soldi per continuare la guerra vengono dagli USA. Se Trump chiuderà il rubinetto, il problema è già risolto. Non sarà l’Europa a salvarla. Zelensky non ha alternative, non può combattere da solo. Biden sgancia aiuti ogni settimana, ma poi il presidente ucraino dovrà fare i conti con il nuovo inquilino della Casa Bianca.
Cosa potrà spuntare al massimo Kiev in un negoziato?
La base per iniziare il negoziato è quella che è. Certo, un conto è un accordo, un conto il cessate il fuoco. Gli americani hanno tutto l’interesse a lasciare che poi se ne occupi l’Europa.
A Washington basterebbe far tacere le armi, dopo di che mollerebbe la patata bollente a Bruxelles?
Noi europei ci ritroveremo con l’eredità pesantissima della ricostruzione dell’Ucraina e con la necessità di gestire una guerra fredda con la Russia. È esattamente quello che Trump vuole. Così dirà: “Volete la protezione nucleare americana? Dovete pagare di più”.
Intanto, Andrius Kubilius, ex presidente lituano e commissario UE per la Difesa, ha lanciato un piano per portare la spesa militare europea a 100 miliardi in sette anni. Bruxelles vuole diventare una potenza militare?
Questa UE ha portato al disastro l’Europa con la prima Commissione von der Leyen; completerà l’opera, se glielo lasciano fare, con la seconda. Il riarmo europeo è una sciocchezza gigantesca, lo dimostra il fatto che in tutti i Paesi l’opinione pubblica non sostiene il riarmo, non comprende perché dobbiamo prepararci a questa fantomatica guerra contro l’invasore russo, che nessuno vede, tranne i baltici e i polacchi.
Un piano di riarmo insostenibile?
Fare il riarmo nel momento in cui abbiamo l’economia in recessione, l’energia più cara di qualunque altra area industrializzata, non riusciamo più a produrre acciaio perché costa troppo proprio dal punto di vista dell’energia e saremo costretti a spendere in welfare per disoccupati e cassintegrati, è una follia che porterà l’Europa al disastro economico ed energetico (ci siamo già) e poi al crollo delle leadership e dei governi (e mi pare che ci siamo già anche qui). Poi, se qualcuno pensa che, per evitare il disastro del crollo dei governi, basti annullare le elezioni, ci troveremo nella stessa situazione del Patto di Varsavia nel 1956 a Budapest e nel 1968 a Praga. Solo che stavolta il Patto di Varsavia e l’Unione Sovietica siamo noi.
Insomma, anche volendo, il riarmo europeo è una chimera?
Il Regno Unito parlava di riarmo, ma alla fine, nel bilancio della Difesa del 2025, ha annunciato che ritirerà cinque navi della Royal Navy e rinuncerà a decine di droni ed elicotteri. Cento miliardi era anche lo stanziamento che fece la Germania subito dopo l’inizio della guerra in Ucraina come investimenti per la Difesa. Parlare della stessa cifra per i piani congiunti europei può avere una sua ragionevolezza soltanto se passa l’esclusione delle spese militari dal computo delle spese di bilancio per i Paesi UE. È la posizione del ministro della Difesa italiano Crosetto. Non devono essere considerate all’interno del rapporto deficit-Pil su cui l’Europa insiste.
-int. di Paolo Rossetti a Gianandrea Gaiani-
Von der Leyen e Kaja Kallas, le donne sbagliate nel posto sbagliato al momento sbagliato
Con Ursula von der Leyen riconfermata alla guida della Commissione europea e l’ex premier estone Kaja Kallas promossa al ruolo di Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune (Pesc), l’Ue ha le persone sbagliate al posto sbagliato nel momento sbagliato? Difficile pensare a un combinato disposto di leader per la politica estera del blocco tanto in distonia con le esigenze attuali dell’Europa, in un contesto di grandi crisi geopolitiche che necessitano di attenzione e mediazione. L’esatto opposto di quanto promettono l’Ursula-bis e la sua nuova “ministra degli Esteri”.
Di recente, anche la sempre compassata Politico.eu ha dedicato un ritratto a Kallas, che da premier è stata protagonista del sostegno estone all’Ucraina, della focalizzazione di Tallinn sulla minaccia della Russia e sulle sfide di vario tipo (dalle minacce ibride a quelle d’intelligence) che Mosca porterebbe all’Europa. Kallas è presentata come un’idealista che è pronta a dare una ventata d’aria fresca alla diplomazia europea, mettendo in marcia i ministri degli Esteri dei Ventisette. E, nota la testata paneuropea, “la nuova prima diplomatica dell’Ue è pronta a essere…non diplomatica”, sottolineando che “il suo idealismo, oltre alla sua incrollabile dedizione ai valori della democrazia e dell’apertura, la rendono l’antitesi della politica realista e da uomo forte incarnata dal prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump”. Ammesso che sia vera questa dicotomia, la diplomazia non può andare di pari passo con l’idealismo spinto. Specie in una fase che impone pragmatismo e praticità, a partire dal rapporto dell’Europa con la guerra in Ucraina.
Del resto, ci sarebbe da sottolineare il fatto che Kallas è la stessa paladina della democrazia che da primo ministro liberale ha di fatto cavalcato il revisionismo storico proprio dell’estrema destra, arrivando a mettere sullo stesso piano Germania nazista e Unione Sovietica e a criticare come atto deliberato contro i civili i bombardamenti che colpirono Tallinn quando l’Armata Rossa nel 1944 si mosse per cacciare la Wehrmacht dalla città. L’obiettivo? Mostrare l’atavica malvagità dei russi. Non la figura che pare più adatta a ridare un ruolo diplomatico all’Europa qualora si arrivasse a parlare di cessate il fuoco.
E Ursula von der Leyen? Per la presidente della Commissione la discussione è simile. Che visione di politica estera credibile può dare una donna nel cui mandato l’Europa ha visto regredire le sue posizioni sullo scacchiere globale? E che leadership può effettuare colei che ha raccontato che i russi rubavano i microchip dalle lavastoviglie per i loro arsenali? O che ha usato l’arma della minaccia bellica alle porte per costruire una Commissione da mobilitazione senza lavorare per dare all’Ue gli strumenti di deterrenza adatti? Domande obbligatorie. A cui va aggiunto l’atteggiamento imprudente tenuto in occasione della prima fase della guerra israeliana a Gaza, dove Von der Leyen ha dato un’apertura di credito sconsiderata a Benjamin Netanyahu che ha danneggiato la diplomazia europea. Insomma, Frau Ursula e la Lady di Ferro estone non sembrano le figure adatte a dare un rilancio diplomatico all’Europa. E anzi potrebbero incarnare semplicemente lo straniamento della realtà della sua classe dirigente. La prima crisi della nuova Commissione, quella siriana, ha visto l’Ue alla prova dei fatti muta e assente, salvo sulla chiusura a profughi e richiedenti asilo. Un triste monito dei tempi che ci aspettano.
-di Andrea Muratore-
UNA GABBIA DISTOPICA CHIAMATA UE
L'UE sta facendo carte false per impedire a Georgescu di vincere le prossime elezioni rumene dopo aver annullato le precedenti.
Come denuncia lo stesso Georgescu, gli è stato tagliato il riscaldamento e la connessione internet in casa. Stanno progettando di vietare TikTok e di imporre pesanti restrizioni alla piattaforma X. Hanno smesso di trasmettere Realitatea Plus TV, l'unico grande canale che critica la decisione di annullare le elezioni presidenziali.
Deve fare molta paura all'UE l'elezione di un candidato che non può essere telecomandato dalle centrali del governo occulto.
L'UE è diventata la fattoria degli animali orwelliana: messa a tacere e persecuzione di personaggi scomodi del mondo della politica e della libera informazione (Georgescu, Durov, avvocato Füllmich), economia di guerra, pesanti interferenze nelle elezioni democratiche dei paesi membri, digital economy a scapito delle economie locali, transizione green forzata...
Benvenuti all'Inferno.
Federica Francesconi
redazionesera.altervista.org/i…
Alex Bracco likes this.
Più soldi per le guerre, e un c.... In c....o per i cittadini. Le vere priorità dell'assicurazione criminale Nato.
Il nuovo segretario NATO chiede più soldi e "mentalità di guerra" ai Paesi membri - L'INDIPENDENTE
lindipendente.online/2024/12/1…
Il Word Economic Forum indica Israele come esempio del "grande reset alimentare" - L'INDIPENDENTE
lindipendente.online/2024/12/1…
Se sono loro complici, non sono più terroristi? 🤔
Siria, in Usa dibattito per rimuovere i jihadisti di Hts dalla lista delle organizzazioni terroristiche • Imola Oggi
imolaoggi.it/2024/12/11/siria-…
Romania, annullato il risultato del primo turno di presidenziali
La Corte Costituzionale romena ha annullato il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali tenutesi due settimane fa, che avevano visto trionfare a sorpresa il candidato indipendente di destra Călin Georgescu, con il 23% delle preferenze. La vittoria di Georgescu ha gettato nel panico i partiti pro-UE a causa delle sue posizioni euroscettiche e anti-NATO, e ieri a Bucarest si è tenuta una manifestazione in sostegno della presenza romena nell’UE. L’annuncio arriva dopo le dichiarazioni del presidente romeno, Klaus Iohannis, che ha accusato la Russia di aver condotto una vasta campagna mediatica per promuovere Georgescu sulle piattaforme social. Ora l’intero processo elettorale dovrà essere ripetuto, comprese registrazione e convalida delle candidature.
L'Indipendente
Le elezioni vanno bene solo quando vincono i pro eu/Nato.
imolaoggi.it/2024/12/02/biden-…
Biden concede la grazia al figlio Hunter • Imola Oggi
Joe Biden, 50 giorni prima della fine del suo mandato, firma la grazia 'piena e incondizionata' per Hunter con una mossa a sorpresa destinata a far discutereImolaOggi (Imola Oggi)
imolaoggi.it/2024/12/04/ucrain…
La NATO allarga il conflitto alla Siria - Stefano Orsi Giacomo Gabellini
La Siria torna al centro dell’attenzione internazionale. Dopo anni torna alla carica il fronte Jihadista; non se ne sentiva parlare da molto tempo. Attacchi degli Stati Uniti al paese. (NOTE: Il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha dichi...Il Vaso di Pandora
🎯"Colleghi, sarò estremamente felice di vedervi in prima linea al fronte, visto che siete così contenti di illustrare dalla mattina alla sera in quest'aula come dobbiamo condurre una guerra infinita contro la Federazione russa"
L'intervento dell' eurodeputato Mazurek tradotto in italiano
Guerra, deputato umilia l'Europarlamento ▷ "Sarò felice di vedervi al fronte. Ma no, voi non ci andrete"
radioradio.it/2024/12/guerra-d…
ilfattoquotidiano.it/2024/11/2…
Von der Leyen cerca l’ok del Parlamento chiedendo all’Ue di armarsi: “La Russia spende il…
Il discorso della presidente della Commissione che cerca la conferma a BruxellesF. Q. (Il Fatto Quotidiano)
Merkel: l'Ucraina non può decidere di fare la pace con la Russia...
Con i nuovi finanziamenti Usa e altri contractors l'Occidente sta tentando di prolungare la guerra, nonostante il fatto che gli americani hanno votato Trump perché finisca.
“I negoziati [con la Russia] non dovrebbero aver luogo senza la partecipazione dell’Ucraina. Allo stesso tempo, credo che molti paesi che sostengono l’Ucraina debbano unirsi per decidere quando sarebbe opportuno discutere una risoluzione diplomatica con la Russia. Kiev non può prendere questa decisione da sola“. Così Angela Merkel in un’intervista “dimenticabile” rilasciata al Corriere della Sera (1).
Kiev non può decidere?
La frase che abbiamo evidenziato il neretto risulta alquanto agghiacciante, dal momento che nega a Kiev quella sovranità per difendere la quale l’Occidente afferma di essere sceso in campo al suo fianco. Non è per difendere la nazione ucraina, il suo territorio e la sua gente, dall’asserita aggressione russa che si è fatto tutto quel che si è fatto finora? E se si nega a Kiev la facoltà di decidere in via autonoma se e quando porre fine a una guerra che la sta devastando, non è l’esatto opposto di quanto si è predicato finora?
Non solo, non avendo Kiev alcuna forza contrattuale nei confronti dei suoi sponsor, tale decisione sarebbe totalmente nelle mani di questi ultimi, rendendo di fatto la prima parte delle affermazioni dell’ex cancelliera, cioè “nulla senza l’Ucraina”, una vuota retorica.
Ma alla Merkel va comunque riconosciuto il merito di aver reso manifesto ciò che viene negato contro ogni evidenza, cioè che per l’Occidente l’Ucraina non conta nulla, né contano i suoi cittadini, mandati a morire in questa guerra per procura contro la Russia per la maggior gloria degli Stati Uniti e delle élite europee consegnate ai suoi interessi.
Quanto all’escalation in corso, il mondo sta vivendo in un momento di sospensione dopo la reazione russa ai missili a lungo raggio lanciati contro il suo territorio che ha visto l’entrata in scena dell’Oreshnik, il missile ipersonico a medio raggio potenzialmente nucleare che Putin ha tirato fuori come un coniglio dal cilindro, e l’avvertimento conseguente all’Europa e agli Stati Uniti che Mosca è pronta a colpire fuori dall’Ucraina se provocata ulteriormente.
I Paesi Nato stanno decidendo il da farsi, ma la visita del Segretario dell’Alleanza, Mark Rutte, alla residenza di Trump a Mar-e-Lago, avvenuta subito dopo il lancio dell’Oreshnik russo, sembra segnalare che l’avvertimento ha trovato orecchie attente.
Detto questo, il partito della guerra non si rassegna, anzi, è probabile che vedremo altre provocazioni mentre, in parallelo, si sta cercando un modo per far proseguire la guerra anche dopo l’insediamento di Trump.
Gli Stati Uniti stanno prendendo provvedimenti in modo che l’Ucraina sia rifornita di armi per i prossimi mesi, inviando altri finanziamenti – 9 miliardi di dollari, 2 dei quali destinati alle imprese di armi statunitensi, recita il New York Times – che darebbero modo a Kiev di reggere fino a marzo (almeno a stare alle previsioni di quegli analisti che finora le hanno sbagliate tutte).
Difendere la democrazia prolungando la guerra
In parallelo, si è formata l’alleanza dei Paesi del Nord Europa (Stati baltici, Danimarca, Svezia, Finlandia, Norvegia, Islanda, Gran Bretagna, Germania, Polonia e Paesi Bassi) che hanno giurato di sostenere Kiev anche dopo l’avvento di Trump.
Inoltre, i fautori della guerra a oltranza stanno cercando un modo per sostenere il fronte con nuove leve, dal momento che Kiev non riesce a mobilitare soldati a sufficienza e quelli che mobilita sanno a malapena tenere in mano un fucile.
Se per ora è escluso l’invio di eserciti nazionali europei, si sta studiando come inviare contractors, mentre la Francia si dice pronta a mandare istruttori. Lo rivela Le Monde, con notizia rilanciata da Strana, senza però aggiungere che di contractors al soldo di Stati Uniti ed Europa è già piena l’Ucraina, sopra e sottoterra, né accennare al fatto che tale sviluppo non sembra sufficiente a tenere un fronte che necessiterebbe di centinaia di migliaia di uomini, numeri che difficilmente si raggiungono tramite compagnie private (peraltro, un conto era trovare mercenari disposti a fare la guerra in Iraq, altra cosa è trovare gente disposata a ingaggiarsi in una guerra dove la probabilità di morire è alta).
Insomma, tanta agitazione, ma non sembra che ci sia all’orizzonte nessuna possibilità di invertire la tendenza della guerra, che vede Mosca avviata verso la vittoria. E, però, resta la spinta a prolungare il conflitto, persistendo la convinzione insana e inesatta che in tal modo si riuscirà a logorare la Russia, mentre quanto avvenuto finora dice l’esatto contrario.
Da notare, infine, la grande ipocrisia che sottende tutti questi sforzi: si dice che aiutare l’Ucraina sia necessario per difendere la democrazia occidentale. In realtà, le elezioni americane hanno dato un verdetto inequivocabile. Trump ha vinto promettendo di chiudere la guerra ucraina. Ma la volontà degli elettori, fondamento della democrazia, viene ignorata, anzi violentata in modo sfacciato. Tant’è.
Non per nulla, Mike Waltz , che Trump ha scelto come suo Consigliere per la sicurezza nazionale, ha affermato: “Il presidente eletto è estremamente preoccupato per l’escalation e per dove ci sta portando […]. Dobbiamo porre fine a tutto ciò in modo responsabile. Dobbiamo ripristinare la deterrenza, la pace e agire prevenendo l’escalation anziché reagire”.
Un barlume di luce in fondo al tunnel. Solo che questo tunnel è ancora lungo: finirà, forse, il 20 gennaio, con l’insediamento di Trump. Nel frattempo, i costruttori di guerra faranno di tutto per complicare il cammino verso la pace e aprire nuove possibilità all’Armageddon.
Note:
1) corriere.it/esteri/24_novembre…
di Davide Malacaria
[Fonte: https://www.piccolenote.it/mondo/merkel-ucraina-non-puo-decidere-la-pace]
Finché l'ONU sarà organizzato nella maniera attuale, sarà sempre manipolabile...
Gli USA pongono il veto sulla bozza Onu per la tregua a Gaza
La bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu preparata dai 10 membri non permanenti che chiedeva un «cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente» ed il rilascio di tutti gli ostaggi è stata bloccata dal veto degli Stati Uniti, posto perché, da quanto si apprende, la risoluzione “non affronterebbe in modo sufficiente il rilascio degli ostaggi” in mano ad Hamas. Il veto americano è stato anche l’unico voto contrario alla risoluzione, che aveva ottenuto ben
14 voti favorevoli sui 15 totali.
L'Indipendente
ivdp.it/articoli/nell-unione-e…
Meloni riceve il segretario generale della Nato • Imola Oggi
imolaoggi.it/2024/11/05/meloni…
Mosca, 'auguriamo agli Usa di superare la crisi di democrazia' • Imola Oggi
imolaoggi.it/2024/11/05/mosca-…