Allarme
Adesso l’allarme è forte e non servirà a nulla affrontarlo con lo scaricabarile. L’appuntamento con i fondi europei Next Generation EU e con il piano italiano Pnrr è decisivo per il futuro e ha implicazioni delicatissime, relative anche alla sicurezza nazionale. Fallirlo è un’ipotesi neanche contemplabile. Esibirsi quotidianamente nel dare per scontati ritardi e impossibilità è da incoscienti. Supporre di potere raccontare che la colpa è del governo precedente non è solo inutile, è anche autolesionista: due dei tre partiti che compongono l’attuale governo ne facevano parte; chi governa oggi conosceva la situazione; i controlli confermarono che non c’erano ritardi; mentre ora, purtroppo, sono anche relativi alle riforme, quindi privi di qualsiasi giustificazione. E neanche serve farne oggetto di polemiche contro il governo Meloni. Un fallimento sarebbe di tutti.
Sarebbe un disastro per diverse ragioni, dalle quali ometto l’ovvia perdita dei quattrini.
1. Risulterebbe evidente che quando l’Italia chiede di potere fare più deficit non lo indirizza agli investimenti, di cui non è capace, ma alla spesa corrente, alla dilapidazione, sicché sarebbe facile e doveroso rispondere seccamente: No.
2. Ogni richiesta di ulteriore debito comune, con destinazioni nobilissime, verrebbe ridicolizzata dall’avere sprecato l’opportunità del debito comune esistente.
3. Ogni lamentela relativa all’essere stati “lasciati da soli” susciterebbe impietosita ilarità, visto che il Paese cui i contribuenti europei volevano regalare più soldi e prestarne a tassi agevolati ha declinato l’offerta e stabilito di non saperli usare.
4. Alla prossima speculazione sui debiti sovrani, essendo il nostro il più grosso, saremo da soli e abbracciati a quello, perché saremmo stati noi a volerlo tenere alto deprimendo la crescita del prodotto interno e respingendo gli investimenti.
È talmente evidente la dimensione della tragedia da avere portato ad una inversione delle parti: governanti italiani che ripetono di non potercela fare e controllori europei che smorzano e incoraggiano. I primi cercano scuse, i secondi capiscono la gravità delle conseguenze. Se non si riesce, come si dice con linguaggio da zappatori, “a mettere a terra” quegli investimenti finirà campata per aria ogni altra pretesa.
Quindi: testa bassa e pedalare. La si faccia finita con le parole a vanvera. Si negozi quel che serve, sempre che lo abbiano capito. E, per la miseria, il codice appalti che parte da luglio è già tardi, ma la legge concorrenza che si rinvia per gli ambulanti e le svendite, non avendo il coraggio di occuparsi dei balneari, è un segno evidente di rincretinimento da demagogia elettorale: un interesse miserrimo che ferma un gigantesco interesse generale. È impressionante che non si capisca quanto la concorrenza serva non alla gioia delle gare, ma a favorire investimenti e crescita. Che se si proteggono le sacche delle piccole rendite si penalizzano le grandi innovazioni. Che se corteggi quattro corporativi portatori di voti gli italiani che possono vanno in vacanza e a lavorare all’estero. Anti nazionale è proprio questa politica cieca al futuro e tronfia di parole dal significato sconosciuto. È impressionante non si capisca che un sistema appalti funziona se funziona la giustizia, non se si mettono un centinaio di guardiani della morale. Che costano, rallentano e producono immoralità. Il ponte di Genova è stato realizzato usando le regole europee. Almeno copiate.
E se l’opposizione spera di cavarsela assistendo al fallimento governativo si sbaglia. Dall’opposizione si fanno proposte, si reclama giustizia funzionante, separazione delle carriere, si tallona il governo perché renda fatti le parole del suo ministro della giustizia, si chiede più mercato aperto e più formazione, non ci si mette a difendere le arretratezze che troncano le gambe al governo, non si difendono le corporazioni che dal governo non possono più coprire. Perché in quel modo si è uguali. E ugualmente fallimentari.
L'articolo Allarme proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
+++ La fuga di notizie sui "file Vulkan" rivela le tattiche di guerra informatica globale e interna di Putin. L'esclusiva del Guardian +++
@Giornalismo e disordine informativo
- Documenti trapelati dall'informatore arrabbiato per la guerra in Ucraina
- Società di consulenza privata di Mosca che sostiene la guerra informatica russa
- Gli strumenti supportano le operazioni di hacking e gli attacchi all'infrastruttura
- Documenti collegati al famigerato gruppo di hacker russi Sandworm
- Il programma russo mira a controllare Internet e diffondere disinformazione
di Luke Harding , Stiliyana Simeonova, Manisha Ganguly e Dan Sabbagh sul Guardian
Link all'articolo del Guardian
‘Vulkan files’ leak reveals Putin’s global and domestic cyberwarfare tactics
Vulkan engineers have worked for Russian military and intelligence agencies to support hacking operations, prepare for attacks on infrastructure and spread disinformationLuke Harding (The Guardian)
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La concretezza che manca al Pnrr
Il rinvio di un mese per il versamento della terza rata da 19 miliardi di euro non farà la differenza, nella storia del Piano di ripresa e resilienza dell’Italia. Se non altro, perché comunque quei fondi non sarebbero stati spesi nei prossimi trenta giorni. Probabilmente neppure nei prossimi sessanta o novanta. Dunque per il momento i 19 miliardi possono restare tranquillamente a Bruxelles per arrivare magari tra qualche settimana. Ci sono già altri 67 miliardi di fondi del Recovery che, in gran parte, attendono ancora sui conti del Tesoro in Italia. La Corte dei conti ha appena certificato che l’assorbimento delle risorse procede a rilento, appena il 12 per cento del totale fra il 2020 e il 2022.
Tuttavia, se siamo onesti, non è questo oggi il principale problema del Pnrr.
Era chiaro dall’inizio che gran parte della spesa sarebbe arrivata a partire da quest’anno, perché prima andavano pensati e sviluppati i progetti, bandite le gare d’appalto, aperti i cantieri. Almeno altri tre problemi oggi sono più urgenti, se l’Italia vuole sperare che il suo più grande programma d’investimenti dal dopoguerra non vada essenzialmente sprecato. Il primo riguarda il merito di alcuni dei piani originari, quelli che il governo di Mario Draghi mandò a Bruxelles nella primavera del 2021. Anche se ora lo si dimentica, quel progetto non nacque in condizioni normali. Dal giorno del giuramento, Draghi e i suoi ebbero non più di un mese per rivedere e riscrivere tutto prima di spedire il loro documento a Bruxelles. Inevitabile dunque che alcune delle incoerenze di oggi riflettano la fretta di allora. Gli stadi di Firenze e Venezia non hanno niente a che fare con la logica del Recovery ed è comprensibile che l’attuale governo si chieda perché la Commissione non abbia mai sollevato il problema prima, mentre lo fa ora.
La sperimentazione del trasporto su gomma all’idrogeno non sembra praticabile. I trattori o treni all’idrogeno, non ne parliamo. Anche i campi eolici off-shore nel Mediterraneo sono idee audaci, non progetti realizzabili a costi competitivi. Dunque il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto ha ragione, quando dice che vuole tagliare alcuni piani e sostituirli con altri. Il punto è attuare questo disegno in pratica e questo è il secondo problema: a quanto pare, la Commissione europea non avverte (ancora) molta concretezza da parte italiana nell’indicare nuove direzioni di marcia e nel farle vivere nella realtà. Il governo ha ancora un mese per riscrivere alcune parti del Pnrr, dunque è presto per i processi alle intenzioni. Come fa la Casa Bianca con l’Inflation Reduction Act, l’innovazione digitale e la transizione energetica potrebbero essere affidata in buona parte delle imprese sul mercato tramite ampi crediti d’imposta sugli investimenti, finanziati dai fondi del Pnrr.
Ma qui si innesta la terza questione su cui si gioca il futuro del Piano: come funziona e chi fa funzionare il cervello di questa macchina da (almeno) 191 miliardi di euro? La risposta ufficiale è che un recente decreto ha definitivamente spostato la struttura centrale del Pnrr dal ministero dell’Economia a Palazzo Chigi e presto dovrebbe disporre di 70 funzionari (fra cui quattro dirigenti generali). Manca solo la conversione del decreto e si potrà procedere alle assunzioni. Nella pratica però questa struttura centrale per ora fatica ad assolvere alle funzioni necessarie. Non sempre si trovano funzionari competenti e sì, anche capaci di parlare inglese, che conducano i negoziati a Bruxelles.
Nella Commissione Ue qualcuno si è stupito di vedere Fitto, che come ministro opera a livello politico, trattare direttamente con un’alta funzionaria della struttura europea quale Céline Gauer (la direttrice generale per il Recovery). Quell’incontro dà il senso della solitudine del ministro. A parti invertite, è come se un commissario Ue venisse a Roma per parlare personalmente con uno sconosciuto direttore generale di un ministero. In Italia ci chiederemmo se quel commissario non ha una struttura tecnica che lavori per lui. La solitudine di Fitto spiega anche perché attorno al Recovery regni quella che l’associazione Openpolis — scrive Marco Galluzzo sul Corriere ieri —definisce una «mancanza assoluta di trasparenza». Forse non è il governo a nascondere la realtà ai cittadini. Più probabile che siano alcuni rami dell’amministrazione a evitare accuratamente di condividere i dettagli del loro settore con Palazzo Chigi. Per esempio, il ministero dell’Istruzione sta spiegando quanti Comuni lanciano i bandi per gli asili nido del Pnrr e per quanti posti? Nessuno sembra saperne molto.
Anche per questo servirebbe una struttura tecnica efficace al centro del sistema, per tenere al passo gli uffici decentrati come faceva il sottosegretario Roberto Garofoli sotto Draghi. La partita non è persa, resta tutta da giocare. Lo è soprattutto se si evitano dualismi e gelosie fra strutture dello Stato, che portano alcuni a tifare per il fallimento. Ma a perdere, in quel caso, saremmo tutti.
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Proteste mondiali contro il coinvolgimento in Ucraina: i governi ascolteranno?
Mentre la guerra in Ucraina si trascina nel suo secondo anno, manifestazioni di protesta hanno avuto luogo nelle principali città europee. Esprimono il sentimento crescente che le persone siano stanche del conflitto prolungato e timorose di ciò che potrebbe accadere se la guerra dovesse continuare ancora più a lungo. I ricordi delle catastrofiche guerre mondiali che hanno […]
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Il piano di Putin per un nuovo impero russo include sia l’Ucraina che la Bielorussia
Nell’ultimo anno, Vladimir Putin si è paragonato allo zar Pietro il Grande, che ha costruito un impero nel XVIII secolo, e ha tentato di annettere intere regioni dell’Ucraina dichiarando che sta “restituendo terre storicamente russe”. Un documento trapelato di recente che presumibilmente dettaglia i piani russi per assorbire la vicina Bielorussia ora fornisce ulteriori informazioni […]
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ChatGPT, la sedicente intelligenza artificiale
“Intelligenza artificiale è un’espressione stupida e falsa” – dice Guido Di Fraia, sociologo, prorettore dell’Università IULM, direttore del laboratorio che studia questa rivoluzione – “l’hanno inventata 50 anni fa per far notizia, ma si dovrebbe solo parlare di Intelligenza aumentata. Oppure definirla correttamente da un punto di vista tecnico, con il nome che ha: Tecnologia […]
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Spiazzati
Ci sono piazze il cui significato trascende la ragione per cui si sono riempite di manifestanti. Piazze diverse e distanti – da Tel Aviv a Parigi, passando per Berlino – non riconducibili a una comune matrice ma che pure pongono un comune problema alle democrazie. Non agli altri, perché in Russia, in Corea del Nord, in Iran non si può manifestare e se lo si fa si finisce ammazzati o deportati. In Israele il governo ha fatto un passo indietro, in Francia s’invita il presidente a negoziare, a Berlino s’attende di capire se resteranno immobili. Prima o dopo anche le nostre piazze torneranno a farsi sentire. E non sono le forze politiche a riempirle, semmai provano a inseguirle. Che peso e ruolo hanno le piazze, in una realtà post ideologica?
Le piazze non sono il “popolo”, come pretendono. Ne sono una parte. Le piazze che manifestano contro i governi si oppongono al responso elettorale, cui tutti i cittadini hanno libero accesso. Nelle democrazie governa chi conquista la maggioranza degli eletti (che non è affatto detto sia la maggioranza dei voti) oppure riesce a coalizzare, dopo il voto, una maggioranza parlamentare. Ma, in democrazia, governare non è sinonimo di comandare. Ed è qui che la piazza trova il suo spazio, è qui che il gioco democratico deve dimostrare equilibrio.
Macron ha vinto le elezioni presidenziali dicendo chiaro e tondo che si sarebbe dovuto riformare il sistema pensionistico, lavorando più a lungo. È necessario e inevitabile. La maggioranza dei francesi lo ha scelto per l’Eliseo. Onorare il mandato significa alzare l’età pensionabile. Lo dicono in molti e in diversi Paesi: sono stato eletto per fare una cosa, ho il diritto e il dovere di farla. Ma nelle democrazie il consenso si conquista ogni giorno, la maggioranza parlamentare si può perderla ben prima delle elezioni (Macron la perse alle elezioni) e se succede il finimondo per appena due anni di posticipo pensionistico significa che la pentola bolliva per altre ragioni. E qui si giunge alla prima conclusione, che si vede a Tel Aviv come a Parigi: in democrazia governa la maggioranza elettorale, ma le istituzioni democratiche sono più importanti della maggioranza elettorale. Nel senso che quest’ultima non deve forzarle.
Non è una questione di buon costume, ma di sostanza. Sono convinto che le mie idee siano migliori di quelle dell’avversario e le mie soluzioni più utili al Paese, ma devo anche sapere che la cosa più importante è che le idee vincenti potrebbero essere domani diverse, quindi non è la presunta bontà di quello in cui credo che possa autorizzarmi a forzare l’equilibrio istituzionale. Netanyahu ci ha provato e il risultato si è visto.
I guai diventano ingestibili in due casi: quando si fronteggiano ideologie opposte e quando gareggiano faziosità vuote. Il primo caso lo vivemmo nel secolo scorso, diventando sempre più ricchi e liberi perché non facemmo mai vincere (dopo la guerra e la sua tragica esperienza) nessuna delle due ideologie. Il secondo lo viviamo oggi. Contro le proposte di Macron non ce ne sono di diverse, razionali, ma il ribellismo “anti”. Gran parte dei populismi nasce dalla critica alle promesse che gli altri non onorarono, ma prende voti grazie a promesse insensate e mirabolanti, che nel migliore dei casi saranno tradite.
Ed è la seconda conclusione: nessuno riesce a governare le democrazie se non pensandosi governante di tutti, non solo della propria parte. E i partiti servono ad avere una visione temporale che superi l’orizzonte del capetto momentaneo. Il che sì, porta a mediare continuamente, tenendo anche un occhio alla piazza, che non è sovversiva proprio perché dentro un sistema di approssimazioni e non di presunte perfezioni. E quando la piazza diventa anti sistema, se anziché reclamare inizia a sfasciare, ove la politica di governo non se la sia fatta sotto dalla spiegazione si passa alla repressione.
Quando la democrazia funziona spiazza estremismi e personalismi. Quando ne resta prigioniera s’ammala.
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Ministero dell'Istruzione
Concorso ordinario per il personale docente della scuola dell'infanzia e primaria: pubblicato il calendario delle prove scritte suppletive. Lo trovate qui ▶ https://www.miur.gov.Telegram
Gianni Minà, grande testimone del nostro tempo
Ora che se n’è andato in silenzio per l’ultimo viaggio, accompagnato dai suoi familiari -la moglie Loredana, e dalle figlie Francesca Paola e Marianna- le ultime immagini di Gianni Minà, della sua presenza qui tra noi sono quelle della Camera ardente allestita in Campidoglio a Roma, della bara su cui è deposta una bandiera color granata […]
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Meta (Facebook, Instagram) switching to "Legitimate Interest" for Ads
Meta (Facebook, Instagram) passa a "Interesse legittimo" per gli annunci Dopo le denunce della noyb, Meta (Facebook e Instragram) sta passando da un contratto illegale a "interessi legittimi" altrettanto illegali per la pubblicità. noyb prenderà provvedimenti immediati.
In Cina e in Asia – Dal Boao Forum la Cina guiderà la ripresa globale
Dal Boao Forum la Cina guiderà la ripresa globale
Zelensky ha invitato Xi Jinping a Kiev
Cina e Brasile firmano 20 accordi commerciali
La Corea del Nord ha un nuovo ambasciatore cinese
Il leader del Partito del Xinjiang fa affari nel “cortile di casa” della Russia
Diminuisce la popolazione anche a Shanghai
Il Regno Unito entra nella CPTTP
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Perché l’Italia non invierà truppe in Ucraina. Crosetto in audizione alla Camera
Si è svolto alla Camera dei Deputati il question time con diversi ministri, trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall’aula di Montecitorio a cura di Rai Parlamento. Insieme al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, e alla ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha risposto alle interrogazioni anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto che si è espresso in merito ad alcuni aspetti sugli aiuti militari a Kiev e sulle ricadute per il settore della Difesa italiano.
Niente truppe italiane in Ucraina
“L’Italia non ha alcuna intenzione di inviare truppe sul campo” in Ucraina, ha subito precisato il ministro Crosetto, volendo spegnere le ultime speculazioni sulla questione. Mentre prosegue, invece, il supporto italiano a Kiev in termini di fornitura di aiuti militari. La cessione di materiale all’Ucraina, come osservato infatti da Crosetto, “si inserisce nel normale ciclo di vita logistico degli equipaggiamenti, che prevede un continuo aggiornamento agli standard tecnologici più avanzati”. Così il nostro Paese si impegna a restare innovativo e a “mantenere lo strumento militare all’avanguardia permettendone la necessaria interoperabilità con le Forze armate dei nostri alleati”, come ha spiegato ancora Crosetto.
La questione delle scorte
Alla luce di questo, si “rende fisiologico procedere a un continuo ripianamento delle scorte, sia per termine di vita operativo sia per l’ammodernamento degli stessi a prescindere dall’esigenza ucraina, è da sempre così”, ha osservato il ministro della Difesa, specificando come il ripristino delle scorte vada fatto a prescindere dalle contingenze ucraine, sia per motivi legati alla fine del ciclo operativo sia per l’ammodernamento dei sistemi. Le esigenze di Difesa nazionale impongono infatti a detta di Crosetto “la disponibilità di scorte adeguate”. Le riflessioni del ministro sulla “necessità di ripristinare le scorte sono riferite al complesso dei materiali ceduti, inclusi quelli ricompresi nei precedenti cinque decreti decisi da un altro governo”.
Il supporto europeo
In questo quadro è bene richiamare in causa lo strumento europeo dell’European peace facility (Epf), istituito a marzo 2021 come strumento fuori bilancio per rafforzare la capacità dell’Ue di agire come fornitore di sicurezza globale. Altra competenza dell’Epf è quello di “reintegrare economicamente lo sforzo profuso dagli Stati membri a supporto dell’Ucraina a seguito dall’aggressione subita da parte della Federazione russa”, come ha ricordo il ministro della Difesa. “L’Italia, al pari di altri Stati membri, ha avuto accesso all’Epf e allo stato attuale vede l’assegnazione di una prima tranche di fondi a parziale rimborso del controvalore economico delle forniture cedute che sarà erogata in tre fasi nel corso del triennio 2023-2025”, ha infine concluso Crosetto spiegando come si andrà a delineare il supporto profuso da parte dell’Ue per venire incontro agli sforzi italiani nel sostenere l’Ucraina.
I sistemi Samp/T
Il ministro nel corso dell’audizione è intervenuto anche in merito alla fornitura – in coordinamento con la Francia – a Kiev dei sistemi Samp/T. Si tratta di un sistema missilistico terra-aria di difesa aerea sviluppato a partire dai primi anni 2000 nell’ambito del programma italo-francese Fsaf (Famille de Sol-Air Futurs, cioè Famiglia di Sistemi superficie aria) dal consorzio europeo Eurosam (formato da Mbda Italia, Mbda Francia e Thales). Il nostro Paese sta “rendendo disponibili alcune componenti di un assetto non operativo, e successivamente il necessario addestramento del personale”, ha spiegato Crosetto. “Ritengo sia giusto addestrare il personale a difendere le città ucraine dagli attacchi missilistici russi”, ha proseguito il ministro precisando infine che: “Non è un materiale che serve ad attaccare ma serve a difendersi dagli attacchi russi e sono contento di poter addestrare le persone che potranno difendere le città, gli ospedali e le infrastrutture ucraine dagli attacchi missilistici ostili”.
Perché dovrei andarmene via da twitter, se è così bello essere presi in giro? Una riflessione su mastodon, la libertà e sulla data fatidica del 15 aprile
Ma la novità che sta facendo discutere più di tutte è quella uscita in questi giorni e che entrerà in vigore dal 15 aprile: da quella data, infatti, solo gli account verificati (quelli dal cosiddetto Twitter Blue, che pagano 8 euro al mese per avere l’account verificato) potranno partecipare ai sondaggi, vedranno i loro post consigliati ad altri utenti e non saranno inseriti nello stream “Per te”, condannandoli, specie se si tratta di account piccoli, di fatto all’oblio.
Qui il post originale "Ho l'account su Mastodon ma non mi piace“, di @Chiara [Ainur] [Айнұр] e qui il messaggio su mastodon
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"Ho l'account su Mastodon ma non mi piace"
A nessuno sarà sfuggita la suddivisione della TL tra "Per te" e "Seguiti", con la prima che contiene i tweet selezionati esclusivamente dall'algoritmo (quindi di fatto è Twitter a decidere cosa dobbiamo vedere) e la seconda che contiene i tweet degli account che seguiamo. Come forse avrete notato la TL "Per te" è decisamente preponderante sulla "Seguiti": quando si fa un refresh della pagina si finisce sempre sulla prima, anche se si era sulla seconda, forzando l'utente a guardare quei contenuti. A questa poco gradita novità è seguita la visibilità dei tweet degli utenti bloccati (in pratica se io blocco un utente, lo stesso non vede ovviamente i miei contenuti ma io vedo i suoi, a differenza di quello che accadeva prima).
Ma la novità che sta facendo discutere più di tutte è quella uscita in questi giorni e che entrerà in vigore dal 15 aprile: da quella data, infatti, solo gli account verificati (quelli dal cosiddetto Twitter Blue, che pagano 8 euro al mese per avere l'account verificato) potranno partecipare ai sondaggi, vedranno i loro post consigliati ad altri utenti e non saranno inseriti nello stream "Per te", condannandoli, specie se si tratta di account piccoli, di fatto all'oblio.
E' evidente la volontà della nuova proprietà di portare l'utenza verso gli account a pagamento. con il duplice scopo di aumentare gli introiti e selezionare sempre di più chi è presente sul social.
Queste notizie (l'ultima, in particolare) hanno scatenato una ridda di proteste da parte degli utenti, che non vogliono pagare gli 8€ (e come dargli torto: è un servizio che hanno sempre avuto gratis e poi perché pagare per avere un servizio tutto sommato scadente come quello che offre Twitter Blue?) e minacciano di andarsene o chiudere gli account. Abbiamo già sentito questa storia all'epoca dell'acquisizione del social dell'uccellino blu da parte di Mr.Tesla, centinaia o addirittura migliaia di utenti si sono riversati su Mastodon con le istanze generaliste come mastodon.uno che hanno avuto enormi problemi a gestire questa crescita improvvisa (più utenti significa più risorse necessarie e le istanze Mastodon, compresa la nostra, vivono con le donazioni degli utenti o sono sostenute da privati, non hanno introiti da pubblicità o simili).
Poi, lentamente, la bolla della scorsa primavera si è sgonfiata e ci siamo ritrovati ad essere sempre gli stessi (più o meno, pur se con diverse interessanti new entry).
Mastodon è tornato ad essere un social di nicchia popolato per lo più da nerd o appassionati di tecnologia o di argomenti particolari, senza riuscire a fare davvero il salto verso un social davvero generalista. Leggo continuamente utenti Twitter che, alla proposta di passare su Mastodon in risposta alle nuove politiche di Musk rispondono "non mi piace" o "si parla sempre e solo delle stesse cose, che a me non interessano".
Credo che sia ora di svegliarsi. E lo dico soprattutto agli utenti che vengono da Twitter. Un social è fatto dalle persone che lo vivono. Se volete un social con i contenuti che vi interessano dovete darvi da fare un po' anche voi! Cosa pretendete che sia qualcun altro a fare il social che volete voi? Venite su Mastodon, iniziate a scrivere, anche qualche sana cazzata, non sarete di sicuro bannati per una battuta o un buongiorno e proviamo tutti assieme a fare crescere questa cosa che qualcuno ha creato e qualcun'altro ci mette a disposizone. E lo dico anche agli utenti storici di Mastodon: fate un po' meno i duri e puri o i nostalgici su come era bello Mastodon quando eravamo in quattro gatti (mi ci metto pure io, dato che ci sono dal 2018). Si può mantenere l'ottimo livello delle nostre istanze tenendo fuori troll, politici e tutta la gente di merda che ha avvelenato Twitter senza dover per forza prendersela con chi posta foto di gattini o manda il "buongiornissimo kaffè" del mattino o anche che mette una foto in mutande e reggiseno. Cerchiamo di allargare un po' i nostri orizzonti, senza rinunciare a quelli che per noi sono valori non negoziabili (più o meno quello che c'è nelle regole dei vari server), ma senza nemmeno esagerare nel verso opposto. A meno che...
A meno che gli utenti che vengono da Twitter non trovino piacevole Mastodon perché la visibilità che gli offre è limitata o cose simili.
A meno che i vecchi utenti di Mastodon non vogliano un social di nicchia da gestire come fosse l'orticello di casa.
Perché se fosse così, lasciatemi dire che nessuno ha capito niente. I social commerciali che ci riempiono di merda continueranno a proliferare e l'esperienza di Mastodon, se sopravvivrà, sarà ridotta a una nicchia irrilevante, mentre avremmo la possibilità di far crescere un luogo di incontro virtuale bello e piacevole.
Facciamo uno sforzo tutti quanti.
Ecco i nuovi volti di Naviris. Annunciate le nomine per il Cda
Passaggio di testimone ai vertici di Naviris. Sono state deliberate le nomine dei nuovi membri del Consiglio di amministrazione della joint venture tra l’italiana Fincantieri e la francese Naval Group. Questa partnership, nata nel 2020 dal desiderio comune delle due società di eccellere nell’industria navalmeccanica, si è sviluppata nel corso degli ultimi anni e si prepara ora ad assumere una nuova guida con l’ufficialità sui volti del nuovo top management.
Il nuovo management
Tra le nuove nomine troviamo l’incarico del presidente della joint venture, ruolo che verrà ricoperto dall’attuale amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero. Al suo fianco, Damien Raby nel ruolo di amministratore delegato, che vanta alle sue spalle più di otto anni da direttore a Naval Group. Infine, nella posizione di direttore operativo è stato confermato Enrico Bonetti, che ricopre il ruolo fin dalla nascita di Naviris. Vista la paritaria partecipazione delle due società facenti parte della joint venture, viene garantita una rappresentanza paritetica all’interno dello stesso consiglio di amministrazione.
Le origini
Naviris è nata nel 2020 grazie alla partnership tra Fincantieri, già leader nel settore di costruzione navale per la sua diversificazione e innovazione, e Naval Group, conosciuta in tutto il mondo per la sua tecnologia all’avanguardia nel settore della Difesa navale. Alla base dell’accordo, vi è infatti la convinzione che una solida collaborazione tra le realtà dell’industria navale europea sia necessaria per fare del Vecchio continente un attore leader nel settore della Difesa. La joint venture ha oggi la propria sede centrale a Genova e presenta un’ulteriore filiale a Ollioules, in Francia. Il team di Naviris, composto per metà da dipendenti italiani e per metà da lavoratori francesi, si concentra principalmente su progetti binazionali e orientati all’export.
Il progetto per la sovranità europea nel settore navale
Nel luglio 2022, la Commissione europea ha selezionato la proposta di Naviris nell’ambito del bando Modular and multirole patrol corvette (Mmpc), un progetto di cooperazione strutturata permanente. In tale contesto, la joint venture, a capo di un consorzio composto da Fincantieri, Naval Group e Navantia, proponeva la massimizzazione delle sinergie e della collaborazione tra i cantieri navali europei. Per raggiungere tale obiettivo, il consorzio si proponeva di sviluppare insieme una nuova nave per garantire una sovranità europea nel settore delle navi di secondo linea.
Il rapporto con l’Occar
Nel corso della sua esistenza, Naviris ha operato su una serie di importanti progetti. Poco dopo la sua nascita, nel luglio 2020, Naviris ha concluso un contratto con l’Organizzazione europea per la cooperazione in materia di armamenti (Occar) per avviare uno studio circa la fattibilità sull’ammodernamento di mezza vita (Mlu) dei quattro cacciatorpediniere di classe Horizon francesi e italiani. Nell’ambito dello stesso progetto, completati gli studi, Naviris si è impegnata nella fase di negoziazione con Occar per riuscire a ottenere il contratto che copra l’Mlu per le quattro unità. Non solo, Naviris ha anche concluso con Occar un contratto della durata di quattro anni per svolgere attività di ricerca e sviluppo su temi di ricerca congiunta.
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e non possono correre rischi
Des Demonas
Questa sensazione, che non provavo da parecchio, me la ha data il disco dei Des Demonas, una band segnalatami da chi, oltre ad avere orecchio, possiede attenzione e curiosità, e della quale io ignoravo l'esistenza. Des Demonas - omonimo - è il loro unico album ed è datato 2017: gli si sono succeduti altri due singoli e un ep il cui valore e livello risultano invariabilmente alti.
Sostenibilità e sovranità digitale a scuola nel pieno rispetto del CAD e del GDPR - Incontro con le scuole dell'Emilia Romagna
Anno scolastico 2023/2024, il Decreto di determinazione dei prezzi di copertina dei libri di testo della scuola primaria.
Info ▶️ miur.gov.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Anno scolastico 2023/2024, il Decreto di determinazione dei prezzi di copertina dei libri di testo della scuola primaria. Info ▶️ https://www.miur.gov.Telegram
Fr.#23 / Di affitti e bene comune
Venezia e Milano, a tutta forza verso il Bene Comune
I Sindaci diventano ingegneri sociali con poteri pressoché illimitati di disporre della proprietà edei loro sudditi, con un solo obiettivo: creare la loro personalissima versione di società perfetta. E non c’è nulla di strano: è proprio così che è nato lo stato sociale.
Il caro sindaco Brugnaro torna a far parlare della Sua città, che ormai è una gabbia (fisica e digitale) a cielo aperto. L’obiettivo è combattere gli affitti anonimi e centralizzare il controllo dei flussi turistici con piattaforme per la registrazione. Sì, anche i tuorenti da fuori sono turisti:
“Ci sarà un sistema centralizzato per registrare posti letto, vani e presenze. […]La città non può essere prenotabile all’infinito attraverso canali che sfuggono ad ogni verifica. Non possiamo più permetterlo. Riprendere il controllo delle presenze nelle case private diventa inevitabile […]<zNon è più tempo di furberie, chi deciderà di affittare solo per 120 giorni deve sapere che in tutti gli altri 245 giorni avrà Polizia locale e Guardia di finanza alla porta. A controllare.”
Agli ingegneri sociali non piace Privacy Chronicles. A te?
A Venezia quindi le persone potranno affittare solo per 120 giorni all’anno. Qualcuno potrebbe dire: perché 120 e non 131 o 47? Non c’è alcun motivo razionale: al sindaco piace il numero 120, sia fatta la Sua volontà.
Anche l’amico Beppe Sala, invidioso del potere Divino che è stato conferito a Brugnaro, chiede che gli venga concesso. È risaputo: chi affitta ai turisti toglie posti letto a chi a Milano ci vorrebbe vivere. Perché sì: la casa non è di chi la possiede, ma dello Stato, che decide qual è la migliore allocazione delle risorse.
È una lotta ideologica per un nuovo tipo di espropriazione digitale della proprietà privata. Non con poco eleganti e obsoleti atti di confisca, ma tramite sorveglianza di massa, leggi assurde e quel pizzico (q.b.) di ideologia collettivista che possa spingere le persone ad accettare ogni tipo di sacrificio per il bene comune.
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I Sindaci diventano ingegneri sociali con poteri pressoché illimitati di disporre della proprietà dei loro sudditi, con un solo obiettivo: creare la loro personalissima visione di società perfetta. E non c’è nulla di strano: è proprio così che è nato lo stato sociale.
La domanda sorge spontanea. Vi stancherete mai di farvi trattare come bestie da soma?
Le Olimpiadi della sorveglianza
Recenti notizie1 ci dicono è passata la proposta per introdurre sistemi di riconoscimento facciale durante le Olimpiadi di Francia 2024. Le Olimpiadi, pare, saranno in realtà un test per vedere come si comportano questi sistemi e usarli poi per ogni evento sportivo, ricreativo o culturale su larga scala.
Alla proposta, che viene dai partiti di destra, si sono opposti i partiti di sinistra e i verdi. Non stupisce che sia così, considerando che destra e sinistra hanno da sempre idee diverse sulla sorveglianza di massa. Dimmi perché vorresti sorvegliare il prossimo e ti dirò da che parte stai.
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A destra risponderanno che è giusto sorvegliare la popolazione per finalità sicurezza, controllo dell'ordine pubblico e per combattere il crimine violento. A sinistra risponderanno che è giusto sorvegliare la popolazione per potenziare lo stato sociale, incentivare comportamenti corretti e affidabili e per proteggere donne e bambini.
Ciò che è certo è che la sorveglianza di massa è sempre un’aggressione alla libertà e identità di ogni persona e che in nessun caso è giustificabile. In questo caso poi è assurdo: quanti francesi e turisti, compresi i bambini, finiranno con la loro faccia nei database della polizia francese, colpevoli di aver assistito a un evento sportivo?
Forse, prima di partecipare alle prossime Olimpiadi, sarà bene leggere questo articolo.
Chi costruirà le strade nel Bitcoin Standard?
Domanda provocatoria con cui il 27 marzo abbiamo aperto le danze insieme a Massimo Musumeci e , in una live YouTube.
Dentro la cornice dell’anarco-capitalismo e di Bitcoin sono tanti i temi affrontati e tante le domande da chi ci ha seguito live: strade, monopoli, sicurezza, giustizia, kalashnikov… e molto altro. Vi consiglio di guardare la live prima che i Poteri Forti la rimuovano!
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Meme del giorno
Citazione del giorno
"Are not highways public goods, that is, items of necessity which cannot be supplied by the market? This is the common wisdom. I challenge it. I maintain that road socialism is no different in kind than any other type of socialism. It, too, suffers from the calculation problem identified by Mises and Hayek. As in the case of all other goods and services, the private sector can do a better job of providing roads."
Walter Block
Articolo consigliato
Smart city: sorveglianza ed economia comportamentale, i casi di Venezia e Ivrea
Oggi parliamo di due casi diversi ma uniti dallo stesso filo rosso, quello delle smart cities e dell’improvviso boom di sistemi pervasivi di sorveglianza e controllo del comportamento delle persone. La storia inizia con un tweet del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro…
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a year ago · 14 likes · 3 comments · Matte Galt
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Geografie digitali di esclusione
Quando parliamo di Internet siamo ormai consapevoli del fatto che questo sia un mondo con una cultura, un’economia, un’etica e una politica proprie. Si pensi, ad esempio, alla cybercultura, alle criptomonete, e alle problematiche etiche e politiche che avvolgono tutte queste dimensioni. Chi più chi meno, siamo tutti informati e coscienti, anche grazie al fiorente dibattito contemporaneo...
Lordi - Screem Writers Guild
In definitiva i Lordi al loro meglio che giocano in casa, magnificando la bellissima stagione dell’horror forse più ingenuo ma più vero.
iyezine.com/lordi-screem-write…
Lordi - Screem Writers Guild - 2023
Nuovo disco dei finlandesi Lordi, uno dei gruppi metal più conosciuti al mondo, che tornano con “Screem writers guild” su Atomic Fire Records.Massimo Argo (In Your Eyes ezine)
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Concorso nazionale "Matteotti per le scuole": l'ottava edizione è rivolta agli alunni della scuola secondaria di I e II grado, per ricordare Giacomo Matteotti e la sua testimonianza di libertà e di democrazia.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Concorso nazionale "Matteotti per le scuole": l'ottava edizione è rivolta agli alunni della scuola secondaria di I e II grado, per ricordare Giacomo Matteotti e la sua testimonianza di libertà e di democrazia.Telegram
Majority of credit bureau "CRIF" database illegal
La maggior parte del database del credit bureau "CRIF" è illegale Decisione della DPA austriaca sul caso noyb: I dati di milioni di austriaci devono essere cancellati
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BONES AND ALL DI LUCA GUADAGNINO
Da vedere per la riuscita commistione dei generi: il teen movie vira in horror, diventa love story, si traveste da road movie, non necessariamente in quest’ordine, anzi senza nessun ordine.
iyezine.com/bones-and-all-di-l…
Bones and all di Luca Guadagnino - 2022
Titolo: Bones and all Regia: Luca Guadagnino // Il primo amore tra una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società e un ragazzo solitario dall’animo combattivo.Roberta Cospito (In Your Eyes ezine)
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.Telegram
News da Marte #13 | Coelum Astronomia
"Riprendiamo il filo delle attività di Perseverance e Ingenuity nel cratere Jezero. Seguiamo l'esplorazione con tantissimi video e foto."
Il Comando Sud degli Stati Uniti e il colonialismo del XXI secolo | Infoaut
“È singolare che parlino delle ‘risorse’ di luoghi che non abitano; è questa la logica a cui sottendono governanti, ministri e uomini d’affari. Per le comunità l’estrattivismo, l’esproprio e lo sradicamento hanno molteplici volti. Imperialismo e colonialismo interno si alternano. Molti dei territori bramati dagli imperi sono già stati certificati come zone di sacrificio dai governi nazionali e provinciali“
Flat tax. Verso uno Stato minimo | La Città Futura
"La delega al governo sul fisco favorisce gli alti redditi, i redditi da capitale, l'evasione e l'elusione fiscale. Il minor gettito sarà a scapito dei lavoratori dipendenti, dei contribuenti onesti, dei bassi redditi e delle prestazioni pubbliche. [...] Ci sarà quindi da aspettarsi uno stato minimo di tipo ottocentesco per tutti e maggiori sofferenze per le zone svantaggiate, mentre prevarrà la differenziazione fra i diritti e sarà incentivato l'egoismo."
INTERVISTIAMO: Alessandro Piccinelli
📣 INTERVISTIAMO: Alessandro Piccinelli
Alessandro Piccinelli è colui che ha raccolto l'eredità del grande Gallieno Ferri, come copertinista di Zagor, "lo spirito con la scure".
#Fumetti
iyezine.com/alessandro-piccine…
Oggi è il Dantedì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri!
Un’occasione per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante, con tante iniziative organizzate dalle scuole, dagli studenti e dalle istituzioni culturali.
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Nakamura in finale nell'American Cup
Nakamura Blitzes So, Advances To Finals
GM Hikaru Nakamura is the first player to book his ticket to this year's finals of The American Cup after defeating GM Wesley So in a blitz playoff.Jack Rodgers (Chess.com)
Il Fediverso ha guadagnato massa critica e sta diventando mainstream. C'è persino l'interesse di #BigTech. Questo significa Opportunità e Minacce ... ora è il momento di affrontarle.
Ideazione della struttura organizzativa per il Grassroots Fediverse (traduzione automatica)
Il Fediverso ha guadagnato massa critica. L'ecosistema sta diventando mainstream, facendo appello a un pubblico più ampio. C'è interesse aziendale e persino Big Tech sta valutando di entrare a farne parte.
→ Questo significa Opportunità e Minacce ... ora è il momento di affrontarle.
Le minacce consistono in vari livelli di Corporate Capture del panorama tecnologico, fino a EEE . Non mi addentrerò molto in questo, poiché queste dinamiche sono ben note. C'è un aspetto positivo dell'interesse aziendale: nel breve termine, le risorse aziendali dedicate possono stimolare in modo significativo l'evoluzione e l'adozione della tecnologia. Le società, sul lungo termine, prenderanno il posto di guida e il movimento FOSS sarà spinto come al solito in posizione marginale.
"È la cultura, stupido!"
Nel movimento FOSS siamo così profondamente concentrati sugli aspetti tecnici della tecnologia, che spesso perdiamo di vista il quadro più ampio di ciò che riusciamo a stabilire con i nostri sforzi collettivi. Considera questo:
D: Qual è la qualità chiave, o "punto di forza unico" se vuoi, che ha portato al successo del Fediverse?R: È la cultura vibrante che è stata promossa per un periodo di anni in un ambiente di base.
Sento che questa è un'intuizione così importante. Ci sono persone che criticano AS/AP e altri per i loro difetti tecnici. La gente dice che, ad esempio, Nostr è molto meglio e vincerà con la loro "resistenza alla censura". Ci sono un milione di startup che hanno provato a lanciare la piattaforma killer dei Social Media... e hanno fallito.
Quei lunghi anni in cui il Fediverso si è lentamente, organicamente ritagliato il suo meritato spazio nel web, spinto dalla Libera Cultura e dai Beni Comuni, cioè avendo a cuore gli interessi delle Persone vere… questi hanno creato le condizioni perché il Fediverso potesse fiorire! Un fedi a misura d'uomo e umano. Questo è stato il fattore chiave del successo!
→ Il Fediverso sa cos'è il “Social”!
Al contrario, i social media aziendali non hanno mai riguardato i social. Parlavano di soldi a tutti i costi.
“Difendi ciò che ci è caro”
Con il Fediverso, il movimento Free Culture e FOSS è riuscito a compiere un'impresa rara: erigere da zero un ecosistema completo basato su standard aperti e guidarlo verso il successo. Ora la nostra sfida è vedere se possiamo rimanere al posto di guida e mantenere il Fediverso piacevole e per tutti, rendendolo più diversificato e inclusivo che mai.
Ora è il momento, come @Darius Kazemi ha così chiaramente espresso prima di “Gioca e vinci il nostro gioco” :
Andando avanti: "The Grassroots Fediverse"
Come molti hanno affermato prima, dinamiche culturali di base significano resistenza a processi troppo formalizzati e centralizzazione delle attività. La frammentazione e il conseguente caos delle nostre attività disperse in tutto il Web conferisce una certa misura di resilienza. Questa è una buona cosa™ ed è necessaria... in una certa misura.
Allo stesso tempo, troppa frammentazione rende "The Grassroots Fediverse" debole e vulnerabile agli sforzi concertati per portare ordine nel caos. Sforzi in cui presto le aziende saranno profondamente coinvolte.
→ C'è un punto debole da trovare tra ordine e caos.
Ideare la nostra organizzazione di base
Nel post Wiki di seguito potete tutti modificare le vostre idee per una "struttura organizzativa minima praticabile" necessaria per l'evoluzione di Fediverso che mantenga la nostra cultura e le dinamiche di base che ci hanno reso di successo.
Qui è disponibile il post originale di Arnold Schrijver @smallcircles (Humane Tech Now)
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Non è una sorpresa: tutti gli utenti (anche quelli che trovano il #fediverso troppo poco frequentato!) si meravigliano di quanto qui siano più numerose le interazioni (risposte, preferiti, ricondivisioni) rispetto a Twitter o agli altri social basati sul narcisismo.
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Come il fediverso potrebbe plasmare il futuro del web. Le riflessioni di @edans sul suo blog
Siamo di fronte alla crescita del cosiddetto fediverso, un insieme di nodi federati tra loro che mira a portare il decentramento sui social network: ogni server stabilisce le proprie regole, e tutti permettono lo scambio di informazioni tra di loro, indipendentemente dal le grandi aziende che hanno dominato finora il panorama del social web.
Se leggete che, dopo il clamore iniziale, gli utenti stanno abbandonando Mastodon o il fediverso, domandatevi: probabilmente sono giornalisti troppo pigri per fare bene il loro lavoro. La realtà è che i numeri di Mastodon continuano a salire, che il dibattito si fa più interessante e che la configurazione, sebbene con le sue ovvie vulnerabilità e cavilli, sta iniziando a sembrare qualcosa di molto più ambizioso di un semplice sostituto di Twitter, che a quanto pare era l'idea iniziale.
Qui è possibile leggere il post "Come il fediverso potrebbe plasmare il futuro del web" di @edans@me.dm
Questo articolo è disponibile anche in spagnolo sulla pagina Medium dell'autore
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Se nella vita o per lavoro hai a che fare con adolescenti, non puoi perdere la puntata di Presadiretta andata in onda ieri su Rai3: "La scatola nera", ora reperibile su Raiplay.
"Gli algoritmi e le piattaforme si stanno prendendo la vita dei nostri figli? Adolescenti e perfino bambini con patologie sempre più diffuse, si tratta ormai di un problema di salute pubblica. In che modo recuperare i danni già fatti, a partire dalla scuola? PresaDiretta è andata a Tulsa in Oklahoma, in uno dei centri di ricerca del più grande studio al mondo per capire quale sia l'impatto sul cervello di bambini e ragazzi delle tante ore passate sui cellulari e social. Ha visitato i centri d'eccellenza italiani e ha intervistato in giro per il mondo i medici e gli scienziati che da anni studiano e denunciano che la lunga esposizione dei ragazzi sulle piattaforme provoca variazioni fisiologiche nel cervello sul piano cognitivo ed emozionale. Sono 10 anni, da quando i social sono esplosi, che gli esperti accusano l'aumento del disagio tra i più giovani: ansia, stress, disturbi dell'attenzione e del linguaggio, anoressia, depressione, autolesionismo. I nostri ragazzi stanno sempre più male."
Non solo #Mastodon, ma anche #PeerTube #PixelFed #Friendica e #Funkwhale: i social media decentralizzati aumentano mentre Twitter si scioglie. @Matt_on_tech intervista @tchambers
Mastodon è solo l'inizio: il Fediverso sta arrivando con PeerTube, PixelFed, Friendica e Funkwhale
la maggior parte delle aziende che cercano di supportare i social media decentralizzati stanno aggiungendo il supporto per #ActivityPub o, in alcuni casi, costruendo nuove piattaforme per un futuro decentralizzato. Si dice che Meta stia lavorando sul proprio social network decentralizzato, nome in codice P92 , che si dice includa il supporto ActivityPub. WordPress , Flipboard e Mozilla hanno tutte funzionalità annunciate che si integrano con il Fediverso.
Qui è disponibile l'intervista di @Matthew S. Smith a @Tim Chambers
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skariko@feddit.it purtroppo @tchambers@indieweb.social l'ha tralasciato. Non so se perché non lo conosce, perché non lo ritiene meritevole di una menzione o semplicemente perché non gli piace. Ma sta di fatto che ora, stando dentro a questa conversazione, anche lui è finito su Lemmy 😂
@fediverso@feddit.it
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In Your Eyes zine ricerca collaboratori
Crescere, in tutti i sensi, è di per sé un fatto positivo ma qualche problema in fondo lo crea sempre.
Così come per le mamme, che devono che devono costantemente rinnovare il guardaroba dei figli per adeguare l’abbigliamento al loro sviluppo fisico, anche per In Your Eyes la costante crescita di contatti riscontrata negli ultimi anni comporta il dover affrontare un “piacevole” problema: quello di far fronte alle numerose richieste di recensione che ci pervengono ogni giorno.
Massiargo reshared this.
L’immagine del disastro del lavoro | Contropiano
"Giorgia Meloni fa il suo mestiere, Landini ed i suoi da anni non fanno il loro. Fanno i furbetti, spiegano che la visita di Meloni è un riconoscimento della loro forza, aiutati in questo dalla stampa di regime che ne amplifica gli inesistenti ruggiti, ma la sostanza di tutto è solo subalternità."
Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂
Unknown parent • •@Michele d'accordo su tutto, tranne che su un inciso sul quale è opportuno puntualizzare:
Quando si tratta di piattaforme centralizzate che impattano sulla libertà di informazione e sul diritto alla conoscenza, è assolutament opportuno parlare proprio di libertà
> Non esiste un diritto alla visibilità,
E invece in un certo senso esiste: si chiama libera manifestazione e viene messo gravemente in discussione nel momento in cui un qualsiasi organismo ne impedisce o limita la visibilità
> non esiste un diritto ad avere tutto gratis,
Sì, ma (come è stato anche stabilito da alcuni pronunciamenti del Garante Privacy o dell'AGCom (ora non ricordo) su Facebook, i servizi come Twitter non sono gratuiti, ma si pagano attraverso la profilazione dei dati e dei comportamenti degli utenti che liberamente barattano la loro privacy con il servizio
> non esiste un diritto di imporre le proprie regole in uno spazio privato
invece esiste, purché non entri in conflitto con le leggi vigenti. Se ti dico che se vuoi entrare a casa mia, devi spogliarti nudo, o hai un mandato che ti permette di entrarmi in casa per un motivo di forza maggiore, oppure non entri
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Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂
Unknown parent • •@Michele
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Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂
Unknown parent • •@Michele
Non sono d'accordo sul fatto che non ero d'accordo con te. Ho solo espresso alcune puntualizzazioni che non contraddicono il tuo pensiro di fondo:
1) chi parla di questi temi parla spesso di libertà a sproposito, sono d'accordo; ma questo non implica che la questione della libertà non sia fuori luogo quando si parla di queste cose
2) quanto alla visibilità, ti ho spiegato che se i social centralizzati possono condizionare in maniera opaca la visibilità degli utenti, ecco che si pone un problema sociale analogo a quello che si verrebbe a creare se ti facessero sfilare a Spinaceto invece che a Via Cavour (magari facendoti credere che stai a Via Cavour)
3) non c'è il diritto al "tutto gratis", ok; ma questo non è attinente perché la gratuità dei social non è mai esistita
4) non basta che lo spazio sia privato, per applicare le regole, ok; ma devono anche essere compatibili con le leggi vigenti
Detto questo, ero d'accordo con ciò che hai detto.
A questo proposito, hai mai provato a pensare che se il legislatore italiano o europeo, solitamente sempre prodighi di nuove produzioni normative, siano state rallentate dall'ncessante attività di lobby delle bigtech?
Sono d'accordo, anche se questa non è un'opinione accolta all'unanimità..
Non è e non sarà mai legalmente possibile. Se poliverso fosse l'unica istanza friendica al mondo, forse sì... Ma in tal caso non mi converrebbe tenerla aperta
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Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂
Unknown parent • •@Michele
La mancata visione di insieme è un problema reale, ma dipende dal fatto che un "digitale" che impatta così tanto sull'analogico, costringe a una riflessione complessiva che nessuno, ma proprio nessuno è in grado di svolgere, sia esso giurista, economista, filosofo, linguista, informatico o politico.
Quando nasce qualcosa di nuovo che ha impatto su privacy, informazione, politica, economia, giurisprudenza, etica è normale che le azioni debbano essere tante ma possano essere di cabotaggio ridotto. Siccume alcune di queste vengono combattute meglio di altre (pensa all'antitrust di inizio secolo contro Microsoft, rispetto all'antitrust degli ultimi anni; o agli interventi del garante privacy, rispetto agli scarsi interenti dell'AGCom), è normale ricevere questa impressione di un modo arbitrario e incoerente di agire.
Ecco, sarebbe importante invocare la coerenza alzando il livello qualitativo dei controllori più scarsi rispetto a quelli più capaci e non lamentandosi dell'eccessivo protagonisto di chi sa essere più efficace
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skariko likes this.
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