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Missione Gcap. Tutti gli incontri della delegazione britannica in Italia


Dopo la nascita a dicembre della nuova organizzazione governativa, Italia, Regno Unito e Giappone continuano a lavorare per il Global Combat Air Programme, su cui l’Italia ha impegnato 8,5 miliardi di euro fino al 2037. Il programma per lo sviluppo congiu

Dopo la nascita a dicembre della nuova organizzazione governativa, Italia, Regno Unito e Giappone continuano a lavorare per il Global Combat Air Programme, su cui l’Italia ha impegnato 8,5 miliardi di euro fino al 2037. Il programma per lo sviluppo congiunto di un aereo stealth di sesta generazione è stato al centro dei colloqui di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, con Rishi Sunak, primo ministro britannico, sentito telefonicamente la scorsa settimana, e con Fumio Kishida, primo ministro giapponese, incontrato a Tokyo lunedì. L’obiettivo è definire il Joint Venture Agreement nei prossimi mesi e l’incorporazione della joint venture industriale entro la fine dell’anno.

Inoltre, questi giorni una delegazione della commissione Difesa della Camera dei Comuni, composta da otto parlamentari guidati dal tory Jeremy Quin, è stata a Roma prima e sarà a Napoli poi per continuare a rafforzare i legami con l’Italia nel settore difesa. Nella capitale i deputati provenienti da Londra hanno incontrato Guido Crosetto, ministro della Difesa, Luca Goretti, capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, gli omologhi delle commissioni di Camera e Senato (presiedute rispettivamente da Nino Minardo e Stefania Craxi) e i vertici di Leonardo. Nel capoluogo campano, invece, visiteranno domani l’Allied Joint Force Command, comando militare Nato. Prossimamente la delegazione britannica, da cui emerge un convinto sostegno transpartitico all’iniziativa, potrebbe fare tappa a Tokyo per chiudere il triangolo del Global Combat Air Programme.

Colloqui di questo tipo, “nel contesto di una partnership strategica di questa portata, sono fisiologici e opportuni” in quanto “permettono ai decisori politici di approfondire la conoscenza dei partner politici, militari e industriali con cui ci si impegna per tre decenni”, spiega Alessandro Marrone, responsabile del programma Difesa dell’Istituto Affari Internazionali, a Formiche.net. “Parallelamente ai negoziati portati avanti dai ministeri e delle industria, è importante, infatti, capire sul piano politico il livello di impegno reciproco e le capacità degli interlocutori, anche alla luce del fatto che il Global Combat Air Programme è una sorta di scommessa per tre Paesi, comparabili ma diversi e lontani, che si assumono la co-leadership di un’iniziativa simile per la prima volta”, aggiunge l’esperto che ha incontrato la delegazione assieme ad altri ricercatori dello stesso centro di ricerca.

A quanto appreso da Formiche.net, gli incontri si sono svolti in un clima molto positivo e hanno permesso di ribadire la fiducia reciproca sia nel partenariato strategico ribadito dal memorandum d’intesa firmato a Londra ad aprile, sia nello specifico del Global Combat Air Programme.

Uno dei punti sull’agenda dei parlamentari britannici in visita in Italia riguarda il sostegno all’Ucraina, in particolare nel caso in cui Donald Trump dovesse vincere le elezioni presidenziali americane di novembre e insediarsi a gennaio alla Casa Bianca. Per il Regno Unito “la priorità più urgente in materia di sicurezza nazionale e politica estera nel breve-medio termine è affrontare la minaccia posta dalla Russia alla sicurezza europea”, come si legge nella Integrated Review Refresh 2023 pubblicata meno di un anno fa. E gli alleati Nato e i partner dell’Unione europea sono pronti a sostenere Kyiv anche davanti a un diverso approccio americano? Questo l’interrogativo, legato anche all’autonomia strategica europea, al quale a Londra si cercano risposte.


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Scuola, i bimbi scrivono male in corsivo per l’abuso di smartphone, tablet e social


Indagine negli istituti napoletani (ma il fenomeno si presenta in tutta Italia): l’utilizzo eccessivo di strumenti elettronici spinge i più piccoli a privilegiare lo stampatello. I docenti: “Crescono i disturbi dell’attenzione” Per alcuni è una battaglia

Indagine negli istituti napoletani (ma il fenomeno si presenta in tutta Italia): l’utilizzo eccessivo di strumenti elettronici spinge i più piccoli a privilegiare lo stampatello. I docenti: “Crescono i disturbi dell’attenzione”

Per alcuni è una battaglia di retroguardia. Per altri l’indispensabile argine ad una deriva che compromette le capacità cognitive e lo sviluppo del pensiero nei bambini. È l’uso del corsivo nella scrittura.

Corsivo cui i piccoli preferiscono, con sempre maggiore frequenza, i caratteri in stampatello. Complici l’uso dei computer e degli smartphone. Tastiera contro mano libera. Semplicità del gesto contro un’abilità motoria da imparare anche a fatica. «Nella seconda elementare in cui insegno – racconta Monica Scarpa, maestra alla Virgilio di Secondigliano – i bambini quasi esprimono un disagio di fronte al corsivo. La fatica delle forme tondeggianti, della precisione, della grafia comprensibile, li porta a rifiutare il corsivo. “In stampato scrivo meglio” mi dicono».

E quella degli attuali alunni di scuole elementari non è la prima coorte in difficoltà con la scrittura. Il fenomeno dura da anni, i primi maniaci dello stampatello sono già alle superiori: «Ma io non accetto compiti in classe che non siano scritti in corsivo – afferma Veronica Grotta, docente in un liceo del Vomero – e più di una volta sono stata contestata dai ragazzi con l’accusa di “non lasciarli liberi di esprimersi”, fraintendendo, in tutta evidenza, sia il concetto di libertà che di espressione».

Da un po’ il dibattito sulla scrittura e sull’ortografia ha preso piede tra i docenti ed i pedagogisti. La questione è diventata oggetto di ricerche scientifiche. Come quella che nel 2023 è stata pubblicata dai ricercatori dell’università La Sapienza e del Policlinico Umberto I: secondo l’indagine un bambino su cinque nelle scuole elementari ha difficoltà ad usare il corsivo. E nel 21,6 per cento dei casi c’è il rischio concreto di sviluppare un problema di scrittura difficilmente, in seguito, recuperabile.

«Un problema che può trasformarsi in disturbo, come la disgrafia» aggiunge Serena Speranza, insegnante alla Doria di Fuorigrotta. «Se per i piccoli che soffrono di disturbi legati alla coordinazione motoria o alla dislessia l’uso dello stampato al posto del corsivo è una soluzione, per gli altri può addirittura essere il canale attraverso il quale si amplifica un disturbo della scrittura».

«O dell’attenzione – aggiunge Paola Damiano, docente di scuola primaria alla Oberdan del centro di Napoli – I nativi digitali sono abituati alla tastiera. I bambini delle mie classi, ormai da qualche anno, non hanno più la stessa mobilità del polso di un po’ di tempo fa. Per scrivere in corsivo serve muovere mano e polso in un certo modo, reggere la penna correttamente. Spesso non sanno proprio farlo perché, ad esempio, le loro manine non hanno mai “impastato” qualcosa, piuttosto hanno sfogliato pagine digitali su tablet e telefonini. I loro giochi sono, sempre più spesso, dinanzi ad uno schermo, con una tastiera e un joystick». Anche a causa del Covid, aggiunge, «non hanno sviluppato i prerequisiti, come tagliare e incollare, colorare e sviluppare manualità. E si rifugiano nello stampato, più facile, con le sue semplici linee».

La competenza di scrittura, nel senso di impugnatura e movimento della penna, si allontana sempre più ed i piccoli manifestano difficoltà anche nel colorare. Susanna Iannaccone, anche lei docente con master in pedagogia, aggiunge: «La scrittura in corsivo si è dimostrata indispensabile per attivare tutte le zone cerebrali. Come una ginnastica per la mente. Il corsivo sviluppa la cosiddetta motricità fine, l’attenzione, il rispetto dello spazio nel foglio. Favorisce l’orientamento spaziale, nonché l’ordine mentale. Per non parlare di quanto sia importante per una espressione grafica del sé».

«Un sé che invece adesso – afferma Marina Guida, scuola media Foscolo – è affidato quasi esclusivamente alle immagini: su TikTok o Instagram non serve saper scrivere ma saper apparire come i social richiedono. Così anche in terza media si fa fatica ad ottenere una scrittura fluida. Il mio alunno M.M., di 12 anni, quando scrive in corsivo non riesce a tenere il ritmo, né a rispettare gli spazi del foglio. La sua coordinazione oculo-manuale è minima. E non è il solo». Il problema è trasversale alle fasce sociali, si propone nelle scuole di periferia come in quelle del centro. «Secondo la mia esperienza a Poggioreale – afferma Irene Iacobelli, docente della Mastriani – oltre la metà dei bambini e dei ragazzi preferisce lo stampatello. Se usano il corsivo è perché li costringiamo. Le neuroscienze sono state chiare, in proposito: dal non uso del corsivo derivano limitate capacità di pensiero, di ragionamento e di apprendimento».

E persino difficoltà di concentrazione o difficoltà nella sfera degli affetti e delle emozioni. Così in Usa la California e il Michigan hanno reintrodotto per legge, nelle scuole, l’uso del corsivo, dopo averlo considerato per anni “una inutile fatica”.

di Bianca de Fazio, repubblica.it

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INDIA. Il progetto di convertire l’isola di Gran Nicobar in una grande città sterminerà la popolazione locale


Trentanove studiosi internazionali di genocidio hanno scritto al governo indiano per denunciare che il progetto di convertire l’isola di un popolo incontattato in un mega-porto e in una città sterminerà la tribù. L'articolo INDIA. Il progetto di converti

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di Survival International


Pagine Esteri, 7 febbraio 2024. Trentanove studiosi internazionali di genocidio hanno scritto al governo indiano per denunciare che il progetto di convertire l’isola di un popolo incontattato in un mega-porto e in una città sterminerà la tribù.

L’isola di Gran Nicobar, nell’Oceano Indiano, è la casa di circa 300 cacciatori raccoglitori Shompen, di cui due terzi sono incontattati. È una delle tribù più isolate della Terra e vive nelle dense foreste pluviali che occupano l’interno dell’isola.

Il progetto da 9 miliardi di dollari che il governo indiano ha varato per l’isola comprende un porto gigantesco, una nuova città, un aeroporto internazionale, una centrale elettrica, una base di difesa, una zona industriale e l’arrivo di 650.000 coloni – con un aumento della popolazione di circa l’8000%.

“Se il progetto andasse avanti, anche in forma più ridotta, crediamo sarebbe una condanna a morte per gli Shompen, equivalente al crimine internazionale di genocidio” hanno affermato gli esperti, provenienti da istituzioni accademiche di tredici paesi. Tra loro storici, sociologi e l’ex Presidente dell’International Association of Genocide Scholars.

Secondo gli esperti, “il semplice contatto tra gli Shompen – che hanno poche, o nessuna, difese immunitarie verso le malattie infettive importate – e coloro che provengono dall’esterno porterà con certezza a un forte crollo della popolazione. Ne seguirà la morte di massa dell’interno popolo degli Shompen. Il solo modo per evitare la distruzione degli Shompen è abbandonare il progetto.”

Survival International chiede che il progetto sia abbandonato e che i diritti di proprietà territoriale degli Shompen sulle loro terre ancestrali siano riconosciuti. Oltre 7.000 persone hanno scritto al governo indiano per sostenere questo appello.

“Questo è un chiaro avvertimento a cui il governo indiano deve prestare ascolto: procedere con il progetto per Gran Nicobar distruggerà l’isola in cui vivono gli Shompen, causandone il genocidio” ha dichiarato oggi la Direttrice generale di Survival International, Caroline Pearce.

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Droni, cyber e capitale umano. Pontecorvo racconta la collaborazione con Riad


Grazie alla strategia Vision 2030, il programma strategico promosso da Riad per ridurre la sua dipendenza dal petrolio e diversificare la propria economia, l’Arabia Saudita sta diventando un attore di primo piano per quanto riguarda le collaborazioni indu

Grazie alla strategia Vision 2030, il programma strategico promosso da Riad per ridurre la sua dipendenza dal petrolio e diversificare la propria economia, l’Arabia Saudita sta diventando un attore di primo piano per quanto riguarda le collaborazioni industriali internazionali. Al recente World Defence Show di Riad, l’Italia ha partecipato con le sue eccellenze industriali dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza tra cui il campione nazionale Leonardo, che ha siglato un memorandum of understanding con ministero degli Investimenti e l’Autorità generale per l’industria militare dell’Arabia Saudita per sviluppare e valutare una serie di investimenti e opportunità di collaborazione nei settori dell’aerospazio e della difesa. Airpress ne ha parlato con il presidente di Leonardo, l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, di ritorno dal Paese arabo.

Presidente, qual è il significato strategico dell’accordo siglato da Leonardo con le autorità di Riad, e quali sono le principali aree di cooperazione identificate?

Partiamo da un dato. Leonardo è presente in Arabia Saudita dagli anni Sessanta. E se oggi abbiamo firmato questo memorandum of understandig vuol dire che la nostra tecnologia è apprezzata. Ne consegue che la firma rappresenta non solo un’importante opportunità per consolidare la cooperazione sulla difesa, ma anche una piattaforma per sviluppare congiuntamente nuove tecnologie, attraverso l’esperienza e le capacità delle parti. Noti bene un particolare. Sto parlando di “piattaforma”. Infatti, il Mou è ad ampio spettro. Prevede collaborazioni in settori diversi. Si va – a titolo d’esempio – dallo spazio alla manutenzione/riparazione/revisione per aerostrutture; dalla localizzazione per sistemi di guerra elettronica, radar fino ad arrivare all’assemblaggio di elicotteri.

Come ha ricordato Lorenzo Mariani, l’accordo ci permetterà di fare una valutazione approfondita riguardo nuove opportunità di collaborazione in diversi settori. Lavoreremo insieme per studiare come rafforzare la nostra partnership con soluzioni ad alta tecnologia e capacità localizzate in campo R&D, industriale e dei servizi. Per decenni Leonardo ha fornito al Paese piattaforme, sistemi, tecnologie e servizi, dal trasporto aereo, al supporto all’industria energetica, agli elicotteri, fino a sistemi elettronici e sensori, a cui si aggiungono sistemi per la difesa marittima e cyber, oltre a un contributo chiave nel campo della difesa aerea.

Riad è coinvolta nelle attività basate sulla sua Vision 2030, il programma strategico per diversificare la propria economia che vede tra i suoi pilastri principali l’aumento degni investimenti nel settore dell’aerospazio e della difesa. Quali potrebbero essere le opportunità per il nostro sistema-Paese nel complesso derivanti dalla collaborazione con l’Arabia Saudita?

Credo che il Mou potrà contribuire significativamente alla Vision 2030 dell’Arabia Saudita finalizzata all’implementazione di riforme senza precedenti nel settore pubblico, alla diversificazione dell’economia, per consentire a cittadini e imprese di raggiungere pienamente il loro potenziale e creare opportunità di crescita innovative. In più, credo possa offrire un contributo reale su aree specifiche, sia nel settore del combattimento aereo, che in quello dell’integrazione multi-dominio, campi dove Leonardo sta sviluppando tecnologie di nuova generazione e implementando una serie di progetti dimostrativi abilitanti. Queste potrebbero includere sistemi a pilotaggio remoto, sensori integrati, tecnologie digitali, processi di industrializzazione e sviluppo del capitale umano. Ma c’è di più: nel Mou c’è scritto che le autorità saudite e Leonardo si impegnano ad esplorare opportunità per la supply chain locale in Arabia Saudita e, più in generale, per il ruolo di Leonardo nella regione e nella catena del valore globale.

In che modo questa collaborazione si allinea con la strategia internazionale di Leonardo e quali sono le prospettive di ulteriori collaborazioni simili?

In maniera totale. Vede, aziende come Leonardo immaginano il futuro. Creano, cioè, tecnologie che verranno utilizzate nei prossimi anni. È per queste ragioni che ripeto le parole di Amartya Sen: “La ricchezza di un Paese non si misura soltanto con il Pil”. La conoscenza tecnologica, in un’era informatica come l’attuale, fa la differenza. La conoscenza digitale si misura con la capacità computazionale installata sul territorio. Per l’Italia è 317 petaflop di potenza di calcolo a servizio della ricerca e dell’alta tecnologia. Cosa vuol dire? Che nel nostro Paese è possibile fare 317 milioni di miliardi di operazioni al secondo. Un milione di miliardi è un “uno” seguito da 15 “zero”. Un risultato a cui partecipa Leonardo. Credo che siano stati anche questi indiscutibili successi tecnologici che abbiano spinto l’Arabia Saudita a consolidare la collaborazione con la nostra azienda.

Guardando al prossimo futuro, quali sono i passi che Leonardo intende compiere per consolidare e sviluppare ulteriormente questa partnership con l’Arabia Saudita?

Oltre ai programmi e i progetti che ho già illustrato, le posso anticipare che nella tarda primavera si sta ragionando di organizzare una Giornata della Difesa italo-saudita, proprio per dare seguito a tutte le iniziative in corso fra i due Paesi.


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GAZA. Hamas propone una tregua in 3 fasi di 135 giorni. Attesa per la risposta di Israele


Secondo il testo pubblicato dai media locali, la controproposta di Hamas prevede fasi di tregua della durata di 45 giorni ciascuna. Gli ostaggi israeliani saranno scambiati con prigionieri politici palestinesi. Israele, affermano gli analisti, non accette

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della redazione

Pagine Esteri, 7 febbraio 2024 – Hamas ha proposto un piano di cessate il fuoco per far tacere le armi a Gaza per quattro mesi e mezzo, durante i quali tutti gli ostaggi israeliani saranno liberati, Israele ritirerà le sue truppe e sarà raggiunto un accordo sulla fine della guerra.

La proposta del movimento islamico – in risposta a un’offerta inviata la settimana scorsa dai mediatori del Qatar e dell’Egitto – rappresenta la più grande spinta diplomatica mai vista finora per una lunga sospensione dei combattimenti, ed è stata accolta con speranza nella Striscia di Gaza. Tuttavia Israele anche nei giorni scorsi ha affermato che non ritirerà le sue truppe da Gaza finché Hamas non sarà spazzato via. Un funzionario governativo intervistato dalla tv Canale 13 ha descritto alcuni dei punti della risposta del movimento islamico come “totalmente inaccettabili”.

Secondo il testo della proposta pubblicato dai media locali, la controproposta di Hamas prevede tre fasi di tregua, della durata di 45 giorni ciascuna. Gli ostaggi israeliani catturati il ​​7 ottobre saranno scambiati con prigionieri palestinesi. Hamas chiede l’inizio della ricostruzione di Gaza e il ritiro completo delle forze israeliane. Hamas ha ammorbidito alcune delle sue richieste iniziali. La controproposta infatti non richiede più la garanzia di un cessate il fuoco permanente sin all’inizio dell’accordo. Stabilisce solo che la fine della guerra dovrà essere concordata durante la tregua e in anticipo sulla liberazione degli ultimi ostaggi.

Secondo il documento, durante la prima fase di 45 giorni, tutte le donne israeliane in ostaggio, i giovani sotto i 19 anni, gli anziani e i malati verrebbero rilasciati, in cambio della scarcerazione delle donne e dei minori palestinesi dalle prigioni israeliane. Durante la prima fase, Israele ritirerà le sue truppe dalle aree popolate di Gaza. L’attuazione della seconda fase non inizierà finché le parti non concluderanno “colloqui indiretti sui requisiti necessari per porre fine alle reciproche operazioni militari e tornare alla completa calma”. Quindi si procederà al rilascio dei rimanenti ostaggi maschi e al ritiro delle forze israeliane fuori dai confini di tutta la Striscia di Gaza”. I corpi degli israeliani morti verrebbero scambiati durante la terza fase. La tregua dovrà portare anche all’aumento del flusso di cibo e altri aiuti ai civili disperati di Gaza, che stanno affrontando la fame e la grave carenza di forniture di base.

A Gaza molti palestinesi guardano con più fiducia alla possibilità che quattro mesi dopo l’attacco di Hamas in Israele (1200 israeliani morti, 250 presi in ostaggio) e la successiva devastante offensiva militare israeliana (circa 27mila uccisi, al 70% donne e bambini, quasi 70mila feriti e migliaia di dispersi), la guerra possa finalmente terminare. Tuttavia pochi credono che le parti siano davvero vicine ad un accordo.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken è giunto la scorsa notte in Israele per discutere la controproposta di Hamas con il primo ministro Benyamin Netanyahu. Washington, almeno a parole, vede nell’accordo sugli ostaggi e sulla tregua l’inizio di una più ampia risoluzione del conflitto in Medio Oriente che porterà alla normalizzazione tra Israele e i paesi arabi e alla creazione di uno Stato palestinese. Ma Netanyahu, la destra al potere e la maggioranza della popolazione israeliana rifiutano categoricamente l’indipendenza palestinese. Pagine Esteri

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Oggi #7febbraio è la Giornata contro il #bullismo e il #cyberbullismo, introdotta nel 2017 dal Ministero dell’Istruzione per sensibilizzare su questa piaga sociale e per riflettere sugli strumenti utili a contrastarla in tutte le sue forme.



In Cina e Asia – Cina-Usa, agli economic talks "segnali positivi” per riprendere la cooperazione


In Cina e Asia – Cina-Usa, agli economic talks taiwan usa
Cina-Usa, agli economic talks “segnali positivi” per riprendere la cooperazione
Scambio Cina-Norvegia, al centro la questione palestinese
In Cina crollano i titoli di stato mentre gli investitori stranieri virano in India
I Paesi Bassi accusano pubblicamente la Cina di spionaggio
Chip war, in arrivo microchip a 5nm "made in China"

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Weekly Chronicles #63


Nietzsche, scomuniche libertarie e phishing.

Questo è il numero #63 di Privacy Chronicles, la newsletter che ti spiega l’Era dell’Informazione e come sopravvivere: tecnologia, sorveglianza di massa, privacy, sicurezza dei dati e molto altro.

Nelle Cronache della settimana:

  • VisionPro di Apple è sul mercato: che ne direbbe Nietzsche?
  • Binance: un nuovo data leak

Nelle Lettere Libertarie:

  • Hoppe, Israele e la scomunica di Walter Block

Rubrica OpSec:

  • Come riconoscere un tentativo di phishing
  • Primi passi pratici verso la privacy: la storia di Piersandro e la sua botta in testa profetica

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VisionPro di Apple è sul mercato: che ne direbbe Nietzsche?


Dal 2 febbraio, per soli $3.499 o $294 al mese gli americani potranno finalmente immergersi nella nuova dimensione della realtà aumentata1. Su X già impazzano i video di persone che lo usano in giro per strada, in metro, mentre puliscono casa o perfino mentre guidano.

La realtà aumentata permetterà alle persone di visitare luoghi distanti centinaia di chilometri senza muoversi dal divano, come ad esempio una casa in vendita o la sala riunioni della sede corporate a Hong Kong.

La gamification la farà da padrone, tra deep fake2 e app che rendono anche attività come passare l’aspirapolvere in casa un gioco interattivo. Non saranno solo giochi, divertimento e lavoro. Una tecnologia del genere può avere un impatto importante nel plasmare la nostra società negli anni a venire, come fu già per il computer e per Internet. Le implicazioni non saranno solo materiali, ma anche filosofiche.

Così come oggi è assurdo parlare di “online” e “offline” (nessuno e nulla è davvero più “offline”), domani la realtà fisica si fonderà con quella virtuale, fino a rendere inutile ogni tentativo di separazione netta tra le due, che saranno una cosa sola.


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E così scopriremo cosa intendeva Nietzsche quando scriveva “se scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te". In più di un modo. Il primo, più materiale, è legato al valore economico dei dati legati a questo visore, che ci osserva mentre noi osserviamo la realtà attraverso di lui: un tesoro incredibile che farà gola a chiunque abbia interessa a sapere cosa vedono i nostri occhi, cosa muovono le nostre mani, e in che modo interagiamo contestualmente sia col mondo digitale che fisico. È lo strumento definitivo di estrazione, che proietta finalmente anche Apple nell’Olimpo di cosiddetti Capitalisti della Sorveglianza3.

Il secondo modo in cui lo scopriremo è che le masse, già suscettibili a esperimenti di riprogrammazione e ricostruzione della realtà (propaganda, psy-ops, storiografia…) saranno ancora più manipolabili dai “mostri” che attraverso il Visore potranno osservarli costantemente.

Non dubito che il VisionPro avrà un successo fenomenale: da anni ormai il sistema in cui siamo ingabbiati è impegnato nel creare il consumatore perfetto proprio per questo tipo di tecnologia: centinaia di milioni di uomini bianchi soli, frustrati, lontani dalla famiglia e da ogni concetto di Dio; figli demoralizzati di un collettivismo globalista che gli ha inculcato un senso di colpa atavico verso la loro stessa natura ed ha rimosso ogni senso d’identità e realtà.

Come cantavano i Bad Religion in 21st Century (Digital Boy): I don’t know how to live but I got a lot of toys.

Non tutto è perso, però. La corsa degli Stati per il controllo di questa nuova dimensione virtuale lascerà spazio per nuovi guizzi vitali nella dimensione fisica, specie se lontano dalle grandi metropoli. Ma anche in questo caso, bisognerebbe prima discutere delle necessità filosofiche e morali alla base della riconquista di questi spazi.

Binance: un nuovo data leak


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#63


Von der Leyen, le stratosferiche quantità di denaro gestite in modo oscuro – Fabio Sarzi Amadè – Il vaso di pandora
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Il gelo Non ho mai avuto problemi a rompere il ghiaccio e faccio parte del club di quelli senza vergogna. Posso dirmi decisamente scafato, a...


News da Marte #25 l Coelum Astronomia

"In questa nuova puntata della rubrica ‘News da Marte’ facciamo lo stato con le ultimissime immagini e dichiarazioni da parte dell’agenzia NASA. In chiusura c’è spazio per alcune attività del rover Perseverance, legate anch’esse alla gestione dell’emergenza dell’elicottero."

coelum.com/news/news-da-marte-…

#25


Sottoscritto oggi il Protocollo d’intesa tra #MIM e Guardia di Finanza per il contrasto ai “diplomifici”.
#MIM


Lo sgarbo


Al governo serve gente competente. Alla sanità serve che si capisca di faccende sanitarie, non che si sia necessariamente un medico (pur non essendo escluso) ma che si conoscano i problemi e si abbia idea delle soluzioni. Se, però, sei il fondatore di una

Al governo serve gente competente. Alla sanità serve che si capisca di faccende sanitarie, non che si sia necessariamente un medico (pur non essendo escluso) ma che si conoscano i problemi e si abbia idea delle soluzioni. Se, però, sei il fondatore di una catena di cliniche un problema si crea. Si chiama “conflitto d’interessi” e lo si regola – più o meno efficacemente – senza per questo preferire i nullafacenti. Vale anche per la cultura, che non è soltanto arte della parola.

Vittorio Sgarbi – geniale protagonista inseguito da un tenace avversario di nome Sgarbi – è un dirigente del centrodestra fin da prima delle sue origini ed è stato chiamato al governo da chi si suppone lo conosca. Ora afferma che il problema del conflitto d’interessi non è limitato alla sua persona, aggiungendo piacevolezze sul ministro. Non è un qualunquista di passaggio né un oppositore dei governanti. La questione che pone non potrà essere scantonata sperando che taccia. Anche perché sarebbe una vana speranza.

La Ragione

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La storia ignorata


sraele uguale nazismo? Cosa succede quando l’uso politico della storia si incontra con l’ignoranza della storia? L’uso politico della storia non è certo una novità. È sempre stato praticato. Si ricorre strumentalmente all’uno o all’altro esempio storico s

sraele uguale nazismo? Cosa succede quando l’uso politico della storia si incontra con l’ignoranza della storia? L’uso politico della storia non è certo una novità. È sempre stato praticato. Si ricorre strumentalmente all’uno o all’altro esempio storico scegliendo l’interpretazione che si ritiene più conveniente al fine di dare sostegno, di fornire legittimità, alla posizione politica che si sta difendendo. A chi ne fa un uso politico, della storia in sé, di che cosa sia realmente accaduto in passato, non importa un bel nulla: si usa la storia come una clava, è solo un mezzo utile per fare propaganda, per conquistare proseliti, per sconfiggere le posizioni avversarie. Ma se la novità non sta certo nell’uso politico della storia, è nuovo il contesto in cui vi si fa ricorso.

La novità consiste nel fatto che oggi una parte ampia dei ceti istruiti (o supposti tali), specie delle generazioni più giovani, è incapace di pensare la storia e, spesso e volentieri, non possiede neppure le semplici nozioni storiche che un tempo fornivano le scuole superiori. È un fenomeno che gli storici di professione da tempo stigmatizzano. Viviamo in società immerse in un eterno presente. Il processo è cominciato nell’era televisiva. La Rete ha esasperato la tendenza.

Le ricerche condotte dagli specialisti della comunicazione danno al riguardo indicazioni chiare: una grande quantità di persone che vive immersa nel presente ha perduto la capacità di capire che il presente è influenzato dal passato. A queste persone sfugge la profondità storica di qualunque evento di cui sia testimone. E poiché il passato non conta nulla, non è considerato un mezzo per comprendere il presente, non ha nemmeno senso dotarsi di un minimo di conoscenze storiche. Un tempo l’uso politico della storia, la storia usata come clava, incontrava un limite, ovvero esistevano degli anticorpi. Una parte almeno dei ceti istruiti era dotata di sufficienti nozioni storiche,e disponeva di sufficiente senso storico, da non farsi imbrogliare. Adesso non è più così, gli anticorpi sono svaniti o si sono assai indeboliti. A qualcuno è stato detto che un tempo (il quando, nonché il contesto, ovviamente, sono irrilevanti) è esistita una cosa denominata nazismo e di cui null’altro importa sapere se non che si trattava del male assoluto. Inoltre, quel qualcuno ha sviluppato nel tempo un odio viscerale nei confronti di Israele, Stato percepito come più potente dei suoi vicini e colpevole di essere appoggiato dall’Occidente. L’accostamento diventa automatico: Israele uguale nazismo. Non c’è alcun bisogno di sapere qualcosa né della storia del nazismo né di quella di Israele per stabilire l’associazione. E poiché ignoranza della storia significa anche ignoranza di cosa sia e di quanto abbia storicamente pesato l’antisemitismo, non sorprende che una quantità così elevata di studenti universitari, da Harvard alle università europee, non abbia problemi a fare un simile accostamento.

Come sempre in questi casi hanno un ruolo sia i cattivi maestri che i processi imitativi. All’inizio ci sono cattivi maestri (genitori o insegnanti) che, per l’appunto, fanno uso politico della storia: essi raccontano a giovani sprovveduti che Israele e il nazismo pari sono, «la vittima trasformatasi in carnefice» eccetera. I suddetti sprovveduti, a loro volta, «fanno tendenza»: ripetono la fanfaluca di fronte a coetanei ignoranti quanto loro. Anche il coetaneo, naturalmente, nulla sa né del nazismo né di Israele ma è ostile a Israele e, soprattutto, non vuole perdere la faccia. Si auto-convince della verità di quanto gli è stato raccontato. Cattivi maestri da un lato, processi imitativi dall’altro. Una ricerca dell’Istituto Cattaneo di Bologna condotta su un campione di studenti di corsi umanistici di tre Università del Nord, intervistati sia prima che dopo il 7 ottobre, offre conferme. La ricerca ricostruisce gli atteggiamenti degli studenti verso gli ebrei. Si trattava essenzialmente di capire se e quanto l’antisemitismo fosse diffuso fra gli universitari distinguendo fra i temi classici dell’antisemitismo e quelli di nuovo conio. Ma il punto che qui ci interessa riguarda Israele: risulta che il 46% degli intervistati condividesse, prima del 7 ottobre, l’equiparazione fra Israele e Germania nazista. Addirittura, questa percentuale cresce subito dopo il 7 ottobre (e dunque prima dell’intervento israeliano a Gaza). Ed è fatta propria dal 50% del campione dopo il 17 ottobre. Sono, plausibilmente, dopo il 17 ottobre, le notizie sulle vittime palestinesi dell’intervento militare ad aumentare (di qualche punto in percentuale) il numero di coloro che considerano valido l’accostamento fra Israele e nazismo ma è un fatto che costoro sono già tantissimi, quasi la metà del campione prima della nuova guerra e, per giunta, risultano in aumento dopo il pogrom del 7 ottobre. Commetterebbe un grosso errore chi volesse consolarsi considerando che metà del campione rifiuta di equiparare Israele al nazismo. Se in un gruppo di dieci persone cinque non credono che i terremoti siano causati dagli incantesimi della strega cattiva ciò non è rilevante. È rilevante che cinque ci credano.

Per aiutare a comprendere quanto sta accadendo in Medio Oriente occorrerebbe spiegare che si tratta di una vicenda complessa che inizia nel 1948 con la nascita dello Stato di Israele e il conseguente «rifiuto arabo». Nessuna comprensione di quanto è accaduto e accade è possibile se non si parte da lì. Gli stessi errori di Israele (le colonie in Cisgiordania, l’illusione di potere difendere all’infinito lo status quo, ossia i precarissimi rapporti fra due popoli reciprocamente ostili) non si spiegano se non ricostruendo quel quadro generale. Ma, appunto, ciò presuppone che l’interlocutore sia disposto a riconoscere il peso e l’importanza della storia per comprendere il presente. Il che però è impedito o quanto meno reso assai difficoltoso dal clima e dalle tendenze dominanti. La sopra citata ricerca del Cattaneo lascia aperto uno spiraglio. Risulta che gli atteggiamenti negativi verso gli ebrei sono più accentuati fra gli studenti con alle spalle un basso rendimento scolastico. In altri termini, anche nell’epoca dei social, la scuola può fare, almeno in parte, la differenza. Se essa tornasse al rigore di un tempo forse si potrebbero ricostituire gli anticorpi necessari per contenere la diffusione delle credenze più aberranti. L’incontro fra uso politico della storia e ignoranza della storia genera mostri. Ciò, di sicuro, non fa bene alla democrazia.

Corriere della Sera

L'articolo La storia ignorata proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



 OMFG drive.google.com/file/d/1JYKQg… NO COMMENT


Il presidente dell’Argentina Milei in Israele: “Trasferiremo l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme”


Il Ministro degli Esteri israeliano ha ringraziato Milei per “aver riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele” L'articolo Il presidente dell’Argentina Milei in Israele: “Trasferiremo l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme” proviene da Pagine Ester

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Pagine Esteri, 6 febbraio 2024. L’ultraliberista Javier Milei, neo-presidente dell’Argentina è in queste ore in visita in Israele.

Accolto dal ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, appena sceso dall’aereo ha dichiarato con fermezza che intende trasferire l’ambasciata Argentina in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme occupata.

Tra incontri con rabbini e membri del governo, il leader di estrema destra ha messo da parte la motosega sventolata durante la campagna elettorale per lasciare posto agli abbracci commossi dinanzi al Muro del Pianto.

Il Ministro Katz ha ringraziato Milei per “aver riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele e per aver annunciato adesso il trasferimento dell’ambasciata argentina a Gerusalemme, capitale del popolo ebraico e dello Stato d’Israele’‘.

Milei ha dichiarato che il viaggio di due giorni ha lo scopo di “mostrare il mio sostegno a Israele contro gli attacchi del gruppo terroristico Hamas e ad esprimere il legittimo diritto d’Israele di difendersi”. Secondo fonti giornalistiche argentine, il governo intende inserire Hamas nella l’osta dei gruppi terroristici, come richiesto a gran forza dalla comunità ebraica locale.

È previsto per domani, mercoledì, il suo incontro con il primo ministro Benjamin Netanyahu.
Il presidente argentino Javier Milei a Gerusalemme, al Muro del pianto

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L'articolo Il presidente dell’Argentina Milei in Israele: “Trasferiremo l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme” proviene da Pagine Esteri.



L'Interoperable Europe Act è stato adottato dalla plenaria del Parlamento europeo con 524 voti favorevoli, 18 contrari e 97 astensioni.

«Nonostante le ambiguità nella formulazione e l'esclusione della comunità #FreeSoftware dalla governance del regolamento, i decisori hanno ascoltato le nostre richieste»

@Informatica (Italy e non Italy 😁)

#InteroperableEuropeAct


The #InteroperableEuropeAct has been adopted in the European Parliament plenary with 524 votes in favour, 18 against and 97 abstentions.

In spite of ambiguities in the wording and the exclusion of the #FreeSoftware Community from the governance of the regulation, decisions makers heard our demands.

1/2 ⬇️

#EU #IEA

fsfe.org/news/2024/news-202402…




THE MIKE BELL CARTEL – AIN’T NO HIGH (THAT’S HIGH ENOUGH) / LIKE NO OTHER 7″


Attraversiamo i giorni della merla ed io odio l’inverno. Non patisco particolarmente il freddo, ma sono solito lamentarmene.

Trovo che sia fastidioso e sgradevole. Poi però penso alla mia fortuna, giacché che vivo a latitudini particolarmente felici in cui le temperature in fondo non scendono mai troppo vertiginosamente. Pensate come ci potremmo sentire se in questo momento fossimo teletrasportati a Helsinki.

@Musica Agorà

iyezine.com/the-mike-bell-cart…

Musica Agorà reshared this.



Ma quanto è grande la misericordia di Dio!


Quando leggiamo il racconto avvincente di Naaman e di Eliseo (in II Re 5), alla fine esclamiamo: "ma quanto è grande la misericordia di Dio!"
A Naaman, il nemico, il superbo, che solo ora appena ha ammesso ci sia un solo Signore che vuole onorare, quando chiede "tuttavia" di poter violare il II comandamento (quello sull'adorare statue o immagini) per potersi inchinare di fronte all'idolo della sua nazione, Eliso dice: "Va’ in pace"!
Che significa, non ti preoccupare: Dio ti benedirà, e quindi avrai pace.
È una conclusione sorprendente. Dio si preoccupa di persone di popoli diversi e accetta che lo si onori in maniera un po’ diversa. Siamo infatti salvati per grazia, cioè non per nostri meriti e nemmeno per i nostri riti e nemmeno per la nostra teologia, ma siamo salvi per sola grazia di Dio.


Oggi per il #SaferInternetDay 2024 il #MIM aderisce con un evento dalle ore 10 per riflettere sui rischi e le opportunità della Rete con gli stessi protagonisti della comunità scolastica, studenti, docenti, insieme a stakeholder pubblici e privati.


In Cina e Asia – Cina, anche il programma nucleare nel mirino dell’anti-corruzione


In Cina e Asia – Cina, anche il programma nucleare nel mirino dell’anti-corruzione programma nucleare
Cina, alto funzionario legato al programma nucleare indagato per corruzione
Cina, viaggi per il Capodanno lunare a rischio per il maltempo
Belt and Road: record di finanziamenti dal 2018, nonostante il rallentamento economico
Cina, condannata a oltre tre anni di carcere l’attivista Li Qiaochu
Hong Kong: Lionel Messi in panchina contro la League Xi, spettatori infuriati
Meloni a Tokyo prende il testimone del G7: “Noi sempre più presenti nell’Indo-Pacifico”
Filippine pronte a “usare la forza” contro le minacce di secessione dell’ex presidente Duterte

L'articolo In Cina e Asia – Cina, anche il programma nucleare nel mirino dell’anti-corruzione proviene da China Files.



Quei sottosviluppati che stanno al Parlamento Europeo hanno respinto una richiesta che chiedeva un dibattito sulla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia:

Clare Daly, europarlamentare Irlandese:

"Nonostante l'importante sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, secondo cui Israele è plausibilmente accusato di genocidio a Gaza, la nostra richiesta di "The Left" avanzata da Manu Pineda di aggiungere un dibattito al riguardo è stata respinta dalla maggioranza degli eurodeputati. La guerra è pace. La libertà è schiavitù. E "Israele ha il diritto di difendersi"."

Usa, UE e UK cancro del mondo. Che siate maledetti per l'eternità!

T.me/GiuseppeSalamone



Israele è l'unico paese al mondo che può permettersi di bombardare civili, ospedali, sedi umanitarie, scuole e università senza incorrere in alcuna conseguenza. Quello che sta facendo Israele è qualcosa che negli ultimi 70 anni mai nessuno ha fatto e credo che in futuro mai nessuno riuscirà a fare!

Anzi, viene accusato chi accusa questi criminali di guerra perché si sentono intoccabili grazie soprattutto a Biden, Meloni e Company che mandano navi da guerra per consentirgli di portare avanti un genocidio.

Stamattina il terrorismo di stato israeliano ha bombardato un camion dell'ONU. Dentro quel camion non c'erano armi o erano nascosti "terroristi", dentro quel camion c'erano aiuti umanitari per una popolazione alla fame e prossima alla carestia. La foto è stata condivisa da Thomas White, direttore degli affari dell'UNRWA e alla nostra stampa non sembra interessare perché troppo impegnata a portare avanti la propaganda governativa dei bambini Palestinesi portati in italia.

L'ipocrisia regna sovrana: permettono a Israele di bombardare i bambini Palestinesi e poi vogliono passare per quelli buoni portandone una piccola parte in Italia per curarli. È pura propaganda perché allo stesso tempo fanno tre cose disumane: permettono appunto a Israele di bombardare, iniziano a deportare persone dalla Palestina secondo le linee guida del governo israeliano e contemporaneamente si puliscono la coscienza di fronte a quell'opinione pubblica convinta di sapere la verità ascoltando la televisione e leggendo i giornali di regime.

Allo stesso tempo però si dimenticano di condannare e far vedere questi bombardamenti sugli aiuti umanitari o di rilanciare la denuncia della Mezzaluna Rossa, la quale con un video da brividi ha mostrato le distruzioni delle loro sedi causate dagli attacchi missilistici a Jabaliya e nel nord della Striscia di Gaza effettuati dall'esercito israeliano.

Poi però i terroristi sono gli Houti, che hanno ucciso zero persone a differenza di Israele che ne ha ammazzate decine di migliaia e portano avanti un'azione sacrosanta, ripeto, SACROSANTA che mira a difendere i bambini Palestinesi e dissuadere Israele di continuare un vergognoso genocidio.

T.me/GiuseppeSalamone



🛜 Il 6 febbraio ricorre la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, promossa dalla Commissione Europea e celebrata in contemporanea in oltre 100 nazioni.


Il governo Francese ha aperto un proprio server Fediverso ufficiale

@Che succede nel Fediverso?

social.numerique.gouv.fr è l'Istanza #mastodon gestita dalla Direzione Interministeriale Digitale (DINUM) e spita solo account istituzionali e certificati:

Eccoli qui:

➡️ @CNES - L'agenzia spaziale francese

➡️ @Ambassadeur Numérique 🇫🇷🇪🇺 - Ambasciatore francese per gli affari digitali (in inglese)

➡️ @Min. Enseign. sup. & Recherche - Ministero dell'Istruzione Superiore e della Ricerca

➡️ @IAP - Istituto di Astrofisica di Parigi

➡️ @CNRS 🌍 - CNRS, Centro nazionale francese per la ricerca scientifica

➡️ @Unité de Recherche Géoazur - Unità di ricerca geologica/geofisica per l'Università della Costa Azzurra, CNRS, Osservatorio della Costa Azzurra

➡️ @CNRS Terre & Univers - CNRS (dipartimento spazio, geologia, ambiente)

➡️ @CNRS Ingénierie - CNRS (dipartimento di ingegneria)

➡️ @CNRS Inist - Dipartimento del CNRS che si occupa di pubblicazioni e metodi scientifici

➡️ @La science ouverte au CNRS - Scienza aperta al CNRS

➡️ @IGN France - Istituto Nazionale per i Dati Geografici e Forestali

➡️ @data.gouv.fr - Piattaforma aperta per i dati pubblici francesi

➡️ @Comité pour la science ouverte - Comitato per la Scienza Aperta

➡️ @HAL science - Archivio Multidisciplinare HAL, accesso aperto alle pubblicazioni scientifiche

➡️ @DINUM - Iniziativa di innovazione digitale nel governo francese

➡️ @Design des services numériques - Sviluppo dei servizi pubblici digitali

➡️ @arcep@social.numerique.gouv.fr - Autorità di regolamentazione delle comunicazioni elettroniche

➡️ @adresse.data.gouv.fr - Database nazionali e locali di indirizzi geografici

➡️ @Transfo. Num. des Territoires - Servizi pubblici digitali a livello nazionale e locale

➡️ @Etalab - Promozione dei dati pubblici aperti

➡️ @Démarches Simplifiées - Aiutare i funzionari governativi a offrire servizi online al pubblico

➡️ @api.gouv.fr - Catalogo delle API del governo francese

➡️ @bdnb@social.numerique.gouv.fr - Database aperto degli edifici francesi


The government of #France 🇫🇷 now has its own official Fediverse server 🥳

(All accounts in French unless otherwise noted)

➡️ @ambnum - French ambassador for digital affairs (in English)

➡️ @sup_recherche - Ministry of Higher Education & Research

➡️ @cnes - France's space agency

➡️ @astroIAP - Astrophysics Institute of Paris

➡️ @cnrs - CNRS, the French National Centre for Scientific Research

➡️ @umrGeoazur - Geology/geophysics research unit for Côte d'Azur Univ, CNRS, Côte d'Azur Observatory

1/4


in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

@FediFollows bene ma perchè sn sempre i francesi più avanti sulla democratizzazione e deamericanizzazione della rete?
in reply to _aid_85_

@_aid_85_

> bene ma perchè sn sempre i francesi più avanti sulla democratizzazione

160 anni di governo repubblicano aiutano...

> e deamericanizzazione della rete?

Pensa solo al fatto che dal '66 al 2009 la Francia ha posto le proprie forze armate fuori dalla NATO: alla Francia non piace essere un vassallo degli USA...

Unknown parent

@Alessandro sì, a quanto pare il Giappone è stato tra i primi paesi in cui la maggior parte degli adempimenti burocratici poteva essere fatta direttamente via fax. Il bello è che il fax come tecnologia alla base della burocrazia lo stanno dismettendo proprio in questi mesi!
È il modello storico evolutivo del Giappone: un motore a due tempi in cui fasi di conservatorismo patologico si alternano a fasi di evoluzione sfrenata verso il futuro...

@aid_85@mastodon.social





#NotiziePerLaScuola
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito
🔶 Ddl istruzione tecnica e professionale, via libera del Senato al modello 4+2
🔶 Scuola, 790 milioni per nuovo piano di riduzione dei divari…


La DPA tedesca dichiara illegale lo scambio di dati tra agenzia di credito e commerciante di indirizzi vittoria di noyb in Germania in un procedimento contro l'agenzia di riferimento creditizio CRIF e il commerciante di indirizzi Acxiom CRIF/ACXIOM


noyb.eu/it/data-trading-betwee…




La responsabilità di tutti.


noblogo.org/transit/la-respons…


La sanità privata lancia il Family doc, assalto alla medicina di base l La Notizia

«L’ultimo boccone a cui aspira la famelica sanità privata è il medico di base. Prima terra di conquista è il Veneto, dove la BMed Me.di.ca Group, un centro di sanità privata, ha deciso di lanciare a Mestrino, un Comune in provincia di Padova, il Family doc che altro non è che il vecchio caro medico di famiglia a pagamento. Si legge sul sito: “Si chiama Family Doc, ed è un servizio di medicina interna in regime privato, con un tocco di simpatia e calore familiare. Con noi, sentirsi a proprio agio è la norma, al costo di 50 euro”.»

lanotiziagiornale.it/la-sanita…




L’Occidente e il resto del mondo
l World Politics Blog

"Dietro la definizione Nord del mondo si raccolgono gli interessi dell’Occidente e dei paesi avanzati, insomma il blocco imperialista egemone che prova a costruire il mondo a propria immagine e somiglianza e non esita a imporre fame, olocausti e guerre per affermare la propria supremazia. In altri termini potremmo parlare di un colonialismo che si rinnova ma conserva le proprie caratteristiche come il drenaggio di ricchezza dalle regioni colonizzate."

giuliochinappi.wordpress.com/2…



Uno si ma con moderazione. Riflessioni sulla moderazione nel Fediverso da parte dello staff di Mastodon.uno

@Che succede nel Fediverso?

Non è facile comprendere quali siano tutte implicazioni dell'ecosistema federato e come funzionano le dinamiche che rendono il Fediverso molto diverso da un social qualsiasi.

Il lungo post è suddiviso in due premesse, due chiarimenti e una conclusione:

1. cosa significa moderare una una comunità
2. cosa significa la moderazione nel fediverso
3. la moderazione all’interno dell’istanza
4. la moderazione verso le altre istanze
5. la moderazione nel Fediverso italiano e l’approccio di mastodon.uno

noblogo.org/unosocial/uno-si-m…


Uno si ma con moderazione


Di recente sono stati pubblicati alcuni post che vorrebbero dimostrare che il fediverso italiano è più litigioso, più settario e, in breve, peggiore di quello degli altri paesi.

Sebbene riteniamo che l’analisi di quel blog non sia basata su presupposti corretti, riconosciamo che abbia sollevato alcuni argomenti sui quali è opportuno soffermarsi; la questione della moderazione è oggettivamente un elemento chiave da conoscere per capire bene tutte le dinamiche che rendono il Fediverso molto diverso da un social qualsiasi.

Visto che la moderazione è stata indicata come una criticità dell’istanza mastodon.uno, sentiamo che sia giunto il momento di affrontare la questione in maniera approfondita. Questo sarà quindi un post che spiegherà le dinamiche della moderazione dal nostro punto di vista e per comodità lo divideremo in due premesse, due chiarimenti e una conclusione:

  1. cosa significa moderare una una comunità
  2. cosa significa la moderazione nel fediverso
  3. la moderazione all’interno dell’istanza
  4. la moderazione verso le altre istanze
  5. la moderazione nel Fediverso italiano e l’approccio di mastodon.uno


Cosa significa moderare una comunità

peertube.uno/videos/embed/e688…
La moderazione di una comunità costituisce un fattore determinante per consentire ai propri utenti di interagire reciprocamente nel rispetto condiviso delle regole (scritte o non scritte), delle diverse sensibilità e aspettative degli utenti e, fattore da non sottovalutare, dal messaggio che chi gestisce la comunità vuole trasmettere verso l’esterno a coloro che vorrebbero e potrebbero diventarne utenti.

Più sinteticamente, moderare significa creare un ambiente favorevole allo sviluppo di un certo tipo di relazioni.

Per rendere possibile tutto ciò è necessario fissare delle regole che non rappresentano semplicemente un “cosa fare”/“cosa non fare” ma costituiscono soprattutto un primo “chi è benvenuto”/“chi non è benvenuto”.

Se per esempio esiste una regola che stabilisce il divieto di contenuti antiscientifici, l’effetto di questa regola tenderà a essere fin da subito respingente verso (vogliamo semplificare) i novax: infatti, benché i novax non si sentano affatto antiscientifici, capiscono subito che chi ha stabilito quelle regole sta facendo riferimento proprio a loro. In questo caso ci saranno diverse tipologie di utenti novax che in modo diverso reagiranno alla regola:

  1. utenti con una personale avversione ideologica verso tutti o alcuni vaccini, ma che non hanno nessuna intenzione di parlare di vaccini dentro la comunità e che decideranno in modo laico se entrare nella comunità
  2. utenti con una personale avversione ideologica verso tutti o  Uno Social – il Blog di Mastodon.uno

  5842 wordsalcuni vaccini, che avrebbero voluto parlare volentieri di vaccini dentro la comunità e che hanno capito che quella comunità non è adatta a loro

  1. attivisti novax che non entreranno mai nella comunità perché disprezzano chi “idolatra lo scientismo” o perché semplicemente hanno capito che in quella comunità non verrebbero mai accolti
  2. attivisti novax che hanno una gran voglia di trollare (“io non sono antiscientifico, io voglio solo capire…”) o di provocare (“chi decide cos'è scienza? Siete scienziati?”)
  3. utenti novax che non leggono le regole

In questo caso, la regola ha già svolto una funzione di moderazione preventiva (l’utente 1 sa che potrà far parte della comunità, gli utenti 2 e 3 sanno che quella non sembra una comunità ritagliata su misura per loro e infine l’utente 4 sa che entrerà nella comunità con lo stesso spirito di un kamikaze che cerca di entrare dentro una fregata statunitense.

L’utente 5 ovviamente non ha ancora capito niente, ma quando gli utenti 4 e 5 pubblicheranno contenuti non apprezzati nella comunità, la moderazione attiva si esplicherà attraverso le diverse metodologie previste: avviso informale privato o pubblico, avviso formale, provvedimento esecutivo (per esemplificare: cancellazione del contenuto o silenziamento/sospensione temporanei o definitivi).

L’utente n.1 è particolarmente significativo nel nostro esempio. Si tratta di un utente che ovviamente capisce che ci sono delle divergenze ideologiche molto importanti con i responsabili di quella comunità, ma capisce anche che l’ingresso nella comunità non è legato alle sue convinzioni in fatto di vaccini, ma solo ed esclusivamente ai contenuti che pubblica e ai comportamenti che tiene.

La moderazione infatti non si esplicita mai sulle persone ma soltanto su contenuti e comportamenti.

Cosa significa la moderazione nel fediverso


Il fediverso è un sistema costituito da server interconnessi (istanze) ognuno dei quali rappresenta una comunità. Le comunità sono diverse l’una dall’altra per popolazione, software di gestione, interessi, lingue e quadro etico di riferimento.

I responsabili di una comunità infatti sono perfettamente consapevoli che la propria comunità è connessa con altre comunità che possono essere caratterizzate in maniera molto differente nonché abitate da utenti con sensibilità a volte molto distanti da quelle della propria istanza. Tuttavia non è detto che gli stessi responsabili delle comunità dl fediverso siano del tutto consapevoli del fatto che alcuni software (per semplicità, i diversi sw come mastodon, friendica, pleroma, misskey, etc, li chiameremo impropriamente “piattaforme”) agevolano di più i processi di moderazione, altri li agevolano meno e questo condiziona in maniera differenziata le singole comunità, fermo restando che comunque non tutte le piattaforme comunicano reciprocamente le segnalazioni.

Gli amministratori dei server possono infatti contare su strumenti di moderazione piuttosto eterogenei a seconda delle piattaforme: vi sono piattaforme come Friendica che non consentono agli utenti di segnalare contenuti inappropriati agli ammistratori, altre come Lemmy che presentano diverse funzionalità base per segnalare gli utenti e prendere provvedimenti, altre ancora come Mastodon che dispongono di un cruscotto completo di moderazione che consente tutte le funzioni presenti su piattaforme come Discourse o Reddit.

Inoltre, le piattaforme del Fediverso non sono purtroppo quasi mai interoperabili nella segnalazione dei contenuti. Per esempio, una segnalazione effettuata da un’istanza Mastodon verso l’utente di un’altra istranza Mastodon o da Lemmy verso l’utente di un’altra istanza Lemmy, giungerà agli amministratori di entrambe le istanze. Ma una segnalazione effettuata da un’istanza Mastodon verso l’utente di un’istranza Lemmy (o viceversa) verrà ricevuta solo dall’amministratore dell’istanza di origine della segnalazione, ma non dall’istanza di destinazione.

L’aspetto più importante che caratterizza la moderazione nel Fediverso resta però quello sociale: non esiste una “fediquette” condivisa, sebbene vi siano alcune regole base che contano su una diffusione maggiore: per esempio, l’obbligo di content warning per i contenuti più disturbanti, divieto per i messaggi omofobici, razzisti, sessisti, bando dell’istigazione a delinquere e bando della pedopornografia sono punti cardine per la maggior parte delle istanze mondiali: la maggioranza, appunto, ma non di tutte.

Ogni istanza infatti è come un club aperto ai propri soci ma anche ai soci di altri club “convenzionati”, nel quale però i soci sono direttamente tenuti a tutte le regole del codice di condotta del proprio club, mentre gli ospiti esterni godono paradossalmente di alcune libertà in più.

Prendiamo esempio un ipotetico Club del Sigaro, i cui soci possono accedere al loro salottino in cui è possibile fumare solo sigari ma che sono obbligati a non fumare nient’altro che i sigari, mentre nello stesso club viene consentito ai soci di altri club di fumare anche pipe o sigarette.

Se il socio del Club del Sigaro fumasse una sigaretta, verrebbe espulso, mentre il socio del Club della Sigaretta può sedersi ai tavolini esterni del Club del Sigaro e fumarsi tranquillamente un paio delle sue sigarette, senza essere cacciato. Naturalmente se il sigarettaro iniziasse a fumare una trentina di sigarette al giorno, questo comportamento potrebbe determinare il divieto di accedere ai locali al coperto del Club del Sigaro, o a tutta l’area interna ed esterna, con tanto di PEC inviata al club di appartenenza di quel socio. Infine, il ripetersi di comportamenti molesti da parte dei soci di uno stesso club, potrebbe comportare il bando per tutti i soci passati e futuri di quel club.

Tutto chiaro, ma il punto è che:

  • i soci di un club più esclusivo sono soggetti a regole più stringenti rispetto a quelle dei soci di altri club
  • i soci di un club più permissivo sono soggetti a regole meno stringenti anche quando vanno negli altri club e lì vengono colpiti da provvedimenti punitivi più seri solo quando si comportano in maniera particolarmente molesta
  • ma soprattutto, i soci dei diversi club spesso non si rendono conto del tipo di club in cui si sono iscritti e non si rendono conto dei motivi per cui alcuni utenti sembrano potersi permettere comportamenti spiacevoli per i quali loro stessi sono stati ammoniti in passato
  • inoltre, come se non bastasse, quando la “direzione” invia la PEC alla direzione dell’altro club (quello dell’ospite che si è comportato male), l’altro club potrebbe deliberatamente ignorarla, ma potrebbe semplicemente non avere una casella PEC, perché dispone solo del Fax o di una cassetta postale fisica!

L’equilibrio tra diverse istanze è quindi molto delicato perché, per quanto il responsabile di un’istanza voglia cercare di mantenere un ambiente gradevole per i propri ospiti, dovrà comunque consentire loro di godersi la diversità tipica del Fediverso e fare i conti con tutta quella diversità che a volte è ricca di stimoli, altre volte è molesta, altre ancora è foriera di contrasti e litigi.

La moderazione all’interno dell’istanza


La funzione del regolamento in un’istanza, come in una qualsiasi comunità ha quindi due funzioni:

  1. una funzione programmatica
  2. una funzione prescrittiva

La prima serve a far capire il tipo di comunità (integrando a tutti gli effetti la “presentazione” generale della comunità), la seconda a far capire cosa si può o non si può fare.

Come già detto, la funzione programmatica è la più importante perché, se viene progettata bene, elimina la maggior parte degli equivoci e dei contrasti interni.

Nei casi in cui la funzione programmatica non è ben chiara o viene deliberatamente ignorata da qualche utente, allora i moderatori devono intervenire per garantire il rispetto delle regole.

I moderatori possono rilevare contenuti o comportamenti problematici in tre modi:

  • se ne accorgono direttamente durante la loro attività di utilizzatori
  • ne vengono informati attraverso una segnalazione proveniente dalla propria istanza
  • ne vengono informati attraverso una segnalazione proveniente da un’altra istanza.

Contenuti e comportamenti vengono valutati in base a parametri quali:

  1. gravità intrinseca (quanto il contenuto violi le regole più importanti; es: immagini CSAM, ovvero Child Sexual Abuse Material)
  2. impatto sugli altri utenti (quanto il comportamento sia mirato contro altri utenti; es: comportamento molesto)
  3. ripetitività (quanto sia reiterato il comportamento o spammato il contenuto; es: coprolalia compulsiva o violazione iterativa delle stesse regole)
  4. sfacciataggine/insolenza (volontà deliberata di sfidare le regole o di “aggirarle”; es: produrre contenuti al limite dell’irregolarità con lo scopo di attirare l’attenzione degli altri utenti oppure ignorare gli avvertimenti degli amministratori)
  5. spam (pubblicità commerciale; es: profilo inglese che pubblicizza lotterie on line).

Talvolta, quando si verificano queste casistiche i moderatori cercano di prendere contatto diretto con l’utente per aiutarlo a capire le implicazioni di questi comportamenti, altrimenti è possibile avvalersi degli strumenti espressamente progettati per la moderazione.

In una istanza mastodon le prerogative messe a disposizione dal software ai moderatori a front di una segnalazione consentono a grandi linee sei tipi di interventi:

  1. annullamento della segnalazione
  2. contrassegno del singolo messaggio come “sensibile
  3. contrassegno dell’utente come “sensibile
  4. silenziamento dell’utente (non comparirà più nella timeline generale, ma solo in quella di chi lo segue espressamente
  5. cancellazione del contenuto problematico
  6. sospensione dell’utente che ha violato le regole

Tranne la cancellazione di un contenuto problematico, i provvedimenti sono reversibili (possono essere annullati). Inoltre, da poco più di un anno, Mastodon consente a ciascun utente sottoposto a provvedimento di appellarsi per spiegare meglio le proprie ragioni. Questo offre la possibilità di aprire un dialogo tra utente e staff di moderazione molto utile a capire la problematica e a risolverla anche laddove si sia costretti a intervenire in maniera molto dura (come con l’espulsione) per eliminare un problema rapidamente; tuttavia così facendo il provvedimento comminato non si esplicita automaticamente in una “condanna a morte” virtuale.

Per esempio un utente che condivide un post che istiga al genocidio verrebbe espulso immediatamente (è uno dei casi in cui c’è tolleranza zero), ma grazie alla funzione di appello, quell’utente potrebbe avere la possibilità di spiegare che credeva di aver condiviso un articolo sul genocidio armeno da un quotidiano on line, mentre in realtà per errore aveva condiviso un link turco riportato su quell’articolo.

I moderatori naturalmente sono esseri umani e possono sbagliare; ne sono consapevoli e si aspettano che anche gli utenti possano essere comprensivi in tali circostanze.

Altre volte invece si sentono piuttosto autorizzati a sovrainterpretare alcuni messaggi... Per esempio, se qualche utente ha subito un provvedimento che ritiene ingiusto e decide di utilizzare la funzionalità di “appello” per dire quanto schifosi e servi del potere siano i moderatori che l’hanno espulso e quanto la loro istanza sia una fogna di conformismo, è comprensibile che i moderatori intendano quell’esternazione come un’implicita rinuncia all’appello...

Ad oggi la quasi totalità dei provvedimenti all’interno dell’istanza mastodon.uno riguardano la sospensione di utenze di spam

  1. I messaggi contrassegnati come “sensibili” sono pochissimi e se inizialmente riguardavano qualche immagine di nudo ultimamente sono quasi tutti legati a immagini che mostrano scene di guerra
  2. Non vi sono praticamente utenti contrassegnati come “sensibili” in quanto se vi sono problemi con le loro immagini, gli si spiega che bisogna usare il content warning (l'avviso di contenuto disponibile a ogni utente Mastodon per contrassegnare le immagini in un messaggio o l'intero messaggio)
  3. Il silenziamento dell’utente avviene solo quando un utente con delle criticità non troppo gravi viene redarguito senza successo. In tal caso, il silenziamento diventa un modo per incentivare l’utente a rispondere
  4. La cancellazione dei contenuti problematici è l’unico provvedimento non reversibile e ogni volta che ne viene fatta una si tratta di un piccolo insuccesso, perché indica che le regole dell’istanza non sono state probabilmente espresse con la dovuta chiarezza. Ultimamente comunque è avvenuta molto di rado (ed ha quasi sempre coinvolto utenti che sono stati poi espulsi o che se ne sono andati spontaneamente)
  5. La sospensione di utenti, come già detto, avviene quasi soltanto per i profili di spam e avviene entro cinque/dieci minuti dall’iscrizione. Le altre volte in cui viene praticata è in presenza di utenti che pubblicano contenuti problematici ma non rispondono alle numerose sollecitazioni dei moderatori.

Il clima dell’istanza mastodon.uno è per noi una conferma del fatto che regole chiare e uno staff rapido nell’intervenire possano mitigare il rischio di derive spiacevoli e consentano di togliere quelle tossicità che hanno contraddistinto i social commerciali negli ultimi anni.

La moderazione verso le altre istanze


Un’istanza tuttavia non è una bolla ma, come già detto, una comunità interconnessa con altre comunità; la moderazione non può quindi prescindere da un’analisi del contesto linguistico, tecnologico e culturale nel quale è immersa l’istanza.

Se le regole e la moderazione possono dare a una comunità la forma che si ritiene migliore per liberare l’espressione degli utenti e favorirne le relazioni reciproche, questo diventa molto più difficile quando un numero smisurato di utenti con cui è possibile interagire si trova fuori dal perimetro entro il quale valgono le regole dell’istanza e questo è proprio il caso del Fediverso, ma è anche ciò che rende il Fediverso così interessante rispetto a qualsiasi altro ambiente digitale di socializzazione!

Tentativi di fissare alcune linee guida volontarie


Come già detto, Mastodon è il software che ha avuto la maggior risonanza mediatica, quello su cui “risiede” il maggior numero di iscritti del Fediverso e quello il cui staff di sviluppo ha avvertito prima di tutti l’esigenza di proteggere il proprio marchio da minacce reputazionali provenienti dalla comunità degli utilizzatori.

Mastodon è software libero e pertanto chiunque, nel rispetto delle condizioni di attribuzione e di licenza d’uso, può utilizzarlo liberamente per farci ciò che vuole. D’altronde, il rischio reputazionale che ne consegue è alto: per fare un esempio, un’istanza Mastodon dedita allo scambio di foto e video di abusi su minori, comporterebbe un danno di immagine importante per lo staff di sviluppo, danno che potrebbe essere utilizzato da chiunque desiderasse distruggere lo sviluppo della comunità di utenti. Benché tentativi del genere siano già avvenuti, la comunità dei giornalisti non è (quasi) mai caduta nella trappola di equiparare lo strumento all’uso che se ne può fare, ma per mitigare questo tipo di problemi lo staff di Mastodon ha elaborato una sorta di patto (il cosiddetto Mastodon Server Covenant) tra tutti i server che vogliono aderire per mantenere un livello etico (oltre che tecnologico, con aggiornamenti e livelli di servizio elevati) adeguato, promuovendo una moderazione attiva contro il razzismo, il sessismo, l'omofobia e la transfobia.

Oltre al Mastodon Server Covenant, un peso particolare sul fediverso hanno anche i termini di servizio di MastoHost, il servizio di hosting gestito più utilizzato nel Fediverso. Questi TOS sono ancora più restrittivi rispetto a quelli del Mastodon Server Covenant e costituiscono un freno significativo, dal momento che le soluzioni MastoHost sono sicuramente tra le più semplici per gestire un’istanza Mastodon con molti utenti.

Vi sono poi alcuni tentativi di trovare punti di contatto minimi per regolare la moderazione delle istanze: per esempio, l’amministratore dell’istanza qoto.org, particolarmente insofferente alle limitazioni e ad alcune dinamiche ha proposto un patto alternativo, la cosiddetta UFoI, Federazione Unita delle Istanze, che segnaliamo solo come curiosità, anche perché non ha riscosso molto successo in termini di adesioni.

Resta il fatto che, tranne alcuni esempi (piuttosto disgustosi) di istanze internazionali, è molto difficile che le istanze normali tengano comportamenti divergenti rispetto alle linee guida ricordate in precedenza.

Pertanto i motivi che possono provocare tensioni, silenziamenti o sospensioni di singoli utenti o di tutta l’istanza sono determinati dalla “compatibilità” delle altre istanze o di alcuni utenti con il “clima dell’istanza”. La compensazione tra la sensibilità degli utenti “interni” e quelli “esterni” è lo sforzo più grande che i moderatori di un’istanza devono compiere per rendere “armonica” la propria presenza nel fediverso, ma tutto questo non è sempre possibile. Gli ostacoli maggiori sono dovuti per lo più ad alcuni “disallineamenti” tra istanze che, semplificando molto, possono essere di diversa natura:

  1. disallineamenti dovuti alla diversa tipologia delle istanze (generaliste, tematiche, locali, etc)
  2. disallineamenti dovuti al differente software utilizzato dalle istanze
  3. disallineamenti dovuti al sostrato culturale/ideologico dell’istanza


Disallineamenti dovuti alla diversa tipologia delle istanze


Mastodon.uno ha da sempre voluto rimarcare la propria natura generalista, laddove generalista non significa solo “non-tematica” o “non-locale” ma vuole acquisire il significato di istanza “aperta a chiunque” (con le dovute eccezioni di cui sopra…), un’istanza cioè nella quale non è necessario appartenere a una particolare città o nutrire un determinato interesse o sposare un preciso orientamento ideologico, ma che consenta al maggior numero di utenti di “stare bene”.

Per ottenere questo sono necessari alcuni accorgimenti di carattere limitativo anche verso le istanze esterne. Questi accorgimenti si esprimono attraverso le seguenti limitazioni verso gli utenti esterni:

  1. defederazione delle istanze che favoriscono espressamente suprematismo, razzismo, omofobia, pornografia infantile, pornografia violenta, terrorismo, genocidio, etc
  2. silenziamento delle istanze che hanno mostrato di tollerare sistematicamente alcuni dei comportamenti precedenti
  3. defederazione o silenziamento delle istanze che favoriscono lo spam pubblicitario, il flooding (pubblicazione di “troppi” messaggi) e i bot
  4. silenziamento di istanze che non tengono a freno i propri utenti in merito a comportamenti molesti diretti ai membri della nostra istanza
  5. ban degli account che pubblicano solo contenuti problematici (quelli di cui al punto a e c)
  6. ban degli account che tengono comportamenti molesti diretti ai membri della nostra istanza
  7. silenziamento degli account che pubblicano “anche” alcuni contenuti problematici (quelli di cui al punto a e c)
  8. silenziamento degli account che praticano flooding o che tengono frequentemente e insistentemente comportamenti molesti di lieve entità (interagiscono solo per contraddire maleducatamente l’interlocutore, rispondono con Gif sprezzanti)
  9. eliminazione dei messaggi problematici (quelli con contenuti ricordati nei punti a, c ed f)

Questa linea di condotta presenta diverse ricadute positive per una istanza generalista:

  • ampliamento dei limiti di età e di sensibilità dell’utenza di riferimento
  • possibilità di visualizzare la timeline a monitor anche in luoghi pubblici, senza provare imbarazzo (quei contenuti che vengono definiti NSFW, not safe for work…)
  • possibilità di escludere buona parte dei motivi di disagio che provengono da alcuni contenuti pubblicati e tollerati sui social network come Twitter o Facebook

Naturalmente quste scelte determinano anche alcune limitazioni:

  • diventa difficile seguire le conversazioni nelle quali c’è un messaggio eliminato o il messaggio di un utente bannato, perché quel messaggio non verrà visto dall’utente di mastodon.uno e, soprattutto, la conversazione risulterà “mutila”. L’unico modo per seguire la conversazione è “uscire” dalla propria timeline e visualizzarla da web
  • alcuni utenti del fediverso sembrano non esistere
  • non è facile esplorare pienamente dal proprio account mastodon.uno tutta la pornografia disponibile sul fediverso :–)
  • l’account di mastodon.uno sfortunatamente non consente di interagire liberamente con terroristi, pedofili, suprematisti e criminali

Se l’ultimo punto vi sembra costituire una limitazione spiacevole, allora forse quando vi siete iscritti non avete còlto le sfumature che trasparivano dal nostro regolamento: avete mai pensato che mastodon.uno non sia l’istanza giusta per voi?

Quanto alla pornografia, non abbiamo nulla in contrario, ma confermiamo che l’account mastodon.uno non è il più adatto per godersi il pornoverso.

Riguardo alle prime due limitazioni tuttavia siamo consapevoli che l’utente di mastodon.uno possa ritenere disagevole il non poter seguire una conversazione, ma questa eventualità si verifica assai di rado. Gli utenti bannati su mastodon.uno ma ancora attivi nel fediverso sono molto pochi, nell’ordine di una decina, e il ban spesso ha una durata limitata.

Disallineamenti dovuti al differente software utilizzato


In alcuni casi alcuni software del Fediverso possono generare messaggi non facilmente intellegibili per gli utenti Mastodon; in altri casi gli amministratori di istanze basate su software diversi non hanno strumenti di moderazione adeguati; altre volte ancora alcuni messaggi possono risultare così lunghi da occupare una ventina di schermate della timeline; altre volte, i meccanismi di pubblicazione di alcune istanze portano alla pubblicazione di decine e decine di messaggi nell’arco di pochi secondi.

In casi del genere diventa necessario silenziare alcuni account perché creerebbero un disagio notevole sulla timeline generale.

A causa di strumenti di moderazione quasi mai interoperabili, inoltre, un’istanza potrebbe non accorgersi in tempi rapidi della pubblicazione di tanti contenuti problematici e questo potrebbe determinare una defederazione dell’istanza poco reattiva.

Per esempio, un gruppo di utenti potrebbe iscriversi a un’istanza Friendica per molestare altri utenti di un’istanza Mastodon. Le segnalazioni degli utenti mastodon però non giungerebbero mai all’amministratore di Friendica che potrebbe non intervenire mai sui propri utenti. Se questi attacchi fossero frequenti e ingestibili, a quel punto gli amministratori dell’istanza mastodon potrebbero addirittura trovarsi costretti a defederare cautelativamente l’intera istanza, in attesa di riuscire a mettersi in contatto con l’amministratore di Friendica

Disallineamenti dovuti al sostrato culturale/ideologico


Per spiegare bene cosa vogliamo intendere, presenteremo un esempio realistico che rappresenta bene come alcuni problemi di “compatibilità” accettabili possono diventare critici in base all’intensità e alla frequenza con cui si verificano.

Mastodon.uno è un’istanza laica e, sebbene tenda a essere piuttosto permissiva nei confronti di alcune espressioni blasfeme, come le bestemmie “espressive”, ha spesso posto dei limiti forti alla blasfemia come strumento per offendere la sensibilità religiosa di alcuni utenti.

In alcune istanze tuttavia, la bestemmia non viene solo considerata una libera manifestazione espressiva, ma un irrinunciabile espressione di orgoglio identitario; inotre vengono spesso favorite tutte le possibili combinazioni figurative che portino a risultati blasfemi.

Questa differenza di approccio rende incompatibile la presenza di alcuni messaggi nella timeline generale di mastodon.uno e, nel caso di alcuni utenti particolarmente compulsivi, rende necessario il silenziamento di quegli utenti.

Sappiamo che questa nostra attenzione verso la sensibilità di alcuni nostri utenti costituisce una “vulnerabilità” che può essere usata per minare la fondatezza del nostro approccio alla moderazione e può essere utilizzata per creare veri e propri paradossi (“un’istanza laica che punisce le bestemmie è in realtà un’istanza confessionale che finge di essere laica. E questo dimostra che a mastodon.uno piace censurare!”), ma sinceramente non abbiamo ancora trovato un modo per superare questo tipo di paradossi.

Di fronte a questi comportamenti abbiamo praticato strategie (lo ammettiamo) non sempre coerenti, utilizzando di volta in volta gli strumenti messi a disposizione di Mastodon, ma cercando di applicare il principio base di un amministratore di istanza: bilanciare il mantenimento di “un buon clima” con le necessità di consentire “il massimo ricambio d’aria”.

Infatti, seppur comprendiamo la perplessità di alcuni utenti, facciamo notare che molti di quegli utenti che sembrano avere un approccio provocatorio, sono effettivamente provocatori: non solo sono perfettamente consapevoli che il loro comportamento avrà ripercussioni su mastodon.uno, ma spesso cercano deliberatamente l’occasione per farsi bannare e, aprendo una serie di discussioni sulla presunta vocazione censoria di mastodon.uno, attirare l’attenzione su se stessi e massimizzare la propria visibilità.

Il problema dei disallineamenti presenta perciò un impatto piuttosto basso che tuttavia può aumentare in base alla presenza di utenti più versati alla provocazione e alla polemica.

.uno contro tutti e guerre tra istanze


Il problema più grande però si verifica quando un’istanza A che condivide valori diversi da un’istanza B, diventa un ambiente favorevole alla proliferazione di utenti ostili all’istanza B.

A questo proposito, l’istanza mastodon.uno ha spesso dato l’impressione di mostrare un atteggiamento vittimista o, d’altra parte, di sottovalutare il fatto che, “se tanti utenti ce l’hanno con l’istanza, forse un motivo c’è”; noi però riteniamo che alcune circostanze sistemiche aiutino a fare luce su questa percezione:

  1. effetto moltiplicatore: mastodon.uno è l’istanza italiana più grande per numero di utenti e perciò gli utenti che hanno avuto problemi con mastodon.uno sono fisiologicamente di più rispetto a quelli che hanno avuto problemi con altre istanze
  2. entità del danno percepito: un utente che si veda tagliato fuori da un’istanza da 70.000 utenti può sentirsi piuttosto danneggiato e risentito rispetto a essere escluso da un’istanza da 1.000 utenti
  3. acceleratori del contagio: utenti ostili a mastodon.uno (chi vuole “vendicarsi” da vecchi provvedimenti disciplinari, chi ha problemi con le istanze “troppo grandi”, chi non ritiene abbastanza etico il suo approccio, chi prova antipatia per i suoi moderatori, chi vuol vedere di nascosto l’effetto che fa...) in cerca di solidarietà presso altre istanze cercheranno di fare leva su eventuali diversità di valori rispetto all’istanza mastodon.uno per trasformare quella diversità in una possibile trincea
  4. ostilità che scala a livello di istanza: quando la trincea è stata tracciata diventa più facile sviluppare una narrazione polarizzata in cui c’è da una parte l’istanza mastodon.uno e dall’altra “la nostra istanza” o “istanze come la nostra” e a quel punto, ogni difetto trovato per mastodon.uno diventa un punto di merito per la propria istanza.

Se pertanto le lamentele di mastodon.uno verso alcuni utenti ostili e ad alcune istanze compiacenti sono apparse improntate al vittimismo -e sappiamo bene che è sembrato proprio così- vogliamo far riflettere sul fatto che mastodon.uno più di tutte le altre istanze si presta ad essere oggetto di attacchi, ma questo non è legato né alla presunta “cattiveria” di chi ci attacca, né alla nostra presunta “spregevolezza” nel quadro degli attori del Fediverso italiano, ma solo a fattori “numerici”.

Naturalmente a volte si verificano anche situazioni al limite del patologico laddove alcuni ex moderatori di mastodon.uno dicono peste e corna di mastodon.uno ad alcuni utenti mastodon.uno per “strapparli” a mastodon.uno e portarli nella propria istanza (e nel proprio “gruppo di supporto” matrix) per trascorrere parte del proprio tempo a… parlare male di mastodon.uno. Ma queste vicende sfuggono alla presente trattazione perché non riguardano tanto la sociologia del Fediverso quanto la psicologia di alcuni individui.

Come abbiamo visto, il numero di provvedimenti presi contro certi utenti e i “disallineamenti dovuti al sostrato culturale/ideologico” possono alimentare un percorso che conduce a una vera e propria ostilità tra due istanze.

I rapporti tra le istanze del Fediverso italiano e l’approccio di mastodon.uno

Mastodon.UNNO


No, mastodon.uno non è mai stata la prima istanza del fediverso italiano ma è stata la prima istanza italiana a voler creare un ambiente generalista e non connotato politicamente, guardando con spirito di emulazione all’approccio adottato da molte delle istanze internazionali più inclusive, prima tra tutte mastodon.social.

Il numero straordinario di utenti che si sono iscritti nella nostra istanza e la loro natura meno caratterizzata rispetto al passato delle altre istanze, che ha anche contribuito a cambiare gli equilibri demografici del Fediverso italiano (la comunità geek o quella anarchica costituivano gran parte del nucleo originario, mentre oggi la gran parte della popolazione è costituita da utenti molto meno caratterizzati), è probabilmente dovuto a questa nostra scelta ma l’arrivo di tutti questi nuovi utenti è stato visto come una specie di invasione unna e noi siamo consapevoli di questa percezione, ma probabilmente ci sfuggono ancora alcune implicazioni.

Volenti o meno, in questo momento, occupiamo una posizione così tanto rilevante nel Fediverso italiano che dobbiamo fare i conti con il nostro peso e dobbiamo essere ancora più consapevoli di quanto sia urgente rivalutare frequentemente alcuni dei provvedimenti assunti verso certi utenti che magari con il loro pessimo carattere e le loro tossicità si sono meritati ban e silenziamenti, ma che credono nel Fediverso e, magari in modi che non condividiamo o in cui non crediamo, operano per il suo sviluppo.

La critica degli utenti verso altre istanze


Ogni utente ha il diritto di criticare altre istanze, ma la critica ripetuta e ossessiva verso un’istanza è un atteggiamento che non abbiamo mai ritenuto accettabile. Quando ci siamo accorti che alcuni nostri utenti avevano iniziato a criticare altre istanze abbiamo sempre avuto questo approccio:

  • verifica del problema
  • valutazione sulla portata generale (impatta sui nostri utenti?) o particolare (riguarda solo chi se ne lamenta?) del problema
  • tentativo di contribuire alla risoluzione del problema, anche prendendo contatto con gli amministratori dell’altra istanza

Una volta giunti alla terza fase, che il problema sia risolubile o meno, l’utente viene sempre invitato a non proseguire le sue tirate contro l’istanza, Infatti:

  • se il problema è stato risolto, allora non ha senso rivangare il passato
  • se il problema non è risolvibile (ricade nella legittima diversità tra istanze) o non è un problema, allora non ha senso continuare a discuterne.

Lasciare che un utente iscritto alla propria istanza critichi continuamente un’altra istanza è infatti un comportamento irresponsabile, sia nel senso della vigliaccheria sottesa (lasciare che siano gli utenti a criticare, invece di prendere direttamente posizione come amministratori), sia nel senso dell’incapacità di valutare l’impatto negativo di quelle polemiche (potenzialmente irrisolubili) per il clima degli utenti di tutto il Fediverso.

Se si ritiene che un’istanza abbia un’influenza negativa, allora è sempre possibile silenziarla o defederarla, ma alimentare un clima di ostilità è inaccettabile.

Se gli amministratori di istanza non tengono a freno le tossicità che i propri utenti rilasciano nel fediverso, essi vengono meno a quel ruolo fondamentale che vede negli amministratori, anche quelli delle istanze monoutente, il perno dello sviluppo sostenibile del Fediverso e del suo clima.

Prese di posizione degli amministratori verso altre istanze


Qualcosa del genere va considerato riguardo alle “schermaglie” tra amministratori di istanza.

Noi riteniamo che le prese di posizione “ufficiali” degli amministratori di un’istanza contro altre istanze o verso i rispettivi amministratori siano legittime, ma abbiamo dovuto riscontrare che queste generano gravi conseguenze sul clima generale.

In passato noi amministratori di mastodon.uno abbiamo espresso critiche negative verso altre istanze, soprattutto in base alla nostra sensibilità, alla nostra valutazione di episodi che abbiamo ritenuto tossici o gravi, ma soprattutto perché eravamo convinti che quelle istanze fossero inadeguate e inospitali per la maggior parte dei nuovi utenti, quelli che non sapevano cosa avrebbero già trovato, ma che piuttosto assaggiavano il Fediverso per la prima volta. Istanze che aumentavano il rischio di abbandono dei nuovi utenti.

Per usare una metafora culinaria, a chi vuole assaggiare per la prima volta la cucina italiana, non è opportuno far assaggiare le milze in padella con la salvia e l’agresto, ma è meglio servire delle tagliatelle al ragù. Alla vista delle interiora, l’avventore potrebbe pensare che tutta la cucina italiana sia una cucina povera a base di frattaglie e strane salse: potrebbe apprezzare, ma più probabilmente potrebbe ritenere i sapori della cucina italiana troppo forti.

Se queste erano le motivazioni che ci hanno spinto a esprimere quelle valutazioni, possiamo dire, con il senno di poi, che abbiamo sbagliato. Le nostre critiche erano basate su presupposti scorretti e l’esperienza degli anni successivi ci ha dimostrato che il tasso di persone che si alzano da tavola e scappano via è molto meno legato quanto sembri al tipo di piatti serviti, quanto più ad aspetti che per noi (noi abituati alla cucina italiana) sono meno importanti: il tempo per raggiungere il ristorante (velocità del software), presenza di rampe e bagni accessibili (ergonomia almeno passabile), un menù facile da leggere (timeline? chi ha detto timeline?), forchette comode e coltelli taglienti (funzioni di ricerca decenti)… Fuor di metafora, tutti problemi di natura logistica che non dipendono dalla singola istanza.

Ora, queste nostre prese di posizione non hanno probabilmente dato un contributo utile agli utenti, ma soprattutto hanno contribuito a creare onde lunghe costituite da reazioni polemiche che non sono mai realmente finite, neanche ora che il fediverso italiano è cresciuto esponenzialmente.

Le recenti critiche sul Fediverso italiano


Le più importanti critiche al Fediverso italiano che abbiamo letto in questi giorni a proposito di una conflittualità troppo alta che ne peggiora l’esperienza d’uso sono state espressamente rivolte verso di noi, in merito all’impatto che avrebbe la nostra politica di ban e silenziamenti.

La nostra valutazione è che queste critiche sopravvalutano esageratamente il numero di questi provvedimenti, lasciano trapelare l’eccessivo autocompiacimento dell’autore, spesso non colgono l’obiettivo, mostrano una certa incompetenza degli strumenti di moderazione e si concentrano sulla predisposizione rancorosa e ossessiva di alcuni personaggi piuttosto irrilevanti nell’ecologia del Fediverso.

Certe soluzioni suggerite inoltre non contribuirebbero né a un miglioramento del Fediverso né costituirebbero un freno a certi comportamenti: l’idea del “museo della vergogna: un account di istanza che pubblica tutte le conversazioni più rancorose contro mastodon.uno…” sarebbe sicuramente divertente anche per noi, ma (al di là delle implicazioni di carattere morale) diventerebbe un pessimo esempio di amplificazione del rancore.

Malgrado questo abbiamo apprezzato alcune analisi, anche quelle sulla moderazione, perché potrebbero rappresentare bene come lo scenario appaia all’esterno.

In particolare accettiamo questo invito:

Ma la cosa più importante è che mastodon.uno imparasse a gestire le crisi in maniera meno dilettantesca”

Ovviamente siamodilettanti” (nessuno ci paga per il lavoro che facciamo...), ma, altrettanto ovviamente, non crediamo affatto di esseredilettanteschi” (ma in fondo, se lo fossimo come potremmo accorgercene?).

Ma se questa è l’impressione avuta da un utente che, pur con i suoi pregiudizi e le sue lacune tecniche, ha mostrato una attenta capacità di analisi, allora dobbiamo sentire la responsabilità di migliorare alcune nostre iniziative di carattere comunicativo e gestionale, o più precisamente, cercheremo di dare alle nostre future iniziative di carattere gestionale una copertura comunicativa più mirata e trasparente rispetto a quella che abbiamo offerto finora.

Soprattutto cercheremo di prestare una maggiore attenzione ai riscontri dei nostri utenti, ma anche ai riscontri di quegli utenti esterni che, pur non facendo parte della nostra istanza, sono ormai anch’essi parte della nostra comunità e che contribuiscono a rendere la nostra stessa comunità più diversa, più stimolante, più interconnessa e quindi più viva.


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Unknown parent

mastodon - Collegamento all'originale
informapirata ⁂

@PetroliniVideo ricordo bene: era marzo ed eravamo in una di quelle fasi in cui andava di moda lanciare bestemmie a caso e poi rimanere sulla riva del fiume ad attendere qualche reazione di cui sorprendersi...

Comunque non sono affatto sorpreso: gli utenti i cui messaggi vengono moderati ritengono spesso che il moderatore abbia interpretato male o per limiti cognitivi o per evidente malafede

@fediverso

Unknown parent

lemmy - Collegamento all'originale
filippodb - fddt

ho controllato il tuo account e non c'è alcuna limitazione nonostante tu sia stato segnalato ben 14 volte (!) da altri utenti per violazioni del regole, fra l'altro molti da altre istanze:

Image/Photo

posso dirti solo che m1 è un'istanza aconfessionale e di quello che dicono i cattolici ce ne può fregare fino a un certo punto, tanto che abbiamo l'account ufficiale dell'unione Atei e degli Agnostici Razionalisti che li randella tutti i giorni e nessuno se ne lamenta anzi sono fra i messaggi più condivisi e popolari su M1
detto questo quello che hai scritto non è vero, non ho lo screenshot ma di sicuro nessuno perde tempo a segnalare queste affermazioni sulle madonne nere, anzi riceveresti solo valanghe di condivisioni. Nessuno censura una frase del genere che di fatto non viola alcuna regola. Abbiamo però una regola che vieta il turpiloquio gratuito ed eccessivo ma questa c'è anche su livellosegreto e altre istanze. Questo per non far scendere le discussioni al livello di rutti da osteria.

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Nikki and the Corvettes


Ad avviarmi verso quel magnifico caleidoscopio di suoni, emozioni, sensazioni che viene generalmente etichettato come power pop, è stato indubbiamente Greg Shaw. Con i suoi scritti su Bomp e con le sue pubblicazioni, mi ha letteralmente preso per mano conducendomi in un mondo fatato dal quale nessuno potrà mai allontanarmi.


iyezine.com/nikki-and-the-corv…

@Musica Agorà

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La Nube di Oort: cos’è, origini, come è fatta e da cosa è formata l Passione Astronomia

"Grazie alla sua posizione periferica, la Nube di Oort conserva molti dei materiali che hanno contribuito alla formazione del nostro Sistema Solare. Gli scienziati credono che l’analisi delle comete provenienti da lì possa offrire preziose informazioni sull’antica composizione del nostro Sistema Solare e sulle condizioni che c’erano al momento della sua formazione."

passioneastronomia.it/la-nube-…



Il fondo sovrano tedesco ha deciso di finanziare il progetto Activitypub Test Suite

ActivityPub Test Suite è un importante progetto che istituisce una solida suite di test per il protocollo ActivityPub , una componente fondamentale del panorama dei social network decentralizzati noto come Fediverso.

@Che succede nel Fediverso?

Tra gli obiettivi previsti:

- Sviluppare e implementare un sistema completo di test di conformità del server per il protocollo ActivityPub.
- Creare una guida all'implementazione accessibile e un tutorial per il test automatizzato delle implementazioni conformi di ActivityPub.
- Garantire che la suite di test funga da punto di riferimento fondamentale, favorendo la fiducia degli sviluppatori nella creazione di applicazioni interoperabili.

sovereigntechfund.de/tech/acti…


We’re excited to announce that we’re supporting #ActivityPub Test Suite and investing in the establishment of developer tools to ensure compatibility among ActivityPub implementations. This #interoperability also benefits users and will lead to individuals having more control over their data.

sovereigntechfund.de/tech/acti…


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Concorso docenti 2024: domande prova scritta “a sorpresa” per tutti, non c’è un “paniere” di quesiti ufficiali


Le risposte dell’esperta di normativa Sonia Cannas:

> I bandi affermano “Ciascun quesito consiste in una domanda seguita da quattro risposte, delle quali solo una è esatta; l’ordine dei 50 quesiti è somministrato a ciascun candidato in modalità casuale, nel rispetto delle quantificazioni di cui al comma 3. Non si dà luogo alla previa pubblicazione dei quesiti”

> Pertanto, il Ministero non pubblicherà il “paniere” dei quesiti dal quale saranno poi estrapolati quelli della prova scritta.

@Scuola - Gruppo Forum

Scuola - Gruppo Forum reshared this.



SPACE YANTRA


Ho raggiunto via email gli Space Yantra nel bel mezzo del loro viaggio in Amazzonia per una chiacchierata, ecco cosa ne e venuto fuori. Di Andrea Parodi.

iyezine.com/space-yantra
@Musica Agorà

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