Prima proiezione internazionale per “La rivoluzione di Ayten”
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Pagine Esteri, 28 febbraio 2024. Si è tenuta a Londra la prima proiezione internazionale del documentario “La rivoluzione di Ayten”, realizzato da Eliana Riva e prodotto da Pagine Esteri. Dopo la presentazione ufficiale del lavoro, è cominciato il tour di presentazioni che farà tappa in diversi Paesi europei e città italiane.
Il documentario racconta la storia di Ayten Öztürk, l’oppositrice politica turca che ha denunciato di essere stata rapita e torturata per sei mesi in un centro segreto di detenzione ad Ankara. La campagna per la sua liberazione ha coinvolto centinaia di persone in tutto il mondo ma la battaglia per la chiusura dei centri di tortura ha significato per Öztürk una repressione giudiziaria che l’ha costretta per tre anni agli arresti domiciliari. Pochi giorni fa è stata arrestata e rimane tutt’ora in carcere.
I raid della polizia turca hanno portato al fermo di decine di persone, tra cui gli avvocati della stessa Ayten, intervistati nel documentario insieme ad alcune delle madri degli oppositori politici arrestati o uccisi dalla polizia.
Il docufilm ripercorre la storia recente della repressione dentro e fuori dalle carceri, delle campagne di sciopero della fame per opporsi agli arresti di avvocati, insegnanti, musicisti e dell’uso politico dei tribunali e della giustizia.
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controinformazione.info/per-la…
Uno Starlink cinese? Pechino accelera sull’Internet satellitare
La Cina starebbe pianificando la creazione di una infrastruttura di connessione globale di oltre dodicimila nano-satelliti, un sistema di Internet satellitare che ricalcherebbe il più conosciuto programma Starlink dell’americana SpaceX. Sebbene questo progetto sia ancora agli inizi, la Cina ha deciso di investire sul suo programma satellitare già da vari anni e lo sviluppo di un programma basato su larghe costellazioni di satelliti risale al 2018. Un altro segnale che dimostra l’aumento dell’interesse cinese nei confronti della dimensione spaziale è l’incremento dei lanci missilistici commerciali, sessantasette lo scorso anno, che la mettono in ottima posizione, seconda solo agli Stati Uniti con i loro centosedici lanci. Lo stesso governo cinese ha dichiarato che il valore dell’industria satellitare commerciale domestica raddoppierà nel 2024 raggiungendo i sessantaquattro miliardi di dollari entro il 2025. Alcune fonti indicano che la Cina stia pianificando di creare una rete di 12,992 satelliti per creare una rete di connessione globale, .
L’esempio di Starlink
Dietro la recente accelerazione di Pechino ci sarebbero delle valutazioni legate a quanto accaduto in Ucraina. Il programma di Elon Musk ha, infatti, permesso ai soldati ucraini di conservare le loro comunicazioni e la connessione Internet, vanificando buona parte delle offensive di guerra elettronica portate avanti da Mosca. Un elemento che, invece, potrebbe causare preoccupazione nel fronte occidentale è l’apertura che Musk sembra avere nei confronti di Pechino. Oltre ad aver vocalmente celebrato le qualità di Xi Jinping, pare che Musk abbia personalmente ordinato una riduzione dei servizi Starlink per gli abitanti di Taiwan, violando l’esistente contratto con Washington. Se veramente Pechino potesse contare sulla collaborazione, anche parziale, di Elon Musk allora è possibile che la Cina riesca a chiudere il divario tecnologico con l’occidente, in questo contesto, in tempi pericolosamente brevi.
Il rischio per l’America
Se la Cina, attraverso questo programma, dovesse ottenere l’indipendenza dall’infrastruttura sottomarina di Internet questo presenterebbe un importante sfida strategica per l’occidente. Ad oggi, la quasi totalità della connessione Internet è costituite da reti di cavi sottomarini che collegano i vari Paesi e trasportano le informazioni (quasi il 99%). La dipendenza da questi cavi per l’accesso al web è uno degli elementi che garantisce il controllo Usa su questa risorsa, grazie al vantaggio navale attualmente esercitato da Washington su Pechino. Se la Cina dovesse rendersi indipendente, anche parzialmente, gli Stati Uniti perderebbero uno dei loro vantaggi principali.
Il vantaggio militare
Nel pratico andando a sviluppare queste capacità la Cina andrebbe a guadagnare i seguenti vantaggi. In primo luogo, Pechino, come dimostrato in Ucraina, acquisirebbe resilienza nel contesto della guerra elettronica ottenendo un importante vantaggio in un, ipotetico, conflitto nell’ Indo-Pacifico. Se nelle prime fasi, che la maggior parti degli esperti considerano essere lo scontro tra la flotta americana e le capacità antinave cinesi nel mar di Giappone, Pechino dovesse essere in grado di proteggere i suoi vettori conservando la loro guida satellitare e fosse in grado di far rimanere attive le sue comunicazioni questo potrebbe fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta. lo sviluppo di una flotta di piccoli satelliti che gestiscono le comunicazioni darebbe a Pechino profondità strategica nel dominio spaziale contro un ipotetico avversario americano. Questo progetto permetterebbe a Pechino di guadagnare resilienza nel dominio spaziale, in quello elettronico e in quello cyber, rappresentando un passo fondamentale per il Paese asiatico.
I vantaggi economico-strategici
In secondo luogo, Pechino sta acquisendo le capacità necessarie per creare un suo circuito di Space economy che, fondamentale per la sua autonomia strategica, le permetterà di ottenere enormi guadagni negli anni a venire. Infine, lo sviluppo di queste capacità permetterebbe a Pechino di supportare i suoi alleati, come hanno fatto gli americani in Ucraina grazie al progetto Starlink, permettendole di partecipare alle possibili guerre fra proxy che andranno a scoppiare negli anni a venire.
Lo US Army cancella l’elicottero per la ricognizione armata. Le incognite
L’annuncio dell’8 febbraio della cancellazione da parte dello US Army del programma di sviluppo per un nuovo elicottero militare ha destato qualche perplessità, non solo tra gli operatori americani, ma nei ministeri della Difesa e nelle relative industrie in Europa. Non è certo la prima volta che gli americani spendono miliardi di dollari su programmi che poi cancellano, ma in questo caso sono addirittura recidivi. Un programma analogo, il RAH-60 Comanche, per un elicottero con la stessa missione, è già stato cancellato quasi vent’anni fa e per lo stesso motivo dichiarato allora: la missione si può fare con i droni, senza rischiare la vita degli equipaggi – Ucraina docet. Allora gli Stati Uniti erano appena sbarcati in Iraq e anche allora i droni erano la motivazione.
Il programma FARA (Fast Attack and Reconnaissance Aircraft) cancellato qualche settimana fa e su cui erano già stati spesi due miliardi di dollari, era in evoluzione con un nuovo modello di acquisizione dalla difesa Usa, chiamato Competitive prototyping, cioè compartecipare l’industria allo sviluppo di più dimostratori operanti, per permettere al cliente di fare la scelta più aderente al requisito e ridurre i tempi di sviluppo e produzione del programma. È un modello che impone costi anche all’industria, per quasi un terzo dell’investimento, e premia chi meglio interpreta le esigenze e i requisiti della difesa. Nel caso del FARA erano rimasti in gara Bell, con un elicottero a tecnologia tradizionale, e Sikorsky, con un elicottero innovativo, a pale controrotanti ed un’elica propulsiva in coda. Entrambe le aziende hanno sviluppato prototipi, pronti al volo.
Quello che però incomincia a trapelare in ambienti americani è che la decisione dell’US Army non sia forse così lineare come sembra. Infatti, l’utilizzo di droni per una missione in aree ad alta intensità può avvenire solo con la disponibilità ininterrotta di data link e collegamenti satellitari. Come ha confermato ad Airpress il generale di divisione (Aus.) Fortunato di Marzio, pilota e già Comandante di Reggimento di Elicotteri di Attacco e Ricognizione/scorta: “Proprio la guerra in Ucraina dimostra quanto sia poco attendibile la certezza di riuscire a garantire il dominio non solo aereo, ma anche dello spettro elettromagnetico. Qualcosa che suscita molto scetticismo tra gli esperti, anche alla luce del forte dispiegamento di risorse russe dedicate alla guerra elettronica”. In altre parole, la possibilità di un utilizzo massiccio di droni per missioni di attacco e ricognizione può avvenire soltanto attraverso un controllo quasi assoluto dello spettro elettromagnetico a più basse quote.
E forse la decisione dell’US Army, non è motivata solo da un improvviso cambio di strategia ma piuttosto dalla realizzazione che gestire due programmi di sviluppo di piattaforme aeree in parallelo, come il FLRAA (Future long range assault aircraft, per il quale è stato selezionato un design tiltrotor) e il Fara, non sono compatibili né con le sue prospettive di bilancio né con la sua di capacità di gestione, e puntare sui droni è un modo elegante per districarsi dal problema.
La questione sta adesso toccando anche i vertici dei comitati Difesa del Pentagono. Il chairman del comitato Air and land forces, Rob Wittman, ha in questi giorni avviato formali richieste di chiarimento all’US Army: “Comprendiamo che l’Army è adesso focalizzato sull’utilizzo dei droni ma non si comprende quale sia la direzione per l’ammodernamento degli elicotteri, specialmente nel segmento di elicotteri veloci per attacco e ricognizione”.
Peccato che questa decisione abbia anche implicazioni quasi esistenziali per l’industria elicotteristica americana.
Se anche il FLRA subirà ridimensionamenti, come si mormora tra gli esperti americani, anche a causa dei problemi irrisolti con il convertiplano V-22 Osprey, ormai con le flotte messe a terra dal 6 dicembre, sia Bell che Sikorsky dovranno trovare sbocchi alternativi per le tecnologie che i programmi americani hanno prodotto. Ma la storia della difesa Usa insegna che la base industriale del Paese riceve sempre un’attenzione prioritaria, se non direttamente dal dipartimento della Difesa, sicuramente dal Congresso americano che è avvezzo a munifiche elargizioni per la salvaguardia della capacità produttiva nazionale.
Ricordiamo che proprio il Pentagono, a partire da fine anno, dovrà assicurare che l’industria elicotteristica americana preservi le sue competenze, perché non sarà certo il FLRAA a sostituire in futuro i più di tremila Blackhawk che volano con i colori americani. Certamente, come in passato, l’esercito lancerà un nuovo programma fra qualche anno, forse anche con le tecnologie già sperimentate con successo con il Fara.
Rimane comunque il fatto che la tempistica della decisione offre all’industria elicotteristica europea un interessante spazio di manovra per inserirsi in un mercato importante con le proprie soluzioni innovative e con la sponda di tecnologie mature già sviluppate dagli americani, e oggi più accessibili perché orfane di programmi nazionali.
Non a caso la Nato, con la sua iniziativa Next generation rotorcraft capability (NGRC), ha proprio in questi giorni pubblicato il bando di gara per l’ultimo studio in cui chiede all’industria dei Paesi Nato di fornire soluzioni tecnologiche elicotteristiche ad alte velocità, con sistemi di missione ed effettori di quinta generazione, precisando che non considererà proposte di soluzioni con tecnologie attuali.
Imparare dalle sconfitte
“A volte vinco, tutte le altre imparo”: chissà se Giorgia Meloni riuscirà a fare propria la saggezza orientale che trasuda da questo antico proverbio giapponese. La vittoria, infatti, notoriamente inebria d’un’ebbrezza che annebbia, e ultimamente Giorgia Meloni ha vinto molto. Ha vinto imponendosi, ha di conseguenza governato con lo stesso metodo che l’ha condotta alla vittoria. Ha scelto ministri e candidati sulla base della fedeltà più che della capacità, ha trattato gli alleati con spirito autoritario più che con autorevolezza. È stata presa dalla hybris, sentimento tipicamente occidentale che nella Grecia antica era attribuito agli uomini che osavano sfidare gli dei ritenendo di averne acquisito i poteri. Uomini che, fatalmente, prima o poi scontano nella sconfitta la loro protervia.
In attesa dei risultati del test abruzzese che si svolgerà il 10 marzo, l’esito del voto in Sardegna potrebbe essere un bene per il centrodestra, a patto che i suoi leader e soprattutto Giorgia Meloni ne introiettassero la lezione. Anzi, le lezioni. Perché le lezioni sono in effetti due. La prima lezione attiene alla scelta del governatore di centrodestra uscente in Sardegna. Christian Solinas fu scelto nel 2019 da Matteo Salvini anche se in molti non lo ritenevano adeguato a ricoprire la non facile carica di presidente di Regione. In effetti ha vinto, ma a detta di molti ha mal governato. Una percezione diffusa anche nel centrodestra sardo su cui ha fatto leva Giorgia Meloni per imporre il proprio candidato. Il cambiamento c’è stato, ma gli echi del malgoverno hanno probabilmente condizionato l’esito elettorale. La prima lezione, dunque, è: i candidati a cariche elettive monocratiche vanno scelti non sulla base della fedeltà, ma sulla base della credibilità. Anche a costo di andarli a cercare lontani dal proprio orticello politico.
La seconda lezione discende dalla prima. Per imporre alla Lega il proprio candidato, Giorgia Meloni ha fatto di una tensione locale un caso nazionale. Lo scontro con Salvini è stato duro, la frattura a lungo esposta. Ed è noto che gli elettori del centrodestra non amano il conflitto interno. Alla fine, Meloni l’ha spuntata, ma l’ha spuntata con un candidato, Paolo Truzzu, molto spostato a destra e la cui principale qualità è parsa la fedeltà alla leader. Qualità evidentemente insufficiente non solo per governare, ma anche per vincere.
La seconda lezione, pertanto, è duplice: evitare, se possibile, di imporsi sugli alleati fino ad umiliarli e scegliere, se si è in grado di convincerli, candidati dotati di una propria autorevolezza e del profilo politico-culturale necessario ad attirare il voto non tanto della propria base elettorale più identitaria, quanto di quella massa elettorale moderata e di confine ormai da anni incline all’astensionismo.
Stavolta il centrodestra in generale e Giorgia Meloni in particolare non hanno vinto. Se, messa da parte la hybris e adottata un po’ di saggezza orientale, impareranno la lezione, questa sconfitta verrà ricordata come un’utile folgorazione. In caso contrario, come l’inizio della fine.
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📌 L'associazione Italiana Oncologia Toracica, in collaborazione con il #MIM indice, per l'anno scolastico 2023/2024, la terza edizione del #Concorso Nazionale "Respiriamo insieme".
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola 📌 L'associazione Italiana Oncologia Toracica, in collaborazione con il #MIM indice, per l'anno scolastico 2023/2024, la terza edizione del #Concorso Nazionale "Respiriamo insieme".Telegram
Erotik Twist - The Street, the Night, the Rebel
E gli Erotik Twist fanno proprio questo: mantengono le promesse evocate dal loro nome, dai titoli della maggior parte delle loro canzoni e, perché no, dalla copertina di questo album. @Musica Agorà
iyezine.com/erotik-twist-the-s…
Erotik Twist - The Street, the Night, the Rebel - 2024
Erotik Twist: un album affilato come un lama di rasoio in un thriller italiano degli anni settanta, di quelle che colpiscono senza dare scampo alla vittima.In Your Eyes ezine
RECs Report: Towards a Continental Approach to Data Protection in Africa
On July 28, 2022, the African Union (AU) released its long-awaited African Union Data Policy Framework (DPF), which strives to advance the use of data for development and innovation, while safeguarding the interests of African countries. The DPF’s vision is to unlock the potential of data for the benefit of Africans, to “improve people’s lives, safeguard collective interests, protect (digital) rights and drive equitable socio-economic development.” One of the key mechanisms that the DPF seeks to leverage to achieve this vision is the harmonization of member states’ digital data governance systems to create a single digital market for Africa. It identifies a range of focus areas that would greatly benefit from harmonization, including data governance, personal information protection, e-commerce, and cybersecurity.
In order to promote cohesion and harmonization of data-related regulations across Africa, the DPF recommends leveraging existing regional institutions and associations that are already in existence to create unified policy frameworks for their member states. In particular, the framework emphasizes the role of Africa’s eight Regional Economic Communities (RECs) to harmonize data policies and serve as a strong pillar for digital development by drafting model laws, supporting capacity building, and engaging in continental policy formulation.
This report provides an overview of these regional and continental initiatives, seeking to better clarify the state of data protection harmonization in Africa and to educate practitioners about future harmonization efforts through the RECs. Section 1 begins by providing a brief history of policy harmonization in Africa before introducing the RECs and explaining their connection to digital regulation. Section 2 dives into the four regional data protection frameworks created by some of the RECs and identifies key similarities and differences between the instruments. Finally, Section 3 of the report analyzes regional developments in the context of the Malabo Convention through a comparative and critical analysis and, lastly, provides a roadmap for understanding future harmonization trends. It concludes that while policy harmonization remains a key imperative in the continent, divergences and practical limitations exist in the current legal frameworks of member states.
Matteo Grossi – Cercasi Stato Disperatamente
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ONU: Israele deve smettere di attaccare ambulanze e convogli umanitari
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Pagine Esteri, 27 febbraio 2024. In una dichiarazione pubblicata il 27 febbraio, le Nazioni Unite hanno denunciato gli attacchi continui ai convogli umanitari dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, alle ambulanze e ai membri della Mezzaluna Rossa Palestinese. I raid avvengono nonostante le missioni umanitarie e di soccorso siano regolarmente comunicate e coordinate con l’esercito israeliano, il quale pretende la trasmissione preventiva dei dati dei pazienti trasportati e degli stessi operatori sanitari. Questi ultimi vengono fermati, spogliati e spesso arrestati per giorni, senza notizie sulle accuse né sui luoghi di detenzione. I convogli di aiuti, denunciano le Nazioni Unite, sono attaccati e bloccati e viene sistematicamente negato l’accesso ai beni da parte delle persone che stanno patendo la fame.
“Il 25 febbraio, la Società della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) e le Nazioni Unite hanno evacuato 24 pazienti dall’ospedale Al Amal di Khan Younis, tra cui una donna incinta e una madre e un neonato. L’ospedale Al Amal è stato all’epicentro delle operazioni militari a Khan Younis per oltre un mese. Quaranta attacchi all’ospedale, dal 22 gennaio al 22 febbraio, hanno ucciso almeno 25 persone.
Nonostante il precedente coordinamento per tutti i membri del personale e i veicoli con la parte israeliana, le forze israeliane hanno bloccato il convoglio guidato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per molte ore nel momento in cui ha lasciato l’ospedale. L’esercito israeliano ha costretto i pazienti e il personale a uscire dalle ambulanze e ha spogliato tutti i paramedici dei loro vestiti. Tre paramedici PRCS sono stati successivamente arrestati, anche se i loro dati personali erano stati condivisi con le forze israeliane in anticipo, mentre il resto del convoglio è rimasto sul posto per oltre sette ore. Un paramedico è stato rilasciato e facciamo appello per il rilascio immediato degli altri due e di tutti gli altri operatori sanitari detenuti.
Questo non è un incidente isolato. I convogli di aiuti sono sotto tiro e viene sistematicamente negato l’accesso alle persone bisognose. Gli operatori umanitari sono stati molestati, intimiditi o detenuti dalle forze israeliane e le infrastrutture umanitarie sono state colpite. Poco prima dell’incidente di domenica, due familiari di Medici Senza Frontiere sono stati uccisi in un attacco non sollecitato dalle forze israeliane contro un complesso in conflitto dove dormivano il loro personale e i loro familiari.
L’inadeguata facilitazione per la consegna degli aiuti in tutta Gaza significa che gli operatori umanitari sono soggetti a un rischio inaccettabile di essere arrestati, feriti o peggio; lasciando noi e i nostri partner incapaci di raggiungere in sicurezza Gaza settentrionale e sempre più parti di Gaza meridionale.
L’ONU e i partner hanno costantemente comunicato alle autorità israeliane i requisiti per una facilitazione significativa degli sforzi di soccorso in tutta Gaza. Il minimo indispensabile è questo: riconoscere in anticipo la notifica di una missione umanitaria comporta la responsabilità di facilitare un passaggio sicuro, regolare e rapido sul terreno. Continueremo il nostro impegno con le forze israeliane affinché tali requisiti siano soddisfatti, in modo che la risposta umanitaria assolutamente necessaria sia abilitata.
L’ONU e il PRCS hanno dovuto lasciare altri trentuno pazienti non critici all’ospedale Al Amal”.
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Gli Usa hanno usato l’AI per colpire le milizie iraniane in Iraq e Siria
Gli Stati Uniti hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per identificare i bersagli colpiti dai raid aerei in Medio Oriente questo mese, rivelando un crescente utilizzo militare di questa tecnologia in fase di sviluppo per il combattimento. Algoritmi di apprendimento automatico capaci di machine learning hanno identificato target e contribuito a restringere i bersagli per più di 85 raid aerei statunitensi il 2 febbraio, secondo quanto spiegato a Bloomberg da Schuyler Moore, chief technology officer del Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom), che gestisce le operazioni militari in Medio Oriente.
Il Pentagono ha dichiarato che quei raid sono stati condotti da bombardieri e aerei da combattimento di vario genere e hanno colpito bersagli in sette strutture in Iraq e Siria come risposta a un attacco mortale contro il personale statunitense presso una base in Giordania, la Tower 22. “Abbiamo utilizzato la visione artificiale per identificare dove potrebbero esserci state minacce”, ha detto Moore e questo “ci ha dato più opportunità di individuare bersagli negli ultimi 60-90 giorni”. Gli Stati Uniti stanno attualmente cercando “un sacco” di obiettivi di forze ostili nella regione, dunque l’AI aiuta ad assolvere — rapidamente ed efficacemente — un compito complesso.
Era noto che l’intelligenza artificiale veniva usata a fini di intelligence, ma i commenti di Moore rappresentano la conferma più forte fino ad oggi dell’utilizzo della tecnologia da parte dello strumento militare statunitense per identificare bersagli nemici che sono stati successivamente colpiti. Gli algoritmi di targeting sono stati sviluppati nell’ambito del Progetto Maven, un’iniziativa del Pentagono avviata nel 2017 per accelerare l’adozione di intelligenza artificiale e apprendimento automatico in tutto il Dipartimento della Difesa e per sostenere l’intelligence della difesa, con un’enfasi sui prototipi usati all’epoca nella lotta statunitense contro i militanti dello Stato Islamico.
Maven aveva già fatto storcere il naso ad alcuni dipendenti del settore, Moore ha detto che le forze statunitensi in Medio Oriente hanno sperimentato algoritmi di visione artificiale capaci di individuare e identificare bersagli da immagini catturate da satellite e altre fonti di dati, provandoli in esercitazioni nell’ultimo anno. E le forze statunitensi sono state in grado di passare “in modo piuttosto fluido” all’utilizzo di Maven dopo un anno di esercitazioni digitali.
“Il 7 ottobre è cambiato tutto”, ha detto Moore, facendo riferimento all’attacco di Hamas contro Israele che ha preceduto la guerra a Gaza. “Ci siamo subito messi in moto ad un ritmo molto più elevato e con un’operatività molto più elevata di quanto non avessimo fatto in precedenza”. Moore ha sottolineato anche che le capacità di intelligenza artificiale di Maven sono state utilizzate per aiutare a individuare potenziali bersagli, ma non per verificarli o dispiegare armi.
Ha detto che le esercitazioni alla fine dell’anno scorso, durante le quali Centcom ha sperimentato un recommendation engine di intelligenza artificiale, hanno mostrato che tali sistemi “spesso non sono stati all’altezza” degli umani nel proporre l’ordine di attacco o la migliore arma da utilizzare. Gli operatori statunitensi prendono sul serio le loro responsabilità e il rischio che l’intelligenza artificiale possa commettere errori, ha precisato Moore, e “è tendenzialmente evidente quando c’è qualcosa che non va”.
“Non c’è mai un algoritmo che funziona semplicemente, giunge a una conclusione e poi passa al passo successivo”, ha detto. “Ogni passaggio che coinvolge l’intelligenza artificiale ha un umano che controlla alla fine”. Nella grande competizione tecnologica che ruota attorno all’AI (tra i grandi temi che l’Italia intende condividere con gli alleati del G7 che quest’anno guida), Centcom fa un passo avanti non solo operativo, ma verso gli standard che influenzeranno il futuro della tecnologia — altro grande fattore delle competizione.
UCRAINA. I russi avanzano, Macron propone l’invio di truppe occidentali
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di Marco Santopadre
Pagine Esteri, 27 febbraio 2024 – Il presidente ucraino ha di nuovo ammesso il fallimento della controffensivalanciata da Kiev parecchi mesi fa, ma ha promesso che presto le sue truppe torneranno all’attacco fino alla “vittoria finale”.
Ma per ora ad avanzare è l’esercito russo che dopo la conquista strategica di Avdiivka – ridotta ad un cumulo di macerie dopo quattro mesi di feroci combattimenti – si è impossessato di altri territori in Donbass. In vari punti le truppe di Mosca hanno sfondato le linee difensive ucraine, soverchiando i militari ucraini ormai sfiancati e a corto di munizioni.
I russi avanzano in Donbass
Ad Avdiivka inizialmente i comandi ucraini avevano imposto alle proprie truppe la resistenza ad oltranza, nonostante la “Brigata Autonoma d’Assalto Azov” – com’è stato ribattezzato il Battaglione Azov, l’unità militare costituita da gruppi di estrema destra nel 2014 – fosse quasi interamente circondata dalle truppe russe. Poi però, non è chiaro se in seguito ad un ordine di ritirata da parte dei comandi o ad una iniziativa delle truppe, la Azov ed altri reparti hanno abbandonato le posizioni ritirandosi oltre la “linea di difesa” già realizzata a qualche chilometro di distanza.
Nei mesi scorsi, infatti, quando ormai era chiaro che la controffensiva ucraina non stava producendo affatto i progressi decantati ed anzi l’apparato militare russo si preparava a nuovi assalti, forte del potenziamento dell’industria militare interna, il governo di Kiev ha ordinato la costruzione di una linea di difesa fortificata a poca distanza dal fronte, proprio per evitare un possibile sfondamento da parte russa.
Ma neanche il licenziamento del comandante in capo delle forze armate del generale Valery Zaluzhny e la sua sostituzione da parte di Zelensky con Oleksandr Syrsky, suo fedelissimo, ha impedito alla truppe di Mosca di approfittare dell’estrema debolezza di Kiev causata da fattori interni ma anche dal parziale allentamento del sostegno statunitense ed europeo.
I russi hanno preso prima il villaggio di Lastochkine, che si trova a circa 10 km ad ovest di Avdiivka, e poi i villaggi di Stepnoye e Severnoye, segno che l’avanzata di Mosca in Donbass sta procedendo in maniera spedita dopo la conquista, a metà febbraio, di un nodo strategico costato centinaia, forse migliaia di vittime da entrambe le parti.
Da alcuni giorni scontri molto violenti si stanno verificando a Marinka e a Vuhledar, ad ovest e a sud-ovest di Donetsk; le truppe russe stanno tentando una manovra a tenaglia contro alcuni reparti nemici, e di allontanare il più possibile il fronte dalla città oggetto di continui bombardamenti ucraini fin dal 2014, quando una parte della popolazione del Donbass, dopo il regime-change avvenuto a Kiev, si sollevò e proclamò un’indipendenza di fatto così come avvenne nel confinante oblast di Lugansk.
Mosca continua nel frattempo a martellare le città ucraine, mirando soprattutto alle infrastrutture e ai depositi di armi e munizioni. Durante la scorsa notte l’esercito russo ha lanciato una pioggia di droni e missili sulle regioni ucraine orientali e centrali, da Kharjiv a Sumy, da Dnipropetrovsk a Khmelnytska,
Di fronte ad una situazione che si aggrava di ora in ora e alla mancanza di rifornimenti di munizioni, il presidente Zelensky – scagliandosi in particolare contro Donald Trump e i repubblicani – ha avvertito Washington che senza la ripresa di aiuti militari massicci il suo paese non otterrà “alcun nuovo successo”.
Funerale di un militare ucraino
Macron: “truppe occidentali in Ucraina”
Nelle ultime ore quindici paesi europei si sarebbero detti favorevoli a sostenere la proposta ceca di acquistare munizioni in Europa per inviarle a Kiev, ma non si tratterebbe di un contributo risolutivo. Oltretutto il cancelliere tedesco Scholz ha ribadito che la Germania non ha per ora intenzione di consegnare agli ucraini i missili Taurus, come hanno fatto invece Francia e Regno Unito.
A prendere l’iniziativa è stato il presidente francese Emmanuel Macron, che al vertice internazionale sull’Ucraina tenutosi ieri a Parigi ha annunciato la volontà di creare una nuova coalizione per fornire a Kiev missili e munizioni, aggiungendo di non escludere l‘invio di truppe europee per contrastare l’avanzata russa.
Secondo le indiscrezioni finora filtrate, il leader francese non avrebbe parlato di una missione militare della Nato – coalizione guidata dagli Stati Uniti all’interno della quale Parigi si è spesso mossa in autonomia se non in antagonismo con Washington – ma di una coalizione di “paesi occidentali volontari”. Macron ha affermato che bisogna rendersi contro «che siamo sempre stati in ritardo di sei-otto mesi» per quanto riguarda le iniziative di sostegno all’Ucraina.
Lo scetticismo degli alleati, il rischio è la guerra totale
La proposta di Macron – che potrebbe essere una boutade propagandistica, strumentale a concedere alla Francia un maggiore ruolo internazionale nel momento in cui Washington si sta parzialmente sfilando da un sostegno all’Ucraina che non ha prodotto i risultati sperati – è stata accolta con estremo scetticismo tra i rappresentanti dei governi presenti a Parigi. La maggior parte dei rappresentanti europei avrebbero polemizzato con Macron.
Da parte sua un funzionario della Casa Bianca ha spiegato all’agenzia Reuters che Washington non ha alcuna intenzione di inviare truppe a combattere in Ucraina, anche se è noto che un certo numero di consiglieri militari e uomini dei corpi speciali statunitensi e di vari paesi occidentali sono presenti a Kiev ormai da anni a supporto delle truppe ucraine.
Ovviamente un coinvolgimento diretto degli eserciti europei nei combattimenti con le forze armate russe causerebbe una escalation ulteriore che potrebbe sfociare in un conflitto su vasta scala, ma Macron non sembra preoccuparsene. Anche in patria la proposta del capo dell’Eliseo ha provocato contestazioni e polemiche, sia tra le opposizioni di sinistra che tra quelle di destra. Pagine Esteri
* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto e Berria
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Quattro mesi dopo, pazienti e lavoratori di Gaza sono ancora bloccati in Cisgiordania
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di Fatima AbdulKarim* – +972
All’inizio di ottobre, Hiyam (nome di fantasia), 20 anni, ha lasciato Gaza per la prima volta. Suo fratello maggiore, Mohammed (nome di fantasia), soffriva di leucemia, e ai due erano stati concessi permessi difficili da ottenere per entrare in Israele in modo da poter ricevere cure specializzate che non sono disponibili nella Striscia a causa del lungo blocco israeliano.
All’ospedale nel centro di Israele, Mohammed ha inizialmente ricevuto buone cure: il personale era attento e cordiale e le sue condizioni sembravano migliorare. “Pensavo che saremmo tornati a Gaza con lui in piedi e che tutto sarebbe presto finito”, ha detto Hiyam malinconicamente, guardandosi intorno come se cercasse di ritrovare quella speranza.
L’8 ottobre, tuttavia – un giorno dopo che gli attacchi guidati da Hamas nel sud di Israele avevano ucciso oltre 1.100 israeliani e Israele aveva iniziato a bombardare Gaza – le condizioni di Mohammed peggiorarono rapidamente. All’improvviso, stava sanguinando in modo incontrollabile e, nonostante i disperati tentativi di Hiyam di allertare il personale medico della sua situazione, nessuno sembrava prestare attenzione. Nel giro di poche ore Mohammed morì.
Fu solo dopo la morte di suo fratello che Hiyam venne a conoscenza dello scoppio della guerra. Concentrati sulle condizioni di Mohammed non erano consapevoli della situazione che si stava svolgendo a poche miglia di distanza – uno sviluppo che ha lasciato Hiyam intrappolata nel limbo ad affrontare ostacoli burocratici quasi insormontabili mentre piangeva la perdita di suo fratello.
Per due giorni, Hiyam vagò senza meta per l’ospedale finché il personale non insistette per la sua partenza. Con l’aiuto di un’altra donna di Gaza, Hiyam è riuscita a procurarsi un’ambulanza per trasportare il corpo senza vita di suo fratello a Ramallah, nella Cisgiordania occupata, dove è stato sepolto. Quattro mesi dopo, Hiyam è ancora a Ramallah, impossibilitata a tornare a Gaza mentre la guerra infuria – e lei non è l’unica.
Secondo l’ospedale Augusta Victoria, più di 120 palestinesi che sono entrati in Israele da Gaza prima del 7 ottobre – sia come pazienti che ricevono cure mediche sia come loro accompagnatori – sono bloccati negli ospedali di Gerusalemme Est, impossibilitati a tornare nella Striscia ma definiti illegali da Israele. residenti a causa della scadenza dei permessi di ingresso.
Cinquantuno malati di cancro di Gaza all’Augusta Victoria hanno soggiornato, senza permesso, nell’area dell’ospedale o in alloggi in affitto nelle vicinanze dall’inizio della guerra. “Ognuno di loro ha perso qualcuno di caro e molti sperano di tornare a Gaza”, ha detto a +972 il dottor Yousef Hamamreh, un oncologo dell’ospedale.
Secondo Hamamreh, oltre 100 pazienti aggiuntivi da Gaza sarebbero dovuti arrivare per i loro piani di cura del cancro nelle settimane successive al 7 ottobre, ma non sono riusciti a lasciare la Striscia dopo che Israele ha sigillato i valichi di frontiera. Hamamreh ha spiegato che sta tenendo d’occhio i pazienti arrivati prima della guerra, il cui dolore per le perdite a Gaza è stato aggravato dalle restrizioni ai loro movimenti. Il risultato, ha detto, è stato un “grave impatto sul loro stato mentale”.
Secondo il Ministero della Sanità palestinese, circa altri 70 pazienti di Gaza e i loro accompagnatori sono bloccati in Cisgiordania; la maggior parte di loro stava già ricevendo cure negli ospedali della Cisgiordania prima del 7 ottobre, ma alcuni di loro erano in cura negli ospedali in Israele e sono stati costretti a trasferirsi dopo l’inizio della guerra. Alla loro lotta per tornare nella Striscia di Gaza assediata, si uniscono diverse migliaia di lavoratori a cui Israele ha revocato il permesso non appena è iniziata la guerra – vittime di un sistema burocratico di controllo che ostacola gravemente la libertà di movimento dei palestinesi nella Striscia di Gaza assediata e stabilisce dove e quando possono viaggiare.
“Pezzi di famiglia”
A Ramallah, la storia di Hiyam riecheggia nelle sale del modesto albergo dove alloggia da quando ha seppellito il corpo di suo fratello, insieme a decine di pazienti e loro parenti arrivati da Gaza prima dell’inizio della guerra. Alcuni degli occupanti stanno aspettando di tornare a Gaza, mentre altri stanno continuando i loro piani di trattamento negli ospedali palestinesi in Cisgiordania.
È stato qui che Hiyam ha incontrato Hana Matar, una donna malata di cancro di 43 anni e madre di quattro figli. Matar ha dovuto recarsi periodicamente in Cisgiordania negli ultimi tre anni per le sue cure mediche. Quando è arrivata a Ramallah il 3 ottobre – insieme a suo figlio di 3 anni, Khalil, che ha un problema cardiaco che richiede cure specialistiche in Cisgiordania – non avrebbe potuto immaginare che sarebbe rimasta lì più di quattro mesi dopo.
Con le lacrime agli occhi mentre scorreva le foto delle sue figlie sul telefono, Matar ha descritto una svolta agrodolce nella storia della sua famiglia: suo fratello, un medico che vive in Russia, è riuscito a far rilasciare alle sue figlie un visto che consente loro di uscire da Gaza. I tre figli di Matar e sua madre sono ora a Mosca, al sicuro, ma a migliaia di chilometri di distanza.
“Erano rimasti bloccati in una scuola delle Nazioni Unite a Deir al-Balah e poi a Rafah, tremando per il freddo e l’abbandono. Ora sono nella neve, ma al caldo”, ha detto Matar, guardando una foto della figlia maggiore a Mosca, vestita con un cappotto, un foulard e occhiali da sole colorati.
Il marito di Matar, tuttavia, rimane a Rafah, in attesa di essere inserito nella lista per l’evacuazione e di riunirsi ai suoi figli. Con il marito a Gaza, i figli e la madre in Russia e lei stessa con Khalil a Ramallah, Matar ha descritto di sentirsi come “un pezzo di una famiglia divisa”. Per il momento, però, non ha altra scelta che restare in Cisgiordania; partire richiederebbe l’ottenimento di permessi speciali per lei e Khalil per entrare in Giordania, mentre il costo di entrambe le cure in qualsiasi altra parte del mondo sarebbe insostenibile.
Nel frattempo, Matar, Hiyam e il resto degli abitanti di Gaza bloccati a Ramallah – a meno di 60 miglia dalle loro case nella Striscia – ricevono aggiornamenti frammentari da amici e familiari. I blackout intermittenti delle telecomunicazioni a Gaza hanno ridotto questi aggiornamenti ai messaggi più semplici, per lo più via sms, che spesso arrivano solo ore o giorni dopo essere stati inviati.
“Le nostre conversazioni si limitano a: ‘Sono vivo e sto bene’. Questo è tutto”, ha detto Matar. “Anche le decisioni più importanti della nostra vita, come evacuare da Gaza mia madre e le mie figlie, vengono prese con poche parole, pensando solo alla sicurezza”.
Niente lavoro, niente sicurezza
Oltre a questi pazienti e ai loro accompagnatori, il 7 ottobre migliaia di lavoratori provenienti da Gaza si trovavano in Israele o in Cisgiordania. Anche loro si sono poi ritrovati detenuti in Israele e trasferiti con la forza in Cisgiordania, essendo stati loro revocati i permessi. .
Prima del 7 ottobre, Israele ha concesso oltre 18.000 permessi di lavoro agli abitanti di Gaza, fornendo un’ancora di salvezza economica precaria a pochi fortunati per sfuggire all’economia soffocata della Striscia. In seguito agli attacchi, i lavoratori sono stati arrestati in massa; la maggior parte è stata trattenuta per settimane senza accusa né processo e senza che le autorità israeliane fornissero alcuna informazione alle organizzazioni umanitarie, inclusa la Croce Rossa Internazionale. Successivamente sono stati rilasciati a Ramallah.
L’Autorità nazionale palestinese (Anp) afferma di aver assicurato il ritorno a Gaza di oltre 5.000 lavoratori in diversi gruppi da ottobre, mentre un numero simile è stato rilasciato direttamente dalle autorità israeliane a novembre. In Cisgiordania rimangono alcune migliaia di lavoratori, molti dei quali alloggiano presso il quartier generale dell’accademia di polizia dell’Autorità Palestinese nella città di Gerico.
I lavoratori che sono tornati a Gaza affermano di essere stati riportati in autobus in un’area a diversi chilometri dal checkpoint di Kerem Shalom/Karem Abu Salem, costretti a percorrere a piedi la distanza rimanente fino alla città di Rafah, più meridionale di Gaza. Questa è stata l’umiliazione finale, che si è aggiunta all’esperienza traumatica della loro detenzione e dell’essere rimasti ammanettati, bendati e fatti inginocchiare per lunghe ore, nonché privati del cibo. Alcuni sono stati picchiati e a molti sono stati confiscati anche oggetti personali, comprese carte d’identità e denaro.
Tareq, 48 anni, era tra coloro che sono riusciti a tornare a Gaza. “Ci è stata data la possibilità di tornare, quindi ho deciso di tornare a Gaza anche se non sapevo chi avrei trovato ancora lì”, ha detto a +972. “Eravamo un flusso di uomini esausti che desideravano entrare a Gaza anche se non è più quella che era, e questa sensazione ci ha dato la forza di correre – a volte sembrava di volare – verso il valico, nonostante le percosse e le umiliazioni”. Tareq ha trascorso quasi 10 giorni in prigione dopo il 7 ottobre senza sapere dove si trovasse. È stato rilasciato solo dopo essere stato colpito da un ictus: è stato trasferito in un ospedale di Ramallah, dove ha trascorso cinque settimane in convalescenza. Secondo Tareq, quando è stato lasciato in ospedale, gli è stata restituita solo la carta d’identità ma non i soldi, le medicine o il telefono.
“Per 10 giorni siamo stati schiacciati in aree minuscole, ammanettati, senza acqua e poco cibo, e senza il permesso di parlarci. Sapevo a malapena chi c’era con me”, ha raccontato. Ora, tornato a Gaza, vive in una tenda improvvisata che ha costruito per la sua famiglia di otto persone a Rafah .
Hasan Yasin, 40 anni, lavorava in un supermercato a Giaffa quando è scoppiata la guerra. Rendendosi conto che lì non c’era sicurezza per lui, né alcuna prospettiva imminente di tornare al lavoro, lui e quattro colleghi hanno tentato di entrare in Cisgiordania pochi giorni dopo, ma sono stati catturati e arrestati. Sono stati detenuti per l’intera giornata e picchiati pesantemente. Alla fine sono stati rilasciati a un posto di blocco vicino a Jenin, ma i suoi effetti personali – inclusi telefono e denaro – non gli sono stati restituiti.
Dopo quella dura prova, Yasin ha deciso di restare in Cisgiordania e cercare un lavoro, nonostante le suppliche della sua famiglia di tornare a Gaza. “I lavoratori che sono tornati sono stati picchiati e umiliati, e ho deciso di non subire di nuovo una cosa del genere”, ha detto a +972. “Ho ancora una ferita sul palmo della mano che mi ricorda cosa potrebbe succedere.”
Ciononostante, Yasin cerca modi alternativi per tornare a Gaza: “Cercherò di viaggiare in Egitto ed entrare a Gaza attraverso Rafah [valico], ma non riesco ad attraversare [il valico della Cisgiordania] per raggiungere la Giordania”. I palestinesi di Gaza sono obbligati a ottenere un permesso speciale per entrare in Giordania attraverso il ponte Allenby, ma questi non vengono attualmente rilasciati, secondo un funzionario di frontiera giordano, nel tentativo di impedire “possibili piani israeliani di trasferimento [della popolazione palestinese] ”.
+972 si è rivolto alla polizia israeliana e al coordinatore delle attività governative nei territori (COGAT) – il dipartimento dell’esercito israeliano responsabile del rilascio dei permessi ai palestinesi – per un commento. Le loro risposte saranno pubblicate se e quando verranno ricevute.
*Fatima AbdulKarim è una giornalista con sede a Ramallah. Twitter @FatiabdulFatima
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L'articolo Quattro mesi dopo, pazienti e lavoratori di Gaza sono ancora bloccati in Cisgiordania proviene da Pagine Esteri.
Vane tentazioni
Guardate come sono futili le tentazioni proposte dal diavolo in questo racconto e dunque vano tutto quello che propone. Propone di sfamarsi come un gioco di prestigio, di buttarsi dall’alto del pinnacolo, in una vana dimostrazione di coraggio, propone tutti i regni del mondo con la loro gloria che è vana, perché sono soggetti alla distruzione e alla morte.
Invece, Gesù Cristo, come risorto, vincendo la morte, e quindi i poteri del mondo, che sulla paura della morte basano il loro potere, ci dà una speranza viva. E un dono reale ed eterno, non vano. Per questo non ha senso arrenderci al male e agli errori, ma è pieno di futuro il tentare il bene nuovamente e nuovamente in ogni tempo.
pastore D'Archino - Vane tentazioni
Il racconto delle tentazioni di Gesù annuncia che Egli è veramente il Figlio di Dio. Infatti, Gesù viene tentato, anzi messo alla prova come sarebbe più corretto tradurre, come Figlio di Dio. Viene…pastore D'Archino
Nel nuovo decreto legge #PNRR, approvato dal Consiglio dei Ministri, sono presenti le misure proposte dal Ministro Giuseppe Valditara.
Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.it/web/guest/-/cdm-le…
Ministero dell'Istruzione
Nel nuovo decreto legge #PNRR, approvato dal Consiglio dei Ministri, sono presenti le misure proposte dal Ministro Giuseppe Valditara. Qui tutti i dettagli ▶️ https://www.miur.gov.it/web/guest/-/cdm-le-misure-del-mim-per-il-nuovo-dl-pnrrTelegram
Analisi della geopolitica occidentale: ipocrisia e genocidio - Giornalismo Libero
Nel panorama geopolitico attuale, emergono chiaramente le disparità di trattamento riservate a Russia ed Israele da parte dell'Occidente.homo vivo giuseppe rago (Giornalismo Libero)
In Cina e Asia – Cina, Luckin Coffee sorpassa Starbucks
Ministero del Commercio cinese: “Gli USA smettano di diffamare la Cina” Cambiogia, la vittoria del Partito Popolare Cambogiano alle elezioni per il Senato e il ritorno di Hun Sen Cina, Luckin Coffee sorpassa Starbucks Cina, amici in affitto contro la solitudine e il burnout da lavoro Cina, 87 funzionari di medio livello e tre “tigri” indagati per corruzione Cina, lavoratori ...
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Il Medio-Oriente nel mondo multipolare. L’analisi di Saïd Boumama l Contropiano
«Per contrastare l’immenso progetto cinese di infrastrutture di trasporto della Via della Seta, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno sviluppato un progetto concorrente che richiede il controllo di Gaza.
Annunciato al vertice del G20 a settembre 2023, questo progetto chiamato “Corridoio India-Europa-Medio Oriente” è stato presentato da una nota della Casa Bianca del 9 settembre.»
Potresti aver notato che alcune persone pubblicano post molto più lunghi rispetto al solito limite di 500 caratteri. Ci sono tre modi in cui ciò è possibile:
-Il proprietario del server ha personalizzato il software del proprio server Mastodon per modificare il limite di caratteri
-Il proprietario del server ha installato una versione pre-personalizzata di Mastodon come Glitch o Hometown
-Il server non funziona affatto con il software Mastodon, ma con qualcosa di totalmente diverso come Friendica, WordPress ecc
Maggiori informazioni:
➡️ fedi.tips/why-do-some-people-o…
Il post di @Fedi.Tips
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A seconda delle impostazioni, gli utenti di Friendica possono eseguire ricerche per varie cose utilizzando la pagina di "ricerca" (o la barra di ricerca nel pannello di navigazione superiore).
Ricerca account
- Modello: @name
- Risultato: elenca tutti i profili che corrispondono al nome. Il nome può essere utilizzato nel campo del nome visualizzato del profilo o del nickname e può essere solo una parte dell'intero testo.
Ricerca di un gruppo
- Modello: !name
- Risultato: elenca tutti i gruppi che corrispondono al nome. Il nome può essere utilizzato nel campo del nome visualizzato del profilo del gruppo o del nickname e può essere solo una parte dell'intero testo. I gruppi possono essere ospitati su qualsiasi piattaforma supportata, ad esempio Friendica, Lemmy, gupp.pe.
Ricerca di testo
- Modello: name
- Risultato: ( dipende dalle impostazioni dell'amministratore ) cerca tutti i messaggi che contengono name
e li elenca. Poiché le ricerche nel testo completo richiedono molte risorse, gli amministratori possono limitare la ricerca affinché venga eseguita solo sui tag.
Operatori booleani
Per la ricerca testuale è possibile utilizzare operatori booleani anteponendo ai termini di ricerca una +(la parola deve essere inclusa) o una -(l'annuncio non deve contenere la parola). Inoltre è possibile utilizzare parentesi per combinare gli operatori.
Se per una parola non viene utilizzato alcun operatore booleano, viene ORutilizzato .
- Ad esempio +(Fediverse Friendica) +Berlin
cercherà tutti i messaggi sul nodo Friendica che contengono Fediverso o Friendica e inoltre i messaggi dovranno contenere anche la parola Berlin. Al contrario, -(Fediverse Friendica) +Berlin
cercherebbe i messaggi che includono la parola Berlino ma escluderebbe dal risultato tutti i messaggi che contengono anche la parola Fediverse o Friendica
Ricerca URL
- Modello: http://example.com/some/page
- Risultato: Friendica proverà a trovare il contenuto abilitato per ActivityPub nell'URL utilizzato. In caso di esito positivo, il post verrà importato nel nodo, in modo che l'utente possa ora interagire con il contenuto come al solito (mi piace, ricondividi, commenta, ecc.)
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Colloqui di lavoro a norma di privacy. Durante un colloquio di lavoro vietato chiedere ai candidati se sono stati licenziati o se hanno intenzione di avere figli. Nemmeno se l’intervistato è consenziente. Vietato, inoltre, pescare dati dai social
Dai social vietato prendere dati salvo che non si tratti di un network professionale con dati che riguardano la posizione lavorativa. Vietato anche domandare referenze a precedenti datori di lavoro, salvo assenso dell'interessato. Sono queste alcune delle prescrizioni del Codice di condotta per le Agenzie per il lavoro (Apl), promosso da Assolavoro e approvato dal Garante della privacy (provvedimento n. 12 dell'11/11/2024, in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale).
Clicca per aprire/chiudere
Il codice di condotta è una attuazione del Regolamento Ue sulla privacy n. 2016/670 (Gdpr) e ha il compito di precisare modalità applicative del Gdpr.Il codice è rivolto alle agenzie, autorizzate dall'Anpal (Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro), che svolgono attività di somministrazione, intermediazione, mediazione tra domanda e offerta di lavoro, ricerca e selezione del personale e di supporto alla ricollocazione professionale.
L'adesione al codice, utile a dimostrare la conformità al Gdpr, è facoltativa ed è aperta a tutte le agenzie, anche quelle non iscritte ad Assolavoro.
Il codice per le Apl, corredato da due fac simile (modello di informativa e di registro dei trattamenti), è ricco di indicazioni pratiche.
Un primo chiarimento riguarda i ruoli privacy nei rapporti tra agenzie e loro clienti/utilizzatori: eccetto le attività di esecuzione di servizi in outsourcing, Apl e utilizzatori/clienti sono definiti titolari autonomi.
Nel modello di informativa, allegato al Codice, sono dettagliate basi di liceità del trattamento e specifici termini di conservazione dei dati. Con esclusione della somministrazione di lavoro, le Apl possono conservare i dati per 48 mesi (salvo cancellazione anticipata a richiesta). Con riferimento ai rapporti di somministrazione di lavoro, invece, le Apl conservano i dati per un periodo di undici anni dalla cessazione del rapporto di lavoro.
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A riguardo delle basi giuridiche, il Codice specifica che non ci vuole il consenso per verificare le informazioni sul candidato mediante consultazione di un social network, purché sia di natura professionale.Il Codice riprende anche la regola, ancora spesso disattesa nella prassi, per cui non è dovuto il consenso al trattamento dei dati presenti nei curricula spontaneamente trasmessi dagli interessati, ai quali deve essere fornita un'informativa privacy al primo successivo contatto utile.
Quanto alle operazioni di trattamento, il Codice dà una serie di prescrizioni. Durante le selezioni di personale, non si devono scremare i candidati sulla base di informazioni che riguardano stato matrimoniale, gravidanza, handicap, neanche con il consenso dei candidati.
Non si possono, poi, acquisire referenze professionali del candidato presso precedenti datori di lavoro e comunicarle ai chi ha commissionato una ricerca di personale, senza una previa autorizzazione esplicita del candidato.
Infine, non si possono trattare, neanche con il consenso del candidato, informazioni relative a illeciti disciplinari o procedimenti giudiziari (salvi obblighi di legge).
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Peraltro, la comunicazione dei dati dei candidati tra Apl e clienti è ammessa, senza necessità di consenso, per finalità strettamente connesse al perfezionamento dell'assunzione.Quanto all'uso di algoritmi e decisioni automatizzate, materia che dovrà essere necessariamente revisionata a seguito dell'entrata in vigore del regolamento UE sull'Intelligenza Artificiale, il codice riprende le disposizioni del Gdpr (obbligo di redazione della valutazione di impatto privacy e di informativa, rispetto dei diritti degli interessati all''intervento umano, ad esprimere la propria opinione e a contestare la decisione)
Con il citato provvedimento 12/2024 l'autorità guidata da Pasquale Stanzione ha, infine, accreditato l'Organismo di monitoraggio, un ente indipendente, chiamato a verificare l'osservanza del Codice e a gestire eventuali reclami.
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito
🔶 Mobilità del personale docente, educativo e ATA per l'anno scolastico 2024/2025: online la sezione dedicata
🔶 Scuola, sottoscritto il cont…
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito 🔶 Mobilità del personale docente, educativo e ATA per l'anno scolastico 2024/2025: online la sezione dedicata 🔶 Scuola, sottoscritto il cont…Telegram
Sapetevate che c'è uno sviluppatore italiano che si sta cimentando con lo sviluppo di un'app per Lemmy? L'app si chiama #Raccoon...
Lo sviluppatore è @Dieguito 🦝 e qui potete trovare la sua app, qui la comunità Lemmy dedicata e qui il canale Matrix dedicato allo sviluppo.
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Sangue, sangue e ancora sangue l La Città Futura
"Per la quarta volta il Paese capofila dei guerrafondai ha posto il veto all’ONU su una risoluzione che chiedeva l'immediato cessate il fuoco nella striscia di Gaza. Dall’inizio del conflitto gli statunitensi si riempiono la bocca di pace con proclami ipocriti e poi operano per tenere non solo aperto il conflitto -continuando a vendere armi a Israele- ma ne aprono di nuovi come quello in Yemen."
Fin dove si estende la Fascia di Kuiper? I Passione Astronomia
"Il team ha scoperto un certo numero di oggetti trans-nettuniani (KBO) ben oltre il tradizionale bordo esterno della fascia di Kuiper. Si pensava che questo bordo esterno (dove la densità degli oggetti inizia a diminuire) si trovasse a circa 50 UA, ma le ultime osservazioni suggeriscono che potrebbe estendersi fino a 80 UA ed oltre."
Poliverso è un progetto indipendente per mettere a disposizione modi alternativi di usare il Fediverso. Ecco i motivi per cui è importante sostenerlo. Anche se sei un utente di altre istanze
Il progetto Poliverso, da cui nasce lo stesso progetto feddit.it, è stato creato per mettere a disposizione degli utenti italiani un'intera istanza basata su Friendica, che non è solo la più completa alternativa a Facebook, ma è anche il software più potente per l'esplorazione del Fediverso!
Con poliverso.org puoi interagire con tutti i profili delle Fediverso, ma puoi anche collegare il tuo account Bluesky; a differenza di Mastodon puoi scrivere post lunghi con il testo formattato e le immagini in linea, ma puoi anche creare eventi o interagire con gli eventi di Mobilizon, seguire il feed RSS di altri siti web o addirittura di canali telegram e puoi impostarne anche la pubblicazione automatica dal tuo profilo.
Con Friendica è possibile anche creare utenti di servizio gestiti da uno staff di più utenti ognuno con un proprio account.
Infine è possibile creare gruppi del Fediverso, come i gruppi Facebook, ossia degli account che quando vengono menzionati ricondividono automaticamente il post pubblicato, cosicché venga visto da tutti gli utenti (utenti di tutto il fediverso!) che seguono quel gruppo.
Ma il progetto Poliverso non si ferma qui: insieme al blog lealternative.net abbiamo aperto feddit.it, la prima istanza italiana basata su Lemmy, un'alternativa a reddit perfettamente federata con il resto del Fediverso.
Su feddit.it puoi scegliere una delle tante comunità tematiche presenti e aprire un nuovo thread, come su un subreddit, e segnalare o commentare i link di articoli di giornale o di post interessanti, visualizzandoli in un interfaccia che ricorda quella di un forum.
Feddit.it non è soltanto uno spazio a disposizione dei suoi utenti, ma tutti coloro che dispongono di un account Mastodon, Friendica, Pleroma, Misskey o Pixelfed [b]possono aprire un nuovo thread (anche dal tuo blog WordPress!) creando un nuovo post e menzionando la comunità di proprio interesse![/b]
E questo è esattamente quello che abbiamo fatto con questo post che è stato creato da Friendica, menzionando l'account Lemmy @Che succede nel Fediverso? e che può essere visualizzato nella relativa comunità.
Il terzo progetto di Poliverso è costituito da poliversity.it, la prima istanza Mastodon in Italia dedicata al mondo dell'università e della ricerca ma anche a quello del giornalismo. Se sei un ricercatore, uno studente, un giornalista o se semplicemente sei interessato a questi temi, poi iscriverti e partecipare alle discussioni.
Poliverso vuole essere un servizio non solo per i suoi utenti ma per tutto il Fediverso italiano, grazie agli account di informazione di Poliverso (come il nostro bollettino sul Fediverso, la rassegna sulla Cybersecurity, quella sulla Privacy e quella sulle notizie dei Pirati internazionali), i gruppi Friendica e le comunità Lemmy.
Per questo motivo, saremmo molto lieti di ricevere un contributo anche da parte di utenti italiani di altre istanze, italiane e straniere. Se vuoi contribuire al progetto Poliverso, puoi fare una donazione su questi due canali di raccolta:
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rag. Gustavino Bevilacqua reshared this.
…e di lavoro si muore …ancora di più l La Città di Sotto
"Ufficialmente sono 1.041 le denunce di incidenti mortali sul posto di lavoro arrivate all’Inail in tutto il 2023. Vittime che aumentano a 1.466 se come riferimento prendiamo i dati dell’Osservatorio nazionale di Bologna, una fotografia indipendente che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia, anche quelli che non dispongono di un’assicurazione."
Kilonove, fabbriche di metalli pesanti l MEDIA INAF
"Secondo gli astronomi, nei giorni successivi a un evento di fusione, l’evoluzione della kilonova è essenzialmente caratterizzata dal decadimento radioattivo degli elementi più pesanti del ferro, sintetizzati durante la fusione."
Weekly Chronicles #64
Questo è il numero #64 di Privacy Chronicles, la newsletter che ti spiega l’Era dell’Informazione e come sopravvivere: tecnologia, sorveglianza di massa, privacy, sicurezza dei dati e molto altro.
Cronache della settimana
- Il social scoring è il futuro del Welfare tecnocratico
- Apple traccia i tuoi dispositivi anche se sono spenti
- Allarmi bomba: il governo indiano vieta ProtonMail… e altre 14 app
Lettere Libertarie
- Bitcoin: pura anarchia e sistema intersoggettivo distribuito
Rubrica OpSec
- Errori di OpSec: impariamo dalla storia di Eldo Kim
Il social scoring è il futuro del Welfare tecnocratico
"L'idea che dobbiamo portare avanti e studiare è quella di una tessera sanitaria a punti in modo che se conduci uno stile di vita corretto e salutare puoi guadagnare dei punti che poi ti permettono di ricevere degli incentivi".
La vita, per quelli come Bertolaso, è semplice; come un videogioco: compi le azioni giuste, aumenta il tuo personal score, vinci e salva la principessa.
E sono in molti a vederla come lui, non è certo un mistero. Da un paio d’anni in giro per l’Italia si sentono voci che sussurrano di comportamenti virtuosi, premi e punteggi — identità digitale.
Tra i primi, forse lo ricorderete, ci fu l’assessore Bugano di Bologna, quando annunciò pubblicamente il progetto di “Smart Citizen Wallet:
«Il cittadino avrà un riconoscimento se differenzia i rifiuti, se usa i mezzi pubblici, se gestisce bene l’energia, se non prende sanzioni dalla municipale, se risulta attivo con la Card cultura». Comportamenti virtuosi che corrisponderanno a un punteggio che i bolognesi potranno poi «spendere» in premi in via di definizione.»
Si scoprì solo dopo, anche grazie a un’istruttoria del Garante Privacy, che di concreto dietro all’idea di Smart Citizen Wallet non c’era ancora nulla di concreto: tutta propaganda (ma che propaganda è, quella fondata sull’idea di sorvegliare il cittadino? Eppure…).
E poi, sì, ci fu anche qualche sperimentazione — come quella fatta a Ivrea per qualche mese, con lo scopo di testare una nuova “piattaforma per l’economia comportamentale" fondata su blockchain e sponsorizzata dal governo e da TIM.
L’idea di incentivare, diciamo così, comportamenti “virtuosi” attraverso l’azione di governo, con lo scopo di creare una società perfetta, non è certo nuova. È anzi l’idea fondante che fu usata fin dal XIX secolo in poi per giustificare moralmente il sistema statale di welfare-warfare che viviamo ancora oggi.
Il social scoring, perché di questo si tratta, è l’apice dello statalismo, nonché tappa obbligata di una società tecnocratica governata da algoritmi automatizzati e logiche di vita a debito.
Non è un caso che si parli sempre di comportamenti “virtuosi” o “corretti”: sono aggettivi necessari a rafforzare l’idea della rettitudine e dignità delle persone soltanto se rispettose del pensiero egemonico collettivo. Chi decide quali comportamenti sono virtuosi? Le masse: o meglio, le masse plagiate dalla propaganda delle solite minoranze.
E se poi, come anticipato, è anche una questione di debito: il sistema finanziario occidentale fondato sul debito e sul welfare universale sta collassando su se stesso.
Non sarà possibile curare tutti (è già così) e sarà così necessario distinguere tra chi si merita di ricevere servizi sanitari e chi invece si merita altro, magari l’eutanasia di Stato; a prescindere dal pagamento o meno delle tasse — quelle vanno pagate comunque.
Questa cosa qua è una delle conseguenze della nascente religione transumanista che mira ad addomesticare e manipolare le masse attraverso ricatti morali algoritmicamente eseguiti. Ma chi segue regolarmente queste pagine lo sa: se ne è parlato anche al G20 del 2022; il compagno Bertolaso non inventa nulla.
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Apple traccia i tuoi dispositivi anche se sono spenti
Apple usa una tecnica chiamata "offline finding" per individuare i dispositivi degli utenti anche quando non sono connessi a Internet. Fa parte del servizio “Find My”, che da qualche anno permette di ritrovare dispositivi rubati o persi anche se spenti.
Brussels Privacy Symposium 2023 Report
The seventh edition of the Brussels Privacy Symposium, jointly co-organized by the Future of Privacy Forum and the Brussels Privacy Hub, took place at the U-Residence of the Vrije Universiteit Brussel campus on November 14, 2023. The Symposium presented a key opportunity for a global, interdisciplinary convening to discuss one of the most important topics facing Europe’s digital society today and in the years to come: “Understanding the EU Data Strategy Architecture: Common Threads – Points of Juncture – Incongruities.”
With the program of the Symposium, the organizers aimed to transversally explore three key topics that cut through the Data Strategy legislative package of the EU and the General Data Protection Regulation (GDPR), painting an intricate picture of interplay that leaves room for tension, convergence, and the balancing of different interests and policy goals pursued by each new law. Throughout the day, participants debated the possible paradigm shift introduced by the push for access to data in the Data Strategy Package, the network of impact assessments from the GDPR to the Digital Services Act (DSA) and EU AI Act, and debated the future of enforcement of a new set of data laws in Europe.
Attendees were welcomed by Dr Gianclaudio Malgieri, Associate Professor of Law & Technology at Leiden University and co-Director of the Brussels Privacy Hub, and Jules Polonetsky, CEO at the Future of Privacy Forum. In addition to three expert panels, the Symposium opened with Keynote addresses by Commissioner Didier Reynders, European Commissioner for Justice, and Wojciech Wiewiórowski, the European Data Protection Supervisor. Commissioner Reynders specifically highlighted that the GDPR remains the “cornerstone of the EU digital regulatory framework” when it comes to the processing of personal data, while Supervisor Wiewiórowski cautioned that “we need to ensure the data protection standards that we fought for, throughout many years, will not be adversely impacted by the new rules.” In the afternoon, attendees engaged in a brainstorming exercise in four different breakout sessions, and the Vice-Chair of the European Data Protection Board (EDPB), Irene Loizidou Nikolaidou, gave her closing remarks to end the conference.
The following Report outlines some of the most important outcomes from the day’s conversations, highlighting the ways and places in which the EU Data Strategy Package overlaps, interacts, supports, or creates tension with key provisions of the GDPR. The Report is divided into six sections: the above general introduction; the ensuing section which provides a summary of the Opening Remarks; the next three sections which provide insights into the panel discussions; and the sixth and final section which provides a brief summary of the EDPB Vice-Chair’s Closing Remarks.
Editor: Alexander Thompson
Man
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ likes this.
Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂
in reply to Man • •@Man
Sì, vero, ma funziona così discretamente bene da browser mobile che la mancanza di un'app non è tutta questa grande tragedia
Diciamo 2010... dài! 😁
E comunque qui hai totalmente ragione: l'interfaccia è davvero retrò, ma qui su Poliverso stiamo valutando la possibilità di creare un accesso alternativo attraverso Soapbox o Semaphore (grazie a un'idea di @Chiara [Ainur] [Айнұр] ❤️). Questi strati applicativi sono molto interessanti e forniscono addirittura un'interfaccia molto più bella e moderna rispetto a quella dello stesso Mastodon, ma dobbiamo prima capire bene come farci girare le funzionalità più avanzate di Friendica, perché sono quelle funzionalità che rendono questo software così unico e vantaggioso rispetto agli altri software del fediverso
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Nerd02
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •Has anyone defederated your instance? An update to the Defederation Investigator - Based Count
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in reply to Nerd02 • •@Nerd02 hai compreso perfettamente il problema: è vero, Friendica implementa l'api di Mastodon, ma per far funzionare alcune funzionalità devono essere tarati gli strati applicativi che oggi vanno bene per mastodon o per pleroma. Questo è il problema che, discutendo con @Fabio è emerso come Maggiore criticità.
Non sono un talebano di Friendica, ma bisogna fare una analisi funzionale per capire quali sono le cose alle quali poter rinunciare e quali no. Sì siamo costretti a eliminare alcune peculiarità distintive del sistema per far somigliare tutto a mastodon o misskey, Allora tanto varrebbe utilizzare mastodon o misskey 😅
Friendica è un software eccezionale nel quale c'è tutto o quasi, ma è chiaramente stato realizzato da sviluppatori eccezionali che tuttavia mancavano di una cultura adeguata nella gestione di prodotto.
Friendica sembra essere stato sviluppato Per esaudire tutti ma proprio tutti i desideri di tutti i potenziali utenti...
In pratica, si è voluto realizzare un gigantesco e potentissimo Mecha modulare come Voltron
Purtuttavia il risultato estetico ed ergonomico è stato più simile a uno di quei mostri Goffi e dimenticabili che venivano spediti a ogni puntata per sconfiggere il robottone protagonista...😁 😄 🤣
Nerd02
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •Ahahaha splendida analogia.
Non metto in dubbio i vantaggi di Friendica. Anzi, volendomi avvicinare al mondo del microblogging (dal quale ahimé sono tagliato fuori, usando Lemmy) stavo giusto pensando di aprirmi un'istanza con Friendica, piuttosto che Mastodon. Però personalmente trovo l'UI davvero DAVVERO brutta, è ciò che finora mi ha allontanato dal provarlo.
Se si riuscisse ad avere un backend come l'attuale Friendica e un'UI bella moderna come Soapbox o Misskey sarebbe davvero il meglio dei due mondi.
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Man
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Unknown parent • •@Antonino Campaniolo 👣 :birra: sì, Infatti mi sembra chiaro che attualmente non ci siano energie nella community di Friendica per realizzare una nuova interfaccia...
Purtroppo noi siamo ancora nella fase 1, ossia quella per individuare uno strato applicativo versatile e affidabile. Sull'affidabilità, ovviamente, soapbox è avvantaggiato, considerando la sua maturità e la qualità del prodotto.
Il problema è che dobbiamo valutare anche la versatilità e per farlo ci serve tempo.
Una volta Superata la fase 1 bisogna passare alla fase 2 che è la valutazione della fattibilità di un'operazione del genere sulla base degli strumenti che abbiamo a disposizione.
Poi c'è la fase 3 che non consiste ancora nel mettere le mani sul codice, perché non abbiamo la forza per farlo, ma piuttosto di iniziare una campagna di coinvolgimento di persone disposte a contribuire allo sviluppo di una versione beta... in questa fase sarà importante coinvolgere sia la comunità di Friendica sia quella di Soapbox.
Solo dopo si può iniziare a fare qualcosa... 😭
@Man
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