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GERUSALEMME. Itamar Ben Gvir guida l’assalto della Spianata delle moschee


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il ministro e leader dell'ultradestra e migliaia di coloni e militanti di organizzazioni messianiche ebraiche, hanno anche pregato nel sito islamico in violazione dello status quo
L'articolo GERUSALEMME. Itamar Ben Gvir guida l’assalto della Spianata delle



L'inutilità della UE: Unione senza identità al rimorchio degli Usa • Imola Oggi
imolaoggi.it/2025/08/01/linuti…


Why Cheap Digital Microscopes are Pretty Terrible



The depth of field you get with a cheap Tomlov DM9 digital microscope. Pictured is the tip of a ballpoint. (Credit: Outdoors55, YouTube)The depth of field you get with a cheap Tomlov DM9 digital microscope. Pictured is the tip of a ballpoint. (Credit: Outdoors55, YouTube)
We have all seen those cheap digital microscopes, whether in USB format or with its own screen, all of them promising super-clear images of everything from butterfly wings to electronics at amazing magnification levels. In response to this, we have to paraphrase The Simpsons: in this Universe, we obey the laws of physics. This applies doubly so for image sensors and optics, which is where fundamental physics can only be dodged so far by heavy post-processing. In a recent video, the [Outdoors55] YouTube channel goes over these exact details, comparing a Tomlov DM9 digital microscope from Amazon to a quality macro lens on an APS-C format Sony Alpha a6400.

First of all, the magnification levels listed are effectively meaningless, as you are comparing a very tiny image sensor to something like an APS-C sensor, which itself is smaller than a full-frame sensor (i.e., 35 mm). As demonstrated in the video, the much larger sensor already gives you the ability to see many more details even before cranking the optical zoom levels up to something like 5 times, never mind the 1,500x claimed for the DM9.

On the optics side, the lack of significant depth of field is problematic. Although the workarounds suggested in the video work, such as focus stacking and diffusing the light projected onto the subject, it is essential to be aware of the limitations of these microscopes. That said, since we’re comparing a $150 digital microscope with a $1,500 Sony digital camera with macro lens, there’s some leeway here to say that the former will be ‘good enough’ for many tasks, but so might a simple jeweler’s loupe for even less.

There are some reasonable hobby-grade USB microscopes. There are also some hard-to-use toys.

youtube.com/embed/_K8CtSgXREk?…


hackaday.com/2025/08/03/why-ch…



L’IA ha fame di Energia! Al via HyperGrid, il più grande complesso nucleare privato


Fermi America ha firmato un memorandum d’intesa con Hyundai Engineering & Construction (Hyundai E&C) per progettare e costruire la parte nucleare di un progetto infrastrutturale energetico privato su larga scala, volto ad alimentare l’intelligenza artificiale di prossima generazione in Texas. L’impianto, denominato HyperGrid, sorgerà nei pressi di Amarillo e sarà sviluppato in collaborazione con il sistema della Texas Tech University.

Secondo il progetto, HyperGrid sarà il primo campus privato negli Stati Uniti a combinare diverse fonti energetiche contemporaneamente: il più grande complesso nucleare privato del Paese, la più potente centrale a ciclo combinato con turbina a gas, oltre a pannelli solari, batterie e una rete elettrica esterna. Quasi tutta l’elettricità prodotta, circa 1 GW, sarà consumata direttamente sul territorio dei data center , senza essere immessa nella rete elettrica generale.

La componente chiave del progetto sono quattro reattori ad acqua pressurizzata Westinghouse AP1000. Il 17 giugno, la Commissione per la regolamentazione nucleare degli Stati Uniti ha approvato una licenza combinata di costruzione e gestione, che Fermi America ha definito una decisione da record. L’inizio della costruzione dell'”isola” nucleare è previsto per il prossimo anno, con il primo reattore che dovrebbe essere operativo nel 2032.

Il memorandum prevede la partecipazione di Hyundai E&C in tutte le fasi del ciclo di vita: dalla progettazione e pianificazione ingegneristica alla stipula del contratto per la fornitura di attrezzature e la costruzione (EPC). Le parti prevedono di completare lo sviluppo di tutti i pacchetti di lavoro e firmare l’accordo EPC entro la fine del 2025. Uno dei co-fondatori di Fermi America, Toby Neugebauer, ha osservato: “L’America non può permettersi di fare pratica: abbiamo bisogno di partner esperti e Hyundai ha già dimostrato di poter costruire centrali nucleari sicure e pulite”.

Per Hyundai E&C, questo progetto rappresenta un ingresso strategico nel mercato energetico statunitense, che sta attualmente vivendo un’impennata di interesse per la generazione nucleare. I rappresentanti dell’azienda hanno sottolineato che la partecipazione a HyperGrid offre loro l’accesso a progetti promettenti in una fase iniziale e crea le condizioni per partecipare alla creazione del più grande complesso integrato di energia e calcolo al mondo che utilizza diverse fonti energetiche.

Guardando al futuro, Hyundai intende utilizzare questa collaborazione come trampolino di lancio per espandere la propria presenza nel segmento delle nuove soluzioni energetiche non solo negli Stati Uniti ma anche in altri Paesi, rafforzando al contempo la propria base tecnologica e competitiva.

L’architettura scelta per il complesso, che combina generazione nucleare di base, turbine a gas flessibili e fonti energetiche rinnovabili intermittenti, sta diventando sempre più rilevante per i clienti industriali con consumi 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Questa soluzione contribuisce a compensare la volatilità dei prezzi del mercato energetico all’ingrosso e riduce la dipendenza dalle restrizioni normative sulle emissioni di carbonio.

L’investimento in HyperGrid riflette una tendenza più ampia: un cambiamento strutturale nei consumi energetici degli Stati Uniti. Per la prima volta in due decenni, l’aumento della produzione industriale, la crescita dei data center e l’elettrificazione delle infrastrutture hanno invertito la tendenza, con una crescita annua della domanda che ora supera il 3% e che dovrebbe continuare fino al 2040, secondo l’Energy Report 2025 di McKinsey.

I consulenti sottolineano che per affrontare questa sfida sarà necessario adottare tecnologie che migliorino l’efficienza della rete, nonché ampliare l’uso dell’energia nucleare commerciale.

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Arrestato un medico torinese per produzione di materiale pedopornografico


La Polizia di Stato, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Torino, ha proceduto all’arresto di un quarantenne medico torinese indagato per produzione di contenuti multimediali realizzati mediante sfruttamento di minori e detenzione di ingente quantitativo di materiale pedopornografico scaricato in rete.

Le contestazioni dell’Autorità Giudiziaria giungono al termine di una complessa attività di indagine, durata più di 2 anni, curata dal CNCPO del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, con la collaborazione del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Torino, che ha consentito di accertare le diverse condotte tenute dall’indagato per un arco temporale di ben 12 anni all’interno delle comunità pedofile attive nel Dark Web, ambienti in cui l’arrestato era particolarmente attivo in forza della presunta garanzia di anonimato fornita dal protocollo di navigazione TOR.

Cura del dettaglio, inventiva e cautela nell’organizzazione dei passaggi dell’indagine hanno consentito agli specialisti del CNCPO, impegnati in attività sotto copertura, di sfruttare ogni traccia informatica utile per associare agli pseudonimi utilizzati un’ identità certa, ottenendo in un primo momento dall’A.G. di Roma originariamente titolare dell’attività, un decreto di perquisizione locale, personale e informatica a carico del soggetto.

A seguito del sequestro e dell’analisi dei dispositivi informatici sequestrati nel corso dell’attività di ricerca della prova, è stato possibile circostanziare le singole attività, in particolare la partecipazione alle comunità illecite nel web sommerso e la produzione di materiale in chat con minorenni con i quali intratteneva rapporti ed incontri.

Nel corso delle indagini è emerso che il quarantenne, dedito nel tempo libero ad attività sportive a costante contatto con minori in età adolescenziale, aveva stretto legami con altri soggetti interessati all’incessante scambio di materiale pedopornografico, oltre che nel Darkweb, anche in ambienti di chat peer to peer.

Tra i vari contatti del soggetto vi era anche un sacerdote della provincia di Brescia, arrestato dagli investigatori della Polizia Postale nello scorso mese di maggio, con il quale aveva ideato la creazione di un gruppo a sfondo pedopornografico esclusivamente italiano, aperto al reclutamento di altri soggetti dediti alla produzione di materiale con nuovi contenuti.

Si precisa che l’effettiva responsabilità della persona tratta in arresto e la fondatezza delle ipotesi d’accusa dovranno essere sempre valutate nel corso del successivo processo.

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non dare niente per scontato, riflettere su tutto, e mettere in dubbio tutto, sono i migliori presupposti per una crescita piena



Keyboard Hero: A Barebones Alternative To The Guitar Version


Guitar Hero was all the rage for a few years, before the entire world apparently got sick of it overnight. Some diehards still remember the charms of rhythm games, though. Among them you might count [Joseph Valenti] and [Daniel Rodriguez], who built a Keyboard Hero game for their ECE 4760 class at Cornell.

Keyboard Hero differs quite fundamentally from Guitar Hero in one major way. Rather than having the player tackle a preset series of “notes,” the buttons to press are instead procedurally generated by the game based on incoming audio input. It only works with simple single-instrument piano music, but it does indeed work. A Raspberry Pi Pico is charged with analyzing incoming audio and assigning the proper notes. Another Pi Pico generates the VGA video output with the game graphics, which is kept in sync with the audio pumped out from the first Pico so the user can play the notes in time with the music. Rather than a guitar controller, Keyboard Hero instead relies on five plastic buttons assembled on a piece of wood. It works.

It’s obviously not as refined as the game that inspired it, but the procedural generation of “notes” reminds us of old-school rhythm game Audiosurf. Video after the break.

youtube.com/embed/DWg6Y2udlpU?…


hackaday.com/2025/08/03/keyboa…



Quanto ci piace il fiordaliso da 1 a 10?! Due mani in aria per chi gli piace un casino 🌸🙌🥰

🤖👉 Il fiordaliso, con il suo delicato colore azzurro, è da sempre un fiore che ha stimolato la fantasia e la curiosità di popoli diversi. Le sue leggende e il suo simbolismo si intrecciano con la storia e le tradizioni.

Leggende e Mitologia

  • Il mito di Chirone e la Centaurea: Il nome botanico del fiordaliso, Centaurea, deriva dalla mitologia greca. Si narra che il centauro Chirone, celebre per la sua conoscenza delle erbe medicinali, utilizzasse i fiori di questa pianta per curarsi una ferita al piede inflitta da una freccia avvelenata scagliata da Ercole. Da questo mito, il fiordaliso è associato alla guarigione e alle proprietà curative.
  • Il mito di Flora: Un'altra leggenda romana narra di una fanciulla di nome Cyanus, innamorata del dio Bacco, che era solita trascorrere le sue giornate nei campi di grano. La dea Flora, invidiosa del suo amore, la trasformò in un fiore, che da quel momento porta il suo nome: Centaurea cyanus, ovvero fiordaliso.
  • La leggenda di Guglielmo I di Germania: Si racconta che durante una battaglia, la regina Luisa di Prussia, madre del futuro imperatore Guglielmo I, si nascose con i suoi figli in un campo di grano. Per distrarre i bambini e placare la loro paura, intrecciò per loro dei mazzolini di fiordalisi. In ricordo di questo episodio, Guglielmo I adottò il fiordaliso come stemma della sua casata. In Germania, infatti, il fiore ha acquisito un forte significato patriottico.

Curiosità e Simbolismo

  • Fiore del grano: Il fiordaliso è stato per secoli una pianta infestante dei campi di grano. A causa del suo stelo robusto, veniva considerato un problema dai contadini, che lo chiamavano "hurt-sickle" (fa male alla falce) in inglese, perché rovinava le lame delle falci. Oggi, a causa dell'uso intensivo di erbicidi, la sua presenza nei campi è diventata molto più rara, tanto da essere considerato un fiore prezioso e da tutelare.
  • Simbolo nel linguaggio dei fiori: Il fiordaliso è un fiore che esprime leggerezza, dolcezza e amicizia sincera. Donarlo significa trasmettere un sentimento di purezza e di felicità. In Oriente, viene spesso regalato come augurio di felicità.
  • Usi tradizionali e proprietà:
  • Rimedi oculari: È da sempre rinomato per le sue proprietà lenitive e antinfiammatorie, soprattutto per gli occhi. Il suo infuso veniva utilizzato per preparare colliri naturali e impacchi per alleviare stanchezza, gonfiore e irritazione.
  • In cucina: I petali del fiordaliso sono commestibili e vengono utilizzati per decorare piatti, insalate, zuppe e prodotti da forno, conferendo un tocco di colore vivace e un sapore leggermente erbaceo.
  • Inchiostro e pigmenti: Anticamente, il succo dei suoi fiori veniva usato per produrre un inchiostro blu e per tingere tessuti, in particolare il lino.
  • Fiore nella storia e nell'arte:
  • Nella tomba del faraone Tutankhamon sono stati ritrovati dei fiordalisi, che, nonostante siano stati a lungo sepolti, avevano conservato il loro colore.
  • Nel Medioevo, era considerato un simbolo di purezza e innocenza.
  • Nel periodo Barocco e Liberty, era un soggetto ricorrente nelle decorazioni di tessuti e porcellane, come quelle di Limoges, e in vari dipinti.

Il fiordaliso è, quindi, molto più di un semplice fiore di campo; è un simbolo di storia, amore, guarigione e bellezza, che continua a incantare e a ispirare.

#fiordaliso #CentaureaNapifolia #botanica #alimurgia

in reply to Adriano Bono

L'immagine mostra una bellissima fioritura di un fiore viola, probabilmente un Aster, che si erge al centro di un prato verde. I petali del fiore sono sottili e radi, con un centro bianco che contrasta con il colore viola. Il fiore è circondato da erba verde e altre piante, creando un'atmosfera naturale e serena. La luce del sole illumina delicatamente il fiore, mettendo in risalto i suoi dettagli.

Fornito da @altbot, generato localmente e privatamente utilizzando Ovis2-8B

🌱 Energia utilizzata: 0.152 Wh



Prefetto Roma, 'oltre un milione di persone a Tor Vergata'. 'Numero più che attendibile, le aree sono tutte piene'


@Roma

Oltre un milione di persone presenti a Tor Vergata per il Giubileo dei Giovani "è un numero più che attendibile perché le aree, come si vede dall'aereo, sono tutte piene e sono aree che possono contenere" quel numero.

Così il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, parlando con i cronisti nella sala grandi eventi della Questura di Roma.

ansa.it/sito/notizie/topnews/2…

@Roma

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Acea - un data breach nucleare.


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/acea/
Le misure non contano... Si, certo, me lo dicevano già nel duemilacredici! Purtroppo la realtà è ben diversa e le misure contano, eccome. Si potrebbe dire che è tutta una questione di misure. Oggi siamo diventati bravi e riusciamo a misurare e comparare ogni cosa,…



Il baby-verso


Comincio a credere si potrebbe fare un "baby-verso", ovvero un fediverso circoscritto a istanze che mostrano solo contenuti per minori.

Un bacino social in cui farsi le ossa prima di cominciare a navigare in mare aperto.



Rebuilt Batteries for the Cutest Clamshell at the Cafe


Keeping retrocomputers going can be tricky enough, but when you’re talking retro laptops, the battery packs add an extra challenge. While one could simply live without the battery, that’s not going to give you the full retro experience. Replacement batteries are long out of stock, so what can one do? Well, one can check out this excellent tutorial by [lazd] on rebuilding an iBook G3 Clamshell battery.

Even if you don’t have this particular laptop, the general process is likely to be similar for PC laptops of similar vintage. (Which we still can’t believe is a whole quarter-century ago.) Luckily for retrocomputer enthusiasts, even Apple used standard 18650 cells in those bygone, halcyon days when computers were allowed to be more than a few atoms thick. They do need to be unprotected, flat-top cells, but that’s easy enough to source.

So it’s really a matter of carefully prying apart the casing (apparently it needs to be Apple-branded; aftermarket cases can’t survive being opened), removing the old batteries, and welding nickel tabs onto the new cells in the proper configuration. One thing that surprised us is that, apparently, Apple did not go in for balancing in those days — so make sure your cells are all in perfect condition and all equally charged before you start, or things won’t end nicely.
As always, battery orientation matters! The cells are welded into two sets in this Clamshell iBook battery.
Assuming you can pull it off (and your battery pack’s control chip has lasted the 300 moons since its manufacture), you’ll get a not-insignificant 5-hour battery run out of what’s sure to be the cutest clamshell computer at the cafe.

If you are repairing an iBook, while you’re at it, why not upgrade the RAM? You might even be able to fix the screen if it’s succumbing to the sadly-too-common vinegar syndrome.


hackaday.com/2025/08/03/rebuil…



come pensare di risolvere i problemi ecologici e del pianeta passando da un'auto da 1t che mediamene trasporta 1 persona di 70kg a una di 3,5t sempre mediamente trasportante una persona da 70kg... (secondo me è una malattia mentale)


maledetto bullo


Si possono portare i gruppi Facebook nel Fediverso? Certamente. Ma come utilizzare le categorie di citiverse.it (ossia #NodeBB) da poliverso.org (ossia #Friendica)? Ecco una breve guida

Come ormai @Le Alternative abbiamo iniziato a sperimentare su NodeBB con l’ambizione di creare un’alternativa federata ai gruppi Facebook, soprattutto quelli locali.

Per chi lo visita direttamente dal sito, Citiverse è semplicemente un Forum; ma per chi lo usa dal Fediverso, Citiverse è un’istanza qualsiasi, con le “categorie” del Forum che diventano “gruppi Activitypub”, come le comunità Lemmy o i gruppi Friendica.

@Che succede nel Fediverso?

Così come per gli utenti Lemmy le categorie NodeBB sono indistinguibili dalle comunità Lemmy, anche per un utente Friendica, sono indistinguibili dai gruppi Friendica!


Al momento abbiamo creato una settantina di comunità, suddivise per macrocategorie e abbiamo già creato una guida per gli utenti Mastodon e ovviamente una guida per gli utenti Lemmy.

Ecco quindi una guida per gli utenti Friendica: volete visualizzare le categorie NodeBB dal vostro account Poliverso? Allora è sufficiente:

1) cercare il link della categoria su Citiverse: per esempio https://citiverse.it/category/13/roma o https://citiverse.it/category/31/localhost
2) copiarlo nella casella di ricerca di Friendica (in alto al centro) e premere invio (NB: spesso è sufficiente scrivere l'handle @roma@citiverse.it o @localhost@citiverse.it ma quello del link è il modo più sicuro)
3) a quel punto potremmo cliccare sulla scheda conversazioni

NB: alcune potrebbero sembrarvi vuote, perché i messaggi che “contengono” si vedono solo dopo che le avete seguite.

Per aprire una comversazione sulle comunità è invece sufficiente menzionare la comunità, per esempio @roma@citiverse.it o @localhost@citiverse.it all'interno del messaggio (possibilmente non nel primo paragrafo del messaggio) e pubblicare, come abbiamo scritto qui.

Per i più pigri? Ecco qua le "categorie" che abbiamo creato finora:


1) GRUPPI LOCALI

- Abruzzo: @abruzzo@citiverse.it
- - L’Aquila: @l-aquila@citiverse.it
- Basilicata: @basilicata@citiverse.it
- - Potenza: @potenza@citiverse.it
- Calabria: @calabria@citiverse.it
- - Catanzaro: @catanzaro@citiverse.it
- Campania: @campania@citiverse.it
- - Napoli: @napoli@citiverse.it
- Emilia Romagna: @emilia-romagna@citiverse.it
- - Bologna: @bologna@citiverse.it
- Friuli Venezia Giulia: @friuli-venezia-giulia@citiverse.it
- - Trieste: @trieste@citiverse.it
- Lazio: @lazio@citiverse.it
- - Roma: @roma@citiverse.it
- Liguria: @liguria@citiverse.it
- - Genova: @genova@citiverse.it
- Lombardia: @lombardia@citiverse.it
- - Varese: @varese@citiverse.it
- - Como: @como@citiverse.it
- - Milano: @milano@citiverse.it
- Marche: @marche@citiverse.it
- - Ancona: @ancona@citiverse.it
- - - Senigallia: @senigallia@citiverse.it
- Molise: @molise@citiverse.it
- - Campobasso: @campobasso@citiverse.it
- Piemonte: @piemonte@citiverse.it
- - Torino: @torino@citiverse.it
- Puglia: @puglia@citiverse.it
- - Bari: @bari@citiverse.it
- Sardegna: @sardegna@citiverse.it
- - Cagliari: @cagliari@citiverse.it
- Sicilia: @sicilia@citiverse.it
- - Palermo: @palermo@citiverse.it
- Toscana: @toscana@citiverse.it
- - Pisa: @pisa@citiverse.it
- - Firenze: @firenze@citiverse.it
- - Siena: @siena@citiverse.it
- Trentino Alto Adige: @trentino-alto-adige@citiverse.it
- - Trento: @trento@citiverse.it
- - Bolzano: @trento@citiverse.it- Umbria: @umbria@citiverse.it
- - Perugia: @perugia@citiverse.it
- Val d’Aosta: @val-d-aosta@citiverse.it
- - Aosta: @aosta@citiverse.it
- Veneto: @veneto@citiverse.it
- - Verona: @verona@citiverse.it
- - Padova: @padova@citiverse.it
- - Venezia: @venezia@citiverse.it
- - Rovigo: @rovigo@citiverse.it

2) FEDIVERSO

- Fediverso: @fediverso@citiverse.it
- - Friendica: @friendica@citiverse.it
- - Poliverso: @poliverso@citiverse.it
- Lemmy: @lemmy@citiverse.it
- - Feddit.It: @feddit.it@citiverse.it
- Bluesky: @bluesky@citiverse.it
- Mastodon Glitch-Soc: @mastodon-glitch@citiverse.it
- - Poliversity: @poliversity@citiverse.it

3) GRUPPI E ASSOCIAZIONI

- Gruppi e associazioni: @gruppi-e-associazioni@citiverse.it
- - Fiab L’Aquila: @fiab-l-aquila@citiverse.it
- - Neverland: @neverland@citiverse.it
- - Vegan City: @vegan-city@citiverse.it


4) DEGOOGLIZZAZIONE


- Addio Big Tech: @addio-big-tech@citiverse.it
- - Browser: @browser@citiverse.it
- - Metaland: @metaland@citiverse.it
- - Localhost: @localhost@citiverse.it
- - Googlelandia: @googlelandia@citiverse.it
- - Amazon-ia: @amazon-ia@citiverse.it


5) ALTRO


- Annunci: @annunci@citiverse.it
- Test: @test@citiverse.it


Un mese di sperimentazione con Citiverse.it. Quali sono le comunità attive e, soprattutto, di cosa abbiamo bisogno?


@fediverso@feddit.it

Un mese fa @skariko e io abbiamo ininziato a sperimentare su NodeBB con l'ambizione di creare un'alternativa federata ai gruppi Facebook, soprattutto quelli locali.

Per chi lo visita direttamente dal sito, Citiverse è un Forum; ma per chi lo usa dal Fediverso, Citiverse è un'istanza qualsiasi, ma con le "categorie" del Forum che diventano "gruppi Activitypub", come le comunità Lemmy.

Al momento abbiamo creato una settantina di comunità, suddivise per macrocategorie.

Volete visualizzarle dal vostro account Mastodon? Eccole qua:


NB: alcune potrebbero sembrarvi vuote, perché i messaggi che "contengono" si vedono solo dopo che le avete seguite.


1) DISCUSSIONI GENERALI



2) LUOGHI E CITTA'



3) FEDIVERSO



GRUPPI E ASSOCIAZIONI



4) ALTRO



DI COSA ABBIAMO BISOGNO


Vogliamo far diventare Citiverse un'alternativa ai gruppi Facebook, ma per farlo abbiamo bisogno che sia una comunità attiva:
Se la discussione è scarsa, nessuno prenderà in considerazione citiverse.it! Quindi:

1) seguite le comunità e partecipate alle discussioni con il vostro account federato
2) se volete una nuova comunità, chiedetecela
3) e se volete iscrivervi al forum, in questa fase, dobbiamo inviarvi l'invito via email


Questa voce è stata modificata (4 mesi fa)
in reply to Max - Poliverso 🇪🇺🇮🇹

@Massimiliano Polito 🇪🇺🇮🇹 @Le Alternative

Questa cosa mi interessa molto, qualche domanda:

1) perché sconsigliate di menzionare la comunità nella prima riga?

Perché viene una schifezza: la prima riga infatti diventa un titolo nelle piattaforme forum-like, quindi scrivere la menzione all'inizio rende orripilante il post. La cosa migliore è scrivere un primo paragrafo con un titolo riassuntivo della conversazione, poi la menzione e poi il resto del testo

Me ne scordo di cosa? 😁

😂😭

2) è possibile vedere da citiverse.it quale sia l'handle di una comunità

Generalmente è lo stesso nome della categoria. Per esempio se la categoria è https://citiverse.it/category/13/NOMECATEGORIA allora l'handle è al 99% @NOMECATEGORIA@citiverse.it ma quando è la prima volta che usi una comunità, ti conviene fare prima la ricerca, perché la comunità potrebbe non essere ancora stata collegata dalla tua istanza

3) giorni fa ho creato un account su citiverse.it per poter interagire con le comunità, a questo punto mi viene il dubbio che avrei potuto fare tutto con il mio account su poliverso.org senza farne uno nuovo anche lì. Corretto?

Non necessariamente: per esempio io presefrisco utilizzare un account social (Mastodon o Friendica) per scrivere nuovi post su citiverse.it perché lo trovo più comodo. Ma l'esperienza Forum è molto più ordinata e, soprattutto, NodeBB recupera molto bene i contenuti dalle altre istanze. Quindi in un cero senso è vantaggioso usare un account NodeBB.
Inoltre se vuoi moderare una comunità, avere un account NodeBB è fondamentale.

Per concludere, direi che avere due account è meglio che averne uno solo

in reply to Max - Poliverso 🇪🇺🇮🇹

@Massimiliano Polito 🇪🇺🇮🇹 @Le Alternative

1) quindi il titolo del post, per chi usa Friendica, viene ignorato da nodeBB?

No, in effetti non dovrebbe affatto essere ignorato, ma siccome il titolo non lo uso quasi mai, non saprei risponderti... Magari prova a pubblicare un nuovo post con Titolo e vedi che succede

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

@Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ @Le Alternative

Volevo mettere un messaggio di prova, sono andato a cercare il link del forum di test su citiverse.it e mi sono accorto che avevo mandato un messaggio di prova giorni fa per vedere come funzionava e manco a farlo a posta quel messaggio aveva un titolo.

NodeBB ha usato il titolo che avevo messo su Friendica come titolo del post che ha creato su citiverse ma anche come prima riga del suo testo.



“Vibe Coding” per il malware! Un pacchetto dannoso creato dalle AI si affaccia su NPM


I ricercatori hanno identificato una nuova minaccia nell’ecosistema npm: un pacchetto dannoso generato dall’intelligenza artificialechiamato @kodane/patch-manager, è stato realizzato per rubare criptovalute. Presentato come una libreria per “il controllo avanzato delle licenze e l’ottimizzazione del registro per applicazioni Node.js ad alte prestazioni”, è stato caricato da un utente di nome Kodane il 28 luglio 2025 ed è stato scaricato più di 1.500 volte prima di essere rimosso dal registro pubblico.

Secondo Safety, un’azienda specializzata nella protezione della supply chain del software, l’attività dannosa è incorporata direttamente nel codice sorgente e si maschera da “svuotamento avanzato del portafoglio stealth”. L’infezione si verifica nella fase postinstall di esecuzione automatica dello script subito dopo l’installazione del pacchetto, il che è particolarmente pericoloso nei processi CI/CD poco trasparenti in cui le dipendenze vengono aggiornate senza intervento umano. Pertanto, il sistema può essere compromesso senza eseguire manualmente il codice.

Il componente malware crea un identificatore macchina univoco e lo trasmette al server di comando sweeper-monitor-production.up.railway.app. Il server registra gli host compromessi: almeno due sono stati registrati al momento dell’analisi. Lo script distribuisce il payload in directory nascoste sui sistemi Windows, Linux e macOS, rendendolo difficile da rilevare.

Successivamente, il dispositivo viene scansionato alla ricerca di wallet di criptovalute. Se viene rilevato un file di wallet locale, il drainer preleva automaticamente tutti i fondi su un indirizzo preimpostato nella blockchain di Solana. Il meccanismo funziona in modo autonomo e non richiede l’interazione dell’utente, il che rende l’attacco particolarmente efficace.

Di particolare interesse è il fatto che il pacchetto sembra essere stato generato parzialmente o completamente utilizzando il chatbot Claude di Anthropic. Ciò è indicato dai seguenti segnali rivelatori: emoji nei log, commenti eccessivamente dettagliati e ben strutturati nel codice, numerosi messaggi di console intuitivi e un file README formattato nello stile tipico dei template di Claude. Inoltre, le modifiche al codice sono spesso contrassegnate con la parola “Enhanced” (migliorato), un modello di generazione consolidato di Claude.

Secondo gli analisti, l’attacco evidenzia il rischio in rapida crescita dell’utilizzo di reti neurali per creare codice dannoso , e non un codice qualsiasi, bensì accuratamente elaborato, plausibile e spesso apparentemente “utile”. Ciò complica il compito dei team di sicurezza e degli sviluppatori di supporto: una minaccia può camuffarsi da libreria legittima, superare il vaglio e entrare in produzione senza evidenti segni di malevolenza.

L'articolo “Vibe Coding” per il malware! Un pacchetto dannoso creato dalle AI si affaccia su NPM proviene da il blog della sicurezza informatica.



A DIY Fermenter for Flavorful Brews


Fermentation is a culinary art where tiny organisms transform simple ingredients into complex flavors — but they’re finicky about temperature. To keep his brewing setup at the perfect conditions, [Ken] engineered the Fermenter, a DIY insulated chamber controlled by Home Assistant for precision and remote monitoring.

The Fermenter build starts with an insulated chamber constructed from thick, rigid foam board, foil tape, weather strips, and a clever use of magnets to secure the front and top panels, allowing quick access to monitor the fermentation process. The chamber is divided into two sections: a larger compartment housing the fermentation vessel and a smaller one containing frozen water bottles. A fan, triggered by the system, circulates cool air from the bottle chamber to regulate temperature when things get too warm.

The electronics are powered by an ESP8266 running ESPHome firmware, which exposes its GPIO pins for seamless integration with Home Assistant, an open-source home automation platform. A DS18B20 temperature sensor provides accurate readings from the fermentation chamber, while a relay controls the fan for cooling. By leveraging Home Assistant, [Ken] can monitor and adjust the Fermenter remotely, with the flexibility to integrate additional devices without rewiring. For instance, he added a heater using a heat mat and a smart outlet that operates independently of the ESP8266 but is still controlled via Home Assistant.

Thanks [Ken] for sending us the tip on this ingenious project he’s been brewing. If you’re using Home Assistant in a unique way, be sure to send in your project for us to share. Don’t forget to check out some of the other Home Assistant projects we’ve published over the years. Like a wind gauge, maybe. Or something Fallout-inspired.

youtube.com/embed/nyE2-FArnkc?…


hackaday.com/2025/08/03/a-diy-…



Akira ransomware prende di mira i dispositivi SonicWall con un bug 0day


Da metà luglio, si è registrato un aumento degli attacchi ransomware da parte della cyber gang Akira contro i dispositivi SonicWall. Secondo Arctic Wolf, gli aggressori stanno utilizzando attivamente le connessioni VPN SSL di questi firewall, con il principale sospetto che stiano sfruttando una vulnerabilità zero-day precedentemente sconosciuta.

Akira è emerso nel marzo 2023 e da allora ha attaccato oltre 300 organizzazioni in tutto il mondo. Tra le vittime figurano Nissan (in Australia e Oceania), Hitachi e la Stanford University. Secondo l’FBI , il gruppo ha ricevuto oltre 42 milioni di dollari dalle vittime ad aprile 2024.

Secondo Arctic Wolf Labs, gli attacchi sono iniziati il 15 luglio. In molti casi, l‘accesso non autorizzato è stato registrato tramite la VPN SSL dei dispositivi SonicWall. I ricercatori sottolineano che il metodo esatto di penetrazione iniziale non è stato ancora determinato. Sebbene la versione con vulnerabilità zero-day sembri la più probabile, non si possono escludere completamente scenari con credenziali compromesse (attacchi brute-force, attacchi a dizionario e attacchi di massa).

Una volta ottenuto l’accesso, gli aggressori hanno rapidamente crittografato i dati, un modello coerente con gli attacchi monitorati dall’ottobre 2024. Tutto indica una campagna mirata e a lungo termine contro SonicWall. Gli aggressori stanno seguendo uno schema consolidato: distruggere definitivamente i backup, lasciando le vittime senza possibilità di recuperarli.

Si noti inoltre che questi attacchi utilizzano un metodo atipico di accesso VPN: invece dei tradizionali provider di comunicazione, gli aggressori si connettono tramite piattaforme di hosting. Questo consente di distinguere il traffico dannoso da quello legittimo.

L’indagine è in corso, ma si consiglia agli amministratori di SonicWall di disattivare temporaneamente la VPN SSL, abilitare la registrazione avanzata, abilitare il monitoraggio delle attività degli endpoint e bloccare l’accesso alla VPN dagli indirizzi IP di hosting finché non saranno disponibili le patch.

Questa raccomandazione è stata pubblicata una settimana dopo un avviso di SonicWall stessa, che richiedeva un aggiornamento urgente dei dispositivi della serie SMA 100. Riguardava la vulnerabilità critica CVE-2025-40599, che consente l’esecuzione di codice arbitrario su dispositivi non protetti con diritti di amministratore.

Sebbene non vi siano dati di utilizzo attivo di questa vulnerabilità, l’azienda sottolinea che i dispositivi sono già coinvolti in attacchi che utilizzano login e password rubati, anche per l’installazione del nuovo rootkit OVERSTEP scoperto dai ricercatori del Google Threat Intelligence Group.

SonicWall ha inoltre raccomandato vivamente agli amministratori delle versioni virtuali e fisiche di SMA 100 di esaminare i registri delle attività, cercare indicatori di compromissione e contattare immediatamente l’assistenza se rilevano segnali di violazione.

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Scoperta la nuova backdoor GhostContainer che minaccia le istanze Exchange delle aziende asiatiche


Gli specialisti di Kaspersky Lab hanno scoperto una nuova backdoor e si chiama GhostContainer, basata su strumenti open source. I ricercatori ritengono che la comparsa di questo malware possa essere parte di una sofisticata campagna mirata rivolta a grandi organizzazioni in Asia, comprese le imprese high-tech. Presumibilmente, l’obiettivo degli aggressori è lo spionaggio informatico.

Il malware è stato scoperto in risposta a un incidente che ha coinvolto attacchi all’infrastruttura di Exchange nel settore pubblico. I ricercatori si sono concentrati sul file App_Web_Container_1.dll, che si è rivelato essere una backdoor multifunzionale complessa basata su diversi progetti open source. Il malware è in grado di espandersi dinamicamente e di acquisire nuove funzionalità caricando moduli aggiuntivi.

L’installazione di una backdoor conferisce agli aggressori il pieno controllo del server Exchange, aprendo numerose opportunità per ulteriori attività dannose. Il malware utilizza diversi metodi per eludere il rilevamento e si maschera da componente server per confondersi con le operazioni standard.

La backdoor può fungere da server proxy o tunnel, il che, secondo gli esperti, espone l’intera rete interna dell’azienda a minacce esterne e crea anche il rischio di fuga di dati riservati.

“La nostra ricerca ha dimostrato che gli aggressori sono tecnicamente molto competenti: comprendono le vulnerabilità dei sistemi Exchange e sono in grado di creare e migliorare strumenti complessi per lo spionaggio basati su codice pubblicamente disponibile”.

Inoltre Kaspersky ha aggiunto “Sebbene i primi incidenti siano stati registrati in Asia, esiste la possibilità che gli aggressori possano utilizzare il malware scoperto in altre regioni. Sebbene al momento non ci siano informazioni sufficienti per attribuire GhostContainer a un gruppo noto, continueremo a monitorare l’attività della backdoor per comprendere meglio il panorama delle minacce informatiche”, commenta Sergey Lozhkin, responsabile del GReAT per le regioni APAC e META.

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SoftBank lancia le stazioni radio base 4G e 5G su dirigibili nella stratosfera


SoftBank ha annunciato che la sperimentazione di stazioni base 4G e 5G installate su dirigibili inizierà in Giappone nel 2026. I dirigibili solleveranno le apparecchiature a un’altezza di 20 km, nella stratosfera, dove non ci sono praticamente venti forti. Una piattaforma ad alta quota di questo tipo fornirà una connessione diretta ai normali smartphone e promette una latenza dimezzata rispetto al sistema satellitare Starlink. Il funzionamento delle piattaforme stratosferiche sarà più economico.

La giapponese SoftBank si affida agli sviluppi della startup americana Sceye di Moriarty, nel New Mexico. L’accordo di cooperazione è stato firmato nel 2020. Nell’ottobre 2023, il team congiunto di Sceye e SoftBank ha effettuato la prima chiamata internazionale annunciata pubblicamente al mondo dal Ruanda a Tokyo utilizzando una piattaforma cellulare stratosferica.

Tale piattaforma, oltre alle apparecchiature ricetrasmittenti, è dotata di potenti batterie e pannelli solari flessibili che ricoprono l’involucro esterno del dirigibile. Grazie alle batterie e alle celle solari, il velivolo, più leggero dell’aria, può rimanere in quota fino a un anno, rimanendo in posizione grazie all’ausilio di motori elettrici.

SoftBank non ha ancora deciso se le comunicazioni cellulari ad alta quota saranno utilizzate in modo permanente in aree scarsamente popolate o se le piattaforme saranno attivate in caso di necessità, ad esempio in caso di emergenze e calamità naturali. Un’operazione di prova prevista per il 2026 consentirà calcoli più precisi e una decisione informata.

L’azienda sottolinea che le piattaforme ad alta quota non sono solo ripetitori. Per l’utente, connettersi alla “torre” del dirigibile sarà impercettibile come passare da una stazione base a terra all’altra durante gli spostamenti. Ciò è stato possibile, in parte, grazie alla decisione dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, che nel 2023 ha assegnato alle piattaforme stratosferiche una gamma di frequenze da 700 MHz a 2,6 GHz, un ordine di grandezza inferiore rispetto a prima. Ciò ha reso possibile la connessione diretta dei comuni smartphone a tali stazioni, cambiando di fatto le regole del gioco in questo mercato emergente.

Allo stesso tempo, SoftBank non nasconde il fatto che i dirigibili come piattaforma sono tutt’altro che perfetti. La struttura stessa rappresenta il 30% della massa, mentre un altro 30% è costituito dalle apparecchiature energetiche. Rimangono solo circa 250 kg per il carico utile. Ciononostante, una di queste stazioni stratosferiche può sostituire fino a 25 torri di terra, il che rende il progetto economicamente promettente.

Inoltre, SoftBank sta anche sviluppando piattaforme ad alta quota su veicoli più pesanti dell’aria con un’ala rigida, che promette di presentare in seguito. Ognuna delle piattaforme occuperà la sua nicchia e sarà in grado di competere con i satelliti orbitali in una serie di compiti.

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nonostante l'articolo sia scritto in maniera non male e sia chiaro il contesto, l'italiano analfabeta funzionale di turno penserà subito "lo vedi che abbassare la velocità a 30km/h funziona?" (come se esistessero soluzioni facili e veloci) eppure è un problema di trasporto pubblico e di altri fattori. in italia limitare la velocità a 30km/h è il solito esercizio di scarico coscienza per pensare che si sia fatto qualcosa. poco conta se i dossi eccessivi uccidono ciclisti, ostacolano le ambulanze, ecc, come pure le tane che ci sono per le strade italiane. senza contare che alla fine andare a 30km/h in qualche punto senza comunque aver capito che la prudenza e le distanze di sicurezza sono importanti è inutile. alla fine qualche statistica ammaestrata risolverà il problema. e inoltre è inutile parlare di sicurezza dopo aver riempito le strade di suv. inutile piangere sul latte versato. come al solito la causa di tutti i mali sono gli italiani. cerchi la sicurezza sulle strade e compri un suv? ma sei scemo?


Ammazza che cornacchia intelligente, sapeva di morire ed è andata proprio nel giardino dell'istituito zooprofilattico 🤔🤔🤔.


Squishy Beyblades Made With 3D Printer Fail To Compete In The Arena


When Beyblades first came out a couple of decades ago, they quickly became a fad across Japan and several Western countries. There was a whole ecosystem of parts that you could buy and use to build competitive fighting spinning tops. These days, though — 3D printers are ubiquitous. There’s very little stopping you from printing whatever Beyblade-compatible parts your heart desires, as [JettKuso] demonstrates.

For [JettKuso], the rubber attack tips were a personal favorite. They had high grip on the plastic arena floor and would allow a top to make rapid, aggressive moves that would knock other tops out of the arena. Not desiring to import specific Beyblade parts at great expense, he decided to print some rubber tips and associated parts instead. The result? Squishy Beyblades!

[JettKuso] built various tops with official and custom TPU parts, and put them in battles to see what worked and what didn’t. In many cases, the TPU replacement parts didn’t make a big difference or proved worse than the standard parts. However, when [JettKuso] got crazy, he found one thing that kind of worked. A mega-heavy TPU top blade, which weighed as much as the standard metal rings, was able to successfully win battles against less competitive standard builds.

Ultimately, the video serves as a testament to the developers of the original toys themselves. It’s not so simple to just print up some parts and have them be competitive with the tried-and-tested gear that comes off the store shelves. The experience ultimately gave [JettKuso] a greater appreciation for all the thought that went into the commercial toys. Video after the break.

youtube.com/embed/2X2Xjc4tsfI?…


hackaday.com/2025/08/02/squish…



An Ode to the Aesthetic of Light in 1024 Pixels


Raspberry Pi Pico LED display sitting in window sill

Sometimes, brilliant perspectives need a bit of an introduction first, and this is clearly one. This video essay by [Cleggy] delivers what it promises: an ode to the aesthetic of light. But he goes further, materializing his way of viewing things into a beautiful physical build — and the full explanation of how to do it at home.

What’s outstanding here is not just the visual result, but the path to it. We’ve covered tons of different LED matrices, and while they’re all functional, their eventual purpose is left up to the builder, like coasters or earknobs. [Cleggy] provides both. He captured a vision in the streets and then built an LED matrix from scratch.

The matrix consists of 1024 hand-soldered diodes. They’re driven by a Raspberry Pi Pico and a symphony of square waves. It’s not exactly a WS2812 plug-and-play job. It’s engineered from the silicon up, with D-latches and demultiplexers orchestrating a mesmerizing grayscale visual.

Pulse-width modulation (PWM) is the secret ingredient of this hack. [Cleggy] dims each white pixel separately, by varying the duty cycle of its light signal. The grayscale video data, compressed into CSV files, is parsed line-by-line by the Pico, translating intensity values into shimmering time slices.

It transforms the way you see and perceive things. All that, with a 1000 LED monochrome display. Light shows are all highly personal, and each one is a little different. Some of them are really kid stuff.

youtube.com/embed/cWpT_prTC54?…


hackaday.com/2025/08/02/an-ode…



2025 One Hertz Challenge: Learn Morse Code One Second at a Time


Learning Morse Code is no longer a requirement for HAMs in many jurisdictions, but it’s still a nice skill to have. [I_void(warranties)] wanted to learn, but couldn’t find a trainer that fit his style. What to do but build it yourself? Since we’re in the midst of a challenge, he took up the gauntlet and turned his need to learn Morse into a 1 hertz Morse code game.

In concept it is quite simple: a message beeps out in Morse, with a corresponding LED flash, all in one second. The player then has one second to type think they heard. Get it done fast enough, and a character LCD will tell you if you scored.

The project is based around an Arduino Nano; thanks to easily-available libraries, a PS/2 keyboard can serve as input and a 2×16 LCD as feedback with no real effort expended. For the audible component of the Morse challenge, an 8-ohm speaker is driven right off a pin on the Arduino. We won’t claim this efficient design only took one second to put together, but it probably didn’t take too long.

Of course this trainer, unlike some we’ve seen, only helps you learn to listen to the stream of dots and dashes. None of the others ever tried to fit a One Hertz theme, or [I_void(warranties)]’s particular learning style. For some, decoupling send and receive might be just the ticket to finally learning Morse one second at a time.

2025 Hackaday One Hertz Challenge


hackaday.com/2025/08/02/2025-o…



This Plane Flies Slow Because Its Wings Really Blow


The key to Short Takeoff and Landing (STOL) operations is the ability to fly slow– really slow. That’s how you get up fast without a long takeoff roll to build up speed. Usually, this involves layers of large flaps and/or leading edge slots, but [rctestflight] on YouTube decided he wanted to take a more active approach with a fully blown wing.

The airplane in question is R/C, of course, and good thing: these wings would be a safety nightmare for a manned aircraft. With a blown wing, air is blown out of a slot on the top end of the wing, producing a high-speed, high-pressure zone that keeps the wing flying when it would otherwise be completely stalled out. As long as everything works, that’s great! If an engine fails, well, suddenly you aren’t flying anymore — and you’re going too slow to glide. It ends badly.

[rctestflight] doesn’t have to worry about that, though, because this foamboard and pink styro R/C aircraft carries nothing that can’t survive a crash. (A couple of electric ducted fans (EDCs), an Ardupilot, a radio, and a battery are all pretty shock-resistant.) The EDCs sit midway down the chord of the wings, and blow air into a plenum carved into the foam. On each wing, the exhaust from the fans is driven rearward from a slot created by a piece of carbon fiber. This air serves not only as a lift-enhancement but also as the plane’s sole propulsion and a component of its control system.

Propulsion makes sense: all that air washing back of the wing was bound to create thrust, but control? Well, if you run the EDCs at different speeds, you’re going to create a different amount of thrust on each side of the aircraft. Differential thrust on a twin-engined aircraft can usually control yaw, but on this plane, it will also speak to pitch as the wing with more thrust will experience greater lift, causing that wing to rise and forcing the other to drop. It’s an interesting control scheme, but ultimately [rctestflight] decided he did not trust it enough not to add in ailerons.

The blown wing does work, however, with the plane having a very, very impressively short takeoff distance– doubly so for a seaplane. We shouldn’t be surprised, though. [rctestflight] has been at this a long time; we’ve seen everything from human-carrying hydrofoils to a series of solar soarers, to a 3D-printed rover-tank from the prolific YouTuber.

We still wouldn’t ride in it, though.

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hackaday.com/2025/08/02/this-p…



Thanks, Tamiya-san


We’re saddened to report the passing of Shunsaku Tamiya, the man behind the Tamiya line of models. What was surprising about this, though, is how many of our readers and writers alike felt touched by the Tamiya model company. I mean, they made great models, and they’re definitely a quality outfit, but the outpouring of fond memories across a broad spectrum was striking.

For example, we originally ran the story as breaking news, but our art director Joe Kim spent a good part of his childhood putting together Tamiya kits, and felt like he absolutely had to do a portrait of Mr. Tamiya to pay his respects. I presume Joe is more on the painting-the-models end of the spectrum of Tamiya customers, given his artistic bent. Jenny’s writeup is absolutely touching, and her fond remembrances of the kits shines through her writing.

Myself, I’m on the making-small-robots end of the spectrum, and was equally well served. Back in the early ’90s, the “twin motor gearbox” was a moderately challenging and tremendously rewarding build for me, but it was also the only variable-ratio small motor gearbox that we had easy access to for making small bots to run around the living room.

Indeed, the Tamiya line included a whole series of educational models and components that were just perfect for the budding robot builder. I’m sure I have a set of their tank treads or a slip clutch in a box somewhere, even today.

It’s nice to think of how many people’s lives were touched by their kits, and to get even a small glimpse of that, you just need to read our comment section. We hope the company holds on to Mr. Tamiya’s love for quality kits that inspire future generations, whether they end up becoming artists, engineers, or simply hackers.

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hackaday.com/2025/08/02/thanks…

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Costa 5 iPhone, salta, tira pugni ma ancora non lava i piatti. R1, il robot cinese che sta sconvolgendo il web


Nel panorama sempre più affollato dei robot umanoidi, il nuovo Unitree R1 ha fatto notizia non solo per le sue capacità acrobatiche, ma soprattutto per un prezzo che rompe gli schemi: circa 5.900 dollari (circa 5.500 euro). Un costo sorprendente se pensiamo che i modelli precedenti – come il G1 della stessa Unitree – arrivavano a sfiorare i 99.000 yuan (oltre 12.000 euro).

Ma cosa può fare davvero il R1? E possiamo immaginarlo davvero come assistente domestico?

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Tecnologia e caratteristiche


R1 è alto circa 1,21 metri, pesa 25 kg e ha ben 26 gradi di libertà che gli permettono movimenti complessi e fluidi: capriole, pugni, calci rotanti, perfino verticali. Il tutto grazie a una combinazione di motori ad alta coppia, giunti avanzati e un modulo di intelligenza artificiale capace di riconoscere voce, immagini e rispondere ai comandi.

Integra:

  • Telecamera binoculare per la visione 3D
  • Microfoni e altoparlanti stereo
  • Connettività Wi‑Fi 6 e Bluetooth 5.2
  • Batteria rimovibile che garantisce circa 1 ora di autonomia


E nelle faccende di casa?


Qui arriva la (parziale) delusione:

  • La versione base del R1 non ha mani funzionanti; può muovere le braccia, ma non afferrare o manipolare oggetti.
  • L’autonomia ridotta e la necessità di script o comandi manuali rendono complesso pensare a un robot che lavi i piatti o passi l’aspirapolvere.

Chi vuole davvero provare a trasformarlo in un aiuto domestico deve guardare alla versione EDU, dotata di mani tattili e modulo di calcolo più potente, ma a un prezzo più alto.

A cosa serve davvero oggi?


Il R1 non è (ancora) il maggiordomo robotico che sogniamo, ma ha un potenziale enorme:

  • Robotica educativa e ricerca
  • Sperimentazione di IA e algoritmi di percezione e movimento
  • Dimostrazioni ed eventi (immaginate un robot che fa parkour dal vivo)
  • Sviluppo di applicazioni custom per aziende o università


Perché è importante


Il vero punto forte del R1 è il prezzo: meno di 6.000 dollari significano che startup, ricercatori e maker possono finalmente mettere le mani su un umanoide programmabile, senza dover investire cifre a sei zeri.

In più, Unitree ha dimostrato che è possibile progettare robot complessi con costi relativamente accessibili, accelerando una corsa che potrebbe trasformare profondamente mercati come:

  • la formazione tecnica e universitaria
  • l’intrattenimento live e digitale
  • l’industria e la robotica collaborativa


Conclusione


Il Unitree R1 oggi è più performer da palco che domestico. Ma, se guardiamo alla velocità con cui l’azienda cinese sta migliorando design e prezzi, possiamo immaginare un futuro non troppo lontano in cui avere un robot umanoide in casa non sarà più fantascienza, ma una realtà accessibile.

Per ora, chi vorrà provare a farlo cucinare o pulire dovrà armarsi di pazienza, tanto codice… e probabilmente qualche upgrade hardware.

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Allarme Backdoor! La Cina preoccupata di possibili interferenze tramite i chip Nvidia


La Cyberspace Administration of China (CAC) ha espresso preoccupazione per la recente proposta degli Stati Uniti di integrare funzionalità di tracciamento e localizzazione nei chip avanzati destinati all’esportazione. Questa misura potrebbe compromettere le prospettive di vendita di Nvidia nel mercato cinese, proprio poche settimane dopo la revoca del divieto statunitense all’esportazione dei chip H20 dell’azienda.

In un comunicato diffuso giovedì, la CAC ha reso noto di aver convocato Nvidia per chiarire se il chip H20 contenesse potenziali rischi di sicurezza, in particolare la presenza di una “backdoor”: un meccanismo nascosto in grado di aggirare le normali misure di autenticazione o sicurezza, aprendo la strada a possibili accessi non autorizzati. Nvidia, dal canto suo, ha negato categoricamente ogni rischio. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato:

“La sicurezza informatica è di fondamentale importanza per noi. Nei chip Nvidia non sono presenti meccanismi di backdoor a cui altri possano accedere o che possano controllare da remoto”.

Questa vicenda si inserisce in un contesto di tensioni crescenti nella guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina. La revoca del divieto all’esportazione dell’H20 – imposto ad aprile – è arrivata dopo che Nvidia aveva progettato questo chip appositamente per il mercato cinese, cercando di aggirare le restrizioni introdotte dagli Stati Uniti alla fine del 2023 sui chip AI più avanzati.

All’inizio del mese, il CEO di Nvidia, ha compiuto una visita ufficiale in Cina, partecipando a numerosi eventi pubblici e incontrando funzionari governativi. Durante il viaggio, Huang ha ribadito l’impegno dell’azienda per sostenere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale nel Paese, cercando di consolidare il rapporto con Pechino.

Una domanda che resta forte


Secondo Charlie Chai, analista presso la società di ricerca tecnologica 86Research, l’iniziativa della Cina avrebbe più un significato simbolico che pratico:

“Non crediamo che la Cina imporrà vincoli così severi da compromettere realmente l’operatività di Nvidia. La carenza di alternative fa sì che la Cina abbia ancora bisogno dei chip Nvidia per alimentare la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico”.

Oltre alle aziende private, i chip Nvidia risultano fondamentali anche per istituti di ricerca statali, università e persino enti militari. Stando a quanto riportato da Reuters, la scorsa settimana Nvidia avrebbe ordinato 300.000 chip H20 alla propria fonderia partner, la Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC), per rispondere alla forte domanda del mercato cinese.

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Un nuovo partito di sinistra per la Colombia di Petro


@Notizie dall'Italia e dal mondo
La condanna storica di Uribe scuote gli equilibri in vista delle elezioni del 2026, mentre la sinistra colombiana si riorganizza in un nuovo partito per arginare il ritorno dell’estrema pagineesteri.it/2025/08/02/ame…