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Venerdì 10 marzo avrò il piacere di partecipare alla tavola rotonda “Infrastrutture critiche e protezione dei dati”, nell’ambito dell’International Bologna Consensus Assembly on Telemedicine. Il congresso è promosso dalla Società Italiana di Telemedicina in collaborazione con numerose Società scientifiche, del Terzo Settore, di cittadini e pazienti, nonché Fondazioni ed Enti di ricerca. Per info e...


Il 27 febbraio vi ho raccontato dei clandestini italiani che pur sapendo di rischiare la vita cercavano di attraversare il confine francese alla ricerca di una vita migliore. Le guide li chiamavano “fenicotteri” perché sapevano che prima o poi avrebb


Il 27 febbraio vi ho raccontato dei clandestini italiani che pur sapendo di rischiare la vita cercavano di attraversare il confine francese alla ricerca di una vita migliore.
Le guide li chiamavano “fenicotteri” perché sapevano che prima o poi avrebbero spiccato il volo.

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Sapevano che “sperdutosi il tratturo dei Sette Cammini tra le erbe e la pietraia li aspettava il volo verso la morte".
Questa sera vi parlerò dei viaggi della speranza di milioni di italiani verso le Americhe.

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Spesso su navi carretta di terza classe
Non erano certo barchini o carrette del mare, ma quei viaggi della speranza erano veramente sicuri?
E allora una domanda sorge spontanea.
Perché avevano tutti una paura folle di salire su quelle navi e fare quel viaggio?
Giudicate voi.

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Furono milioni gli emigranti italiani che si imbarcarono su navi e piroscafi obsoleti e fatiscenti in rotta verso le Americhe.
Erano chiamati “vascelli della morte” perché avevano molti anni di navigazione.
Partivano, stipati, senza nessuna certezza di arrivare a destinazione.

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Molti emigranti non avevano mai visto una nave. Paura, ansia, angoscia, batticuore, seguiti da tanta malinconia, erano i sentimenti che provavano mentre salivano su quelle navi.
Seppur a conoscenza del rischio altissimo di non arrivare vivi, niente li avrebbe potuti fermare.

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Anno 1884 - Sul "Matteo Brazzo" c’erano 1.333 passeggeri in condizioni igieniche precarie.
Ci fu un’epidemia di colera con venti morti e centinaia di ammalati.
La nave fu respinta prima dal Brasile e poi respinta a cannonate a Montevideo per il timore di contagio.

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Argentina e Uruguay vietarono per un certo periodo l’approdo a navi italiane.

Anno 1888 - Sul "Carlo Raggio", una nave da carico trasformata in trasportare emigranti, ci furono 18 morti per fame nel suo primo viaggio.
E nel 1894, sempre sulla stessa nave che aveva imbarcato 1.400 emigranti a Napoli, scoppiò un’altra epidemia di colera.
Il contagio si estese rapidamente obbligando il comandante a dare l’ordine di gettare i morti in mare. I morti furono 206.
La nave fu rispedita in Italia.

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Nel 1888 sul "Cachar" morirono 34 italiani per fame e asfissia

Nel 1889 - Sul "Frisia 27 i morti italiani per asfissia.

Sul "Parà" 34 italiani morti di morbillo.

Nel 1893 - Sul "Remo" 96 morti italiani per colera e difterite

Nel 1894 - Sul "Vincenzo Florio" 20 morti italiani

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Utopia era un piroscafo inglese.
Era partito da Trieste e aveva fatto scalo a Napoli. Aveva a bordo 3 passeggeri di prima classe, 3 clandestini, 60 membri dell’equipaggio e 813 emigranti.

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Era il 17 marzo 1891 quando davanti al porto di Gibilterra, con tempo pessimo e visibilità ridotta, sbagliò manovra e andò a sbattere contro una corazzata alla fonda e colò a picco in pochi minuti.
I morti, quasi tutti italiani, furono 576.

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“Le grida si udivano da lontano. I poveri emigranti, pazzi dal terrore, facevano ressa dalla parte dove il bastimento era ancora fuori d’acqua […] Repente, un terribile colpo di mare mandò in pezzi tutta questa parte del piroscafo”.


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Il 4 luglio 1898 furono 549 i morti (moltissimi dei quali italiani) nella tragedia della "Bourgogne" al largo della Nuova Scozia in seguito a una collisione.
Il comandante finì sotto inchiesta.
Quasi tutti i superstiti erano membri dell’equipaggio.


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Nel 1905 sul piroscafo "Città di Torino" morirono 45 italiani sui 600 imbarcati.

Il 4 agosto 1906 centinaia (nessuno conosce la cifra esatta perché a bordo c’erano molti clandestini) furono gli emigrati italiani vittime del naufragio del "Sirio" in Spagna.

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25/10/1927 - 314 morti (secondo la conta ufficiale, ma le vittime furono almeno il doppio) nel naufragio al largo del Brasile del piroscafo "Principessa Mafalda".
Ricordato come il "Titanic italiano".
Era il suo ultimo viaggio.
Aveva alle spalle 20 anni di mancata manutenzione.

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“Il panico si manifestò particolarmente fra le donne e i bambini. Le donne con i bambini aggrappati alle gonne squarciavano l’aria con i loro urli. I passeggeri di terza classe invasero il ponte di seconda. Subito dopo avvennero due nuove esplosioni e la nave affondò”

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Milioni di emigranti italiani cercarono lontano un futuro migliore.
Molti ce la fecero, molti annegarono, molti morirono di malattie.
Per molti di loro un futuro migliore rimase solo un sogno.

Per non dimenticare.

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La sua Mia


Non è facile smontare una misura assistenzialista, quale è il Reddito di cittadinanza. Il suo scopo dichiarato era quello di favorire il reinserimento nel mercato del lavoro, cosa che è avvenuta per una percentuale minima, un percorso intrapreso da appena

Non è facile smontare una misura assistenzialista, quale è il Reddito di cittadinanza. Il suo scopo dichiarato era quello di favorire il reinserimento nel mercato del lavoro, cosa che è avvenuta per una percentuale minima, un percorso intrapreso da appena il 12.7% dei beneficiari. I Navigator non pervennero. I Centri per l’impiego latitarono. Un fallimento. Ugualmente non è facile smontarlo, perché quando si distribuiscono quattrini senza produrre ricchezza, aumentando la povertà anziché ridurla, poi ogni stretta retromarcia sarà attaccata quale schiaffo alla miseria. Come non ne avesse ricevuti abbastanza.

Premesso che stiamo parlando di anticipazioni, mentre ancora il governo meritoriamente studia il modo per uscire da quel dispendioso fallimento, alcune delle idee che girano meritano una critica specifica, sperando sia utile ad evitare possibili e ulteriori errori.

Quotare a 500 euro il contributo a chi è povero e non può lavorare, non sembra risolvere il suo problema. La prima cosa da farsi, se si vuole aiutare chi è povero e non può lavorare, è istituire una banca dati unica dell’assistenza, perché scoprendo le sovvenzioni sovrapposte si individuerà chi fa il povero di mestiere e si libereranno risorse da destinare ai servizi di cui ha bisogno chi versa in condizioni d’indigenza. Quotare a 375 euro il contributo a chi è povero, può lavorare, ma non lavora, riduce, come l’altro livello citato, la spesa, ma si tratta dello stesso schema che ha fallito, solo dotato di meno quattrini. Posto che dei circa 400mila percettori di sovvenzioni abili al lavoro la gran parte non sa fare niente, il problema è insegnare loro qualche cosa e restituirgli la dignità del guadagno, non solo la sovvenzione della spesa.

C’è un altro aspetto, che mi pare preoccupante: si ipotizza uno sgravio fiscale, pari al 100% dei contributi previdenziali, per la durata di 24 o 12 mesi (a seconda che il contratto sia a tempo pieno o parziale), a favore del datore di lavoro che assumerà un percettore di quella che si chiamerà Mia (Misura inclusione attiva), ovvero la rimodulazione del precedente sistema. Ora, a parte il fatto che i contributori previdenziali, in Italia, sono troppo pochi e non troppi, e a parte che il contributo della fiscalità generale (le tasse che non pagano proprio tutti, ma che chi le paga ne paga troppe) alla spesa previdenziale è già molto alto, a parte questi dettagli, in quel modo chi ha avuto soldi dallo Stato, quindi è stato favorito, avrà un favore in ragione del favore, ovvero una dote fiscale che gli altri in cerca di lavoro non avranno. Avendo la “colpa” di non avere preso quei soldi.

Il che comporta alcune pericolose distorsioni. 1. Ci sarà la ragionevole corsa a rientrare nei parametri per prendere Mia, altrimenti sarà poi ben più difficile trovare lavoro. 2. Una simile misura, non rispondendo ad alcun criterio, asseconda solo la voglia statale di liberarsi di un sovvenzionato, accettando di sovvenzionare chi se lo accolla. 3. Le imprese saranno spinte a privilegiare l’assunzione dei Mia-tenenti, visto il loro ridotto costo totale, magari a discapito di un altro lavoratore già più esperto e formato, il che non giova di sicuro alla produttività. 4. Senza contare che chi si vedrà posposto perché non ha la sua Mia, magari dopo avere frequentato, lui sì, un corso di aggiornamento o formazione, maturerà una delusione che sarà già molto se non si trasformerà in rabbia.

Il tutto in un Paese in cui l’economia cresce, l’occupazione anche e non mancano i posti di lavoro, ma i lavoratori che sappiano fare quel che serve e siano nelle condizioni economiche e di servizi per trovarsi dove è necessario.

Il male italiano della produttività (media, perché dove andiamo forte battiamo gli altri europei) è curabile, con formazione ed elasticità contrattuale. Non è una buona idea trattarlo con la sedazione e terapie di mantenimento, altrimenti si riproporrà in continuazione, come la roba indigeribile.

La Ragione

L'articolo La sua Mia proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



In Cina e Asia – Xi invita i militari a rafforzare l’esercito per vincere le guerre


In Cina e Asia – Xi invita i militari a rafforzare l’esercito per vincere le guerre 5837529
Due sessioni, Xi invita i militari a rafforzare l’esercito per vincere le guerre TikTok lavora per proteggere i dati europei mentre subisce gli attacchi degli Usa Fallito il lancio del razzo H3 giapponese Le città cinesi sono alle prese con debiti da miliardi di dollari Via libera di Seul a Varsavia per la fornitura di armi a Kiev Due sessioni, ...

L'articolo In Cina e Asia – Xi invita i militari a rafforzare l’esercito per vincere le guerre proviene da China Files.



Da #Mastodon alla stampa: #ChieseBrutte, il progetto più improbabile del #Fediverso, diventa un calendario


Quanti calendari abbiamo visto con centinaia di cattedrali gotiche europee tutte uguali sparpagliate qua e là? O i calendari turistici di Roma con la nidiata di basiliche paleocristiane restaurate in serie o con le indistinguibili facciate barocche di travertino ammorbato? E invece stavolta le protagoniste del calendario pubblicato dall'istanza romana puntarella.party sono le #ChieseBrutte!

@Che succede nel Fediverso?

Come le passaporte di Harry Potter, le chiese acquisiscono le forme più impensabili: scaldabagni, sarcofagi nucleari, imbuti e addirittura riproduzioni in scala 1:1 della torre di Barad Dûr! Il calendario di Puntarella andrebbe studiato nelle facoltà di teologia e in quelle di architettura per capire se ad aver prodotto questi mostri in calcestruzzo è stato l'ingegno depravato e blasfemo di un collettivo di architetti satanisti oppure una semplice e ancora più interessante incontenibile predisposizione verso il brutto della scuola urbanistica italiana.

Ora attendiamo che vengano prodotti anche un diario per la scuola e una linea completa di cancelleria per i giovani virgulti.

E per chi non si fida delle Poste, venerdì 10 marzo a Roma dalle 20 al Bar Sport di Via Alberto da Giussano 23 ci saranno un po' di disagiati ad attendervi con le copie cartacee.

Chiese brutte: la bellezza è sopravvalutata


Se siete interessatə ad acquistare il calendario scriveteci a chiesebrutte@riseup.net oppure qui in DM e da domani vi risponderemo con le indicazioni. Chiediamo un'offerta libera a partire da 8 euro più eventuali spese di spedizione, il ricavato sarà interamente dedicato alle spese per il server di puntarella. Chi ha mandato le foto selezionate riceverà una copia omaggio, in questi giorni vi contatteremo per avere le informazioni necessarie.
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

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@notizie @fediverso



Dopo la burrasca di questi giorni, TikTok tenta di recuperare la fiducia degli Occidentali: arriva il “Progetto Trifoglio”. Questo progetto prevede che una società di sicurezza separata “controlli i flussi di dati” e che TikTok renda più difficile l’identificazione dei singoli utenti nei dati. Così si vogliono fugare i timori di una possibile condivisione dei...


Grazie alla partnership tra Better World Books e Internet Archive, i libri che le biblioteche non possono più conservare, possono essere resi accessibili alle generazioni a venire


È il classico dilemma del bibliotecario: poiché nessuna biblioteca dispone di spazio di archiviazione illimitato, ogni biblioteca deve gestire attentamente la propria collezione fisica e ciò significa rimuovere i libri per fare spazio a quelli nuovi.

@L’angolo del lettore

Da quando hanno formato una partnership globale per l'alfabetizzazione nel 2019, Better World Books (BWB) e Internet Archive hanno offerto alle biblioteche un percorso unico per garantire che i libri di cui non hanno più bisogno nelle loro collezioni possano essere conservati e resi accessibili alle generazioni a venire.

Il servizio fornito da BWB è importante per le biblioteche. BWB raccoglie libri usati da biblioteche, librai, college e università in sei paesi, che vengono poi rivenduti online, donati o riciclati. Ad oggi, Better World Books ha donato oltre 35 milioni di libri in tutto il mondo, ha raccolto quasi 34 milioni di dollari per biblioteche e alfabetizzazione e ha salvato più di 450 milioni di libri dalle discariche. Attraverso la partnership con Internet Archive, BWB ha donato più di un milione di libri ogni anno per la conservazione e la digitalizzazione, per un totale di 4 milioni di libri fino ad oggi.

@Libri - Gruppo Forum

Il post dal blog di Internet Archive

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in reply to Franc Mac

Mi sembra un'ottima iniziativa!

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Gli eurodeputati svolgono secondi lavori e, anche se questo è perfettamente legale, eticamente è discutibile, soprattutto dopo lo scandalo Qatargate

@Politica interna, europea e internazionale

È un segreto di Pulcinella che numerosi eurodeputati, in particolare avvocati qualificati, stanno svolgendo un lavoro aggiuntivo retribuito.

I casi dell'eurodeputato polacco Radosław Sikorski, di Angelika Niebler e Rainer Wieland del PPE o quello del potentissimo Axel Voss che sta scontando il suo terzo mandato come legislatore europeo, sta elaborando leggi cruciali sulla due diligence aziendale e sull'intelligenza artificiale ed è stato fondamentale per l'approvazione del regolamento sulla protezione dei dati dell'UE, il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).

Il post di Sarah Anne Aarup su Politico

Axel Voss, al suo terzo mandato come legislatore europeo, sta elaborando leggi cruciali sulla due diligence aziendale e sull'intelligenza artificiale | Frederick Florin/AFP tramite immagini Getty

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Gli errori, le falle e le falsità della versione del governo sulla strage di Cutro. Dalla redazione di @ValigiaBlu


Il post di @Valigiablu sulla deliberata disinformazione da parte del Governo italiano sulle circostanze che hanno portato alla strage di Cutro.

@Giornalismo e disordine informativo

Pretendere chiarezza (...) ignifica uscire da quel rimpallo di responsabilità e scaricabarile che va avanti ormai da una settimana tra Guardia costiera (che fa capo al ministero dei Trasporti), Guardia di finanza (che fa capo al ministero degli Interni) e Frontex (l’Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera). Tra chi sostiene di essere stata interpellata solo per conoscenza e che l’operazione fosse di polizia marittima, pur ammettendo che si sarebbe potuti intervenire nella mattina del 26 febbraio ma di non averlo fatto per questioni procedurali (Guardia costiera), chi afferma di non essere titolata a prestare soccorso perché l’intervento si era configurato come “law enforcement” (Guardia di finanza), e chi ribadisce di aver inviato “immediatamente una segnalazione” a tutte le autorità italiane e di aver fatto quanto di sua competenza (Frontex).
Sul piano della responsabilità politica, l'unico modo per giustificare simili condotte consiste nell'alzare cavillose cortine di fumo, non potendo ammettere a gran voce la disponibilità a violare convenzioni e trattati internazionali. Due giorni fa, del resto, Meloni ha bloccato il decreto Piantedosi, e questo significa che il governo, lontano dalle strategie di propaganda, conosce benissimo le regole del gioco che sta forzando, e quando non riesce a forzarle preferisce arretrare sperando non si noti troppo.
Quello che nessuno riesce a immaginare, però, è il costo umano complessivo al di là delle politiche migratorie. Perché se proprio in occasione di un evento così traumatico e orribile passa il principio che è possibile non solo eludere le responsabilità, ma rovesciarle persino su chi chiede conto di queste - come fatto da Meloni, che ha calato il governo nel ruolo della vittima accusata di fronte ai microfoni - allora la maggioranza trarrà una sola lezione. Ovvero che vale tutto, che potenzialmente la si può fare franca facilmente.

Link al post

Link al post]Immagine in anteprima: il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, durante la sua informativa alla Camera dei Deputati

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)

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Netanyahu a Roma. Alleanza ancora più stretta tra Italia e Israele, politica e militare


L’appuntamento tra il premier israeliano Netanyahu e Giorgia Meloni è stato preparato in tutti i dettagli e i possibili accordi tra le rispettive forze armate e le industrie del comparto bellico sarebbero stati predisposti il 18 gennaio scorso in occasion

di Antonio Mazzeo

Pagine Esteri, 9 marzo 2023 – L’attesa è tanta ma l’esito della visita in Italia del premier israeliano Benjamin Netanyahu, la prima dopo quella di otto anni fa in occasione dell’Expo di Milano, appare scontato: Roma e Tel Aviv rafforzeranno ulteriormente la partnership diplomatico-militare e l’interscambio dei sistemi di guerra. L’appuntamento di giovedì 9 marzo tra Netanyahu e Giorgia Meloni è stato preparato in tutti i dettagli e i possibili accordi tra le rispettive forze armate e le industrie del comparto bellico sarebbero stati predisposti il 18 gennaio scorso in occasione dell’incontro ufficiale tra il ministro della Difesa Guido Crosetto e l’Ambasciatore dello Stato d’Israele in Italia, Alon Bar. “Durante l’Incontro è emersa la volontà di intensificare la collaborazione tra Italia e Israele”, ha riferito l’ufficio stampa della Difesa. “Rapporti bilaterali, cooperazione in ambito difesa (G2G – Government to Government), Ucraina e Mediterraneo allargato sono stati i temi principali al centro del colloquio”.

Benjamin Netanyahu arriva a Roma a vent’anni di distanza dalla firma del memorandum d’intesa Italia-Israele in materia di cooperazione nel settore militare, accordo che pone particolare attenzione all’interscambio di materiale di armamento, all’organizzazione delle forze armate, alla formazione e all’addestramento del personale e alla ricerca e sviluppo in campo industriale-militare. Il memorandum prevede inoltre la realizzazione di “scambi di esperienze tra esperti delle due parti” e la “partecipazione di osservatori a esercitazioni militari”. A sottoscriverlo, per il nostro paese, l’allora ministro della difesa Antonio Martino (governo Berlusconi II); la ratifica del Parlamento, con voto quasi unanime, è avvenuta invece nel maggio 2005.

La collaborazione tra le forze armate israeliane e quelle italiane si è sviluppata in questi ultimi anni particolarmente in ambito addestrativo-operativo. “L’Aeronautica Militare d’Israele è stata schierata diverse volte in Sardegna e ha svolto esercitazioni di notevoli dimensioni con l’Aeronautica italiana”, riporta una nota del Ministero della Difesa israeliano del 2 novembre 2018. “Le due forze aeree hanno inoltre tenuto regolarmente scambi di equipaggi e il rispettivo personale partecipa a vari corsi di formazione”. L’Aeronautica Militare italiana è impegnata ad addestrare i piloti israeliani presso l’International Training Centre (ITC) di Pisa per il conseguimento dell’abilitazione sul velivolo C-130J “Super Hercules”; al contempo, personale italiano si reca ciclicamente presso la base aerea di Palmachim (nei pressi della città di Rishon LeZion, sulla costa mediterranea) per svolgere corsi di qualificazione alla conduzione dei velivoli a controllo remoto. In più occasioni gli addetti militari israeliani sono stati ospiti del Centro Sperimentale Volo e del Reparto Medicina Aeronautica e Spaziale di Pratica di Mare (Roma): si tratta di due enti preposti alle prove in volo dei velivoli e dei sistemi d’arma e all’addestramento e alla sperimentazione nel settore della medicina aeronautica e spaziale.

A fine luglio 2022 quattro cacciabombardieri F-35 del 32° Stormo dell’Aeronautica italiana di stanza nello scalo aeroportuale di Amendola (Foggia) sono stati inviati nel deserto del Negev per partecipare a una complessa esercitazione aerea (Lightning Shield, letteralmente Scudo di Fulmine) con i velivoli “cugini” delle forze armate israeliane (gli F-35I “Adir” del 118° Squadrone Sud e del 140° Golden Eagle, predisposti per il trasporto di testate atomiche). Tutti i velivoli hanno operato dalla base aerea di Nevatim, nel deserto del Negev, a meno di dieci km di distanza dalla città di Be’er Sheva. Come rilevato dal sito specializzato The Avionist l’esercitazione è stata pianificata in vista dell’impiego dei cacciabombardieri in “un’ampia varietà di teatri operativi”, dato che l’F-35 è considerato “un aereo ominruolo contro differenti minacce aeree e terrestri avanzate”. Due mesi prima di Scudo di Fulmine, i cacciabombardieri israeliani erano stati impegnati in una lunga attività addestrativa in cui erano stati simulati attacchi contro l’Iran con l’impiego di armi nucleari.

Le forze aeree di Italia e Israele svolgono annualmente pure gli Airmen to Airmen Talks, colloqui-incontri in cui vengono pianificati le attività addestrative ed eventuali programmi di acquisizione comune di velivoli e sistemi di guerra.

L’ultimo faccia a faccia si è svolto in Israele nella prima settimana del novembre 2002: il Comandante logistico dell’Aeronautica Militare, generale Roberto Comelli, ha incontrato a Tel Aviv il suo omologo israeliano Shlomi Konforty per “consolidare future cooperazioni militari nel settore della logistica e della manutenzione delle infrastrutture e dei sistemi d’arma in dotazione nei rispettivi paesi”, così come riporta la nota dello Stato Maggiore dell’Aeronautica. Al centro dell’interesse delle due delegazioni lo sviluppo di nuove tecnologie per la gestione dei processi manutentivi dei diversi sistemi d’arma a disposizione. Ai colloqui tecnici hanno poi fatto seguito le visite degli alti ufficiali italiani ad alcune delle più importanti basi militari israeliane, come il centro logistico-manutentivo della base aerea di Tel-Nof (nei pressi della città di Rehovot, regione centrale) e lo scalo aereo di Nevatim, quartier generale degli squadroni dell’Israeli Air Force dotati dei nuovi cacciabombardieri a capacità nucleare F-35 e dei sofisticati velivoli di intelligence e riconoscimento Gulfstream G-550. Il generale Comelli e il suo staff hanno poi raggiunto gli stabilimenti dell’aziende leader del complesso militare-industriale nazionale, IAI – Israel Aerospace Industries, dove sono state illustrate le linee di ricerca e sviluppo dell’industria aerospaziale israeliana. “A conclusione dell’incontro – aggiunge lo Stato Maggiore dell’Aeronautica – la visita presso Hatzerim AFB, sede della IAF Flight Academy, ha fornito l’opportunità di comprendere i processi relativi alla formazione dei piloti militari destinati alle diverse linee volo, e di analizzare più da vicino gli aspetti tecnici del velivolo Alenia Aermacchi M-346, utilizzato per l’addestramento avanzato dei piloti militari israeliani destinati alle linee da caccia”.

Nel 2012 Israele ha acquistato 30 caccia-addestratori M-346 “Master” prodotti a Venegono Inferiore negli stabilimenti di Leonardo/Finmeccanica SpA; i velivoli sono stati assegnati alle Tigri volanti del 102° squadrone dell’Aeronautica di stanza nella base aerea di Hatzerim per preparare i piloti alla guida dei cacciabombardieri di nuova generazione, ma sono stati utilizzati anche per attacchi al suolo con bombe e missili aria-terra o antinave. L’Aeronautica italiana ha ricambiato acquistando lo scorso anno in Israele due sofisticati velivoli spia CAEW (Conformal Airborne Early Warning & Control System) basati sulla piattaforma del jet Gulfstream G550 sviluppato dall’azienda statunitense Gulfstream Aerospace, appositamente modificato e potenziato da Elta Systems Ltd, società del gruppo IAI – Israel Aerospace Industries. Valore della commessa 550 milioni di dollari, con tanto di fornitura dei servizi di supporto e logistica a terra.

Nel dicembre 2022 sono stati i vertici della Marina italiana ad ospitare una delle figure più rilevanti delle forze armate israeliane, il generale Itai Veruv, comandante degli istituti di formazione militare ma soprattutto capo delle Depth Forces, i corpi d’élite creati nel 2011 per operare in tempi rapidissimi “in profondità in territorio nemico”, specie contro le milizie di Hamas e Hezbollah. Il generale Veruv si è recato in visita alle strutture della Brigata Marina “San Marco” e alla base navale di Brindisi. “Egli ha potuto osservare alcuni mezzi terrestri e anfibi impiegati dai Fucilieri, tra cui l’Amphibious Assault Vehicle (AAV-7) – veicolo cingolato anfibio in grado di navigare e muoversi su terra”, annota lo Stato Maggiore della Marina. “Al termine della visita, presso il Castello Federiciano di Brindisi, il generale Veruv, apprezzate le specificità e la versatilità della Forza Anfibia, ha precisato l’evidente e reciproco interesse conoscitivo tra i Paesi e la volontà futura di poter programmare attività congiunte tra le Marine dei due paesi”.

Ma sono soprattutto i manager del gruppo Leonardo a sperare in un fruttuoso esito della visita di Netanyahu in Italia. Dopo aver venduto alle forze armate israeliane elicotteri multiruolo AgustaWestland AW119, i caccia-addestratori M-346 “Master”, tecnologie di telecomunicazione, ecc., nell’ultimo biennio le relazioni della holding italiana con le aziende militari israeliane si sono fatte fittissime al punto che il 21 giugno 2022 la controllata statunitense Leonardo DRS con quartier generale ad Arlington, Virginia, ha firmato un accordo di fusione con RADA Electronic Industries Ltd., società con sede a Netanaya (a una trentina di km da Tel Aviv), specializzata nella produzione di radar tattici militari e software avanzati. Nello specifico DRS ha acquisito il 100% del capitale sociale di RADA in cambio dell’assegnazione del 19,5% delle proprie azioni ai titolari della società israeliana. Fondata nel 1970, RADA Electronic Industries Ltd. occupa più di 250 dipendenti e possiede anche un centro di ricerca nell’High-Tech Park di Beer’Sheva (Negev) e uno stabilimento nella città settentrionale di Beit She’an.

Con la fusione il nuovo assetto societario Leonardo-Rada punta a ottenere importanti commesse dal Pentagono per l’arsenale delle forze terrestri USA. Inoltre si guarda con particolare attenzione alla crescente domanda internazionale di droni-kamikaze, i velivoli a pilotaggio remoto che si fanno esplodere dopo aver raggiunto l’obiettivo: i dirigenti di Leonardo DRS hanno reso noto che l’unità commerciale dei sistemi terrestri di St. Louis, Missouri, ha stipulato il 6 ottobre 2022 un accordo con un’altra società israeliana, SpearUAV Ltd. (sede a Tel Aviv) per sviluppare una versione delle munizioni aeree Viper su scala nanometrica.

Un mese fa l’ufficio stampa di Leonardo SpA ha infine reso noto di aver concluso due importanti accordi in Israele: il primo è stato stipulato con l’Israel Innovation Authority (IIA), un’agenzia pubblica indipendente che supporta tecnicamente e finanzia progetti innovativi promossi da start-up, aziende, multinazionali e università israeliane e internazionali; il secondo è stato siglato con Ramot – Technology Transfer Company per la “valorizzazione di attività di ricerca e della proprietà intellettuale dell’Università di Tel Aviv”, ateneo con oltre 16.000 ricercatori. “Le partnership, promosse da Leonardo e sostenute e coordinate dall’Ambasciata d’Italia in Israele, con il contributo dell’Ambasciata d’Israele in Italia e la Missione Economica d’Israele a Milano, mirano al potenziamento della cooperazione in materia di scouting e sviluppo di startup, facendo leva sull’esperienza e sul track record registrato dalla Start-up Nation, forte di oltre 7.000 start-up, circa 430 fondi di Venture Capital operanti nell’ecosistema dell’innovazione, 100 acceleratori e 37 incubatori attivi”, spiega la holding militare-industriale-finanziaria italiana. “Il dinamico e competitivo ecosistema israeliano delle start-up sviluppa soluzioni high-tech in molteplici settori, compresi quelli d’interesse strategico per il business di Leonardo, quali difesa, cybersicurezza, aeronautica, intelligence e spazio”.

Le attività di sviluppo e ricerca delle start-up israeliane opereranno nell’ambito dell’acceleratore Business Innovation Factory (BIF), il programma di durata triennale avviato il 24 gennaio 2023 da Leonardo SpA in collaborazione con LVenture Group SpA, azienda di partecipazioni con sede a Roma e controllata per il 13,6% dall’Università LUISS “Guido Carli”. Il Business Innovation Factory è indirizzato a sostenere una decina di start-up l’anno “in grado di ampliare l’offerta di servizi digitali e soluzioni innovative nei settori cyber security” di Leonardo.

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Fr.#21 / Di truffatori e complottisti


Nel frammento di oggi: Polli d'allevamento e nudging / Emissioni CO2 e la ricarica dell'iPhone / I complottisti secondo Repubblica

Come polli d’allevamento


Ieri ho fatto una chiacchierata insieme a Francesco Carbone, nel suo podcast “Il Truffone”.

Un’oretta estremamente piacevole passata a discutere principalmente di sorveglianza digitale e identità digitale. Centrale il concetto di nudging, cioè quei meccanismi opachi che portano a standardizzare i comportamenti umani e renderli prevedibili. Un concetto estremamente potente che quando arriva sulle scrivanie dei ministeri e dei pianificatori centrali si trasforma in uno strumento di ingegneria sociale delle masse.

Ascolta Il Truffone ep. 221

Ogni tentativo, da parte dello Stato, di razionalizzare, semplificare e standardizzare la società ha sempre portato alla creazione di forze autoritarie, che spesso sfogano in veri e propri totalitarismi e tragedie umane.

E poi abbiamo parlato anche di come funziona Substack e del motivo che mi ha portato a sceglierlo. La chiusura, in bellezza, su Bitcoin: spenderlo o non spenderlo?

Vuoi dirmi che ancora non sei iscritto a Privacy Chronicles!?

Devi ricaricare l’iPhone? Sì, ma mettiti in fila…


L’aggiornamento iOS 16.1 ci ha portato una nuova funzionalità che per un momento placherà, forse, la sete di sangue degli eco-socialisti. Pare infatti che gli iPhone siano ora in grado di ottenere una previsione in tempo reale delle emissioni di CO2 nella zona in cui si trova il dispositivo, per attivare o disattivare la ricarica in base a queste.

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In sostanza: se la rete elettrica nella tua zona sta inquinando “troppo”, il tuo iPhone smette di caricarsi. Se invece sta inquinando “poco”, allora puoi ricarcare. La funzione è attiva by default e — per ora è attiva solo per gli utenti degli Stati Uniti e può essere disattivata.

Che dire, credevo che i lockdown energetici sarebbero arrivati dalla fonte, e invece pare che saranno i nostri dispositivi a impedirci la ricarica. Sarà certamente molto interessante quando sistemi del genere saranno connessi a identità digitale e conto bancario — pardon, wallet CBDC. I soliti noti vi diranno che è giusto così. Che anche ricaricare il telefono è una questione di responsabilità sociale. E in fondo, devi anche meritartelo…

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Smettetela di fare i complottisti!

L'ultimo delirio dei negazionisti climatici: le città da 15 minuti solo per segregare le masse. I complottisti accusano: "Altro che smog: volete solo controllarci"

È inutile che ci giriamo intorno. Siamo tutti dei maledetti complottisti. Così scrive Jaime D’alessandro su Repubblica: tutto quello che vi ho detto è falso. Non c’è alcun desiderio di controllarci e limitare sempre di più le nostre libertà. I quartieri chiusi da cui non si può entrare e uscire liberamente sono per il nostro bene; per avere una metropoli più equa e sostenibile.

5834838Se ci tieni a leggere l’articolo…

All’autrice dell’articolo non posso rispondere se non con la Scommessa di Pascal:

“Esaminiamo allora questo punto, e diciamo: “Un piano per sorvegliare, controllare e soggiogare la popolazione mondiale esiste o no?” Ma da qual parte inclineremo? La ragione qui non può determinare nulla: c'è di mezzo un caos infinito.

All'estremità di quella distanza infinita si gioca un giuoco in cui uscirà testa o croce. Su quale delle due punterete? Secondo ragione, non potete puntare né sull'una né sull'altra; e nemmeno escludere nessuna delle due. Non accusate, dunque, di errore chi abbia scelto, perché non ne sapete un bel nulla.

[…] Avete due cose da perdere, il vero e il bene, e due cose da impegnare nel giuoco: la vostra ragione e la vostra volontà, la vostra conoscenza e la vostra beatitudine; e la vostra natura ha da fuggire due cose: l'errore e l'infelicità.

Mettiamola così: se ho ragione io, probabilmente non finirò ghettizzato in una metropoli piena di telecamere, riconoscimento biometrico, identità digitale e social scoring pure per pisciare il cane e divieto di possesso di qualsiasi tipo di proprietà privata. L’autrice di Repubblica invece sarà lì a contare i punti che le rimangono sul wallet con l’iPhone che non si carica.

Se invece ha ragione lei e siamo dei poveri complottisti, vivremo tutti felici e contenti nel miglior mondo possibile. Fate la vostra scommessa, amici. Perché come disse Ayn Rand: puoi ignorare la realtà, ma non puoi ignorare le conseguenze dell’aver ignorato la realtà.

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Meme del giorno


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Citazione del giorno

“Non importa ciò che dice la stampa. Non importa ciò che dicono i politici o le masse. Non importa se l'intero Paese decide che qualcosa di sbagliato è qualcosa di giusto.

Quando le masse, la stampa e il mondo intero ti dicono di muoverti, il tuo compito è di piantarti come un albero accanto al fiume della verità e dire a tutto il mondo —

'No, muovetevi voi.’

Captain America

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Ucraina: dietro al piano di pace, l’’interesse’ della Cina


Sorprende un po’, ne parlavo l’altro giorno se non sbaglio, il modo radicale e sgarbato con il quale Biden ha rigettato, quasi lo avesse fatto senza nemmeno leggerlo, la proposta di pace e negoziato della Cina sulla questione ucraina. Intanto e di prim’acchitto sorprende perché, fatta in quel modo plateale e sprezzante, ha mostrato chiaramente […]

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L’Iran aggiorna le percezioni della minaccia saudita


Se c’è un posto in cui l’Arabia Saudita era felice di essere in cattiva considerazione, era l’Iran. Quei giorni sono finiti. I pensatori strategici di Teheran hanno aggiornato la loro percezione della minaccia rappresentata dal regno. Piuttosto che vedere l’Arabia Saudita semplicemente come un’estensione mediorientale degli Stati Uniti e un rivale politico, l’Iran oggi vede […]

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Una biblioteca moderna e aperta a tutti: nasce la #PoliLibrary
Un servizio per l'intera comunità all'interno del Politecnico di Bari
rainews.it/tgr/puglia/video/20…
in reply to Franc Mac

Una biblioteca intelligente, dove prendere e restituire libri in piena autonomia. Ma soprattutto una biblioteca aperta a tutti. Perché la PoliLibrary, il nuovo polo culturale all'interno del Politecnico di Bari, non sarà riservata ai soli studenti.


Taiwan: chiara deterrenza e messaggio forte necessari per scoraggiare la bellicosità di Pechino


La decisione di spostare il potenziale incontro tra il Presidente Tsai e il Presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti Kevin McCarthy in California per evitare la potenziale ira di Pechino è un errore geopolitico che incoraggerà ulteriormente la Cina e indebolirà la determinazione e la deterrenza di principio di Taiwan e dell’Occidente. Fa […]

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Il @GPDP_IT ha annunciato l’avvio di una campagna di comunicazione istituzionale, denominata “Finalmente un po’ di #privacy“, finalizzata alla promozioni dei temi della protezione dei dati, della privacy e dell’educazione digitale.
in reply to Franc Mac

L’obiettivo della campagna è informare i cittadini su alcune situazioni quotidiane e comportamenti che possono avere conseguenze sulla privacy. Il Garante, impersonato da un attore negli spot televisivi, spiega i pericoli e indica come limitare i rischi.
garanteprivacy.it/finalmente-u…

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Dalle munizioni ai carri armati. Il punto dei ministri della Difesa a Stoccolma


È in arrivo una nuova intesa sulle linee guida per aumentare la produzione di munizioni, utili a rifornire le forze ucraine nel conflitto contro la Russia. Ad annunciare la notizia è stato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, presente anch

È in arrivo una nuova intesa sulle linee guida per aumentare la produzione di munizioni, utili a rifornire le forze ucraine nel conflitto contro la Russia. Ad annunciare la notizia è stato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, presente anche lui all’apertura dei lavori della riunione informale dei ministri della Difesa dell’Unione europea, ospitata dalla capitale svedese di Stoccolma. Facendo sapere della presenza di progetti congiunti, il numero uno della Nato ha fatto sapere che “gli alleati hanno già firmato contratti” a questo scopo, dal momento che “il ritmo attuale di consumo rispetto alla produzione non è sostenibile e dobbiamo potenziare l’offerta”. La priorità rimane, quindi, continuare a sostenere Kiev, grazie a dei piani – al momento al vaglio – del valore di circa un miliardo di euro e la decisione della Commissione europea di prorogare la protezione temporanea dell’Ucraina di un altro anno, fino a marzo del 2024. Esprimendosi propensa a prorogarla ancora fino a marzo 2025, se necessario. Finora ammontano a più di quattro milioni il numero di persone che hanno ottenuto protezione immediata nell’Ue, di cui oltre tre milioni nella prima metà del 2022.

Economia di guerra e le tre fasi del piano europeo

“Siamo arrivati a un momento cruciale del nostro sostegno per l’Ucraina, è assolutamente obbligatorio che ci si muova in una sorta di economia di guerra per l’industria della Difesa, dobbiamo fare ‘whatever it takes’ per fornire l’Ucraina di munizioni”, ha spiegato il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, arrivando alla ministeriale di Stoccolma. Per realizzare l’obiettivo, è stato presentato un piano in tre fasi. A spiegarne i dettagli l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell: “In primo luogo, vogliamo assicurarci di mobilitare tutto quello che possiamo dalle scorte esistenti; secondo, ci vogliamo assicurare di aumentare drasticamente la nostra capacità di produrre in Europa, specialmente per potenziare la nostra industria della Difesa; terzo, vogliamo mettere anche dei fondi dal bilancio Ue per velocizzare questo potenziamento dell’industria della Difesa”. Ma quanti fondi saranno destinati a ogni pilastro? Nel suo intervento Borrell ha spiegato che il Fondo europeo per la pace (Epf) è pronto a mobilitare tutte le risorse necessarie. L’Ue si prepara così a finanziare il primo pilastro del piano con un miliardo di euro. Mentre, per il secondo punto, sarà destinata “una cifra significativa”, senza però fornire ulteriori dettagli. Di tutti questi fondi “L’Epf paga il 60%, il restante 40% è a carico degli Stati membri”, ha precisato ancora l’Alto rappresentante.

La situazione sul campo

L’aggressione russa in territorio ucraino prosegue e la situazione sul campo è a un punto critico, considerando anche ciò che sta accadendo intorno a Bakhmut, che ha visto violenti combattimenti negli ultimi giorni. “Bakhmut potrebbe cadere in mani russe nei prossimi giorni”, ha infatti avvisato Stoltenberg. Tuttavia, anche se il territorio venisse preso dalle forze di Mosca, “questo non sarà necessariamente una svolta nella guerra, ma evidenzia solo che non dobbiamo sottovalutare la Russia e dobbiamo continuare a sostenere l’Ucraina”, ha ribadito ancora il segretario dell’Alleanza.

Munizioni a Kiev…

“Abbiamo bisogno di munizioni, munizioni, munizioni”, ha avvertito in modo inequivocabile il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov. L’appello è stato prontamente accolto dai Paesi europei e, mentre la Commissione europea indaga meccanismi che aumentino le capacità di produzione dell’industria militare europea, Borrell ha avvisato di aver presentato una proposta ad hoc – concepita insieme all’Agenzia europea di Difesa (Eda) da lui stesso presieduta – che dovrà essere discussa dai ministri. Nel dettaglio, a detta del ministro ucraino, il suo Paese “ha bisogno di centomila munizioni al mese”. “La nostra priorità numero uno sono i sistemi di difesa aerea, e ancora munizioni da artiglieria da 155 millimetri, veicoli da combattimento per la fanteria e più carri armati come i Leopard”, ha continuato ancora Reznikov, accogliendo poi il piano del ministro della Difesa estone, Hanno Pevkur, che prevede un milione di munizioni da 155 millimetri per l’artiglieria ucraina. Nel fornire nuove munizioni a Kiev, per Borrell, “la prima cosa da fare è usare ciò che abbiamo a disposizione. Se poi gli Stati membri sono pronti a fornire di più, ne sarò felice. Ma oggi dobbiamo essere realistici e pragmatici e discutere delle misure che possono essere adottate oggi”, ha detto Borrell.

… anche da altri Paesi

“Se ci sono consegne di munizioni all’Ucraina da altri Stati non europei non dobbiamo escluderle, il primo focus dovrebbe essere aiutare Kiev e trovare il modo migliore per farlo”, ha osservato il ministro della Difesa svedese, Pål Jonson, in riferimento al nodo delicato e ancora da sciogliere che riguarda la provenienza delle munizioni destinate a Kiev. Puntare soltanto sull’industria europea o acquistare anche dal mercato globale? Al momento sul punto ancora non è stato raggiunto un accordo.

Carri armati in arrivo

La Polonia è pronta a inviare altri dieci carri armati Leopard 2 all’Ucraina nei prossimi giorni. A confermarlo, il ministro della Difesa del Paese, Mariusz Blaszczak. Dopo i quattro mezzi già consegnati a fine febbraio, ora il Paese dovrà mantenere l’iniziale promessa che vedeva la consegna di 14 carri armati. Mentre la Germania ha reso noto che i 18 carri armati promessi da Berlino a Kiev – a cui si aggiungono anche i tre concessi dal Portogallo – sono in consegna in Ucraina questo mese. Nel corso della conferenza stampa a margine della ministeriale, Blaszczak ha anche parlato di una riunione da fare insieme all’omologo tedesco, Boris Pistorius, in merito alla “scarsa disponibilità di pezzi di ricambio per i Leopard”, per ovviare la quale “siamo pronti ad aprire un centro servizi in Polonia che si occupi della riparazione e della manutenzione dei carri armati Leopard inviati all’Ucraina”.

Ucraina nega coinvolgimento nel sabotaggio del Nord Stream

Dopo che il New York Times aveva attribuito il sabotaggio dello scorso settembre del Nord Stream, nel Mar Baltico, a un gruppo filo ucraino, è arrivata la smentita direttamente dalla ministeriale e da Reznikov. “Per me è una storia un po’ strana perché non corrisponde al vero, non siamo implicati. Penso che l’indagine delle autorità ufficiali entrerà nei dettagli…sarebbe quasi un complimento per le nostre forze speciali. Ma non si tratta di una nostra attività”, ha infatti spiegato il ministro ucraino. Sulla questione è intervenuto anche Stoltenberg, precisando che “ci sono indagini nazionali in corso e non possiamo dire nulla finche’ non termineranno”. Gli ultimi sabotaggi delle infrastrutture critiche sottomarine hanno mostrato l’urgenza di provvedere alla loro sicurezza e in questo frangente agirà anche la Nato. A detta di Stoltenberg infatti: “Dopo gli attacchi abbiamo stabilito una cellula per coordinarci, anche con il settore privato, a tale scopo”.


formiche.net/2023/03/riunione-…



RIFORME, IN FONDAZIONE IL CONFRONTO COL MINISTRO CASELLATI. CASSESE: “PER CAMBIARE LA COSTITUZIONE SERVE UNA ASSEMBLEA ELETTA COME DICE LA FLE” 


“Lo strumento principe per una riforma della Costituzione è quello di istituire un’assemblea costituente, come proposto dalla Fondazione Luigi Einaudi”, è quanto ha affermato ieri il professore Sabino Cassese durante un evento organizzato dalla Fondazione

“Lo strumento principe per una riforma della Costituzione è quello di istituire un’assemblea costituente, come proposto dalla Fondazione Luigi Einaudi”, è quanto ha affermato ieri il professore Sabino Cassese durante un evento organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi per parlare di riforme. Insieme al presidente della Fondazione Giuseppe Benedetto, all’incontro ha partecipato il ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati.

In un’Aula Malagodi strapiena e con ospiti illustri, parlamentari e giuristi, il presidente Benedetto, nel portare i saluti istituzionali, ha sottolineato come la Fondazione Luigi Einaudi cerchi ancora una volta di anticipare i tempi prospettando al ceto politico la via maestra per la riforma delle Istituzioni: l’elezione con metodo proporzionale di un’Assemblea per la riforma della seconda parte della Costituzione.

“Non ho pregiudizi nei confronti di nessun metodo per arrivare a una riforma costituzionale”, ha detto il ministro Casellati, che ha poi indicato quella che, a suo avviso, è la via da seguire: “Credo che la forma migliore per intervenire sia quella prevista dall’articolo 138. La mia preferenza è imboccare l’art. 138 attraverso il metodo dell’ascolto, perché la maggioranza non ha una posizione precostituita su una forma istituzionale rispetto a un’altra”.

Riguardo all’ipotesi di un’elezione diretta del Capo dello Stato o del governo, il ministro ha però sottolineato: “Qualunque legge riuscissimo a fare ci sarà una norma transitoria, perché sarebbe una sgrammaticatura istituzionale pensare che l’approvazione di una legge possa portare a un’elezione immediatamente diretta e far cadere, per dire, il mandato del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio”. Una nuova legge che dovesse prevedere l’elezione diretta del presidente della Repubblica, ha concluso, “entrerebbe in vigore nel 2029, dopo la fine del mandato del presidente Mattarella”.

All’inizio dell’incontro, il Segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini, ha presentato il disegno di legge costituzionale, redatto dalla Fondazione e sostenuto dal professor Cassese, per dare vita ad un’Assemblea per la riforma della Costituzione.

“Sono passati esattamente quarant’anni da quando, con la Commissione Bozzi, il Parlamento provò per la prima volta a mettere mano a una riforma organica dello Stato. Il tentativo fallì, così come fallirono gli innumerevoli tentativi successivi. Abbiamo visto costituire ad hoc commissioni bicamerali e monocamerali, abbiamo assistito a tentativi ex articolo 138: è stato vano”, ha detto Cangini.

“La Fondazione Luigi Einaudi – ha sottolineato – ritiene che procedere per temi sia un errore. Serve una riforma di sistema, sottratta alle insidie delle dinamiche politiche contingenti, filtrata dalla competenza e largamente condivisa”.

“C’è solo un modo per conseguire lo scopo: eleggere con metodo proporzionale una snella Assemblea per la riforma della Costituzione composta da cento esperti indicati dai partiti, che passino al vaglio dei cittadini-elettori”, ha concluso Cangini.

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L'articolo RIFORME, IN FONDAZIONE IL CONFRONTO COL MINISTRO CASELLATI. CASSESE: “PER CAMBIARE LA COSTITUZIONE SERVE UNA ASSEMBLEA ELETTA COME DICE LA FLE” proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Per i vent'anni dalla nascita, Iuppiter Group, società di editoria, comunicazione e produzione, dà vita al nuovo progetto editoriale 'Occhio di carta' che promuove il culto del cartaceo, un ribellismo costruttivo, il ritorno al conflitto delle idee e al primato della parola.
in reply to Pëtr Arkad'evič Stolypin

Il primo numero della rivista, 180 pagine con cadenza quadrimestrale, si apre con lo speciale: "Pasolini, che dire? Il poeta, il profeta e il narciso: educazione alla critica totale".


Oggi, 8 marzo, per la Giornata internazionale della donna si è svolto al Ministero un incontro tra il Ministro Giuseppe Vaditara e alcune rappresentanti del mondo della scuola, per valorizzare l’impegno nei confronti delle studentesse, nonché il lavo…


Il termine "Geopolitica", dopo decenni di oblio è tornato alla ribalta del linguaggio mediatico e della pubblicistica. Ciò è senz’altro dovuto all’esaurirsi delle grandi narrazioni novecentesche – comunismo, socialismo, socialdemocrazia, liberalismo, persino la dottrina sociale cristiana – e al ritorno sulla scena politiche dello Stato che i teorici della “fine della storia” avevano bollato come obsoleto.

La cifra di lettura del XXI secolo sembra essere quella del confronto tra stati in un’anarchia delle potenze, e non del confronto tra ideologie o tra classi – ad esempio delle ultime due ideologie a proprio modo universalistiche affacciatesi sulla scena strategica negli ultimi due decenni e cioè il liberalismo e liberismo occidentale contro l’islamismo radicale, esauritasi la prima nella grande crisi del 2008 e la seconda arretrata proprio sul piano geopolitico.

Il risveglio dalle illusioni universalistiche è stato brusco: il mondo intellettuale si è fatto trovare impreparato ed ha dovuto riattivare una linea di pensiero per troppo tempo trascurata. Il termine geopolitica è diventato così vittima di una vera e propria bulimia, sino ad essere utilizzato quale sinonimo di “Relazioni Internazionali”, “Politica Estera” e financo di “Strategia Militare”, discipline imprescindibili alla geopolitica, sicuramente non separabili da questa ma ad ogni modo ben distinte. Occorre ribadirlo: la geopolitica studia il rapporto tra statualità e spazio: chiaramente per farsi un quadro geopolitico della politica di uno stato non si può prescindere dal quadro economico, sociologico, demografico, militare, culturale, antropologico (come correttamente sottolinea il moderno filone della geopolitica critica).

(Continua)

msn.com/it-it/notizie/other/ec…



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Il taglio del reddito di cittadinanza proposto dal governo Meloni è un'infamia. Questo è un governo classista che riesce a essere più antipopolare di Draghi.


L’ora dei carosElly | La Fionda

«Poco importa se poi tra il dire “cose di sinistra” e il farle sul serio, c’è di mezzo il mare. Poco importa se l’orizzonte resta sempre quello di un riformismo buono per ogni stagione, in cui la rappresentanza degli interessi dei ceti subalterni rimane confinata in una vaga lotta alle diseguaglianze che negli ultimi anni ha prodotto risultati pressoché nulli. Poco importa se il primato del mercato e il credo atlantista non siano sostanzialmente in discussione. Se i proclami di voler porre un freno alla precarietà arrivino dopo quindici anni di scelte liberiste ed antipopolari, se la guerra va alimentata con nuove armi “finché ci sarà bisogno”. E nulla conta neppure il fatto che fino all’altroieri l’autonomia differenziata, un progetto che potrebbe scardinare l’unità nazionale del paese, piacesse tanto alla neo-segretaria quanto al suo sfidante, quasi al pari dei governatori di centrodestra.»

lafionda.org/2023/03/08/lora-d…



Ucraina: nove anni di guerra e di menzogne | AFV

«Mentre i media occidentali hanno celebrato il falso storico del “primo anniversario della guerra”, sono in realtà nove anni che il popolo ucraino è vittima delle politiche criminali del proprio governo, controllato dai burattinai occidentali e dalle milizie neonaziste.»

ancorafischiailvento.org/2023/…



Oggi, 8 marzo, si celebra la Giornata internazionale della donna, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Qui il videomessaggio del Ministro Giuseppe Valditara ▶ youtu.be/Sjcft9U1_pQ



a cura di Alba Vastano - Prima era soltanto la solitudine, la vergogna, il malessere delle donne molestate sul lavoro (‘che vuoi che sia’). Poi è inizia


La guerra è l’espressione più violenta del patriarcato. Vogliamo gridarlo ancora più forte, oggi che l’Europa e l’Italia sono in guerra. Oggi che torn


INTERVISTA A TAMARA ESSENZA E A MR FA


Oggi presentiamo TAMARA ESSENZA e MR FA. Salve a tutti sono tamara_essenza, questo è un nome inventato. Penso tantissimo, sento tantissimo, ho amato tre volte nella vita, adoro gli animali.

iyezine.com/intervista-a-tamar…

#arte #dipinti



Il Ministero dell’Istruzione e del Merito celebra la Giornata internazionale della donna con un’esposizione di libri di Grazia Deledda, una delle più grandi scrittrici del Novecento, premio Nobel per la letteratura e simbolo straordinario di riscatto…


New Kind of Kicks-Febbraio 2023


🎧 #RECENSIONE:

👉 New Kind of Kicks-Febbraio 2023

Questo mese vi presentiamo :66cl, Adwud,Autobahns/S.G.A.T.V., Beta Maximo/Teo Wise/Deebeat Ramone/Emitter, Bibione, Duodenum, Punk Xerox, Buio Omega, Burnout Ostwest, Carvento, Falana, Class, Contra/Spam , Day Residue, Flipe VI/Kamuflase, Geishas Of Doom, Gobs, Joaco Van, Les Lullies , Mind/Knot , Mirth ,Ponys Auf Pump, Schwund, Splizz, Szlauch, Tetsuo Punk Terror/Dr. Wolfenstein, Yonic South....

iyezine.com/new-kind-of-kicks-…



«Non solo le dichiarazioni vergognose delle prime ore ma, ogni giorno che passa emergono elementi di misero cinismo politico come causa della strage di Cutro -


📌 Domani, 8 marzo, inizia Didacta Italia, la principale manifestazione sulla scuola italiana e la formazione degli insegnanti, con oltre 800 eventi formativi, tra workshop, seminari e convegni.


Oggi, 7 marzo, la Francia si ferma in occasione di un nuovo sciopero generale contro il progetto di legge che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile


Come procede l'integrazione di Fediverso in Tumblr?

@Che succede nel Fediverso?

Stanno testando "tutti i protocolli", inclusi ActivityPub, Bluesky e Nostr.

Uno dei loro timori è che Tumblr possa sopraffare qualsiasi protocollo decida di utilizzare.

Il post di TechCrunch


How is Tumblr’s Fediverse integration coming along?

They’re testing “all the protocols” including ActivityPub, Bluesky, and Nostr.

One of their fears is that Tumblr will overwhelm any protocol it opts to use.

techcrunch.com/2023/03/04/this…

@fediversenews


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QuasiMagia 🌀 マルコ
@irrisolvibile Si, ma è improbabile che accada dall'oggi al domani.
Sarebbe una cosa graduale, e comunque al momento vedo poco probabile che un'istanza diventi tanto grossa da "fagocitare" gli altri.
Unknown parent

@Alessandro :fediverso: con gli attuali ritmi di crescita, nessuna istanza può diventare così grande da ospitare 420 milioni di utenti. Almeno non nei prossimi 10 anni! 😅

Il punto però è che non devono esserci istanze troppo grandi e già il volume in cui è arrivata attualmente mastodon.social sono abnormi.

Quando gli utenti complessivi del fediverso saranno dell'ordine di qualche decina di milioni, si ragionerà sul carico reciproco tra istanze

@QuasiMagia 🌀 マルコ