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Tra colpa e innocenza: la metamorfosi politica della guerra


Nel 2012, a Nataruk, una trentina di chilometri dal lago Turkana in Kenia, furono rinvenuti i poveri resti di 21 adulti e 6 bambini trucidati. Ignota la mano come ignoto il motivo della strage. Solo la data venne ricostruita con sufficiente precisione: 10.000 anni fa. Quella di Nataruk rimane dunque la prima testimonianza scientifica di […]

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La Russia di Putin è ormai “vassalla” della Cina

@poliverso

C'era grande attesa per l'incontro tra Xi Jinping e Vladimir Putin. Mosca ha accolto l’alleato con tutti gli onori del caso ma soprattutto ha mostrato con ancora più evidenza come ormai il rapporto tra le due potenze sia completamente squilibrato a favore di Pechino.

valigiablu.it/xi-putin-summit-…

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Il diritto alla felicità


Ogni anno ed in tutto il mondo, il 20 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Felicità, istituita dall’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Nel documento istitutivo si legge che, scopo della giornata, è quello di pro

Ogni anno ed in tutto il mondo, il 20 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Felicità, istituita dall’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Nel documento istitutivo si legge che, scopo della giornata, è quello di promuovere la ricerca della felicità da parte di ogni individuo e incentivare lo “sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone”.

L’ONU ogni anno stila un rapporto fitto di dati da cui emerge che, in base ai parametri tenuti in considerazione (ad es. aspettative di vita, la libertà di fare le proprie scelte di vita, la percezione della corruzione, l’assistenza sociale), i cittadini più felici al mondo sono quelli della Finlandia, seguiti da quelli della Danimarca e poi, al terzo posto, quelli islandesi. L’Italia figura al 31° posto della classifica. Ma come può uno stato contribuire ad assicurare la felicità dei propri cittadini?

Nell’opera “La scienza della legislazione” del 1780, il giurista napoletano Gaetano Filangieri, afferma che «le buone leggi sono l’unico sostegno della felicità nazionale». Dunque, secondo questa tesi di stampo illuminista, è lo stato che, attraverso le sue articolazioni istituzionali, può garantire la felicità dei suoi consociati. Questa teoria è ripresa da Benjamin Franklin (con il quale il Filangeri ebbe una fitta corrispondenza) che la trasfuse nella Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America del 4 luglio 1776, nella quale si legge che «tutti gli uomini sono creati uguali; che essi sono dal creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti vi sono la vita, la libertà e il perseguimento della felicità». Questo concetto viene ripreso dalla Dichiarazione francese sui diritti dell’uomo del 1789, dove all’art. 1 si legge che il fine delle istituzioni pubbliche è rappresentato dalla «felicità di tutti».

Il riconoscimento del diritto al perseguimento della felicità, quale fine principale del legislatore, è presente anche nell’art. 13 della Costituzione dell’Impero giapponese del 1946, che testualmente recita «tutte le persone saranno rispettate come individui ed il loro diritto alla vita, alla libertà ed al perseguimento della felicità, entro i limiti del benessere pubblico, costituiranno l’obiettivo supremo nella legislazione e negli affari di governo».

E nel nostro paese? L’art. 3 della nostra Costituzione, a differenza dello Statuto Albertino del 1848 che faceva riferimento alla “Nazione felice” non riconosce espressamente la felicità degli individui quale diritto, ma stabilisce che è compito dello stato rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona.

Occorre che ciò sia realizzato come premessa generale per il conseguimento di uno stato di benessere individuale, ma poi è compito di ciascuno attivarsi per realizzarlo, anche magari semplicemente seguendo Voltaire che amava dire «ho deciso di essere felice perché fa bene alla mia salute».

Libero

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Paolo Ferrero* Biden è riuscito a compiere un discreto miracolo: ha cementato una grande alleanza tra Cina e Russia, alleanza che ha un corrispettivo geopol

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Papa Francesco: alle radici della sua elezione


Non crediamo mai abbastanza a ciò in cui non crediamo (M. Conte S. 2004) «La Chiesa è chiamata ad uscire da sé stessa e ad andare verso le periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali: quelle del mistero del peccato, del dolore, dell’ingiustizia, quelle dell’ignoranza e dell’assenza di fede, quelle del pensiero, quelle […]

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Leak on Data Retention: What are the EU Governments planning for 2023?


At the end of November 2022, the »Working Party on Cooperation in Criminal Matters (COPEN)« of the Council of the European Union met for an informal video conference. They discussed … https://www.consilium.europa.eu/en/meetings/mpo/2022/11/informal-vtc-c

At the end of November 2022, the »Working Party on Cooperation in Criminal Matters (COPEN)« of the Council of the European Union met for an informal video conference. They discussed i.a.­ the retention of citizens’ communication data and other surveillance-related issues. Now German investigative journalist Andre Meister has published the documents (Mastodon/Twitter). In addition to the protocol of the meeting, the documents contain presentations by Belgium, Germany, Ireland and Portugal on the recent rulings of the EU Court of Justice and on national legislation.

Member of the European Parliament Patrick Breyer (Pirate Party, Greens/EFA group) comments:

“The leaked documents prove that indiscriminate retention of the entire population’s contacts and movements in the European Union continues to be pushed in the Council of the European Union, contrary to numerous Court rulings. National bulk data retention legislation in most EU Member States is illegal, including attempts to justify it with a ‘permanent state of emergency’ in France and Denmark, or with regional crime rates in Belgium. The bulk collection of information on the everyday communications and movements of millions of unsuspected people constitutes an unprecedented attack on our right to privacy and is the most invasive method of mass surveillance directed against the state’s own citizens. Mass surveillance is the opposite of what European values embody. The Commission now finally needs to end impunity and start enforcing our right to privacy throughout Europe!

The anecdotal results of data retention policies are nowhere close to the damage the chilling effect of this surveillance weapon inflicts on our societies, as a recent survey found. Data retention laws have no measurable effect on the crime rate or the crime clearance rate in any EU country. Requests for communications data are rarely unsuccessful even in the absence of indiscriminate data retention legislation. The clearance rate for cybercrime in Germany, for example, is at 58.6% and above average even without IP data retention. It fell when data retention legislation was enacted in 2009.

In the EU I observe a dangerous cycle in which national governments use all sorts of tricks to keep illegal mass surveillance going. In doing so, they disrespect rulings of the highest courts. The rule of law in the EU and the fundamental rights of citizens suffer from the surveillance greed of governments and law enforcement agencies. The EU Commission is standing idly by. The persistent violation of fundamental rights, circumvention of case-law, pressuring of judges and ignorance of facts is an attack on the rule of law we need to stop. The EU Commission now finally needs to do its job and start enforcing the landmark rulings, instead of plotting to bring back data retention.

Twisting EU rulings into mass surveillance

The Working Party meeting was preceded by several decisions of the EU Court of Justice declaring indiscriminate retention of citizens’ communications data to be unlawful (in October 2022, the SpaceNet (C-793/19) and Telekom (C-794/19) cases and the Advocate General’s Opinion in the La Quadrature du Net and others case (C-470/21), and in September 2022, the VD (C-339/20) and SR (C-397/20) cases). Exceptions to the ban on blanket mass surveillance are only allowed under strict conditions.

However, the Belgian government had adopted a new law in 2022, which it presented at the Working Party meeting. The law represents a new generation of data retention legislation (discussion on media.ccc.de) which, formally, pretend to meet the requirements of the EU court, but in practice and de facto, continue the blanket mass retention annulled by the Courts. Similar to Belgium, the majority of EU member states, including Ireland (thegist.ie), France (Patrick Breyer)

and Denmark (itpol.dk), are pushing this policy of maximum surveillance instead of working on measured and targeted solutions. For example, the governments of the Netherlands and Bulgaria have stressed that, in their view, the general and indiscriminate retention of communications data of all citizens “is the least intrusive measure.” The consequence of this policy is a crisis of the Rule of Law in the European Union as a result of continued non-compliance with rulings of the highest EU Court.

ePrivacy: Governments want “general basis” for mass surveillance

In the Council documents, the French government calls for an exemption from the

scope of the ePrivacy Regulation in the name of national security, especially for the work of intelligence services, which would allow for blanket retention even in the absence of a present or forseeable threat to national security.

The currently negotiated ePrivacy Regulation is to replace the 2002 Directive in the future and protect citizens from data collection, tracking and surveillance. (Background information, positions of the Commission, the Council and the Parliament, as well as the possibility to comment on it at patrick-breyer.de).

France wants a “general basis” for data retention to be introduced in the ePrivacy Regulation, which would later serve as a legal framework for laws on mass surveillance of the entire population throughout the EU or in individual EU member states. The governments of Spain, Belgium and the Netherlands support this plan. The Parliament of the European Union, however, rejects this proposal. There are alternatives, for example with the Quick Freeze concept, meaning a immediate storage order upon given cause, which interferes less with fundamental rights. Austria already uses the procedure, and Germany’s Federal Minister of Justice Marco Buschmann wants tointroduce it.

Dispute: EU-wide definition of “serious crime”

In the Council session, the Commission of the European Union reported on the draft European Media Freedom Act, which is intended to regulate “the independence of the media”, “the cooperation of regulatory and supervisory bodies”, “state advertising” and “the rights of media providers” in the future. The governments of Spain, France, Bulgaria, Belgium and Italy were very concerned that the draft law contains a definition of “serious crime” in Article 2. In his Opinion on a pending judgment on an action brought by the French NGO (C-470/21) La Quadrature du Net, Advocate General Szpunur writes: “The concept of ‘serious crime’ must, in my view, be interpreted autonomously. It must not depend on the views of the individual Member States (…)” (see also edri.org). The French government, in particular, wants to “vigorously oppose (…) this request.”

What would that mean?

A possible definition of “serious crime” in the European Media Freedom Act would have to be be negotiated. Whether and for what purpose it would be necessary would also have to be discussed by the EU Parliament. If it were to be adopted with the law, it would not directly applicable to the subject of data retention. From the point of view of the individual EU member states, the definition would cover more, fewer or at least different offences than those provided for in the respective national law. This could be one reason why Paris rejects an EU-wide definition. With regard to the issue of data retention, there is a risk that the Commission could use such definition to table a new proposal for EU-wide mass surveillance. For such a definition would settle one of several points of contention between governments. On the other hand, some governments may find the proposed definition too narrow.

Spyware in journalism and the media

Article 4 of the draft European Media Freedom Act deals with criminal investigations and surveillance. More specifically, it deals with the question of the protection of journalists’ sources and the use of spyware in journalism. According to the protocol, the Commission of the European Union favours the use of such software and argues that the protection of journalists’ sources is maintained as long as it is “case-based” surveillance.


patrick-breyer.de/en/leak-on-d…


Der EuGH hat letztes Jahr (mal wieder) geurteilt, dass die Vorratsdatenspeicherung laut EU-Recht illegal ist. Die EU-Staaten diskutieren trotzdem weiter, wie sie die anlasslose Massenüberwachung irgendwie legalisieren können. Das geht aus einem Protokoll zur Rats-Arbeitsgruppe "Zusammenarbeit in Strafsachen" hervor, das wir veröffentlichen: netzpolitik.org/wp-upload/2022…


Rèvolte


Ciò che accade in Francia non è conseguenza della riforma pensionistica. Che è mite. Nell’originario vino macroniano è stata versata tanta acqua. Le pensioni sono soltanto l’occasione di una rivolta contro la realtà, di un’aggressività che nasce dalla pau

Ciò che accade in Francia non è conseguenza della riforma pensionistica. Che è mite. Nell’originario vino macroniano è stata versata tanta acqua. Le pensioni sono soltanto l’occasione di una rivolta contro la realtà, di un’aggressività che nasce dalla paura, di un ribaltamento che affianca l’estrema destra all’estrema sinistra. In Francia è scoppiato un bubbone il cui pus è in ciascuna delle nostre società europee e più generalmente occidentali.

Il presidente francese sapeva di andare allo scontro, senza neanche la certezza di spuntarla (per ora). Una scelta l’aveva; sarebbe bastato mollare dell’altro, attenersi al manzoniano conte zio: «sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire». E Manzoni ci serve per capire, giacché in ballo c’è quel che molti governanti italiani, nel tempo, non hanno creduto esista: la storia. Molti francesi invece sì, ci credono. E se avesse mollato, Macron sarebbe stato considerato un inerte mollusco non appena il banco delle pensioni fosse saltato. Perché saltano tutti quei sistemi – anche da noi – se la leva demografica negativa s’accompagna alla prodigalità pensionistica in conto a figli che non esistono. Macron ha scelto lo scontro. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensi quella sinistra italiana che ieri si sdilinquiva innanzi al presidente capace di mettere sotto scacco la destra sovranista.

Ma la révolte nasce da altro, perché quella riforma non è poi così dura e semmai toglie qualche privilegio corporativo messo in conto a tutti i lavoratori francesi. Che dovrebbero festeggiare, non protestare. La révolte si alimenta di tanti rivoli che spingono una corrente. C’è la pretesa che vivendo in un Paese ricco ciascuno abbia diritto a una quota crescente di ricchezza, a prescindere dal proprio contributo a crearla. In questo noi siamo maestri, avendo intitolato alla “cittadinanza” un trasferimento di soldi del contribuente in cambio di niente. E c’è la paura, innescata dalla consapevolezza che la ricchezza è oggi tanta, ma potrebbe scemare. Specie se la si spende per finanziare il non lavoro. C’è l’antipolitica che abbraccia non una rivendicazione, quindi un interesse, ma tutte le rivendicazioni, quindi tutti gli interessi, anche in conflitto fra loro, purché siano “contro”. La destra francese lo ha fatto per anni, vestendo l’antieuropeismo e prendendo anche soldi da Putin, ma quell’abito ora è di moda nella sinistra mai stata responsabile di alcun governo o scelta. Difatti i loro voti convergono, pur facendo cilecca. Ci sono i falso pacifisti e i no-vax ri-rivoltosi, stessi indirizzi social. E ci sono sindacati e corporazioni che incassavano la rendita dell’intermediazione inconcludente. Macron avrebbe potuto assecondare questi ultimi, dividere le estreme, rinunciare a procedere e tirare a campare. Ha deciso di esistere, forte di una cosa sconosciuta in Italia: le elezioni le aveva vinte dicendo prima che avrebbe riformato le pensioni. Sta qui il buon esempio. Non aveva vinto negando, ma affermando. Lo aveva fatto in piazza, fra le proteste. Da noi sarebbe considerato elettoralmente suicida.

Per questa ragione lo scontro è coerente con i voti che prese, salvo non avere un partito forte e perdere poi le legislative. Non gli si contesta l’incoerenza, come capita a chi governa l’Italia, ma la coerenza.

Il che non toglie che la rivolta ci sia e che al riparo del consenso ci sia sì la presidenza della Repubblica, ma non il governo. E che dietro il governo non ci siano più i partiti politici (un’assenza che è il male diffuso delle nostre democrazie), con i loro apparati in grado di creare consenso, non solo di raccattarlo arlecchinescamente. A questo giro le barricate non le hanno fatte i rivoluzionari ma i conservatori in divisa da reazionari, anche se tinta di rosso. Ed è l’altra importante lezione: le rivolte, anche elettorali, le oscillazioni brusche, nascono dal provare a conservare il passato. Se non si torna a fare seriamente politica – anche facendo i conti con le pensioni, però – si cancella il futuro.

La Ragione

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Il piano arabo per la Siria mette in difficoltà Stati Uniti ed Europa


Una spinta degli alleati arabi degli Stati Uniti per salvare la Siria dal freddo mette in luce i limiti di un riavvicinamento mediato dalla Cina tra gli acerrimi rivali del Medio Oriente, l’Arabia Saudita e l’Iran. Progettata per creare un cuneo tra Siria e Iran, la spinta alla distensione è guidata dagli Emirati Arabi Uniti […]

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Cina: il Congresso nazionale del popolo rivela nuove iniziative e minacciosi avvertimenti


Appena una settimana prima di marzo, quasi 3.000 delegati si sono riuniti presso la Grande Sala del Popolo a Pechino per l’apertura della Quattordicesima Assemblea Nazionale del Popolo e, separatamente, della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese. Sebbene il Congresso nazionale del popolo sia, secondo la costituzione cinese, il più alto organo legislativo del paese, […]

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Il 23 marzo torna l’appuntamento mensile con L'Ora di Costituzione!

L'iniziativa sostenuta dal Senato prosegue con il ciclo di incontri per illustrare i principali articoli della Carta agli studenti.

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La decisione del governo britannico di fornire munizioni all'uranio impoverito alle forze armate ucraine è l'ennesima prova del fatto che a Stati Uniti, Nato e


di Giovanni Russo Spena Sono addolorato per la morte di Citto Maselli, il compagno di partito a me più caro. Uno dei miei maestri. Un militante comunista di s


Con uno stanziamento di 150 milioni di euro per il 2023, lo schema di decreto prevede l'istituzione di due figure professionali dedicate una a sviluppare la personalizzazione dell’istruzione nelle Scuole secondarie di II grado e l'altra a concretizza…


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Autonomia strategica e Difesa. Le lezioni ucraine per l’industria


L’indipendenza nazionale passa anche (e soprattutto) attraverso la sovranità tecnologica, un fattore cruciale in tutti i settori del sistema-Paese, ma che assume una valenza ulteriore nel caso della dimensione militare e del relativo comparto industriale.

L’indipendenza nazionale passa anche (e soprattutto) attraverso la sovranità tecnologica, un fattore cruciale in tutti i settori del sistema-Paese, ma che assume una valenza ulteriore nel caso della dimensione militare e del relativo comparto industriale. È quanto emerso nel corso del panel dedicato alla “Difesa e industria della Difesa”, parte del più ampio incontro organizzato dalla Fondazione Farefuturo, nel corso del quale si sono confrontati il presidente di Fincantieri e già presidente del Comitato militare dell’Ue, generale Claudio Graziano, e gli amministratori delegati di Elettronica, Domitilla Benigni, di Rheinmetall Italia, Alessandro Ercolani, e di Avio, Giulio Ranzo.

Consapevolezza della Difesa

In particolare, come registrato da Mauro Mazza, direttore editoriale di Farefuturo che ha moderato il panel, a un anno dall’invasione russa dell’Ucraina ci siamo accorti che “nulla è più come prima” e che la “nostra vita è cambiata, e non è stato un cambiamento in positivo”. Tutto questo ha modificato anche il senso e il ruolo della Difesa e della sua industria. Per il generale Graziano, infatti, il cambiamento era in atto già da tempo, e il 24 febbraio è servito solo per rendersene conto. “L’obiettivo del 2% del Pil alla difesa in ambito Nato o le iniziative europee di sicurezza erano in atto da prima del 2022” e l’invasione ha solo fatto tornare attuali parole come “guerra” e “ricerca della pace”. Tutto questo “richiede di essere preparati con maggiore consapevolezza nazionale”, come per esempio nell’avere sempre chiaro che “supportare l’Ucraina è un dovere, e che aiutando Kiev a difendersi, indirettamente difendiamo anche la nostra libertà”. Il nemico, per il generale, non è infatti direttamente ai nostri confini, ma poco al di fuori, in Ucraina e nel sud del mondo. Tutti questi problemi, tuttavia, non sono affrontabili da un solo Paese, ed è per questo che bisogna sostenere la costruzione di una Difesa europea e il rafforzamento di quella nazionale, in un’ottica di scala per cui, come l’architettura militar e l’autonomia strategica europea non sarebbe contro la Nato, ma per essere in grado di operare “da soli se necessario, insieme se possibile”, allo stesso modo la difesa nazionale dev’essere in grado di fare la stessa cosa con l’Ue e la Nato, ma rimanendo in grado di agire a sostegno dell’interesse nazionale italiano. “Questo lo si può fare solo con una industria forte, e per questo bisogna investire e far parte del quadro di sicurezza internazionale”.

La sfida digitale

Aspetto cruciale del nuovo scenario di sicurezza è l’emergere di nuove tecnologie e di nuovi domini di competizione, primo fra tutti quello del cyber-spazio. “La prima parte dell’invasione dell’Ucraina è stata una vera guerra ibrida, un guerra cyber” ha infatti registrato Domitilla Benigni, sottolineando quanto dal punto di vista della rete “siamo sotto attacco, in una situazione di pandemia digitale endemica, globale”, con una crescita esponenziale degli attacchi. Il problema sono i bassi costi degli attacchi, per cui servono solo competenze e software economici, e l’impossibilità di identificare con sicurezza la minaccia: “in una cyber-guerra non sai contro chi stai combattendo”. Di fronte a questa vera crisi digitale, la Nato ha inserito lo spazio cyber tra quelli coperti dall’articolo 5, per cui un Paese è autorizzato a rispondere a un attacco cyber come fosse convenzionale. L’Italia, però, non è rimasta a guardare “e ha accelerato sulle sue difese cyber” istituendo l’Agenzia per la cyber-sicurezza nazionale, implementando il perimetro di sicurezza cyber e costituendo presso il Comando operativo di vertice interforze il Comando operazioni in rete, il centro militare per operazioni cyber.

Vantaggio tecnologico

Naturalmente, cruciale per tutte queste sfide sarà la dimensione tecnologica, e il mantenimento di un costante vantaggio competitivo in termini di innovazione rispetto ai potenziali avversari. Tuttavia, “le tecnologie sono figlie di intuizioni e processi industriali” ha sottolineato Ercolani, registrando come se per le dottrine militari vale il principio quasi darwiniano di adattamento all’ambiente per il quale vengono sviluppate, lo stesso può dirsi per le tecnologie: “In assenza di un ambiente operativo per il quale testare, non sappiamo se funzionano”. Prima dell’invasione del 24 febbraio, in Europa in qualche modo era mancata l’idea di un ambiente che provasse l’efficacia delle dottrine e delle tecnologie. “Dalla guerra dobbiamo apprendere delle lezioni per il futuro, come il fatto che abbiamo ‘riscoperto’ che le guerre senza munizioni non si fanno”. L’Ucraina ha dimostrato come Europa (e Italia) non siano pronte ad affrontare le sfide del futuro da questo punto di vista. “Gli Usa producono 200mila colpi l’anno, numeri simili in Europa; in un giorno di guerra in Ucraina si sparano 9mila colpi al giorno, due milioni l’anno”.

Autonomie strategiche

Come confermato anche da Ranzo “il rateo di consumo di missili nel conflitto ucraino, in alcuni momenti di picco, ha superato in un giorno la produzione di un anno”. Una condizione che dovrebbe mettere in allarme sia l’Europa, sia gli Usa, “che pure hanno una produzione dodici volte superiore” a quella del Vecchio continente. Sono valutazioni, ha sottolineato ancora l’ad di Avio, che vanno fatte “in tempi calmi”. Come per gli attacchi cyber, “se ci si pone il problema della cyber-sicurezza dopo che un attacco è avvenuto, è troppo tardi”. La sovranità tecnologica, allora, è un qualcosa su cui ragionare quando si è in pace, per identificare “le aree da presidiare assolutamente, sia in Europa, sia a livello nazionale in modo da garantirci un contributo che non sia gregario, ma di leadership”. La guerra in Ucraina, allora, deve essere uno stimolo per ragionare sui diversi settori nei quali l’autonomia è necessaria. Ne sono esempi l’energia, “ma anche sul prossimo conflitto, più pericoloso, sui semiconduttori”, una risorsa scarsa e importante “posta sotto il rischio di indisponibilità perché concentrata in Paesi essi stessi oggetto di tensioni e contrasti geopolitici”.


formiche.net/2023/03/autonomia…



La prigionia di Julian Assange - Documentario a cura di Al Jazeera

@Pirati Europei

#JulianAssange
#UnitedStates
#WikiLeaks
In questo episodio di Fault Lines, esaminiamo cosa potrebbe significare il caso di Julian Assange per la libertà di stampa e le conseguenze che ha dovuto affrontare per la pubblicazione di segreti di stato. Nel 2010, il fondatore di WikiLeaks ha collaborato con altre organizzazioni mediatiche per pubblicare centinaia di migliaia di documenti statunitensi classificati sulle sue guerre in Iraq e Afghanistan. Rimane la più grande fuga di informazioni riservate fino ad oggi. È l'unico editore ad essere accusato per aver pubblicato questo materiale. Il cittadino australiano rischia una condanna a 175 anni ed è stato incriminato ai sensi dell'US Espionage Act per le attività che i giornalisti svolgono ogni giorno. È la prima volta che la legge viene usata contro un editore, facendo scattare un campanello d'allarme tra i sostenitori del Primo Emendamento. Nel frattempo, è detenuto nella prigione più dura del Regno Unito a causa di una richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti
ytb.trom.tf/watch?v=76In01TZyj…

Per chi vuole vederlo da YouTube


Here's a short documentary by AlJazeera about Julian Assange ytb.trom.tf/watch?v=76In01TZyj…

It is astonishing that we have a human who publishes materials (not obtained by him, but sent to him) via a public source like Wikileaks, materials that expose the murders and extreme abuse by a tribe, and the tribe is like "Yeah fuck off you criminal let's fuck you up for making these documents public!".

USA is probably the biggest worldwide abuser and killer overall. Yet they want to paint themselves as saints and saviors. And by "they" I mean the few who run that tribe.

Disgusting world.


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PRIVACY DAILY 74/2023


Il Governo Britannico chiamato in tribunale per l’uso dei dati personali dei migranti. L’alta Corte del Regno Unito è stata investita di un ricorso riguardante il trattamento dei dati personali dei migranti da parte dell’esecutivo. La Corte è chiamata a decidere in particolare se la cosiddetta “immigration exception”, che consente il trattamento dei dati personali... Continue reading →


Fr. #23 / Di feticci e simulacri


Nel frammento di oggi: feticci della sorveglianza contro i femminicidi / Simulacri dell'ingegneria sociale / Un'intervista sulle città da 15 minuti / Meme e citazione del giorno.

Frammenti è la rubrica che riassume e commenta le notizie più interessanti della settimana e propone citazioni di autori famosi e meme. Un modo per restare informati con Privacy Chronicles, ma in modo leggero.

L’angelo della sorveglianza


Pare che a Napoli sia stato avviato un progetto per aiutare le vittime di minacce e stalking che prende il nome di “Mobile Angel”. È uno smartwatch con integrato un sistema di SOS e geolocalizzazione collegato alla centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli.

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Una donna, che pare abbia ricevuto ripetute minacce di morte da parte dell’ex-marito, è la prima a possedere lo smartwatch: «Ora posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. Vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare1»

Purtroppo la sua serenità è malriposta. Se togliamo il potere rasserenante del feticcio tecnologico, non resta molto altro. In che modo uno smartwatch con geolocalizzazione e pulsante SOS potrebbe mai aiutare la povera donna in caso di aggressione da parte dell’ex-marito?

Non lasciarti tentare dai profeti della sorveglianza, iscriviti a Privacy Chronicles!

Il feticcio ha la stessa utilità di un santino di Padre Pio nella tasca dei pantaloni. Anzi, peggio: almeno il santino di Padre Pio non è uno strumento di sorveglianza e monitoraggio governativo.

Ma ancor più grave dell’irrazionalità, comprensibile, della povera donna, è la diffusione da parte delle istituzioni e dei mass media di un messaggio completamente fuorviante: “lo smartwatch contro i femminicidi”? Non scherziamo.

Perché convincere le persone a rinunciare alla loro privacy in cambio di un aberrante e infondato senso di sicurezza? Forse perché è molto più comodo avere una popolazione psicologicamente fragile, impaurita e sorvegliata che una popolazione di persone che rifiutano la sorveglianza e sanno difendere se stessi e il prossimo dalle aggressioni (di chiunque).

Volete fare il bene di queste donne? Insegnategli a sparare e date loro una licenza per portare armi da fuoco nella borsa.

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Murabba, il nuovo ghetto hi-tech da 15 minuti


Pare che l’idea delle città da 15 minuti sia arrivata anche in Arabia Saudita. Da qualche tempo infatti gira voce che nelle capitale, Riyadh, vogliano costruire un nuovo e scintillante centro città che offra tutto ciò di cui hanno bisogno le persone a una comoda distanza di 15 minuti a piedi o in bici. Il tutto corredato da modernissimi e fichissimi mezzi pubblici.

Al centro del nuovo quartiere, che sarà di circa 19 km quadrati, un inquietante cubo 400x400 metri chiamato Mukaab. Un simulacro dell’ingegneria sociale che dovrebbe essere completato entro il 2030. Al suo interno centri commerciali, musei, e tante altre splendide distrazioni di massa.

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Sarò sincero: sembra una trovata di marketing da parte di qualche fondo d’investimento con troppi soldi da riciclare. Non dubito però che una proposta del genere possa avere un certo appeal al giorno d’oggi. Chi non vorrebbe vivere in un quartiere iper tecnologico, super sorvegliato e pieno di sbrilluccicanti distrazioni utili a non pensare e spendere il più possibile?

Sempre sulle città da 15 minuti


Sempre sulle città da 15 minuti ho recentemente fatto un’intervista andata in onda la scorsa settimana su Lombardia TV. Per chi volesse vederla in differita è disponibile adesso anche online, basta cliccare qui.

Abbiamo parlato di diverse cose attinenti allo stato della sorveglianza di massa nel mondo e delle implicazioni per la nostra libertà. È un’oretta di discussione piacevole con Luigi Degan.

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Meme del giorno


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Citazione del giorno

“A man that flies from his fear may find that he has only taken a short cut to meet it.”
― J.R.R. Tolkien

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Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Effetto Panopticon e autosorveglianza

In un mondo in cui la sorveglianza di massa è sempre più pervasiva, sistematica e normale spesso dimentichiamo l’impatto psicologico che questo monitoraggio costante, sia online che offline, ha su tutti noi. Ancor più spesso, sottovalutiamo le conseguenze che questa ha nella…
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4 days ago · 7 likes · Matte Galt

Leggi gli altri Frammenti!

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Virgolettato preso da questo articolo di Open. Onestamente mi sembra una citazione inventata di sana pianta per far passare un certo messaggio, ma sicuramente mi sbaglio.



"Sta accadendo purtroppo ciò che era prevedibile: l'aggravamento della situazione medica di Alfredo Cospito tale da farlo rischiare la vita. Ministro Nordio si

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Per l'ultimo saluto al compagno Citto Maselli diamo appuntamento giovedì 23 marzo, dalle ore 10 alle 13, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio.


Calenda in Fondazione per parlare di separazione delle carriere: “Sono favorevole, è un principio di civiltà giuridica”


“La separazione delle carriere e ovviamente la separazione dei CSM rappresentano un principio di civiltà giuridica: chi indaga non può essere collega di chi ti giudica. È fondamentale per passare in questo paese da una cultura della magistratura contro l’

“La separazione delle carriere e ovviamente la separazione dei CSM rappresentano un principio di civiltà giuridica: chi indaga non può essere collega di chi ti giudica. È fondamentale per passare in questo paese da una cultura della magistratura contro l’imputato a un confronto per verificare la verità processuale e arrivare a una decisione giusta”, è quanto ha affermato Carlo Calenda nel corso del dibattito sostenuto nel pomeriggio con il presidente della Fondazione Luigi Einaudi Giuseppe Benedetto, che si è svolto a Roma presso la sede della Fondazione.

Un incontro che si inserisce nell’ambito di una serie di confronti che la Fondazione Luigi Einaudi ha avviato con tutti i leader delle forze politiche per affrontare il tema cruciale, relativo alla riforma della Giustizia, della separazione delle carriere dei magistrati.

Incalzato dal Segretario Generale Andrea Cangini, in merito alla proposta della FLE di eleggere una Assemblea di cento competenti, indicati dai partiti, per riformare la seconda parte della Costituzione, Calenda si è detto favorevole pur riscontrando però “un clima politico di conflitto permanente” che non agevola una soluzione. Il leader di Azione si è comunque detto disponibile ad aprire un dialogo, e a cercare punti di raccordo, con la maggioranza. Come, ad esempio, in merito al fisco, “è ragionevole – ha detto Calenda – che il Terzo Polo trovi una convergenza con la maggioranza sulla riforma fiscale in generale, e in particolare sullo Statuto contribuente, perché è praticamente la stessa riforma fatta da Draghi. L’unico problema è che c’è la flat tax, e se diventa la battaglia della flat tax, allora no. Ma credo che sulla riforma fiscale ci sia margine di lavoro”, ha concluso.

L'articolo Calenda in Fondazione per parlare di separazione delle carriere: “Sono favorevole, è un principio di civiltà giuridica” proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Due nuove monete targate Aeronautica. Tutto pronto per il centenario


L’Aeronautica Militare compirà i suoi primi cent’anni il 28 marzo 2023 e, per celebrare l’occasione, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha coniato due monete celebrative appositamente dedicate alla Forza armata. Le due monete, da due e da cinque e

L’Aeronautica Militare compirà i suoi primi cent’anni il 28 marzo 2023 e, per celebrare l’occasione, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha coniato due monete celebrative appositamente dedicate alla Forza armata. Le due monete, da due e da cinque euro, entrano così a far parte della Collezione Numismatica 2023, identificabili sotto la denominazione “Cento anni dell’Aeronautica militare” e, a partire da oggi, verranno emesse ufficialmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Le monete celebrative

La prima moneta commemorativa coniata in occasione del centenario ha valore di due euro, a corso legale in tutti gli Stati membri dell’Unione e a circolazione ordinaria. Sono stati realizzati in totale tre milioni di esemplari, per un valore nominale di sei milioni di euro. La moneta si presenta anche nella sua versione da collezione, ha valore nominale di due euro ed è disponibile sia in versione Proof sia in Fior di Conio, con una tiratura rispettivamente di 13mila e 15mila pezzi, a cui si aggiunge il rotolino da 25 pezzi Fior di Conio in 10mila pezzi. La seconda moneta ha valore nominale pari a cinque euro ed è anch’essa disponibile in versione Proof con una tiratura di 5mila pezzi in totale.

La fase di realizzazione

L’autore, in entrambi i casi, è stato l’artista incisore della Zecca dello Stato, Valerio De Seta, che ha realizzato le facce nazionali delle due monete. Per quanto concerne il processo di coniatura vero e proprio, alcune monete sono state simbolicamente coniate dagli stessi vertici dell’Aeronautica militare, che si trovavano in visita all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato nei giorni scorsi con l’obiettivo di assistere in prima persona al processo di realizzazione delle monete celebrative. A capo della delegazione di ufficiali che ha partecipato alla visita si trovavano il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Luca Goretti, e il sottocapo di Stato maggiore, Aurelio Colagrande. Insieme a loro, erano anche presenti il capo del quinto reparto Comunicazione della Forza armata, generale Giovanni Francesco Adamo e il generale ispettore capo nonché presidente del “Comitato centenario dell’Aeronautica militare”, Basilio Di Martino.

Il Centenario dell’Aeronautica militare

La data del prossimo 28 marzo segnerà infatti l’importante anniversario dalla costituzione dell’Aeronautica militare. Quel giorno di cent’anni fa, infatti, i servizi aeronautici precedentemente inquadrati nelle altre Forze armate ottennero la loro autonomia, con la denominazione di Regia aeronautica. Da allora, le forze aeree del nostro Paese sono state protagoniste di tutti i principali eventi per l’Italia, dalla terribile prova della Seconda guerra mondiale, fino alle operazioni di Air policing dei cieli della Nato.


formiche.net/2023/03/monete-co…



Stato della risposta alla carestia nel Tigray


Di Duke Burbridge su TGHAT L’ ultima settimana della distribuzione di cibo registrata nel Tigray conferma che la regione ha finalmente sperimentato il tipo di aumento della distribuzione di cibo che avrebbe dovuto verificarsi nelle settimane successive al

Di Duke Burbridge su TGHAT

L’ ultima settimana della distribuzione di cibo registrata nel Tigray conferma che la regione ha finalmente sperimentato il tipo di aumento della distribuzione di cibo che avrebbe dovuto verificarsi nelle settimane successive alla firma dell’accordo di Pretoria. A differenza dei picchi minori che si sono verificati da novembre, le razioni sono state distribuite ai tigrini che avevano urgente bisogno di assistenza dalla zona nord-occidentale, attraverso la zona centrale, alla zona orientale e giù attraverso la zona sud-orientale e meridionale. L’intera regione sarebbe sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di distribuzione di sei settimane, se non fosse per il fatto che diverse aree del Tigray rimangono sotto assedio da parte dell’esercito eritreo, delle forze regionali di Amhara e della milizia di Fano. Tuttavia, a causa del continuo uso della guerra d’assedio nel Tigray e di altri fattori, circa 1,6 milioni di persone non hanno ancora accesso all’assistenza alimentare di base.

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Il grafico sottostante mostra lo stato attuale della risposta alla carestia nel Tigray. Il rosso rappresenta il numero di persone nel Tigray che hanno urgente bisogno di assistenza alimentare esterna. Questo è fissato a 5,3 milioni. Qualsiasi rosso visibile nel grafico riflette il numero di tigrini che muoiono di fame senza accesso ad aiuti alimentari esterni.

Il giallo rappresenta il numero di persone che hanno ricevuto una razione di cibo nelle ultime sei settimane. Questo è il periodo di tempo in cui una razione alimentare standard è progettata per fornire al beneficiario il 63% del suo fabbisogno calorico 1 Spesso viene fornita una razione inferiore, ma il cluster alimentare si impegna a ripulire i dati del conteggio. . All’8 marzo, poco più di 4 milioni di persone nel Tigray avevano ricevuto una razione di cibo nelle ultime sei settimane. Questo è il secondo più alto totale di sei settimane negli ultimi due anni e mezzo. Il livello più alto si è registrato in ottobre, appena prima della riconquista dei principali centri abitati nelle zone nord-occidentali e centrali del Tigray da parte dell’alleanza militare eritreo-etiope.

Il blu rappresenta le razioni distribuite nell’ultima settimana. L’ultima settimana registrata ha riportato che nel Tigray erano state distribuite 1,3 milioni di razioni, che è il livello più alto nei sei mesi coperti dal grafico e il secondo più alto dal 2020 2 La distribuzione totale per la settimana terminata il 7 settembre 2022 è stata leggermente superiore a 1.5 milioni.

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Ripartizione della zona


Sulla base degli ultimi tre rapporti sulla distribuzione alimentare, la maggior parte delle zone del Tigray dovrebbe essere sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di sei settimane. Sfortunatamente, molti di coloro che nel Tigray hanno bisogno di assistenza alimentare e non l’hanno ricevuta nell’attuale round di distribuzione sono dietro un deliberato assedio da parte delle forze militari o paramilitari dell’Eritrea e dell’Amhara.

Nella zona sud orientale , nelle ultime tre settimane sono state distribuite 328.545 razioni, pari al 72% dell’obiettivo di sei settimane di 454.895. Senza gravi ostacoli segnalati in questa zona, dovrebbe essere possibile ripristinare la regolare assistenza alimentare all’intera popolazione target entro la fine di questo mese.

La zona centrale ha ricevuto il maggior numero di aiuti nel Tigray nelle ultime tre settimane registrate, con 1,2 milioni di razioni distribuite. Tuttavia, due woreda (Egela e Rama) lungo il confine con l’Eritrea rimangono sotto assedio da parte delle forze eritree. Secondo Goyteom Gebreegziabher (Goyteom tedesco), esperto senior presso il Bureau of Agriculture and Rural Development nel Tigray, nessun cibo è stato distribuito alla comunità ospitante ad Aksum (~12.500 abitanti) o agli 82.497 nuovi sfollati arrivati ​​in quella città.

L’accesso agli aiuti è aumentato anche nella zona orientale con quasi 714.000 razioni distribuite nelle ultime tre settimane. Tuttavia, come la zona meridionale, anche la zona orientale ha tre woreda sotto assedio da parte delle forze eritree a Zalambessa Town, Gulomekeda e Irob. Dopo le ultime tre settimane, ci sono ancora più di 125.000 persone bisognose di aiuti alimentari nella zona orientale che non hanno ancora ricevuto una razione nell’attuale round di distribuzione. Secondo i dati forniti da Goyteom, coloro che non ricevono aiuti sembrano essere concentrati a Ganta Afeshum (~44.000), Bizet (~31.000), Gulomekeda (~27.000) e Irob (~16.600).

Nella zona meridionale, quasi 216.000 persone hanno ricevuto una razione di cibo nella prima settimana di marzo, che è stata la più grande distribuzione totale di una sola settimana nel 2023 finora. Nelle ultime tre settimane, circa il 70% della popolazione totale bisognosa di assistenza alimentare nella zona meridionale ha ricevuto una razione alimentare. Tuttavia, tre woreda della zona meridionale (Ofla, Zata e Chercher) rimangono sotto assedio e l’intera metà inferiore della zona è stata quasi completamente tagliata fuori dall’assistenza umanitaria almeno da gennaio.

Circa 400.000 persone nella zona nord-occidentale hanno ricevuto razioni di cibo nelle ultime tre settimane registrate, il che è dovuto principalmente a un forte aumento nella settimana terminata l’8 marzo. Questo è solo il 37% dell’obiettivo di distribuzione alimentare di sei settimane. La zona nord-occidentale si è rivelata particolarmente difficile da servire per il WFP, con blocchi durante tutto il giro di distribuzione sia nella parte settentrionale che in quella meridionale della zona.

Secondo i dati forniti da un operatore sanitario di Shire, c’è stata una certa distribuzione di cibo nella zona nordoccidentale alle popolazioni sfollate. I campi profughi di Shire hanno ricevuto aiuti alimentari tre volte da dicembre, mentre i campi di Hitsats e Selekleka hanno ricevuto aiuti due volte e Sheraro solo una volta. Secondo la fonte, attualmente ci sono ~205.000 sfollati interni a Shire, ~140.000 a Sheraro e ~13.000 a Hitsats. Questo non ha raggiunto abbastanza persone con cibo a sufficienza. Nel campo di Hitsats, la fonte conferma che ci sono stati 17 morti per fame a dicembre/gennaio.

La distribuzione di cibo alle comunità ospitanti (ovvero residenti non sfollati) nella zona nord-occidentale è aumentata significativamente nelle ultime due settimane, secondo la mia fonte in Shire e la corrispondenza con un rappresentante del WFP. A seconda della quantità di cibo distribuito, ciò potrebbe colmare il divario più significativo rimasto nella risposta alla carestia. Fino a poco tempo fa la presenza di soldati eritrei e della milizia fanese di Amhara ne bloccava l’accesso.

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Nonostante il recente aumento della distribuzione di cibo, 1,6 milioni di persone nel Tigray, identificate come bisognose urgenti di assistenza alimentare, non hanno ricevuto una razione nelle ultime sei settimane. Di questo totale, circa 530.000 vivono a Mekelle e hanno ricevuto cibo otto settimane fa, che è ancora in un intervallo che fornisce un numero sufficiente di calorie per fermare un deterioramento della sicurezza alimentare. È anche possibile che abbiano ricevuto una razione durante il prossimo giro di distribuzione di cibo e non verrà segnalato fino a quando più zone non saranno pronte per iniziare il ciclo successivo. Altri 50.000 si trovano nella zona sud-est, che ha anche un accesso relativamente stabile al momento 3. Nonostante il più recente miglioramento delle condizioni nella zona sud-est, anche quest’area è stata duramente colpita dall’occupazione militare e dall’assedio. Vedi: Jan Nyssen et al, 2023. In che modo la comunità che circondava il monastero più antico del Corno sopravvisse alla guerra del Tigray? – Dabba Selama rivisitato. World Peace Foundation (Tufts University, Somerville, MA, USA) – Reinventare la pace. sites.tufts.edu/reinventingpea…

Ciò lascia più di un milione di persone nel Tigray, in condizioni di carestia, tagliate fuori dall’assistenza alimentare. Molti sono sfollati senza accesso ai loro campi, bestiame o beni. Altri hanno perso tutto a causa di saccheggi e saccheggi commessi dalle forze filogovernative. Tutti sono sopravvissuti a due anni e mezzo di guerra d’assedio e a due occupazioni militari di terra bruciata. Più di 600.000 zone nord-occidentali, epicentro della carestia del Tigray e profondamente colpite dalle tattiche di assedio utilizzate dal governo etiope. Altri ancora sono stati completamente tagliati fuori dagli aiuti negli ultimi due anni e mezzo, compresi il Tigray occidentale e i distretti lungo il confine eritreo nel Tigray centrale e orientale.

In attesa


L’aumento da settembre a ottobre 2022 è stato limitato e insostenibile perché il governo etiope stava usando la fame come arma di guerra contro il popolo del Tigray. Le cattive ragioni offerte per affamare i civili tigrini nel 2022 non esistono più. È logisticamente possibile consegnare cibo in ogni area del Tigray dove le persone muoiono di fame, ma alcune aree rimangono intenzionalmente bloccate in flagrante violazione del diritto internazionale umanitario. Allo stato attuale delle cose, l’assedio del Tigray rimane una minaccia esistenziale per i gruppi etnici Kunama e Irob, nonché per centinaia di migliaia di civili del Tigray che non hanno fatto nulla per meritare una punizione così brutale.

La sicurezza alimentare è esistenziale, ma anche solo uno dei numerosi e urgenti bisogni di sopravvivenza umana nel Tigray di oggi. La quantità di ordigni inesplosi (UXO) in tutta la regione presenta un rischio per la salute pubblica sia immediato che a lungo termine. Un rapporto nell’ultimo aggiornamento del Centro di coordinamento delle emergenze del Tigray (17 marzo) ha documentato quasi 500 morti e feriti correlati a UXO diffusi dalla zona nord-occidentale fino alla zona orientale. I bambini rappresentano il 64% delle vittime e più della metà degli incidenti si sono verificati in aree destinate all’agricoltura o al pascolo. A parte l’ovvio trauma immediato inflitto da UXO alle vittime e alle famiglie, ogni incidente ha anche un impatto agghiacciante sulla produzione agricola se gli agricoltori hanno paura di arare i loro campi. Ulteriori rapporti dell’UNHCR nella zona orientale e da fonti personali nelle zone centrali e nordoccidentali indicano che sono necessarie risorse ora per affrontare i crescenti e legittimi timori di contaminazione da UXO dei terreni agricoli, in particolare negli agricoltori sfollati che sono recentemente tornati nei loro campi.

La distribuzione del cibo nel Tigray deve essere semplificata e stabilizzata affinché la popolazione possa concentrarsi sul compito di ricostruire la propria regione e la propria società dopo più di due anni di genocidio. I tigrini devono essere in grado di accedere ai beni di base per la sopravvivenza, ai servizi di base e ai loro beni. Hanno bisogno che le forze di occupazione vengano rimosse dal Tigray (con la loro ordinanza) in modo che le famiglie sfollate possano tornare alle loro case, i contadini possano tornare ai loro campi, i bambini possano andare a scuola e le comunità possano ricostruirsi e guarire. Questo deve avvenire presto in modo che il prossimo raccolto nel Tigray possa far uscire la regione dall’insicurezza alimentare a novembre.

Il numero di vite perse tra oggi e il prossimo raccolto di successo nel Tigray potrebbe essere determinato dal coraggio dei leader politici al di fuori dell’Etiopia per garantire che l’accesso agli aiuti continui ad espandersi e stabilizzarsi. Affinché il cibo arrivi alle famiglie affamate nel Tigray, deve superare una varietà di entità che hanno dimostrato la volontà e, a volte, l’ intenzione di far morire di fame la gente del Tigray. Ciò include diversi funzionari e interi ministeri del governo federale etiope , l’ esercito eritreo , il governo regionale di Amhara e il governo regionale di Afar. Ciascuno di questi gruppi sta attualmente assediando aree del Tigray o ha passato la maggior parte degli ultimi due anni a ostacolare l’assistenza alimentare mentre i tigrini muoiono di fame. Sarà necessaria la vigilanza da parte degli Stati Uniti per porre fine al clima di impunità che ha protetto il genocidio del Tigray.

Tutti i grafici e i dati di distribuzione in questo articolo sono tratti dagli aggiornamenti settimanali “Tigray Response Weekly Dashboard – Food Assistance” dall’Etiopia Food Cluster, che possono essere trovati su fscluster.org/ethiopia/documen…


FONTE: tghat.com/2023/03/20/state-of-…


tommasin.org/blog/2023-03-21/s…



Oggi si celebra la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in collaborazione con l’Associazione “Libera.



24 marzo, seminario “SICUREZZA DEI DATI E GESTIONE DEL RISCHIO IN AMBITO SANITARIO”


Venerdì 24 marzo sarò a Padova al Ciclo seminariale “Privacy e sanità” – “Sicurezza dei dati e gestione del rischio in ambito sanitario“, realizzato dall’Azienda ULSS6 Euganea con l’Accademia Italiana del Codice di Internet – IAIC.


guidoscorza.it/24-marzo-semina…

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Political microtargeting on Facebook: an election promise just for you!


Microtargeting politico su Facebook: una promessa elettorale solo per voi! noyb ha presentato una serie di reclami contro diversi partiti politici tedeschi. I partiti avevano utilizzato il microtargeting su Facebook durante le elezioni federali del 2021 e avevano preso di mi TargetLeaks


noyb.eu/en/political-microtarg…

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Se nella vita o per lavoro hai a che fare con adolescenti, non puoi perdere la puntata di Presadiretta andata in onda ieri su Rai3: "La scatola nera", ora reperibile su Raiplay.

"Gli algoritmi e le piattaforme si stanno prendendo la vita dei nostri figli? Adolescenti e perfino bambini con patologie sempre più diffuse, si tratta ormai di un problema di salute pubblica. In che modo recuperare i danni già fatti, a partire dalla scuola? PresaDiretta è andata a Tulsa in Oklahoma, in uno dei centri di ricerca del più grande studio al mondo per capire quale sia l'impatto sul cervello di bambini e ragazzi delle tante ore passate sui cellulari e social. Ha visitato i centri d'eccellenza italiani e ha intervistato in giro per il mondo i medici e gli scienziati che da anni studiano e denunciano che la lunga esposizione dei ragazzi sulle piattaforme provoca variazioni fisiologiche nel cervello sul piano cognitivo ed emozionale. Sono 10 anni, da quando i social sono esplosi, che gli esperti accusano l'aumento del disagio tra i più giovani: ansia, stress, disturbi dell'attenzione e del linguaggio, anoressia, depressione, autolesionismo. I nostri ragazzi stanno sempre più male."

raiplay.it/video/2023/03/La-sc…


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friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
The Privacy Post

@nicolaottomano🇮🇹🇪🇺🇺🇦🇮🇷 forse solo perché al "poli" che hai frequentato tu, il personale amministrativo sapeva parlare italiano e l'aula oggi intitolata a mr. "TBD" era ancora dedicata al sig. "Da def." 😂

@informapirata :privacypride: @Franc Mac @Marco Bresciani

Etica Digitale (Feddit) reshared this.



#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

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Non solo #Mastodon, ma anche #PeerTube #PixelFed #Friendica e #Funkwhale: i social media decentralizzati aumentano mentre Twitter si scioglie. @Matt_on_tech intervista @tchambers


Mastodon è solo l'inizio: il Fediverso sta arrivando con PeerTube, PixelFed, Friendica e Funkwhale

@Che succede nel Fediverso?

la maggior parte delle aziende che cercano di supportare i social media decentralizzati stanno aggiungendo il supporto per #ActivityPub o, in alcuni casi, costruendo nuove piattaforme per un futuro decentralizzato. Si dice che Meta stia lavorando sul proprio social network decentralizzato, nome in codice P92 , che si dice includa il supporto ActivityPub. WordPress , Flipboard e Mozilla hanno tutte funzionalità annunciate che si integrano con il Fediverso.

Qui è disponibile l'intervista di @Matthew S. Smith a @Tim Chambers

in reply to skariko

skariko@feddit.it purtroppo @tchambers@indieweb.social l'ha tralasciato. Non so se perché non lo conosce, perché non lo ritiene meritevole di una menzione o semplicemente perché non gli piace. Ma sta di fatto che ora, stando dentro a questa conversazione, anche lui è finito su Lemmy 😂

@fediverso@feddit.it

feddit.it/comment/53924



Parigi: il prefetto ha commissariato il Sindaco per ottenere i dati anagrafici dei netturbini di Parigi e chiederne la precettazione. Di @DavidLibeau


La precettazione dei netturbini parigini è iniziata a seguito della mobilitazione contro la riforma delle pensioni. Dopo il rifiuto del sindaco di Parigi, si apprende dalla stampa che il prefetto di Parigi ha recuperato i recapiti degli operatori per precettarli. Il metodo solleva interrogativi.

@Pirati Europei

Oltre alle condizioni di urgenza e violazione del buon ordine o della salute, è chiaramente specificato che è necessario un ordinanza per precettare qualsiasi bene o servizio. Nel caso dei netturbini di Parigi, sono i loro dati personali che sono stati trasmessi alla prefettura. Il problema è che sembra difficile qualificare l'elenco degli agenti di servizio come un bene. In ogni caso, questo solleva delle domande.

Recentemente la CNIL ha richiamato le regole per la cessione dei fascicoli quando Camaieu è stata messa in vendita. La CNIL ha precisato ad esempio che ciò era possibile ma che informare le persone era importante.

Nel caso dei netturbini la situazione è tanto più complessa in quanto non vi è stato ordine di precettazione se non dopo la trasmissione dell'elenco dei 4000 agenti della città di Parigi. Le disposizioni del Codice generale degli enti locali sulla requisizione non sono state aggiornate dal GDPR e sembrano piuttosto obsolete.

Se fossimo nel contesto di una requisizione, la base della legalità del sindaco di Parigi sarebbe stata probabilmente l'obbligo legale. Tuttavia, un considerando del GDPR sulle richieste delle pubbliche autorità mette in dubbio la legittimità dell'operazione poiché il considerando 31 in questione indica che richieste di questo tipo «non dovrebbero riguardare la totalità di un fascicolo» .

Se la trasmissione dei dati fosse rientrata nell'ambito di applicazione di questo considerando, ciò significherebbe potenzialmente che la richiesta di tutti i nomi e gli indirizzi degli incaricati del servizio di pulizia avrebbe potuto porre un problema in quanto si sarebbe potuto ritenere che riguardasse l'intero fascicolo . Ciò sarebbe rimasto a discrezione della CNIL in quanto autorità di controllo.

Qui è disponibile l'intero post, in francese, di @David Libeau

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Per fare cose di fretta, ho eliminato per errore una parte del disco del PC. Ma la colpa non è solo mia: il programma che ho usato è disegnato male.


In Your Eyes zine ricerca collaboratori


Crescere, in tutti i sensi, è di per sé un fatto positivo ma qualche problema in fondo lo crea sempre.

Così come per le mamme, che devono che devono costantemente rinnovare il guardaroba dei figli per adeguare l’abbigliamento al loro sviluppo fisico, anche per In Your Eyes la costante crescita di contatti riscontrata negli ultimi anni comporta il dover affrontare un “piacevole” problema: quello di far fronte alle numerose richieste di recensione che ci pervengono ogni giorno.

iyezine.com/collabora

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🧨 Interview with Ed Hanssen


Ed Hanssen. I started my projectmailartbooks by sending selfmade blanc little booklets made of wrappingpaper to artists I knew and that expanded very rapidly into a huge mailartproject.

iyezine.com/en/ed-hanssen



Oggi, #18marzo, si celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime del #coronavirus, istituita formalmente il 17 marzo 2021.


Mastodon.social: un errore di configurazione ha portato alla perdita di dati


Come parte dell'espansione dell'hardware e del software di Mastodon, un server di archiviazione è stato visibile a tutti gli utenti per diverse settimane.

@Che succede nel Fediverso?

La causa di una fuga di dati su Mastodon non è stata un'intrusione esterna, ma una configurazione insufficiente del server Mastodon per l'archiviazione dei dati dell'utente. Ciò ha reso teoricamente possibile per ogni utente del servizio visualizzare i dati caricati su files.mastodon.social. Mastodon ha scoperto il bug il 24 febbraio e lo ha risolto entro 30 minuti. Tuttavia, la falla esisteva dall'inizio di febbraio perché l'infrastruttura era stata aggiornata in quel momento, scrive il provider in una e-mail.

L'articolo di Heise continua qui

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in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Considerato che anche certe aziende multimilionarie hanno avuto bug da bambini delle elementari, nessuno griderà allo scandalo

it.phhsnews.com/huge-macos-bug…



L’immagine del disastro del lavoro | Contropiano

"Giorgia Meloni fa il suo mestiere, Landini ed i suoi da anni non fanno il loro. Fanno i furbetti, spiegano che la visita di Meloni è un riconoscimento della loro forza, aiutati in questo dalla stampa di regime che ne amplifica gli inesistenti ruggiti, ma la sostanza di tutto è solo subalternità."

contropiano.org/altro/2023/03/…