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Ho appena realizzato una piccola presa di coscienza. È passato quasi un mese dall'ultima volta che ho postato su Twitter, in particolare da quando il nome è cambiato in X. C'è stato un momento in cui mi aggiornavo quotidianamente su ciò che stava accadendo su quella piattaforma, ma le cose sono cambiate.

Ad essere onesto, ho appena perso interesse. Quando si tratta di tecnologia, il Fediverse sembra superare Twitter in ogni modo. Offre tutto ciò che offre Twitter, ma meglio.

Inoltre, dal punto di vista dei contenuti, trovo che il Fediverso copra tutte le esigenze. Posso facilmente trovare tutte le notizie e le informazioni di cui ho bisogno proprio qui, senza dover andare su Twitter. In realtà è più conveniente in questo modo.

Il motivo principale per cui le persone sembrano usare Twitter è per agitarsi su una sorta di argomento controverso. Ma onestamente, non è la mia tazza di tè. Semplicemente non mi interessa essere coinvolto in tutte le polemiche fabbricate su Twitter.

Il Fediverso soddisfa tutte le mie esigenze di microblogging e lo fa eccezionalmente bene.



Just had a little realization recently. It's been almost a month since I last posted about Twitter, particularly since the name change to X. There was a point in time when I used to update daily about what was happening on that platform, but things have changed.

To be honest, I've just lost interest. When it comes to technology, the Fediverse seems to surpass Twitter in every way. It offers everything that Twitter offers, but better.

Moreover, from a content perspective, I find that the Fediverse covers all the bases. I can easily find all the news and information I need right here, without having to go to Twitter. It's actually more convenient this way.

The main reason people seem to use Twitter is to get worked up about some sort of controversial topic. But honestly, that's not my cup of tea. I'm just not interested in getting caught up in all the manufactured controversies on Twitter.

The Fediverse fulfills all my microblogging needs, and it does so exceptionally well.


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L’offensiva sulle banche è sbagliata, ma Ezra Pound non c’entra


Ad ignorare il contesto, parrebbe un intervento ideologico ispirato da un tic culturale che da tempo caratterizza la Destra oggi di governo. “Attaccare le banche” tassandone i cosiddetti extraprofitti: quel che in giugno il ministro dell’Economia Giancarl

Ad ignorare il contesto, parrebbe un intervento ideologico ispirato da un tic culturale che da tempo caratterizza la Destra oggi di governo. “Attaccare le banche” tassandone i cosiddetti extraprofitti: quel che in giugno il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti escludeva categoricamente, in agosto il governo ha fatto inopinatamente. Si racconta che l’ispiratore dell’intervento sia stato il potente sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari. Uomo di fiducia di Giorgia Meloni, uomo di ampie letture. Pare che tra le sue preferite vi sia quella di Ezra Pound. Il poeta americano, autore dei meravigliosi Cantos, è caro alla destra non solo perché simpatizzò per il Fascismo, opinione che nel dopoguerra gli costò la reclusione, ma soprattutto perché fu ferocemente ostile alle banche.

Parlava di “usura legalizzata”, Pound, sosteneva che i governi avessero fatto della moneta “uno strumento malefico”, teorizzava la “sovranità popolare monetaria”. In Italia, le sue teorie poetiche furono tradotte in tesi economiche da un professore dell’Università di Teramo, Giacinto Auriti, che ai tempi della lira arrivò persino a denunciare per usura la Banca d’Italia . Un uomo profondamente di destra, Auriti, alla cui fonte si abbeverò però anche Beppe Grillo quando era solo un comico ma già esibiva idee “politiche”.

La tassazione del 40% degli extra profitti bancari rappresenta la prima crepa nell’inaspettato idillio tra il governo Meloni e l’establishment nazionale ed internazionale. Un intervento dirigista dello Stato che comprime i margini di libertà del mercato e che, a differenza di quel che accadde con Draghi sugli extraprofitti delle società energetiche, non appare giustificato da una condizione emergenziale straordinaria. L’aumento dei tassi di interesse, e di conseguenza delle rate dei mutui rimasti scriteriatamente a tasso variabile, era infatti largamente annunciato. Si tratta, dunque, di un precedente. Un precedente che un domani potrebbe essere applicato ad altri settori economici “colpevoli” di aver registrato profitto superiori alla media.

Tutta colpa di Ezra Pound? No, affatto. Così fosse, analoga misura non sarebbe stata presa in Spagna dal governo del socialista Sanchez. E soprattutto non sarebbe stata entusiasticamente sostenuta in Italia da tutte le forze politiche. Fanno accezione solo i leader del cosiddetto Terzo Polo e, col senno di poi, Forza Italia, che pure quella norma l’ha ratificata in Consiglio dei ministri.

Se ne ricava, pertanto, una duplice spiegazione: i bilanci pubblici languono e i governi si sentono legittimati a reperire risorse in deroga alle regole non scritte della società aperta e dell’economia di mercato; le banche erano e restano lo spauracchio pubblico per antonomasia, sì che metterle in mora è motivo di sicura popolarità.

Questo, dunque, è il contesto. E in tale contesto Ezra Pound non c’entra: è solo politica. Di buono c’è che i mercati finanziari sembrano averlo capito, e al netto del crollo iniziale dei titoli bancari non dato ulteriore prova di sfiducia.

formiche.net

L'articolo L’offensiva sulle banche è sbagliata, ma Ezra Pound non c’entra proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Tra Gcap ed esercitazioni, il rapporto più forte tra Italia e Giappone secondo Camporini


Il 2009 fu un anno difficile per l’economia mondiale, e italiana in particolare, e la parola d’ordine per chi gestiva fondi pubblici era “tagliare”. La Difesa fu fortemente penalizzata e si cercò di risparmiare l’impossibile; un provvedimento fu quello de

Il 2009 fu un anno difficile per l’economia mondiale, e italiana in particolare, e la parola d’ordine per chi gestiva fondi pubblici era “tagliare”. La Difesa fu fortemente penalizzata e si cercò di risparmiare l’impossibile; un provvedimento fu quello della revisione dello schieramento degli addetti militari: alcune sedi vennero accorpate, altre vennero semplicemente chiuse. Tra quelle da chiudere venne presa in considerazione la sede di Tokyo, in quanto i rapporti tra i due Paesi in tema di difesa erano da anni praticamente inesistenti, sia dal punto di vista della cooperazione militare sia da quello industriale. L’importanza dei rapporti bilaterali, tuttavia, era tale da far scartare l’idea ed oggi, a distanza di pochi anni, dobbiamo esserne oltremodo lieti.

Non solo in questo periodo è radicalmente mutato il quadro strategico, ma si sono via via incrementati i rapporti bilaterali, prima con il forte interesse giapponese alla produzione elicotteristica nazionale e poi con lo stabilirsi di relazioni tra i rispettivi vertici della difesa, grazie anche alle occasioni di incontri in fori multilaterali.

Da qui la decisione di Tokyo di inserire allievi piloti militari e istruttori giapponesi nei corsi di addestramento avanzato (Fase IV) presso l’International flight training school (Ifts) che l’Aeronautica militare ha costituito a Decimomannu in partnership con Leonardo.

La decisione giapponese di guardare alla Gran Bretagna e all’Italia per lo sviluppo del proprio futuro sistema da combattimento aereo, il Global combat air programme (Gcap), ha ulteriormente consolidato i crescenti rapporti fra i nostri Paesi in un’ottica di mutua fertilizzazione tecnologica, ma con importantissime conseguenze dal punto di vista operativo: disporre dello stesso sistema d’arma comporta la necessità di un continuo scambio delle rispettive esperienze, al fine di ottimizzare l’output capacitivo offerto dal sistema.

È in questa prospettiva che deve essere guardato il rischieramento sulla base di Komatsu, sulla costa occidentale del Giappone, di un gruppo tattico dell’Aeronautica militare italiana, comprendente quattro F35, un Caew, tre aerorifornitori KC-767A e un C130J, perché soltanto con queste attività congiunte si può sviluppare quella conoscenza reciproca, anche a livello personale, che rende possibile lo scambio di esperienze e di conoscenze e l’affinamento delle tattiche di impiego.

Il rischieramento in sé costituisce un prezioso momento addestrativo, per la complessità logistica della sua organizzazione e della sua esecuzione; e il patrimonio di esperienza che se ne trarrà darà un contributo significativo all’affinamento delle necessarie capacità operative.

Non bisogna certo sottacere anche il significato politico dell’operazione: si è ormai radicato il concetto dell’appartenenza del Giappone alla più ampia comunità delle democrazie sviluppate, con rapporti organici anche nell’ambito militare. Ed è altrettanto chiaro che una delle aree del globo dove si stanno concentrando gli ingredienti per una drammatica crisi è incentrata nelle immediate vicinanze del Giappone che si trova periodicamente ad assistere alle prodezze missilistiche della Corea del Nord e che non può non guardare con estrema preoccupazione alla progressiva nazionalizzazione del Mar della Cina Meridionale da parte di Pechino, con tutte le conseguenze sull’agibilità delle rotte commerciali vitali per Tokyo.

Ovviamente ciò non significa che ci debba essere un coinvolgimento diretto dei Paesi europei, ma che ci si debba impegnare per aiutare le potenze regionali ad acquisire le necessarie capacità militari, questo sì.

Da ciò l’opportunità di forme di addestramento congiunte che possano migliorare la capacità di reazione di ciascun componente.

In quest’ottica, l’effettuazione di esercitazioni complesse con l’impiego di mezzi dell’ultima generazione assume una duplice valenza: quella tecnico-militare e quella di mutuo supporto politico. Per questo motivo l’iniziativa dell’Aeronautica militare, così come quella similare della nostra Marina, merita pieno apprezzamento e costituisce un valido investimento delle risorse necessarie.


formiche.net/2023/08/partnersh…



Il Programma alimentare mondiale riprende lentamente gli aiuti alimentari all’Etiopia dopo mesi di sospensione e critiche


Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite sta lentamente riprendendo gli aiuti alimentari all’Etiopia quasi cinque mesi dopo aver preso la misura straordinaria di sospendere gli aiuti a seguito della scoperta di un piano massiccio per rubare il

Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite sta lentamente riprendendo gli aiuti alimentari all’Etiopia quasi cinque mesi dopo aver preso la misura straordinaria di sospendere gli aiuti a seguito della scoperta di un piano massiccio per rubare il grano donato

Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite sta lentamente riprendendo gli aiuti alimentari all’Etiopia quasi cinque mesi dopo aver preso la misura straordinaria di sospendere gli aiuti a milioni di persone dopo la scoperta di un piano massiccio per rubare il grano donato. Il WFP ha affermato che sta testando la distribuzione su piccola scala in alcune aree, ma riconosce che il governo svolge ancora un ruolo nel processo.

I critici della sospensione degli aiuti, compresi i gruppi umanitari e gli operatori sanitari, l’hanno definita immorale e hanno affermato che centinaia di persone sono morte di fame. Gli Stati Uniti, tuttavia, affermano che la sospensione degli aiuti alimentari al Paese dell’Africa orientale continuerà mentre negozia con il governo etiope per le riforme di un sistema a lungo controllato dalle autorità locali.

La pausa ha colpito 20 milioni di etiopi, 1/6 della popolazione, più 800.000 rifugiati .

In una risposta scritta lunedì sera alle domande, il WFP ha dichiarato all’Associated Press che l’agenzia ha iniziato a distribuire grano a circa 100.000 persone in quattro distretti della regione settentrionale del Tigray in Etiopia il 31 luglio, mentre sperimenta “misure e controlli rafforzati per la fornitura di assistenza alimentare. ” Il Tigray si sta riprendendo da un conflitto di due anni con le forze etiopi terminato a novembre.

Le nuove misure del WFP includono la registrazione digitale dei beneficiari, l’aggiunta di contrassegni ai sacchi di grano, linee telefoniche di feedback e maggiore formazione per i partner degli aiuti. L’agenzia spera di implementare il suo nuovo sistema di distribuzione in altre parti dell’Etiopia il prima possibile, ha affermato il WFP, aggiungendo che è fiducioso che le misure aiuteranno a garantire che il cibo raggiunga le persone che ne hanno più bisogno.

Il WFP ha interrotto per la prima volta le consegne di cibo nel Tigray a marzo dopo aver scoperto il furto di grano. In una sola città del Tigray, aiuti alimentari rubati sufficienti a sfamare 134.000 persone per un mese sono stati invece trovati in vendita nei mercati, ancora contrassegnati dalla bandiera degli Stati Uniti.

La sospensione è stata estesa a tutta l’Etiopia a giugno. Anche gli Stati Uniti, il più grande donatore umanitario sia per l’Etiopia che per il WFP, hanno sospeso gli aiuti alimentari.

I funzionari statunitensi hanno affermato di ritenere che il furto potrebbe essere il più grande diversivo mai realizzato di cibo donato. Gli operatori umanitari hanno detto all’AP che i funzionari etiopi erano profondamente coinvolti. Il governo etiope ha liquidato come propaganda dannosa l’idea di avere la responsabilità primaria e ha acconsentito a un’indagine congiunta.

I donatori hanno raccomandato di rimuovere completamente il governo etiope dal sistema di aiuti. Ma “il WFP lavora in Etiopia su richiesta del governo e lavora a stretto contatto con il governo etiope a tutti i livelli”, ha affermato l’agenzia delle Nazioni Unite.

L’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale ha dichiarato all’AP in una risposta scritta alle domande che la ripresa degli aiuti del WFP non è finanziata dagli Stati Uniti, che continuano a sospenderli. Ha notato che il programma del WFP è finanziato dalla Banca mondiale.

“Siamo impegnati a riprendere l’assistenza alimentare il più rapidamente possibile una volta che possiamo essere sicuri che la nostra assistenza stia raggiungendo i più vulnerabili a cui è destinata”, ha affermato USAID, aggiungendo che il segretario di Stato Antony Blinken ha parlato con il primo ministro Abiy Ahmed per ” guidare i progressi su questi temi.”

Alcuni gruppi umanitari e leader religiosi etiopi si sono uniti agli appelli per riprendere quanto prima la distribuzione degli aiuti alimentari.

“Le persone muoiono di fame. Nelle ultime settimane, la fame ha ucciso centinaia di persone nella regione settentrionale del Tigray in Etiopia a causa della scarsità di cibo. Questo non è né umano né morale”, ha dichiarato a luglio il segretario generale di Caritas Internationalis, Alistair Dutton.

Gli Stati Uniti hanno detto all’AP di essere inorriditi dalle notizie sulla fame.

Affrontando le critiche, l’amministratore di USAID Samantha Power ha dichiarato il mese scorso che “sospendere l’assistenza alimentare in un momento di tale vulnerabilità è una cosa assolutamente straziante di cui nessuno di noi vorrebbe mai far parte o con cui ha avuto a che fare”. Ma ha aggiunto che “non si può avere fiducia che il cibo che stiamo portando in Etiopia, che i contribuenti statunitensi stanno pagando, stia effettivamente raggiungendo questa gente vulnerabile”.

Le autorità etiopi stavano indagando, ha detto, e “c’è responsabilità penale e responsabilità, sai, per tutti i funzionari coinvolti”.

Le implicazioni per gli Stati Uniti sono globali. Dimostrare di poter rilevare e fermare il furto di aiuti pagati dai contribuenti statunitensi è fondamentale in un momento in cui l’amministrazione Biden sta lottando per mantenere il sostegno pubblico agli aiuti all’Ucraina afflitta dalla corruzione.

Power ha detto che sapeva che le persone stavano cercando una data esatta in cui gli aiuti alimentari sarebbero ripresi. “Ma abbiamo fatto molta strada in un breve periodo di tempo e la nostra ambizione, la nostra sincera ambizione, è quella di riavviare l’assistenza alimentare il prima possibile”, ha affermato.

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La scrittrice di AP Ellen Knickmeyer a Washington ha contribuito.


FONTE: abcnews.go.com/International/w…


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Il WFP inizia la “distribuzione di prova” di aiuti alimentari al Tigray in Etiopia


Il Programma alimentare mondiale ha iniziato a distribuire aiuti alimentari nella regione del Tigray in Etiopia, segnata dalla guerra, in un test per nuove misure di monitoraggio dopo aver interrotto l’assistenza per la deviazione delle forniture, ha dett

Il Programma alimentare mondiale ha iniziato a distribuire aiuti alimentari nella regione del Tigray in Etiopia, segnata dalla guerra, in un test per nuove misure di monitoraggio dopo aver interrotto l’assistenza per la deviazione delle forniture, ha detto martedì l’agenzia delle Nazioni Unite.

Il WFP e l’agenzia umanitaria statunitense USAID hanno interrotto gli aiuti alimentari al secondo paese più popoloso dell’Africa a giugno dopo aver scoperto che le forniture non raggiungevano i bisognosi, sollevando timori che la decisione avrebbe lasciato milioni di etiopi in difficoltà disperate.

Martedì, l’agenzia alimentare delle Nazioni Unite ha dichiarato di aver “iniziato a distribuire sacchi di grano preconfezionati da 15 chilogrammi (33 libbre) a poco più di 100.000 persone” come parte di un progetto pilota con meccanismi di monitoraggio migliorati.

“Il 31 luglio, il Programma alimentare mondiale ha iniziato a testare e verificare controlli e misure rafforzati per la fornitura di assistenza alimentare in quattro distretti del Tigray”, si legge in un messaggio all’AFP.

Le nuove misure nelle “distribuzioni di prova” includono il tracciamento delle forniture e la registrazione digitale dei beneficiari per evitare che gli aiuti cadano nelle mani sbagliate.

Milioni di etiopi stanno affrontando una grave carenza di cibo a seguito di una brutale guerra di due anni nel Tigray e di una siccità punitiva nella regione somala che ha colpito anche la Somalia e parti del Kenya.

Anche la regione di Amhara, che confina con il Tigray, ha assistito nelle ultime settimane a scontri tra una milizia locale e l’esercito nazionale, che hanno influito sulle operazioni umanitarie, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.

“Il WFP prevede inoltre di iniziare a registrare le popolazioni e di implementare le nuove misure di controllo rafforzate per le persone mirate e vulnerabili nelle regioni di Amhara, Afar e Somali, così come in altre parti della regione del Tigray, il prima possibile”, ha affermato l’agenzia.

– ‘Accattonaggio, lavoro minorile’ –

Un portavoce dell’USAID, la principale agenzia di aiuti internazionali del governo degli Stati Uniti, ha dichiarato all’AFP che “in questo momento, l’assistenza alimentare degli Stati Uniti in Etiopia rimane sospesa”.

“Ci impegniamo a riprendere l’assistenza alimentare il più rapidamente possibile una volta che possiamo essere sicuri che la nostra assistenza raggiunga i più vulnerabili a cui è destinata”.

Prima della sospensione a livello nazionale, il WFP e USAID hanno dichiarato a maggio che avrebbero congelato gli aiuti alimentari al Tigray dopo aver scoperto che le spedizioni venivano dirottate verso i mercati locali.

Nessuna delle due agenzie ha identificato i responsabili della presa dell’aiuto e della sua rivendita.


Approfondimento: Lo scandalo del dirottamento e della sospensione alimentare umanitaria


Il Tigray ha sofferto di una grave carenza di cibo, carburante, denaro e medicinali durante il conflitto di due anni tra le forze fedeli al governo federale e il Fronte popolare di liberazione del Tigray.

Venerdì, l’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite OCHA ha dichiarato: “Nel Tigray, la sospensione degli aiuti alimentari sta portando a un numero maggiore di persone che ricorrono a meccanismi di coping negativi, tra cui saltare i pasti… accattonaggio, lavoro minorile, sesso transazionale”.

La guerra si è conclusa con un accordo di pace firmato lo scorso novembre e alcuni servizi di base sono ripresi nella regione di sei milioni di persone.

Ma l’accesso ai media rimane limitato ed è impossibile verificare in modo indipendente la situazione sul campo.


FONTE: dailymail.co.uk/wires/afp/arti…


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Una delegazione dell'Iniziativa Libertà per Abdullah  Öcalan della Siria settentrionale e orientale ha fatto visita martedì della scorsa settimana al Comi


Blur The Ballad of Darren


I Blur sono sempre I Blur anche in questo disco meraviglioso The Ballad of Darren da comprare ascoltare, girando il giradischi e velocità inusitate.

iyezine.com/blur-the-ballad-of…

@Musica Agorà

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Etiopia, in Tigray la guerra non è ancora finita: “La gente è sotto assedio”


Nonostante l’accordo di pace dello scorso novembre, le truppe eritree rimangono in alcune zone di confine e la comunità Irob ne sta pagando il prezzo. Per mesi, Padre Tesfaye* ha preso la sua malconcia Land Cruiser e ha fatto la spola segretamente tra il

Nonostante l’accordo di pace dello scorso novembre, le truppe eritree rimangono in alcune zone di confine e la comunità Irob ne sta pagando il prezzo.
L'Eritrea ha ottenuto l'indipendenza dall'Etiopia nel 1991 dopo una lotta di 30 anni iniziata nel 1961. Fotografia: J Countess/Getty Images
L’Eritrea ha ottenuto l’indipendenza dall’Etiopia nel 1991 dopo una lotta di 30 anni iniziata nel 1961. Fotografia: J Countess/Getty Images
Per mesi, Padre Tesfaye* ha preso la sua malconcia Land Cruiser e ha fatto la spola segretamente tra il suo distretto natale di Irob e Mekelle, la capitale della regione settentrionale del Tigray in Etiopia, trasportando malati, medicine e piccole quantità di cibo di cui aveva disperatamente bisogno.

Le truppe eritree bloccano l’unica buona strada per Irob, impedendo alle agenzie umanitarie di portare rifornimenti umanitari, quindi il prete cattolico romano deve prendere una pericolosa strada a ritroso attraverso le montagne per evitare i posti di blocco.

“Vogliono uccidermi”, dice padre Tesfaye. “Diverse volte sono stato quasi abbattuto.”

Gli Irob sono una piccola comunità di circa 35.000 persone che parlano la propria lingua – Saho – e vivono per lo più nella tasca nord-orientale del Tigray a cui danno il nome. È una zona di confine remota che è stata a lungo rivendicata dall’Eritrea.

Quando è scoppiata la guerra nel Tigray nel novembre 2020 , l’esercito dell’Eritrea ha invaso Irob e altre parti della regione come alleato del governo federale dell’Etiopia contro il Fronte popolare di liberazione del Tigray (TPLF), che un tempo dominava la politica etiope.
Truppe in divisa eritrea nella città di Bizet, nel marzo 2021. Foto: Baz Ratner/Reuters
Truppe in divisa eritrea nella città di Bizet, nel marzo 2021. Foto: Baz Ratner/Reuters
Nel Tigray, le truppe eritree hanno condotto una campagna di stupri di gruppo, schiavitù sessuale, fame forzata, torture e uccisioni di massa contro la popolazione civile, compreso un massacro del 2021 di circa 50 persone a Irob il giorno di Natale dell’Etiopia, il 7 gennaio.

Gli omicidi erano una rappresaglia per gli attacchi delle milizie locali contro le truppe eritree, dice padre Tesfaye, che ha contribuito a seppellire i corpi. “Abbiamo dovuto ottenere il permesso dai soldati eritrei”, dice. “È stato molto spaventoso perché erano molto, molto arrabbiati. Pensavo che mi avrebbero sparato, ma fortunatamente Dio ha fermato la loro mano”.

È stata una delle dozzine di occasioni in cui padre Tesfaye ha negoziato con le truppe a nome della comunità. Li placò con bestiame, vasi di miele e sacchi di grano.

Un accordo di pace raggiunto tra il TPLF e il governo etiope nel novembre 2022 ha posto fine ai combattimenti nel Tigray, che hanno ucciso centinaia di migliaia di persone. Le truppe eritree poco dopo si ritirarono da gran parte della regione, ma nove mesi dopo occupano ancora diverse aree lungo il confine, compresi quattro dei sette sottodistretti di Irob. Anche se un accordo di attuazione firmato poco dopo il cessate il fuoco prevede che le forze “straniere” debbano lasciare il territorio etiope.

Padre Tesfaye e attivisti affermano che le truppe eritree continuano a saccheggiare bestiame e rapire persone a Irob e altrove. Il gruppo di difesa Irob Anina ha contato 56 persone scomparse da Irob e dal vicino distretto di Golomkeda dal cessate il fuoco. Si teme che siano stati reclutati con la forza nell’esercito eritreo.

“Non ci sono stati miglioramenti per noi dopo la pace”, dice padre Tesfaye. “Gli eritrei non si sono mossi; stanno bloccando la strada”.

Il confine tra Etiopia ed Eritrea è una delle frontiere più contese al mondo. Tra il 1998 e il 2000, il TPLF ha guidato l’Etiopia in una sanguinosa guerra contro l’Eritrea oltre il confine, che è stato finalmente demarcato da una commissione delle Nazioni Unite nel 2002.
Migliaia di donne e ragazze sono state prese di mira dalla tattica deliberata di usare lo stupro come arma nella guerra civile. Fotografia: Eduardo Soteras/AFP/Getty Images
Migliaia di donne e ragazze sono state prese di mira dalla tattica deliberata di usare lo stupro come arma nella guerra civile. Fotografia: Eduardo Soteras/AFP/Getty Images
Quando è scoppiata la recente guerra nel Tigray, l’Eritrea si è mossa per rivendicare le aree che le erano state assegnate dalla commissione delle Nazioni Unite ma ancora occupate dall’Etiopia. Ha anche preso il territorio su cui rivendicava ancora la sovranità, ma è stato giudicato dalla commissione come dell’Etiopia, come Irob.

Gli attivisti affermano che le autorità eritree stanno distribuendo carte d’identità eritree a Irob come parte della loro annessione de facto della regione. “[I soldati eritrei] dicono che questa è la nostra terra e che voi siete la nostra gente”, dice un ex residente di Irob che ha visitato a giugno.

Con Irob tagliato fuori dalla continua occupazione dell’Eritrea, i gruppi umanitari sono stati in grado di consegnare solo una manciata di rifornimenti. Le scuole e gli ospedali della zona sono chiusi e gli agricoltori non hanno potuto acquistare sementi e fertilizzanti per la recente stagione della semina.

“Quasi tutti quelli con cui ho parlato hanno detto: ‘Se non possiamo coltivare quest’anno, cosa mangeremo l’anno prossimo? Come faremo a sopravvivere?’”, dice l’ex abitante di Irob. “Queste sono le preoccupazioni che le persone condividono”.
Un carro armato militare eritreo danneggiato vicino alla città di Wikro nel marzo 2021. Foto: Baz Ratner/Reuters
Un carro armato militare eritreo danneggiato vicino alla città di Wikro nel marzo 2021. Foto: Baz Ratner/Reuters
La situazione è simile in altre zone di confine del Tigray classificate come “difficili da raggiungere” dalle Nazioni Unite a causa della continua presenza dell’Eritrea, affermano operatori umanitari e diplomatici.

“Il problema più serio che abbiamo è che nessuna agenzia umanitaria internazionale può passare (i posti di blocco eritrei)”, dice padre Tesfaye. “Le persone sono sotto assedio, sono bloccate dal mondo esterno”.

Irob Anina chiede il ritiro delle truppe eritree da Irob e l’accesso umanitario senza ostacoli. Rita Kahsay, il suo direttore esecutivo, afferma che l’occupazione minaccia di spazzare via gli Irob come gruppo etnico minoritario, poiché sta alimentando lo spostamento degli Irob in altre parti del Tigray, dove si assimilano e smettono di parlare la propria lingua.

“La guerra non si è affatto fermata per Irob”, dice Rita. “È in corso ed è completamente dimenticato.”

* Il nome è stato cambiato


FONTE: theguardian.com/global-develop…


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Etiopia, l’ambasciatore UK chiede il ritiro delle forze eritree specialmente dal Tigray


L’ambasciatore del Regno Unito in Etiopia Darren Welch chiede al governo eritreo di ritirare le sue forze dall’Etiopia, in particolare dal #Tigray. “L’accordo di Pretoria è molto chiaro nel chiedere alle forze eritree di lasciare tutto il territorio etiop

L’ambasciatore del Regno Unito in Etiopia Darren Welch chiede al governo eritreo di ritirare le sue forze dall’Etiopia, in particolare dal #Tigray.

“L’accordo di Pretoria è molto chiaro nel chiedere alle forze eritree di lasciare tutto il territorio etiope, e qui nel Tigrai ovviamente. E il Regno Unito vuole che ciò accada”, ha detto questa mattina in un’intervista a Tigrai Television.

Lo ha detto l’Ambasciatore mentre lui e la sua delegazione si recavano in visita al più grande ospedale del Tigrai, l’Ayder Referral Hospital.

A 9 mesi dall’accordo di pace di Pretoria, le forze eritree hanno ancora il controllo su parti del Tigrai orientale, centrale, nordoccidentale e occidentale.

L’Ambasciatore ha anche osservato che il Regno Unito seguirà seriamente la piena attuazione dell’Accordo di cessazione delle ostilità di Pretoria firmato tra il governo dell’Etiopia e il TPLF.

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FONTE: tigraitv.com/en/exclusive-uk-a…


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Etiopia, Le autorità della regione del Tigray contestano i rapporti sulla ripresa degli aiuti alimentari del WFP


L’ Associated Press (AP) ha riferito ieri che il Programma alimentare mondiale (WFP) ha ripreso a fornire aiuti alimentari nella regione del Tigray, colpita dal conflitto, tre mesi dopo aver sospeso gli aiuti a causa di accuse di furto e diversione alimen

L’ Associated Press (AP) ha riferito ieri che il Programma alimentare mondiale (WFP) ha ripreso a fornire aiuti alimentari nella regione del Tigray, colpita dal conflitto, tre mesi dopo aver sospeso gli aiuti a causa di accuse di furto e diversione alimentare. Secondo AFP, l’agenzia delle Nazioni Unite ha iniziato a fornire sacchi di grano preconfezionati da 15 chilogrammi a oltre 100.000 persone residenti in quattro distretti del Tigray.

Pur confermando la ripresa di alcune attività di aiuto in alcune parti della regione, Gebrehiwot Gebregzabher (PhD), Commissario della Commissione per la gestione del rischio di catastrofi del Tigray, ha chiarito ad Addis Standard che non dovrebbe essere percepita come una ripresa degli aiuti alimentari sospesi , come riportato dai media internazionali. “Invece, è la ripresa del programma della rete di sicurezza”.

Secondo Gebrehiwot, le azioni intraprese dal WFP sono state erroneamente descritte come il ripristino dell’assistenza umanitaria. Gebrehiwot sostiene che “gli aiuti umanitari non impongono alcun obbligo ai beneficiari, mentre i programmi di rete di sicurezza coinvolgono individui che partecipano a specifiche attività di lavoro pubblico”.

Il Productive Safety Net Program (PSNP) è operativo nella regione del Tigray dal 2004 e ha fornito assistenza a quasi un milione di persone. Sfortunatamente, il programma è stato temporaneamente interrotto a causa del conflitto scoppiato nel novembre 2020 tra il governo federale e le forze della regione del Tigray.

Secondo Gebrehiwot, il programma della rete di sicurezza recentemente ripristinato ora estende la sua copertura a quattro woreda situate nelle regioni nord-occidentali e meridionali del Tigray. Questi woreda includono Asgede, Tsimbla, Tahitay Adiyabo e Raya Azebo.

Secondo AP , tuttavia, la lenta ripresa degli aiuti come progetto pilota è stata avviata per sperimentare misure di monitoraggio rafforzate da parte del Programma alimentare mondiale (PAM). Il WFP ha implementato controlli e misure migliori per affrontare il problema in questione, con l’obiettivo di garantire l’effettiva fornitura di assistenza alimentare. Per evitare che gli aiuti cadano nelle mani sbagliate, le “distribuzioni di prova” incorporano procedure di sicurezza rafforzate come il monitoraggio delle forniture e la registrazione digitale dei destinatari, come riportato da AP.

Lo sviluppo è arrivato tre mesi dopo che due importanti agenzie umanitarie, il WFP e l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID), hanno annunciato la sospensione degli aiuti alimentari per una regione colpita dalla guerra tra accuse di dirottamento alimentare. Nonostante gli sforzi del WFP per affrontare le sfide della distribuzione, i funzionari di USAID hanno confermato che l’assistenza alimentare in Etiopia rimane sospesa.

Secondo Janean Davis , vicedirettore aggiunto del Bureau of Africa, la sospensione della distribuzione degli aiuti persisterà mentre sono in corso le indagini e le trattative. Davis ha inoltre dichiarato la scorsa settimana che al momento non esiste una data specifica per la ripresa dell’assistenza.


NOTA:

“Credo che il TPLF sia stato molto opportunistico. Forse stanno rubando ai cittadini, non ne abbiamo prove”, ha dichiarato Sean Jones, capo di USAID in Etiopia martedì 30 agosto 202, attraverso il media di stato EBC TV.

Dichiarazione arrivata poche settimane dopo l’accusa verso il governo etiope di bloccare gli aiuti alla Regione del Tigray.


La sospensione della consegna degli aiuti ha messo in pericolo milioni di vite, in particolare quelle che risiedono nei centri per sfollati interni (IDP) e nelle comunità di accoglienza. Più di cinque milioni di persone nel Tigray sono in attesa di aiuti da due anni a causa della guerra in corso. Tra questi, 2,3 milioni sono sfollati interni (IDP) che ricevono sostegno dal WFP in 643 siti e comunità ospitanti. Tuttavia, a causa della sospensione dell’assistenza umanitaria, almeno 1,2 milioni di questi sfollati stanno ora abbandonando i siti designati e cercando cibo in altre grandi città della regione.

Secondo Gebrehiwot, dall’interruzione dell’assistenza umanitaria nel Tigray, più di 1300 persone hanno perso la vita a causa della fame e di fattori correlati.


FONTE: addisstandard.com/news-authori…


tommasin.org/blog/2023-08-10/e…



Paolo Ferrero* Ci hanno raccontato per mesi che la controffensiva ucraina avrebbe sfondato e che avrebbe ricacciato i russi anche dalla Crimea. A distanza


#NotiziePerLaScuola

FIRST® LEGO® League, la competizione per promuovere lo sviluppo delle soft skill fondamentali per la costruzione di una dimensione del divertimento e di un ambiente sereno in cui tutti si sentano al posto giusto.



Letture asiatiche – Contagio sociale


Letture asiatiche – Contagio sociale recensione contagio sociale
Il saggio Contagio sociale. Guerra di classe microbiologica in Cina (Nero Edizioni, 2023) propone uno sguardo specificatamente cinese sul Covid-19, partendo dal presupposto che il virus non è causato da elementi insiti nel sistema politico della Repubblica popolare, bensì da un modello economico finalizzato all’accumulazione infinita. Il collettivo Chuang 闯raccoglie mesi di reportage sul campo e interviste in una cronaca puntuale delle prime fasi dell’epidemia a Wuhan, tra i provvedimenti adottati dal governo e le pratiche mutualistiche della popolazione. E analizza anche come la crisi sia funzionale alla costruzione di nuovi modelli di repressione.

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Massima solidarietà da parte al lavoratore aderente al SiCobas aggredito ieri a colpi di spranga e spray urticante a Prato. Secondo quanto riferiscono i compag


Mutui, lo Stato ingiusto discrimina i terremotati e sostiene i furbi


Oltre ad uccidere 299 persone, il terremoto che nel 2016 scosse l’Italia centrale distrusse o rese inagibili più di 80mila abitazioni e una quantità incalcolabile di attività commerciali. Una tragedia cui si aggiunse la beffa: dover pagare mensilmente le

Oltre ad uccidere 299 persone, il terremoto che nel 2016 scosse l’Italia centrale distrusse o rese inagibili più di 80mila abitazioni e una quantità incalcolabile di attività commerciali. Una tragedia cui si aggiunse la beffa: dover pagare mensilmente le rate di mutui su abitazioni, negozi o capannoni rasi al suolo o comunque inservibili.

Da allora, si sono avvicendati ben sei governi, nessuno dei quali ha ritenuto opportuno spendere un solo euro di denaro pubblico per aiutare famiglie e imprese a sostenere i costi dei mutui sui propri immobili fantasma. Unico sollievo, il fatto che nel 2017 il sistema bancario abbia deciso di sospendere i pagamenti delle rate. Ma le rate sono state sospese, non azzerate. Dunque si accumulano, e alcune banche applicano persino interessi di mora sulle rate congelate.

Di terremoto non si parla più. Solo l’1% delle abitazioni distrutte è stato ricostruito: i cittadini terremotati di Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio sono stati inopinatamente abbandonati dallo Stato. Una vergogna senza fine.

In materia di mutui, la discrepanza balza agli occhi. Lo Stato ha ignorato e ignora i bisogni primari di chi ha avuto la vita sconvolta da un evento straordinario (il terremoto), mentre si fa carico di chi è stato toccato da un evento ordinario (l’aumento dei tassi di interesse). C’è qualcosa che non torna.

Per oltre un decennio le famiglie e le imprese italiane hanno potuto contrarre mutui a tassi bassissimi. Chi ha scelto il variabile ne ha avuto vantaggi inimmaginabili in altri tempi. Tecnicamente, si è arricchito. O quantomeno si è impoverito molto meno di chi ha contratto lo stesso mutuo in epoche precedenti. Da almeno un anno, però, si sapeva che quest’anomala condizione paradisiaca sí sarebbe conclusa e che un po’ alla volta i tassi di interesse avrebbero cominciato a salire. Lo diceva la Tv, lo scrivevano i giornali, si spera lo spiegassero anche i consulenti finanziari ai loro clienti. Chi non ha convertito in fisso il proprio tasso variabile, e ancor peggio chi nei mesi scorsi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile anziché fisso, lo ha fatto spinto da una sorta di ottusa bramosia o da una colossale ignoranza. È vero che la cultura finanziaria in Italia scarseggia ed è vero che il governo avrebbe potuto e forse dovuto informare i cittadini, ma in un caso come questo l’ignoranza non è né può essere una giustificazione.

Dirlo è quanto di più impopolare, lo dimostra il fatto che, senza distinzione tra maggioranza e opposizione, tutte, ma proprio tutte le forze politiche abbiano condiviso la scelta del governo di destinare parte del gettito ricavato dalla tassazione degli extra profitti delle banche al sostegno delle famiglie colpite dal rincaro dei mutui. Dirlo è impopolare, non c’è dubbio, ma l’onestà intellettuale impone di farlo: mettere a carico del contribuente, anche di quello che ha convertito per tempo il proprio mutuo pagandone il costo aggiuntivo, il sostegno di chi si è ostinato a contrarre muniti a tasso variabile non è un buon modo di spendere il denaro pubblico e di fare giustizia sociale. Un buon modo sarebbe aiutare i nostri connazionali messi in ginocchio sette anni fa dal terremoto, ma, chissà perché, di loro non si occupa più nessuno.

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Conti in ordine e mercato. Così Leonardo e Fincantieri scalano la classifica mondiale


Leonardo porta l’industria italiana ancora più in alto, nell’Olimpo delle eccellenze mondiali della Difesa. Nei giorni scorsi, la rinomata testata americana, Defense News, ha pubblicato la sua attesa lista annuale nella quale figurano le prime 100 compagn

Leonardo porta l’industria italiana ancora più in alto, nell’Olimpo delle eccellenze mondiali della Difesa. Nei giorni scorsi, la rinomata testata americana, Defense News, ha pubblicato la sua attesa lista annuale nella quale figurano le prime 100 compagnie nel settore della Difesa nel 2023. Tra i protagonisti di questa graduatoria, spiccano in particolare due colossi italiani: Leonardo e Fincantieri, che hanno dimostrato una notevole crescita rispetto allo scorso anno.

ECCELLENZA TRA LE ECCELLENZE

Leonardo si è infatti imposto all’undicesimo posto, guadagnandosi il titolo di prima azienda dell’Unione europea, salendo di un gradino rispetto alla classifica del 2022, quando il gruppo di Piazza Monte Grappa figurava al dodicesimo posto, mentre l’anno ancora prima, il 2021, l’azienda guidata da Roberto Cingolani, al timone di Leonardo dalla scorsa primavera, si era posizionata al tredicesimo posto. Una lenta ma inesorabile scalata, che ha permesso all’ex Finmeccanica di scavalcare altri giganti europei del calibro di Airbus, Thales e Hendsoldt, ma anche i temutissimi colossi cinesi, quali China Aerospace Science and Technology Corporation. Segno che l’industria italiana della Difesa non solo è viva e vegeta, ma decisamente competitiva.

Guardando più nel dettaglio alla speciale selezione di Defense News, al fine di determinare il posizionamento di un’azienda, sono stati considerati i dati richiesti direttamente alle aziende, dalle relazioni annuali e da ricerche ad hoc condotte da enti quali l’International institute for strategic studies (Iiss) o Oliver Wyman. Le informazioni estrapolate riguardano in particolare i ricavi annuali totali e i ricavi derivanti da contratti di Difesa, Intelligence, sicurezza interna e altri accordi di sicurezza nazionale.

L’IMPORTANZA DEI CONTI

Il riconoscimento arrivato da Defense News non poteva non tenere conto del buon andamento dell’azienda negli ultimi mesi. I conti presentati al mercato lo scorso mese, i primi recanti la firma dell’ex ministro dell’Ambiente, già manager di Leonardo prima di essere chiamato al governo da Mario Draghi, raccontano di un’azienda in piena crescita ed espansione.

Piazza Monte Grappa ha infatti chiuso il primo semestre 2023 con ricavi in rialzo del 6,4% anno su anno a 6,9 miliardi di euro e un Ebita di 430 milioni di euro (+5,7%), a fronte di un utile netto di 208 milioni di euro. Numeri che hanno permesso al gruppo di confermare le guidance per fine 2023. Non è finita. Gli altri numeri della semestrale evidenziano un miglioramento del flusso di cassa operativo, che resta negativo per 517 milioni di euro, ma segna un progresso del 46,3% rispetto al dato di -962 milioni di euro del 30 giugno 2022.

Ma è sugli ordini che c’è stato il vero sprint, segno di un credito crescente sul mercato. Il portafoglio ha infatti raggiunto quota 8,7 miliardi di euro (+21,4%), portando il monte ordini a quota 40 miliardi di euro con book to bill pari a 1,3. Quanto al risanamento in atto, l’indebitamento netto di gruppo è sceso del 24% a 3,6 miliardi di euro, grazie al minore assorbimento di cassa. E anche nel 2022 le cose erano andate piuttosto bene: lo scorso anno si è chiuso per Leonardo con un utile netto ordinario salito a 697 milioni (+18,7%), mentre il risultato netto vero e proprio ha registrato un incremento del 58,5% a 932 milioni di euro, a fronte di un ebitda cresciuto a quota 1,2 miliardi di euro (+ 15%).

IL PREMIO DEL MERCATO

Tutto questo non ha potuto che giovare al titolo in Borsa. I mercati, si sa, hanno la vista acuta. Dando una rapida all’andamento del titolo a a Piazza Affari, nell’ultimo mese la capitalizzazione del gruppo è cresciuta del 22%, arrivando a toccare i 13,4 euro ad azione. Solo lo scorso luglio Leonardo scambiava a poco meno di 11 euro ad azione, mentre al momento delle nomine, lo scorso aprile, l’ex Finmeccanica valeva in Borsa poco più di 10 euro ad azione. Di più. A certificare la crescita di Leonardo e il feeling con gli investitori, va detto che negli ultimi mesi il titolo ha guadagnato il 36%, mentre da inizio anno ad oggi il valore del gruppo sui listini è aumentato addirittura del 60%. Insomma, l’ascesa in classifica di Leonardo e Fincantieri, che tra il 2021 e il 2023 è passata dalla posizione 58 alla numero 48, guadagnando ben 10 gradini, non è dunque solo un trionfo individuale per le due aziende, ma invia anche un segnale positivo all’intero comparto industriale del nostro Paese.

IL SUCCESSO CON GLI ELICOTTERI

La narrazione non finisce qui. C’è un ultimo tassello da aggiungere, ovvero il ritorno del gruppo al centro del business degli elicotteri. Leonardo ha infatti recentemente rafforzato nuovamente la sua posizione di leadership nel mercato del trasporto elicotteristico privato con importanti risultati. Durante il salone Labace 2023, l’azienda di piazza Monte Grappa ha infatti annunciato nuovi contratti in America Latina, tra cui la partnership con Gruppomodena S.A. che è diventato distributore ufficiale per vari modelli di elicottero, inclusi AW119Kx, AW109, AW169 e AW139, in Uruguay e in Argentina.

Tale accordo comprende anche la firma di un contratto per due monomotori leggeri AW119Kx e tutti gli elicotteri saranno personalizzati con interni Vip per compiti di trasporto privato e corporate. A ciò si aggiunge la notizia che Leonardo investirà oltre 65 milioni di dollari, in collaborazione con Space Florida, per la realizzazione di una struttura avanzata di supporto post-vendita degli elicotteri, che includerà servizi di riparazione, revisione, collaudo, e un ampio magazzino di parti di ricambio, prevista per il completamento entro la fine del 2024. Motori avanti tutta.


formiche.net/2023/08/leonardo-…



È un coro di consensi accompagnato da varie rivendicazioni di primogenitura sulla misura, “l’abbiamo detto prima noi”, quello con cui le opposizioni acco


DeCretoni


Sulla tassazione del margine d’interesse, volgarizzato in “tassa sugli extraprofitti” o “tassa sulle banche”, è largamente probabile che sarà eccepita l’incostituzionalità. Un sistema fiscale funziona quando le regole sono chiare e stabili. Qui siamo di f

Sulla tassazione del margine d’interesse, volgarizzato in “tassa sugli extraprofitti” o “tassa sulle banche”, è largamente probabile che sarà eccepita l’incostituzionalità. Un sistema fiscale funziona quando le regole sono chiare e stabili. Qui siamo di fronte a un prelievo da una parte limitato a un anno e dall’altra retroattivo. Una specie di riassunto di cosa non si dovrebbe fare, tanto più che appena due mesi addietro il ministro dell’Economia lo aveva escluso.

Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha detto che quel prelievo è una conseguenza delle scelte sbagliate della Bce che, a suo dire, non avrebbe dovuto alzare i tassi d’interesse. Ora – a parte che si vorrebbe sapere cosa mai si sarebbe dovuto fare per fermare l’inflazione oppure se si ritiene che quest’ultima sia un beneficio per lavoratori e consumatori – la tesi esposta si scontra direttamente con quanto sostenuto appena la settimana scorsa da Fabio Panetta, designato governatore della Banca d’Italia, il quale propone di fermare la salita dei tassi d’interesse ma di mantenerli ai livelli attuali a lungo, sicché la portata di un solo anno, decisa per la nuova tassa, è incongrua con il presunto obiettivo.

Inoltre ci si dimentica che appena ieri si reclamava il massiccio uso dei soldi dei contribuenti per ‘salvare’ le banche, mentre ora si racconta che si salveranno i contribuenti usando i soldi delle banche. E ci si dimentica che la crescita dei tassi d’interesse ha sì fatto crescere gli interessi generati dai prestiti a tasso variabile, ma ha anche fatto scendere il valore dei titoli del debito pubblico, di cui i bilanci delle banche sono pieni. Insomma: mentre la Bce mostra fiducia sulla buona condizione delle nostre banche, noi si pensa che tale salute sia troppa. Il che – a tacere della retroattività, che di suo è una violazione delle regole – si spera non porti sfortuna.

Né, infine, risulta corretto mettere le banche sullo stesso piano delle imprese energetiche, perché per queste seconde i profitti extra erano dati da un inatteso ed esagerato fenomeno di mercato, mentre il rialzo dei tassi è una decisione istituzionale per niente imprevista.

Quelli varati dal governo, nell’ultimo Consiglio dei ministri prima delle (loro) vacanze, sono degli insaccati legislativi. I Presidenti della Repubblica, uno dopo l’altro, provano a richiamare i governi, uno dopo l’altro, al rispetto del dettato costituzionale, quindi all’omogeneità dei decreti legge, sottolineando che gli insaccati finiscono con l’espropriare il Parlamento di un potere, quello legislativo, che dovrebbe detenere in esclusiva. Ma non c’è verso. Il vizio della prolissità e disomogeneità è talmente diffuso e ripetuto da essere divenuto l’illegittima normalità. Le ultime salsicce, però, hanno un gusto particolare. Fidando nel confondersi dei sapori ci sono anche misure, come quella sulle potenze emissive degli impianti radioelettrici 5G, cui gli odierni decretatori si erano ieri opposti strenuamente. Mentre al palato attento non giungerà come inatteso il nulla di fatto sui taxi. Chi liscia a lungo la bestia corporativa deve poi stare attento a che quella non gli morda la mano. Quindi scaricano tutto sui Comuni – come già era, del resto – ma lo mettono nell’insaccato legislativo per dire: una cosa l’abbiamo fatta.

Ora non resta che mettere l’insaccato sulla griglia delle vacanze agostane, levando così il tanto fumo dell’avere difeso i cittadini dalle mani adunche delle banche, ma restando l’arrosto del consegnarli a stabilimenti balneari che contribuiscono per un nulla al gettito fiscale per le concessioni e poco al giro d’affari (essendo vasta l’evasione), ma alzano eccome il prezzo dei servizi che vendono, protetti dall’assenza di concorrenza nel far meglio fruttare il suolo pubblico. Senza contare lo stuzzichino grigliato offerto a chi un taxi non lo trova a pagarlo, nel mentre con i suoi soldi lo si offre a chi si droga e si ubriaca in discoteca.

La Ragione

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Naufragio Sicilia, 41 morti. Sopravvissuti alla deriva per 4 giorni


I superstiti, due uomini, una donna e un minore, hanno raccontato la storia dei 41 compagni di viaggio, tra cui 3 bambini, caduti in mare e scomparsi tra le onde L'articolo Naufragio Sicilia, 41 morti. Sopravvissuti alla deriva per 4 giorni proviene da P

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Due uomini, una donna e un minore. Sono le sole 4 persone sopravvissute al naufragio che lo scorso giovedì ha causato la morte di 41 migranti tra cui 3 bambini.

Conosciamo la loro storia grazie a loro, che hanno raccontato come la barca si sia ribaltata dopo sole 6 ore di navigazione a causa di un’onda particolarmente alta. 7 metri di lunghezza, ospitava 45 persone, partite da Sfax in Tunisia, tentavano di raggiungere l’Italia.

Alcuni, una quindicina, indossavano un salvagente ma sono affogati lo stesso, hanno raccontato i 4 naufraghi, provenienti da Costa d’Avorio e Guinea Konakry, alla Guardia Costiera italiana.

Loro sono rimasti in acqua per ore. Poi hanno visto una barca abbandonata, probabilmente lasciata dopo un trasbordo di migranti e sono riusciti a salire. La barca, senza motore, è andata alla deriva per almeno 4 giorni finendo, trascinata dalle correnti, al largo della Libia.

La Guardia Costiera libica, seppur avvisata dalle autorità italiane, non sarebbe intervenuta, secondo la ricostruzione fatta da La Presse.

I sopravvissuti sono stati avvistati ieri da una barca mercantile battente bandiera maltese, la Rimona, che li ha salvati facendoli salire a bordo. Questa mattina sono trasbordati su una motovedetta della Guardia Costiera che li ha portati a Lampedusa.

Nessuna barca né autorità marittima ha avvistato cadaveri in mare. I corpi dei 41 migranti rimarranno, come centinaia di altri, sul fondo del Canale di Sicilia. Pagine Esteri

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Alta tensione tra Cina e Filippine sul mar Cinese meridionale


Alta tensione tra Cina e Filippine sul mar Cinese meridionale 8683479
Cannoni ad acqua della guardia costiera di Pechino verso le navi di Manila su acque contese. Anche Marcos Junior dopo l'invasione russa dell’Ucraina ha rafforzato i legami con Washington. Si alza il rischio di incidenti nella regione

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Norway to fine Meta nearly $100,000 a day over data use


Norway's data protection agency said on Tuesday (8 August) it would start fining Facebook and Instagram owner Meta nearly $100,000 per day for defying a ban on using users' personal information to target ads.


euractiv.com/section/data-priv…



Il Ministro Giuseppe Valditara ha firmato un decreto che destina alle scuole oltre 8 milioni di euro del PNRR per investimenti nella didattica digitale integrata e nella formazione del personale scolastico alla transizione digitale.


La Thailandia in attesa: i conservatori puntano a governare


La Thailandia in attesa: i conservatori puntano a governare Thailandia Pita Move Forward
La corte costituzionale ritarda la decisione sulla rinomina di Pita e causa lo slittamento di tutto il processo politico per il voto del primo ministro. Intanto il Pheu Thai ha abbandonato il Move Forward

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Francesca Albanese: «Dentro e fuori dalla cella, la Palestina è un carcere»


Intervista alla Relatrice speciale dell'Onu per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati che ha presentato il suo ultimo rapporto al Palazzo di Vetro L'articolo Francesca Albanese: «Dentro e fuori dalla cella, la Palestina è un carcere» provien

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di Michele Giorgio

(questa intervista è stata pubblicata il 3 agosto dal quotidiano Il Manifesto)

«L’occupazione militare israeliana ha trasformato l’intero territorio palestinese occupato in una prigione a cielo aperto, dove i palestinesi sono costantemente rinchiusi e sorvegliati». È questa la denuncia contenuta nell’ultimo rapporto presentato alle Nazioni unite da Francesca Albanese, giurista e Relatrice speciale per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati. Dal 1967, riferisce Albanese, oltre 800.000 palestinesi, compresi bambini, sono stati arrestati e detenuti in base a regole autoritarie applicate dall’esercito israeliano. Alla Relatrice abbiamo rivolto qualche domanda.

Francesca Albanese, la detenzione arbitraria è uno degli aspetti centrali della sua inchiesta

Ho preso in esame in particolare i presupposti normativi per cui la detenzione arbitraria è condotta dalle forze di occupazione israeliane. I palestinesi sono soggetti a lunghe detenzioni anche per aver espresso opinioni, pronunciato discorsi politici non autorizzati. Spesso sono ritenuti colpevoli senza prove, arrestati senza mandato, detenuti senza accusa né processo e brutalizzati durante la custodia. Il focus è sui palestinesi, perché sono i palestinesi ad essere incarcerati nel territorio occupato tanto da Israele quanto dalle autorità palestinesi in Cisgiordania e Gaza. Senza condonare o giustificare in alcun modo gli atti di violenza che commettono i palestinesi, ho riscontrato, come altri prima di me, che la maggior parte dei casi di detenzione non avviene in conseguenza di crimini o reati. Avviene per aver commesso azioni che dal punto di vista del diritto internazionale sono semplici atti di vita ordinaria. Per capirci, parliamo dell’attraversare una zona nel territorio occupato che Israele dichiara per qualche motivo chiusa. Organizzare una riunione di 10 o più persone in cui si parla di temi politici senza l’autorizzazione del governo (militare) comporta l’arresto fino a 10 anni. Il 95% dei palestinesi viene arrestato in prossimità delle colonie israeliane che ormai sono 270 nel territorio occupato, con 750.000 coloni.

Tutto ciò, lei afferma, avviene in un contesto che definisce di «carceralità diffusa».

Sì, descrivo l’ingabbiamento della popolazione. Si pensi al Muro (alzato da Israele in Cisgiordania, ndr), alle colonie che sono costruite per circondare, per strozzare la crescita urbana delle città e dei villaggi palestinesi. Si pensa ai 400 km di strade segregate che non sono accessibili e utilizzabili dai palestinesi e a come spezzino la continuità del territorio palestinese. Poi ci sono i permessi che i palestinesi devono ottenere per costruire una casa, prendere la residenza, andare in una determinata scuola, per viaggiare all’estero, per ricevere visite familiari. Persino le relazioni amorose sono regolate da ordini militari.

Quanto queste detenzioni sono la conseguenza anche della sorveglianza digitale.

Per questo argomento mi sono state utili le testimonianze dei militari dell’associazione (israeliana) Breaking the silence, che ben spiegano come la tecnologia digitale che si è sviluppata negli ultimi 10 -15 anni abbia cambiato il modo di controllare e monitorare i palestinesi. Dal seguire le loro conversazioni su Facebook al monitoraggio dei flussi telefonici. Fino alla triangolazione di tutte le informazioni sulla loro vita, anche i controlli medici. I palestinesi sono facilmente ricattabili perché tutte le loro informazioni private sono nelle mani degli israeliani. Dal 2013 in poi sono aumentati gli arresti preventivi in seguito all’utilizzo dei social media.

I palestinesi denunciano il sistema della doppia giustizia in Cisgiordania: loro sono giudicati dalle corti militari, i coloni dalle corti civili.

Questo dualismo legale che è stato criticato in passato anche dall’ex giudice della Corte suprema israeliana Barack. E ha permesso il cristallizzarsi dell’apartheid. La vita dei palestinesi è regolata da legge marziale. Anche i minori palestinesi vengono portati dinanzi a giudici militari. Ben diverso è il caso dei coloni che pure si macchiano di gravi reati contro i civili palestinesi e le loro proprietà. Raramente sono portati in giudizio. Più che di doppia giustizia dobbiamo parlare di impunità per i coloni israeliani. Pagine Esteri

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È stato pubblicato oggi il bando di concorso per titoli ed esami, abilitante, per l’assunzione a tempo indeterminato di 1.


#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



I servizi di questa mattina sul server Poliverso sono stati risolti. Ci scusiamo per il disagio

@Che succede nel Fediverso?

Buongiorno e buona domenica a tutti gli utenti di poliverso.org che stamattina, a causa di un errore nel processo automatico di rinnovo del dominio e all'incapacità del provider nel segnalare tempestivamente la problematica, e risultato irraggiungibile per alcune ore.

Il server è comunque rimasto in esecuzione e pertanto tutte le attività automatiche già impostate (importazione delle timeline, importazione o ripubblicazione di feed, ripubblicazione su bluesky, etc) hanno continuato a funzionare, ma il server non era comunque raggiungibile da parte dell'utente finale.

Purtroppo le tempistiche per la risoluzione dell'inconveniente ci erano sconosciute, in quanto non erano sotto il nostro controllo, ma dipendevano semplicemente dai tempi di aggiornamento dei DNS. Fortunatamente il disservizio è durato poche ore.

Ci scusiamo ancora per il problema.

Gli amministratori

cc @Poliverso Forum di supporto




Con lo schema di decreto del Presidente della Repubblica, deliberato dal Consiglio dei Ministri, saranno autorizzate le assunzioni in ruolo a tempo indeterminato di:

📌 52 unità di personale educativo-PED;
📌 50.



- Benzinaio vicino al lavoro alla vigilia della legge che impone esposizione del prezzo medio: gasolio 1,61 €/Lt

- Prezzo medio: 1,798 €/Lt
- Benzinaio oggi: 1,769 €/Lt

Ottimo lavoro!

in reply to J. Alfred Prufrock

In realtà il salto è stato di soli 10 centesimi/Lt alla vigilia, per poi galoppare giorno per giorno su (sia prezzo medio che praticato)


Matteo Renzi e Ferruccio de Bortoli: uno scontro di titani



Anche nelle migliori immagini della sua propaganda, il boy scout di Rignano riesce comunuqe a figurare tra i soggetti meno fotogenici.

Un foglio di inizio agosto 2023 comunica che Matteo #Renzi ha perso in sede civile contro Ferruccio de #Bortoli.
Del primo è persino inutile parlare.
Il secondo è l'ideatore del prodotto Oriana Fallaci. Con questo non si intende dire che la distruzione del Medio Oriente, le stragi quotidiane in #Iraq e in #Siria, i ben vestiti in giro per #Riyadh intanto che nello #Yemen muoiono sotto le bombe donne di cui non importa nulla a nessuno perché sono compostamente vestite siano per intero colpa sua: negare la sua importanza come facilitatore e divulgatore delle più abiette istanze dell'"occidentalismo" contemporaneo sarebbe altrettanto irresponsabile.
Comunque: de Bortoli ha scribacchiato, diversi anni fa, cose che il boy scout di #Rignano non ha gradito. Qualche mese fa una certa Susanna #Zanda gli aveva già fatto presente che i tribunali non sono bancomat, e al tempo stesso gli aveva tolto di tasca sedicimila euro a titolo di maggiore incisività del consiglio.
La cosa deve essere servita a poco: ecco quindi dopo meno di sei mesi un approfondimento in materia di diritto privato.
Docente incaricata, sempre Susanna Zanda.
Che ha praticato a Matteo Renzi lo sconto che è d'uso in ogni ambiente riservare ai clienti affezionati, esigendo mille euro in meno rispetto all'altra volta.
Spiccioli, quando si passa da un ristorante costoso a una consulenza in urbanistica.
Cifra ragguardevole, invece, se si lavora sul serio.



Cyanide Pills - Soundtrack to the New Cold War


Garage punk per la vostra estate !

iyezine.com/cyanide-pills-soun…

@Musica Agorà

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5 anni di contenzioso: Meta sembra passare al consenso per gli annunci comportamentali Meta ha annunciato che presto passerà al "consenso" per gli annunci comportamentali. Resta da vedere quali saranno le conseguenze di questo passaggio Meta Opt Out


noyb.eu/it/5-years-litigation-…





Non so che pensare...
Nuova Diavoleria?
sostariffe.it/news/canone-rai-…


Ma che cos’è uno strumento educativo digitale responsabile?


In occasione della traduzione in italiano della home page di La Digitale, riprendo questo articolo di Emmanuel Zimmert in cui l’autore espone i principi su cui si basa La Digitale, un progetto che sviluppa e distribuisce gratuitamente una raccolta di strumenti digitali e applicazioni libere e responsabili (24 solo quelli online!) da utilizzare soprattutto nell’insegnamento/apprendimento in presenza e a distanza.

Ecco come vengono presentati gli obiettivi di La Digitale nella home page del sito:

1. progetta e sviluppa strumenti e applicazioni digitali liberi e responsabili per insegnanti;
2. accresce la consapevolezza delle buone pratiche e della sobrietà digitale in ambito educativo ;
3. difende una tecnologia digitale educativa virtuosa e inclusiva lontana dalle grandi aziende guidate dalla corsa al profitto e dalla raccolta e vendita di dati.

Viste le premesse, penso che valga la pena provare gli strumenti liberi che Emmanuel Zimmert ha sviluppato e messo a disposizione gratuitamente.


Qui sotto trovate la traduzione italiana del suo articolo che è distribuito con licenza Creative Commons BY-NC-SA.

A questo link potete ascoltare la lettura dell’articolo: funkwhale.it/library/tracks/17…

Buona lettura e buon ascolto 🙂

Ma che cos’è uno strumento educativo digitale responsabile?


Prima di proporre alcune caratteristiche di uno strumento educativo digitale responsabile, è innanzitutto necessario ricordare quali sono i mezzi utilizzati dalle aziende di tecnologia educativa e digitale in generale per monetizzare i propri prodotti
Il modello a pagamento: l’applicazione o il servizio è disponibile dopo il pagamento (una tantum o ricorrente). 
Il modello freemium: l’applicazione o il servizio possono essere utilizzati gratuitamente con funzionalità o possibilità di creazione limitate. Tutte le funzionalità vengono sbloccate dopo il pagamento. Questo è un modello comunemente utilizzato dalle società edtech, in quanto consente agli utenti di avere un’idea del prodotto (e potenzialmente di creare una dipendenza) prima di passare alla cassa.
Il modello gratuito: è anche un modello comune, soprattutto tra i GAFAM. Tutte le funzionalità sono immediatamente disponibili gratuitamente. Il potenziale di monetizzazione, spesso sconosciuto agli utenti, sta altrove: nei dati che queste aziende potranno raccogliere, utilizzare, mixare, rivendere per generare pubblicità mirata, per stabilire abitudini di consumo, ecc.
Bisogna sempre tenere presente che l’obiettivo rimane principalmente commerciale: si tratta ovviamente di offrire contenuti e servizi di qualità, ma si tratta soprattutto e prima di tutto di vendere, con strategie di marketing più o meno eleganti.

Alcune caratteristiche di uno strumento educativo digitale responsabile

Per La Digitale , uno strumento educativo digitale responsabile è …
• uno strumento con un modello economico chiaro e trasparente;
• uno strumento senza pubblicità;
• uno strumento con codice sorgente aperto e conforme ai valori del software libero;
• uno strumento che pone la rilevanza educativa al centro della sua progettazione;
• uno strumento di facile accesso (può essere utilizzato senza dover creare un account o con la creazione di un account senza un indirizzo email);
• uno strumento che non raccoglie dati personali (o che indica molto chiaramente quali dati vengono utilizzati e per quale scopo);
• uno strumento che non raccoglie dati statistici (o che utilizza strumenti gratuiti e self-hosted per farlo);
• uno strumento che ottimizza (compressione delle immagini, ecc.) o limita l’uso dei media (il video è ancora il modo più efficace per presentare un concetto, una nozione?);
• uno strumento con funzionalità mirate che non cerca di fare tutto, ma al contrario di fare una cosa e di farla bene;
• uno strumento che non mostra un numero eccessivo di notifiche e che non è invadente;
• uno strumento che è oggetto di una progettazione, concezione e sviluppo etico: caricamento rapido, codice ottimizzato, scelta delle tecnologie pertinenti, ecc. Su questo argomento, GreenIT.fr, con il supporto di oltre 50 collaboratori che sono membri del collettivo Conception Numérique Responsable, ha realizzato un manuale di 115 buone pratiche di web design ecocompatibile.

Uno strumento digitale responsabile considera anche l’utente responsabile e lo aiuta a implementare buone pratiche.

È sempre necessario essere inondati di notifiche per farci sapere in un flusso continuo cosa sta succedendo online, quello che qualcuno ha fatto o commentato, ecc.? Ovviamente si tratta di catturare il famoso tempo cerebrale disponibile.

È sempre necessario che il nostro telefono, questo caro amico, ci dica (ci detti?) cosa fare, dove andare in ogni momento? Non lo trovi “infantilizzante”? Stiamo ancora usando la nostra buona vecchia memoria umana?

Esempio di responsabilità e buona pratica: quando crei un nuovo contenuto con uno strumento La Digitale, è necessario recuperare e archiviare il collegamento a questo contenuto, perché non c’è altro modo per riottenere l’accesso a questo contenuto. Ciò richiede quindi organizzazione: il collegamento può essere aggiunto in una presentazione, nella cartella del corso o in un file di testo, ecc.

La discussione continua.
Digitalmente vostro
Emmanuel Zimmert

L'articolo si può scaricare anche in formato .pdf da qui: dgxy.link/ladigitale3

#scuola #softwarelibero #sostenibilità
@Scuola - Gruppo Forum
@scuola@a.gup.pe
@Informa Pirata


Che cos'è uno strumento digitale responsabile?


Lettura dell'articolo di Emmanuel Zimmert "Che cos'è uno strumento digitale responsabile?"(in traduzione italiana) pubblicato:
qui


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Sabato 8 luglio 2023, gli account utente hanno iniziato a scomparire dall'istanza Mastodon di Vivaldi. Cosa stava succedendo, come è successo e quali sono state le conseguenze?

@Che succede nel Fediverso?

> Guardando il database ho potuto vedere che gli account interessati erano stati apparentemente cancellati e quindi ricreati come un account completamente nuovo quando l'utente ha effettuato nuovamente l'accesso.

198 account in totale sono stati cancellati nel corso di questo incidente e nelle ore successive, insieme agli sviluppatori di Mastodon, abbiamo iniziato a esaminare cosa potesse essere accaduto. Su suggerimento di Eugen, abbiamo esaminato la possibilità che gli UserCleanupScheduleraccount eliminati fossero "non confermati", ma alla fine questo è stato escluso, poiché gli utenti eliminati non avrebbero mai potuto corrispondere alla query su cui operava.

TL; DR

Un bug nel codice combinato con una configurazione del database sconsiderata ha causato l'unione di 198 account utente in un unico account remoto. È stato impiegato un intero fine settimana per trovare la causa e riparare i danni causati.



Bluesky IN - Twitter OUT: dismesso il connettore Twitter di Poliverso ma è già attivo quello per Bluesky: e forse a settembre Friendica potrebbe federarsi anche con il nuovo social di Jack Dorsey

@Che succede nel Fediverso?

Il connettore twitter di Poliverso è stato dismesso, dopo aver onorevolmente svolto il suo dovere per quasi due anni: da alcuni giorni però non consentiva più di pubblicare messaggi su Twitter, limitandosi a importare messaggi sulla timeline di Friendica, e questo stava anche provocando continui errori e insopportabili rallentamenti del sistema.

Poco male: ci siamo risparmiati il rebranding e gli ultimi shitposting del suo padrone.

Annunciamo invece che è già attivo il connettore per Bluesky che consente al momento di pubblicare messaggi Friendica sul social azzurro!

Per gli utenti Poliverso sono disponibili alcuni codici di invito: se li volete contattateci qui!

Gli sviluppatori di Friendica però stanno lavorando per implementare con la nuova release di settembre la possibilità di federarsi effettivamente con Bluesky.
Siamo in attesa di capire cosa comporterà questa implementazione in termini di risorse e vi terremo aggiornati.

Infine vogliamo scusarci per i rallentamenti che si stanno verificando sul nostro server: purtroppo siamo giunti a un punto in cui il nostro cloud non può essere più potenziato in termini di potenza di calcolo (che è l'aspetto che più ci sta creando problemi) e perciò stiamo valutando se raddoppiare i costi mensili e passare a una nuova configurazione, oppure se cambiare fornitore.

Si tratta di una scelta che dobbiamo operare con una certa attenzione e probabilmente non riusciremo a compierla prima del mese di settembre. Se riscontrerete disguidi, fatecelo sapere.

A questo proposito ringraziamo tutti coloro che ci hanno generosamente finanziato attraverso la piattaforma Ko-Fi o tramite LiberaPay! Non ci aspettavamo questa attenzione da parte dei nostri utenti e di quelli delle nostre istanze collegate, l'istanza mastodon Poliversity e l'istanza Lemmy Feddit.it, che si è rivelata un bellissimo caso di successo degli ultimi mesi, oltre che un luogo di aggregazione per tutti gli utenti di tutte le istanze italiane del Fediverso

.

Grazie ancora a tutti e buone vacanze,
gli amministratori

@Poliverso Forum di supporto

Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Signor Amministratore ⁂
@Van Veen mi dovresti seguire, altrimenti non posso inviarti messaggi privati
Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Signor Amministratore ⁂
@Adri Aster sì ,ma se non mi segui, non posso inviarti messaggi privati


LORDS OF ALTAMONT – TO HELL WITH TOMORROW THE LORDS ARE NOW!


RECENSIONE : LORDS OF ALTAMONT – TO HELL WITH TOMORROW THE LORDS ARE NOW!

iyezine.com/lords-of-altamont-…

@Musica Agorà

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