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News da Marte #26 I Coelum Astronomia

"In questa puntata riprendiamo la ricostruzione degli eventi che hanno portato al termine della missione di Ingenuity con nuove immagini e nuovi video."

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#26


Su Kiev trionfa l’Europa dei ragionieri


L’unica cosa peggiore del dividersi fra alleati, nel momento più drammatico di una guerra, è il farlo pubblicamente. E l’unica cosa peggiore del dividersi pubblicamente, di fronte a una minaccia che di comune accordo viene definita «esistenziale», è il ge

L’unica cosa peggiore del dividersi fra alleati, nel momento più drammatico di una guerra, è il farlo pubblicamente. E l’unica cosa peggiore del dividersi pubblicamente, di fronte a una minaccia che di comune accordo viene definita «esistenziale», è il gestirla come fosse un problema contabile. Eppure, di fronte all’aggressione di Vladimir Putin all’Ucraina e all’ordine internazionale, i governi europei stanno riuscendo a inanellare tutti questi errori con stupefacente naturalezza. Rientra senz’altro in questa categoria l’ultima uscita di Emmanuel Macron. Lunedì il presidente francese si è rifiutato di escludere un impegno dei militari europei in Ucraina contro la Russia, ma lo ha fatto senza prima aver costruito neanche un embrione di consenso su un’idea dirompente come sfidare sul campo di battaglia la seconda superpotenza nucleare del pianeta. Così, in un colpo solo, Macron è riuscito in una serie di evitabili sbandate. Ha esposto le divisioni fra i Paesi europei, ma soprattutto la loro confusione strategica quanto alla risposta da dare a Vladimir Putin. Ed ha esposto se stesso ad accuse di ipocrisia da parte degli altri governi, perché la Francia non sembra affatto primeggiare in Europa per il sostegno all’Ucraina.
Secondo i dati riportati dal Kiel Institute for the World Economy, gli aiuti francesi a Kiev varrebbero in totale 640 milioni di euro: in valore assoluto, circa la metà di quelli della Repubblica Ceca; in percentuale alle dimensioni dell’economia, il totale del sostegno di Parigi all’Ucraina sarebbe inferiore a quello dell’Ungheria filorussa di Viktor Orbán. Va aggiunto qui per onestà che, secondo lo stesso istituto di Kiel, il sostegno militare italiano all’Ucraina sarebbe di appena 30 milioni di euro superiore a quello di Parigi; e che la Germania in due anni ha fornito dieci volte più aiuti di Italia e Francia, in proporzione alle dimensioni delle rispettive economie. A Roma si contestano queste cifre, osservando che esse non terrebbero conto di certi aiuti che il governo italiano preferisce non rendere noti. Ma, anche così, incolpare il Congresso americano perché tiene bloccato il pacchetto da 60 miliardi di dollari per Kiev sarebbe ipocrita: i nodi europei ormai vengono al pettine, impossibili da dissimulare.

Prendiamo quel che è accaduto mercoledì a Bruxelles fra gli ambasciatori dei Ventisette. Si discuteva dello «Ukraine Assistance Fund», un fondo da cinque miliardi l’anno per comprare armi da dare a Kiev. Servono, urgentemente, tre milioni di proiettili da 155 millimetri all’anno. È il razionamento in Ucraina di queste munizioni che spiega le recenti avanzate russe. Il problema è che in Europa — per ragioni che spiegheremo tra un attimo — mancano i proiettili da comprare. Mercoledì Italia e Olanda hanno dunque proposto di usare i fondi europei per comprare al più presto pezzi da 155 millimetri sul mercato mondiale, in modo da mandarli a Kiev prima che sia tardi. La proposta non è passata: la Francia si è opposta. Il motivo? Dovremmo comprare solo munizioni «made in the EU», cioè spesso «in France», perché va costruita l’«autonomia strategica» dell’industria europea della difesa: obiettivo in sé nobile, peccato che nel frattempo l’Ucraina viene distrutta dall’artiglieria russa. Usare una tragica guerra come strumento di politica industriale non sembra un colpo di genio. Ma prendersela con i protagonismi di Macron sarebbe troppo facile, perché gli errori sono di tutti. Italia e Germania incluse.

Berlino, quanto allo «Ukraine Assistance Fund», sembra ossessionata da un astruso problema di contabilità del suo contributo. E l’Italia è fra i governi che hanno insabbiato a Bruxelles l’idea di dare priorità all’invio di munizioni a Kiev, rispetto alle spedizioni già concordate verso Paesi terzi. La Commissione Ue si era persino offerta di pagare lei stessa le penali, in caso di problemi sui contratti per forniture in ritardo a governi lontani (spesso, del Golfo). Invece l’interesse commerciale immediato ha prevalso – «teniamoci buoni nostri clienti» – quindi quasi metà delle munizioni europee continua a partire per continenti lontani, mentre l’Ucraina sanguina. Difficile perseguire degli obiettivi strategici, quando prevalgono le frasi grandiose, gli approcci ragionieristici, i calcoli commerciali. Correttamente, i governi europei definiscono «esistenziale» la minaccia di Putin e vogliono contrastarla. È ora di mettere più coerenza fra le parole, le photo opportunity e gli atti. Non è tardi per riuscirci.

Corriere della Sera

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Le novità dell’Esercito Usa. Ecco le task force multi-dominio


Lo US Army ha pubblicato i progetti che modificheranno la struttura delle sue forze. La motivazione di questo sviluppo è il bisogno di abbandonare la struttura ideata per affrontare guerre di counter-insurgency e operazioni peacekeeping per focalizzarsi s

Lo US Army ha pubblicato i progetti che modificheranno la struttura delle sue forze. La motivazione di questo sviluppo è il bisogno di abbandonare la struttura ideata per affrontare guerre di counter-insurgency e operazioni peacekeeping per focalizzarsi sul combattere guerre su larga scala contro avversari di un simile livello tecnologico. Ad oggi, l’esercito americano, soffre di un divario tra la dimensione per cui era stata modellato, 494mila uomini, e la sua dimensione permessa dal congresso, 445 mila. Il primo obiettivo è di aumentare il numero di effettivi a 470mila riducendo la dimensione ideale ma, in pratica, aggiungendo 25mila nuove posizioni alle forze di terra americane entro il 2029. Facendo congiungere il numero ideale e le dimensioni effettive la US Army potrà assicurarsi di avere sempre un livello adeguato di combat readiness.

Le Multi-domain task forces

La prima rivoluzione sarà la strutturazione definitiva delle cinque Task force multi-dominio (Multi-domain task force, Mdtf). Queste unità, nate nel 2017, sono lentamente aumentate di numero, fino alle cinque definitive di oggi, venendo schierate nei teatri europei e asiatici. Il concetto dietro quest’unità è di sviluppare un raggruppamento di forze mobile e di dimensioni ridotte capace di emanare e rispondere a minacce su tutti i domini dello scontro, dallo spazio a quello terrestre passando per il cyber e l’elettromagnetico. L’ammiraglio Harry Harris riassunse la funzione delle Mdtfs dicendo che dovevano “affondare navi, neutralizzare satelliti, abbattere missili e aeroplani e hackerare o interferire con le abilità di command and control del nemico”. Nel futuro le Mdtfs saranno composte da un centro di comando con un suo battaglione, un battaglione di effetti multi-dominio, un battaglione di fuoco a lungo raggio, un battaglione di protezione dal fuoco indiretto (Ifcp) e un battaglione di supporto alla brigata.

La ristrutturazione del personale

Nel contesto di ristrutturazione la US Army modificherà anche la sua distribuzione di uomini eliminando le figure che erano incentrate sulle capacità counter-insurgency, ricollocando i soldati che coprivano quei ruoli in posizioni più adatte al nuovo concetto di esercito. Ad esempio, le forze speciali verranno ridotte di circa tremila uomini, ciò avverrà andando ad eliminare le posizioni, oggi scoperte, che, storicamente, risultano più difficili da occupare. L’obbiettivo è, però, di ridurre i numeri delle forze speciali conservando, al contempo, le capacità operative attualmente disponibili. Inoltre, molti ingegneri, appartenenti a battaglioni per le operazioni di counter-insurgency, verranno spostati al livello divisionale formando, così, una riserva strategica impiegabile dal comando nelle operazioni su larga scala a cui la US Army prevede di prendere parte.

Le capacità antiaeree

Dal punto di vista organizzativo e dell’equipaggiamento il focus sarà sull’incremento delle capacità antiaeree dell’esercito americano. Verranno aggiunti quattro battaglioni Ifcp per potenziare le capacità a medio e corto raggio di abbattere Uav, missili e colpi di mortaio. Verranno aggiunte nove batterie di difesa contro gli Uav sia ai battaglioni Ifcp che a quelli antiaerei delle divisioni. Inoltre, verranno creati quattro nuovi battaglioni Maneuver short range air defense (M-Shorad) per rispondere a minacce aeree ad ala rotante e fissa e agli Uav.

Il sistema di reclutamento

Infine, la US Army vuole professionalizzare e razionalizzare le sue forze di reclutamento. Il primo obbiettivo sarà ottenuto aumentando il numero di laureati all’interno del US Recruiting command, facendolo arrivare ad un terzo del totale entro il 2028. Il secondo, invece, si otterrà rendendo il Recruiting command un comando a tre stelle che controlla le cinque brigate di reclutamento, il comando dei cadetti dell’esercito e l’Army’s enterprise marketing office rispondendo direttamente al segretario e al capo di Stato maggiore dell’Esercito.

Le ragioni dei cambiamenti

Questi sviluppi sono il prodotto dell’esperienza russa in Ucraina che, come dichiarato dalla pubblicazione stessa, ha dimostrato la necessità di rimodellare l’esercito verso il combattimento di guerre convenzionali. Anche l’enorme attenzione data alle capacità antiaeree è un prodotto dei recenti sviluppi, dato il ruolo centrale dei droni nelle operazioni in Ucraina, e della crescente minaccia dell’arsenale missilistico di Pechino. Le riforme al corpo di reclutamento, invece, sono la conseguenza delle difficoltà dell’esercito nel raggiungere i suoi obbiettivi di personale qualificato. Le Mtdfs rappresentano un’unità costantemente pronta a impiegare e rispondere a ogni tipo di minaccia sul campo di battaglia. Solo il battesimo del fuoco potrà mostrare se le Mtdfs rispetteranno le aspettative.


formiche.net/2024/03/task-forc…



APPELLO. Gaza. Basta sangue sui nostri giubbotti


Colpire i giornalisti mentre svolgono il loro lavoro di documentazione è un crimine di guerra. Impedire che i crimini di guerra vengano raccontati da voci indipendenti è un crimine contro l’Umanità. L'articolo APPELLO. Gaza. Basta sangue sui nostri giubb

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COMUNICATO

A seguito dell’appello sulla libertà di informazione a Gaza che in pochi giorni ha raggiunto quasi mille firme di operatori di media e l’adesione di numerose organizzazioni, ci troveremo per un sit-in di denuncia 1 MARZO ore 11.00 in VIA DI SAN NICOLA DE’CESARINI (area sacra di Largo Argentina) per ricordare tutti i giornalisti uccisi nella guerra a Gaza e chiedere di cessare il fuoco.

In quattro mesi di guerra i giornalisti palestinesi sono stati decimati impunemente: hanno perso la vita almeno 123 giornalisti e operatori dei media [ifj.org/war-in-gaza] e molti altri sono feriti, arrestati o dispersi.

Il bilancio delle vittime è senza precedenti. Colpire i giornalisti mentre svolgono il loro lavoro di documentazione è un crimine di guerra. Impedire che i crimini di guerra vengano raccontati da voci indipendenti è un crimine contro l’Umanità.

La Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha ordinato a Israele di “prendere tutte le misure in suo potere per smettere di uccidere i palestinesi, in violazione della Convenzione sul genocidio”.

Oggi di nuovo e con forza condanniamo le uccisioni e i continui attacchi su giornalisti e altri operatori dei media, e sosteniamo indagini indipendenti e immediate sulla loro morte, ferimento, detenzione o sparizione.

Invitiamo inoltre le nostre istituzioni a fare pressioni in tutte le sedi competenti, per porre fine a questa strage e alla continua violazione dei diritti umani, alla luce e in coerenza con la mozione sul cessate il fuoco approvata in Parlamento.

Durante il sit-in si alterneranno al microfono firme del giornalismo, fotoreporter, fixer, videomaker, producers, editors, analisti.

Invitiamo tutte e tutti coloro che operano nei media a partecipare per difendere la libertà di stampa senza rischiare la vita.

ADERISCONO

Amnesty International, Italia

ANAC, Associazione Nazionale Autori Cinematografici

AOI Associazione delle ong italiane

Assopace Palestina

Atlante delle Guerre e Conflitti nel Mondo

Articolo 21

100 autori Associazione dell’Autorialità Cinetelevisiva

COSPE Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti

DIG Association, DIG Festival

Doc/it Associazione Documentaristi italiani

FNSI, Federazione Nazionale Stampa Italiana

Free Assange, Italia

GV Press, Italian Videomaker association

LEA Laboratorio Ebraico Antirazzista

Pressenza, Agenzia di Stampa internazionale

Rete NoBavaglio Liberi di essere informati,

Unimondo.org

Pagine Esteri

Un Ponte Per, Associazione per la solidarietà internazionale

USIGRAI, Sindacato Giornalisti Rai -Radiotelevisione Italiana,

Associazione Disciplinare CONSCOM, Press group Agency

WGI – Writers Guild Italia

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Elettronica ed elicotteri. Così Leonardo chiude il 2023


È la componente europea dell’elettronica per la difesa e sicurezza, insieme alla tradizionale buona performance degli elicotteri, a trainare i numeri di Leonardo per il 2023. Lo certifica l’analisi preliminare della performance per l’anno scorso completat

È la componente europea dell’elettronica per la difesa e sicurezza, insieme alla tradizionale buona performance degli elicotteri, a trainare i numeri di Leonardo per il 2023. Lo certifica l’analisi preliminare della performance per l’anno scorso completata dal consiglio di amministrazione del gruppo di piazza Monte Grappa, evidenziando una performance addirittura superiore a quella prevista dalla Guidance dalla società. Leonardo presenterà i dettagli relativi alla performance del 2023 in occasione dell’approvazione del bilancio prevista per l’11 marzo 2024.

I numeri

Il Gruppo prevede di chiudere l’anno con ricavi ed Ebita in linea con quelli della Guidance e ordini addirittura al di sopra. Spiccano in particolare dell’elettronica per la difesa e sicurezza. Nel comparto elicotteristico, la crescita commerciale è ancor più rilevante considerando che gli ordini del 2022 riflettevano quello maxi ricevuto dalla Polonia relativo agli elicotteri AW149. Sul fronte finanziario si registra il miglioramento del flusso di cassa operativo (Focf) pari a circa 635 milioni di euro, una crescita del 17% rispetto all’anno precedente. Crescono anche i ricavi, che hanno accelerato a 15,3 miliardi (+3,9%). L’ebitda, ovvero il margine operativo dell’azienda, è stato pari a 1,29 miliardi (+3,9%). Ma le buone notizie non sono finite. Al netto delle poste in crescita, c’è infatti da registrate un contenimento del debito, sceso a due miliardi e 323 milioni, in ripiegamento del 23% sul 2022 e in linea con il trend indicato nei piani industriali del gruppo.

Riduzione dell’indebitamento

Non è tutto. L’Indebitamento netto di Gruppo continua a ridursi, con un miglioramento del 23% rispetto al 2022, e si attesta a € 2,3 miliardi, grazie alla significativa generazione di cassa e alle cessioni dei business di Leonardo Drs (la vendita del business Global Enterprise Solutions a Ses per un importo pari a 450 milioni di dollari, ndr) che hanno permesso a Leonardo di ridurre l’indebitamento e al tempo stesso rafforzare il core business.

Il commento

Soddisfatto l’amministratore delegato Roberto Cingolani, alla guida di Leonardo da maggio del 2023. “Andamento commerciale nei diversi business, flessibilità finanziaria, politica disciplinata dei costi e degli investimenti sono alla base dei risultati positivi raggiunti.”, ha esordito, commentando i conti del gruppo. “Le performance ottenute stanno riscontrando un apprezzamento anche da parte delle principali agenzie di credit rating e il giudizio di investment grade ne è esemplificativo”.


formiche.net/2024/03/elettroni…



In Cina e Asia – Gli Usa aprono indagine sulle auto cinesi. "Minacciata la sicurezza nazionale”


In Cina e Asia – Gli Usa aprono indagine sulle auto cinesi.
I titoli di oggi: Gli Usa aprono indagine per verificare se le auto cinesi sono una minaccia alla sicurezza nazionale Accordi Australia-Filippine. Marcos: “Fermo nella difesa della sovranità nazionale” Chip, assolta azienda cinese accusata di furto di proprietà intellettuale dal Dipartimento del Commercio americano Rapporto think tank Usa: in crescita la presenza militare cinese nel Mar cinese meridionale Kim Jong ...

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La donna, mamma, cristiana e soprattutto "sovranista", è andata a prendere le nuove consegne/direttive.
lindipendente.online/2024/03/0…



A quanto pare Macron non è l'unico imbecille. Comunque ormai non si nascondono più i veri artefici di questa guerra, (anche se non avevo dubbi fin dal principio).
imolaoggi.it/2024/03/01/pentag…


Provvedimenti da copiare: il Presidente USA Biden emetterà un ordine esecutivo che si pone l’obiettivo di proteggere i dati personali degli americani dagli abusi dei Paesi che vengono identificati come a rischio.

L’ordine consente al Procuratore generale di impedire il trasferimento su larga scala dei dati sensibili, come quelli genomici, biometrici, sanitari, di localizzazione e finanziari. Questi dati possono essere usati per tracciare le persone, violare la loro privacy e consegnarli anche a servizi di intelligence stranieri. Le aziende raccolgono una quantità enorme di dati che possono essere venduti e finire nelle mani di governi o servizi segreti stranieri, con rischi significativi per la privacy e la sicurezza nazionale, specialmente per i militari.

L’ordine esecutivo di Biden rappresenta una delle azioni più significative mai intraprese per proteggere i dati degli americani.

@Privacy Pride

whitehouse.gov/briefing-room/s…

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NYT: “In Ucraina 12 basi della CIA”. Von der Leyen: “guerra non impossibile”


In un reportage il New York Times rivela che i servizi segreti ucraini dipendono di fatto dalla CIA. Intanto il parlamento europeo vota guerra a oltranza L'articolo NYT: “In Ucraina 12 basi della CIA”. Von der Leyen: “guerra non impossibile” proviene da

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di Marco Santopadre

Pagine Esteri, 1 marzo 2024 – La Central Intelligence Agency ha creato dodici basi segrete in Ucraina per spiare «i movimenti delle forze armate russe». A diffondere la notizia non è stato né qualche organo di stampa putiniano né qualche sito web complottista, bensì il New York Times, uno dei più autorevoli quotidiani statunitensi.

Secondo un lungo reportage firmato dal due volte vincitore del Premio Pulitzer Adam Entous e dal giornalista d’inchiesta Michael Schwirtz, la CIA ha realizzato dodici diverse basi in altrettanti bunker sotterranei al confine con la Federazione Russa, nascosti nei boschi e dotati delle apparecchiature elettroniche più sofisticate.

Operazione Goldfish
Il programma – ribattezzato “Operazione Goldfish” – sarebbe stato approvato e gestito da tre diverse amministrazioni – quelle di Obama, Trump e Biden – e sarebbe stato applicato già a partire nel 2016. Il reportage del New York Times si basa su 200 interviste e conversazioni e sulle rivelazioni di alcuni agenti e funzionari ucraini, tra i quali Ivan Bakanov, ex capo dell’SBU, i servizi segreti interni di Kiev.

Dal reportage emerge, in generale, che i servizi statunitensi hanno non solo collaborato, ma di fatto ricostruito, finanziato, addestrato e guidato passo dopo passo le agenzie di intelligence ucraine in funzione antirussa. Tra gli agenti addestrati dai servizi statunitensi ci sarebbe anche Kyrylo Budanov, prima messo a capo di un’unità speciale destinata a catturare droni russi per tentare di decodificare i sistemi di crittografia di Mosca e poi scelto per comandare lo spionaggio militare di Kiev.

Quando all’inizio del 2022 la Casa Bianca ordinò l’evacuazione del personale statunitense in Ucraina, poco prima l’inizio dell’invasione russa, nel paese rimase comunque un gruppo di agenti della Cia, di base in una località non rivelata dell’Ucraina occidentale (oltre a un consistente gruppo di consiglieri militari statunitensi e di altri paesi della Nato, circostanza nota per quanto mai ammessa esplicitamente dai vari governi occidentali). Poche settimane più tardi, una volta chiaro che i russi non sarebbero riusciti ad occupare Kiev e ad insediare un governo fantoccio, molti degli agenti e dei tecnici americani che avevano lasciato il paese tornarono nel paese e furono schierati nelle basi ucraine.

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Una postazione ucraina

I servizi ucraini dipendono dalla CIA
Dal reportage emerge che i servizi ucraini sono di fatto un’estensione di quelli statunitensi (e di quelli britannici), senza i quali avrebbero assai poche possibilità di competere con quelli russi. Come scrive il reportage, sono la CIA e altre agenzie di intelligence statunitensi a fornire agli ucraini le «informazioni per attacchi missilistici mirati, tracciano i movimenti delle truppe russe e aiutano a sostenere le reti di spionaggio».

Il governo e i comandi militari ucraini temono ora, dopo l’allentamento del sostegno statunitense, che Washington tiri i remi in barca e abbandoni Kiev. Il precedente afghano è il peggiore incubo di Zelensky e dei suoi più stretti collaboratori. Forse è per rassicurare il presidente ucraino che la scorsa settimana il direttore della CIA, William Burns, ha compiuto il decimo viaggio a Kiev dall’inizio dell’invasione.

Lo scontro tra Nato e Russia sempre più vicino
Con l’improvviso annuncio delle dimissioni per motivi di salute del leader dei Repubblicani al Senato di Washington, Mitch McConnell, Zelensky perde ora anche l’unico influente sostenitore del sostegno militare all’Ucraina nel partito di Donald Trump.

Il parziale disimpegno statunitense ha convinto il presidente francese Emmanuel Macron a proporre ai partner occidentali un’operazione congiunta e volontaria per inviare truppe nel paese, allo scopo di contrastare l’avanzata russa che, dopo la presa di Avdiivka, prosegue spedita soprattutto in Donbass.

Macron, spiazzando i partner dell’Unione Europea e della Nato e suscitando la contrarietà degli Stati Uniti e dell’Alleanza Atlantica, con la sua provocazione pensa probabilmente di soffiare a Washington la leadership del fronte antirusso, ruolo che nei fatti non è preparata a sostenere.
Anche se – come è probabile – né la Francia né altri paesi occidentali daranno seguito alla suicida proposta di Macron, l’asticella dello scontro con Mosca si è nuovamente alzata, superando decisamente il livello di guardia.

L’Europarlamento vota guerra a oltranza
Da parte sua, nel corso di un intervento al parlamento europeo, la presidente della Commissione Europea, ieri la tedesca Ursula von der Leyen, ha chiesto più armi e più spese militari ed ha avvertito che «la guerra (con la Russia) non è imminente ma non più impossibile».

Dopodiché la maggioranza degli eurodeputati – ben 451 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni – ha votato una risoluzione che impegna i governi a sostenere militarmente l’Ucraina, stanziando allo scopo almeno lo 0,25% del proprio Pil, fino alla riconquista di tutti i territori occupati da Mosca, Crimea compresa. Un obiettivo che anche Washington, da tempo, considera inattuabile e velleitario. Pagine Esteri

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VERSIONE ITALIANA USA, BIDEN EMETTE UN ORDINE ESECUTIVO PER PROTEGGERE I DATI PERSONALI SENSIBILI DEGLI AMERICANI Il Presidente Biden emetterà un ordine esecutivo che si pone l’obiettivo di proteggere i dati personali degli americani dagli abusi dei Paesi che vengono identificati come a rischio. L’ordine consente al Procuratore generale di impedire il trasferimento su larga …


  di LAURA TUSSI A Caserta si inaugura lo Sportello della Pace: sarà ospite dell’istituto superiore Uno Sportello della Pace rivolto ai giovani

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Future of Privacy Forum Awarded National Science Foundation and Department of Energy Grants to Advance White House Executive Order on Artificial Intelligence


The Future of Privacy Forum (FPF) has been awarded grants by the National Science Foundation (NSF) and the Department of Energy (DOE) to support FPF’s establishment of a Research Coordination Network (RCN) for Privacy-Preserving Data and Analytics. FPF’s

The Future of Privacy Forum (FPF) has been awarded grants by the National Science Foundation (NSF) and the Department of Energy (DOE) to support FPF’s establishment of a Research Coordination Network (RCN) for Privacy-Preserving Data and Analytics. FPF’s work will support the development and deployment of Privacy Enhancing Technologies (PETs) for socially beneficial data sharing and analytics. Most notably, the RCN will bring together a multi-stakeholder community of academic researchers, industry practitioners, policymakers, and other stakeholders to advance the trustworthy adoption of PETs in the context of AI and other key technologies as directed in the Biden-Harris Administration’s Executive Order on Artificial Intelligence (AI).

“The Biden Administration’s Executive Order rightly puts significant emphasis on the incorporation of equity principles in AI-enabled technologies,” said John Verdi, FPF’s Senior Vice President for Policy, who will serve as the RCN’s principal investigator. “Since its founding, FPF’s work has been driven by a belief in the fair and ethical use of technology to improve people’s lives. We are convening a multidisciplinary, cross-sector, and international group of experts to better understand the risks of data sharing and analytics and how PETs can and cannot mitigate those risks, with particular attention to the implications for marginalized and vulnerable groups.”

The NSF-DOE grants will enable FPF to establish a robust expert network with members from academia, industry, government, and civil society to discuss and develop best practices for advancing PETs. Its goals are to facilitate ethical data use, stimulate responsible scientific research and innovation, and enable individuals and society to benefit equitably from data sharing and analytics.

The RCN is in direct response to the goals of the National Strategy to Advance Privacy-Preserving Data Sharing and Analytics. It’s intended to advance the National Strategy and EO on AI through two interrelated networks:

  • An interdisciplinary and cross-sector Expert Group on Privacy Enhancing Technologies for Research and Analysis focused on advancing PETs to support responsible scientific research and innovation in ways that protect privacy, civil rights, and civil liberties and promote equity; and
  • A Regulator Sub-Group, focused specifically on legal and regulatory mechanisms supporting the development and use of PETs.


“Privacy-enhancing technologies are increasingly important in today’s data-driven landscape. They allow us to safeguard sensitive datasets and information needed to advance a broad research, development, and demonstration portfolio,” said Asmeret Asefaw Berhe, Director of DOE’s Office of Science. “This Research Coordination Network will help us move toward the shared goal of establishing new standards for data safety and security that will allow us to continue to develop the innovations and scientific discoveries we need to achieve our clean energy and industrial goals.”

The awarded grants build on FPF’s years-long track record of convening private-sector stakeholders and regulators to discuss responsible data sharing and the deployment and regulation of PETs, including its Privacy Research and Data Responsibility RCN and Global PETs Network.

“This crucial investment represents our commitment to advancing the foundations of responsible AI and privacy-enhancing technologies,” said Dilma DaSilva, Acting Assistant Director for NSF’s Computer and Information Science and Engineering Directorate. “This effort supports research and development that enables individuals and society to benefit equitably from the value derived from privacy preserving data sharing and analytics.”

The RCN will inform the public debate on PETs, provide useful information to policymakers, and contribute to the development of systems and products to support the equitable use of AI. For more information about the RCN and how to get involved, please contact rcn@fpf.org. To keep updated on similar issues and emerging topics, apply to join the Ethics and Data in Research Working Group.


fpf.org/blog/future-of-privacy…



“L’Occidente non tramonta”, Giacalone in Fondazione per la seconda lezione della Scuola di Liberalismo


“Dopo la fine della Guerra fredda e il crollo dell’Unione sovietica, con l’avviarsi della globalizzazione, il mondo è cresciuto quanto mai prima. Centinaia di milioni di persone sono state sottratte alla fame. Se la globalizzazione è una colpa allora va r

“Dopo la fine della Guerra fredda e il crollo dell’Unione sovietica, con l’avviarsi della globalizzazione, il mondo è cresciuto quanto mai prima. Centinaia di milioni di persone sono state sottratte alla fame. Se la globalizzazione è una colpa allora va rivendicata con orgoglio”. Lo ha detto il direttore de La Ragione, Davide Giacalone, che questa sera ha tenuto, nell’aula Malagodi della Fondazione Luigi Einaudi, di cui è vicepresidente, la seconda lezione, dal titolo: “L’Occidente non tramonta”, della Scuola di Liberalismo 2024.

Viviamo nell’area più ricca, libera, sana e longeva del mondo, ha osservato, “eppure non si sente che parlare delle colpe occidentali, del declino, della soccombenza, della debolezza, della povertà e così andando con difetti e drammi. Che non mancano, perché le cose peggiori prodotte dalla storia sono quelle che pensano d’essere perfette. Mentre noi siamo orgogliosamente imperfetti”.

Di fronte ai numerosi partecipanti, che al termine della lezione hanno dato vita a un interessante dibattito sul tema oggetto della lezione, Giacalone ha spiegato il perché di questo lento e progressivo mutamento. “C’è una radice profonda, in quell’antioccidentalismo degli occidentali, e va cercata nella paura della libertà, che comporta sempre una collettiva e personale responsabilità. Molti orfani delle ideologie novecentesche non apprezzano la libertà di sognare e realizzare, ma tremano alla mancanza delle false certezze. Senza le quali si vive assai meglio”.

L'articolo “L’Occidente non tramonta”, Giacalone in Fondazione per la seconda lezione della Scuola di Liberalismo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



#NotiziePerLaScuola

Service Learning: le indicazioni e i suggerimenti sono presenti in un nuovissimo documento, liberamente scaricabile, che costituisce l’esito di un percorso di confronto e ricerca avviato nel 2021 nell’ambito delle attività del pr…



Frode IVA da 195 milioni di euro attraverso la vendita di smartphone in 17 paesi (Italia compresa)


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Il 28 febbraio sono state arrestate 14 persone, ritenute responsabili di aver orchestrato una massiccia frode IVA da 195 milioni di euro in 17 paesi.
Gli arresti sono il risultato di un'indagine condotta dalla Procura europea (#EPPO) a Monaco di Baviera e Colonia (Germania) con il sostegno di #EUROPOL.
Oltre 180 perquisizioni sono state effettuate contemporaneamente in Albania, Austria, Cipro, Croazia, Cechia, Estonia, Germania, Ungheria, Italia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Regno Unito, che hanno impegnato oltre 680 investigatori del fisco e della polizia.
Durante le perquisizioni, sono state sequestrate ingenti quantità di smartphone, per un valore di oltre 15,3 milioni di euro, uno yacht, del valore di 3 milioni di euro, e 1,2 milioni di euro in contanti e criptovalute, nonché diverse autovetture, tra cui una Rolls Royce, una BMW e una Range Rover. Nelle residenze degli indagati sono stati trovati anche gioielli, orologi di lusso e 2,5 chilogrammi d'oro.

Dall'indagine è emerso che i presunti organizzatori del sistema di frode in materia di IVA hanno creato un complesso ecosistema criminale, che ha consentito loro di frodare fino a 195 milioni di EUR attraverso diversi schemi criminali che prevedevano la vendita di piccoli dispositivi elettronici, come gli smartphone.

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Gli indagati hanno utilizzato catene fraudolente di commercianti svanite senza adempiere ai loro obblighi fiscali.

Gli stessi organizzatori di questi schemi di frode IVA nel 2020 erano entrati nel mercato delle mascherine protettive. La società gestita dai sospetti li acquistò da un commerciante scomparso e li incanalanò attraverso diverse società cuscinetto per mascherare la loro destinazione finale.
Sulla carta, la loro azienda aveva sede a Hong Kong, ma le mascherine si trovavano in realtà in un magazzino in Germania e sono rimaste lì fino a quando il Ministero Federale della Salute tedesco non le ha acquistate dall'azienda apparentemente con sede a Hong Kong. Secondo l'indagine, né l'azienda all'inizio della catena di approvvigionamento, né l'azienda con sede a Hong Kong, hanno rimborsato al Ministero l'IVA che avevano ricevuto sulla vendita delle mascherine.

Gli arresti sono il risultato di anni di investigini condotte da un certo numero di uffici investigativi fiscali tedeschi a Berlino, Bielefeld, Cottbus, Münster e Norimberga. Questa impresa ha potuto contare anche sul sostegno di Europol ed Eurojust. In Germania, questi includevano il Polizeipräsidium (Polizeipräsidium) del Nordhessen e del Brandeburgo, nonché gli uffici di polizia criminale dello Stato (Landeskriminalamt) del Brandeburgo e di Berlino.
Il caso fu aperto presso Eurojust nel 2021 su richiesta del procuratore europeo delegato tedesco.



EU Digital Identity Regulation (eIDAS): Pirates don’t support blank cheque for surveillance of citizens online!


The EU Parliament today approved a new EU regulation on digital identity (eIDAS 2) against the votes of the Pirates and their group: According to the law, a new digital identity …

The EU Parliament today approved a new EU regulation on digital identity (eIDAS 2) against the votes of the Pirates and their group: According to the law, a new digital identity app will enable EU citizens to access public and private digital services such as Facebook or Google and to pay online. The deal was approved despite IT security experts and scientists publicly warning against mass surveillance and recently countering disinformation by the EU.

“This regulation is a blank cheque for surveillance of citizens online, endangering our privacy and security online”, comments Pirate Party lawmaker Patrick Breyer. “Browser security is being undermined, and overidentification will gradually erode our right to use digital services anonymously. Mark Zuckerberg should have no right to see our ID! Entrusting our digital lives to the government instead of Facebook and Google is jumping out of the frying pan and into the fire. This deal sacrifices essential requirements the European Parliament had put forward to make the eID app privacy-friendly and secure. The EU misses the opportunity to establish a trustworthy framework for modernization and digitization. We will watch the implementation very closely.”

Pirates Mikulas Peksa and Patrick Breyer worked until the last minute to try and fix at least some of the numerous risks of the EU digital identity scheme. In a major victory, Member States will not be obliged to assign a single unique ID number to every citizen. Signing up for the eID app will be voluntary, and it will remain possible to access public and private services by other existing identification and authentication means. The app client will be open source.

„Overall though the scheme remains a blank cheque for surveillance of citizens online“, concludes Breyer. „As hundreds of scientists publicly warn and contrary to what the EU claims, web browser manufacturers could be forced to expose our securely encrypted Internet use (including intimate and sensitive activities) to government surveillance. This is an unacceptable attack on secure encryption. The eID apps can also be used to monitor our digital lives because there is no requirement of unobservability and unlinkability. The content of our eID wallets (potentially bringing together personal banking data, medical prescriptions and criminal records) could be monitored via central databases because we have no right to store documents exclusively on our personal devices.

The lure of conveniently signing in to private digital services using a single official eID app is a trap. Overidentification will gradually erode our right to use digital services anonymously which currently keeps us safe from criminal activity, unauthorised disclosure, identity theft, stalking and other forms of abuse of personal data. The eID app will not allow for multiple, truly separate user profiles which vulnerable persons rely on.



The server-side code of the eID wallet will not have to be open source, meaning the public cannot know what the code actually does and if it is safe.



In view of all this, the new EU eID app will not be trustworthy and will fail to sufficiently encourage the development of digital and eGovernment services in Europe – much to the Pirates regret.“


patrick-breyer.de/en/eu-digita…



Dopo un costruttivo confronto con il #MIM, l'ANAC ha dato parere favorevole alla possibilità che le scuole proseguano autonomamente nelle procedure di acquisto per l’organizzazione di viaggi d’istruzione, stage linguistici e scambi culturali e per i …
#MIM


GAZA. Uccisi a decine in fila per il pane. I morti superano i 30.000


Israele ha sparato sulla folla in attesa dell'arrivo dei camion di aiuti umanitari nel nord di Gaza. Anche la fame uccide: morti sei bambini. L'articolo GAZA. Uccisi a decine in fila per il pane. I morti superano i 30.000 proviene da Pagine Esteri. http

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di Eliana Riva –

Pagine Esteri, 29 febbraio 2024. Oggi Israele ha ucciso circa 100 persone tra le migliaia in attesa dell’arrivo dei camion di aiuti umanitari lungo Al Rasheed street, nel nord di Gaza. Più di mille i feriti ma il bilancio potrebbe aggravarsi. Uno dei camion che avrebbe dovuto consegnare farina alla popolazione affamata è stato tragicamente utilizzato per trasportare decine di feriti verso ciò che resta degli ospedali. Intanto, almeno sei bambini sono morti per malnutrizione, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

pagineesteri.it/wp-content/upl…

A quasi cinque mesi dall’inizio dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza sono state uccise 30.000 persone. I due terzi sono donne e bambini. L’1% della popolazione è stata spazzata via. Ma i numeri potrebbero essere addirittura ottimistici: decine di migliaia di persone sono morte fuori dagli ospedali e sono state sepolte dai propri familiari, o sono rimaste intrappolate sotto le macerie delle case distrutte.

Dal 7 ottobre, dopo l’attacco di Hamas in Israele che ha ucciso circa 1.200 persone e ne ha fatte prigioniere circa 250, i bombardamenti israeliani hanno colpito prima il nord della Striscia e hanno continuato poi verso il centro e il sud. Alla popolazione è stato ordinato di evacuare e sono state indicate “zone sicure” che sono state a loro volta colpite. Mentre l’esercito entrava a Gaza sui carri armati, 1,8 milioni di persone su una popolazione di 2,3 milioni, diventava sfollata.

Il nord della Striscia di Gaza è stato completamente distrutto. Quello che le bombe non sono riuscite a colpire è stato appianato dai mezzi militari: sono stati demoliti con l’esplosivo interi quartieri residenziali ma anche moschee, scuole, università. Le ruspe hanno distrutto campi sportivi e abbattuto i resti di numerose case rimaste in piedi.

Durante il cessate il fuoco di fine novembre, quando Hamas e Israele hanno concordato uno scambio di prigionieri, i palestinesi che hanno provato a ritornare nel nord di Gaza hanno trovato a fermarli i checkpoint dell’esercito, che li hanno rimandati indietro anche sparando sulla folla. Chi è rimasto nel nord della Striscia vive oggi fame e povertà estreme.

Sono 582 i soldati israeliani morti nei combattimenti con Hamas nel nord di Gaza.

Né l’Egitto né Israele permettono ai giornalisti di entrare nella Striscia. Alcune delle più importanti testate internazionali hanno avuto il permesso di farlo da “embedded”, ossia insieme all’esercito e stipulando un accordo secondo il quale tutto il materiale prodotto sarebbe stato visionato dai soldati, dei quali i giornalisti si impegnavano ad accettare la censura. Un gruppo di oltre 50 giornalisti di varie testate, tra le quali CNN, Sky News, ABC, NBC e CBS, hanno inviato una lettera aperta alle autorità israeliane ed egiziane nella quale chiedono che sia permesso il libero accesso dei giornalisti a Gaza e che venga garantita la sicurezza dei giornalisti palestinesi che lavorano nella Striscia. Fino al 29 gennaio sono stati più di 100 i giornalisti uccisi dall’esercito.

Nel sud di Gaza la situazione non è migliore. Sono circa 1 milione e 200 mila le persone sfollate che si sono rifugiate nella zona. Intere famiglie in una stanza, quelle che sono riuscite a trovarne una libera e che hanno le possibilità di permettersi di pagare un affitto. Tutte le altre per strada, nelle tende costruite con qualsiasi cosa potesse servire a proteggere dalla pioggia che allaga comunque i campi profughi improvvisati, dove non esistono bagni né elettricità, non c’è acqua. Le Nazioni Unite hanno denunciato che Israele non permette ai camion di aiuti ammassati al confine con l’Egitto o ai valichi di entrare nella Striscia. Le famiglie sono costrette a mangiare ciò che trovano tra i rifiuti e gli scarti marciti. La fame e le malattie potrebbero uccidere più persone di quelle morte fino ad oggi. L’ONU ha fatto sapere che 576.000 persone nella Striscia sono sull’orlo della carestia. Si tratta del 25% dell’intera popolazione. Il Word Food Program ha dichiarato che nel nord di Gaza i bambini sotto i due anni soffrono di grave malnutrizione e che 155.000 donne incinte o che allattano non hanno accesso a cibo nutriente.

Gli ospedali sono stati attaccati e la maggior parte è completamente fuori servizio. I cecchini sono appostati sui tetti delle case e nei mezzi blindati e i medici denunciano un alto numero di vittime, anche tra i bambini, colpiti alla testa dai fucili di precisione. Nelle strutture ospedaliere ormai da mesi si opera in condizioni estreme. Le amputazioni, numerose, dovute alle ferite causate dall’abbattimento delle case o dai bombardamenti nelle strade, sono effettuate da mesi ormai spesso senza anestesia, con strumenti assolutamente inadeguati. Molti tra i medici e il personale sanitario sono stati arrestati. Come centinaia di altre persone, che non si sa dove siano state portate. Molti tra coloro che sono stati rilasciati dall’esercito, hanno denunciato di essere stati sottoposti a torture.

Le Nazioni Unite e la Mezzaluna Rossa palestinese hanno denunciato che le ambulanze vengono colpite dall’esercito nonostante il loro passaggio sia stato concordato con i militari.

La popolazione di Rafah, ossia la maggior parte della popolazione dell’intera Gaza, attende con terrore l’attacco militare che Israele ha annunciato. Senza l’UNRWA, l’Organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa dei profughi palestinesi, con la Mezzaluna Rossa che ha sospeso gli interventi perché non è in grado di garantire la sicurezza del personale, che viene regolarmente attaccato e ucciso, con gli ospedali fuori servizio, danneggiati o affollati dai feriti e dai profughi, un attacco militare potrebbe portare a conseguenze che al momento sembrano essere addirittura inimmaginabili.

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In Cina e in Asia – Xinjiang, bloccato accordo Ue sulla sostenibilità aziendale


In Cina e in Asia – Xinjiang, bloccato accordo Ue sulla sostenibilità aziendale xinjiang ue
I paesi dell’Ue bloccano la legge sulla due diligence sulla sostenibilità aziendale
Country Garden, il creditore presenta richiesta di liquidazione
L’inviato cinese per gli Affari euroasiatici sarà di nuovo in Ucraina e Russia
Li Qiang: “Gli Stati uniti devono evitare il disaccoppiamento dalla Cina”

L'articolo In Cina e in Asia – Xinjiang, bloccato accordo Ue sulla sostenibilità aziendale proviene da China Files.



VERSIONE ITALIANA UE, IL PARLAMENTO ADOTTA NUOVE NORME SULLA TRASPARENZA DELLA PUBBLICITA’ POLITICAIl Parlamento europeo ha adottato nuove norme che si prefiggono l’obiettivo di rafforzare la fiducia dei cittadini nel corretto svolgimento delle campagne elettorali e di lottare contro la disinformazione. Le nuove regole riguardano innanzi tutto la trasparenza e la destinazione della pubblicità politica, …


Oggi al #MIM, il Ministro Giuseppe Valditara ha incontrato i rappresentanti regionali delle Consulte provinciali studentesche che fanno parte del nuovo Ufficio di Coordinamento Nazionale.
#MIM


Metano sui pianeti nani ghiacciati: la scoperta degli scienziati l Passione Astronomia

"La Fascia di Kuiper è una grande regione a forma di ciambella ricca di corpi ghiacciati oltre l’orbita di Nettuno. [...] Questi corpi probabilmente si sono formati all’inizio della storia del nostro sistema solare, circa 4,5 miliardi di anni fa. Lontani dal calore del nostro Sole, si credeva che fossero oggetti freddi e morti."

passioneastronomia.it/metano-s…



I servizi a tutela di industria, spazio e difesa. Ecco la Relazione dell’Intelligence


L’industria nazionale dell’aerospazio e della difesa (As&d) non solo ricopre un ruolo fondamentale all’interno dell’architettura di sicurezza del Paese in quando fornitore di piattaforme e sistemi, ma è essa stessa un asset strategico fondamentale sia com

L’industria nazionale dell’aerospazio e della difesa (As&d) non solo ricopre un ruolo fondamentale all’interno dell’architettura di sicurezza del Paese in quando fornitore di piattaforme e sistemi, ma è essa stessa un asset strategico fondamentale sia come principale fonte di innovazione tecnologica, sia come strumento di proiezione commerciale italiana all’estro. A riportarlo è stata l’ultima Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza presentata dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, l’insieme degli organi di Intelligence della Repubblica (Cisr, Dis, Aise e Aisi) al Parlamento. Il documento, che ogni anno informa sulla politica dell’informazione per la sicurezza e sui risultati ottenuti l’anno precedente dal comparto, ha sottolineato in particolare quanto, “anche alla luce della crescente conflittualità che caratterizza il contesto internazionale” l’industria As&d continui “a costituire un presidio strategico per la tutela della sicurezza nazionale”.

Come registra la Relazione, però, proprio per questa centralità e strategicità l’intero settore ha attirato l’interesse anche di attori stranieri, le cui intenzioni e obiettivi non sempre sono in linea con quelli del sistema-Paese. Ne è un esempio proprio il comparto della difesa, che come registra il documento nel 2023, “in un quadro di aumentati attriti geopolitici”, è stato attivato nel contesto del “processo di rinnovamento di taluni sistemi d’arma, soprattutto nel comparto terrestre”. Se i vari programmi, e le relative gare di assegnazioni, hanno richiamato l’interesse anche di operatori stranire, con opportunità positive per le realtà nazionali, è altrettanto vero che queste stesse attenzioni portano con sé alcuni rischi. Primo fra tutti quello di una “marginalizzazione nell’ambito di possibili partnership” delle aziende italiane attraverso una “suddivisione non favorevole per i nostri operatori” di rischi e opportunità. Altra minaccia, più diretta in questo caso, sono le “ingerenze all’interno di progetti europei o di joint venture” e le “interferenze straniere nella proiezione degli attori italiani sui mercati internazionali”, a cui le Agenzie di sicurezza hanno rivolto particolare attenzione, cogliendone eventuali segnali e monitorando i tentativi di acquisizione di realtà italiane, in particolare “di piccole e medie realtà di settore, talvolta connotate da elevato contenuto tecnologico”.

Un approccio simile è stato mantenuto dalla nostra Intelligence anche per quanto riguarda il settore spaziale, riconoscendone il ruolo ormai centrale all’interno della competizione internazionale, le cui tensioni si riverberano ormai in maniera sempre più decisa anche oltre l’atmosfera. In particolare, a interessare i nostri servizi di sicurezza è la nuova evoluzione che sta assumendo il comparto con l’ingresso nel settore dei privati. Anche in questo caso, infatti, il ruolo dei Servizi è stato quello di monitorare sulla sicurezza e la tutela delle realtà nazionali, soprattutto alla luce della proiezione globale delle aziende italiane all’estero. Naturalmente, l’attenzione del Sistema di informazione si è rivolta a tutti i segmenti dello spazio italiano, uno tra i pochi a livello globale a poter esprimere una filiera completa dall’osservazione della Terra all’accesso alle orbite.

Un’area dove si è rivolto in particolare il focus dell’Intelligence è stata quella dei lanciatori, un settore dove l’Italia gioca un ruolo da protagonista soprattutto a livello europeo e dove si concentra in particolare la presenza dei privati e l’introduzione di nuove tecnologie. Nel 2023, del resto, si è tenuto il summit spaziale dell’Esa a Siviglia, che ha posto il tema del futuro dei vettori europei al centro dell’agenda. In Spagna, l’Agenzia europea ha anche presentato l’intenzione di separare la commercializzazione dei servizi messi a disposizione dalle due famiglie di lanciatori europei, l’Ariane francese e il Vega italiano, con l’accordo tra Arianespace (che attualmente si occupa della commercializzazione di entrambi) e Avio (che realizza i Vega) da finalizzare entro la metà del 2024.

Altro settore al quale si è rivolta l’azione del Sistema di informazione della Repubblica è stato quella dei satelliti, Del resto, è ormai assodato il ruolo cruciale che i satelliti giocano nell’architettura della sicurezza nazionale: dall’osservazione delle attività sulla superficie terrestre, al rilevamento di potenziali minacce, fino alle comunicazioni strategiche, l’infrastruttura orbitale è una componente essenziale della difesa e della sicurezza del nostro Paese. Anche in questo caso, assicurare la protezione di un asset così strategico passa per la tutela delle aziende che mettono a disposizione i loro sistemi e le loro piattaforme. Per questo l’Intelligence nazionale si è mossa a tutela dell’intera catena del valore, in un segmento – tra l’altro – interessato dalla presenza di rilevanti joint venture europee.

Riforma dell’intelligence. Ecco cosa dicono Mantovano e Guerini


formiche.net/2024/02/industria…



#NotiziePerLaScuola

XVIII Concorso Nazionale "Tricolore Vivo" anno scolastico 2023/2024, promosso da A.Ge. Associazione italiana genitori della Regione Sicilia, è rivolto agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado.



Chat control: New EU government attempt to bulk search private messages and destroy secure end-to-end encryption


According to a document leaked by netzpolitik.org, the Belgian Council Presidency, led by conservative Home Affairs Minister Annelies Verlinden, proposes minor changes to the controversial EU Commission’s Chat Control 2.0 … https://netzpolitik.org/2024/c

According to a document leaked by netzpolitik.org, the Belgian Council Presidency, led by conservative Home Affairs Minister Annelies Verlinden, proposes minor changes to the controversial EU Commission’s Chat Control 2.0 proposal (officially “child sexual abuse regulation”) in order to secure a majority among EU governments. The proposed “new approach” will be discussed on Friday in a Council working group and on Monday by the EU interior ministers.

Pirate Party Member of the European Parliament and most vocal opponent of chat control Patrick Breyer criticises:

“Now that the extension of voluntary chat control 1.0 has been agreed, EU Commissioner ‘Big Sister’ Johansson and her network are immediately go back to making general mass monitoring of our private messages mandatory and destroying secure encryption of our chats.

Verlinden’s claim that her proposal was ‘more targeted’ than the Commission’s is a brazen lie. Nothing is targeted about it, in the meaning of the European Court of Justice. In reality, the proposal again aims to impose on communications services the unreliable automated mass monitoring of private chats of citizens who are not even remotely connected to child sexual abuse. This destruction of the digital privacy of correspondence has unanimously and repeatedly been rejected by independent legal experts as likely illegal and subject to annulment in court. The proposed untargeted scanning of ‘parts’ of a service has also long been been officially rejected by the EU Council’s own legal service. Law enforcement paranoia about ‘threats’ and ‘risks’ does not justify deploying unreliable suspicion machines to search and expose the private and intimate communications of millions of law-abiding citizens.

Verlinden’s claim that her proposal would protect cyber security and encrypted data also constitutes disinformation. In reality, secure end-to-end encryption would be destroyed as a result of installing chat scanning technology on our private devices (so-called client-side scanning). Just a fortnight ago, the European Court of Human Rights banned such general weakening of secure end-to-end encryption because encryption protects us all from data theft and fraud. Secure encryption saves lives, the Belgian initiative jeopardises them.

With their minimal amendments, the intransigent Belgian hardliners are ignoring the alternative and much more effective measures proposed by the European Parliament to protect children: Security by design obligations for communications services, cleaning the open Internet, removal obligations – none of this is part of the Belgian initiative.

This latest attack on digital privacy of correspondence and secure encryption is doomed to fail both politically and legally. Likely Verlinden doesn’t even have her own government’s backing. By clinging to chat control mass surveillance, Verlinden will achieve nothing at all to better protect our children. Victims of abuse deserve politicians who are able to protect children effectively, in line with fundamental rights and in a court-proof way.”


patrick-breyer.de/en/chat-cont…



Forse non tutti i Friulinuxiani sanno che... esiste un'istanza mastodon del LUG di Trieste

L'istanza è amministrata da @AdminLug@mastodon.lug.ts.it e si trova a questo indirizzo:
mastodon.lug.ts.it/public/loca…

@Che succede nel Fediverso?



Hi @fediverseobserver

I'm grateful for the service your account offers, but it's a shame that it's not possible to sort servers by number of active users. Unfortunately, the number of overall users is a value that rewards very old instances, even if they are practically dead



Weekly Chronicles #65


Social scoring all'italiana, sorveglianza BLE e storie di allarmi bomba.

Questo è il numero #65 di Privacy Chronicles, la newsletter che ti racconta l’Era Digitale e ti aiuta a preservare la tua libertà e la tua privacy.

Cronache della settimana

  • Le vending machines ti osservano
  • L’AI Act europeo è stato finalizzato, cosa ci aspetta
  • Londra potenzia la sorveglianza di massa

Lettere Libertarie

  • In Argentina arriva il carcere per chi stampa denaro

Rubrica OpSec:

  • I consigli della NSA per usare lo smartphone

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Le vending machines ti osservano


Vending.FacialRecognition.App.exe - Application Error

È il messaggio di errore che è apparso a uno studente della University of Waterloo mentre cercava di comprare una merendina da una vending machine del campus.

Lo studente ha poi postato l’immagine su Reddit, da cui è scaturito un intenso dibattito: “okay, perché le vending machines hanno il riconoscimento facciale?”

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Qualcuno ha anche postato parte della privacy policy della vending machine:

“The facial recognition camera and video display signage on the front of the vending machine can collect data about the customer’s age and gender. Once the data has been sent to the control unit, the data can be combined with other information, such as local weather conditions and time of day. The platform can then send a message back to the video display to trigger targeted promotions to stimulate add-on sales in a single transaction.”

In generale gli utenti che hanno postato nel thread su Reddit sembravano abbastanza stupiti dalla possibilità che una vending machine avesse tali capacità — tanto da protestare con l’amministrazione dell’università, che è stata poi costretta a disabilitare la macchina.

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Bene, ma non proprio. Purtroppo non è una novità che le macchinette abbiano capacità di riconoscimento facciale. Lavorando nel settore della privacy posso dirvi che da diversi anni il settore del vending ha fatto grandi passi in avanti nell’acquisizione di dati personali: riconoscimento facciale, profilazione, concorsi a premi e molto altro.

Per quanto riguarda il riconoscimento facciale, la questione è più complessa di ciò che sembra. Prima di tutto, bisogna distinguere tra riconoscimento facciale e analisi facciale.

Il primo implica la creazione di dati biometrici attraverso modelli applicati da algoritmi sulle immagini del viso in tempo reale. I dati biometrici creano poi dei codici univoci che descrivono e identificano matematicamente un singolo volto.

Viceversa, gli algoritmi di analisi facciale non creano modelli biometrici ma sono in grado di identificare caratteristiche comuni e distinguere tra vari elementi. Ad esempio, sono in grado di distinguere il genere di una persona (over 9000), esaminando il volto.

Nel secondo caso la macchina sa che siamo esseri umani, magari di genere maschile o femminile e di età compresa tra i 25 e i 30 anni, ma non crea dati biometrici che possono essere usati per identificarci tra miliardi di altre persone.

Inutile dire che il primo caso è molto peggio del secondo. Purtroppo non è facile come sembra scoprire con quale tipo di sistema abbiamo a che fare. Molte aziende produttrici di software e macchine usano il termine riconoscimento facciale impropriamente, per vendere meglio i loro prodotti. Altri invece lo usano davvero.

In alcuni casi addirittura le macchine vengono vendute con la capacità di riconoscimento facciale, senza neanche che il commerciante che le installa lo sappia.

Una cosa è certa: nell’Era Digitale dobbiamo presumere che ogni macchina abbia telecamere, microfoni e sensori ad hoc per acquisire i nostri dati e profilarci.

Il mondo sta cambiando: stupirsi di queste cose significa essere preda delle macchine, degli algoritmi, delle corporazioni e dei governi. Prenderne atto, usare la tecnologia con accortezza, e adeguarsi.


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L’AI Act europeo è stato finalizzato, cosa ci aspetta


Dopo lunghi anni di discussioni e ripensamenti, il testo finale dell’IA ACT è stato approvato dall’Unione Europea e sarà pubblicato in Gazzetta ad aprile 2024. Da quel momento inizieranno a decorrere i vari termini di efficacia delle diverse disposizioni.

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#65


di Enrico Nardelli In un precedente articolo ho iniziato ad affrontare la questione terminologica legata all’uso dell’espressione “intel...


Centrale di riciclaggio internazionale mediante bit-coin tra il Napoletano, Lettonia e Lituania


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Associazione per delinquere, riciclaggio, autoriciclaggio, ricettazione, intestazione fittizia di beni, bancarotta per distrazione, omessa dichiarazione dei redditi, nonché detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparecchiature e altri mezzi atti a intercettare o interrompere comunicazioni informatiche o telematiche. Queste le accuse mosse dal Comando provinciale della #guardiadifinanza di Napoli, a seguito di indagini che hanno potato alla emissione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali nei confronti di otto persone, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica.
La centrale di riciclaggio internazionale era attiva a Portici ed Ercolano. Una parallela misura cautelare è stata eseguita del comando provinciale di Lecce, nell’ambito di una squadra investigativa comune coordinata da Eurojust, alla quale hanno preso parte parte anche le autorità giudiziarie della Lettonia e della Lituania. Due degli arrestati italiani erano residenti a Riga e da lì dirigevano le società coinvolte, uno è ritenuto il capo dell'organizzazione.
Dietro il paravento di servizi di consulenza e promozione finanziaria operava una centrale di riciclaggio internazionale con sede a Portici ed a Ercolano, nel Napoletano, che offriva alla clientela un “pacchetto” di servizi finalizzato a delocalizzare ed investire all’estero proventi illeciti derivanti, tra l’altro, da frodi fiscali, truffe sui bonus edilizi e bancarotte fraudolente, con modalità tali da ostacolare l’identificazione dei beneficiari effettivi dei fondi riciclati.

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I promotori del sodalizio avrebbero diretto e gestito un’articolata struttura organizzativa con ramificazioni anche in Paesi off-shore, che svolgeva in Italia una vera e propria attività bancaria occulta, attraverso un Istituto di moneta elettronica lituano e una società lettone ad esso collegata, assicurando alla clientela società fittizie intestate a soggetti “prestanome”, conti correnti gestibili interamente online attraverso un’applicazione scaricabile dai principali app store, carte di pagamento anonime nonché servizi di raccolta, custodia e trasporto di denaro contante.
Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero movimentato, tra il 2018 e il 2023, oltre 2,6 miliardi di euro, proponendo il proprio servizio a oltre 6mila clienti (per lo più italiani, principalmente localizzati in Campania, Lombardia e Lazio) che avevano necessità di un meccanismo capace di “nascondere” agli occhi del fisco italiano e dell’autorità giudiziaria ingenti capitali di illecita provenienza.
Tra i clienti eccellenti della centrale di riciclaggio sgominata dalla Guardia di Finanza figurano anche elementi di spicco del clan dei casalesi e della 'ndrangheta. Poi ci sono studi medici, veterinari, professionali (anche legali) e un imprenditore napoletano già condannato per un'evasione fiscale di 70 milioni di euro.
Avvalendosi di 15 dipendenti, il sodalizio avrebbe offerto assistenza sia mediante un centralino telefonico, sia attraverso una chat online, pubblicizzando i servizi offerti su numerosi siti web e su un ebook. Secondo l’ipotesi investigativa, condivisa dal gip del Tribunale di Napoli, alla base del sistema di riciclaggio scoperto vi era una struttura organizzativa imponente, costituita da sedi occulte a Portici ed Ercolano, da forza lavoro specializzata e fidelizzata e da un caveau per la custodia del contante, individuato nel corso delle perquisizioni eseguite in collaborazione con il Nucleo speciale Tutela privacy e Frodi tecnologiche.

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Gli indagati si sarebbero avvalsi anche di strumentazioni informatiche e telematiche per impedire e interrompere le comunicazioni relative a sistemi telefonici e telematici, allo scopo di evitare qualsiasi tipologia di sorveglianza, captazione e intercettazione da parte delle forze di polizia. Eseguita in collaborazione con le autorità giudiziarie della Lettonia e della Lituania, con la Procura della Repubblica di Lecce e con il Nucleo di Polizia economico-finanziaria a quella sede, che ha eseguito una misura cautelare personale e reale nell’ambito di un parallelo filone investigativo, l’indagine avrebbe permesso di accertare anche un’evasione fiscale attribuibile ai principali promotori del sodalizio per un imponibile netto di quasi 80 milioni di euro.
Contestualmente alle misure cautelari personali è eseguito il sequestro delle disponibilità finanziarie e del patrimonio degli indagati per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro. Tra i beni sequestrati vi sono quindici immobili a Vilnius (di cui due appartamenti di lusso nel centro storico, due alberghi e un bar-ristorante), quattro immobili a Riga (di cui due appartamenti di lusso), una villa ad Ercolano con piscina e campo di calcio, un immobile a Portici, un immobile a Como e uno yacht.
Nel corso delle indagini, erano già sequestrati oltre 700mila euro in contanti, criptovaluta detenuta in nove portafogli digitali per 1,3 milioni di euro e beni di lusso (orologi e gioielli) per 330mila euro. L’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali è eseguita dai militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Napoli nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune coordinata da #Eurojust.



Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, e l’Amministratore delegato e Direttore generale di ACEA, Fabrizio Palermo, hanno sottoscritto oggi un Protocollo d’intesa triennale per promuovere attività per l’educazione a un corretto …


Siamo alle solite, dopo ogni strage sul lavoro ricomincia il festival delle promesse cui dovrebbe seguire un nuovo decreto legge in materia di lavoro. Leggerem


Erotik Twist - The Street, the Night, the Rebel


E gli Erotik Twist fanno proprio questo: mantengono le promesse evocate dal loro nome, dai titoli della maggior parte delle loro canzoni e, perché no, dalla copertina di questo album. @Musica Agorà

iyezine.com/erotik-twist-the-s…



RECs Report: Towards a Continental Approach to Data Protection in Africa


On July 28, 2022, the African Union (AU) released its long-awaited African Union Data Policy Framework (DPF), which strives to advance the use of data for development and innovation, while safeguarding the interests of African countries. The DPF’s vision

On July 28, 2022, the African Union (AU) released its long-awaited African Union Data Policy Framework (DPF), which strives to advance the use of data for development and innovation, while safeguarding the interests of African countries. The DPF’s vision is to unlock the potential of data for the benefit of Africans, to “improve people’s lives, safeguard collective interests, protect (digital) rights and drive equitable socio-economic development.” One of the key mechanisms that the DPF seeks to leverage to achieve this vision is the harmonization of member states’ digital data governance systems to create a single digital market for Africa. It identifies a range of focus areas that would greatly benefit from harmonization, including data governance, personal information protection, e-commerce, and cybersecurity.

In order to promote cohesion and harmonization of data-related regulations across Africa, the DPF recommends leveraging existing regional institutions and associations that are already in existence to create unified policy frameworks for their member states. In particular, the framework emphasizes the role of Africa’s eight Regional Economic Communities (RECs) to harmonize data policies and serve as a strong pillar for digital development by drafting model laws, supporting capacity building, and engaging in continental policy formulation.
This report provides an overview of these regional and continental initiatives, seeking to better clarify the state of data protection harmonization in Africa and to educate practitioners about future harmonization efforts through the RECs. Section 1 begins by providing a brief history of policy harmonization in Africa before introducing the RECs and explaining their connection to digital regulation. Section 2 dives into the four regional data protection frameworks created by some of the RECs and identifies key similarities and differences between the instruments. Finally, Section 3 of the report analyzes regional developments in the context of the Malabo Convention through a comparative and critical analysis and, lastly, provides a roadmap for understanding future harmonization trends. It concludes that while policy harmonization remains a key imperative in the continent, divergences and practical limitations exist in the current legal frameworks of member states.

Read the Report


fpf.org/blog/recs-report-towar…



Traffico internazionale di specie animali. Il caso del pangolino, considerato una prelibatezza sulle tavole cinesi


Nel nostro blog abbiamo avuto modo di parlare in più occasioni del traffico di specie animali (link in nota 1), noto come #wildlifetrafficking: la vendita illegale di specie selvatiche è tra i cinque commerci illegali più redditizi a livello globale, contrastato dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES) in vigore dal 1975 (in Italia dal 1980).

In questo contesto i pangolini, specie unica di mammiferi, sono tra – se non i più – trafficati. Oltre un milione di pangolini sono stati uccisi nell'ultimo decennio, rappresentando il 20% di tutto il commercio illegale di fauna selvatica.

Per tale motivo il 15 febbraio è stata designata la Giornata Mondiale del Pangolino, per sensibilizzare l'opinione pubblica su questi animali unici.

I pangolini sono mammiferi e si trovano principalmente in ambienti acquatici, tuttavia non vivono nell'acqua. Essi usano efficacemente i loro artigli per difendersi e creare armature quando si raggomitolano. Il termine "pangolino" deriva dal termine maschile "penggulung", che significa oggetto ruvido o ricurvo.

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Giant pangolin (Smutsia gigantea), Autore Louise Prévot, @louiseprevot_art

Esistono otto specie di pangolini riconosciute, la maggior parte delle quali vive in Asia e Africa. Tutte e otto le specie sono considerate in pericolo a causa dell'alto rischio di sfruttamento e distruzione del loro habitat.

La più grande minaccia per i pangolini è il loro uso eccessivo nel traffico di animali selvatici e nella caccia. La loro carne viene utilizzata come cibo e le loro squame per scopi medicinali. Ma nonostante il loro uso diffuso, i benefici degli artigli del pangolino non sono stati riconosciuti e le loro squame sono realizzate semplicemente con materiale cheratinoso, che non li rende diversi dagli esseri umani.

Stanno diventando un mercato significativo in alcune parti del mondo, in particolare nei paesi asiatici, poiché il prezzo di un chilogrammo di pangolini in Cina può arrivare fino a 1300 euro, e il prezzo di un chilogrammo di carne può arrivare fino a 300 euro. A tale proposito il presidente cinese Xi Jinping criticò i prezzi elevati dei pangolini, citando i rischi per la salute pubblica derivanti dal consumo di animali selvatici. Fu approvata -anche in risposta alle preoccupazioni internazionali che il coronavirus Sars-Cov2, che si ritiene abbia origine nei pipistrelli, possa essere stato trasmesso all'uomo attraverso animali selvatici venduti in un mercato di Wuhan, in Cina - una decisione che vieta il commercio illegale di fauna selvatica in Cina ed elimina le normative esistenti relative al consumo di fauna selvatica. L'identità della fonte animale del coronavirus, denominata nCoV-2019, è stata una delle domande chiave per i ricercatori. È noto che i coronavirus circolano nei mammiferi e negli uccelli e gli scienziati hanno già suggerito che nCoV-2019 originariamente proveniva da pipistrelli, una proposta basata sulla somiglianza della sua sequenza genetica con quella di altri coronavirus noti. Ma il virus è stato probabilmente trasmesso all'uomo da un altro animale. Il coronavirus che ha causato una grave sindrome respiratoria acuta o SARS, diffuso dai pipistrelli ai gatti di zibetto agli umani. La South China Agricultural University di Guangzhou, tramite due dei suoi ricercatori, ha identificato il pangolino come la potenziale fonte di nCoV-2019 sulla base di un confronto genetico di coronavirus prelevati dagli animali e da esseri umani infetti nell'epidemia e altri risultati. Le sequenze sono simili al 99%, hanno riferito i ricercatori alla conferenza stampa del 7 febbraio.

Comunque, niente di tutto questo ha aiutato i pangolini né ora né nel recente passato. Se è vero che nel 2018, la provincia di Hubei ha creato 300 zone di conservazione e ha represso la caccia e il commercio senza licenza, nel 2019, nove tonnellate di carne di pangolino furono sequestrate a Hong Kong e successivamente sono state trovate 14 tonnellate di carne di pangolino a Singapore. Oltre un milione di pangolini sono stati uccisi nell'ultimo decennio, rappresentando il 20% di tutto il commercio illegale di fauna selvatica.


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La mappa della presenza mondiale del pangolino, tratta da www.itsprettydata.com

Appare evidente come il traffico illegale di animali selvatici è in forte espansione, con la domanda di pangolini che supera l’offerta.

I pangolini asiatici sono stati storicamente sotto pressione, con il pangolino della Sonda che ha registrato il maggior numero di casi di traffico.

Le popolazioni di pangolini in Asia stanno diminuendo e l'attenzione dei cacciatori si sta spostando verso le specie africane che vengono sempre più cacciate a causa dell'eccessivo sfruttamento.

Molte aree dell’Africa dove vivono i pangolini sono anche aree con elevata povertà e disunione.

Traffic, una rete globale che monitora il commercio di fauna selvatica, ha riferito che circa 9.000 pangolini sono stati introdotti clandestinamente in Cina dal 2007 al 2016. Nel 2017 è stato introdotto un accordo commerciale internazionale che consente l'importazione commerciale di tutte e otto le specie di pangolini. Tuttavia, la popolazione di pangolini cinesi è diminuita dell'80% negli ultimi anni.

La carne di pangolini è considerata una prelibatezza, con molti ristoranti che cercano di stupire gli ospiti con la carne di pangolino, considerata uno status symbol e le persone credono che il consumo di pangolino possa curare le malattie della pelle e prevenire le infezioni.


Nota . Tra gli altri articoli si segnalano: [noblogo.org/cooperazione-inter… [noblogo.org/cooperazione-inter… [noblogo.org/cooperazione-inter…

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Vane tentazioni


Quando si usa il termine di tentazione al giorno d’oggi, si usa spesso nel senso di qualcosa di desiderabile, che per motivi moralistici o religiosi o astrusi non si deve fare, ma invece sarebbe bello fare. Si prende alla leggera tutto questo tema. Invece, il Signore si schiera contro ogni ingiustizia e insieme ci vuole pieni di vitalità e gioia e salute, che invece le tentazioni annullano.
Guardate come sono futili le tentazioni proposte dal diavolo in questo racconto e dunque vano tutto quello che propone. Propone di sfamarsi come un gioco di prestigio, di buttarsi dall’alto del pinnacolo, in una vana dimostrazione di coraggio, propone tutti i regni del mondo con la loro gloria che è vana, perché sono soggetti alla distruzione e alla morte.
Invece, Gesù Cristo, come risorto, vincendo la morte, e quindi i poteri del mondo, che sulla paura della morte basano il loro potere, ci dà una speranza viva. E un dono reale ed eterno, non vano. Per questo non ha senso arrenderci al male e agli errori, ma è pieno di futuro il tentare il bene nuovamente e nuovamente in ogni tempo.


Il Medio-Oriente nel mondo multipolare. L’analisi di Saïd Boumama l Contropiano

«Per contrastare l’immenso progetto cinese di infrastrutture di trasporto della Via della Seta, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno sviluppato un progetto concorrente che richiede il controllo di Gaza.
Annunciato al vertice del G20 a settembre 2023, questo progetto chiamato “Corridoio India-Europa-Medio Oriente” è stato presentato da una nota della Casa Bianca del 9 settembre.»

contropiano.org/news/internazi…



Potresti aver notato che alcune persone pubblicano post molto più lunghi rispetto al solito limite di 500 caratteri. Ci sono tre modi in cui ciò è possibile:

-Il proprietario del server ha personalizzato il software del proprio server Mastodon per modificare il limite di caratteri

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Maggiori informazioni:
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Il post di @Fedi.Tips


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