I diritti LGBTQ+ sono stati SEMPRE legati alla privacy, mentre la violazione della privacy è stata spesso utilizzata per opprimere le persone LGBTQ+ criminalizzandole in base ai propri comportamenti
Una delle osservazioni che ci è stata fatta già ai tempi del primo Privacy Pride del 13 novembre 2021 è la natura del nome "Pride".
Questo nome infatti non vuole soltanto richiamare il principio su cui si basa quest'iniziativa, ossia l'orgogliosa rivendicazione della privacy, un diritto umano che per sua natura è rivendicabile con tanta più difficoltà proprio da parte di quelle persone che ne hanno più bisogno; ma il nome è anche un tributo alle battaglie della comunità LGBTQ+ che hanno compreso che la scelta coraggiosa di occupare gli spazi pubblici per rivendicare la propria esistenza nella società era un passaggio fondamentale per iniziare a dare agibilità pubblica alla rivendicazione dei propri diritti.
Ma il nome Privacy Pride ci ricorda anche che i diritti LGBTQ+ sono sempre stati legati alla privacy e che proprio la violazione della privacy è stata spesso utilizzata per opprimere le persone LGBTQ+ criminalizzandole in base ai propri comportamenti.
Due anni fa FPF e LGBT Tech hanno passato in rassegna tre delle più significative violazioni della privacy che abbiano avuto impatto sulla comunità LGBTQ+ nella storia moderna degli Stati Uniti:
1. Leggi anti-sodomia e privacy sessuale
2. Il "Lavender scare" iniziato negli anni ’50 e l'impatto sulla tutela dell'occupazione
3. L'epidemia di HIV/AIDS e l'importanza della protezione dei dati personali.
Questi esempi, insieme a molti altri, verranno analizzati nel libro bianco di FPF e LGBT Tech "New Decade, New Priorities: A summary of twelve European Data Protection Authorities’ strategic and operational plans for 2020 and beyond".
Le lezioni apprese dal passato sulla #privacy e sulla storia #LGBTQ+ possono e dovrebbero continuare a plasmare le conversazioni di oggi. Ad esempio, durante l’era del COVID, possiamo applicare le lezioni apprese dall’epidemia di HIV/AIDS per esaminare le questioni relative alle divulgazioni mediche richieste per il COVID-19. Mentre contempliamo questioni che vanno dall’implementazione del tracciamento digitale dei contatti alle divulgazioni mediche obbligatorie per le persone che sono risultate positive al test per COVID-19, dobbiamo comprendere che la raccolta di dati medici, almeno per la comunità LGBTQ+, è una questione profondamente radicata nella storia, intrisa di stigma e contrassegnata dalla mancanza di protezione legale.
Oggi, i dispositivi e i servizi connessi consentono ai membri della comunità LGBTQ+ di partecipare in modo più completo alla vita online. I dati riguardanti l'orientamento sessuale, l'identità di genere o i dettagli sulla sua vita sessuale di un individuo possono essere importanti per la fornitura di servizi sociali e sanitari, la sanità pubblica e la ricerca medica. Tuttavia, i dati relativi all’identità di genere, all’orientamento sessuale e alla vita sessuale di un individuo possono essere incredibilmente delicati e critici e la raccolta, l’uso e la condivisione di questi dati possono sollevare rischi e sfide unici per la privacy. Il dibattito sulla privacy dei dati LGBTQ+ devono tenere conto dei danni del passato.
Vedi anche:
1. Gender Identity, Personal Data and Social Networks: An analysis of the categorization of sensitive data from a queer critique
2. Data collection in relation to LGBTI People
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Etiopia, continua occupazione eritrea, abusi e violenze ad Irob, Tigray
Nel distretto di Irob, nell’ area nord orientale del Tigray, continua l’occupazione degli eritrei. Dopo 2 anni di guerra dai risvolti genocidi ed etnici, oggi, dopo 10 mesi passati dalla firma dell’accordo di cessazione ostilità, tali forze continuano con atti violenti, blocco all’accesso umanitario, rapimenti e stupri.
Lo riporta Addis Standard attraverso le recenti testimonianze del popolo tigrino.
Le autorità del distretto hanno denunciato il rapimento di 28 giovani negli ultimi 10 mesi.
Irob è una tra le più piccole minoranze etniche (conta circa 41000 persone) tra le più di 80 presenti in Etiopia. Mai come oggi, dopo 3 anni (tra pandemia e guerra) continua a rischiare di sparire insieme alla sua storia, cultura e lingua, il Saho.
Eyasu Misgina, amministratore dell’ Irob goesda, ha dichiarato che le attività di rapimento sono iniziate con lo scoppio della guerra genocida il 4 novembre 2020. Una madre di Irob ha denunciato che alcuni suoi figli sono stati rapiti nel novembre 2022 dalle forze eritree, subito dopo i negoziati di tregua sostenuti a Pretoria.
“Un certo numero di forze armate sono venuti a casa nostra e hanno preso mio figlio. Hanno detto che volevano che li aiutasse a trasportare le merci. Non è mai tornato a casa e non so dove sia mio figlio”
La donna ha aggiunto che nel giro di una settimana sono stati portati via altri 6 giovani dal loro villaggio. Queste persone non possedevano né armi né facevano parte di milizie o gruppi armati e che se avessero saputo dei rapimenti precedenti, sarebbero fuggiti in luoghi più sicuri. L’occupazione attuale delle forze eritree nel villaggio impedisce ai civili di spostarsi e lavorare.
Altri due residenti hanno condiviso tali affermazioni denunciando il governo federale e quello regionale perché non li tutelano da queste violazioni e crimini, aggiungendo che chi cerca di fuggire dal distretto di Irob rischia di essere arrestato con l’ ipotesi di essere spia eritrea.
Un altro testimone ha dichiarato:
“La pulizia etnica viene portata avanti attraverso diverse tattiche e almeno 36 giovani sono stati rapiti dalle forze eritree, nonostante l’accordo di pace”, ha detto. “La gravità della situazione viene ignorata, con le persone che soffrono la fame, la mancanza di forniture mediche e l’impossibilità di accedere agli aiuti umanitari.”
Secondo i residenti di Irob, le comunicazioni e i servizi pubblici rimangono interrotti. Eccezione della sede dell’amministrazione wereda [distrettuale], Dawhan.
Il corridoio umanitario è ancora bloccato dalle truppe eritree, soprattutto nei quattro kebeles sotto il controllo eritreo: Eindalgeda, Agerlekema, Weratile e Alitena.
Eyasu ha confermato casi di rapimenti e violenze sessuali nella regione. Ha rivelato che più di 30 ragazze e donne sono state violentate sessualmente, con 4 casi di rapimento ufficialmente segnalati.
Tuttavia, a causa di problemi di sicurezza e influenze culturali, molti altri casi potrebbero non essere stati segnalati.
“La mancanza di resoconti accurati rende difficile determinare il numero esatto di ragazze e donne che hanno subito violenza sessuale e schiavitù.”
La situazione a Irob è profondamente preoccupante
La situazione a Irob è profondamente preoccupante, con rapimenti dilaganti e violenze sessuali che si verificano insieme alla fame, che ha causato numerose vittime.
Come riporta Addis Standard:
“La maggior parte della comunità fa affidamento sull’agricoltura per il proprio sostentamento, ma forze esterne hanno ostacolato la loro capacità di farlo. Inoltre c’è una grave carenza di aiuti umanitari e medicinali.”
Eyasu ha rivelato che, a seguito di un accordo di pace, oltre 65 residenti sono morti di fame e per mancanza di accesso medico, e altre 162 persone sono attualmente a rischio.
La strada principale che collega Irob alla città di Adigrat è completamente bloccata dalle forze eritree.
A causa delle restrizioni imposte dalle forze eritree, gli Irob sono stati isolati dalle loro famiglie e parenti che risiedono in diverse aree sotto il controllo eritreo. Questa mancanza di mobilità e le intimidazioni hanno impedito loro di ricevere qualsiasi aiuto umanitario, nonostante i numerosi appelli.
Nell’agosto 2023, la Irob Advocacy Association ha inviato una lettera con richiesta urgente al primo ministro etiope Abiy Ahmed per assistenza umanitaria verso la popolazione di Irob. La lettera sottolinea la terribile crisi umanitaria nella regione, compresi i problemi di fame, malnutrizione, malattie e sfollamenti. Richiesta di dialogo con le autorità eritree per porre fine all’occupazione e riaprire la strada di accesso da Adigrat a Irob.
Questa strada consentirebbe il facile accesso verso il distretto di Irob da parte del supporto umanitario per fornire aiuti come cibo di emergenza, acqua, medicine, ripari e altri beni necessari alla sopravvivenza del popolo di Irob.
Irob Advocacy Association ha inolte condiviso un report in cui denuncia e documenta le atrocità commesse contro la comunità Irob dallo scoppio, durante la guerra e nel periodo post bellico in Tigray: il rapporto evidenzia numerose atrocità, tra cui esecuzioni sommarie di donne e bambini, uccisioni di civili e distruzione e saccheggio di proprietà, tutte perpetrate dalle forze eritree.
La settimana scorsa, i corpi di 25 civili che hanno tragicamente perso la vita durante il violento conflitto a Irob sono stati finalmente sepolti all’interno di una chiesa dopo essere stati riesumati, precedentemente sepolti in maniera sparsa in terreni agricoli (Foto: Amministrazione Irob Woreda)
@Intelligenza Artificiale
"Sebbene il progetto di legge UE sull’intelligenza artificiale proibisca le “tecniche subliminali” dannose, non definisce chiaramente il termine: suggeriamo una definizione più ampia che copra i casi problematici di manipolazione senza sovraccaricare i regolatori o le aziende"
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XMPP + SNIKKET: Guida in italiano per installare in self hosting un server Xmpp
Ecco una breve guida sulla pagina #misskey (sì, Misskey mette a disposizione la possibilità di creare delle pagine...) creata da @:misskey: Lorenzo Sintoni
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Un golpe tira l’altro, la françafrique va in pezzi
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di Marco Santopadre*
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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.Telegram
Tajani a Pechino per evitare ritorsioni dopo l’uscita dalla Via della Seta
ITALIA/CINA. Il ministro degli Esteri incontrerà l'omologo cinese e il responsabile del commercio
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In Cina e Asia – Dalla Mongolia Bergoglio saluta il "nobile popolo cinese”
I titoli di oggi:
Dalla Mongolia Bergoglio saluta il "nobile popolo cinese"
Cina, la campagna anticorruzione colpisce ancora
Crisi immobiliare Cina, Country Garden ottiene l'estensione del debito
Cina, pubblicata nuova legge che limita l'immunità degli Stati esteri nei tribunali cinesi
Cina, Chongqing pubblica la sua legge anti-spionaggio
Cina, Xi promette un commercio dei servizi "più aperto e inclusivo"
Spazio, l'India in missione per studiare il sole e la Cina lancia una roadmap per lo sfruttamento minerario
Singapore, Tharman Shanmugaratnam eletto presidente con il 70% dei voti
Pacifico, confermata la sfiducia al primo ministro
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“L’INNOVAZIONE NELL’ERA DELLA AI GENERATIVA”
Domani a partire dalle 14 avrò il piacere di partecipare all’ incontro organizzato da MediaDuemila e moderato da Maria Pia Rossignaud per parlare dell’ innovazione nell’ era della Ai generativa e della privacy. Qui il link per seguirci meet.google.com/cii-fmtu-exj?h…
PRIVACYDAILY
#laFLEalMassimo – Episodio 100: Prometeo Il distruttore di Mondi
Mentre le bombe dell’invasore russo continuano a cadere sul popolo ucraino che resiste eroicamente, negli schermi cinematografici dell’occidente lampeggiano le esplosioni nucleari del nuovo film di Cristopher Nolan dedicato al fisico Oppenheimer e alla sua controversa figura divisa tra il contributo dato alla realizzazione della prima bomba atomica e la resistenza nei confronti degli sviluppi successivi che hanno portato l’America ad emarginarlo.
C’è un filo logico, semantico e simbolico che lega la realtà e la finzione, non troppo dissimile dalla fallacia intellettuale, con la quale troppo spesso intellettuali di parte e media distorti nascondono ipocritamente il proprio sostengo al regime criminale di Putin.
Come il fuoco di Prometeo, la tecnologia delle armi nucleari ha cambiato per sempre il modo in cui si può intendere la politica internazionale e gli equilibri che la caratterizzano. La Russia può permettersi di invadere impunemente uno stato libero confinante senza che il resto del mondo possa intervenire in modo diretto perché dispone di armi nucleari.
Il film di Nolan, ricco di spunti filosofici e di riferimenti storici ci racconta il punto di partenza del dilemma civile che caratterizza la guerra in corso ai confini dell’Europa: ci sono armi che nessuno dovrebbe avere, perché nelle mani sbagliate possono portarci alla fine del genere umano. Tuttavia il vaso di pandora è già stato aperto, la reazione a catena è in corso quelle armi sono già nelle mani di un criminale genocida.
Non esiste dunque alternativa al pieno supporto dell’occidente alla resistenza del popolo ucraino e dalla vittoria di questo popolo glorioso dipende l’unica possibilità di pace che esiste per il mondo intero, confidando che come cantava Sting negli anni “anche i russi abbiano a cuori il futuro dei propri figli”.
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L'istituto belga per la sicurezza stradale Vias è preoccupato per la crescente dimensione delle auto sulle strade del paese: le auto più grandi provocano incidenti mortali.
@Energia, fonti rinnovabili, approvvigionamento e mobilità
L'attuale tendenza delle automobili a diventare più pesanti, più alte e più potenti “rischia di portare ad un sistema di sicurezza stradale a due livelli”, secondo uno studio realizzato dall'Istituto Vias e riportato su Le Soir.
cc @Poliverso @skariko
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Odio i SUV e in generale le macchine più grandi di una Punto, se non hanno motivo di esistere: ovvio chenil mio idraulico non può andare colla Smart, ma una sciura che porta il chihuahua a fare pipì col SUV mi sembre decisamente troppo...
@energia
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È fondamentale non dare più spazio ai negazionisti climatici: la nostra risposta di Valigia Blu a un lettore sull’articolo dei quattro fisici italiani ritirato dalla casa editrice
@Giornalismo e disordine informativo
La vicenda ci dice che i direttori delle riviste dovrebbero essere un po' più attenti quando pubblicano articoli con analisi e conclusioni potenzialmente controverse. Questo non vuol dire che non debbano essere pubblicati, ma solo che vale la pena assicurarsi che vengano esaminati in modo approfondito e attento prima di pubblicarli
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Sharenting - Suggerimenti del Garante Privacy ai genitori per limitare la diffusione online di contenuti che riguardano i propri figli
Il neologismo, coniato negli Stati Uniti, deriva dalle parole inglesi “share” (condividere) e “parenting” (genitorialità). La gioia di un momento da condividere, pubblicando l'immagine dei propri figli, è un'emozione comprensibile, ma allo stesso tempo è necessario chiedersi se ci sono rischi nell’eccessiva sovraesposizione online.
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VIDEO. Tel Aviv, scontri con 120 feriti tra polizia e richiedenti asilo eritrei
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della redazione
(foto di Oren Ziv)
Pagine Esteri, 2 settembre 2023 – Oltre 120 persone sono rimaste ferite oggi in scontri tra la polizia israeliana e centinaia di eritrei richiedenti asilo durante una protesta antiregime a Tel Aviv vicino all’ambasciata eritrea.
I manifestanti si sono riuniti questa mattina in via Yad Harutsim dove nel pomeriggio era previsto un evento ufficiale all’ambasciata eritrea. Poi hanno superato le recinzioni e la polizia ha risposto con granate stordenti, lacrimogeni, manganellate e proiettili di gomma. Ha anche sparato colpi in aria. I manifestanti hanno distrutto automobili, finestre e vetrine di negozi, e, a un certo punto, sono riusciti a penetrare nella sala dove avrebbe dovuto svolgersi l’evento e l’hanno vandalizzata.
Eventi simili organizzati nelle ultime settimane dalle ambasciate eritree in tutto il mondo hanno provocato incidenti violenti e hanno aumentato la tensione all’interno della comunità eritrea in Israele.
Già in passato in Israele erano scoppiati tafferugli e scontri violenti tra sostenitori e oppositori del governo eritreo. Nel 2020 un sostenitore del regime è stato pugnalato a morte.
Israele concede con il contagocce lo status di rifugiato politico agli stranieri. Però riconosce i 18.000 eritrei nel suo territorio come richiedenti asilo, fuggiti della dittatura nel loro paese praticata dal presidente Isaias Afwerki al potere da quando l’Eritrea ha ottenuto l’indipendenza nel 1993.
Le organizzazioni per i diritti umani stimano che una piccola percentuale dei richiedenti asilo eritrei siano in realtà dei sostenitori nascosti di Afwerki. Persone che, affermano tutti altri eritrei, Israele dovrebbe fermare perché avrebbero ricevuto l’incarico di infiltrarsi tra gli oppositori di Afwerki per spiarne le attività. Pagine Esteri
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Scuole, tribunali, caserme
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Colpe No-Tav
Si può pure chiedere che siano rinviati i lavori di manutenzione e sicurezza, ma rinviare non è rimediare. I lavori nei trafori devono essere fatti, senza aspettare che qualche incidente renda tutto più tragico. Ma nei collegamenti commerciali fra la Francia e l’Italia dovrebbe già essere operativa la linea ferroviaria da alta velocità.
I violenti e dissennati No-Tav, come quanti li hanno corteggiati ed assecondati, sono responsabili della devastazione ambientale che oggi colpisce quelle valli. File interminabili di Tir quasi fermi, che si arrampicano per strade di montagna che vengono martoriate dal loro carico, sono una bomba ecologica. Innescata da blocchi e proteste che si sarebbero dovuti reprimere e superare.
Oggi si può provare a diradare le manutenzioni, ma solo se si accelera e conclude il lavoro Tav. Altrimenti è solo una perdita di tempo, soldi, lavoro e ambiente.
La politica migliora se i cittadini conservano memoria e presentano il conto a chi ha colpe per quel che accade.
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PRIVACYDAILY
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ECUADOR. Detenuti prendono in ostaggio 57 agenti di sicurezza. Esplodono 4 autobombe
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Pagine Esteri, 1 settembre 2023. Alcuni detenuti di sei istituti penitenziari dell’Ecuador hanno catturato 57 agenti di sicurezza, poliziotti e guardie carcerarie. L’azione è stata accompagnata dallo scoppio di almeno 4 autobombe nei pressi degli uffici della SNAI, l’agenzia che gestisce le carceri nel paese, e dinanzi alcune prigioni.
Le autobombe sono esplose ieri, giovedì 31 agosto, nella capitale Quito e in una provincia vicino al confine peruviano. Non ci sono stati feriti e, secondo quanto comunicato dalle fonti governative, anche i 57 agenti di polizia nelle mani dei detenuti sono in buone condizioni.
La situazione all’interno delle carceri in Ecuador è da mesi fuori controllo. Le uccisioni dovute a regolamenti di conti tra bande criminali rivali sono all’ordine del giorno. Lo spaccio di droga negli istituti è un’attività remunerativa per le gang, che si affrontano per controllarne i traffici.
Solo tre settimane fa è stato brutalmente assassinato il candidato alle presidenziali, Fernando Villaviciencio, che aveva annunciato, in caso di vittoria alle elezioni, una politica di dura repressione all’interno delle carceri.
Secondo alcuni organi di stampa a scatenare l’ultima delle numerose rivolte sarebbe stato proprio il trasferimento di alcuni detenuti, tra cui quelli sospettati di aver compiuto l’assassinio di Villaviciencio.
Alcune misure restrittive erano state prese nelle ultime settimane e in questi giorni il Paese è scosso dalla violenta reazione dei gruppi criminali.
Eliminato il dicastero dedicato, sono stati diminuiti i fondi e il personale. Il 40% dei detenuti non ha terminato i 3 gradi di giudizio e la carcerazione preventiva è diventata ordinaria. I detenuti vivono spesso in condizioni disumane e la repressione non procede di pari passo con politiche di prevenzione. Quello che accade oggi nelle carceri è un riflesso delle politiche neoliberiste portate avanti in Ecuador.
Lo stato di emergenza è stato più volte proclamato. Nell’ottobre del 2022 in un regolamento di conti tra bande rivali sono rimaste uccise più di 200 persone e 80 ferite.
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La decisione di Apple di eliminare il suo strumento di scansione fotografica CSAM suscita nuove polemiche (e nuove riflessioni sul pessimo chatcontrol)
Apple ha risposto alla Heat Initiative, delineando le ragioni per cui ha abbandonato lo sviluppo della funzionalità di scansione CSAM di iCloud e si è invece concentrata su una serie di strumenti e risorse sul dispositivo per gli utenti, noti collettivamente come funzionalità di sicurezza della comunicazione. La risposta dell'azienda alla Heat Initiative, che Apple ha condiviso con WIRED questa mattina, offre uno sguardo raro non solo alla sua logica per concentrarsi sulla sicurezza delle comunicazioni, ma alle sue visioni più ampie sulla creazione di meccanismi per eludere le protezioni della privacy degli utenti, come la crittografia, per monitorare dati. Questa posizione è rilevante per il dibattito sulla crittografia più in generale, soprattutto perché paesi come il Regno Unito valutano l’approvazione di leggi che imporrebbero alle aziende tecnologiche di essere in grado di accedere ai dati degli utenti per conformarsi alle richieste delle forze dell’ordine.
"Il materiale pedopornografico è ripugnante e ci impegniamo a spezzare la catena di coercizione e influenza che rende i bambini suscettibili ad esso",
ha scritto Erik Neuenschwander, direttore della privacy degli utenti e della sicurezza dei bambini di Apple, nella risposta dell'azienda a Heat Initiative. Ha aggiunto, tuttavia, che dopo aver collaborato con una serie di ricercatori sulla privacy e sulla sicurezza, gruppi per i diritti digitali e sostenitori della sicurezza dei bambini, la società ha concluso che non poteva procedere con lo sviluppo di un meccanismo di scansione CSAM, nemmeno uno costruito appositamente per preservare la #privacy. .
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AMBIENTE. Dall’Africa solo il 3% delle emissioni globali ma continente vittima eventi climatici estremi
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della redazione
(foto: inondazioni in Ghana, di Nana Darkoaa)
Pagine Esteri, 1° settembre 2023 – Come finanziare le priorità ambientali dell’Africa, sarà al centro del dibattito al primo vertice sul clima del continente la prossima settimana mentre gli attivisti si oppongono ai piani di espansione dei cosiddetti mercati del carbonio.
I paesi africani contribuiscono solo il 3% alle emissioni globali di carbonio ma sono sempre più esposti all’impatto di condizioni meteorologiche estreme causate dai cambiamenti climatici, inclusa la peggiore siccità degli ultimi decenni nel Corno d’Africa. Un rapporto diffuso due giorni fa dal Fondo Monetario Internazionale sottolinea che l’impatto del cambiamento climatico aggrava la tensione negli Stati “fragili” e colpiti dalla guerra, con la conseguenza di un aumento del 10% dei tassi di mortalità e una contrazione significativa del Pil. Sono 39 gli Stati categorizzati come “fragili” dalla Banca Mondiale, ben 21 sono in Africa. Tra questi Mali, Repubblica Centrafricana, Sudan, Somalia. Dal rapporto dell’FMI emerge che gli eventi climatici estremi non scatenano le guerre ma aggravano in questi paesi le tensioni già esistenti, oltre a carestia e povertà.
Nonostante ciò, l’Africa ha ricevuto solo il 12% dei finanziamenti internazionali necessari per far fronte agli impatti climatici.
“Vogliamo iniziare a cambiare il discorso partendo dall’Africa vittima della fame, della carestia e delle inondazioni”, ha detto alla Reuters il ministro dell’Ambiente keniano Soipan Tuya prima del vertice che inizierà lunedì a Nairobi. “La nuova narrazione… dovrebbe essere un’Africa disposta e pronta ad attrarre capitali tempestivi, equi e su larga scala per guidare il mondo nella lotta al cambiamento climatico”.
Si prevede che migliaia di delegati discuteranno le soluzioni più in vista del vertice delle Nazioni Unite sul clima il mese prossimo a New York e del summit COP28 negli Emirati Arabi Uniti alla fine di novembre.
Gli organizzatori del vertice a Nairobi sono ottimisti, prevedono si concluderanno accordi per centinaia di milioni di dollari. In cima alla lista delle opzioni di finanziamento, ci sono i crediti di carbonio che consentono agli inquinatori di compensare le emissioni finanziando attività tra cui la piantumazione di alberi e la produzione di energia rinnovabile.
Somaliland
I governi africani hanno mostrato interesse per la conversione del debito. All’inizio di questo mese il Gabon – teatro qualche giorno fa di un colpo di stato – ha completato il primo accordo di questo tipo dell’Africa, riacquistando nominalmente 500 milioni di dollari del suo debito internazionale ed emettendo un’obbligazione ad ammortamento ecologica di pari importo. La transazione ha lo scopo di produrre risparmi che possono essere utilizzati per finanziare la conservazione.
Tuttavia, l’approccio del vertice ai finanziamenti per il clima ha attirato critiche. Gruppi di attivisti accusano gli organizzatori in una lettera aperta di portare avanti le priorità occidentali a spese dell’Africa.
“Questi approcci incoraggeranno le nazioni ricche e le grandi aziende a continuare a inquinare il mondo, a scapito dell’Africa”, affermano i gruppi nel loro documento. Amos Wemanya, consigliere senior di Power Shift Africa, uno dei firmatari, ha affermato che i finanziamenti dovrebbero provenire dai paesi più ricchi che finora hanno rispettato solo in parte gli impegni che avevano preso. Pagine Esteri
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L'articolo AMBIENTE. Dall’Africa solo il 3% delle emissioni globali ma continente vittima eventi climatici estremi proviene da Pagine Esteri.
ANALISI. La causa palestinese frena ancora la normalizzazione tra Israele e Stati arabi
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di Mohammed Abulfadi – Al-Ahram
(foto EFE via ZUMA Press/APAIAMGES)
Pagine Esteri, 1 settembre 2023 – Le conseguenze dell’incontro recente tra il ministro degli Esteri libico Najla al-Mangoush e il suo omologo israeliano Eli Cohen a Roma confermano che la causa palestinese non verrà mai cancellata dalla coscienza araba e che la costante ricerca di una più ampia normalizzazione tra Israele e vari Stati arabi può facilmente sgretolarsi se non vengono rispettati importanti principi storici.
La normalizzazione per la normalizzazione o come mezzo per ottenere guadagni politici è una formula artificiosa che cerca di estinguere l’ultimo frammento di vita dalla causa palestinese e di impegnarsi direttamente negli interessi bilaterali.
Ci sono ancora leader arabi che credono che Israele rappresenti il cuore e la mente del mondo occidentale e che possa offrire vari canali per raggiungere l’uno o l’altro. Questo è in parte vero ma non è l’intera verità. Le intense critiche internazionali rivolte alle politiche e alle violazioni di Israele nei Territori palestinesi occupati mostrano che finora (Israele) non è riuscito a raggiungere pienamente i suoi obiettivi. Tutti i tentativi di Israele di infiltrarsi nell’arena araba attraverso la normalizzazione hanno fatto poco per cambiare l’equazione principale, almeno tra la gente che rimane convinta che Israele non sia ormai uno Stato naturale nella regione e che sia facile convivere con esso.
Le reazioni ufficiali e popolari in Libia rafforzano i principi alla base della causa palestinese e le conseguenze importanti della loro distruzione. La reazione (popolare) conferma anche che i movimenti di Israele nel mondo arabo non sono riusciti a creare una frattura significativa o a cancellare la causa madre del conflitto dalla coscienza araba. Le posizioni ufficiali libiche provenienti dal Consiglio presidenziale, dal parlamento, dall’Alto Consiglio di Stato e persino dal governo GNU dimostrano tutte che le azioni di Mangoush sono state un grave errore, che siano state prese in accordo preventivo con le autorità più alte in Libia, come sostiene la narrazione israeliana, o per volontà personale della ministra, o persino se sono avvenute per caso, come indica il comunicato del ministero degli esteri.
Le scene trasmesse dai media di fronte al Ministero degli Esteri libico a Tripoli e le notizie che Mangoush è stata sospesa temporaneamente e posta sotto inchiesta prima di essere rimossa dall’incarico, inviano tutte il messaggio importante che tali approcci non trovano copertura politica a loro sostegno, figuriamoci un appoggio popolare, del quale non ci sono segni sul terreno.
Quando viene rivelato un incontro segreto tra un ufficiale israeliano e uno arabo, scatena una valanga di indignazione popolare. Questo è un chiaro segno che le visioni che i leader israeliani desiderano promuovere nel mondo arabo non troveranno un ambiente accogliente. Tutti i passi intrapresi per realizzarli non troveranno un supporto pratico perché cercano di aggirare molti dei principi che i sostenitori della normalizzazione sono riluttanti a violare apertamente e vantarsi di rompere, perché consapevoli dell’opposizione veemente della strada araba.
Ecco perché alcuni stati arabi stanno procedendo con cautela lungo la via della normalizzazione, che ignora la causa palestinese, mentre altri rifiutano di sostenerla. Sono ben consapevoli che è difficile per questa via avere successo in assenza di un’accettabile soluzione politica al conflitto. Questo spiega la discrepanza tra i paesi desiderosi di impegnarsi nella normalizzazione il più rapidamente possibile e quelli che sono riluttanti ad appoggiarla, sapendo che Israele ha disegni occulti per distoglierli dal ritorno al processo politico.
Quello che è accaduto in Libia in seguito all’incontro Mangoush-Cohen a Roma fornisce uno sguardo su ciò che potrebbe accadere in altri Stati arabi i cui leader sono disposti a ignorare le conseguenze che i palestinesi subiranno dalla normalizzazione libera con Israele. Gli Stati arabi che hanno firmato trattati di pace decenni fa, come Egitto e Giordania, hanno fatto della questione palestinese la loro preoccupazione centrale sia prima che dopo la firma. Ma i tentativi attuali di normalizzazione non sembrano preoccuparsi molto della questione. Questo problema ha portato alla segretezza della maggior parte di questi sforzi. E quando emergono, portano con sé mal di testa politici, come abbiamo visto in Libia.
La Libia ci ha insegnato che ci sono linee rosse difficili da oltrepassare. Non importa quanto calma o obbediente possa sembrare la strada araba, può improvvisamente esplodere in un attimo. La Libia potrebbe essere fisicamente distante dai Territori palestinesi ma si è ribellata per motivi politici o pan-nazionali, con la gente che ha espresso la sua opposizione a ciò che ha fatto Mangoush, che agisse da sola o per ordine del primo ministro.
Questa prospettiva pragmatica è emersa anche in Sudan, quando il capo del Consiglio sovrano, il Generale di Divisione ‘Abdelfattah al-Burhan, ha incontrato il Primo Ministro israeliano Binyamin Netanyahu a Entebbe, in Uganda, nel febbraio 2020. L’incontro inaspettato non ha prodotto risultati tangibili a vantaggio del Sudan. Burhan fu costretto a sospendere il processo incerto all’epoca, dopo che divenne evidente che c’era opposizione popolare all’uso della normalizzazione come mezzo per ottenere guadagni politici ed economici.
Continuiamo a vedere passi arabi che credono che ci sia un premio e un incentivo sostanziali nella normalizzazione con Israele, solo per scoprire che il guadagno previsto non si materializzerà. Finché il sangue continua a scorrere nelle vene delle nazioni arabe, o almeno di alcune di esse, sarà difficile che la fase di normalizzazione si completi senza affrontare la questione palestinese. Coloro che si sono impegnati volontariamente nella normalizzazione o ne sono stati coinvolti sono troppo imbarazzati per renderlo pubblico, per paura della reazione popolare nei loro paesi. Questo rende la normalizzazione priva di contenuti palestinesi simile a svuotare gli ultimi pezzi di onore dalla causa.
La ministra degli esteri libica ha involontariamente inviato un messaggio ai leader che confondono la normalizzazione con i propri interessi personali, con l’effetto che coloro che si avvicinano a Israele ignorando la questione palestinese subiranno gravi conseguenze politiche. Proprio come si possono raccogliere guadagni, si possono subire perdite significative.
L’incontro tra Mangoush e Cohen potrebbe aver gettato una grossa pietra nel laghetto del GNU, causando increspature che potrebbero accelerarne la partenza, consentendo alla visione congiunta dell’Alto Consiglio di Stato e del parlamento di formare un governo neutrale per supervisionare le prossime elezioni. Pagine Esteri
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L'articolo ANALISI. La causa palestinese frena ancora la normalizzazione tra Israele e Stati arabi proviene da Pagine Esteri.
PRIVACYDAILY
Etiopia, appello per chiedere giustizia e sicurezza per il popolo del Tigray
Etiopia, appello da parte dell’ Associazione degli studiosi delle università del Tigray – TUSA al governo temporaneo, Interim Regional Administration – IRA del Tigray, per perseguire giustizia e sicurezza per il popolo tigrino.
Oggetto: pretendere la sicurezza dei cittadini
Il popolo del Tigray ha pagato e paga un prezzo altissimo per la pace e la sicurezza dei popoli. Soprattutto negli ultimi cinque anni, la popolazione del Tigray ha pagato un prezzo elevato per mantenere la pace e la sicurezza e garantire il diritto umano e legale di vivere ovunque si trovi. Nel processo, un trattato firmato a Pretoria istituì
un’amministrazione provvisoria.
Tuttavia, negli ultimi mesi, i crimini sono aumentati in varie città e aree rurali del Tigray, con persone uccise, mutilate, rapite e saccheggiate. Ad esempio, due gravi crimini si sono verificati a Macallè durante il festival di Ashenda. Con tali crimini, la gente in generale e coloro che venivano per la festa in particolare, dovettero perdere la fede e la paura. L’omicidio di nostra sorella Zewdu Haftu in particolare è stato unico, orribile e scioccante. È necessario adottare estrema cautela e azioni immediate per evitare che questi fenomeni degenerino in crimini strutturali peggiori.
È noto che dopo un’invasione devastante si verificheranno varie crisi sociali e crimini. I crimini nel Tigray, però, non sono mitigati solo da questo; I fenomeni sembrano invece essere sintomi di problemi politici e sociali molto gravi, poco definiti e complessi. Questo è un momento in cui i cittadini lavorano 24 ore al giorno per recuperare e ricostruire l’economia del Tigray che è stata deliberatamente distrutta dagli invasori. Vorremmo quindi sottolineare che è necessario un elevato livello di consapevolezza sociale per chiarire le cause profonde di questi diversi crimini e crisi e trovare soluzioni.
Comprendiamo che il problema segnalato non è nuovo e sono state date varie risposte. In pratica, tuttavia, invece di ridurre la criminalità e le minacce alla pace e alla sicurezza, stanno aggravando la situazione. Per questo la gente perde la speranza e la fiducia. Pertanto, riteniamo che questo problema debba essere risolto senza indugio. Inoltre, invitiamo le persone a garantire la sicurezza e l’incolumità del Tigray mobilitandosi e cooperando.
Associazione degli studiosi delle università del Tigray
Macallè, TigrayTUSA appello per giustizia e sicurezza per il popolo del Tigray, Etiopia
Ben(e)detto del 30 agosto 2023
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Ben(e)detto del 31 agosto 2023
… e dunque Popolare Socialriformista Liberale. Senza nostalgie novecentesche, da cittadini ed elettori europei, senza trucchetti per raccattare (forse) qualche voto in più.
L'articolo Ben(e)detto del 31 agosto 2023 proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Ben(e)detto del 29 agosto 2023
Di questa presa di posizione, così scorretta politicamente, si assume tutta la responsabilità il nostro Presidente
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lorenzo
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •io ho solo ripubblicato, grazie ai ragazzə del MUC xmpp-it ed in particolare a Federico che ha avuto l'idea e l'ha messa giù.
Speriamo possa essere di aiuto/spinta a provarlo per qualcuno!
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syaochan
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂
in reply to syaochan • •@syaochan no, non è necessario. Strano che non vedi nulla
@:misskey: Lorenzo Sintoni
syaochan
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •lorenzo
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •quoto, il link teoricamente è visibile anche senza un account nel fediverso. Porta direttamente alla pagina, ho provato a refreshare. Fate sapere.
Grazie per l'interesse!
syaochan
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