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di Paolo Favilli La simbiosi politica-merce è un elemento essenziale di un sistema che prevede l’intercambiabilità tra ruoli di produzione di ideologia, r


IRAN. Giustiziati quattro presunti agenti del Mossad


È stata eseguita questa mattina la condanna a morte per quattro dei dieci uomini arrestati in Iran con l'accusa di lavorare come agenti segreti per l'agenzia di intelligence israeliana L'articolo IRAN. Giustiziati quattro presunti agenti del Mossad provi

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Pagine Esteri, 29 dicembre 2023. È stata eseguita questa mattina la condanna a morte per quattro uomini condannati per cospirazione contro la Repubblica Islamica. Erano stati arrestati durante l’anno insieme ad altre sei persone, tutte accusate di lavorare come agenti segreti che sotto copertura per l’agenzia di intelligence israeliana conosciuta come Mossad.

I quattro giustiziati, Wafa Hanara, Aram Omari, Rahman Berhazo e Nassim Namazi, erano stati accusati di aver pianificato una serie di omicidi e di rapimenti di membri delle forze armate iraniane.

La condanna a morte arriva pochi giorni dopo l’omicidio, da parte di Israele, del generale di brigata Razi Mousavi, comandante di alto livello del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche.

Il generale è stato ucciso in Siria il 25 dicembre, da un attacco missilistico israeliano. Le autorità iraniane avevano commentato, immediatamente dopo l’accaduto, che Israele avrebbe pagato per quel crimine.

La tensione tra Tel Aviv e Teheran sta salendo vertiginosamente nelle ultime settimane e si teme una escalation che farebbe allargare il conflitto fino a superare di gran lunga i confini regionali.

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PODCAST GAZA. “Se non moriamo per i bombardamenti moriamo per la fame”


A Rafah continuano ad arrivare sfollati, la popolazione ha superato 1 milione e mezzo e il cibo non basta per tuttti. La testimonianza di Sami Abu Omar, operatore umanitario palestinese sfollato da Khan Yunis con la sua famiglia nella zona di Mawasi, sull

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Pagine Esteri, 29 dicembre 2023. A Rafah continuano ad arrivare sfollati, la popolazione ha superato 1 milione e mezzo e il cibo non basta per tuttti. “Chiusi tutti i supermercati, non c’è più farina e i forni per fare il pane sono stati distrutti. La mancanza di acqua è un problema gravissimo e abbiamo dimenticato come era avere l’elettricità”.

A Gaza i bambini sono i più colpiti dalla carestia e dalle epidemie.

La testimonianza, da Gaza, di Sami Abu Omar, operatore umanitario palestinese sfollato da Khan Yunis con la sua famiglia nella zona di Mawasi, sulla costa di Gaza.

Abu Omar continua a lavorare e con i fondi di ONG e associazioni italiane acquista beni di prima necessità per gli sfollati.
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Al via il Liceo del Made in Italy! 🇮🇹
È stata pubblicata e inviata alle Istituzioni scolastiche e alle Regioni la Circolare che contiene le indicazioni operative per consentire l’iscrizione alle classi prime del nuovo percorso liceale del Made in Ita…


"Le parole della Senatrice Mennuni di Fratelli d'Italia, secondo la quale la maternità deve essere cool e noi donne dovremmo avere come massima aspirazione que


GAZA. Israele ammette la strage di Al Maghazi. «Danni collaterali»


Domenica le bombe sul campo profughi avevano provocato oltre 100 vittime. Raid ieri su Beit Lahiya e Rafah, altri 210 palestinesi uccisi. L'articolo GAZA. Israele ammette la strage di Al Maghazi. «Danni collaterali» proviene da Pagine Esteri. https://pa

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di Michele Giorgio

(questo articolo è stato pubblicato in origine dal quotidiano Il Manifesto)

Pagine Esteri, 29 dicembre 2023 – Un bagno di sangue. Non si può descrivere in altro modo ciò che è avvenuto domenica scorsa tra gli abitanti del campo profughi palestinese di Al Maghazi, nella zona centrale di Gaza. Decine di morti da bombe, in prevalenza donne e bambini. Qualcuno ha parlato di oltre cento vittime considerando i tanti rimasti sotto le macerie. Una strage avvenuta mentre parte del mondo cristiano celebrava la vigilia del Natale. Morti per un «errore» hanno ammesso le Forze armate israeliane. Con candore un ufficiale ha spiegato ieri all’emittente pubblica Kan che l’aviazione ha sganciato «ordigni impropri». Il tipo di bombe, ha aggiunto, «non corrispondeva alla natura dell’attacco, cosa che ha causato ingenti danni collaterali che avrebbero potuto essere evitati». I «danni collaterali» sono i civili palestinesi. Poi, come sempre, la responsabilità delle morti di queste persone innocenti è stata attribuita ad Hamas. Il movimento islamico si «nasconde tra la gente», ha detto il portavoce, gli aerei hanno preso di mira «diversi agenti di Hamas», prima dell’attacco «sono state adottate misure per ridurre al minimo il danno ai non combattenti» ma sono stati colpiti «altri edifici» accanto agli obiettivi. Infine «le Idf (le forze armate israeliane, ndr) si rammaricano del danno subito da coloro che non erano coinvolti». In poche parole, sono state sganciate bombe di eccezionale potenza su una zona densamente popolata di Maghazi, esattamente come aveva spiegato Ashraf Al Kidra, il portavoce del ministero della sanità a Gaza che Israele considera una struttura fantoccio nelle mani di Hamas che riferirebbe numeri «non credibili». Numeri che l’Onu invece considera realistici. Incluso l’ultimo bilancio diffuso ieri di vittime palestinesi dal 7 ottobre: 21.320 morti e 55mila feriti. Almeno 210 palestinesi sono stati uccisi dai bombardamenti tra mercoledì e giovedì, gran parte dei quali in attacchi violenti su Beit Lahiya e, ieri pomeriggio, su alcuni edifici di Rafah.

Veniva descritta come una fake news anche l’indiscrezione circolata nei giorni scorsi che dava lo stadio Yarmouk di Gaza trasformato dall’esercito israeliano in un campo di detenzione. Poi sono usciti i video di decine di palestinesi mezzi nudi, bendati, in ginocchio sul terreno di gioco, ripresi in apparenza proprio da militari israeliani e finiti sui social. Ora la Federazione calcio palestinese vuole che il Cio, la Fifa e la Confederazione calcio asiatica prendano una posizione chiara contro l’uso che Israele fa dell’impianto sportivo di Gaza in violazione, ha scritto in un comunicato, della Carta olimpica e delle convenzioni internazionali.

Da ieri i carri armati israeliani avanzano verso al Bureij nel centro di Gaza, dopo giorni di bombardamenti incessanti che hanno costretto decine di migliaia di famiglie palestinesi già sfollate a fuggire di nuovo. Un giornalista ha pubblicato la foto di mezzi corazzanti fermi accanto a una moschea nel centro di Bureij. Più a sud, le forze israeliane hanno colpito l’area intorno all’ospedale Al Amal nel cuore di Khan Younis, affollato di famiglie rimaste senza casa: 10 palestinesi sono stati uccisi e altri 12 feriti riporta la Mezzaluna rossa. Decine di migliaia di persone sono in fuga dai distretti di Nusseirat, Bureij e Maghazi e si dirigono a sud o a Deir al-Balah dando vita a campi di tende improvvisati.

Proseguono i combattimenti casa per casa. Hamas, l’obiettivo dichiarato dell’invasione israeliana di Gaza, subisce forti perdite ma realizza ancora agguati mortali. Altri tre soldati israeliani sono stati uccisi, portando il bilancio dell’offensiva di terra a 169. La scorsa settimana l’esercito israeliano ha riconosciuto le perdite più pesanti in pochi giorni dall’inizio della guerra. Intanto non si sa più nulla degli oltre 100 israeliani e cittadini stranieri sequestrati durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre e portati a Gaza. Judy Weinstein Haggai, uno degli ostaggi, ieri è stata dichiarata morta come suo marito, Gadi (Gad) Haggai. I loro corpi sono a Gaza.

Il gabinetto di guerra presieduto dal premier Netanyahu ieri sera doveva riunirsi per discutere, per la prima volta, la posizione di Israele riguardo al futuro di Gaza dopo la guerra. Una riunione contestata dal ministro della Sicurezza e leader dell’estrema destra Itamar Ben-Gvir secondo il quale il gabinetto non dovrebbe discutere di questioni politiche ma solo di come condurre le operazioni militari. Sullo sfondo ci sono le voci autorevoli di alcuni ufficiali della riserva che criticano i resoconti molto favorevoli della situazione a Gaza offerti all’opinione pubblica dal governo e dal portavoce dell’esercito, Daniel Hagari. Resoconti che secondo gli ex generali Yitzhak Brik e Aharon Zeevi Farkash danno un’immagine fortemente alterata della realtà sul terreno. Su Haaretz Brik ha descritto come false le dichiarazioni ufficiali «sulle migliaia di morti nelle file di Hamas» che a suo dire ha subito perdite molto inferiori a quelle riferite dal portavoce dell’esercito. Secondo l’ex generale la vittoria data per certa nei prossimi mesi, invece è lontana e la distruzione dei tunnel di Hamas richiederà anni e molte perdite in vite umane. Da parte sua, Aharon Zeevi Farkash, un ex capo dell’intelligence militare, parlando alla radio pubblica, ha sottolineato che l’obiettivo di eliminare Hamas da Gaza proclamato dal governo è «irrealistico» e che, pertanto, occorre «puntare a obiettivi più a portata di mano».

In Cisgiordania ieri altri due palestinesi sono stati uccisi, a Betunia e Betlemme dall’esercito. Un altro, ferito dieci giorni fa a Nablus, è spirato in ospedale. Il numero dei palestinesi uccisi in Cisgiordania da soldati e coloni israeliani dal 7 ottobre è salito a 315 e a 523 quello dall’inizio dell’anno. Pagine Esteri

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Nell'80° anniversario dell'eccidio dei sette fratelli Cervi e di Quarto Camurri è doveroso ribadire che i patrioti erano loro non i fascisti che li fucilarono


Nell’anno del Drago: nuove e vecchie sfide per la Cina


Nell’anno del Drago: nuove e vecchie sfide per la Cina drago cina
Secondo il calendario lunare, il prossimo 10 febbraio comincia l’anno del Drago, simbolo di forza, fortuna e successo. Eppure, sebbene sotto i migliori auspici, il 2024 non si preannuncia un anno facilissimo per la Cina. A

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La pace attraverso il diritto: l’ONU e la questione palestinese (5) l Pressenza

"Questi documenti ricordano inesorabilmente le risoluzioni passate e non applicate da Israele. Trattano sempre gli stessi argomenti: la sovranità permanente del popolo palestinese sulle risorse naturali, il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, le azioni illegali israeliane e gli attacchi militari a Gaza, l’assistenza ai rifugiati palestinesi, l’espansione delle colonie di Israele, le persone sfollate dal giugno 1967, i beni appartenenti ai rifugiati palestinesi, le pratiche israeliane nei Territori palestinesi occupati (TPO)."

pressenza.com/it/2023/12/la-pa…



Riproduciamo il sermone di Natale del reverendo della Chiesa Evangelica luterana di Betlemme, Rev. Dr. Munther Isaac, “Cristo tra le macerie”, pronunciato


Il Partito Della Rifondazione Comunista Sinistra Europea aderisce e partecipa alla fiaccolata silenziosa e senza simboli di venerdì 29.12.2023 che si terrà a


Kim Jong Un avvisa gli USA: “la Corea del Nord accelera i preparativi di guerra”


All'inizio di dicembre un sottomarino statunitense a propulsione nucleare è arrivato in Sud Corea, nel porto di Busan. Una settimana fa l'ONU ha fatto sapere che un secondo reattore in Corea del Nord è stato reso operativo. L'articolo Kim Jong Un avvisa

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Pagine Esteri, 28 dicembre 2023. Il 2023 è stato un anno record per la quantità di test militari realizzati dalla Corea del Nord. Nonostante non nasconda la soddisfazione, il leader Kim Jung Un non intende fermarsi né rallentare. Anzi.

Intervenendo questa mattina a una riunione del Partito dei Lavoratori, ha dichiarato di aver ordinato all’esercito di “accelerare” i preparativi militari, comprese le operazioni nucleari. L’obiettivo dichiarato è di rispondere a quelle cha ha definito “mosse senza precedenti” da parte degli Stati Uniti.

Il riferimento è ai legami di cooperazione sempre più stretti tra USA, Giappone e Corea del Sud.

Il primo incontro ufficiale tra il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, quello sudcoreano, Yoon Suk-yeol e il Primo Ministro giapponese Fumio Kishida si è tenuto ad Agosto a Camp David, dove parole di condanna sono state espresse dai tre leader nei confronti della Cina e della Corea del Nord.

Washington prova ad approfittare del recente disgelo tra Tokyo e Seul, sfruttando la distensione dei rapporti per strutturare nuovi campi di forza in Oriente che si oppongano alla Cina e pongano un freno alle esercitazioni belliche di Pyongyang. La situazione nella penisola è divenuta “estrema” secondo Kim Jong Un, a causa di “uno scontro senza precedenti con gli Stati Uniti”.

All’inizio di dicembre un sottomarino statunitense a propulsione nucleare è arrivato in Sud Corea, nel porto di Busan e i bombardieri USA a lungo raggio sono schierati per manovre di esercitazione accanto a quelli sudcoreani e giapponesi.

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Solo una settimana fa le Nazioni Unite hanno fatto sapere che un secondo reattore in Corea del Nord è stato reso operativo.

Nonostante il leader nordcoreano parli apertamente di “preparazione alla guerra” non è da escludere che i toni decisi, peraltro tipici della sua personale retorica, non gli impediranno, dopo le elezioni statunitensi, di ritentare un approccio diplomatico con gli USA, nel tentativo di limitare gli effetti delle sanzioni conseguenti ai test nucleari.

Ma un freno in questo senso sarà senz’altro rappresentato dai legami che lo stesso Jong Un ha stretto, soprattutto negli ultimi mesi, con la Russia di Vladimir Putin, ritenuta uno dei Paesi “anti-capitalisti indipendenti”. Non è un caso che a settembre, in uno dei suoi rari viaggi, Kim Jong Un sia approdato nella Russia orientale visitando, in compagnia del presidente russo, fabbriche di armi e basi militari.

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di Gianfranco Pagliarulo, Presidente ANPI - Sui fratelli Cervi c’è oramai una sterminata letteratura. Certo, si tratta di un evento simbolico anche a caus


La sonda Juno si prepara al sorvolo più ravvicinato della luna gioviana Io l AstroSpace

"Con tutti i dati che riuscirà a raccogliere Juno indagherà sulla fonte della massiccia attività vulcanica di Io, aiutando gli scienziati a capire se esista un oceano di magma sotto la sua crosta e l’importanza delle forze di marea provenienti da Giove, che stanno incessantemente schiacciando questa luna."

astrospace.it/2023/12/28/la-so…



Etiopia, la nuova carestia nel Tigray & le morti silenziose


Nel villaggio di Yechila, nel villaggio di Yechila, così tante persone stanno morendo di fame che i funzionari locali hanno perso il conteggio. Gli agricoltori hanno abbandonato i loro campi perché sono pieni di mine mortali, e la fame si sta diffondendo.

Nel villaggio di Yechila, nel villaggio di Yechila, così tante persone stanno morendo di fame che i funzionari locali hanno perso il conteggio. Gli agricoltori hanno abbandonato i loro campi perché sono pieni di mine mortali, e la fame si sta diffondendo.

Le strade e le case del villaggio sono ancora gravemente danneggiate dagli attacchi missilistici nella recente guerra. L’ospedale locale è diventato un rifugio per i senzatetto.
"Stiamo tutti aspettando il nostro turno per morire di fame", dice Tsehay Assefa di Yechila, in Etiopia, che ha recentemente sepolto un figlio e un nipote uccisi dalla fame.Photography by Samuel Getachew/The Globe and Mail“Stiamo tutti aspettando il nostro turno per morire di fame”, dice Tsehay Assefa di Yechila, in Etiopia, che ha recentemente sepolto un figlio e un nipote uccisi dalla fame.Photography by Samuel Getachew/The Globe and Mail
“Stiamo tutti aspettando il nostro turno di morire di fame”, ha detto Tsehay Assefa, una anziana abitante del villaggio che ha recentemente sepolto suo figlio, un contadino morto di fame e uno dei suoi nipoti.

Nella regione del Tigray, nel nord dell’Etiopia , migliaia di persone sono morte per mancanza di cibo nei 14 mesi trascorsi dalla fine della disastrosa guerra durata due anni in cui soldati etiopi ed eritrei combatterono contro le forze del Tigray. Ora la siccità sta aggravando la devastazione. Si profila una carestia che potrebbe rivaleggiare con le peggiori carestie del passato, dicono gli operatori umanitari.

Ogni giorno, gli abitanti disperati si riuniscono in un magazzino umanitario a Yechila sperando nel cibo, che è arrivato solo una volta nell’ultimo mese. Molti siedono tutto il giorno fuori dall’ufficio amministrativo del villaggio, spesso chiedendo aiuto, a volte dormono lì durante la notte.

La signora Assefa fatica ad aiutare la figlia incinta, che non mangia da giorni ma è prossima al parto. Non ha osato dire a sua figlia che la morte ha già toccato la loro famiglia.

“Sopravviviamo di elemosina e mangiamo grano tostato quando possiamo”, ha detto al Globe and Mail.
I residenti di Yechila aspettano le donazioni di cibo in un magazzino gestito dall'agenzia americana USAID. Negli ultimi tre mesi a Yechila sono state registrate più di 80 morti per carestia.I residenti di Yechila aspettano le donazioni di cibo in un magazzino gestito dall’agenzia americana USAID. Negli ultimi tre mesi a Yechila sono state registrate più di 80 morti per carestia.1136507811365080
[Yechila è una città di diverse migliaia di abitanti a sud-ovest di Mekelle, la capitale del Tigray. I ricordi della guerra sono ancora presenti: in una strada gli abitanti si rifugiano sotto un vecchio camion militare colpito da un drone.]

Nel 1984 e nel 1985, Tigray è stata una delle regioni più colpite della carestia etiope che ha innescato un’ondata di pubblicità globale e raccolta fondi, incluso il concerto Live Aid. Ma la nuova crisi potrebbe essere peggiore. Molte delle fattorie della regione, cliniche sanitarie e uffici governativi sono stati saccheggiati o incendiati durante la guerra, e non ci sono soldi per ripararli. La mancanza di pioggia e la sospensione temporanea degli aiuti hanno esacerbato la situazione.

La Famine Early Warning Systems Network, un gruppo di ricerca umanitaria, ha recentemente affermato che la carestia potrebbe essere diffusa nel Tigray all’inizio del 2024. I funzionari del Tigrayan stimano che 3,5 milioni di persone abbiano bisogno di aiuti urgenti, tra cui 2,3 milioni di agricoltori, in una regione di circa 6 milioni di persone. L’aiuto esistente sta aiutando solo un quinto dei bisognosi, dicono.

“Quest’ultima carestia è molto più grande della carestia del 1984”, ha detto Gebrehiwot Gebregzabher, capo della Commissione per la gestione del rischio di disastri del Tigray.

“Questa carestia è invisibile, sta influenzando più persone, e la risposta è stata minima, sfortunatamente”, ha detto al The Globe in un’intervista.

Mark Lowcock, capo umanitario delle Nazioni Unite e coordinatore degli aiuti di emergenza dal 2017 al 2021, afferma che la situazione a Yechila rafforza la sua preoccupazione per la crisi. “Gli esperti esperti e competenti mi dicono che i dati che stanno vedendo – e la loro recente esperienza di viaggiare in alcune parti del Tigray rurale – potrebbe indicare una catastrofe che si sta svolgendo nel 2024 paragonabile alla famigerata tragedia del 1984-85”, ha detto a The Globe.

“È essenziale che i responsabili politici rispondano a questo con maggiore velocità e urgenza, e con un aiuto molto più pratico per coloro che soffrono, di quanto stiamo vedendo in questo momento”.

Il mondo ha prestato poca attenzione alla crisi del Tigray. Le guerre a Gaza e in Ucraina hanno dominato i riflettori globali. La copertura mediatica è stata ostacolata dalle restrizioni del governo etiope sui viaggi. L’accesso al cellulare nelle regioni rurali è ancora intatto. Le forze eritree continuano a occupare parti della regione, limitando ulteriormente l’accesso.

Gli aiuti umanitari delle agenzie delle Nazioni Unite e dei governi occidentali sono stati sospesi per diversi mesi dopo che i soccorritori hanno trovato prove che gli aiuti alimentari sono stati dirottati da funzionari corrotti etiopi e tigrii. Solo ora gli aiuti vengono lentamente ripristinati, ma non è sufficiente, dicono i Tigrayan.
Yemserach Alelegn dice che il suo neonato è vicino alla morte perché la fame le impedisce di allattare.Yemserach Alelegn dice che il suo neonato è vicino alla morte perché la fame le impedisce di allattare.
“La nostra è una morte lenta”, ha detto Yemserach Alelegn, una madre di sei figli di sei anni che chiede cibo a Yechila.

Suo marito spesso salta i magri pasti della famiglia per dare ai loro figli più cibo, ma la fame è diventata insopportabile. “Non riesco nemmeno ad allattare il mio neonato, che è vicino alla morte, e mio marito è troppo debole per stare in piedi e camminare”, ha detto la signora. Ha detto Alelegn.

L’eredità della guerra è stata catastrofica. Quasi un milione di tigrini sono stati sfollati dalle loro case. Le rotte commerciali e i servizi governativi sono ancora interrotti in molti luoghi. Il bestiame e altri beni rurali sono stati saccheggiati o venduti. I programmi di welfare non sono stati completamente ripristinati.

L’ambasciatore del Canada in Etiopia, Joshua Tabah, si è recato a Tigray questo mese per vedere le riforme nel sistema di distribuzione alimentare delle Nazioni Unite. “Ora dobbiamo portare più cibo a persone più vulnerabili per il soccorso, la resilienza, l’alimentazione scolastica e l’alimentazione di emergenza”, ha detto in un post sui social media.

Yechila, a circa 100 chilometri a sud-ovest della capitale del Tigray, Mekelle, ha una popolazione di diverse migliaia. Per conteggio ufficiale, 83 persone sono morte di fame qui negli ultimi tre mesi, ma il numero reale è molto più alto.

I segni di teschio rosso e ossa incrociate sono visibili nei campi dei contadini, avvertendo delle mine antiuomo.

“Ci sono molte persone che muoiono sempre e abbiamo perso le tracce”, ha detto l’amministratore del villaggio di Yechila Gessese Tadesse.

“Il bisogno è travolgente. Con poche risorse per sostenerli, possiamo vederli morire solo davanti ai nostri occhi. Sono in molte centinaia, se non migliaia, e molti altri sono a rischio.
Haregwein Fitsum aspetta gli aiuti alimentari con il figlio disabile, il marito e un contadino. Dice che la famiglia a volte resta senza cibo per giorni.Haregwein Fitsum aspetta gli aiuti alimentari con il figlio disabile, il marito e un contadino. Dice che la famiglia a volte resta senza cibo per giorni.
Haregwein Fitsum, 41 anni, sperando nel cibo mentre si rifugia vicino all’ufficio dell’amministrazione del villaggio, non lontano dai veicoli bruciati di proiettili e che sono stati colpiti da attacchi aerei durante la guerra. La fattoria del marito è sparita. Vendette tre delle sue mucche e perse le altre quattro per fame.

Hanno un figlio con disabilità fisiche che ha bisogno di medicine, ma la fame è diventata una minaccia più grande. “Ciò che alla fine lo ucciderà non è la sua malattia, ma il fatto che non abbia nulla da mangiare”, ha detto. L’ha detto Fitsum. “Ci tutti andiamo per giorni senza mangiare.”

“Ciò che alla fine lo ucciderà non è la sua malattia, ma il fatto che non abbia nulla da mangiare”


Molti tigrini si sono trasferiti a Yechila per chiedere assistenza dopo aver rinunciato ai loro villaggi, ma hanno trovato poco aiuto.

“Stiamo tutti cercando di sopravvivere”, ha detto Aleka Zegaye Gebrehawaria, 37 anni, che si è trasferito nel villaggio con i suoi sei figli.

“Stiamo tutti cercando di sopravvivere”


Ha detto che vede morti ogni giorno nella sua nuova casa. I morti sono sepolti con poca cerimonia.

“Abbiamo tutti perso caro amici e familiari”, ha detto. “Se morissimo, qualcuno se ne accorgerebbe?”

“Se morissimo, qualcuno se ne accorgerebbe?”


Report di Geoffrey York a Johannesburg.


FONTE: theglobeandmail.com/world/arti…



Incursione israeliana a Ramallah, ucciso un palestinese


Il numero dei palestinesi uccisi da soldati e coloni israeliani dal 7 ottobre è salito a 314 e a 522 quelli dall'inizio dell’anno secondo i dati del ministero della Sanità palestinese. L'articolo Incursione israeliana a Ramallah, ucciso un palestinese pr

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della redazione

Pagine Esteri, 28 dicembre 2023 – Incursione dell’esercito israeliano la scorsa notte a Ramallah – la città-quartier generale dell’Autorità nazionale palestinese – e nei suoi sobborghi, in particolare a Beitunia dove all’alba è stato ucciso un giovane, Abdel Fattah Qatawi. Altri 14 palestinesi sono rimasti feriti, tra i quali un giornalista, nel corso di proteste contro i soldati giunti nelle strade centrali Shirin Abu Aqla e Al-Hisbah e nei quartieri periferici di Al-Balou e Tira. Un raid è avvenuto anche nel campo profughi di Jalazon.

Testimoni riferiscono che a Ramallah i militari israeliani hanno preso d’assalto negozi di cambio valuta dove hanno sequestrato le telecamere di sorveglianza e arrestato i proprietari. Irruzioni analoghe sono avvenute in altri otto negozi simili in Cisgiordania – Jenin, Nablus, Tulkarm, Halhul – perché sospettati da Israele di trasferire denaro ai movimenti Hamas e Jihad islami. I soldati, denunciano i palestinesi, hanno preso fondi per un valore di 10 milioni di shekel (circa 2,5 milioni di euro).

Ieri l’esercito israeliano aveva ucciso, con un drone, sei palestinesi a Nur Shams, un campo profughi alle porte di Tulkarem da mesi teatro di frequenti raid dei militari.

Stamattina inoltre è spirato all’ospedale un 21enne, Tariq Shakhshir, ferito dieci giorni fa a Nablus. Il numero dei palestinesi uccisi da soldati e coloni israeliani dal 7 ottobre è salito a 314 e a 522 quelli dall’inizio dell’anno secondo i dati del ministero della Sanità palestinese. Pagine Esteri

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Liberati dagli elementi del mondo e resi figli


Gli elementi del mondo ci tengono in schiavitù! L'apostolo Paolo con elementi del mondo parla di tutte le credenze pagane di quel tempo che facevano paura agli esseri umani e insieme ci aggiunge il modo di intendere la legge mosaica in modo farisaico.
Ancora oggi molte persone vivono però la loro vita temendo gli elementi e le potenze del mondo o -sia pure in modo non religioso- si vogliono sentire perfetti rispetto agli altri.
Ebbene l'incarnazione di Gesù Cristo, solidale con la nostra umanità, ci libera e ci dà salvezza. Anzi ci fa divenire figli di Dio. E lo Spirito santo fa che non sia solo un'annuncio, ma una speranza viva e nuova energia per la nostra vita e ci fa essere in familiarità con il Signore.pastoredarchino.ch/2023/12/25/…


di Alfio Nicotra “I pirati della Selva” di Mario Balsamo (edizioni Red Star Press) ci ricordano la “modernità” della rivoluzione zapatista in Chiapas


La sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Firenze, che ha bloccato i 185 licenziamenti alla GKN di campi Bisenzio, è una vittoria dei lavoratori e de

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di Stefano Galieni* L'intero numero di Transform Italia di questa settimana è dedicato a quanto sta accadendo nel Vicino Oriente, in particolare in Palest


Favoloso


Bisognerebbe tornare a raccontare le favole. Non le frottole, che abbondano, le favole. Le favole dicono molto di noi stessi e dicono moltissimo quando non le si racconta ai più piccoli. Le festività non possono non ricordare il racconto di Natale per ecc

Bisognerebbe tornare a raccontare le favole. Non le frottole, che abbondano, le favole. Le favole dicono molto di noi stessi e dicono moltissimo quando non le si racconta ai più piccoli.

Le festività non possono non ricordare il racconto di Natale per eccellenza, il Canto scritto da Charles Dickens nel 1843, la storia di Ebenezer Scrooge: vecchio, solo, avaro. Quattro fantasmi lo vanno a visitare, nella notte di Natale. Il primo è quello del suo socio, che lo mette in guardia dalcontinuare a vivere come anche lui visse. Il secondo è il fantasma dei passati Natale, quando lui, piccolo, ancora ne gioiva. Il terzo è quello del Natale presente, che gli mostra la felicità del suo impiegato, che lui sfrutta e affama, con il figlio più piccolo gravemente malato, ma che si ritrova in famiglia, si vogliono bene e gli sono anche grati. Il quarto è il fantasma del futuro, nero come l’inferno. Scrooge non cambia perché toccato dalla redenzione, ma perché devastato dalla paura. Perché la paura c’è, nelle favole. Ed è nelle favole perché è nel mondo.

Il Pinocchio di Disney non mette paura, ma in quello di Collodi il burattino vede crepare davanti ai suoi occhi l’amico, Lucignolo, trasformato in ciuco. Stramazza per la fatica di tirare su il bindolo dal pozzo e lui, per sfamare il padre, prenderà il suo posto. Quel Geppetto che soffrì il freddo per comprargli i vestiti e i libri della scuola e patì la fame, per offrire al figlio anche i torsoli che aveva avanzato. Pinocchio non diventa un “bravo bambino” perché la fatina lo miracola, ma perché prova il dolore e la paura, perché subisce l’umiliazione del Grillo parlante, cui si rivolge chiedendo aiuto dopo avere provato a spiaccicarlo sul muro.

Pollicino non è la storia di un bambino che ritrova la strada di casa, ma quella di sette fratelli che i genitori vogliono abbandonare nel bosco, non avendo di che sfamarli, affinché muoiano di fame lontano dai loro occhi. Teneroni. Ma Pollicino prima li frega, tornando a casa, poi si perde, ma non si arrende. È il più grande, ha la responsabilità dei fratelli, vede una casa e una brava donna li sfama, ma è la moglie dell’Orco. Si ritrova a letto, nella stanza con le loro sette figlie, ma Pollicino sgama il pericolo e cambia i sette cappellini dei suoi fratelli con quelli delle orchine. L’Orco torna, sente l’odore dei bambini e, al buio, li sbrana. Ma mangia le proprie figlie. Ce la raccontavano per farci addormentare. Aveva un senso: hai già cenato, hai il tuo letto, i genitori non ti mollano, pensa a Pollicino e vedi di non creare problemi. Buona notte.

Cenerentola è una ragazza sfruttata da una megera che il padre, vedovo, sceglie come seconda moglie. Lei e le sue laide figlie ne fanno una sguattera, ma Cenerentola conserva candore innanzi al dolore. Biancaneve è un caso di tentato femminicidio ad opera di una donna, per il motivo più vecchio del mondo e che ricorda quanto assassine possano essere l’invidia e la gelosia. Tralascio Hänsel e Gretel, che la vecchia prova a ingrassare e quelli, in gabbia, approfittando del fatto che è guercia, gli fanno toccare un ossicino, per non essere macellati.

Le favole ci hanno insegnato che il male e la malvagità esistono. E possono essere sconfitti. È un grosso errore provare a togliere il male dalla vita dei bambini, perché il male è parte della realtà. Può sembrare protettivo tenerli all’oscuro del male, edulcorando le favole o sostituendole con i tablet che rilasciano a getto continuo storie insulse e frettolose, ma è protettivo degli adulti, che possono così rinunciare a fare la parte dura del mestiere di genitori.

I bambini dei cartoni Disney, bellissimi, sono oggi adulti. Molti di loro pensano che il male si possa cancellarlo cambiando canale o chiedendosi perché mai tutti non si voglia il bene. Una domanda fuori dalla storia e dalla realtà, che li colloca in un infantilismo senile che è la più trucedelle favole. Narrata a sé stessi. Riprendiamo i libri delle favole, quelli veri, aiuterà a capire il mondo.

La Ragione

L'articolo Favoloso proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Cent’anni di Associazione nazionale bersaglieri. Il calendario tra storia e rinnovamento


L’Associazione Nazionale Bersaglieri ha presentato il Calendario 2024 presso la Camera dei deputati, alla presenza del presidente nazionale, generale Ottavio Renzi; del vice presidente, generale Nunzio Paolucci; del generale Francesco Ceravolo e della cap

L’Associazione Nazionale Bersaglieri ha presentato il Calendario 2024 presso la Camera dei deputati, alla presenza del presidente nazionale, generale Ottavio Renzi; del vice presidente, generale Nunzio Paolucci; del generale Francesco Ceravolo e della capogruppo Commissione Difesa, Paola Maria Chiesa.

Come ricordato da Chiesa, “è la prima volta che un calendario viene presentato presso la sala stampa della Camera dei deputati – ed è solo l’inizio, visto che, come aggiunto dall’onorevole – ci saranno importanti novità per l’esibizione della fanfara in luoghi istituzionali”.

Il Calendario 2024 è stato illustrato dal generale Nunzio Paolucci che lo ha definito “particolare, perché nel 2024 scocca il centenario dell’Associazione, nata a Bologna nel 1924”. Infatti, dopo le prime due pagine dedicate ai saluti del ministro della Difesa, Guido Crosetto e del presidente dell’Associazione Francesco Ceravolo, il calendario ripercorre la storia dell’Associazione attraverso foto e descrizioni di momenti significativi.

Il valore della storia

I primi mesi sono dedicati alla storia dell’Associazione e ai valori del bersaglierismo. Nello specifico, il Calendario ripercorre la vita dell’Associazione dal primo dopoguerra, quando, come ricordato da Paolucci, “si è toccato il punto più basso del bersagliersmo, con solo dodici reggimenti attivi”, alla sua rifondazione a seguito del secondo conflitto mondiale.

…e dei simboli

Uno spazio significativo viene dedicato ai simboli, tra questi il Medagliere, definito dallo stesso generale, “il simbolo che racchiude la storia di tutti i bersaglieri”. Vengono infatti riportate tutte le 185 medaglie d’oro al valore militare che sono state concesse ai bersaglieri in servizio dalla fondazione del corpo durante il Risorgimento ai giorni nostri.

Tra i simboli ricordati nel Calendario 2024, non potevano mancare le Fanfare associative, più di settanta dislocate su tutto il territorio nazionale e considerate dal general Paolucci “un passe-par-tout per fare arrivare l’Associazione ai giovani”.

…per affacciarsi al futuro

Il calendario 2024 non vuole solo raccontare la storia, presenta anche delle informazioni sull’associazione e sui suoi sforzi di cambiamento e rinnovamento. Rinnovamento, questo, che passa da una maggiore presenza sul territorio attraverso un crescente impegno di protezione civile e un coinvolgimento della cittadinanza attraverso manifestazioni ed eventi sportivi. L’importanza di una maggiore presenza dell’Associazione è stata sottolineata anche dal generale Renzi, secondo cui “per tornare sulla scena nazionale, non possiamo essere legati solo alla memoria, ma dobbiamo andare verso altre direzioni”. Il generale ha poi concluso richiamando l’importanza della collaborazione tra i bersaglieri e le istituzioni per rafforzare la presenza del corpo e dell’associazione nel tessuto sociale nazionale, a partire dalle scuole.


formiche.net/2023/12/centanni-…



Etiopia non tutela i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo eritrei


La Commissione etiope per i diritti umani (ESMECO) ha annunciato che, a causa dell’interruzione della registrazione dei rifugiati ad Addis Abeba negli ultimi 3 anni, molti eritrei rifugiati in Etiopia hanno visto limitati i loro diritti di movimento e alc

La Commissione etiope per i diritti umani (ESMECO) ha annunciato che, a causa dell’interruzione della registrazione dei rifugiati ad Addis Abeba negli ultimi 3 anni, molti eritrei rifugiati in Etiopia hanno visto limitati i loro diritti di movimento e alcuni di loro sono stati arrestati . Secondo il rapporto pubblicato dalla commissione (2022/2023), più di 200 eritrei sono stati costretti a tornare in Eritrea dove temevano che ci sarebbe stato pericolo per la loro vita.

Molti eritrei sono stati arrestati e torturati

Il rapporto conteneva evidenze e preoccupazioni riguardo al trattamento dei diritti umani dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Ha ricordato inoltre che dopo l’instaurazione delle relazioni tra i governi di Etiopia ed Eritrea, molti rifugiati eritrei sono entrati in Etiopia. Tuttavia ha annunciato che gli eritrei sono ora in pericolo a causa della cessazione della registrazione dei rifugiati in territorio etiope.

La Commissione ha dichiarato di aver capito che gli eritrei sono attualmente detenuti in “mancanza di prove”, il loro diritto di muoversi liberamente è limitato e gli sforzi per fornire soluzioni permanenti ai loro problemi, compresa la protezione individuale e la protezione dei rifugiati, sono in pericolo. La Commissione ha aggiunto che il fatto che si tratti di rifugiati, richiedenti asilo o migranti senza indagini adeguate e senza che il loro caso sia preso legalmente in carico (così come l’abuso dei diritti umani se dovessero essere rimpatriati in Eritrea) sono contesti non presi in considerazione ed approfonditi dai responsabili.

Quando i servizi di registrazione e documenti per i rifugiati furono interrotti, il fatto che gli eritrei furono costretti a ritornare nel loro paese d’origine fu una delle violazioni dei diritti umani più gravi che la commissione avesse osservato ed ha spiegato di aver chiesto la fine della detenzione arbitraria di rifugiati e richiedenti asilo.

Nel suo lavoro di monitoraggio e indagine, l’ESMECO ha annunciato di aver monitorato e indagato la gestione dei diritti umani di oltre 650.000 rifugiati e richiedenti asilo in 17 campi e siti per rifugiati.

La Commissione ha affermato che nei campi profughi di Buramino e Helawyin nella regione somala, il servizio di carta d’identità precedentemente fornito ai rifugiati somali è stato interrotto e la maggior parte dei rifugiati non era in grado di muoversi liberamente poiché non aveva un documento d’identità. Anche se i rifugiati a cui è stata consegnata la carta d’identità hanno chiesto che la loro carta d’identità fosse rinnovata perché scaduta, non hanno ricevuto risposta dagli enti preposti, afferma il rapporto.

Sebbene il numero di persone che immigrano in Etiopia sia in aumento a causa dei conflitti su larga scala nei paesi vicini, la commissione ha annunciato che i nuovi immigrati non vengono adeguatamente protetti per vari motivi.

Sebbene il Servizio per i rifugiati e i rimpatriati abbia annunciato di aver iniziato a rilasciare carte d’identità ai rifugiati, nonché a emettere nuove carte d’identità, la Commissione ha dichiarato che la registrazione dei richiedenti asilo nella città di Addis Abeba non è iniziata fino al momento del rilascio dei richiedenti asilo dagli arresti arbitrari.

Il rapporto indica che alcuni rifugiati vengono arrestati quando si spostano da un posto all’altro a causa della sospensione dei servizi di carte d’identità, e che alcuni rifugiati cercano di spostarsi da una città all’altra utilizzando carte d’identità false e documenti medici di riferimento a causa del problema di ottenimento dei documenti legali.

Tra i rifugiati di Addis Abeba ai quali non è stata rinnovata la carta d’identità, oltre a limitare il loro diritto di spostarsi liberamente da un luogo all’altro, si segnala nel rapporto che sono stati arrestati.

ESMECO ha inoltre esortato a riprendere immediatamente la registrazione dei rifugiati ad Addis Abeba, sospesa da più di 3 anni.

Tra gli oltre 900.000 immigrati stranieri in Etiopia, 417.419 (45%) provengono dal Sud Sudan, 302.195 (31%) dalla Somalia, 167.391 (18%) dall’Eritrea, 50.564 (5%) dal Sudan e 4.034 (1%) dal Kenya.

Secondo i dati della Commissione, suddividendo il numero dei profughi e il loro insediamento per regione:

  • Gambella: 383.000
  • Somali Region: 301.000
  • Benishangul Gumuz: 79.000
  • Addis Abeba: 76.000
  • Afar: 58.0000
  • Amhara: 22.000
  • Ex nazioni e popoli del sud: 5.000
  • Oromia: 4.000
  • Tigray: 2.000
  • 14000 in varie località

Secondo il rapporto della Commissione, il sostegno fornito a donne, bambini, anziani e disabili non tiene conto dello stato di salute, dell’età, del sesso e della disabilità, e il sostegno fornito dal governo etiope e dalle organizzazioni non governative è molto limitato in termini di quantità e tipologia.


FONTE: ethiopianreporter.com/125350/


tommasin.org/blog/2023-12-27/e…

informapirata ⁂ reshared this.



Pubblicata oggi la manifestazione di interesse per estendere il Piano Welfare rivolto al personale della scuola e del MIM, includendo nuovi settori e prevedendo ulteriori agevolazioni.


Pidocchi, Migrazioni e Analisi Genetica


Una recente analisi sulla diversità genetica dei pidocchi umani rivela che questi parassiti sono arrivati nelle Americhe in due occasioni distinte: inizialmente con la migrazione umana attraverso lo Stretto di Bering e successivamente con laContinue reading

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La raccomandazione europea sull’insegnamento dell’informatica nella scuola


di Enrico Nardelli

Mercoledì 6 dicembre si è svolta alla Camera la conferenza stampa, organizzata dall’Intergruppo Innovazione (gruppo bipartisan di parlamentari che hanno a cuore i temi dell’innovazione), dedicata all'approvazione da parte del Consiglio dell'Unione Europea della proposta di Raccomandazione della Commissione Europea sull'insegnamento dell'informatica nella scuola. Per l'Intergruppo hanno partecipato il senatore Lorenzo Basso (PD) e i deputati Giulio Centemero (Lega) e Giulia Pastorella (Azione). Per il mondo produttivo: Agostino Santoni (vicepresidente per il digitale di Confindustria) e Giorgio Binda (presidente nazionale Unimatica di Confapi). Il video della conferenza stampa è disponibile a questo link.

Immagine/foto

La Raccomandazione approvata affronta la necessità di far sì che l'istruzione supporti la trasformazione digitale, fornendo le competenze necessarie a questo scopo. Pertanto, viene raccomandato a tutti gli Stati Membri di sviluppare un’istruzione di qualità in informatica nell’istruzione sia primaria che secondaria.

In modo più specifico, si raccomanda di:

  • inserire un insegnamento di alta qualità in informatica dall’inizio dell’educazione obbligatoria, avendo stabilito in modo chiaro gli obiettivi di apprendimento, il tempo dedicato e i metodi di valutazione, allo scopo di offrire a tutti gli studenti la possibilità di sviluppare le loro competenze digitali in modo scientificamente ben fondato,
  • far sì che l’insegnamento dell’informatica sia erogato da insegnanti qualificati, che abbiano a disposizione risorse didattiche di qualità, approcci didattici ben fondati, e appropriati metodi di valutazione degli obiettivi di apprendimento.

Si manifesta quindi chiaramente a tutti gli Stati Membri la necessità di avere l’informatica come disciplina scientifica fondamentale per l’istruzione di tutti i cittadini nel 21-mo secolo. È un’indicazione quanto mai opportuna. Ricordiamo infatti che, con il passare da una società agricola ad una società industriale, il processo educativo delle persone è mutato, introducendo nell’istruzione obbligatoria elementi di quelle scienze (fisica, biologia, chimica, …) che sono alla base di ogni macchina industriale. Analogamente, nel passaggio dalla società industriale alla società digitale è necessario aggiungere nell’istruzione obbligatoria lo studio dell’informatica, indispensabile per comprendere le macchine digitali.

Questa raccomandazione è dunque una svolta epocale, che speriamo serva ad avviare finalmente in tutti i Paesi Europei una seria attività di formazione sull’informatica nella scuola. Ricordo che l’istruzione è una materia di competenza degli Stati Membri, per cui il ruolo dell’Unione Europea rimane sussidiario.

Tutti gli intervenuti sono stati concordi nel ribadire l’auspicio che in Italia venga avviata nella scuola un’intensa attività educativa in questa direzione, sottolineando l’importanza di fare sistema tra pubblico e privato.

In Italia, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha già da tempo dichiarato di voler rafforzare le preparazione scolastica nelle materie scientifiche, obiettivo quanto mai meritorio. Inoltre, dal momento che questa proposta della Commissione indica in modo evidente l’informatica come la materia scientifica alla base della preparazione per la società digitale, sarebbe opportuno integrare quanto previsto in tale settore, anche nell’ambito del PNRR, dove sono discusse solo le competenze operative di utilizzo della tecnologia digitale.

A questo fine, nella missione M4 (Istruzione e Ricerca) del PNRR è presente la sotto-componente C1.3 (Ampliamento delle competenze e potenziamento delle infrastrutture), che prevede l’investimento 3.1 (Nuove competenze e nuovi linguaggi), con l’obiettivo di «promuovere l’integrazione, all’interno dei curricula di tutti i cicli scolastici, di attività, metodologie e contenuti volti a sviluppare le competenze STEM, digitali e di innovazione», con a disposizione fondi per 1.100 milioni di euro.

Con il DM n.184 del 2023 sono state pubblicate le linee guida STEM, che danno solo indicazioni, necessariamente non dettagliate, su cosa fare relativamente alle competenze digitali. A tal proposito, si fa notare che il Laboratorio Informatica e Scuola del CINI, il Consorzio che raggruppa più di 50 università statali italiane attive nel settore dell’informatica ed è quindi l’istituzione di riferimento in Italia per la formazione in informatica, aveva preparato, già da dicembre 2017, una proposta molto dettagliata dei traguardi di competenze e degli obiettivi di apprendimento per l’insegnamento dell’informatica in tutte le fasce dell’istruzione obbligatoria, che viene citata in una nota delle linee guida stesse.

Il Ministero, con DM n.65 del 12 aprile 2023, ha già assegnato 600 milioni di euro alle scuole per lo sviluppo delle competenze STEM degli studenti: ogni istituto dovrà preparare i relativi progetti seguendo tali linee guida. Osserviamo preliminarmente che, per garantire sostenibilità nel lungo periodo ai processi di trasformazione digitale, in aggiunta alla formazione degli studenti è necessaria quella degli insegnanti, così da consentire di preparare i ragazzi anche negli anni successivi ai fondi PNRR. Inoltre, riteniamo che per aumentare l’efficacia dell’azione ministeriale occorra fornire agli istituti coinvolti, ben inteso senza ledere l’autonomia scolastica, indicazioni precise sui contenuti.

In quest’ottica, è utile guardare a chi, dei grandi paesi Europei, ha affrontato questo snodo prima di noi e può quindi indicarci una strada. Vi è l’esempio del Regno Unito. Nell’a.s. 2014-15 aveva inserito un curricolo di informatica obbligatorio per tutte le scuole. Nel novembre 2017 un rapporto della Royal Society aveva evidenziato che però la situazione era addirittura peggiorata. Allora nel novembre 2018 il governo ha deciso uno stanziamento di 84 milioni di sterline per la creazione, concretizzatasi nel 2019, di un istituto nazionale per l’insegnamento dell’informatica, il National Centre for Computing Education, che sta per essere rifinanziato.

Sulla linea di investimento 3.1 dovrebbero essere rimasti fondi in quantità sufficiente per un intervento di questo genere, imprescindibile se si vuol preparare il Paese alla transizione digitale.

È quindi indispensabile una chiara determinazione in questa direzione da parte della politica, che sia anche supportata da intese larghe e trasversali, per guidare una trasformazione che richiederà almeno un decennio per essere completata. Solo così potremo garantire alle future generazioni la possibilità di governare il loro futuro digitale.
--
Versione originale pubblicata su "StartMAG" il 23 dicembre 2023.


link-and-think.blogspot.com/20…

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in reply to Marco Bresciani

@Marco Bresciani stiamo parlando di Enrico Nardelli, che della didattica dell'informatica ne ha fatto una battaglia da anni
in reply to Informa Pirata

E son gli altri che mi preoccupano... ministri e politici sparsi... 😒


GAZA. Un giorno nella vita di una madre e di sua figlia


Viviamo ammassati in un piccolo locale. C'è una competizione non dichiarata per l'acqua del bagno. C'è una competizione per il pane che ci arriva, un modo di vivere molto disumano L'articolo GAZA. Un giorno nella vita di una madre e di sua figlia provien

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di Azhaar Amayreh – Mondoweiss

(foto di Archivio)

Nonostante i continui bombardamenti israeliani, i bombardamenti, il terrore che si diffonde nell’aria da vicino e da lontano, in qualche modo, essendo una creatura abitudinaria, mi sveglio alla chiamata alla preghiera, ogni mattina presto. E dopo essermi prostrata in direzione della Mecca, in direzione della mia fede nell’Onnipotente, la domanda immediata che si impone alla mia mente, ogni volta che si fa la preghiera del Fajr, è: come e da dove oggi io, giovane donna palestinese, giovane madre palestinese, mi assicurerò il cibo necessario e l’acqua preziosa per me e per mia figlia di sei anni. Sempre che riusciamo a sopravvivere fino al tramonto e oltre, con la grazia dell’Onnipotente, al quale sono profondamente fedele in quanto musulmana osservante.

Poi c’è una corsa folle per riempire d’acqua le nostre taniche di plastica da un litro. La quota assegnata alla mia famiglia ieri è stata di pochi litri di acqua sporca e sudicia per il giorno successivo. Siamo sei adulti, oltre ai piccoli, i bambini, ammassati in questo piccolo appartamento fatiscente. Questo è il nostro attuale rifugio da tutta la morte, la distruzione e l’inimmaginabile, semplicemente indicibile sofferenza umana che ci circonda. Usiamo questa preziosa acqua assegnata per lavarci rapidamente con le spugne e per il bucato, che ci sembra un lusso stravagante. È un lusso apparentemente stravagante, che mi costa una faticosa scalata quotidiana dal piano terra fino al quinto piano dell’edificio, senza elettricità e senza ascensore funzionante. Trascinare tutta quest’acqua pesante ma preziosa come una bestia da soma e tenere costantemente d’occhio la mia bambina che si aggrappa, si avvinghia a qualche parte dei miei vestiti, e mi accompagna. Questa assillante e costante paura che, molto probabilmente, potrebbe esserci un attacco missilistico dal cielo e tutto sarebbe finito in un attimo. Non solo per me, ma per tutti, da terra fino al quinto piano.

Una normale visita alla toilette deve essere programmata, pianificata e pensata con precisione per non sprecare acqua: è un equilibrio costante tra un normale impulso umano, il mantenimento della propria salute mentale e la possibilità di perdere tutto in un attimo (acqua, vita e persone care).

I sei adulti di questo bilocale fanno i turni per andare in bagno, per fare una specie di doccia con le spugne, per prendersi cura dei rispettivi figli, per mantenere una certa dignità umana e un minimo di igiene. C’è una competizione non dichiarata per l’acqua del bagno. C’è una competizione per il pane che ci arriva, una competizione molto sgradevole, un modo di vivere molto disumano: tanti adulti sono costretti a scrutarsi, a predarsi a vicenda le misere fette di pane e le lenticchie, se sono disponibili quel giorno. Il prezzo della farina di frumento è altissimo, ammesso che sia disponibile; oggi a Gaza non ci si può permettere la farina di frumento se si è il Jack o Jill medio, ordinario. La farina per fare il pane, per nutrire il vostro stomaco affamato, non è per voi.

Proprio ieri, la mia bambina aveva tanta fame, ma non sono riuscita a ottenere nulla da nessuno degli operatori umanitari, che si presentano sempre meno spesso in questa zona. E, vergognandomi, le ho chiesto di correre nell’appartamento vicino, allo stesso piano, per chiedere un po’ di pane. La bambina di sei anni, su suggerimento della madre, si è avvicinata ai vicini, ma è tornata indietro altrettanto rapidamente. E’ tornata piangendo e ha detto: “Mamma, i vicini mi hanno severamente vietato di presentarmi alla loro porta per chiedere qualcosa di prezioso come il pane da mangiare”.

Sembra sempre più probabile, quasi sicuro, che non riusciremo ad uscire vive da qui, vista la scarica di ordigni e bombardamenti diretti contro di noi da ogni direzione immaginabile. Nel caso in cui non ce la facessimo, spero che quando saremo fisicamente morte, qualcuno là fuori comprenderà l’inferno che io e mia figlia abbiamo passato nei nostri ultimi giorni, sperando solo in qualche pezzo di pane fresco, in una zuppa calda, in un po’ di frutta succosa, ma desiderando soprattutto un po’ d’acqua pulita per bere e pulirci, lavarci – i nostri bisogni umani così basilari e così terreni.

E ciò che mi ha fatto andare avanti fino all’ultimo sono tre cose: la mia fede in Dio, l’amore per la mia giovane figlia e il sangue palestinese che mi scorre nelle vene.

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L'articolo GAZA. Un giorno nella vita di una madre e di sua figlia proviene da Pagine Esteri.




Pietro Ingrao* Sono lieto di portare qui, alla classe operaia della Terni, a voi che siete qui presenti, alle vostre famiglie, alla grande tradizione di lavo


EEE, avvelenamento dei pozzi, mietitura dei dati e sostituzione etnica: ecco i quattro rischi esistenziali che Threads può determinare per il fediverso ed ecco perché il Fediverso ce la può fare

Rimanere ingarbugliati nei "threads": sta per caderci il cielo addosso o si apre un nuovo mondo?

Il cambiamento spaventa, soprattutto quando tanti dettagli sembrano cambiare direzione e polarità. Il fatto che #Threads faccia parte di questo posto sembra un paradosso per alcuni e un sacrilegio per altri. Nessuno di noi vuole vedere il #Fediverso trasformarsi in una discarica tossica per il peggio che i social media hanno da offrire. Nessuno vuole che i Google del mondo dirottino uno standard Internet.


I "threads", i fili che ingarbugliano l'ambiente

@Che succede nel Fediverso?

Sean Tilley fa parte del social web federato da oltre 15 anni, a partire dalle sue esperienze con Identi.ca nel 2008. Sean è stato coinvolto nel progetto Diaspora come Community Manager dal 2011 al 2013 e ha aiutato il progetto a muoversi ad un modello autogovernato. Da allora, Sean ha continuato a studiare, discutere e documentare l'evoluzione dello spazio e delle nuove piattaforme che sono sorte al suo interno.

wedistribute.org/2023/12/tangl…

Questa voce è stata modificata (1 anno fa)

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in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

La mia risposta è la solita, cioè no. È chiaro il piano di Meta, quindi dobbiamo tutti rinunciare ad una pacifica convivenza.


130 anni di Mao Zedong 


130 anni di Mao Zedong mao zedong copertina
Il 26 dicembre ricorre il 130° anniversario dalla nascita del Grande timoniere. Ma in Cina questa ricorrenza ha perso i connotati di culto della personalità che aveva caratterizzato gli ultimi anni di vita del leader cinese. Ma la sua figura è ancora oggi un’icona tra il sacro e il profano

L'articolo 130 anni di Mao Zedong proviene da China Files.





Le persone felici non possono essere monetizzate: ecco perché le big tech hanno bisogno di algoritmi per tenervi infelici, arrabbiati o spaventati. Resistete. Siate felici.

#Mastodon è un social di cose belle perchè celebriamo le cose belle che ci accadono tutti i giorni anche con un hashtag: #cosebelle

In molti social la negatività e l'esasperazione dell'aggressività sono dominanti, creiamo invece un filo comune di positività che ci circondi e condividiamolo con gli altri!




Pratica applicazione open source self host per prendere appunti e catturare pensieri


Ormai da molti mesi sul mio NAS Synology DS220+ ho installato Memos un blocco note online per prendere appunti personali e decidere se condivedere pubblicamente.
Molto più di una semplice app per prendere appunti, ma una vera instanza che gira in selfhosting accessibile da qualunque browser.
Devo dire che le risorse occupate sono pressochè nulle e mi piace l’idea di salvare idee e appunti privatamente ma allo stesso tempo decidere se rendere pubblico il memos.
È disponibile perfino un’app di terze parti per android e l'integrazione con Telegram Bot per inviare memos direttamente all'instanza Memos

usememos.com/

Emanuele reshared this.



Interagire con GPT da terminale con tgpt


tgpt è uno strumento CLI (interfaccia a riga di comando) multipiattaforma che ti consente di utilizzare il chatbot AI nel tuo terminale senza richiedere chiavi API.

github.com/aandrew-me/tgpt

Emanuele reshared this.



James Webb, due anni nello spazio! Ecco le più importanti scoperte degli ultimi due anni l AstroSpace

"Nel corso di questi due anni trascorsi dal lancio, il telescopio ha attraversato mesi di test, dato il via alle attività scientifiche all’inizio dell’estate 2022, e sondato il cosmo vicino e lontano con il suo potente occhio infrarosso. Ciò ha consentito agli scienziati di compiere scoperte straordinarie, anche completamente rivoluzionarie, sul nostro Universo. E ci ha regalato dei mosaici colorati e ricchissimi di dettagli (e di scienza) di molti oggetti cosmici, tra pianeti, galassie, nebulose e sorgenti primordiali."

astrospace.it/2023/12/25/james…



🎄Buone feste a tutte e a tutti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito!

Qui il videomessaggio del Ministro Giuseppe Valditara ▶️
youtu.be/aj4NHcUHv4Y



Allarme rosso: stanno sfasciando la sanità pubblica l Contropiano

«Nell’anno che sta volgendo a conclusione, più di 3 milioni di cittadini hanno rinunciato a curarsi per mancanza di risorse. Il 21% degli italiani, poi, risparmia denaro per poter effettuare prestazioni sanitarie mentre un italiano su quattro (23%) “drammaticamente non riesce a risparmiare denaro per far fronte alle spese sanitarie”.

E sono tornate ad affacciarsi, con campagne pubblicitarie aggressive, le grandi compagnie di assicurazioni, anche grazie al lavoro di sponda offerto dai sindacati complici: il 17% della popolazione ne ha sottoscritta una.»

contropiano.org/news/politica-…



Regalo di Natale! Rilasciata la nuova versione di Friendica “Yellow Archangel” 2023.12: tra le novità, il supporto bidirezionale per Bluesky e nuove funzioni di moderazione

@Che succede nel Fediverso?

Siamo molto felici di annunciare la disponibilità della nuova versione stabile di Friendica “Yellow Archangel” 2023.12. Finalmente concludiamo le modifiche da maggio: i punti salienti di questa versione sono

1. il connettore bluesky è stato reso bidirezionale,
2. i rapporti di moderazione ora possono essere inviati dagli utenti ed esaminati dagli amministratori del nodo,
3. i gruppi definiti dall'utente ora sono chiamati Cerchie e gli account del forum sono ora account di gruppo e, ultimo ma non meno importante, gli utenti ora hanno un controllo migliore sui propri flussi di rete con la nuova funzionalità Canali .

Tieni presente che la versione minima di PHP per Friendica è stata portata a PHP 7.4 con questa versione.


Friendica 2023.12 released

We are very happy to announce the availability of the new stable release of Friendica “Yellow Archangel” 2023.12. Finally wrapping up the changes since May – the highlights of this release are

  • the bluesky connector has been made bi-directional,
  • moderation reports can now be send by users and reviewed by the node admins,
  • user defined groups are now called Circles and forum accounts are now Group accounts, and last but not least
  • users now have a better control over their network streams with the new Channels feature.

Note that the minimal PHP version for Friendica was raised to PHP 7.4 with this release.

For details, please the CHANGELOG file in the repository.

What is Friendica


Friendica is a decentralized communications platform, you can use to host your own social media server that integrates with independent social networking platforms (like the Fediverse or Diaspora*) but also some commercial ones like Tumblr.

How to Update

Updating from old Friendica versions


If you are updating from an older version than the 2022.12 release, please first update your Friendica instance to that version as it contained some breaking changes.

Pre-Update Procedures


Ensure that the last backup of your Friendica installation was done recently.

Using Git


Updating from the git repositories should only involve a pull from the Friendica core repository and addons repository, regardless of the branch (stable or develop) you are using. Remember to update the dependencies with composer as well. So, assuming that you are on the stable branch, the commands to update your installation to the 2023.12 release would be
cd friendica
git pull
bin/composer.phar install --no-dev
cd addon
git pull
If you want to use a different branch than the stable one, you need to fetch and checkout the branch before your perform the git pull.

Pulling in the dependencies with composer will show some deprecation warning, we will be working on that in the upcoming release.

Using the Archive Files


If you had downloaded the source files in an archive file (tar.gz) please download the current version of the archive from friendica-full-2023.12.tar.gz (sha256) and friendica-addons 2023.12.tar.gz (sha256)) and unpack it on your local computer.

As many files got deleted or moved around, please upload the unpacked files to a new directory on your server (say friendica_new) and copy over your existing configuration (config/local.config.php and config/addon.config.php) and .htaccess files. Afterwards rename your current Friendica directory (e.g. friendica) to friendica_old and friendica_new to friendica.

The files of the dependencies are included in the archive (make sure you are using the friendica-full-2023.12 archive), so you don’t have to worry about them.

Post Update Tasks


The database update should be applied automatically, but sometimes it gets stuck. If you encounter this, please initiate the DB update manually from the command line by running the script
bin/console dbstructure update
from the base of your Friendica installation. If the output contains any error message, please let us know using the channels mentioned below.

Please note, that some of the changes to the database structure will take some time to be applied, depending on the size of your Friendica database.

Known Issues


Following the release of Friendica 2023.12 the following issues were reported:

  • S3 addon unusable [13760]


How to Contribute


If you want to contribute to the project, you don’t need to have coding experience. There are a number of tasks listed in the issue tracker with the label “Junior Jobs” we think are good for new contributors. But you are by no means limited to these – if you find a solution to a problem (even a new one) please make a pull request at github or let us know in the development forum.

Contribution to Friendica is also not limited to coding. Any contribution to the documentation, the translation or advertisement materials is welcome or reporting a problem. You don’t need to deal with Git(Hub) or Transifex if you don’t like to. Just get in touch with us and we will get the materials to the appropriate places.

Thanks everyone who helped making this release possible, and especially to all the new contributors to Friendica, and have fun!


friendi.ca/2023/12/24/friendic…




di Emiliano Brancaccio - Sconfitta europea. Appena pochi anni fa Giorgia Meloni e gli altri «sovranisti» del suo governo ancora sbandieravano l’incon