La Somalia respinge l’accordo tra Etiopia e Somaliland per lo sbocco sul mare
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Pagine Esteri, 2 gennaio 2023. Lunedì l’Etiopia aveva firmato un accordo con l’autoproclamato stato del Somaliland per ottenere il tanto agognato sbocco sul mare. In cambio Addis Abeba ha promesso di essere il primo Stato a riconoscere l’indipendenza del Somaliland.
La notizia dell’intesa non è stata colta con favore dal presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud, il quale ha immediatamente richiamato l’ambasciatore in Etiopia e il suo predecessore. La dichiarazione ufficiale di oggi è che l’accordo non viene riconosciuto in quanto non ha valore legale.
Il dialogo tra Mogadiscio e il leader del Somaliland, Muse Bihi Abdi, era ripreso proprio negli ultimi tempi. Ma la notizia dell’accordo ha scatenato le ire di Hassan Sheikh Mohamud e le conseguenze potrebbero addirittura portare a un nuovo conflitto nel Corno d’Africa.
Lo sbocco sul mare è sempre stato considerato una necessità primaria per l’Etiopia e oggi, in cambio del riconoscimento del Somaliland, l’accesso al Mar Rosso potrebbe diventare davvero possibile. Ma non senza conseguenze. Pagine Esteri
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A Gaza i morti sono 22 mila. Nuovi attacchi in Cisgiordania
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di Redazione
Pagine Esteri, 2 gennaio 2023 – All’88° giorno di attacchi israeliani su Gaza il bilancio delle vittime palestinesi nella Striscia è salito ufficialmente a 22.185, in gran parte civili.
Nelle ultime ore i bombardamenti si sono intensificati soprattutto nella parte centrale e meridionale di Gaza mentre l’esercito israeliano continua ad espandere la sua offensiva di terra anche se ha annunciato che ritirerà alcune delle sue truppe dal nord di Gaza all’interno di un piano di ridispiegamento del suo schieramento militare deciso dai comandi di Tel Aviv. “Alcune unità di riservisti torneranno a casa questa settimana, sapendo che la guerra continua e che avremo ancora bisogno di loro nel 2024” ha spiegato il portavoce delle forze occupanti Daniel Hagari.
Oggi secondo i comandi militari israeliani sarebbe morto un soldato israeliano di 21 anni, portando a 174 il bilancio ufficiale dei militari di Tel Aviv uccisi negli scontri all’interno della Striscia di Gaza dall’inizio delle operazioni di terra.
Intanto all’estremità meridionale della Striscia, a Rafah, la popolazione teme l’ingresso di forze israeliane di terra che potrebbero posizionarsi al confine con l’Egitto.
Tra i raid più sanguinosi realizzati nelle ultime ore i media palestinesi segnalano un attacco aereo israeliano che ha ucciso 15 palestinesi a Deir el-Balah, nel centro di Gaza. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, sono 4.156 gli studenti palestinesi uccisi dalle forze israeliane dal 7 ottobre. Negli ultimi tre mesi nel territorio occupato sono state bombardate e danneggiate almeno 381 scuole.
Le forze occupanti hanno intensificato anche gli attacchi in Cisgiordania. L’esercito israeliano ha ucciso almeno cinque palestinesi nel corso di un raid realizzato all’alba di oggi nella città di Azzun (Qalqilia), nel nord del territorio occupato.
Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa stamattina una forza militare israeliana ha preso d’assalto Azzun e sono scoppiati scontri tra i giovani palestinesi e i soldati. Per disperdere i manifestanti l’esercito israeliano ha sparato granate stordenti, candelotti lacrimogeni e proiettili veri. Poi, i militari hanno circondato quattro giovani in un edificio residenziale e li hanno uccisi.
Dal 7 ottobre, giorno del blitz di Hamas contro Israele, almeno 320 palestinesi sono stati uccisi dall’esercito e dai coloni israeliani, mentre circa 5.000 sono stati detenuti illegalmente.
Anche al confine tra Israele e Libano vanno avanti gli scontri con Hezbollah.L’esercito israeliano afferma che 5 soldati sono rimasti feriti negli ultimi attacchi delle milizie sciite libanesi che invece avrebbero perso 4 combattenti. Il governo israeliano starebbe progettando la realizzazione di un muro nel nord del paese per impedire a Hezbollah di bersagliare l’Alta Galilea con i razzi anticarro.
Intanto, secondo il giornale kuwaitiano “Al Rai”, domani il segretario generale del movimento libanese, Hassan Nasrallah, dovrebbe tenere domani un discorso a proposito della crisi apertasi il 7 ottobre, in occasione del quarto anniversario dell’uccisione del comandante dei Guardiani della rivoluzione iraniani, Qassem Soleimani. – Pagine Esteri
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Raymundo
Per ciascuna delle ragioni che ha e che espone, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ci pone dei dubbi. Nella lunga intervista con cui ha chiuso l’anno, rilasciata a “Il Sole 24 Ore”, si sente il tono e si scorge il contenuto di chi è stato ministro nel governo di Mario Draghi. Il che non è in contraddizione con le origini dell’impostazione leghista, che il ministro ricorda essere la sua sola casa: Umberto Bossi pose il problema dell’ingresso della Padania nell’euro, anche ove l’Italia avesse ritardato quella scelta. Aveva senso e coerenza: basta con lo scialacquio assistenzialista, basta con le pensioni a chi non aveva lavorato abbastanza, basta con la spesa corrente improduttiva sulle spalle di chi lavora, intraprende e paga le tasse. Ma è difficile che Giorgetti non si sia accorto che la sua casa ha cambiato non soltanto arredamento ma anche indirizzo.
Al punto che, leggendo quelle sue sagge parole, è tornato alla mente un personaggio creato dalla surreale fantasia di Mario Marenco: il comandante spagnolo «catapultado» nello spazio e perso in orbita, senza più la possibilità di tornare indietro. Irrompeva ad “Alto Gradimento” e berciava: «Olè! Bastardos, cornudos! Esto è el comandante Raymundo Navarro, non te siento … abla fuerte! Ocho anos che roteo como asino vagabundo, como disgrasiados, in esto trabiculometalico. Todo esto payses internationales, todo esto payses auropeos che habencombinato esta superior y monumental vacada. No tiengo alimentos, compriende. No tiengo muchacha. Estos cornudos, chi haben combianto esto mecanismos, pieno de bucones esto colabrodo».
Dice Giorgetti che non è questione (soltanto) di patto di stabilità e regole europee: l’Italia deve ridurre il proprio mostruoso debito pubblico perché pensare di allargarlo è da drogati fuori di testa. Giusto, ma si ricorda di essere stato eletto nelle liste di un partito che chiedeva lo sfondamento del debito e del deficit? Ricorda la buffonata del deficit al 2,4%, diventato 2,04% all’epoca del primo governo Conte di cui il suo partito era pilastro? Sono le medesime persone e posizioni di oggi e ci vuole tanta fede per credere che a prevalere possa essere la linea di Giorgetti. Tanto più che ha appena finito di perdere, perché ricorda che nella bocciatura della legge di conversione del Meccanismo europeo di stabilità non si sono fatte valere obiezioni serie, fattuali ed economiche ma solo pulsioni politiche. Appunto, e lui è finito in minoranza – contemporaneamente – in Parlamento, al governo e nel suo partito. E dopo esserci finito avverte: ci saranno delle conseguenze. Eccome, magari poteva valere la pena dirlo prima.
Comunica che è stato un successo del suo negoziare l’avere posticipato al 2027 le regole più rigide di rientro dal debito: «smaltito il grosso dell’eredità superbonus». Ovvero quello che il suo partito (assieme agli altri) chiese di prolungare e non restringere, quando Draghi ci provò. Si potrebbe osservare che hanno appena varato un decreto di proroga, ma è osservazione sbagliata, perché quella è soltanto una presa in giro di Forza Italia. L’obiezione è un’altra: in attesa del 2027 il debito cala in percentuale sul Prodotto interno lordo? Nella legge di bilancio dicono di sì, ma sulla base di presupposti (crescita all’1,2%) che si sapeva essere falsi anche quando li approvavano. Dice Giorgetti: possiamo farcela, se caleranno i tassi. Il mercato già sconta quel calo, ma se quella è la sua sola speranza è segno che non crede nell’azione del governo di cui è ministro.
Il problema non è né Giorgetti (persona seria) né di Giorgetti (che se la veda lui con i leghisti che propagandano voluttuosamente la droga psichedelica del debito). Il problema è nostro perché, se all’economia presiede chi vede bene gli errori che si commettono ma non riesce a fermarli ed evitarli – acconciandosi, per rimanere in casa Arbore, a Ferrini di destra («Non capisco, ma mi adeguo») – le conseguenze non le paga lui, ma noi contribuenti e produttori.
La Ragione
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Decalogo liberale contro le ordinanze sbattute in prima pagina
In questi giorni la liaison tra alcuni pm e certi giornali, con M5s e Pd a rimorchio, si manifesta in tutta la sua solidità, e giunge al punto di capovolgere radicalmente la realtà. Penso al pubblico ministero che si spinge a sostenere che gli arrestati saranno desaparecidos della cui sorte non si potrà dare notizia, scordando che la norma prevede ben altro. O all’ex vicepresidente della Consulta, che giudica la norma incostituzionale, scordando che fino al 2017 era già così, senza che la Corte costituzionale abbia mosso censure. O a coloro che sollecitano l’Ue a intervenire, scordandosi che è proprio la direttiva europea sulla presunzione d’innocenza a chiedere agli stati una comunicazione giudiziaria rispettosa di tale principio. O a quelli che ci fanno credere che la pubblicazione di centinaia di pagine di ordinanze zeppe di brani intercettati e informative, ancor prima dell’interrogatorio, ancor prima del vaglio del riesame, ancor prima della chiusura delle indagini, sia a tutela dell’indagato, che dovrebbe così ringraziare i giornali notoriamente soliti fare il contropelo alle accuse contenute negli atti giudiziari. O al sindacato dei giornalisti che invita a disertare la conferenza stampa della premier, buttando a mare, loro sì, quel diritto di cronaca e quel diritto di essere informati che accendono e spengono a singhiozzo, secondo le convenienze del momento.
Hanno tirato in ballo la dittatura, il Medioevo, la Cina. Avere contro, con attacchi durissimi, categorie che messe insieme hanno una forza dirompente, non è facile. Ma vado avanti convinto di essere nel giusto e ne spiego le ragioni.
1. Le ordinanze di custodia cautelare emesse durante le indagini sono atti anche di centinaia di pagine dal contenuto delicatissimo; infatti, per motivarle, i giudici vi inseriscono testi di intercettazioni telefoniche, verbali di sommarie informazioni, riferimenti espliciti a relazioni di polizia giudiziaria ed espressioni nette sulla colpevolezza dell’indagato come “capacità criminale” o altre analoghe, in linea con la prospettazione accusatoria;
2. Le ordinanze cautelari che intervengono durante le indagini preliminari – a differenza di ogni altro atto di indagine preliminare che, anche se non più “segreto” perché notificato al destinatario, non è mai pubblicabile alla lettera – sono subito pubblicabili integralmente, dalla A alla Z, sui giornali o sul web; così queste ordinanze vengono distribuite ai giornalisti direttamente dal pm. Spesso in rete si trovano i pdf di questi atti. Con il paradosso che i cronisti, alla luce della direttiva europea, possono ottenere sobri comunicati stampa dal procuratore capo, ma riportare integralmente un atto giudiziario lungo come un libro;
3. Le ordinanze di custodia cautelare sono quindi pubblicabili integralmente e “alla lettera” addirittura prima del vaglio del Riesame e della Cassazione che talvolta le annullano;
4. Il codice di procedura penale aveva ben chiari questi e altri aspetti e vietava la pubblicazione integrale delle ordinanze cautelari. Oggi è consentita per effetto di una modifica dell’articolo 114 Cpp intervenuta nel 2017; ancora oggi la maggioranza degli atti di indagine preliminare, anche se “notificati”, non sono pubblicabili integralmente;
5. I pm, anche contando sul fatto che le ordinanze di arresto sono pubblicabili “tra virgolette”, arricchiscono le loro richieste con particolari “coloriti” o con brani di intercettazioni “a effetto”, che il gip spesso riporta pedissequamente; così dribblano la norma sulla comunicazione sobria e ottengono il clamore mediatico, condizionando l’opinione pubblica; non escludo che taluni scelgano la strada dell’ordinanza di custodia cautelare proprio per il suo regime mediatico;
6. Le ordinanze di custodia cautelare contengono solo le accuse; la voce della difesa non c’è, perché la difesa al limite ricorrerà quando saranno già su tutti i giornali;
7. E’ evidente che una persona schiacciata da un simile “peso” reso pubblico con centinaia di pagine di motivazioni, quand’anche ottenesse, dopo settimane, l’annullamento dal riesame o, dopo mesi, l’archiviazione non riuscirebbe a capovolgere il racconto. Peggio ancora se arrivasse un’assoluzione dopo anni;
8. L’ordinanza di custodia cautelare è un atto del procedimento penale indirizzato a una persona che è presunta innocente; la direttiva europea stabilisce che la comunicazione giudiziaria deve essere rispettosa della presunzione di innocenza. Pubblicare alla lettera le ordinanze piene di accuse non vagliate dal Riesame o dalla Cassazione, durante le indagini, ancor prima che la persona sia interrogata e la difesa esponga le sue argomentazioni, entra in contrasto con la presunzione di innocenza;
9. Le oltre 30 mila persone arrestate ingiustamente dal 1992 a oggi (in realtà molte di più, quasi 100 mila, perché molte non hanno richiesto o ottenuto il risarcimento) hanno tutte ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare e poi, dopo anni, la riparazione per ingiusta detenzione;
10. Un conto è pubblicare una notizia sull’indagine dando conto delle contestazioni e delle misure cautelari, spiegando gli addebiti, altro è pubblicare un libro fitto di particolari ancora tutti da verificare in piena fase di indagini preliminari, alimentando giornali che campano di marketing giudiziario.
In conclusione, la norma approvata dalla Camera è un giusto bilanciamento tra il diritto di cronaca, il diritto di essere informati e la presunzione di innocenza. Se per molti magistrati gli indagati sono solo “numeri”, se per alcuni giornalisti sono solo “notizie”, per un liberale sono persone in carne e ossa, che spesso si rivelano innocenti, ma anche quando non lo sono hanno il diritto a essere giudicate dal tribunale e non sulla piazza o sulla stampa.
E lo stato, quando chiama qualcuno a rispondere di un reato, ha il dovere di garantire che se quella persona ne esce da innocente, abbia la stessa reputazione e immagine che aveva prima di entrare nell’ingranaggio giudiziario. E oggi quell’ordinanza sbattuta in prima pagina è una macchia indelebile. Il marketing giudiziario è quanto di più illiberale, arbitrario, incivile.
Finché avrò voce difenderò questa norma approvata dalla Camera, e ringrazio i tanti che lo fanno al mio fianco.
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VIDEO BEIRUT. Leader di Hamas ucciso da un’esplosione
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BREAKING NEWS
Pagine Esteri, 2 gennaio 2023. Pochi minuti fa nell’area meridionale della di città di Beirut in Libano, un’esplosione improvvisa, probabilmente esito dell’attacco di un drone, ha causato la morte di diverse persone.
Tra di loro Saleh al-Arouri, importante leader di Hamas. La notizia è stata confermata dal movimento libanese Hezbollah, che accusa Israele di aver eseguito un omicidio mirato. Tel Aviv si rifiuta di commentare l’accaduto ma politici e vari portavoce del governo hanno espresso grande soddisfazione
Saleh al-Arouri, il leader di Hamas ucciso in un attacco a Beirut
Saleh al-Arouri, 57 anni, era considerato il leader di Hamas in Cisgiordania. 57 anni, era stato rilasciato nel 2010, dopo aver scontato diversi anni nelle carceri israeliane. Sposatosi a Beirut, molto vicino a Hezbollah, seguiva dal Libano le operazioni militari di Hamas in Cisgiordania. Insieme a lui, nella violenta esplosione che ha colpito l’edificio nel quale si trovava, sarebbero morte almeno altre 4 persone.
Al-Arouri controllerebbe un gruppo militare di Hamas presente in Libano.
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SEGUONO AGGIORNAMENTI.
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Cerimonia conclusiva della XIll edizione della Scuola di Liberalismo FLE di Messina
Introduzione
Ing. GIOVANNI MICELI (Presidente «ll Circolo»)
Prof. PIPPO RAO (Direttore Generale SaL Messina)
Prof. GIUSEPPE GEMBILLO (Direttore Scientifico SaL Messina)
Ing. EDOARDO MILIO (Responsabile Relazioni istituzionali SdL Messina)
Salut istituzionali
Dott. FEDERICO BASILE (Sindaco di Messina)
Prof. GIUSEPPE GIORDANO (Prorettore Vicario Università Messina)
Consegna attestati speciali
Dott. LINO MORGANTE (Presidente Fondazione Bonino-Pulejo)
Prof. GIOVANNI MOSCHELLA (Ordinario di Istituz. di Diritto Pubblico – Università Messina)
Ricordo del Sen. Prof. Vincenzo Michele Trimarchi
Prof. FRANCESCO VERMIGLIO (già Ordinario di Economia Aziendale – Università Messina)
Premiazione dei vincitori delle cinque borse di studio stanziate dalla Fondazione Bonino-Pulejo, dalla Fondazione Luigi Einaudi e dal Coordinamento messinese della Fondazione Luigi Einaudi (quattro intitolate a Vincenzo Michele Trimarchi, una intitolata a Giuseppe Scibilia)
Interventi
On. Avv. ENZO PALUMBO (Membro Dipartimento Giustizia Fondazione Luigi Einaudi)
Prof. MARIO TRIMARCHI (già Ordinario di Diritto Privato e Diritto Civile – Università Messina)
Prof. ANGELO MICELI (Dirigente scolastico Liceo Paritario «Empedocle»)
Ing. Prof. LETTERIO SCIBILIA (Docente IS «Verona-Trento»)
Presidenti Ordini Professionali di Messina (Architetti, Avvocati, Ingegneri, Medici, Notai)
Conclusioni
Sen. ANDREA CANGINI (Direttore Generale Fondazione Luigi Einaudi)
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Ricordo modesto e insufficiente di Ezechia Paolo Reale
Il ricordo di Ezechia Paolo Reale da parte del nostro componente del Consiglio di Amministrazione, Andrea Pruiti Ciarello
Ho conosciuto Ezechia Paolo Reale otto anni fa. L’ho conosciuto come politico di area liberale, perché aveva aderito al movimento Energie Per l’Italia, fondato da Stefano Parisi, che lui aveva scelto di aiutare a crescere nella formazione di una grande area di centro liberale-popolare, anticipando di qualche anno i tempi della politica italiana. Di Paolo, così l’ho sempre chiamato, apprezzai immediatamente la raffinata intelligenza, l’eloquio forbito e fluente, la lucidissima capacità di analisi e soprattutto la grande onestà, intellettuale, etica e politica.
Paolo aveva una dote eccezionale, quella di non risparmiarsi mai nell’attivismo per le cause nelle quali credeva e che decideva di sposare. Così nel 2016, quando con Giuseppe Benedetto e Davide Giacalone, fummo chiamati a guidare la Fondazione Luigi Einaudi, non esitai un istante a segnalare il suo profilo quale autorevole componente del comitato scientifico, nel settore della Giustizia e dei Diritti Umani. Settori nei quali Paolo era già un gigante, riconosciuto a livello internazionale, sia per la sua professione di avvocato (dal 2008 era abilitato alla difesa davanti alla Corte Penale Internazionale e dal 2016 era membro della International Criminal Court Bar Association – ICCBA), sia per l’attività scientifica e politica che portava avanti con il suo “Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights”, con il quale occupava un seggio consultivo presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Paolo è sempre stato protagonista di tutte le attività scientifiche, giuridiche e politiche che la Fondazione Luigi Einaudi ha portato avanti dal 2016 ad oggi. Attore ostinato e coerente, a difesa delle libertà individuali e propugnatore di un modello di cittadinanza attiva e consapevole, nel quale l’effettività dei diritti individuali costituiva il parametro di valutazione politica dell’ordine democratico.
Così Paolo, ad aprile 2020, scelse di impegnarsi in prima persona in quella battaglia di libertà per la pubblicazione dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico, che il Governo guidato da Giuseppe Conte si ostinava a tenere segreti. Una battaglia per il diritto alla Conoscenza, che ci vide vittoriosi e che restituì ai cittadini italiani quel diritto all’informazione, previsto nella Costituzione, che tuttavia aveva trovato una battuta d’arresto autoritaria.
Paolo conduceva già da cinque anni, a livello internazionale, un’intensa attività per il riconoscimento del diritto alla Conoscenza, quale nuovo diritto umano. Nel 2021, grazie al suo impegno, l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa approvò una raccomandazione rivolta agli stati membri ad adottare una serie di misure attraverso le quali rendere concreto il diritto alla conoscenza.
Oggi Paolo se n’è andato, ha lasciato questa terra, nella quale è stato un gigante, nel corpo e nello spirito. Per un uomo come Paolo, non vi può essere forma di ricordo più nobile e gradita di proseguire le sue azioni. Le sue idee sono cristallizzate in innumerevoli scritti e interviste, che costituiscono un’eredità spirituale, che noi vogliamo raccogliere e portare avanti, con i nostri modesti mezzi intellettuali, ma con la medesima gioia ed entusiasmo che Paolo riusciva a trasmettere.
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Daniel Defoe – Diario dell’anno della peste
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Marte: il rover Perseverance esplora un antico fiume | reccom.org
"Il panorama a 360 gradi di Marte del rover Perseverance, con 2,38 miliardi di pixel dal cratere Jezero, offre approfondimenti sulla storia dell’antico delta del fiume del pianeta."
Il cuore reso saldo dalla grazia
pastore D'Archino - Il cuore reso saldo dalla grazia
(La predicazione per l’inizio dell’anno 2024) Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Non vi lasciate trasportare qua e là da diversi e strani insegnamenti; perché è bene che il…pastore D'Archino
A Gaza i morti sono 22 mila. Nuovi attacchi in Cisgiordania
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di Redazione
Pagine Esteri, 2 gennaio 2023 – All’88° giorno di attacchi israeliani su Gaza il bilancio delle vittime palestinesi nella Striscia è salito ufficialmente a 21.978, in gran parte civili.
Nelle ultime ore i bombardamenti si sono intensificati soprattutto nella parte centrale e meridionale di Gaza mentre l’esercito israeliano continua ad espandere la sua offensiva di terra anche se ha annunciato che ritirerà alcune delle sue truppe dal nord di Gaza all’interno di un piano di ridispiegamento del suo schieramento militare deciso dai comandi di Tel Aviv. “Alcune unità di riservisti torneranno a casa questa settimana, sapendo che la guerra continua e che avremo ancora bisogno di loro nel 2024” ha spiegato il portavoce delle forze occupanti Daniel Hagari.
Intanto all’estremità meridionale della Striscia, a Rafah, la popolazione teme l’ingresso di forze israeliane di terra che potrebbero posizionarsi al confine con l’Egitto.
Tra i raid più sanguinosi realizzati nelle ultime ore i media palestinesi segnalano un attacco aereo israeliano che ha ucciso 15 palestinesi a Deir el-Balah, nel centro di Gaza.
Le forze occupanti hanno intensificato anche gli attacchi in Cisgiordania. L’esercito israeliano ha ucciso almeno cinque palestinesi nel corso di un raid realizzato all’alba di oggi nella città di Azzun (Qalqilia), nel nord del territorio occupato.
Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa stamattina una forza militare israeliana ha preso d’assalto Azzun e sono scoppiati scontri tra i giovani palestinesi e i soldati. Per disperdere i manifestanti l’esercito israeliano ha sparato granate stordenti, candelotti lacrimogeni e proiettili veri. Poi, i militari hanno circondato quattro giovani in un edificio residenziale e li hanno uccisi.
Dal 7 ottobre, giorno del sanguinoso blitz di Hamas contro Israele, almeno 320 palestinesi sono stati uccisi dall’esercito e dai coloni israeliani, mentre circa 5.000 sono stati detenuti illegalmente.
Anche al confine tra Israele e Libano vanno avanti gli scontri con Hezbollah.L’esercito israeliano afferma che 5 soldati sono rimasti feriti negli ultimi attacchi delle milizie sciite libanesi che invece avrebbero perso 4 combattenti. Il governo israeliano starebbe progettando la realizzazione di un muro nel nord del paese per impedire a Hezbollah di bersagliare l’Alta Galilea con i razzi anticarro. Pagine Esteri
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SPORT, CORRUZIONE, CRIMINALITÀ ORGANIZZATA. L’ALLARME DELL’AGENZIA DELLE NAZIONI UNITE.
UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), l’agenzia delle Nazioni Unite per la lotta alle droghe ed alla criminalità organizzata con sede a Vienna, ha recentemente richiamato l’attenzione sul fatto che ogni anno vengano scommessi fino a 1,7 trilioni di dollari sui mercati delle scommesse illecite e che le scommesse illegali sono uno dei principali motori della corruzione nello sport e un canale importante per il “money laundering”, anche da parte di gruppi criminali organizzati.
A suo tempo #UNODC ha rilasciato uno studio analitico sul problema della corruzione nello sport (il testo – in inglese – è scaricabile qui: unodc.org/res/safeguardingspor…).
Copertina della Pubblicazione di UNODC
Il settore dello sport ha subìto cambiamenti radicali negli ultimi decenni: globalizzazione, un enorme afflusso di denaro ai massimi livelli dello sport professionistico, rapida crescita delle scommesse sportive legali e illegali e i progressi tecnologici hanno trasformato il modo in cui lo sport viene praticato e consumato.
Questi fattori hanno avuto un forte impatto anche sulla #corruzionenellosport, sia in termini di portata che sul ruolo svolto dalle organizzazioni internazionali, Governi ed enti sportivi nel contrastare questa attività.
La manipolazione delle competizioni è diventata un problema significativo.
Le grandi evoluzioni dello sport lo hanno reso più vulnerabile a questo tipo di corruzione, con i rischi che diventano sempre più complessi.
La corruzione all'interno delle organizzazioni sportive è stata denunciata su larga scala, non da ultimo per quanto riguarda l'assegnazione dei diritti di hosting dei grandi eventi sportivi. Diversi scandali di alto profilo in relazione a presunti processi di corruzione nell'assegnazione dei diritti di hosting per i principali eventi sportivi e relativi a politiche di governance interna difettose all'interno delle organizzazioni sportive, hanno scosso la fiducia del pubblico negli standard etici di queste organizzazioni e nell'integrità dei principali eventi che supervisionano.
Il ruolo dei gruppi criminali organizzati nella corruzione nello sport e l'infiltrazione criminale nelle organizzazioni sportive è cresciuto notevolmente. Essi sfruttano la vulnerabilità legata ai cambiamenti connessi allo sviluppo e le debolezze dei quadri legislativi e normativi che regolano lo sport. Sorge quindi la necessità di rafforzare i quadri e gli strumenti legislativi e regolamentari per sviluppare approcci per combattere efficacemente la corruzione nello sport.
È necessario sviluppare politiche globali in materia di lotta alla corruzione nello sport, basate su una valutazione dei rischi di corruzione affrontati, compresi quelli relativi all'organizzazione di grandi eventi sportivi, alla manipolazione delle competizioni, alle scommesse illegali e al coinvolgimento di gruppi della criminalità organizzata, nonché istituire organismi a livello di organizzazione internazionale, di governo e di organismi sportivi che abbiano una chiara responsabilità per la prevenzione, l'individuazione, l'indagine e la sanzione della corruzione nello sport, garantendo loro l'indipendenza, la formazione e le risorse necessarie a svolgere efficacemente le loro funzioni.
Con riguardo in particolare ai gruppi della criminalità organizzata, vi è da dire che sono stati a lungo coinvolti nella corruzione nello sport, e sono favoriti dalla trasformazione dello sport negli ultimi decenni, che ha agito da catalizzatore per un aumento significativo delle dimensioni e della portata di questa attività. Il coinvolgimento della criminalità organizzata nello sport è diffuso e avviene su scala globale: è legato alla manipolazione delle competizioni, alla corruzione nelle organizzazioni sportive, alle scommesse illegali, al riciclaggio di denaro, alla tratta di esseri umani e al traffico di migranti nello sport e ad altre forme di corruzione. Le organizzazioni internazionali, i governi e gli organismi sportivi stanno adottando misure per affrontare questo problema, anche attraverso l'attuazione dei principi della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione e della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale.
L'incapacità di affrontare efficacemente il coinvolgimento della criminalità organizzata nello sport rappresenta una grave minaccia non solo per l'integrità dello sport, ma anche per il ruolo sociale dello sport e per l'etica e i valori che lo sostengono. Inoltre, le persone coinvolte nella manipolazione delle competizioni stanno prendendo sempre più di mira gli sport giovanili, le competizioni semiprofessionistiche e gli sport femminili, dove le scommesse sono disponibili ma il monitoraggio è limitato, se non assente, e l'individuazione è difficile.
Se da un lato cresce la consapevolezza di come l'evoluzione dello sport lo abbia esposto alla corruzione che coinvolge la criminalità organizzata, dall'altro è indispensabile rafforzare i quadri legislativi e normativi e gli strumenti a livello nazionale e internazionale volti ad affrontare questo tema.
Ecco quindi la necessità di:
- Migliorare la comprensione delle interconnessioni tra corruzione e criminalità organizzata nello sport, anche effettuando valutazioni complete della minaccia di corruzione, continuando a sensibilizzare in merito alla minaccia e sviluppando risposte strategiche, collettive e coordinate,
- Introdurre misure preventive volte ad affrontare la minaccia della corruzione e della criminalità organizzata, compresa la promozione di eventi educativi e di sensibilizzazione per bambini e giovani adulti,
- Mettere in atto politiche e procedure di salvaguardia complete per prevenire e rispondere a qualsiasi forma di crimine nello sport, compresi gli abusi e lo sfruttamento perpetrati da gruppi criminali organizzati,
- Utilizzare un approccio multilaterale nella lotta contro la criminalità organizzata nello sport, compresa la cooperazione pubblico-privato.
Le organizzazioni internazionali, i governi e gli organismi sportivi stanno utilizzando diversi mezzi per affrontare la questione. Un tema comune è la promozione della cooperazione tra le principali parti interessate. Sforzi significativi sono stati compiuti dalle principali organizzazioni sportive, tra cui il Comitato Olimpico Internazionale e la Fédération Internationale de Football Association (FIFA), per contrastare la manipolazione delle competizioni.
I possibili strumenti di contrasto appaiono essere:
- Sostenere un'applicazione più efficace della legislazione esistente alla manipolazione della concorrenza o, se del caso, sostenere lo sviluppo di una legislazione specifica per criminalizzare la manipolazione della concorrenza,
- Istituire un quadro nazionale di cooperazione per promuovere la cooperazione, il coordinamento e lo scambio di informazioni tra gli enti governativi competenti, in particolare le autorità di contrasto e di giustizia penale, e tra gli organi di governo dello sport e gli enti di scommesse sportive per aiutare a individuare, indagare, perseguire e interrompere la manipolazione della concorrenza,
- Sostenere valutazioni, analisi e indagini sul ruolo dei gruppi criminali organizzati nella manipolazione della concorrenza,
- Rafforzare il coordinamento e la cooperazione tra i governi e le organizzazioni sportive a livello multilaterale e bilaterale,
- Continuare e incrementare, ove possibile, l'organizzazione di sessioni di sensibilizzazione per i dipendenti degli enti governativi competenti, delle organizzazioni sportive, degli operatori di scommesse e delle relative parti interessate sulla minaccia rappresentata dalla manipolazione della competizione.
I principali operatori di scommesse sportive, le associazioni del settore delle scommesse e le società di monitoraggio stanno collaborando sempre più in attività volte a ridurre al minimo i rischi associati alle scommesse illegali condividendo i dati delle scommesse e gli avvisi di scommesse sospette con le organizzazioni sportive. La situazione è complicata dall'utilizzo di tipologie innovative di scommesse, dalla proliferazione del gioco d'azzardo online e dalla crescita delle criptovalute. La transnazionalità di molte operazioni di scommesse illegali rappresenta una sfida per le autorità che tentano di combattere l'attività, con gli operatori di scommesse illegali che sfruttano un panorama legislativo nazionale disomogeneo e il maggiore anonimato fornito da Internet e dall'uso delle criptovalute.
Taiwan Files – Il discorso di Xi, il dibattito tv e la campagna elettorale
Il discorso di fine anno di Xi Jinping e la riposta di Tsai Ing-wen, i temi della campagna elettorale a Taiwan, gli ultimi sondaggi e il dibattito televisivo. Le manovre di Pechino e Washington in vista delle urne. La rassegna di Lorenzo Lamperti con notizie e analisi da Taipei (e dintorni)
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Giappone, Capodanno con terremoto e allerta tsunami
Un sisma di magnitudo 7.6 ha colpito la costa occidentale della principale isola dell'arcipelago. Il parallelo con l'11 marzo 2011 è inevitabile, ma stavolta il bilancio dei danni sembra essere stato contenuto
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Stile istituzionale addio, nessuno sta più al proprio posto
Stare al proprio posto. L’espressione suona ormai come un vincolo, una rinuncia, una mancanza di carattere. È vero, semmai, il contrario. Ogni carica presuppone una funzione, ogni funzione presuppone uno stile, ogni stile presuppone dei doveri. Dei doveri formali che, essendo la forma sostanza, se non ottemperati danno origine a violazioni sostanziali.
Un anno si è chiuso, ed una delle tante, possibili, lezioni tratte dall’anno passato è proprio questa: nessuno, o quasi nessuno, è più disposto, o forse addirittura in grado, di stare al proprio posto.
I generali si sono fatti sociologi e, come nel caso dell’ormai celebre Roberto Vannacci, concionano di valori, di famiglia e di geopolitica (‘sto Putin non è mica il demonio che dicono, anzi: lui sì che incarna i valori della tradizione…). I presidenti del Consiglio, come nel caso di Giorgia Meloni, rinunciano volentieri all’aplomb istituzionale e abusano della visibilità dovuta alla carica che ricoprono per offendere, nel senso di attaccare, i leader dell’opposizione come fossero loro gli oppositori e gli altri i governanti.
Persino il Papa fatica a stare al proprio posto. Papa Francesco viola con metodo il protocollo, sceglie di abitare non nel Palazzo Apostolico come i suoi predecessori ma il quello che di fatto è un hotel pontificio, Casa Santa Marta, dichiara di sentirsi “un po’ ingabbiato in Vaticano” e, colpo di scena ultimo, annuncia, senza che nessuno ne sapesse nulla, che quando verrà il momento suo desiderio è quello di essere tumulato non in San Pietro come i papi che l’hanno preceduto ma nella basilica di Santa Maria Maggiore, a due passi dalla stazione Termini.
Tutto legittimo, tutto imprevedibile.
Ad esempio. È previsto che, in quanto presidente della Fondazione della Scala, nel giorno di Sant’Ambrogio il sindaco di Milano assista alla prima della stagione lirica dal palco reale. È una regola, una tradizione, una forma. “Non prenderò posto nel palco reale, ma andrò il platea al fianco di Liliana Segre”, ha fatto sapere Giuseppe Sala prima della prima, con l’evidente intento di buttarla in politica a mo’ di reazione alla presenza, peraltro istituzionale, del presidente del Senato, il post fascista Ignazio La Russa. Poi la mediazione è stata trovata. Liliana Segre è assurta al palco reale e la polemica è finita lì. Ma c’è stata, e mai prima d’ora s’era paventata la possibilità che il sindaco di Milano assistesse alla prima della Scala in platea come un cummenda qualsiasi.
Non è spirito democratico, è demagogia. Il tentativo disperato di non apparire élite. Ma quel che ci appare interessante è notare che mai la demagogia era arrivata a mettere in discussione la solennità di certe forme. Ne cosegue l’osservazione che nessuno, ormai, sta più al proprio posto. E che, a furia di derogare in cerca dell’applauso “popolare”, si è finiti per svalutare il posto in quanto tale, cioè la funzione, cioè l’autorità che da quella funzione promana. Buon anno a tutti.
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GLI AVVISI INTERPOL: DA QUELLO ROSSO PER ARRESTO TEMPORANEO A QUELLO GIALLO PER RITROVARE PERSONE SCOMPARSE
INTERPOL fornisce informazioni critiche alle forze dell'ordine di tutto il mondo. Le segnalazioni delle forze di polizia sono richieste internazionali di cooperazione o segnalazioni che consentono alla polizia dei paesi membri di condividere informazioni critiche relative alla criminalità.
Come l'INTERPOL aiuta le forze dell'ordine a livello mondiale con i suoi avvisi? Il Segretariato Generale di INTERPOL emette avvisi su richiesta dell'Ufficio centrale nazionale di un paese membro. Questi avvisi sono resi disponibili a tutti i paesi membri tramite l'accesso a un database dedicato.
La maggior parte degli avvisi sono destinati esclusivamente alla polizia e non sono disponibili al pubblico. Tuttavia, un estratto dell'Avviso può essere pubblicato sul sito di INTERPOL se il paese richiedente desidera allertare il pubblico o chiedere il supporto nella ricerca dei criminali.
I Tipi di avviso:
-Avviso rosso: cercare di localizzare e arrestare persone ricercate per essere processate o scontare una pena.
Un avviso rosso è una richiesta alle forze dell'ordine di tutto il mondo di individuare e arrestare provvisoriamente una persona in attesa di estradizione, consegna o azione legale simile. Un Avviso Rosso non è un mandato d'arresto internazionale.
Le persone sono ricercate dal paese membro richiedente o da un tribunale internazionale. I paesi membri applicano le proprie leggi nel decidere se arrestare una persona.
La maggior parte degli avvisi rossi è riservata esclusivamente all'uso da parte delle forze dell'ordine.
Gli estratti degli Avvisi Rossi vengono pubblicati su richiesta del Paese membro interessato e quando potrebbe essere necessario l'aiuto del pubblico per localizzare un individuo o se l'individuo può costituire una minaccia per la sicurezza pubblica. Per vedere gli avvisi di ricerca pubblicati da INTERPOL consulta questo link: interpol.int/en/How-we-work/No…
- Avviso giallo: per aiutare a localizzare persone scomparse, spesso minorenni, o per aiutare a identificare persone che non sono in grado di identificarsi.
- Avviso blu: per raccogliere ulteriori informazioni sull'identità, l'ubicazione o le attività di una persona in relazione a un'indagine penale.
- Avviso nero: cercare informazioni su corpi non identificati.
- Avviso verde: fornire un avvertimento sulle attività criminali di una persona, laddove la persona è considerata una possibile minaccia per la sicurezza pubblica.
- Avviso arancione: per avvisare di un evento, una persona, un oggetto o un processo che rappresenta una minaccia grave e imminente per la sicurezza pubblica.
- Avviso viola: per cercare o fornire informazioni su modus operandi, oggetti, dispositivi e metodi di occultamento utilizzati dai criminali.
- Avviso speciale INTERPOL-Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: rilasciato per entità e individui che sono obiettivi dei comitati per le sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Il trattamento delle informazioni garantito dall'Avviso INTERPOL fornisce sicurezza e qualità legalmente vincolanti per le informazioni raccolte. La Costituzione dell'INTERPOL e le Regole sul trattamento dei dati sono state progettate per garantire che i sistemi siano utilizzati in modo responsabile.
i paesi membri possono aiutarsi a vicenda attraverso le diffusioni. Le diffusioni sono richieste direttamente dall'Ufficio centrale nazionale di un paese membro a tutti o ad alcuni altri paesi membri. Questo meccanismo di cooperazione reciproca offre agli stati membri la possibilità di scambiare informazioni su una vasta gamma di reati, compresi quelli transfrontalieri.
La Task Force Avvisi e Diffusioni è formata da un gruppo di esperti che si occupano di verificare la conformità delle diffusioni di persone ricercate (rosse), ovvero quelle diffuse per arrestare, detenere o limitare la circolazione di una persona condannata o accusata.
Indagine sul Fediverso 2023: il primo sondaggio on line sulla comunità italiana dei social federati. Vuoi partecipare? Il sondaggio scade il 15 gennaio
Come sei finito dentro al Fediverso? Quali sono le cose che ti piacciono di più e quelle che ti piacciono meno? Quali sono gli aspetti più interessanti? Quanto usi le istanze in cui sei iscritto o le app che hai scaricato?
Guarda il video di un intero giorno su Marte ripreso da Curiosity l Passione Astronomia
"I due video in bianco e nero mostrano la giornata dell’8 novembre, il 4.002° giorno marziano, o sol, della missione. Il rover ha catturato la propria ombra che si spostava sulla superficie di Marte utilizzando le sue Hazard-Avoidance Camera in bianco e nero, o Hazcams."
Lavinia Mennuni, una ricca che vuole più multipare
Nel dicembre 2023 l'agenda "occidentalista" lascia spazio anche a oziose considerazioni sulle aspirazioni più o meno lecite delle giovani donne.
Da Roma una ricca di nome Lavinia Mennuni avalla graziosamente eventuali aspirazioni a maternità precoci e ripetute, probabilmente in considerazione dello spauracchio della "sostituzione etnica".
La cosa interessante è che in quel Regno Unito che è da molti decenni fonte di ispirazione per lo stesso areale politico -l'ascesa di #JavierMilei in #Argentina ha persino ridato fiato alla feccia liberista ammiratrice di #MargaretThatcher- la condizione di multipara è stata per molti anni oggetto di scherno proprio da parte degli ambienti conservatori.
Nel suo Chavs #OwenJones ricorda il personaggio di #VickyPollard ideato da Matt Lucas e David Walliams. Vicky Pollard è l'archetipo della grottesca ragazza madre della classe operaia: sessualmente promiscua, incapace di mettere insieme due parole e con problemi comportamentali molto seri.
Invece di corteggiare gli ambienti marginali e abietti per trarne suffragi, i conservatori britannici hanno almeno il buon gusto di schernirli con coerenza.
Le risoluzioni Onu su Israele ci sono. Perché nessuno le fa rispettare? I Ventuno.news
"È noto che gli insediamenti israeliani sono illegali, che l’annessione è illegale, che la negazione dell’autodeterminazione palestinese è illegale, che le violazioni dei diritti umani sono diffuse, che la Quarta Convenzione di Ginevra va applicata nella sua interezza, che nessuna di queste innumerevoli risoluzioni è stata adottata e nulla è stato imposto a Israele per conformarsi all’ordine internazionale basato su regole precise."
I truffatori online generano ogni anno miliardi di profitti illeciti. Dall'ingegneria sociale allo shimming: il Rapporto IOCTA 2023.
I sistemi di frode online rappresentano una grave minaccia criminale nell’UE. Il rapporto di #Europol sulle frodi online evidenzia che i truffatori online generano ogni anno miliardi di profitti illeciti a scapito di individui, aziende e istituzioni pubbliche.
Gli schemi di frode vengono perpetrati con l'intento di frodare le vittime dei loro beni utilizzando pretesti falsi e ingannevoli, o con l'uso di tecniche di attacco informatico. Ciò comporta il trasferimento volontario o involontario ai criminali di informazioni personali o aziendali, denaro o beni.
Europol ha recentemente pubblicato il rapporto #IOCTA sui sistemi di frode online (per saperne di più europol.europa.eu/publication-… per scaricare il rapporto - in inglese - il link diretto è europol.europa.eu/cms/sites/de…) .
Dagli attacchi agli sportelli bancomat, alle appropriazioni di conti, allo skimming e allo shimming, l'ampia disponibilità del crime-as-a-service ha reso questa attività criminale più accessibile. Gli hacker mettono infatti a disposizione gli strumenti pronti all’uso, fornendo anche le istruzioni e il supporto per usarli al meglio a chi non ha competenze particolarmente evolute. I criminali inoltre mostrano grande versatilità nell'adattarsi e nel modellare il loro modo di agire in base alla situazione socio-economica,
alle tendenze economiche così come le crisi attuali, approfittando delle situazioni di emergenza per creare truffe.
Il rapporto è il secondo di una serie di rapporti pubblicati da Europol nell’ambito dello IOCTA (Internet Organised Crime Threat Assessment) 2023. Ciascuno di essi esamina più da vicino le tendenze emergenti in un’area specifica della criminalità informatica. Altri rapporti dell’IOCTA 2023 esaminano infatti gli attacchi informatici e lo sfruttamento sessuale dei minori.
Aspetti chiave del rapporto sulle frodi informatiche:
- Vengono rilevati sempre più spesso attacchi di tipo shimming, ovvero attacchi informatici che prendono di mira le misure di sicurezza di un sistema. Si tratta di una forma di software dannoso progettato per aggirare le misure di sicurezza e ottenere l'accesso al sistema, spesso utilizzato per rubare dati o accedere a informazioni sensibili.
- Sono aumentate le truffe così dette «di beneficenza», che sfruttano le situazioni di emergenza. Ciò è stato visibile durante la pandemia di COVID-19, l’invasione russa dell’Ucraina e il terremoto in Turchia e in Siria.
- Si verificano ancora attacchi agli sportelli bancomat, con le reti criminali che sperimentano modi per sfruttare le nuove vulnerabilità degli sportelli bancomat presi di mira.
- I truffatori manifestano modi operandi sofisticati, che di solito sono una combinazione di diversi tipi di frode.
- Le tecniche di ingegneria sociale (una pratica in cui gli attaccanti cercano di manipolare le persone per ottenere informazioni riservate, indurre le vittime a compiere azioni o sfruttare la fiducia delle persone) utilizzate dai truffatori sono diventate sempre più complesse. I criminali adattano le loro tecniche al profilo della vittima e alla tipologia della frode.
Interessante rilevare che sin dal 2013 Europol ha istituito il Centro europeo per la criminalità informatica (EC3) per fornire supporto dedicato alle indagini sulla criminalità informatica nell’UE per contribuire a proteggere i cittadini europei,
imprese e governi dalla criminalità online. EC3 offre supporto operativo, strategico, analitico e forense alle indagini degli Stati membri.
L'impegno delle polizie europee contro i "crimini d'odio" (hate crimes)
Nel dicembre che si sta per chiudere alcune Forze di Polizia europee (italia compresa) sotto il coordinamento di Europol hanno operato una giornata di azione comune contro i crimini d’odio violenti, online ed offline.
In cabina di regia l'ONDOD spagnolo (Ufficio nazionale contro i crimini legati all'odio) (il cui sito Internet è raggiungibile attraverso il link oficinanacional-delitosdeodio.…), per le attività svolte dagli spagnoli, come detto dagli italiani e da Austria, Francia, Germania. Le attività hanno mirato alla proliferazione online e offline di discorsi di odio razzista e xenofobo, di incitamenti alla violenza e a commettere diversi crimini.
Sono finite nel mirino complessivamente 209 persone, principalmente estremisti di destra e di sinistra, per il loro presunto coinvolgimento in reati gravi legati alla diffusione di discorsi di odio violento, incitamento a commettere crimini di odio violenti e minacce di morte, in particolare attraverso i social media, i forum online e altre piattaforme online.
Alcuni di loro sono legati all'estremismo di matrice religiosa, mentre altri si ritiene abbiano incitato alla violenza contro i politici, ad atti violenti contro il sistema politico e comunità specifiche. Sono stati sequestrati dispositivi elettronici, telefoni cellulari, armi e materiale di propaganda.
In particolare le autorità italiane hanno indagato, su ordine dell'Autorità Giudiziaria di Monza, un individuo che incitava altri a commettere reati diffondendo propaganda razzista, xenofoba e suprematista. L’uomo è stato individuato nel corso di una mirata attività: sono stati individuati vari account social a lui riconducibili, e molteplici post dal contenuto antisemita, neonazista e di discriminazione razziale. E' stato così disposto il sequestro preventivo del canale Telegram e dei profili Instagram e Facebook da lui utilizzati.
Le autorità spagnole hanno invece arrestato due individui per atti criminali contro comunità vulnerabili, e altri due individui sono indagati per violenza motivata dall'odio che avrebbe provocato lesioni personali.
Le azioni delle forze dell’ordine hanno preso di mira anche la diffusione dell’incitamento all’odio, che va oltre il mondo online. Ad esempio, le autorità francesi sono intervenute contro un individuo che prendeva di mira e frequentava uomini per truffarli e sottrarli denaro.
Forze dell'ordine coinvolte:
Austria: Direzione dei servizi di protezione e intelligence dello Stato (Direktion Staatsschutz und Nachrichtendienst)
Francia: Gendarmerie Nazionale (Gendarmerie Nationale/OCLCH), Polizia Nazionale (Police Nationale), autorità di polizia locali
Germania: polizia criminale federale (Bundeskriminalamt), autorità di polizia locali
Italia: Polizia di Stato (Polizia di Stato / DCPP (Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione) e DIGOS di Monza-Brianza)
Spagna: Ufficio nazionale per la lotta ai crimini ispirati dall’odio (Oficina Nacional de Lucha Contra los Delitos de Odio / ONDOD), Guardia civile (Guardia Civil) e Polizia regionale della Navarra (Policía Foral).
Per saperne di più sui "crimini d'odio", un interessante articolo del 2020 della rivista della Polizia di Stato, "Polizia Moderna", reperibile qui: poliziamoderna.poliziadistato.…
#criminidodio #ONDOD #Europol #poliziadistato #razzismo #xenofobia
Il Sudafrica denuncia Israele alla Corte Internazionale di Giustizia: “A Gaza genocidio deliberato”
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Pagine Esteri, 30 dicembre 2023. Il Sudafrica ha denunciato ieri sera Israele alla Corte Internazionale di Giustizia. L’accusa, mossa all’interno di un documento di 84 pagine, è quella di compiere deliberatamente un genocidio, tentando ripetutamente di distruggere i palestinesi in quanto gruppo. Tali intenzioni, secondo i rappresentanti sudafricani, sono state più volte chiaramente espresse dal primo ministro Benjamin Netanyahu e dal ministro della difesa Yoav Galant.
Oltre ai bombardamenti e alle uccisioni mirate, la documentazione fa riferimento alla scelta deliberata, da parte del governo israeliano, di infliggere condizioni di vita intese a distruggere una parte sostanziale del gruppo nazionale, razziale ed etnico palestinese.
La richiesta del Sudafrica è che la Corte Internazionale si riunisca per valutare le accuse e fare in modo che ulteriori atti di genocidio vengano evitati.
La Corte internazionale di giustizia è l’organo giurisdizionale principale delle Nazioni Unite. Il suo scopo è quello di definire in base al diritto internazionale controversie giuridiche presentate dagli Stati e di dare pareri su questioni sottoposte da organismi delle Nazioni Unite e da agenzie indipendenti.
Israele ha commentato, attraverso il portavoce del Ministero degli affari esteri Lior Haiat, che la richiesta del Sudafrica “costituisce un uso spregevole della Corte” e che il governo sudafricano starebbe “cooperando con un’organizzazione terroristica che chiede la distruzione dello Stato di Israele”, aggiungendo poi che Hamas è “responsabile della sofferenza dei palestinesi nella Striscia di Gaza, perché li usa come scudi umani e ruba loro aiuti umanitari”.
Lior Haiat ha dichiarato inoltre che “Israele è impegnato nel diritto internazionale e agisce in conformità con esso e dirige i suoi sforzi militari solo contro l’organizzazione terroristica di Hamas e le altre organizzazioni terroristiche che cooperano con Hamas. Israele ha chiarito che i residenti della Striscia di Gaza non sono il nemico e sta facendo ogni sforzo per limitare i danni ai non coinvolti e per consentire agli aiuti umanitari di entrare nella Striscia di Gaza”.
Nel documento presentato alla Corte Internazionale di Giustizia, si legge, tra le altre cose:
“I fatti invocati dal Sudafrica nel presente ricorso e che dovranno essere ulteriormente sviluppati nel presente procedimento dimostrano che, in un contesto di apartheid, espulsione, pulizia etnica, annessione, occupazione, discriminazione e continua negazione del diritto del popolo palestinese alla autodeterminazione – Israele, in particolare dal 7 ottobre 2023, non è riuscito a prevenire il genocidio e non è riuscito a perseguire l’incitamento diretto e pubblico al genocidio. Ancora più grave, Israele si è impegnato, si sta impegnando e rischia di impegnarsi ulteriormente in atti di genocidio contro il popolo palestinese a Gaza. Tali atti includono l’uccisione, il causare gravi danni mentali e fisici e l’infliggere deliberatamente condizioni di vita intese a provocare la distruzione fisica come gruppo.
Le ripetute dichiarazioni dei rappresentanti dello Stato israeliano, anche ai massimi livelli, del presidente, del primo ministro e del ministro della Difesa israeliani esprimono intenzioni genocide. Tale intenzione deve essere correttamente dedotta anche dalla natura e dalla condotta dell’operazione militare israeliana a Gaza, tenuto conto, tra l’altro, dell’incapacità di Israele di fornire o garantire cibo, acqua, medicine, carburante, riparo e altra assistenza umanitaria essenziale per l’assediato popolo palestinese, spinto sull’orlo della carestia.
Ciò emerge chiaramente anche dalla natura e dalla portata degli attacchi militari israeliani contro Gaza, che hanno comportato il bombardamento prolungato per più di 11 settimane di uno dei luoghi più densamente popolati del mondo, costringendo all’evacuazione di 1,9 milioni di persone, l’85% della popolazione di Gaza dalle loro case e spingendoli in aree sempre più piccole, senza un riparo adeguato, in cui continuano ad essere attaccati, uccisi e feriti.
Israele al momento ha ucciso oltre 21.110 palestinesi, tra cui oltre 7.729 bambini – con oltre 7.780 altri dispersi, presumibilmente morti sotto le macerie – e ha ferito oltre 55.243 altri palestinesi, causando loro gravi danni fisici e mentali. Israele ha inoltre devastato vaste aree di Gaza, compresi interi quartieri, e ha danneggiato o distrutto oltre 355.000 case palestinesi, insieme a estesi tratti di terreni agricoli, panifici, scuole, università, aziende, luoghi di culto, cimiteri, centri culturali e di siti archeologici, edifici municipali e tribunali e infrastrutture critiche, comprese strutture idriche e igienico-sanitarie e reti elettriche, perseguendo al contempo un attacco implacabile al sistema medico e sanitario palestinese.
Israele ha ridotto e continua a ridurre Gaza in macerie, uccidendo, ferendo e distruggendo la sua popolazione e creando condizioni di vita calcolate per provocare la loro distruzione fisica come gruppo”.
All’inizio di novembre il Sudafrica aveva ritirato i propri diplomatici in Israele e l’Assemblea Nazionale sudafricana ha votato la sospensione di tutte le relazioni diplomatiche con Tel Aviv.
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Così il clima impatta sulla sicurezza nazionale
Con l’aumento delle temperature e il crescente numero di calamità naturali globali, i cambiamenti climatici sono ormai classificati come una minaccia per le sicurezze nazionali. E dunque non a caso la Cop28, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che quest’anno si è tenuta a Dubai, ha visto la presenza di una delegazione del dipartimento di Difesa (DoD) statunitense per discutere su come affrontare l’evoluzione dei cambiamenti climatici e migliorare la risposta alle sfide future.
Una questione urgente
La Strategia di sicurezza nazionale e di difesa nazionale statunitense del 2022 hanno definito questa decade come “decisiva” per affrontare il tema dei cambiamenti climatici. Secondo i dati delle Nazioni Unite se non si rispetteranno i termini degli Accordi di Parigi, la temperatura del Pianeta salirà oltre 1.5 gradi, rispetto ai livelli pre-industriali, comportando fenomeni irreversibili. Per questo motivo le difese nazionali considerano i cambiamenti climatici come una minaccia da affrontare attraverso nuove soluzioni e applicazioni tecnologiche. Queste sfide richiedono una risposta globale e coordinata, possibile solo attraverso un impegno comune.
L’azione statunitense
Fin dall’inizio del proprio mandato, l’amministrazione Biden ha identificato i cambiamenti climatici come un elemento cruciale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Per questo motivo, il DoD ha condotto un’analisi approfondita sui rischi legati ai fenomeni climatici, riconoscendo le minacce che questi comportano sugli interessi strategici del Paese e il possibile impatto globale delle iniziative atte ad affrontarli. Tali considerazioni sono state integrate nella pianificazione, nel bilancio e negli accordi con alleati e partner.
Infrastrutture militari resilienti
Il DoD ha messo in pratica diverse misure per rendere le proprie infrastrutture più resilienti dal punto di vista energetico e capaci di affrontare potenziali impatti climatici. Ne è un esempio l’ottimizzazione delle rotte navali per migliorare l’efficienza dell’uso di carburante e per estendere le capacità operative. Infatti, una maggiore indipendenza energetica delle forze terrestri e dei sistemi di combattimento può comportare una riduzione dei rischi logistici. Gli investimenti in queste abilità mirano a rendere le forze armate più resilienti, consolidando la loro forza combattiva complessiva.
Gli impatti diretti dei cambiamenti climatici
La Strategia nazionale statunitense del 2022 ha messo in luce quanto il cambiamento climatico stia plasmando il panorama operativo delle forze armate, generando nuove minacce geopolitiche e aumentando la richiesta di interventi. Gli impatti climatici si manifestano sia in maniera diretta, minacciando infrastrutture e catene di approvvigionamento militari con eventi meteorologici estremi, sia in modo indiretto.
…e le conseguenze indirette
Compromettendo la capacità operativa e mettendo a repentaglio le basi navali, lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare rappresenta un effetto indiretto di notevole portata. Inoltre, tra gli impatti indiretti va annoverato il rischio crescente di flussi migratori dovuti all’inabitabilità climatica, con conseguenti disordini, instabilità e disuguaglianza sociale. In questo contesto, il cambiamento climatico può avere delle ripercussioni significative sulla sicurezza globale, richiedendo una risposta ampia e articolata sia sul fronte militare sia su quello umanitario.
@Ryoma123 no, non più di quanto non possa accedere ai tuoi dati uno scraper. I dati pubblici del tuo profilo, sono pubblici perché il fediverso non è una darknet e qualunque bot follower di facebook potrebbe prendere i tuoi dati e darli a Zuckerberd in un pacchetto regalo...
Diciamo che il silenziamento è una misura più che adeguata per tutelare gli utenti della propria istanza. Ma nessuna contromisura è sufficiente a tutelare gli utenti che espongono pubblicamente biografia, collegamenti e messaggi.
La soluzione trovata dagli sviluppatori di Friendica è molto intelligente per evitare uno scraping massivo sulla singola istanza, ma chiaramente lascia il tempo che trova
VagAnti
Se nessuno è mai responsabile di niente è segno che nessuno è capace di niente, che nessuno si sente autore delle scelte che compie. Come se si vivesse in un galleggiare di sugheri, incapaci di sottrarsi alla corrente degli eventi. Invece le responsabilità esistono e coinvolgono molti.
Il ministro dell’Economia ha ricordato ai colleghi deputati che «il Mes non è né la causa né la soluzione dei nostri problemi. Il nostro problema si chiama debito, in particolare quanto costa». Ha aggiunto che l’idea di indebitarsi all’infinito è una droga allucinogena e che il bonus 110% è una mega dose di quella droga. Ha ragione. Giancarlo Giorgetti è una persona seria, ma per essere credibili non ci si può limitare a quelle – corrette – osservazioni, occorre anche assumersene la responsabilità.
Gli crediamo sulla parola, quando afferma di non avere mai detto, ai colleghi europei, che il Meccanismo europeo di stabilità sarebbe stato ratificato, ma non significa niente. Un ministro non è lì per fare previsioni, ma affermazioni. Andava o no ratificato, era nell’interesse dell’Italia e dell’Unione monetaria europea? Certamente sì. E Giorgetti lo sa bene. Se lui stesso fosse stato contrario avrebbe dovuto dirlo, non limitarsi alla banale osservazione che la ratifica è una competenza parlamentare. Oltre tutto lui è parlamentare oggi come lo era quando la riforma del Mes fu negoziata e il Parlamento ne autorizzò la firma. E se, come credo, aveva sperato in una ratifica, aveva il dovere di dirlo. Non di fare il turacciolo vagante. Dirlo e battersi, non rimpiattarsi.
Certo che il Mes non crea problemi, mentre che non serva a risolverli è tutto da vedersi. Anche il Pronto soccorso non risolve i problemi di una persona sana ma, se ha un cervello, anche da sano si sente più tranquillo, sapendo che esiste.
Il debito non lo ha portato la cicogna. Solo per stare all’ultimo atto (osceno), quello del 110%: fu varato dal secondo governo Conte (M5S e Pd), ma quando il governo Draghi (di cui Giorgetti era ministro) provò a limitarne la devastazione c’era anche la Lega a difendere il superbonus superdilapidazione. Come c’erano Fratelli d’Italia e Forza Italia. Fa bene Giorgetti a tenere duro – vedremo quanto – per evitare che il dissanguamento continui, ma ha il dovere politico e morale di riconoscere che vi ha compartecipato. Altrimenti ciascuno può dire quello che gli pare, cambiando posizione dalla sera alla mattina. Che è il (mal)costume adottato da una classe politica che vaga raccogliendo consensi nel proporsi come ‘anti’ gli altri. Salvo poi governarci assieme, come Giorgetti e la Lega hanno fatto.
A questo punto corre l’obbligo di aggiungere: come sono vaganti al governo lo sono anche all’opposizione. Ma è un obbligo ipocrita, una constatazione sterile. Intanto perché l’ultimo guaio l’ha combinato chi governa e poi perché l’odierna colpa dell’opposizione è di non essere capace di proporre una seria e credibile alternativa. Sul resto, però, sugli errori che hanno determinato quel debito, sono compartecipi gli uni degli altri. Tanto che quelli che prendono voti ‘anti’ provano a nascondere che dovrebbero essere anche anti sé stessi.
Le colpe non sono soltanto di un colpevole e sugheroso mondo politico, ricadono anche su di noi. Guardate la scena, guardate il modo in cui smottano i consensi elettorali, guardate la storia della presunta seconda Repubblica – il solo esempio di una democrazia in cui chi governa non vince mai le elezioni – e avrete chiaro che quella classe politica rispecchia il Paese che la vota.
Siamo responsabili di tollerare gli irresponsabili, oramai giunti alla teorizzazione dell’irresponsabilità. Si è convinti che galleggiare giovi, al punto che si sono prodotti due fenomeni: a. ciascuna rendita e corporazione si occupa di reclamare per sé, nell’indifferenza degli altri, che non considera (come è) il debito un costo a suo carico; b. i consensi si muovono altalenando per tifoserie, senza legami con alcuna coerenza.
Brutta roba e senza futuro.
La Ragione
L'articolo VagAnti proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Giorgetti non molli e si ispiri ai suoi tre illustri predecessori liberali
Cosa dovrebbe fare Giancarlo Giorgetti? Semplice, non mollare. E nei momenti più neri uscire a piedi dal retro del ministero dell’Economia per trovare ispirazione osservando la statua bronzea di Quintino Sella, così come i ritratti di Marco Minghetti e di Luigi Einaudi di cui certo nel Palazzo che occupa vi è traccia. Tre predecessori di Giorgetti al ministero un tempo detto delle Finanze: tre modelli cui ispirarsi per affrontare con responsabilità e cognizione di causa le traversie del tempo presente.
Lo spread era a 550, nel decennio successivo all’Unità d’Italia la spesa pubblica era cresciuta del 50%. Dopo aver fondato la Banca d’Italia e l’omonima banca privata, trovandosi a ricoprire la funzione di ministro delle Finanze Sella fece quel che era doveroso fare nell’interesse del Paese: introdusse una tassa sul macinato che nell’immediato lo rese bersaglio della satira e della piazza, ma che poi lo consacrò a vita come uomo delle Istituzioni. Quintino Sella riuscì così a pareggiare il bilancio del Regno. Un mito.
Di Marco Minghetti, altro nobile esponente della Destra storica, si ricorda l’abitudine di segnare ogni sera a matita il livello di petrolio nelle lampade del ministero delle Finanze per evitare che nella notte qualche inserviente ne taccheggiasse il contenuto. Quanto a Luigi Einaudi, già governatore della Banca d’Italia, ministro delle Finanze, del Tesoro e del Bilancio, primo presidente della Repubblica eletto e faro del pensiero liberale italiano ed internazionale, si rammenta in particolare un aneddoto. Quando, nel 1970, invitò a colazione al Quirinale alcuni giornalisti di vaglia tra cui Ennio Flaiano. Arrivati alla frutta, il Presidente prese dal vassoio una grande pera e ritenendola esorbitante rispetto al proprio appetito chiese ai commensali chi la volesse spartire con lui. Flaiano fu lesto ad alzare la mano. Ne seguì un articolo sul Corriere della Sera che, sotto il titolo “La Repubblica della pera indivisa”, consacrò il mito di Einaudi come uomo di Stato attento ai conti, contrario agli sprechi, dedito alla parsimonia. Detto in un unico concetto oggi apparentemente tornato di moda: sensibile all’interesse nazionale.
C’è chi rammenta un’impossibile caccia agli spilli che le erano caduti sul prato innanzi alla residenza presidenziale da parte della signora Ida, moglie di Einaudi. E chi ricorda i cartelli vergati a mano dal Presidente e affissi nei bagni della tenuta piemontese di Dogliani. Era scritto: “Prima di aprire il rubinetto, chiudere il tappo. Lavarsi nell’acqua corrente è uno spreco inutile. Ci si lava altrettanto bene in poca come in molta acqua“.
Ora, senza fare della facile demagogia a contrario, è chiaro a tutti che i tempi sono cambiati, che la politica è oggi la più precaria delle carriere e che del conio umano di quei tre grandi liberali si è ormai rotto lo stampo. Resta, tuttavia, il problema di uno Stato gravato da un debito pubblico senza precedenti e di una classe politica naturalmente incline all’irresponsabilità sia rispetto agli impegni europei (leggi Mes) sia rispetto ai conti pubblici (leggi superbonus) sia rispetto alle clientele (leggi balneari). In tali circostanze, il ministro dell’Economia è tra gli uomini di governo quello che ricopre la posizione più scomoda. Se cede alle pressioni dei partiti danneggia lo Stato, se privilegia l’interesse dello Stato danneggia i partiti. E dunque se stesso. Se poi, come gli è stato chiesto da alcuni esponenti delle opposizioni, si dimettesse, salverebbe la propria coscienza, ma distruggerebbe la propria carriera, e, presumibilmente, consentirebbe ad un qualche manutengolo di partito di occupare il suo posto avendo come unico faro la propria, personale, ascesa politica.
Giancarlo Giorgetti sapeva cosa lo aspettava quanto ha accettato la nomina. Tenga la schiena dritta e faccia il possibile per onorare la memoria dei suoi tre illustri predecessori. Fare il massimo del possibile è un concetto relativo. Ma in politica è l’unico parametro che può fare di un uomo un uomo di Stato. I cialtroni non mancano, di idealisti sono piene le fosse.
L'articolo Giorgetti non molli e si ispiri ai suoi tre illustri predecessori liberali proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
NUDM sorpassa il patriarcato a destra l La Città Futura
«Come si può essere dalla parte delle donne oppresse, tanto più se migranti e fare finta di non vedere che la prostituzione riguarda al 90% fenomeni di tratta e di sfruttamento delle donne migranti, e non l’infima percentuale di coloro che sceglierebbero questo tipo di occupazione? Come si può sostenere una posizione simile e non curarsi del fatto che per difendere la “libertà di poter lavorare col proprio corpo” di una manciata di persone si calpesta la quotidianità delle migliaia di persone che nella prostituzione vivono un inferno dal quale risulta loro impossibile districarsi?»
Xi sceglie un ammiraglio come nuovo ministro della Difesa
Con una mossa significativa per equilibri interni e internazionali, la Cina ha nominato l’ex capo della Marina Dong Jun come nuovo ministro della Difesa, riempiendo il vuoto lasciato dalla misteriosa scomparsa del precedente ministro, Li Shangfu, finito quattro mesi fa nella campagna di repulisti in corso nel settore militare di Pechino. Dong era stato sostituito nei giorni scorsi come capo delle forza navali dell’Esercito popolare di liberazione (Pla) dal sommergibilista Hu Zhongming.
La nomina di Dong è per quanto ovviamente attesa, sorprendente nelle tempistiche, se si considera che anche Pentagono e dipartimento di Stato (più o meno ufficialmente) ritenevano che il nuovo ministro non sarebbe stato annunciato prima di marzo, durante il Congresso Nazionale del Popolo. Ma la scelta si può allineare con gli sforzi del leader Xi Jinping per potenziare le capacità militari della nazione, riflettendo l’ambizione della Cina di affermarsi come potenza globale dominante, di farlo percepire alle collettività e alle élite interne, di riequilibrare le caselle dell’apparato militare dopo le purghe, di pareggiare i ruoli per favorire la comunicazione diretta con Washington.
Stati Uniti e Cina hanno infatti riavviato il dialogo military-to-military interrotto per mesi: prima con un incontro tra i funzionari politici della Difesa, Michael Chase e Liu Zhan; poi tra capi di Stato maggiore, CQ Brown e Liu Zhenli. Per mesi, il Pentagono ha chiesto un dialogo di massimo livello, ma inizialmente Li aveva rifiutato un incontro con Lloyd Austin, poi – una volta che la Cina era rimasta senza ministro – il Pentagono sottolineava la necessità che per un eventuale faccia a faccia servisse un omologo da far sedere davanti ad Austin.
Dong Jun, 62 anni, prima di assumere il comando della Marina (Pla-N) nel 2021, ha prestato servizio in tutte le principali divisioni navali delle forze armate di Pechino. Ha guidato la Flotta del Mare Settentrionale (che si è spesso esercitata con la Russia), la Flotta del Mare Orientale (che ha visto crescere la rivalità con Giappone e Corea del Sud, e supervisiona il dossier Taiwan) e infine il Comando del teatro meridionale (con supervisione sul Mar Cinese Meridionale il più delicato ambiente per gli interessi geopolitici di Pechino).
La nomina di Dong manda un messaggio interno al comparto missilistico e a quello dello ricerca e sviluppo (i settori da cui provenivano i suoi due ultimi predecessori, parti finite oggetto di profondi ai repulisti collegati a campagne anti-corruzione). Ma indica anche che la dimensione navale sta acquisendo ulteriore centralità tra le forze dell’Esercito popolare di liberazione cinese (Pla). Pechino ha ben chiaro che parte della sfida nell’Indo Pacifico è legata a dinamiche di geopolitica marittima, e riscoprendo la talassocrazia ha iniziato da tempo a rafforzare la sua flotta.
Per Xi, la dimensione militare è stata per altro sempre parte nevralgica del suo potere. Anche a questo si legano i recenti rimaneggiamenti (che avrebbero interessato oltre 70 figure di medio-alto livello). Li Shangfu, che prima del ruolo ministeriale era a capo del dipartimento che sovrintende la ricerca e sviluppo (ed è stato anche responsabile dell’acquisto di attrezzature) è improvvisamente scomparso dalla dimensione pubblica alla fine dell’estate – qualcosa di simile a quanto successo pochi mesi prima all’ex ministro degli Esteri, Qin Gang. Tempo dopo si è scoperto che Li, cacciato dal ministero (come Qin), era finito sotto indagine per corruzione (anche in questo caso come Qin, su cui però pesava anche l’accusa di essere fedifrago).
Li pare sia coinvolto in commesse poco chiare sull’acquisto e sullo sviluppo di equipaggiamenti. Attività che per altro gli erano costate anche l’inserimento nella lista della sanzioni statunitensi, dopo che aveva lavorato per far arrivare a Pechino una commessa di aerei e batterie terra-aria russe nel 2018 – quando la Russia era già un paria internazionale per l’annessione illegittima della Crimea. A differenza del suo predecessore, Dong non è stato sottoposto a misure restrittive statunitensi, il che potrebbe facilitare gli impegni diplomatici.
Una sintesi di tutte le riflessioni avvenute a proposito di Threads, all'interno di mastodon.uno e della chat matrix dedicata ai suoi utenti
> Vigileremo su come si comporterà Threads. Ma per ora Mastodon.uno in via cautelativa lo ha silenziato, questo impedirà di vedere utenti #Threads nelle timeline pubbliche ma potrete sempre decidere di seguire qualche amico o qualche account utile che ancora non si decide a trasferirsi su mastodon.
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Un nuovo predatore sottomarino per la US Navy. Orca, il drone-sub di Boeing
L’attenzione degli apparati di sicurezza nazionali di tutto il globo nei confronti dei droni è aumentata a dismisura negli ultimi anni. L’impiego di sistemi unmanned dentro e fuori dal campo di battaglia è oramai una costante, e le potenze più o meno grandi si stanno impegnando nello sviluppare arsenali di droni capaci di operare in cielo e sulla superficie del mare. O anche al di sotto di essa.
L’ultimo gioiello prodotto dalla Boeing è infatti un sottomarino robotico a motore diesel-elettrico, l’Extra-Large Unmanned Undersea Vehicle (Xluuv), conosciuto con il soprannome di “Orca”, il cui primo prototipo è stato consegnato alla Us Navy nei giorni immediatamente precedenti il Natale. Tale prototipo, noto come Xle0, sarà impiegato per ottenere informazioni e dato che saranno poi impiegati nel costruire i successivi cinque prototipi.
L’Orca è stato concepito per una navigazione di numerosi mesi in acque aperte, congestionate e contese, senza alcun intervento umano. La Us Navy non ha reso pubbliche le specifiche esatte del veicolo, ma ha è stato confermato che esso si basi sull’Echo Voyager: un prototipo non militarizzato (sempre prodotto dalla Boeing) lungo quindici metri e mezzo e largo due metri e mezzo. Può essere equipaggiato con moduli di carico utile fino a più di dieci metri, portando la sua lunghezza totale a circa 26 metri, circa un quarto della lunghezza dei sottomarini d’attacco della classe Virginia.
“Il più avanzato e capace Uuv (Unmanned underwater vehicle) del mondo” è la definizione data all’Orca da Ann Stevens, vice-presidente della Boeing Maritime and Intelligence Systems. “Si tratta del culmine di oltre un decennio di lavoro pionieristico, con lo sviluppo di un veicolo sottomarino a lungo raggio, completamente autonomo e con una grande capacità di carico utile, in grado di operare in modo completamente indipendente da un veicolo ospite”. Risultati che compensano ritardi ed extra-costi. Il programma di sviluppo del drone sottomarino della Boeing era infatti finito nell’occhio del ciclone dopo che il Government Accountability Office aveva accusato il Xluuv di essere in ritardo di ben tre anni sulla tabella di marcia e di aver sforato il budget previsto di oltre 242 milioni di dollari.
Le forze navali degli Stati Uniti avevano commissionato alla Boeing lo sviluppo di questo prototipo nel 2019, per soddisfare un Joint Emergency Operational Need stabilito dal Pentagono nel 2015. Tuttavia, mentre negli anni successivi altri progetti simili venivano dismessi dalla Us Navy, quello dell’Orca è rimasto attivo nonostante tempistiche e costi problematici. Fornendo i primi risultati tangibili per lo sviluppo di un asset che la stessa Marina degli Stati Uniti definisce come “una pietra miliare significativa per l’avanzamento delle capacità sottomarine della Marina”. E non si può escludere che in un futuro l’Orca diventi parte integrante del progetto “Replicator” lanciato dal Pentagono pochi mesi fa.
FPF in 2023: A Year in Review
As 2023 comes to an end, we want to reflect on a year that saw the Future of Privacy Forum (FPF) continue to expand its presence globally and domestically while organizing engaging events, publishing thought-provoking analysis, providing the latest expert updates, and more. FPF continues to convene industry experts, academics, consumer advocates, and other experts to explore the challenging issues in the data protection and privacy field.
The AI Impact
2023 was the year of AI. We saw AI technologies catapulted into the mainstream with Generative AI tools such as ChatGPT, Google Bard, and others. AI continues to have countries worldwide working to regulate the technology and companies scrambling to figure out how to navigate AI amongst their employees and their products and services.
To respond to the demand for understanding in AI, FPF worked with stakeholders on best practices, provided in-depth training on AI-related topics, and discussed the evolving impact of this technology with many of you at roundtable discussions, expert panels, and more.
Here are some of FPF’s biggest AI moments of 2023:
- Released the Generative AI Internal Policy Checklist, guiding organizations using or developing new generative AI internal policies.
- Offered practical recommendations focused on responsibility and ethics influenced by leading policy frameworks in our Best Practices for AI and Workplace Assessment Technologies.
- Hosted our first-ever Japan Privacy Symposium where Data Protection and Privacy Commissioners of the G7 DPAs discussed their approaches to regulating AI.
- Published a step-by-step guide on Conformity Assessments Under the proposed EU AI Act, along with an accompanying infographic in collaboration with OneTrust.
- Discussed alternative solutions for processing of (personal) data with Machine Learning at CPDP Brussels and generative AI systems in Asia-Pacific during Singapore’s PDP Week.
- Participated in a Capitol Hill briefing hosted by the Wilson Center and Seed AI in conjunction with the Congressional Artificial Intelligence Caucus “AI Primer: AI in the Workplace,” highlighting FPF’s Best Practices.
- Provided testimony on the responsible use and adoption of AI technologies in New York City classrooms.
- Published insightful op-eds in WIRED discussing the intersection of AI and immersive technologies and The Hill on generative AI and elections.
- Tracked AI legislation, guidelines, and initiatives in the United States, the European Union, Brazil, and China and highlighted the many DPA investigations into generative AI.
- Held stakeholder workshops on the current regulation of generative AI throughout the APAC region.
- Organized a session at the Global Privacy Assembly on the use of public information for LLM training.
- Relaunched the FPF Training program, providing in-depth expert sessions on topics such as the EU AI Act, the fundamentals of AI and machine learning, and more.
Continuing FPF’s Global Reach
In 2023, FPF closely followed and advised upon significant developments in Asia, the European Union, Africa, and Latin America. We also discussed privacy and data protection with many of you at key conferences and events across the globe, including in Washington, DC, Brussels, Tokyo, Singapore, Bermuda, and Tel Aviv.
As India’s Digital Personal Data Protection Act sprinted through its final stages in August after several years of debates, postponements, and negotiations, FPF provided an in-depth, comprehensive explainer of its important aspects and key provisions, as well as discussed its extraterritorial effects in a LinkedIn Live conversation. The Act also focused on protections for the processing of personal data of children and introduced the concept of “verifiably safe” measures and, FPF in partnership with The Dialogue released a Brief containing a Catalog of Measures for “Verifiably Safe” Processing of Children’s Personal Data Under India’s Digital Personal Data Protection Act (DPDPA) 2023. In partnership with NASSCOM, FPF also hosted a webinar series on the consent regime under India’s new Digital Personal Data Protection Act of 2023.
FPF saw its presence in Asia continue to grow as the FPF Asia-Pacific office entered its third year. FPF and S&K Brussels hosted the first-ever Japan Privacy Symposium in Tokyo, providing insight into the regulatory priorities of the G7 DPAs and global thought leadership on the interaction of data protection and privacy laws with AI. During Singapore’s PDP Week, our Asia-Pacific team held a roundtable on the governance implications of generative AI systems, spoke at the Asia Privacy Forum, and hosted an in-person training on the EU AI Act.
FPF remains consistently active in the European Union, with several engaging events bringing together the European data privacy community and numerous thought-provoking blogs, reports, and analyses published in 2023. FPF launched its in-depth report on enforcement of the EU’s GDPR Data Protection by Design and by Default obligations and hosted our 7th Annual Brussels Privacy Symposium with the Brussels Privacy Hub of Vrije Universiteit Brussel, which included opening remarks by European Commissioner for Justice Didier Reynders and European Data Protection Supervisor Wojciech Wiewiórowski. We also analyzed the regulatory strategies of European DPAs for 2023 and beyond in our continuing series.
We were honored to see our team, FPF VP for Global Privacy Dr. Gabriela Zanfir-Fortuna, Senior Counsel for Global Privacy Katerina Demetzou, and former Senior Counsel for Global Privacy Sebastião Barros Vale, receive the prestigious Stefano Rodotà Award for their paper, “The Thin Red Line: Refocusing Data Protection Law on ADM, A Global Perspective with Lessons from Case-Law.”
In addition, our global experts provided analysis on privacy and data protection developments in Vietnam, Nigeria, Australia, Tanzania, and the African Union and published an overview comparing three regional model contractual frameworks for cross-border data transfers.
U.S. Legislative Activity
In 2023, FPF played a key role in informing regulatory agencies and state legislatures on privacy in various emerging technologies, such as AI. Our experts testified before state legislatures, provided informative analysis, submitted regulatory comments, and more.
We provided recommendations and filed comments with the:
- U.S. Department of Health and Human Services Office for Civil Rights regarding the Notice of Proposed Rulemaking on extending additional protections to reproductive health care data under the Health Insurance Portability and Accountability Act.
- U.S. Federal Trade Commission regarding the Notice of Proposed Rulemaking to clarify the scope and application of the Health Breach Notification Rule, and again regarding the use of “Privacy-Protective Facial Age Estimation” as a potential mechanism for verifiable parental consent under the Children’s Online Privacy Protection Act Rule.
- California Privacy Protection Agency to inform the Agency’s rulemaking to implement the California Privacy Rights Act amendments to the California Consumer Privacy Act’s provisions on cybersecurity audits, risk assessments, and automated decision-making.
- National Telecommunications and Information Administration in response to their request for comment on privacy, equity, and civil rights, and again in response to their request for comment on Kids Online Health and Safety as part of the Biden-Harris Administration’s Interagency Task Force on Kids Online Health & Safety.
- Consumer Financial Protection Bureau in response to their request for comment regarding data portability for financial products and services, and again in response to their Request for Information (RFI) Regarding Data Brokers and Other Business Practices Involving the Collection and Sale of Consumer Information.
2023 also saw developments in various U.S. state commercial privacy laws. We found that the number of state laws increased from five to twelve (or, arguably, thirteen), and in response, provided timely analysis in Iowa, Indiana, Montana, Tennessee, Florida, Texas, Connecticut, Oregon, Utah, and Delaware. In addition, Washington and Nevada became the first to pass broad-based consumer health data privacy legislation. Earlier this month, our Director for U.S. Legislation Keir Lamont took a look ahead at the state privacy landscape in 2024.
For the 13th year, FPF recognized leading privacy research and analytical work with the Privacy Papers for Policymakers Award held on Capitol Hill. The winners spoke about their research in front of an audience of academic, industry, and policy professionals in the field. The event featured keynote speaker FTC Commissioner Alvaro Bedoya.
Youth & Education Privacy
Federal and state policymakers turned to the protection of children online, with President Biden notably mentioning it for a second year in a row during this year’s State of the Union address.
In partnership with LGBT Tech, we outlined recommendations for schools and districts to balance inclusion and student safety in technology use. Our analysis builds on thorough research, including interviews with recent high school graduates who identify as LGBTQ+, to gather firsthand accounts of how student monitoring impacted their feelings of privacy and safety at school.
Over the summer, we published one of our popular infographics examining age assurance technologies. The infographic’s authors unpacked the risks and potential harms associated with attempting to discern someone’s age online and potential mitigation tools in this LinkedIn Live conversation.
Privacy by design for kids and teens also expanded globally in 2023. As policymakers, advocates, and companies grapple with the ever-changing landscape of youth privacy regulation, we hosted a well-attended webinar with a wide range of global experts discussing the current state of kids’ and teens’ privacy policy.
The Rise of Emerging Technologies, Examining the Open Banking Ecosystem, & Analysis on Research Data Sharing
As stakeholders became increasingly interested in immersive technologies, notably AR/VR/MR, we responded by releasing the Risk Framework for Body-Related Data in Immersive Technologies, whichassists organizations in safely and responsibly handling body-related data. Our team also held a series of webinars exploring the intersection of immersive technology with topics like AI, advertising, education, and more.
In March, we published an infographic breaking down the complex U.S. open banking ecosystem, supported by over a year of meetings and outreach with leaders in banking, credit management, financial data aggregators, and solution providers to comprehensively understand the developing industry of open banking, with the infographic’s authors discussing its privacy implications in a LinkedIn Live conversation.
In 2023, we continued to examine privacy and research data sharing by producing Data Sharing for Research: A Compendium of Case Studies, Analysis, and Recommendations, demonstrating how, for many organizations, data-sharing partnerships are transitioning from being considered an experimental business activity to an expected business competency. We also held the 3rd Annual Award for Research Data Stewardship, honoring representatives from Optum and the Mayo Clinic for their outstanding corporate-academic research data-sharing partnership. During this virtual event, we opened with a keynote address by U.S. Congresswoman Lori Trahan.
Bringing Together Leaders in Privacy and Data Protection
On a different track, FPF also built out a wide range of peer-to-peer meetings and calls for the senior executives working on data protection compliance issues. We hosted virtual meetings on key topics of interest on an every other month basis, smaller meetings for specific sector leaders, and in-person meetings in multiple cities.
- The “Current State of Global Opt-Out Technology” event in March provided members with insights into regulator discussions, along with a vendor showcase featuring solution demonstrations.
- Hosted 50+ in-person and virtual peer-to-peer meetings across the globe for intimate discussions among privacy executives focused on their top-of-mind issues.
- Launched Privacy Metrics 2.0 to help advance industry OKRs and the underlying metrics, provide privacy leaders with the tools they need to have effective conversations with their boards, and provide useful information for ESG reporting and investor communications.
This is by no means a comprehensive list of all of FPF’s important and engaging work in 2023, but we hope it gives you a sense of our work’s impact on the privacy community and society at large. We believe our success is due to deep engagement with privacy experts in industry, academia, civil society, and government and our belief that collaborating across sectors and disciplines is needed to advance practical safeguards needed for data uses that benefit society. Keep updated on FPF’s work by subscribing to our monthly briefing and following us on LinkedIn, Twitter/X, and Instagram.
On behalf of the FPF team, we wish you a very Happy New Year and look forward to celebrating 15 years of FPF in 2024!
IRAN. Giustiziati quattro presunti agenti del Mossad
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Pagine Esteri, 29 dicembre 2023. È stata eseguita questa mattina la condanna a morte per quattro uomini condannati per cospirazione contro la Repubblica Islamica. Erano stati arrestati durante l’anno insieme ad altre sei persone, tutte accusate di lavorare come agenti segreti che sotto copertura per l’agenzia di intelligence israeliana conosciuta come Mossad.
I quattro giustiziati, Wafa Hanara, Aram Omari, Rahman Berhazo e Nassim Namazi, erano stati accusati di aver pianificato una serie di omicidi e di rapimenti di membri delle forze armate iraniane.
La condanna a morte arriva pochi giorni dopo l’omicidio, da parte di Israele, del generale di brigata Razi Mousavi, comandante di alto livello del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche.
Il generale è stato ucciso in Siria il 25 dicembre, da un attacco missilistico israeliano. Le autorità iraniane avevano commentato, immediatamente dopo l’accaduto, che Israele avrebbe pagato per quel crimine.
La tensione tra Tel Aviv e Teheran sta salendo vertiginosamente nelle ultime settimane e si teme una escalation che farebbe allargare il conflitto fino a superare di gran lunga i confini regionali.
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L'articolo IRAN. Giustiziati quattro presunti agenti del Mossad proviene da Pagine Esteri.
PODCAST GAZA. “Se non moriamo per i bombardamenti moriamo per la fame”
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Pagine Esteri, 29 dicembre 2023. A Rafah continuano ad arrivare sfollati, la popolazione ha superato 1 milione e mezzo e il cibo non basta per tuttti. “Chiusi tutti i supermercati, non c’è più farina e i forni per fare il pane sono stati distrutti. La mancanza di acqua è un problema gravissimo e abbiamo dimenticato come era avere l’elettricità”.
A Gaza i bambini sono i più colpiti dalla carestia e dalle epidemie.
La testimonianza, da Gaza, di Sami Abu Omar, operatore umanitario palestinese sfollato da Khan Yunis con la sua famiglia nella zona di Mawasi, sulla costa di Gaza.
Abu Omar continua a lavorare e con i fondi di ONG e associazioni italiane acquista beni di prima necessità per gli sfollati.
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L'articolo PODCAST GAZA. “Se non moriamo per i bombardamenti moriamo per la fame” proviene da Pagine Esteri.
È stata pubblicata e inviata alle Istituzioni scolastiche e alle Regioni la Circolare che contiene le indicazioni operative per consentire l’iscrizione alle classi prime del nuovo percorso liceale del Made in Ita…
Lovepeacejoy
in reply to Stefano D'Archino • •Stefano D'Archino
in reply to Lovepeacejoy • •pastoredarchino.ch/2023/11/19/…
Comunque è chiaro per me che ci sono interpretazioni differenti.