Cuarteto Yemayà - El tic tac
Cuarteto Yemayà - El tic tac 1971
Ristampa rimasterizzata a firma Vampisoul del secondo disco del 1971 del Cuateto Yemayà, "El tic tac".In Your Eyes ezine
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Export militare, la riforma arriva al Senato. Cosa cambia e perché
Arriva dalla commissione Esteri e difesa del Senato il via libera per la discussione in Aula del disegno di legge del governo che modifica la legge 185 sull’import-export della difesa. Con l’approvazione in commissione al Senato, il provvedimento deve ora essere inserito nel calendario dei lavori dell’Aula. La principale riforma vede la reintroduzione presso la presidenza del Consiglio dei ministri del Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento per la difesa (Cisd), soppresso nel 1993. L’organo si occuperà di formulare gli indirizzi generali per l’applicazione della stessa legge 185, e in generale delle politiche di scambio nel settore della difesa. Una misura che, come riportato dalla legge stessa, segue “l’esigenza dello sviluppo tecnologico e industriale connesso alla politica di difesa e di produzione degli armamenti”.
Faranno parte del Cisd, che sarà presieduto direttamente dal presidente del Consiglio, i ministri degli Affari esteri, dell’Interno, della Difesa, dell’Economia e delle finanze, delle Imprese e del Made in Italy. Le funzioni di segretario saranno svolte dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con funzioni di segretario e alle sue riunioni potranno essere invitati di volta in volta anche altri ministri, qualora interessati al dossier in corso di valutazione.
La misura è stata ripetutamente invocata diverse volte dall’intero settore, con l’obiettivo di portare la responsabilità di una materia delicata come l’import-export militare sotto l’autorità politica più elevata. L’obiettivo di riunire la materia in un comitato di ministri ad hoc è rendere quella che adesso è una responsabilità, anche personale, di una sola figura – nella fattispecie il direttore dell’Uama – una responsabilità invece condivisa a livello politico. Una volta effettuata questa decisione dall’esecutivo, l’Uama potrebbe semplicemente occuparsi di rilasciare le dovute documentazioni e supervisionare la corretta applicazione amministrativa delle misure previste dalla legge.
Al momento, infatti, il ministro plenipotenziario che guida l’Uama ha una responsabilità diretta circa le decisioni da prendere sulla possibilità o meno di esportare (o importare) da un determinato Paese. Spetta a questo funzionario, dunque, una decisione molto delicata e un esame molto approfondito sull’aderenza di potenziali partner commerciali internazionali ai prerequisiti legali previsti dalla legge italiana, primo fra tutto il rispetto dei diritti umani. Compito non facile e potenzialmente foriero di implicazioni enormi.
Una modifica come quella prevista dal nuovo disegno di legge permetterebbe invece di accelerare i procedimenti sui permessi all’esportazione di sistemi d’arma, settore su cui si basa non solo la sostenibilità finanziaria del settore della difesa, ma l’economia stessa del Paese. Quasi il 70% del fatturato industriale del settore, infatti, dipende dall’export, un fatturato che vale 17 miliardi di euro, più o meno un intero punto percentuale di Pil.
L’Italia, inoltre, non è l’unico Paese che sta rivedendo le proprie regole sulle esportazioni della Difesa. Anche Tokyo e Berlino hanno di recente messo mano alle proprie norme, un segnale dell’importanza rivestita dalla materia e, in particolare, dell’impatto che le norme sull’export militare ha sui programmi congiunti internazionali. In particolare, il governo Fumio Kishida ha reso possibile per il Giappone esportare materiale d’armamento, attrezzature militari e tecnologie di difesa prodotte nel Paese del Sol levante sia verso i Paesi proprietari delle licenze, sia verso le Nazioni che si difendono da un’invasione. La decisione ancora non ricomprende il caso di prodotti co-sviluppati con partner internazionali a Paesi terzi, mancando un accordo tra i vari partiti di maggioranza, e in questo senso un progetto come il Global Combat Air Programme per sviluppare, insieme a Italia e Regno Unito, il caccia di sesta generazione resta per ora escluso dalla possibilità di esportazione da parte di Tokyo. Infatti, eliminare il divieto di esportare prodotti co-sviluppati ad altri Paesi rappresenterebbe un boost sostanziale alla sostenibilità dei progetti non solo per il Giappone, ma in generale per lo sviluppo dell’intero programma. Permetterebbe, infatti, al consorzio Gcap di avere nel Giappone un partner cruciale per la sua presenza nell’Indo-Pacifico, diventando una potenziale piattaforma per l’esportazione del sistema a Paesi partner come Australia o Corea del Sud.
Una ratio simile è stata seguita dalla ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, che nel corso della sua visita in Israele aveva rivelato l’intenzione del governo federale di rimuovere il veto che impedisce l’esportazione di Eurofighter all’Arabia Saudita. Una decisione che segnò un importante cambio di passo in generale per il futuro dei progetti congiunti europei. Le restrizioni tedesche, infatti, sono state criticate a lungo dai Paesi partner dei diversi programmi, considerati delle limitazioni all’appetibilità dei sistemi per il timore dei Paesi acquirenti di rischiare di rimanere senza pezzi di ricambio per i propri velivoli, spingendoli potenzialmente ad affidarsi ad altri fornitori. Adesso, con la riapertura da parte di Berlino, i programmi congiunti, a partire dai caccia Eurofighter e Tornado (a cui partecipa anche l’industria italiana), potrebbero vedere allargarsi la lista di ordini, con una nuova spinta sui mercati globali.
Anche in questo caso il tema delle regole sulle esportazioni militari legate ai programmi congiunti riguarda da vicino anche i programmi di prossima generazione, con Berlino che è impegnata, insieme alla Francia, nella realizzazione del caccia di sesta generazione Fcas. Progetti all’avanguardia come Gcap, Fcas o l’Eurofigher richiedono investimenti massicci per essere sviluppati e infine prodotti, e i soli mercati interni dei Paesi partner non basta a ripagare gli investimenti.
This Year’s Must-Read Privacy Papers to be Honored at Washington, D.C. Event
The Future of Privacy Forum’s 14th Annual Privacy Papers for Policymakers Award Recognizes Influential Privacy Research
Today, the Future of Privacy Forum (FPF) — a global non-profit focused on data protection headquartered in Washington, D.C. — announced the winners of its 14th annual Privacy Papers for Policymakers (PPPM) Awards.
The PPPM Awards recognize leading U.S. and international privacy scholarship that is relevant to policymakers in the U.S. Congress, federal agencies, and international data protection authorities. Nine winning papers, two honorable mentions, two student submissions, and a student honorable mention were selected by a diverse group of leading academics, advocates, and industry privacy professionals from FPF’s Advisory Board.
Award winners will have the unique opportunity to showcase their papers. Authors of U.S. focused papers will present their work at the Privacy Papers for Policymakers ceremony on February 27, 2024, in Washington, D.C. Winning papers with an international focus will be presented at a virtual event on March 1, 2024.
“Academic scholarship is an essential resource for legislators and regulators around the world who are grappling with the increasingly complex uses of personal data. Thoughtful policymakers will benefit from the deep analysis and independent thinking provided by these essential publications.” – FPF CEO Jules Polonetsky
FPF’s 2023 Privacy Papers for Policymakers Award winners are:
- Towards a Latin American Model of Adequacy for the International Transfer of Personal Data by Luca Belli, Fundação Getulio Vargas Law School; Ana Brian Nougrères, Naciones Unidas en el Derecho a la Privacidad; Jonathan Mendoza Iserte, INAI, Mexico; Pablo Palazzi, Centro de tecnología y Sociedad de la Universidad de San Andrés; & Nelson Remolina Angarita, GECTI de la Universidad de los Andes
- This article analyzes the regulatory regime for international transfers of personal data based on the legislation of several Latin American countries (namely Argentina, Brazil, Colombia, Mexico and Uruguay), its general regime and the different exceptions considered in the existing regulations. Finally, after explaining the divergences, different alternatives and ideas are proposed to create a specific regime to be used within Latin America for international transfers of personal data and recognition of adequacy. On the other hand, an analysis is carried out on the phenomenon of international data collection and solutions are proposed so that the rights of data owners are guaranteed when their information is collected from other countries without the collector being domiciled in the country of the data subject.
- Less Discriminatory Algorithms by Emily Black, Barnard College–Columbia University; John Logan Koepke, Upturn; Pauline Kim, Washington University in St. Louis – School of Law; Solon Barocas, Microsoft Research and Cornell University; and Mingwei Hsu, Upturn
- Entities that use algorithmic systems in traditional civil rights domains like housing, employment, and credit should have a duty to search for and implement less discriminatory algorithms (LDAs). Why? Work in computer science has established that, contrary to conventional wisdom, for a given prediction problem, there are almost always multiple possible models with equivalent performance—a phenomenon termed model multiplicity. Model multiplicity has profound ramifications for the legal response to discriminatory algorithms. As a result, the law should place a duty of reasonable search for LDAs on entities that develop and deploy predictive models in covered civil rights domains. The law should recognize this duty in at least two specific ways. First, under the disparate impact doctrine, a defendant’s burden of justifying a model with discriminatory effects should be recognized to include showing that it did a reasonable search for LDAs before implementing the model. Second, new regulatory frameworks for the governance of algorithms should include a requirement that entities search for and implement LDAs as part of the model-building process.
- Future-Proofing Transparency: Re-Thinking Public Record Governance for the Age of Big Data by Beatriz Botero Arcila, Institut d’Etudes Politiques de Paris (Sciences Po) and Harvard University, Berkman Klein Center for Internet & Society
- Public records, public deeds, and even open data portals often include personal information that can now be easily accessed online. With Big Data and powerful machine learning algorithms, personal information in public records can easily be used to infer sensitive data about people or aggregated to create a comprehensive personal profile of almost anyone. This information is public and open, however, for many good reasons. Can the interest in record publicity coexist with the growing ease of deanonymizing and revealing sensitive information about individuals? This Article addresses this question from a comparative perspective, focusing on US and EU access to information law. The Article shows that the publicity of records was, in the past and notwithstanding its presumptive public nature, protected because most people would not trouble themselves to go to public offices to review them, and it was practically impossible to aggregate them to draw extensive profiles about people. Drawing from this insight and contemporary debates on data governance, this Article challenges the binary classification of data as either published or not and proposes a risk-based framework that re-inserts that natural friction to public record governance by leveraging techno-legal methods in how information is published and accessed.
- Experiments with Facial Recognition Technologies in Public Spaces: In Search of an EU Governance Framework by Catherine Jasserand, University of Groningen
- According to a survey conducted in 2020 by EDRi, at least 15 European countries have already used or experimented with facial recognition technologies (FRTs) in public spaces without much public debate. Yet, these highly intrusive technologies capture the distinctive facial characteristics of individuals to identify them. The systems operate at a distance without people’s cooperation or awareness. Evidence from France and the United Kingdom shows that public authorities (mainly the police) have trialed and used the technologies in public spaces. Drawing insights from these experiments, the chapter assesses whether the applicable data protection frameworks are sufficient to regulate public authorities’ experimentation with FRTs in public spaces. After identifying the regulatory gaps of the existing frameworks, the chapter provides some arguments and tools for a reflection on an experimental approach to test these technologies (such as Data Protection Impact Assessments, experimental legislation, and regulatory sandboxes based on the future AI Act).
- Do No Harm Guide: Applying Equity Awareness in Data Privacy Methods by Claire McKay Bowen, Urban Institute; and Joshua Snoke, RAND Corporation
- Researchers and organizations can increase privacy in datasets through methods such as aggregating, suppressing, or substituting random values. But these means of protecting individuals’ information do not always equally affect the groups of people represented in the data. A published dataset might ensure the privacy of people who make up the majority of the dataset but fail to ensure the privacy of those in smaller groups. Or, after undergoing alterations, the data may be more useful for learning about some groups more than others. How entities protect data can have varying effects on marginalized and underrepresented groups of people. To understand the current state of ideas, we completed a literature review of equity-focused work in statistical data privacy (SDP) and conducted interviews with nine experts on privacy-preserving methods and data sharing. These experts include researchers and practitioners from academia, government, and industry sectors with diverse technical backgrounds. We offer an illustrative example to highlight potential disparities that can result from applying SDP methods. We develop an equitable data privacy workflow that privacy practitioners and decisionmakers can utilize to explicitly make equity part of the standard data privacy process.
- AI Audits: Who, When, How…Or Even If? by Evan Selinger, Rochester Institute of Technology – Department of Philosophy; Brenda Leong, Luminos.Law; and Albert Fox Cahn, Surveillance Technology Oversight Project, Harvard University – Carr Center for Human Rights Policy, Yale Law School
- Artificial intelligence (AI) tools are increasingly being integrated into decision-making processes in high-risk settings, including employment, credit, health care, housing, and law enforcement. Given the harms that poorly designed systems can lead to, including matters of life and death, there is a growing sense that crafting policies for using AI responsibly must necessarily include, at a minimum, assurances about the technical accuracy and reliability of the model design. Because AI auditing is still in its early stages, many questions remain about how to best conduct them. While many people are optimistic that valid and effective best practice standards and procedures will emerge, some civil rights advocates are skeptical of both the concept and the practical use of AI audits. This chapter aims to explain why AI audits often are regarded as essential tools within an overall responsible governance system and how they are evolving toward accepted standards and best practices. We will focus most of our analysis on these explanations, including recommendations for conducting high-quality AI audits. Nevertheless, we will also articulate the core ideas of the skeptical civil rights position. This intellectually and politically sound view should be taken seriously by the AI community. To be well-informed about AI audits is to comprehend their positive prospects and be prepared to address their most serious challenges.
- Data Is What Data Does: Regulating Based on Harm and Risk Instead of Sensitive Data by Daniel J. Solove, George Washington University Law School
- Heightened protection for sensitive data is trendy in privacy laws. Although heightened protection for sensitive data appropriately recognizes that not all situations involving personal data should be protected uniformly, the sensitive data approach is a dead end. The sensitive data categories are arbitrary and lack any coherent theory for identifying them. The borderlines of many categories are so blurry that they are useless. Moreover, it is easy to use nonsensitive data as a proxy for certain types of sensitive data. This Article argues that the problems with sensitive data make it unworkable and counterproductive as well as expose a deeper flaw at the root of many privacy laws. These laws make a fundamental conceptual mistake—they embrace the idea that the nature of personal data is a sufficiently useful focal point. But nothing meaningful for regulation can be determined solely by looking at the data itself. Data is what data does. To be effective, privacy law must focus on harm and risk rather than on the nature of personal data. Privacy protections should be proportionate to the harm and risk involved with the data collection, use, and transfer.
- The Prediction Society: Algorithms and the Problems of Forecasting the Future by Daniel J. Solove, George Washington University Law School and Hideyuki Matsumi, Vrije Universiteit Brussel (VUB); Keio University
- Today’s predictions are produced by machine learning algorithms that analyze massive quantities of data, and increasingly, important decisions about people are being made based on these predictions. Algorithmic predictions are a type of inference, but predictions are different from other inferences and raise several unique problems. (1) Algorithmic predictions create a fossilization problem because they reinforce patterns in past data and can further solidify bias and inequality from the past. (2) Algorithmic predictions often raise an unfalsifiability problem. (3) Algorithmic predictions can involve a preemptive intervention problem. (4) Algorithmic predictions can lead to a self-fulfilling prophecy problem. More broadly, the rise of algorithmic predictions raises an overarching concern: Algorithmic predictions not only forecast the future but also have the power to create and control it. Data protection/privacy law do not adequately address these problems. Many laws lack a temporal dimension and do not distinguish between predictions about the future and inferences about the past or present. We argue that the use of algorithmic predictions is a distinct issue warranting different treatment from other types of inference.
- Beyond Memorization: Violating Privacy Via Inference with Large Language Models by Robin Staab, Mark Vero, Martin Vechev, and Mislav Balunovic, ETH Zurich
- Current privacy research on large language models (LLMs) primarily focuses on the issue of extracting memorized training data. At the same time, models’ inference capabilities have increased drastically. This raises the key question of whether current LLMs could violate individuals’ privacy by inferring personal attributes from text given at inference time. In this work, we present the first comprehensive study on the capabilities of pretrained LLMs to infer personal attributes from text. As people increasingly interact with LLM-powered chatbots across all aspects of life, we also explore the emerging threat of privacy-invasive chatbots trying to extract personal information through seemingly benign questions. Finally, we show that common mitigations, i.e., text anonymization and model alignment, are currently ineffective at protecting user privacy against LLM inference. Our findings highlight that current LLMs can infer personal data at a previously unattainable scale. In the absence of working defenses, we advocate for a broader discussion around LLM privacy implications beyond memorization, striving for a wider privacy protection.
In addition to the winning papers, FPF selected for Honorable Mentions: The After Party: Cynical Resignation In Adtech’s Pivot to Privacyby Lee McGuigan, University of North Carolina at Chapel Hill; Sarah Myers West, AI Now Institute; Ido Sivan-Sevilla, College of Information Studies, University of Maryland; and Patrick Parham, College of Information Studies, University of Maryland; and Epsilon-Differential Privacy, and a Two-step Test for Quantifying Reidentification Risk by Nathan Reitinger and Amol Deshpande of the University of Maryland.
FPF also selected two papers for the Student Paper Award: The Privacy-Bias Tradeoff: Data Minimization and Racial Disparity Assessments in U.S. Government by Arushi Gupta, Stanford University; Victor Y. Wu, Stanford University; Helen Webley-Brown, Massachusetts Institute of Technology; Jennifer King, Stanford University; and Daniel E. Ho, Stanford Law School; and Estimating Incidental Collection in Foreign Intelligence Surveillance: Large-Scale Multiparty Private Set Intersection with Union and Sum by Anunay Kulshrestha and Jonathan Mayer of Princeton University. A Student Paper Honorable Mention went to Ditching “DNA on Demand”: A Harms-Centered Approach to Safeguarding Privacy Interests Against DNA Collection and Use by Law Enforcement by Emma Kenny-Pessia, J.D. Candidate at Washington University in St. Louis School of Law.
In reviewing the submissions, these winning papers were awarded based on the strength of their research and proposed policy solutions for policymakers and regulators in the U.S. and abroad.
The Privacy Papers for Policymakers event will be held on February 27, 2024, in Washington, D.C., exact location to be announced. The event is free and open to the public.
L'ISAA, Italian Space and Astronautics Association (Associazione Italiana per l’Astronautica e lo Spazio) ha creato un'istanza per i propri associati. Benvenuti nel fediverso!
L'istanza, amministrata da @AstronautiBot, è stata creata a settembre e conta già una decina di utenti tra i quali @astronauticast (podcast di astronautica dell'associazione, in onda ogni giovedì dalle 21:30) e amoroso@social.isaa.it aka Nonno Apollo.
Siamo davvero contenti che un'associazione abbia deciso di mettere a disposizione un'istanza Mastodon per i propri soci!
Diamo loro il benvenuto nel Fediverso e ci auguriamo che vogliano condividere i loro post con la comunità @Astronomia di Lemmy.
ISAA Mastodon
Istanza Mastodon ufficiale dell'Associazione ISAA APS (Associazione Italiana per l'Astronautica e lo Spazio).Mastodon hosted on social.isaa.it
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As you can see from the image (which is taken from a mastodon screen), from Mastodon, from Misskey, from Pixelfed and from Pleroma it is impossible to see the profile pic of most of the poliverso accounts.
Can anyone give me some suggestions to solve this annoying problem?
Are there any ways to "force" sending or updating images on federated instances?
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@Signor Amministratore @Michael Vogel for future reference, the problem was caused by a nginx reverse proxy in front of the apache server.. with these headers it seems to work again, but I am not sure about it..
proxy_set_header X-Real-IP $remote_addr;
proxy_set_header X-Forwarded-Host $host;
proxy_set_header X-Forwarded-Port $server_port;
proxy_set_header Host $host;
proxy_set_header Proxy '';
Signor Amministratore ⁂ likes this.
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Ministero dell'Istruzione
Oggi, #24gennaio, si celebra la sesta Giornata Internazionale dell’Educazione, proclamata nel 2018 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.Telegram
LIBRI. Il “J’accuse” di Francesca Albanese
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della redazione
(foto di Hatim Kaghat, via Le Soir)
Pagine Esteri, 24 gennaio 2024 – Frutto di tre rapporti sulla situazione dei diritti negati ai palestinesi nei Territori occupati da Israele, “J’Accuse” della giurista Francesca Albanese è stato concepito e scritto, con la partecipazione del giornalista Christian Elia, ben prima del 7 ottobre quando prima l’attacco di Hamas nel sud di Israele e poi l’offensiva militare devastante di Israele contro Gaza, hanno riportato l’attenzione mondiale sulla questione palestinese.
Nel volume Albanese, che è Relatrice delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati, sottolinea
l’affermarsi di una condizione di apartheid e di un’occupazione israeliana che dura da decenni e non è più tollerabile.
Il “J’Accuse” di Francesca Albanese non è opera di un’attivista. E’ il contributo di una esperta di diritto internazionale che oltre a descrivere e denunciare violazioni e abusi, avverte l’opinione pubblica mondiale della insostenibilità della negazione dei diritti del popolo palestinese. La filosofa Roberta De Monticelli chiude il libro con un suo saggio. Pagine Esteri ha intervistato Francesca Albanese.
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In Cina e Asia – La borsa indiana supera Hong Kong, Pechino cerca di recuperare terreno
I titoli di oggi: La borsa indiana supera Hong Kong, Pechino cerca di recuperare terreno Cina, nuove norme per standardizzare la legislazione dell’esercito Cina, per l’Ufficio nazionale di statistica la manipolazione dei dati è “corruzione” Veicoli elettrici, il governo cinese interviene per contenere l’eccesso di produzione Taiwan, Nauru ufficializza le relazioni con la Cina. Possibile revisione per Tuvalu dopo le ...
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CALCIO. Storico approdo della nazionale palestinese agli ottavi della Coppa d’Asia
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della redazione
Pagine Esteri, 24 gennaio 2024 – Battendo ieri 3-0 Hong Kong, la nazionale palestinese si è qualificata per la prima volta nella sua storia agli ottavi di finale della Coppa delle Nazioni Asiatiche. Inoltre ha ottenuto la sua prima vittoria nella competizione. Uno storico risultato sportivo che giunge mentre i palestinesi subiscono a Gaza l’offensiva militare israeliana che ha causato fino a oggi oltre 25mila morti e decine di migliaia di feriti oltre a distruzioni immense.
Eroi della serata calcistica a Doha sono stati Oday Dabbagh, uno dei giocatori più esperti del team che ha segnato due gol, e il giovanissimo Zaid Qunbar. La nazionale palestinese ha dominato gran parte del match e ha avuto numerose occasioni da gol oltre a quelle realizzate. Il pubblico presente ha continuamente incitato la formazione palestinese.
Il primo gol è arrivato da un cross dalla destra finalizzato dal colpo di testa di Oday Dabbagh. Un altro colpo di testa, sempre grazie a un cross, ha portato alla realizzazione del 21enne Zaid Qunbar. Fino ad oggi la formazione palestinese non ha subito alcuna rete. Agli ottavi affronterà il Qatar o l’Australia.
GUARDA IL VIDEO DEL PRIMO GOL
pagineesteri.it/wp-content/upl…
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Weekly Chronicles #62
Questo è il numero #62 di Privacy Chronicles, la newsletter che ti spiega l’Era dell’Informazione e come sopravvivere: sorveglianza di massa, privacy, sicurezza dei dati, crypto-anarchia e molto altro.
Nelle Cronache della settimana:
- Fleximan: un’idea di cui è giunto il momento
- Arrivano gli atomic swap tra Bitcoin e Monero
- Sorveglianza biometrica: aggiornamenti sull’IA Act
Nelle Lettere Libertarie:
- Milei al World Economic Forum ha fatto schiumare proprio tutti
Rubrica OpSec:
- Telegram hardening: metti in sicurezza la tua app
Fleximan: un’idea di cui è giunto il momento
Padova, Veronella, Treviso, Cortina… gli autovelox del Veneto sono ormai facile preda di quell’individuo o gruppo di persone che i giornali hanno soprannominato “Fleximan”.
A decine ne sono caduti negli ultimi dieci giorni, e immagino che ancora ne cadranno. Nel frattempo arrivano anche i primi emulatori in Lombardia (Bonate Sotto, Martignana) e Piemonte. A Parma si segnalano invece varchi ZTL oscurati con la vernice spray.
«Non tutti gli eroi hanno il mantello, alcuni hanno il flessibile» scrivono i fan sui social.
Proprio come accadeva per Batman, anche il nostro Fleximan non riceve amore e appoggio dalla pubblica amministrazione: sindaci e procuratori condannano pubblicamente le sue azioni e richiamano tutti all’ordine. I primi, per l’evidente colpo alle loro tasche; i secondi per la manifesta incapacità di arginare il fenomeno.
Questi sono i fatti. Ora passiamo a qualche pensiero personale.
Il fenomeno Fleximan dimostra due cose:
- La sorveglianza di massa, autovelox, ZTL o telecamere che siano, non ha alcuna correlazione con la sicurezza delle persone, ma solo con necessità di controllo e flusso di cassa.
- Lo stato non esiste: o meglio, cessa di esistere nel momento stesso in cui le persone decidono di riappropriarsi degli spazi che gli vengono tolti grazie alle tecnologie di sorveglianza.
Fleximan è molto più di un uomo con un buon flessibile: è la scintilla di un'idea di cui è giunto il momento. Lo stesso può dirsi per l’analogo UK di Fleximan: i Blade Runner (di cui abbiamo già parlato).
L'Italia è tra i paesi peggiori d'Europa in quanto a incidenti mortali. Le persone muoiono in altri paesi europei molto meno alla guida, nonostante il numero largamente inferiore di autovelox, che in Italia sono ben 11.000 (in Spagna, ad esempio, circa 2.000).
La colpa, come suggeriva l'economista libertario Walter Block, è di chi gestisce le strade, come qualsiasi altra attività umana. In questo caso la colpa è quindi dello Stato. Strade peggiori equivalgono a più incidenti.
Non solo allora lo stato fa cassa sulla nostra vita, ma non usa i soldi rubati con autovelox e ZTL per migliorare le strade e la viabilità. Anzi: incolpa i cittadini e gli rende la vita sempre più difficile, vietando l’uso delle automobili o inventando assurdi limiti di velocità, come a Bologna.
E se qualcuno avesse dubbi circa le reali finalità degli autovelox, per spiegarlo non c’è neanche bisogno di retorica. Ve lo dicono loro:
Arrivano gli atomic swap tra Bitcoin e Monero
Il team di Samourai, il wallet bitcoin-centrico che fa della privacy il suo cavallo di battaglia, ha recentemente rilasciato la versione Beta della piattaforma per lo swap atomico tra BTC (Bitcoin) e XMR (Monero).
Emily Fox likes this.
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Certo, ma certi comportamenti rispettosi della privacy andrebbero incentivati con premi non solo simbolici, premi concreti, fatti di agevolazioni fiscali. Invece si sanziona sempre chi sgarra e non si premia chi rispetta le norme.
@Piero Bosio la privacy è un diritto umano e il suo mancato rispetto DEVE (DEVE, non PUO') essere sanzionato!
Altrimenti dovremmo premiare anche le aziende che non praticano lo schiavismo, quelle che non consentono ai capi di violentare impunemente le dipendenti e quelle che evitano di far morire i dipendenti sul lavoro.
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CONTRAFFAZIONE E CRIMINALITÀ ORGANIZZATA. LA RISPOSTA DELL’UNIONE EUROPEA E DI EUROPOL
[sequestro di merce contraffatta] ☝️
#EUROPOL richiama l’attenzione (europol.europa.eu/crime-areas/…) sul commercio di merci contraffatte, che rappresenta una “sfida importante in un'economia globale basata sull'innovazione”. Ciò perché i gruppi della criminalità organizzata svolgono un ruolo sempre più importante in queste attività e traggono notevoli vantaggi dalla contraffazione e dalla pirateria.
Europol a tale proposito sostiene o organizza apposite operazioni per contrastare tale commercio, delle quali abbiano parlato nel nostro blog: vi ricordiamo in particolare: - Pangea, un'operazione annuale internazionale condotta dall' #Interpol contro la vendita online illecita di medicinali e dispositivi medici, che da ultimo ha coinvolto circa 193 autorità di polizia, doganali e di regolamentazione sanitaria di 103 paesi (leggi qui => noblogo.org/cooperazione-inter…); - l 'operazione OPSON (leggi qui =>noblogo.org/cooperazione-inter…), che ha riunito una serie di agenzie del settore pubblico e privato per affrontare la minaccia della contraffazione e delle frodi di alimenti e bevande. L'operazione dello scorso anno, guidata da Europol e Interpol, ha avuto una serie di successi, tra cui il sequestro di oltre 10 000 tonnellate e un milione di litri di alimenti e bevande contraffatti pericolosi in operazioni che hanno interessato 57 paesi.
[sequestro di merce contraffatta] 👇
Il commercio di prodotti contraffatti è in piena espansione e sta colpendo le vendite e i profitti delle aziende interessate. Ha un impatto sui governi, sulle imprese in generale e sui consumatori. Taglia le entrate e riduce il benessere economico, la salute, la sicurezza.
L'obiettivo è quindi quello di smantellare i gruppi criminali organizzati coinvolti nella produzione e distribuzione di merci contraffatte e scadenti. Si tratta di un illecito che rappresenta il 2, 5 % del commercio mondiale, pari a 461 miliardi di dollari. Così, i detentori dei diritti, i governi e l'economia formale nel suo complesso subiscono enormi perdite ogni anno, mentre le reti criminali che sono dietro il commercio traggono enormi profitti.
[sequestro di merce contraffatta] 👇
I prodotti contraffatti spaziano dai beni di consumo di lusso di fascia alta come orologi, profumi o pelletteria, ai prodotti business-to-business come macchinari, prodotti chimici o pezzi di ricambio, fino ai prodotti di consumo comuni come giocattoli, prodotti farmaceutici, cosmetici e alimentari. Infatti, qualsiasi prodotto protetto da IP può essere contraffatto.
Alcuni prodotti contraffatti, come i prodotti farmaceutici, i pezzi di ricambio e i giocattoli, sono di bassa qualità e creano quindi notevoli minacce per la salute e la sicurezza.
Logo EUIPO ☝️
Attiva in ambito Unione Europea #UE anche l’ #EUIPO (euipo.europa.eu/en)( Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale) che segnala nel suo ultimo studio come le merci contraffatte continuano a costare all'industria dell'abbigliamento, dei cosmetici e dei giocattoli (per quest’ultimo aspetto leggi qui =>noblogo.org/cooperazione-inter…) la cifra di 16 miliardi di euro di vendite e quasi 200 000 posti di lavoro ogni anno. A sopportare il peso maggiore di questa attività illegale l'industria dell'abbigliamento (5,2 % del fatturato complessivo del settore). Anche l'industria cosmetica e quella dei giocattoli sono gravemente colpite, con perdite rispettivamente pari al 4,8 % delle vendite e 8,7 % delle vendite.
Lo studio, periodo 2018-2021, ha rilevato che le merci contraffatte non solo influiscono sulle vendite, ma portano anche a significative perdite di posti di lavoro. In questi settori, Germania, Francia, Italia, Spagna e Austria hanno subito le perdite maggiori, con quasi 8 miliardi di euro di riduzione delle vendite di beni originali.
La relazione rileva che la contraffazione alimenta la criminalità organizzata, mina la fiducia nello Stato di diritto e incide negativamente sull'ambiente. Inoltre, la contraffazione nei settori dei cosmetici e dei giocattoli comporta notevoli rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori. Questi prodotti nocivi rappresentano il 15 % degli articoli contraffatti sequestrati alle frontiere dell'UE.
EUIPO collabora nella lotta alla contraffazione con Europol, con l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (#OLAF – leggi qui nel nostro blog =>noblogo.org/cooperazione-inter…) e la #Commissioneeuropea.
Jobs Act. Se la soppressione dei diritti diventa norma legittima l L'Antidiplomatico
"La norma del Governo Renzi non è mai stata messa in discussione dai governi successivi e men che mai da quello del centro destra.
Il jobs act mirava non solo a disincentivare le cause del lavoro ma a favorire i licenziamenti collettivi e oggi la Corte Costituzionale ne conferma l'impianto asserendone la legittimità anche rispetto ai principi della Costituzione. L'indennizzo economico come misura compensativa esclude pertanto ogni possibilità di reintegro al posto del quale arriveranno pochi spiccioli specie per quanti hanno minori anni contributivi."
Explaining the Crosswalk Between Singapore’s AI Verify Testing Framework and The U.S. NIST AI Risk Management Framework
On October 13, 2023, Singapore’s Infocomm Media Development Authority (IMDA) and the U.S.’s National Institute of Standards and Technology (NIST) published a “Crosswalk” of IMDA’s AI Verifyfile.go.gov.sg/aiverify.pdftesting framework and NIST’s AI Risk Management Framework (AI RMF). Developed under the aegis of the Singapore–U.S. Partnership for Growth and Innovation, the Crosswalk is a mapping document that guides users on how adopting one framework can be used to meet the criteria of the other. Similar to other crosswalk initiatives that NIST has done with other leading AI frameworks (such as with the ISO/IEC FDIS 23894 and the proposed EU AI Act, OECD Recommendation on AI, Executive Order 13960 and the Blueprint for an AI Bill of Rights), this Crosswalk aims to harmonize “international AI governance frameworks to reduce industry’s cost to meet multiple requirements.”
The aim of this blog post is to provide further clarity on the Crosswalk and what it means for organizations developing and deploying AI systems. The blog post is structured into four parts.
- First, the blog post will briefly summarize AI Verify (a fuller summary on which can be found in FPF’s blog post here).
- Second, the blog post will summarize the NIST AI RMF, what it aims to achieve, and how it works.
- Third, the blog post will explain the “Crosswalk”, and how users can expect to use the document.
- Fourth, the blog post will conclude with observations on what the Crosswalk means for international cooperation in the area of AI governance.
AI Verify – Singapore’s AI governance testing framework and toolkit
AI Verify is an AI governance testing framework and toolkit launched by the IMDA and the Personal Data Protection Commission of Singapore (PDPC). First announced in May 2022, AI Verify enables organizations to conduct a voluntary self-assessment of their AI systems through a combination of technical tests and process-based checks. In turn, this allows companies who use AI Verify to objectively and verifiably demonstrate to stakeholders their responsible and trustworthy deployment of AI systems.
At the outset, there are several key characteristics of AI Verify that users should be mindful of.
- First, while AI Verify is presently in a “Minimum Viable Product” phase, it is designed to provide one-stop AI testing and will therefore evolve going forward.
- Second, rather than attempting to define ethical or governance standards or thresholds (and providing AI systems with a “pass” or “fail” mark), AI Verify merely provides an objective measure to verify the performance of an AI system. By open-sourcing AI Verify, the IMDA and the PDPC hope that the global AI testing community can gravitate towards workable standards in various industries and use cases.
- Third, to promote user trust, AI Verify permits organizations to conduct self-testing on premises, and also allows for third-party testing. The AI Verify Foundation, which oversees the development and adoption of AI Verify, also welcomes users to contribute codes and plug-ins to enhance the toolkit.
- Fourth, and crucially, AI Verify has presently been developed to support supervised learning AI models (e.g. binary classification, multiclass classification, regression models). It has not been designed for generative AI systems, though this is something that the AI Verify Foundation is working on separately through initiatives such as its Generative AI Evaluation Sandbox and the LLM Evaluation Catalogue.
AI Verify comprises two parts: (1) a Testing Framework, which references 11 internationally-accepted AI ethics and governance principles grouped into 5 pillars; and (2) a Toolkit that organizations can use to execute technical tests and to record process checks from the Testing Framework. The 5 pillars and 11 principles under the Testing Framework are:
- Transparency on the use of AI and AI systems
- Principle 1 – Transparency: Providing appropriate information to individuals impacted by AI systems
- Understanding how an AI model reaches a decision
- Principle 2 – Explainability: Understanding and interpreting the decisions and output of an AI system
- Principle 3 – Repeatability/reproducibility: Ensuring consistency in AI output by being able to replicate an AI system, either internally or through a third party
- Ensuring safety and resilience of the AI system
- Principle 4 – Safety: Ensuring safety by conducting impact/risk assessments, and ensuring that known risks have been identified / mitigated
- Principle 5 – Security: Ensuring the cyber-security of AI systems
- Principle 6 – Robustness: Ensuring that the AI system can still function despite unexpected input
- Ensuring Fairness
- Principle 7 – Fairness: Avoiding unintended bias, ensuring that the AI system makes the same decision even if a certain attribute is changed, and ensuring that the data used to train the model is representative
- Principle 8 – Data governance: Ensuring the source and quality of data by adopting good data governance practices when training AI models
- Ensuring proper (human) management and oversight of the AI system
- Principle 9 – Accountability: Ensuring proper management oversight during AI system development
- Principle 10 – Human agency and oversight: Ensuring that the AI system is designed in a way that will not diminish the ability of humans to make decisions
- Principle 11 – Inclusive growth, societal and environmental well-being: Ensuring beneficial outcomes for people and the planet.
As mentioned earlier, FPF’s previous blog post on AI Verify provides more detail on the objectives and mechanics of AI Verify’s Testing Framework and Toolkit. This summary merely sets the context for readers to better appreciate how the Crosswalk document should be understood.
AI Risk Management Framework – U.S. NIST’s industry-agnostic voluntary guidance on managing AI risks
The AI RMF was issued by NIST in January 2023. Currently in its first version, the goal of the AI RMF is “to offer a resource to organizations designing, developing, deploying or using AI systems to help manage the many risks of AI and promote trustworthy and responsible development and use of AI systems.”
The AI RMF underscores the perspective that responsible AI risk management tools can assist organizations in cultivating public trust in AI technologies. Intended to be sector-agnostic, the AI RMF is voluntary, flexible, structured (in that it provides taxonomies of risks), measurable and “rights-focused”. The AI RMF outlines mechanisms and processes for measuring and managing AI systems and provides guidance on measuring accuracy.
The AI RMF itself is broken into two parts. The first part outlines various risks presented by AI. The second part provides a framework for considering and managing those risks, with a particular focus on stakeholders involved in the testing, evaluation, verification and validation processes throughout the lifecycle of an AI system.
The AI RMF outlines several AI-related risks
The AI RMF outlines the following risks presented by AI: (1) Harm to people – e.g. harm to an individual’s civil liberties, rights, physical or psychological safety or economic opportunity; (2) Harm to organizations – e.g. harm to an organization’s reputation and business operations; and (3) Harm to an ecosystem – e.g. harm to the global financial system or supply chain. It also notes that AI risk management presents unique challenges for organizations, including system transparency, lack of uniform methods or benchmarks, varying levels of risk tolerance and prioritization, and integration of risk management into organizational policies and procedures.
The AI RMF also provides a framework for considering and managing AI-related risks
The “core” of the AI RMF contains a framework for considering and managing these risks. It comprises four functions: “Govern”, “Map”, “Measure”, and “Manage.” These provide organizations and individuals with specific recommended actions and outcomes to manage AI risks.
- Governing – This relates to how AI is managed in an organization, such as creating a culture of risk management, outlining processes, documents and organizational schemes that anticipate, identify and manage AI risks, and providing a structure to align with overall organizational principles, policies and strategic priorities. Categories within the “Govern” prong include:
- Creating and effectively implementing transparent policies, processes and practices across the organization related to the mapping, measuring and managing of AI risks;
- Maintaining policies and procedures to address AI risks and benefits arising from using third-party software and data; and
- Mapping – This establishes the context in which an organization can identify and frame the risks of an AI system (such as who the users will be and what their expectations are). Once mapped, organizations should have sufficient contextual knowledge on the impact of the AI system to decide whether to design, develop or deploy that system. Outcomes from this function should form the basis for the measuring and managing functions. Specific categories within this function include:
- Assessing AI capabilities, targeted usage, goals and expected benefits and costs;
- Mapping risks and benefits for all components of the AI system, including third-party software and data; and
- Determining the impact of the system on individuals, groups, communities, organizations and society.
- Measuring – This function is about using information gathered from the mapping process as well as other tools and techniques to analyze and monitor AI risks. This function may be addressed by implementing software testing and performance assessment methodologies. The “Measure” prong also includes tracking metrics for trustworthy characteristics and impacts of the AI system. It should provide an organization’s management with a basis for making decisions when trade-offs arise. Specific categories include:
- Identifying and applying appropriate methodologies and metrics;
- Evaluating AI systems for trustworthiness;
- Maintaining mechanisms for tracking AI risks; and
- Gathering feedback about the efficacy of measurements being used.
- Managing – This function involves allocating resources to address risks identified through the functions above, and on a regular basis. Organizations should use information generated from the Governing and Mapping functions to manage and decrease the risk of AI system failures by identifying and controlling for risks early. Organizations can implement this function by regularly monitoring and prioritizing AI risks based on assessments from the Mapping and Measuring functions. Specific categories within this function include:
- Planning, preparing, implementing and documenting strategies to maximize AI benefits and minimize negative impacts, including input from relevant AI actors in the design of these strategies; and
- Ensuring that risks that arise are documented and monitored regularly.
The AI RMF also comes with an accompanying “playbook” that provides additional recommendations and actionable steps for organizations. Notably, NIST has already produced “crosswalks” to ISO/IEC standards, the proposed EU AI Act, and the US Executive Order on Trustworthy AI.
The Crosswalk is a mapping document that guides users on how adopting one framework can be used to meet the criteria of the other
To observers familiar with AI governance documentation, it should be apparent that there is complementarity between both frameworks. For instance, the AI Verify framework contains processes that would overlap with the RMF framework for managing AI risks. Both frameworks also adopt risk-based approaches and aim to strike a pragmatic balance between promoting innovation and managing risks.
Similar to other crosswalk initiatives that NIST has already done with other frameworks, this Crosswalk is aimed at harmonizing international AI governance frameworks to reduce fragmentation, facilitate ease of adoption, and reduce industry costs in meeting multiple requirements. Insiders have noted that at the time when the AI Verify framework was released in 2022, NIST was in the midst of organizing public workgroups for the development of the RMF. From there, the IMDA and NIST began to work together, with a common goal of jointly developing the Crosswalk to meet different industry requirements.
Understanding the methodology of the Crosswalk
Under the Crosswalk, AI Verify’s testable criteria and processes are mapped to the AI RMF’s categories within the Govern, Map, Measure and Manage functions. Specifically, the Crosswalk first lists the individual categories and subcategories under the aforementioned four functions. As these 4 core functions address individual governance/trustworthiness characteristics (such as safety, accountability and transparency, explainability and fairness) collectively, the second column of the Crosswalk – which denotes the AI Verify Testing Framework – sets out the individual principle, testable criteria, and process and/or technical test that correlates to the relevant core function under the AI RMF.
A point worth noting is that the mapping is not “one-to-one”; each NIST AI RMF category may have multiple equivalents. Thus, for instance, AI Verify’s Process 9.1.1 for Accountability (indicated in the Crosswalk as “Accountability 9.1.1”) appears for both “Govern 4” and “Govern 5” under the AI RMF. This is to reflect the differences in nature of both documents – while the AI RMF is a risk management framework for the development and use of AI, AI Verify is a testing framework to assess the performance of an AI system and the practices associated with the development and use of this system. To achieve this mapping, the IMDA and NIST have had to compare both frameworks at a granular level – down to individual elements within the AI Verify Testing Framework – to achieve alignment. This can be seen from the Annex below, which sets out for comparison the “crosswalked” elements, as well as identifies the individual testable criteria and processes in the AI Verify Testing Framework.
Other aspects of understanding the Crosswalk document are set out below (in a Q&A format):
Does the Crosswalk only cover process-based checks or are technical tests within AI Verify (e.g. on fairness and robustness) also covered?
No. These have technically not been mapped. Technical tests on areas like explainability and robustness are performed by the testing algorithm within the AI Verify Testing Toolkit. Given that the AI RMF does not have a technical testing toolkit, there is technically no equivalent in the AI RMF to map to.
However, technical tests provided by AI Verify may still be used to help organizations meet outcomes under the AI RMF. For instance, under AI RMF Measure 2.9, a suggested action is to “Explain systems using a variety of methods, e.g. visualizations, model extraction, feature importance, and others.” In this regard, explainability testing under AI Verify provides information on feature performance.
To use another example, under AI RMF Measure 2.11, one of the suggested actions is to “Use context-specific fairness metrics to examine how system performance varies across groups, within groups, and/or for intersecting groups. Metrics may include statistical parity, error-rate equality, statistical parity difference, equal opportunity difference, average absolute odds difference, standardized mean difference, percentage point differences.” Accordingly, AI Verify’s fairness testing allows system deployers to test the fairness of their models according to these fairness metrics.
Across the Crosswalk, references are made to criteria under AI Verify (e.g. 1.1, 8.3, etc.), while in others, references are made to specific processes (e.g. 3.2.1, 4.3.1, etc.). What is the difference?
Certain testable criteria under AI Verify only contain one testing process, whereas, in others, testable criteria contain multiple testing processes. In the latter case, where only one of these processes has been mapped to the AI RMF, the Crosswalk indicates and maps only that specific testing process.
Where the Crosswalk refers to entire sections of testable criteria (e.g. “7.1 – 7.4”), are organizations expected to adopt all processes under the criteria?
No. Where the Crosswalk refers to entire sections of AI Verify’s Testing Framework, this indicates that all corresponding testing processes in those sections are relevant to achieving the relevant outcome under the AI RMF.
The category of “organizational considerations” (Criteria 12) currently cannot be found in the AI Verify. What does this mean?
This is currently being incorporated into the latest version of the AI Verify testing tool.
The Crosswalk shows that practical international cooperation in AI governance and regulation is possible
The global picture on AI regulation and governance is shifting rapidly. Since the burst of activity around the development of AI ethical principles and frameworks in the late 2010s, the landscape is becoming increasingly complex.
It is now defined within the broad strokes of the development of AI-specific regulation (in the form of legislation, such as the proposed EU AI Act, Canada’s AI and Data Act or Brazil’s AI Bill), the negotiation of an international Treaty on AI under the aegis of the Council of Europe, executive action putting the onus on government bodies when contracting AI systems (with President’s Biden Executive Order as chief example), the provision of AI-specific governance frameworks as self-regulation, and guidance by regulators (such as Data Protection Authorities issuing guidance on how providers and deployers of AI systems can rely on personal data respecting data protection laws). This varied landscape leaves little room for a coherent global approach to govern a quintessentially borderless technology.
In this context, the Crosswalk as a government-to-government effort shows that it is possible to find a common language between prima facie different self-regulatory AI governance frameworks, paving the way to interoperability or a cross-border interchangeable use of frameworks. Its practical relevance for organizations active both in the US and Singapore cannot be overstated.
The Crosswalk also provides a model for future crosswalks or similar mapping initiatives that will support a more coherent approach to AI governance across borders, potentially opening the path for more instances of meaningful and practical international cooperation in this space.
@Friendica Admins These are the data of the accounts present in my poliverso.org instance.
I don't understand what is meant by blog account. Even if there isn't even one, it's not clear to me what a blog account is and how you can create one.
Can anyone help me understand?
Friendica Admins reshared this.
Ah, ok... Thank you for the clarification! 😅
(too bad! I had high expectations for this mysterious blog account...😁)
Friendica Admins reshared this.
PODCAST. GAZA. Onu: “I pazienti scappano dagli ospedali bombardati con ferite ancora infette”
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Pagine Esteri, 23 gennaio 2024. Andrea De Domenico, capo dell’Ufficio di Coordinamento degli affari umanitari dell’ONU (OCHA) nei Territori palestinesi Occupati, ci ha descritto da Gaza la situazione disperata in cui vive la popolazione: gli ospedali sono colpiti e bombardati, i pazienti fuggono senza saper dove altro andare. Le donne chiedono disperate dove poter partorire.
I bombardamenti proseguono incessanti, soprattutto a Khan Younis. Colpite anche le strutture delle ONG. I convogli con gli aiuti non riescono ad attraversare le strade distrutte dall’esercito e anche gli operatori umanitari non ricevano garanzie di sicurezza da parte delle autorità israeliane.
Sono 25.490 i palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio dei bombardamenti. 195 nelle ultime 24 ore. Il portavoce della Mezzaluna Rossa palestinese a Gaza ha dichiarato che l’esercito israeliano sta sparando sulle ambulanze che provano a raggiungere i feriti palestinesi della zona di Khan Younis, assediata dall’esercito. Secondo i media israeliani Israele ha offerto ad Hamas una tregua di due mesi in cambio di un rilascio dei prigionieri di Gaza.
Tel Aviv ha comunicato che 21 soldati sono stati uccisi ieri nella Striscia di Gaza. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che “questo è uno dei giorni più difficili dallo scoppio della guerra”, aggiungendo però che i combattimenti continueranno fino alla “vittoria assoluta”. Un carro armato è stato colpito da un missile anticarro nei pressi di due edifici nei quali le truppe israeliane stavano piazzando delle mine, con l’obiettivo di distruggere le strutture palestinesi. Lo scoppio ha causato il crollo degli edifici. Uno dei giorni più difficili anche per Netanyahu: i parenti degli ostaggi rapiti e trattenuti da Hamas a Gaza hanno fatto ieri irruzione durante la riunione di una commissione parlamentare a Gerusalemme, accusando il governo di non fare abbastanza per liberare i propri cari. Delle 253 persone sequestrate da Hamas il 7 ottobre, 130 sono rimaste a Gaza, dopo l’accordo di scambio prigionieri con Tel Aviv, 27 delle quali, secondo Israele, sono rimaste uccisi.
Nella tarda serata di ieri Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno nuovamente colpito lo Yemen, bombardando anche la capitale Sanaa. Le forze armate statunitensi hanno dichiarato di aver colpito strutture utilizzate dagli Houthi per attaccare le navi USA che attraversano il Mar Rosso. Ansar Allah (Houthi) ha dichiarato che gli attacchi renderanno più forti.
widget.spreaker.com/player?epi…
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L'articolo PODCAST. GAZA. Onu: “I pazienti scappano dagli ospedali bombardati con ferite ancora infette” proviene da Pagine Esteri.
Se ti piace seguire qualcuno da mastodon ma pubblica troppi post, puoi disattivare solo i suoi post senza nascondere i suoi post ordinari:
1. Accedi a Mastodon
2. Vai al profilo della persona di cui vuoi nascondere i boost
3. Clicca su ︙o ⋯ in alto e seleziona "Nascondi boost da..." (o "Nascondi reblog" su alcune app)
Se cambi idea, torna al suo profilo e seleziona "Mostra boost da..." (o "Mostra reblog").
Ci sono molte più informazioni sulla disattivazione e sul blocco su Mastodon su fedi.tips/blocking-and-muting-…
Il post di @Fedi.Tips
⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️
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Fieg aderisce all’Osservatorio “Carta, Penna & Digitale”
“Nella Giornata internazionale della scrittura a mano, che ricorre oggi, annunciamo con piacere l’adesione della Federazione italiana editori giornali (Fieg) all’Osservatorio ‘Carta, Penna & Digitale’ della Fondazione Luigi Einaudi”, è quanto afferma il Segretario generale della Fondazione Einaudi, Andrea Cangini.
“La Fieg si aggiunge ad altre importanti realtà che sono già entrate a far parte del nostro Osservatorio, quali Associazione italiana editori (Aie), Comieco, Federazione Carta e Grafica e Moleskine. E molte altre aderiranno nelle prossime settimane”.
La Fondazione Luigi Einaudi è da tempo in prima linea per promuovere il valore della scrittura a mano, fondamentale per lo sviluppo delle attività cognitive dell’individuo. Scrivere serve a organizzare il pensiero e farlo in corsivo obbliga ad un gesto grafico più raffinato che richiama funzioni neurologiche più complesse. L’Osservatorio, nato di recente, ha l’obiettivo di coinvolgere i maggiori esperti e stakeholder del settore al fine di studiare il giusto equilibrio tra tecnologia digitale e “strumenti tradizionali” e di sensibilizzare le famiglie, il mondo della scuola e il decisore politico sull’importanza proprio della scrittura a mano e della lettura su carta.
L'articolo Fieg aderisce all’Osservatorio “Carta, Penna & Digitale” proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
ANTOLOGIA DI SPOON RIVER DI EDGAR LEE MASTERS
Antologia di Spoon River: “Era superproibito quel libro in Italia. Era tutto quello che il governo non ci permetteva di pensare”. @L’angolo del lettore iyezine.com/antologia-di-spoon…
L’angolo del lettore reshared this.
RECENSIONE : MARIE QUEENIE LYONS – SOUL FEVER
Marie Queenie Lyons: quello che rimane è questo tesoro soul funky che si può riscoprire in vinile e digitale, e che farà la gioia di molti. iyezine.com/marie-queenie-lyon… @Musica Agorà
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Prova di tabella
@Test: palestra e allenamenti :-)
Header 1 | Header 2 | Header 2 |
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Test: palestra e allenamenti :-) reshared this.
Fieg aderisce all’Osservatorio “Carta, Penna & Digitale” della Fondazione Einaudi
“Nella Giornata internazionale della scrittura a mano, che ricorre oggi, annunciamo con piacere l’adesione della Federazione italiana editori giornali (Fieg) all’Osservatorio ‘Carta, Penna & Digitale’ della Fondazione Luigi Einaudi”, è quanto afferma il Segretario generale della Fondazione Einaudi, Andrea Cangini. “La Fieg si aggiunge ad altre importanti realtà che sono già entrate a far parte del nostro Osservatorio, quali Associazione italiana editori (Aie), Comieco, Federazione Carta e Grafica e Moleskine. E molte altre aderiranno nelle prossime settimane”.
La Fondazione Luigi Einaudi è da tempo in prima linea per promuovere il valore della scrittura a mano, fondamentale per lo sviluppo delle attività cognitive dell’individuo. Scrivere serve a organizzare il pensiero e farlo in corsivo obbliga ad un gesto grafico più raffinato che richiama funzioni neurologiche più complesse. L’Osservatorio, nato di recente, ha l’obiettivo di coinvolgere i maggiori esperti e stakeholder del settore al fine di studiare il giusto equilibrio tra tecnologia digitale e “strumenti tradizionali” e di sensibilizzare le famiglie, il mondo della scuola e il decisore politico sull’importanza proprio della scrittura a mano e della lettura su carta.
“Cuore del pensiero einaudiano è la centralità della persona: la politica deve limitarsi a creare le condizioni affinché ciascun cittadino possa sviluppare al massimo le proprie potenzialità”, sottolinea Cangini “Far sparire carta e penna dall’orizzonte umano, e soprattutto dal perimetro dell’Istruzione, significherebbe comprimere le potenzialità dell’individuo. Carta e penna – aggiunge – stimolano il cervello e mettono in moto meccanismi neurologici che gli strumenti digitali non sollecitano: farne a meno significherebbe arrecare un danno irreparabile a ciascun individuo, e dunque alla società nel suo complesso”.
Lo scorso luglio la Fondazione Luigi Einaudi ha presentato in Senato uno studio, consultabile sul sito fondazioneluigieinaudi.it, che raccoglie le principali ricerche scientifiche internazionali sull’argomento. All’incontro prese parte anche il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che spiegò: “La Rete non può né deve spazzare via la carta e la penna perché lettura su carta e scrittura a mano sono insostituibili. Il digitale non è rinunciabile, ma va governato, alla logica dell’aut-aut preferisco la logica dell’et-et: valorizzare al massimo entrambe le opportunità”.
L'articolo Fieg aderisce all’Osservatorio “Carta, Penna & Digitale” della Fondazione Einaudi proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Repubblica di missili. La strategia di Pechino per i long-strike systems
Circa vent’anni fa l’analista statunitense Andrew Krepinevich coniava il termine “Anti-Access/Area Denial” per descrivere le capacità cinesi di integrare sistemi missilistici e di Intelligence, Surveillance and Recognition (Isr) così da costituire un (almeno teoricamente) impenetrabile sistema di difesa delle acque antistati la Repubblica Popolare contro la penetrazione di una qualsivoglia flotta nemica (anche se già allora negli ambienti strategici di Pechino si identificava nella Us Navy il nemico per eccellenza).
Oggi, l’arsenale missilistico cinese sembra essere più forte che mai. La People Liberation’s Army Rocket Force (Plarf) è stata la protagonista di un vero e proprio rinascimento, la cui data di origine ideale può essere individuata nel dicembre del 2012, quando l’allora neo-eletto leader Xi Jinping definì le Plarf “la forza centrale della deterrenza strategica della Cina, il sostegno strategico allo status di grande potenza del paese e un’importante pietra angolare per la salvaguardia della sicurezza nazionale”. Sette anni dopo, nel White Paper cinese sulla Difesa si legge che “la Plarf svolge un ruolo cruciale nel mantenimento della sovranità e della sicurezza nazionale della Cina” e che “sta potenziando le sue capacità credibili e affidabili di deterrenza e contrattacco nucleare, rafforzando le forze di attacco intermedio e di precisione a lungo raggio”. E nel 2022, a dieci anni di distanza dal suo intervento, Xi ha dichiarato l’obiettivo di costruire “un forte sistema di deterrenza strategica” basato proprio sulle sue capacità missilistiche.
Durante tale decade, la Cina ha deciso di puntare a sviluppare il proprio arsenale di missili balistici e da crociera anche in funzione dei propri “vantaggi relativi”. Come ad esempio il fatto che Pechino, al contrario di Mosca e di Washington, non fosse vincolata all’Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty (generalmente noto come Inf): tale documento, stipulato nel mezzo della Guerra Fredda, prevedeva che le parti contraenti non schierassero piattaforme di lancio terrestri per missili balistici e da crociera con gittate comprese tra 500 e 5.500 chilometri, limitando quindi lo sviluppo e la produzione di tali sistemi. Senza vincoli di sorta, la Repubblica Popolare ha potuto liberamente concentrare i suoi sforzi nella creazione del più grande e capace arsenale di missili balistici e da crociera con gittata di teatro nella regione indo-pacifica.
Lo sviluppo di questo arsenale è oggetto di studio da parte dell’International Institute for Strategic Studies, che nel suo ultimo report sulle capacità missilistiche nel teatro asiatico ha dedicato un intero capitolo alla Pla. Utilizzando come lente le tensioni in corso su Taiwan, il think tank britannico spiega che grazie al recente sviluppo delle proprie capacità, le forze armate di Pechino sarebbero infatti in grado di colpire bersagli statunitensi e/o alleati in caso si verificasse un’escalation militare per il controllo dell’isola, con un raggio d’azione che si estenderebbe fino alla cosiddetta Second Islands Chain. Ossia parecchio maggiore di quello preso in considerazione da Krepinevich nel 2003.
Non si tratta di uno sviluppo solo numerico, ma anche qualitativo. La Repubblica Popolare sta infatti creando dei sistemi ipersonici molto più difficili da intercettare rispetto a quelli attualmente a disposizione della Pla, e quindi destinati a colpire bersagli particolarmente sensibili (come le difese anti-missile, i sistemi radar o i centri di Command and Control). Ma oltre a nuovi missili, anche nuove piattaforme stanno venendo sviluppate, dalla versione migliorata sottomarino d’attacco a propulsione nucleare Type 093B (Shang III) al nuovo bombardiere strategico H-20, destinato a entrare in servizio nei prossimi dieci anni per rimpiazzare gli obsolescenti H-6 attualmente in forza all’aviazione della Pla.
Pechino si è dunque dotata di una muraglia impenetrabile? Assolutamente no. Le capacità missilistiche cinesi soffrono di numerosi punti di debolezza che ne inficiano le capacità pratiche.
Dalla difficoltà di ingaggiare bersagli in movimento (il che fa si che i bersagli ideali siano le unità stanziate nelle rispettive basi, con tutte le implicazioni strategiche del caso), alla scarsa over-the horizon tactical awareness, arrivando alla rigidità della catena di comando della Pla. La serie di problemi per Pechino è lunga, tra questi non ultima la corruzione, che annacqua quella catena di comando e approvvigionamento. Ma questo non vuol dire che la minaccia missilistica di Pechino vada sottovalutata in alcun modo. Anzi.
L'Europa s'aggrega alla guerra contro gli Houthi l Contropiano
"L’Unione Europa ha ovvio interesse economico a mantenere aperti i corridoi commerciali, dovunque essi passano. Ma è anche inchiodata alle scelte di Stati Uniti ed Israele, ovvero ai dinamitardi principali nel Medio Oriente.
Il che significa, molto semplicemente, subire le conseguenze delle follie altrui senza dire o fare nulla, salvo accodarsi quando le situazioni inevitabilmente esplodono."
PIRATES call for an end to voluntary chat control 1.0 by big tech companies
Now that the EU plans for mandatory screening of private communications and undermining secure encryption (chat control 2.0) have been put on ice for the time being due to a lack of majority in the EU Council, last week the European Parliaments‘s socialist chief negotiator Birgit Sippel proposed to agree to extending the existing voluntary chat control regime with the exception of grooming detection algorithms. Pirate Party Member of the European Parliament and most prominent opponent of chat control Patrick Breyer, who is also his group’s lead negotiator, submitted amendments last night on behalf of his group. According to these amendments, voluntary chat controls should expire as they violate fundamental rights. This is confirmed by several legal opinions, including the alternative impact assessment of the EPRS, the Council Legal Service and a study by former ECJ judge Ninon Colneric.
So far, legislation to authorise the indiscriminate searching of private messages sent via Instagram Messenger, Facebook Messenger, GMail and XBox for suspected content, as practised by US companies such as Meta, Google and Microsoft, is limited until 3 August 2024. Breyer comments:
“Instead of taking up the EU Parliament’s new approach for more effective and court-proof child protection without chat control mass surveillance, EU Commissioner ‘Big Sister’ Johansson is incorrigibly insisting in the destruction of digital privacy of correspondence, playing for time and hoping to manipulate critical EU states into agreeing by running infamous campaigns and spreading misinformation. This approach has gotten us into deadlock politically, failing children and abuse victims alike. We should clearly reject this strategy and insist on finding better solutions than mass surveillance, as proposed by the European Parliament last year.”
Breyer strongly criticises the instrument of voluntary chat control: “The voluntary mass surveillance of our private communication by US services such as Meta, Google or Microsoft does not make any significant contribution to saving abused children or convicting abusers, but conversely criminalises thousands of minors, overburdens law enforcement officers and opens the door to arbitrary private justice by internet companies. If, according to Johansson’s own statements, only one in four flagged conversations are relevant to the police at all, this means 75,000 leaked intimate beach photos and nude pictures for Germany every year, which are not safe with unknown moderators abroad and do not belong in their hands.”
“The regulation on voluntary chat control is both unnecessary and contrary to fundamental rights: social networks as hosting services do not need a regulation to check public posts. The same applies to suspicious activity reports by users. And the error-prone automated reports from the screening of private communications by Zuckerberg’s Meta Group, which account for 80% of chat messages, will be eliminated anyway by the announced introduction of end-to-end encryption. The legal opinion of a former ECJ judge proves that voluntary chat monitoring as a suspicionless and comprehensive surveillance measure is contrary to fundamental rights. A victim of abuse and I are taking legal action against this and the Ministry of Digital Affairs has confirmed that the exemption regulation does not allow for voluntary chat monitoring in Germany at all.”
The Committee on Home Affairs (LIBE) is expected to approve the extension of voluntary chat controls on 29 January. The Parliament wants to reach an agreement with the Council in the second week of February, and the extension should be approved shortly afterwards.
Meanwhile, the EU interior ministers are to vote again in March on the introduction of mandatory chat control 2.0 for all providers, according to the Belgian Presidency‘s planning.
Emily Fox likes this.
Davide Paolini – Confesso che ho mangiato
youtube.com/embed/BHf1zYNv8Wg?…
L'articolo Davide Paolini – Confesso che ho mangiato proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Connesso e digitale. Ecco come sarà il carro armato Uk del futuro
Completamente digitale, connesso alle reti multidominio e aggiornato con le più moderne soluzioni per la propulsione e la protezione. È quanto promette di essere il carro armato da battaglia britannico del futuro. Chiamato Challenger 3 main battle tank (Mbt), le cui immagini del prototipo del nuovo carro è stato presentato dalla società che si occupa del progetto, Rheinmetall BAE Systems Land (Rbsl), joint venture anglo-tedesca, nel corso della conferenza a Londra Iqpc International armoured vehicles. Il mezzo vero e proprio si trova invece negli stabilimenti di Telford, in Inghilterra, e nei prossimi diciotto mesi verrà sottoposto a una serie di test e di prove senza equipaggio da svolgersi in Gran Bretagna e in Germania. L’obiettivo è preparare il carro alla revisione dei sistemi per la qualificazione prevista per il 2025, passaggio fondamentale per confermare la sicurezza del mezzo per l’equipaggio, prima dei test operativi con i militari a bordo. In totale, è prevista la produzione di otto prototipi. La capacità operativa iniziale del Challenger 3 è prevista per il 2027.
Il Challenger 3
Come dichiarato da direttore Strategy and future business di Rbsl, Rory Breen, “programma Challenger 3 fornirà il miglior carro armato della Nato, un carro digitale abilitato alla rete, fornendo al soldato una capacità che cambia le carte in tavola, assicurando una deterrenza del XXI secolo”. Sono state attuate diverse soluzioni per aggiornare il prototipo da un veicolo Challenger 2, il carro armato in servizio con l’esercito britannico, al nuovo standard Challenger 3. I nuovi elementi integrati nel prototipo e destinati a essere integrati sui 148 carri armati previsti dal ministero della Difesa Uk, come parte del più ampio programma Challenger 3 da ottocento milioni di sterline (circa un miliardo di euro), includono il cannone a canna liscia da 120 millimetri di Rheinmetall, una torretta digitalizzata, mirini per il puntamento diurno e notturno, il sistema di protezione attiva Trophy di Rafael e un sistema di corazzatura modulare. I miglioramenti alla mobilità includono anche l’introduzione di un sistema di sospensioni idro-gas di terza generazione e un motore più potente.
I dubbi sui tank britannici
L’idoneità e la prontezza operativa della flotta di Challenger 2 dell’Esercito britannico è stato di recente al centro del dibattito politico in Regno Unito, sulla scia dell’impegno britannico nel 2023 a fornire i propri carri armati all’Ucraina. Il generale Robert McGowan, capo di Stato maggiore della Difesa per le capacità finanziarie e militari, ha dichiarato al parlamento britannico che la decisione di Downing Street di donare quattordici dei veicoli più vecchi a Kiev non ha ridotto le risorse operative di carri armati dell’Esercito britannico. Nonostante le preoccupazioni per i carri armati Challenger 2, una serie di successi suggeriscono che lo sviluppo del Challenger 3 sta procedendo invece positivamente. Il progetto definitivo del veicolo è stato approvato al termine della fase di Critical design review (Cdr) nel febbraio 2023, e la Cdr delle nuove munizioni anticarro e i test e le verifiche del sistema di protezione attiva Trophy sono stati portati avanti con successo.
E in Italia?
Quello del carro armato da battaglia è un tema centrale nel dibattito attuale sugli armamenti terrestri. La guerra in Ucraina ha dimostrato la centralità della dimensione terrestre del conflitto, e la necessità per i Paesi occidentali di avere un adeguato livello di dissuasione e deterrenza nel settore dei veicoli pesanti da combattimento per le forze di terra. L’Italia, che l’anno scorso ha stabilito oltre alla modernizzazione dei carri Ariete in versione C2 anche l’acquisto dei carri armati Leopard 2A8 dalla Germania, è pienamente coinvolta in questa riflessione. A fine 2023, Leonardo e Knds (il gruppo franco-tedesco che realizza, tra gli altri, gli obici semoventi d’artiglieria PzH 2000 in uso presso il nostro Esercito nonché i Leopard) hanno firmato un’intesa per lo sviluppo di una collaborazione industriale anche sui programmi di sviluppo per i mezzi corazzati del futuro. Intervenendo riguardo alla scelta del Leopard, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, aveva auspicato la “potenziale creazione di un polo terrestre” europeo. Chissà che le convergenze tra Germania, Regno Unito e Italia non possano in un futuro portare a forme di cooperazione a livello continentale.
Foto: Rbsl
Liceo #MadeinItaly, 92 gli indirizzi approvati sul territorio nazionale.
📌 Nello specifico, 17 saranno attivati in Sicilia, 12 in Lombardia e nel Lazio, 9 in Puglia, 8 nelle Marche e in Calabria, 6 in Abruzzo, 5 in Toscana, 3 in Liguria, Piemonte e…
Ministero dell'Istruzione
Liceo #MadeinItaly, 92 gli indirizzi approvati sul territorio nazionale. 📌 Nello specifico, 17 saranno attivati in Sicilia, 12 in Lombardia e nel Lazio, 9 in Puglia, 8 nelle Marche e in Calabria, 6 in Abruzzo, 5 in Toscana, 3 in Liguria, Piemonte e…Telegram
Presentazione del libro “Il Ducetto” di Alessandro De Nicola
Saluti introduttivi
GIUSEPPE BENEDETTO, Presidente Fondazione Luigi Einaudi
Interverranno
ALESSANDRO DE NICOLA, Autore de “‘Il Ducetto”
PIERLUIGI BATTISTA, Giornalista
GIANCRISTIANO DESIDERIO, Giornalista e scrittore
MARCO GERVASONI, Storico
Modera
ANDREA CANGINI, Segretario General Fondazione Luigi Einaudi
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PODCAST. Onu: “I pazienti scappano dagli ospedali bombardati con ferite ancora infette”
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Pagine Esteri, 23 gennaio 2024. Andrea De Domenico, capo dell’Ufficio di Coordinamento degli affari umanitari dell’ONU (OCHA) nei Territori palestinesi Occupati, ci ha descritto da Gaza la situazione disperata in cui vive la popolazione: gli ospedali sono colpiti e bombardati, i pazienti fuggono senza saper dove altro andare. Le donne chiedono disperate dove poter partorire.
I bombardamenti proseguono incessanti, soprattutto a Khan Younis. Colpite anche le strutture delle ONG. I convogli con gli aiuti non riescono ad attraversare le strade distrutte dall’esercito e anche gli operatori umanitari non ricevano garanzie di sicurezza da parte delle autorità israeliane.
Sono 25.490 i palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio dei bombardamenti. 195 nelle ultime 24 ore. Secondo i media israeliani Israele ha offerto ad Hamas una tregua di due mesi in cambio di un rilascio dei prigionieri di Gaza.
Tel Aviv ha comunicato che 24 soldati sono stati uccisi ieri nella Striscia di Gaza. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che “questo è uno dei giorni più difficili dallo scoppio della guerra”, aggiungendo però che i combattimenti continueranno fino alla “vittoria assoluta”. Un carro armato è stato colpito da un missile anticarro nei pressi di due edifici nei quali le truppe israeliane stavano piazzando delle mine, con l’obiettivo di distruggere le strutture palestinesi. Lo scoppio ha causato il crollo degli edifici.
Nella tarda serata di ieri Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno nuovamente colpito lo Yemen, bombardando anche la capitale Sanaa. Le forze armate statunitensi hanno dichiarato di aver colpito strutture utilizzate dagli Houthi per attaccare le navi USA che attraversano il Mar Rosso. Ansar Allah (Houthi) ha dichiarato che gli attacchi renderanno più forti.
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La storia delle prime fotografie di Plutone, 94 anni fa l AstroSpace
"Il 23 gennaio 1930, 94 anni fa, il giovane 23enne Clyde Tombaugh scattava per la prima volta una lastra fotografica contenente un oggetto ancora sconosciuto del Sistema Solare. Si trattava di un piccolo corpo in movimento, che Tombaugh scoprì solo il 18 febbraio confrontando quella lastra con una del 29 gennaio. Ulteriori osservazioni confermarono che quell’oggetto era un corpo planetario, notizia che fu telegrafata il 13 marzo 1930."
ulaulaman
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Paolo Amoroso (Nonno Apollo)
in reply to ulaulaman • • •@ulaulaman Grazie, crediamo molto nel Fediverso e nelle piattaforme aperte.
Adottiamo un modello simile a quello di altre organizzazioni e testate. Gli account sull'istanza Mastodon di ISAA sono riservati ai collaboratori che come @astronauticast pubblicano i nostri contenuti divulgativi.
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in reply to Paolo Amoroso (Nonno Apollo) • •@Paolo Amoroso (Nonno Apollo) davvero un'ottima scelta. Bravi!
@ulaulaman @EduINAF @astronauticast
astronauticast
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