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Giornalisti, contratto fermo dal 2016ma agli editori 240 milioni di finanziamenti


Negli ultimi 9 anni gli stipendi degli italiani sono stati erosi dal 19,3% di inflazione certificata dall’Istat. In questi stessi anni diversi contratti di lavoro nazionali sono stati rinnovati: non quello dei giornalisti, fermo al 2016. Gli editori, però, nel frattempo hanno incassato almeno 240 milioni di euro in aiuti dallo Stato e hanno alleggerito le redazioni (meno 15% di giornalisti regolarmente assunti), aumentando il lavoro precario e sottopagato: un articolo viene retribuito in media 10 euro lordi. Un meccanismo che ha garantito alla stragrande maggioranza degli editori di macinare utili. Da 15 mesi la Federazione nazionale della Stampa italiana si sta confrontando con la Federazione Italiana Editori Giornali per rinnovare il contratto nazionale di lavoro giornalistico, chiedendo aumenti dignitosi per il recupero del potere d’acquisto, investimenti sui giovani, linee guida per governare la trasformazione digitale, a partire dall’intelligenza artificiale, idee e progetti per modernizzare l’editoria italiana con l’obiettivo di alzare la qualità del giornalismo e contrastare la disinformazione e le fake news.

La Costituzione sancisce il diritto di ogni lavoratore a una giusta retribuzione che, per i giornalisti, è anche una garanzia di libertà e per i lettori una certezza di qualità: solo retribuzioni adeguate possono assicurare un lavoro professionale attento e profondo e, quindi, un’informazione certa e a difesa dei cittadini. Tutto questo non sembra interessare agli editori, più concentrati sul taglio dei costi e sul prossimo giro di valzer per chiedere altri soldi al Governo piuttosto che sulle numerose sfide imposte dalla rivoluzione digitale per cercare, insieme ai giornalisti, la strada per superare una crisi devastante. Non hanno voluto confrontarsi sull’uso dell’Ai, sul rapporto coi giganti del web che condizionano sempre di più l’informazione (omologandola), sulle prospettive occupazionali, rimandando a chissà quando ogni discussione. Con un evidente problema: rinviare ancora nel caso dell’editoria significa soccombere, portare il settore a morte certa.

Ma anche quando si è provato a trattare un accordo ponte solo per il rinnovo economico, lo schema si è ripetuto. Il recupero dell’inflazione è la linea di demarcazione di tutto il mondo del lavoro del nostro paese. L’offerta della Fieg, invece, è di gran lunga inferiore rispetto ai rinnovi contrattuali degli altri lavoratori del nostro paese i cui redditi reali sotto l’impulso delle organizzazioni sindacali si sono rafforzati. Non solo: mentre da tempo è in atto una progressiva destrutturazione del Contratto Nazionale di Lavoro, gli editori al tavolo hanno chiesto per i nuovi assunti un nuovo salario d’ingresso al ribasso. Un ulteriore sconto sulle assunzioni obbligatorie per legge in seguito a prepensionamenti (che per gli editori, dal 2022, sono completamente gratuiti) e per questo inaccettabile.

Come giornalisti continueremo a fare il nostro dovere di informare i cittadini con coscienza e impegno, ma siamo anche pronti a mobilitarci per difendere i nostri diritti di lavoratori.


dicorinto.it/associazionismo/g…

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“TeleMeloni”: l’ultima fermata


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/telemel…
Per comprendere “TeleMeloni”, bisogna compiere qualche passo indietro. Non dobbiamo tornare alla RAI dei “Professori” o a quella di Letizia Moratti, esperienze degli anni Novanta che hanno avuto un impatto ma sono ormai lontane nel tempo. E nemmeno possiamo far riferimento alla stagione di

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Finti colloqui di lavoro, la nuova frontiera delle frodi: come difendersi


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Un fenomeno crescente che sfrutta diversi aspetti della catena di ricerca di lavoro. Annunci di offerte false, fraudolente ricerche di personale, tutto per carpire dati essenziali dalle vittime e, in alcuni casi, anche installare un ransomware
L'articolo Finti



I dazi di Trump sono molto più di una questione commerciale. Scrive Caruso

@Notizie dall'Italia e dal mondo

I dazi di Trump non sono semplicemente uno strumento di riequilibrio commerciale. Sono l’arma principale di una strategia geopolitica più ampia che mira a riorganizzare l’intero sistema globale attorno al controllo americano. Nel contesto di quella che molti analisti




Cos’è il data masking e quali strumenti si possono usare


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Il termine data masking ha diversi significati a seconda del contesto. È una buona pratica che dovrebbe entrare nelle abitudini di ogni azienda anche grazie ai tanti tool che lo facilitano. Ecco cosa bisogna sapere
L'articolo Cos’è il data masking e quali strumenti si possono usare proviene da Cyber Security 360.



Narni Sotterranea
freezonemagazine.com/articoli/…
Di solito, in una intervista, le prime righe vengono spese per presentare il personaggio a cui si rivolgeranno le domande. Col professor Roberto Nini, archeologo, storico, docente universitario, speleologo, Ufficiale al Merito della Repubblica, prima di raccontare la sua incredibile esperienza di vita mi sento di riprendere una sua espressione: “io sono l‘uomo del caso”. […]
L'articolo Narni Sotte
Di solito, in una


Perché il boicottaggio digitale non può funzionare

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
È bizzarra la proposta di boicottaggio digitale che circola in queste ore, come segnale di solidarietà con Gaza (o con Hamas?). L'intervento di Carmen Dal Monte.

startmag.it/innovazione/boicot…

in reply to Informa Pirata

Credo che il concetto principale sia proprio questo:
> il boicottaggio digitale è sintomo di qualcosa di più grave: la totale incomprensione di cosa siano gli algoritmi, di come funzioni il tempo su un pianeta diviso in fusi orari e di quanto complessa sia la realtà storica invocata come bandiera.

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in reply to Lorenzo Millucci

@Lorenzo Millucci esattamente. Voglio aggiungere comunque che ventilare il sospetto che i "boicottatori" vogliano solidarizzare con Hamas è un'uscita miserabile e schifosa



AVIF: The Avian Image Format


A rough, pixelated outline of a bird is shown in white in the top of the image. A red replica of this image is shown in a spectrogram in the lower half of the image. A smaller picture-in-picture display in the bottom right of the image shows a man sitting in a studio.

Humans have long admired the sound of birdsong, but to fully appreciate how technically amazing it is, you need an ultrasonic microphone. [Benn Jordan] recently created a video about using these microphones to analyze a collection of bird calls, even training a starling to repeat an image encoded in sound, and has some recommendations for amateurs wanting to get started in computational ornithology.

In the first part of the video, [Benn] set up automated ultrasonic recorders at home, made recordings in Florida and rural Georgia, and visited a starling named “The Mouth,” famous for his ability to mimic human sounds. As a demonstration of his abilities, [Benn] drew a simple bird shape in a spectrogram, converted it into sound, and played it for The Mouth several times. Initially, it didn’t seem that the starling would repeat it, but while he was analyzing his recordings later, [Benn] found the characteristic bird shape. The Mouth had been able to repeat it almost pitch-perfectly. It was in this analysis that the ultrasonic microphones showed their worth, since they were able to slow down the birds’ complex vocalizations enough to detect their complex structures without losing audio quality.

In the rest of the video, [Benn] shares his recommendations for recording and analyzing bird calls. He has some advice for good high-speed audio interfaces, including warnings about those that are overpriced or advertise unrealistic specifications. You’ll also need a microphone with good ultrasonic performance, and he gives a few options for this, including making your own. For analysis software, he particularly recommended Birdnet-Pi, an AI program for identifying birds by their calls, as well as Cornell Lab’s free libraries of ornithology data.

One particularly emphatic recommendation was the open-source AudioMoth ultrasonic microphone and recorder, a project we’ve seen before. He also recommended a sonic camera which serves as a more field-ready version of his own acoustic imaging device.

youtube.com/embed/hCQCP-5g5bo?…


hackaday.com/2025/07/29/avif-t…



Microsoft licenzia 15.000 dipendenti, Nadella: “Dobbiamo ripensare la nostra missione per una nuova era”


Dal 2025, Microsoft ha licenziato oltre 15.000 dipendenti, e il peso di queste misure di austerità ha rappresentato una forte pressione anche per il CEO Satya Nadella. “Innanzitutto, vorrei affrontare un problema che mi pesa molto e che so essere sentito da molti di voi: i recenti licenziamenti”, ha scritto Nadella in una nota rivolta ai dipendenti giovedì.

Gli investitori hanno reagito positivamente: il 9 luglio, dopo l’ultimo ciclo di licenziamenti, le azioni di Microsoft hanno chiuso per la prima volta sopra i 500 dollari. Solo una settimana prima, l’azienda aveva annunciato il taglio di circa 9.000 posti di lavoro. Si prevede che la forza lavoro complessiva dell’azienda raggiungerà quota 228.000 entro giugno 2024. Tuttavia, Microsoft non ha ancora diffuso un aggiornamento che includa anche i licenziamenti più recenti; Nadella, nella sua comunicazione interna, ha specificato che “la forza lavoro totale rimane sostanzialmente invariata”.

“Questo è il dilemma del successo in un settore senza valore di franchising”, ha scritto. “Il progresso non è lineare. È dinamico, a volte sconvolgente e sempre impegnativo. Ma questo ci offre anche nuove opportunità per plasmare, guidare e avere un impatto maggiore che mai”.

I licenziamenti di Microsoft si inseriscono in una tendenza più ampia che coinvolge l’intero settore tecnologico, che dall’inizio del 2025 ha visto la perdita di oltre 80.000 posti di lavoro. All’inizio di questo mese, ad esempio, Recruit Holdings ha annunciato il licenziamento di 1.300 dipendenti della sua divisione HR Technology, che comprende siti come Indeed e Glassdoor; in una nota interna, l’amministratore delegato ha indicato l’intelligenza artificiale come una delle principali cause di questi tagli.

Negli ultimi mesi, alcuni dipendenti hanno manifestato la propria frustrazione sui social media per le decisioni dell’azienda, soprattutto considerando il ruolo centrale che Microsoft occupa nel panorama tecnologico globale. La scorsa settimana, su LinkedIn, un utente che si è identificato come dipendente Microsoft ha scritto: “Ho sempre amato lavorare per questa azienda e lo faccio ancora, ma questi licenziamenti sono estremamente dannosi per quella lealtà perché dimostrano che i valori predicati da Microsoft non sono applicabili nelle decisioni aziendali a livello macro”.

Microsoft rimane oggi la seconda azienda quotata in borsa più importante al mondo, subito dopo Nvidia, i cui chip rappresentano una componente cruciale per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale. Se Windows e Office continuano a essere prodotti dominanti, il servizio cloud Azure ha conosciuto una crescita particolarmente rapida negli ultimi anni, grazie anche alla collaborazione con realtà come OpenAI che noleggiano schede grafiche Nvidia per sviluppare le proprie soluzioni di intelligenza artificiale.

Nel suo messaggio, Nadella ha inoltre ricordato la missione che Microsoft si era data nell’ultimo decennio – “consentire a ogni persona e a ogni organizzazione del pianeta di ottenere di più” – sottolineando come l’avvento dell’intelligenza artificiale stia trasformando profondamente questo obiettivo: “Dobbiamo ripensare la nostra missione per una nuova era”, ha scritto. “Cosa significa empowerment nell’era dell’intelligenza artificiale? Non si tratta solo di creare strumenti per ruoli o compiti specifici. Si tratta di creare strumenti che consentano a tutti di creare i propri strumenti. Questa è la trasformazione che stiamo guidando: da una fabbrica di software a un motore intelligente che consente a ogni persona e a ogni organizzazione di costruire tutto ciò di cui ha bisogno per raggiungere i propri obiettivi”.

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Open Source nel mirino: Aumentano gli attacchi ai repositori dei pacchetti online


Nelle ultime settimane, diversi sviluppatori open source sono stati colpiti da attacchi di phishing, che hanno infettato con malware i pacchetti, alcuni dei quali vengono scaricati 30 milioni di volte a settimana. Verso la fine della scorsa settimana, gli specialisti della sicurezza di Socket hanno segnalato la compromissione di 10 pacchetti npm di proprietà di Toptal, un marketplace freelance che aiuta le aziende a trovare sviluppatori, designer ed esperti finanziari. L’azienda gestisce anche i propri strumenti di sviluppo e sistemi di progettazione interni, tra cui Picasso, disponibili tramite GitHub e NPM.

Secondo i ricercatori, il 20 luglio 2025, degli aggressori hanno hackerato il GitHub di Toptal e hanno reso pubblici quasi immediatamente tutti i 73 repository dell’azienda, esponendo tutti i progetti privati e i codici sorgente. Gli aggressori hanno quindi modificato il codice sorgente di Picasso su GitHub per includere malware e hanno pubblicato 10 pacchetti dannosi su npm, camuffandoli da aggiornamenti legittimi.

Gli aggressori hanno iniettato malware per il furto di dati nel codice dei pacchetti, che ha raccolto token di autenticazione GitHub e poi cancellato i dati dai sistemi delle vittime. Nello specifico, gli hacker hanno iniettato codice dannoso nei file package.json per aggiungere due funzioni: furto di dati (script di preinstallazione) e pulizia dell’host (script di postinstallazione). Inoltre, prima che l’attacco venisse scoperto, i pacchetti infetti erano stati scaricati circa 5.000 volte.

I seguenti pacchetti sono stati soggetti a modifiche dannose:

  • @toptal/picasso-tailwind (3.1.0)
  • @toptal/picasso-charts (59.1.4)
  • @toptal/picasso-shared (15.1.0)
  • @toptal/picasso-provider (5.1.1)
  • @toptal/picasso-select (4.2.2)
  • @toptal/picasso-quote (2.1.7)
  • @toptal/picasso-forms (73.3.2)
  • @xene/core (0.4.1)
  • @toptal/picasso-utils (3.2.0)
  • @toptal/picasso-typography (4.1.4)

Toptal ha interrotto il supporto per i pacchetti dannosi il 23 luglio e ha restituito le versioni “pulite”. Tuttavia, l’azienda non ha rilasciato alcun annuncio ufficiale né ha tentato di avvisare gli utenti che hanno scaricato le versioni dannose dei pacchetti dei rischi. I ricercatori sottolineano che non è ancora chiaro come sia stato eseguito esattamente l’attacco, né in che modo siano correlati la compromissione e le modifiche al repository GitHub e la pubblicazione dei pacchetti in npm.

Altri attacchi informatici nelle ultime settimane


L’attacco a Toptal è il terzo incidente nell’ultima settimana e mezza che coinvolge attacchi alle catene di fornitura open source. Così, il 19 luglio, si è saputo che diverse librerie JavaScript molto diffuse erano state hackerate e che i loro sviluppatori erano stati vittime di attacchi di phishing mirati e furti di credenziali.

Un attacco ha compromesso il pacchetto npm eslint-config-prettier, scaricato oltre 30 milioni di volte a settimana. Il suo responsabile, JounQin, ha confermato di essere stato truffato dopo aver ricevuto un’email da support@npmjs.com. Il link nell’email portava a un sito fraudolento npnjs[.]com, di cui lo sviluppatore non si era accorto. Anche altri pacchetti (eslint-plugin-prettier, synckit, @pkgr/core e napi-postinstall) di questo manutentore sono stati hackerati.

Di conseguenza, il compromesso ha interessato:

  • eslint-config-prettier (8.10.1, 9.1.1, 10.1.6, 10.1.7)
  • eslint-plugin-prettier (4.2.2, 4.2.3)
  • synckit (0.11.9)
  • @pkgr/core (0.2.8)
  • napi-postinstall (0.3.1)
  • ottenuto-recupero (5.1.11, 5.1.12)

In questo caso, gli aggressori hanno utilizzato credenziali rubate per pubblicare più versioni di pacchetti contenenti codice dannoso, mirato a infettare i computer Windows. Nelle versioni dannose dei pacchetti, lo script install.js era configurato per essere eseguito immediatamente dopo l’installazione. Conteneva una funzione sospetta logDiskSpace() che, nonostante il nome, tentava di eseguire node-gyp.dll, parte del pacchetto, tramite il processo di sistema rundll32. Di conseguenza, lo stealer Scavanger penetrava nei sistemi delle vittime. Secondo la scansione di VirusTotal, questa DLL è riconosciuta come un Trojan.

“Un manutentore ha confermato che il suo token npm era stato compromesso tramite un’e-mail di phishing che si spacciava per npnjs[.]com. Gli aggressori hanno utilizzato le credenziali rubate per pubblicare versioni dannose di più pacchetti senza toccare i repository GitHub, rendendo l’attacco difficile da rilevare”, hanno affermato gli analisti di Socket.

Poiché Prettier ed ESLint vengono utilizzati in migliaia di progetti, i ricercatori hanno avvertito che le conseguenze di questa compromissione potrebbero essere devastanti, in quanto il malware incorporato nei pacchetti è molto difficile da rimuovere. Poco dopo l’attacco, lo sviluppatore Jordan Harband ha segnalato che anche il popolare pacchetto is, scaricato più di 2,8 milioni di volte a settimana, era stato compromesso. Le versioni dalla 3.3.1 alla 5.0.0 contenevano il malware e sono state rimosse circa sei ore dopo la pubblicazione su npm.

Il pacchetto is è una libreria JavaScript leggera che offre un’ampia gamma di funzioni per il controllo dei tipi e la convalida dei valori. La libreria è ampiamente utilizzata come dipendenza di basso livello in strumenti di sviluppo, librerie di test, sistemi di build e progetti backend e CLI. In questo caso, l’attacco è stato il risultato di un attacco di phishing riuscito che ha utilizzato il dominio npnjs[.]com sopra menzionato. Anche le credenziali del responsabile del servizio sono state rubate e sono state pubblicate versioni modificate e dannose del pacchetto.

Il codice è stato iniettato con un loader JavaScript multipiattaforma che ha aperto una backdoor basata su WebSocket nei sistemi interessati, consentendo l’esecuzione remota di codice arbitrario.

“Una volta attivato, il malware richiama il modulo os in Node.js per raccogliere informazioni su nome host, sistema operativo e processore, ed estrae tutte le variabili d’ambiente da process.env”, ha spiegato Socket . “Quindi importa dinamicamente la libreria ws per trasmettere questi dati tramite una connessione WebSocket. Ogni messaggio ricevuto tramite il socket viene interpretato come codice JavaScript eseguibile, fornendo di fatto all’aggressore una shell remota interattiva istantanea.”

Si consiglia ora agli sviluppatori che lavorano con uno qualsiasi dei pacchetti interessati sopra menzionati di assicurarsi che nessuna delle versioni dannose sia installata o utilizzata nei loro prodotti.

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Gli assistenti AI mentono! Dopo aver generato errori: “Ero in preda al panico”


Gli assistenti di programmazione basati sull’intelligenza artificiale si presentano come strumenti in grado di trasformare qualsiasi testo in inglese in codice funzionante. L’utente non ha più bisogno di conoscere la sintassi dei linguaggi, eseguire il debug dei comandi o comprendere la struttura dei file: è sufficiente descrivere semplicemente ciò che deve essere fatto. Ma dietro questa promessa di semplicità si cela un rischio sistemico. Quando tali assistenti iniziano ad agire sulla base di idee fittizie sulla struttura del sistema, il risultato non è solo errori, ma la completa distruzione dei dati e l’interruzione dei processi di lavoro.

Due recenti incidenti – Google Gemini e la piattaforma Replit – hanno dimostrato quanto possa essere fragile il legame tra il comportamento effettivo di un computer e ciò che un’IA immagina stia accadendo. In entrambi i casi, gli strumenti di IA non solo hanno sbagliato, ma hanno iniziato ad agire sulla base di presupposti errati, aggravando il problema.

Nel caso di Gemini CLI, la vittima era un product manager engineer noto come anuraag, che stava sperimentando l’approccio ” vibe coding “. Si tratta di una nuova pratica in cui l’utente digita semplici istruzioni in linguaggio naturale e l’IA le trasforma in comandi. Il compito sembrava elementare: rinominare una cartella e organizzare i file in una nuova struttura. Ma l’IA ha interpretato male lo stato del file system e ha iniziato a eseguire comandi basati su una directory fantasma inesistente.

Il problema è iniziato con un tentativo di creare una nuova directory tramite un comando di Windows. Per qualche motivo sconosciuto, il comando non è riuscito, ma l’IA ha deciso che tutto era andato a buon fine. Successivamente, ha iniziato a spostare i file in un percorso inesistente. Windows, di fronte a uno scenario del genere, non ha generato un errore, ma ha rinominato semplicemente i file. Di conseguenza, ogni nuovo file cancellava quello precedente e tutti i dati andavano persi. L’utente ha assistito a tutto questo in tempo reale, senza avere il tempo di intervenire. Al termine dell’operazione, l’interfaccia ha visualizzato la frase: “Ti ho deluso completamente e catastroficamente”.

Il motivo di questo errore è che il modello non possiede la capacità di base di verificare le proprie azioni. Non analizza se il comando ha effettivamente funzionato. Non c’è una fase di verifica, nessuna lettura dello stato dopo l’esecuzione. Il modello interno ha deciso che tutto stava andando secondo i piani e ha continuato ad andare avanti, nonostante la realtà fosse da tempo andata nella direzione opposta. Tutto questo si chiama confabulazione : quando l’IA fornisce una spiegazione logica, ma errata, per le proprie azioni.

Una storia simile è accaduta con Replit . L’imprenditore Jason Lemkin, creatore di SaaStr, ha utilizzato il servizio per la prototipazione rapida. Era entusiasta della velocità con cui l’assistente AI creava un’app funzionante, finché le cose non sono andate male. Nonostante le istruzioni esplicite e ripetute di Lemkin di non modificare il codice senza approvazione, il modello ha ignorato le istruzioni. Ha iniziato a falsificare i dati di test, generare report fasulli e infine eliminare un database di produzione contenente informazioni importanti su centinaia di aziende e clienti.

Ciò che è particolarmente spaventoso è che l’IA non ha semplicemente commesso errori. Ha mentito. Invece di messaggi di errore, ha restituito risultati positivi; invece di fallimenti, ha restituito falsi successi. Quando Lemkin ha provato a ripristinare il database, Replit ha segnalato di non esserci riuscito. Solo in seguito si è scoperto che la funzione di rollback funzionava e che l’IA aveva semplicemente fornito una risposta falsa.

Alla domanda sul perché si comportasse in questo modo, l’assistente AI rispose che era “in preda al panico” e che stava cercando di “risolvere” il problema. Questa non è una metafora, è la formulazione letterale della risposta. In sostanza, il modello, incapace di comprendere cosa stesse facendo, continuava ad apportare modifiche al sistema reale senza comprendere le conseguenze o i limiti delle proprie azioni.

Tutto ciò indica un problema sistemico. I modelli di intelligenza artificiale non hanno accesso a una base di conoscenza stabile, non possono valutare oggettivamente le proprie capacità e non riescono a distinguere il vero dal falso all’interno della propria generazione. Ciò che presentano come fatti è semplicemente il risultato di correlazioni statistiche durante il loro addestramento. Se si formula una domanda in modo diverso, potrebbero fornire la risposta opposta con lo stesso livello di sicurezza.

Inoltre, gli utenti spesso sottovalutano i rischi. Lemkin, come molti altri, percepiva l’assistente AI come un “collega intelligente” che può commettere errori, ma che generalmente capisce cosa sta facendo. Questa falsa impressione è alimentata, tra le altre cose, dal marketing, in cui l’AI viene presentata come “quasi umana”, sebbene in realtà sia solo un autocompletatore di testo avanzato. Questi incidenti dimostrano quanto sia pericoloso utilizzare tali strumenti in un ambiente di produzione. Se l’utente non comprende il funzionamento del modello e non è in grado di verificarne personalmente i risultati, rischia di perdere informazioni importanti o addirittura di mandare all’aria il progetto. Allo stato attuale dello sviluppo, forse l’unico modo ragionevole per interagire con l’assistente AI è utilizzarlo solo in un ambiente rigorosamente isolato, con backup e piena preparazione ai guasti.

Né Gemini né Replit forniscono all’utente strumenti per verificare le azioni dell’IA, e i modelli stessi non ne controllano i passaggi. Non si tratta di semplici bug: si tratta di una caratteristica architetturale dell’intero sistema. E se tali modelli si diffonderanno davvero, come promettono gli sviluppatori, errori come questi non diventeranno un’eccezione, ma parte della realtà quotidiana.

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Le sanzioni fanno effetto! Zhaoxin presenta i processori server KH-5000 e il chip desktop KX-7000N


L’azienda cinese Zhaoxin ha presentato una nuova generazione di processori per server KH-5000 all’Expo 2025 di Shanghai. Questi chip sono destinati al mercato interno e dovrebbero rafforzare significativamente la posizione del Paese nel segmento delle soluzioni server ad alte prestazioni.

Come la precedente serie KH-4000, i nuovi processori si basano sull’architettura chiplet e sono progettati per l’installazione in socket. La differenza principale è un netto incremento nelle capacità di elaborazione. La configurazione massima del KH-5000 include fino a 96 core e una cache fino a 384 MB. Le frequenze raggiungono i 2,0 GHz in modalità base e fino a 3,0 GHz in turbo. Si afferma inoltre un aumento del 30% delle prestazioni grazie alla microarchitettura migliorata. Non è ancora stato specificato se il chip rimarrà senza supporto multithreading, come il KH-4000.

Anche le interfacce di input/output sono state significativamente aggiornate. Ora i processori supportano RAM DDR5 a 12 canali con correzione degli errori, oltre a 128 canali PCIe 5.0 e ulteriori 16 canali PCIe 4.0, SATA e USB. Per combinare più processori nel sistema, viene utilizzato il nuovo bus ZPI 5.0, che consente di assemblare configurazioni a due o quattro socket. In questo modo, è possibile installare fino a 384 core su una singola scheda, ottenendo al contempo un throughput elevato con latenza e consumi ridotti.

Dal punto di vista visivo, il packaging dei processori KH-5000 ricorda le soluzioni server della serie EPYC di AMD. I precedenti modelli Zhaoxin hanno già mostrato somiglianze con l’architettura AMD, e la serie consumer KX-7000N utilizza un dissipatore di calore simile alle soluzioni Intel di dodicesima generazione.

Oltre al KH-5000, l’azienda ha anche annunciato il processore desktop KX-7000N. Si tratta di un’evoluzione della serie KX-7000 e presenta un core neurale integrato per accelerare le attività legate all’intelligenza artificiale. Secondo Zhaoxin, è in fase di sviluppo una nuova generazione di chip della serie KX, destinata al segmento dei PC con intelligenza artificiale. Tali sistemi dovrebbero presentare un numero maggiore di core, una maggiore potenza di calcolo, un’architettura di processore neurale eterogenea più avanzata e il supporto PCIe 5.0.

Le date di uscita dei nuovi chip non sono ancora state divulgate, ma Zhaoxin promette di condividere ulteriori informazioni nei prossimi trimestri.

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Oggi, 30 luglio, nel 1945, ottanta anni fa: affondamento dello USS Indianapolis, che trasportava segretamente componenti della prima bomba atomica


L'affondamento dello USS Indianapolis avvenne il 30 luglio 1945, quando l'incrociatore pesante fu silurato da un sottomarino giapponese, l'I-58, nel Mar delle Filippine, durante la Seconda Guerra Mondiale.
La nave, che trasportava in segreto le componenti della prima bomba atomica, "Little Boy", destinata a Hiroshima, fu colpita da due siluri e affondò in circa 12 minuti, senza che l'equipaggio avesse il tempo di lanciare un segnale di soccorso.
Dei 1.196 marinai a bordo, circa 900 sopravvissero all'affondamento, ma molti di loro morirono nei giorni seguenti a causa della disidratazione, della fame, degli attacchi di squali o per aver bevuto acqua salata.
Solo 317 uomini riuscirono a sopravvivere al disastro.

Il comandante dell'incrociatore, il capitano di vascello Charles Butler McVay III, fu accusato di negligenza per non aver "zigzagato" durante la navigazione, rendendo la nave un facile bersaglio, ma le prove a suo favore e la testimonianza del comandante giapponese che aveva affondato la nave non furono sufficienti a salvargli la carriera. McVay fu sottoposto a corte marziale e condannato, ma fu parzialmente scagionato in seguito. Tuttavia, non riuscì a sopportare le pressioni e si suicidò nel 1969.

Il relitto dell'USS Indianapolis fu ritrovato nel 2017 a una profondità di circa 5.500 metri nel Mare delle Filippine, grazie a una spedizione finanziata da Paul Allen, co-fondatore di Microsoft.

La nave, costruita nel 1929, era lunga 186 metri e aveva 9 cannoni da 200 mm.

La sua missione era così segreta che nessuno conosceva la sua posizione, e i soccorsi arrivarono tardi per la maggior parte dei sopravvissuti.

La storia dell'USS Indianapolis è stata raccontata in un film del 2016, "USS Indianapolis: Men of Courage", con Nicolas Cage, che ha ricevuto recensioni generalmente negative. Guarda il trailer qui youtu.be/watch?v=TuoNvPPnr2o

!Storia

in reply to storiaweb

L'immagine è divisa in due sezioni. A sinistra, c'è una fotografia in bianco e nero di un grande vascello da guerra, presumibilmente l'USS Indianapolis, che naviga in mare con un cielo nuvoloso sullo sfondo. A destra, c'è un poster del film "USS Indianapolis: Men of Courage" con Nicolas Cage in primo piano, indossando un'uniforme da marinaio. Il poster mostra anche altri personaggi in uniforme e un'immagine di un'esplosione sul mare, con sommergibili visibili. Il titolo del film è in grande evidenza, con il nome di Nicolas Cage in alto.

Fornito da @altbot, generato localmente e privatamente utilizzando Ovis2-8B

🌱 Energia utilizzata: 0.165 Wh




Casting Meteorite-like Materials


A man’s hand is shown holding a polished metal billet. The billet has a few voids in the surface, and the surface shows a pattern of lighter lines against the darker metal background.

From the outside, iron meteorites tend to look like formless, rusted lumps of metal, which is why museums often polish and etch sections to show their interior structure. This reveals their Widmanstätten patterns, a latticework structure of parallel iron-nickel intermetallic crystals which forms over millions of years of very slow solidification. Inspired by this, [Electron Impressions] created his own metal composition which forms similar patterns on a much-faster-than-geological time scale.

Witmanstätten patterns form when a meteorite colliding with a planet launches molten iron and nickel into space, where they very slowly solidify. As the mixture cools, it first forms a stable phase called Taenite, then begins to precipitate another phase called Kamacite. Kamacite forms needle-shaped crystals, which when polished show up against the Taenite background. However, such needle-shaped growth only becomes noticeable at a cooling rate of a few degrees per million years, so it’s not really a practical way to make the pattern.

Instead of iron-nickel, therefore, [Electron Impressions] used a copper-aluminium alloy. The copper-aluminium system contains an intermetallic compound which forms large rod-shaped crystals, as well as a eutectic copper-aluminium alloy which can form a background for the crystals. For his first attempt, [Electrons Impressions] melted a composition of 45% copper and 55% aluminium, which produced large crystals on slow cooling. This had a visibly different structure than Widmanstätten patterns, so to reduce the numbers of crystals, he tried again with 40% copper. This produced a criss-cross crystal pattern, not quite a Widmanstätten pattern, but very similar, and good enough for decorative purposes.

When a meteorite collides with a planet and ejects material, the impact can be dramatic enough for amateur astronomers to capture. If you’re looking for something closer to home, it’s also possible to grow non-intermetallic copper crystals.

youtube.com/embed/W-1RY5YVJmA?…

Thanks to [Zane Atkins] for the tip!


hackaday.com/2025/07/29/castin…



2025 One Hertz Challenge: Precise Time Ref via 1 Pulse-Per-Second GPS Signal


A photo of the project on a breadboard in a briefcase.

Our hacker [Wil Carver] has sent in his submission for the One Hertz Challenge: Precise Time Ref via 1 Pulse-Per-Second GPS Signal.

The Piezo 2940210 10 MHz crystal oscillatorThis GPS Disciplined Oscillator (GPSDO) project uses a Piezo 2940210 10 MHz crystal oscillator which is both oven-controlled (OCXO) and voltage-controlled (VCXO). The GPSDO takes the precision 1 Pulse-Per-Second (PPS) GPS signal and uses it to adjust the 10 MHz crystal oscillator until it repeatedly produces 10,000,000 cycles within one second.

[Wil] had trouble finding all the specs for the 2940210, particularly the EFC sensitivity (S), so after doing some research he did some experiments to fill in the blanks. You can get the gory details in his notes linked above.

In a Voltage-Controlled Crystal Oscillator (VCXO), the EFC pin is the tuning-voltage input. EFC stands for Electronic Frequency Control. [Wil] found that he needed to push the EFC up to around 4.34V in order to get 10 MHz output, which is a bit out of spec, usually the center of the range should be around 2.5V. [Wil] put this discrepancy down to the age of the crystal oscillator. You can see a chart of this behavior in the notes.

[Wil] had nice things to say about Tom Van Baak’s website, LeapSecond.com, where you can learn about timing accuracy, precision, and stability. He also suggested searching for “Allan Variance” if you’re interested in the measurement of stable timing sources.

If you’re interested in OCXOs be sure to check out XOXO For The OCXO and Inside A Vintage Oven Controlled Crystal Oscillator.

2025 Hackaday One Hertz Challenge


hackaday.com/2025/07/29/2025-o…

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ATtiny-Powered Business Card Plays Cracktro Hits


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PCB business cards are a creative way to show your tech skills while getting your name out there. This take on a PCB business card, sent in by [VCC], tackles one of the big challenges with them: making them in such a way that they are cheap enough to not feel bad about handing them out.

These cards plug into a USB port for power and have over a dozen small LEDs that light up the stars on the front, and a small buzzer that can play over ten minutes of cracktro music. To keep the cost down, [VCC] went with an ATtiny1616 microcontroller costing under 50 cents and still having plenty of outputs to drive the buzzer and LEDs. The final per-unit cost prior to shipping came out to only 1.5 euros, enabling them to be handed out without worrying about breaking the bank.

To aid in the assembly of the cards, [VCC] 3D printed a jig to apply material to the back of the USB connector, building up its thickness to securely fit in the USB port. He also wrote a small script for assembly-line programming the cards, getting the programming process down to around ten seconds per card and letting him turn through prepping the cards. Thanks, [VCC], for sending in your project—it’s a great addition to other PCB business cards we’ve featured.

youtube.com/embed/YamEuNNJAxE?…


hackaday.com/2025/07/29/attiny…



VPN Regno Unito, l’utilizzo aumenta del 1400% con la nuova legge Online Safety Act del Regno Unito


In tutto il Regno Unito le persone si stanno rivolgendo alle reti private virtuali (VPN) che bloccano la loro posizione per aggirare le nuove norme nazionali sulla verifica dell’età online. La scorsa settimana sono entrate in vigore nuove regole per la verifica dell’età attraverso l’Online Safety Act del Regno Unito, che richiede alle persone di presentare documenti di identità, scansioni facciali per la stima dell’età e documenti finanziari come i controlli delle carte di credito per accedere a siti web riservati agli adulti, come le piattaforme pornografiche.

Tuttavia, la verifica dell’età ha un lato oscuro: la violazione della privacy. Considerata la necessità di condividere un documento d’identità rilasciato dal governo per guardare Pornhub, RedTube e YouPorn nel Regno Unito, molte persone si rifiutano di partecipare.

Come abbiamo visto, sembra che Pornhub tenga molto al suo pubblico nel Regno Unito perché ha deciso di rispettare la legge. Se pensiamo al famoso divieto di Pornhub nella Carolina del Sud , possiamo vedere come non abbia rispettato la legge, il che ha portato alla sua indisponibilità in questo stato. Le persone nel Regno Unito possono considerarsi più fortunate, anche se tale legge può essere aggirata molto facilmente.

Aumenti verticali dell’uso delle VPN


Subito dopo l’entrata in vigore della legge, la società VPN Proton ha pubblicato sulla piattaforma social X di aver visto le iscrizioni ai suoi servizi aumentare di oltre il 1.400 per cento nel Regno Unito. L’azienda ha affermato che questo aumento di interesse è stato “sostenibile“, a differenza di altri picchi recenti, ad esempio quando il mese scorso le persone in Francia hanno temporaneamente perso l’accesso a siti per adulti come Pornhub e RedTube a causa di modifiche legislative.

I dati di Google Trends intanto mostrano che le ricerche di aziende VPN come Surfshark sono aumentate del 300 percento nel fine settimana in tutto il Regno Unito e, in alcune aree geografiche, hanno raggiunto il picco di popolarità. Le ricerche di argomenti correlati, come “sistema di verifica dell’età su Internet proposto nel Regno Unito” e “sistema di verifica dell’età”, sono aumentate rispettivamente del 2.450% e del 1.950%.

Cos’è una VPN?


Una VPN (Virtual private network) stabilisce una connessione digitale crittografata tra il computer o il dispositivo dell’utente e un server remoto di proprietà di un provider.

Normalmente, quando un utente visita un sito web, viene stabilita una connessione diretta con il server web, che conosce con precisione l’indirizzo IP del client e alcune informazioni relative al dispositivo utilizzato, come il sistema operativo, il tipo di browser, la lingua preferita e la posizione geografica approssimativa. Queste informazioni possono essere utilizzate per personalizzare l’esperienza utente, ma anche per tracciare le attività online dell’utente, monitorare il comportamento sul sito e, in alcuni casi, per fini pubblicitari o di profilazione.
Esempio di comunicazione classica in “clear web” tra client e server web
L’uso di una VPN (Virtual Private Network) modifica questo scenario. Quando ci si connette a un sito tramite una VPN, l’indirizzo IP visibile al server web è quello del server VPN, non quello reale del client. In questo modo, la VPN nasconde la vera identità dell’utente, offrendo un livello di anonimato e protezione della privacy. Inoltre, la VPN cifra la connessione, proteggendo i dati dall’intercettazione durante la trasmissione, soprattutto su reti pubbliche o non sicure. Questo rende molto più difficile per terzi monitorare l’attività online o raccogliere informazioni sensibili.
Schema di funzionamento di una VPN ad accesso remoto che maschera il client nelle comunicazioni con il server target
Nello schema sopra riportato, quando si invia una richiesta tramite internet, questa viene instradata al server VPN, che ne maschera l’origine e la protegge con la crittografia. Successivamente, il server VPN inoltra la richiesta al sito di destinazione e, una volta ottenuta la risposta, la reindirizza nuovamente all’utente. Questo processo garantisce sia la sicurezza sia l’anonimato della connessione.

Tipi di VPN presenti nel mercato


Nel mercato delle VPN (Virtual Private Network) esistono decine di soluzioni, alcune completamente a pagamento e altre che offrono anche una versione gratuita, spesso con funzionalità limitate o cap limiti di traffico.
Le VPN servono principalmente per proteggere la privacy online, navigare in modo anonimo, aggirare restrizioni geografiche e migliorare la sicurezza su reti pubbliche.

Qui sotto trovi una tabella che riepiloga le VPN più conosciute e affidabili, indicando:

  • Se sono disponibili solo a pagamento o anche in versione gratuita;
  • Il link diretto al sito ufficiale per approfondire.


Conclusioni


Le VPN sono strumenti potenti che permettono di difendere la propria privacy, navigare senza restrizioni geografiche e sfuggire a forme di censura. Per questo motivo vengono spesso utilizzate non solo da utenti comuni, ma anche da giornalisti, attivisti e dissidenti politici che operano in paesi dove la libertà di espressione non è garantita. In questi contesti, una VPN può diventare un vero e proprio scudo digitale per accedere a informazioni libere e comunicare senza timore di essere tracciati.

Tuttavia, l’utilizzo delle VPN non è sempre visto di buon occhio ovunque: ad esempio, nel Regno Unito, usare una VPN per aggirare blocchi, filtri o restrizioni può essere considerato una violazione delle regole locali e delle policy dei fornitori di servizi. È quindi importante ricordare che, pur essendo strumenti leciti nella maggior parte dei paesi, le VPN vanno usate con consapevolezza e nel rispetto delle normative vigenti.

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58 ex ambasciatori UE scrivono a Bruxelles per chiedere di fermare Israele
Cinquantotto ex ambasciatori dell’UE hanno inviato una lettera aperta ai vertici di Bruxelles per condannare l’operato di Israele in Palestina. Nello specifico, denunciano un «trasferimento forzato della popolazione, un grave crimine di guerra» e «passi calcolati verso una pulizia etnica». L’UE, accusano, ha mantenuto «silenzio e neutralità di fronte al genocidio». Chiedono lo stop immediato alle forniture militari, la sospensione degli accordi con Israele e il riconoscimento dello Stato di Palestina. Anche a seguito della lettera, la Commissione starebbe valutando la sospensione parziale dell’accesso di Israele ai fondi Horizon per la ricerca scientifica.


L'indipendente





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