Come mai la Russia si sente minacciata a ovest dalla Nato, ma non nelle isole Diomede dove a pochi kilometri c’è iI suo storico nemico, gli USA?
la russia non si sente realmente minacciata. sa bene che nessuno ha mai anche solo lontanamente pensato di invadere la russia. il problema è il contrario, ossia come difendere il resto del mondo dall'imperialismo russo. i paesi attualmente confinanti sono davvero sfortunati. domani saranno sfortunati quelli confinanti con i paesi attualmente confinanti. e così via.
anche se spero che senza invasioni, come è già successo per l'urss, io spero che la russia collassi e si sminuzzi da sola tanti minuscoli staterelli. come merita di essere. il mondo potrebbe essere solo migliore.
l'apporto russo come nazione al progresso del mondo è stato minimo.
My AI stack is better than your AI stack
IT'S MONDAY, AND THIS IS DIGITAL POLITICS. I'm Mark Scott, and a new report from the Coalition for Independent Tech Research about the struggle to keep public-interest research alive is worth a look if your summer reading lists are running low.
— The United States, China and European Union are squaring up with different "AI stacks" in the race for global AI dominance.
— Everything you need to know about the US-EU trade framework when it comes to tech and the almost certain future transatlantic tensions.
— The AI Divide is real. That's as true for where research is funded as it is for the critical infrastructure underpinning ther emerging technology.
Let's get started.
Dead Bug Timer Relay Needs No PCB
We often marvel at the many things a 555 can do. But [Zafer Yildiz] shows us that it can even take the place of a PCB. You’ll see what we mean in the video below. The timer relay circuit is built “dead bug” style with the 555 leads bent out to provide wiring terminals.
Honestly, these kinds of circuits are fun, but we would be reticent to use this type of construction for anything that had to survive in the real world. Solder joints aren’t known for being mechanically stable, so this is good for experiments, but maybe not something you want to do all the time.
Radio Shack IC board
That said, the workmanship is neat. We would probably have grabbed a little universal PCB instead. Or, some people use Manhattan-style construction, where you glue little bits of PCB material down to make terminals.
Honestly, our favorites were some little boards we used to get at Radio Shack (see image of one we found on some random project). If you know where we can still find these, mention it in the comments. And, sure, it would be easy enough to make a batch or two.
Still, if you just need quick and dirty, deadbug construction does work. We will warn you, though. Deadbug construction can make you go nuts.
youtube.com/embed/7vrs3QMRQ08?…
Malware Forge: Nasce il laboratorio di Malware Analysis di Red Hot Cyber
Nasce una nuova stella all’interno dell’ecosistema di Red Hot Cyber, un progetto pianificato da tempo che oggi vede finalmente la sua realizzazione. Si tratta di un laboratorio all’avanguardia dedicato alla ricerca sulle minacce informatiche, con un focus specifico sui malware. Red Hot Cyber è orgogliosa di annunciare la nascita di Malware Forge, il nuovo gruppo specializzato nell’analisi e nello studio approfondito dei software malevoli.
Questo laboratorio nasce come punto di riferimento per professionisti e appassionati che vogliono approfondire il funzionamento del software malevolo, comprenderne le logiche di sviluppo e anticiparne le possibili evoluzioni. Con un approccio collaborativo e internazionale, Malware Forge porta all’interno della community una competenza tecnica mirata alla dissezione dei malware e alla diffusione delle conoscenze per rafforzare la resilienza digitale collettiva.
La Missione di Malware Forge
La missione del laboratorio è chiara e in linea con il manifesto di Red Hot Cyber: analizzare i malware con l’obiettivo di fornire alla comunità informazioni utili per proteggersi meglio. Attraverso attività di reverse engineering, analisi dinamiche e statiche, studio delle famiglie di malware emergenti e pubblicazione di report tecnici, il team si impegna a trasformare il codice malevolo in informazioni utili alla difesa.
Non si tratta solo di identificare minacce, ma di rendere comprensibile la loro natura anche a chi non è un addetto ai lavori. Malware Forge vuole infatti tradurre la complessità del malware in conoscenza condivisa, così da aiutare organizzazioni, professionisti e cittadini a proteggersi in maniera più consapevole.
L’Approccio di Malware Forge
L’approccio distintivo del laboratorio si concentra su tre pilastri fondamentali:
- Analisi tecnica dei malware: identificare, smontare e comprendere ogni componente dei software malevoli per individuarne le tecniche, tattiche e procedure.
- Condivisione della conoscenza: pubblicare articoli, report e insight che possano fornire alla community strumenti concreti per riconoscere e difendersi dalle minacce digitali.
- Collaborazione attiva: lavorare insieme ad analisti, ricercatori e appassionati di tutto il mondo per creare un network di competenze orientato alla protezione collettiva.
Malware Forge riconosce che la sicurezza informatica non è solo una questione di strumenti tecnologici, ma soprattutto di cultura e consapevolezza. Per questo motivo, accanto alle analisi tecniche, il laboratorio promuove attività divulgative e formative: workshop, articoli di approfondimento e report, corsi di formazione ed esercitazioni e studi di casi reali.
L’obiettivo è semplice ma ambizioso: rendere la conoscenza sul malware accessibile a tutti, permettendo a chiunque – dal professionista IT al semplice utente – di sviluppare un livello più alto di attenzione e protezione verso le minacce informatiche.
Il laboratorio è composto da analisti e ricercatori che condividono la passione per la cybersecurity e la volontà di contribuire attivamente alla difesa del cyberspazio. Ogni membro porta con sé esperienze e competenze specifiche, creando così un gruppo dinamico e multidisciplinare.
Alcuni dei nomi di analisti che fanno parte del laboratorio malware Forge :
- Agostino Pellegrino
- Bajram Zeqiri (Aka Frost)
- Manuel Roccon
- Alessio Stefan
- Bernardo Simonetto
- Gianluca Braga
- Andrea Mongelli
- Crescenzo Cuoppolo
- Sandro Sana
- Massimiliano Brolli
Candidature
Se sei un analista di malware, un ricercatore o semplicemente un appassionato con competenze consolidate nel settore, Malware Forge ti offre l’opportunità di entrare a far parte di un laboratorio unico nel suo genere. Un ambiente collaborativo dove esperti di cybersecurity condividono conoscenze, strumenti e metodologie per analizzare i malware e comprendere a fondo le minacce digitali.
Partecipare a Malware Forge significa contribuire attivamente alla creazione di report, studi e approfondimenti destinati alla community di Red Hot Cyber, accrescere le tue competenze e confrontarti con professionisti del settore. Il tuo lavoro non resterà solo teoria, ma sarà parte integrante di un network operativo orientato alla protezione e alla consapevolezza digitale.
Se sei interessato, invia il tuo curriculum a redazione@redhotcyber.com. I nostri esperti valuteranno la tua candidatura e, se selezionato, entrerai a far parte di un team dinamico, innovativo e fortemente collaborativo, pronto a fare la differenza nella lotta alle minacce informatiche.
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Che succede ai microchip di Nvidia in Cina
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Nvidia ha sospeso la produzione dei microchip H20 destinati alla Cina. L'azienda sembra voler rispondere alle preoccupazioni sulla sicurezza sollevate da Pechino, ma è già al lavoro su un processore startmag.it/innovazione/nvidia…
DIY Telescope Mount for Stellar Tracking
Pointing at stars may seem easy on the surface—just mount a telescope to a tripod and you’re done, right? As anyone who’s spent time with a telescope can tell you, it’s not that simple, given that the Earth is always spinning. [Sven] set out to make his own mount to compensate for the rotation of the Earth, which led to some pretty amazing results.
In this project, [Sven] designed a GoTo mount, which is a telescope equatorial mount capable of being pointed at specific parts of the sky and tracking them to allow for long-exposure photos with minimal blur due to the Earth’s movement. He first went down the path of finding the correct harmonic gearbox for the steppers used. A harmonic drive system would allow smooth, precise movement without backlash, and the 100:1 stepdown would provide for the slightest of adjustments.
The steppers are controlled by a custom PCB [Sven] designed around an ESP32-S3. The first PCB had a mistake in the power delivery circuit. After a small tweak, V2 boards arrived and work great. The PCB runs OnStepX, a great open-source project centered around pointing telescopes, cutting down a lot of the software workload on this project.
After all the work put in, you may be wondering how well it works. [Sven] was able to get a pointing accuracy of 1-2 arcseconds from his mount. To get an idea of how great that is, 1 arcsecond is about the same as pointing at a penny from 4 km (2.5 miles) away. Fantastic results, [Sven], and thank you for sending in this great project—be sure to head over to his site and read all the details of this impressive build. If you found this interesting, be sure to check out some of our other telescope-related projects.
200 modelli di auto vulnerabili? Sul darknet spunta il firmware ‘killer’ per Flipper Zero
Il tema dell’hacking e del furto di auto tramite Flipper Zero è tornato alla ribalta in tutto il mondo e anche noi ne abbiamo parlato con un recente articolo. Questa volta, gli hacker hanno affermato di vendere un “firmware segreto” per il gadget, che potrebbe essere utilizzato contro Ford, Audi, Volkswagen, Subaru, Hyundai, Kia e molti altri marchi.
Dal nbostro articolo venivano pubblicate informazioni relative alle prove presentate sul canale YouTube “Talking Sasquach” che aveva messo mano sul famigerato firmware presente nelle underground. Sembrerebbe che tale mod per flipper zero sia stata sviluppato da un hacker di nome Daniel, che presumibilmente vive in Russia, e dal suo socio Derrow, che ha sviluppato e vende sul darknet il firmware denominato Unleashed per Flipper Zero.
Daniel ha affermato di aver acquistato da altre persone vari frammenti di codice sorgente necessari per creare il firmware. Ha aggiunto che il firmware potrebbe effettivamente essere utilizzato per i furti d’auto, ma è anche molto diffuso tra le officine meccaniche.
Gli hacker sostengono che il dispositivo modificato possa intercettare i segnali provenienti dai telecomandi e calcolare il codice successivo per sbloccare l’auto, creando una “copia ombra della chiave originale”. Secondo la documentazione fornita, tali attacchi funzionano contro quasi 200 modelli di auto, tra cui le versioni 2025 di Ford, Audi, Volkswagen, Subaru, Hyundai, Kia, Fiat, Mitsubishi, Suzuki, Peugeot, Citroën e Skoda.
Sono disponibili due versioni del firmware: quella base a 600 dollari (solo la versione attuale) e quella estesa a 1000 dollari (con aggiornamenti e supporto futuri); il pagamento è accettato in criptovaluta.
Allo stesso tempo, il firmware è presumibilmente associato a un dispositivo specifico tramite un numero di serie per impedirne la distribuzione non autorizzata. Per farlo, gli acquirenti sono tenuti a fornire foto della confezione del Flipper Zero, che mostrano il numero di serie del dispositivo, e una foto di una parte specifica delle impostazioni del gadget.
Daniel ha dichiarato ai giornalisti di aver venduto la tecnologia a circa 150 clienti in due anni, mentre Darrow afferma che “le vendite sono alle stelle”.
Ovviamente la community dell’automotive e della cybersecurity ha espresso preoccupazione per il fatto che, se questa tecnologia possa diffondersi, e quindi portare a un’impennata dei furti d’auto. La pubblicazione scrive che nel 2026, “i Kia Boys potrebbero diventare Flipper Boys”, riferendosi alla nota tendenza dei giovani a rubare auto Kia e Hyundai.
In risposta a numerosi resoconti dei media, uno degli autori di Flipper Zero, Pavel Zhovner, ha pubblicato un lungo messaggio sul blog ufficiale.
“Alcuni negozi darknet hanno iniziato a vendere il cosiddetto firmware ‘privato’ per Flipper Zero, sostenendo che possa essere utilizzato per hackerare innumerevoli auto.In realtà, tutti questi metodi sono stati pubblicati più di 10 anni fa. Niente di nuovo. Gli autori di tali firmware si limitano a rielaborare vulnerabilità note, spacciandole per “nuovi hack”. E, cosa importante, queste vulnerabilità non hanno nulla a che fare con i veri furti d’auto, poiché impediscono l’avviamento del motore”, scrive Zhovner.
Lo sviluppatore spiega che KeeLoq è stato sviluppato negli anni ’80 e utilizzato principalmente nei sistemi di accesso più datati (come le porte dei garage e i primi allarmi per auto). Si tratta di un sistema a codice variabile (o a salto), in cui ogni trasmissione utilizza un nuovo segnale univoco crittografato con una chiave del produttore a 64 bit.
Secondo Zhovner, il punto debole di KeeLoq è la chiave del produttore. Il problema è che le case automobilistiche spesso utilizzavano la stessa chiave per l’intera gamma di modelli. Se questa chiave venisse divulgata, gli aggressori sarebbero in grado di intercettare i segnali di qualsiasi telecomando di questa marca.
“Gli autori del firmware ‘hacker’ si limitano a distribuire vecchie chiavi rubate a diverse case automobilistiche. Non è una novità, vulnerabilità di questo tipo sono state descritte in dettaglio già nel 2006”, spiega il creatore di Flipper. “Da allora, le case automobilistiche sono passate a protocolli radio più moderni con autenticazione bidirezionale, in cui l’auto e la chiave si scambiano messaggi per verificarne l’autenticità.”
Zhovner ribadisce poi i punti che gli autori di Flipper Zero avevano spiegato in dettaglio nel 2024, quando il governo canadese annunciò l’intenzione di vietare la vendita di Flipper Zero e di dispositivi simili nel Paese perché avrebbero potuto essere utilizzati per rubare automobili.
In particolare, ricorda che i veri ladri d’auto di solito prendono di mira i sistemi di apertura e avviamento senza chiave. Utilizzano ripetitori e trasmettitori che trasmettono un segnale dalla vera chiave, inducendo l’auto a credere che la vera chiave si trovi nelle vicinanze. “Se la tua auto può essere hackerata con Flipper Zero, può essere hackerata anche con un pezzo di filo“, conclude Zhovner.
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“Figliuolo, accedi allo smartphone di tuo padre!” Forte aumento delle Frodi che utilizzano i minori
F6 ha segnalato un forte aumento delle frodi in cui i criminali sfruttano i minori per accedere ai conti bancari dei genitori. Secondo gli analisti, nella prima metà del 2025 sono stati registrati circa 3.500 casi di questo tipo. Il colpo principale è stato inferto ai bambini di età compresa tra 10 e 14 anni. Ciò è facilitato dal libero accesso a smartphone e computer, in un contesto di scarsa alfabetizzazione digitale.
Gli scenari di attacco variano da brevi a lunghi mesi e dipendono dalla possibilità del bambino di accedere ai dispositivi e alle informazioni finanziarie degli adulti. A dicembre 2024, gli specialisti di F6 hanno contato circa un centinaio di episodi di questo tipo e, nella prima metà del 2025, il numero medio mensile di attacchi è quasi sestuplicato, raggiungendo circa 580.
Gli aggressori si avvicinano ai bambini nei luoghi in cui trascorrono la maggior parte del tempo. Attirano i bambini più piccoli in conversazioni su giochi popolari come Roblox, Minecraft e Standoff 2, spesso fingendosi blogger e streamer e promettendo premi o valuta di gioco.
Gli adolescenti vengono spesso attirati attraverso il sistema FakeBoss, fingendosi dipendenti di scuole, agenzie governative, operatori di telecomunicazioni o servizi di consegna e richiedendo codici tramite SMS.
Segue l’intimidazione con storie di hacking e “responsabilità penale” dei genitori e una serie di istruzioni su come accedere alle applicazioni bancarie. I bambini vengono convinti a scattare discretamente una foto dello schermo di un telefono sbloccato con icone bancarie, a spiare un codice PIN, a trasferire denaro o persino a richiedere un prestito.
Gli episodi notturni sono particolarmente degni di nota, quando a un bambino viene chiesto di appoggiare il dito del genitore addormentato su un sensore se i dati biometrici sono abilitati sul dispositivo.
Secondo F6, gli attacchi tramite bambini sono tra i sei schemi fraudolenti più pericolosi. L’azienda osserva che i criminali utilizzano le stesse tecniche di pressione degli adulti e fanno sempre più affidamento sull’intimidazione.
Gli esperti raccomandano alle banche di affidarsi all’analisi comportamentale e a regole di rilevamento aggiornate per riconoscere tempestivamente scenari anomali. Si consiglia ai genitori di combinare l’uso dei gadget con le norme di igiene digitale fin dalla tenera età, abilitare il parental control, garantire la massima privacy sui social network, spiegare il divieto di trasferimento di codici da SMS e di qualsiasi dato bancario e mantenere un dialogo riservato con i bambini in modo che segnalino immediatamente i contatti sospetti.
F6 sottolinea che una prevenzione efficace richiede di parlare con gli adolescenti in un linguaggio che comprendano e attraverso canali familiari: social network, blogger, giochi e cartoni animati.
L’azienda afferma di stare sviluppando strumenti per contrastare tali schemi e di aggiornare i modelli di rilevamento delle minacce basati su segnali comportamentali.
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Israele bombarda l’ospedale Nasser a Gaza, tra le vittime quattro giornalisti
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Per l'ennesima volta Israele ha preso di mira l'ospedale Nasser a Khan Younis, uccidendo giornalisti e soccorritori
L'articolo pagineesteri.it/2025/08/25/med…
Il gruppo Venice4Palestine ha chiesto alla Mostra di Venezia di ritirare gli inviti a Gal Gadot e Gerard Butler
Dopo la lettera aperta a Biennale del 22 agosto, 1.500 firmatari del mondo della cultura hanno chiesto l'esclusione degli attori, sostenitori di Israele.Rolling Stone It (Rolling Stone Italia)
I servizi di streaming fanno rimpiangere la pirateria
Con il rincaro degli abbonamenti e la diminuzione della scelta sui siti a pagamento, gli appassionati di film e tv tornano alle alternative illegali. LeggiGabriel V. Rindborg (Internazionale)
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Studio della teologia. Don Varagona (Issr Marche): “Un’esperienza di Chiesa in un comunità in cui si sperimenta la sfida del pensare la fede”
“L’esperienza di questi anni di vita dell’Istituto superiore di Scienze religiose ‘Redemptoris Mater’ di Ancona è soprattutto un’esperienza di Chiesa, dove persone di differente provenienza e appartenenza ecclesiale si incontrano e possono vivere in …
Ia, tutti i piani di Meta con il cloud di Google
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Meta investirà oltre 10 miliardi di dollari in Google Cloud per potenziare le sue infrastrutture di intelligenza artificiale, siglando il primo grande accordo tra le due società rivali nel settore startmag.it/innovazione/meta-g…
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Windows 11 Insider Preview: nuove funzionalità e miglioramenti in vista
Microsoft ha rilasciato una nuova build 26200.5761 (KB5064093) di Windows 11 Insider Preview per gli utenti Windows Insider nel Canale Dev. L’aggiornamento introduce diverse interessanti funzionalità e miglioramenti che verranno gradualmente distribuiti agli utenti.
La principale innovazione è la possibilità di continuare a lavorare senza problemi con le applicazioni Android direttamente su un computer Windows 11. Il primo esempio è stata l’integrazione con Spotify: se l’utente stava ascoltando un brano o un podcast su uno smartphone, sul PC apparirà una notifica con la possibilità di continuare la riproduzione dallo stesso punto. Se l’applicazione non è ancora installata, il sistema stesso proporrà di scaricarla dal Microsoft Store e di accedere immediatamente all’account. Affinché la funzione venga attivata, è necessario attivare il collegamento con il telefono tramite “Impostazioni” di Windows e l’applicazione “Collegamento a Windows”.
Un’altra modifica degna di nota riguarda la schermata di blocco, che ora presenta icone della batteria aggiornate e più visive che consentono di valutare rapidamente il livello di carica.
Altri miglioramenti includono un nuovo modo per richiamare “Click to Do” sui dispositivi touchscreen Copilot+, impostazioni semplificate per “Auto SR” sui laptop Snapdragon e funzionalità aggiuntive in Impostazioni, tra cui link diretti a pagine pertinenti dai risultati di ricerca e tasti di scelta rapida per i trattini lunghi e corti. Ora puoi aggiungere le tue app preferite alla finestra di condivisione di Windows per una selezione rapida.
Gli sviluppatori hanno anche corretto diversi bug. L’elenco delle applicazioni nelle Impostazioni funziona meglio, sono stati risolti i problemi con Windows Hello durante l’accesso tramite riconoscimento facciale e la stabilità dei giochi quando si utilizzano overlay e Game Bar è stata migliorata, soprattutto su sistemi con più monitor. È stato risolto un crash di Visual Studio su un PC Arm64 quando si utilizzava WPF dopo l’installazione di un aggiornamento .NET.
Tra i problemi noti figurano problemi con la funzione Recall per gli utenti in Europa, una visualizzazione errata della sezione Condividi in Esplora file ed errori durante la scansione dei file temporanei nelle impostazioni di sistema. Alcuni utenti riscontrano anche problemi durante l’utilizzo del controller Xbox tramite Bluetooth, per i quali l’azienda offre una soluzione manuale tramite Gestione dispositivi.
Microsoft ci ricorda che molte funzionalità del canale Dev vengono rilasciate in più fasi e potrebbero subire modifiche o non essere incluse nelle versioni finali di Windows. Gli iscritti al programma possono accelerare la distribuzione delle nuove funzionalità attivando l’opzione “Scarica gli ultimi aggiornamenti” nelle impostazioni di Windows Update.
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PoC Zero-Click Exploit su iPhone e Mac: come due byte è possibile compromettere l’ecosistema Apple
È stata resa pubblica un’analisi approfondita e un esempio di proof-of-concept riguardante la vulnerabilità CVE-2025-43300, una falla di sicurezza critica che consente l’esecuzione remota di codice senza necessità di clic, presente nell’infrastruttura di elaborazione delle immagini di Apple.
Si tratta di una falla di sicurezza, individuata nella realizzazione della decompressione JPEG Lossless da parte di Apple all’interno del bundle RawCamera.bundle, permette ai malintenzionati di eseguire codice arbitrario senza necessità di interazione con l’utente, attraverso file DNG (Digital Negative) appositamente creati per essere dannosi.
La vulnerabilità sfrutta i presupposti fondamentali del motore di analisi TIFF/DNG di Apple e la sua interazione con la compressione JPEG lossless. I file DNG, basati sulle specifiche del formato immagine raw open source di Adobe, utilizzano la struttura del contenitore TIFF con dati di immagine compressi senza perdita di dati JPEG incorporati nei SubIFD. Il PoC richiede modifiche minime a un file DNG legittimo, il che la rende particolarmente pericolosa.
Nello specifico, la vulnerabilità si verifica quando un file DNG dichiara SamplesPerPixel = 2 nella sua directory SubIFD ma contiene solo 1 componente nel blocco SOF3 (Start of Frame 3) dei dati JPEG lossless incorporati. Il meccanismo di attacco sfrutta una discrepanza tra le dichiarazioni dei metadati e i dati effettivi dell’immagine. Il ricercatore b1n4r1b01 ha pubblicato un’analisi tecnica dettagliata e i passaggi di riproduzione, rivelando che il difetto deriva da una condizione di buffer overflow nella routine di decompressione JPEG lossless all’interno di RawCamera.bundle.
La vulnerabilità rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza in quanto consente lo sfruttamento senza clic tramite il sistema di elaborazione automatica delle immagini di Apple. Gli aggressori devono solo modificare due byte specifici: cambiando l’offset 0x2FD00 da 01 a 02 (modificando SamplesPerPixel) e l’offset 0x3E40B da 02 a 01 (modificando il numero di componenti SOF3). Queste precise modifiche creano la discrepanza critica che innesca la vulnerabilità.
Il pacchetto RawCamera.bundle, che gestisce vari formati di immagini raw su iOS, non contiene informazioni sui simboli, rendendo difficile il reverse engineering. Tuttavia, il ricercatore fa notare che non tutti i file DNG con compressione JPEG lossless raggiungono il percorso del codice vulnerabile, il che richiede condizioni specifiche in linea con il campione proof-of-concept fornito. L’avviso di sicurezza di Apple riconosce cheCVE-2025-43300 è stato attivamente sfruttato in attacchi sofisticati rivolti a individui specifici, elevando questa vulnerabilità da teorica a strumento confermato di un attore di minaccia .
La natura zero-click lo rende particolarmente interessante per le operazioni di sorveglianza mirate, poiché le vittime non necessitano di alcuna interazione oltre alla ricezione del file dannoso. La vulnerabilità interessa diverse piattaforme Apple , tra cui iOS 18.6.1, iPadOS 18.6.1 e varie versioni di macOS. Ricordiamo che Apple ha rilasciato patch per iOS 18.6.2, iPadOS 18.6.2, macOS Sequoia 15.6.1 e versioni precedenti di macOS. Il ricercatore ha confermato che la proof-of-concept non causa crash su iOS 18.6.2, a indicare che la mitigazione è stata completata con successo.
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Dark web e hotel italiani: rubati documenti con credenziali lecite di una piattaforma cloud
A cura di Luca Stivali, Roland Kapidani e Silvia Felici.
Negli ultimi giorni si è acceso un dibattito attorno alla fuga di dati che ha coinvolto numerose strutture alberghiere italiane. Ne abbiamo già parlato su Red Hot Cyber, ma le evoluzioni non si sono fatte attendere.
Dopo la pubblicazione del nostro articolo, la redazione è stata contattata da un servizio IT di una delle strutture colpite: da quel confronto sono emerse conferme importanti e nuove informazioni che ci hanno permesso di condurre attività di Cyber Threat Intelligence (CTI) e di ricostruire meglio la dinamica degli eventi.
Non un problema dei singoli hotel, ma della piattaforma cloud condivisa
Fin dall’inizio avevamo ipotizzato che l’esfiltrazione dei documenti non fosse legata ai sistemi interni dei singoli hotel, ma piuttosto a un servizio SaaS centralizzato.
Questa ipotesi si è rivelata fondata:
- le evidenze raccolte nel dark web dimostrano che per oltre il 99% degli hotel compromessi erano già disponibili credenziali valide, rubate tra il 2023 e il 2024 tramite malware infostealer;
- le stesse credenziali, appartenenti al personale amministrativo degli hotel, sono state con ogni probabilità riutilizzate dagli attaccanti per accedere alla piattaforma cloud e sottrarre i dati.
Dalle nostre analisi emerge con forte probabilità che l’attacco non sia partito da sofisticati exploit, ma da campagne mirate di phishing: email ben confezionate, spesso camuffate da conferme di prenotazioni o arrivi imminenti, hanno indotto il personale a scaricare ed eseguire file malevoli.
Da lì, gli infostealer hanno fatto il resto: raccolta delle credenziali, esfiltrazione e successiva vendita nei marketplace underground.
Un dettaglio ancora più preoccupante
C’è però un ulteriore elemento che complica la vicenda. Tra le credenziali circolanti nel dark web non figurano soltanto account appartenenti agli hotel clienti, ma anche un utente riconducibile al personale IT della piattaforma SaaS stessa.
Se confermato, questo significherebbe che gli attaccanti avrebbero potuto disporre non solo di accessi operativi dei clienti, ma anche di credenziali interne, con potenziali privilegi ben più estesi. Uno scenario che apre interrogativi inquietanti sul livello di sicurezza complessivo dell’infrastruttura.
Un ulteriore punto critico riguarda la sicurezza degli accessi: dalle informazioni raccolte sembra che misure come l’autenticazione a due fattori siano disponibili solo per i pannelli di gestione più avanzati, ma non per l’interfaccia operativa utilizzata quotidianamente dal personale.
Si tratta di un limite che, se confermato, renderebbe ancora più semplice per un attaccante sfruttare credenziali rubate senza dover superare ulteriori barriere di sicurezza.
Lezioni apprese
Questa vicenda conferma ciò che in molti già sospettavano: il vero tallone d’Achille oggi non sono i sistemi, ma le persone e le loro credenziali:
- Gli infostealer sono la minaccia silenziosa che alimenta gran parte degli abusi nel dark web;
- Le credenziali rubate rappresentano il punto di partenza di campagne che colpiscono settori interi;
- La difesa richiede non solo tecnologie (MFA, monitoraggio del dark web, rotazione password), ma soprattutto processi e formazione.
Questa vicenda è l’ennesima conferma che la cybersicurezza non può limitarsi alla tecnologia: antivirus, EDR/XDR, firewall e buone pratiche restano fondamentali, ma da soli non bastano.
Serve anche un’attività costante di intelligence, capace di monitorare i marketplace del dark web, intercettare le credenziali rubate e fornire segnali di allarme prima che diventino veri e propri incidenti.
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Quando inizio 15 giorni di ferie mi sembrano così tanti che penso non finiranno mai.
Il giorno che rientro in ufficio mi sembra che siano iniziati il giorno prima.
Poliversity - Università ricerca e giornalismo reshared this.
È incredibile quanto la società civile sia più avanti della politica, e non mi riferisco alla politica che sta al governo.
Poliversity - Università ricerca e giornalismo reshared this.
freezonemagazine.com/news/the-…
Dopo l’uscita del loro album di debutto nel 2023, Steve Kilbey dei The Church e Frank Kearns dei Cactus World News tornano con un nuovissimo album del gruppo da loro formato gli Speed Of The Stars, intitolato In While Italy Dreamed… Kilbey e Kearns sono affiancati dal batterista Barton Price, ex membro delle band australiane […]
L'articolo
PALANTÍR: AZIENDA DA MEMORIZZARE CON GIUSTA PREOCCUPAZIONE
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Palantír. Ricordatevi di questo nome. Si tratta di un’azienda statunitense. Non è chiaro cosa faccia, ma lo fa molto bene...
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#TECNOLOGIA
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Ancora vandalismi sulle Alpi piemontesi: ultimo episodio sul Monte Basodino, tra la Val d'Ossola e il Canton Ticino
quotidianopiemontese.it/2025/0…
Per il Cai non sono azioni isolate. Ignoti i responsabili
IO E CHATGPT E13: La progettazione di corsi, workshop e presentazioni
In questo nuovo episodio utilizziamo l'intelligenza artificiale generativa per la progettazione di corsi, workshop e presentazioni.
zerodays.podbean.com/e/io-e-ch…
A PLL For Perfect Pitch
When Hackaday runs a contest, we see all manner of clever projects. But inevitably there are some we don’t see, because their builders didn’t manage to get them finished in time. [Park Frazer]’s phase-locked loop is one of them. The circuit is an all-discrete PLL that derives a 440kHz output from a 1Hz input, and it arrived just too late for our 1Hz contest.
If you aren’t familiar with a phase-locked loop, in this context you can think of them as a programmable frequency multiplier. A voltage-controlled oscillator is locked to an input frequency by comparing the two with a phase detector. Multiplication can be achieved by putting a frequency divider between the oscillator and the phase detector. It’s at the same time a complex and easy to understand circuit. In this case, when broken down into a set of multivibrators, it makes sense. The charge pump phase detector is a little different from the XOR gate we were expecting, but as he explains, it’s better.
If PLLs are a mystery, have a look at this video from a [Jeri Ellsworth] and [Bil Herd].
RP2040 Assembly Language Mix and Match
[David] is building a project with an OLED, a keyboard, and an RP2040. He’s perfected a scanning routine in C to work with the keyboard, but he still had some places he wanted to use even lower-level instructions. That was as good an excuse as any to experiment with inline assembly language inside the C program.
The goal was to grab the keyboard’s input and stick it into a memory address register so the data at that address could be shown on the display. However, there was a complication because memory access of this type has to be word-aligned.
Sure, you could mask the low bits of the address, do the read, and then set an index to pick the specific byte, but assembly is easy, and it is good to know how to put it in your code, anyway.
[David] only needed one instruction that is meant for byte access, so as assembly embeddings go, this was quite simple. We’ve done similar things for Linux, although, of course, the Arm assembly language here is different than what we used.
You probably don’t need assembly for every project. But it is nice to know how to do it when you need it. Many people think you don’t need to learn assembly these days, but we mostly disagree.
youtube.com/embed/fgbwLuumBmk?…
Hackaday Links: August 24, 2025
“Emergency Law Enforcement Officer Hologram program activated. Please state the nature of your criminal or civil emergency.” Taking a cue from Star Trek: Voyager, the Seoul Metropolitan Police Agency is testing a holographic police officer, with surprisingly — dare we say, suspiciously? — positive results. The virtual officer makes an appearance every two minutes in the evening hours in a public park, presumably one with a history of criminal activity. The projection is accompanied by a stern warning that the area is being monitored with cameras, and that should anything untoward transpire, meat-based officers, presumably wearing something other than the dapper but impractical full-dress uniform the hologram sports, will be dispatched to deal with the issue.
The projected police officer is the product of the South Korean firm Hologramica, which seems to be focused on bringing obsolete or metabolically challenged pop and sports stars back to life. The company uses one of two techniques for its 3D projection: the tried and true “Pepper’s Ghost” trick or a proprietary method they call “3D Holonet.” Given the conditions, we’d guess the police projection is using the latter, which uses a transparent screen with metallic silver embedded into it. Aside from the cool factor, we’re not sure how this is better than something as simple as a cardboard cutout with a cop printed on it, or even just some signs telling people to watch their step. Then again, maybe Starbucks will consider employing the holo-cops in their South Korean stores to deal with their cagonjok problem.
“The first rule of Robo Fight Club is: you don’t talk about Robo Fight Club.” Unfortunately, that rule won’t work when you’re trying to create the world’s premier cyber blood sport, as a fellow named Cix Liv — that’s “109 54” in Roman numerals for those of you keeping score at home — aims to do. His outfit is called REK, which he claims will be “the next UFC,” referring to the wildly popular mixed martial arts organization. To meet that improbable goal, he stages fights between humanoid robots controlled by VR-wearing pilots. There’s a video clip of the action in the article; perhaps as humanoid bots get better, so will the fights, but for now, the action is a little tame for our tastes. But what would really jazz things up is human versus robot fights. We’d pay to see someone mix it up with Atlas. Maybe not the original electro-hydraulic version, though — that would probably get out of hand pretty fast.
We stumbled across a really interesting article on Arthur A. Collins, someone whose name will likely only ring a bell among aficionados of old amateur radio gear. The Collins Radio Company produced legendary ham radio equipment from the 1930s all the way into the 1970s. Their bulky, vacuum tube “boat anchor” radios are still highly prized among collectors, long after the company was absorbed into a series of corporations with less and less interest in radio communications. The article details the genesis of Collins Radio, including the shortwave exploits of a 15-year-old Arthur Collins, who in 1925 used his homebrew 1,000-watt transmitter to contact the National Geographic Society’s expedition to Greenland. It’s a fascinating story and aptly illustrates how a passion for electronics can lead to pretty important breakthroughs, even if you’re just a teenager in your parents’ attic.
How do you cut your onions? It’s not an unimportant question, at least if you care enough about your cooking that your onions are diced evenly to ensure proper cooking. However you’re doing it, though, you’re probably wrong, at least according to this wonderfully but needlessly in-depth look at the mathematics of onion dicing. The analysis looks at an optimized cross-section of an onion and determines the best way to cut it to achieve maximum uniformity in the resulting dices. The diagrams are interactive, allowing you to adjust the number of vertical or radial cuts and categorize the results based on the standard deviation in the area of the pieces. It’s an impressive bit of work, with the obvious limitation of simplifying the onion to two dimensions. But with that awesome onion font, we can forgive a lot.
And finally, when you think of instruments played with a bow, you probably think of violins, cellos, and the like. What doesn’t spring to mind is bow-played open-reel tape decks, but it turns out that they’re a thing, and they’re pretty cool. The Open Reel Ensemble has three classic open-reel decks, which look like Pioneer RT-1011Ls, each of which has a length of tape fed through the heads and around one reel. The ends of the tape are attached to either end of a bamboo pole, which the artist holds taut and moves back and forth through the heads. Whatever signals are on the tape — we assume it’s just simple tones — gets played back and piped into a keyboard synth, which the artist plays with his other hand. One of the decks also has a mic attached near the heads, which seems to pick up the sound of the artist thumping on the bow, delivering a nice rhythm section. It’s a unique and surprisingly funky sound. Enjoy!
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Una questione di famiglia
@Giornalismo e disordine informativo
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Un romanzo profondo e toccante sull’amore, sul perdono e sul pregiudizio che, nell’Inghilterra degli anni ’80, ha portato alla separazione di centinaia di madri omosessuali dai propri figli. Heron è un uomo mite e un marito affidabile; sua moglie Dawn ha 23 anni, due meno di lui. È il 1982 e la
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“La bottega del caffè” di Carlo Goldoni a Ragusa
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/la-bott…
Scalinata del Castello di Donnafugata, Ragusa. Compagnia Godot di Bisegna e Bonaccorso. “La bottega del caffè”, di Carlo Goldoni. Scena e regia di Vittorio Bonaccorso. Costumi di Federica Bisegna. Con Federica Bisegna, Vittorio
ESP32 Sets Sail as a Modern Bus Pirate Powerhouse
Bus Pirate is nearly a household name in the hardware hacking world. The first version came out way back in 2008, and there have been several revisions since then. You can buy pre-built Bus Pirate devices, but there’s also the option now to build our own. The ESP32 Bus Pirate project has everything you need to turn an ESP32 device into a protocol sniffing/decoding powerhouse—all on a board you may have sitting around from another project.
There are a ton of solutions when it comes to talking to different buses —I2C, UART, JTAG, you name it, there’s a purpose-built device for it. Over a decade ago, Dangerous Prototypes released the Bus Pirate, offering a Swiss Army knife of a tool to interface with this ever-expanding list of communications standards. The ESP32 Bus Pirate project is open-source firmware for ESP32s that gives them the ability to be the multi-tool that lets us communicate with a long list of protocols.
It supports a wide variety of devices, from the straightforward ESP32 S3 Dev Kit available from a long list of suppliers to the more specialized M5 Cardputer equipped with its own keyboard. The original Bus Pirate required plugging the board into a PC to use it; with this being ESP32-based, that’s no longer a limitation. So long as you can supply power to the ESP32, you can connect and control it via WiFi and a web browser. In addition to the Bus Pirate protocols, the project allows us to directly control the pins on the ESP32 board, should you want to do more with it besides interfacing with one of the supported protocols. Be sure to check out some of our other articles about Bus Pirate, as it’s been a fantastic tool for the hacker community over the years.
Le bugie di #Trump sul #Venezuela
Le bugie di Trump sul Venezuela
Una flotta militare statunitense, troppo piccola per una invasione ma sufficiente per una procazione, si dirige verso il Mar dei Caraibi con un evidente intento minaccioso verso il Venezuela.www.altrenotizie.org
Wire Photo Fax Teardown
Fax machines had a moment in the sun, but they are actually much older than you might expect. Before the consumer-grade fax machines arrived, there was a thriving market for “wire photos” used by, for example, news organizations and the weather service. In the United States, the WEFax from Western Electric was fairly common and shows up on the surplus market. [Thomas] has an English unit, a Muirhead K-570B, that is very clearly not a consumer-oriented machine. His unit dates back to 1983, but it reminds us of many older designs. Check out his teardown in the video below.
The phone line connection on this device is a pair of banana jacks! There are even jacks for an external meter. Inside, the device is about what you’d expect for a 1983 build. PCBs with bare tinned conductors and lots of through-hole parts.
While not a universally well-known name, Muirhead was a pioneering Scottish inventor. He recorded the first human electrocardiogram and collaborated with Sir Oliver Lodge on wireless telegraph patents. While another Scotsman, Alexander Bain, worked out how to chemically print on paper and Arthur Korn built the first machines that optically scanned the page, it was Murihead, in 1947, that worked out using a drum as the scanner, just as this machine does.
Think this is among the oldest fax machines ever? No way. Remember, though, in 1983, the consumer fax machines were just about to appear. Ask FedEx, we are sure they remember.
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Zelensky ricatta apertamente l’Ungheria
Oggi il presidente ucraino ha commentato pubblicamente gli attacchi condotti dal suo esercito contro il nodo dell’oleodotto “Druzhba” (sul confine tra Russia e Bielorussia) attraverso il quale il petrolio russo raggiunge l’Ungheria.
Un giornalista ha chiesto a Zelensky se questi attacchi hanno aumentato le possibilità della revoca del veto sull'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea posto da Orban. Il presidente ucraino ha risposto con un gioco di parole:
«Abbiamo sempre mantenuto l'amicizia tra Ucraina e Ungheria, ora l'esistenza di questa «Druzhba» (in ucraino “druzhba” significa amicizia), dipende dall'Ungheria», ha detto Zelensky.
L’ex comico non perde l’umorismo, ma c’è ben poco da ridere. Oltre agli attacchi agli interessi strategici dell’Ungheria (Paese NATO) criticati anche da Trump, recentemente, in seguito all’arresto dello 007 ucraino Kuznetsov in Italia, si è tornati a parlare anche del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, ossia all’attacco degli interessi della Germania. Ma nessuno ha osato fare domande in merito a ciò.
Ultimamente non si fa altro che parlare delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e della necessità di armare l’Europa in caso di attacco di Putin che, fino a prova contraria, non ha mai dimostrato di voler attaccare l’Occidente. Cosa che invece ha fatto Kiev.
https://t.me/vn_rangeloni
Anna Ivaldi, la forza del diritto
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/anna-iv…
Ho conosciuto Anna Ivaldi in occasione della mia inchiesta dedicata ai fatti del G8 di Genova. Era la GIP che aveva interrogato alcuni ragazzi tedeschi dopo la mattanza della Diaz e gli orrori nella caserma di Bolzaneto. Una donna mite, profondamente valdese, all’epoca
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Da Server Ribelli - R-esistenza digitale e hacktivismo nel Fediverso in Italia, di @thunderpussycat.
All'Hackmeeting del 2018, quando è stato presentato ufficialmente Mastodon.bida.im, la volontà di trovare strumenti di comunicazione alternativi rispetto ai social network commerciali era all'ordine del giorno nel dibattito tra la comunità hacker. In quell'occasione è stato organizzato un talk, durante il quale gli attivisti di Trammenti1 sostenevano che per creare alternative alle piattaforme mainstream fosse necessario utilizzare più strumenti differenti. Gli attivisti affermavano:
Se noi vogliamo andare avanti a condurre questa campagna, questa lotta contro i social mainstream non dobbiamo mai focalizzarci su uno strumento solo, dobbiamo usarne tanti e per esigenze diverse, anche perché se un giorno Mastodon viene forkato, se la community non riesce più a svilupparlo, bisogna avere tanti strumenti di backup e da sperimentare tutti. La sperimentazione di più strumenti accresce soprattutto il dialogo sociale e culturale sullo spirito critico e sull'uso della tecnologia. Ultima cosa: enfasi sulla tecnologia sociale, noi vogliamo ottenere una rete in cui c'è la massima autogestione.
1 Era un collettivo di studenti hacker della città di Como ora non più attivo.
Ambidextrous Robot Hand Speaks in Signs
As difficult as it is for a human to learn ambidexterity, it’s quite easy to program into a humanoid robot. After all, a robot doesn’t need to overcome years of muscle memory. Giving a one-handed robot ambidexterity, however, takes some more creativity. [Kelvin Gonzales Amador] managed to do this with his ambidextrous robot hand, capable of signing in either left- or right-handed American Sign Language (ASL).
The essential ingredient is a separate servo motor for each joint in the hand, which allows each joint to bend equally well backward and forward. Nothing physically marks one side as the palm or the back of the hand. To change between left and right-handedness, a servo in the wrist simply turns the hand 180 degrees, the fingers flex in the other direction, and the transformation is complete. [Kelvin] demonstrates this in the video below by having the hand sign out the full ASL alphabet in both the right and left-handed configurations.
The tradeoff of a fully direct drive is that this takes 23 servo motors in the hand itself, plus a much larger servo for the wrist joint. Twenty small servo motors articulate the fingers, and three larger servos control joints within the hand. An Arduino Mega controls the hand with the aid of two PCA9685 PWM drivers. The physical hand itself is made out of 3D-printed PLA and nylon, painted gold for a more striking appearance.
This isn’t the first language-signing robot hand we’ve seen, though it does forgo the second hand. To make this perhaps one of the least efficient machine-to-machine communication protocols, you could also equip it with a sign language translation glove.
youtube.com/embed/GmYO-Cum1KA?…
Tutte le mosse di Google, xAi e Amazon per gestire la fame energetica dell’intelligenza artificiale
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Ecco cosa stanno facendo le Big Tech per gestire la grande domanda di energia startmag.it/innovazione/big-te…
We don't need AI. AI needs us.
in reply to Max 🇪🇺🇮🇹 • • •