oggi, 9 novembre, a macerata: argofest
Oggi, domenica 9 novembre, dalle 16 alle 23
Circolo Arci Gramaccia – Macerata
viale Leopardi 8
ARGOFEST
25 anni di rivista, 6 anni di Argolibri
Una grande festa con gli autori, le autrici e tutto il collettivo argonautico…
Letture, anteprime, dj-set
#anteprime #Argofest #CircoloArciGramaccia #djSet #FabioOrecchini #letture #Macerata #poesia #rivista #riviste #ValerioCuccaroni
Scopri il catalogo Argolibri ⥀ Poesia, saggistica e fumetti – ARGO
Tutti i libri del catalogo Argolibri. Gli Argolibri sono distribuiti da Messaggerie - Goodfellas e promossi da Emme PromozioneARGO
reshared this
“octo condannata ad uscire dal letto” (come questo sabato mattina ci ho messo 1 ora per alzarmi dal letto quando non volevo)
Oggi è sabato, e quindi… aridaje, non credo di dover ripetere per l’ennesima volta quali sono le vibe mortali del mio fine settimana. Di conseguenza, anche oggi ci sono accadimenti e realtà che forse fanno ridere, seppur non dovrebbero… del tipo di cosa succede quando arriva l’ora di alzarmi dal letto, al mio orario benedettissimo della mattina senza impegni, ma ovviamente io non, perché in quel momento la mia anima è già abbastanza appesantita dall’essermi in primo luogo svegliata. Niente di nuovo neppure in tutto ciò, ovviamente, ma stavolta le aggiunte alla mia disperazione sono abbastanza degne di nota. 👌
Praticamente, mi sono svegliata circa alle 11, e a quel punto non riuscivo più a riaddormentarmi, nonostante io abbia quindi dormito appena 10 ore, che per gli standard dei miei desideri è pochino. Sarà stato perché un po’ avevo tipo da andare in bagno, un po’ avevo la gola tipo secca di sete, un po’ l’aria della stanza era a quel punto diventata ben marcia a causa delle mie solfatare… e, sorvolando sul fatto che almeno 2 di queste cose saranno sospettosamente in comune con le piante, il problema è che comunque non avevo proprio voglia di alzarmi. Cioè, che palle alzarmi, perché mai dovrei quando tanto non ho comunque un assoluto niente da fare (eccetto un piccolo frangente questo specifico pomeriggio)!?!?!!?? 😤
Alla fine mi sono effettivamente alzata, purtroppo… dopo praticamente 1 ora sveglia (gli spiriti proprio non volevano che io continuassi a mimire…) lì un po’ ferma a fare niente, un po’ a cercare di alzarmi fallendo miseramente tra le 5 e le 10 volte. Ho però notato che, quasi ogni volta che provavo ad alzarmi, curiosamente (ma forse neanche troppo…), qualcosa mi rimbalzava verso il lato dove avevo il secondo cuscino, e finivo per volerlo abbracciare malamente… ops. E che dobbiamo fare; da vera femcel sono assolutamente touch-starved, e questo forse non è neanche il più grosso dei miei problemi… almeno, sicuramente in quel momento il più grave era questo mio combattimento intero tra il dovermi e il non volermi alzare. 😵
Probabilmente sarei riuscita in questa mia impresa con meno difficoltà (non zero, eh) se ci fosse stato qualcuno ad alzarmi le persiane, visto che — e con ciò certamente non batterò le allegazioni di fare la fotosintesi come le piante, ma questa è una cosa che so da prima della mia scoperta di ieri — vedere la luce naturale del sole mi da un attimo una forza di vivere, e quindi di alzarmi, che altrimenti mi sfugge… oppure, se semplicemente avessi alzato le lenzuola così da rotolare fuori, ma lo spostamento di aria causato da ciò mentre sto bella al caldo gnam mi urta non poco… ma ecco, io sono complicata. Alla fine, però, ho detto basta e, con il cuscino ben abbracciato, sono in qualche modo strisciata fuori dalla mia bara, mettendomi prima tipo seduta verso l’uscita, poi tirando fuori le gambe, e infine mettendo i piedi per terra ed alzandomi. E buongiorno principessa, suppongo. 😳Allora, finalmente, dopo questa come al solito infinita spiegazione, eccomi com’ero nell’esatto momento in cui mi sono alzata, ed ero lì, boh, da sola… però, col cuscino ancora bello stretto, che mamma mia, sono così sola, col freddino dentro e addosso, e i capelli scombinati ancora più del solito, me misera tapina (tutto confermato guardandomi allo specchio). Ovviamente, non avevo le guance luccicanti fisicamente… però, dentro di me, sotto sotto, mi sento un po’ così… chissà che cavolo penso, così nel profondo che nemmeno riesco a percepirlo razionalmente, mentre stringo forte questo affare costretto a supportarmi fisicamente e spiritualmente ogni notte. Spero che un giorno magari qualcuno mi potrà abbracciare come io abbraccio il mio cuscino, non sia mai che me lo merito, aaaahh… 💔
(E comunque, si, in questi ultimi giorni mi sono assolutamente iperfissata col disegnare, e non capisco proprio perché… voglio dire, non è una cosa che ho mai fatto particolarmente nell’ultimo decennio. Sarà perché le altre mie cose che faccio di solito ora non mi vanno, ma io ho pur sempre bisogno di fare almeno qualcosa per sopravvivere, altrimenti davvero non mi alzerei proprio più dal letto, e quindi sarò stata spinta proprio su questo dagli spiriti… e, in effetti, non ci sono troppe altre alternative congruenti con la mia personalità, quindi forse era inevitabile. Se questa cosa non scemerà, credo che godrò.)
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
16 novembre, palermo: asemismo
cliccare per ingrandire
Al CENTRO CELESTE, 16 novembre:
ASEMISMO a cura di Nicolò D’Alessandro ed Enzo Patti. Ingresso libero. Solo su prenotazione al numero 3286661168 fino a esaurimento posti.
#art #arte #arteAsemica #asemic #asemicArt #asemicWriting #asemismo #CentroCeleste #GaetanoRappo #mostra #mostraAPalermo #NicolòDAlessandro #scritturaAsemica
reshared this
Indice dei contenuti
Toggle
- Omnibus – il Dio del cielo
- Un fantasy che emoziona e fa riflettere
- L’amicizia tra Omnibus e Ignis: un legame che segna il destino
- Frasi che restano
- Il dolore di Meredith e Dan: la perdita come motore del cambiamento
- Un viaggio tra speranza e disperazione
- Uno stile limpido e intenso
- Riflessione sulla perdita
- Biografia
Omnibus il Dio del cielo
II volume della saga Ignis l’arcangelo del fuoco
Massimiliano Gradante
Fantasy
30/05/2025
215 pp
260 g
“Omnibus. Il Dio del cielo”, si trova a fare i conti con eventi impensabili che emergono dal suo passato, trascinando con sé Dan e Meredith. Costretti a intraprendere un viaggio verso la Torre del Cielo, un luogo che credevano sepolto nei ricordi, i protagonisti si trovano a fronteggiare segreti che minacciano di sconvolgere il loro mondo. Ogni passo li avvicina a una verità che, forse, è sempre stata sotto i loro occhi. Un viaggio interiore ed esteriore, dove il coraggio e la scoperta si intrecciano in una trama avvincente e ricca di colpi di scena. Chi conosce davvero la verità? E quali conseguenze porterà alla luce? Preparati a un’avventura che cambia il destino di chi osa cercare
Omnibus – il Dio del cielo
Secondo volume della saga “Ignis, l’Arcangelo del Fuoco” di Massimiliano Gradante
Un fantasy che emoziona e fa riflettere
Con Omnibus – Il Dio del Cielo, Massimiliano Gradante ci conduce nuovamente in un universo fantasy intenso e intriso di sentimento.
Un’opera che non si limita all’avventura o alla magia, ma che tocca le sfere più profonde dell’animo umano, esplorando amicizia, dolore e redenzione con una scrittura limpida e coinvolgente.
L’amicizia tra Omnibus e Ignis: un legame che segna il destino
Il secondo volume della saga ci conduce nel passato di Omnibus e Ignis: un umano e un arcangelo uniti da un’amicizia profonda, capace di sfidare i confini tra i mondi.
Eppure, una domanda tormenta Omnibus:
«Perché noi siamo i più deboli? Io voglio essere forte.»
È da questo desiderio che nasce la sua scelta, una decisione destinata a segnare per sempre la sua vita e quella del suo amico.
Spinto dal bisogno di cambiare il proprio destino di umano, Omnibus si lascia attrarre da una voce suadente, una promessa di forza e potere.
Nemmeno le parole della madre riescono a fermarlo. Quando lui le chiede se gli esseri umani potranno mai essere forti come gli arcangeli, lei gli risponde con dolcezza:
«C’è una cosa che noi abbiamo, ed è molto più grande di qualsiasi altro potere: il nostro cuore, piccolo mio.
Il cuore che possediamo è talmente forte da superare la potenza di qualunque angelo o arcangelo.»
Frasi che restano
Le parole della madre di Omnibus mi hanno toccato profondamente.
Perché è vero: il nostro cuore è grande, è forte. È capace di sopportare ogni dolore e di trasformarlo in un nuovo fiore.
Il potere, la forza, non saranno mai grandi quanto il cuore di chi sa amare e perdonare, ma soprattutto di chi sa donare senza pretendere nulla in cambio.
La forza del nostro cuore è qualcosa che nessuno potrà mai toglierci.
Il dolore di Meredith e Dan: la perdita come motore del cambiamento
Nel racconto emergono anche le storie di Meredith e Dan, due anime ferite dalla perdita. Entrambi hanno perso i propri fratelli troppo presto.
Meredith è stata abbandonata dai genitori, incapaci di accettare la verità: il loro figlio è morto a causa di un evento extrasensoriale.
Dan, invece, si trova a fare i conti con la morte del fratello e, successivamente, con quella del padre.
Due dolori che si sommano, generando in lui un bisogno disperato di forza, un desiderio di risvegliare poteri interiori rimasti dormienti.
Un viaggio tra speranza e disperazione
Il cammino di Dan e Meredith diventa un viaggio tra luce e ombra, tra speranza e dolore.
Ritornano là dove tutto era cominciato nel primo volume, spinti dalla volontà di cambiare un destino che sembra già scritto.
Ed è proprio lì che Dan, travolto dall’amore e dalla paura di perdere ancora, decide di sacrificarsi per Meredith:
«Non voglio perdere più nessuno».
Un atto estremo e commovente, che rappresenta la forza dell’amore nella sua forma più pura e disperata.
Uno stile limpido e intenso
Massimiliano Gradante conquista con una prosa pulita e delicata, capace di descrivere emozioni complesse con sorprendente semplicità.
La sua scrittura accompagna il lettore dentro un mondo magico, ma incredibilmente reale per la sua umanità.
Un romanzo che parla di perdita, rinascita e amicizia eterna.
Riflessione sulla perdita
La perdita non è soltanto assenza: è un vuoto che continua a parlare.
Dal punto di vista psicologico, rappresenta quel delicato momento in cui mente e cuore cercano un nuovo equilibrio, accettando che qualcosa — o qualcuno — non farà più parte del nostro presente.
Eppure, la presenza di chi amiamo resta viva nei ricordi, nei gesti e nei luoghi che continuano a custodire la sua essenza.
Il dolore del distacco, se accolto, può trasformarsi in una forza rigenerante: diventa occasione di introspezione, crescita e consapevolezza.
Ogni ricordo diventa un sentiero nel bosco dell’anima, dove il passato non svanisce, ma cambia forma per continuare a camminare al nostro fianco.
Biografia
Massimiliano, ha sempre coltivato, fin dalla più tenera età, la passione per la scrittura. Già alle elementari si cimentava nella stesura di testi horror e fantasy.
A causa degli impegni della vita, tuttavia, ha dovuto accantonare questa passione per parecchi anni, riuscendo a riprenderla inizialmente nel 2016 ma poi, con più costanza, nel 2018 e fino ad oggi.Ha partecipato a concorsi di poesie e/o racconti, ottenendo anche numerosi riconoscimenti di cui ha un caro ricordo. Il suo obiettivo, da sempre, e trasmettere la sua passione ed emozione a ipotetici lettori, attraverso l’unico mezzo che ha imparato nel tempo ad amare e di cui, oggi, non può fare a meno: la scrittura.
Ominbus- il Dio del ciel: il secondo volume che esplora l'amicizia
Omnibus – Il Dio del Cielo è un fantasy intenso e profondo di Massimiliano Gradante ci regala un viaggio emotivo tra amicizia, dolore e rinascita.Gloria Donati (Magozine.it)
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
Se dovessi fare un esempio di Détournement oggi probabilmente userei questa immagine. Se avessi abbastanza soldi ne stamperei anche un certo numero in vari colori. Chissà perché però mi ricorda qualcosa, non è che qualcun l’ha già usata?
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
roma, 12 novembre 2025, biblioteca joyce lussu: incontro su roberto roversi e giorgio cesarano
Il libro:
pendragon.it/catalogo/saggisti…
Evento fb:
facebook.com/events/2522568165…
#AntonioBagnoli #BibliotecaJoyceLussu #carteggi #carteggio #carteggioRoversiCesarano #Cesarano #ChiaraCotignoli #corrispondenza #EdizioniPedragon #FedericaTaddei #GiorgioCesarano #Lettere #MarcoGiovenale #Pendragon #RobertoRoversi #Roversi
Presentazione del libro “Dobbiamo dar battaglia”
Évènement à Rome, Latium par Roberto Roversi le mercredi, novembre 12 2025www.facebook.com
reshared this
oggi, 8 novembre, a roma: finissage della mostra di magdalo mussio @ bianco contemporaneo: “il segno dell’essere sulla traccia del tempo”
Il segno dell’essere sulla traccia del tempo
di
Magdalo Mussio
presso la galleria BIANCO CONTEMPORANEO
introduzione al testo di Loredana Finicelli e testo critico di Paola Ballesi
Finissage oggi, 8 novembre 2025, ore 17:30
Via Reno 18/a Roma
In mostra una serie di 15 opere dell’artista scomparso nel 2006, che mostrano l’ultima fase della sua ricerca: il periodo nel quale egli sembra trovare tenui indizi di alle sue indagini di una vita. Un’ esistenza finalizzata alla comprensione dell’Umano, utilizzando il segno grafico, sia sotto forma di scrittura che di immagine, come medium privilegiato di ricerca.
#art #arte #asemic #asemicWriting #BiancoContemporaneo #finissage #LoredanaFinicelli #MagdaloMussio #materialiVerbovisivi #mostra #PaolaBallesi #scritturaAsemica
reshared this
Oggi 8 novembre è Aaron Swartz day
Homepage
aaronswartzday.it/embed/#?secr…
Suggerisco visione di
🎬 The Internet’s Own Boy — la battaglia di Aaron Swartz per una rete libera
🔗 peertube.uno/w/t4Uft32TfUGk6bm…
Potrebbe interessarti anche:
metaweblogapi per dblog - parte 2
Beerdad
malfunzionamento commenti in acor3 dblog
malfunzionamento commenti in acor3 dblog - Acor3.it
Chiedo scusa alle persone che volevano commentare i miei post ma non lo hanno potuto fare a causa di un malfunzionamento (colpa mia come sempre ehehehe) al sistema dei commenti di dBlog.ac3 (Acor3.it)
reshared this
14 novembre, roma: presentazione di “come l’amore di un timpano per una pupilla”, di rossella or
venerdì 14 novembre, ore 18
Libreria TOMO
via degli Etruschi, 4 – Roma
presentazione del libro
COME L’AMORE DI UN TIMPANO E UNA PUPILLA
di Rossella Or
(Argolibri, collana Talee, 2025)
In dialogo con l’autrice:
Giorgiomaria Cornelio
Lidia Riviello
Fabio Orecchini
Claudio Orlandi
Letture di Rossella Or
#Argo #Argolibri #ClaudioOrlandi #FabioOrecchini #GiorgiomariaCornelio #libreriaTomo #LidiaRiviello #poesia #presentazione #reading #RossellaOr #Tomo #TomoLibreria
Come l'amore di un timpano e una pupilla - Rossella Or – ARGO
Rossella Or pubblica la sua opera di poesia pura, in cui voce e testo si compenetrano sino ad incenerirsi, nell’ombra incendiaria di Artaud.ARGO
reshared this
La scuola italiana fra riforme mancate e militarizzazione
“Il percorso di immissione in ruolo dei giovani laureati nel mondo della scuola appare sempre più come una corsa a ostacoli, dove è sempre più difficile e selettivo accedere alla carriera dell’insegnamento”, non a caso, circa il 25% di coloro che lavorano nella scuola italiana (docenti e ATA) sono precari.
Troviamo queste parole di Francesco Cori, che denunciano una delle più gravi […]
Leggi il resto: argocatania.it/2025/11/08/la-s…
#autonomiaDifferenziata #LaBuonaScuola #LucaCangemi #scuola #tagliAllaScuola
reshared this
Il Game Design Parte dai Tropi: Una Riflessione su Cyberdark e le Conversioni OSR
La nostra lettura del Quick Start di Cyberdark, edito da MS Edizioni, ha suscitato più perplessità che entusiasmo. La speranza era quella di trovare finalmente una declinazione funzionante del cyberpunk nei giochi di ruolo, perché “cyberpunk” oggi sembra significare tutto e niente. Il genere ha preso una direzione che molti non riconoscono più come autentica: gruppi di folli sempre più borderline che sparano a qualsiasi cosa si muova, sperando che da qualche parte spunti una katana.
Shadowdark sembrava un buon punto di partenza. L’idea di prendere quella componente OSR, quella sintesi efficace della parte più crunch di D&D per quanto riguarda combattimenti e armamentario, e adattarla al cyberpunk, poteva funzionare. Shadowdark mitiga la complessità di Advanced D&D mantenendo un’esperienza solida. Ma il cyberpunk è una piccolissima fetta di un tipo di ambientazione, un insieme di tropi narrativi specifici che richiedono meccaniche dedicate.
La realtà del Quick Start di Cyberdark è però deludente. Zero esplorazione, zero coerenza. Il primo problema è l’ambientazione, o meglio, la sua completa assenza dove dovrebbe essere. Gli autori hanno adottato uno pseudo-linguaggio “cyberpunkese” di totale inutilità. Frasi piene di aggettivi insignificanti che nascondono parti cruciali della meccanica e dell’ambientazione. Nel cyberpunk, il cyberspazio è fondamentale. Ma se lo chiami “Cyberdark” in un punto, in un altro modo altrove, diventa impossibile capire di cosa si stia parlando.
L’arcano si svela solo a pagina 44, alla fine del manuale. Due paginette che spiegano l’ambientazione: un mondo devastato, qualcosa che sta sopra la Terra ma non si capisce se sia una stazione orbitale fluttuante o appoggiata. Lì finalmente si scopre cosa significano gli acronimi usati prima, come il PAM, che definisce cosa intendono per cyberspazio. Nel cyberpunk, il cyberspazio varia da autore ad autore, da film a film—è un genere con molti padri—ma deve essere chiaro fin dall’inizio.
Molte meccaniche sono comprensibili solo se hai già letto Shadowdark. Tutta quella “fuffa” che parla di glitch è semplicemente un reskin delle magie di Shadowdark. Paradossalmente, mentre Shadowdark era forte perché eliminava le distanze precise usando Far, Near e Close, Cyberdark le reintroduce dalla finestra con metrature specifiche. Se devi dire “9 metri”, perché non usarlo direttamente?
Ma il problema più grave è la perdita dell’identità del sistema originale. Shadowdark si chiama così perché il buio fa paura. È una scelta che permea tutto il sistema: le ancestry non hanno scurovisione, i mostri attaccano chi ha la luce, la meccanica della torcia in tempo reale crea tensione e metagaming. Si chiama Shadowdark per un motivo preciso. Cyberdark perde completamente questo elemento. Il nome richiama l’oscurità, ma non c’è nessuna meccanica legata al buio, nessun concetto di paura, stress o bug che sostituisca quella tensione.
Nemmeno l’arsenale rispecchia le aspettative: tre tipologie di armi (fucile, pistola, forse una katana), e basta. Non c’è quella varietà e personalizzazione che ci si aspetterebbe dal cyberpunk. E per finire, una delle missioncine strizza l’occhio in modo palese a Mörk Borg, con una zona che sta per collassare mentre i personaggi giocano contro il tempo.
La domanda finale è inevitabile: che cosa stiamo giocando? Questa confusione solleva una questione più ampia e fondamentale: il design di un gioco dovrebbe partire dai tropi che definiscono un genere o dalle meccaniche esistenti? La risposta determina la differenza tra un’esperienza di gioco autentica e un reskin superficiale che non funziona.
Il Design Parte dai Tropi, Non dalle Meccaniche
Un genere è costituito da temi ricorsivi, elementi narrativi e dinamiche che si ripresentano costantemente nelle opere che lo definiscono. Il compito del designer è identificare questi tropi fondamentali e poi comprendere quale sistema di regole riesce a supportarli al meglio. Questo approccio “dal genere alle meccaniche” rappresenta l’unico modo per creare un’esperienza di gioco autentica e coerente.
Quando invece si parte dalle regole e ci si limita ad “appicciccare” sopra un’ambientazione diversa, il rischio è produrre un’esperienza frammentata dove le meccaniche sabotano la fiction che si sta cercando di creare. Cyberdark sembra cadere esattamente in questa trappola: prende un sistema eccellente per il fantasy dungeon crawling e tenta di trasformarlo in cyberpunk cambiando nomi e ambientazione, ma senza ripensare le meccaniche fondamentali.
I Tropi Fondamentali del Cyberpunk
Per comprendere dove si verifica il cortocircuito, è necessario analizzare concretamente i tropi che caratterizzano il genere cyberpunk. Questi elementi ricorsivi non sono semplici decorazioni narrative, ma costituiscono l’essenza stessa di ciò che rende il cyberpunk riconoscibile e distintivo.
Il cyberpunk presenta innanzitutto un’ambientazione urbana ben precisa: grandi metropoli degradate, stratificate in classi sociali nettamente separate, dove criminalità, megacorporazioni onnipotenti e corruzione sistemica dominano la scena. Queste città non sono semplicemente sfondi, ma rappresentano l’incarnazione fisica delle disuguaglianze e del controllo sociale.
Il secondo elemento fondamentale è il contrasto tra tecnologia avanzata e condizione umana. Gli innesti cibernetici, l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale (spesso chiamata Matrice o cyberspazio) si scontrano con questioni di identità, transumanesimo e perdita dell’essenza umana. Questo contrasto genera un terreno fertile per esplorare cosa significhi essere umani in un mondo dominato dalla tecnologia.
Le megacorporazioni operano come entità oppressive, simboli di un capitalismo sfrenato che ha superato i governi nazionali in termini di potere e influenza. Queste organizzazioni controllano non solo l’economia, ma anche la politica, la società e persino l’identità degli individui.
I protagonisti tipici del cyberpunk sono hacker, netrunner o outsider solitari che combattono contro il sistema. Caratterizzati da un forte senso di alienazione, operano in un mondo di sorveglianza pervasiva, cercando di mantenere uno spazio di libertà in una società che li vuole controllare.
L’invasione del corpo attraverso protesi, bioingegneria e modifiche cibernetiche, insieme all’invasione della mente tramite interfacce cervello-computer e controllo mentale, costituiscono temi centrali. Queste tecnologie non sono semplici potenziamenti, ma rappresentano una continua negoziazione tra miglioramento e perdita di umanità.
A livello filosofico, il cyberpunk esplora questioni esistenziali profonde: cosa significhi essere umani in un mondo dominato dalla simulazione, temi di paranoia, derealizzazione e una forma peculiare di romanticismo grottesco. Sul piano sociale, emergono tematiche di lotta di classe, consumismo estremo, degrado ambientale e critica alle disuguaglianze strutturali.
I Tropi Emergenti dalle Meccaniche di D&D
Per comprendere perché i sistemi derivati da D&D (inclusi quelli OSR) possano faticare ad adattarsi al cyberpunk, è necessario analizzare quali tropi emergono naturalmente dalle meccaniche del gioco più iconico del fantasy. D&D non è solo un sistema di regole neutro: le sue meccaniche codificano e rinforzano specifiche dinamiche narrative che definiscono il fantasy eroico.
Il mondo di D&D è suddiviso in razze fantasy iconiche: elfi, nani, orchi, draghi, goblin, ciascuna con culture e caratteristiche distintive. Questo elemento non è semplicemente cosmetico, ma riflette una visione del mondo basata su essenze fisse e destini predeterminati.
La lotta eterna tra bene e male costituisce il motore narrativo principale, incarnata da campioni eroici che si oppongono a forze oscure come demoni, non morti o tiranni malvagi. Le meccaniche di allineamento morale codificano questo dualismo direttamente nel sistema di gioco.
L’avventura in D&D si configura primariamente come esplorazione di dungeon, rovine, castelli o terre selvagge piene di pericoli, tesori e misteri da svelare. La progressione attraverso questi spazi fisici definisce gran parte dell’esperienza di gioco. Shadowdark eccelle in questo: l’esplorazione sotterranea, il cercare fortuna nei dungeon sperando di uscirne vivi.
Il party di avventurieri con ruoli distinti—guerriero, mago, ladro, chierico—che cooperano per superare sfide rappresenta il modello sociale fondamentale. Questa struttura di classe rigida determina le capacità e il ruolo di ciascun personaggio in modo relativamente fisso.
La magia occupa un ruolo centrale: maghi potenti che detengono conoscenze arcane, divinità che intervengono negli affari mortali, artefatti magici leggendari. Il sistema di magia vanciana, con i suoi slot di incantesimi e la preparazione giornaliera, struttura il ritmo stesso dell’avventura.
Il viaggio dell’eroe che cresce in abilità e forza attraverso il livellamento, affrontando prove progressive, costituisce la struttura di progressione. Questa curva di potere porta i personaggi da avventurieri comuni a figure sempre più potenti.
I tropi narrativi classici—il prescelto, il traditore, l’antica profezia, il salvataggio del mondo—emergono naturalmente da queste meccaniche. Il sistema stesso spinge verso narrative epiche e grandiose.
Il Problema della Conversione
Dati i tropi che caratterizzano questi due generi profondamente diversi, emerge la domanda fondamentale: un regolamento basato su D&D o sui suoi derivati OSR può davvero supportare la fiction del cyberpunk?
La risposta è sostanzialmente negativa, e Cyberdark ne è un esempio istruttivo. Non si tratta di un semplice disaccordo estetico, ma di una incompatibilità strutturale tra le meccaniche derivate dal fantasy e le esigenze narrative del genere cyberpunk.
Il sistema di classi presuppone ruoli fissi e progressioni prestabilite. Nel cyberpunk, invece, i personaggi si definiscono attraverso scelte modulari di potenziamenti, abilità e cyberware. Un netrunner non è una “classe” da cui non ci si può discostare, ma un insieme di competenze e tecnologie che possono essere combinate in modi infiniti.
La progressione eroica porta i personaggi da comuni mortali a figure leggendarie. Il cyberpunk, al contrario, mantiene i personaggi vulnerabili e mortali: il combattimento è letale, rapido e brutale. Un singolo colpo può essere fatale, il che incoraggia un approccio tattico e cauto. Questa letalità non è un difetto, ma un elemento essenziale che riflette il tema della fragilità umana in un mondo ostile.
Il sistema di magia vanciana con slot giornalieri e preparazione è totalmente estraneo al cyberpunk. Cyberdark sostituisce meccanicamente “incantesimi” con “glitch” o “programmi”, ma questo non cattura l’essenza dell’hacking cyberpunk. Il netrunning richiede sistemi di intrusione, contromisure elettroniche (ICE), architetture di rete navigabili. Le meccaniche devono riflettere la natura conflittuale e rischiosa dell’accesso illegale ai sistemi informatici.
Il modello di avventura basato su dungeon, con incontri bilanciati e tesori distribuiti secondo curve di progressione, non si adatta alla natura urbana, sociale e politicamente complessa del cyberpunk. Le “missioni” cyberpunk sono operazioni di infiltrazione, sabotaggio, furto di dati, dove il combattimento è spesso l’ultima risorsa o il segno di un piano fallito. L’esplorazione sotterranea che funziona magnificamente in Shadowdark non ha equivalente diretto nel cyberpunk.
Il sistema economico e di equipaggiamento assume una disponibilità crescente di risorse magiche e tesori. Nel cyberpunk, l’economia riflette la lotta di classe: il cyberware costa caro, le corporazioni controllano l’accesso alle risorse, e i personaggi operano costantemente ai margini della società.
Convertire sistemi fantasy per il cyberpunk richiede quindi riscrivere così tanto del sistema da risultare più laborioso che imparare un gioco nuovo, specificamente progettato per il genere. La comunità di designer concorda su questo punto: bisogna usare lo strumento giusto per il lavoro giusto. I tentativi di conversione documentati mostrano che il risultato finale tradisce sia il sistema originale sia il cyberpunk, perdendo l’identità meccanica e narrativa di entrambi.
Come sottolineato dalla comunità dei designer, adattare altri generi a D&D significa “adattare il genere a D&D”, non “adattare D&D al genere”. Questa distinzione è cruciale: sistemi come Shadowdark funzionano ottimamente per specifici mood e generi, e cercare di modificarli troppo profondamente è un errore.
OSR e Cyberpunk: Una Questione di Filosofia
Il movimento Old School Revival (OSR) presenta una relazione più complessa e sfumata con il cyberpunk, ed è qui che prodotti come Cyberdark entrano nella discussione. La questione chiave è distinguere tra un semplice reskin superficiale e un’applicazione genuina della filosofia OSR a un’ambientazione diversa.
I giochi OSR cyberpunk ben progettati condividono la filosofia fondamentale del movimento—letalità, agency del giocatore, struttura sandbox—ma abbandonano le meccaniche specifiche di D&D che contraddicono il genere. Questo significa eliminare classi rigide, progressione eroica e il sistema di magia vanciana.
Se un gioco OSR cyberpunk cerca semplicemente di convertire D&D sostituendo “incantesimi” con “programmi” e “dungeon” con “arcologie”, rimane un reskin forzato che non cattura né l’essenza dell’OSR né quella del cyberpunk. Cyberdark sembra cadere in questa trappola: i glitch sono magie reskin, le distanze vengono reintrodotte in metri contraddittoriamente, e il tema centrale di Shadowdark—il buio, la torcia, la tensione—scompare completamente.
Shadowdark si chiama così perché l’oscurità è parte integrante del sistema: le ancestry non hanno scurovisione, i mostri attaccano chi porta la luce, la meccanica della torcia in tempo reale crea stress autentico. Cyberdark perde tutto questo. Il nome richiama l’oscurità, ma non c’è nessuna meccanica che la supporti, nessun equivalente tematico che sostituisca quella tensione caratteristica.
Ma se un gioco ricostruisce il sistema da zero mantenendo solo i principi OSR fondamentali—privilegiare l’abilità del giocatore rispetto alle statistiche del personaggio, narrativa emergente, letalità, esplorazione sandbox—può effettivamente funzionare.
La comunità OSR ha prodotto diversi titoli interessanti che adottano questo approccio più onesto. Giochi come Stars Without Number con il supplemento Polychrome dimostrano come i principi OSR possano essere applicati a setting non fantasy mantenendo coerenza meccanica e tematica. Wired Neon Cities, Dancing With Bullets Under a Neon Sun, e Zaibatsu rappresentano altri tentativi di creare esperienze cyberpunk autentiche utilizzando filosofie OSR o derivate.
Questi giochi funzionano perché comprendono che l’OSR non è “D&D ma vecchio”, ma piuttosto un insieme di principi di design che possono essere applicati a sistemi diversi. La letalità del combattimento cyberpunk si allinea perfettamente con la filosofia OSR dove le scelte intelligenti contano più delle statistiche. L’esplorazione della Matrice può funzionare come l’esplorazione di un dungeon, ma richiede meccaniche progettate specificamente per quel contesto.
Conclusione: Design Onesto vs. Conversioni Forzate
Il dibattito sulla conversione di sistemi fantasy per altri generi rivela una verità più ampia sul game design: le meccaniche non sono mai neutrali. Ogni sistema codifica assunzioni specifiche sul tipo di storie che vuole raccontare, sul ritmo del gioco, sul bilanciamento tra combattimento e altri pilastri dell’esperienza, sulla fragilità o invulnerabilità dei personaggi.
Quando un designer identifica i tropi fondamentali di un genere e costruisce meccaniche che li supportano organicamente, il risultato è un’esperienza coerente dove fiction e regolamento si rafforzano a vicenda. Quando invece si cerca di forzare un genere in un sistema progettato per tutt’altro, si ottiene un’esperienza frammentata dove le meccaniche sabotano costantemente la fiction che si sta cercando di creare.
Il cyberpunk richiede sistemi che modellino la vulnerabilità umana, la modularità delle modifiche corporee, la complessità dell’hacking, la natura urbana e politica delle missioni, l’economia di una società distopica. I sistemi fantasy, anche quelli OSR eccellenti come Shadowdark, modellano l’esplorazione di dungeon, la gestione delle risorse (come la torcia), il buio come elemento di tensione, la lotta contro mostri in ambienti sotterranei.
Questi non sono difetti dei sistemi fantasy: sono caratteristiche intenzionali che li rendono eccellenti per il loro genere di riferimento. Shadowdark è un ottimo gioco per quello che vuole essere. Ma pretendere che funzioni altrettanto bene per il cyberpunk senza ripensare radicalmente le meccaniche significa fraintendere sia Shadowdark sia il cyberpunk stesso.
La lezione finale è che il design di giochi di ruolo dovrebbe essere onesto: identificare cosa si vuole ottenere, quali tropi si vogliono esplorare, e poi costruire o scegliere il sistema che meglio supporta quella vision. È un lavoro più impegnativo che semplicemente reskinare l’unico sistema che si conosce, ma produce risultati infinitamente superiori.
Nel panorama contemporaneo esistono centinaia, forse migliaia di sistemi di gioco diversi. La sfida non è piegare un sistema inadatto alla propria vision, ma trovare o creare quello giusto. Cyberdark rappresenta un caso istruttivo di cosa succede quando si sceglie la strada del reskin: si perde l’identità del sistema originale (l’esplorazione, il buio, la tensione della torcia) senza guadagnare quella del genere target (il cyberspazio, l’hacking, la modularità del cyberware, la complessità urbana). Il risultato è un prodotto che lascia la domanda: “Che stiamo a giocare?”.
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
Biocentrismo e crisi ambientale: In difesa della natura selvaggia di Marco Sioli
Indice dei contenuti
Toggle
- L’evoluzione di un’idea selvaggia
- L’etimologia del conflitto: dal deserto sacro alla minaccia
- Le colonne dell’ambientalismo americano
- Olmsted e il diritto al godimento popolare
- L’Orso e l’etica della coesistenza in Italia
- La wilderness come specchio della crisi globale
- Dalla foresta alla città: la wilderness interiore
- Dalle osservazioni di Olmsted alle alluvioni climatiche
- La Wilderness oggi in Italia: dove siamo davvero
- L’impegno “senza riserve”
In difesa della natura selvaggia
Marco Sioli
saggio
Elèuthera
Agosto 2025
160
eleuthera.it/scheda_libro.php?…
In difesa della natura selvaggia di Marco Sioli è un saggio fondamentale e urgente, che traccia la storia del concetto di wilderness americana per riflettere sulla crisi ecologica contemporanea. Il libro analizza la nascita dell’ambientalismo attraverso figure chiave come John Muir, Aldo Leopold e Henry David Thoreau, mostrando il conflitto tra protezionismo biocentrico (la natura ha valore intrinseco) e antropocentrismo (la natura come risorsa).
L’evoluzione di un’idea selvaggia
L’etimologia del conflitto: dal deserto sacro alla minaccia
In difesa della natura selvaggia di Marco Sioli (Elèuthera) non è una semplice ricostruzione storica, ma un viaggio attraverso l’evoluzione della Wilderness: da spazio geografico a campo di battaglia culturale e politico. La tesi del libro è netta: la “natura selvaggia” non è una realtà fissa, ma un’idea in continuo mutamento, una costruzione culturale che ogni epoca ha interpretato secondo le proprie paure e le proprie visioni del mondo.
In origine, wilderness evocava il deserto sacro, un luogo ostile e caotico, spesso associato al male, all’ordine “selvaggio” da domare. L’antropocentrismo ne fece un territorio da conquistare, più che da comprendere. A dominare era la paura del non controllato.
Con il trascendentalismo questa percezione si ribalta. In Henry David Thoreau la wilderness diventa un santuario morale, la fonte di una verità più profonda. John Muir, padre del protezionismo americano, porta questa intuizione alle estreme conseguenze, affermando il valore intrinseco degli ecosistemi. Celebre la sua frase:
“Migliaia di persone stanche, nervose e troppo civilizzate stanno cominciando a scoprire che andare sui monti è tornare a casa… la natura selvaggia è una necessità.”
Oggi, nella crisi ecologica globale, la wilderness non è più percepita come minaccia, ma come ciò che rischia di scomparire sotto la pressione del capitalismo estrattivo. Sioli utilizza questa evoluzione semantica per mostrare come la wilderness sia un campo di tensione: tra chi la vede come comunità vivente e chi come deposito di risorse.
Le colonne dell’ambientalismo americano
Il saggio ruota attorno a quattro figure monumentali che hanno fondato l’ambientalismo statunitense, integrando filosofia, politica e paesaggio.
Henry David Thoreau è la radice filosofica. L’esperienza di Walden e la vita semplice diventano un esercizio morale: “in wildness is the preservation of the world”. La wilderness è soprattutto un luogo interiore.
Frederick Law Olmsted, celebre per Central Park, introduce la dimensione sociale: la natura come bene comune. Per lui, gli spazi verdi devono essere accessibili a tutti e svolgere una funzione democratica. Nel suo rapporto su Yosemite (1865) denuncia il rischio della privatizzazione e difende l’integrità degli ecosistemi come condizione per la salute collettiva.
John Muir, fondatore del Sierra Club, è la voce spirituale e radicale del protezionismo. Difende Yosemite e le aree selvagge non in nome dell’utilità, ma perché esistono. Un biocentrismo netto, che vede gli ecosistemi come comunità interdipendenti dotate di pari dignità.
Aldo Leopold, con A Sand County Almanac, porta questo pensiero a maturazione etica. La sua Land Ethic estende la nozione di comunità includendo suoli, acque, piante e animali. Non più uomo contro natura, ma uomo dentro la natura. È il ponte tra protezionismo e ecologia moderna.
Queste quattro visioni, pur diverse, costruiscono l’ossatura dell’ambientalismo contemporaneo.
Olmsted e il diritto al godimento popolare
Olmsted porta nella storia dell’ambientalismo un’idea rivoluzionaria: la natura come diritto sociale. Central Park non è un’opera estetica, ma un progetto politico. In una società industriale sempre più alienata, gli spazi verdi diventano luoghi di cura, uguaglianza, riequilibrio.
Nel suo rapporto su Yosemite, Olmsted non difende solo la bellezza del paesaggio, ma il suo ruolo ecologico: la tutela delle sorgenti, delle foreste, dei corsi d’acqua. Comprende che il paesaggio naturale è una struttura fragile e interdipendente. La sua visione anticipa l’idea della wilderness come bene comune: non un lusso, ma una forma di giustizia.
L’Orso e l’etica della coesistenza in Italia
La controversia italiana sugli orsi è la prova più immediata della distanza tra la visione biocentrica di Muir e Leopold e l’antropocentrismo politico attuale. Muir vedeva negli orsi creature da trattare con rispetto, “giardinieri” dei boschi; ricordava che l’uomo è spesso “il loro più grande nemico”.
Oggi, invece, la risposta istituzionale a incidenti con la fauna selvatica consiste spesso nell’abbattimento dell’animale, come se l’istinto naturale fosse un crimine. Si punisce la natura quando non si conforma alle regole umane. È il contrario della Land Ethic, che vede nell’interdipendenza il fondamento della convivenza.
Il problema non è la sicurezza, ma l’educazione ambientale. Senza consapevolezza dei diritti degli animali e dei limiti umani, la coesistenza è impossibile. Ci muoviamo nei boschi come se fossero parchi giochi, ignorando le responsabilità che comporta entrare nel territorio dell’altro. La politica, invece di educare, usa la paura come leva propagandistica.
La wilderness come specchio della crisi globale
Dalla foresta alla città: la wilderness interiore
Se i grandi parchi americani sono lontani o compromessi, la domanda è: dove si colloca oggi la wilderness? Sioli risponde seguendo Leopold: nella capacità di costruire una wilderness interiore e politica.
La Land Ethic diventa il ponte tra natura incontaminata e città. Significa estendere il concetto di comunità anche a suoli, acqua, animali urbani, micro-ecosistemi. Non proteggere per lasciare intatto, ma agire in armonia con ciò che resta.
La sfida è creare spazi di coesistenza: micro-riserve, corridoi ecologici, giardini “selvatici”, margini periurbani rinaturalizzati. Non potendo più andare nel bosco di Thoreau, dobbiamo portare il bosco nelle scelte quotidiane.
Dalle osservazioni di Olmsted alle alluvioni climatiche
La fragilità idrica di oggi ha radici antiche. Olmsted denunciava già nel XIX secolo come il disboscamento compromettesse le sorgenti e destabilizzasse i fiumi. Muir e Leopold parlavano dell’acqua come membro della comunità ecologica, non come semplice risorsa.
Oggi queste intuizioni risuonano nelle alluvioni italiane: consumo di suolo, cementificazione, canali artificiali, ignoranza delle dinamiche naturali. La crisi climatica amplifica problemi creati da decenni di gestione predatoria.
La difesa della wilderness, nel XXI secolo, è anche lotta per la rinaturalizzazione dei fiumi: restituire spazio all’acqua significa restituire equilibrio alle comunità che la abitano.
La Wilderness oggi in Italia: dove siamo davvero
1. Parchi nazionali sotto pressione
L’Italia ha zone di pregio straordinario (Gran Paradiso, Abruzzo-Lazio-Molise, Foreste Casentinesi), ma la pressione antropica è altissima: strade, seconde case, turismo intensivo, frammentazione degli habitat. La wilderness esiste, ma è spesso circondata o invasa.
2. Il caso degli orsi: la coesistenza mancata
Le tensioni sugli orsi trentini rivelano un problema culturale prima che gestionale: non conosciamo più gli animali che abitano i nostri territori. Educazione ecologica quasi assente, politica oscillante tra allarme e propaganda.
3. I fiumi canalizzati e la crisi idrica
Molti corsi d’acqua italiani sono stati rettificati, arginati o trasformati in canali. Questa perdita di naturalità aumenta il rischio di alluvioni e riduce la biodiversità. La “wilderness fluviale” è quasi scomparsa, ma progetti di rinaturazione (come sul Po o sul Tagliamento) mostrano una strada possibile.
4. Le micro-wilderness periurbane
Dove il paesaggio selvaggio è rarefatto, nascono isole di naturalità spontanea: ex cave, zone umide residuali, boschi periurbani, margini agricoli abbandonati. Non sono luoghi “puri”, ma possono diventare laboratori di Land Ethic applicata.
5. Il consumo di suolo: la minaccia invisibile
L’Italia perde ogni giorno nuovi ettari sotto asfalto e cemento. È la forma più silenziosa di distruzione della natura: non fa notizia, ma erode habitat, corridoi ecologici e possibilità future di protezione.
Ambientalismo radicale
Sioli affronta anche la risposta più estrema alla distruzione degli ecosistemi: l’eco-anarchismo di Edward Abbey e il movimento Earth First!. Se Muir difendeva la wilderness attraverso il valore intrinseco, questi gruppi trasformano quell’etica in azione diretta contro l’estrattivismo globale.
Le guerre, l’industrializzazione e gli esperimenti nucleari sono per Sioli i veri motori della devastazione. Abbey, con The Monkey Wrench Gang, propone il sabotaggio come forma di resistenza. Earth First! radicalizza: sette punti di eco-anarchismo che considerano la Terra un soggetto dotato di diritti inviolabili.
È la reazione disperata a un sistema che tratta la natura come un deposito infinito.
L’impegno “senza riserve”
Dal trascendentalismo all’azione
Il percorso tracciato da Sioli è un invito all’impegno. Dalla contemplazione di Thoreau al militante protezionismo di Muir, fino all’etica ecologica di Leopold, l’evoluzione dell’ambientalismo mostra che la filosofia non basta più: deve tradursi in prassi politica.
Se la Land Ethic non diventa azione, se l’interdipendenza resta teoria, l’etica si svuota. Come ricorda Sioli, citando Abbey: una filosofia che non agisce è “la rovina dell’anima”.
Perché leggere Sioli oggi
In difesa della natura selvaggia è un saggio essenziale per comprendere la crisi ecologica contemporanea. Offre gli strumenti per leggere fenomeni attuali — dagli orsi alle alluvioni — attraverso un’etica che supera l’antropocentrismo.
Sioli costruisce un ponte tra Yosemite e le nostre città: mostra che la wilderness non è un altrove, ma una condizione del nostro stesso essere.
Leggerlo significa ritrovare le radici profonde di un impegno senza riserve.
Difendere la natura non è proteggere un luogo lontano: è proteggere quello che siamo.
#ambientalismo #Biocentrismo #crisiClimatica #eleuthera #LandEthic #Wilderness
Biocentrismo e crisi ambientale: In difesa della natura selvaggia di Marco Sioli
Recensione di In difesa della natura selvaggia. Un viaggio storico tra Muir, Leopold e l'Etica della Terra. Dalla wilderness americana al Biocentrismo contro l'Antropocentrismo nella crisi climatica.Francesco Scatigno (Magozine.it)
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
fotosintesi octofiliana e nuove scoperte naturali (evidentemente faccio la fotosintesi come le piante e perciò sono triste se mi manca il sole)
Oggi ho scoperto che anche io, nonostante io non sia una pianta, faccio la fotosintesi!!! Almeno, così mi è stato suggerito, e direi che potrebbe avere un senso — nel senso, si parlerà di “fotosintesi octofiliana” per un motivo, sennò credo che il meccanismo si chiamerebbe diversamente — nel momento in cui mi sono banalmente lamentata che, con il cielo nuvoloso che c’è oggi, nella mia stanzetta al primo pomeriggio non entrava la quantità di luce di cui io necessito per… boh, per vedere qualsiasi oggetto in modo soddisfacente senza accendere la luce della scrivania, inclusa la vibrantezza dei colori di ogni cosa, come la mia fragile anima desidera e anzi, no, necessita. Non ho mai capito perché la mancanza del sole mi rende, a parte gli scherzi, un pochino più triste, ma forse questa spiegazione è la più logica (beh, non che io ne abbia altre da parte). 🌱
È comunque molto particolare il meteo oggi, perché pareva minacciare pioggia, ma alla fine non l’ha fatta… quindi, cosa c’erano a fare queste nuvole tutte sopra l’intero cielo a me scorgibile? Poi, se è per questo, stamattina pareva sereno e tranquillo, quindi è veramente bastato che mi distraessi per qualche ora (che stessi lontana da casa per qualche ora) per ritrovarmi poi questa sorpresa al mio altrimenti solenne risveglio (ritorno dal luogo lontano). Un po’ mi sento di fregare, che queste nuvole proprio oggi pomeriggio dovevano esserci, proprio quando io sono a casa, quando almeno qui in altri casi il sole c’è a quest’ora… al contrario della solita università, dove sono dovuta stare gli ultimi 3 pomeriggi di fila, dove è invece impossibile prendere sole di pomeriggio nella zona in cui devo stare io; ma su questo fatto servirà forse quasi un discorso specifico, perché quella situazione è ancora più particolare, e le vibe possono pericolosamente ricordare Gotham City. 😱Vabbè, comunque: per me ci sta un botto, l’idea che ho bisogno anche della luce solare decisa, e non solo delle mie distrazioni, per stare tranquilla e felice, perché ho un requisito biologico simile alle piante… certamente è un ennesimo puntino che si aggiunge nel disegno della mia intricata lore. A proposito di disegno, però: ho approfittato di questa nuova rivelazione scientifica per disegnare una piccola rappresentazione di me, credo sufficientemente accurata, nel momento in cui sono in astinenza da fotosintesi, proprio come oggi pomeriggio… la mia piantina in testa si affloscia e potrebbe marcire, quindi attenzione. (Oppure, in realtà, è già marcia da sempre… nel senso che quella è in realtà muffa che mi è cresciuta nella testa, ed è uscita, e non una vera pianta? Quanta altra mia lore ci sarà ancora da scoprire???) Speriamo che almeno domani pomeriggio il sole mi cuocia allora, dai, che sennò vedete come sto… 🌻
#lore
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
roma, comitato ‘monteverde per la pace’: per gaza e la cisgiordania
cliccare per ingrandire
NON SMETTIAMO DI IMPEGNARCI PER GAZA E LA PALESTINA.
incontro il 19 novembre: informazioni nel volantino.
#Cisgiordania #colonialismo #comitatoMonteverdePerLaPace #Gaza #incontro #Monteverde #MonteverdePerLaPace #pace #Palestina #WestBank
reshared this
ieri “vamp”, oggi “vampyr”: sempre in camera verde
chi non ha ceduto al morso testuale di ieri può cedere oggi, visto che oltretutto in Camera verde si proietta proprio Vampyr, che al libro Vamp ha dato scintilla e ossatura:
Venerdì 7 novembre 2025, in Camera verde (via G. Miani 20)
h. 19:00 Vampyr – Der Traum des Allan Gray (Vampyr – Il vampiro),
di Carl T. Dreyer 1932
h. 20:30 Only Lovers Left Alive (Solo gli amanti sopravvivono),
di Jim Jarmush 2013
Ovviamente chi vede il film potrà doppiamente delibare il libro, presente in abbondanza già all’entrata.
reshared this
Treno Frecciabianca 8601 con ETR485.038 in transito a Cecina (30/01/2024)
youtube.com/embed/Sq5BLOz6PYw?…
👍 Se il video ti è piaciuto lascia un bel mi piace!
➕ Iscriviti per seguirmi e ricevere notizie sugli ultimi video!
Grazie mille! 😄
✅ Unisciti al canale telegram, in cui si potranno trovare foto e piccoli extra che non sono sul canale youtube! ➡️ treni.creeperiano99.it/u/teleg…
—————————————————————————-
✅ Facebook ➡️ treni.creeperiano99.it/u/faceb…
✅ Twitter ➡️ treni.creeperiano99.it/u/twitt…
✅ Sito Web ➡️ treni.creeperiano99.it
✅ Odysee ➡️ treni.creeperiano99.it/u/odyse…
—————————————————————————-
👥 Canale telegram con le notizie della mobilità ferroviaria Toscana in tempo reale
✅ treni.creeperiano99.it/u/treni…
—————————————————————————-
👥 Il gruppo telegram discussione del canale telegram con possibilità di parlare di ferrovia in generale, nel rispetto degli altri utenti
✅ treni.creeperiano99.it/u/grupp…
—————————————————————————-
👥 Gruppi telegram dedicati alle stazioni con anche le notizie della mobilità ferroviaria Toscana
✅ Castagneto Carducci-Donoratico Stazione FS: treni.creeperiano99.it/u/casta…
✅ Cecina Stazione FS: treni.creeperiano99.it/u/cecin…
✅ Empoli Stazione FS: treni.creeperiano99.it/u/empol…
✅ Campiglia Marittima Stazione FS: treni.creeperiano99.it/u/campi…
✅ Livorno Centrale Stazione FS: treni.creeperiano99.it/u/livor…
✅ Firenze Santa Maria Novella Stazione FS: treni.creeperiano99.it/u/firen…
💰🎁 Donazioni
Se vuoi supportarmi, puoi farlo tramite i seguenti metodi. Grazie!
● PayPal ➡️ treni.creeperiano99.it/u/donaz…
● Streamelements (per apparire tra i donatori sul canale principale) ➡️ treni.creeperiano99.it/u/donat…
—————————————————————————-
#trains #treni #treno #ferrovia #ferrovie #italy #italia #railway #railways
treni.creeperiano99.it/2025/11…
Treno Frecciabianca 8601 con ETR485.038 in transito a Cecina (30/01/2024)
👍 Se il video ti è piaciuto lascia un bel mi piace! ➕ Iscriviti per seguirmi e ricevere notizie sugli ultimi video! Grazie mille! 😄 ✅ Uni...Treni del Creeperotto
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
video della presentazione di “poesia ibrida”, di valerio cuccaroni (studio campo boario, 27 sett. 2025)
youtube.com/embed/J0mmX5mucbs?…
CentroScritture:
Per il ciclo “Contesti”, presentazione del libro Poesia ibrida di Valerio Cuccaroni (Biblion, 2025) allo Studio Campo Boario, Roma, 27 settembre 2025.
Coordinamento di Valerio Massaroni
Presentano: Francesco Muzzioli ed Emanuele Franceschetti
Interviene l’autore, Valerio Cuccaroni
Ospite + intervento speciale: Lamberto Pignotti
Il libro:
biblionedizioni.it/prodotto/po…
‘La Finestra di Antonio Syxty’ su Poesia ibrida:
slowforward.net/2025/10/28/poe…
#Biblion #BiblionEdizioni #CentroScritture #centroscrittureIt #EmanueleFranceschetti #FrancescoMuzzioli #LambertoPignotti #performance #pjSet #poesia #poesiaIbrida #poesiaVisiva #StudioCampoBoario #ValerioCuccaroni #ValerioMassaroni #video
reshared this
oggi, 7 novembre, a pescara, festival fla: giuseppe garrera presenta “la lunga strada di sabbia” (guanda)
pescarafestival.it/fla-2025-gi…
È un Pasolini che si abbandona a momenti di vera e propria gioia quello che tra il giugno e l’agosto del 1959, al volante di una Fiat 1100, percorre la lunga strada di sabbia, da Ventimiglia a Palmi e poi, fino al comune siciliano più meridionale, per risalire infine la costa orientale e arrivare a Trieste.
A La Spezia, da dove parte per San Terenzo e Lerici, sente che sta per avere inizio una fra le domeniche più belle della sua vita; a Livorno, non lascerebbe mai «l’enorme lungomare, pieno di ragazzi e marinai, liberi e felici»; e, finalmente, al Circeo: «Il cuore mi batte di gioia, di impazienza, di orgasmo. Solo, con la mia mille-cento e tutto il Sud davanti a me. L’avventura comincia».
A commissionargli il viaggio è stata la rivista «Successo», che pubblicherà il reportage in tre puntate fra luglio e settembre, e Pasolini, spiaggia dopo spiaggia, incontra amici intellettuali e personaggi noti, si lascia incantare dalla gente semplice dei paeselli più remoti (a Portopalo «la gente è tutta fuori, ed è la più bella gente d’Italia, razza purissima, elegante, forte e dolce») e, portandosi in giro il suo entusiasmo per la scoperta, il suo sguardo emozionato e insieme acuto di futuro regista, annota scorci e impressioni tanto potenti da restituirci un quadro dell’Italia di allora: un’Italia in cui il boom economico, solo presagito, non riesce ancora ad avere la meglio sulla felicità del sogno pasoliniano d’innocenza.
Il libro:
guanda.it/libri/pier-paolo-pas…
Un saggio di Arianna Agudo e Ludovica del Castillo:
engramma.it/eOS/index.php?id_a…
#AriannaAgudo #FLA #GiuseppeGarrera #LaLungaStradaDiSabbia #LudovicaDelCastillo #PaoloDiPaolo #PierPaoloPasolini #presentazione #reportage #successo #viaggio
FLA 2025 - Giuseppe Garrera - FLA Festival di Libri e Altrecose
Giuseppe Garrera al FLA 2025FLA Festival di Libri e Altrecose
reshared this
12 novembre, milano: “the forty years later project”, vol. 1 (diaforia), di antonio syxty
_
#AntonioSyxty #bookcity #BookcityMilano #DanielePoletti #diaforia #dreamBOOK #LaCavallerizza #ManifattureTeatraliMilanesi #MarcelloSessa #MTM #MTMManifattureTeatraliMilanesi #performance #presentazione #TheFortyYearsLaterProject #DiaForia #DiaForiaDreamBOOK_
reshared this
8-9 novembre, studio campo boario: finissage della mostra di marco gennari
#AlbertoSinigaglia #esposizione #esposizioneFotografica #finissage #foto #fotografie #MarcoGennari #mostra #mostraDiFotografie #StudioCampoBoario
reshared this
reshared this
qualche momento di octuriosa goduria in una giornata altrimenti smerdata (le cose apprezzabili successe dopo stamattina)
Ogni tanto, nonostante le cose marce… insomma le mattinate marce che promettono e professano giornate marce per intero e persino più (nel senso che poi il malumore facilmente si trascina addirittura ai giorni dopo, sopravvivendo persino il grande sonno a cui mi sottopongo… a cui in realtà non tutti i giorni posso sottopormi, ahimè e purtroppo, ma lasciamo stare)… Stranamente, se succedono le magie buone per sbaglio, è possibile ribaltare ogni cosa per tramite di istanti tanto impercettibili quanto potenti, e trasformare la giornata merdosa in apprezzabile… wow!!! Beh, almeno finché non arrivo a casa poi, e quindi le vibe si rovinano… ma OK che ora, ben dopo cena, mi rinchiudo nelle mie stanze prima, e nel lettino magico dopo, quindi dovrei sopravvivere. ❤️🔥
Scrivo allora, per la scusa di fare un altro post simpatico, e certamente meno vitrioloso di stamattina — anche perché, attualmente, la stuffoctt sembra essersi rispenta, quindi è cosa buona e giusta che di contro io riversi almeno qualche parola in più del solito riguardo i miei accadimenti qui sopra — quali sono stati gli elementi di magia che oggi, dal pomeriggio (perché appunto, la mattina è stata comunque un po’ cacca, e un po’ distrazioni o inutili o dolorose; certamente non indimenticabile), mi hanno temporaneamente, ma certamente, rialzata dalla disperazione. Li scrivo di modo che io magari possa ricordarmi di replicarli anche artificialmente, in futuro, qualora dovessi averne bisogno (seh, come se non fosse certo)… e anche perché diffondere ampiamente ciò che è epico per il beneficio del mondo è pur sempre la mia vocazione… 🙏
Oggetto magico 1: il pranzo… o meglio, la banconota europea grazie alla quale posso permettermi di andare legalmente a pranzare al ristorante. Indeed, il mio umore, dalla mattina a terra, è diventato assolutamente apprezzabile il pomeriggio dopo aver appena mangiato per bene, anziché con pane e acqua cercando nel frattempo di non svenire per il freddo come altrimenti mi tocca. Precisamente come un mese fa, ho speso appena 15 euro, godendone certamente, e stavolta oltre a primo e secondo ho preso anche il caffè direttamente lì — e non capisco perché cavolo si dice che sarei ricca per aver speso una tale cifra al ristorante nell’arco di un intero mese, ma vabbé. Ma proprio wow, ceh: sono andata a pranzo strascinante e sono uscita quasi zompettante, è irreale; e questo ha sicuramente potuto solo piantare una base buona per ciò che è seguito. 🥰
Arsenali magici 2: il quadernino di bubazza e la matita da ben 2 euro, che insieme permettono alle manine di fare cose particolari durante la lezione (per la quale non ho invece aggettivi positivi). Forse a questo punto non batterò le allegazioni di essere ricca, ma ieri mattina ho comprato una (1) matita 10B, per sfizio e per dovuta ricerca, e ho avuto modo di provarla solo un po’ ieri sera a casa… perché, misteriosamente, nello zaino dell’università non ho fogli o quaderni (ma solo carte volanti… ossia scontrini dei miei acquisti che, lasciamo stare, dai, vi prego). Dunque, oggi mi sono portata uno dei miei quadernini degli scarabocchini (oddio, sarà meglio dire scarabochietti però…). Avrei voluto allora provare la stecca meglio stamattina, ma prima ho speso 2 ore per scrivere quel post blursato, e poi nelle 2 ore dopo al prof. rompiscatoloni piace girare tra i banchi… quindi, rendetevi conto da quante decine di ore avevo ‘sta matita nel culo. Ebbene, l’ultima lezione del giorno è stata proprio il momento perfetto per provare a fare dei disegnini (con sia il quadernino che il telefono per le immagini nascosti dietro il portatile spento, che un po’ mi ha fatto sentire quello stealth della scuola), e… la matita è intrigante indubbiamente, ma meriterà un approfondimento a parte!!! 🗡️
Rituale magico 3: il gaming potente, grazie alla octo di ieri sera che si è ricordata di mettersi e mettermi il Nintendo Switch nello zaino (oltre al quadernino di cui sopra). Se il gran traffico ed il buio al ritorno dall’incubiversità sono infatti di per sé sgradevoli, aggiungendo un po’ di incredibile gaming al mix il tutto diventa non solo accettabile, ma godurioso!!! Ho infatti prima fatto un GP 200CC su MK8DX, sfrecciando alla gran faccia di tutti i motoristi imbottigliati, e poi una maratona 150 linee lv. 7+ su Tetris Effect… che, non solo non aprivo da secoli, ma, lì nell’autobus con le luci blu (da gaming anch’esse, se vogliamo essere pignoli) ha assolutamente le sue motivazioni esperienziali. Tra l’altro, ho temuto di non riuscire a finire la partita a Tetris in tempo, perché l’ho iniziata che praticamente il bus era quasi appena entrato nella mia città… ma anche lì, oltre che sull’autostrada, c’era talmente tanto traffico che alla fine ho avuto tutto il tempo (anche se ho dovuto mettermi il pepe al culo per riuscirci, ma oh, ce l’ho fatta), e quindi doppia goduria: partita non lasciata appesa, e assurda catarsi indotta dal pepe. 👾
Insomma, la morale della giornata di oggi forse è che, in fondo, le cose spiritualmente piccole possono essere perfettamente buone per tappare arrovellamenti grandi… e non bisogna nemmeno essere ricchi, no, smettiamola con questa storia, suvvia. E, ancora più in fondo, per quanto da un lato mi torturi, questo pendolo che mi oscilla addosso (quello dell’università per me, ma chiunque lo rimpiazzi col proprio) dall’altro mi dà: a volte (non sempre, non sono ricca, lo ripeto…) la scusa di andare al ristorante, poi quella di fare gaming con un’atmosfera che a casa non posso per ora più replicare (…perché, come raccontai, il controller delle mie strisce LED si fulminò… e ancora non ho sostituito nulla…), e quella di… boh, disegnare di nascosto, per quanto non abbia senso? 🤯
Vabbé, cioè, nel senso: è giusto — e dicono ideale, poi io non lo so — prendersi i giusti attimi da parte per apprezzare i momenti apprezzabili, gradevoli… non so se perché prima o poi spariranno per sempre e l’unica cosa che ci rimarrà di essi sono solo i ricordi (e, per me, gli scritti, menomale), o perché è vera questa cosa che bisogna sempre ringraziare l’universo oltre che bestemmiarlo; in vista di un sempre più perfetto mio bilanciamento cosmico, vedrò di prestare attenzione a riportare su entrambe le cose, secondo questa ultima visione, comunque. Ma voi, invece… non so, provate ad apprezzare le vostre scemenze, altrimenti potete apprezzare la foto di quelle mie odierne; che, tuttavia, oltre a non contenere nulla di gaming, non include neanche il mio secondo, perché avendo fame ho completamente dimenticato di fare la foto, ops. Buonanotte. 😊
#giornata #momenti #vita
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
vampyr / carl theodor dreyer. 1932
reshared this
Tra i miei attuali divertimenti, quelli da poco, ci sono le interazioni con i programmi di cosiddetta IA. In questo momento sto usando una IA “made in RPC” ma solo perché così mi è capitato.
Ho già, sempre su questo blog, segnalato le per me demenziali censure che incontro nelle mie ricerche e questa qui sotto è una delle ultime
la cosa che continua e rendermi perplesso è che io ho […]
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
Qui il link per seguire l’intervento d Richard Stallman galene.fsf.org/group/FSF40/tre… [link da copiare e incollare sul browser] nell’ambito del X Convegno AISA.
Chi si connette può entrare nella call con un nome a scelta e la password fsf40
All’ingresso, da “Enable at start” selezionare “nothing”; si potranno scrivere commenti in chat.
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
rabbia femcellica della mattina sorprendente in cui la rogna universale si riabbatte sul mio culo (gli innamorati in giro mi fanno stare male)
Lo so che ormai non solo sembro, ma sono, un disco rotto, ma a questo punto I swear to god, come si dice in questi casi… Ormai mi pare sempre più di vivere in un mondo costruito apposta per distruggermi a tutti i costi; mi sembra di essere all’interno di una di quelle visual novel pericolosamente mortali, dove alle persone normali succedono cose normali e non tragiche, mentre io sono la protagonista a cui capitano tutte le peggio schifezze… Fatti non oggettivamente gravi, e questo va riconosciuto assolutamente (sia mai che sennò l’universo si ribella ancora di più…), ma comunque situazioni così malamente architettate per farmi stare male dentro, che io non riesco a credere che siano reali senza essere scritte su un copione. 😭
In precisa sostanza, non posso quasi mai semplicemente uscire di casa per andare alla torturiversità — e specifico università, perché, a dire il vero, in mezzo alla strada la mattina presto, o dentro autobus con dentro gente più mista (verso altre destinazioni), o al bar, o chissà dove, queste cose banalmente non le vedo — senza trovarmi ogni volta davanti persone che porca puttana fanno gli animaletti in calore, e si baciano, e si mettono una addosso all’altra, e BLEH… Per chi mi conosce da relativamente meno tempo di altri, questa sembrerà una stronzata, ma credetemi se dico che simili visioni mi torturano dentro, e mi ribolle il sangue in una maniera che altrimenti non succede durante la giornata… 👹
Ci sarà per forza chi, probabilmente senza dirmelo, penserà che sto esagerando, e che se sto male così è un problema mio, perché non sia mai che i sentimenti di una femcel ormai letteralmente distrutta dall’esistenza stessa vengano presi seriamente… Noo, ovviamente sono solo una strega vecchiaccia che si impegna ad alimentare la negatività, mica una vittima delle precise circostanze, come espresse all’interno del contesto della nostra società marcita, che mi rendono ahimè precisamente chi io sono, in contrasto con quelli che sono i miei veri desideri, e certo… Ma voi non avete idea che questi esseri, talmente superefficaci sulla mia fragile psiche da riuscire a tormentarmi con la sola vista, escono dalle fottute pareti!!! Non è che stanno in angolini nascosti, dietro i cespugli come gli allenatori Pokémon, o controllano attorno per assicurarsi di essere da soli: basta girare l’angolo sbagliato, girarsi per andare da qualche parte, e questi soggetti maledetti spuntano!!! 🙀
Mi sale allora, non sto scherzando, un istinto di vomito solo a ripensarci per scriverlo — cosa che, anche questa, non mi succede altrimenti mai… posso guardare ogni giorno i disegnini gore con una faccia fermissima, ma basta che 2 individui reali si toccano troppo e io mi sento male — ma oggi davvero mi sono sentita come se l’universo avesse voluto prendersi gioco di me più del solito. Sono salita sull’autobus, e appena alla seconda o terza fila ci stavano due pseudo-abbracciati — erano più stirati uno sull’altra senza capo né coda, mi sembra — che io nemmeno ho voluto guardare, perché ormai ne va veramente della mia salute mentale, ma porca troia. Non li ho per fortuna visti o sentiti durante il viaggio, perché mi sono attentamente seduta svariati posti più dietro, ma non riuscivo a smettere di pensarci. Il tizio poi — perché, mannaggia al cazzo, sono sempre i maschi che si mettono particolarmente storti sui mezzi pubblici, e poi io non dovrei essere misandrica — stava steso col piede mezzo fuori dal sedile per tutto il tempo; manco lo ha spostato per far passare me o l’altra persona che è salita nel mio stesso momento, tant’è che l’ho pure urtato involontariamente… mi dispiace solo che io sia troppo leggera, quindi non gli ho fatto male. Non so se precisamente si stavano anche baciando o che, e francamente è meglio così, perché sennò a questo punto il vomito mi usciva davvero, invece mi è salito solo un nodo in gola. 🎈
Poi, scusate se sono eterocisfobica, ma le circostanze mi costringono a pormi domande importanti, per quanto queste possano magari racchiudere uno stigma latente da parte mia: ma è possibile che sono sempre chiaramente un ragazzo e una ragazza a fare questo schifo??? Mai ho visto coppie omosessuali, né yuri né yaoi; mai ho visto due persone di cui almeno una con una presentazione di genere ambigua o comunque non subito inquadrabile; mai ho visto un gruppo poligamo; ma, in realtà, mai ho visto gente che non avesse un aspetto stereotipato, da “cloni“ (mai con vestiti particolari o stili interessanti, insomma), che però in giro da sole ci sono!!! Qui, dunque, un quesito va posto: sono le persone etero cis normie ad essere in media intrinsecamente schifose e prive di rispetto per le femcel e gli incel intorno a loro che non vogliono assolutamente vedere questa roba, perché mannaggia al cazzo, e allora fanno queste oscenità in pubblico senza remore; oppure, le persone non fatte con lo stampino sono semplicemente tutte da sole come me??? 🕸️
Boh, basta, io non ce la faccio più. Ogni giorno che passo in questo schifo di posto, i dolori aumentano. Questa estate, segregata per benino in casa — o, comunque, fuori solo ad orari ed in posti da cinquantenne, non da gente della mia età — a pensarci, sono stata molto meglio di come sto ora; e non perché in estate ho marcito per bene mentre ora devo studiare, visto che probabilmente ormai lo sanno anche le pareti dei bagni che non studio… E, non mi era capitato di dirlo, ma, a ripensarci, nell’iniziare questo terzo anno ho pensato “oh nooooh, ora lì all’università vedrò tutti quegli schifosi in giro mentre io sono da sola…“… sono davvero così tormentata. Nemmeno a scuola, né alle medie né al liceo, ho mai sofferto così, mai ho visto questi scenari con così tanta frequenza e veemenza (anche se lì forse è perché nel contesto ristretto della classe nessuno ha mai sviluppato niente, e le occasioni in cui gente di varie classi si può incontrare dentro la scuola sono ristrette); qualcuno mi salvi. 😊🔪
#cringe #femcel #rabbia #schifo #università
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
anche sul fatto che siano le persone eterocisnormie ad essere in media etc.
Sei all'università e avrai studiato il terorema di Bayes, quante sono le persone che non appartengono alla categoria in questio?
Crisi del carburante in Mali.
All’alba del 30 ottobre 2025, un convoglio composto da circa mille autocisterne di carburante è giunto a Bamako, accolto da una folla festosa. Questo evento segna un momento significativo in un contesto di crescente disagio, alimentato dal blocco imposto dal gruppo jihadista Jama’a Nusrat ul-Islam wa al-Muslimin (JNIM), il quale sta tentando di ostacolare l’arrivo di rifornimenti di idrocarburi provenienti da Senegal e Costa d’Avorio.
Le fonti locali, riportate dall’Agenzia Fides, evidenziano che questa strategia jihadista di bloccare le principali vie di comunicazione tra le città è in corso da tempo in diverse regioni del Mali, in particolare nelle aree di Gao, Mopti, Timbuctu e Kidal. Negli ultimi mesi però, i terroristi jihadisti hanno esteso il proprio raggio d’azione al circondario di Bamako, concentrandosi soprattutto sui carichi di carburante e sui mezzi di trasporto civili, autobus ed automobili. In particolare chi viaggia in auto viene più facilmente preso di mira, in quanto più vulnerabile. Autisti e passeggeri vengono costantemente minacciati e derubati, talvolta anche rapiti a scopo di riscatto. Ulteriormente preoccupante è il fatto che anche le donne siano spesso vittime di aggressioni, subendo violenze se non indossano il velo.Chatgpt generated
Tuttavia va riferito che l’emergenza carburanti in Mali non è attribuibile soltanto ai blocchi imposti dai jihadisti, ma anche a pratiche di accaparramento attuate da individui che si impossessano di ingenti quantità di carburante per rivenderle a prezzi maggiorati nel mercato nero. Tale pratica è talmente diffusa che se una cisterna di combustibile viaggia priva di scorta, viene considerata sospetta. Gli speculatori sono stati notati in diversi casi, e non è escluso che agiscano in combutta con i terroristi.
L’esercito nazionale ha avviato una serie di misure per contrastare la crisi, organizzando carovane di rifornimenti scortate dai militari. Tuttavia, la questione si dimostra più complessa; è in atto una vera e propria “guerra della benzina” tra jihadisti e forze armate. Le autorità militari avevano notato, infatti, un’affluenza di carburante nelle zone sotto il loro controllo, quantitativi che superavano le esigenze locali. Sospettando che il surplus fosse destinato ai jihadisti, sono state implementate misure di contingentamento della benzina, provocando una reazione da parte del JNIM che ha ampliato le aree soggette a blocchi stradali.
La situazione rimane precaria a Bamako, come nel resto del Mali. In questo contesto instabile, diversi Paesi occidentali, fra cui Stati Uniti e Italia, hanno esortato i propri cittadini ad abbandonare il Paese al più presto possibile, sottolineando la necessità di una vigilanza continua. La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l’evoluzione degli eventi in questa regione già martoriata da conflitti e instabilità.
Forse i recenti contatti fra il governo maliano e l’amministrazione americana hanno qualcosa a che vedere con questa crisi, ma tale considerazione è frutto di una mera speculazione di chi scrive, al momento non può essere suffragata da prove.
Fonte: Ag. Fides
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
Albert a Bari (due giornate relativistiche)
edu.inaf.it/approfondimenti/sc…
Un resoconto “dall’interno” di una esperienza tra divulgazione e teatro, ideato dalla Compagnia del Sole sotto il patrocinio dell’INAF
#AlbertEinstein #CompagniaTeatraleCompagniaDelSole #divulgazioneScientifica #GruppoStorieINAF #PortfolioINAF
Albert a Bari (due giornate relativistiche)
Un resoconto "dall'interno" di una esperienza tra divulgazione e teatro, ideato dalla Compagnia del Sole sotto il patrocinio dell'INAFMarco Castellani (EduINAF)
reshared this
oggi, 6 novembre, a roma: presentazione di “vamp”, prosa breve di mg (la camera verde, 2025)
a Roma, oggi, giovedì 6 novembre 2025, ore 18:00
La camera verde, via G. Miani 20 (Ostiense)
presentazione/lettura di
VAMP
derelizione in prosa (in prosa) su certi ultimi nanosecondi occidentali
di
Marco Giovenale
(Ed. La camera verde, novembre 2025)
Collana Visioni dal Cinematografo
A cura di Giovanni Andrea Semerano
Su Mobilizon:
mobilizon.it/events/5f1991be-9…
Evento facebook:
facebook.com/events/2352745261…
_
#CameraVerde #CarlThDreyer #Dreyer #laCameraVerde #microprosa #occidente #prosa #prosaBreve #ProsaInProsa #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca #TheodorDreyer #Vamp #VisioniDelCinematografo
6 novembre, a Roma, presso la Camera verde: "VAMP", microprosa (in prosa) di Marco Giovenale
Roma, giovedì 9 novembre 2025, ore 18:00 presso La camera verde, via G. Miani 20 (Ostiense) presentazione/lettura di VAMP derelizione in prosa (in prosa) su certi ultimi nanosecondi occidentali di Marco Giovenale (Ed.mobilizon.it
reshared this
12 novembre, bologna: “dalla documentazione alla vociferazione” (incontro con enzo minarelli)
L’incontro, organizzato nell’ambito del laboratorio di Linguaggi dell’arte contemporanea del DAMS di Bologna, ruota attorno al percorso artistico, poetico e performativo di Enzo Minarelli, autore del Manifesto della Polipoesia (1987). Sarà questa l’occasione per conoscere gli aspetti più profondi della sua poetica a partire dalla presentazione di tre recenti pubblicazioni: Enzo Minarelli. Document’azioni 1976-80, a cura di Carlotta Cernigliaro, testo critico di Pasquale Fameli, Zero Gravità, Sordevolo 2023; Enzo Minarelli. Vociferazioni. L’orgasmo della voce/schemi d’esecuzione 1978-2019, a cura di Federico Fernandes,EDUEL, Londrina 2024 e Enzo Minarelli, Giorgio Borgatti. Phantasus di Arno Holz, a cura di Laura Ruffoni, Minerva, Bologna, 2025.
enzominarelli.com/documentazio…
enzominarelli.com/vociferazion…
#ArnoHolz #art #arte #ComplessoDidatticoMolinoTamburi #DAMS #DAMSBologna #documentazione #documentazioni #edericoFernandes #EDUEL #EnzoMinarelli #GiorgioBorgatti #LauraRuffoni #linguaggiDellArteContemporanea #materialiVerbali #Minerva #PasqualeFameli #performance #Phantasus #vociferazione #vociferazioni #ZeroGravità
reshared this
12 novembre, roma, bncr, seminario di studi sui fondi letterari della biblioteca nazionale centrale di roma
Dall’officina di lavoro all’officina di studio. Per i 10 anni del Museo Spazi900
Biblioteca nazionale centrale di Roma
12 novembre 2025, Sala 1
Seminario di studi sui fondi letterari della Biblioteca nazionale centrale di Roma
PROGRAMMA:
Ore 10.00
Saluti
Stefano Campagnolo
Direttore della Biblioteca nazionale centrale di Roma
Introduce
Eleonora Cardinale
La Biblioteca del Novecento letterario
Modera
Gianluigi Simonetti (Università di Losanna)
Edoardo Barghini (Università di Roma Tor Vergata)
La responsabilità del sottotenente. La prima spedizione al fronte russo (1941-1942) in due libri inediti di Elia Marcelli
Giulia Pellegrino (Università del Salento)
Vecchie foto dalla Casa dei Guaglioni: immagini alla prova delle carte d’autore
Rita Bianco (Università di Roma Tor Vergata)
«I miei cari AUTORI anarchici». Le letture politiche di Elsa Morante
Elisiana Fratocchi (Università di Roma Tor Vergata)
Dalla biblioteca di Fabrizia Ramondino: postille e marginalia ai testi morantiani
Antonio D’Ambrosio (Sapienza Università di Roma)
Gli archivi di Ungaretti
Ore 14:45
Modera
Caterina Verbaro (Università Lumsa)
Elisa Gregorio (Università degli studi di Cassino)
Tra gli scaffali della biblioteca di Calvino: alla ricerca delle fonti delleFiabe italiane
Chiara Giammugnai (Università di Roma Tre)
Italo Calvino e i corrispondenti francesi: mappatura e commento delle lettere
Annamaria Piccigallo (Sapienza Università di Roma)
“Sui banchi lisci e nemici della biblioteca”: Pier Paolo Pasolini lettore alla Biblioteca nazionale di Roma
Serena Fornito (Sapienza Università di Roma)
Ricostruire il collezionismo di un critico letterario a partire dalla sua biblioteca: il Fondo Macchia
Caterina Schiera (Sapienza Università di Roma)
«il luogo della possibilità e della libertà»: l’attività del Centro d’arte e cultura Il Brandale dalle carte del fondo Bentivoglio
Conclude
Elio Pecora
L’archivio e la biblioteca del poeta
Nella ricorrenza dei 10 anni del Museo Spazi900 e del cinquantenario della morte di Pasolini è possibile visitare, all’interno della Sala Pier Paolo Pasolini, la nuova sezione espositiva dedicata a Ragazzi di vita: Per i 70 anni di Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini. Dai dattiloscritti all’edizione a stampa (bncrm.beniculturali.it/it/790/…).
*
Ingresso libero
Lunedì – giovedì 10.00-18.00
Venerdì 10.00-14.30
È possibile visitare virtualmente il museo attraverso il portale Spazi900: digitale.bnc.roma.sbn.it/tecad…
#AnnamariaPiccigallo #AntonioDAmbrosio #biblioteca #BibliotecaNazionaleCentraleDiRoma #BNCR #CaterinaSchiera #CaterinaVerbaro #CentroDArteECulturaIlBrandale #ChiaraGiammugnai #collezionismo #EdoardoBarghini #EleonoraCardinale #EliaMarcelli #ElioPecora #ElisaGregorio #ElisianaFratocchi #ElsaMorante #FabriziaRamondino #FiabeItaliane #FondoBentivoglio #FondoGiovanniMacchia #FondoMacchia #GianluigiSimonetti #GiovanniMacchia #GiuliaPellegrino #GiuseppeUngaretti #IlBrandale #ItaloCalvino #laBibliotecaDiCalvino #MuseoSpazi900 #PierPaoloPasolini #RagazziDiVita #RitaBianco #seminario #SerenaFornito #StefanoCampagnolo #Ungaretti
reshared this
Homeless e servizi a bassa soglia, l’accoglienza che a Catania non c’è
Quello che si è svolto mercoledì 29 ottobre a Palazzo Platamone è stato un vero e proprio svelamento. Il seminario su “I servizi a bassa soglia”, a cui hanno partecipato operatori di strutture, per lo più pubbliche, di altre città (Torino, Parma, Bologna), ha permesso di vedere con chiarezza quello che prima si intuiva soltanto. Altrove ci sono amministrazioni che si occupano dei più […]
Leggi il resto: argocatania.it/2025/11/06/home…
#ComuneDiCatania #dormitorio #GiuntaTrantino #MovimentoReteInStrada #senzaDimora #serviziSociali #tossicodipendenze
reshared this
reshared this
[libro] La dieta termodinamica
Autore: Dario Bressanini
Titolo: La dieta termodinamica
Editore: Mondadori
Altro: ISBN 9788804806431; p. 296; I ed. 2025; 20,00€; genere: divulgazione scientifica; collana: Sentieri
Voto: 8/10
Due avvertenze. La prima è che se avete problemi psicologici col cibo forse questo libro non fa per voi e nemmeno la lettura di questo post. Meglio seguire il professionista che vi ha in cura ed evitarvi ansie inutili. La seconda è che non troverete l’ennesima dieta da seguire consigliata, questa volta, da un chimico.
Il tutto inizia con l’autore che si trova a dover dimagrire di qualche chilo, come capita a molti di noi che si trovano in sovrappeso. E pensa: basta mangiare di meno e il gioco è fatto. In effetti sì, basta mangiare di meno per dimagrire. Ma i sistemi biologici sono sistemi complessi e sistemi biologici che pensano ancora di più. E quindi, dopo l’iniziale successo, la tragedia di ritrovarsi al punto di partenza.
A questo punto Bressanini prende il toro per le corna e si studia decine di articoli scientifici per capire come è meglio dimagrire e, soprattutto, come non tornare al punto di partenza dopo l’iniziale successo. Perché dimagrire è relativamente facile, rimanere nel peso forma un po’ meno.
E qui gli (e ci) si apre un mondo. Di diete ne esistono a decine, che ciclicamente tornano di moda. Esistono centinaia di studi per ogni dieta alla moda, nel tentativo di dimostrare quanto siano efficaci. Peccato che, per motivi vari, spesso queste ricerche sono di bassa qualità o non portano a conclusioni definitive valide per tutti. Si scopre che muoversi (attività sportive non agonistiche ed estreme) fa sì bene, ma non per perdere peso. Un chilogrammo di grasso contiene una quantità di energia impressionante, non basterà l’ora giornaliera di camminata per dimagrire. Si scopre che il nostro organismo oppone una strenua resistenza al dimagrimento, al punto da abbassare il metabolismo. Per continuare a dimagrire dovrete mangiare ancora meno dell’inizio. E soprattutto il dimagrimento mette in circolo ancora più ormoni della fame e sappiamo tutti quanto sia difficile non ascoltare gli ormoni.
Bressanini non solo ci fa il riassunto della letteratura scientifica sul tema, con anche un capitolo sulle cure farmacologiche, ma alcune diete le prova anche, raccontandoci le sue sensazioni.
La conclusione di questo viaggio ve la lascio scoprire da soli, ma ancora una piccola anticipazione ve la lascio: la nostra cultura, con l’esigenza di venderci cose e quindi anche cibo, ci ha fatto perdere, grazie anche alla biologia, tarata su quando procurarsi il cibo era un problema, il focus sul quanto e cosa dovremmo mangiare. Dimagrire non è solo termodinamica, è anche un fatto culturale.
Buona dieta!
#darioBressanini #divulgazioneScientifica #laDietaTermodinamica #libro #recensione
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
cosa succede dal 5 all’8 novembre in camera verde
reshared this
problemi di gaming per la dimenticanza cosmica, e finisco così super perduta nel rotting senza più giocare (mi sono dimenticata di nuovo lo Switch a casa)
Ommiao, oggi… solita noia, non c’è proprio niente da fare, non ho proprio via di scampo. Ommeglio: si potrebbe invero fare del gran gaming, come ideale tentativo di distrarsi dagli orrori, ma anche il gaming è divenuto ormai più difficile del dovuto. Cioè: una volta dentro, è sempre gaming, per fortuna, e c’è ben poco se non niente che possa mai cambiare in peggio; ma, sulla soglia, tra il prima ed il dopo per così dire, si verificano inevitabilmente problemi e rotture, e io davvero non. 🙀
Una cosa strana che mi sta infatti succedendo — che con oggi è accaduta credo un totale di sole 2 volte, un numero ancora vagamente accettabile, e solo per questo non mi è ancora venuto da piangere… se dovesse ricapitarmi, credo che le lacrime inizierebbero finalmente ad uscire — è che mi sto dimenticando il Nintendo Switch a casa quando vado all’università. O meglio, perché il diavolo è sempre, e malamente, nei dettagli: quando mi ricordo di mettere la console in zaino, alla fine, nei momenti morti non mi capita sempre di volerci giocare; magari faccio gaming sul telefono, o tutte altre cose… e invece, se un giorno deve venirmi in autobus un istante di voglia di giocarci, mi deve venire proprio uno di quei rari giorni (pensate che combinazione!!!) in cui ho dimenticato di portarla. Insomma, la vecchiaia imperversa… a soli 21 anni… 😪
Ovviamente, il secondo caso è oggi, altrimenti non me ne starei lagnando (o forse si, ormai sono imprevedibile persino a me stessa). Ed è così tragico, perché uffi… e c’è traffico, e c’è assenza di persone che non mi odiano (ok, no, proprio oggi per fortuna questo non è capitato), e c’è tempo da spendere prima e dopo le ore di perdita di temp—ehm, cioè, di lezione… Se non ho voglia di programmare, e non ho particolarmente voglia di leggere, e non ho niente di particolare da poter e voler scrivere sul momento, non posso fare altro che il gaming, come attività importante. Il motivo per cui mi scordo lo Switch, però, è a suo modo molto buffo (‘nzomma); e sì, in parte è questione di skill issue, ma in altra parte è colpa di Nintendo merda (spoiler: l’ultimo punto). Questo perché: 🤭
- Se la console non è al centro della scrivania, dove metto sempre tutte le cose da prendere quando esco, ed è invece nella dock (…nonostante questa sia giusto affianco), non mi risalta alla vista, e quindi mi sfugge di prenderla per metterla nello zaino.
- Se non ci gioco né la sera prima, né la mattina stessa, è molto improbabile che io mi ricordi di posarla sopra la scrivania oppure direttamente nello zaino, quindi rimane in dock, e si presenta il problema di cui sopra.
- Non posso semplicemente tenere lo Switch nello zaino finché non mi viene voglia di usarlo la sera a casa, perché la batteria di ‘sta console di merda si scarica in meno di 3 giorni se sta in standby, anche col WiFi spento e senza nessun gioco lasciato aperto — e non posso spegnerla quando non la uso, perché già di suo è palloso, e io in particolare dovrei poi ogni volta collegare PC o telefono via USB per avviare il CFW, che lasciamo stare…
E certo, stare senza console non significa stare assolutamente senza gaming, ma sul telefono ho perlopiù solo giochi puzzle, perché tutte le altre cose sono o scomode da giocare lì, o richiedono troppe risorse; delle eccezioni le ho, ma non sempre sono il passatempo più ideale, quando poi magari voglio giocare a Pokémon Brainrot Z-A, dai. Mentre invece, comunque sia, se devio da questa scelta binaria, qualcosa mi va in qualche modo sempre male… La consolina PocketGo che ho è così piccola che potrei quasi tenerla come portachiavi, ma a giocare lì sopra mi cieco, e allora non va bene, problemi di salute; Giocare sul PC portatile invece, a parte che non è fattibile in autobus, ma solo in posti statici, è un troiaio, perché con gli emulatori e le mappature nghhhh… (Giocando al MAME sul PC stamattina ho per sbaglio caricato uno stato quando invece volevo salvarlo; sono al mio fottuto limite.) 😵💫Questa in foto sarei dunque io in questo momento (o beh, poco fa; o forse, al contrario, tra poco), con appunto la Swiss, se solo ce l’avessi appresso (anche se i miei joycon sono blu e rosso, non verde e rosa); e invece no. E i miei giochi saranno silly, si, ma io che resto senza lo sono 10 volte di più… Che poi, ok la volta scorsa che ero di fretta per scendere di casa, ma stamattina avevo così tanto tempo extra per prepararmi e tutto che, una volta scesa, ho dovuto persino farmi una passeggiata fino ad una fermata dell’autobus più lontana della mia solita, perché di stare ferma impalata mi secco… ma, di aver dimenticato la console me ne sono accorta ovviamente solo una volta sull’autobus. Fuck my stupid smemorated gamecel life, bla bla bla… Consigli su come posso fare per non dimenticarmi più la console, per favore??? 😶🌫️
#dimenticanza #forgot #gaming #memoria #NintendoSwitch #problemi
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
14 novembre, roma, campidoglio: omaggio a mahmoud darwish
_
#AmbasciataDiPalestina #AssociazioneCalabresiCapitolini #Campidoglio #CentroCulturaleConnessioni #ChioscoLetterarioUniversitàSapienza #ComitatoNazionalePerLaBuonaLettura #ComunitàPalestineseInItalia #DarioNanni #ElisaZumpano #FilippoGolia #Gaza #GruppoPalinuro #HatemAbedSabra #Inchiostro #LamaSafadi #LeonardoFloriani #lettura #MahmoudDarwish #MarcoGiovenale #MonaAbuamara #NicolaArgenti #OltreLUltimoCielo #omaggio #omaggioAMahmoudDarwish #Palestina #PaoloCanettieri #PierPaoloDiMino #PinoNano #poesia #poesie #reading #RosarioSprovieri #SalaDelCarroccio
reshared this
deny
in reply to ac3 • • •