LIPU, quarant’anni e non sentirli
Che il nostro verde cittadino sia sotto attacco è sotto gli occhi di tutti. Alberi abbattuti, capitozzature ingiustificate, permessi di costruire rilasciati in aree destinate a verde pubblico, abbandono degli scarsi impianti di irrigazione, e potremmo continuare. E citare anche le occasioni perdute, ad esempio le piazze ‘riqualificate’ privilegiando il cemento o scegliendo di destinare a […]
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#giuseppeRannisi #lipu #lipuCatania #oasiDelSimeto #ortoBotanico #parcoDelletna #parcoMontePoValloneAcquicella #pugExPrg #specieInEstinzione
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Risultati Marcelo Garcia vs Lachlan Giles (ONE Fight Night 38)
ONE Fight Night 38: Andrade vs. Baatarkhuu è un evento di sport da combattimento organizzato da ONE Championship il 5 dicembre 2025 presso il Lumpinee Stadium di Bangkok, Thailandia. L’evento è trasmesso in diretta su Amazon Prime Video per il pubblico nordamericano.
Main card
- Enkh-Orgil Baatarkhuu finalizza Fabricio Andrade al minuto 1:33 del Round 4 — incontro per il titolo pesi gallo MMA
- Aliff Sor Dechapan vince su Ramadan Ondash per decisione unanime — incontro Muay Thai
- Diogo Reis vince su Daiki Yonekura per decisione unanime — incontro per il titolo submission grappling
- Phetjeeja Lukjaoporongtom vince su Martyna Dominczak per TKO al minuto 2:46 del Round 1 — incontro Muay Thai
- Lachlan Giles finalizza Marcelo Garcia al minuto 7:03 del Round 1 — incontro submission grappling
- Dmitrii Kovtun vince su Shinji Suzuki per decisione unanime — incontro Muay Thai
- Avazbek Kholmirzaev vince su Jeremy Miado per TKO al minuto 4:53 del Round 2 — incontro MMA
Grappling
due match di grappling:
Diogo Reis vs Daiki Yonekura e l’attesissimo Marcelo Garcia vs Lachlan Giles
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emmett williams quoting w.s.b. on the notes for the “call me burroughs” lp (1965)
src & infos:
miningforburroughs.com/2025/07…
“Call Me Burroughs, a spoken-word LP by William S. Burroughs released by Gaît Frogé’s The English Bookshop (Paris, France) in 1965 in a pressing of 1,000 copies. Recorded by Ian Sommerville in the basement of The English Bookshop, likely on Brion Gysin’s Uher tape recorder”
#IAmNotAnEntertainer #WilliamBurroughs #BrionGysin #LP
#brionGysin #briongysin #callMeBurroughs #cutUp #cutup #emmettWilliams #iAmNotAnEntertainer #iamnotanentertainer #lp #williamBurroughs #williamburroughs #wsb
"Call Me Burroughs" LP, inscribed to Bob Jackson (1965)
Paris, France: The English Bookshop (LP), 1965. 12.25" x 12.25", vinyl LP in vellum sleeve, two sided, eight unlisted tracks. Call...Demi (Blogger)
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incipit & explicit di “un (festo per il xxi secolo)” _ da “la gente non sa cosa si perde” (tic, 2021)
l’explicit è letto da Antonio Pavolini, che ringrazio, in questo podcast (“Cara è la fine”):
https://www.spreaker.com/episode/s03-e06-antonio-pavolini-cara-e-la-fine–68804579
(con – sovrapposta – musica al lettore e all’autore ignota e fonte di sconcerto ma ok)
il resto della prosa (in prosa) può esser letto acquistando il libro qui:
ticedizioni.com/products/la-ge…
#antonioPavolini #audio #caraELaFine #enricoPantani #explicit #foto #incipit #laGenteNonSaCosaSiPerde #manifesto #mg #micheleZaffarano #podcast #prosa #prosaInProsa #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca #spreaker #testiDiMgInRete #testiDiMgOnline #tic #ticEdizioni #unFestoPerIlXxiSecolo #unFesto #xxiSecolo
S03-E06 - ANTONIO PAVOLINI - CARA È LA FINE
ANTONIO PAVOLINI • Marco Giovenale / La gente non sa cosa si perde (TIC) - - - In questa terza stagione hanno scelto il finale da leggere scrittrici e scritSpreaker
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iancu dumitrescu: “medium iii” (ed. mn. 1001)
youtube.com/embed/rHi-GzO51DI?…
#edMn #edMn1001 #iancuDumitrescu #mediumIii #music #musica #musicaContemporanea #musicaSperimentale
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lo scritto di giuseppe garrera per la mostra di maurizio ceccato alla fondazione scialoja
a questo link il testo di Giuseppe Garrera per Illustrazioni per l’uso, mostra di opere di Maurizio Ceccato presso la Fondazione Toti Scialoja (fino al 15 dicembre): slowforward.net/2025/12/03/5-d…
il libro: italosvevo.it/libri/illustrazi…
un assaggio: italosvevo.it/wp-content/uploa…
#albertoGaffi #art #arte #arteFredda #conzept #fondazioneScialoja #fondazioneTotiScialoja #giuseppeGarrera #illustrazioniPerLuso #italosvevo #maurizioCeccato
Illustrazioni per l’uso, Maurizio Ceccato - ITALO SVEVO ® edizioni
Maurizio Ceccato Illustrazioni per l’uso Piccola Biblioteca di Letteratura InutileITALO SVEVO ® edizioni
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La Libertaria, un esempio di anticapitalismo militante
Indice dei contenuti
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- Un piacevole incontro
- La torrefazione
- Il progetto
- Cooperativa di produzione e lavoro
- Il prefinanziamento
- Conclusioni
Un piacevole incontro
Il luogo in cui sorge la torrefazioneLa Libertaria è uno dei miei preferiti di Lecco. Sotto lo sguardo verde del Monte Barro e alla destra sud dell’Adda è un posto in cui l’architettura modernista e spesso raffazzonata dell’altra sponda della città lascia il posto a scorci più respirabili e più umani. Il ponte in ferro – con tutto l’ecocidio e il rifornimento all’industria bellica che questo minerale strappato alla terra ha rappresentato e rappresenta storicamente per la città – si interrompe qui con un muro. Un muro che non riesce a nascondere l’ipocrisia di un progresso aggressivo dal quale la società degli animali umani e non umani ha sempre più urgenza di staccarsi per recuperare il rapporto con la sua identità ancestrale e mutualistica.
La torrefazione
Una bellezza apparentemente semplice, mi accoglie all’interno della torrefazione. Inebriante profumo di caffè tostato, sacchi di juta, la macchina guardata con quel rispetto e quella cura che la elevano dall’asettico ruolo di mezzo di produzione. Quell’atmosfera sospesa — un po’ officina, un po’ laboratorio politico con meravigliose stampe alle pareti — che suggerisce che lì il lavoro è un pretesto, e che le vere materie prime sono dignità, resistenza e la coltivazione di un altro mondo; un mondo che contenga molti mondi.
Riccardo si presenta senza formalità. Toni e movimenti pacati, cosi differenti dai commerciali che promettono mondi. Nessuna ansia da prestazione. Non c’è nulla da dimostrare, nessuna impressione da fare. Sono artigiani, ma soprattutto cooperatori. Il caffè è il modo che hanno scelto per restare liberi.
Il progetto
Mentre inizia a parlare, Riccardo misura con precisione i chicchi della qualità “Sumatra” e seleziona la temperatura corretta della macchina per offrirmi una buona tazza di caffè. Dietro il bilancino noto un immagine con gli occhi di Errico Malatesta e un ammonimento fermo e gentile. Mi fa ripensare a Proudhon e al disvelamento etimologico della parola anarchia. Il progetto “La Libertaria” nasce infatti nel 2021 come evoluzione e recupero dei principi che erano già stati del “Caffè Malatesta”. Il bisogno di poter fare senza potere, senza padroni, senza quell’idea tossica che produttività significhi sacrificio umano. Anzi; esattamente il contrario.
Cooperativa di produzione e lavoro
Per questo motivo hanno scelto di associarsi in una cooperativa di produzione e lavoro nella quale gli stessi soci lavorano all’interno.
“Abbiamo scelto di organizzarci come cooperativa di produzione e lavoro, una forma che istituisce, seppur parzialmente, una proprietà collettiva indipendente dalla partecipazione dei singoli e che può garantire un equo riconoscimento del ruolo svolto da tutte le persone coinvolte nel progetto. Per evitare la formazione di dinamiche verticistiche e autoritarie, prevediamo che tutti i lavoratori si assumano pari responsabilità nella gestione della cooperativa diventando soci della stessa.” (dal sito)
Una scelta coerente con i principi ma ricca di difficoltà soprattutto per quanto riguarda l’inquadramento burocratico, come mi spiega un altro dei soci della cooperativa.
Il prefinanziamento
Le origini del caffè torrefatto presso la libertaria sono un viaggio intorno al mondo. Spiccano le collaborazioni con la Red ProZapa e la Roasters United. Guatemala, Honduras, Colombia, Uganda ed Etiopia. In tutti i casi si tratta di piccoli produttori e si privilegia il rapporto diretto nell’obiettivo comune di difendere i territori dal disastro climatico provocato dal sistema capitalista.
Il rapporto con i produttori fornitori è politico. Si basa infatti sulla pratica fiduciaria del prefinanziamento del caffè verde, che garantisce un anticipo sui ricavi del prodotto esportato prima del raccolto. Personamente ritengo questo principio fondamentale per far convergere l’idea con la pratica. Garantire un prezzo superiore a quello di mercato e prefinanziarlo, è l’assoluto contrario della parossistica ricerca del prezzo più basso; tipica del capitalismo. Si tratta di una pratica culturale che rappresenta un messaggio pedagogico chiaro rivolto ai consumatori. Decenni di discount e prezzi più bassi hanno solo creato un doppio ricatto che ha reso tutti più poveri, in diritti e salari reali. Prefinanziare il lavoro significa dare valore alle persone. Significa coltivare libertà, una tazzina alla volta.
Conclusioni
La libertaria è una realtà calata nel territorio e il suo esempio si innesta perfettamente nella resistenza di una città che sta prendendo sempre maggiore consapevolezza. Nonostante Lecco sia una provincia pesantemente interessata dal progresso distruttivo dell’industria bellica, c’è chi dice no e pratica proattivamente una visione altra. Movimenti culturali e pratiche di anticapitalismo militante si stanno espandendo portando un respiro e una cultura internazionalista, antispecista e transfemminista. Penso a realtà storiche come Il Galeone, l’Arrotino e ai più recenti la tassa degenere, la brigata di solidarietà Francesca Ciceri o all’assemblea permanente contro le guerre. Esempi tangibili in grado di fare rete e dimostrare che si può recuperare un mondo mutualista e giusto.
#caffe #lecco #libertaria #malatesta #mutualismo #zapatisti
La Libertaria, un esempio di anticapitalismo militante
La Libertaria, un esempio di anticapitalismo militante. Il bisogno di poter fare senza potere, senza padroni, senza produttività tossicaDaniele Fiorenza (Magozine.it)
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Smartphone: come i chipset influenzano la fotografia
Scattare una foto o un video con lo smartphone può sembrare incredibilmente semplice. Basta tirarlo fuori dalla tasca, premere il pulsante di scatto e, in un batter d’occhio, ecco il prossimo scatto per i social media. Tuttavia, sotto la superficie, ciò che è appena accaduto è un prodigio di fotografia computazionale. Una sinfonia davvero sorprendente di ingegneria, tecnologia, fisica e matematica ha avuto luogo in una frazione di secondo e, sebbene la fotocamera del proprio smartphone sia un elemento importante, non è affatto l’unico strumento in funzione - né il più impressionante. Ma prima di parlare di questo eroe silenzioso, è necessario partire dall’inizio: che cos’è realmente un sensore fotografico.Photo by Ajin K S / Unsplash
Un’immagine vale mille parole - o cinquanta milioni di pixel
Ogni fotocamera del proprio smartphone possiede innanzitutto un sensore. OnePlus 15, per esempio, ha quattro sensori in totale – tre sul retro e uno sul fronte. I loro nomi completi sono Complementary Metal-Oxide Semiconductor Sensors, o CMOS Sensors in breve, ma più comunemente vengono chiamati semplicemente sensori. Una volta premuto il pulsante di scatto, inizia la prima fase del processo: un sensore da 50 megapixel (MP) è composto da 50 milioni di fotodiodi, ognuno così piccolo da essere misurato in micrometri, e ciascuno di questi diodi genera un piccolo segnale elettrico basato sulla quantità di luce ricevuta. Questi dati vengono quindi registrati tre volte - una per il rosso, una per il verde e una per il blu. Dopo questa fase, interviene un altro elemento: l’Image Signal Processor, o ISP.L'utimo nato in casa Qualcomm; lo Snapdragon 8 Elite Gen 5
Dalla luce analogica ai dati digitali
L’Image Signal Processor si trova nel chipset dello smartphone. Per OnePlus 15, l’ISP nel Qualcomm Snapdragon 8 Elite Gen 5 si chiama Qualcomm Spectra, e ha un unico compito: convertire i milioni di segnali dei sensori nelle migliori immagini possibili. Chi ha mai salvato una foto RAW sul telefono sa quanto siano pesanti. I dati grezzi del sensore di un’immagine da 50 megapixel scattata con colore a 10 bit occupano molto spazio: 50 milioni di pixel, con uno dei tre canali colore a 10 bit, equivalgono a 500 milioni di bit – pari a circa 62 megabyte e il ruolo più importante dell’ISP è comprimere tutto ciò. Utilizzando gli standard di compressione moderni, quei 62 megabyte di dati vengono ridotti a un valore molto più gestibile di 2-4 megabyte, a seconda delle condizioni.
Ultra Clear Mode, Clear Night Engine, Clear Burst e Video
In base all’utilizzo della fotocamera, l’ISP del telefono deve gestire enormi quantità di dati – e deve farlo rapidamente. Quando si scattano foto utilizzando il DetailMax Engine su OnePlus 15, il telefono raramente cattura un’unica immagine. Più comunemente, ne cattura diverse - di solito tra 3 e 7 - e le unisce in un’unica fotografia. Prendiamo come esempio l’Ultra Clear Mode durante gli scatti in pieno giorno: viene acquisita una singola immagine ad alta risoluzione da 50MP, seguita da una serie di immagini da 12MP con vari livelli di esposizione. Queste vengono poi combinate in un’immagine da 26MP. I dati passano rapidamente dal sensore all’ISP, poi al chipset e infine allo storage, con ogni fase che svolge il proprio ruolo nella catena della fotografia computazionale. Se si fotografano soggetti in movimento con la modalità Clear Burst, il processo diventa ancora più impressionante: il telefono cattura dieci immagini al secondo, rispetto alle sei immagini al secondo di OnePlus 13. Le quattro immagini aggiuntive ogni secondo sono possibili grazie alla potenza del chipset Snapdragon 8 Elite Gen 5. Per i video, le cifre diventano ancora più sorprendenti. Per ogni fotogramma di un video 4K Dolby Vision, l’ISP deve elaborare 124 milioni di bit, pari a circa 16 megabyte. A 120 fps, il massimo supportato da OnePlus 15, ciò significa quasi due gigabyte di dati al secondo che devono essere elaborati, compressi e salvati. La prossima volta, prima di scattare una foto, vale la pena ricordare l’ISP: l’instancabile elaboratore che processa miliardi di dati in una frazione di secondo, tutto per assicurarsi che la nostra prossima foto sia la migliore possibile.
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10 e 17 dicembre, seminario online: “l’opera come processo” a cura di sara davidovics, per centroscritture.it
𝐋’𝐎𝐏𝐄𝐑𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐏𝐑𝐎𝐂𝐄𝐒𝐒𝐎
Une seminario CentroScritture in due incontri a cura di Sara Davidovics
— 𝑚𝑒𝑟𝑐𝑜𝑙𝑒𝑑𝑖̀ 10 𝑒 17 𝑑𝑖𝑐𝑒𝑚𝑏𝑟𝑒 2025 𝑜𝑟𝑒 18
centroscritture.it/service-pag…
Se osserviamo un fenomeno e l’ambiente che lo ha prodotto, quale operazione stiamo conducendo? Cosa significa documentare? Cos’è uno strato, un oggetto discontinuo, un archivio? Cosa significa agire una pratica decostruttiva, immaginativa, cosa significa esibirne il processo? E cosa significa far tutto ciò nel contesto dell’arte, a cosa serve? Ipotizziamo un campo di possibilità estese, interagenti. Un’orizzontalità, senza bordi. Pensiamo a una cosa che assuma la forma del proprio mutare, e di cui posso registrare e descrivere le variazioni. Che tipo di azione sto compiendo e quale funzione assumo? Chi ne è il testimone?
Il seminario è pensato per indagare questi aspetti e interrogarsi su quelle pratiche dell’arte che a un certo punto hanno dato vita a oggetti discontinui, oggetti aperti mentre in campi vicini del sapere si teorizzava un “corpo senza organi”. Apriremo delle ipotesi di ragionamento, circa alcune modalità, nel momento di transizione dall’oggetto al comportamento. Discuteremo gli esordi di questo passaggio e le modifiche di un paradigma attraverso temi chiave quali corpo, ambiente, relazione, (dis)identità.
Tenteremo di ridefinire una geografia del senso, a partire dagli anni ’60, per comprendere più a fondo quelle operazioni artistiche in cui si fa esercizio dello scarto, dell’indeterminazione e della processualità.
Nella seconda lezione è previsto un focus su artisti della più recente generazione del cosiddetto post-concettuale con documenti e opere inedite.
Info e iscrizioni su centroscritture.it
#disidentita #ambiente #art #arte #centroscritture #centroscrittureIt #corpo #geografiaDelSenso #indeterminazione #loperaComeProcesso #lezione #lezioni #postConcettuale #processualita #relazione #saraDavidovics #scarto #seminario #teoria
L'opera come processo | CentroScritture
Seminario in due incontri a cura di Sara Davidovics Se osserviamo un fenomeno e l’ambiente che lo ha prodotto quale operazione stiamo conducendo? Cosa significa documentare? Cos’è uno strato, un oggetto discontinuo, un archivio? Cosa significa agire…CentroScritture
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oggi, 6 dicembre, a roma, in camera verde: “the cameraman”, con buster keaton
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ingresso: massimo 12 spettatori: prenotazione obbligatoria
#busterKeaton #cameraVerde #edSedgwick #edwardSedgwick #laCameraVerde #liviaMazzanti #musicometa #theCameraman
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oggi, 6 dicembre, a venezia: “caleidoscopie”, mostra di francesca vitale
Per me i colori sono degli esseri viventi,
degli individui molto evoluti che si integrano con noi e con tutto il mondo.
I colori sono i veri abitanti dello spazio.
(Yves Klein)
L’idea delle caleidoscopie trae origine dai ricordi d’infanzia dell’artista, che da bambina amava osservare il caleidoscopio: questo semplice strumento ottico, attraverso giochi di specchi e frammenti di vetro, restituiva visioni cromatiche e geometriche magiche, casuali e sorprendenti. Da questa esperienza nasce oggi una produzione artistica fatta di “caleidoscopie” istintive e talvolta meditate, in cui trasparenze e cromie essenziali si fondono in composizioni dal minimalismo raffinato.
L’idea delle caleidoscopie si configura come una ricerca profonda e articolata, che origina non solo dalla memoria infantile dell’artista, ma dalla volontà di trasfigurare il gioco visivo in uno strumento di indagine sul sé e sulla realtà. Il caleidoscopio, nella sua capacità di generare visioni geometriche e cromatiche inattese, diventa metafora di un processo creativo nel quale l’emergere del caso, dell’imprevisto e della magia si intreccia con un controllo selettivo delle trasparenze e delle superfici, sostenuto da un minimalismo meditato.
Il lavoro dell’artista, oggi, dialoga sia con le proprie radici, dove il visibile e l’invisibile si scambiano ruoli, sia con le possibilità offerte dalla composizione digitale, creando immagini che non appartengono più al solo mondo fotografico, ma nascono dall’assemblaggio di frammenti trovati nel vasto archivio del web. Questa pratica pone il colore al centro di una ricerca sull’equilibrio interiore, suggerendo un uso terapeutico dell’arte, dove ogni opera diventa uno spazio di possibilità emotiva e percettiva, un invito alla contemplazione e alla sospensione dal quotidiano.
L’esposizione favorisce la pluralità dei punti di vista, invitando lo spettatore a interrogare l’immagine da diverse angolazioni, tutte ugualmente valide e in grado di restituire emozioni differenti senza perdere integrità formale. In questa moltiplicazione di prospettive emerge la forza della caleidoscopia come linguaggio visivo: una realtà densa, trasparente, mai univoca, sempre aperta all’interpretazione personale, come ben sintetizzato dal titolo della mostra “Caleidoscopie – Un viaggio cromatico”, che richiama la natura del viaggio non solo nell’estetica, ma anche nell’intento terapeutico del processo creativo.
Le prime ricerche artistiche si distinguevano per una maggiore figuratività, inserendo riferimenti animali e vegetali. Progressivamente, l’opera si è astratta e concentrata su monocromatismi ed essenzialità geometriche, sfiorando un rigore quasi ossessivo affinato dalla libertà espressiva del digitale. Ogni opera, in questo sviluppo, si fa luogo sospeso tra ragione e inconscio, in cui trasgressione formale e meditazione convivono restituendo una sensazione di staticità sospesa, un tempo visivo distillato, privo di narrazione obbligata.
Il vero intento dell’artista risiede nell’offrire allo spettatore uno spazio mentale di riflessione, dove l’immagine diventa specchio mutevole delle proprie emozioni e pensieri. Queste caleidoscopie digitali sono meditazioni sul senso stesso della visione, sulla costruzione dell’identità visiva e sull’instabilità dei significati. La pratica artistica si fa dunque strumento di conoscenza e guarigione, capace di dare forma a stati d’animo, tensioni interiori e processi di crescita, invitando chi osserva ad abbandonarsi al flusso delle geometrie, dei colori e dei silenzi che popolano ogni opera.
CALEIDOSCOPIE – Un viaggio cromatico
esposizione dal 6 al 21 dicembre 2025
Galleria VISIONI ALTRE – Campo del Ghetto Novo 2918 – VENEZIA
Inaugurazione: sabato 6 dicembre ore 17.00
Orari: mercoledì e giovedì 11:00 -14:00 | venerdì sabato e domenica 11:00-14:00 | 16:00-19:00
#art #arte #caleidoscopie #caleidoscopieUnViaggioCromatico #foto #fotografia #fotografie #francescaVitale #galleriaVisioniAltre #gianpaoloMastropasqua #inaugurazione #mostra #vernissage
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oggi, 6 dicembre, a roma: francesco forlani a ‘più libri più liberi’ con “l’amico spagnolo” (exorma, 2025)
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#exorma #francescoForlani #ilariaGaspari #plpl #presentazione
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Ray-Ban Meta (Gen 2) e Oakley Meta Vanguard: un nuovo modo di viaggiare durante le festività
Le feste si avvicinano e torna quel periodo dell’anno in cui si prepara la valigia al prossimo viaggio. Si scelgono mete vicine e ci si lascia guidare dall’atmosfera della stagione: la scoperta di una città nuova, una pausa rigenerante immersi nella natura o un weekend all’insegna dell’avventura tra panorami invernali.
In queste settimane pensate per assaporare ogni istante, Ray-Ban Meta (Gen 2) e Oakley Meta Vanguard diventano compagni ideali: i primi rendono il viaggio più smart e intuitivo, i secondi seguono il ritmo delle attività outdoor, aiutandoci a restare pienamente nel momento, senza interruzioni.Ray-Ban Meta (Gen 2)
Mentre esploriamo nuove città, con i Ray-Ban Meta (Gen 2) basta un semplice tocco sulla montatura per scattare foto o registrare video in ultra-HD, catturando luci e dettagli senza distogliere lo sguardo da ciò che stiamo vivendo. Gli speaker open-ear permettono di seguire un itinerario, ascoltare musica o orientarsi senza isolarsi da ciò che accade intorno, mentre l’autonomia fino a otto ore sostiene l’intera giornata di viaggio.Ray-Ban Meta (Gen 2) nella custodia che funziona anche da ricarica
Per chi invece sceglie un weekend all’insegna dello sport, gli Oakley Meta Vanguard diventano un vero alleato. Che si tratti di un trekking panoramico, di una pedalata su sentieri innevati o di una giornata piena di attività outdoor, questi smart glasses sono pensati per accompagnare ogni esperienza. Infatti, grazie alla fotocamera con campo visivo ampliato ogni movimento e traiettoria viene catturato con precisione, trasformando i percorsi in un racconto ancora più vivido. Le modalità Hyperlapse e Slow Motion aggiungono un tocco dinamico: la prima, accelera le sequenze più lunghe rendendole scorrevoli e spettacolari mentre la seconda, rallenta l’azione per esaltare i dettagli dei gesti e dei movimenti.Oakley Meta Vanguard interagiscono con l'App
Gli altoparlanti potenziati garantiscono un ascolto nitido senza bisogno di isolarsi dall’ambiente, mentre la batteria, progettata per sostenere ritmi più intensi, segue per tutta la giornata. Indipendentemente dal tipo di viaggio che scegliamo, indossando i due nuovi smart glasses possiamo, inoltre, dimenticare le barriere linguistiche grazie alla traduzione in tempo reale dell’assistente Meta AI. Ogni interazione diventa così più semplice: leggere un menù, capire un’indicazione o chiacchierare con chi incontriamo lungo il percorso diventa immediato e naturale.Oakley Meta Vanguard
Pertanto, sia che si tratti di un viaggio in una capitale europea o di un weekend più dinamico, Ray-Ban Meta (Gen 2) e Oakley Meta Vanguard sono pensati per catturare e accompagnare ogni istante senza mai interrompere la magia del momento. I prezzi partono da 419 euro per i Ray-Ban Meta (Gen2) e 549 euro per gli Oakley Meta Vanguard.
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All’ONU il Burkina Faso vota contro la risoluzione a favore della restituzione dei bambini ucraini rapiti dalla Russia.
Di See File history below for details.Denelson83, Zscout370 ve Madden – Flag of the United Nations from the Open Clip Art website. Modifications by Denelson83, Zscout370 and Madden. Official construction sheet here.(1946-presentUnited Nations) The United Nations flag code and regulations, as amended November 11, 1952, New York. Archived from the original on 13 settembre 2001. Retrieved on 2 dicembre 2023. OCLC: 7548838., Pubblico dominio
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha recentemente espresso una posizione di grande fermezza riguardo alla questione dei bambini ucraini trasferiti o deportati in Russia, lanciando un appello forte e chiaro contro tali pratiche. Con 91 voti favorevoli, 12 contrari e 57 astensioni, i membri hanno approvato una risoluzione che chiede alla Federazione Russa di garantire il ritorno immediato, sicuro e incondizionato di tutti i minori coinvolti. Questa iniziativa, pur non essendo vincolante, porta con sé un notevole peso politico e morale, definendo le deportazioni come una violazione della Quarta Convenzione di Ginevra.
Nel corso dell’apertura della sessione, la Presidente dell’Assemblea Generale, Annalena Baerbock, ha evocato il racconto straziante di un ragazzo ucraino rapito, sottolineando la gravità di quanto accade: «Immaginate di avere 16 anni […] quando all’improvviso soldati armati irrompono in casa vostra». Le sue parole hanno evidenziato non solo la tragedia degli individui coinvolti, ma anche il profondo impatto sulla società e sul diritto internazionale.
Mariana Betsa, vice ministra degli Esteri ucraina, ha presentato il testo chiedendo di mantenere il focus sull’aspetto umanitario della questione: «Questa risoluzione non riguarda la politica. Riguarda l’umanità». Ha segnalato il numero inquietante di almeno 20.000 bambini deportati e ha condannato la mentalità che li considera “trofei di guerra”, affermando che “nemmeno un solo bambino dovrebbe essere separato dalla propria famiglia”.
Durante un’audizione al Senato degli Stati Uniti il direttore esecutivo dello Yale Humanitarian Research Lab (Hrl), Nathaniel Raymond, sono invece almeno 35mila bambini ucraini sono stati coinvolti, tra gli 8 mesi e i 17 anni al momento della cattura, e sono temporaneamente o permanentemente sotto la custodia della Russia.
Molti rappresentanti europei hanno sostenuto la natura sistematica di queste deportazioni. La Germania ha richiamato l’articolo 8 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, mentre la Repubblica Ceca ha chiarito che tali atti costituiscono crimini di guerra! Il delegato britannico ha descritto il processo di imposizione forzata di curricula russi come un tentativo “spregevole” di cancellare l’identità ucraina. La Lettonia, parlando anche per Estonia e Lituania, ha denunciato il trasferimento dei minori come una strategia deliberata nella guerra russa, mirando a disintegrare il futuro dell’Ucraina.
L’Italia, attraverso l’intervento dell’Ambasciatore Maurizio Massari, ha ribadito il suo “sostegno incrollabile all’Ucraina”, qualificando le deportazioni come “abominevoli violazioni del diritto internazionale”. Il diplomatico ha messo in risalto l’urgenza di ripristinare la dimensione umanitaria del conflitto, sottolineando come migliaia di bambini e genitori stiano vivendo orrori inimmaginabili.
In risposta, la Russia ha respinto la risoluzione, etichettandola come una menzogna. La vice ambasciatrice russa Maria Zabolotskaya ha accusato l’Occidente di utilizzare i bambini come strumento politico, mentre la Corea del Nord e il Venezuela, quest’ultimo a nome del gruppo degli Amici della Carta ONU, hanno espresso posizioni contrarie, indicando che il testo rischia di politicizzare questioni profondamente umanitarie. Analogamente, anche Burkina Faso e Mali si sono opposti alla risoluzione, forse perché secondo i loro rispettivi governi i bambini ucraini non hanno gli stessi diritti dei loro bambini, in nome dei quali richiedono denaro, aiuti, e soprattutto armamenti per combattere quei terroristi jihadisti che li rapiscono e li plagiano, li inizializzano al loro credo per poi mandarli a combattere contro le loro stesse famiglie! Come la Federazione Russa con l’Ucraina.
Fonti: it.euronews.com/2025/12/04/la-… . RaiNews, Osservatore Romano, lavocedinewyork.com/
La Russia ha mandato bambini ucraini rapiti in Corea del Nord
Almeno due bambini ucraini rapiti dalle forze russe sono stati trasferiti in Corea del Nord, hanno dichiarato vari esperti durante un'audizione al Senato degli Stati Uniti.Euronews.com
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intervista a vincenzo ostuni, a cura di emiliano ceresi
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La letteratura come antidoto alle "parole orrende". Intervista a Vincenzo Ostuni, co-responsabile editoriale di Ponte alle Grazie - Lucy
Poeta, traduttore, militante, Vincenzo Ostuni è l’editor dietro alcuni dei libri italiani più interessanti degli ultimi anni.EmilianoCeresi (Lucy - Sulla cultura.)
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oggi, 5 dicembre, a roma: maurizio ceccato alla fondazione toti scialoja
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Incontro col Pettifante
una mostra di Areta Gàmbaro
Inaugurazione martedì 9 dicembre
ore 18:00performance ore 19:00
Chiacchiere col Pettifante
con Marco Di Campli San Vito
Ingresso libero
la mostra sarà aperta tutti i giorni:
9-18 dicembre 2025
12-18 gennaio 2026
Orari lun-dom:
10:00-13:00 e 15:00-19:30
Spazio Eughen
Artisti in dialogo con la mostra permanente di Eugenio Floreancig
Vicolo del Bologna, 36
Roma (Trastevere)
𝗜𝗻𝗳𝗼:
spazioeughen@gmail.com
@spazioeughen
Vieni? Non avere paura… è buono (forse)
#aretaGambaro #art #arte #chiacchiereColPettifante #eugenioFloreancig #incontroColPettifante #marcoDiCampliSanVito #performance #spazioEughen
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a roma, oggi, 5 dicembre: ulteriore presentazione di “quarant’anni e oltre. storie e prospettive di un archivio audiovisivo” (la storia dell’aamod) – presso plpl – più libri più liberi
Presentazioni del volume
Quarant’anni e oltre. Storie e prospettive di un archivio audiovisivo
A cura di Letizia Cortini, Luca Ricciardi, Paola Scarnati
Edizioni Effigi, Grosseto, 2025, collana Annali AAMOD n. 25, ISBN 979-12-5739-020-4, pp 362
OGGI, venerdì 5 dicembre – ore 19
presso la Fiera Più libri più liberi – Sala Aurora
La Nuvola – Viale Asia 40/44 – Roma
Ingresso con biglietto della Fiera
presentano
Christian Uva (docente e storico del cinema)
Vincenzo Vita (presidente AAMOD)
*
Intervengono gli autori e i curatori del volume
A oltre quarant’anni dalla sua fondazione, l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico si racconta e si interroga sul proprio ruolo nel presente e nel futuro, nel volume Quarant’anni e oltre. Storie e prospettive di un archivio audiovisivo, appena uscito in libreria per i tipi di Effigi Editore, a cura di Letizia Cortini, Luca Ricciardi e Paola Scarnati. Il libro, che rappresenta il venticinquesimo numero della collana “Annali AAMOD”, si presenta oggi, venerdì 5 dicembre, nella Sala Aurora, nell’ambito della Fiera “Più libri più liberi”, dove l’editore Effigi sarà presente per tutta la durata della manifestazione, allo stand F48. Agli incontri parteciperanno gli autori e curatori del volume.
Il volume non ha un’impostazione celebrativa, e tuttavia non può che partire dal significato di una ricorrenza così importante: quarant’anni di attività di una Fondazione che, fin dalle sue origini, ha unito alla funzione conservativa una chiara vocazione civile, culturale, politica e pedagogica. Come ricorda Vincenzo Vita, attuale presidente della Fondazione, nella prefazione del volume, l’AAMOD nasce da una visione straordinariamente moderna, ancor oggi attuale, di Cesare Zavattini, che con Paola Scarnati, Ansano Giannarelli, Citto Maselli, Ettore Scola e molti altri, pose le basi per un archivio “militante”, capace di intervenire sul presente e di proiettarsi verso il futuro. Un archivio che, fin dall’inizio, si pose come laboratorio culturale aperto, strumento collettivo per l’analisi della realtà sociale e politica, luogo vivo dove la memoria non è mai esercizio nostalgico, ma azione critica e trasformativa.
Quarant’anni e oltre è un testo che raccoglie molte voci e si articola in tre sezioni – Storie, Prospettive, Percorsi – capaci di restituire la ricchezza di esperienze, tensioni, interrogativi e traiettorie che l’AAMOD ha attraversato, abitato e, in alcuni casi, contribuito a fondare nel corso dei decenni. Nella prima parte, dedicata alle Storie, emerge l’humus politico e culturale che ha preceduto e accompagnato la nascita dell’Archivio, grazie a un’intensa conversazione tra Paola Scarnati e Antonio Medici, che getta luce sulla dimensione collettiva, militante e operativa delle origini. A seguire, Letizia Cortini analizza in profondità le specificità dell’AAMOD come soggetto teorico e politico, unico nel panorama nazionale, e il modo in cui esso ha costantemente messo in discussione la propria missione, cercando sempre di restare in ascolto dei mutamenti culturali e sociali. Silvia Savorelli, con grande sensibilità e rigore documentario, costruisce una sorta di antologia ragionata degli scritti di Ansano Giannarelli, figura centrale nella storia dell’Archivio, a cui si deve gran parte della sua elaborazione teorica e dell’identità come luogo di promozione del cinema documentario italiano. Il rapporto tra mondo del lavoro e narrazione audiovisiva – una costante nella storia dell’AAMOD – viene affrontato da Alexander Höbel con una ricostruzione puntuale e documentata, che si completa con una filmografia ragionata sul tema. Chiude questa sezione Filippo Maria Gori, giovane cineasta e autore di uno dei lavori più recenti nati in collaborazione con l’AAMOD, E tu come stai?, dedicato alla lotta della GKN e al movimento Insorgiamo. Il suo intervento è una riflessione a cuore aperto sulla responsabilità e le possibilità di documentare il conflitto sociale oggi.
La sezione Prospettive amplia lo sguardo verso il presente e il futuro, affrontando il nodo centrale della transizione digitale, ma anche le possibilità di riuso creativo e la complessità delle questioni giuridiche, etiche e culturali che ogni archivio audiovisivo contemporaneo è chiamato ad affrontare. Luca Ricciardi ricostruisce le attività sperimentali condotte dall’AAMOD negli ultimi dieci anni, in particolare nell’ambito del Premio Zavattini, e riflette su come queste esperienze abbiano contribuito a delineare un nuovo modello di archivio: attivo, dinamico, attraversato dalle pratiche delle nuove generazioni di cineasti, ma sempre connesso alla propria storia. Di queste nuove forme di racconto e autorappresentazione si occupano anche Monica Repetto, che si sofferma sull’autofiction e le sue implicazioni, e Gabriele Ragonesi, che propone un dialogo con giovani autori coinvolti nei progetti dell’AAMOD. Emergono qui questioni cruciali: l’uso delle immagini altrui, il confine tra documentazione e appropriazione, il diritto d’autore e il diritto all’immagine. Intervengono in merito due voci autorevoli come Marco Bertozzi e Fiona Macmillan, che con approcci diversi pongono interrogativi urgenti e indicano piste di riflessione. L’uso del digitale è al centro anche degli interventi di Rossella Catanese e Valentina Valente, che esplorano le implicazioni ontologiche della conversione degli archivi analogici in codice binario: cosa rimane dell’originale? cosa diventa “storico” in un supporto digitalizzato? quale memoria si conserva e quale si perde? Il tema si amplia ulteriormente nel contributo di Vittorio Iervese, che mette in discussione la capacità degli archivi tradizionali di raccogliere e gestire l’immenso flusso di immagini “nate digitali” prodotte ogni giorno da milioni di persone sui social, attraverso smartphone e piattaforme. Infine, Teresa Numerico affronta con lucidità e spirito critico il tema oggi ineludibile dell’intelligenza artificiale generativa, riflettendo su come essa si intrecci inevitabilmente con la logica archivistica e sul rischio di una rimozione culturale collettiva di cui gli archivi stessi potrebbero essere, inconsapevolmente, complici.
Nell’ultima parte, Percorsi, si dà conto delle attività più recenti e delle linee d’azione permanenti dell’AAMOD. Si tratta di una sorta di mappa ragionata che restituisce il ruolo dell’AAMOD come spazio pubblico della memoria, ma anche come luogo di incontro tra generazioni, linguaggi e forme narrative.
Quello che emerge da queste pagine è il ritratto sfaccettato e profondamente attuale di un’istituzione culturale che, pur tra mille difficoltà, ha saputo reinventarsi senza perdere la propria identità, e che oggi si pone come soggetto cruciale nella definizione di un nuovo modello di archivio: non solo contenitore di documenti, ma strumento critico per leggere il mondo
#aamod #aamodArchivioAudiovisivoDelMovimentoOperaioEDemocratico #aiso #annali #annaliAamod #annaliDellaamod #ansanoGiannarelli #archivi #archivio #archivioAudiovisivo #archivioAudiovisivoDelMovimentoOperaioEDemocratico #cesareZavattini #christianUva #cittoMaselli #collanaAnnaliAamod #edizioniEffigi #effigi #ettoreScola #federicoValacchi #letiziaCortini #lidiaPiccioni #lucaRicciardi #paolaScarnati #piuLibriPiuLiberi #pietroMontani #quarantanniEOltre #quarantanniEOltreStorieEProspettiveDiUnArchivioAudiovisivo #vincenzoVita #zavattini
Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria | Più libri più liberi
Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria 4 - 8 dicembre 2025Più libri più liberi
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[Photo] Raccolta di foto varie di treni scattate nella stazione di Milano Centrale il 27 e 29 novembre 2025
Raccolta di foto varie di treni scattate nella stazione di Milano Centrale il 27 e 29 novembre 2025
Post originale: treni.creeperiano99.it/tg/1528
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TARI a Catania, la realtà supera la fantasia
Per una ipotetica rubrica “Lo dico ad Argo”, che ancora non esiste ma che potremmo pensare di avviare, ci arriva – da un lettore che chiameremo Bruno – un racconto che sembra un’invenzione buffa e paradossale. Si tratta, invece, della testimonianza veritiera di un cittadino che vive sulla propria pelle non solo i disservizi del Comune ma anche le arroganti pretese di far pagare ai contribuenti […]
Leggi il resto: argocatania.it/2025/12/05/tari…
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Nilox presenta Carrycam: la mini action cam più piccola di una chiave da portare sempre con sé
Nilox, brand di tecnologia per lo sport e la vita outdoor, amplia ulteriormente la sua offerta nel comparto foto e video con la nuova Carrycam, la mini action cam progettata per chi ama raccontare la propria vita in modo spontaneo e con uno stile retrò.La Carrycam da diverse prospettive
Nuovo must-have per gli amanti dei gadget originali, la nuova Carrycam di Nilox unisce stile e funzionalità in un formato sorprendentemente piccolo. Più piccola di una chiave e super leggera, Carrycam misura circa 3 x 4 cm e pesa solo 18 grammi, si aggancia facilmente al portachiavi o si trasforma in un charm da borsa super cool, diventando il compagno perfetto da avere sempre con sé - pronta a catturare ogni momento “aesthetic” della giornata.Kit per il trasporto, il download delle foto nello smartphone e il cavo di ricarica usb-a a usb-c
La caratteristica distintiva di Carrycam è l’approccio alla fotografia, che richiama la recente rinascita dell’estetica lo-fi. La risoluzione HD 720p a 30fps e lo schermo LCD da 0,96’’ permettono di registrare video, scattare foto ed esprimere la propria creatività grazie a cinque filtri diversi, e di dare ai propri contenuti un irresistibile tocco vintage in perfetto stile anni ’90.La Carrycam collegata allo smartphone per il download delle foto
La batteria da 200 mAh garantisce circa 75 minuti di registrazione continua, perfetti per catturare un pomeriggio fuori, una festa, una passeggiata o qualsiasi momento che valga la pena ricordare. Con il mini connettore Type-C incluso è possibile trasferire in un attimo foto e video sul proprio smartphone per condividerli immediatamente sui propri social.
Carrycam è disponibile al prezzo di 29,99 euro in due colorazioni: nero e rosa.
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leggete (sempre) ‘il cucchiaio nell’orecchio’
continua qui: ilcucchiaionellorecchio.it/202…
grazie a Gaetano Altopiano
#ilCucchiaioNellorecchio #presaInProsa #prosa #prosaBreve #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca #testiDiMgInRete #testiDiMgOnline
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Post di prova da Raccoon
Questo è un post di prova pubblicato dall’app Raccoon, dopo l’installazione del plugin #WordPress Enable mastodon app, una soluzione che implementa in un qualsiasi sito Wordpress le API di mastodon.
Obiettivi
L’obiettivo è capire se i tag di formattazione presenti su Raccoon, come quelli del grassetto, del corsivo, del sottolineato, del testo monospazio e del barrato, funzionano.
Vorrei […]
Questo è un post di prova pubblicato dall’app Raccoon, dopo l’installazione del plugin #WordPress Enable mastodon app, una soluzione che implementa in un qualsiasi sito WordPress le API di mastodon.
Obiettivi
L’obiettivo è capire se i tag di formattazione presenti su Raccoon, come quelli del grassetto, del corsivo, del sottolineato, del testo monospazio e del barrato, funzionano.
Vorrei provare anche le citazioni ma non so bene quale tag utilizzare…
…quindi Ne utilizzo due.
Vediamo invece se funzionano le menzioni e come vanno trattate:
@test
@test
Allego anche un’immagine per capire come verrà visualizzata su WordPress
#Activitypub #Raccoon
informapirata.it/2025/12/04/po…
#ActivityPub #Raccoon #wordpress
informapirata.it/2025/12/04/po…
Enable Mastodon Apps
Allow accessing your WordPress with Mastodon clients. Just enter your own blog URL as your instance.WordPress.org
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Creatori di Dio.
Nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996 sette monaci trappisti francesi vengono rapiti da un gruppo di fondamentalisti nel monastero di Tibhirine, in Algeria, e uccisi il 21 maggio dello stesso anno. La loro vicenda di cristiani in dialogo con l’islam, che ha ispirato anche il film Uomini di Dio di Xavier Beauvois, si arricchisce ora di documenti inediti, rinvenuti dall’autrice del libro nella biblioteca del monastero, ma anche in Marocco e in Francia. Si tratta dei Bollettini del gruppo di dialogo cristiano-islamico Ribât Es-Salâm (Vincolo della pace), che proprio a Tibhirine prese forma nel 1979 con la partecipazione di tre monaci e di altri membri cattolici e sufi. Altri testi documentano l’attività dei primi diciassette anni di vita di questa «utopia evangelica», testimonianza di un prezioso e insolito cammino spirituale alimentato dal rispetto reciproco e da un confronto interreligioso che parte dalla lettura della Bibbia e del Corano.
Dal libro
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oggi, 4 dicembre, “oggettistica”: incontro in collegamento con l’università di perugia h. 12:30
grazie a Fabrizio Scrivano per questo invito
link per assistere: t.ly/0jBvh
#dipartimentoDiLettere #fabrizioScrivano #letteratura #mg #oggetti #oggettiLetterari #oggettistica #oggettivita #teoriaDellaLetteratura #tic #ticEdizioni #universitaDegliStudiDiPerugia #universitaDiPerugia
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11 dicembre, milano: convegno “‘andate, mie parole’. antonio porta poeta, intellettuale, editore (1935.2025)”
Antonio Porta – foto Rose (Apice)
Si tiene giovedì 11 dicembre 2025, alle ore 10:00, nella Sala lauree di via Conservatorio 7 dell’Università Statale di Milano, il convegno di studi «Andate, mie parole». Antonio Porta poeta, intellettuale, editore (1935-2025). Poeta, narratore, autore teatrale, critico e instancabile organizzatore culturale, Antonio Porta – pseudonimo di Leo Paolazzi (Vicenza, 1935 – Roma, 1989) – è stato tra i maggiori esponenti della Neoavanguardia italiana, presente nell’antologia dei Novissimi e membro del Gruppo 63. Dagli anni Ottanta avvia un originale percorso centrato sulla “sfida orizzontale della comunicazione” e sulla centralità della voce.
Organizzato da Stefano Ghidinelli, docente di Letteratura italiana contemporanea, e Roberta Cesana, docente di Archivistica, bibliografia e biblioteconomia, per il novantesimo anniversario della nascita e promosso da APICE – Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale, prende le mosse dalla ricchissima documentazione conservata nel suo archivio: materiali preparatori, abbozzi, progetti, un vasto epistolario e una biblioteca di circa 4500 volumi, che permettono di esplorare le molte dimensioni della sua attività.
Il programma prevede interventi sulle prime raccolte poetiche (Federico Francucci), sulla produzione teatrale (Giovanna Lo Monaco), sulle sperimentazioni verbo-visive (Alessandro Moro), oltre alla rilettura del poemetto Balene delfini bambini (Alessandro Terreni), alla ricostruzione del rapporto con Giovanni Raboni (Luca Daino) e a un approfondimento sul lavoro editoriale di Porta (Roberta Cesana). La giornata si chiuderà con una tavola rotonda coordinata da Paolo Giovannetti, con Maria Pia Quintavalla, Laura Di Corcia, Stefano Raimondi e Tommaso Di Dio.
L’archivio Antonio Porta ad APICE
Acquisito nel 2003, il Fondo Porta comprende la biblioteca personale del poeta – circa 4500 volumi di poesia e letteratura italiana e straniera – e un articolato archivio di carte preparatorie, prime stesure, varianti e materiali relativi a romanzi, racconti, testi teatrali, articoli e interventi pubblici. Di grande rilievo l’epistolario, che copre dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta e documenta i rapporti con i principali protagonisti della Neoavanguardia, tra cui Renato Barilli, Michele Perriera, John Picchione, Paolo Ruffilli e Adriano Spatola. Completano il Fondo una raccolta completa degli scritti pubblicati, una ricca rassegna stampa e materiale iconografico, tra cui manifesti teatrali e opere originali di poesia visiva.
L’iniziativa sarà accessibile anche in diretta streaming.
Contatti
Centro Apice – Archivi della parola, dell’immagine e della comunicazione editoriale
apice.biblioteca@unimi.it
Tel. 02 503 32053 – 32054
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«Andate, mie parole». Studi su Antonio Porta a 90 anni dalla nascita | La Statale News
Un convegno all’Università Statale di Milano ripercorre l’opera e l’eredità del poeta, intellettuale ed editore tra i protagonisti della Neoavanguardia.lastatalenews.unimi.it
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11 dicembre, milano: incontro sull’opera di antonio porta
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#alessandroTerreni #alessandroMoro #antonioPorta #apice #convegno #elisaGambaro #giovannaLoMonaco #lauraDiCorcia #lucaDaino #mariaPiaQuintavalla #marioPaolazzi #paoloGiovannetti #robertoCesana #rosemaryLiedl #stefanoGhidinelli #stefanoRaimondi #tommasoDiDio #universitaDegliStudiDiMilano
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francesco forlani il 6 dicembre a plpl con “l’amico spagnolo” (exorma, 2025)
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#exorma #francescoForlani #ilariaGaspari #plpl #presentazione
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Samsung Galaxy Z TriFold: la nuova frontiera dell’innovazione mobile
Samsung ha annunciato il lancio di Galaxy Z TriFold, consolidando la propria leadership nei nuovi form factor progettati per l’era dell’AI mobile. Basato su dieci anni di innovazione nel settore dei dispositivi pieghevoli, Galaxy Z TriFold rappresenta il massimo dell’ingegneria grazie alle sue tecnologie più avanzate, ottimizzate per le esigenze uniche di un design multifold.
Plasmare il futuro
Supportato da ricerca e sviluppo all’avanguardia, produzione end-to-end e rigorosi controlli qualità, Galaxy Z TriFold dimostra come Samsung continui a stabilire nuovi standard per smartphone che massimizzano le prestazioni senza rinunciare alla portabilità. L’esperienza decennale dell’azienda nel campo dei pieghevoli ha ispirato l’esclusiva esperienza multifolding di Galaxy Z TriFold, che utilizza un design pieghevole verso l’interno per proteggere il display principale. Il meccanismo di piegatura è stato ingegnerizzato con precisione per garantire facilità d’apertura e chiusura, e un sistema di avvisi automatici segnala eventuali piegature errate tramite notifiche sullo schermo e vibrazioni.Grazie ad una struttura a doppio binario, le cerniere dello smartphone lavorano in perfetta sinergia per garantire una piega più fluida e stabile
Un prodigio di ingegneria
Con uno spessore di soli 3,9 mm nel suo punto più sottile, Galaxy Z TriFold offre prestazioni da vero top di gamma grazie alla piattaforma Snapdragon 8 Elite Mobile per Galaxy, alla fotocamera da 200 MP e alla batteria più grande mai utilizzata da Samsung in un telefono pieghevole. Il sistema a tre celle da 5600 mAh è distribuito in ciascun pannello del dispositivo per garantire un’erogazione di energia bilanciata, una migliore gestione termica e un’autonomia che dura tutto il giorno. Abbinato alla ricarica super-rapida da 45 W, il device permette di guardare contenuti in streaming, creare e lavorare fruendo di una lunga autonomia.
Per bilanciare la potenza di un dispositivo ultra-performante in un corpo sottile e portatile, è stato effettuata una completa ottimizzazione delle tecnologie pieghevoli principali. Ogni componente è stato progettato con la massima attenzione all’innovazione strutturale e alla qualità del prodotto:
- le cerniere più avanzate di sempre di Samsung: per soddisfare le esigenze uniche di Galaxy Z TriFold, sono state sviluppate due cerniere di dimensioni diverse che, grazie a una struttura a doppio binario, lavorano in perfetta sinergia per garantire una piega più fluida e stabile, nonostante la diversa distribuzione di peso e componenti all’interno del dispositivo
- display pieghevole riprogettato: il device adotta una nuova tecnologia in grado di supportare un ampio schermo da 10 pollici con doppia piega. Per aumentarne la resistenza su tutta la superficie del display, è stato aggiunto un rivestimento rinforzato allo strato ammortizzante del pannello;
- materiali avanzati per l’esterno: il rivestimento in titanio della cerniera integra un elemento metallico sottile che protegge il meccanismo di piega e resiste all’usura nel tempo. La scocca è realizzata in Advanced Armor Aluminum, una lega ad alta resistenza che aggiunge solidità senza incidere sul peso complessivo.
È possibile sfruttare il display con massima flessibilità utilizzando tre app in formato verticale affiancate senza interruzioni
Il telefono AI più versatile di Samsung
La produttività su Galaxy Z TriFold raggiunge nuovi livelli grazie a esperienze immersive, pensate su misura per il display da 10 pollici, lo schermo più ampio mai visto su uno smartphone Galaxy. Aperto, il display funziona come tre smartphone da 6,5 pollici disposti sullo schermo da 10 pollici, offrendo molto più spazio per il multitasking. Gli utenti possono sfruttare il display con massima flessibilità: possono creare utilizzando tre app in formato verticale affiancate senza interruzioni, ridimensionare le finestre per visualizzare chiaramente le informazioni più importanti oppure tenere il dispositivo in verticale durante la revisione di documenti per una migliore lettura. Anche app e funzionalità familiari, come Archivio e Samsung Health, sono state ottimizzate per il grande schermo, permettendo di organizzare meglio i contenuti e visualizzare le informazioni in modo immediato.
Ogni dettaglio curato nei minimi particolari
Ogni dettaglio di Galaxy Z TriFold è progettato per l’eccellenza e, grazie a Galaxy AI, tutto diventa più intuitivo sul grande display. Funzioni come Assistente Foto, Modifica Generativa e Bozza su immagine si adattano perfettamente, permettendo di creare e modificare con la massima versatilità. Gemini Live è ottimizzato con un’AI multimodale capace di comprendere ciò che gli utenti vedono, dicono e fanno. Il grande schermo offre anche suggerimenti di design: mostrando una stanza, un sito di shopping e delle palette di colori, l’AI saprà fornire consigli personalizzati.Il Galaxy Z TriFold vanta un display Dynamic AMOLED 2X con refresh rate fino a 120 Hz
L'impeccabile schermo Samsung
Grazie alla lunga esperienza di Samsung nel campo dei display, Galaxy Z TriFold offre immagini fluide e impeccabili tramite il display di copertura Dynamic AMOLED 2X con refresh rate fino a 120 Hz. Il dispositivo garantisce una luminosità elevata sia da aperto sia quando chiuso, raggiungendo fino a 2600 nit sul display esterno e 1600 nit su quello principale. La tecnologia Vision Booster ottimizza colori e contrasto in ogni condizione di luce, dando vita a immagini e fotogrammi ricchi di dettagli per un’esperienza davvero immersiva.
Disponibilità e offerte
Galaxy Z TriFold sarà disponibile in Corea a partire dal 12 dicembre 2025, seguito da altri mercati globali, tra cui Cina, Taiwan, Singapore, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti. Attendiamo dall'azienda di conoscere la data di immissione del dispositivo sul nostro mercato.
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Recensione non richiesta e in ritardo
Potrebbe sembrare, ma non è, il titolo di una vecchia canzonetta che invece è “Vieni, c’è una strada nel bosco” ma visto che nel testo della canzone c’è una specie di casa va bene lo stesso.
Anche se il primo spunto è arrivato da una nota vicenda di cronaca, non sarà l’ennesimo parere su quel caso ma sicuramente si noteranno facilmente numerosi […]
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5 dicembre, roma: maurizio ceccato alla fondazione toti scialoja
#fondazioneScialoja #fondazioneTotiScialoja #grafica #illustrazioniPerLuso #inaugurazione #italoSvevo #italosvevo #italosvevoEditore #maurizioCeccato #mostra #rebusSineVerbis
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bologna, 4 dicembre e roma, 6 dicembre: “una ragione di più per andare all’inferno. vedere, pasolini”, di andrea cortellessa
UNA RAGIONE DI PIU’ PER ANDARE ALL’INFERNO. VEDERE, PASOLINI
di Andrea Cortellessa (Treccani libri 2025)
Bologna, Sala conferenze del MAMbo, giovedì 4 dicembre – h 18:00
MARCO A. BAZZOCCHI e BEATRICE SELIGARDI ne parlano con l’autore
Roma, Sala Elettra della Nuvola all’EUR, sabato 6 dicembre – h 13:00
(nell’ambito di PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI)
ELISABETTA BENASSI e STEFANO CHIODI ne parlano con l’autore, insieme a
SILVIA DE LAUDE autrice di L’invenzione del diverso. Pier Paolo
Pasolini e Mario Mieli (il Saggiatore 2025)
locandine:
#andreaCortellessa #beatriceSeligardi #elisabettaBenassi #ilSaggiatore #mambo #marcoABazzocchi #marcoBazzocchi #marioMieli #pasolini #piuLibriPiuLiberi #pierPaoloPasolini #plpl #ppp #salaConferenze #silviaDeLaude #stefanoChiodi #treccaniLibri
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oggi, 3 dicembre, theo panagopoulos alla fondazione baruchello
Fondazione Baruchello presenta:
Theo Panagopoulos _ The Flowers Stand Silently, Witnessing
Proiezione e dibattito
3 dicembre 2025, ore 18:00
Via del Vascello 35, Roma
La Fondazione Baruchello, oggi, mercoledì 3 dicembre alle ore 18:00, presenta il film The Flowers Stand Silently, Witnessing (2024), di Theo Panagopoulos. La proiezione sarà seguita da una conversazione con Sara Alberani, Marcella Muraca, Carla Subrizi e Paola Ugolini.
L’opera di Theo Panagopoulos è il contributo installato nella Project Room all’interno del progetto “Terra come Terra”, che si articola attraverso una serie di appuntamenti, workshop, tavole rotonde, installazioni, interventi artistici dal novembre 2025 fino al luglio 2026. La Project Room è uno spazio lasciato aperto e che si trasformerà nel tempo attraverso l’intervento e il contributo di artisti, curatori, filmmaker, scrittori e chiunque avrà voglia di partecipare.
Il film nasce nel 2023 quando il regista, residente in Scozia, scopre un raro archivio cinematografico sconosciuto dedicato ai fiori selvatici palestinesi e decide di recuperare e reclamare il materiale filmato. The Flowers Stand Silently, Witnessing – film-saggio che riusa le registrazioni di un missionario scozzese nella Palestina degli anni ’30 e ’40 – mette in discussione il ruolo della creazione di immagini come strumento sia di testimonianza che di violenza, quando messo in relazione al legame tra le persone e la terra.
Theo Panagopoulos è un regista greco-libanese-palestinese e dottorando di base in Scozia. Il suo lavoro esplora temi quali la memoria collettiva, lo sradicamento, l’identità frammentata e il linguaggio in una prospettiva al tempo stesso politica e poetica
#appuntamenti #carlaSubrizi #fondazioneBaruchello #installazioni #interventiArtistici #marcellaMuraca #palestina #paolaUgolini #projectRoom #saraAlberani #tavoleRotonde #terraComeTerra #theFlowersStandSilentlyWitnessing #theoPanagopoulos #workshop
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Con gli occhi al cielo, dall’Italia al Sahara
edu.inaf.it/news/eventi/report…
Le attività astronomiche realizzate durante il programma di accoglienza dei Piccoli Ambasciatori di Pace Saharawi in Italia
#astronomia #IAU #pace #Saharawi
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oggi, 3 dicembre: “una serata per pasolini” con i racconti di giuseppe garrera, a sostegno di ‘spazio etico’
A Roma, oggi, mercoledì 3 dicembre – dalle 20 alle 23 – al casaletto del Parco della Cellulosa (vicolo della Cellulosa 1), una serata dedicata a Pier Paolo Pasolini con i racconti di Giuseppe Garrera.
Incluso rinfresco biologico (con il contributo di Hettaro). Contributo per la serata: 10 € a sostegno delle attività socioculturali di Spazio etico e del Comitato Promotore del Parco della Cellulosa. È necessario prenotare (max 55 posti): info@spazioetico.it – 347 063 2009
#comitatoPromotoreDelParcoDellaCellulosa #giuseppeGarrera #hettaro #parcoDellaCellulosa #pasolini #pierPaoloPasolini #ppp #sostegno #spazioEtico
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Civita, un progetto per i turisti che ignora le esigenze dei residenti
Rendere la città attraente per i turisti, ripensarla in funzione dei crocieristi piuttosto che dei residenti che in essa abitano, lavorano, crescono i loro figli, necessitano di servizi pubblici efficienti, dai trasporti alle scuole.
Mentre l’Amministrazione vende l’immagine scintillante di una città che, facendosi bella per i visitatori, diventa più vivibile per i residenti, non sempre […]
Leggi il resto: argocatania.it/2025/12/03/civi…
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informapirata ⁂
in reply to informapirata • • •questo post è adorabile! 😍
(peccato che non ho capito come far funzionare la menzione e il testo citato)
informapirata ⁂
in reply to informapirata ⁂ • • •informapirata
in reply to informapirata ⁂ • • •@informapirata @informapirata provo a rispondere e a menzionare qualche utente a caso.
Voglio anche provare a vedere se la formattazione funziona
@macfranc @macfranc @macfranc
informapirata
in reply to informapirata • • •Re: Post di prova da Raccoon
Elena Brescacin
in reply to informapirata • • •Elena Brescacin
in reply to informapirata • • •@test Adesso tu se riesci, @informapirata@mastodon.uno fai un altro test. Prova a rispondere a un post mio (se hai il client multi-account) e dimmi se ti viene questo messaggio qui.
Impossibile inviare il tuo messaggio, Il server plusbrothers.net ha riscontrato un problema: rest_invalid_param (400)
Ho aperto una issue (273 su github del plugin) e per sistemarla l'autore ha fatto due pull request che però non ha ancora caricato come update nel componente Enable Mastodon Apps
informapirata
in reply to Elena Brescacin • • •Elena Brescacin
in reply to informapirata • • •lgsp
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