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L’ultima presentazione di “Gente con la chitarra”. Intendo proprio l’ultima, è arrivato il momento di pensare ad altro. Ed è avvenuta in una cornice speciale e in un modo speciale.
radiotarantula.wordpress.com/2…


E così abbiamo fatto pure questa. Grazie a Orlando Volpe e a Roberto Di Lodovico.


IlBlues.org: Michele Dal Lago e Giusi Pesenti – un viaggio musicale


Bellissima serata al Bo.Po di Ponteranica (BG), dove si sono esibiti il chitarrista e cantante Michele Del Lago e la cantante e percussionista Giusi Pesenti. Nonostante i due siano nella scena da diversi anni, non avevo mai avuto il piacere di ascoltarli live...

ilblues.org/michele-dal-lago-e…


Dal mio blog: su Narciso e lo specchio


Quello che fa ammalare il giovane Narciso non è affatto il desiderio di amare sé stesso: resta sconvolto quando scopre di essere egli stesso l’oggetto del proprio amore, che ha rivolto il suo desiderio verso un sé stesso contemporaneamente altro da sé...
!Psicologia - Gruppo Forum

massimogiuliani.it/blog/2025/0…



Gregory Bateson, pensiero metaforico e psicoterapia oggi al Centro Milanese di Terapia della Famiglia (sede di Monza).


“Il linguaggio non si può utilizzare come uno strumento per rivelare il mondo esterno. Al contrario (...) noi ci realizziamo in un accoppiamento linguistico reciproco, non perché il linguaggio ci permette di dire quello che siamo, ma perché siamo nel linguaggio”.


"Robert Johnson, con le sue abilità di chitarrista, stava dando forma alla transizione fra il vecchio blues di Charlie Patton, Henry "Ragtime Texas" Thomas, Lead Belly o anche Son House, e l'approccio e le sonorità più moderne di Muddy Waters e dei bluesman del secondo dopoguerra. Suonava blues, canzoni, jazz e ragtime; fu il primo a usare ampiamente il riff come elemento caratterizzante della canzone, e uno dei primi a adottare una pulsazione boogie nell'accompagnamento, a imitazione dei bassi ritmati e incalzanti scanditi con la mano sinistra dai pianisti barrelhouse. Il suo stile strumentale liberò i chitarristi dall'angustia della prima posizione, aprendo loro l'intera estensione della tastiera e rivelando così possibilità musicali che prima erano state prerogativa esclusiva dei chitarristi jazz".

Bruce Conforth e Gayle Dean Wardlow, "Il diavolo, probabilmente. Vita di Robert Johnson"


Ciao @Polibronson 🦋 , l'ho trovata nel Playstore di Android, ma forse avevo letto da qualche parte della sua esistenza. Mi ci trovo bene, guarda, è praticamente la miniatura del sito.


@djpanini ah ecco, grazie. Ma l'app ufficiale qual è? Quella che ho io, simile al sito?


Andarsene da Facebook


@Massimiliano Polito pubblica una serie di articoli utili sia a chi se ne vuole andare dai social zuckeschi, sia a chi si sta orientando nel Fediverso. Sono raccolti qui:
orizzontisfocati.it/category/a…


Bob Dylan e il "mito dell'acusticità"


Grazie al film A Complete Unknown di James Mangold tornano d'attualità i fatti di Newport 1965, quando sul palco del Folk Festival Bob Dylan fu contestato (al grido di "suonate musica folk!") perché suonò un set elettrico con la Paul Butterfield Blues Band.
Per dire quanto fosse accecante l'ideologia della purezza acustica, “Mr. Tambourine Man” e “It's All Over Now, Baby Blue”, dai testi densi di immagini oscuramente visionarie, in quel clima venivano accolte come dolci ballate. La chitarra acustica era in qualche modo garante delle convenzioni della musica folk.
Nel libro Guitar Cultures curato da Andy Bennett e Kevin Dawe (2001), un saggio di Peter Narváez (“Unplugged: Blues Guitarists and the Myth of Acousticity”) racconta il "mito dell'acusticità", l'ideologia della "purezza acustica".

Thanks to James Mangold's film A Complete Unknown, the events of Newport 1965 are back in the news. On stage at the Folk Festival Bob Dylan was challenged (to the cry of “play folk music!”) because he played an electric set with the Paul Butterfield Blues Band.
To say how blindingly acoustic purity ideology was, “Mr. Tambourine Man” and “It's All Over Now, Baby Blue,” with lyrics dense with darkly visionary imagery, were received as sweet ballads in that climate. The acoustic guitar was somehow a guarantor of folk music conventions.
In the book Guitar Cultures, edited by Andy Bennett and Kevin Dawe (2001), an essay by Peter Narváez (“Unplugged: Blues Guitarists and the Myth of Acousticity”) explains the “myth of acousticity,” the ideology of “acoustic purity.”