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Da cosa dipenderà la crescita dell’economia nel 2023


La guerra russo-ucraina rende ancor più complesse le previsioni: occorre costruire le prospettive del 2023 a cominciare dalla pace, anche con l’intervento di garanzia dell’Onu. Ciò favorirà anche una più solida ripresa dello sviluppo in ogni parte del mon

La guerra russo-ucraina rende ancor più complesse le previsioni: occorre costruire le prospettive del 2023 a cominciare dalla pace, anche con l’intervento di garanzia dell’Onu. Ciò favorirà anche una più solida ripresa dello sviluppo in ogni parte del mondo direttamente o indirettamente coinvolta nel conflitto. I costi dell’energia stanno diminuendo prima delle previsioni e potrà ridursi l’inflazione, evitando nuove crescite dei tassi e i rischi di recessione. Il 2022 è stato determinante per superare l’eccessiva dipendenza dell’Europa da un solo fornitore e la troppo lenta spinta per le energie rinnovabili. La crisi energetica è di straordinario stimolo per investimenti per migliori qualità della vita e tutela dell’ambiente.

La guerra in Ucraina e l’emergenza energetica sono veri e forti stress test per l’economia, rallenta noi commerci internazionali e i movimenti delle persone. Il mondo finanziario è fra i più esposti ai rischi e lo confermano gli incerti andamenti dei mercati nel 2022. L’auspicato “scoppio della pace” e la ricostruzione dell’Ucraina porteranno nuove spinte alle attività economiche e fiducia nei mercati, come spesso
avviene nei dopoguerra. Le banche hanno resistito alla pandemia e al primo anno della guerra ucraina e sostenuto l’economia. Se la guerra continuasse, il 2023 sarebbe a rischio di recessione in vari settori. All’Unione Europea servono altri passi in avanti, dopo i rilevanti nella pandemia e i parziali nell’energia.

Servono iniziative per rendere omogenee le legislazioni connesse al mercato unico, oggi frequentemente diverse e che non favoriscono la crescita comune. L’Unione bancaria rappresenta uno dei settori più avanzati dell’Ue: la Vigilanza unica e le norme promosse da Eba e Bce hanno fatto compiere molti passi avanti. Invece il “terzo pilastro”, la garanzia unica europea dei depositi (oggi garantiti dai Fondi interbancari nazionali), non è progredito, impedito da inammissibili condizioni di alcuni Stati a carico dei debiti pubblici di altri Stati. Il vero “terzo pilastro” dell’Unione bancaria, più che mai necessario e possibile, consiste negli indispensabili Testi Unici europei innanzitutto in diritto bancario, finanziario e penale dell’economia, riforme che non costano e che favorirebbero la maggiore integrazione bancaria ed economica e la crescita di banche europee di dimensioni competitive con i giganti americani e asiatici.

Il 2023 porterà a un chiarimento in Italia anche sulle prospettive del tanto discusso Mes, il “fondo salva Stati”. Lontani dalle polemiche politiche, occorre responsabilmente essere consapevoli della necessità di avere conti in ordine, senza eccessi di debito pubblico, per evitare di ricorrere ai vari strumenti eccezionali salva Stati (non c’è solo il MES). Il Parlamento italiano dovrà valutare anche quanto il MES può concorrere a proseguire la costruzione dell’Ue. È in corso una rivoluzione tecnologica, accelerata dalla fase più acuta della pandemia, che ha contribuito a mutare le abitudini: il lavoro in parte a distanza, le riunioni sempre più in videoconferenza, gli acquisti anche on line cambiano
volto anche a città e campagne.

La rivoluzione tecnologica è irreversibile, anche se talune abitudini precedenti potranno sopravvivere o addirittura parzialmente riprendersi. Nella rivoluzione tecnologica, i servizi di pagamento sono fra gli elementi più connettivi, indispensabili a distanza e sempre più utilizzati. Negli Usa l’evoluzione tecnologica nei pagamenti è avanzata prima: americani sono i principali circuiti mondiali di pagamento. Anche in Italia sono stati effettuati ingentissimi investimenti tecnologici, finanziari, bancari, ecc. per sistemi di pagamento sempre più diversi,
innovativi e competitivi. Debbono essere sempre rispettatigli investimenti effettuati e la libertà di scelta di ciascuno per ogni pagamento. Già nel 2012 venne insediato in Italia un Tavolo di confronto fra i protagonisti dei settori economici e le Autorità anche di Vigilanza bancaria e di concorrenza del mercato.

La legge di Bilancio per il 2023 ha deliberato la costituzione di un nuovo Tavolo fra i protagonisti dei sistemi di pagamento e degli altri settori
economici, in presenza delle Autorità. Il Tavolo porterà ad un trasparente chiarimento sulle diversità e complessità dei sistemi di pagamento, sulla catena di differenti soggetti che li assicurano: tecnologici, circuiti internazionali e nazionali, emittenti, distributori, consumatori e percettori. La concorrenza e l’innovazione hanno progressivamente ridotto i diversi costi delle transazioni elettroniche, mentre sussistono anche costi per la gestione del contante. Il Tavolo servirà a chiarire equivoci e a rendere ciascuno più consapevole dei problemi altrui e potrà favorire evoluzioni, rispettando i ruoli di ogni impresa e le libere scelte di ciascuno. Ogni modernizzazione nei sistemi di pagamento ha prodotto problemi iniziali, poi superati, come nell’Ottocento, quando alle monete metalliche si affiancarono le banconote.
Nessuno può, infatti, bloccare le innovazioni e l’avvenire.

Il Resto del Carlino

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USA: i travagli dell’economia continuano nel 2023


Nel dicembre 2021, la maggior parte degli americani attendeva con impazienza un 2022 tranquillo e prospero. I casi di COVID-19 erano in calo, il mercato azionario era in rialzo e i posti di lavoro erano abbondanti. Cosa è andato storto? Molte cose hanno fatto. Il trauma geopolitico è venuto prima. Dopo un caotico ritiro militare […]

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Serbia-Kosovo, Aleksandar Vucic: "L'Occidente ci ricatta" - Kulturjam

"Il continente europeo è molto vicino all’apertura di un nuovo fronte bellico al proprio interno, questa volta a causa delle crescenti tensioni tra la Serbia e il governo dell’autoproclamato Kosovo. Come nella crisi ucraina, l’Occidente atlantista a guida statunitense sta giocando un ruolo di primo piano nell’acuire le tensioni tra le parti, dimostrando ancora una volta la propria natura bellicista."

kulturjam.it/politica-e-attual…



La solidarietà NATO secondo la Turchia


Nonostante i diversi punti di vista, la NATO ha dimostrato di essere l’Alleanza più resiliente al mondo durante tutto il suo inizio settant’anni fa. Durante questo periodo, specialmente in periodi di incertezza o quando l’incapacità del sistema internazionale nel suo complesso ha causato l’inerzia nell’affrontare gravi crisi all’interno e intorno all’area euro-atlantica, la rilevanza o […]

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Ucraina: l’Europa potrebbe fare ancora di più per sostenere i rifugiati


Quasi 8 milioni di rifugiati sono fuggiti dall’Ucraina dall’invasione della Russia a febbraio, la più grande ondata di rifugiati in Europa dalla seconda guerra mondiale, con la maggior parte di quelli che ora si trovano nell’Unione Europea. Queste cifre aumenteranno a seconda della durata e della gravità della guerra. Creare condizioni in cui i rifugiati possano tornare […]

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kRIK KRIEK – L’ESILIATO


#fumetto

Magnifica edizione in grande formato della prima graphic novel di grande respiro per il maestro olandese del fumetto Erik Kriek, che si è fatto conoscere dal pubblico italiano per altri due ottimi lavori pubblicati da Eris Edizioni come quest’ultimo, “H.P.Lovecreaft –Da Altrove e altri racconti” del 2014 e “In the pines” del 2016. “L’esiliato” è la storia di un vichingo islandese che torna a casa dopo sette anni di esilio dovuti ad un omicidio, ed è la storia di un ritorno infausto che comincia a muovere molto avvenimenti che porteranno scompiglio in molte vittime.

iyezine.com/erik-kriek-lesilia…

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Quando corteggiare ‘quasi-alleati’ come l’Ucraina diventa un azzardo


In un recente vertice virtuale, i leader della NATO hanno ribadito la loro intenzione di ammettere l’Ucraina nell’alleanza. In tal modo, hanno indicato una strana preferenza per difendere direttamente l’Ucraina a un certo punto, ma non ora mentre è sotto attacco. In quanto potenza dominante nell’alleanza NATO, ciò pone gli Stati Uniti nella posizione familiare, […]

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Spazio: 5 missioni di esplorazione a cui prestare attenzione nel 2023


È stato un anno ricco di eventi per l’esplorazione spaziale, con successi tra cui il completamento della missione Artemis 1 della Nasa (finalmente), l’inaugurazione del James Webb Space Telescope e il completamento della stazione spaziale cinese Tiangong . Il 2023 sarà un altro anno impegnativo. Ecco cinque delle missioni più entusiasmanti a cui prestare attenzione. […]

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Pallone: la meritocrazia finanziaria


Pallone.
Una società di #pallone torinese che opera ai massimi livelli del settore ha approvato il #bilancio chiuso il 30 giugno 2022 con perdite per duecentotrentotto milioni, fatta grazia degli spiccioli.
Questo, solo per l'anno 2021 perché secondo le gazzette in cinque anni questa stessa società avrebbe perso oltre seicento milioni.
Una gestione di rara oculatezza che secondo i dati a disposizione non è, ovviamente, un caso isolato.
Lo stato che occupa la penisola italiana ha un #governo improntato alla #meritocrazia e i suoi esponenti esortano i laureati a non storcere la bocca davanti alla prospettiva di un lavoretto da #camerieri, magari portato avanti per una trentina d'anni in cambio degli spiccioli e possibilmente in silenzio.
In omaggio a questi principi non negoziabili e con lodevole coerenza, esso, concede alle società di pallone cinque anni di tempo per pagare quanto dovuto al #fisco.



Russia e Cina si sono coalizzate per contrastare le sanzioni degli Stati Uniti - Controinformazione

"Nel mondo è sorta una resistenza organizzata alle sanzioni economiche degli Stati Uniti e dei suoi alleati. La capacità di Washington di esercitare pressioni economiche è dovuta al primato del dollaro sui mercati mondiali. A questo proposito, altri paesi ricorrono a innovazioni finanziarie volte a ridurre il vantaggio americano. Questo si esprime nel rifiuto del sistema bancario SWIFT e nell’uso della moneta elettronica."

controinformazione.info/russia…



#uncaffèconluigieinaudi☕ – Da millenni la sapienza popolare…


Da millenni la sapienza popolare ha affermato la distinzione tra la democrazia e la demagogia da Maior et sanior pars, in “Idea”, gennaio 1945 L'articolo #uncaffèconluigieinaudi☕ – Da millenni la sapienza popolare… proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Da millenni la sapienza popolare ha affermato la distinzione tra la democrazia e la demagogia

da Maior et sanior pars, in “Idea”, gennaio 1945

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fondazioneluigieinaudi.it/unca…



Russia e Iran costruiscono una nuova rotta commerciale per aggirare le sanzioni - L'Indipendemte

"Le sanzioni occidentali imposte ai cosiddetti Paesi non allineati alle politiche dell’unipolarismo statunitense, insieme alla recente crisi russo-ucraina, stanno paradossalmente imprimendo un impulso determinante alla formazione di nuovi equilibri internazionali che si riflettono, da un lato, nella tendenza alla dedollarizzazione e, dall’altro, nel modellamento di nuove rotte commerciali."

lindipendente.online/2022/12/2…



Aggravio


Me lo trovate, per favore, un politico che non sia per la diminuzione della pressione fiscale? Già che vi mettete alla ricerca, me ne trovate uno che non sia per l’aumento di questa o quella spesa? Siccome non li troverete, in mezzo alla marea di quelli c

Me lo trovate, per favore, un politico che non sia per la diminuzione della pressione fiscale? Già che vi mettete alla ricerca, me ne trovate uno che non sia per l’aumento di questa o quella spesa? Siccome non li troverete, in mezzo alla marea di quelli che vogliono meno tasse e più spese, vi sarà chiaro in che consiste il problema: hanno smesso di fare politica. E i politici senza politica diventano vagamente inutili, il che spiega il proliferare di quanti ben rispondono a questo non esaltante profilo.

Promettere sgravi programmando aggravi è sport avvincente per gli amanti del raggiro, ma si risolve in un rumoroso nulla. Fra il tortellino e lo zampone sarà approvata la legge di bilancio, nella rituale corsa che si conclude con il rituale traguardo. Tutto secondo tradizione. Stiamo ai fatti: attorno all’equilibrio dei saldi si muove un pulviscolo di abbozzi senza senno.

Forza Italia avrebbe voluto aumentare le pensioni minime a 1.000 euro, il che sarebbe costato 36 miliardi l’anno, che non ci sono. Se anche ci fossero stati sarebbe stato interessante guardare la faccia di quelli che prendono una pensione da 1000 euro con i contributi effettivamente versati, raggiunti da quanti versarono meno o nulla. Non essendoci soldi per finanziare questa genialata, ci si è accontentati di aumentare le minime in ragione dell’età (ma che criterio è?), al prezzo di 859 milioni in due anni. Prego segnare, perché qualcuno deve pagare.

Questo avviene avendo l’Italia una spesa per le pensioni pari al 17.6% del prodotto interno lordo, superati solo dalla Grecia, a dimostrazione non certo dell’equità sociale, ma della dispendiosa e sperequata iniquità. La media dell’Unione europea è al 13.6%. La Germania si ferma al 12.6%. Spendiamo più degli altri europei, ovvero degli altri Paesi ricchi in cui nessuno fa la fame, e la gara politica è a chi riesce a trovare lo scivolo per fare andare prima in pensione e/o aumentare quelle in pagamento. Ergo chi lavora non potrà pagare di meno, altrimenti la baracca delle regalie s’accartoccia. Siccome la scena è piena di politici che promettono più pensioni e meno cuneo fiscale, ne deriva che anziché cercare il retroscena si dovrà stabilire se tenersi l’avanspettacolo.

Nel Paese in cui quasi tutte le famiglie hanno una casa di proprietà e sui conti correnti sono fermi 2mila miliardi di euro, fa impressione che 50 miliardi siano stati ritirati per pagare le bollette. Ci si dovrebbe impressionare anche, però, del fatto che è il medesimo Paese in cui tutti reclamano d’essere aiutati. Che è il medesimo Paese in cui le imprese fanno sapere che il 41% dei lavori che offrono restano senza lavoratori adeguati. Una enormità. Ma mettiamo che stiano mentendo, gli imbroglioni, diciamo che sono il 30%, anzi no: diamo che sono la metà, il 20%, comunque i conti non tornano, perché basta formare le persone, che mica si deve essere tutti ingegneri aerospaziali, e quei lavori trovano il loro lavoratore che guadagna e paga contributi e imposte. Invece abbiamo una disoccupazione altissima. Ma abbiamo anche la più alta evasione europea dell’Iva, il che significa avere la più alta evasione anche fiscale (fatture mai emesse) e contributiva (lavori in nero). Ed ecco che i conti cominciano a tornare: abbiamo una spesa pubblica alta e disfunzionale; un’evasione alta che sottintende lavori e pagamenti in nero; il che spiega i redditi bassi e i consumi non altrettanto; e aiuta a capire le richieste d’aiuto, che servono a mascherare l’insieme. I politici non sono marziani, ma figli di questo mondo, sicché si presentano promettendo i soldi di altri e assicurando che prenderanno meno. Il nero (si sa) sfina, il Pos (s’è capito) sfila.

Il solo modo per tenere assieme questo autentico falso nel racconto collettivo è dire che si è sempre in crisi e alla fame, anche dopo due anni di crescita imponente e diminuzione del peso percentuale del debito pubblico. Il fastidioso aggravio è ammettere che ce la meritiamo, questa roba.

La Ragione

L'articolo Aggravio proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Errore della sinistra è definire “islamofobia” ogni critica al radicalismo islamico


Ciò che è accaduto nel Parlamento europeo dipende da gruppi privi del senso della politica e della storia che orienta le scelte delle autentiche classi dirigenti Diceva Mark Twain che non conviene fare un uso eccessivo della morale nei giorni feriali: si

Ciò che è accaduto nel Parlamento europeo dipende da gruppi privi del senso della politica e della storia che orienta le scelte delle autentiche classi dirigenti


Diceva Mark Twain che non conviene fare un uso eccessivo della morale nei giorni feriali: si rischia di ritrovarsela tutta stropicciata la domenica. È una regola della politica quella secondo cui, se ci si trova con le spalle al muro, la mossa più conveniente consiste nel «buttarla in morale», ridurre tutto a una faccenda di «mariuoli». Evitando così di parlare delle precondizioni politiche che spiegano l’esistenza del mariuolo.

In che contesto politico si inserisce il Qatargate, questa faccenda di mariuoli e Stati corruttori? Il contesto è dato dall’ambiguo rapporto fra settori della sinistra europea e il fondamentalismo islamico. Il riferimento qui non è, ovviamente, alla sua ala combattente. Ma a quelle forme di fondamentalismo che non fanno ricorso alle armi ma che tuttavia, a causa del loro spirito anti occidentale, sono comunque per noi assai insidiose. Quando in Europa si parla male del Qatar ci si riferisce ai diritti umani violati dall’emirato a casa propria. Ma in gioco c’è di più. Il Qatar, con le sue ricchezze, è uno dei più importanti sponsorizzatori della penetrazione del fondamentalismo nel mondo islamico e nelle comunità musulmane in Europa. Tramite al-Jazeera, l’emittente televisiva più popolare di lingua araba, finanziata dallo Stato, e tramite il sostegno finanziario e organizzativo a gruppi fondamentalisti, il piccolo Qatar è ormai da anni un centro di influenza internazionale di prima grandezza.

Anche se non sapevano della corruzione, i dirigenti del Pd e il gruppo socialista europeo sapevano che Panzeri e soci erano stretti collaboratori sia del Qatar che di altri centri di potere del Medio Oriente, i cui valori sono incompatibili con quelli della civiltà europea. Ma, prima che esplodesse lo scandalo, non hanno mai avuto nulla da obiettare. Da dove deriva questa indulgenza nei confronti di regimi e movimenti apertamente ostili alla civiltà occidentale? Quell’indulgenza può stupire solo chi non si è reso conto dei mutamenti intervenuti nelle forze politiche europee e nel loro retroterra intellettuale dopo il tramonto delle ideologie otto-novecentesche. Se a destra si è imposto il neonazionalismo, una reazione difensiva nei confronti della accresciuta interdipendenza internazionale e delle sue conseguenze sociali, la sinistra ha preso un’altra strada, ha riempito di nuovi contenuti la sua antica alleanza con i chierici, con l’intellighenzia.

Un tempo, a cementare quell’alleanza, erano i miti connessi al ruolo della classe operaia, della lotta di classe, dell’utopia socialista variamente declinata. Persino il partito laburista britannico aveva allora, fra i suoi scopi statutariamente definiti, la statalizzazione dei mezzi di produzione. Andato in cenere quel mondo con che cosa si potevano sostituire gli antichi miti? Come tenere in piedi l’alleanza fra sinistra politica e chierici? La scelta è stata di dare vita a varianti del catch-all party , a partiti pigliatutto. Organizzazioni che tutelano una pluralità di interessi ma anche agenzie dedite alla promozione di diritti: qualunque diritto (o supposto tale), purché rivendicato da una minoranza.

Tramontato il socialismo, una vaga e indefinita ideologia progressista è ora la ragione sociale dei partiti pigliatutto della sinistra. Con due conseguenze. La prima è che il progressismo è un surrogato debole del socialismo, fatica a entrare in sintonia con le richieste delle maggioranze. Proprio per questo, nel tentativo di vincere le recenti elezioni, o di contenere le perdite, il partito socialdemocratico svedese ha dovuto assumere una posizione molto dura sull’immigrazione. La seconda conseguenza è che vengono messe insieme cose che fanno a pugni fra loro. Come il sostegno al movimento Lgbt e, per l’appunto, l’indulgenza verso il fondamentalismo islamico. Di quella indulgenza le prove sono tante. Si pensi alla copertura data per anni dai socialisti belgi e dalla sinistra francese alla islamizzazione (nel segno dell’islamismo radicale) di interi quartieri delle città belghe e francesi.

In Italia, se si va a spulciare fra gli eletti dei partiti di sinistra in ambito locale, qua e là si scopre la presenza di fondamentalisti. C’è una parte della sinistra che definisce «islamofobo» qualunque discorso che metta in guardia contro il radicalismo islamico. Ma poiché il termine islamofobia è stato inventato da islamici fondamentalisti per squalificare le critiche, che esponenti della sinistra abbiano adottato quell’espressione testimonia di un avvenuto cortocircuito culturale. Certamente, c’è anche un calcolo politico: l’indulgenza verso i più attivi (che sono spesso i più radicali) delle comunità islamiche europee dovrebbe aiutare a canalizzare voti verso la sinistra medesima. Ma conta, soprattutto, la crisi identitaria: se non sai più bene chi sei, non riesci a distinguere fra quelli con cui puoi accompagnarti e quelli con cui non devi farlo.

Vediamo, a proposito di Qatar, di chiarire bene. Una cosa sono gli accordi dettati da esigenze geo-politiche, nonché gli affari fra diversi che restano consapevoli delle loro radicali diversità – della loro incompatibilità politica – e altro sono i rapporti di stretta collaborazione che cercano di occultare quelle diversità. Prendiamo il tema dell’energia. Non possiamo più dipendere dalla Russia. Dobbiamo differenziare i fornitori. Ma molti di loro, come la Russia di Putin, non ci sono affini, sono retti da governanti che, alla luce degli standard occidentali, consideriamo tipacci. Il problema, come abbiamo ormai capito, è che non possiamo più dipendere da un solo tipaccio. Cosicché se il «tipaccio A» vuole ricattarci dobbiamo poterlo scaricare e rivolgerci al «tipaccio B». Per dire che non c’è niente di scandaloso nel fare accordi col Qatar in materia di energia. Altro è invece pretendere di annullare le differenze, stabilire «legami pericolosi» con mondi che sono dichiaratamente ostili alle libertà occidentali. La causa di ciò che è accaduto nel Parlamento europeo va ricercata nello stato confusionale di
gruppi politici culturalmente fragili, in crisi di identità, privi di quel senso della politica e della storia che orienta le scelte delle autentiche classi dirigenti. Prede perfette per chi quel senso politico possiede. E sa come sfruttare tutte le risorse che servono per la conquista delle menti e dei cuori, nelle lotte per l’egemonia.

Corriere della Sera

L'articolo Errore della sinistra è definire “islamofobia” ogni critica al radicalismo islamico proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Il Qatar e i politici fragili


Ciò che è accaduto nel Parlamento europeo dipende da gruppi privi del senso della politica e della storia che orienta le scelte delle autentiche classi dirigenti Diceva Mark Twain che non conviene fare un uso eccessivo della morale nei giorni feriali: si

Ciò che è accaduto nel Parlamento europeo dipende da gruppi privi del senso della politica e della storia che orienta le scelte delle autentiche classi dirigenti


Diceva Mark Twain che non conviene fare un uso eccessivo della morale nei giorni feriali: si rischia di ritrovarsela tutta stropicciata la domenica. È una regola della politica quella secondo cui, se ci si trova con le spalle al muro, la mossa più conveniente consiste nel «buttarla in morale», ridurre tutto a una faccenda di «mariuoli». Evitando così di parlare delle precondizioni politiche che spiegano l’esistenza del mariuolo.

In che contesto politico si inserisce il Qatargate, questa faccenda di mariuoli e Stati corruttori? Il contesto è dato dall’ambiguo rapporto fra settori della sinistra europea e il fondamentalismo islamico. Il riferimento qui non è, ovviamente, alla sua ala combattente. Ma a quelle forme di fondamentalismo che non fanno ricorso alle armi ma che tuttavia, a causa del loro spirito anti occidentale, sono comunque per noi assai insidiose. Quando in Europa si parla male del Qatar ci si riferisce ai diritti umani violati dall’emirato a casa propria. Ma in gioco c’è di più. Il Qatar, con le sue ricchezze, è uno dei più importanti sponsorizzatori della penetrazione del fondamentalismo nel mondo islamico e nelle comunità musulmane in Europa. Tramite al-Jazeera, l’emittente televisiva più popolare di lingua araba, finanziata dallo Stato, e tramite il sostegno finanziario e organizzativo a gruppi fondamentalisti, il piccolo Qatar è ormai da anni un centro di influenza internazionale di prima grandezza.

Anche se non sapevano della corruzione, i dirigenti del Pd e il gruppo socialista europeo sapevano che Panzeri e soci erano stretti collaboratori sia del Qatar che di altri centri di potere del Medio Oriente, i cui valori sono incompatibili con quelli della civiltà europea. Ma, prima che esplodesse lo scandalo, non hanno mai avuto nulla da obiettare. Da dove deriva questa indulgenza nei confronti di regimi e movimenti apertamente ostili alla civiltà occidentale? Quell’indulgenza può stupire solo chi non si è reso conto dei mutamenti intervenuti nelle forze politiche europee e nel loro retroterra intellettuale dopo il tramonto delle ideologie otto-novecentesche. Se a destra si è imposto il neonazionalismo, una reazione difensiva nei confronti della accresciuta interdipendenza internazionale e delle sue conseguenze sociali, la sinistra ha preso un’altra strada, ha riempito di nuovi contenuti la sua antica alleanza con i chierici, con l’intellighenzia.

Un tempo, a cementare quell’alleanza, erano i miti connessi al ruolo della classe operaia, della lotta di classe, dell’utopia socialista variamente declinata. Persino il partito laburista britannico aveva allora, fra i suoi scopi statutariamente definiti, la statalizzazione dei mezzi di produzione. Andato in cenere quel mondo con che cosa si potevano sostituire gli antichi miti? Come tenere in piedi l’alleanza fra sinistra politica e chierici? La scelta è stata di dare vita a varianti del catch-all party , a partiti pigliatutto. Organizzazioni che tutelano una pluralità di interessi ma anche agenzie dedite alla promozione di diritti: qualunque diritto (o supposto tale), purché rivendicato da una minoranza.

Tramontato il socialismo, una vaga e indefinita ideologia progressista è ora la ragione sociale dei partiti pigliatutto della sinistra. Con due conseguenze. La prima è che il progressismo è un surrogato debole del socialismo, fatica a entrare in sintonia con le richieste delle maggioranze. Proprio per questo, nel tentativo di vincere le recenti elezioni, o di contenere le perdite, il partito socialdemocratico svedese ha dovuto assumere una posizione molto dura sull’immigrazione. La seconda conseguenza è che vengono messe insieme cose che fanno a pugni fra loro. Come il sostegno al movimento Lgbt e, per l’appunto, l’indulgenza verso il fondamentalismo islamico. Di quella indulgenza le prove sono tante. Si pensi alla copertura data per anni dai socialisti belgi e dalla sinistra francese alla islamizzazione (nel segno dell’islamismo radicale) di interi quartieri delle città belghe e francesi.

In Italia, se si va a spulciare fra gli eletti dei partiti di sinistra in ambito locale, qua e là si scopre la presenza di fondamentalisti. C’è una parte della sinistra che definisce «islamofobo» qualunque discorso che metta in guardia contro il radicalismo islamico. Ma poiché il termine islamofobia è stato inventato da islamici fondamentalisti per squalificare le critiche, che esponenti della sinistra abbiano adottato quell’espressione testimonia di un avvenuto cortocircuito culturale. Certamente, c’è anche un calcolo politico: l’indulgenza verso i più attivi (che sono spesso i più radicali) delle comunità islamiche europee dovrebbe aiutare a canalizzare voti verso la sinistra medesima. Ma conta, soprattutto, la crisi identitaria: se non sai più bene chi sei, non riesci a distinguere fra quelli con cui puoi accompagnarti e quelli con cui non devi farlo.

Vediamo, a proposito di Qatar, di chiarire bene. Una cosa sono gli accordi dettati da esigenze geo-politiche, nonché gli affari fra diversi che restano consapevoli delle loro radicali diversità – della loro incompatibilità politica – e altro sono i rapporti di stretta collaborazione che cercano di occultare quelle diversità. Prendiamo il tema dell’energia. Non possiamo più dipendere dalla Russia. Dobbiamo differenziare i fornitori. Ma molti di loro, come la Russia di Putin, non ci sono affini, sono retti da governanti che, alla luce degli standard occidentali, consideriamo tipacci. Il problema, come abbiamo ormai capito, è che non possiamo più dipendere da un solo tipaccio. Cosicché se il «tipaccio A» vuole ricattarci dobbiamo poterlo scaricare e rivolgerci al «tipaccio B». Per dire che non c’è niente di scandaloso nel fare accordi col Qatar in materia di energia. Altro è invece pretendere di annullare le differenze, stabilire «legami pericolosi» con mondi che sono dichiaratamente ostili alle libertà occidentali. La causa di ciò che è accaduto nel Parlamento europeo va ricercata nello stato confusionale di
gruppi politici culturalmente fragili, in crisi di identità, privi di quel senso della politica e della storia che orienta le scelte delle autentiche classi dirigenti. Prede perfette per chi quel senso politico possiede. E sa come sfruttare tutte le risorse che servono per la conquista delle menti e dei cuori, nelle lotte per l’egemonia.

Corriere della Sera

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L’ipocrisia liberaldemocratica - La Città Futura

"La liberaldemocrazia occidentale, che pretende di dare lezioni di diritti, civiltà, democrazia, difesa delle minoranze a tutto il mondo, è in realtà da sempre la migliore alleata proprio dei regimi più dispotici, oscurantisti e totalitari del globo, ai quali offre il decisivo sostegno per mantenersi al potere. [...]
I diritti sociali ed economici e ogni forma di eguaglianza sostanziale sono stati sempre aspramente contrastati da tutte le sedicenti liberaldemocrazie che, di fatto, stanno progressivamente cancellando ogni traccia di democrazia sostanziale nei loro stessi sistemi. Questi ultimi si stanno sempre più trasformando da formalmente liberaldemocratici in regimi che sarebbe decisamente più appropriato definire liberal-oligarchici."

lacittafutura.it/editoriali/l%…



Austerità sociale e ambiguità politica - Contropiano

"Il punto vero è che separare i diritti civili da quelli sociali è stata una trappola nella quale si è fatto cadere il senso comune, lasciando a intendere che certi diritti siano un di più, l’importante è il reddito, per ricevere il quale ogni condizione di lavoro è accettabile, come fosse un dovere categorico."

contropiano.org/news/politica-…



Questi ultimi 7 giorni, davvero poco è stato detto o fatto qui sul sitoctt. Ho creato questa sezione per usarla come diario generico, ma solo ora sto ...


Ormai, si sa, più passa il tempo e più finisco con l'esplorare dettagli sempre più minuti del Fediverso. Oggi racconto un po' di una piattaforma di qu...


Buon Natale a tutti!



✨ Il Ministero dell’Istruzione e del Merito augura a tutte e a tutti buone feste!

Qui il messaggio del Ministro Giuseppe Valditara ▶ miur.gov.it/web/guest/-/messag…



Ho letto una caratteristica di #GrapheneOS che trovo meravigliosa: quella di poter impostare dei profili utente isolati.
Per me sarebbe la soluzione perfetta per avere un solo device e separare le app che sono costretto a tenere per lavoro (WA, voip aziendale, Teams) in un profilo, mantenendo l'altro pulito e senza servizi Google.

Purtroppo questo significa dover acquistare un Pixel dal 6 in su, i cui prezzi del ricondizionato sono tristemente vicini al nuovo.

Mi chiedevo: si tratta di una caratteristica esclusiva o ci sono altri OS #android che permettono di ottenere uno scenario simile?

in reply to J. Alfred Prufrock

Non volevo fare una domanda oziosa, ho provato a documentarmi prima di lasciare qui una domanda, ma senza riuscire a venirne a capo.
Leggo che #lineageos implementa SELinux, ma serve a imporre delle policies su cosa possa fare o non fare un processo. Molto importante, ma mi sembra un concetto diverso; immagino che sia così anche per /e/, che lo deriva
Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
J. Alfred Prufrock

@matchboxbananasynergy really useful insights and advice, thank you!

I am very much oriented towards GrapheneOS, it seems to me that it is a well-designed system, and that it offers concrete and efficient solutions to have (a little) more control over one's device.

So I'm starting to keep an eye on the ads for a Pixel 😁



Twitter Files, depistaggi politici e psy-ops


Continua il viaggio nei Twitter Files diffusi da Elon Musk. Il ruolo dell'FBI nella censura e depistaggio della storia di Hunter Biden e le psy-ops del Pentagono.

In queste settimane numerosi giornalisti sono alle prese con documenti e comunicazioni riservate di Twitter diffusi da Elon Musk. Li chiamano “Twitter Files”.

I primi cinque Twitter Files hanno rivelato i meccanismi interni alla moderazione di Twitter, tra manager politicizzati con deliri di onnipotenza e interferenze da parte dell’intelligence. Oggi scaveremo ancora un po’ nella tana del bianconiglio, per portare allo scoperto le attività di censura, manipolazione e propaganda politica da parte dell’FBI e del Pentagono — con la collaborazione di Twitter.

Se non sai di cosa sto parlando ti consiglio di leggere prima qui:

Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Twitter Files, una sintesi

Nelle scorse settimane Elon Musk ha distribuito ad alcuni giornalisti migliaia di documenti e comunicazioni riservate di Twitter. L’analisi di questi documenti ha dato vita a un piccolo cataclisma. Le prime notizie che arrivano dai “Twitter Files” raccontano di…
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7 days ago · 12 likes · 2 comments · Matte Galt

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Ancora sul laptop di Hunter Biden


Nel primo articolo dedicato ai Twitter Files abbiamo visto come nel 2020 Twitter abbia censurato a tutto spiano ogni notizia relativa al contenuto del laptop abbandonato di Hunter Biden (figlio di Joe Biden) e di come abbiano anche shadowbannato e sospeso diverse persone che osavano parlarne sul social network.

Ciò che non traspariva pienamente era il ruolo attivo dell’intelligence — in particolare dell’FBI — in tutta questa vicenda.

La storia per l’FBI, come racconta Michael Shellenberger, inizia a dicembre 2019 — quando il proprietario di un negozio di riparazione di computer del Delaware (J.P. Mac Isaac) comunicò all’agenzia federale di avere ricevuto un laptop di proprietà di Hunter Biden. Nel laptop, a suo dire, c’erano delle informazioni che potevano dimostrare l’esistenza di alcuni reati commessi da Hunter Biden. Passarono alcuni giorni e Mac Isaac venne chiamato a comparire per consegnare il laptop nelle mani dell’FBI.

Passarono i mesi e non accadde nulla. Così Mac Isaac decise ad agosto 2020 di inviare una email a Rudy Giuliani (politico repubblicano ed ex sindaco di New York) per spiegare tutta la faccenda e informarlo dei suoi sospetti sul contenuto del laptop.

Tenete presente che a novembre 2020 si sarebbero tenute le elezioni presidenziali. Una storia che raccontava di possibili reati legati a Biden sarebbe stata una pistola fumante per i repubblicani contro la campagna elettorale di Biden. Fu probabilmente per questo che Rudy Giuliani decise di spifferare tutto al New York Post.

Il 14 ottobre 2020 il New York Post pubblicò la storia. Come sappiamo, nel giro di poche ore, Twitter avviò una penetrante opera di censura, giustificata con la scusa della diffusione di possibile materiale “hackerato”.

Ma perché mai Twitter avrebbe dovuto pensare che le notizie sul laptop di Hunter Biden fossero collegate ad operazioni di hacking? Non c’era nulla che lo lasciasse presumere. E come facevano ad essere così preparati a censurare una storia che apparentemente non aveva violato alcuna policy?

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Twitter, succursale dell’FBI


Una spiegazione plausibile è che i team di moderazione di Twitter fossero stati preparati e indotti ad agire in quel modo. Ma da chi? Beh, dall’FBI.

I Twitter Files mostrano infatti che già dai primi mesi del 2020, dopo aver preso possesso del laptop, l’FBI avviò una serie di incontri con Twitter per discutere del rischio di possibili campagne di “hack and dump” che avrebbero potuto essere realizzate dai russi a ridosso delle elezioni.

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In realtà, come racconta Michael Shellenberger e come affermato anche da Twitter in vari comunicati, nel 2020 ci furono ben poche attività legate ad “interferenze russe”.

Nonostante tutto, l’FBI continuò per tutto l’anno un’opera di persuasione sui rischi di un possibile “hack and dump”. Fu ad agosto 2020 che l’FBI contattò nuovamente Twitter, attraverso Yoel Roth, condividendo alcuni documenti riservati che indicavano il rischio di possibili future attività di “hack and dump” del collettivo hacker russo APT28. Il mese successivo, lo stesso Yoel Roth partecipò a un’esercitazione organizzata dall’Aspen Institute su un possibile scenario di “hack and dump” riguardante proprio Hunter Biden e Joe Biden.

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Sempre in quel periodo, a settembre 2020 — un mese prima dello scoop del New York Post — Yoel Roth e Elvis Chan (agente FBI) crearono un network cifrato per le comunicazioni tra Twitter e l’FBI e una virtual war room” — come se fossero in preparazione per una vera emergenza.

E in effetti erano ben preparati. In poche ore Twitter fu in grado di censurare sistematicamente ogni notizia riguardante il contenuto del laptop di Hunter Biden. Eppure… di hacker russi non c’era traccia, così come non c’era traccia di violazioni.

Lo disse chiaramente Roth in una comunicazione interna: “it isn’t clearly violative of our Hacked Materials Policy, nor is it clearly in violation of anything else, but this feels a lot like a somewhat subtle leak operation” e le confermano anche le seguenti comunicazioni interne:

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Nonostante questo, le pressioni e le influenze dell’FBI avevano colpito nel segno e raggiunto il loro obiettivo. Forse, anche grazie ai numerosi ex-agenti e consulenti dell’intelligence che in quel periodo lavoravano dentro Twitter. Come ad esempio Dawn Burton, ex capo dello staff del Direttore dell’FBI James Comey (2013-2017) e assunto da Twitter nel 2019 come “Director of Strategy”.

O forse, grazie ai $3.4 milioni di dollari che l’FBI ha pagato a Twitter per i suoi servizi da fine 2019 a inizio 2021.

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Il depistaggio politico dell’FBI


A questo punto vale la pena ripercorrere brevemente i fatti, per capire meglio la gravità di questi eventi:

  • L’FBI prese possesso del laptop di Hunter Biden già nel 2019 — un anno prima che uscisse la storia sul NY Post
  • L’FBI conosceva i contenuti del laptop e sapeva che Rudy Giuliani aveva passato le informazioni al NY Post, poiché era sotto sorveglianza
  • L’FBI sapeva che il contenuto del laptop era reale e che non aveva nulla a che fare con propaganda e o hacker russi, ma nonostante questo spinsero Twitter a censurare i contenuti sotto il falso pretesto dell’influenza russa nelle elezioni
  • L’FBI pagò Twitter più di 3 milioni di dollari da fine 2019 a inizio 2021
  • Nel 2020 Hunter Biden era oggetto di indagini da parte dei senatori repubblicani Grassley e Johnson

Insomma, è molto probabile che, come affermato anche da Michael Shellenberger, l’attività dell’FBI fosse un vero e proprio depistaggio politico — una campagna di disinformazione per screditare politicamente i contenuti del laptop di Hunter Biden, che sarebbero usciti, e che avevano il potere di affossare Joe Biden durante le elezioni.

A tutti gli effetti, l’FBI potrebbe aver agito come strumento di censura e disinformazione politica con l’aiuto (a caro prezzo) di Twitter — proprio quelle cose da cui i legislatori di tutto il mondo cercano di proteggerci, togliendoci libertà di parola.

Michael Shellenberger scriveva due giorni fa: “At this point, members of Congress should be extremely concerned that FBI is engaged in a cover-up. There needs to be an aggressive investigation of the apparent politicization of the FBI by Congress, and perhaps even a Special Counsel in the DoJ to investigate what happened”.

L’FBI non ha mancato di rispondere alle accuse, con un eccellente esempio di gaslighting:

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Cari lettori, siamo certamente un branco di complottisti senza cervello.

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Twitter, arma per le psy-ops militari


Se la censura e disinformazione politica dell’FBI non vi basta, continuiamo con il Twitter Files numero 8, di Lee Fang (20 dicembre).

Il thread di Lee approfondisce il ruolo e l’acquiescienza di Twitter nelle “psy-op” (operazioni per influenzare psicologicamente l’opinione delle masse) portate avanti dal Pentagono. Per anni Twitter ha dichiarato di combattere le campagne di propaganda di stato sulla piattaforma, salvo scoprire che erano loro stessi a supportarle.

Le prime avvisaglie di questa particolare partnership arrivano nel 2017, quando il CENTCOM (Comando combattente unificato delle forze armate degli Stati Uniti) inviò a Twitter una lista di 52 account di lingua araba che sarebbero stati usati per “amplificare certi messaggi”.

Gli ufficiali chiesero a Twitter di verificare gli account fake (spunta blu) e di “whitelistarli”.

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Il “whitelisting”, da quello che ho capito, è sostanzialmente uno shadowban al contrario: gli account whitelisted sono immuni da attività di moderazione (immagino anche automatizzata) e hanno più visibilità degli accout normali. Gli account whitelisted furono usati, pare, per generare news e meme capaci di influenzare l’opinione pubblica in Yemen, Syria, Iraq, Kuwait e molti altri paesi.

Molti di questi account furono usati per promuovere la guerra in Yemen — una guerra che ha portato alla morte di migliaia di civili e distrutto la vita a milioni di persone.

Ad esempio, uno di questi era l’account @yemencurrent, che veniva usato per diffondere notizie sugli attacchi droni da parte degli Stati Uniti, enfatizzando la precisione degli attacchi aerei, capaci di risparmiare i civili e ammazzare soltanto “terroristi” con grande accuratezza.

Diverse comunicazioni interne mostrano che i manager di alto livello di Twitter sapevano dell’esistenza di questo vasto network di account fake usati per operazioni di manipolazione e propaganda dal Department of Defense, ma scelsero di chiudere un occhio — evitando così di sospenderli. Alcuni di questi account erano ancora attivi fino a pochi mesi fa.

Noi e loro


Mentre i nostri governi ci avvertivano dei pericoli della propaganda russa e cinese; mentre censuravano fonti d’informazione con la scusa della guerra e del covid; mentre promuovevano leggi liberticide contro la “disinformazione” come il Digital Services Act… mentre facevano tutto questo per noi — loro facevano l’esatto opposto: disinformazione, censura politica e propaganda per manipolare l’opinione pubblica.

La speranza è che i Twitter Files possano essere uno spunto per riflettere sugli enormi pericoli che arrivano proprio dalla manipolazione psicologica violenta e subdola dei nostri governi, sempre più “grandi” e sempre più lontani dallo scrutinio dei cittadini. Com’è possibile che un’agenzia come l’FBI possa essere usata così spudoratamente per fini politici? In quali altre occasioni è accaduta la stessa cosa?

Ancora una volta i fatti dimostrano che la “lotta alla disinformazione” non è altro che una lotta per il controllo dell’informazione e per la manipolazione delle masse. D’altronde, è così che i governi di tutto il mondo riescono a sopravvivere.

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Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha firmato il decreto che approva le Linee guida per l’orientamento, riforma prevista dal #PNRR.
#pnrr


strano bug in Firefox - post lungo


Nei miei pc uso #firefox installato via #Flatpak, per un paio di motivi: mi piace avere sempre l'ultima versione del browser, mi piace poter controllare (tramite #flatseal) quanto FF possa interagire col resto del mio sistema, e infine per me è stato il modo più semplice e indolore per avviare FF in modalità #wayland senza strani script (sempre grazie a Flatseal).

Tuttavia sto avendo esperienza di uno strano bug. Quando, in Gnome, apro firefox dall'icona, ho esperienza di continui crash, riproducibili. Di solito, basta aprire il browser e andare nelle impostazioni, o aprire due o tre bookmark, e il programma crasha e si chiude. Non viene proposto il tool per esaminare l'errore o inviarlo a FF e a volte riparte in safe mode, con tutte le estensioni disabilitate.

A questo punto ho lanciato il programma da terminale, usando
flatpak run org.mozilla.firefox per vedere se almeno, al momento del crash, fosse prodotto qualche output indicativo. Ma lanciandolo da terminale il crash non avviene.

Così apro Alacarte e scopro che il launcher grafico di FF è un po' più complesso di quello che avevo digitato in terminale:
/usr/bin/flatpak run --branch=stable --arch=x86_64 --command=firefox --file-forwarding org.mozilla.firefox @@u %u @@
copio-incollo la stringa in terminale (senza la parte finale, da @ in poi) per capire se il problema fosse in una delle opzioni passate dal launcher; ma, anche in questo caso, firefox lanciato da terminale è il solito vecchio firefox, solido come una roccia, zero crash, anche con tutte le estensioni attive.

Ho provato anche a fare il contrario, cioè a togliere dal launcher grafico le opzioni aggiuntive, ma aprendo FF da icona continuo a ottenere questi crash dopo le prime interazioni.

Ho cercato su DDG e financo su GGL, ma non sono riuscito a trovare segnalazioni simili.
La situazione si ripresenta in modo identico su entrambi i laptop su cui io abbia questa configurazione (Gnome, Firefox da Flatpak).


Le mie capacità di indagine si fermano qui. Se ci fossero suggerimenti, sarebbero molto graditi!

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in reply to J. Alfred Prufrock

A questo punto mi viene da sospettare di tutta quell'abbondanza di @ e di u nel launcher. Non dovrebbe essere solo un %u?

A meno che non sia una sintassi particolare per passare argomenti a un flatpak

Edit: a quanto sembra è proprio così
docs.flatpak.org/en/latest/fla…

in reply to J. Alfred Prufrock

AGGIORNAMENTO

Probabilmente non sarà utile a nessuno e sarò il solo ad averne avuto esperienza (su ben due pc!), ma credo di essere riuscito a risolvere il problema in un modo tanto anti-scientifico da vergognarmene quasi.

In pratica ho riaperto il fido Alacarte, copiato la stringa del launcher creato dal flatpak e fatto un nuovo launcher con la stessa identica stringa.

Se lancio #Firefox da questo nuovo launcher, il programma non crasha.
Se uso il launcher originale invece sì.

Lascio qui la "soluzione", magari torna utile a qualcuno.
Non senza disappunto per non aver capito il mistero dietro tutto questo



Uno dei motivi per cui, se possibile, è opportuno unirsi a piccole istanze


BIG NEWS: Pawoo.net, the world's 2nd biggest Mastodon instance, has just been acquired.

The entity acquiring them is the Mask Group, a business that also runs mstdn.jp and mastodon.cloud. They are also active in the so-called "Web 3.0" space.

If you haven't heard of pawoo.net, it's because many instances have de-federated from it.

finance.yahoo.com/news/mask-ne…




#IscrizioniOnline, il Ministero dell’Istruzione e del Merito accompagna le famiglie con una lettera dedicata, per valorizzare i talenti e le opportunità di studentesse e studenti.


Dallo Stato Sociale al Great Reset


Duecento anni fa nasceva l'idea di Stato (sociale) come strumento di ingegneria sociale. Oggi ci riprovano con il Great Reset e con l'aiuto della tecnologia.

Come abbiamo visto nella prima parte di questo articolo, l’idea di Stato Sociale nacque negli Stati Uniti da uno strano ma molto efficace connubio tra religione (protestante) e politica.

I pietisti protestanti del tardo ‘800 furono infatti in grado di sfruttare lo Stato centrale come strumento per plasmare la società a loro immagine e somiglianza, spesso attraverso politiche proibizioniste o misure di “welfare universale” che nascondevano in realtà specifiche volontà politiche (come la diffusione delle scuole pubbliche — la prima vera macchina di propaganda). Questo nuovo movimento intellettuale venne poi conosciuto come “progressismo”.

Privacy Chronicles è una newsletter indipendente che si sostiene solo grazie al contributo dei lettori. Perché non ti iscrivi anche tu?

L’idea dei protestanti-progressisti era tanto semplice quanto inquietante: lo Stato era uno strumento di Dio, che doveva essere usato per creare la società perfetta e preparare il mondo per il secondo avvento.

Personalmente, trovo che ci siano molte analogie tra i primi movimenti progressisti e il Great Reset promosso dal World Economic Forum e ormai da moltissimi intellettuali e politici in tutto il mondo. La tecnologia oggi può concretamente trasformare lo Stato in uno strumento divino, proprio come profetizzato dai primi intellettuali progressisti del tardo ‘800.

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#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



Elon Musk ha deciso che su Twitter è possibile promuovere piattaforme come Friendica, Pleroma, Misskey, Bonfire, Lemmy, Akkoma, SocialHome, Hubzilla, etc 😅

help.twitter.com/en/rules-and-…

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in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Visto che la barca sta per affondare, ho voluto tentare di sostituire i link con la ricerca dei link con il servizio Let me Google that For You.
Può anche accorciare i link delle ricerche.
Fatemi sapere se funziona.
googlethatforyou.com/
Unknown parent

mastodon - Collegamento all'originale
S_FangX
Semplicemente ho sostituito i link dell'aggregatore e dell'account di mastodon del mio account twitter con dei siti che ti cercano in automatico su #google i suddetti.
Devo solo sperare che questo trucchetto possa funzionare e durare abbastanza prima che lo staff di #birdsite capisca il trucchetto.
Questa voce è stata modificata (2 anni fa)


Da domani, 19 dicembre, è possibile abilitarsi al servizio dedicato alle #IscrizioniOnline, effettuando l’accesso tramite SPID, CIE o eIDAS ▶ www.istruzione.



Dallo spreco di energia si può uscire


#Derrochólicos è un’iniziativa promossa dal ministero spagnolo per la transizione ecologica, in particolare dall’Istituto per la diversificazione e il risparmio energetico (#IDAE): derrocholicos.es/

Il titolo gioca con i termini “derroche” spreco e “alcoholicos”, alcolisti.

Marcos Martinez ha segnalato il simpatico video di apertura, riprendo qui la sua presentazione che riassume i contenuti del video in spagnolo.

"Il video di apertura è divertente ma purtroppo vero. Imitando una seduta di alcolisti anonimi, si incontrano chi tiene il riscaldamento così alto d'inverno da girare in mutande per casa, chi va in macchina anche a prendere il pane, chi fa partire la lavastoviglie con tre soli piatti, chi non usa la bici mai e poi mai, chi vota contro l'installazione di pannelli solari nel proprio condominio e chi è contrario a migliorare gli imballaggi."

Dallo spreco di energia si può uscire


yewtu.be/watch?v=VfMI2PUtNDg

Qui il toot di Marcos Martinez: framapiaf.org/@euklidiadas@red… Gracias 😀

@maupao @Informa Pirata @Ambiente :verified: @Goofy 📖 🍝 :unverified: @euklidiadas@red.niboe.info

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Il piú grande difetto


"Il più grande difetto che abbiamo, il difetto ineliminabile, è di fare fatica a rimanere concentrati su quello che accade, nel momento preciso in cui viene bene un disegno, quando il respiro dei bambini si fa più lento, prima di addormentarsi. Pensiamo, speriamo, progettiamo, e ci manca qualcuno, ricordiamo il film dell'altra sera, ripensiamo a un messaggio, contiamo sulle dita quanto manca al nostro compleanno, ci distraiamo, ci preoccupiamo, mentre quello che desideriamo è già vicino, speriamo e ci diamo da fare, mentre tutto già brilla e quello che abbiamo voluto e chiesto al cielo molti anni prima è proprio lì, in quel momento."
- Sara Gamberini - Infinito Moonlit

@Libri - Gruppo Forum
raicultura.it/letteratura/arti…




Costruzione dei dispositivi di IA: quali costi sociali?


Il costo sociale nella costruzione dei sistemi di Intelligenza Artificiale è alto. Ancora oggi, la produzione di questi sistemi è alimentata da lavoratori spesso sfruttati e sottopagati in tutto il mondo, che svolgono compiti ripetitivi in condizioni di l

Partendo dalla visione che il mondo delle Big Tech ci propone dell’intelligenza artificiale (IA) come dello strumento che darà un nuovo volto all’umanità, è necessaria una riflessione su come effettivamente l’IA impatti la vita dell’uomo. Come vedremo più avanti, analisi e reportage hanno svelato la matrice invisibile del lavoro umano e dell’impatto ambientale che si nascondono dietro costruzione...

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Il cross posting di Un Tweet può non funzionare quando si imposta la modalità non elencato


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Ciao a tutti,

grazie a un lettore oggi ho scoperto un software di intelligenza artificiale che permette di creare immagini a partire da un prompt umano. Lo strumento è davvero molto potente e l’unico limite è la fantasia.

Questo lettore l’ha usato per chiedere al software di creare delle immagini di copertina per Privacy Chronicles:

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Il software si chiama Midjourney ed è davvero semplice da usare. Bisogna soltanto scaricare Discord, creare un account e poi entrare nel server del bot (discord.gg/midjourney).

Una volta dentro, sarà sufficiente entrare in una delle stanze denominate #newbies e chiedere al bot di creare qualcosa con il comando /imagine. Qui trovate tutte le istruzioni per conoscere le varie configurazioni del bot e avere risultati ottimali, ma in verità non ce n’è neanche bisogno.

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Ho giocato anch’io un po’ con il bot, e mi è piaciuto così tanto che ho pensato: hey, perchè non vedere cosa riescono a tirar fuori anche gli altri lettori di Privacy Chronicles?

E allora eccoci qui, vediamo cosa riuscite a tirare fuori dal cappello — o meglio, dall’intelligenza artificiale.

Stimoliamo la fantasia con un po’ di sana competizione tra noi. I lettori che riusciranno a creare l’immagine più bella vinceranno un abbonamento a Privacy Chronicles.

Ecco le regole:

  • Crea un’immagine a tema Privacy Chronicles — cioè un’immagine che raffiguri ciò che per te rappresenta Privacy Chronicles. Senza alcun limite, se non quello di spiegarmi l’immagine se eccessivamente astratta.
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1° classificato/a: sei mesi di abbonamento gratuito

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N.B. gli abbonati riceveranno un’estensione all’abbonamento già attivo

Verranno prese in considerazione solo le immagini inviate entro le 23:59 del 23 dicembre 2022. Non so quanti di voi parteciperanno a questa piccola gara amichevole, ma siete migliaia e mi ci potrebbe volere del tempo per scegliere i vincitori. Abbiate pazienza 😁

Cercherò comunque di postare le immagini che mi hanno colpito di più sul canale telegram, a prescindere dai primi tre posti. Se non sei ancora iscritto/a, è un buon momento per farlo!

Vi lascio con delle immagini che ho creato oggi e che mi piacciono particolarmente. Al software ho chiesto di immaginare una società in cui le persone sono valutate e punite per ciò che pensano:

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privacychronicles.substack.com…



È da direi parecchio tempo che uso Standard Notes come app di note personali. Anni fa l'avevo scelta per il suo essere libera e open-source, ma allo s...