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Massima solidarietà da parte al lavoratore aderente al SiCobas aggredito ieri a colpi di spranga e spray urticante a Prato. Secondo quanto riferiscono i compag


Mutui, lo Stato ingiusto discrimina i terremotati e sostiene i furbi


Oltre ad uccidere 299 persone, il terremoto che nel 2016 scosse l’Italia centrale distrusse o rese inagibili più di 80mila abitazioni e una quantità incalcolabile di attività commerciali. Una tragedia cui si aggiunse la beffa: dover pagare mensilmente le

Oltre ad uccidere 299 persone, il terremoto che nel 2016 scosse l’Italia centrale distrusse o rese inagibili più di 80mila abitazioni e una quantità incalcolabile di attività commerciali. Una tragedia cui si aggiunse la beffa: dover pagare mensilmente le rate di mutui su abitazioni, negozi o capannoni rasi al suolo o comunque inservibili.

Da allora, si sono avvicendati ben sei governi, nessuno dei quali ha ritenuto opportuno spendere un solo euro di denaro pubblico per aiutare famiglie e imprese a sostenere i costi dei mutui sui propri immobili fantasma. Unico sollievo, il fatto che nel 2017 il sistema bancario abbia deciso di sospendere i pagamenti delle rate. Ma le rate sono state sospese, non azzerate. Dunque si accumulano, e alcune banche applicano persino interessi di mora sulle rate congelate.

Di terremoto non si parla più. Solo l’1% delle abitazioni distrutte è stato ricostruito: i cittadini terremotati di Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio sono stati inopinatamente abbandonati dallo Stato. Una vergogna senza fine.

In materia di mutui, la discrepanza balza agli occhi. Lo Stato ha ignorato e ignora i bisogni primari di chi ha avuto la vita sconvolta da un evento straordinario (il terremoto), mentre si fa carico di chi è stato toccato da un evento ordinario (l’aumento dei tassi di interesse). C’è qualcosa che non torna.

Per oltre un decennio le famiglie e le imprese italiane hanno potuto contrarre mutui a tassi bassissimi. Chi ha scelto il variabile ne ha avuto vantaggi inimmaginabili in altri tempi. Tecnicamente, si è arricchito. O quantomeno si è impoverito molto meno di chi ha contratto lo stesso mutuo in epoche precedenti. Da almeno un anno, però, si sapeva che quest’anomala condizione paradisiaca sí sarebbe conclusa e che un po’ alla volta i tassi di interesse avrebbero cominciato a salire. Lo diceva la Tv, lo scrivevano i giornali, si spera lo spiegassero anche i consulenti finanziari ai loro clienti. Chi non ha convertito in fisso il proprio tasso variabile, e ancor peggio chi nei mesi scorsi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile anziché fisso, lo ha fatto spinto da una sorta di ottusa bramosia o da una colossale ignoranza. È vero che la cultura finanziaria in Italia scarseggia ed è vero che il governo avrebbe potuto e forse dovuto informare i cittadini, ma in un caso come questo l’ignoranza non è né può essere una giustificazione.

Dirlo è quanto di più impopolare, lo dimostra il fatto che, senza distinzione tra maggioranza e opposizione, tutte, ma proprio tutte le forze politiche abbiano condiviso la scelta del governo di destinare parte del gettito ricavato dalla tassazione degli extra profitti delle banche al sostegno delle famiglie colpite dal rincaro dei mutui. Dirlo è impopolare, non c’è dubbio, ma l’onestà intellettuale impone di farlo: mettere a carico del contribuente, anche di quello che ha convertito per tempo il proprio mutuo pagandone il costo aggiuntivo, il sostegno di chi si è ostinato a contrarre muniti a tasso variabile non è un buon modo di spendere il denaro pubblico e di fare giustizia sociale. Un buon modo sarebbe aiutare i nostri connazionali messi in ginocchio sette anni fa dal terremoto, ma, chissà perché, di loro non si occupa più nessuno.

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Conti in ordine e mercato. Così Leonardo e Fincantieri scalano la classifica mondiale


Leonardo porta l’industria italiana ancora più in alto, nell’Olimpo delle eccellenze mondiali della Difesa. Nei giorni scorsi, la rinomata testata americana, Defense News, ha pubblicato la sua attesa lista annuale nella quale figurano le prime 100 compagn

Leonardo porta l’industria italiana ancora più in alto, nell’Olimpo delle eccellenze mondiali della Difesa. Nei giorni scorsi, la rinomata testata americana, Defense News, ha pubblicato la sua attesa lista annuale nella quale figurano le prime 100 compagnie nel settore della Difesa nel 2023. Tra i protagonisti di questa graduatoria, spiccano in particolare due colossi italiani: Leonardo e Fincantieri, che hanno dimostrato una notevole crescita rispetto allo scorso anno.

ECCELLENZA TRA LE ECCELLENZE

Leonardo si è infatti imposto all’undicesimo posto, guadagnandosi il titolo di prima azienda dell’Unione europea, salendo di un gradino rispetto alla classifica del 2022, quando il gruppo di Piazza Monte Grappa figurava al dodicesimo posto, mentre l’anno ancora prima, il 2021, l’azienda guidata da Roberto Cingolani, al timone di Leonardo dalla scorsa primavera, si era posizionata al tredicesimo posto. Una lenta ma inesorabile scalata, che ha permesso all’ex Finmeccanica di scavalcare altri giganti europei del calibro di Airbus, Thales e Hendsoldt, ma anche i temutissimi colossi cinesi, quali China Aerospace Science and Technology Corporation. Segno che l’industria italiana della Difesa non solo è viva e vegeta, ma decisamente competitiva.

Guardando più nel dettaglio alla speciale selezione di Defense News, al fine di determinare il posizionamento di un’azienda, sono stati considerati i dati richiesti direttamente alle aziende, dalle relazioni annuali e da ricerche ad hoc condotte da enti quali l’International institute for strategic studies (Iiss) o Oliver Wyman. Le informazioni estrapolate riguardano in particolare i ricavi annuali totali e i ricavi derivanti da contratti di Difesa, Intelligence, sicurezza interna e altri accordi di sicurezza nazionale.

L’IMPORTANZA DEI CONTI

Il riconoscimento arrivato da Defense News non poteva non tenere conto del buon andamento dell’azienda negli ultimi mesi. I conti presentati al mercato lo scorso mese, i primi recanti la firma dell’ex ministro dell’Ambiente, già manager di Leonardo prima di essere chiamato al governo da Mario Draghi, raccontano di un’azienda in piena crescita ed espansione.

Piazza Monte Grappa ha infatti chiuso il primo semestre 2023 con ricavi in rialzo del 6,4% anno su anno a 6,9 miliardi di euro e un Ebita di 430 milioni di euro (+5,7%), a fronte di un utile netto di 208 milioni di euro. Numeri che hanno permesso al gruppo di confermare le guidance per fine 2023. Non è finita. Gli altri numeri della semestrale evidenziano un miglioramento del flusso di cassa operativo, che resta negativo per 517 milioni di euro, ma segna un progresso del 46,3% rispetto al dato di -962 milioni di euro del 30 giugno 2022.

Ma è sugli ordini che c’è stato il vero sprint, segno di un credito crescente sul mercato. Il portafoglio ha infatti raggiunto quota 8,7 miliardi di euro (+21,4%), portando il monte ordini a quota 40 miliardi di euro con book to bill pari a 1,3. Quanto al risanamento in atto, l’indebitamento netto di gruppo è sceso del 24% a 3,6 miliardi di euro, grazie al minore assorbimento di cassa. E anche nel 2022 le cose erano andate piuttosto bene: lo scorso anno si è chiuso per Leonardo con un utile netto ordinario salito a 697 milioni (+18,7%), mentre il risultato netto vero e proprio ha registrato un incremento del 58,5% a 932 milioni di euro, a fronte di un ebitda cresciuto a quota 1,2 miliardi di euro (+ 15%).

IL PREMIO DEL MERCATO

Tutto questo non ha potuto che giovare al titolo in Borsa. I mercati, si sa, hanno la vista acuta. Dando una rapida all’andamento del titolo a a Piazza Affari, nell’ultimo mese la capitalizzazione del gruppo è cresciuta del 22%, arrivando a toccare i 13,4 euro ad azione. Solo lo scorso luglio Leonardo scambiava a poco meno di 11 euro ad azione, mentre al momento delle nomine, lo scorso aprile, l’ex Finmeccanica valeva in Borsa poco più di 10 euro ad azione. Di più. A certificare la crescita di Leonardo e il feeling con gli investitori, va detto che negli ultimi mesi il titolo ha guadagnato il 36%, mentre da inizio anno ad oggi il valore del gruppo sui listini è aumentato addirittura del 60%. Insomma, l’ascesa in classifica di Leonardo e Fincantieri, che tra il 2021 e il 2023 è passata dalla posizione 58 alla numero 48, guadagnando ben 10 gradini, non è dunque solo un trionfo individuale per le due aziende, ma invia anche un segnale positivo all’intero comparto industriale del nostro Paese.

IL SUCCESSO CON GLI ELICOTTERI

La narrazione non finisce qui. C’è un ultimo tassello da aggiungere, ovvero il ritorno del gruppo al centro del business degli elicotteri. Leonardo ha infatti recentemente rafforzato nuovamente la sua posizione di leadership nel mercato del trasporto elicotteristico privato con importanti risultati. Durante il salone Labace 2023, l’azienda di piazza Monte Grappa ha infatti annunciato nuovi contratti in America Latina, tra cui la partnership con Gruppomodena S.A. che è diventato distributore ufficiale per vari modelli di elicottero, inclusi AW119Kx, AW109, AW169 e AW139, in Uruguay e in Argentina.

Tale accordo comprende anche la firma di un contratto per due monomotori leggeri AW119Kx e tutti gli elicotteri saranno personalizzati con interni Vip per compiti di trasporto privato e corporate. A ciò si aggiunge la notizia che Leonardo investirà oltre 65 milioni di dollari, in collaborazione con Space Florida, per la realizzazione di una struttura avanzata di supporto post-vendita degli elicotteri, che includerà servizi di riparazione, revisione, collaudo, e un ampio magazzino di parti di ricambio, prevista per il completamento entro la fine del 2024. Motori avanti tutta.


formiche.net/2023/08/leonardo-…



È un coro di consensi accompagnato da varie rivendicazioni di primogenitura sulla misura, “l’abbiamo detto prima noi”, quello con cui le opposizioni acco


DeCretoni


Sulla tassazione del margine d’interesse, volgarizzato in “tassa sugli extraprofitti” o “tassa sulle banche”, è largamente probabile che sarà eccepita l’incostituzionalità. Un sistema fiscale funziona quando le regole sono chiare e stabili. Qui siamo di f

Sulla tassazione del margine d’interesse, volgarizzato in “tassa sugli extraprofitti” o “tassa sulle banche”, è largamente probabile che sarà eccepita l’incostituzionalità. Un sistema fiscale funziona quando le regole sono chiare e stabili. Qui siamo di fronte a un prelievo da una parte limitato a un anno e dall’altra retroattivo. Una specie di riassunto di cosa non si dovrebbe fare, tanto più che appena due mesi addietro il ministro dell’Economia lo aveva escluso.

Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha detto che quel prelievo è una conseguenza delle scelte sbagliate della Bce che, a suo dire, non avrebbe dovuto alzare i tassi d’interesse. Ora – a parte che si vorrebbe sapere cosa mai si sarebbe dovuto fare per fermare l’inflazione oppure se si ritiene che quest’ultima sia un beneficio per lavoratori e consumatori – la tesi esposta si scontra direttamente con quanto sostenuto appena la settimana scorsa da Fabio Panetta, designato governatore della Banca d’Italia, il quale propone di fermare la salita dei tassi d’interesse ma di mantenerli ai livelli attuali a lungo, sicché la portata di un solo anno, decisa per la nuova tassa, è incongrua con il presunto obiettivo.

Inoltre ci si dimentica che appena ieri si reclamava il massiccio uso dei soldi dei contribuenti per ‘salvare’ le banche, mentre ora si racconta che si salveranno i contribuenti usando i soldi delle banche. E ci si dimentica che la crescita dei tassi d’interesse ha sì fatto crescere gli interessi generati dai prestiti a tasso variabile, ma ha anche fatto scendere il valore dei titoli del debito pubblico, di cui i bilanci delle banche sono pieni. Insomma: mentre la Bce mostra fiducia sulla buona condizione delle nostre banche, noi si pensa che tale salute sia troppa. Il che – a tacere della retroattività, che di suo è una violazione delle regole – si spera non porti sfortuna.

Né, infine, risulta corretto mettere le banche sullo stesso piano delle imprese energetiche, perché per queste seconde i profitti extra erano dati da un inatteso ed esagerato fenomeno di mercato, mentre il rialzo dei tassi è una decisione istituzionale per niente imprevista.

Quelli varati dal governo, nell’ultimo Consiglio dei ministri prima delle (loro) vacanze, sono degli insaccati legislativi. I Presidenti della Repubblica, uno dopo l’altro, provano a richiamare i governi, uno dopo l’altro, al rispetto del dettato costituzionale, quindi all’omogeneità dei decreti legge, sottolineando che gli insaccati finiscono con l’espropriare il Parlamento di un potere, quello legislativo, che dovrebbe detenere in esclusiva. Ma non c’è verso. Il vizio della prolissità e disomogeneità è talmente diffuso e ripetuto da essere divenuto l’illegittima normalità. Le ultime salsicce, però, hanno un gusto particolare. Fidando nel confondersi dei sapori ci sono anche misure, come quella sulle potenze emissive degli impianti radioelettrici 5G, cui gli odierni decretatori si erano ieri opposti strenuamente. Mentre al palato attento non giungerà come inatteso il nulla di fatto sui taxi. Chi liscia a lungo la bestia corporativa deve poi stare attento a che quella non gli morda la mano. Quindi scaricano tutto sui Comuni – come già era, del resto – ma lo mettono nell’insaccato legislativo per dire: una cosa l’abbiamo fatta.

Ora non resta che mettere l’insaccato sulla griglia delle vacanze agostane, levando così il tanto fumo dell’avere difeso i cittadini dalle mani adunche delle banche, ma restando l’arrosto del consegnarli a stabilimenti balneari che contribuiscono per un nulla al gettito fiscale per le concessioni e poco al giro d’affari (essendo vasta l’evasione), ma alzano eccome il prezzo dei servizi che vendono, protetti dall’assenza di concorrenza nel far meglio fruttare il suolo pubblico. Senza contare lo stuzzichino grigliato offerto a chi un taxi non lo trova a pagarlo, nel mentre con i suoi soldi lo si offre a chi si droga e si ubriaca in discoteca.

La Ragione

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Naufragio Sicilia, 41 morti. Sopravvissuti alla deriva per 4 giorni


I superstiti, due uomini, una donna e un minore, hanno raccontato la storia dei 41 compagni di viaggio, tra cui 3 bambini, caduti in mare e scomparsi tra le onde L'articolo Naufragio Sicilia, 41 morti. Sopravvissuti alla deriva per 4 giorni proviene da P

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Due uomini, una donna e un minore. Sono le sole 4 persone sopravvissute al naufragio che lo scorso giovedì ha causato la morte di 41 migranti tra cui 3 bambini.

Conosciamo la loro storia grazie a loro, che hanno raccontato come la barca si sia ribaltata dopo sole 6 ore di navigazione a causa di un’onda particolarmente alta. 7 metri di lunghezza, ospitava 45 persone, partite da Sfax in Tunisia, tentavano di raggiungere l’Italia.

Alcuni, una quindicina, indossavano un salvagente ma sono affogati lo stesso, hanno raccontato i 4 naufraghi, provenienti da Costa d’Avorio e Guinea Konakry, alla Guardia Costiera italiana.

Loro sono rimasti in acqua per ore. Poi hanno visto una barca abbandonata, probabilmente lasciata dopo un trasbordo di migranti e sono riusciti a salire. La barca, senza motore, è andata alla deriva per almeno 4 giorni finendo, trascinata dalle correnti, al largo della Libia.

La Guardia Costiera libica, seppur avvisata dalle autorità italiane, non sarebbe intervenuta, secondo la ricostruzione fatta da La Presse.

I sopravvissuti sono stati avvistati ieri da una barca mercantile battente bandiera maltese, la Rimona, che li ha salvati facendoli salire a bordo. Questa mattina sono trasbordati su una motovedetta della Guardia Costiera che li ha portati a Lampedusa.

Nessuna barca né autorità marittima ha avvistato cadaveri in mare. I corpi dei 41 migranti rimarranno, come centinaia di altri, sul fondo del Canale di Sicilia. Pagine Esteri

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Alta tensione tra Cina e Filippine sul mar Cinese meridionale


Alta tensione tra Cina e Filippine sul mar Cinese meridionale 8683479
Cannoni ad acqua della guardia costiera di Pechino verso le navi di Manila su acque contese. Anche Marcos Junior dopo l'invasione russa dell’Ucraina ha rafforzato i legami con Washington. Si alza il rischio di incidenti nella regione

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Se la Cina arranca e l’India corre


Una nuova era della globalizzazione si sta aprendo, i segnali abbondano. La Cina vede ridimensionarsi il proprio ruolo di «fabbrica del mondo». Nuovi investimenti delle multinazionali privilegiano altri Paesi emergenti come l’India. Vi si aggiunge una par

Una nuova era della globalizzazione si sta aprendo, i segnali abbondano. La Cina vede ridimensionarsi il proprio ruolo di «fabbrica del mondo». Nuovi investimenti delle multinazionali privilegiano altri Paesi emergenti come l’India. Vi si aggiunge una parziale reindustrializzazione dell’Occidente, in particolare per le produzioni che ci servono nella transizione ecologica. In America un milione di posti di lavoro sono già «rimpatriati» dall’estero in due anni, per effetto delle politiche industriali di Biden. Con qualche ritardo, l’Europa segue: in futuro vogliamo avere il controllo di produzioni strategiche e quindi riportarle più vicine a casa nostra. Colpisce il divario tra questi segnali precursori di cambiamenti, e un dibattito italiano che li ignora. Il reddito di cittadinanza, comunque lo si voglia riformare, punta ad attenuare fenomeni di povertà pre-esistenti. Ma come evitare che i «figli dei poveri di oggi» siano costretti anche loro a vivere di assistenza in futuro? A quali mestieri dovremmo indirizzarli e formarli? Il Welfare non deve monopolizzare la nostra attenzione fino al punto di impedirci di preparare il futuro: dove tornerà attuale una vocazione industriale, anche se di tipo nuovo. Gli adattamenti in corso in America, Cina, India, Europa, sono collegati fra loro. L’economista americano Adam Posen lancia una metafora: secondo lui l’economia cinese soffre di «longCovid». È una sindrome che con il vero Coronavirus c’entra solo in parte, perché cominciò molto prima. Dal 2015 a oggi i consumi di beni durevoli (come le automobili) nella Repubblica Popolare si sono ridotti di un terzo. Per gli investimenti delle imprese la caduta è stata ancora più pesante, il loro livello odierno è inferiore di due terzi rispetto a dov’erano nel 2015. Nello stesso periodo la quota del risparmio delle famiglie cinesi in proporzione al Pil è cresciuta del 50%. Il declino si estende su un periodo di otto anni e quindi va ben oltre lo shock della pandemia, chiama in causa dei problemi antecedenti. Quei dati disegnano un quadro di sfiducia: le imprese non riprendono a investire se non in piccola parte, i consumatori non tornano a spendere come prima, invece accantonano risparmio per paura. Di che cosa hanno paura i cinesi? Di un ritorno allo statalismo che riduce la libertà d’iniziativa privata nella seconda economia mondiale. Il clima di sfiducia che cala sull’economia cinese ha altre concause. C’è l’iper-nazionalismo di Xi che genera ostilità verso gli investitori stranieri: la Repubblica Popolare del 2023 è meno accogliente per le imprese estere. C’è la crisi del settore immobiliare. C’è infine l’offensiva che viene da fuori, l’antagonismo degli Stati Uniti (i dazi di Trump dal 2017, poi l’embargo tecnologico di Biden su alcuni semiconduttori). Queste sono aggravanti. Il cambiamento fondamentale secondo Posen è il ritorno di un arbitrio da parte del regime comunista nelle sue interferenze su molte attività economiche. Lo conferma la recente propensione a leggi d’emergenza, in nome della sicurezza nazionale, che da un momento all’altro possono cambiare le condizioni dell’attività d’impresa. «Grazie» a Xi Jinping, l’India diventa una parziale alternativa. Da Apple a Tesla l’elenco delle multinazionali americane che costruiscono fabbriche in India si allunga. Nel corso degli ultimi otto anni la sua produzione elettronica è quasi quadruplicata. L’industria elettronica è proprio il settore su cui punta il premier Narendra Modi per la transizione «farm- to-factory» cioè dai campi alle fabbriche. Nei piani del governo di New Delhi il 60% dell’esodo di manodopera dall’agricoltura dovrebbe essere assorbito dall’elettronica. È un remake di quel che accadde in altri Paesi asiatici, dal Giappone alla Corea del Sud e da Taiwan alla stessa Repubblica Popolare cinese. Nel rimescolamento di ruoli che trasforma le frontiere della globalizzazione, l’Occidente viene coinvolto non solo per le strategie delle sue multinazionali. Prima la pandemia, poi la guerra inUcraina (e la complicità di Xi Jinping con Vladimir Putin) hanno iniettato nelle politiche economiche nuove considerazioni strategiche. Includono la transizione verso la sostenibilità. Non è accettabile una situazione in cui tutte le nostre batterie elettriche, pannelli solari e pale eoliche dipendono dal ben volere di un leader comunista a Pechino. La politica industriale di Biden ha accumulato ormai una potenza di fuoco che si avvicina ai mille miliardi, tanti sono gli aiuti pubblici infilati a vario titolo nelle pieghe di tutte le manovre legislative approvate dal Congresso negli ultimi due anni. L’Europa segue la strada tracciata dagliStati Uniti, un po’ in ordine sparso, ma già i sussidi messi in campo dalla Germania sono ragguardevoli. Reindustrializzare l’Occidente è una bella occasione di crescita se la sappiamo cogliere. L’Italia ha una robusta tradizione manifatturiera. Sta facendo il necessario per rafforzarla, cogliendo le nuove opportunità? Per facilitare il mestiere d’impresa l’elenco delle cose da fare è lungo e dovrebbe figurare al centro del discorso pubblico. Uno dei temi è adeguare la nostra forza lavoro. Il tipo di formazione che ricevono i ragazzi italiani si sta convertendo a questo nuovo modello di sviluppo, dove torneremo anche a progettare, fabbricare, installare cose che finora ci arrivavano su navi porta container da Shanghai? Si parla perfino — giustamente — di un ritorno dell’attività estrattiva, visto che minerali e terre rare per la transizione ecologica esistono anche nel nostro sottosuolo e il monopolio cinese è solo dovuto a scelte politiche. Vent’anni fa l’Italia arrivò impreparata allo shock che fu l’irruzione della Cina nell’economia globale. Oggi la sua parziale ritirata ci pone delle sfide nuove. A seguire il dibattito in corso sul reddito di cittadinanza — che avrebbe potuto svolgersi in termini identici in un’altra epoca — si ha l’impressione che siamo ancora una volta in ritardo.

Corriere della Sera

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Norway to fine Meta nearly $100,000 a day over data use


Norway's data protection agency said on Tuesday (8 August) it would start fining Facebook and Instagram owner Meta nearly $100,000 per day for defying a ban on using users' personal information to target ads.


euractiv.com/section/data-priv…



Il Ministro Giuseppe Valditara ha firmato un decreto che destina alle scuole oltre 8 milioni di euro del PNRR per investimenti nella didattica digitale integrata e nella formazione del personale scolastico alla transizione digitale.


di Rino Malinconico   Dopo i fatti di Piazza Statuto del luglio ‘62, si avviò all'interno del gruppo–rivista dei Quaderni Rossi un dibattito ser


La Thailandia in attesa: i conservatori puntano a governare


La Thailandia in attesa: i conservatori puntano a governare Thailandia Pita Move Forward
La corte costituzionale ritarda la decisione sulla rinomina di Pita e causa lo slittamento di tutto il processo politico per il voto del primo ministro. Intanto il Pheu Thai ha abbandonato il Move Forward

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Francesca Albanese: «Dentro e fuori dalla cella, la Palestina è un carcere»


Intervista alla Relatrice speciale dell'Onu per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati che ha presentato il suo ultimo rapporto al Palazzo di Vetro L'articolo Francesca Albanese: «Dentro e fuori dalla cella, la Palestina è un carcere» provien

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di Michele Giorgio

(questa intervista è stata pubblicata il 3 agosto dal quotidiano Il Manifesto)

«L’occupazione militare israeliana ha trasformato l’intero territorio palestinese occupato in una prigione a cielo aperto, dove i palestinesi sono costantemente rinchiusi e sorvegliati». È questa la denuncia contenuta nell’ultimo rapporto presentato alle Nazioni unite da Francesca Albanese, giurista e Relatrice speciale per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati. Dal 1967, riferisce Albanese, oltre 800.000 palestinesi, compresi bambini, sono stati arrestati e detenuti in base a regole autoritarie applicate dall’esercito israeliano. Alla Relatrice abbiamo rivolto qualche domanda.

Francesca Albanese, la detenzione arbitraria è uno degli aspetti centrali della sua inchiesta

Ho preso in esame in particolare i presupposti normativi per cui la detenzione arbitraria è condotta dalle forze di occupazione israeliane. I palestinesi sono soggetti a lunghe detenzioni anche per aver espresso opinioni, pronunciato discorsi politici non autorizzati. Spesso sono ritenuti colpevoli senza prove, arrestati senza mandato, detenuti senza accusa né processo e brutalizzati durante la custodia. Il focus è sui palestinesi, perché sono i palestinesi ad essere incarcerati nel territorio occupato tanto da Israele quanto dalle autorità palestinesi in Cisgiordania e Gaza. Senza condonare o giustificare in alcun modo gli atti di violenza che commettono i palestinesi, ho riscontrato, come altri prima di me, che la maggior parte dei casi di detenzione non avviene in conseguenza di crimini o reati. Avviene per aver commesso azioni che dal punto di vista del diritto internazionale sono semplici atti di vita ordinaria. Per capirci, parliamo dell’attraversare una zona nel territorio occupato che Israele dichiara per qualche motivo chiusa. Organizzare una riunione di 10 o più persone in cui si parla di temi politici senza l’autorizzazione del governo (militare) comporta l’arresto fino a 10 anni. Il 95% dei palestinesi viene arrestato in prossimità delle colonie israeliane che ormai sono 270 nel territorio occupato, con 750.000 coloni.

Tutto ciò, lei afferma, avviene in un contesto che definisce di «carceralità diffusa».

Sì, descrivo l’ingabbiamento della popolazione. Si pensi al Muro (alzato da Israele in Cisgiordania, ndr), alle colonie che sono costruite per circondare, per strozzare la crescita urbana delle città e dei villaggi palestinesi. Si pensa ai 400 km di strade segregate che non sono accessibili e utilizzabili dai palestinesi e a come spezzino la continuità del territorio palestinese. Poi ci sono i permessi che i palestinesi devono ottenere per costruire una casa, prendere la residenza, andare in una determinata scuola, per viaggiare all’estero, per ricevere visite familiari. Persino le relazioni amorose sono regolate da ordini militari.

Quanto queste detenzioni sono la conseguenza anche della sorveglianza digitale.

Per questo argomento mi sono state utili le testimonianze dei militari dell’associazione (israeliana) Breaking the silence, che ben spiegano come la tecnologia digitale che si è sviluppata negli ultimi 10 -15 anni abbia cambiato il modo di controllare e monitorare i palestinesi. Dal seguire le loro conversazioni su Facebook al monitoraggio dei flussi telefonici. Fino alla triangolazione di tutte le informazioni sulla loro vita, anche i controlli medici. I palestinesi sono facilmente ricattabili perché tutte le loro informazioni private sono nelle mani degli israeliani. Dal 2013 in poi sono aumentati gli arresti preventivi in seguito all’utilizzo dei social media.

I palestinesi denunciano il sistema della doppia giustizia in Cisgiordania: loro sono giudicati dalle corti militari, i coloni dalle corti civili.

Questo dualismo legale che è stato criticato in passato anche dall’ex giudice della Corte suprema israeliana Barack. E ha permesso il cristallizzarsi dell’apartheid. La vita dei palestinesi è regolata da legge marziale. Anche i minori palestinesi vengono portati dinanzi a giudici militari. Ben diverso è il caso dei coloni che pure si macchiano di gravi reati contro i civili palestinesi e le loro proprietà. Raramente sono portati in giudizio. Più che di doppia giustizia dobbiamo parlare di impunità per i coloni israeliani. Pagine Esteri

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La sinistra italiana perde con Mario Tronti uno dei più importanti intellettuali del Novecento. La sua opera ha ispirato diverse generazioni di militanti e int


È stato pubblicato oggi il bando di concorso per titoli ed esami, abilitante, per l’assunzione a tempo indeterminato di 1.


#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



Letture asiatiche – 5 libri da leggere sotto l’ombrellone


Letture asiatiche – 5 libri da leggere sotto l’ombrellone 8653156
I consigli di China Files con i libri migliori a tema Asia da leggere questa estate 2023 sotto l’ombrellone La letteratura non va in vacanza e così anche la rubrica Letture Asiatiche. Tra i moltissimi libri che ci sono piaciuti nel 2023, qui una selezione di quelli che da divorare in una giornata di relax. Qui vi avevamo parlato di ...

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I servizi di questa mattina sul server Poliverso sono stati risolti. Ci scusiamo per il disagio

@Che succede nel Fediverso?

Buongiorno e buona domenica a tutti gli utenti di poliverso.org che stamattina, a causa di un errore nel processo automatico di rinnovo del dominio e all'incapacità del provider nel segnalare tempestivamente la problematica, e risultato irraggiungibile per alcune ore.

Il server è comunque rimasto in esecuzione e pertanto tutte le attività automatiche già impostate (importazione delle timeline, importazione o ripubblicazione di feed, ripubblicazione su bluesky, etc) hanno continuato a funzionare, ma il server non era comunque raggiungibile da parte dell'utente finale.

Purtroppo le tempistiche per la risoluzione dell'inconveniente ci erano sconosciute, in quanto non erano sotto il nostro controllo, ma dipendevano semplicemente dai tempi di aggiornamento dei DNS. Fortunatamente il disservizio è durato poche ore.

Ci scusiamo ancora per il problema.

Gli amministratori

cc @Poliverso Forum di supporto



  Laura Tussi Il 6 e 7 luglio, un mese fa, si è tenuto a Bruxelles l'incontro internazionale della rete Donne Globali per la Pace. In opposizione al



Con lo schema di decreto del Presidente della Repubblica, deliberato dal Consiglio dei Ministri, saranno autorizzate le assunzioni in ruolo a tempo indeterminato di:

📌 52 unità di personale educativo-PED;
📌 50.



- Benzinaio vicino al lavoro alla vigilia della legge che impone esposizione del prezzo medio: gasolio 1,61 €/Lt

- Prezzo medio: 1,798 €/Lt
- Benzinaio oggi: 1,769 €/Lt

Ottimo lavoro!

in reply to J. Alfred Prufrock

In realtà il salto è stato di soli 10 centesimi/Lt alla vigilia, per poi galoppare giorno per giorno su (sia prezzo medio che praticato)


Nell’ambito della operazione legalità contro i diplomifici, si è svolto oggi un incontro al Ministero dell’Istruzione e del Merito, al quale hanno partecipato il Ministro Giuseppe Valditara, il Capo di Gabinetto Giuseppe Recinto, il Capo Dipartimento…


Matteo Renzi e Ferruccio de Bortoli: uno scontro di titani



Anche nelle migliori immagini della sua propaganda, il boy scout di Rignano riesce comunuqe a figurare tra i soggetti meno fotogenici.

Un foglio di inizio agosto 2023 comunica che Matteo #Renzi ha perso in sede civile contro Ferruccio de #Bortoli.
Del primo è persino inutile parlare.
Il secondo è l'ideatore del prodotto Oriana Fallaci. Con questo non si intende dire che la distruzione del Medio Oriente, le stragi quotidiane in #Iraq e in #Siria, i ben vestiti in giro per #Riyadh intanto che nello #Yemen muoiono sotto le bombe donne di cui non importa nulla a nessuno perché sono compostamente vestite siano per intero colpa sua: negare la sua importanza come facilitatore e divulgatore delle più abiette istanze dell'"occidentalismo" contemporaneo sarebbe altrettanto irresponsabile.
Comunque: de Bortoli ha scribacchiato, diversi anni fa, cose che il boy scout di #Rignano non ha gradito. Qualche mese fa una certa Susanna #Zanda gli aveva già fatto presente che i tribunali non sono bancomat, e al tempo stesso gli aveva tolto di tasca sedicimila euro a titolo di maggiore incisività del consiglio.
La cosa deve essere servita a poco: ecco quindi dopo meno di sei mesi un approfondimento in materia di diritto privato.
Docente incaricata, sempre Susanna Zanda.
Che ha praticato a Matteo Renzi lo sconto che è d'uso in ogni ambiente riservare ai clienti affezionati, esigendo mille euro in meno rispetto all'altra volta.
Spiccioli, quando si passa da un ristorante costoso a una consulenza in urbanistica.
Cifra ragguardevole, invece, se si lavora sul serio.



Cyanide Pills - Soundtrack to the New Cold War


Garage punk per la vostra estate !

iyezine.com/cyanide-pills-soun…

@Musica Agorà

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5 anni di contenzioso: Meta sembra passare al consenso per gli annunci comportamentali Meta ha annunciato che presto passerà al "consenso" per gli annunci comportamentali. Resta da vedere quali saranno le conseguenze di questo passaggio Meta Opt Out


noyb.eu/it/5-years-litigation-…





Non so che pensare...
Nuova Diavoleria?
sostariffe.it/news/canone-rai-…


Ma che cos’è uno strumento educativo digitale responsabile?


In occasione della traduzione in italiano della home page di La Digitale, riprendo questo articolo di Emmanuel Zimmert in cui l’autore espone i principi su cui si basa La Digitale, un progetto che sviluppa e distribuisce gratuitamente una raccolta di strumenti digitali e applicazioni libere e responsabili (24 solo quelli online!) da utilizzare soprattutto nell’insegnamento/apprendimento in presenza e a distanza.

Ecco come vengono presentati gli obiettivi di La Digitale nella home page del sito:

1. progetta e sviluppa strumenti e applicazioni digitali liberi e responsabili per insegnanti;
2. accresce la consapevolezza delle buone pratiche e della sobrietà digitale in ambito educativo ;
3. difende una tecnologia digitale educativa virtuosa e inclusiva lontana dalle grandi aziende guidate dalla corsa al profitto e dalla raccolta e vendita di dati.

Viste le premesse, penso che valga la pena provare gli strumenti liberi che Emmanuel Zimmert ha sviluppato e messo a disposizione gratuitamente.


Qui sotto trovate la traduzione italiana del suo articolo che è distribuito con licenza Creative Commons BY-NC-SA.

A questo link potete ascoltare la lettura dell’articolo: funkwhale.it/library/tracks/17…

Buona lettura e buon ascolto 🙂

Ma che cos’è uno strumento educativo digitale responsabile?


Prima di proporre alcune caratteristiche di uno strumento educativo digitale responsabile, è innanzitutto necessario ricordare quali sono i mezzi utilizzati dalle aziende di tecnologia educativa e digitale in generale per monetizzare i propri prodotti
Il modello a pagamento: l’applicazione o il servizio è disponibile dopo il pagamento (una tantum o ricorrente). 
Il modello freemium: l’applicazione o il servizio possono essere utilizzati gratuitamente con funzionalità o possibilità di creazione limitate. Tutte le funzionalità vengono sbloccate dopo il pagamento. Questo è un modello comunemente utilizzato dalle società edtech, in quanto consente agli utenti di avere un’idea del prodotto (e potenzialmente di creare una dipendenza) prima di passare alla cassa.
Il modello gratuito: è anche un modello comune, soprattutto tra i GAFAM. Tutte le funzionalità sono immediatamente disponibili gratuitamente. Il potenziale di monetizzazione, spesso sconosciuto agli utenti, sta altrove: nei dati che queste aziende potranno raccogliere, utilizzare, mixare, rivendere per generare pubblicità mirata, per stabilire abitudini di consumo, ecc.
Bisogna sempre tenere presente che l’obiettivo rimane principalmente commerciale: si tratta ovviamente di offrire contenuti e servizi di qualità, ma si tratta soprattutto e prima di tutto di vendere, con strategie di marketing più o meno eleganti.

Alcune caratteristiche di uno strumento educativo digitale responsabile

Per La Digitale , uno strumento educativo digitale responsabile è …
• uno strumento con un modello economico chiaro e trasparente;
• uno strumento senza pubblicità;
• uno strumento con codice sorgente aperto e conforme ai valori del software libero;
• uno strumento che pone la rilevanza educativa al centro della sua progettazione;
• uno strumento di facile accesso (può essere utilizzato senza dover creare un account o con la creazione di un account senza un indirizzo email);
• uno strumento che non raccoglie dati personali (o che indica molto chiaramente quali dati vengono utilizzati e per quale scopo);
• uno strumento che non raccoglie dati statistici (o che utilizza strumenti gratuiti e self-hosted per farlo);
• uno strumento che ottimizza (compressione delle immagini, ecc.) o limita l’uso dei media (il video è ancora il modo più efficace per presentare un concetto, una nozione?);
• uno strumento con funzionalità mirate che non cerca di fare tutto, ma al contrario di fare una cosa e di farla bene;
• uno strumento che non mostra un numero eccessivo di notifiche e che non è invadente;
• uno strumento che è oggetto di una progettazione, concezione e sviluppo etico: caricamento rapido, codice ottimizzato, scelta delle tecnologie pertinenti, ecc. Su questo argomento, GreenIT.fr, con il supporto di oltre 50 collaboratori che sono membri del collettivo Conception Numérique Responsable, ha realizzato un manuale di 115 buone pratiche di web design ecocompatibile.

Uno strumento digitale responsabile considera anche l’utente responsabile e lo aiuta a implementare buone pratiche.

È sempre necessario essere inondati di notifiche per farci sapere in un flusso continuo cosa sta succedendo online, quello che qualcuno ha fatto o commentato, ecc.? Ovviamente si tratta di catturare il famoso tempo cerebrale disponibile.

È sempre necessario che il nostro telefono, questo caro amico, ci dica (ci detti?) cosa fare, dove andare in ogni momento? Non lo trovi “infantilizzante”? Stiamo ancora usando la nostra buona vecchia memoria umana?

Esempio di responsabilità e buona pratica: quando crei un nuovo contenuto con uno strumento La Digitale, è necessario recuperare e archiviare il collegamento a questo contenuto, perché non c’è altro modo per riottenere l’accesso a questo contenuto. Ciò richiede quindi organizzazione: il collegamento può essere aggiunto in una presentazione, nella cartella del corso o in un file di testo, ecc.

La discussione continua.
Digitalmente vostro
Emmanuel Zimmert

L'articolo si può scaricare anche in formato .pdf da qui: dgxy.link/ladigitale3

#scuola #softwarelibero #sostenibilità
@Scuola - Gruppo Forum
@scuola@a.gup.pe
@Informa Pirata


Che cos'è uno strumento digitale responsabile?


Lettura dell'articolo di Emmanuel Zimmert "Che cos'è uno strumento digitale responsabile?"(in traduzione italiana) pubblicato:
qui


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Sabato 8 luglio 2023, gli account utente hanno iniziato a scomparire dall'istanza Mastodon di Vivaldi. Cosa stava succedendo, come è successo e quali sono state le conseguenze?

@Che succede nel Fediverso?

> Guardando il database ho potuto vedere che gli account interessati erano stati apparentemente cancellati e quindi ricreati come un account completamente nuovo quando l'utente ha effettuato nuovamente l'accesso.

198 account in totale sono stati cancellati nel corso di questo incidente e nelle ore successive, insieme agli sviluppatori di Mastodon, abbiamo iniziato a esaminare cosa potesse essere accaduto. Su suggerimento di Eugen, abbiamo esaminato la possibilità che gli UserCleanupScheduleraccount eliminati fossero "non confermati", ma alla fine questo è stato escluso, poiché gli utenti eliminati non avrebbero mai potuto corrispondere alla query su cui operava.

TL; DR

Un bug nel codice combinato con una configurazione del database sconsiderata ha causato l'unione di 198 account utente in un unico account remoto. È stato impiegato un intero fine settimana per trovare la causa e riparare i danni causati.



Bluesky IN - Twitter OUT: dismesso il connettore Twitter di Poliverso ma è già attivo quello per Bluesky: e forse a settembre Friendica potrebbe federarsi anche con il nuovo social di Jack Dorsey

@Che succede nel Fediverso?

Il connettore twitter di Poliverso è stato dismesso, dopo aver onorevolmente svolto il suo dovere per quasi due anni: da alcuni giorni però non consentiva più di pubblicare messaggi su Twitter, limitandosi a importare messaggi sulla timeline di Friendica, e questo stava anche provocando continui errori e insopportabili rallentamenti del sistema.

Poco male: ci siamo risparmiati il rebranding e gli ultimi shitposting del suo padrone.

Annunciamo invece che è già attivo il connettore per Bluesky che consente al momento di pubblicare messaggi Friendica sul social azzurro!

Per gli utenti Poliverso sono disponibili alcuni codici di invito: se li volete contattateci qui!

Gli sviluppatori di Friendica però stanno lavorando per implementare con la nuova release di settembre la possibilità di federarsi effettivamente con Bluesky.
Siamo in attesa di capire cosa comporterà questa implementazione in termini di risorse e vi terremo aggiornati.

Infine vogliamo scusarci per i rallentamenti che si stanno verificando sul nostro server: purtroppo siamo giunti a un punto in cui il nostro cloud non può essere più potenziato in termini di potenza di calcolo (che è l'aspetto che più ci sta creando problemi) e perciò stiamo valutando se raddoppiare i costi mensili e passare a una nuova configurazione, oppure se cambiare fornitore.

Si tratta di una scelta che dobbiamo operare con una certa attenzione e probabilmente non riusciremo a compierla prima del mese di settembre. Se riscontrerete disguidi, fatecelo sapere.

A questo proposito ringraziamo tutti coloro che ci hanno generosamente finanziato attraverso la piattaforma Ko-Fi o tramite LiberaPay! Non ci aspettavamo questa attenzione da parte dei nostri utenti e di quelli delle nostre istanze collegate, l'istanza mastodon Poliversity e l'istanza Lemmy Feddit.it, che si è rivelata un bellissimo caso di successo degli ultimi mesi, oltre che un luogo di aggregazione per tutti gli utenti di tutte le istanze italiane del Fediverso

.

Grazie ancora a tutti e buone vacanze,
gli amministratori

@Poliverso Forum di supporto

Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Signor Amministratore ⁂
@Van Veen mi dovresti seguire, altrimenti non posso inviarti messaggi privati
Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Signor Amministratore ⁂
@Adri Aster sì ,ma se non mi segui, non posso inviarti messaggi privati


LORDS OF ALTAMONT – TO HELL WITH TOMORROW THE LORDS ARE NOW!


RECENSIONE : LORDS OF ALTAMONT – TO HELL WITH TOMORROW THE LORDS ARE NOW!

iyezine.com/lords-of-altamont-…

@Musica Agorà

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Prenotare un volo Ryanair attraverso un'agenzia di viaggi online potrebbe riservare una brutta sorpresa noyb ha presentato un reclamo contro Ryanair. Quando si prenota tramite un'agenzia di viaggi online, la compagnia aerea spinge alcuni clienti a sottoporsi a un processo di riconoscimento facciale invasivo A face is getting scanned via facial recognition. On top of that, you can see the Ryanair logo.


noyb.eu/it/booking-ryanair-fli…



Prenotare un volo Ryanair attraverso un'agenzia di viaggi online potrebbe riservare una brutta sorpresa noyb ha presentato un reclamo contro Ryanair. Quando si prenota tramite un'agenzia di viaggi online, la compagnia aerea spinge alcuni clienti a sottoporsi a un processo di riconoscimento facciale invasivo A face is getting scanned via facial recognition. On top of that, you can see the Ryanair logo.


noyb.eu/it/booking-ryanair-fli…



#40 / Di telecamere, peculiari attivisti e strane priorità


Entro il 2025 mille nuove telecamere a Roma / Blade Runners, gli attivisti che non ci meritiamo / Le strane priorità della Bank of England / Torna la Privacy Week / Meme e citazione della settimana.

Entro il 2025 mille nuove telecamere a Roma


Il sindaco Gualtieri ha già dato disposizioni per far sì che Roma sia sicura per residenti e turisti in occasione del Giubileo del 2025: mille nuove telecamere, una sala operativa super smart per la polizia e un SOC (Cybersecurity Operation Center) per garantire la sicurezza delle telecamere e della sala operativa1. La sicurezza della sicurezza prima di tutto.

Di tutta questa sicurezza, ne saranno certamente felici gli amici romani. Finalmente potranno essere ripresi in tempo reale mentre vengono derubati in metro.

Hey, il portafoglio sparirà comunque e nessuno certamente sarà né catturato né processato — ma almeno saprete che da qualche parte c’è un vigile urbano che vi osserva, che veglia su di voi, e che prova tanta compassione. Mentre sorseggia il suo caffé con panna.

Lo so, forse sono eccessivamente critico. Magari le telecamere funzionano davvero come mezzo di repressione del crimine. In effetti, Milano è la città con più telecamere d’Italia ed è anche la più sicura. Che gli operatori del 112 la chiamino amichevolmente la Gotham City d’Italia è solo uno scherzo. È sicurissima, fidatevi. Soprattutto in zona Stazione Centrale, che è letteralmente invasa di telecamere.

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Blade Runners, gli attivisti che non ci meritiamo


Non tutti la pensano come Gualtieri e altri sindaci illuminati che non vogliono altro che il nostro benessere e sicurezza. In UK in particolare è da poco nato un movimento chiamato “Blade Runners” che ha una missione particolare: distruggere ogni telecamera di videosorveglianza nella città di Londra2.

A loro la sorveglianza di massa non piace, e non gli piace neanche l’espansione illimitata delle nuove ZTL videosorvegliate che da qualche tempo vengono spacciate come soluzione contro il cambiamento climatico.

Questi gentiluomini, che chiaramente non ci meritiamo, stanno progressivamente distruggendo e smantellando ogni telecamera. Un esponente, rimasto anonimo, ha recentemente dichiarato che non si fermeranno fino a che non le avranno distrutte tutte “no matter what”.

Pare che la loro azione sia stata così efficiente finora da aver messo in crisi le autorità locali, che potrebbero perfino decidere di sospendere il progetto ULEZ, simile alla Area B di Milano (una ZTL), per mancanza di apparati di sorveglianza.

Nel dissociarmi da queste terribili notizie di danneggiamento di proprietà pubblica, mi limito a dire che sarebbe davvero terribile se nascessero gruppi di emulazione in altre città europee, vista la fatica e l’amore che i nostri sindaci impiegano per tenerci al sicuro.

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Le strane priorità della Bank of England


La Bank of England ha deciso di dedicare il settimo piano del suo edificio a bagni unisex, o per meglio dire “gender neutral”. La decisione segue una serie di politiche inclusive e alcune dichiarazioni peculiari, anch’esse inclusive, come ad esempio il fatto che chiunque possa avere una gravidanza3.

Voi pensavate che alla Bank of England fossero impegnatissimi a scongiurare la più grande crisi finanziaria del secolo e contrastare l’inflazione (che loro stessi hanno causato). E invece no. Qua bisogna essere inclusivi. Ma perché parlarne su queste pagine?

Perché la questione dei bagni “gender neutral” riguarda molto da vicino anche la privacy e la dignità delle donne, per ovvi e oggettivi motivi, che però oggi sembrano essere fuori dalla portata delle più elevate menti dei nostri continenti.

Condividere un bagno o uno spogliatoio con persone dell’altro sesso può infatti essere un’esperienza negativa per molte donne, che magari preferirebbero non farsi guardare nude da persone dotate di prostata (questo è linguaggio inclusivo?).

D’altronde, se così non fosse, potremmo tutti già oggi usare bagni e spogliatoi uguali per tutti. Se nel corso della storia umana abbiamo deciso di separarli, forse un motivo c’era.

Nella letteratura in materia di privacy (in particolare Solove) si fa spesso riferimento all’impatto di azioni che in qualche modo invadono la sfera privata fisica della persona contro la sua volontà. L’esposizione forzosa di funzioni corporee o di nudità, unita alla sensazione di intrusione nella propria sfera privata, può infatti causare notevoli disagi psicologici nelle persone, oltre ad alterazioni dei loro comportamenti e perfino aumentare il rischio di micro-conflitti e violenze.

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Senza contare che i bagni, in generale, sono spesso frequentati anche da bambini — o da adulti con capacità intellettuali di bambini, nel caso delle Banche Centrali.

Quale genitore sarebbe felice di sapere che nel bagno o nello spogliatoio in cui si cambia sua figlia tredicenne dopo l’allenamento è presente anche una persona dotata di prostata di mezza età che ha deciso da un momento all’altro di farsi chiamare Jessica?

In che modo un’imposizione così violenta, che viola la privacy e la dignità delle donne a favore di alcune persone dotate di prostata, può dichiararsi inclusiva? Dov’è finito il femminismo di una volta?

Torna la Privacy Week


Torna la Privacy Week, quest’anno alla sua terza edizione. Un festival di cinque giorni a Milano in cui si alterneranno tanti eventi interessanti come hackaton, interviste, dibattiti, tavole rotonde, serate e incontri di networking. Anche quest’anno tutti gli eventi potranno essere visti comodamente da casa su www.privacyweek.it, mentre per alcuni ci si potrà anche registrare e partecipare dal vivo per chi volesse (posti limitati).

Privacy Week 2023 si terrà dal 25 al 29 settembre e naturalmente ci sarò anch’io, per chi volesse scambiare due chiacchiere dal vivo. Il palinsesto, che è ancora in corso di definizione, è già descritto qui.

Nel frattempo, vi consiglio la registrazione alla piattaforma anche per ricevere la newsletter settimanale e ricevere tutti gli aggiornamenti sulle varie attività!

Meme della settimana


Citazione della settimana

“Don't feel sorry for yourself. Only assholes do that.”
Haruki Murakami

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1

romatoday.it/politica/sicurezz…

2

standard.co.uk/news/london/bla…

3

telegraph.co.uk/business/2023/…



Zaki libero, Assange sepolto vivo. I due volti dell'Occidente | l'interferenza

«Il mondo occidentale esulta per la liberazione del giovane Zaki e nello stesso tempo seppellisce vivo Assange mentre ha già lasciato che fossero seppelliti vivi il leader palestinese di Al Fatah, Marwan Barghouti, e il curdo Ocalan, entrambi imprigionati da più di vent’anni e destinati a non uscire più, come del resto lo stesso Assange, “colpevole” di aver denunciato i crimini dell’esercito americano in Iraq.»

linterferenza.info/editoriali/…



I "fili" di Meta potrebbero creare o distruggere il Fediverso: la promessa di rendere Threads compatibile con ActivityPub ha diviso i sostenitori del Fediverso

@Che succede nel Fediverso?

"La comunità di Fediverse è stata messa in moto, a causa della paura e dell'odio per Meta, e anche dell'entusiasmo", afferma Dmitri Zagidulin, uno sviluppatore che guida il gruppo del World Wide Web Consortium (W3C) responsabile della discussione sul futuro di ActivityPub. La prospettiva che Meta si unisca al movimento decentralizzato ha persone che cercano di ravvivare i loro progetti e prepararsi per i riflettori. “Ci sono riunioni furiose. Contributi in corso di richiesta. Richieste pull. Spinge per una migliore sicurezza, una migliore esperienza utente. Meglio tutto", dice.

L'articolo di Gregory Barber è su Wired

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Io spero che per una buona volta l'obiettivo fosse solo quello di fare concorrenza, non quello di distruggere una piattaforma che solo di recente cominciava ad essere di concorrenza..
Sono troppo ottimista forse?
Comunque per ora non ho visto nessuno che usi threads, non ho idea di come cercarlo né c'è apertura da questo, la cosa che lo colleghi al mio account Instagram + che non possa cancellarlo sono due contro che non voglio permettermi.


Il futuro meccanismo dei social network dipenderà dal successo (o flop) di Threads

@Che succede nel Fediverso?

La scommessa di Meta è quella di creare un unico grande sistema di condivisione dei contenuti in modo che le varie app social siano interoperabili tra loro, grazie al protocollo di rete chiamato #ActivityPub

Malumori interni a parte, l’ultima parola spetterà a #Meta: se la compagnia implementerà gli strumenti necessari per aderire al fediverso, difficilmente la si potrà fermare. Non sarà la salvezza di Internet come prefigura qualcuno, ma ne vedremo sicuramente delle belle. Tra queste, forse, anche il definitivo tramonto di #Twitter. Chissà.

#fediverso #threads

L'articolo di Alberto Cantoni continua su Linkiesta