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#laFLEalMassimo – Episodio 115: Navalny Matteotti e i Martiri della Libertà


La morte di Alexei Navalny, durante la detenzione basata su accuse risibili ci obbliga a prendere coscienza di quale sia il prezzo che si può pagare per la libertà e di quanto siamo al tempo stesso fortunati ad averla ottenuta gratuitamente dalla nascita

La morte di Alexei Navalny, durante la detenzione basata su accuse risibili ci obbliga a
prendere coscienza di quale sia il prezzo che si può pagare per la libertà e di quanto siamo al
tempo stesso fortunati ad averla ottenuta gratuitamente dalla nascita e sciagurati nel
metterla a rischio sottovalutando la pericolosità del dittatore Putin.
La storia dei libri e dei film a grande budget nel cinema si concentra su eroi valorosi e
condottieri vincenti da Napoleone a Giulio cesare, persone che con le loro gesta hanno
colpito inciso così nella la cultura popolare da inserire il proprio nome nel lessico comune e
da incantare ancora dopo secoli o millenni l’immaginario collettivo.
Eppure, l’umanità ha conosciuto anche eroi silenziosi, che non hanno mai ucciso, invaso o
conquistato nessuno, ma che anzi si sono opposti ai conquistatori e ai violenti, agendo
spesso inascoltati e incompresi e finendo per pagare con la vita l’incrollabile volontà di
affermare la propria libertà.
Personaggi come Giacomo Matteotti e Alexey Navalny, che hanno alzato la testa contro
dittatori come Mussolini e Putin, mentre il resto della popolazione preferisce guardare
altrove, o sottomettersi apertamente all’arbitrio dei potenti.
Quanto coraggio ci vuole a rischiare di continuo la vita fino a perderla pur di sostenere le
proprie idee? Io penso che sia un coraggio enorme, più grande di quello dei generali che
mandano i soldati semplici a morire o dei conquistatori che storia e letteratura amano
celebrare.
Alexei Navalny ha resistito a minacce intimidazioni, a tentativi di corruzione, è stato
avvelenato ed ha rischiato di morire eppure ha deciso volontariamente di rientrare nel
paese che non è certo meritasse la sua battagli di libertà. E’ andato avanti finchè il suo corpo
mortale non a ceduto agli oltraggi degli aguzzini che lo tenevano prigioniero, ma il suo
esempio immortale resterà di ispirazione per le generazioni future.

Mi piace immaginare una nuova Russia libera, che in un futuro non troppo lontano possa
dedicare piazze e viali ad Alexei Navalny, come ha fatto l’Italia con Giacomo Matteotti e
voglio credere che il percorso tra l’assassinio e la caduta del dittatore possa essere più breve
per il popolo russo.

youtube.com/embed/YFG50zsqW0c

L'articolo #laFLEalMassimo – Episodio 115: Navalny Matteotti e i Martiri della Libertà proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Così i droni sono diventati l’arma-simbolo del conflitto in Ucraina. Scrive Borsari


I droni rappresentano uno dei simboli dell’attuale conflitto in Ucraina non solo sul piano delle operazioni militari, ma anche in virtù della capacità di questa tecnologia di catturare l’immaginario pubblico e avere un impatto trasformativo sul settore de

I droni rappresentano uno dei simboli dell’attuale conflitto in Ucraina non solo sul piano delle operazioni militari, ma anche in virtù della capacità di questa tecnologia di catturare l’immaginario pubblico e avere un impatto trasformativo sul settore della difesa. L’uso estensivo dei droni è in realtà una tendenza già emersa in altri teatri bellici della storia recente, dalla Siria al Nagorno-Karabakh, passando per la Libia. Ciò che distingue il caso dell’Ucraina è, innanzitutto, il numero senza precedenti di sistemi a pilotaggio remoto di ogni tipo e dimensione schierati da entrambe le fazioni.

In base ai dati disponibili, infatti, si possono stimare in decine di migliaia i droni distrutti ogni mese in Ucraina, principalmente a causa delle contromisure di guerra elettronica usate dalle forze di Kyiv e Mosca. Oltre alla quantità, però, sono anche la varietà di sistemi e relative capacità, nonché l’innovazione nelle tecniche e tattiche di utilizzo a rendere il conflitto ucraino una vera e propria “guerra di droni”.

In questo senso è necessario sottolineare l’enorme impatto operativo dei droni commerciali – dai sistemi Parrot francesi ai celebri Mavic del colosso cinese Dji, fino ai piccoli droni da competizione Fpv (First per- son view) – che in Ucraina vengono utilizzati per molteplici missioni, dalla ricognizione al coordinamento del fuoco di artiglieria, all’attacco. In generale, i fattori che più di tutti hanno favorito il successo dei droni sono i costi più contenuti rispetto a velivoli tradizionali, la facilità di utilizzo e il minor rischio per il personale.

Sul piano operativo i droni hanno reso “trasparente” il campo di battaglia, garantendo una sorveglianza costante, facilitando l’individuazione dell’avversario e complicando enormemente l’uso del fattore sorpresa e le azioni di manovra su larga scala. Questo ha anche rivoluzionato il processo di ingaggio dell’obiettivo – ciò che in gergo militare anglosassone è chiamato kill-chain – diminuendo drasticamente il lasso di tempo tra l’individuazione del bersaglio e l’attacco. In Ucraina questo processo è dovuto a due ragioni principali: in primis, la diffusione capillare dei droni a tutti i livelli delle forze armate; in secondo luogo, l’integrazione dei droni e delle unità di artiglieria in un’architettura di comando e controllo digitalizzata.

Al contempo, tuttavia, è anche importante sfatare il mito dei droni come arma risolutiva, ricordando che la loro efficacia dipende dal grado di integrazione con altre capacità, dagli assetti spaziali alla cyber-warfare, ad architetture di comando e controllo avanzate e digitalizzate. Inoltre la tecnologia da sola non fa la differenza. Altrettanto fondamentale è la capacità di integrarla nei concetti operativi e nella dottrina attraverso sperimentazione, addestramento e simula- zioni. Questi aspetti sono particolarmente importanti perché rendono l’impiego efficace dei droni (così come di molti altri sistemi) assai più complesso di quanto non si pensi.

Come accennato, i droni esemplificano l’uso sempre maggiore di tecnologia commerciale per scopi militari. Questa tendenza sembra destinata a rafforzarsi e indica un parziale cambio di paradigma rispetto al passato, quando era l’innovazione nata per esigenze militari (l’esempio di Internet è quello più ovvio) a sfociare nel settore civile. In questo modo, tecnologie e sistemi all’apparenza innocui ma potenzialmente letali diventano più facilmente accessibili, offrendo nuove (ma modeste) capacità e opzioni militari anche ad attori – statali e non – con risorse limitate.

Allo stesso tempo, la proliferazione di tecnologie o componenti dual use ha implicazioni significative non solo per la sicurezza, ma anche per il modo in cui le tecnologie per la difesa sono sviluppate, acquisite e integrate. La tecnologia dual use offre grande flessibilità grazie al numero elevato di soluzioni, alla vasta e immediata disponibilità, nonché ai costi solitamente più contenuti, seppur a scapito delle performance rispetto a sistemi militari. Questo aspetto è emerso chiaramente in Ucraina, dove l’enorme quantità di droni commerciali ha sopperito ai loro limiti qualitativi.

Come conseguenza, molti governi intendono dotarsi di un grande numero di droni sacrificabili, più economici, facilmente rimpiazzabili e modulari (si veda l’iniziativa americana Replicator), in vista di eventuali conflitti ad alta intensità. Tale esigenza significa anche ripensare i modelli di produzione e acquisizione dell’industria della difesa, sfruttando non solo la scalabilità e le infrastrutture della produzione civile, ma anche l’innovazione nel settore commerciale attraverso un approccio dal basso che favorisce sinergie tra la difesa e il comparto civile, integrando maggiormente il know-how del settore privato e delle università nonché il capitale di investitori privati (ad esempio venture capitals).

Questo richiede normative e incentivi che favoriscano l’innovazione, oltre a uno snellimento dell’iter burocratico che caratterizza l’intero processo di procurement nel settore della difesa, dalla scelta della capacità, ai test, all’acquisizione finale. In questo contesto, la natura estremamente modulare dei droni facilita l’integrazione continua (on the fly) di nuove capacità e si coniuga al meglio con un approccio meno tradizionale al settore della difesa. Su questo, i Paesi europei possono imparare molto dall’Ucraina.

Formiche 199


formiche.net/2024/02/ucraina-d…




Sangue, sangue e ancora sangue l La Città Futura

"Per la quarta volta il Paese capofila dei guerrafondai ha posto il veto all’ONU su una risoluzione che chiedeva l'immediato cessate il fuoco nella striscia di Gaza. Dall’inizio del conflitto gli statunitensi si riempiono la bocca di pace con proclami ipocriti e poi operano per tenere non solo aperto il conflitto -continuando a vendere armi a Israele- ma ne aprono di nuovi come quello in Yemen."

lacittafutura.it/editoriali/sa…



Prendo spunto da episodi di vita quotidiana. Scene di ordinaria follia che ciascuno può sperimentare parcheggiando a Milano. Premetto, appa...


Fin dove si estende la Fascia di Kuiper? I Passione Astronomia

"Il team ha scoperto un certo numero di oggetti trans-nettuniani (KBO) ben oltre il tradizionale bordo esterno della fascia di Kuiper. Si pensava che questo bordo esterno (dove la densità degli oggetti inizia a diminuire) si trovasse a circa 50 UA, ma le ultime osservazioni suggeriscono che potrebbe estendersi fino a 80 UA ed oltre."

passioneastronomia.it/fin-dove…



la cultura del piagnisteo ha messo radici nella vecchia europa


Sono passati esattamente quarant’anni da quando nelle librerie italiane uscì, per Adelphi, “La cultura del piagnisteo” di Robert Hughes. Grazie alla prosa affilata e allo spirito anticonformista dell’allora critico d’arte di Time, il pubblico italiano pre

Sono passati esattamente quarant’anni da quando nelle librerie italiane uscì, per Adelphi, “La cultura del piagnisteo” di Robert Hughes. Grazie alla prosa affilata e allo spirito anticonformista dell’allora critico d’arte di Time, il pubblico italiano prese coscienza di un fenomeno sociale che a noi lettori comuni venati di ingenuità parve un fatto tipicamente americano, dunque destinato a rimanere confinato oltreoceano: il politicamente corretto. Fenomeno che il sottotitolo del libro qualifica come saga, “La saga del politicamente corretto”. Qualcosa, dunque, a cavallo tra epica e leggenda.

Hughes descrive l’America dei primi Anni ‘90 come “un paese ossessionato dalle terapie e pieno di sfiducia nella politica formale; scettico sull’autorità e preda della superstizione; corroso, nel linguaggio politico, dalla falsa pietà e dall’eufemismo”. Un paese in piena crisi di identità, non più capace di sentirsi unito attorno a valori e principi universalmente condivisi, orripilanti dalla propria forza, nauseato dalla propria identità e mai come prima frammentato in comunità minoritarie indistintamente inclini, appunto, al “piagnisteo”. Nella sottocultura politicamente corretta, scrive Hughes, “c’è sempre un padre-padrone a cui dare la colpa e l’ampliamento dei diritti procede senza l’altra faccia della società civile: il vincolo degli obblighi e dei doveri”. Un fenomeno che, come un virus, ha infettato la società americana con effetti per certi versi paradossali. “Poiché la nuova sensibilità decreta che i nostri eroi saranno solo le vittime, il rango di vittima comincia ad essere reclamato anche dal maschio americano bianco”, scrive Hughes.

Erano i tempi in cui nelle università statunitensi c’era chi contestava la lettura del Moby Dick di Melville a causa della deplorevole inclinazione del capitano Akab ad accanirsi contro una povera balena. Erano i tempi in cui docenti e capi ufficio cominciavano a ricevere i propri sottoposti con le porte spalancate per prevenire l’accusa di molestie sessuali. Erano i tempi in cui i comitati per i diritti umani iniziavano a reclamare le scuse degli spagnoli per aver sterminato, nel Cinquecento, il popolo Atzeco. Erano i tempi in cui il linguaggio comune si arricchiva di complicate allocuzioni, molti vocaboli venivano proscritti, parecchie colpe venivano attribuite.

Un senso di colpa collettivo iniziò allora ad alimentare un dilagante piagnisteo, che i più ingenui tra noi lettori italiani considerarono un fenomeno di passaggio, comunque tipico della giovane America e pertanto mai esportabile nella vecchia Europa. Duplice errore. Il fenomeno, negli Stati Uniti, non è affatto passato, anzi si è largamente diffuso e sostanzialmente radicalizzato assumendo i nomi di Woke, Mee-To, Cancel Culture… Quanto a noi, evidentemente non ne eravamo immuni. Sì che le bizzarrie allora confinate nei campus e nei salotti buoni dell’élite liberal americana sono via via diventate la regola nelle università europee: a Parigi piuttosto che a Londra, a Berlino piuttosto che a Milano.

HuffingtonPost

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Cari studenti che, con mio grandissimo onore, mi seguite e mi volete bene, voglio dirvi alcune cose. Le manifestazioni potrebbero infuocarsi perché l’eccidio di Gaza, per mano di Biden-Netanyahu, è destinato a perdurare. Non tentate mai di forzare un posto di blocco della polizia o dei carabinieri per nessun motivo e sotto nessuna circostanza. Io stesso sono stato un leader studentesco e mi sono sempre attenuto a questa regola. Lasciate che siano le persone come me a esporsi maggiormente. Io so come difendermi. Quando protestate in piazza, mantenete sempre una distanza di almeno cinquanta metri dai presidi armati. La rabbia per il massacro dei bambini di Gaza è grandissima anche in me, ma non deve sfociare in esperienze distruttive che possano compromettere il vostro percorso di crescita personale e di studio. Siate cauti e guardinghi. Quando sarete la nuova classe dirigente, Israele non troverà più il sostegno dei governi italiani per i suoi massacri. Troverà voi. I vostri valori sono migliori di quelli degli adulti attuali. Protestate, certo, ma sappiate pazientare dentro il perimetro della democrazia liberale. Non meditate fughe in avanti di nessun tipo. Calma e gesso. La punta della stecca deve essere uniforme per ottenere il colpo desiderato. Il potere sarà vostro.

Alessandro Orsini



Sicurezza e controlli


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Poliverso è un progetto indipendente per mettere a disposizione modi alternativi di usare il Fediverso. Ecco i motivi per cui è importante sostenerlo. Anche se sei un utente di altre istanze

Il progetto Poliverso, da cui nasce lo stesso progetto feddit.it, è stato creato per mettere a disposizione degli utenti italiani un'intera istanza basata su Friendica, che non è solo la più completa alternativa a Facebook, ma è anche il software più potente per l'esplorazione del Fediverso!

Con poliverso.org puoi interagire con tutti i profili delle Fediverso, ma puoi anche collegare il tuo account Bluesky; a differenza di Mastodon puoi scrivere post lunghi con il testo formattato e le immagini in linea, ma puoi anche creare eventi o interagire con gli eventi di Mobilizon, seguire il feed RSS di altri siti web o addirittura di canali telegram e puoi impostarne anche la pubblicazione automatica dal tuo profilo.
Con Friendica è possibile anche creare utenti di servizio gestiti da uno staff di più utenti ognuno con un proprio account.
Infine è possibile creare gruppi del Fediverso, come i gruppi Facebook, ossia degli account che quando vengono menzionati ricondividono automaticamente il post pubblicato, cosicché venga visto da tutti gli utenti (utenti di tutto il fediverso!) che seguono quel gruppo.

Ma il progetto Poliverso non si ferma qui: insieme al blog lealternative.net abbiamo aperto feddit.it, la prima istanza italiana basata su Lemmy, un'alternativa a reddit perfettamente federata con il resto del Fediverso.
Su feddit.it puoi scegliere una delle tante comunità tematiche presenti e aprire un nuovo thread, come su un subreddit, e segnalare o commentare i link di articoli di giornale o di post interessanti, visualizzandoli in un interfaccia che ricorda quella di un forum.
Feddit.it non è soltanto uno spazio a disposizione dei suoi utenti, ma tutti coloro che dispongono di un account Mastodon, Friendica, Pleroma, Misskey o Pixelfed [b]possono aprire un nuovo thread (anche dal tuo blog WordPress!) creando un nuovo post e menzionando la comunità di proprio interesse![/b]

E questo è esattamente quello che abbiamo fatto con questo post che è stato creato da Friendica, menzionando l'account Lemmy @Che succede nel Fediverso? e che può essere visualizzato nella relativa comunità.

Il terzo progetto di Poliverso è costituito da poliversity.it, la prima istanza Mastodon in Italia dedicata al mondo dell'università e della ricerca ma anche a quello del giornalismo. Se sei un ricercatore, uno studente, un giornalista o se semplicemente sei interessato a questi temi, poi iscriverti e partecipare alle discussioni.

Poliverso vuole essere un servizio non solo per i suoi utenti ma per tutto il Fediverso italiano, grazie agli account di informazione di Poliverso (come il nostro bollettino sul Fediverso, la rassegna sulla Cybersecurity, quella sulla Privacy e quella sulle notizie dei Pirati internazionali), i gruppi Friendica e le comunità Lemmy.
Per questo motivo, saremmo molto lieti di ricevere un contributo anche da parte di utenti italiani di altre istanze, italiane e straniere. Se vuoi contribuire al progetto Poliverso, puoi fare una donazione su questi due canali di raccolta:
1) Ko-fi
2) Liberapay

Se invece vuoi contribuire in maniera specifica al solo progetto feddit.it, puoi offrire un contributo economico di sostegno al manutenzione dei server a questa pagina Liberapay

Grazie di cuore ❤

ko-fi.com/poliverso

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

La più grande pecca di friendica è la mancanza di un app decente e l'interfaccia web anni 2000 secondo me😅
in reply to Man

@Man

> La più grande pecca di friendica è la mancanza di un app decente

Sì, vero, ma funziona così discretamente bene da browser mobile che la mancanza di un'app non è tutta questa grande tragedia

> e l'interfaccia web anni 2000

Diciamo 2010... dài! 😁
E comunque qui hai totalmente ragione: l'interfaccia è davvero retrò, ma qui su Poliverso stiamo valutando la possibilità di creare un accesso alternativo attraverso Soapbox o Semaphore (grazie a un'idea di @Chiara [Ainur] [Айнұр] ❤️). Questi strati applicativi sono molto interessanti e forniscono addirittura un'interfaccia molto più bella e moderna rispetto a quella dello stesso Mastodon, ma dobbiamo prima capire bene come farci girare le funzionalità più avanzate di Friendica, perché sono quelle funzionalità che rendono questo software così unico e vantaggioso rispetto agli altri software del fediverso

@Man
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Mai usato Friendica, ho giusto dato uno sguardo all'API per un'applicazione a cui ho lavorato (wink wink), ma consultando la documentazione ho notato che implementa l'API di Mastodon. Non basterebbe utilizzare uno dei tanti frontend già disponibili per Mastodon? O per caso Friendica ha delle funzionalità in più che non sarebbero disponibili su tali frontend?
in reply to Nerd02

@Nerd02 hai compreso perfettamente il problema: è vero, Friendica implementa l'api di Mastodon, ma per far funzionare alcune funzionalità devono essere tarati gli strati applicativi che oggi vanno bene per mastodon o per pleroma. Questo è il problema che, discutendo con @Fabio è emerso come Maggiore criticità.

Non sono un talebano di Friendica, ma bisogna fare una analisi funzionale per capire quali sono le cose alle quali poter rinunciare e quali no. Sì siamo costretti a eliminare alcune peculiarità distintive del sistema per far somigliare tutto a mastodon o misskey, Allora tanto varrebbe utilizzare mastodon o misskey 😅

Friendica è un software eccezionale nel quale c'è tutto o quasi, ma è chiaramente stato realizzato da sviluppatori eccezionali che tuttavia mancavano di una cultura adeguata nella gestione di prodotto.

Friendica sembra essere stato sviluppato Per esaudire tutti ma proprio tutti i desideri di tutti i potenziali utenti...

In pratica, si è voluto realizzare un gigantesco e potentissimo Mecha modulare come Voltron

Purtuttavia il risultato estetico ed ergonomico è stato più simile a uno di quei mostri Goffi e dimenticabili che venivano spediti a ogni puntata per sconfiggere il robottone protagonista...😁 😄 🤣

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Ahahaha splendida analogia.

Non metto in dubbio i vantaggi di Friendica. Anzi, volendomi avvicinare al mondo del microblogging (dal quale ahimé sono tagliato fuori, usando Lemmy) stavo giusto pensando di aprirmi un'istanza con Friendica, piuttosto che Mastodon. Però personalmente trovo l'UI davvero DAVVERO brutta, è ciò che finora mi ha allontanato dal provarlo.

Se si riuscisse ad avere un backend come l'attuale Friendica e un'UI bella moderna come Soapbox o Misskey sarebbe davvero il meglio dei due mondi.

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Ed usare i vecchi script Greasemonkey per personalizzare l'interfaccia? Troppo complicato 🤔🤔?
Unknown parent

@Antonino Campaniolo 👣 :birra: sì, Infatti mi sembra chiaro che attualmente non ci siano energie nella community di Friendica per realizzare una nuova interfaccia...

Purtroppo noi siamo ancora nella fase 1, ossia quella per individuare uno strato applicativo versatile e affidabile. Sull'affidabilità, ovviamente, soapbox è avvantaggiato, considerando la sua maturità e la qualità del prodotto.
Il problema è che dobbiamo valutare anche la versatilità e per farlo ci serve tempo.

Una volta Superata la fase 1 bisogna passare alla fase 2 che è la valutazione della fattibilità di un'operazione del genere sulla base degli strumenti che abbiamo a disposizione.

Poi c'è la fase 3 che non consiste ancora nel mettere le mani sul codice, perché non abbiamo la forza per farlo, ma piuttosto di iniziare una campagna di coinvolgimento di persone disposte a contribuire allo sviluppo di una versione beta... in questa fase sarà importante coinvolgere sia la comunità di Friendica sia quella di Soapbox.

Solo dopo si può iniziare a fare qualcosa... 😭

@Man



Gli inaccettabili pestaggi operati ieri a Pisa, Firenze e a Catania, ai danni di studenti che manifestavano per la fine del genocidio a Gaza non fermano le mobi


Lunedì 26 febbraio sarà trascorso un anno dalla strage di Steccato di Cutro, il cui bilancio, fra morti e dispersi, ha superato le 105 persone. Da quell’alb




Netanyahu attacca Lula. Ma l’America Latina progressista lo sostiene


Cuba, Venezuela, Nicaragua, Bolivia, Cile e Colombia difendono il presidente brasiliano che guiderà il G-20 di Rio de Janeiro L'articolo Netanyahu attacca Lula. Ma l’America Latina progressista lo sostiene proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri

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di Geraldina Colotti –

Pagine Esteri, 24 febbraio 2024. Hanno suscitato l’ira di Netanyahu le dichiarazioni del presidente brasiliano, Lula da Silva, in merito al massacro di Gaza, pronunciate durante un vertice dell’Unione africana nella capitale dell’Etiopia, Addis Abeba: “È la guerra di un esercito professionale contro donne e bambini”, ha detto Lula. E ha definito “un genocidio simile a quello compiuto da Hitler con l’olocausto” la mattanza di circa 30.000 palestinesi, almeno un terzo dei quali bambini: che continua al ritmo di cento al giorno con la complicità degli Usa il cui veto ha impedito per la terza volta l’approvazione di un cessate il fuoco, presentato dall’Algeria al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Lula ha anche protestato per la sospensione dei finanziamenti all’Agenzia per i rifugiati (Unrwa) per la presunta implicazione di alcuni funzionari nell’azione del 7 ottobre: “Quando vedo il mondo ricco annunciare che smetterà di inviare aiuti umanitari ai palestinesi, mi chiedo quanta coscienza politica abbia questa gente – ha detto –, e quanto grande può essere il loro sentimento di solidarietà se non riescono a vedere che nella Striscia di Gaza non c’è una guerra, ma un genocidio”, ha aggiunto. Il Brasile – ha affermato – “condanna Hamas, ma non può evitare di condannare quel che Israele sta facendo nella Striscia di Gaza, perché ha superato la linea rossa”.

Lula ha risposto così alle domande dei giornalisti, che gli chiedevano un commento alle ultime dichiarazioni di Netanyahu, che ha annunciato un attacco armato su Rafah per il 10 marzo se Hamas non libererà tutti i coloni che ancora detiene. Il problema è che “all’Onu – ha detto il presidente brasiliano – mancano paesi pacifisti, mentre abbondano quelli belligeranti”.

Lula guida, invece, l’arco dei paesi latinoamericani che, con accenti più forti in caso dei membri dell’Alba orientati al socialismo (Cuba, Venezuela, Nicaragua, Bolivia) o più contenuti come il Cile, propongono una diplomazia di pace con giustizia sociale per la soluzione dei conflitti.

L’Alleanza Boliviariana per i Popoli della Nostra America-Trattato di Commercio dei Popoli (Alba-Tcp), ora diretta dal venezuelano Jorge Arreaza, ha infatti emesso un comunicato di solidarietà al presidente brasiliano, attaccato da Israele (che lo ha ritenuto “persona non grata”), per “aver denunciato il genocidio nella Striscia di Gaza e per aver chiesto un cessate il fuoco”.

Il presidente del Brasile – dice il comunicato – “è un leader del suo paese e della Nostra America, fedele difensore dei diritti umani, dei principi e dei propositi della Carta delle Nazioni unite, del Diritto internazionale e del rispetto all’autodeterminazione dei popoli”. L’Alleanza – prosegue il comunicato – “ha da tempo avvisato del pericolo che rappresenta la situazione in Palestina per la pace e la stabilità regionale, per cui, fedele ai suoi principi, chiede una soluzione giusta e definitiva al conflitto israelo-palestinese mediante il dialogo, basata in una soluzione di due Stati che permetta alla Palestina l’esercizio del diritto alla libera determinazione come Stato indipendente e sovrano con Gerusalemme Est come sua capitale, basato sui confini precedenti il 1967”.

Al contempo, l’Alba “rinnova il suo appello alla comunità internazionale affinché imponga un immediato cessate il fuoco a Gaza, affinché si fermi il massacro e si stabiliscano le responsabilità dei crimini di lesa umanità”.

I paesi membri dell’Alleanza avevano tenuto un atteggiamento analogo il 29 dicembre del 2023, quando il Sudafrica aveva presentato una denuncia contro Israele per il “genocidio” a Gaza alla Corte internazionale di giustizia (Cig), il tribunale delle Nazioni Unite incaricato di risolvere le controversie tra gli Stati. Brasile e Sudafrica (insieme a Russia, India e Cina, a cui quest’anno si sono aggiunge Egitto, Etiopia e Emirati arabi uniti) fanno parte dei Brics, un’alleanza che include diverse fra le maggiori economie emergenti, che premono per la definizione di un mondo multicentrico e multipolare e si pongono in alternativa al G7.

A fine gennaio, la Cig ha pronunciato una importante sentenza di condanna, mettendo per la prima volta sul banco degli accusati il regime israeliano, ma senza arrivare a una richiesta esplicita di cessate il fuoco. E già il 12 gennaio, il Cile del moderato Boric, che ospita la maggiore comunità palestinese al di fuori del mondo arabo (quasi 500.000 persone), e nel quale dal 7 ottobre si sono ripetute le proteste contro il genocidio, si era rivolto alla Corte Penale internazionale (Cpi) per chiedere un’indagine sui crimini commessi da Israele nella Striscia di Gaza. Stesso atteggiamento hanno tenuto il Messico, la Colombia, la Bolivia e i paesi membri dell’Alba.

La Colombia del progressista Gustavo Petro ha a sua volta espresso solidarietà a Lula, e ha levato nuovamente la voce a favore del popolo palestinese, insieme al Cile, durante le audizioni che la Corte internazionale di giustizia sta svolgendo questa settimana, su richiesta dell’Assemblea generale Onu, per conoscere l’opinione della comunità internazionale sul conflitto in Medioriente. “Esprimo la più completa solidarietà a Lula, presidente del Brasile. A Gaza è in corso un genocidio che uccide vigliaccamente migliaia di bambini, donne e anziani. Lula ha detto solo la verità, e la verità si difende, altrimenti la barbarie ci annichilerà – ha dichiarato Petro – Israele deve fermare questa guerra ingiustificata e permettere che la pace prevalga nella regione”.

Ben diverso l’atteggiamento della destra latinoamericana, a cominciare da quella Argentina, dove governa il “pazzo con la motosega”, Javier Milei, che ostenta la sua alleanza privilegiata con Netanyahu e con la parte più estremista della comunità ebraica argentina, composta da circa 250.000 persone. A gennaio del 2023, per il suo primo viaggio all’estero del suo terzo mandato, Lula ha scelto l’Argentina, dove si svolse il vertice della Celac, la comunità degli Stati latinoamericani e caraibici che è stata dichiarata zona di pace nel 2014.

Un anno dopo, però, la vittoria di Milei ha lasciato in chiaro che, come già preannunciato dalla timida presidenza di Alberto Fernández, il ruolo di Lula sulla scena internazionale sarebbe stato ben più contrastato che durante i suoi precedenti mandati, all’epoca del “nuovo rinascimento latinoamericano”. Allora, secondo un’inchiesta di Latinobarometro, del 2011, il Brasile era percepito come il paese con maggior capacità di direzione della regione latinoamericana, e non solo per esserne la principale economia.

Ora, dopo l’ondata “trumpista” che portò al governo Bolsonaro in Brasile e al potenziamento dell’estrema destra nella regione, il Brasile che governa Lula è molto diverso e lascia pochi spazi di agibilità per i grandi progetti di cambiamento. Il prossimo ottobre si celebreranno le municipali e il Pt, il partito di Lula, conta sul suo prestigio internazionale anche per il governo dei territori. La politica estera, i diversi indirizzi regionali, e i rapporti con Usa e Ue (vedi l’accordo tra Unione europea e Mercosur), influenzano la politica interna. Dopo le dichiarazioni di Lula su Israele, Bolsonaro vorrebbe promuovere un impeachment contro il presidente che, a suo dire, avrebbe messo in pericolo la sicurezza del paese.

Ma, intanto, al Brasile tocca la presidenza pro-tempore del G20, che riunisce le 19 principali economie del mondo e l’Unione europea, e che rappresenta l’85% del Pil mondiale, i due terzi della popolazione e il 75% del commercio globale. Il summit di Rio de Janeiro vede quest’anno per la prima volta la partecipazione dell’Unione africana, a cui aderiscono 55 Stati. Per Lula, gli assi principali sono la lotta alla fame e alla povertà, la transizione energetica nei suoi vari aspetti, e alcune grandi riforme degli organismi internazionali, proposte dai paesi del Sud per compensare l’asimmetria crescente con il Nord dalla fine della Seconda Guerra Mondiale a oggi: quella dell’Onu, dell’Fmi e del Wto.

Mercoledì scorso, è arrivato a Rio il capo della diplomazia statunitense, Antony Blinken, che si è riunito con Lula a seguito di un incontro dei ministri degli Esteri del G-20, durante il quale ha anche conversato con il suo omologo russo, Sergej Lavrov. A proposito della Palestina, della crisi diplomatica fra Brasile e Israele e dei conflitti che persistono a livello mondiale, Lula ha riproposto la “ricetta Brasile”.

Per risolvere i contenziosi fra paesi – ha detto – ci vuole più dialogo e fiducia, e meno uso della forza militare, dell’intimidazione, delle sanzioni e dello spionaggio. “Lo diciamo per esperienza e non per idealismo”, ha affermato il ministro degli Esteri brasiliano, Mauro Vieira, facendo notare che il G20 è probabilmente l’unico vertice nel quale “paesi con visioni opposte si siedono allo stesso tavolo e instaurano un dialogo produttivo”, diversamente dagli scontri che avvengono in altre istituzioni internazionali come il Consiglio di sicurezza dell’Onu.

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L'articolo Netanyahu attacca Lula. Ma l’America Latina progressista lo sostiene proviene da Pagine Esteri.



L’Asia orientale dopo due anni di guerra in Ucraina


L’Asia orientale dopo due anni di guerra in Ucraina xi jinping vladimir putin
Le oscillazioni nel rapporto tra Cina e Russia, i timori di Giappone e Corea del sud, la questione Taiwan, le preoccupazioni di Filippine e Vietnam: come sta l'Asia orientale due anni dopo il 24 febbraio 2022

L'articolo L’Asia orientale dopo due anni di guerra in Ucraina proviene da China Files.



Messaggio a tutti gli amministratori del gruppo Chirp (che stanno chiudendo): quali sono le alternative?

@Che succede nel Fediverso?

«Sfortunatamente i gruppi Chirp che ospitano Chirp.social stanno ufficialmente chiudendo. Se gestisci un gruppo Chirp, ora è il momento di spostare i tuoi membri su un'altra piattaforma di gruppo sul Fediverso.

Il manutentore di Chirp consiglia di trasferirsi su Guppe, che è l'host del gruppo Fediverse più popolare. Un'altra opzione è Friendica che ti consente di avere moderatori specifici del gruppo.»

Maggiori informazioni sull'utilizzo dei gruppi Fediverse in una guida all'indirizzo:

➡️ fedi.tips/how-to-use-groups-on…

Post originale di @Fedi.Tips

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Separazione delle carriere, seminario con Benedetto – Il Messaggero


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Russia e Cina rafforzano la loro presenza in Libia


La Russia riapre l'ambasciata in Libia e aprirà presto un consolato a Bengasi, mentre un consorzio di aziende cinese si aggiudica un grosso appalto in Cirenaica L'articolo Russia e Cina rafforzano la loro presenza in Libia proviene da Pagine Esteri. htt

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di Redazione

Pagine Esteri, 23 febbraio 2024 – Non è solo la Turchiaa rafforzare la sua presenza nel paese nordafricano. Ieri la Russia ha compiuto un importante passo nel consolidamento delle sue relazioni con la Libia riaprendo la sua ambasciata nella capitale, sette mesi dopo la presentazione delle lettere credenziali dell’ambasciatore russo, Aydar Aghanin, al Consiglio presidenziale libico, organo tripartito che svolge le funzioni di capo di Stato.

Mosca aveva da tempo avviato le procedure per il pieno ripristino della sua missione diplomatica a Tripoli, chiusa nel 2014, e rafforzato le relazioni con il Gun (Governo di Unità Nazionale), l’organo esecutivo libico riconosciuto dalle Nazioni Unite. L’apertura della sede diplomatica concretizza ora l’avvicinamento tra Mosca e l’amministrazione della Libia occidentale.

Mosca ha fissato anche l’apertura entro il 2024 di un consolato generale a Bengasi, il capoluogo della Libia orientale dove la Russia mantiene già una presenza militare tramite i combattenti dell’ex gruppo Wagner, attualmente dipendenti dal ministero della Difesa russo, e alcune infrastrutture militari.

La cerimonia di apertura dell’ambasciata russa ha visto la partecipazione del ministro del Petrolio e del gas del GUN, Mohamed Aoun, e del ministro della Cultura e dello sviluppo della conoscenza, Mabrouka Toghi. Citato dal quotidiano libico “Al Wasat”, Aoun ha sottolineato che la riapertura dell’ambasciata russa a Tripoli rappresenta un “passo importante” che rafforzerà le relazioni bilaterali e promuoverà la cooperazione tra i due paesi, inviando alla comunità internazionale il “messaggio forte” che la Libia sta consolidando la sua stabilità e sicurezza.

Sempre ieri, il presidente della Camera dei rappresentanti della Libia, Aguila Saleh, ha ricevuto Saleh Attia, il responsabile del consorzio cinese Bfi, e il ministro dell’Economia del cosiddetto Governo di stabilità nazionale (Gsn) non riconosciuto dall’Onu con sede in Cirenaica, nell’est del Paese, Ali al Saidi. Il Bfi è un’alleanza tra imprese guidata dalla China Railways International Group Company.

Al centro dei colloqui gli ultimi sviluppi relativi ai progetti nel campo delle fonti rinnovabili di energia, come la costruzione di centrali di energia solare a Kufra, Al Makhlili e Tamanhint, ma anche delle infrastrutture, come il progetto ferroviario per collegare il capoluogo cirenaico Bengasi alla città mediterranea di Marsa Matrouh, in Egitto, passando per Musaed al confine libico-egiziano.

Già due mesi fa alcune aziende cinesi avevano stretto un accordo con il capo del Fondo per la ricostruzione della Libia, Belkacem Haftar, figlio del comandante dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Enl), Khalifa Haftar, per la ricostruzione della città di Dernae delle altre zone colpite dalle devastanti inondazioni che hanno devastato la regione orientale della Libia a settembre.

A fine ottobre, il ministro “orientale” Al Sidi aveva dichiarato a “Radio France International” che «la Cina è oggi la potenza effettiva che potrebbe costruire ponti, infrastrutture e strade in brevissimo tempo». Pagine Esteri

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Le immagini delle manganellate a studentesse e studenti minorenni poi gettati a terra per l'identificazione sono indegne di un paese democratico. Scene degne d


Il video racconto #NoiSiamoLeScuole è dedicato questa settimana alla Scuola Primaria Su Loi della Direzione Didattica “2° Circolo Capoterra” in provincia di Cagliari.


Netanyahu presenta il suo piano e fa costruire a Gaza un “corridoio strategico” da est a ovest


La costruzione del «corridoio strategico» avviene al costo della distruzione di un gran numero di abitazioni palestinesi e di infrastrutture civili. L'articolo Netanyahu presenta il suo piano e fa costruire a Gaza un “corridoio strategico” da est a ovest

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della redazione

Pagine esteri, 23 febbraio 2024 – Benyamin Netanyahu ha presentato ieri sera il suo piano per Gaza al gabinetto di sicurezza israeliano. Prevede che gli affari civili nella Striscia siano gestiti da “funzionari locali” che hanno “esperienza amministrativa” e non legati, ha detto, a “paesi o entità che sostengono il terrorismo”. L’esercito, secondo il premier israeliano, manterrà la libertà di operare in tutta la Striscia e porterà avanti il ​ progetto già in atto di istituire una zona cuscinetto sul lato palestinese del confine. Netanyahu chiede inoltre che l’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi, esca dalla Striscia di Gaza e venga sostituita da altre organizzazioni.

Nel frattempo le forze armate israeliane costruiscono una nuova strada, la numero 749. Si tratta di un «corridoio strategico» che taglia in due la Striscia di Gaza. Corre da est a ovest fino alla costa mediterranea. Otto chilometri percorribili in pochi minuti dai mezzi militari israeliani che in questo modo potranno muoversi ed intervenire anche nel nord e nel sud della Striscia. La costruzione del «corridoio strategico» avviene al costo della distruzione di un gran numero di abitazioni palestinesi e di infrastrutture civili. Il suo completamento, con l’allestimento di posti di blocco e di zone di sicurezza, riguarda la fase successiva all’offensiva in corso, in cui Israele, evidentemente, intende mantenere il controllo di Gaza per un periodo indefinito di tempo. La strada ora sterrata, rimodella la topografia della Striscia e, punto centrale, potrebbe impedire a un milione di palestinesi di tornare nel nord della Striscia. Il progetto si aggiunge alla «zona cuscinetto» larga un chilometro che il gabinetto di guerra israeliano ha ordinato di realizzare lungo il confine, all’interno di Gaza, sottraendo quasi 40 kmq, in buona parte terreni agricoli, al già minuscolo territorio della Striscia (circa 360 kmq).

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Mentre prosegue la sua offensiva – che ha fatto circa 30mila morti e decine di migliaia di feriti -, Israele cerca palestinesi che non siano affiliati ad Hamas per gestire gli affari civili nelle aree di Gaza in cui pensa di fare dei «test» per «sacche umanitarie» per l’amministrazione postbellica dell’enclave. L’ha riferito ieri il giornale Haaretz citando un alto funzionario israeliano. Il piano esclude coloro che sono legati ad Hamas e all’Autorità nazionale palestinese (Anp). Di fatto equivale alla rioccupazione di Gaza. Secondo la tv Canale 12, il sobborgo di Zeitoun, a nord-est di Gaza City, è il primo candidato per l’attuazione del piano, in base al quale commercianti locali ed esponenti della società civile distribuiranno aiuti umanitari alla popolazione. Hamas ha descritto il piano come «destinato al fallimento». Ma anche Wassel Abu Yousef, dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina di cui fa parte l’Anp, ha condannato le intenzioni di Israele. Pagine Esteri

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Il #MIM, l'Istituto Nazionale di Astrofisica e Openet Technologies S.p.A. - Matera organizzano la XIII edizione della Scuola nazionale estiva di astronomia "A scuola di Stelle" per la preparazione e la partecipazione ai Campionati di Astronomia.
#MIM



Non abbiamo ancora superato lo sconcerto, la rabbia e il dolore per i 5 lavoratori morti nel cantiere Esselunga di Firenze che arriva un’altra mazzata: un alt



Con riferimento a notizie di stampa, il #MIM precisa che nelle nuove Linee guida sull’educazione alla cittadinanza, che sono in via di elaborazione, sarà contenuta la seguente dizione: “È opportuno evitare l’utilizzo dello smartphone (cellulare) nell…
#MIM


Al via la seconda edizione dei Campionati Nazionali di Imprenditorialità, organizzata da Junior Achievement - Young Enterprise Italy ETS, in collaborazione con il #MIM.
#MIM


…e di lavoro si muore …ancora di più l La Città di Sotto

"Ufficialmente sono 1.041 le denunce di incidenti mortali sul posto di lavoro arrivate all’Inail in tutto il 2023. Vittime che aumentano a 1.466 se come riferimento prendiamo i dati dell’Osservatorio nazionale di Bologna, una fotografia indipendente che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia, anche quelli che non dispongono di un’assicurazione."

lacittadisotto.org/2024/02/22/…



Il #MIM ha sottoscritto oggi il #Contratto collettivo nazionale integrativo sulla mobilità del personale della #scuola per l’anno scolastico 2024/2025.


Kilonove, fabbriche di metalli pesanti l MEDIA INAF

"Secondo gli astronomi, nei giorni successivi a un evento di fusione, l’evoluzione della kilonova è essenzialmente caratterizzata dal decadimento radioattivo degli elementi più pesanti del ferro, sintetizzati durante la fusione."

media.inaf.it/2024/02/21/kilon…



Weekly Chronicles #64


Social scoring all'italiana, sorveglianza BLE e storie di allarmi bomba.

Questo è il numero #64 di Privacy Chronicles, la newsletter che ti spiega l’Era dell’Informazione e come sopravvivere: tecnologia, sorveglianza di massa, privacy, sicurezza dei dati e molto altro.

Cronache della settimana

  • Il social scoring è il futuro del Welfare tecnocratico
  • Apple traccia i tuoi dispositivi anche se sono spenti
  • Allarmi bomba: il governo indiano vieta ProtonMail… e altre 14 app

Lettere Libertarie

  • Bitcoin: pura anarchia e sistema intersoggettivo distribuito

Rubrica OpSec

  • Errori di OpSec: impariamo dalla storia di Eldo Kim

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Il social scoring è il futuro del Welfare tecnocratico


"L'idea che dobbiamo portare avanti e studiare è quella di una tessera sanitaria a punti in modo che se conduci uno stile di vita corretto e salutare puoi guadagnare dei punti che poi ti permettono di ricevere degli incentivi".

La vita, per quelli come Bertolaso, è semplice; come un videogioco: compi le azioni giuste, aumenta il tuo personal score, vinci e salva la principessa.

E sono in molti a vederla come lui, non è certo un mistero. Da un paio d’anni in giro per l’Italia si sentono voci che sussurrano di comportamenti virtuosi, premi e punteggi — identità digitale.

Tra i primi, forse lo ricorderete, ci fu l’assessore Bugano di Bologna, quando annunciò pubblicamente il progetto di “Smart Citizen Wallet:

«Il cittadino avrà un riconoscimento se differenzia i rifiuti, se usa i mezzi pubblici, se gestisce bene l’energia, se non prende sanzioni dalla municipale, se risulta attivo con la Card cultura». Comportamenti virtuosi che corrisponderanno a un punteggio che i bolognesi potranno poi «spendere» in premi in via di definizione.»


Si scoprì solo dopo, anche grazie a un’istruttoria del Garante Privacy, che di concreto dietro all’idea di Smart Citizen Wallet non c’era ancora nulla di concreto: tutta propaganda (ma che propaganda è, quella fondata sull’idea di sorvegliare il cittadino? Eppure…).

E poi, sì, ci fu anche qualche sperimentazione — come quella fatta a Ivrea per qualche mese, con lo scopo di testare una nuova “piattaforma per l’economia comportamentale" fondata su blockchain e sponsorizzata dal governo e da TIM.

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L’idea di incentivare, diciamo così, comportamenti “virtuosi” attraverso l’azione di governo, con lo scopo di creare una società perfetta, non è certo nuova. È anzi l’idea fondante che fu usata fin dal XIX secolo in poi per giustificare moralmente il sistema statale di welfare-warfare che viviamo ancora oggi.

Il social scoring, perché di questo si tratta, è l’apice dello statalismo, nonché tappa obbligata di una società tecnocratica governata da algoritmi automatizzati e logiche di vita a debito.

Non è un caso che si parli sempre di comportamenti “virtuosi” o “corretti”: sono aggettivi necessari a rafforzare l’idea della rettitudine e dignità delle persone soltanto se rispettose del pensiero egemonico collettivo. Chi decide quali comportamenti sono virtuosi? Le masse: o meglio, le masse plagiate dalla propaganda delle solite minoranze.

E se poi, come anticipato, è anche una questione di debito: il sistema finanziario occidentale fondato sul debito e sul welfare universale sta collassando su se stesso.

Non sarà possibile curare tutti (è già così) e sarà così necessario distinguere tra chi si merita di ricevere servizi sanitari e chi invece si merita altro, magari l’eutanasia di Stato; a prescindere dal pagamento o meno delle tasse — quelle vanno pagate comunque.

Questa cosa qua è una delle conseguenze della nascente religione transumanista che mira ad addomesticare e manipolare le masse attraverso ricatti morali algoritmicamente eseguiti. Ma chi segue regolarmente queste pagine lo sa: se ne è parlato anche al G20 del 2022; il compagno Bertolaso non inventa nulla.


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Apple traccia i tuoi dispositivi anche se sono spenti


Apple usa una tecnica chiamata "offline finding" per individuare i dispositivi degli utenti anche quando non sono connessi a Internet. Fa parte del servizio “Find My”, che da qualche anno permette di ritrovare dispositivi rubati o persi anche se spenti.

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#64


Brussels Privacy Symposium 2023 Report


The seventh edition of the Brussels Privacy Symposium, jointly co-organized by the Future of Privacy Forum and the Brussels Privacy Hub, took place at the U-Residence of the Vrije Universiteit Brussel campus on November 14, 2023. The Symposium presented a

The seventh edition of the Brussels Privacy Symposium, jointly co-organized by the Future of Privacy Forum and the Brussels Privacy Hub, took place at the U-Residence of the Vrije Universiteit Brussel campus on November 14, 2023. The Symposium presented a key opportunity for a global, interdisciplinary convening to discuss one of the most important topics facing Europe’s digital society today and in the years to come: “Understanding the EU Data Strategy Architecture: Common Threads – Points of Juncture – Incongruities.”

With the program of the Symposium, the organizers aimed to transversally explore three key topics that cut through the Data Strategy legislative package of the EU and the General Data Protection Regulation (GDPR), painting an intricate picture of interplay that leaves room for tension, convergence, and the balancing of different interests and policy goals pursued by each new law. Throughout the day, participants debated the possible paradigm shift introduced by the push for access to data in the Data Strategy Package, the network of impact assessments from the GDPR to the Digital Services Act (DSA) and EU AI Act, and debated the future of enforcement of a new set of data laws in Europe.
Attendees were welcomed by Dr Gianclaudio Malgieri, Associate Professor of Law & Technology at Leiden University and co-Director of the Brussels Privacy Hub, and Jules Polonetsky, CEO at the Future of Privacy Forum. In addition to three expert panels, the Symposium opened with Keynote addresses by Commissioner Didier Reynders, European Commissioner for Justice, and Wojciech Wiewiórowski, the European Data Protection Supervisor. Commissioner Reynders specifically highlighted that the GDPR remains the “cornerstone of the EU digital regulatory framework” when it comes to the processing of personal data, while Supervisor Wiewiórowski cautioned that “we need to ensure the data protection standards that we fought for, throughout many years, will not be adversely impacted by the new rules.” In the afternoon, attendees engaged in a brainstorming exercise in four different breakout sessions, and the Vice-Chair of the European Data Protection Board (EDPB), Irene Loizidou Nikolaidou, gave her closing remarks to end the conference.

The following Report outlines some of the most important outcomes from the day’s conversations, highlighting the ways and places in which the EU Data Strategy Package overlaps, interacts, supports, or creates tension with key provisions of the GDPR. The Report is divided into six sections: the above general introduction; the ensuing section which provides a summary of the Opening Remarks; the next three sections which provide insights into the panel discussions; and the sixth and final section which provides a brief summary of the EDPB Vice-Chair’s Closing Remarks.

Editor: Alexander Thompson

Read the Report


fpf.org/blog/brussels-privacy-…



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Asili nido, pochi posti pubblici e costi proibitivi l Pressenza

"Occorre ampliare l’attuale disponibilità dei posti negli asili comunali, rendere sostenibili i costi per le famiglie, superare la scarsa flessibilità degli orari, essere operativi anche durante l’estate. E occorre, soprattutto, porre in essere cambiamenti nelle strutture e nei servizi a supporto alle famiglie (asili, scuole, servizi post scolastici e così via) e ripensare totalmente il nostro welfare."

pressenza.com/it/2024/02/asili…



Drama about a bridge between the fediverse and Bluesky. The BBC extends their Mastodon trial. Flipboard expands their fediverse integration.

in reply to Giovanni Petri

.@leviticoh Here's f(x)=20×x×exp(-x/0.25) interpolated using 20 equally spaced points (blue) and 20 Chebyshev points (red). For your function, Runge's phenomenon is not a problem.


28 ONG esortano le autorità di protezione dei dati dell'UE a respingere il "paga o va bene" su Meta Il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) emetterà presto quello che probabilmente sarà il suo parere più significativo fino ad oggi Bathtup Pay or Okay


noyb.eu/it/28-ngos-urge-eu-dpa…



Un'agenzia di credito tedesca guadagna milioni grazie alla manipolazione illegale dei clienti L'azienda utilizza disegni manipolativi per impedire alle persone di ottenere una copia gratuita dei loro dati in conformità con la legge SCHUFA Complaint


noyb.eu/it/german-credit-agenc…



The Mourning After - Lately / Quit Bazar 7"


Pronti alla bisogna per assolvere nel migliore dei modi tale irrinunciabile esigenza ecco qui per me e per noi tutti, direttamente da quel di Sheffield, i veterani e collaudatissimi Mourning After ed il loro 7" licenziato in questi giorni dalla Rogue Records.

iyezine.com/the-mourning-after…

#powerpop

@Musica Agorà

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