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a quando la grazia a stupratori e serial killer di donne? ma trump un briciolo di decenza morale non ce l'ha? è un mostro 100%?


How a Tiny Relay Became a USB Swiss Army Knife


Multifunctional USB controlled PCB on blue background

Meet the little board that could: [alcor6502]’s tiny USB relay controller, now evolved into a multifunction marvel. Originally built as a simple USB relay to probe the boundaries of JLCPCB’s production chops, it has become a compact utility belt for any hacker’s desk drawer. Not only has [alcor6502] actually built the thing, he even provided intstructions. If you happened to be at Hackaday in Berlin, you now might even own one, as he handed out twenty of them during his visit. If not, read on and build it yourself.

This thing is not just a relay, and that is what makes it special. Depending on a few solder bridges and minimal components, it shape-shifts into six different tools: a fan controller (both 3- and 4-pin!), servo driver, UART interface, and of course, the classic relay. It even swaps out a crystal oscillator for USB self-sync using STM32F042‘s internal RC – no quartz, less cost, same precision. A dual-purpose BOOT0 button lets you flash firmware and toggle outputs, depending on timing. Clever reuse, just like our mothers taught us.

It’s the kind of design that makes you want to tinker again. Fewer parts. More function. And that little smile when it just works. If this kind of clever compactness excites you too, read [alcor6502]’s build log and instructions here.


hackaday.com/2025/04/05/how-a-…



La mia recensione su Free Zone Magazine!
freezonemagazine.com/articoli/…


If You’re 3D Scanning, You’ll Want a Way To Work with Point Clouds


3D scanning is becoming much more accessible, which means it’s more likely that the average hacker will use it to solve problems — possibly odd ones. That being the case, a handy tool to have in one’s repertoire is a way to work with point clouds. We’ll explain why in a moment, but that’s where CloudCompare comes in (GitHub).
Not all point clouds are destined to be 3D models. A project may call for watching for changes in a surface, for example.
CloudCompare is an open source tool with which one can load up and do various operations on point clouds, including generating mesh models from them. Point clouds are what 3D scanners create when an object is scanned, and to become useful, those point clouds are usually post-processed into 3D models (specifically, meshes) like an .obj or .stl file.

We’ve gone into detail in the past about how 3D scanning works, what to expect from it, and taken a hands-on tour of what an all-in-one wireless scanner can do. But what do point clouds have to do with getting the most out of 3D scanning? Well, if one starts to push the boundaries of how and to what purposes 3D scanning can be applied, it sometimes makes more sense to work with point clouds directly instead of the generated meshes, and CloudCompare is an open-source tool for doing exactly that.

For example, one may wish to align and merge two or more different clouds, such as from two different (possibly incomplete) scans. Or, you might want to conduct a deviation analysis of how those different scans have changed. Alternately, if one is into designing wearable items, it can be invaluable to be able to align something to a 3D scan of a body part.

It’s a versatile tool with numerous tutorials, so if you find yourself into 3D scanning but yearning for more flexibility than you can get by working with the mesh models — or want an alternative to modeling-focused software like Blender — maybe it’s time to work with the point clouds directly.


hackaday.com/2025/04/05/if-you…




Bunbury e il call center: "...scusi posso?". Ma anche NO


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/inbound-…
Premessa 1 A volte non c'è modo di distinguere una bugia da un errore. Altre volte la differenza è lampante e l'unica cosa saggia sarebbe tacere. I call center non sono tutti uguali, alcuni sono buoni e sono semplicemente a nostra

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L’ultima presentazione di “Gente con la chitarra”. Intendo proprio l’ultima, è arrivato il momento di pensare ad altro. Ed è avvenuta in una cornice speciale e in un modo speciale.
radiotarantula.wordpress.com/2…


sia ben chiaro... essere pacifisti veri e sopratutto portatori di pace nel mondo e nella propria vita è altro....

fanpage.it/politica/putiniani-…



anche in russia ci sono manifestazioni per la pace? no? potrebbe voler dire qualcosa... anche tipo che in un conflitto la pace si fa solo in 2... o in zero... ma mai in 1.


A Look Inside MacPaint


Usually when we talk about retrocomputing, we want to look at — and in — some old hardware. But [Z→Z] has a different approach: dissecting MacPaint, the Apple drawing program from the 1980s.

While the program looks antiquated by today’s standards, it was pretty hot stuff back in the day. Things we take for granted today were big deals at the time. For example, being able to erase a part of something you drew prompted applause at an early public demo.

We enjoyed the way the program was tested, too. A software “monkey” was made to type keys, move things, and click menus randomly. The teardown continues with a look inside the Pascal and assembly code with interesting algorithms like how the code would fill an area with color.

The program has been called “beautifully organized,” and [Z→Z] examines that assertion. Maybe the brilliance of it has been overstated, but it did work and it did influence many computer graphics programs over the years.

We love digging through old source code. Even old games. If you do your own teardowns, be sure to send us a tip.


hackaday.com/2025/04/05/a-look…

mrasd2k2 reshared this.



"Giù le mani" gli americani scendono in piazza contro le politiche di Trump


Gli organizzatori hanno affermato di aver ricevuto quasi 250.000 adesioni alle manifestazioni contro le politiche trumpiane sulla gestione dei sussidi della previdenza sociale, i licenziamenti dei dipendenti federali, gli attacchi alle tutele dei consumatori e alle politiche anti-immigrazione e gli attacchi alle persone transgender. Le proteste sono anche contro il coinvolgimento di Elon Musk nel governo federale.

agi.it/estero/news/2025-04-05/…




Basta Chiacchiere! Il DARPA vuole vederci chiaro sui Computer Quantistici. Entro il 2033 il primo?


Quasi due dozzine di aziende che lavorano nel campo dell’informatica quantistica, sono stati selezionati per partecipare alla prima fase dell’ambiziosa Quantum Benchmarking Initiative (QBI) della DARPA. La sfida per i partecipanti è dimostrare la fattibilità dei loro approcci unici per creare un computer quantistico utile e a prova di errore entro i prossimi dieci anni.

Il programma QBI è stato lanciato nel luglio 2024 e mira a ribaltare le previsioni scettiche e ad accelerare lo sviluppo di un computer quantistico realmente pratico. L’obiettivo principale della DARPA è determinare se entro il 2033 sia possibile raggiungere una svolta tale per cui una macchina quantistica possa non solo funzionare, ma anche offrire vantaggi reali che superino i costi di costruzione e di funzionamento.

Secondo Joe Altepeter, responsabile del programma QBI, le aziende sono state selezionate in base all’esame delle loro candidature scritte e delle presentazioni di persona a un team di esperti quantistici statunitensi. “Ora inizia il vero lavoro. La fase A è una maratona di sei mesi durante la quale i partecipanti devono presentare concetti tecnicamente validi che dimostrino che sono effettivamente in grado di portare alla creazione di un computer quantistico scalabile e tollerante ai guasti“, ha osservato.

La selezione comprende attori noti come IBM, HPE e Rigetti, oltre a startup provenienti da Stati Uniti, Canada, Europa e Australia che sviluppano tecnologie basate su un’ampia gamma di tipologie di qubit, dai superconduttori e trappole ioniche ai sistemi fotonici e qubit di spin su silicio. L’elenco include, ad esempio, Alice & Bob da Parigi e Cambridge (qubit cat), IonQ dal Maryland (trappole ioniche), Diraq dall’Australia e dalla California (spin in silicio CMOS) e Xanadu da Toronto (circuiti quantistici fotonici). Sono state nominate in totale 15 aziende; altri tre sono in fase di accordo sulle condizioni di partecipazione.

Coloro che supereranno con successo questa prima fase passeranno a una seconda fase, della durata di un anno, durante la quale la DARPA valuterà attentamente i propri piani scientifici e tecnici, gli approcci di ricerca e la fattibilità degli obiettivi dichiarati. Successivamente inizierà la fase finale C, in cui il team di verifica e convalida indipendente (IV&V) testerà tutto, dagli algoritmi e componenti ai prototipi funzionanti. Allo stesso tempo, come sottolinea la DARPA, il programma non è di natura competitiva: il compito non è quello di scegliere un vincitore, ma di valutare il più accuratamente possibile il potenziale di ciascun approccio al calcolo quantistico.

È interessante notare che QBI è diventato la logica continuazione del progetto pilota US2QC (Underxplored Systems for Utility-Scale Quantum Computing), a cui stanno già lavorando Microsoft e PsiQuantum. Entrambe le aziende sono ora entrate nella fase finale di questo programma, i cui obiettivi sono completamente allineati con la fase finale di QBI.

La DARPA punta sulla tecnologia profonda e non su affermazioni ad alta voce. Come afferma Altepiter, l’agenzia sta creando un team di esperti IV&V composto da specialisti di primo piano e sta utilizzando siti di prova sia federali che regionali per distinguere le tecnologie reali dalle esagerazioni. Tutti questi sforzi mirano a un solo obiettivo: aiutare il governo degli Stati Uniti a comprendere quali sviluppi commerciali ci stanno davvero avvicinando all’era di un computer quantistico pratico e robusto.

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Nonostante


altrenotizie.org/spalla/10634-…


GAZA. Un video conferma la strage dei 15 paramedici a Rafah


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Le immagini, trovate sul telefono cellulare di una delle vittime, sono state diffuse dal New York Times. Confermano che i mezzi di soccorso si muovevano con le luci accese e le insegne ben visibili prima di essere colpiti. Israele sosteneva il contrario
L'articolo GAZA. Un video



Disney’s Bipedal, BDX-Series Droid Gets the DIY Treatment


[Antoine Pirrone] and [Grégoire Passault] are making a DIY miniature re-imagining of Disney’s BDX droid design, and while it’s still early, there is definitely a lot of progress to see. Known as the Open Duck Mini v2 and coming in at a little over 40 cm tall, the project is expected to have a total cost of around 400 USD.
The inner workings of Open Duck Mini use a Raspberry Pi Zero 2W, hobby servos, and an absolute-orientation IMU.
Bipedal robots are uncommon, and back in the day they were downright rare. One reason is that the state of controlled falling that makes up a walking gait isn’t exactly a plug-and-play feature.

Walking robots are much more common now, but gait control for legged robots is still a big design hurdle. This goes double for bipeds. That brings us to one of the interesting things about the Open Duck Mini v2: computer simulation of the design is playing a big role in bringing the project into reality.

It’s a work in progress but the repository collects all the design details and resources you could want, including CAD files, code, current bill of materials, and links to a Discord community. Hardware-wise, the main work is being done with very accessible parts: Raspberry Pi Zero 2W, fairly ordinary hobby servos, and an BNO055-based absolute orientation IMU.

So, how far along is the project? Open Duck Mini v2 is already waddling nicely and can remain impressively stable when shoved! (A “testing purposes” shove, anyway. Not a “kid being kinda mean to your robot” shove.)

Check out the videos to see it in action, and if you end up making your own, we want to hear about it, so remember to send us a tip!


hackaday.com/2025/04/05/disney…



Anita Camarella e Davide Facchini – Silence Diggers
freezonemagazine.com/articoli/…
Quando Anita Camarella e Davide Facchini spariscono per qualche mese sai per certo che puoi trovarli a Nashville, dove hanno la loro vera casa artistica, con la loro famiglia artistica. E se sai che sono a Nashville puoi aspettarti che tornino con una valigia piena di canzoni. E la valigia dell’ultima trasferta americana conteneva dieci […]
L'articolo


Amore


Amiamoci gli uni gli altri; perché l’amore è da Dio, e chiunque ama è nato da Dio e conosce Iddio.

Gianni Russu doesn't like this.



Fede


La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono.

Gianni Russu doesn't like this.





Nadia Anjuman
freezonemagazine.com/articoli/…
Le donne non esistono. Le donne sopravvivono a malapena. Sono versi di Nadia Anjuman, poetessa afghana nata il 27 dicembre 1980 e morta, assassinata. il 4 novembre 2005, poco dopo essere diventata madre di una bambina di sei mesi. Nadia è nata ad Herat, la città dei poeti, ma anche la città con il più […]
L'articolo Nadia Anjuman proviene da FREE ZONE MAGAZINE.
Le donne non esistono. Le donne sopravvivono a malapena. Sono



Rifondazione Comunista parteciperà domani, con lo nostro storico bandierone della pace di 25 metri, che fece la prima apparizione nelle mobilitazioni contro la guerra del Golfo del 1991, alla manifestazione nazionale contro il piano Rearm Europe e le politiche antipopolari del governo Meloni. Dopo la nostra manifestazione del 15 marzo in Piazza Barberini quella proposta [...]

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Stefano Galieni

C’è un’idea, che cerca di tradursi in vero e proprio impianto ideologico fondativo, che sta attraversando tutta l’Europa e che si esprime ai massimi livelli in paesi culturalmente e politicamente oggi fragili come l’Italia. Ai valori della destra dichiarata, che si richiamano ad un nazionalismo esasperato, ad un culto della “patria bianca e cattolica”, fa da contraltare il pensiero rabberciato di un sedicente mondo progressista e democratico che ha trovato un suo apogeo nella Piazza del Popolo del 15 marzo scorso, che poneva al centro del proprio esistere l’idea di Europa. Ma quale Europa? Non certo quella di Ventotene e nemmeno quella che, negli anni della decolonizzazione, della scoperta di una produzione culturale e politica diffusa e plurale, si apriva al mondo e si interrogava. L’Europa della guerra si fa “nazione” e ribadisce in maniera ignorante, arrogante e suprematista, la propria centralità presente, passata e futura. Poco importa se nel presente l’UE è frammentata e divisa e se nel futuro è destinata ad essere un continente vecchio, probabilmente in via di estinzione, l’importante è affermare che tutto quanto c’è di migliore sul pianeta sia considerato merito e quindi ad esclusivo appannaggio di questa misera porzione di mondo. Inutile analizzare le contraddizioni dei personaggi che si sono alternati sul palco della piazza romana, addobbata di bandiere UE, (perché Unione ed Europa sono considerati sinonimi anche nei confini), questo è quanto la cultura mainstream e di mercato impone oggi come unica, conformista, proposta e i protagonisti non meritano neanche di essere citati. Ma una riflessione è urgente e necessaria, da sinistra, per affrontare il nodo non risolto di una battaglia delle idee che in tali ambiti non ha né spazio né diritto di cittadinanza. E si prova a partire da una concezione rattrappita della storia, imbottita di eurocentrismo in salsa bellica, secondo cui arte, cultura, sono esclusivo patrimonio “nostro”, il resto del mondo non avrebbe, in base a tale concezione, prodotto mai nulla di rilevante. Un principio sconcertante che fa tabula rasa di civiltà millenarie, con cui abbiamo relazioni di ogni tipo ma che si prova a considerare da questo punto di vista subalterne e soprattutto incompatibili. Si prova a dimenticare il fatto che le prime tracce di scrittura giungono dal mondo sumero. E ovviamente si rimuove il fatto che il primo testo scritto di cui si ha notizia risalga al 2880 AC ad opera di Ptahhotep, visir di un faraone della V dinastia. Le cifre con cui facciamo oggi di conto, i metodi utilizzati per i complessi calcoli che regolano la nostra vita, sono arabe al punto che lo stesso termine “algebra” (unione o completamento), utilizzato dal matematico persiano Muḥammad ibn Mūsā al-Khwārizmī, risalgono a circa 1300 anni fa. I suoi studi affondano le radici nella storia millenaria dell’Antico Egitto e delle civiltà mesopotamiche, ma questo sembra, è il caso di dirlo, non contare nulla.

Un razzismo di fondo che ha radici nella storia europea, ma che sembrava essere stato affrontato nei decenni passati, almeno da una parte del mondo culturale e artistico più aperto, sembra essere stato rimosso con un colpo di spugna. Si cerca di re-imporre, sempre secondo una logica di dominio, l’idea che il pianeta non sia mai stato plurale, che i paesi esistenti fuori dai confini della nostra fortezza, non abbiano radici in civiltà millenarie, si pensi a Cina, Giappone, Subcontinente indiano, si cerchi almeno di conoscere quanto accaduto nell’America precolombiana o nel continente africano prima delle invasioni europee e tanto altro ancora. Invece prevale uno sguardo miope, ipocrita e patetico, utile unicamente a lasciare l’illusione che ancora oggi possa avere un futuro un continente che ha vissuto per secoli sulla depredazione e i genocidi. Recentemente è stato pubblicato per “Asino d’oro”, un gran bel libro di ricerca interdisciplinare sulle radici del razzismo, dal titolo “Esseri umani uguali”- Nel volume si alternano spunti di ricerca in merito alle diverse forme di razzismo italiano, partendo da approcci fra loro, solo apparentemente, distanti (medicina, filosofia, attualità politica) intervallati da interviste a personalità del mondo intellettuale che hanno subito o subiscono ancora, forme di discriminazione fondate sul colore della pelle. Il testo, molto puntuale e frutto dell’interconnessione fra diversi autori e autrici, a loro volta provenienti da esperienze diverse, tocca un punto, ad avviso di chi scrive, nodale, nel capitolo inerente alla filosofia. Ci si interroga sulla nascita del razzismo (si pensi alla definizione dei popoli “barbari, in cui peraltro rientravano buona parte di quelli europei) per giungere all’illuminismo di Voltaire fino ad incontrare padri del pensiero filosofico moderno come Hegel e Kant. La filosofia di quel periodo – e poco è cambiato nel secolo successivo – è coeva all’epoca delle esplorazioni, soprattutto in Africa, che immediatamente si traducevano in espansione coloniale, nella tratta degli schiavi, nell’accaparramento delle risorse. Gli imperi sorti su tali rapine si fondarono sulla presunzione che, nei filosofi citati già trova compiutezza, secondo cui le popolazioni con cui si veniva a contatto non avevano storia, non erano composte da veri e propri esseri umani, andavano civilizzati, costretti alla religione dominante (quella cristiana con le sue varianti), comunque appartenevano ad un’altra specie – si utilizzava la parola “razze “da considerare inferiori, al massimo adatte a lavori di fatica e su cui esercitare il comando dell’uomo bianco. Nelle elucubrazioni di chi non entrò poi mai fisicamente nel “Cuore di tenebra” di Conrad, si passò dalla costruzione del mito del “buon selvaggio” di Rousseau, non contaminato dal peccato originale, ad una demonizzazione di persone considerate prive di freni inibitori, pigri, indolenti, da educare, magari con la frusta, come eterni bambini. L’espansione coloniale permise di estendere tale concezione su gran parte del pianeta che venne considerato semplicemente non solo inferiore ma senza storia. Non bastarono le scoperte scientifiche, architettoniche, astronomiche, prodotte nell’America precolombiana né tantomeno l’incontro con realtà complesse in termini di cosmogonia e di visione del mondo come quelle dell’India eccetera.

Molto più tardi e anche grazie all’esplosione dei grandi movimenti di decolonizzazione, si dovette fare i conti con l’ampiezza straordinaria di chi aveva percorso strade simili a quelle europee, con qualche migliaio di anni di anticipo. E se il Ramayana, primo poema redatto in sanscrito di cui si rintraccia l’autore, Vālmīki, risale probabilmente al II secolo AC, gli scritti di Confucio, in Cina al 770 AC, quasi in contemporanea alla leggendaria nascita di Roma. Sono ignoti gli autori de Il libro dei morti, raccolta di formule elaborata intorno al 1550 AC. Questi esempi non vogliono servire a stabilire primazie, quanto a far digerire a coloro che celebrano l’Europa come alfa e omega di tutto, che la letteratura, come ogni altra forma di espressione umana, ha origini poligenetiche e si è sviluppata in base a contesti diversi. E così le forme di organizzazione politica, chi era in Piazza del Popolo ignora o ha dimenticato che l’Impero del Mali, nell’Africa Occidentale, ha origini nel nostro Medioevo XIII secolo, e raggiunse, prima dell’arrivo degli europei, una popolazione di quasi 50 milioni di persone. Ancor prima, nell’VIII secolo AC in quella che i romani denominavano poi Nubia, nacque un regno, D’mt, da cui trae origine l’attuale Etiopia. Questo mentre il “celeste impero” della Cina nasceva nel III secolo AC, tardi se confrontata con la Civiltà della valle dell’Indo, 3000 anni AC, in parallelo con il mondo mesopotamico e in piena età del bronzo. E perché ignorare gli olmechi che costituirono, nell’area mesoamericana, odierno Messico, una delle prime civiltà pre-colonizzazione, fra il 1400 e il 400 a.c.? Ancora va ripetuto, non si tratta di assegnare quanto di togliere primati ed abolire gerarchie atte a motivare ogni forma di oppressione e discriminazione. Se la piazza dell’Europa si forma sul principio di essere fondante del pianeta, dimostra un’arretratezza e uno spirito neocoloniale e profondamente razzista mai superato. E va notato come nelle performance in cui si sono esibiti i rappresentanti di questa “Europa Make Again”, siano spariti gli immensi romanzieri russi che è assurdo non ascrivere anche al patrimonio culturale collettivo. La logica di guerra e di costruzione del nemico porta addirittura a dimenticare coloro che fino a pochi anni fa erano importanti partner, passi per i paesi nordafricani che si affacciano sul Mediterraneo, abbandonati al loro destino e considerati estranei da almeno 60 anni, ma se anche Cechov, Dostoevskij e Tolstoj, devono sparire dall’orizzonte, tutto diviene più ridicolo. Come se durante la Seconda guerra mondiale tutte le potenze alleate avessero deciso, di comune accordo, di bandire Dante, Petrarca o Mann. Quello che da alcune voci di quella piazza, le più autocentrate, è messo da parte, attiene anche al non rendersi conto che già da decenni, ma ancor più oggi, il processo iniziato con la conquista – non scoperta – delle Americhe e a seguire con la spartizione del pianeta, è irrimediabilmente finito ed oggi l’UE, anche militarmente ed economicamente, è una forza fra le altre, in cui si concentrano ancora le ricchezze del mondo ma che non ha alcuna reale spinta propulsiva.

Ma, da ultimo, siamo convinti veramente che tale approccio costituisca una dimostrazione di inadeguatezza che attiene unicamente all’Europa guerrafondaia di destra o liberal progressista? Se mi si permette un punto di vista individuale, nutro seri dubbi. Anche nella nostra sinistra internazionalista e contraria alle guerre, permangono elementi, dovuti certamente anche alla scarsa conoscenza ed a una micidiale depoliticizzazione del Paese che avviene in contemporanea con una sua profonda mutazione in senso pluriculturale della società. Dietro ai tanti “nuovi visi” che incontriamo, spesso ci sono millenni di storia e formidabili esperienze politiche, artistiche, letterarie, musicali, frutto di cosmogonie composite di cui ignoriamo completamente l’esistenza. Da decenni è giunto il tempo, mai completamente affrontato, di una decolonizzazione della nostra cultura, della presa d’atto che questa costituisce una forma sociale aggregante ma non l’unica, che la sola soluzione è nel riconoscerne in maniera paritaria, evitando, ovviamente ogni relativismo, le altre esperienze in circolazione. Decolonizzare non è unicamente riconoscere i crimini commessi dai propri passati governanti quanto, soprattutto, guardare al presente e al futuro con occhi radicalmente diversi. Magari pronti a scorgere nell’intuizione politica, economica, artistica, ecologista, femminista, che arriva da diversi angoli del pianeta, una chiave per comprendere se stessi e per affrontare il futuro non in solitudine ma nella complessità, con l’intenzione di cambiare il mondo, non in nome di una “civiltà” ma in quello di un’alternativa prospettiva per tutte e tutti.



open.online/2025/04/04/francis…





#NoiSiamoLeScuole, il video racconto di questa settimana è dedicato a due Nuove Scuole in Piemonte, in provincia di Cuneo, la Scuola primaria “Vittorio Caldo” di Dronero e l’Istituto d’Istruzione Superiore “Giuseppe Francesco Baruffi” di Mondovì, che…


L’Italia valuta la creazione di una costellazione satellitare nazionale. L’annuncio di Urso

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Una costellazione satellitare nazionale per rendere l’Italia indipendente sul fronte delle comunicazioni strategiche da e verso lo Spazio. Questa la prospettiva illustrata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a



Effective accelerationists didn’t just accidentally shoot themselves in the foot. They methodically blew off each of their toes with a .50 caliber sniper rifle.#News
#News


Days before Robert F. Kennedy Jr. announced that 10,000 HHS staffers would lose their jobs, a message appeared on NIH research repository sites saying they were "under review."


Queste le parole del ministro Nordio dopo i femminicidi di Ilaria Sula e Sara Campanella: “Purtroppo il legislatore e anche la stessa magistratura possono arrivare entro certi limiti a reprimere questi fatti che si radicano probabilmente nella assoluta mancanza, non solo di educazione civica, ma anche di rispetto delle persone. Soprattutto per quanto riguarda giovani o giovani adulti di etnie che magari non hanno la nostra sensibilità soprattutto verso le donne. Questa è questione di educazione”.
Ci troviamo di fronte a un ennesimo e inaccettabile tentativo di etnicizzazione della violenza. La maggior parte dei femminicidi avviene proprio in contesti nativi, ma Nordio, dopo la mossa inutile della creazione del reato specifico di femminicidio, ritiene solo necessario esprimere il proprio razzismo borghese, dimostrando di non conoscere nemmeno il fenomeno di cui parla. I femminicidi sono un fenomeno italiano, relazionale, familiare, ed è necessario un piano culturale, psicologico ed educativo adatto da parte del governo. Piano che non esisterà mai.

Le donne e le ragazze non sono tutelate in modo appropriato da nessun punto di vista: dal lavoro alla propria stessa possibilità di sopravvivenza, in un contesto patriarcale sempre più esasperato. La soluzione non è certo quella di evocare un’astratta “educazione civica”.

Al razzismo e classismo di Nordio fa eco Marina Terragni, che si autodefinisce “femminista” ed è neo-Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza su incarico governativo. Terragni ritiene le tendenze violente un problema psicoanalitico, da trattare, si suppone, a pagamento, e senza sensibilità e aiuto da parte dello Stato; ma prima di tutto in famiglia: “I corsi di affettività, come osserva Massimo Ammaniti, decano degli psicanalisti, possono ben poco: non si tratta di teoria, ma di un ‘lessico emotivo’ che si apprende fin dalla più tenera età nella dinamica concreta degli affetti familiari.” Quanto alle donne, imparino da sole!: “Mentre le ragazze devono imparare a riconoscere per tempo quei segnali – il possesso, la gelosia ossessiva – che preludono al gesto violento. E a chiedere aiuto prima possibile”. Tutto viene risolto così, con la responsabilità personale delle ragazze. Imparino, le ragazze, a risolvere tutto nel privato, perché una Autorità Garante non è in grado di dire altro su chi le sta uccidendo se non ovvietà psicoanalitiche da salotto.

Rifondazione Comunista, conscia che l’educazione all’affettività nelle scuole è stata monopolizzata da gruppi neofondamentalisti misogini ed antiabortisti come i Provita, sostiene il diritto a un’ educazione pubblica all’affettività, laica e stabilmente curricolare. Educazione che sia in grado di intercettare e comprendere, ma anche di orientare le persone verso vite senza fantasmi patriarcali e oppressione, molestie e violenza.

Non crediamo in una società che si sensibilizzi solo con serie Netflix, pur pregevoli, come Adolescence. I doveri di uno Stato sono quelli di costruire pratiche efficaci di prevenzione. Sosteniamo che non può esistere una lotta efficace contro la violenza se non si mettono in discussione le radici di una società dove l’unico modello è quello competitivo e dove i corpi delle donne sono equiparati a merce. Una vera educazione all’affettività deve essere anche educazione critica e aprire prospettive di cambiamento relazionale, quindi sociale.

Maurizio Acerbo, Segretario del Partito della Rifondazione Comunista- Sinistra Europea
Silvia Conca, già Responsabile politiche LGBTQIA+
Paola Guazzo, Direttivo Circolo della Conoscenza e delle Culture Transfemministe




Purtroppo i dazi statunitensi ci porteranno sempre più verso altri mercati, e dico purtroppo in relazione ad alcuni Paesi non proprio democratici, come la Cina e, ultimamente, anche l'India che non se la sta passando proprio benissimo da questo punto di vista, così come la Corea del Sud del resto, che ha schivato di pochissimo un colpo di Stato.

D'altra parte non abbiamo alternative: il male minore in questo momento è la Cina, per la nostra industria, sempre per il fatto che ci sono stati tempi di vacche grasse in cui non abbiamo pensato di creare delle alternative davvero nostre, o per meglio dire i consumatori hanno fatto le brave pecorelle e non le hanno scelte.

Quindi, dicevo, sicuramente andremo sempre di più ad acquistare cose cinesi.

Ma sicuramente, questo il grande #trump lo ha considerato.





Michele Marziani – Il bandito
freezonemagazine.com/news/mich…
In libreria dal 9 Aprile 2025 Michele Marziani debutta nella collana “Rumore bianco” col suo quarto romanzo per Bottega Errante DA SCOPRIRE PERCHÉ… All’alba della Prima guerra mondiale un gruppo di banditi delle Alpi occidentali sogna il mare e una nuova idea di libertà, alla ricerca delle sponde di Livorno. Il protagonista assomiglia ad un […]
L'articolo Michele Marziani – Il bandito proviene da


GAZA. Oltre 100 palestinesi uccisi in 24 ore, 33 in una scuola con gli sfollati


@Notizie dall'Italia e dal mondo
La strage continua senza soste nella Striscia dove Israele sta espandendo la "zona cuscinetto". I jet israeliani hanno colpito anche in Libano dove è stato ucciso un dirigente di Hamas con i figli
L'articolo GAZA. Oltre 100 palestinesi uccisi in 24




Coltiviamo sane abitudini


I recenti sviluppi internazionali impongono delle scelte etiche e con un valore sociale impattante. A tal proposito, mi unisco al popolo di Mastodon con l'intento di abbandonare qualsiasi servizio rientri nella sfera economica di interesse di potenze straniere ostili. Spero di poter fare collaborazione dal basso per ricostruire una rete civile di protesta basata su scelte consapevoli di consumo.

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Giovanni Milano
@pop Cercherò di portare soprattutto contenuti utili a fare scelte in campo di salute che siano in linea con principi di diritto e scienza.
@pop
Questa voce è stata modificata (5 mesi fa)


CINA-USA. Il Pacifico dei “guerrieri americani”


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il Segretario alla Difesa Hegseth ha ripreso la strategia reaganiana “Pace attraverso la fermezza” che implica il potenziamento degli eserciti e il riarmo, degli Stati Uniti e dei loro alleati in Asia
L'articolo CINA-USA. Il Pacifico pagineesteri.it/2025/04/04/mon…