Salta al contenuto principale



Cantieristica, il nucleare ha il potenziale per rivoluzionare il settore. Ecco come

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Il nucleare potrebbe rappresentare una svolta, non solo per l’autonomia energetica nazionale, ma anche per il settore della cantieristica. Il dibattito sulla possibilità di un ritorno del nucleare in Italia sta aprendo a diverse prospettive circa l’impiego di nuove tecnologie



Oggi in occasione della Giornata mondiale per la Consapevolezza sull'Autismo il Palazzo dell'Istruzione è stato illuminato di blu.

Il Ministro Giuseppe Valditara ha invitato le scuole a organizzare momenti di condivisione e di approfondimento.

Poliverso & Poliversity reshared this.



Sicurezza cyber, la chiave è la partnership tra umano e intelligenza artificiale


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Le capacità di protezione e difesa nella cyber security possono essere migliorate in un mix di collaborazione arricchita ed efficacia aumentata attraverso l’impiego di un “ibrido operativo” formato dall'individuo e agenti di AI.



Attacco informatico via Teams: un semplice messaggio può compromettere la tua azienda!


Con l’uso crescente di strumenti di collaborazione come Microsoft Teams, le aziende devono essere consapevoli dei rischi legati a possibili attacchi informatici. Implementare misure di sicurezza avanzate e formare adeguatamente gli utenti diventa essenziale per contrastare le minacce. In risposta a questo problema, Microsoft ha annunciato l’introduzione di notifiche di sicurezza in Quick Assist, progettate per avvisare gli utenti di possibili tentativi di truffa legati al supporto tecnico. Inoltre, si consiglia alle organizzazioni di limitare o disattivare l’uso di Quick Assist e altri strumenti di accesso remoto, qualora non siano strettamente necessari, per ridurre il rischio di compromissione.

Un attacco sofisticato con vishing e strumenti legittimi


Un recente rapporto del Cyber Defence Centre di Ontinue ha documentato un attacco in cui gli hacker hanno utilizzato una combinazione di ingegneria sociale, vishing (phishing vocale) e software di accesso remoto per infiltrarsi nei sistemi aziendali.

La tecnica di attacco prevedeva l’invio di un messaggio su Microsoft Teams contenente un comando PowerShell dannoso. Approfittando della fiducia degli utenti nelle comunicazioni interne, il cybercriminale si spacciava per un tecnico IT per convincere la vittima ad eseguire il comando e a concedere accesso remoto attraverso Quick Assist. Questa tattica è coerente con le tecniche adottate dal gruppo Storm-1811, noto per utilizzare vishing e strumenti di supporto remoto per ottenere il controllo dei dispositivi bersaglio.

Il payload e l’installazione della backdoor


Dopo aver ottenuto l’accesso iniziale, gli attaccanti hanno sfruttato il sideloading DLL per eseguire codice malevolo attraverso un file binario firmato e legittimo di TeamViewer.exe, che ha caricato un modulo dannoso TV.dll.

Questo approccio consente di eludere i sistemi di sicurezza, poiché l’eseguibile sembra autentico. La seconda fase dell’attacco ha comportato l’esecuzione di una backdoor basata su JavaScript tramite Node.js (hcmd.exe), la quale ha stabilito una connessione persistente ai server di comando e controllo degli aggressori.

Grazie alle funzionalità socket, gli hacker potevano eseguire comandi da remoto senza essere rilevati facilmente.

Strategie di rilevamento e prevenzione


La catena di attacco osservata rientra in diverse categorie del framework MITRE ATT&CK, tra cui:

  • T1105 – Trasferimento di strumenti malevoli
  • T1656 – Impersonificazione
  • T1219 – Utilizzo di software di accesso remoto
  • T1218 – Esecuzione tramite binari firmati
  • T1197 – Abuso dei lavori BITS

Per mitigare il rischio di simili attacchi, gli esperti di sicurezza consigliano alle aziende di limitare l’uso di strumenti di accesso remoto non indispensabili e di disabilitare le connessioni esterne a Teams. Inoltre, la formazione dei dipendenti su tecniche di ingegneria sociale e phishing vocale è fondamentale per ridurre la probabilità di cadere vittima di queste sofisticate campagne malevole.

L'articolo Attacco informatico via Teams: un semplice messaggio può compromettere la tua azienda! proviene da il blog della sicurezza informatica.



Ucraina, disinquinare la discussione pubblica sul conflitto


Valigia Blu evidenzia le omissioni, le incongruenze e alcune distorsioni presenti nell’articolo di Kuperman.
Buona lettura


A Toothbrush Hacked, in Three Parts


It’s official, we’re living in the future. Certainly that’s the only explanation for how [wrongbaud] was able to write a three-part series of posts on hacking a cheap electric toothbrush off of AliExpress.

As you might have guessed, this isn’t exactly a hack out of necessity. With a flair for explaining hardware hacking, [wrongbaud] has put this together as a practical “brush-up” (get it?) on the tools and concepts involved in reverse engineering. In this case, the Raspberry Pi is used as a sort of hardware hacking multi-tool, which should make it relatively easy to follow along.
Modified image data on the SPI flash chip.
The first post in the series goes over getting the Pi up and running, which includes setting up OpenOCD. From there, [wrongbaud] actually cracks the toothbrush open and starts identifying interesting components, which pretty quickly leads to the discovery of a debug serial port. The next step is harassing the SPI flash chip on the board to extract its contents. As the toothbrush has a high-res color display (of course it does), it turns out this chip holds the images which indicate the various modes of operation. He’s eventually able to determine how the images are stored, inject new graphics data, and write it back to the chip.

Being able to display the Wrencher logo on our toothbrush would already be a win in our book, but [wrongbaud] isn’t done yet. For the last series in the post, he shows how to extract the actual firmware from the microcontroller using OpenOCD. This includes how to analyze the image, modify it, and eventually flash the new version back to the hardware — using that debug port discovered earlier to confirm the patched code is running as expected.

If you like his work with a toothbrush, you’ll love seeing what [wrongbaud] can do with an SSD or even an Xbox controller.


hackaday.com/2025/04/02/a-toot…



Yaroslav Zheleznyak è un deputato della Rada ucraina eletto nelle liste di Holos, partito liberale, atlantista ed europeista. Giovedì scorso ha pubblicato un post sul suo canale Telegram dopo aver letto il nuovo accordo sui minerali proposto dagli Stati Uniti a Zelensky e quel che descrive è al limite dell’estorsione. Zheleznyak sintetizza così: “Il testo che ho visto è semplicemente orribile: tutte le 18 sezioni. Questo non è più un memorandum d'intenti quadro, come lo era prima dello scandaloso incontro nello Studio Ovale). Si tratta di un accordo molto ampio e molto chiaro, e non è a nostro favore"

Queste le condizioni del nuovo accordo:

La formazione di un consiglio di cinque membri per la gestione del fondo che verrà creato per accumulare i profitti, tre dei quali provenienti dagli Stati Uniti, tutti con pieno potere di veto.
L’elenco delle risorse naturali inserite nell’accordo è ampliato rispetto al precedente e ora comprende anche petrolio e gas da giacimenti vecchi e nuovi.
Gli USA non prevedono alcun ulteriore investimento per la difesa ucraina in quanto ritengono di aver già contribuito nel 2022.
Gli USA hanno diritto di prelazione su tutti gli investimenti in progetti infrastrutturali e nello sfruttamento delle risorse minerarie dell'Ucraina, compresi petrolio e gas e le infrastrutture energetiche
Kiev dovrà destinare il 50 per cento dei ricavi derivanti da nuovi progetti infrastrutturali e dallo sfruttamento delle risorse naturali al fondo per la copertura delle spese statunitensi dall'inizio della guerra, mentre gli Stati Uniti avrebbero diritto all'intero profitto più un rendimento annuo del 4 per cento fino al recupero del loro investimento.
Il contratto è a tempo indeterminato ed ogni modifica potrà essere fatta solo previa accettazione da parte degli USA.
Le imprese americane avranno tutti i vantaggi sullo sfruttamento delle risorse. Anche in caso di una nuova guerra. L'intesa prevede un indennizzo in caso di blocco dell'estrazione per cause di forza maggiore, e un regime fiscale speciale che riduce le tasse per le aziende statunitensi.
Gli USA non si impegnano in nessuna garanzia di sicurezza.
Di un accordo del genere si potrebbe dire una sola cosa: il pizzo della mafia è meno oneroso. Zelensky ha abbozzato una reazione a dir poco blanda, con un solo sussulto, anche di un certo rilievo, quando ha dichiarato che non riconosce i soldi ricevuti dagli USA come debito. Ma è l’unica scintilla, pure soffusa. Il presidente ucraino non ha infatti rifiutato l’accordo e anzi è pronto a venire incontro agli interessi USA e alle volontà di Trump, aprendo alla firma in tempi brevi dell’accordo. La richiesta massima da parte sua sarà l’inserimento di garanzie di sicurezza, ma non sul resto dell’accordo.

Gli USA fanno gli USA, la storia ce lo insegna e l’Ucraina è l’ennesima vittima, forse una delle più grandi. Le fasi sono sempre le stesse: prima ti adulano, poi ti mandano in guerra e alla fine ti spolpano. Hanno sempre fatto così, con ogni stato “amico”. Eppure, nonostante la realtà sia così chiara, in Europa si decide per un riarmo da 800 miliardi inutile e atto solo a salvare un settore industriale in discesa libera e con una Germania che rischia di entrare in una crisi produttiva senza precedenti. L’Ucraina in tutto ciò non ricava nulla. Stellantis e Volkswagen sì.

A distanza di 11 anni da Euromaidan e 3 dall’inizio dell’intervento russo alcune conclusioni le possiamo tirare, anzi, ribadire. L’Ucraina è un mezzo con la quale gli Stati Uniti hanno cercato e cercano di rimandare la fine della loro egemonia sul mondo, producendo una instabilità senza precedenti in tutto il mondo. L’Europa è in piena isteria, causata da una crisi produttiva industriale sempre più pesante e dall’estrazione continua di capitali da parte degli “alleati” USA, che sono obbligati dal loro sistema economico semi deindustrializzato a disossare il vecchio continente per non far scoppiare la bolla finanziaria, che intanto si ingrossa.

Dal canto suo la Russia in questi 11 anni ha fatto più volte la sua unica richiesta: non espandere ulteriormente la NATO verso i propri confini. Una richiesta che, come riferito da Stoltenberg poco dopo l’inizio dell’intervento di Mosca, era una precondizione per impedire l’invasione del suolo ucraino e che la NATO ha rigettato immediatamente. Lo stesso Peskov, portavoce del Cremlino, aveva riferito riguardo l’assenza di ogni ostacolo da parte russa per l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea, in quanto non intacca la questione della sicurezza dei confini russi. L’Europa ha preferito garantire gli interessi USA a discapito dei propri.

Alla luce di questo nuovo accordo sui minerali proposto da Trump a Zelensky, che oltretutto non comprende tutta la lunghissima ricostruzione del paese, già preda di aziende multinazionali occidentali che si sfregano le mani per i profitti che faranno, dovremmo farci una domanda:

Dobbiamo salvare l’Ucraina dai russi o dagli Stati Uniti?

Forse la verità è quella che quelli che vengono chiamati “putinisti pacifinti” ripetono da anni. L’Ucraina è solo una vittima, non dei russi, ma di un occidente decaduto che cerca con le unghie e con i denti di rifiutare un mondo che non accetta più la sua violenta egemonia. La cosa migliore per Zelensky sarebbe voltarsi, rivolgere le armi verso Ovest e far finire lui la guerra. Se solo avesse reamente il potere di farlo, ma non ce l’ha.



Trump, un lupo impazzito che vuole passare per agnello.


In un discorso al congresso di qualche giorno fa, #TRUMP, alias #postus ha dichiarato "In qualunuque modo ci tasseranno, noi tasseremo loro!"

Il riferimento è ovviamente ai dazi, e la domanda dunque sorge spontanea: com'è possibile che per moliti americani Biden non si potesse eleggere in quanto ormai "rimbecillito", ma alla fine ci ritroviamo questo qui? Questo vi pare normale?

Certo, Trump dice tutte queste cose con lucidità, probabilmente, tanto da far sorgere un'altra domanda.

Cosa vi ricorda qualcuno che crea un problema e poi vuol far credere di essere le vittima quando gli altri rispondono al problema da lui stesso causato?

Come si chiama questa situazione, che ora non mi sovviene? Ah, sì! Putin.

Fateci caso, la dialettica è esattamente la stessa. Non credo che servano ulteriori dimostrazioni.

#russia
#usa
#putin
#paraculo
#statiuniti
#dazi



Windows 11: Scoperto un Nuovo Trucco per Evitare l’Account Microsoft


Microsoft continua la sua strategia per costringere gli utenti di Windows 11 a usare un account Microsoft durante l’installazione del sistema operativo, chiudendo una dopo l’altra le scappatoie che permettevano di utilizzare un account locale. Ma la comunità degli utenti non si arrende e ha appena scoperto un nuovo trucco che rende il processo più semplice che mai!

Microsoft vs. account locali


Sin dal rilascio di Windows 11, Microsoft ha progressivamente reso più difficile la creazione di account locali, spingendo gli utenti verso un modello basato su servizi cloud. L’azienda giustifica questa scelta con la necessità di migliorare la sicurezza e l’integrazione con i suoi servizi, ma per molti utenti ciò rappresenta una forzatura che limita la libertà di scelta.

In passato, esistevano diverse soluzioni per aggirare questa restrizione, come l’uso di comandi nascosti o script dedicati. Tuttavia, Microsoft ha chiuso molte di queste porte, rendendo più complicato evitare la creazione di un account online. Ora, però, è emersa una nuova scappatoia!

Il nuovo metodo per bypassare l’account Microsoft


Il colosso di Redmond ha recentemente rimosso il noto script ‘BypassNRO.cmd’ dalle build di anteprima di Windows 11, rendendo più difficile aggirare l’obbligo dell’account Microsoft. Sebbene fosse ancora possibile intervenire manualmente nel Registro di sistema, il processo risultava più scomodo e complicato per gli utenti meno esperti.

Ma sabato scorso, un utente di X con il nickname “Wither OrNot” ha svelato un metodo molto più semplice. Il trucco? Un semplice comando che apre una finestra nascosta per la creazione di un account locale!

Ecco come fare:

  1. Durante l’installazione di Windows 11, quando viene visualizzata la schermata “Connettiamoci a una rete”, premere Shift + F10 per aprire il prompt dei comandi.
  2. Digitare il comando start ms-cxh:localonly e premere Invio.
  3. Si aprirà una finestra per la creazione di un account locale.
  4. Inserire i dati richiesti e cliccare su Avanti.
  5. La configurazione proseguirà senza richiedere un account Microsoft!


Sicurezza e implicazioni del metodo


Se da un lato questa soluzione permette di mantenere il controllo sul proprio dispositivo, dall’altro va considerato il possibile impatto sulla sicurezza. Microsoft promuove l’uso di account online per abilitare funzionalità come la sincronizzazione dei dati, il ripristino password e una maggiore protezione contro il furto di credenziali. Tuttavia, alcuni utenti vedono queste misure più come un vincolo che un vantaggio.

Utilizzare un account locale può aumentare la privacy e ridurre la dipendenza dai servizi cloud di Microsoft, ma bisogna ricordarsi di adottare buone pratiche di sicurezza, come l’uso di password robuste e l’attivazione di misure di protezione locali.

Conclusione


Microsoft eliminerà anche questa possibilità? È ancora presto per dirlo. Tuttavia, a differenza del vecchio script ‘BypassNRO.cmd’, questo comando sembra essere più profondamente integrato nel sistema operativo, il che potrebbe renderne più difficile la rimozione.

Ancora una volta, la community dimostra di saper aggirare le limitazioni imposte da Microsoft, riaffermando il diritto degli utenti di scegliere come gestire i propri dispositivi. Il confronto tra chi difende la libertà di utilizzo e la visione cloud-first dell’azienda di Redmond continua senza sosta!

Nel frattempo, chi desidera mantenere il controllo sul proprio dispositivo ha ancora una possibilità. Per quanto tempo? Lo scopriremo solo nei prossimi aggiornamenti di Windows 11!

L'articolo Windows 11: Scoperto un Nuovo Trucco per Evitare l’Account Microsoft proviene da il blog della sicurezza informatica.



A Bologna la prima storica partita di Rugby nel Metaverso


Bologna, 27 marzo 2025 – In un contesto in cui la trasformazione digitale si intreccia con le sfide dell’inclusione sociale, la Fondazione Olitec si conferma come punto di riferimento nazionale nella promozione di tecnologie emergenti a vocazione umanistica.

È quanto emerso anche nell’ultimo articolo pubblicato da una delle più autorevoli testate locali, che ha messo in luce il contributo dell’ecosistema Olitec nell’ambito del progetto promosso da Fondazione Carisbo, Comune di Bologna, Fondazione Golinelli e altre istituzioni di prim’ordine nelle attività educative e sociali che coinvolgono donne, giovani e categorie svantaggiate. Tra le iniziative più visionarie spicca il progetto “Sport & Metaverso” ideato da Erika Morri, che utilizza la realtà immersiva per portare i valori dello sport nelle scuole secondarie e nei contesti a rischio di abbandono scolastico.

Attraverso ambienti digitali tridimensionali e simulazioni interattive, i ragazzi possono sperimentare dinamiche di squadra, superare ostacoli, allenare la concentrazione e apprendere, divertendosi, come la disciplina sportiva possa diventare strumento di crescita personale e collettiva. fragili.

Cuore pulsante di numerosi progetti BRIA (Bioinformatica, Realtà Immersiva, Intelligenza Artificiale), la Fondazione Olitec è riuscita a costruire negli ultimi anni un modello di impatto che integra formazione, ricerca e collocamento, affermandosi come catalizzatore di rigenerazione territoriale. Le sue iniziative, spesso sviluppate in sinergia con istituzioni pubbliche e private, mettono al centro la persona, in particolare i giovani che rischiano di restare esclusi dalle traiettorie di crescita del Paese. In molte scuole secondarie italiane, grazie alla collaborazione con dirigenti scolastici, insegnanti ed educatori, i percorsi BRIA vengono introdotti come veri e propri laboratori di orientamento e innovazione. I ragazzi imparano non solo competenze tecniche, ma anche a lavorare in gruppo, a risolvere problemi, a esplorare nuove professioni emergenti in ambiti come la sanità digitale, l’edilizia smart e la sostenibilità ambientale. Questo approccio olistico permette di creare comunità educanti in cui la tecnologia diventa ponte tra il presente dei ragazzi e il loro futuro possibile.

«Abbiamo voluto che la tecnologia tornasse ad essere strumento e non fine, e che servisse a costruire futuro in contesti dove c’erano solo porte chiuse», ha dichiarato Massimiliano Nicolini, direttore del dipartimento ricerca della Fondazione Olitec e ideatore del manifesto BRIA. «Nel nostro progetto ‘Tech & Hope’, ad esempio, portiamo donne vulnerabili ad apprendere competenze d’avanguardia per inserirle nel mondo dell’impresa con dignità e autonomia. Questa è la nuova frontiera dell’innovazione etica».

Protagonista e ideatrice di questo cambiamento è Erika Morri, ex giocatrice della nazionale italiana di rugby e fondatrice del progetto “Sport & Metaverso”, da sempre impegnata nel sociale e nella promozione dei diritti dei più giovani. «Quando incontriamo questi giovani, spesso ci colpisce lo smarrimento di chi non riesce a immaginare il proprio futuro. Ma attraverso i percorsi scolastici BRIA, portati nelle scuole grazie all’impegno della Fondazione Olitec, si riaccende in loro una scintilla. Ritrovano curiosità, consapevolezza delle proprie capacità, e una visione concreta di ciò che possono diventare. È un processo educativo che li trasforma dall’interno, facendoli sentire finalmente protagonisti del proprio destino», ha dichiarato. Morri ha inoltre sottolineato come l’attività sportiva immersiva nel metaverso aiuti i ragazzi a sviluppare la capacità di collaborazione, la gestione emotiva e l’autostima, inserendo l’allenamento del corpo e della mente in una narrazione moderna e coinvolgente. «Con ‘Sport & Metaverso’ – ha aggiunto – abbattiamo il muro tra il digitale e la realtà. Lo sport diventa un linguaggio universale che parla ai giovani con i codici che appartengono alla loro generazione».

Lo sottolinea anche Elisabetta Bracci, esperta in economia dell’impatto sociale e componente dell’osservatorio sull’innovazione educativa: «Olitec è un esempio raro di fondazione che sa coniugare visione strategica e prossimità reale. I loro progetti non sono calati dall’alto, ma nascono dentro i territori, e con le persone. Questo rende ogni investimento generativo, sostenibile e replicabile».

Questo programma innovativo unisce l’educazione sportiva con l’esplorazione delle tecnologie immersive, offrendo ai giovani un’esperienza formativa unica in cui i valori dello sport – come la lealtà, la cooperazione e la resilienza – vengono vissuti e potenziati attraverso ambienti virtuali immersivi. Iniziative come queste stanno suscitando l’interesse di numerosi stakeholder, anche a livello europeo, e trovano ispirazione nell’idea che l’innovazione debba restituire possibilità laddove ci sono state ingiustizie.

La Fondazione Olitec si conferma così non solo un laboratorio di tecnologia avanzata, ma una fucina di speranza concreta, dove la scienza incontra l’empatia e la formazione si trasforma in rinascita.

L'articolo A Bologna la prima storica partita di Rugby nel Metaverso proviene da il blog della sicurezza informatica.



Torvalds furioso: “Distruggete questa spazzatura!” Il codice del kernel Linux sotto accusa


Tutti gli aggiornamenti dei driver grafici della serie DRM-Next sono stati inseriti con successo nel kernel Linux 6.15, ma lo stesso Linus Torvalds non era soddisfatto di uno dei componenti. Il codice in questione è un codice di test chiamato “hdrtest” incluso nella build principale del kernel e, secondo Torvalds, lascia “spazzatura” nell’albero sorgente. Con il suo tipico tono schietto, ha affermato che il codice “dovrebbe essere distrutto”, almeno dal punto di vista degli sviluppatori.

In una lettera alla mailing list pubblicata recentemente, Torvalds ha scritto che era irritato dall’introduzione della “odiosa spazzatura hdrtest” e che a) rallenta la build perché viene eseguita come parte di una build allmodconfig completa, anziché come un test separato su richiesta; b) lascia file casuali nelle directory include, ingombrando l’albero sorgente.

Ha fatto notare che in precedenza c’erano state lamentele in merito e che il codice non avrebbe dovuto essere inserito nel ramo principale in questa forma. “Perché questi test vengono eseguiti come parte di una build normale? — Torvalds era indignato. “Non aggiungiamo file di dipendenza casuali che corrompono l’albero sorgente.”

Ha anche aggiunto che era grazie a “git status” che si lamentava dei file spazzatura aveva notato il problema. Ma la cosa peggiore è che questi file interferiscono con il completamento del nome quando si lavora nella console. E aggiungerli a .gitignore, secondo lui, avrebbe solo mascherato il problema, non lo avrebbe risolto.

Ha finito per disabilitare temporaneamente hdrtest, contrassegnandolo come BROKEN. “Se vuoi eseguire questo hdrtest, fallo come parte dei tuoi test. Non far vedere agli altri quella cosa disgustosa sul tuo albero. È meglio renderlo un target di build separato come make drm-hdrtest piuttosto che parte della build standard”, ha concluso.

A prima vista, potrebbe sembrare che stiamo parlando di testare il supporto HDR (High Dynamic Range), soprattutto perché di recente Linux ha lavorato attivamente sulla gestione del colore e sulla gamma dinamica estesa. Tuttavia, a un esame più attento si è scoperto che “hdr” in questo caso significa header, ovvero file C-header. Il codice hdrtest è per il nuovo driver Intel Xe e viene utilizzato per verificare che gli header DRM siano scritti correttamente, siano autosufficienti e superino la verifica kernel-doc. Vale a dire, questo è un banale controllo di qualità dei file di servizio, semplicemente implementato in modo non riuscito.

Quindi l’intero ramo DRM-Next è già arrivato in Linux 6.15, ma ora gli sviluppatori devono ripulire le loro tracce, altrimenti Torvalds si assicurerà personalmente che hdrtest scompaia dal kernel principale.

L'articolo Torvalds furioso: “Distruggete questa spazzatura!” Il codice del kernel Linux sotto accusa proviene da il blog della sicurezza informatica.



Why the LM741 Sucks


First of all, we’d like to give a big shout-out to [Afrotechmods]! After a long hiatus, he has returned to YouTube with an awesome new video all about op-amp characteristics, looking at the relatively awful LM741 in particular. His particular way of explaining things has definitely helped many electronics newbies to learn new concepts quickly!

Operational amplifiers have been around for a long time. The uA741, now commonly known as the LM741, was indeed an incredible piece of technology when it was released. It was extremely popular through the 1970s and onward as it saved designers the chore of designing a discrete amplifier. Simply add a few external components, and you have a well-behaved amplifier.

But as the years went on, many new and greatly improved op-amps have been developed, but either because of nostalgia or reticence, many in the field (especially, it seems, professors teaching electronics) have continued to use the LM741 in examples and projects. This is despite its many shortcomings:

  • Large input offset voltage
  • Large input offset current
  • Low gain-bandwidth product
  • Miserable slew rate of only 0.5V/uS

And that’s not even the full list. Newer designs have vastly improved all of these parameters, often by orders of magnitude, yet the LM741 still appears in articles aimed at those new to electronics, even in 2025. There are literal drop-in replacements for the LM741, such as the TLC081 (not to be confused with the similarly named FET-input TL081), which has 32 times the slew rate, 10 times the gain-bandwidth product, and an input offset voltage almost 2 orders of magnitude better!

So, check out the full video below, learn about op-amp parameters, and start checking out modern op-amps!

youtube.com/embed/e67WiJ6IPlQ?…


hackaday.com/2025/04/01/why-th…



An Elegant Writer for a More Civilized Age


One of the most exciting trends we’ve seen over the last few years is the rise of truly personal computers — that is, bespoke computing devices that are built by individuals to fit their specific needs or wants. The more outlandish of these builds, often inspired by science fiction and sporting non-traditional layouts, tend to be lumped together under the term “cyberdecks”, but there are certainly builds where that description doesn’t quite stick, including the Cyber Writer from [Darbin Orvar].

With a 10-inch screen, you might think it was intended to be a portable, but its laser-cut Baltic birch plywood construction says otherwise. Its overall design reminds us of early computer terminals, and the 60% mechanical keyboard should help reinforce that feeling that you’re working on a substantial piece of gear from yesteryear.
There’s plenty of room inside for additional hardware.
The Cyber Writer is powered by the Raspberry Pi Zero W 2, which might seem a bit underpowered, but [Darbin] has paired it with a custom minimalist word processor. There’s not a lot of detail about the software, but the page for the project says it features integrated file management and easy email export of documents.

The software isn’t yet available to the public, but it sounds like [Darbin] is at least considering it. Granted, there’s already distraction-free writing software out there, but we’re pretty firm believers that there’s no such thing as too many choices.

If you’re looking for something a bit more portable, the impressive Foliodeck might be more your speed.

youtube.com/embed/sIItE5ro-ko?…


hackaday.com/2025/04/01/an-ele…

reshared this



A Forgotten Photographic Process Characterised


Early photography lacked the convenience of the stable roll film we all know, and instead relied on a set of processes which the photographer would have to master from film to final print. Photographic chemicals could be flammable or even deadly, and results took a huge amount of work.

The daguerreotype process of using mercury to develop pictures on polished metal, and the wet-collodion plate with its nitrocellulose solution are well-known, but as conservators at the British National Archives found out, there was another process that’s much rarer. The Pannotype uses a collodion emulsion, but instead of the glass plate used by the wet-plate process it uses a fabric backing.

We know so much about the other processes because they were subject to patents, but pannotype never had a patent due to a disagreement. Thus when the conservators encountered some pannotypes in varying states of preservation, they needed to apply modern analytical techniques to understand the chemistry and select the best methods of stabilization. The linked article details those analyses, and provides them with some pointers towards conserving their collection. We look forward to someone making pannotype prints here in 2025, after all it’s not the first recreation of early photography we’ve seen.


hackaday.com/2025/04/01/a-forg…



Il caso Morse Corp.: una storia di cybersecurity e difesa


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Si combatte una delle battaglie più critiche del nostro tempo: la protezione dei dati sensibili che riguardano la sicurezza nazionale. Ma cosa succede quando chi è incaricato di proteggere queste informazioni fallisce? Questa è la storia di Morse Corp., un contractor della difesa che ha imparato



JPMorgan fa la storia: numeri veramente casuali grazie all’informatica quantistica!


La banca americana JPMorgan Chase per la prima volta al mondo ha generato e verificato numeri realmente casuali utilizzando un computer quantistico. Questo sviluppo potrebbe rappresentare un passo importante verso il miglioramento della sicurezza nel mondo digitale e potrebbe trovare applicazione in settori quali la crittografia, il trading e le lotterie online.

Lo Studio è stato pubblicato sulla rivista Nature e descrive come gli specialisti bancari, insieme ai laboratori nazionali Argonne e Oak Ridge, nonché all’Università del Texas ad Austin, hanno utilizzato un computer quantistico di Quantinuum (una sussidiaria di Honeywell) per generare numeri casuali. Dopodiché gli scienziati hanno dimostrato per la prima volta matematicamente che i dati ottenuti erano realmente casuali e non pseudo-casuali, come solitamente accade.

In realtà i generatori di numeri casuali convenzionali utilizzati nei sistemi informatici non sono completamente casuali. Si basano su algoritmi matematici predefiniti che, se eseguiti sugli stessi dati, produrranno sempre lo stesso risultato. Ciò rende tali sistemi potenzialmente vulnerabili, soprattutto se si considera la crescente potenza di calcolo. l’interesse degli hacker criminali e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

In passato altre aziende si sono occupate della generazione di numeri casuali, tra cui Quantinuum, i cui prodotti sono già utilizzati nei data center e nei contatori intelligenti. Tuttavia, la JPMorgan è riuscita non solo a ottenere tali numeri, ma anche a confermarne la reale casualità. Ciò è particolarmente importante per i settori mission-critical come la finanza e la sicurezza delle infrastrutture, in cui ogni elemento deve essere verificabile e sicuro.

“Questo potrebbe essere utile ovunque sia importante dimostrare che un numero è veramente casuale, come nelle lotterie o quando si effettua revisione contabile” ha affermato Konstantinos Karagiannis, direttore del quantum computing presso la società di consulenza Protiviti. Non è stato coinvolto nello studio, ma ha sottolineato: “Nella crittografia, è tutta una questione di prova: o il sistema è sicuro o non lo è. Non ci sono mezzitoni.”

Il lavoro è durato un anno: da maggio 2023 a maggio 2024, i crittografi della JPMorgan hanno sviluppato uno speciale algoritmo per un computer quantistico, dopodiché hanno utilizzato i supercomputer del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti per verificare i risultati.

Si tratta di una svolta, afferma il responsabile del progetto Marco Pistoia, a capo della ricerca sulle tecnologie applicate presso JPMorgan: “Il passo successivo è capire dove possiamo applicarlo”.

Le possibili applicazioni spaziano dalla creazione di criptovalute più efficienti dal punto di vista energetico al gioco d’azzardo online e persino alla selezione automatizzata dei seggi elettorali per le verifiche elettorali. Tutto ciò in cui è importante la casualità completa e verificabile può trarre vantaggio dalla nuova tecnologia.

L’interesse per l’informatica quantistica sta crescendo rapidamente: sebbene per ora sia ancora nelle mani dei ricercatori, è chiaro che la sua potenza supera di gran lunga le capacità dei computer classici. L’unico problema è la difficoltà a trovare applicazioni pratiche e l’elevato costo delle attrezzature.

JPMorgan investe attivamente in questo settore da sei anni, individuando opportunità nella finanza, nell’intelligenza artificiale, nell’ottimizzazione e soprattutto nella crittografia. “Per noi la tecnologia quantistica è strategica”, ha affermato Pistoia. Lui e il suo team stanno ora studiando come utilizzare l’informatica quantistica per l’apprendimento automatico, l’ottimizzazione del portafoglio e la determinazione del prezzo dei derivati.

L'articolo JPMorgan fa la storia: numeri veramente casuali grazie all’informatica quantistica! proviene da il blog della sicurezza informatica.



Si è insediato oggi l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica, ricostituito con decreto ministeriale n.


Malfunctional Timekeeping With The Vetinari Clock


Lord Vetinari from the Discworld series is known for many things, but perhaps most of all a clock that doesn’t quite keep continuous time. Instead, it ticks away at random increments to infuriate those that perceive it, whilst keeping regular time over the long term. [iracigt] decided to whip up a real world version of this hilarious fictional timepiece.

The clock itself is an off-the-shelf timepiece purchased from Target for the princely sum of $5. However, it’s been deviously modified with an RP2040 microcontroller hidden away inside. The RP2040 is programmed to tick the clock at an average of once per second. But each tick itself is not so exact. Instead, there’s an erraticness to its beat – some ticks are longer, some shorter, in the classic Vetinari style. [iracigt] explains the nitty gritty of how it all works, from creating chaos with Markov chains to interfacing the RP2040 electronically with the cheap quartz clock movement.

If you’ve ever wanted to build one of these amusements yourself, [iracigt’s] writeup is a great place to start. Even better, it was inspired by an earlier post on these very pages! We love to see the community riff on a theme, and we’d love to see yours, too – so keep the tips coming, yeah? Video after the break.

youtube.com/embed/3vpgnc2ZdwQ?…


hackaday.com/2025/04/01/malfun…



#Ucraina, diplomazia in contromano


altrenotizie.org/primo-piano/1…


Shrinking Blinky As Far As Possible


Many of us know the basic Blink Arduino sketch, or have coded similar routines on other microcontrollers. Flashing an LED on and off—it doesn’t get much simpler than that. But how big should a blink sketch be? Or more importantly, how small could you get it? [Artful Bytes] decided to find out.

The specific challenge? “Write a program that runs on a microcontroller and blinks an LED. The ON and OFF times should be as close to 1000 ms as possible.” The challenge was undertaken using a NUCLEO-L432KC Cortex-M4 with 256 K of flash and 64 K of RAM.

We won’t spoil the full challenge, but it starts out with an incredibly inefficient AI & cloud solution. [Artful Bytes] then simplifies by switching to an RTOS approach, before slimming down further with C, assembly, and then machine code. The challenge was to shrink the microcontroller code as much as possible. However, you might notice the title of the video is “I Shrunk Blinky to 0 Bytes.” As it turns out, if you eliminate the digital code-running hardware entirely… you can still blink an LED with analog hardware. So, yes. 0 bytes is possible.

We’ve featured the world’s smallest blinky before, too, but in a physical sense rather than with regards to code size.

youtube.com/embed/9FTUa-2eIDU?…


hackaday.com/2025/04/01/shrink…



A vulnerability in Pixelfed caused private posts from other platforms to leak, a post-mortem on the CSAM scanner from IFTAS, and Fediforum has been cancelled.


MSP e MSSP nel mirino: come gli attacchi alla supply chain mettono a rischio l’ecosistema IT


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Gli attacchi informatici che colpiscono la supply chain si stanno evolvendo rapidamente, con conseguenze significative per MSP e MSSP. La loro posizione centrale li rende bersagli privilegiati per i cyber criminali,



La crittografia end-to-end sbarca su Gmail: un passo avanti per le aziende


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Oggi solo un messaggio su 1.700 è criptato, ma Google introduce la crittografia end-to-end su Gmail. Ecco i vantaggi della crittografia forte anche nello scambio della posta elettronica
L'articolo La crittografia end-to-end sbarca su Gmail: un passo avanti per



Missioni internazionali, l’Italia rafforza il suo ruolo tra Europa e Nato

@Notizie dall'Italia e dal mondo

L’Italia può essere protagonista di una nuova architettura della sicurezza, cercando un equilibrio tra autonomia strategica europea e impegno nella Nato. Mosca e Pechino si muovono con strategie precise, mentre Washington chiede un maggiore impegno europeo, anche nel Mar Rosso. Le sfide non



The Everlasting Hunt For The Loch Ness Monster


When a Loch Ness Monster story appears at the start of April, it pays to check the date on the article just to avoid red faces. But there should be no hoax with this one published on the last day of March, scientists from the UK’s National Oceanography Centre were conducting underwater robotics tests in Scotland’s Loch Ness, and stumbled upon a camera trap lost by Nessie-hunters in the 1970s. Just to put the cherry on the cake of a perfect news story, the submarine in question is the famous “Boaty McBoatface”, so named as a consolation after the British Antarctic Survey refused to apply the name to their new ship when it won an online competition.

The Most Extreme Instamatic in The World

An NOC scientist holds the camera in its containerSadly the NOC haven’t released close-ups of the inner workings of the device.
The camera trap has survived five decades underwater thanks to a sturdy glass housing, and appears to be quite an ingenious device. A humble Kodak Instamatic camera with a 126 film and a flash bulb is triggered and has its film advanced by a clockwork mechanism, in turn operated by a bait line. Presumably because of the four flash bulbs in the Kodak’s flash cube, it’s reported that it could capture four images. The constant low temperature at the bottom of a very deep loch provided the perfect place to store exposed film, and they have even been able to recover some pictures. Sadly none of then contain a snap of Nessie posing for the camera.

The Loch Ness Centre has an underwater photographic hide used in the 1970s.An underwater photographic blind used in the 1970s. Immanuel Giel, Public domain.
We are not cryptozoologists here at Hackaday so we’re not postulating any theories about Nessie’s existence, but there is some interest to be found in the history of Nessie-hunting, and the complex array of technologies fielded by those who would seek to bag themselves a monster. There have been extensive sonar surveys of the loch, a variety of home-made and more professional submarines have probed its depths, many metres of film and videotape have been shot by Nessie-hunters with long lenses, and of course experts have pored over all the various photographs which over the years have claimed to prove the monster’s existence. Perhaps the epicentre for the world of Nessie-hunting has been the Loch Ness Project, whose website details a variety of the survey efforts. Surprisingly, though they had a connection with the Instamatic camera trap they don’t feature it on their website, something we expect to change now it has become newsworthy.

Where Cryptozoology Tourism Is A Thing


The metamorphosis of a legendary beast into a modern-day phenomenon has certainly gripped the tourist industry of the Great Glen, as you’ll see if you take the drive from Inverness to Fort William. Even if you’re not a true believer, it’s still fun to indulge in a bit of touristic gawping at the various Nessie-themed attractions, though on the occasions Hackaday writers have passed by those waters there’s been a marked lack of monstrous life forms. The Nessie-hunters bring a bit of pseudoscientific thrill to the experience, something the Loch Ness Centre in Drumandrochit positively encourage: they even recruit visitors into their annual Nessie-spotting event. After all, as the camera discovery shows, there is doubtless plenty more to be found in those waters, even the occasional (non-Nessie) monster.

Header image: Bob Jones, CC BY-SA 2.0 .


hackaday.com/2025/04/01/the-ev…





Un nuovo predatore degli oceani. Putin vara il sottomarino Perm

@Notizie dall'Italia e dal mondo

La flotta sottomarina di Mosca ha compiuto un altro passo avanti lo scorso giovedì 27 marzo quando i cantieri navali della Sevmash, siti nella nordica cittadina di Severodvinsk (oblast’ di Archangelsk), hanno varato ufficialmente il Perm, sesto esemplare (su dieci teorici) dei sommergibili



Tre Zeroday critici sfruttati attivamente minacciano i device Apple


Come abbiamo visto, Apple ha rilasciato aggiornamenti di sicurezza per i vecchi modelli di iPhone e iPad, correggendo tre vulnerabilità critiche che venivano sfruttate attivamente. Sono state aggiunte correzioni alle versioni precedenti di iOS, iPadOS e macOS, consentendo di correggere le vulnerabilità anche su dispositivi che da tempo non erano supportati.

Il primo problema risolto è un errore di tipo use-after-free nel componente Core Media ( CVE-2025-24085 ), che ha consentito a un’applicazione dannosa di ottenere privilegi elevati. Sebbene il punteggio CVSS sia 7,8, la presenza di un exploit in un attacco reale ne aumenta significativamente la pericolosità. Il problema è stato risolto in macOS Sonoma 14.7.5, Impresa 13.7.5 e Versione iPadOS 17.7.6 .

Il secondo bug, il CVE-2025-24200, con CVSS: 6.1 è associato al componente Accessibilità. Il bug consentiva a un aggressore di disattivare la modalità con restrizioni USB su un dispositivo bloccato. Ciò ha aperto la porta ai cosiddetti attacchi cyber fisici, che implicano l’accesso ai dati tramite il contatto fisico con il dispositivo. Sono stati rilasciati aggiornamenti che risolvono il problema per le versioni iOS e iPadOS 15.8.4 E 16.7.11 .

La vulnerabilità riconosciuta come la più grave è il CVE-2025-24201 (CVSS: 8.8) relativo al componente WebKit. Questo bug consente la diffusione di contenuti dannosi al di fuori dell’ambiente isolato del browser, il che può portare all’esecuzione di codice arbitrario all’apertura di un sito web appositamente predisposto. Gli aggiornamenti iOS includono anche delle correzioni. 15.8.4, 16.7.11 e le versioni corrispondenti di iPadOS.

Apple non solo ha corretto le vulnerabilità presenti nelle versioni correnti del sistema operativo, ma ha anche rilasciato patch per i dispositivi che da tempo non ricevevano aggiornamenti regolari. Tra questi rientrano l‘iPhone 6s, l’iPhone 7, l’SE di prima generazione, l’iPad Air 2, l’iPad mini di quarta generazione e persino l’iPod touch di settima generazione. Anche gli iPhone 8, 8 Plus, X, diversi modelli di iPad Pro e gli iPad di quinta e sesta generazione hanno ricevuto aggiornamenti.

Contemporaneamente, Apple ha introdotto importanti aggiornamenti ai suoi sistemi principali. iOS 18.4 e iPadOS 18.4 includono correzioni per 62 vulnerabilità, macOS Sequoia 15.4 ne include 131, tvOS 18.4 ne include 36, visionOS 2.4 ne include 38 e Safari 18.4 ne include 14. Sebbene nessuna di queste vulnerabilità sia stata ancora sfruttata dagli aggressori, l’azienda consiglia di installare gli aggiornamenti il ​​prima possibile.

Il rilascio di aggiornamenti come questi dimostra che anche i dispositivi da tempo fuori supporto continuano a essere sotto l’attenzione di Apple, soprattutto quando si tratta di problemi di sicurezza critici. Ciò evidenzia anche l’importanza di aggiornare regolarmente il software, anche se il dispositivo sembra obsoleto: negli attacchi nel mondo reale, sono proprio questi i modelli a diventare gli obiettivi prioritari.

L'articolo Tre Zeroday critici sfruttati attivamente minacciano i device Apple proviene da il blog della sicurezza informatica.