Pensieri di notte
Forse è davvero il momento di tirare i remi in barca. Forse è giunto il momento di lasciar perdere. Odio, cattiveria e ignoranza mi stanno soffocando. O forse sto solo diventando vecchia, troppo vecchia per certe cose. O forse, ancora, è il momento di pensare ad altro, a vivere questo spazio con la leggerezza che molti riescono ad avere, ma che a me è sempre stata impossibile da raggiungere. La verità è che non mi diverto più, che le polemiche e le discussioni su temi inutile e stupidi mi hanno stancata.
E se il mondo virtuale fosse uno specchio della mia esistenza reale? Se fosse quella ad avermi stancata? Se in questo momento la bilancia tra l'odio e l'amore che da oltre quarant'anni provo contemporaneamente verso me stessa pendesse ora dalla parte del secondo?
Non ho una risposta a questa domanda, la sola cosa che so è che sono stanca, di tutto e terribilmente schifata e non vedo vie d'uscita nel breve periodo.
Per questo forse è il momento di trovare, almeno nel mondo virtuale, una nuova dimensione, più intima, più privata, lontana dalle discussioni sterili e inutilmente faziose e ideologiche.
Questo non significa smettere di pensare e osservare le cose con occhio critico, ma semplicemente non discutere di esse in un luogo e con persone che non meritano che io perda del tempo.
Chissà, magari tornerò a scrivere quello che mi passa per la mente, brandelli di sogni, pensieri, desideri, a raccontare storie o scrivere racconti.
Forse non sarebbe poi così male, come modo per affrontare questo periodo così pieno di cose brutte.
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Aumentano le tensioni tra Azerbaigian e Iran
Mentre la guerra in Ucraina domina i titoli dei giornali globali, un altro conflitto si sta preparando nel Caucaso meridionale, dove Azerbaigian e Iran sono diventati sempre più ostili dalla guerra del Karabakh del 2020. Dopo la decisiva vittoria dell’Azerbaigian sull’Armenia, aiutato dal supporto militare di Israele e Turchia, l’Iran si è reso conto che […]
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Oggi si è svolto il primo incontro tra il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e i rappresentanti dei sindacati e delle parti sociali del mondo della #scuola.
Qui tutti i dettagli ▶️ bit.ly/Incontro-sindacati
La Corea del Nord sceglie Russia e Cina, e manda al diavolo gli USA
Il significato politico dietro la sfilza di test e la vendita di armi a Mosca è la nuova linea di politica estera di Kim, che considera l'impegno con gli Stati Uniti futile e che gli interessi nazionali del Paese sono garantiti al meglio attraverso l'allineamento con Cina e Russia
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USA: elezioni midterm 2022, tempi bui per i Democratici
Con le elezioni di medio termine a una settimana di distanza e l’ansia degli elettori per inflazione, gas e prezzi dei generi alimentari ai massimi livelli, i sondaggi mostrano che è probabile che i Democratici perdano il controllo della Camera dei rappresentanti mentre potrebbero a malapena mantenere quello del Senato. Il cuore del problema rimane […]
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Bundestag legal experts find: EU Chat Control CSAM scanner plan would not hold up in court
The opinion of the independent legal service of the German Bundestag on the EU’s controversial proposal to scan private communications for suspected content is now available in English. The parliament’s lawyers state that it is questionable whether the current draft regulation represents any added value for the fight against (physical) sexual child abuse. Against the background of the previous case law of the EU Court of Justice on data retention, they consider it “unlikely that a general monitoring of individual communications would withstand the scrutiny of (European) fundamental rights”.
In their opinion the law would negatively impact communication behaviour of minors and generally freedom of speech and expression. Furthermore, the opinion questions the practicability of scanning technology which would produce a high number of false positives even with a low error rate, due to the sheer number of messages scanned. Lastly, the analysis echos fears already expressed in civil society for the future of end-to-end encryption. The paper points out that regardless of the technical design for circumventing encryption, third parties would be able to gain access, creating an additional threat to cyber security.
EU lawmaker Patrick Breyer (Pirate Party) comments the findings:
“There is a reason why the mandatory general monitoring scheme proposed by the EU Commission doesn’t exist anywhere else in the free world: It breaches the essence of the human right to respect the secrecy of our correspondence. How is the EU Commission helping children by proposing a regulation that will invariably fail in the European Court of Justice for violating the Charter of Fundamental Rights? If this proposal is adopted and then annulled by the Court down the line, we will have wasted years that we could have worked on more effective and proportionate solutions to protect the victims of sexual violence. We should start this work now.”
Breyer’s website on the EU’s Chat Control proposal
Una bussola morale in tempi di disordine e illiberalità
La crisi dell’Occidente ha risvegliato antichi istinti imperialistici. L’Europa c’è, ma non suscita emozioni, non evoca appartenenze. Tutto questo incoraggia le persone, le società e gli stati a logiche e comportamenti illiberali. Mai come oggi si avverte il bisogno di un metodo politico, di una radice culturale. Un funzione storica per istituzioni come la Fondazione Luigi Einaudi
Un mondo senza ordine, un Paese senza bussola. È questa la realtà che i tempi ci impongono. Siamo, letteralmente, all’Anno Zero. L’Italia esce a fatica da una conclamata crisi di sistema e affronta l’inizio di un ciclo politico nuovo senza che l’offerta politica e l’assetto istituzionale si siano minimamente rinnovati.
Oltre confine regna il caos. È come se i ghiacci della Guerra fredda si fossero scongelati oggi e non nel 1991. Un vecchio ordine è morto, un nuovo ordine non è ancora nato. Le liberaldemocrazie annaspano. Si pubblicano ormai da anni libri in cui autorevoli studiosi descrivono, più o meno minuziosamente, la “crisi del potere” piuttosto che la “crisi della democrazia”, per non dire della crisi “delle vocazioni”.
Di sicuro ad apparire in crisi (di identità) è l’Occidente. E la crisi dell’Occidente ha risvegliato antichi istinti imperialistici. Non oggi, ma nel 2007, Vladimir Putin ha dichiarato guerra ai valori liberaldemocratici su cui si fonda la cultura occidentale, la nostra cultura. Xi Jinping lo ha fatto poco dopo, nel 2012. Con la forza delle armi piuttosto che con la forza dell’economia, l’impero russo e l’impero cinese erodono spazi vitali all’Occidente, mentre la Turchia di Erdogan ricostruisce tassello dopo tassello il vecchio impero Ottomano sotto quelle antiche insegne islamiche che Kemal Ataturk, prudentemente, ripiegò un secolo or sono.
L’Europa c’è; era e resta l’unica possibile salvezza degli stati nazionali europei, e in modo particolare degli stati fragili come l’Italia. L’Europa c’è, ma non suscita emozioni, non evoca appartenenze e vive solo nel momento estremo in cui rischia di soccombere a crisi tanto improvvise quanto globali.
Tutto questo incoraggia le persone, le società e gli stati a logiche e comportamenti essenzialmente illiberali. Un progressivo ritorno allo stato di natura. È presente il rischio che i già colossali problemi interni e internazionali vengano aggravati, per superficialità o per demagogia, sopravvalutando il ruolo dello Stato.
Mai come oggi, dunque, si avverte il bisogno di una bussola “morale”, di un metodo politico, di una radice culturale. Mai come oggi si avverte la penuria di quei fattori che fecero di Luigi Einaudi l’indimenticato “Presidente della ricostruzione”: il realismo, la competenza, l’equilibrio, la predisposizione al confronto, il senso profondo delle Istituzioni, il metodo liberale.
C’è, però, un problema. Quei soggetti cui un tempo era demandato il ruolo di officine della cultura, del ceto e della prassi politica sono tutti, e non da oggi, in crisi. Sono in crisi i partiti politici, sono in crisi i giornali, sono in crisi (di astinenza da oppio) gli intellettuali, sono in crisi i parlamenti, esautorati dai governi e delegittimati dai media. E con il parlamenti è in crisi la Politica tutta.
Tanti vuoti, vuoti di democrazia. Vuoti da colmare.
Mai come oggi, dunque, istituzioni come la Fondazione Luigi Einaudi, di cui sono stato appena nominato Segretario Generale, sono investite di una funzione che non è esagerato definire “storica”: offrire una bussola e indicare una rotta ad una politica sempre più disorientata e ad una società sempre più confusa. Per quanto ci riguarda, lo faremo, al solito, tenendo alto il nome di Luigi Einaudi e attualizzandone gli insegnamenti attraverso studi, convegni, progetti, analisi economiche, politiche e sociali.
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Etiopia – Accordo di Pace [Testo Completo]
FRA
IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA FEDERALE DI
ETIOPIA E IL FRONTE DI LIBERAZIONE DEL POPOLO TIGRAY (TPLF)
PREAMBOLO
Accettare di risolvere pacificamente il violento conflitto scoppiato il 3 novembre 2020 nella regione del Tigray in Etiopia in modo coerente con la Costituzione della Repubblica Democratica Federale d’Etiopia;
Riconoscendo la conseguenza distruttiva del conflitto tra le due Parti sulle vite umane e sui mezzi di sussistenza;
Affermando che i problemi politici possono essere risolti in modo sostenibile solo attraverso mezzi politici;
Ribadendo l’impegno delle parti nei confronti dell’agenda dell’Unione africana per mettere a tacere le armi entro il 2030, coerentemente con lo spirito delle “soluzioni africane ai problemi africani;
Determinato a trovare una soluzione duratura e completa al conflitto; compreso il ripristino dell’ordine costituzionale nella regione del Tigray;
Convinti della necessità di concordare i termini per la cessazione definitiva delle ostilità e le modalità per la composizione pacifica di tutte le divergenze e controversie politiche;
Determinato a cercare una soluzione pacifica e duratura alla crisi in un quadro di cessazione permanente delle ostilità, in cui sarà messo in atto un meccanismo di monitoraggio e verifica per monitorare il rispetto;
Riconoscendo gli sforzi per portare una soluzione pacifica alla crisi da parte dell’Unione Africana, il Gruppo di Alto Livello dell’Unione Africana guidato da Sua Eccellenza l’ex Presidente della Nigeria Olusegun Obasanjo, sostenuto da Sua Eccellenza l’ex Presidente del Kenya Uhuru Kenyatta, e Sua Eccellenza il Dr. Phumzile Mlambo-Ngcuka, ex vicepresidente del Sud Africa, nonché della Repubblica del Sud Africa per aver gentilmente ospitato i colloqui di pace, e gli osservatori per il loro sostegno;
Consapevole del desiderio del popolo etiope di vivere in pace e dignità in una società democratica inclusiva basata su giustizia, uguaglianza, rispetto dei diritti umani e stato di diritto;
Il governo della Repubblica Democratica Federale dell’Etiopia (il governo) e il Fronte di liberazione popolare del Tigray (TPLF) (denominati insieme le Parti) concordano i seguenti termini;
Articolo 1 – Obiettivi
Gli obiettivi del presente Accordo sono:
- Raggiungere una cessazione immediata e permanente delle ostilità al fine di mettere a tacere le armi e creare un ambiente favorevole e gettare le basi per una pace sostenibile;
- Ripristinare l’ordine costituzionale interrotto a causa del conflitto nella regione del Tigray;
- Rifiutare la violenza come metodo per risolvere le divergenze politiche;
- Garantire sicurezza per tutti;
- Garantire una soluzione duratura del conflitto;
- Fornire un quadro per affrontare le questioni derivanti dal conflitto;
- Fornire un quadro per garantire la responsabilità per le questioni derivanti dal conflitto;
- Favorire la riconciliazione e il ripristino dei legami sociali;
- Facilitare la ripresa economica e la ricostruzione;
- Impegnarsi ad affrontare le differenze politiche sottostanti;
- Fornire un quadro per il monitoraggio e la verifica dell’attuazione dell’accordo.
Articolo 2 – Principi alla base della cessazione definitiva delle ostilità
Le Parti sono guidate dai seguenti principi:
- Rispetto per la sovranità, l’integrità territoriale e l’unità della Repubblica Democratica Federale d’Etiopia (FDRE);
- Legalità e rispetto delle norme e dei principi costituzionali sanciti dalla Costituzione FDRE;
- Rispetto dei diritti umani fondamentali e delle norme e principi democratici;
- Protezione dei civili;
- Rispetto della Carta africana sulla democrazia, le elezioni e il governo;
- Responsabilità e giustizia in conformità con la costituzione FDRE e il quadro politico di giustizia transitoria dell’UA;
- Accesso umanitario senza ostacoli a tutti i bisognosi di assistenza;
- L’uso degli aiuti umanitari esclusivamente a fini umanitari.
- Riconciliazione e riabilitazione;
- Sollievo e Ricostruzione;
- Impegno in buona fede nell’attuazione della Cessazione delle ostilità e in tutte le fasi successive del processo di pace.
Articolo 3 – Cessazione definitiva delle ostilità
- Le Parti si impegnano e dichiarano una cessazione immediata e permanente delle ostilità e si impegnano a disimpegnare le forze o i gruppi armati sotto il loro controllo;
- Questa Cessazione Permanente di tutte le forme di ostilità includerà, tra l’altro; la cessazione degli atti di violenza palesi e nascosti; posa di mine; sabotaggio; attacchi aerei; atti di violenza diretti o indiretti; e sovversione o uso di proxy per destabilizzare l’altra parte o collusione con qualsiasi forza esterna ostile a una delle parti;
- La Cessazione Permanente delle ostilità includerà la cessazione di tutte le forme di propaganda ostile, retorica e incitamento all’odio;
- La cessazione permanente delle ostilità aprirà la strada al ripristino dell’ordine costituzionale nella regione del Tigray e al dialogo politico tra le Parti;
- Le parti convengono di ripristinare la presenza dell’autorità federale a Mekelle al fine di creare un ambiente favorevole alla ripresa dei servizi pubblici nella regione e garantire la sicurezza degli abitanti della città. A tal fine, le Parti convengono che l’ENDF e le altre istituzioni federali pertinenti avranno un ingresso rapido, agevole, pacifico e coordinato a Mekelle, che sarà facilitato attraverso il canale di comunicazione aperto da stabilire tra gli alti comandanti delle Parti come di cui all’articolo 6, lettera c), del presente accordo.
Articolo 4 – Protezione dei Civili
- Le Parti proteggeranno i diritti umani della popolazione civile e si impegnano a sostenere gli strumenti di diritto internazionale umanitario applicabili di cui l’Etiopia è parte;
- Le Parti, in particolare, condannano qualsiasi atto di violenza sessuale e di genere, qualsiasi atto di violenza contro bambini, ragazze, donne e anziani, compreso il reclutamento e la coscrizione di bambini soldato, e sostengono il ricongiungimento familiare.
Articolo 5 – Accesso umanitario
- Il governo della FDRE accelererà la fornitura di aiuti umanitari in collaborazione con le agenzie umanitarie tenendo conto delle esigenze specifiche dei gruppi vulnerabili, comprese le donne, i bambini e gli anziani; Le Parti cooperano a tal fine;
- Le Parti si impegnano a cooperare tra loro e con le agenzie umanitarie competenti per aiutare a riunire le famiglie;
- Il governo della FDRE si impegna a facilitare il rimpatrio e il reinserimento degli sfollati interni e dei rifugiati, ogniqualvolta la situazione di sicurezza lo consenta;
- Le Parti garantiscono che l’aiuto umanitario sia utilizzato solo per scopi umanitari.
Articolo 6 – Disarmo, Smobilitazione e Reintegrazione (DDR)
I partiti:
- Concordare e riconoscere che la Repubblica Federale Democratica dell’Etiopia ha una sola forza di difesa;
- Progetta e attua un programma DDR completo per i combattenti TPLF coerente con la Costituzione della Repubblica Democratica Federale dell’Etiopia;
- concordano sul fatto che entro 24 ore dalla firma del presente Accordo sarà istituito un canale di comunicazione aperto tra gli alti comandanti di entrambe le parti;
- concordare di organizzare una riunione di alti comandanti entro 5 giorni dalla firma del presente Accordo per discutere ed elaborare modalità dettagliate per il disarmo dei combattenti TPLF, tenendo conto della situazione della sicurezza sul terreno;
- Accettare di intraprendere il disarmo degli armamenti pesanti dei combattenti del TPLF in via prioritaria sulla base di un programma dettagliato da concordare tra gli alti comandanti delle Parti. Le attività di disarmo previste dal programma dovrebbero concludersi entro dieci giorni dalla conclusione della riunione degli alti comandanti. Il periodo di dieci giorni potrebbe essere prorogato sulla base della raccomandazione degli alti comandanti, da approvare dalle Parti.
- Accettare di finalizzare il disarmo globale dei combattenti TPLF, comprese le armi leggere entro 30 giorni dalla firma del presente Accordo;
- Concordo sul fatto che il piano di smobilitazione e reinserimento terrà conto delle esigenze di ordine pubblico della regione del Tigray.
Articolo 7 – Misure di rafforzamento della fiducia
- Il TPLF deve:
- Rispettare l’autorità costituzionale del governo federale, tutti gli organi costituzionali e gli organi del governo federale, inclusa ma non limitata all’autorità del governo federale di controllare tutte le strutture federali, le istituzioni e i confini internazionali del paese;
- Astenersi dall’aiutare, favorire, sostenere o collaborare con qualsiasi gruppo armato o sovversivo in qualsiasi parte del paese;
- Rispettare il mandato costituzionale del governo federale di schierare la Forza di difesa nazionale etiope, nonché le forze dell’ordine e di sicurezza federali per adempiere alle proprie responsabilità ai sensi della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti pertinenti;
- Astenersi dalla coscrizione, dall’addestramento, dal dispiegamento, dalla mobilitazione o dalla preparazione per conflitti e ostilità;
- Fermare qualsiasi condotta che pregiudichi la sovranità e l’integrità territoriale dell’Etiopia, compresa la corrispondenza incostituzionale e le relazioni con le potenze straniere;
- Cessate tutti i tentativi di realizzare un cambio di governo incostituzionale.
- Il governo della FDRE:
- Interrompere le operazioni militari contro i combattenti del TPLF;
- Accelerare e coordinare il ripristino dei servizi essenziali nella regione del Tigray entro i tempi concordati;
- Facilitare la revoca della designazione terroristica del TPLF da parte della Camera di
Rappresentanti dei Popoli;
- Mobilitare e accelerare l’assistenza umanitaria per tutti i bisognosi nella regione del Tigray e in altre aree colpite e garantire un accesso umanitario senza ostacoli.
Articolo 8 – Confini internazionali e strutture federali
- L’ENDF sarà dispiegato lungo i confini internazionali dell’Etiopia;
- L’ENDF salvaguarderà la sovranità, l’integrità territoriale e la sicurezza del paese dalle incursioni straniere e assicurerà che non ci saranno provocazioni o incursioni da entrambi i lati del confine;
- L’ENDF, la polizia federale e altri organi di sicurezza federali assumeranno il controllo completo ed efficace dello spazio aereo nazionale, della sicurezza e della protezione dell’aviazione e di tutte le strutture federali, le installazioni e le principali infrastrutture come aeroporti e autostrade all’interno della regione del Tigray.
Articolo 9 – Ripristino dell’Autorità federale nella regione del Tigray e rappresentanza nelle istituzioni federali
- Le parti concordano sul ripristino dell’autorità federale nella regione del Tigray, compreso il controllo delle istituzioni e delle agenzie federali;
- Il governo federale assicura e facilita la rappresentanza della regione del Tigray nelle istituzioni federali, compresa la Camera della Federazione e la Camera dei
Rappresentanti dei Popoli, in conformità con la Costituzione FDRE e le leggi applicabili.
Articolo 10 – Misure transitorie
- Entro una settimana dall’attuazione dell’articolo 7 (2) (c) e fino a quando le elezioni per il Consiglio regionale e la Camera dei rappresentanti dei popoli si terranno sotto la supervisione del Consiglio elettorale nazionale etiope, l’istituzione di un’amministrazione regionale provvisoria inclusiva essere risolta attraverso il dialogo politico tra le Parti;
- Una settimana dopo l’attuazione dell’articolo 7, paragrafo 2, lettera c), le parti avvieranno un dialogo politico per trovare soluzioni durature alle differenze politiche soggiacenti tra loro;
- Il governo dell’Etiopia attuerà una politica nazionale di giustizia di transizione globale volta alla responsabilità, all’accertamento della verità, al risarcimento per le vittime, alla riconciliazione e alla guarigione, coerentemente con la Costituzione delle FDRE e il quadro politico di giustizia di transizione dell’Unione africana. La politica in materia di giustizia di transizione è sviluppata con i contributi di tutte le parti interessate e dei gruppi della società civile attraverso consultazioni pubbliche e processi formali di elaborazione delle politiche nazionali.
- Le Parti si impegnano a risolvere i problemi delle aree contese in conformità con la Costituzione della Repubblica Federale Democratica dell’Etiopia
Articolo 11 – Monitoraggio, Verifica e Conformità
- Le Parti convengono di istituire un meccanismo di monitoraggio, verifica e conformità per l’effettiva attuazione della Cessazione permanente delle ostilità. A tal fine, le parti convengono di istituire un comitato misto composto da un rappresentante di ciascuna parte, un rappresentante dell’IGAD e presieduto dall’Unione africana attraverso il gruppo di alto livello. Il comitato misto è assistito da un gruppo di esperti africani;
- L’UA, attraverso il gruppo di alto livello, nominerà un gruppo di esperti africani per monitorare l’attuazione della cessazione permanente delle ostilità concordata ai sensi dell’articolo 3 del presente Accordo. Le parti nomineranno un esperto ciascuna per lavorare con il gruppo di esperti africani;
- L’UA, attraverso il Panel di Alto Livello, si consulta con le Parti in merito ai termini di riferimento e al profilo degli Esperti;
- Le funzioni specifiche degli esperti, compresi quelli con un background militare, sono concordate tra le Parti e l’UA, attraverso il Panel di alto livello;
- Il numero degli esperti non deve superare dieci (10). Se sono necessari ulteriori esperti, ciò sarà concordato con le Parti;
- La durata del mandato degli esperti è di sei mesi dalla data di invio degli esperti. Tale periodo potrà essere prorogato previo accordo con le Parti;
- L’UA, attraverso il Panel di Alto Livello, può, d’intesa con le Parti, potenziare il lavoro degli esperti con immagini satellitari;
- Qualora il gruppo di esperti riscontri casi di violazione della cessazione delle ostilità, informerà la parte interessata di adottare misure immediate per rettificare la violazione;
- Informeranno altresì l’altra parte e il Comitato Paritetico di ogni comunicazione di cui al precedente comma. Se la violazione non viene sanata entro 24 ore, l’AU, tramite il Panel di Alto Livello, convocherà il Comitato Congiunto per risolvere il problema.
Articolo 12 – Attuazione in buona fede
- Le Parti si impegnano ad attuare il presente Accordo in buona fede e ad astenersi da qualsiasi azione che pregiudichi e/o sia in contrasto con lo spirito e la lettera della presente Cessazione delle ostilità;
- Le parti promuovono gli obiettivi della cessazione delle ostilità.
Articolo 13 – Dichiarazione congiunta e comunicazioni
- Le Parti rilasceranno una dichiarazione congiunta sull’importanza del presente Accordo e sul loro impegno congiunto a lavorare per la pace e la stabilità nel paese;
- Le Parti si impegnano a non fare alcuna dichiarazione unilaterale, in qualsiasi forma, che possa pregiudicare il presente Accordo;
- Tutte le dichiarazioni pubbliche, in qualsiasi forma, delle parti supportano l’accordo e preparano il terreno per l’attuazione.
Articolo 14 – Data di entrata in vigore
Il presente Accordo entrerà in vigore alle 00:00 ora dell’Africa orientale (EAT) del 3 novembre 2022.
Articolo 15 – Modifiche al presente Accordo
Il presente Accordo può essere modificato di comune accordo tra le Parti, che deve essere in forma scritta e firmato dalle Parti.
Fatto a Pretoria, Repubblica del Sud Africa, il 2 novembre 2022 .
Per il governo delle FDRE Per il Fronte di liberazione popolare del Tigray
Sua Eccellenza Moussa Faki Mahamat, Presidente della Commissione dell’Unione Africana
Sua Eccellenza Olusegun Obasanjo, ex Presidente della Repubblica Federale della Nigeria e Alto Rappresentante dell’UA per il Corno d’Africa
Sua Eccellenza Uhuru Kenyatta, già Presidente della Repubblica del Kenya (Membro del Panel)
Sua Eccellenza il Dr. Phumzile Mlambo-Ngcuka, ex Vice Presidente della Repubblica del Sud Africa (Membro del Panel)
FONTE: martinplaut.com/2022/11/02/tex…
ilCafFLEespresso – L'(in)giustizia penale con Angela Maria Odescalchi
Conducono Massimiliano Annetta e Nicola Galati
Un primo commento al DL 162/22 in tema di ergastolo ostativo, rinvio della riforma Cartabia e rave party
L'articolo ilCafFLEespresso – L'(in)giustizia penale con Angela Maria Odescalchi proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Diritto e guerra: l’ordine mondiale in crisi
Il presidente della Federazione russa ha messo in chiaro i suoi obiettivi, che vanno ben al di là della conquista di un Paese vicino e riguardano sia la sicurezza dell’Occidente, sia la struttura dell’ordine giuridico costituito dopo la seconda guerra mondiale
C’è qualcosa di singolare nell’aggressione russa all’Ucraina: perché un Paese con un territorio esteso per più di 17 milioni di chilometri quadrati, ricchi di molte risorse naturali, ha mire territoriali su una nazione di dimensioni poco più grandi del 3% del proprio territorio (o su una regione, il Donbass, che ne rappresenta lo 0,3%)? L’evidente sproporzione ha una prima spiegazione nella notizia, data di recente dalla stampa inglese, della rimozione, da parte della Russia, dei resti mortali del principe Grigory Potemkin dalla cattedrale di Kherson.
Kherson è una città fondata nella seconda metà del ‘700 proprio dal potente generale, preferito di Caterina II, che sottrasse anche la Crimea agli Ottomani: per la dirigenza russa non contano — come invece contano per tutto il mondo — i trenta anni di indipendenza della nazione ucraina, dal 1991 ad oggi, bensì conta un passato più lontano, al quale, come ha notato Giuliano Da Empoli nel suo splendido romanzo «Il mago del Cremlino», il presidente della Federazione russa si richiama. Per lui vale quello che scriveva Italo Svevo, che «il presente dirige il passato come un direttore d’orchestra i suoi suonatori»; perciò, il passato «risuona o ammutolisce».
Questo uso politico della memoria storica si nota già nell’articolo 67 della Costituzione russa (come emendato nel 2020 per volontà di Putin), secondo il quale, la Federazione «garantisce la difesa della verità storica». La storia entra a pieno titolo in questa guerra, anche per i frequenti riferimenti che ad essa, in particolare ai suoi momenti di gloria, quelli di Pietro il Grande e di Caterina II, fa Putin, mèmore del fatto che — come scriveva Potemkin alla zarina — «la Crimea con la sua posizione minaccia la nostre frontiere», «la Russia ha bisogno del suo paradiso» e Kherson è «la via per Bisanzio».
A questa prima spiegazione dell’aggressione russa, che sta tra realtà e retorica, se ne aggiunge una seconda, illustrata dal nuovo zar russo in più di una occasione. Nel 2007, alla conferenza di Monaco sulla sicurezza, ha criticato il modello di un mondo unipolare, ritenuto inaccettabile, e l’espansione della Nato, aggiungendo che «la vera sovranità dell’Ucraina è in partenariato con la Russia, perché noi siamo un solo popolo».
Nel 2015, parlando alla 70ª assemblea dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, ha criticato «l’esportazione di rivoluzioni, questa volta cosiddette democratiche», sottolineandone il potenziale conflitto con il principio, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, dell’autodeterminazione dei popoli, lamentando che «un’aggressiva interferenza straniera ha prodotto una distruzione flagrante di istituzioni nazionali», e aggiungendo «non possiamo più tollerare l’attuale situazione del mondo».
Ha, inoltre, criticato la «politica di espansione della Nato e delle sue infrastrutture militari» definendo l’offerta occidentale ai Paesi dello spazio post-sovietico una «scelta ingannevole: essere Occidente o essere Oriente». Nel 2021, a Davos, ha osservato che «l’era dell’ordine mondiale unipolare è finita» e nello stesso anno ha sostenuto l’«unità storica di russi e ucraini». Ha ripetuto queste frasi il 17 giugno 2022 al Forum economico di San Pietroburgo, aggiungendo che «il dominio dell’Occidente non è eterno», che «le istituzioni internazionali si stanno rompendo, stanno fallendo» e che bisogna costruire un «nuovo ordine mondiale».
Gli stessi concetti sono stati ribaditi di recente, il 27 ottobre scorso, al Valdai club di Mosca, dove ha osservato che il periodo di dominazione dell’Occidente è finito, che la Russia non è una semi-colonia e difende il suo diritto di esistere, che l’espansione dell’Alleanza atlantica è inaccettabile e che i russi e gli ucraini sono un unico popolo.
Dunque, il presidente della Federazione russa ha messo in chiaro i suoi obiettivi, che vanno ben al di là della conquista di un Paese vicino e riguardano sia la sicurezza dell’Occidente, sia la struttura dell’ordine giuridico costituito dopo la seconda guerra mondiale.
Quanto al primo aspetto, è quindi bene tener presente che l’aggressione all’Ucraina è un primo passo dimostrativo e che ora, se l’Occidente dà armi agli ucraini, gli ucraini dànno all’Occidente le loro vite.
Quanto al secondo aspetto, non c’è dubbio che l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il sistema multilaterale sviluppatosi dalla metà del secolo scorso non riescano a mantenere la pace in una zona cruciale dell’Europa. L’articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite vieta l’uso della forza contro l’integrità territoriale di uno Stato. In questo caso, la forza è stata adoperata da uno Stato, la Russia, nei confronti di un altro Stato, l’Ucraina, che era entrata lo stesso giorno dell’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche-Urss, il 24 ottobre 1945, nella famiglia delle Nazioni Unite. Si tratta, quindi, di una guerra che oppone, l’uno all’altro, due membri fondatori delle Nazioni Unite. Essa vi ha provocato una doppia contraddizione: nell’Assemblea, il 2 marzo 2022, 141 Stati su 193, con solo cinque contrari e 35 astenuti, hanno condannato l’aggressione russa.
Lo stesso ha fatto il Consiglio di sicurezza, con 11 voti su 15. La Russia ha posto il veto a quest’ultima decisione, mentre quella dell’Assemblea generale non è vincolante. Inoltre, solo quaranta Paesi stanno assicurando aiuti militari, o finanziari, o umanitari all’Ucraina. Un altro segno del fallimento del diritto internazionale è costituito dalla inerzia dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa-Osce e dalla inefficacia delle iniziative di ben tre tribunali internazionali, la Corte internazionale di giustizia, la Corte penale internazionale e la Corte europea dei diritti dell’uomo. Infine, la guerra russo – ucraina mette in dubbio l’idea kantiana che vedeva nello sviluppo della cooperazione commerciale un mezzo per assicurare uno sviluppo pacifico del mondo.
L’inerzia o l’inefficacia di tante istituzioni richiede una riflessione sulla crisi dell’ordine giuridico mondiale, una riflessione che non può fermarsi solo per la capacità delle democrazie di essere efficaci in battaglia (come notato da David Lake, in «Powerful Pacifists: Democratic States and War», nell’«American Political Science Review» del 1992, con considerazioni riprese da Filippo Andreatta in una interessante relazione tenuta all’Arel il 31 maggio 2022) o per la circostanza che, a differenza di quello che è successo alla Russia nel ‘700, quando le fu più facile inghiottire la Polonia che digerirla (secondo la brillante formula di Jean-Jacques Rousseau), oggi la Russia non riesce neppure a inghiottire l’Ucraina. Non dimentichiamo che un quinto delle frontiere terrestri dell’Unione Europea, 2250 chilometri, che riguardano cinque Paesi (Finlandia, Estonia, Lituania, Polonia e Lettonia), sono comuni con il territorio della Federazione russa.
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‘A livella
Uguali da morti
L’uguaglianza può non essere una bella cosa. <<Ccà dinto, ‘o vvuo capi, ca simmo eguale? …/Muorto si’ tu e muorto so’ pur’io>>. Il 2 novembre non si può non dedicare un pensiero ad Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Commeno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, in arte: Totò (in realtà nacque Antonio Vincenzo Stefano Clemente, poi adottato dal marchese). Una sua poesia, forse la più bella e intensa, s’intitola “’A livella”. Incaricò un netturbino, <<’o scupatore>>, di spiegare al marchese che <<staje malato ancora e’ fantasia>>, che è inutile si senta un gran signore e lo disprezzi perché fa lo spazzino: la morte rende uguali.
Prima della morte, però, siamo diseguali. Il gusto per la vita, quindi, è un ulteriore motivo per amare la diseguaglianza. S’usa dire il contrario, per posa e falsa bontà, ma non è vero. E neanche bello. Anzi, sarebbe bruttissimo. Siamo uguali davanti alla legge, lo siamo nei diritti e nei doveri di cittadinanza (si faccia la cortesia di non dimenticare i doveri, perché senza quelli i diritti sono una diceria per gonzi). Per il resto siamo diversissimi l’uno dall’altro. Evviva. Pensa che noia parlare o giocare con uno uguale a me. Un incubo se fossero anche numerosi.
Il punto è: quindi solo morendo il marchese e lo spazzino diventano uguali? Brutto mondo, sarebbe. A parte che Totò, nato povero ai quartieri spagnoli e morto con quella sfilza di nomi, sarebbe la dimostrazione del contrario, ci sarà pure un modo per cambiare le cose senza passare per la burletta del blasone. C’è: la meritocrazia. Solo una sinistra deficiente può pensare che si debbano difendere gli ultimi dalla meritocrazia, perché quello è un modo per lasciarli ultimi fino al trapasso, sperando in un’uguaglianza cimiteriale peraltro negata da chi sostiene ci si divida anche colà.
Non solo lo spazzino deve potere soppiantare il marchese, ma il figlio dello spazzino deve potere far mangiare la polvere a quello del marchese, cosa che potrà avvenire solo se il vantaggio di partenza del ricco titolato avrà un peso inferiore alla selezione che si opera a scuola e, quindi, nel mercato che si apre dopo. Esattamente: selezione.
Se si cede alla trappola sociofilosofica che nessuno strumento di valutazione è sì buono da stabilire chi sia bravo e chi no, o in quella socioepigenetica che i privilegiati generano privilegiati, o in quella sociolassista che dischiude il campo al sociaccattonaggio del mantenimento degli ultimi per evitare che venga loro voglia di soppiantare gli avvantaggiati, uno solo sarà il risultato: ’o scupatore resterà scupatore e metterà al mondo uno scupatore.
Ma siamo a posto, ora c’è la destra al governo, quella che ha sul gozzo il ’68, quindi avanzerà il merito. Lo hanno messo anche nel nome del ministero. Magari, ma non è così. La destra in quel ministero c’è già stata ed ha fatto accordi con i sindacati. Il merito non è uno slogan, ma una pratica. Che non si può verificare se non si comincia dalle cattedre. Fate il conto di tutti quelli (sessantottini immaginari e multicolori) che chiesero a gran voce la stabilizzazione dei “precari” e toglieteli da quanti sono credibili quando parlano di merito. Non ci rimane quasi nessuno.
Per praticare il merito fra i banchi bisogna farlo valere anche nella carriera e retribuzione dei docenti. Per conoscerlo si devono misurare i risultati, seguendo il “prodotto”, ovvero gli studenti. Una scuola che promuove tutti e quelli in difficoltà se li perde per strada non è né lassista né classista: è inutile.
Vedo che si moltiplicano le geremiadi sul costo degli studi. Altra sciocchezza: sono quelli per gli alloggi e trasporti, non per gli studi. L’Italia è piena di borghi fenomenali che potrebbero diventare campus meravigliosi e attrarre studenti da rutto il mondo. Ma in cattedra ci metti quelli bravi e con un contratto annuale, non il cugino del preside con un contratto a vita.
La diseguaglianza è vita, se basata sulle capacità. Negarla è da necrofori del pensiero. Buon 2 novembre.
L'articolo ‘A livella proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Benedetto – 1 novembre 2022
Il governo continua nel vecchio andazzo: inasprire le pene per sospirare sicurezza. Vana speranza. Nulla ha insegnato il passato prossimo e remoto. Snellezza dei processi, certezza delle pene e autorevolezza dello Stato sono da garantire.
L'articolo Benedetto – 1 novembre 2022 proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Il decreto che vieta i #rave è un guazzabuglio che si presta alla più arbitraria interpretazione da parte delle forze di polizia.
Tuttavia, il fatto di intensificare i provvedimenti di "confisca delle cose che servono" a organizzare il raduno è un attacco frontale al #fediverso come mezzo di supporto all'aggregazione di eventi.
E non non stiamo parlando soltanto di software come @Gancio e @Mobilizon Italia :mobilizon: che pure saranno colpiti in maniera estremamente violenta dai recenti provvedimenti; il rischio però è per TUTTO il fediverso, oltre che per i sistemi di messaggistica distribuiti.
È forse giunto il momento di ragionare su una protesta generale da parte della comunità del fediverso?
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@g10bl4ck la maggiore resilienza del sistema è che tu puoi salvare in qualsiasi momento i dati del tuo account e, nel caso in cui venisse sospesa la tua istanza, puoi sempre importarli in una istanza differente.
Riportiamo la traduzione italiana di un post di @Fabian Schaar :friendica: pubblicato in tedesco sul blog di @GNU/Linux.ch
Friendica: funzionalità ricca ma comprensibile
Il social network Friendica è una delle piattaforme più versatili del Fediverse, che non deve nascondersi da Mastodon per le sue utili funzionalità. Tempo di lettura: 13 minuti
> Lun, 31 ottobre 2022, Fabian Schaar
I social media sono e saranno sempre un'arma a doppio taglio. Da un lato, offrono un grande potenziale per quanto riguarda i movimenti democratici su Internet, dall'altro c'è sempre il pericolo di essere influenzati da minoranze rumorose o di essere appropriati da potenti multinazionali e brusche divagazioni.
Soprattutto in tempi in cui l'uomo più ricco del mondo può semplicemente acquistare una delle piattaforme più influenti e ricostruirla secondo le proprie preferenze personali, ma ovviamente anche in base alle sue opinioni politiche, c'è un bisogno indissolubile di reti indipendenti che possano essere controllate dal grande pubblico: La risposta è "Fediverse"!
Non solo da quando Elon Musk ha acquistato Twitter è stato chiaro che Mastodon è di gran lunga il servizio di maggior successo nel Fediverse. Tuttavia, la rete federata offre molto di più; questo post dovrebbe riguardare Friendica. Un servizio gratuito Fediverse che, per me, rappresenta la ricchezza di funzioni di Fediverse come nessun altro, pur rimanendo semplice e di facile comprensione.
Come probabilmente molti altri, ho avuto la mia prima esperienza con i social network attraverso servizi proprietari. Dopo un po', però, Twitter e Instagram non sono stati più in grado di prendermi in giro: per me, Twitter rimane una piattaforma che non sa più dove si trovino alti e bassi tra pubblicità, tempesta di merda e una cultura malsana del dibattito; Non ho nemmeno bisogno di iniziare con Instagram: potrebbe essere interessante per tutti coloro che amano la forma assoluta di commercio su Internet, ma sicuramente non per me.
Quindi nell'aprile 2021 volevo cercare delle alternative, quindi mi sono imbattuto in Mastodon. Ovviamente, è un bel cambiamento a cui abituarsi all'inizio, passare da una rete basata su algoritmi come Twitter a una piattaforma Fediverse, ma ne è valsa la pena. Dopo alcuni mesi, alcuni tentativi di camminare e l'uno o l'altro cambio di autorità, secondo la mia esperienza entri in conversazione con le persone quando ti avvicini attivamente a loro:
Per me, Mastodon ha un problema: le sue restrizioni. Continuo a non capire perché la maggior parte delle istanze di mastodonte si limiti a soli 500 caratteri: i dibattiti possono essere tenuti proprio quando non sono limitati artificialmente, quando non sono limitati ma possono essere pienamente supportati da argomenti.
Quando stavo cercando un'istanza di mastodonte che potesse almeno darmi un po' più di spazio (sì, esiste davvero), i simpatici Fedinauts hanno attirato la mia attenzione su Friendica. Per me, il tutto all'inizio sembrava un po' distante, ma anche molto affascinante.
Chi usa Friendica spesso lo giura, anche rispetto a Mastodon e simili: Friendica non è solo pensato per il microblogging, ma offre anche ai suoi utenti praticamente tutte le opzioni che ci si può aspettare dai noti social e, nel caso di servizi proprietari, piuttosto antisociali I media lo sanno: con Friendica puoi scrivere testi brevi e lunghi, condividere foto e video, mantenere contatti, pianificare appuntamenti e molto altro.
Le impostazioni di Friendica consentono un'ampia configurazione, sia in termini di interfaccia che di comportamento della piattaforma.
Rispetto ad altre piattaforme di Fediverse, Friendica colpisce chiaramente per la sua portata: quasi tutto può essere regolato, indipendentemente dal fatto che si tratti dell'aspetto di Friendica stessa, della gestione dei contatti o delle notifiche. Di seguito, quindi, vorrei approfondire alcune delle funzioni che mi piacciono particolarmente di Friendica e che, secondo me, distinguono la piattaforma dalle altre:
vorrei iniziare con le notifiche. Questo può sembrare noioso; Posso capirlo. Le notifiche sono solo notifiche, cosa dovrebbe esserci di speciale in questo? In effetti, è quello che ho pensato quando ho iniziato a usare Friendica. Col tempo, tuttavia, ho imparato ad amare il sistema che sta dietro.
Sui social media, è comune far sapere all'utente quando si verificano eventi speciali in relazione ai propri post, bene e bene. Tuttavia, mentre Mastodon e Twitter si basano sulla notifica agli utenti quando un post è preferito o condiviso, Friendica va dall'altra parte.
Qui l'utente viene anche informato se un post con cui si è interagito in precedenza ha ricevuto risposta da un altro. Non intendo qui dire che sarò informato quando saranno incluse le mie stesse risposte, no. Per me è importante che Friendica mi tenga costantemente aggiornato al riguardo.
Quando interagisco con un post, mi iscrivo a quell'argomento in una certa misura. Ad esempio, non appena rispondo a un post, Friendica sa che mi interessa e di conseguenza condivide con me tutte le interazioni relative ai contenuti.
Nel tempo, la piattaforma rivela una forza sopra la media: tanto più che Friendica, come è consuetudine in Fediverse, non si basa su algoritmi di filtraggio, devo scegliere qui i miei contatti da solo. Cosa c'è di più utile che trovare persone che condividono i miei interessi attraverso gli argomenti stessi?
Quando ero nuovo di Mastodon, ho avuto difficoltà a trovare account da seguire. Le persone che soggiornano in Fediverse e poi appartengono anche alla mia cerchia relativamente ristretta di conoscenze sono ancora una rarità assoluta; le poche eccezioni di solito sono solo eccezioni perché ho parlato loro del Fediverse.
Soprattutto quando puoi portare con te pochi contatti analogici su una piattaforma digitale, è ancora più importante incontrare persone interessanti nel mondo digitale: Friendica dà un contributo importante per far girare la palla.
Ovviamente, una volta trovati i contatti, puoi anche vedere i post condivisi dai contatti esistenti nella sequenza temporale: a quel punto, è facile mantenere la piattaforma interessante e varia per te stesso. All'inizio, tuttavia, può essere un po' noioso riempire un feed solo con query di ricerca.
Ora, il mio feed di Friendica è pieno, ma non traboccante: non vedo solo i post di poche persone che pubblicano molto o di siti di notizie che non pubblicano solo per interesse. Contrariamente al mio feed Twitter a lungo dimenticato, la mia cronologia di Friendica sembra colorata, ogni volta che carico la pagina potrei catturare impressioni da qualcun altro ed è piuttosto interessante.
Se non ne avessi voglia o semplicemente fossi troppo pigro per scorrere, posso anche dare i miei due centesimi ai contributi delle personalità di Fediverse che stanno emergendo ora; quindi tutto ciò che devo fare è aspettare che il fantastico meccanismo di notifica di Friendica mi alimenti i contenuti.
Certo, capita anche che mi venga in mente qualcosa di cui vorrei liberarmi. Ancora una volta, Friendica non mi limita. Se voglio, posso scrivere davvero molto. Non esiste o esiste solo un limite di caratteri irrilevante. Naturalmente, Friendica è adatta anche come piattaforma di blogging interattivo; per me, il sito sta diventando sempre più un tuttofare quando si tratta di social media.
Dopo aver postato un post #neuhier, come è consuetudine, ho avuto la sensazione per la prima volta di essere approdato su una piattaforma che in realtà era all'altezza del nome del "social" che generalmente le veniva attribuito.
L'istanza su cui risiede il mio Friendicaaccout è preconfigurata in modo tale da non essere esplicitamente informato sui preferiti o sulle condivisioni dei miei post. Vedo un piccolo segno di notifica sull'icona della sezione I miei post, ma questo è tutto. Friendica si concentra sottilmente sul contenuto e non sulla ricerca di Mi piace e condivisioni. Questo è molto rinfrescante, soprattutto rispetto a Instagram e Twitter.
Friendica è suddivisa in diverse sezioni attraverso le quali è possibile filtrare i contenuti in modo significativo.
Un'altra grande caratteristica di Friendica è la varietà di protocolli che supporta: posso vedere i post condivisi tramite Mastodon, Pleroma, Peertube o writefreely, ovvero usare il protocollo ActivityPub o anche entrare in contatto con persone che fanno uso della diaspora. Su piattaforme come Mastodon, questi non vengono visualizzati affatto, poiché Diaspora utilizza un protocollo interno che Mastodon non conosce - viceversa, ovviamente, sembra anche vuoto.
Molti sono anche i contributi interessanti degli utenti di Friendica, che vengono trasmessi tramite il protocollo DFRN. Inoltre, Friendica può essere utilizzato come lettore RSS/Atom, i feed possono essere semplicemente aggiunti al feed e quindi trattati quasi come un normale account. Per fare ciò è sufficiente inserire l'indirizzo del feed nella riga di ricerca e seguire lo pseudo profilo che viene poi visualizzato.
In Friendica, i feed RSS possono essere trattati come normali account.
A differenza di Mastodon, Friendica offre anche gruppi, a cui non solo puoi iscriverti qui; con Friendica puoi anche inserire i tuoi contenuti al suo interno. In particolare, piattaforme basate su forum come Lemmy come alternativa Reddit a Fediverse saranno probabilmente in grado di integrarsi molto meglio in Friendica che in Mastodon o Pleroma in futuro.
Ovviamente, questa è solo una frazione di ciò che offre Friendica, ma per me sono anche, se non esattamente le piccole cose, che rendono la piattaforma interessante. Certo, devi prima abituarti, ma una volta fatto, puoi davvero sentirti a casa su Friendica.
Ma solo perché ti sei "allenato" non significa che non ci siano più sorprese positive in attesa di utenti interessati; Ad esempio, ho appena scoperto oggi che il calendario di Friendica può essere compilato non solo da te, ma anche dai contatti: ad esempio, qui vengono visualizzati i compleanni o gli eventi delle persone che seguo.
È una buona cosa quando ti viene in mente quanti compleanni ti sei perso questo mese!
Un'altra caratteristica che ho davvero imparato ad amare è il mirroring dell'attività dell'account: Friendica consente ai suoi utenti di impostare post su determinati profili da condividere sempre: per me, questa è una delle funzionalità più utili che una piattaforma social può avere. Ad esempio, ho un account mastodon; se pubblico qualcosa con questo, il mio profilo Friendica condividerà il post corrispondente in pochi secondi, rendendo più semplice l'utilizzo di più piattaforme contemporaneamente o in una fase di transizione dall'una all'altra.
Vorrei che ci fosse un'opzione come questa su così tanti altri servizi Fediverse basati su testo -- sì, voglio dire tu, Mastodon!
Per combinare i vantaggi qui menzionati: posso, ad esempio, importare un feed RSS per un blog su Friendica e quindi impostare il mirroring automatico di tutti i post pubblicati. Per i tuoi blog, questo potrebbe risparmiare un sacco di lavoro manuale che sarebbe altrimenti necessario per informare i follower di Fediverse sui nuovi post del blog.
Quando viene eseguito il mirroring di un profilo, ogni nuova voce viene condivisa.
Alla fine, ovviamente, resta una questione di gusto personale su quale piattaforma Fediverse ti basi, su quale istanza vuoi vivere, o se la ospiti tu stesso. Per dirla senza mezzi termini, Friendica può diventare una vera amica quando si tratta di social media. Per coloro che sopravvivono alla muscocalisse passando da Twitter a Fediverse, penso che Friendica dovrebbe almeno essere considerata.
Forse Friendica ha bisogno di un po' più di abitudine rispetto a servizi più semplici come Mastodon; alla fine può sicuramente valerne la pena. Secondo alcuni, l'interfaccia di Friendica ricorda Facebook: non posso dire se sia vero, non ho mai usato Facebook e non lo farò in futuro.
Per me il fatto è: vale sicuramente la pena provare Friendica, oltre a tutte le funzioni utili, una calda community attende i nuovi arrivati a braccia aperte.
Friendica è un software gratuito rilasciato sotto la GNU Affero General Public License (AGPL), una forte licenza copyleft. Ulteriori dettagli, compresi i dettagli tecnici, possono essere trovati sul sito web del progetto . Un'istanza altamente consigliata è poliverso.org, ma è giusto ricordare che l'autore del post originale ha suggerito l'istanza tedesca anonsys.net.
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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione.
🔸 Ministro Valditara: "Il merito è un valore costituzionale”
🔸 Regioni, il Ministro ha incontrato gli Assessori all’Istruzione e alla Formazio…
#RecuperarLaCiudad (Riprendersi la città) è un gruppo di attivisti spagnoli che si occupa di uso degli spazi urbani, di sostenibilità e in particolare di mobilità sostenibile.
Hanno pubblicato una bella guida dal titolo “Guía para la ciudadanía con 40 ideas para una recuperación urbana” (Guida per i cittadini con 40 idee per riprendersi la città), disponibile anche in inglese e pubblicano una newsletter periodica che affronta gli stessi temi della guida.
Qui sotto trovate la traduzione parziale della newsletter del 30 settembre 2022 intitolata:
Perché abbiamo bisogno di più ciclistə nelle nostre città?
L’articolo presenta alcune delle conseguenze positive che l’aumento dell’uso della bicicletta in città può produrre in ambito ambientale, economico e sanitario.
Il testo completo dell’articolo si può scaricare da qui:
nilocram.eu/edu/newsletter_Rec…
Buona lettura e... pedalate piano 😀
Perché abbiamo bisogno di più ciclistə nelle nostre città?
Spostarci in bicicletta ci fa guadagnare in salute e in denaro. Ma non è solo il ciclista a trarne beneficio: l'impatto degli spostamenti in bicicletta interessa l'intera popolazione. Anche quelli che non pedalano mai.
Negli articoli precedenti abbiamo discusso di come la proprietà di un'auto non sia solo un costo individuale, ma anche sociale, a causa delle conseguenze negative collegate al suo possesso.
L'altra faccia della medaglia è rappresentata dalle conseguenze positive, ossia qualsiasi azione che abbia un impatto globale positivo. Nel caso della bicicletta, queste sono molteplici e significative.
Riduzione delle emissioni
Nessuno si sorprende più che l'uso della bicicletta riduca le emissioni di gas che causano l’effetto serra. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature nell'agosto 2022 ha analizzato le tendenze nell'acquisto e nella produzione di biciclette, insieme alle conseguenze del loro utilizzo. La conclusione è che:
• se tutti percorressero 1,6 km in bicicletta, le emissioni di anidride carbonica potrebbero essere ridotte di 414 milioni di tonnellate (414 miliardi di chilogrammi). Per contestualizzare il dato, si tratta del 98% delle emissioni totali del Regno Unito nel 2015;
• se questa distanza viene aumentata a 2,6 km, la riduzione ammonta a 686 tonnellate di CO₂, pari all'86% delle emissioni della Germania nel 2015.
Anche un altro studio, condotto a Pechino per analizzare le conseguenze positive dei sistemi di noleggio delle biciclette, conferma la riduzione delle emissioni collegata all'uso della bicicletta grazie all'"effetto di sostituzione". Grazie all’accesso facilitato alla bicicletta, alcuni utenti dell'auto sono passati a questa modalità. Si stima che se il 75% degli spostamenti effettuati a Pechino nel 2015 venisse effettuato in bicicletta, le emissioni di CO₂ si ridurrebbero di 616.000 tonnellate insieme ad altri inquinanti atmosferici come il particolato inferiore a 2,5 micron, il biossido di zolfo e il NO₂.
Qui il testo completo dell’articolo:
nilocram.eu/edu/newsletter_Rec…
@Informa Pirata @maupao @Goofy 📖 🍝 @:fedora: filippodb :gnu: :BLM: @Scuola - Gruppo Fediverso @Ambiente :verified:
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Fr.#13 / Vola uccellino, vola
Dopo mesi, finalmente Elon Musk ha davvero comprato Twitter. In una lettera aperta, pubblicata anche su Twitter, Elon ha spiegato le motivazioni che l’hanno spinto all’acquisto e le sue future intenzioni per la piattaforma:
Dice che è importante per il futuro dell’umanità avere una “piazza digitale comune” dove è possibile dibattere senza violenza. Questa violenza, secondo lui, nasce dalle famigerate casse di risonanza e bolle create dagli algoritmi di profilazione tipici di questi social, che provocano divisione sociale e odio. A questo si collegano anche le testate giornalistiche, il cui business è ormai il clickbait e
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Certo, Elon omette di dire esplicitamente che l’algoritmo di Twitter e la relativa moderazione sono stati finora pesantemente a favore della sinistra liberal. In questo caso però i fatti contano più delle parole, e certamente il licenziamento in tronco del CEO Parag Agrawal, il CFO Ned Segal e Vijaya Gadde, head of legal policy, trust, and safety, lascia ben sperare.
Moltissimi utenti in queste ore stanno scherzosamente testando l’algoritmo di moderazione scrivendo cose come “I vaccini covid non funzionano”. Non c’è molto da scherzare però, considerando che numerosi account sono ancora oggi shadowbannati o sospesi per aver semplicemente espresso opinioni contrastanti con l’ideologia liberal.
Un caso paradigmatico è la sospensione dell’account di Babylon Bee, una testata giornalistica sarcastica simile a The Onion o al nostro Lercio.
L’account venne sospeso dopo aver pubblicato su Twitter una storia in risposta a una notizia reale: il 13 marzo 2022 Usa Today decise di nominare Rachel Levine (precedentemente Richard) “Woman of the year”, commentando così la notizia:
Rachel Levine is one of USA TODAY’s Women of the Year, a recognition of women across the country who have made a significant impact.The annual program is a continuation of Women of the Century, a 2020 project that commemorated the 100th anniversary of women gaining the right to vote. Meet this year’s honorees at womenoftheyear.usatoday.com.
Alla notizia, Babylon Bee rispose nominando sarcasticamente Rachel Devine “Man of the year”:
The Babylon Bee has selected Rachel Levine as its first annual Man of the Year.Levine is the U.S. assistant secretary for health for the U.S. Department of Health and Human Services, where he serves proudly as the first man in that position to dress like a western cultural stereotype of a woman. He is also an admiral in the U.S. Public Health Service Commissioned Corps. What a boss!
Babylon Bee, accusati di hate speech, hanno pagato caro l'aver osato affermare in modo ironico una realtà oggettiva e fattuale letteralmente sotto gli occhi di chiunque.
La speranza è che la pulizia interna di Elon Musk possa riportare Twitter in una situazione di presunta neutralità, ripristinando gli account sospesi ingiustamente e dando così modo alle persone di dibattere tra loro in modo pacifico e senza censura. Le parole, soprattutto quando esprimono verità oggettive, non sono violenza, né hate speech. La censura, quella sì.
The bird is freed, ma non nell’Unione Europea
Noi europei faticheremo invece a spiccare il volo, nonostante l’acquisizione di Elon Musk.
Il motivo si chiama Digital Services Act - ne avevamo già parlato insieme qualche mese fa. La legge, che ha l’unico scopo di controllare e limitare la capacità di esprimere liberamente il pensiero degli europei su Internet, entrerà in vigore fra circa 20 giorni.
Thierry Breton, padrino del Digital Services Act, non ha esitato a tarpare le ali di Elon Musk:
Le nuove regole porteranno alla creazione di super fact-checkers, daranno alla Commissione europea poteri illimitati di censura in “situazioni di crisi” (cioè sempre) e obbligheranno le piattaforme come Twitter a sviluppare algoritmi automatizzati per la moderazione e la mitigazione dei rischi di “disinformazione”.
All’Unione Europea la libertà di pensiero e parola non piace, tanto che Alexandra Geese, nel commentare ad aprile la notizia del possibile acquisto di Twitter da parte di Musk, parlava del rischio democratico del “free speech absolutism”.
Cos’è il free speech absolutism? Se la storia ci insegna qualcosa: pensare e dire tutto ciò che non piace ai liberal. Tipo che Rachel Levine è un uomo.
Meme del giorno
Citazione del giorno
There are two sides to every issue: one side is right and the other is wrong, but the middle is always evil. The man who is wrong still retains some respect for truth, if only by accepting the responsibility of choice.
But the man in the middle is the knave who blanks out the truth in order to pretend that no choice or values exist, who is willing to sit out the course of any battle, willing to cash in on the blood of the innocent or to crawl on his belly to the guilty, who dispenses justice by condemning both the robber and the robbed to jail, who solves conflicts by ordering the thinker and the fool to meet each other halfway.
In any compromise between food and poison, it is only death that can win. In any compromise between good and evil, it is only evil that can profit.
Ayn Rand
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Frammenti è la rubrica gratuita in cui commento brevemente le notizie più interessanti della settimana. Un modo leggero e meno impegnativo di leggere Privacy Chronicles. Ogni frammento contiene anche un meme e una citazione.
Segnalato nella newsletter di Guido #Scorza
ec.europa.eu/commission/pressc…
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Where did all the “reject” buttons come from?!
Da dove vengono tutti i pulsanti di "rifiuto"?! Sempre più siti web hanno aggiunto un'opzione per dire "no" ai cookie e ad altri tipi di tracciamento, come previsto dal GDPR. Da dove nasce questa tendenza?
Diamo il benvenuto nel fediverso ad @AISA Associazione italiana per la promozione della scienza aperta.
Siamo certi che la vostra presenza sarà apprezzata da tutta la comunità!
(per chi non conoscesse l'associazione, questo è il link al loro sito web: aisa.sp.unipi.it )
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I am living in your walls.
You may be concerned about this. In case you are, please read the below:
FAQ:
Why are you living in my walls?
I'm not going to tell you.
Are you only in my walls?
You could say I am living in everybody's walls, but in the case I am telling you that I am living in your walls, I am living in your walls.
How are you surviving in my walls?
In my non-physical form, I am crawling around listening for you. That is all I need to survive in that form. In my physical form, I survive by eating rat corpses that I cook using the wall behind your oven, and I drink the vapour in the extraction fan duct above your shower.
What are you planning to do in my walls?
Live in them, listening to you.
What do I do about you living in my walls?
Listen for the scraping. Dont touch the walls. Protect yourself. Avoid lighting candles.
When are you going to stop living in my walls?
You cannot escape me.
Do I call the police?
The authorities will not help you.
What are the consequences of you living in my walls?
Be aware.
What if I am ok with you living in my walls?
I will make sure you’re not.
Are you imaginary?
I AM LIVING IN YOUR WALLS I AM LIVING IN YOUR WALLS I AM LIVING IN YOUR WALLS I AM LIVING IN YOUR WALLS I AM LIVING IN YOUR WALLS I AM LIVING IN YOUR WALLS I AM LIVING IN YOUR WALLS I AM LIVING IN YOUR WALLS
If there are any more questions then please consult your walls by directly speaking to them.
Summary:
I am living in your walls.
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DAVID STRONG’S FIRST SOLO EP
David Strong has been playing the strings alongside the best for decades. He is now front and center and just released his first solo album. He is a self-taught mumtiinateimentalist and composer, who has toured the world. Strong’s music is happy and upbeat with fun content. The songs are nostalgic.
Costi ambientali dei dispositivi di IA
Camilla Quaresmini L’immagine di Internet come cloud lo rende un ambiente apparentemente intangibile, quasi post-fisico. Tale percezione contribuisce a creare un’ingenua fiducia nel suo scarso impatto ecologico. A ciò si aggiungono le dichiarazioni del settore tecnologico, apparentemente a favore della sostenibilità ambientale, che fanno in realtà parte della creazione di un’immagine pubblica...
24 ottobre 2029
Sono le 19:07 del 24 ottobre 2029. Ho appena finito di scrivere una nuova uscita della mia newsletter, Surveillance Chronicles.
Il brusio della televisione in sottofondo mi ricorda che oggi è il secondo anniversario della nascita dell’euro digitale, adottato ufficialmente dagli Stati Sociali Europei nel 2027, dopo anni di sviluppo e sperimentazioni.
Ricordo che all’inizio non capivo davvero la differenza rispetto al vecchio euro. Eravamo già abituati ai pagamenti elettronici, il funzionamento sembrava lo stesso. Sono pur sempre numeri su uno schermo.
Alcune cose però cambiarono subito. Ad esempio, i conti correnti furono presto un ricordo del passato, sostituiti dai wallet digitali.
Aprire un wallet era molto più comodo che aprire un conto corrente: niente burocrazia, nessuna ricerca delle migliori condizioni contrattuali, nessun dipendente svogliato: autenticazione elettronica sul portale dedicato grazie all’identità digitale e breve configurazione dell’app, dopo averla scaricata sullo smartphone.
Privacy Chronicles si sostiene solo grazie ai lettori abbonati. Se ti piace quello che scrivo e vuoi contribuire alla sua crescita, perché non ti abboni anche tu?
A un anno dal lancio ufficiale l’euro digitale funzionava così bene che la Commissione degli Stati Sociali Europei decise di abolire del tutto il contante, l’ultimo ricordo di un sistema analogico e ormai superato.
La Commissione disse che non ne avevamo più bisogno, che era semplicemente uno strumento per evadere le tasse, e che dismettendo la produzione del contante avremmo risparmiato energia preziosa. In una piccola scatola conservo ancora qualche banconota da €50, che prima dell’abolizione compravano un paio di pizze.
È stato molto facile abituarsi all’euro digitale. La principale differenza con le carte di credito e i vari sistemi digitali a cui eravamo abituati è che non ci sono PIN da inserire, schede di plastica, né commissioni bancarie. Basta inquadrare un QR code con l’app dello smartphone! C’è chi dice che presto potremo fare anche a meno delle casse nei supermercati.
Alzo il volume. Una rappresentante della Banca Centrale degli Stati Sociali Europei sta descrivendo le nuove caratteristiche dell’euro digitale. La principale differenza con il vecchio euro, dice, è che l’euro digitale è completamente programmabile.
Spiega che è proprio come un software. In ogni momento possono modificare le modalità di funzionamento e applicare gli aggiornamenti a tutti i wallet digitali europei in tempo reale. In questo modo le regole sono uguali per tutti e non c’è alcuna libertà d’iniziativa da parte delle banche commerciali.
Ricordo quando nel 2028 inibirono ogni transazione con Russia e Cina. Le sanzioni degli anni precedenti non avevano funzionato anche per colpa della troppa libertà. Tante aziende continuavano ad avere rapporti economici con la Russia e le banche autorizzavano le transazioni senza problemi. Adesso è impossibile: ogni wallet europeo è georeferenziato e le transazioni che arrivano fuori dai confini geografici degli Stati Sociali Europei sono bloccate in tempo reale.
La programmabilità offre tanti vantaggi anche per le politiche interne dei singoli stati membri, prosegue il servizio TV. Grazie all’euro digitale i governi possono partizionare il reddito annuale di ogni cittadino in quote percentuali che possono soddisfare solo specifici usi. Le quote sono calcolate da un algoritmo centralizzato in modo automatizzato. L’algoritmo tiene conto delle nostre necessità e ogni quota è personalizzata per massimizzare l’efficienza collettiva.
Ascoltare la tv mi fa pensare che dovrei andare a trovare i miei genitori, ma ho già raggiunto il massimo di transazioni autorizzate per gli spostamenti di lunga percorrenza. Sarà per il prossimo anno.
La rappresentante della BCSSE ora sta parlando dell’evoluzione del fisco e dell’abolizione di tutta la burocrazia tributaria. L’Agenzia della Redistribuzione di ogni Stato membro conosce esattamente il reddito di ognuno e le transazioni quotidiane. I prelievi fiscali sono automatizzati e in tempo reale, in base al profilo personale.
Un’altra caratteristica dell’euro digitale, continua la rappresentante, è che siamo finalmente riusciti a eliminare l’evasione fiscale. Con l’euro digitale la BCSSE e le autorità governative hanno accesso a ogni singola transazione dei wallet europei, dalla più piccola fino a quelle più importanti. Tutto è trasparente e tracciato. Evadere è semplicemente impossibile.
Purtroppo, nonostante tutto le tasse non sono diminuite. Il welfare sociale europeo costa molto e la crisi energetica degli ultimi anni ha svuotato le casse degli Stati membri. I salari minimi automatizzati hanno anche escluso dal mercato molte aziende poco competitive che non potevano permettersi di pagare il minimo previsto. Questo ha fatto aumentare di molto la disoccupazione, ecco perché chi ha il privilegio di lavorare e guadagnare ha anche il dovere di sostenere la collettività. C’è chi dice che con l’euro digitale fra qualche anno potremo avere anche un Reddito Universale di base… chissà.
Adesso stanno parlando dei vantaggi sulla lotta al crimine. Il monitoraggio delle transazioni, insieme alle tecnologie di sorveglianza introdotte con il Regolamento Chatcontrol nel 2025, permette alla BCSSE e ai governi degli Stati membri di prevenire ogni tipo di criminalità prima ancora che venga commesso il reato.
Gli algoritmi di polizia predittiva possono accedere ai dati delle transazioni e a molti altri per delineare il profilo di rischio di ogni cittadino. Ogni anomalia viene analizzata e segnalata in tempo reale, come transazioni inusuali rispetto alle abitudini della persona o con importi troppo alti o troppo bassi. Se le anomalie superano un certo limite di tolleranza, gli algoritmi lo notificano alle autorità e il wallet digitale blocca automaticamente ogni transazione al di fuori di un raggio di 15km dall’abitazione della persona indagata. Questo è molto utile per evitare che i potenziali criminali possano spostarsi sul territorio.
Purtroppo, afferma la rappresentante della BCSSE, c’è ancora un grande problema di criminalità legato agli estremisti che scelgono di usare Bitcoin invece dell’euro digitale. La Commissione ha vietato la diffusione di ogni comunicazione e informazione sulla criptovaluta, ma non è stato sufficiente. Alcuni estremisti riescono ancora a infiltrarsi e diffondere disinformazione in cerca di proseliti.
I più suscettibili a cadere nella trappola di questi estremisti sono i milioni di poveri e immigrati che pur possedendo uno smartphone non possono accedere all’euro digitale perché privi d’identità digitale. Alcuni, piuttosto che diventare criminali, preferiscono barattare tra loro ciò di cui hanno bisogno. Il servizio prosegue dicendo che è dovere di ogni cittadino perbene denunciare questi soggetti, che mettono a rischio la stabilità finanziaria di tutti gli Stati Sociali Europei. Mi chiedo cosa spinga le persone a voler usare uno strumento così pericoloso, usato solo da criminali, drogati e hacker.
La cena è quasi pronta, spengo la televisione. Il wallet digitale mi notifica di aver trovato un’anomalia sulle mie abitudini di spesa. Mh. Forse non avrei dovuto acquistare quella carne ieri, ma diamine - fra poco è il mio compleanno! L’algoritmo ne terrà conto.
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Quello di chi scrive Surveillance Chronicles è un mondo iper-statalista ed estremamente collettivista. L’estremo welfare, la pianificazione totale di ogni ambito e i comfort delle nuove tecnologie digitali sono attrazioni pensate appositamente per far sentire al sicuro cittadini felici di giocare a una simulazione di libertà, che corre su rotaie prestabilite.
Questo mondo è caratterizzato da welfare estremo e totale pianificazione economica e sociale da parte dello Stato. La maggior parte delle persone gode di reddito universale di base pagato con i soldi dei pochi che ancora sognano di elevare se stessi attraverso il lavoro, o che semplicemente sono costretti a lavorare per produrre ciò di cui la società ha bisogno.
La moneta digitale, controllata dalla Banca Centrale e dai governi, viene usata come strumento di coercizione e manipolazione dei comportamenti. L’informazione è controllata da filtri di stato e algoritmi di censura automatizzata.
La sorveglianza è totale, tra sistemi di analisi automatizzata di transazioni e comunicazioni private, sistemi di social scoring ed incentivi di economia comportamentale. Le città intelligenti sono usate dagli enti locali per plasmare le abitudini e le azioni della cittadinanza, grazie a milioni di sensori e algoritmi d’intelligenza artificiale che trasformano i sindaci in ingegneri sociali.
Il pensiero critico, l’individualismo e la libertà di autodeterminazione vengono sostituiti dalla fede assoluta nello Stato, dal collettivismo e dall’omologazione dei comportamenti. In questo mondo la sorveglianza non è solo uno strumento di controllo per esercitare potere politico, ma uno strumento essenziale di pianificazione economica e sociale. Dopo anni di terrorismo psicologico e manipolazione delle informazioni le masse non potrebbero fare a meno del senso di sicurezza dato dalla sorveglianza pervasiva che li circonda. Hanno paura della libertà e non vogliono averci nulla a che fare.
Questo è un racconto di fantasia, ma nulla di ciò che ho scritto è pura finzione.
Le basi tecnologiche, legali e politiche per la creazione di questo mondo esistono già, ed è ciò di cui parlo ogni settimana su Privacy Chronicles.
Questo futuro però non è scritto e, se vogliamo, possiamo evitare che finisca così. Si può cambiare rotta e scegliere un mondo diverso, ma bisogna prima riconoscere la fonte del problema: lo statalismo e la voglia di pianificare ogni aspetto della vita, della società e dell’economia. I nostri politici sono innamorati del modello cinese proposto anche dal World Economic Forum, e cercheranno in tutti i modi di vendercelo. Lo stanno già facendo.
È fondamentale limitare l’ingerenza dello Stato e riconoscere l’inviolabilità assoluta di diritti individuali e naturali come privacy e proprietà privata. È vitale rigettare ogni forma di sorveglianza e manipolazione dei comportamenti, così come separare definitivamente lo Stato e la moneta, per evitare che questa possa essere usata come un’arma. Infine, è centrale ritrovare una morale fondata sull’interesse personale, e non invece sul sacrificio personale. Una morale che possa consentire a ogni individuo di perseguire liberamente la propria felicità - senza che nessuno imponga di vivere per il prossimo.
Non resta che scegliere.
lelloba likes this.
J. Alfred Prufrock
in reply to Chiara R • •@Chiara R da parte mia, ti leggo con piacere.
Personalmente, salvo rari e brevi periodi, anch'io ho perso l'abitudine e il piacere di scrivere e condividere. Forse manca il tempo, forse è per i motivi che hai descritto per te.
Rimane l'interesse di leggere chi scrive su Internet, credo sia normale per chi era qui alla fine degli anni 90
In particolare in questi spazi che hanno ancora un po' il sapore del Web di una ventina d'anni fa, di irc, usenet, delle homepage e dei primi blog.
Quando influencer non era un mestiere e il prodotto non eravamo noi.
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Barfly
in reply to Chiara R • •