Un generale USA di alto grado ha detto in privato al Ministro della Difesa inglese Ben Wallace che l'esercito britannico non è più considerato una forza combattente di alto livello
L'esercito inglese può competere ad alti livelli?
@Notizie dall'Italia e dal mondo
"In conclusione... è un intero servizio incapace di proteggere il Regno Unito e i nostri alleati per un decennio"
Questa è l'impietosa valutazione che un generale USA ha espresso a proposito dell'esercito di sua maestà.
"La storia guarderà indietro alle scelte che faranno nelle prossime settimane come fondamentali per capire se questo governo crede veramente che il suo dovere principale sia la difesa del regno o se questo è solo uno slogan da dare a parole
Non si tratterebbe solo di provocazioni USA per fare pressioni politiche sul primo ministro Rishi Sunak, ma di una valutazione oggettiva. In caso di guerre, infatti:
- Le forze armate finirebbero le munizioni "in pochi giorni" se chiamate a combattere
- Il Regno Unito non ha la capacità di difendere i propri cieli dal livello di attacchi missilistici e di droni che l'Ucraina sta sopportando
- Ci vorrebbero dai cinque ai dieci anni prima che l'esercito fosse in grado di schierare una divisione combattente di circa 25.000-30.000 soldati sostenuti da carri armati, artiglieria ed elicotteri
- Circa il 30% delle forze britanniche in alta prontezza sono riservisti che non sono in grado di mobilitarsi entro i tempi della NATO - "quindi ci presenteremmo in forza"
- La maggior parte della flotta di veicoli corazzati dell'esercito, compresi i carri armati, è stata costruita tra 30 e 60 anni fa e le sostituzioni complete non sono previste per anni
L'articolo di Deborah Haynes, Security and Defence Editor di SkyNews, è disponibile qui
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La guerra in Ucraina si congelerà inevitabilmente?
La guerra in Ucraina è al suo dodicesimo mese e non accenna a finire. Al contrario, la guerra si sta intensificando sui fronti di battaglia del Donbass e contro i civili nelle città di tutta l’Ucraina. La carneficina sta distruggendo il Paese, devastando le sue infrastrutture di servizi pubblici, minacciando gli impianti di energia nucleare […]
L'articolo La guerra in Ucraina si congelerà inevitabilmente? proviene da L'Indro.
World Economic Forum di Davos 2023: dal ‘Grande Reset’ alla ‘Grande Frammentazione’
Dopo oltre mezzo secolo dalla prima edizione del World Economic Forum (WEF), nel 2023 si è svolta la sua 53a edizione che ha riunito una parte importante delle personalità del mondo politico, economico e finanziario, dei media e non solo o, detto brevemente, la plutocrazia del pianeta e i suoi settori collegati. Ricordo che se […]
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Dove posizionare una centrale nucleare sulla Luna?
E dunque, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, una centrale nucleare sulla Luna è necessaria, è possibile e soprattutto può essere sicura. Allora ricapitoliamo i punti fondamentali di quanto raccontato recentemente, prima di addentrarci su un altro nodo che è importante come tutte le decisioni che si dovranno prendere per affrontare un problema così complesso. […]
L'articolo Dove posizionare una centrale nucleare sulla Luna? proviene da L'Indro.
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Hey ChatGPT, spiegami le privacy policy di Google, Facebook e TikTok come se avessi 13 anni.
Come forse saprete, le privacy policy di Google, Facebook e TikTok sono documenti lunghissimi che richiedono almeno 40 minuti per una lettura completa. Ma il tempo che serve per leggerle da cima a fondo non è il solo problema. Sono anche documenti complessi da comprendere e difficilmente fruibili per una persona con scarse competenze sul tema — figurarsi per un bambino che usa questi servizi!
Per questo allora ho voluto sperimentare con ChatGPT, chiedendo di tradurre in termini semplici e comprensibili per un bambino di 13 anni queste lunghissime e complesse privacy policy.
Sei già iscritto a Privacy Chronicles? No? Che aspetti!
Scansiona il codice QR con il tuo wallet LN oppure clicca qui!
La fonte delle informazioni è stata la privacy policy stessa, io mi sono limitato a fornire il link. Nel prompt ho indicato a ChatGPT di includere obbligatoriamente alcuni dettagli:
- Una sintesi dell’originale, facilmente comprensibile da un bambino di 13 anni
- Includere una breve spiegazione del significato di dato personale
- Includere qualche dettaglio su: dati trattati, fonti dei dati, trasferimenti dei dati ed eventuali terze parti
- Includere qualche dettaglio sui periodi di conservazione dei dati
- Avvertire l’utente sui rischi della profilazione, con un esempio pratico comprensibile a un bambino
- Includere istruzioni per cambiare le impostazioni privacy e cancellare l’account
- Se presenti, includere un avvertimento su eventuali violazioni di dati o cattiva condotta da parte del servizio.
Ho fatto diverse prove per un’oretta. Non sempre i testi prodotti erano in grado di soddisfare i requisiti richiesti. Tuttavia credo che il risultato sia comunque interessante, sia per comprendere le potenzialità di uno strumento del genere che per avere un’estrema sintesi del trattamento dati di questi tre colossi.
Purtroppo i risultati in italiano non avevano la stessa qualità di quelli in inglese, quindi vi propongo quelli:
Google collects information about you, including your personal data, when you use their services like Google Search, Gmail, YouTube, and others. Personal data means information that can be used to identify you, like your name, email address, and location.
Google gets this information from different sources, like when you create a Google account, or when you search the internet, watch videos on YouTube, or use Google Maps. Google may also share your personal data with other companies, like advertisers, to show you ads that might interest you.
It's important to know that when Google shares your personal data with advertisers, it can be used to profile you, like what kind of things you like, what you search for online, and where you go. For example, if you search for information about animals, you might see ads for zoos or pet stores.
Google keeps your personal data for as long as they need it to provide you with their services and improve them. You can change your privacy settings at any time by going to your Google account settings, where you can choose what information Google collects and how they use it. If you want to stop using Google's services and delete your account, you can follow these easy steps:
To change your privacy settings:
- Go to your Google account (myaccount.google.com/)
- Click on "Data & Personalization"
- Review and adjust your settings as needed.
To delete your Google account:
- Go to your Google account (myaccount.google.com/)
- Click on "Data & Personalization"
- Scroll down to "Download, delete, or make a plan for your data"
- Click on "Delete a service or your account"
- Follow the steps to delete your account.
There have been incidents where Google has misused people's personal data, like in 2018 when Google was fined by the European Union for violating people's privacy by collecting and using their personal data for targeted advertising. So, it's important to be careful about the information you share with Google and to regularly check your privacy settings.
Facebook collects information about you to make your experience on the platform better. This information is called "personal data." Some examples of personal data are your name, age, and what you like. Facebook gets this information from you when you sign up and use the platform, and also from other websites and apps that you use.
Facebook also collects information about what you do on the platform, such as the posts you make and the pages you follow. This is called "metadata."
Sometimes, Facebook will share your information with other companies, organizations, or people outside of Facebook. For example, if you use a game app that is made by another company and also uses Facebook, Facebook might share your information with that company so they can show you ads that are more relevant to you.
Facebook keeps your personal data for as long as you use the platform and for a short period after you stop using it, so they can provide the services you expect and protect your information.
One of the risks of using Facebook is that they use your information to show you ads. This is called "profiling and advertising." For example, if you've been searching for shoes on your phone, you might start seeing ads for shoes on Facebook. While this can be useful to see things you might be interested in, it can also be creepy.
To change your privacy settings on Facebook, go to the settings menu and click on "privacy." From there, you can control who can see your posts and information. To delete your Facebook account, go to the settings menu and click on "Your Facebook Information." Then, click on "Delete Your Account and Information."
It's important to be careful with the information you share on Facebook and to always read the privacy policy carefully. There have been some incidents where Facebook has mishandled people's information, like the Cambridge Analytica scandal in 2018. So it's important to stay informed and protect your information online.
TikTok is an app that you can use to make short videos and share them with your friends or the world. When you use TikTok, they collect information about you, like your name, phone number, and videos you make. This is called your personal data.
TikTok gets this information from different sources, like when you sign up for the app or share your videos. They also collect data about how you use the app, like what videos you watch and how you interact with them.
TikTok shares your personal data with other companies and people that help them run the app and show you ads. For example, they might share your data with companies that help them show you ads based on what you like.
TikTok keeps your personal data for as long as they need it to run the app and show you ads. They might keep some of it even after you stop using the app, but they will keep it private and secure.
One risk of sharing your personal data is that companies like TikTok can use it to show you ads based on what they think you might like. For example, if TikTok knows you like certain types of music, they might show you ads for concerts or music festivals.
If you want to change your privacy settings on TikTok or delete your account, you can do it in the app's "Privacy and Safety" section. Just go to "Settings" and then "Privacy and Safety." If you delete your account, all of your videos and personal data will be deleted and you'll need to start over if you want to use TikTok again.
There haven't been any big issues with TikTok and personal data, but it's always a good idea to be careful when sharing information online. Make sure you know who you're sharing it with and what they're going to do with it.
If you want to change your privacy settings or delete your TikTok account, here's how:
- Go to the Settings page on TikTok.
- Look for the Privacy and Safety section.
- Change your privacy settings to what you want.
- To delete your TikTok account, go to the Delete Account page on TikTok.
- Follow the instructions to delete your account.
In summary, TikTok collects information about you and your activity on the website and might share it with other companies to show you ads. There can be risks associated with having a profile created about you, so be careful about what personal information you share on TikTok.
Grandiosa Muerte - Egregor
Dalla soleggiata e bella Costa Rica, che non si capisce perché in italiano diventi maschile, arriva un monolite di death metal pubblicato dalla francese Bitume Prod., cattiveria e sentore di estinzione, dolorosa e lunga peraltro.
Dietro al nome Grandiosa Muerte c’è un uomo solo saldamente al comando, il suo nome è Max Gutiérrez Sánchez, già fondatore di altri tre gruppi : Ravensouls, December’s Cold Winter, e Advent Of Bedlam. Max ha conosciuto l’abbraccio mortale del metal quando abitava in Spagna ed è lì che ha contribuito a fondare i suoi primi gruppi.
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FET, Free Timetabling Software: software libero per generare un orario settimanale delle lezioni nelle scuole
FET: software libero per generare un orario settimanale delle lezioni nelle scuole
Segnaliamo a tutta la comunità @Le Alternative la pagina #wikibooks realizzata da @maupao con la descrizione del software FET (Free Timetabling Software).
Il software è stato sviluppato dal programmatore rumeno Liviu Lalescu ed è stato tradotto dagli italiani Marco Barsotti e Fabio Piedimonte che hanno predisposto dei materiali utili per imparare ad utilizzare FET in modo efficace.
- Il passo del lupo, pagine italiane del sito FET, a cura di Marco Barsotti
- Il mondo della scuola, il sito di Fabio Piedimonte contiene diversi tutorial per l'uso di FET
Inoltre sono disponibili 11 video tutorial a cura di Yolanda Quijada.
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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.Telegram
L'EDPB determina le raccomandazioni sulla privacy per l'utilizzo dei servizi cloud da parte del settore pubblico e adotta il rapporto sulla Cookie Banner Task Force
L'EDPB determina le raccomandazioni sulla privacy per l'utilizzo dei servizi cloud da parte del settore pubblico e adotta il rapporto sulla Cookie Banner Task Force
Bruxelles, 18 gennaio - Il commissario per la giustizia Didier Reynders ha partecipato alla riunione plenaria. Ha presentato al consiglio di amministrazione il progetto di decisione di adeguatezza per il quadro UE-USA sulla privacy dei dati e ha avuto uno scambio di opinioni con i suoi membri. Il consiglio sta attualmente lavorando al proprio parere sulla bozza di decisione, che sarà finalizzata nelle prossime settimane.
L'EDPB ha adottato una relazione sui risultati della sua prima azione di applicazione coordinata (qui si può scaricare il documento con la prima parte "2022 Coordinated Enforcement Action - use of cloud-based services by the public sector" mentre qui è disponibile la seconda "Annex: National Reports on the CEF cloud action"), incentrata sull'uso di servizi basati su cloud da parte del settore pubblico. L'EDPB sottolinea la necessità per gli enti pubblici di agire nel pieno rispetto del GDPR e include raccomandazioni per le organizzazioni del settore pubblico quando utilizzano prodotti o servizi basati su cloud. Viene inoltre reso disponibile un elenco delle azioni già intraprese dalle autorità per la protezione dei dati (DPA) nel campo del cloud computing.
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LIBRI: Afghanistan Picture Show, ovvero quando Vollmann voleva salvare il mondo
di Valeria Cagnazzo
Pagine Esteri, 30 gennaio 2023 – Il termine “umanitarismo” (“humanitarianism” in inglese) indica una dottrina informale che pone la solidarietà e la tutela del bene altrui come obiettivo cardine dell’esistenza umana. Gli uomini sono chiamati da questo imperativo morale ad assistere il prossimo, ad alleviarne le sofferenze e ad accorrere in suo soccorso in caso di emergenza, assecondando i propri sentimenti di empatia e compassione e le proprie aspirazioni di altruismo.
Una vocazione che accomuna senz’altro le organizzazioni non governative e le agenzie di cooperazione internazionale, ma non priva di rischi e criticità. In nome dell’aiuto umanitario, infatti, negli ultimi decenni diverse operazioni militari si sono ammantate di ideologie filantropiche che le giustificassero e ne legittimassero la durata. Senza contare il fatto che l’umanitarismo stesso può recare in sé, pur fondandosi su ideali di uguaglianza, un pericoloso germe post-colonialista: uno sguardo verticale, rivolto dal bianco al nero, dal nord al sud, dal benefattore ricco e colto all’indigente vittima della guerra.
Pur percorrendo un sentiero “lastricato di buone intenzioni”, anche il giornalista, non solo l’”umanitario” di professione, può incorrere in quest’insidia: il rischio è quello di oggettificare l’altro senza conoscerlo, di identificarlo come il bersaglio della propria bontà d’animo privandolo di identità e complessità. Raccontando un fallimento, William T. Vollmann smaschera in questo libro, con straordinaria lucidità, i limiti, i difetti, le ingenuità più o meno perdonabili commesse dalla fortunata società occidentale quando si mette in testa di salvare il mondo.
“Afghanistan Picture Show – ovvero come ho salvato il mondo” è un reportage narrativo, un diario semi-serio, un taccuino disordinato. Restituisce l’esperienza che lo scrittore William T. Vollmann, tra i più acclamati e interessanti autori della scena americana contemporanea, produttore fluviale di migliaia di pagine, come il capolavoro Europe Central (vincitore nel 2005 del prestigioso National Book Award for Fiction), trascorse tra Pakistan e Afghanistan ai tempi dell’occupazione sovietica del Paese. L’opera fu pubblicata negli Stati Uniti per la prima volta nel 1992, dieci anni dopo la sua stesura, e successivamente in Italia da Alet. Nel 2020, la casa editrice Minimum Fax ne ha fortunatamente prodotto una nuova edizione, nella traduzione di Massimo Birattari.
Non ha neanche ventidue anni Vollmann quando parte alla volta dell’Afghanistan. Per finanziare il suo viaggio, ha lavorato per otto mesi in una compagnia di assicurazioni. E’ un aspirante scrittore animato da grandi ideali e dall’impellente necessità di aiutare una popolazione in pericolo. E’ il 1982 e le truppe sovietiche hanno invaso l’Afghanistan. Le agenzie internazionali descrivono all’opinione pubblica occidentale un Paese sprofondato in una profonda crisi umanitaria: il giovane Vollmann decide allora di lanciarsi in suo soccorso. Si unirà ai mujaheddin, documenterà con le sue fotografie e il suo reportage la loro strenua resistenza e grazie alla sua testimonianza in Occidente ricaverà i finanziamenti necessari a procurare loro le armi per sconfiggere i russi. Questo è il suo piano.
Un progetto funambolico e ingenuo che sintetizza così: “C’era una volta un Giovanotto che voleva essere più di quello che era in realtà. Ciò lo rendeva infelice. Decise di andare in Afghanistan a fotografare le pallottole che gli sibilavano vicino alle orecchie. Purtroppo soffriva di mal di pancia”.
E’ così che il Vollmann “adulto”, che ripercorre in queste pagine il suo vecchio rendiconto, chiama il ventiduenne di belle speranze che voleva salvare l’Afghanistan: il Giovanotto. Un reporter così affascinato dalla lotta dei mujaheddin da essere disposto a imbracciare le armi accanto a loro contro le truppe sovietiche, ma che arrivato in Pakistan inizia a fare i conti con i propri limiti. La dissenteria, in primis, che lo accompagna per l’intero viaggio.
Si capovolge l’immagine del giornalista-guerrigliero alla quale ci hanno abituati George Orwell ed Ernest Hemingway, così a loro agio nel redigere pezzi giornalistici e al tempo stesso nell’imbracciare le armi nella guerra civile spagnola. Qui Vollmann, spinto dalle stesse velleità, scopre la fragilità di un organismo che non riesce ad abituarsi al nuovo clima, al cibo, all’acqua sporca che alimenta incessantemente le sue gastroenteriti. E’ alle prese con un fisico appesantito e impigrito dai vezzi della società ricca dalla quale proviene e che non riesce ad adattarsi ai ritmi di vita degli afghani che gli offrono ospitalità. Di utilizzare un’arma è totalmente incapace.
“Era un fardello”, arriva a dire di sé, quando finalmente i mujaheddin lo accompagnano oltre il confine pakistano in Afghanistan. Ha atteso quel momento con impazienza, lamentandosi dei ritardi come “un bambino viziato”, ribadendo “Io voglio solo aiutarvi, lo faccio per voi, non per me”, per sottolineare l’urgenza della sua missione. Ma arrivati al momento di superare le montagne per arrivare in territorio afghano, il Giovanotto è totalmente impreparato allo sforzo ed è costretto a dipendere dall’aiuto dei guerriglieri, che se lo portano finanche in spalla, mentre senza mangiare e senza bere perché in Ramadan si arrampicano sulle rocce con piedi sanguinanti.
Si lascia offrire Sprite ghiacciate per tutta la durata del viaggio da ospiti che non possono permettersi medicine né scarpe per proteggersi dal freddo. Partecipa ai loro pranzi, si fa preparare uova fritte da mangiare e lascia che colgano grappoli d’uva per lui. La gestione del denaro è un altro curioso punto saliente nella sua “missione”. Deve risparmiarlo, per investirlo al meglio nella “salvezza” di una Nazione. Lo coglie a un certo punto il dubbio che i soldi spesi per il biglietto aereo del suo viaggio verso il Pakistan avrebbero potuto aiutare molte persone in America, senza la necessità per lui di spostarsi inseguendo un ideale filantropico. Non può, però, focalizzarsi su questo dettaglio: il giovane reporter deve “salvare gli afghani”.
Le sue raccolte fondi, una volta rientrato negli Stati Uniti, saranno un fallimento. “Ben presto”, scrive, “avrebbe organizzato le sue presentazioni a sostegno degli afghani, alle quali non sarebbe venuto quasi nessuno”. I guadagni sono così scarsi da poter essere definiti “omeopatici” per la resistenza afghana.
Nonostante le sue debolezze, per tutta la durata della sua missione gli afghani si mostrano sempre generosi nei suoi confronti, accondiscendenti, ogni tanto quasi servili. Come un lampo, nell’ebbrezza del potere salvifico della sua presenza in quel Paese, balena talvolta la fastidiosa percezione di un divario colonialista profondo e spaventoso: “Quest’uomo anziano e rispettabile (il generale di brigata che lo ospita, ndr) si preoccupava di perdere la faccia con un ventunenne che stava male ogni volta che usciva al sole. Perché? Perché il ventunenne era americano”. Oppure, quando i profughi che incontra scoprono che lui non può aiutarli a ottenere un visto per trasferirsi nella sua prospera e felice America, balugina una domanda: “Cos’è la libertà? Cos’è la democrazia?”.
Il giovane Vollmann si rivela disarmato non solo fisicamente nel suo viaggio di reporter umanitario. Tutto quello che sa chiedere ai suoi ospiti e ai profughi afghani sono domande di comica ingenuità, definita spesso innocenza. “Sei felice qui?”, si ritrova a chiedere ai suoi interlocutori. O ancora, registratore alla mano, “Hai qualcosa da dire agli americani?”.
Il Vollmann adulto guarda, però, con nostalgia e tenerezza indulgente a quel comico Giovanotto. “Il Giovanotto aveva un entusiasmo e una fede che io non ho”, scrive, ammettendo di ammirarlo un po’ per il suo desiderio di salvare il mondo “nonostante tutta la sua ignoranza”. In fondo, malgrado le ingenuità del Vollmann-giornalista, questo libro rispetta quella che da allora è rimasta la sua poetica, decodificata nel suo manifesto del 1990 contenuto in “Scrittura Americana Oggi: una diagnosi della malattia”. Sette regole per scrivere, che partono da “Non dovremmo mai scrivere senza sentimento”, alla necessità di “Trattare di problemi umani” e “Cercare una soluzione a quei problemi”, fino a “conoscere il nostro argomento, trattarlo con lo stesso rispetto che l’Io deve all’Altro. Conoscerlo in ogni suo senso, finché gli occhi siano annebbiati dal vederlo, le orecchie fischino dal sentirlo, i muscoli brucino per l’abbracciarlo e le gonadi si infiammino dal farci l’amore”. Fino a soffrire di dissenteria, si potrebbe aggiungere. Per questa trasparenza e fedeltà, per l’acuità di uno sguardo che non si fa sconti, quest’opera dovrebbe essere un vademecum insostituibile nelle mani di tutti gli aspiranti reporter narrativi, e non solo.
A quarant’anni dal reportage di Vollmann, in Afghanistan si annega ancora. Resta, infatti, intatta la consapevolezza del limite – del professionista umanitario, dello scrittore, del reporter – nell’addentrarsi nella sua fitta rete di decenni di violenza e ricavarne una verità. A proposito di questo Afghanistan, Vollmann “si dedica” un epitaffio di Wittgenstein: “Qui è difficile, per così dire, tenere la testa in su”. Che si spiega così: “Vedere che dobbiamo restare fermi alle cose del quotidiano e non imboccare la strada sbagliata, dove ci sembra di dover descrivere estreme sottigliezze, che tuttavia non saremmo affatto in grado di descrivere con i nostri mezzi. E’ come se dovessimo aggiustare con le nostre dita una ragnatela lacerata”.
L'articolo LIBRI: Afghanistan Picture Show, ovvero quando Vollmann voleva salvare il mondo proviene da Pagine Esteri.
...e gli idealisti, gli ingenui, i rinunciatari ...
Di tanto in tanto è bello farsi scarrozzare per le vie della città con della musica tiepida in sottofondo. Osservare le facce della gente che cammina sui marciapiedi e immaginare quali potrebbero essere i loro pensieri e le loro storie.
("second moon" - pacifico)
youtube.com/watch?v=JaOYDJWvD-…
Pacifico - "Second Moon" feat. Dakota Days
Acquista 'Una Voce Non Basta' su iTunes: http://itunes.apple.com/it/album/una-voce-non-basta/id509181114Pagina Facebook Ufficiale: http://www.facebook.com/pa...YouTube
Il progetto del ministro Valditara: scuola-azienda e "umiliazione" | Senza Tregua
"Spesso l’alternanza scuola-lavoro viene legittimata come uno strumento di avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro, i quali dovrebbero trovare in questa esperienza un’autentica opportunità di futuro impiego, grazie all’acquisizione di competenze richieste dal mercato del lavoro. Già ai tempi della presentazione della Buona Scuola, tale provvedimento era stato presentato come un dispositivo per arginare la disoccupazione giovanile. È nostro compito contrastare tale retorica. In primo luogo rifiutando l’idea, tutta ideologica, che la scuola debba fungere da istituzione che ha come obiettivo primario la formazione di lavoratori. Questo elemento nasconde, infatti, quella che è l’unica realtà dell’alternanza scuola-lavoro: un metodo comodo e conveniente che i padroni adottano per scaricare i costi della formazione aziendale direttamente sulle scuole e, di conseguenza, sui lavoratori contribuenti."
Le persone convinte di conoscere la #scienza, conoscono *davvero* la scienza?
Non è tanto quello che sai, quanto quello che pensi di sapere
Un nuovo studio pubblicato il 24 gennaio sulla rivista ad accesso aperto PLOS Biology di Cristina Fonseca della Genetics Society, UK; Laurence Hurst del Milner Centre for Evolution, Università di Bath, Regno Unito; e colleghi, rileva che le persone con atteggiamenti drastici tendono a credere di comprendere la scienza, mentre le persone neutrali sono meno sicure. Nel complesso, lo studio ha rivelato che le persone con atteggiamenti fortemente negativi nei confronti della scienza tendono ad essere troppo sicure del proprio livello di comprensione.
Qui la recensione all'articolo e qui l'accesso all'articolo originale pubblicato su Plos Biology
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"la scienza" è un concetto troppo astratto... dire che qualcuno conosce "la scienza" è come dire che "conosce i libri".
Quali?
Di quale genere?
In quale lingua?
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PNRR, Fondo Opere Indifferibili 2023: pubblicato l’elenco degli enti locali potenzialmente destinatari della preassegnazione.
Info ▶️ pnrr.istruzione.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola PNRR, Fondo Opere Indifferibili 2023: pubblicato l’elenco degli enti locali potenzialmente destinatari della preassegnazione. Info ▶️ https://pnrr.istruzione.Telegram
Poliverso & Poliversity reshared this.
“Laboratori del Sapere”, online le linee guida per estendere l’approccio metodologico scientifico anche a discipline diverse dalle STEM.
Info ▶️ indire.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola “Laboratori del Sapere”, online le linee guida per estendere l’approccio metodologico scientifico anche a discipline diverse dalle STEM. Info ▶️ https://www.indire.Telegram
Politica, industria e Forze armate. Lo sforzo collettivo per la Difesa Ue
La Difesa europea è una necessità improcrastinabile. È il cuore di quanto emerso nel corso dell’evento “Prospettive europee per una Difesa comune”, promosso da Formiche e Airpress, in collaborazione con le rappresentanze in Italia del Parlamento e della Commissione europee Roma. Per il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenuto all’evento: “stiamo vivendo una situazione che ha cambiato completamente lo scenario di riferimento nel quale pensavamo di vivere, e questo ha messo in difficoltà le difese europee”.
Dopo anni di illusione che la guerra non potesse tornare in Europa, ci si è accorti che non è così. Per questo, l’obiettivo è “accelerare i processi iniziati in modo burocratico qualche anno fa, l’Europa ha subito una forte accelerazione nella consapevolezza di aver bisogno di una visione comune”. Tuttavia “non si fanno questi passaggi epocali in 27”, c’è bisogno di leader “che si prendono sulle spalle la responsabilità di indicare la strada, una linea che prevale che diventa chiara a tutti che è l’unica”.
Evitare la Terza guerra mondiale
Il ministro è anche intervenuto sul perché ci sia bisogno di tenere alta la guardia, soprattutto dopo lo sconvolgimento causato dall’invasione russa: “Vorrei parlare a quelli che dicono ‘dando le armi all’Ucraina, alimentiamo l’escalation verso la Terza guerra mondiale’. Secondo me, la Terza guerra mondiale inizierebbe nel momento in cui i carri armati russi arrivassero a Kiev e ai confini dell’Europa”. L’unico modo per fermare questo scenario è dunque fare in modo “che i carri armati russi non arrivino a Kiev, e chi dice qualcosa di diverso non conosce la realtà, non conosce il punto limite che molti Paesi della Nato non possono vedere oltrepassato”. Un commento che poche ore dopo ha scatenato la risposta del vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Dimitri Medvedev, che ha attaccato il ministro definendolo “uno sciocco” (qui la replica di Crosetto).
Lo scenario dopo l’Ucraina
La guerra in Ucraina, se da un lato ha dimostrato la “positiva unità mantenuta dall’Unione europea e dalle democrazie occidentali” ha registrato il rappresentante in Italia del Parlamento europeo, Carlo Corazza, dall’alto ha fatto emergere anche le lacune e i limiti della costruzione europea: “non abbiamo una unione della Difesa, e vediamo con quanta fatica approviamo i pacchetti di sanzioni, con sempre lo Stato di turno che usa il suo diritto di veto a fini ricattatori”. Questi limiti si vedono anche nelle capacità militari, “meno importanti di quanto pensavamo, la somma dei Ventisette, con anche il Regno Unito, superano gli investimenti della Russia e si avvicinano a quello degli Usa, ma lo fanno in modo inefficiente, in ordine sparso, con duplicazioni e non sfruttando le sinergie”. Come ha ricordato ancora Corazza, infatti, “l’80% degli investimenti è a livello nazionale, e il 90% della ricerca”.
La sfida del presente
“L’Europa, per vedersi riconosciuta come soggetto, deve assolutamente rafforzare la propria unione politica”. Ha rimarcarlo è stata il sottosegretario agli Esteri, Maria Tripodi, secondo la quale “l’unione politica è propedeutica all’unione della Difesa”. Per il sottosegretario, l’Ue ha compiuto degli errori, quando si divide internamente a livello di politica estera, di difesa comune e sul budget per la difesa, venendo percepita come un “soggetto debole”. L’aggressione russa ha dato orizzonti “diversi e cupi, ed è ovvio che bisogna rivedere assetti ed equilibri”. “L’Europa deve più efficacemente spostare l’asse rispetto gli interessi esclusivi dei singoli Stati, allargando il ventaglio di proposte concrete e risorse”. Importante anche il legame transatlantico: “Avere una difesa comune, una soggettività militare, non vuol dire sganciarci dalla Nato, che rimane il nostro principale punto di riferimento”. Ma per l’Europa, “la difesa è la sfida del presente, va fatta subito”.
Serve la maggioranza qualificata
Come notato dal rappresentante in Italia della Commissione europea, Antonio Parenti, la discussione sulla difesa comune è stata portata “molto più avanti da parte dei militari rispetto alla politica, a cui spesso è mancata la volontà di fare quel passio in più verso una politica estera comune”. Per il rappresentante, dunque, è necessario un cambio di passo fondamentale: bisogna prendere decisioni a maggioranza qualificata in politica estera”. Di fronte ai limiti che esistono ancora in Europa, con 140 sistemi d’arma diversi, “oggi c’è il bisogno evidente di chiedere alla politica di imbarcarsi senza ritorno verso una politica estera e di difesa comuni, perché le due sono inscindibili”.
Un’architettura solida
“Quando si parla di difesa europea spesso la si mette in contrapposizione con la Nato; in realtà sono due cose profondamente diverse” ha spiegato il direttore della divisione Capacità dell’Eda, generale Stefano Cont: “La Nato risponde al bisogno della difesa dell’Europa, che non può che essere transatlantica”, mentre la Difesa europea mira essenzialmente a tre obiettivi: l’efficienza della spesa e dell’interoperabilità, il rafforzamento della base tecnologica e industriale e la capacità di agire autonomamente laddove la Nato o gli alleati non europei “non hanno competenza o non sono interessati”. Come ricordato da Cont, l’Europa spende complessivamente circa 230 miliardi di euro in Difesa, un terzo degli Stati Uniti: “dovremmo allora avere un terzo delle capacità Usa, cosa che non è”. Quello che serve, allora, è una solida architettura per la Difesa europea, basata su ripartizioni di ruoli, competenze e funzioni tra enti che già esistono”.
Integrazione industriale
Anche a livello industriale “la cooperazione è inevitabile”, ha detto il managing director di Mbda Italia, Lorenzo Mariani, registrando come esistano due livelli per l’integrazione della base produttiva europea “uno è i programmi di cooperazione, l’altro è l’integrazione tra industrie”. Sui programmi comuni, per Marina non c’è scelta: “Mbda è nata su tre progetti di cooperazione, l’Aster, il Meteor e lo Strom shadow, assorbendo i costi di sviluppo per oltre dieci miliardi; senza, non sarebbe stato possibile per le nazioni non solo avere tutti e tre i sistemi, ma probabilmente neanche uno”. I costi, con l’aumento delle esigenze e dei livelli tecnologici, inoltre, sta anche aumentando, rendendo sempre più indispensabile cooperare. Dal punto di vista dell’integrazione, questo renderebbe più facile accedere ai programmi di cooperazione. “A livello del mercato è evidente che avere la forza di più compagnie, e il supporto di più governi, aumenta la penetrazione commerciale dei prodotti”.
Militarizzare la Difesa Ue
Una strada la indica il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone: “le due dimensioni che devono essere perseguite si articolano in una parte operativa e in una cooperativa”. Per quanto riguarda la prima, si tratta di “sostenere la forza European rapid deployment capacity (Eurdc)” e una operazionalizzazione, una “militarizzazione”, come la definisce l’ammiraglio, delle strutture della Difesa europea. “Come il Military planning and conduct capability (Mpcc) che deve diventare il quartier generale operativo dell’Ue ed esercitare realmente il comando e controllo” dell’Eurdc. Inoltre “va scissa la parte staff dell’Eums dal Mpcc, entrambi sotto un elemento militare di valore politico-strategico opportuno che “possa agire nella direzione operativa, di policy strategica e di dottrina”. La seconda direttrice, della cooperazione, spinge verso il joint procurement come reale apporto alla deterrenza bisogna possedere “una tecnologia tale da dissuadere qualunque aggressore”.
I Samp/T all’Ucraina dopo l’intesa Italia-Francia
Italia e Francia hanno ordinato 700 missili terra-aria Aster-30, che vengono lanciati con il sistema di difesa aerea Samp/T. La decisione è stata presa ieri a Roma, dove il ministro della Difesa Guido Crosetto ha incontrato l’omologo francese Sebastien Lecornu, riferisce L’Opinion.
L’obiettivo è rimpolpare le scorte dopo che Parigi e Roma si apprestano a consegnare un sistema Samp/T e un numero imprecisato di missili Aster-30 all’Ucraina. Normalmente passano circa tre anni tra l’ordine e la consegna, ma i governi hanno detto di voler sollecitare ad accorciare i tempi il consorzio produttore Mbda, partecipato da Airbus, Bae Systems e Leonardo.
I due ministri hanno poi confermato la sintonia e il comune impegno nel sostegno all’Ucraina e per la difesa del fianco Est della Nato ribadendo, ancora una volta, che l’obiettivo principale è sempre il raggiungimento di una pace giusta. “La guerra scatenata dalla Russia rappresenta la più grave minaccia per la pace e la stabilità del continente europeo a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, una chiara violazione dei principi di integrità e inviolabilità dei confini territoriali, del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”, si legge.
Ma cos’è il missile Aster-30? Si tratta di un sistema missilistico terra-aria sviluppato a partire dai primi anni 2000 nell’ambito del programma italo-francese Fsaf (Famille de Sol-Air Futurs) dal consorzio europeo Eurosam (formato da Mbda Italia, Mbda Francia e Thales). Uno dei sistemi più avanzati al mondo, raggiunge la velocità di Mach 4.5, ovvero quattro volte e mezzo la velocità del suono, e ha una gittata superiore ai 100 chilometri. Ne abbiamo scritto in questo approfondimento.
Eritrea Russia – Dichiarazione del Ministro degli Esteri Osman Saleh all’Incontro con Sergey Lavrov
Sua Eccellenza il signor Sergey Lavrov
Ministro degli Esteri della Federazione Russa,
Illustri Membri della Delegazione,
Signore e signori,
Permettetemi innanzitutto di dare il benvenuto a Vostra Eccellenza e alla vostra illustre delegazione in Eritrea. Siamo davvero onorati di questa visita tempestiva che ci ha offerto l’opportunità di scambiare opinioni su questioni internazionali e regionali di grande importanza e di rafforzare ulteriormente i nostri legami bilaterali.
Vostra Eccellenza,
Questi sono tempi turbolenti. Lo spettro di calamità inutili, evitabili e a spirale incombe più che mai nel recente passato. In ogni caso, il significato della visita di Vostra Eccellenza deve essere misurato sullo sfondo di queste tendenze e realtà in divenire ed estremamente preoccupanti.
I popoli di tutto il mondo seguono con ansia – ora per ora e 24 ore al giorno – le cause alla base di uno sconvolgimento imminente che rappresenta una grave minaccia per la pace e la stabilità globali.
Per comprendere appieno il clima prevalente e la fase pericolosa che stiamo attraversando, è imperativo esaminare la storia passata. Questo è davvero fondamentale e indispensabile per trarre e raccogliere lezioni adeguate per ciò che potrebbe accadere nel periodo a venire.
In un momento di progresso tecnologico senza precedenti, la spinta delle nostre aspirazioni collettive e azioni concertate dovrebbe essere orientata verso la coltivazione e il consolidamento di un sistema globale che serva l’umanità nel suo insieme. In termini di considerazioni e standard etici convincenti, questa non avrebbe dovuto essere l’epoca per tornare a politiche regressive di guerra e disordini.
Sfortunatamente, “i pochi dei pochi” – che stanno attualmente facendo precipitare l’umanità in una catastrofe evitabile – sono i minuscoli fautori dell’avidità e del dominio che hanno inculcato tumulti, immense sofferenze umane e saccheggi per secoli. Invece di espiare e riparare i torti del passato, hanno scelto di soffermarsi su politiche di caos e tumulto.
Negli Stati Uniti, gli orrendi crimini di sterminio commessi contro gli indigeni nativi americani per espropriare la loro terra e le loro risorse possono sembrare ormai dimenticati a causa del passare del tempo. Le tribolazioni degli schiavi africani che furono catapultati nella “nuova terra” per il lavoro agricolo manuale che i “pochi dei pochi” avevano usurpato furono un’estensione dei loro crimini di pulizia etnica. I lavoratori a contratto asiatici che furono assunti per la costruzione di estese linee ferroviarie al tempo dell’industrializzazione erano un’altra brutta caratteristica di questa imperdonabile politica. La ripugnante storia della colonizzazione europea rientra nella stessa categoria. (In questa prospettiva, il caso George Floyd e gli abusi e le uccisioni di bambini indigeni in Canada non sono eccezioni ma parte integrante dei crimini storici).
I minuscoli egemonisti non ebbero scrupoli nemmeno a usare le bombe atomiche durante la seconda guerra mondiale. Inoltre, le molteplici guerre di aggressione che hanno scatenato in Asia, Africa e America Latina dopo la seconda guerra mondiale per perseguire e raggiungere i loro percepiti “interessi strategici” sono realtà contemporanee che sono fresche nelle nostre menti collettive. La creazione di “Al-Qaeda” verso la fine della Guerra Fredda come cavallo di Troia è anche un segreto di Pulcinella e una vivida dimostrazione della portata della loro malvagità.
Come tutti sappiamo, l’ex Unione Sovietica è crollata sia a causa della loro implacabile ostilità che per atti fuorvianti dei leader sovietici. Questa è stata vista come un’opportunità d’oro per stabilire incautamente quello che hanno definito un “nuovo ordine internazionale monopolistico”. Il tema generale alla base di questo ordine mondiale unipolare si basava, a loro avviso, sulla “prevenzione dell’emergere di qualsiasi potere competitivo”. Ma nonostante tutti i loro sforzi, questo obiettivo è fallito nel tempo.
La “politica di contenimento” che hanno tracciato nel quadro di un ordine mondiale unipolare non era distinta, in alcun senso reale, da una dichiarazione di guerra. La Federazione Russa è stata una delle principali superpotenze prese di mira in questa sconsiderata politica di contenimento. Il fallimento di questa politica fuorviante negli ultimi trent’anni, e la cristallizzazione di sviluppi che non avevano previsto, li ha ora spinti a mettere la Cina al gradino più alto della loro sfuggente politica di contenimento.
In questo contesto, la crisi che si è manifestata in Ucraina è, in sostanza, un sottoprodotto della sconsiderata politica di egemonia e contenimento che hanno perseguito negli ultimi decenni. Il fatto triste è che l’Ucraina è sia pretesto che vittima di questa politica.
Alla luce di questi fatti storici indelebili, qual è la traiettoria verso cui si sta dirigendo la nostra comunità globale? Come si può giustificare il singolare perseguimento e l’escalation della guerra mentre si chiudono tutte le porte alla pace e alla giustizia, indipendentemente dalle gravi conseguenze per l’umanità? Si tratta di questioni cruciali e tempestive di fondamentale importanza.
Alla fine, i popoli del mondo non hanno altra scelta che combattere vigorosamente i tentativi infruttuosi di resuscitare il defunto ordine mondiale unipolare di dominio e l’arroganza imperiale per il prevalere di una nuova dispensazione di giustizia, stabilità e prosperità. Date le circostanze, il consolidamento delle loro alleanze e lotte non è un’opzione ma una necessità.
Massaua,
26 gennaio 2022
FONTE: shabait.com/2023/01/26/stateme…
La newsletter odierna di @GuerrediRete è un segnalibro fondamentale per chi vuole conoscere le tendenze del giornalismo fregafrega! #pappagallistocastici
Guerre di Rete - I pappagalli stocastici sono diventati miliardari: la newsletter di @Carola Frediani
Oltre alle interessantissimo approfondimento su "AI: chi “move fast and break things”, e chi ha dubbi", segnaliamo a tutta la comunità @Giornalismo e disordine informativo anche i seguenti argomenti trattati dalla newsletter di oggi:
- LeCun reloaded
- Hacker di Stato nordcoreani
- Italia digitale
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Piuttosto, sono giornali come #ilfoglio di Cerasa che sembrano vivere solo nel pianeta delle rassegne stampa e solo per abbaiare all'avversario di turno!
(editoriale segnalato da @Vitalba su Twitter)
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Avete tempo fino alle 20.00 del 30 gennaio per inoltrare la vostra domanda ▶ istruzione.
Ministero dell'Istruzione
Manca poco alla chiusura delle #IscrizioniOnline per l’anno scolastico 2023/2024! Avete tempo fino alle 20.00 del 30 gennaio per inoltrare la vostra domanda ▶ https://www.istruzione.Telegram
#Riprendersi la città. Guida per i cittadini, con 40 idee per riappropriarsi della città
"Recuperar la ciudad. Reclaim the city" è una guida scritta da un gruppo di attivisti spagnoli che si propone di individuare degli strumenti e delle azioni concrete per limitare lo strapotere del traffico automobilistico privato, promuovere una mobilità sostenibile e ridare alla città il suo carattere di spazio pubblico fruibile da tutti i cittadini.
La guida è disponibile sul web in spagnolo (recuperarlaciudad.notion.site/…) e in inglese (recuperarlaciudad.notion.site/…) oppure dalle stesse pagine si può scaricare una versione bilingue in formato pdf.
In italiano, al momento, è disponibile solo la prima parte della guida (l'introduzione), qui sotto trovate l'incipit e questo è il link per scaricare il testo tradotto finora: nilocram.eu/edu/Riprendersi_la…
Sono disponibili in italiano anche due numeri della newsletter curata dallo stesso gruppo di attivisti:
Perché abbiamo bisogno di più ciclistə nelle nostre città?
Promuovere la mobilità in bicicletta attraverso misure di pianificazione urbana
Buona lettura 😀
Se avete tra le mani questo testo, è probabile che vi siate resi conto dell'importanza per le persone di riappropriarsi dello spazio della città, nonché dei problemi che sorgono nel tessuto urbano quando ciò non avviene. Potreste anche essere qui perché sospettate di avere la capacità di migliorare il comune in cui vivete o perché siete alla ricerca di strumenti legali e non violenti per riprendervi la città. Siete nel posto giusto.
Questa è una guida pratica perché i cittadini possano riprendersi la città. Noi, le persone, abbiamo un potere immenso nel plasmare l'ambiente in cui viviamo, anche se per decenni lo abbiamo ceduto a comuni che non sempre si sono occupati del benessere sociale. Cosa possiamo fare per recuperare lo spazio pubblico?
Vi diamo delle alternative in modo che possiate scegliere in base alle vostre possibilità e al vostro grado di impegno. [...]
Scarica il testo da qui: nilocram.eu/edu/Riprendersi_la…
@Rivoluzione mobilità urbana🚶🚲🚋 @maupao @Marcos Martínez
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Il fediverso non è una darknet: discussione sugli hack del #fediverso, sulle reazioni stizzite degli utenti e sul concetto di consenso
Il consenso nel Fediverso. il post di @Sindarina, Edge Case Detective (traduzione automatica)
Sono un po' preoccupata per il numero di persone qui che, come me, sono arrivate abbastanza di recente, e che stanno sperimentando le cosiddette reazioni "estreme" e "irragionevoli" a loro che vogliono "hackerare" il fediverso per cancellare il l'intera conversazione sul consenso come in qualche modo non rilevante.
La NSA monitora comunque tutto ciò che fai su Internet, quindi perché ti lamenti dei fratelli tecnologici che vogliono raccogliere all'aperto, yada yada.
Sembra che dobbiamo definire cosa sia effettivamente il consenso.
Esiste solo una forma di consenso dell'utente valido;
CONSENSO INFORMATO, ENTUSIASTICO, REVOCA.
Questo è tutto. Senza se, senza ma.
L'utente deve capire per cosa sta dando il consenso e l'ambito per il quale il suo consenso è valido.
Devono essere entusiasti, totalmente d'accordo con la decisione, non accettarla a malincuore perché sentono di non avere altra scelta.
E devono essere in grado di revocare tale consenso in qualsiasi momento, tra cinque minuti o tra cinque anni.
Il loro consenso dovrebbe essere limitato nel tempo e scadere automaticamente quando non interagiscono più con il tuo servizio o prodotto.
Se modifichi l'ambito, devi chiedere nuovamente il loro consenso e assicurarti che comprendano l'impatto delle modifiche che stai apportando.
L'ambito include chi possiede e gestisce il servizio o il prodotto. Se vuoi essere acquisito, devi chiedere nuovamente il loro consenso.
Il consenso dell'utente NON è trasferibile, periodo, indipendentemente dai moderni termini di servizio richiesti.
La maggior parte delle persone nel settore della tecnologia non vuole sentirlo, perché invalida la stragrande maggioranza dei loro modelli di business, dati di formazione AI/ML, operazioni di intelligence aziendale e così via. Tutto ciò che si basa sulla raccolta di dati "pubblici" diventa improvvisamente sospetto, se si applica quanto sopra.
E sì, questo include i beniamini di Internet come Internet Archive, che opera anch'esso su un modello di opt-out non consensuale.
È la conquista dell'occidente, rivendicare la proprietà senza permesso.
È così radicato nella cultura bianca e occidentale di Internet che ora ci sono intere generazioni che considerano tutto ciò che può essere letto dal crawler che hanno scritto in un fine settimana come un gioco leale, indipendentemente da quale fosse l'intenzione originale dell'utente.
Ripubblicare, riformattare, archiviare, aggregare, il tutto senza che l'utente ne sia pienamente consapevole, perché se lo fosse, si opporrebbe.
È disonesto come un ca**o, e non è diverso dagli atteggiamenti coloniali nei confronti delle risorse naturali.
"È lì, quindi possiamo prenderlo."😒
Oh, e anche, vaff****lo con il condiscendente "lawl, non sai che la NSA ti controlla comunque?!" che sembra diffuso tra le persone dei circoli infosec.
La gente lo sa. Solo perché è difficile combattere contro un'agenzia di tre o quattro lettere non significa che l'obiezione contro il prossimo tecnico che vuole indicizzare in modo invisibile i nostri dati non sia valida.
Consenso informato, consenso entusiastico, consenso revocabile. Oppure vattene.
PS: riguardo a questo posto c'è stata segnalata una lunga conversazione in inglese sull'istanza lemmy.ml. gli utenti feddit.it potranno partecipare accedendo a questo link mentre gli utenti lemmy.ml potranno accedere direttamente a quest'altro link
Il post di @Sindarina, Edge Case Detective è disponibile qui
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@Arthur Besse Thank you for reporting this nice previous thread that already appeared on another Lemmy instance, also because this way I can re-share it from my account. And thanks to your comment, there won't even be a need to edit the original post to report the long thread on Lemmy.ml.
However, I would still have decided to publish an Italian version on feddit.it. Indeed, feddit.it is an instance dedicated to discussions in Italian that we do not crosspost conversations in English, unless at least translating the title. But in this case I had seen the original link from Friendica and I saw that it came from a post on mastodon and not on Lemmy.
I also point out that the link you sent is the right one to link the conversation on the lemmy.ml instance, but if someone wants to search for the post to interact with mastodon or Friendica or pleroma, they will have to enter the native link https in the search box ://szmer.info/post/251205 since the user is seated on the lemmy instance szmer.info
Versione in italiano:
Ti ringrazio per aver segnalato questo bel thread precedente già apparso su un'altra istanza Lemmy, Anche perché in questo modo potrò ricondividerlo dal mio account. E grazie al tuo commento non ci sarà neanche bisogno di modificare il post originario per segnalare il lungo tread su Lemmy.ml .
Tuttavia, avrei comunque deciso di pubblicare una versione italiana su feddit.it. Infatti, feddit.it è un'istanza dedicata alle discussioni in lingua italiana che non facciamo crossposting di conversazioni in inglese, se non traducendo almeno il titolo. Ma in questo caso il link originario l'avevo visto da Friendica e ho visto che nasceva da un post su mastodon e non su Lemmy.
Ti segnalo inoltre che il link che hai inviato tu è quello giusto per linkare la conversazione sull'istanza lemmy.ml, ma Se qualcuno volesse ricercare il post per interagirvi con mastodon o Friendica o pleroma, dovrà inserire nella casella di ricerca il link nativo szmer.info/post/251205 dal momento che l'utente è insediato sull'istanza lemmy szmer.info
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Che succede nel Fediverso? reshared this.
Il sesto decreto armi la prossima settimana. La conferma di Crosetto a Formiche
facebook.com/plugins/video.php…
“Oggi per la prima volta posso dirvi che penso che la prossima settimana potrebbe nascere il sesto decreto, che potrebbe diventare operativo nelle settimane successive”. Lo ha dichiarato Guido Crosetto, a margine dell’evento odierno organizzato da Formiche e Airpress allo Spazio Europa di Roma.
L’INCONTRO CON LECORNU
È stato un colloquio “lungo e cordiale” quello con collega Sébastien Lecornu, ministro delle Forze armate francese. I due, si apprende da una nota, hanno confermato la sintonia e il comune impegno nel sostegno all’Ucraina e per la difesa del fianco Est della Nato ribadendo, ancora una volta, che l’obiettivo principale è sempre il raggiungimento di una pace giusta. “La guerra scatenata dalla Russia rappresenta la più grave minaccia per la pace e la stabilità del continente europeo a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, una chiara violazione dei principi di integrità e inviolabilità dei confini territoriali, del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”, si legge.
FOCUS MEDITERRANEO
Inoltre, Italia e Francia riconoscono la vitale importanza del Mediterraneo per la sicurezza e gli interessi comuni. Questa regione, confine dell’Europa, è interessata dalla maggior parte delle sfide geopolitiche internazionali: l’inasprimento della concorrenza strategica, la libertà di navigazione e il rischio di conflitti ad alta intensità potrebbero mettere in pericolo le rotte commerciali, i rifornimenti energetici e le principali dorsali di comunicazione. Numerosi sono i fattori di crisi, legati tra loro, fortemente destabilizzanti tra cui l’aumento della minaccia terroristica, la crisi migratoria e il cambiamento climatico. Uno scenario geostrategico complesso, ulteriormente peggiorato a causa dell’aggressione subita dall’Ucraina il 24 febbraio scorso. I due ministri hanno poi approfondito ulteriori tematiche di interesse, quali la sicurezza del fianco Sud dell’Alleanza, l’impegno dell’Europa in Africa, il rafforzamento della difesa europea e della collaborazione tra le rispettive Forze armate.
LE PAROLE DI CROSETTO…
“È importante che Italia e Francia e che le Forze armate dei nostri Paesi, cooperino progettando quella che sarà la nostra sicurezza del futuro”, ha detto il ministro Crosetto, che, nel tracciare un quadro del colloquio odierno, ha aggiunto: “Oggi abbiamo affrontato numerosi temi, in primis la sicurezza dei nostri due Paesi partendo dal fronte Est e quello che sta succedendo e continua a succedere in Ucraina. Abbiamo parlato anche della sicurezza del Mediterraneo allargato, del Centro e Nord Africa, della cooperazione in campo militare e industriale e della possibilità di costruire insieme una visione di sicurezza e difesa che abbia il coraggio di pensare non soltanto ai nostri due Paesi e al Mediterraneo allargato ma al futuro della difesa europea”.
… E QUELLE DI LECORNU
“I rapporti nel settore della Difesa fra Francia e Italia sono solidi”, ha dichiarato il ministro Lecornu. “Oggi a Roma con Guido Crosetto abbiamo avuto uno dei nostri scambi regolari, iniziati in occasione di una bilaterale a Tolone pochi giorni dopo la sua nomina. Con lo stesso spirito costruttivo abbiamo riaffermato la nostra volontà di portare avanti la nostra agenda di sostegno militare all’Ucraina, di proteggere il Mediterraneo dalle nuove minacce e dì studiare l’accrescimento delle capacità di produzione comuni per quanto riguarda la difesa terra-aria”, ha aggiunto. Il riferimento sembra essere ai Samp/T, un sistema missilistico terra-aria sviluppato a partire dai primi anni 2000 nell’ambito del programma italo-francese Fsaf e richiesto dalle autorità ucraine.
LA SINTONIA
Perfetta sintonia tra i due ministri anche riguardo gli altri diversi punti in agenda, recita ancora la nota. Prioritariamente, il rafforzamento della cooperazione tra Italia e Francia nell’ambito della difesa, come già emerso durante l’incontro bilaterale dello scorso novembre a Tolone, e in occasione dei consessi e delle riunioni internazionali avvenuti negli ultimi mesi.
I carri armati occidentali faranno la differenza in Ucraina. Parola del generale Davis
La decisione di inviare carri armati occidentali è rilevante (cioè, farà la differenza?)
Sì, i carri armati occidentali sono importanti. I carri armati in generale potrebbero fare la differenza per l’Ucraina, ma quelli occidentali in particolare hanno più probabilità di farla, in quanto sono in grado di offrire prestazioni superiori rispetto a quelli russi. Essi rappresentano la principale risorsa per le manovre in combattimenti ad alta intensità. Forniscono la capacità di difendersi o di attaccare, di mantenere il terreno o di riprendere il territorio. Offrono una combinazione di potenza di fuoco precisa, protezione e velocità che, in numero sufficiente, può rompere l’attuale situazione di stallo.
Le prime due domande fondamentali per l’Ucraina saranno: quanti e quando? A partire dal 25 gennaio, il numero di carri armati occidentali potrebbe superare di gran lunga il centinaio. Il tempismo è fondamentale. Ci vorrà tempo per preparare, spedire, trasferire, addestrare (equipaggi, leader e unità), organizzare il combattimento e fare esercitazioni per le future operazioni. Solo le ultime due cose devono avvenire in Ucraina.
L’altra questione fondamentale sarà la sostenibilità, che sarà determinata dalle risposte a diverse domande. Per esempio, che prestazioni potranno avere questi carri armati (e i veicoli di recupero) nelle dure condizioni di combattimento invernali attese? In che misura i tecnici della logistica saranno in grado di fornire le munizioni, i pezzi giusti e il carburante sufficiente dove/quando necessario? Le nazioni donatrici forniranno le munizioni, i prodotti lubrificanti e le parti di ricambio in modo tempestivo? In che misura gli equipaggi e le unità saranno in grado di mantenere i vari carri armati pronti all’uso? Ci saranno grandi strutture di riparazione con gli strumenti e i meccanici esperti necessari per riportare in battaglia i carri armati danneggiati?
Queste e altre domande fanno certamente parte della pianificazione in corso da parte degli alleati e dell’Ucraina.
Cosa ne faranno (cioè, che tipo di unità si formeranno intorno a loro?)
I comandanti militari ucraini dovranno considerare diverse opzioni. Dato che gli Stati Uniti e la Germania stanno inviando veicoli da combattimento di fanteria meccanizzati (IFV) e la Francia sta inviando carri armati leggeri, i comandanti ucraini potrebbero impiegare carri armati e IFV in schieramenti di carri armati puri o di “armi combinate”.
Il numero di carri armati di cui si parla potrebbe essere utilizzato per costituire tre battaglioni di carri armati e forse uno o più battaglioni di “armi combinate” contenenti una singola compagnia di carri armati e diverse compagnie di fanteria meccanizzata.
In alternativa, i carri armati e gli IFV potrebbero formare battaglioni di carri armati pesanti o di fanteria meccanizzata ad “armi combinate”, in cui una o due compagnie di carri armati sono abbinate a una o due compagnie di fanteria meccanizzata in formazioni di battaglione. I numeri annunciati potrebbero supportare nove battaglioni di armi combinate o di carri/IFV puri organizzati in tre brigate pesanti.
Sono (Leopard, Challenger e Abrams) migliori di quelli che hanno i russi?
Tutti e tre sono migliori di quelli che i russi stanno usando attualmente e significativamente migliori di quelli che le forze ucraine hanno attualmente (compresi i carri armati russi catturati). Per un buon confronto si veda qui.
Quando potrebbero essere pronte ad entrare in azione queste unità?
Al momento ci sono troppe incognite per stabilire quando i carri armati saranno pronti per essere utilizzati dalle forze ucraine. Le nazioni che li inviano capiscono l’urgenza di far entrare in azione questi carri armati e altri veicoli da combattimento. Una stima prudente è di tre mesi. Ma la necessità è madre dell’invenzione e padre dell’adattamento. I tecnici logistici, i soldati e i leader ucraini probabilmente ci sorprenderanno per la loro capacità di acquisire competenze sufficienti e di integrare i veicoli e gli equipaggi nelle formazioni da combattimento in tempi record.
I numeri per paese sono relativamente piccoli e teoricamente potrebbero essere preparati per la spedizione in poche settimane. Per i carri armati statunitensi potrebbe essere necessario un mese o poco più. Tuttavia, le nazioni dovranno inviare parti e strumenti, lubrificanti, forse rimorchi pesanti e veicoli di recupero. Dovranno inviare una serie di addestratori per equipaggi, leader, meccanici e logisti. Potrebbero inviare squadre di assistenti nella vicina Polonia per aiutare nelle riparazioni specialistiche e nella pianificazione logistica.
I Paesi donatori e l’Ucraina dovranno identificare i luoghi per l’addestramento individuale, dei leader e delle unità. L’Ucraina dovrà identificare e spostare equipaggi, quadri, meccanici e logistici. Un addestramento individuale, dei leader e delle unità di qualità sarà fondamentale per il successo e l’impiego. Idealmente, l’addestramento delle unità sarà fino al livello di battaglione, simulerà le condizioni di combattimento e sarà di tipo combinato, comprendendo fanteria, artiglieria, ingegneri e difesa aerea. Una volta in Ucraina, il movimento nascosto verso il fronte, l’integrazione e le prove prima del combattimento saranno probabilmente le fasi finali.
Possono essere mantenuti?
Finché i Paesi donatori saranno in grado di garantire la catena di rifornimento per ottenere i pezzi di ricambio, i lubrificanti, gli strumenti e le munizioni giusti nelle quantità e con la tempestività di cui le forze ucraine hanno bisogno per sostenere i vari veicoli e le armi inviate, sono certo che i leader e i soldati ucraini faranno il resto.
Il primo non sarà un compito facile, poiché i carri armati (come gli IFV, l’artiglieria e le attrezzature di difesa aerea) hanno motori complessi, comunicazioni, elettronica, armamenti, dispositivi di visione e navigazione, telemetrie e altro ancora. I Leopard 2 possono essere più facili da mantenere rispetto ai Challenger o agli Abrams, ma sono tutti sistemi complessi. Senza dubbio ci saranno delle sfide.
Tuttavia, scommetto sugli ucraini, che ci hanno sorpreso più volte con la loro intraprendenza, ingegnosità e, soprattutto, con la loro capacità di imparare, adattarsi e migliorare nelle condizioni più difficili.
I comandanti russi dovrebbero essere preoccupati dall’arrivo dei carri armati occidentali?
Sì. Sono già preoccupati dalle prospettive e lo è anche la leadership russa. Possiamo aspettarci sia una campagna di propaganda a tutto campo per minimizzare l’importanza del loro arrivo sul campo di battaglia ucraino, sia affermazioni opposte secondo cui si tratterebbe di un’escalation inaccettabile da parte dei Paesi occidentali e della Nato, con l’obiettivo di seminare dubbi tra le fazioni politiche occidentali meno convinte.
Questo articolo è apparso per la prima volta sul sito del Center for European Policy Analysis con il titolo “How Western Tanks Will Make a Difference in Ukraine” (traduzione di Formiche.net).
Ministero dell'Istruzione
Oggi, in occasione del #GiornodellaMemoria, sono stati premiati le studentesse e gli studenti vincitori del concorso “I giovani ricordano la Shoah”, bandito dal Ministero dell’Istruzione e del Merito sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubb…Telegram
Poliverso & Poliversity reshared this.
ho una curiosità sistemistica, sicuramente molto ingenua:
due macchine virtuali ospitate dallo stesso server e in rete tra loro, per scambiarsi dati devono far passare il flusso attraverso la scheda di rete "fisica" del server?
Giornata della Memoria 2023
Il 27 gennaio 1945 l'Armata Rossa abbatté i cancelli di #Auschwitz.
Il 25 gennaio 2023 la Repubblica di #Polonia ha estromesso i rappresentanti russi dalle celebrazioni della liberazione. La guerra all'#Ucraina ha imposto l'adozione di una "cultura della cancellazione" che definire ridicola è limitativo, ma pare che a #Varsavia non aspettassero di meglio.
Il 27 gennaio 2023 si licet parva componere, i micropolitici "occidentalisti" in forza all'amministrazione comunale fiorentina Emanuele #Cocollini, Ubaldo #Bocci e Antonio #Montelatici hanno ribadito in un comunicato stampa (lo fanno circa una volta al mese) che "serve impegno costante per combattere ogni giorno tutte le forme di #antisemitismo, anche quella più moderna che si palesa come #antisionismo".
Nelle stesse ore l'esercito dello stato sionista ha compiuto una delle sue solite incursioni nella città di #Jenin facendo una decina di morti. Nel solo 2022 sono morte in episodi dello stesso genere circa centosettanta persone.
No, signori Cocollini, Bocci e Montelatici.
Criticare in modo puntuale, pedissequo e circostanziato l'operato dello stato sionista e la sua linea politica non fa di noi dei nostalgici delle camere a gas.
Fa di noi delle persone serie.
Con buona pace della vostra ostinazione.
MÄRVEL – DOUBLE DECADE
@Musica Agorà
#metal #musica
iyezine.com/marvel-double-deca…
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Il potere politico è stato “invaso” dall’ordine giudiziario
Se i problemi della giustizia continuano ad essere trattati come ai tempi dei Guelfi e dei Ghibellini (e dei Neri e dei Bianchi), non vi sono vie di uscita. Vediamo quali sono i problemi, uno per uno, e quale giudizio dare sulla situazione e sulle proposte.
1) Lo stato della giustizia.
Al termine del terzo trimestre dell’anno scorso, erano pendenti complessivamente 4 milioni e 400 mila cause civili e penali. La situazione dell’arretrato è migliorata nell’ultimo decennio, ma è egualmente grave: è da maglia nera nell’area del Consiglio d’Europa, secondo i dati della Commissione europea per l’efficienza della giustizia. Perché un giudizio di primo grado, civile o penale, venga concluso è necessario, in media, un tempo tre volte superiore a quello europeo; in appello il tempo è sei volte superiore per un giudizio civile e dieci volte superiore per un giudizio penale; in Cassazione è nove volte superiore per un giudizio civile e due volte superiore per un giudizio penale. Se questi sono i dati, si può dire che la giustizia non abbia bisogno di una riforma profonda?
2) L’opera della ministra Marta Cartabia.
Ha avviato e realizzato la creazione dell’ufficio per il processo, ha avviato, con due apposite deleghe, seguite dai decreti delegati, la riforma dei processi civili e penali, ha affrontato la questione della separazione delle carriere, delle porte girevoli tra politica e magistratura, dell’ordinamento giudiziario e dell’elezione del CSM. Si è discusso a lungo, animatamente e con ingiustificato allarmismo, nei giorni scorsi, della questione dell’ampliamento dei processi a querela di parte per i reati minori. E si è rilevato che non dovevano esservi inclusi i reati contro la persona e il patrimonio, quando aggravati dal metodo mafioso (un problema, peraltro, che già si poneva per qualsiasi reato procedibile a querela da quando esiste l’aggravante mafiosa, cioè dagli anni Novanta). Il governo in carica ha preparato un correttivo, esteso a un altro problema che addirittura esiste dal 1930 e che riguarda tutti reati procedibili a querela: non si può eseguire un arresto in flagranza se è assente o irreperibile la vittima e non può quindi essere presentata una querela. Si può negare che mai era stato fatto tanto, nella direzione giusta, in così poco tempo, e che il giudizio positivo sull’intero disegno di riforma — assai esteso — non può esser diminuito dalla correzione operata, limitata ad aspetti molto circoscritti e peraltro prevista dalla stessa legge di delega, che dava al governo il potere di correggere i decreti delegati?
3) La disciplina delle intercettazioni.
I dati del Ministero della Giustizia dicono che nel 2021 sono state 95 mila, tre volte quelle che si fanno in Francia e più di trenta volte quelle che si fanno nel Regno Unito, due Paesi che hanno ora più di 8 milioni di abitanti rispetto all’Italia (ma meno infiltrazioni mafiose di quelle del nostro Paese). Il costo annuale, in Italia, è di 200 milioni, e ogni Procura faceva fino a ieri per conto suo, tanto che un decreto interministeriale del 6 ottobre dell’anno scorso ha dovuto definire in maniera uniforme prestazioni, obblighi dei fornitori, garanzie di durata, comunicazioni amministrative, procedure di fatturazione, controlli e monitoraggio. Sulle intercettazioni la questione è se debbano essere uno strumento generale o (come oggi avviene) limitato a taluni reati particolarmente gravi; se possano essere estese a procedimenti penali o persone diverse da quelle per cui le intercettazioni sono autorizzate dal giudice; se debbano coinvolgere anche i reati connessi; se e in quali limiti debbano essere rese pubbliche. Alcuni limiti sono stati disposti due anni fa con la riforma del ministro Orlando, ma sembrano insufficienti. Lo dimostra la pubblicità data a una conversazione intercettata in Veneto qualche giorno fa, tra persone non indagate. Come si può negare che il rispetto della libertà e della vita privata delle persone richieda norme più stringenti, limitate strettamente a particolari reati, alle sole persone indagate e con rigido rispetto della riservatezza, come dispone espressamente anche la Costituzione? Tanto più che le intercettazioni non possono esser considerate mezzo esclusivo di prova e che la pubblicità che in modi diversi finiscono per avere inquina il dibattito pubblico e si presta ad usi politici diparte.
4) La giustizia nello spazio pubblico.
Rispetto all’immagine tradizionale del magistrato appartato, silenzioso, che parla con le sentenze, rispettato nella società, l’attuale immagine pubblica del magistrato (quale si evince dal comportamento di quelli più chiassosi) è molto diversa: loquace, battagliero, onnipresente, sindacalizzato, circondato da crescente sfiducia. Il pubblico ha l’impressione che la magistratura costituisca un corpo che prende parte alla politica dei partiti, quindi non imparziale: vede magistrati in servizio attivo impegnati nella preparazione delle leggi, ai vertici del corpo esecutivo della giustizia (il ministero), operanti in regioni ed enti locali con funzioni amministrative. E tutto questo mentre più di 4 milioni di controversie attendono un giudizio. Qualche volta, il magistrato-procuratore appare come un giustiziere pronto a comprimere quelle libertà di cui dovrebbe essere il difensore istituzionale. La stessa circostanza che la giustizia sia divenuta uno dei principali problemi politico-partitici segnala un’anomalia del sistema, perché dalla giustizia ci si aspetta un passo diverso rispetto a quello della politica, in quanto essa è legittimata dal diritto, non dal voto. Si ha, quindi, l’impressione che i magistrati che stanno sulla ribalta stiano facendo un danno a sé stessi, al proprio ruolo e alla categoria alla quale appartengono, perdendo autorevolezza, apparendo meno imparziali e distruggendo quell’immagine di terzietà e quel patrimonio di fiducia che la magistratura deve assolutamente conservare.
5) Che cosa è urgente fare.
Se questa è la situazione della giustizia, occorre porre rapidamente rimedio alle principali disfunzioni. L’ordine giudiziario non sarà veramente indipendente finché occuperà i vertici del ministero, perché indipendenza comporta separatezza dal potere esecutivo. In secondo luogo, una giustizia che arriva in ritardo — generando nel processo penale elevati tassi di prescrizione dei reati — è necessariamente ingiusta e quindi occorre misurare la performance e aumentare la produttività, anche attraverso la digitalizzazione su cui ha puntato la recente riforma, ciò che si può fare senza interferire con la piena indipendenza. In terzo luogo, occorre creare un archivio e un osservatorio delle migliori pratiche (che vi sono e sono facilmente identificabili), perché tutti vi si ispirino. Infine, ci si dovrebbe rendere conto che magistrati combattenti, anche negli studi televisivi e sui giornali, finiscono per essere (o per essere considerati) magistrati di parte. La Costituzione si preoccupa di assicurare l’indipendenza dell’ordine giudiziario da invasioni esterne. È accaduto il contrario: l’affermarsi di magistrati combattenti, organizzati in associazioni che ritengono l’ordine giudiziario un corpo separato dotato di autogoverno, salvo partecipare all’attività legislativa e amministrativa, e quindi scavalcare la separazione dei poteri, ha finito per creare una politicizzazione endogena del corpo.
L'articolo Il potere politico è stato “invaso” dall’ordine giudiziario proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
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