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La Polonia, nuova superpotenza militare


La Polonia, perno strategico della strategia degli Stati Uniti in Europa, mira a diventare una superpotenza militare. Varsavia ha deciso di elevare la spesa militare al 5% del Pil e di portare le forze armate a 300 mila uomini, doppiando l'esercito tedesc

di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 7 febbraio 2023 – La Polonia è in prima fila nel sostegno politico e militare all’Ucraina. Le sue pressioni sono state fondamentali per convincere i paesi europei più scettici – in primis la Germania – ad inviare a Kiev i carri armati Leopard. Centrato l’obiettivo, Varsavia perora ora la causa dell’invio nel paese invaso dei caccia F16. Nei mesi scorsi, poi, l’esecutivo polacco aveva sostenuto la richiesta ucraina di una no-fly zone imposta dalla Nato almeno sulle regioni occidentali ucraine – che avrebbe portato allo scontro militare diretto con Mosca – e poi una provocatoria “missione di pace” armata sempre dell’Alleanza Atlantica.

Varsavia, il perno della strategia Usa in Europa
La Polonia ha ampiamente sfruttato la crisi ucraina a proprio beneficio. Ha ottenuto, ad esempio, la realizzazione della Baltic Pipe, il gasdotto che da settembre trasposta il gas estratto in Norvegia fino alle sue regioni occidentali, passando dalla Danimarca. Anche il pensionamento del Nord Stream e la rottura dell’asse energetico e diplomatico tra Berlino e Mosca possono essere considerate una vittoria della diplomazia polacca, oltre naturalmente che dell’amministrazione statunitense.
La radicalizzazione dello scontro tra l’Alleanza Atlantica e la Federazione Russa e la polarizzazione militare globale innescate dall’invasione russa dell’Ucraina stanno trasformando Varsavia da paese di seconda fila dell’UE in perno centrale delle strategie della Nato, di cui il paese fa parte dal 1999.
Sembrano passati secoli da quando l’UE minacciava la Polonia di sospendere i fondi comunitari e Bruxelles bacchettava il governo ultranazionalista di Varsavia per le ripetute violazioni dello stato di diritto e gli ostacoli frapposti all’esercizio dei diritti delle donne.
Da decenni ormai la Polonia rappresenta la principale sponda delle mire egemoniche statunitensi in Europa. Washington fa leva in particolar modo sui paesi dell’Europa orientale per intralciare il progetto di una Unione Europea “superpotenza autonoma” perorato in particolare da Francia e Germania.
La recente elezione alla presidenza della Repubblica Ceca del generale in congedo Petr Pavel, ex leader del comitato militare della Nato dal 2015 al 2018, rappresenta un segnale quantomai significativo sulle tendenze in atto nei paesi dell’ex blocco socialista.
Un genuino timore di essere aggredita militarmente da Mosca, unito alla volontà di rivalsa nei confronti sia della Russia sia della Germania (colpevoli storicamente di aver smembrato il paese o di averne bloccato le mire espansioniste), in un contesto caratterizzato dal boom della russofobia e da un nazionalismo sciovinista e reazionario, hanno posizionato il paese sulla prima linea del fronte tra est e ovest.

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Biden visita le truppe Usa in Polonia

Spese militari alle stelle
La classe dirigente polacca, però, non si accontenta dell’accresciuto ruolo geopolitico del paese e punta a farne rapidamente una superpotenza militare convenzionale.
Il progetto, caldeggiato fin dal 2006 soprattutto dai nazional-conservatori di “Diritto e Giustizia” (PiS), partito della destra radicale al potere dal 2015, è stato definitivamente sdoganato e accelerato dall’inizio delle operazioni belliche in Ucraina.
Il 17 marzo 2022, neanche un mese dopo l’inizio dell’invasione, il parlamento di Varsavia ha votato all’unanimità la “legge per la difesa della patria”, che prevede il raddoppio degli effettivi delle forze armate e delle spese militari entro il 2035, con un esborso complessivo di 115 miliardi di euro.
Già nel 2022, comunque, la Polonia ha speso il 2,4% del suo Pil per il bilancio della Difesa, piazzandosi terza all’interno dell’Alleanza Atlantica dopo la Grecia (3,76%) e gli Stati Uniti (3,47%) e poco al di sopra della Lettonia (2,36%).

Si trattava però solo del primo traguardo di una corsa al riarmo assai più ambiziosa. «La guerra in Ucraina ci fa armare ancora più velocemente. Ecco perché quest’anno faremo uno sforzo senza precedenti: il 4% del Pil per l’esercito polacco» ha annunciato il premier Mateusz Morawiecki in una conferenza stampa realizzata il 30 gennaio. Quest’anno, per sostenere l’espansione e l’ammodernamento delle proprie forze armate, Varsavia intende spendere quasi 29 miliardi. Una cifra spropositata per un paese di appena 38 milioni di abitanti, ma che potrebbe crescere ulteriormente visto che il governo intende portare la spesa militare al 5% della sua ricchezza nazionale.

Il pieno di armi da Usa e Sud Corea
L’obiettivo principale è, innanzitutto, sostituire gli arsenali dell’epoca sovietica (in parte già ceduti all’Ucraina) con armi e mezzi d’avanguardia. In prospettiva, però, Varsavia mira a dotarsi di un esercito possente, superiore anche a quello della vicina Germania, che pure lo scorso anno ha stanziato 100 miliardi per modernizzare una Bundeswehr assai malmessa.
Così, Varsavia nell’ultimo anno ha firmato una sfilza di contratti d’acquisto di mezzi e attrezzature, principalmente dagli Stati Uniti e dalla Corea del Sud, snobbando quasi del tutto l’industria militare europea a parte qualche elicottero commissionato all’italiana Leonardo.
La primavera scorsa, Varsavia ha firmato un accordo da 5 miliardi per l’acquisto di 250 carri armati statunitensi Abrams e recentemente ne ha richiesti altri 116. Inoltre da Washington la Polonia otterrà 32 caccia F-35 (4,6 miliardi) per sostituire gli ormai obsoleti F-16. Per rafforzare il proprio sistema antimissilistico, inoltre, dal marzo scorso il paese ha ordinato un consistente stock di missili Patriot e ben 500 missili HIMARS.
La Polonia ha anche firmato un contratto da 12 miliardi con aziende sudcoreane per la fornitura di 580 carri armati Hyundai Rotem K2 Black Panther (che entro la fine del decennio intende portare a 1000), 700 obici Hanwha Defense, 50 caccia FA-50 e 288 lanciarazzi multipli K239.
Inoltre, Varsavia ha deciso di acquistare un certo numero di droni da bombardamento Bayraktar dalla Turchia ed ha pattuito la presenza permanente del V Corpo d’Armata statunitense sul proprio territorio.
Come se non bastasse, politici e generali polacchi continuano a chiedere a Washington di piazzare alcuni missili a testata nucleare nelle basi della Nato esistenti nel paese.

“L’esercito più grande d’Europa”
Oltre a fare il pieno di armi, Varsavia intende aumentare gli effettivi dell’esercito fino a raggiungere almeno le 300 mila unità entro il 2030, dotandosi così di una forza armata quasi doppia rispetto a quella della Germania, paese che però possiede più del doppio della popolazione. Attualmente l’esercito della Polonia può contare su 150 mila membri, più i 30 mila (che dovrebbero diventare 50 mila) inquadrati nella Forza Territoriale di Difesa (OTK), un corpo istituito nel 2017 e composto da volontari che periodicamente si addestrano all’uso delle armi e alle tattiche militari. Se il paese riuscirà a trasformare in realtà gli obiettivi fissati dal Ministro della Difesa Mariusz Blaszczak, la Polonia – il cui Pil nel 2022 è cresciuto del 4,9% – potrà contare sul «più grande esercito di terra del continente europeo».
«Ogni centimetro della nostra terra è santificato dal sangue polacco. Le prossime generazioni devono avere una Polonia sicura. Per raggiungere questo obiettivo c’è bisogno di un esercito forte» ha chiarito il premier Morawiecki.

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Marcia dell’estrema destra in occasione del Giorno dell’Indipendenza

I muri con Russia e Bielorussia
Il governo del PiS ha anche deciso di costruire un muro al confine con l’exclave russa di Kaliningrad. I lavori dovrebbero iniziare già nel mese di marzo. La barriera, della lunghezza prevista di 210 chilometri, sarà composta da tre recinzioni parallele di filo spinato alte 2,5 metri e includerà anche numerosi sensori e telecamere. Per giustificare la decisione, Varsavia ha addotto la necessità di bloccare i flussi migratori illegali; per lo stesso motivo la Polonia ha già realizzato nei mesi scorsi un’analoga barriera al confine con la Bielorussia, accompagnata da una “zona interdetta” larga 3 chilometri poi ridotta a 200 metri.

Censura e carcere per i giornalisti non in linea
Non stupisce, in questo clima da crociata bellicista, che nel paese si moltiplichino gli episodi di censura e di repressione.
La scorsa settimana l’emittente statale TVP ha licenziato in tronco Magdalena Wolinska-Riedi, la sua corrispondente da Roma dal 2015, per aver pubblicato dei tweet non in linea con l’ideologia ufficiale ormai imposta dal partito dei fratelli Kaczynski e da un’opinione pubblica sempre più sciovinista. In uno, pubblicato in occasione della Giornata della Memoria, la giornalista aveva scritto «È necessario trasmettere alle giovani generazioni la conoscenza delle profondità dell’inferno che i nazisti hanno preparato per il mondo». Molti lettori hanno protestato perché la corrispondente non ha utilizzato il termine “tedeschi” riferendosi ai nazisti, sottintendendo che la responsabilità del massacro sia da attribuire anche ai polacchi. Replicando alle critiche, Wolinska-Riedi ha aggiunto: «I russi di oggi sono responsabili della guerra in Ucraina o lo sono Putin e i suoi uomini? Quindi stigmatizziamo l’intera nazione russa per la follia di Putin. Probabilmente solo noi polacchi, che abbiamo succhiato l’odio con il latte materno, possiamo interpretare le cose in questo modo».
«Nella Tvp non c’è posto per le parole che attaccano l’interesse nazionale polacco. Tvp non si identifica con dichiarazioni che fanno parte della propaganda russa» ha incredibilmente sostenuto la direzione del canale televisivo, annunciando il benservito.
Nel frattempo rimane rinchiuso in un carcere di massima sicurezza polacco il giornalista spagnolo Pablo Gonzalez arrestato nel febbraio del 2022 dai servizi segreti di Varsavia mentre si trovava al confine con l’Ucraina per documentare l’arrivo dei profughi in fuga dalla guerra per conto di alcuni quotidiani e di un’emittente televisiva spagnola. Nato a Mosca nel 1982 da figli di due antifascisti baschi che ripararono in Unione Sovietica dopo la vittoria dei franchisti, Gonzalez è accusato dalle autorità polacche di essere una spia russa. Un gran numero di giuristi, giornalisti ed intellettuali iberici ha chiesto la sua liberazione vista anche l’assoluta mancanza di prove a sostegno dell’accusa, ma finora Varsavia ha risposto picche, confortata dallo scarso interesse per la vicenda dimostrato dal governo spagnolo. – Pagine Esteri

5272628* Marco Santopadre, giornalista e scrittore, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.

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PODCAST ECUADOR. I candidati della destra perdono le roccaforti, vince la Revolución Ciudadana


Il presidente Lasso esce sconfitto dal referendum e dalle elezioni. Vince il partito dell'ex presidente Correa insieme a quello del movimento indigeno L'articolo PODCAST ECUADOR. I candidati della destra perdono le roccaforti, vince la Revolución Ciudada

di Eliana Riva –

Pagine Esteri, 7 febbraio 2023 – Da Quito, Ecuador, Davide Matrone ci aggiorna sui risultati del referendum e delle elezioni comunali, regionali, quelle per il rinnovo dei membri del Consiglio di Partecipazione Cittadina e Controllo Sociale. Il governo Lasso ne esce con le ossa rotte, vince le Revolución Ciudadana, il partito dell’ex presidente Rafael Correa, che conquista 9 regioni e il Pachakutik, il partito di sinistra del Movimento Indigeno.
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‘Ungherizzare’ l’Italia, l’obiettivo di Giorgia Meloni


Si cerca sempre e sempre più spesso, di dipingere questo Governo, come una consorteria di sostanziali incapaci un po’ bambinoni irrequieti, guidati però da una signora, a sua volta poco capace, ma ‘intelligente’. Che, sempre nel giudizio comune, fa continue marce indietro. Orbene, al di là del fatto che, fossi io la Meloni, sentirmi definire […]

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appello di EUROPE FOR PEACE L’invasione russa in Ucraina iniziò il 24 Febbraio 2022. Una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internaz


Grande competizione in Siberia


L’altro lato della guerra in Ucraina è la continuazione della battaglia tra Russia e Stati Uniti per mantenere o catturare la Siberia. Washington è consapevole del fatto che la Siberia e le sue risorse possono garantire la leadership degli Stati Uniti nel mondo per i prossimi cento anni. La Russia sta anche cercando di garantire […]

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Etiopia, L’Alto Commissario delle Nazioni Unite Filippo Grandi visita gli sfollati a Mekelle, Tigray


L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi si è recato questa settimana nella regione del Tigray in Etiopia per incontrare le famiglie…

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi si è recato questa settimana nella regione del Tigray in Etiopia per incontrare le famiglie sfollate a causa del conflitto.

Dal suo arrivo in Etiopia il 5 febbraio, Grandi ha anche incontrato il presidente dell’Etiopia e i rifugiati eritrei nel campo di Alemwach ad Amhara.

I rifugiati eritrei in Etiopia hanno subito attacchi mirati negli ultimi due anni di guerra. A dicembre, l’UNHCR ha collaborato con i partner per trasferire 7.000 rifugiati eritrei dal Tigray occidentale ad Alemwach.

Sebbene l’accesso agli aiuti al Tigray sia migliorato da quando a novembre è stato firmato un accordo di pace tra il governo federale e le forze del Tigray, le risorse rimangono limitate rispetto alle necessità, secondo un rapporto delle Nazioni Unite.

Grandi ha affermato attraverso una dichiarazione rilasciata su Twitter che l’accordo di pace ha consentito alle agenzie umanitarie di fornire maggiori aiuti nelle aree dell’Etiopia settentrionale colpite dal conflitto.

Dall’accordo, il governo federale ha ripristinato i servizi di base e gli aiuti umanitari nella regione. Come parte dell’accordo, i combattenti del Tigray hanno consegnato armi pesanti al governo federale, mentre le forze speciali di Amhara hanno lasciato la regione del Tigray. Il 3 febbraio, il primo ministro Abiy Ahmed ha incontrato per la prima volta i leader del TPLF per discutere l’attuazione dell’accordo di pace.


FONTE: voanews.com/a/un-high-commissi…


tommasin.org/blog/2023-02-07/e…



Le scuole residenziali cinesi separano un milione di bambini tibetani dalle loro famiglie, afferma l'ONU


Le scuole residenziali cinesi separano un milione di bambini tibetani dalle loro famiglie, afferma l'ONU

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Questa la dichiarazione congiunta di Fernand de Varennes, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle questioni delle minoranze; Farida Shaheed, relatrice speciale sul diritto all'istruzione; e Alexandra Xanthaki, relatrice speciale nel campo dei diritti culturali.

"Il sistema scolastico residenziale per bambini tibetani sembra agire come un programma obbligatorio su larga scala inteso ad assimilare i tibetani nella cultura a maggioranza Han, contrariamente agli standard internazionali sui diritti umani"

L'articolo completo di Charlie Campbell è stato pubblicato sul Time

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di Marina Boscaino - Verso la secessione dei ricchi?: questo il titolo di un notissimo saggio del prof. Gianfranco Viesti che – nel 2019 – apriva strada

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Rifondazione Comunista condivide la protesta delle associazioni ambientaliste e di salvaguardia del patrimonio storico e paesaggistico contro la legge regionale

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RIFONDAZIONE COMUNISTA CHIEDE LO STRALCIO DELL’INTESA TRA LA MULTIUTILITY DEL NORD-OVEST IREN E L’ISRAELIANA MEKOROT: NON SI FACCIANO AFFARI CON CHI PRATICA L’APARTHEID IDRICO


Gianluca Schiavon* Il diritto penale, sostanziale e processuale, è stato alimentato da decennali emergenze o presunte tali, costruite da campagne mediatiche r

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Etiopia, palazzo faraonico per il Premier Abiy Ahmed, preso da manie di grandezza


Laghi artificiali, zoo, ville di lusso… Gli impulsi edilizi del leader etiope sono sproporzionati. Il Progetto Chaka, sulle alture di Addis Abeba, prenderà un’area di…

Laghi artificiali, zoo, ville di lusso… Gli impulsi edilizi del leader etiope sono sproporzionati. Il Progetto Chaka, sulle alture di Addis Abeba, prenderà un’area di 503 ettari nella foresta di Yeka.

Soldati federali fanno la guardia lungo la strada appena asfaltata che attraversa, per una trentina di chilometri, la foresta di Yeka, alla periferia di Addis Abeba. In questi boschi che sovrastano la capitale etiope sta emergendo un cantiere faraonico. Il primo ministro, Abiy Ahmed, ha deciso di costruirvi, con tutta discrezione, un gigantesco complesso. Si intravedono le fondamenta dietro i prefabbricati blu di un’impresa edile cinese che si ergono nel fango, su una collina solitamente frequentata da fondisti di giorno e da iene di notte.

Il Progetto Chaka rispecchia le ambizioni del capo del governo etiope: sproporzionato. Su un’area di 503 ettari dovrebbe comprendere un palazzo che dovrebbe ospitare il presidente del Consiglio, ma anche tre laghi artificiali, uno zoo, una cascata e un progetto immobiliare di ville di lusso. Lo stesso Abiy Ahmed lo ha riconosciuto davanti al Parlamento il 15 novembre 2022:

“Abbiamo sentito in città che il Primo Ministro sta costruendo un palazzo per la somma di 49 miliardi di birr [circa 850 milioni di euro] , mentre ‘Veramente sarà di circa 400 miliardi o 500 miliardi di birr. A titolo di paragone, la costruzione del “palazzo dalle mille stanze”, inaugurato nel 2014 dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ad Ankara,era costato 491 milioni di euro.

Prezzo colossale


Ma il Premio Nobel per la Pace 2019 non intende frenare il suo slancio costruttivo.

“Non sono venuto in Parlamento con l’intenzione di chiedervi soldi per costruirlo “, ha detto ai parlamentari.

Il finanziamento del progetto dipenderà da fondi privati. Secondo diversi funzionari del municipio di Addis Abeba che hanno parlato in condizione di anonimato, il costo totale del progetto Chaka potrebbe raggiungere circa 800 miliardi di birr (13,8 miliardi di euro), una somma approssimativamente equivalente al budget annuale etiope. Secondo queste stesse fonti, gli Emirati Arabi Uniti, stretti alleati di Abiy Ahmed, finanzierebbero gran parte del palazzo. L’entourage del leader etiope conta anche sulle ricadute economiche dei vari progetti immobiliari per assicurarne la fattibilità.

Non è la prima volta che il Presidente del Consiglio aggira in questo modo il Parlamento. Per i suoi precedenti progetti infrastrutturali, ha più volte fatto appello a ricchi etiopi della sua cerchia o della diaspora, raccogliendo miliardi di birr in occasione di cene di gala chiamate “Dine for Ethiopia”. Dal 2018, l’uomo forte di Addis Abeba ha intrapreso, con grandi spese, una serie di vistosi progetti destinati ad abbellire la capitale: ammodernamento della centrale piazza Meskel, conversione del palazzo dell’imperatore Haile Selassie in un museo, creazione di numerosi parchi, biblioteche e musei…

Oggi il nuovo palazzo è diventato “la sua principale preoccupazione”, confida un dirigente del Partito della Prosperità (Prosperity Party), la formazione del Primo Ministro. Abiy Ahmed visita spesso i locali, situati a meno di 5 chilometri dal suo attuale ufficio. Ma il sontuoso palazzo in costruzione non è per tutti i gusti. Oltre al suo prezzo colossale, il sito porta al disboscamento di parte del sito di Yeka e all’esproprio di migliaia di famiglie che vivono sulle alture della capitale.

Il municipio ha già raso al suolo diverse case di persone che non potevano provare il loro titolo di proprietà. Da quando ha ricevuto una visita inaspettata dai funzionari della città, una madre che desidera rimanere anonima dice di aver vissuto nella paura dello sfratto, si lamenta davanti ai suoi tre figli.

“Quando abbiamo chiesto loro specificamente perché dovevamo lasciare la nostra terra, ci hanno esortato ad accettare gli ordini del governo, rifiutandosi di darci dettagli sul sito in costruzione ”.

Economia sull’orlo del collasso


Uno dei suoi vicini è stato arrestato per aver protestato un po’ troppo forte contro le nuove linee guida.

“Mi hanno accusato di essere un criminale perché mi oppongo a un progetto governativo.

L’unico scopo di questo progetto è quello di compiacere il Primo Ministro, che vuole stabilire attorno a sé un’immagine simile a quella degli imperatori etiopi nonostante tutti i problemi che il Paese sta attraversando.”


Lodato per le sue riforme liberali quando è salito al potere nel 2018, Abiy Ahmed deve ora fare i conti con un’economia sull’orlo del collasso. Il Paese è uscito incruento dalla guerra che ha opposto, dal 2020 al 2022, le forze federali e i loro alleati ai ribelli del Tigray, nel nord, provocando oltre 600.000 vittime, secondo l’Unione Africana. L’inflazione galoppante, spinta dall’aumento dei prezzi alimentari, ha superato il 30% in media annua nel 2022. L’agenzia Fitch Ratings ha rivisto al ribasso il rating a lungo termine dell’Etiopia all’inizio di gennaio a causa di un “significativo rischio di default del debito” .

Le autorità stimano in 20 miliardi di dollari (18,6 miliardi di euro) il costo della ricostruzione nel nord del Paese.

“In uno scenario senza guerra civile e senza pandemia di coronavirus, un progetto del genere avrebbe potuto convincere i più scettici. Ma per come stanno le cose, le ambizioni narcisistiche del primo ministro non sono accettabili , ha detto uno studioso etiope in condizione di anonimato. (…) [Abiy Ahmed] crede di poter cambiare l’Etiopia attraverso la costruzione di monumenti moderni. Pensa che puoi cambiare la mentalità di una popolazione cambiando il suo ambiente fisico. In verità, vivere ad Addis Abeba è diventato più costoso a causa dei suoi piani.”


FONTE: lemonde.fr/afrique/article/202…


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Si è appena conclusa la ventesima edizione del Safer Internet Day. Come molti di coloro che erano presenti oggi, ho avuto la fortuna e il privilegio di partecipare a decine di incontri come questo, nella più parte dei casi organizzati e promossi da Telefono Azzurro e dall’instancabile lavoro di Ernesto Caffo. Ma ho la sfortuna...


In occasione del Safer Internet Day è stato presentato il concorso di idee “Online: on life”, rivolto a tutte le scuole di ogni grado.


Regionalismo scombiccherato


Da giorni si sta parlando del nulla. Ci si accapiglia scompostamente sul 41 bis dell’ordinamento penitenziario avendo l’unanimità nel mantenerlo e zero proposte su come modificarlo per renderlo civile. Sotto lo schiumare delle polemiche restano le faccend

Da giorni si sta parlando del nulla. Ci si accapiglia scompostamente sul 41 bis dell’ordinamento penitenziario avendo l’unanimità nel mantenerlo e zero proposte su come modificarlo per renderlo civile. Sotto lo schiumare delle polemiche restano le faccende di sostanza, come la quella del regionalismo differenziato, che così come è stato concepito non funzionerà mai.

Importante la voce di un costituzionalista che citiamo non perché la sua firma ha onorato La Ragione, ma perché è stato capo di gabinetto in questo governo, proprio sul fronte delle riforme istituzionali. Tutto si può dire di Alfonso Celotto, ma non che sia pregiudizialmente ostile al governo. Dice Celotto: <<Il rischio maggiore è la confusione. Serve un chiarimento su chi ha la competenza nei diversi settori. E questa riforma non chiarisce affatto. Andiamo verso il federalismo? Allora c’è bisogno di un intervento sulla Costituzione. In caso contrario, rischiamo di incappare in una serie di conflitti fra Stato e Regioni. In pratica, di complicare ancor più la situazione a livello burocratico>>.

Quel che sottolinea è logicamente e giuridicamente insuperabile e solo a causa di una politica fatta di slogan e inutili contrapposizioni non è politicamente centrale. In materia di regionalismo non ci sono schieramenti esenti da colpe, il che dovrebbe indurre a creare un dialogo istituzionale per uscire dal pasticcio combinato dalla sinistra nel 2001. Invece è ripartita una corsa fra estremismi. ScassaStato.

La Ragione

L'articolo Regionalismo scombiccherato proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Lo Scisma della Chiesa Ortodossa Etiope Tewahedo – EOTC in Oromia


Contesto Giovedì 26 gennaio 2023 il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Etiope (EOTC) ha scomunicato tre arcivescovi separatisti e 25 episcopati nominati accusandoli di essere…

Contesto


Giovedì 26 gennaio 2023 il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Etiope (EOTC) ha scomunicato tre arcivescovi separatisti e 25 episcopati nominati accusandoli di essere coinvolti in “unzioni illegali” all’insaputa della chiesa.

Sabato 28 gennaio, i tre arcivescovi e il 25 episcopato hanno scomunicato 12 arcivescovi dei membri del Santo Sinodo EOTC come contromisura, seguiti dall’invio nel fine settimana dei vescovi alle loro diocesi assegnate.

L’evento che ha portato a quella che ora è potenzialmente diventata una scissione dell’EOTC è avvenuto presso la Haro Beale Wold Church nella città di Woliso, nella zona sud-occidentale della Shoa nello stato regionale di Oromia, il 22 gennaio, dove Sua Santità Abune Sawiros (PhD), L’arcivescovo della diocesi di South West Shoa, insieme ad altri due arcivescovi, ha nominato 26 vescovi: 17 vescovi per le diocesi situate nella regione dell’Oromia e 9 vescovi per le diocesi al di fuori dell’Oromia senza il coinvolgimento del Santo Sinodo, creando un diffuso shock e rabbia tra molti di seguaci della chiesa.

Sua Santità Abune Sawiros ha spiegato che la decisione di nominare il 26° episcopato è stata presa per risolvere problemi di lunga data all’interno della chiesa per non aver servito i credenti nelle loro lingue native e distaccati dalla loro cultura, il che ha provocato la perdita di milioni di credenti negli ultimi anni, in particolare in Oromia e nella regione meridionale.

Tuttavia, la nomina è stata definita “illegale” da Sua Santità Abune Mathias I, Patriarca della Chiesa ortodossa etiope Tewahedo (EOTC) che ha convocato una riunione di emergenza per affrontare l’evento che ha definito “un grande evento che ha preso di mira la Chiesa”

Lo scisma ha provocato vittime a Shashemene, Oromia


Tre persone sono state uccise sabato 4 febbraio 2023 in attacchi contro una chiesa nel sud dell’Etiopia, secondo quanto riferito da un media religioso. Le uccisioni sono avvenute per mano delle forze dell’ordine regionali su alcuni civili chiamati a raccolta dal suono delle campane a Shashemene.

Le violenze sono scoppiate sullo sfondo delle tensioni nell’antica chiesa ortodossa etiope Tewahedo dopo che i vescovi ribelli hanno creato il proprio sinodo in Oromia, la regione più popolosa dell’Etiopia.

Abune Henok, arcivescovo della diocesi di Addis Abeba, ha descritto gli incidenti nella città oromo di Shashamene come “vergognosi e strazianti”, secondo il Tewahedo Media Center (TMC), affiliato alla Chiesa.

Il TMC ha dichiarato che 2 giovani cristiani ortodossi sono stati uccisi e altre 4 persone ferite, quando le forze speciali di Oromia hanno attaccato la chiesa di Shashamene, che si trova a circa 250 chilometri a sud di Addis Abeba.

Successivamente ha detto che c’era stato un fuoco di cecchino sulla chiesa dai grattacieli vicini che aveva ucciso 1 donna e ferito altri civili.

Sempre secondo TMC, Abune Henok ha invitato le autorità di Oromia, la più grande regione dell’Etiopia, a fermare la “persecuzione” dei cristiani ortodossi, secondo il TMC.

Una dichiarazione rilasciata dal Santo Sinodo ha successivamente esortato il clero e i fedeli a vestirsi di nero in segno di protesta e ha chiesto manifestazioni pacifiche nelle chiese in patria e all’estero il 12 febbraio.

Lo scisma, dichiarazioni ed appelli


La Chiesa ortodossa etiopica, una delle più antiche del mondo e che rappresenta circa il 40 per cento dei 115 milioni di abitanti del Paese, è sotto attacco e minacciata dopo il scisma del clero ribelle il mese scorso.

I leader ortodossi si sono lamentati a lungo della persecuzione religiosa, compreso l’incendio di chiese diversi anni fa, e le relazioni con il governo sono state tese in passato, anche a causa del conflitto nel Tigray.

Venerdì il Consiglio ecumenico delle chiese ha rilasciato una dichiarazione esprimendo “profonda preoccupazione” per gli sviluppi nell’istituzione etiope.

“Chiediamo a tutti i leader politici in Etiopia di sostenere la Chiesa ortodossa etiope Tewahedo nei suoi sforzi per raggiungere l’unità e la pace tra i suoi membri”, ha detto il segretario generale del World Council of Churches (WCC) Jerry Pillay.

La Chiesa, guidata da un decennio dal patriarca Abune Mathias, che ha dichiarato illegale il sinodo scissionista e ha scomunicato i vescovi coinvolti, ha anche accusato il governo del primo ministro Abiy Ahmed di interferire nei suoi affari e di aver fatto commenti che hanno effettivamente riconosciuto il “gruppo illegittimo”.

Lo scisma politicizzato della EOTC e la posizione del Premier etiope Abiy Ahmed Ali


Addis Standard // Rivolgendosi ai membri del gabinetto convocati per una valutazione semestrale delle prestazioni dei ministeri del governo, il primo ministro Abiy Ahmed ha rotto il silenzio con un’osservazione sulla controversia in corso all’interno della Chiesa ortodossa etiope Tewahedo (EOTC) e ha invitato i leader del Chiesa per risolvere le loro divergenze attraverso il dialogo e la discussione. Ha anche difeso l’esperienza del suo governo nell’aiutare la Chiesa di fronte alle crescenti critiche, anche da parte del partito Ezema (Ethiopian Citizens for Social Justice), sui ruoli svolti dal partito al governo per dividere la chiesa aiutando gli arcivescovi separatisti.

NOTA: “Il partito EZEMA (Ethiopian Citizens for Social Justice) si è da sempre contraddistinto per una marcata opposizione al principio della cittadinanza etnica.” Luca Puddu

L’osservazione del primo ministro è arrivata tra le crescenti critiche secondo cui il suo governo si sta schierando con gli arcivescovi separatisti e le forze di sicurezza stanno detenendo e facendo pressioni sui leader religiosi che sono contrari agli arcivescovi separatisti.

In un video pubblicato martedì 1 febbraio 2023 sulla sua pagina Facebook, il primo ministro Abiy ha affermato che le istituzioni religiose dovrebbero ripulirsi da “politica, furti e razzismo”, che secondo lui sono contrari ai principi e ai valori dei religiosi. Ma la tendenza è stata più volte testimoniata nel caso etiope, ha detto, lasciando una scia di “rottura della storia, ostacolo allo sviluppo e danno alla convivenza sociale”.

Il primo ministro Abiy ha paragonato il suo governo a quelli del passato, nello specifico il Derg, che ha detto di aver “ucciso”, e l’EPRDF, che ha detto di aver “espulso” con una lettera, i rispettivi Patriarchi della Chiesa.

Il premier etiope ha accreditato il suo governo in carica guidato dal Partito della Prosperità come uno che ha sostenuto la Chiesa a differenza dei regimi precedenti menzionando il coinvolgimento del governo nel portare il defunto Abune Merkorios, il 4° Patriarca della Chiesa, dopo 27 anni di esilio. Il Patriarca è stato deposto durante i primi giorni del governo EPRDF (coalizione con a capo il TPLF – Tigray People’s Liberation Front) in quella che è ampiamente ritenuta dai fedeli una decisione politicamente motivata, che ha portato all’esilio del defunto Abune Merkorios che aveva istituito un Sinodo separato negli Stati Uniti, dividendo di fatto la Chiesa fino a quando il Sinodo in esilio non si è riunito dopo che il defunto Abune Merkorios e i suoi membri del Sinodo sono arrivati ​​ad Addis Abeba il 1° agosto 2018.

Nella sua osservazione il Primo Ministro ha riconosciuto al suo governo di aver compiuto. “Quello che abbiamo fatto è stato cercare di riconciliare e unire i due”, ha detto, aggiungendo che questa è stata una delle “differenze fondamentali” del suo governo con i governi del passato. “Questa non è una questione ordinaria.”

Confutando ulteriormente le crescenti affermazioni secondo cui il suo governo stava svolgendo un ruolo nell’attuale controversia tra i due gruppi della chiesa, ha continuato a calcolare il numero di edifici e le dimensioni del terreno che il suo governo ha messo a disposizione della Chiesa; ha detto che il suo governo ha facilitato la restituzione alla Chiesa di due edifici confiscati dai regimi precedenti, e ha “concesso” solo negli ultimi quattro anni la dimensione di 1.045.000 metri quadrati di terreno nella capitale Addis Abeba, “tre volte di più ” di quanto il suo governo abbia “concesso” ad altre importanti istituzioni religiose tra cui denominatori islamici, cattolici ed evangelici messi insieme, che secondo lui erano circa 350.000 metri quadrati di terra.

Pur difendendo il suo governo dalle accuse, il primo ministro Abiy ha anche ammesso che il governo ha inviato mediatori per consigliare ai leader dell’EOTC di discutere e risolvere con calma le questioni, che ha detto essere state respinte.

Il Premier ha riflettuto sulle denunce che hanno avanzato gli arcivescovi separatisti in fatto di discriminazione di lunga data sulle nomine dei vescovi e sui problemi relativi all’ottenimento di servizi religiosi nella propria lingua come cause principali dei disaccordi in corso: il PM ha affermato che il suo governo non può fermare le richieste della gente da ottenere risposta.

“Potrebbe non essere possibile nominare cento vescovi dall’oggi al domani per l’Oromia, ma in un periodo più lungo, e ascoltando le richieste della gente, è possibile risolvere la questione, in modo che tali questioni di lingua, razza, politica ecc. non possano distruggere un grande istituzione come questa”


Ha aggiunto:

“È possibile risolverlo senza sopprimere il diritto e la richiesta delle persone di usare la propria lingua”


Il primo ministro Abiy ha anche rimarcato la decisione presa lo scorso anno dai membri della Chiesa della regione del Tigray di prendere le distanze dal Santo Sinodo di Addis Abeba e istituire il Patriarcato della Chiesa ortodossa del Tigray per il silenzio di quest’ultimo sull’uccisione di sacerdoti e la distruzione di chiese nel Guerra del Tigray; ha detto che nessuno si era opposto alla decisione.


NOTA: i vescovi ortodossi uccisi in Tigray

Di seguito è riportato un elenco di sacerdoti e diaconi tigrini uccisi in Tigray durante la guerra genocida.

Si noti che il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa di Tewahedo in Etiopia non ha rilasciato una sola dichiarazione su questi martiri fino ad oggi. Al contrario, oltre una dozzina di membri del Sinodo (nella foto allegata) hanno lavorato per minare gli sforzi degli USA per fermare la guerra, alcuni predicando apertamente per la sua continuazione.

Questo crimine rimarrà parte della dolorosa ferita sul corpo della popolazione del Tigray che ancora oggi lotta per riavere i servizi di base ed avere giustizia per le centinaia di migliaia di vittime causate dalla guerra genocida in più di 2 anni.
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Le osservazioni del Primo Ministro, tuttavia, potrebbero non adattarsi bene al Santo Sinodo dopo che domenica 29 gennaio, Sua Santità Abune Mathias I, Patriarca della Chiesa ortodossa etiope di Tewahedo (EOTC), il Santo Sinodo principale ha esortato il governo e la popolazione in generale ad aiutare assicurando il rispetto del dogma e del canone della “storica Chiesa ortodossa etiope di Tewahedo”, e ha chiesto cautela e protezione da parte delle forze di sicurezza per evitare che “il sangue di cristiani innocenti” venga versato.

In quello che sembra essere l’esatto contrario, il primo ministro Abiy ha affermato che “non c’è nessun gruppo che sosteniamo o ci opponiamo, entrambi i gruppi sono ortodossi, ed entrambi hanno rivendicazioni e proprie verità”.

Il PM Abiy avvertito che le conseguenze possono essere disastrose per entrambi i gruppi e per il Paese in generale se non riescono a risolvere la questione con la discussione e con uno spirito calmo, aggiungendo che ci sono forze che vogliono intervenire e utilizzare l’agenda per i propri interessi. Ha anche avvertito i membri del suo gabinetto di non intervenire in alcun modo.

Il video della negazione dell’intervento del governo da parte del Primo Ministro è stato diffuso poche ore dopo che il partito Ethiopian Citizens for Social Justice (Ezema) ha rilasciato un comunicato in cui accusava il governo di ingerenza nella vicenda ed esprimeva “preoccupazione” per “misure che le forze di sicurezza stanno prendendo.”

“Sono stati rilevati diversi interventi del governo” ha detto il partito, senza rivelare la natura degli interventi, e ha invitato il governo ad astenersi dai suoi atti. Il partito ha anche chiesto al governo di prendere misure contro individui e gruppi con un’agenda politica che vogliono intervenire nelle questioni interne della chiesa.


tommasin.org/blog/2023-02-07/l…



Mercoledì 8 febbraio interverrò a uno degli incontri promossi dall’Associazione protezione diritti e libertà privacy APS, nell’ambito del percorso di formazione “Ambasciatori di privacy e sicurezza informatica” rivolto a studenti delle scuole secondarie e insegnanti che ha l’obiettivo di sensibilizzare giovani e adulti, sui grandi temi della trasformazione digitale e della protezione dei dati personali....


Concorrenza, i rischi della disunità europea


Tra Stati Uniti ed Europa è colossale la posta in gioco sull’IRA, l’Inflation Reduction Act americano in vigore dal 1° marzo, almeno quanto quella sulla guerra d’Ucraina. In ballo, le nuove fondamenta verdi e digitali dell’industria del futuro. Tra meno d

Tra Stati Uniti ed Europa è colossale la posta in gioco sull’IRA, l’Inflation Reduction Act americano in vigore dal 1° marzo, almeno quanto quella sulla guerra d’Ucraina. In ballo, le nuove fondamenta verdi e digitali dell’industria del futuro. Tra meno di un mese sarà operativo il piano Usa da 369miliardi di sovvenzioni, per finanziare la corsa all’industria verde senza esclusione di colpi, compreso il drenaggio di capitali Ue. L’Europa vuole scongiurare la guerra dei sussidi, la propria deindustrializzazione, un conflitto commerciale e procurare nuovo futuro e non lenta agonia alla sua industria. Logica avrebbe quindi voluto che la missione di oggi a Washington fosse stata di statura europea o che, in formato ridotto, includesse almeno l’Italia, con una produzione manifatturiera seconda nell’Ue solo a quella tedesca. Invece a discutere con gli Stati Uniti di interessi europei collettivi davvero vitali, è andato il tandem franco-tedesco, i ministri delle Finanze Bruno Le Maire e tedesco Robert Habeck.

In fondo c’è da rallegrarsi che, malgrado i pesanti danni che rischia di infliggere all’intera industria europea, l’IRA almeno un successo europeo l’abbia ottenuto, rappezzando i cocci del dialogo in panne tra Parigi e Berlino. Sarebbe un’ottima notizia per l’Unione impegnata in un durissimo negoziato con gli Usa se non ci fosse il sospetto che, a tacitare i malumori reciproci, più che la forza del superiore interesse collettivo sia stata l’ansia di tutelare i rispettivi interessi industriali nazionali. Storie vecchie ma solo in parte. Perché il duo non gioca in casa ma a Washington: e i Trattati Ue affidano le politiche della concorrenza e commerciale a Bruxelles, non a Berlino o Parigi. Perché, peggio, da quando il codice Ue degli aiuti di Stato è stato ammorbidito con il Covid prima, la guerra ucraina poi e a breve l’IRA, Francia e Germania hanno sovvenzionato le rispettive economie e industrie con ben il 77% del totale degli aiuti autorizzati da Bruxelles.

Con l’IRA saranno ancora più soft, per la pressione franco-tedesca, le nuove regole presentate dalla Commissione che saranno discusse a 27 dal vertice di dopodomani e approvate a fine marzo. Per ora hanno l’impronta della legge del più forte, di chi ha e vuole usare la sua maggiore potenza di fuoco finanziaria a scapito di chi non ce l’ha. Ma, senza il contrappeso di un Fondo Sovrano europeo per ridurre i divari intra-Ue, andrà in pezzi il mercato unico indispensabile all’industria europea per reggere alla concorrenza di Stati Uniti e Cina. Quando si fa protezionismo in casa, che si possa poi condannare quello altrui e anche negoziarci sopra, è un esercizio spudorato che toglie credibilità all’Europa e ai suoi pesi massimi. Sarà rissa al vertice di Bruxelles, 25contro 2, un altro miracolo dell’IRA. Senza un serio riequilibrio delle regole sugli aiuti però sarà l’Europa a perdere. E non è detto che vinceranno le industrie tedesche e francesi.

Il Sole 24 Ore

L'articolo Concorrenza, i rischi della disunità europea proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



MUDHONEY, AD APRILE IL NUOVO ALBUM. CONDIVISO IL PRIMO SINGOLO


Dopo un silenzio discografico durato quattro anni (escludendo split singles e la ristampa espansa del 2021 per il trentennale di “Every good boy deserves fudge“, infatti, risale al 2019 l’ultima pubblicazione di materiale ufficiale, l’Ep “Morning in America“) tornano i Mudhoney, una delle band più iconiche del “Seattle sound” della seconda metà degli Eighties, e tra i pochi gruppi della prima ora a essere sopravvissuti al ciclone mediatico del movimento grunge.

iyezine.com/mudhoney-ad-aprile…

#musica #punk #grunge @Musica Agorà

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Sempre peggio: la Francia vorrebbe un sistema di certificazione dell'età per bloccare ai minori l'accesso ai siti web pornografici


LA FRANCIA STA PER ISTITUIRE UN SISTEMA DI CERTIFICAZIONE DELL'ETÀ PER BLOCCARE L'ACCESSO AI SITI WEB PORNOGRAFICI PER I MINORI

@Etica Digitale

Il ministro delegato al digitale, Jean-Noël Barrot, ha annunciato che la certificazione dell'età passerà attraverso un "certificato digitale" i cui dettagli tecnici non sono ancora definitivi.

La Francia imporrà un dispositivo di certificazione dell'età per bloccare l'accesso ai siti web pornografici per i minori, ha annunciato domenica 5 febbraio a Le Parisien (solo per abbonati) il ministro delegato per gli affari digitali . “ Nel 2023, è la fine dell'accesso ai siti pornografici per i nostri bambini ”, ha dichiarato al quotidiano questo membro del governo, Jean-Noël Barrot.

La certificazione dell'età deve passare attraverso un " certificato digitale " i cui dettagli tecnici non sono ancora definitivi. L'obiettivo sarà quello di preservare l'anonimato dell'utente Internet dal punto di vista dei siti web. “Gli operatori di telecomunicazioni, che conoscono l'età dei loro clienti, potrebbero per esempio essere coinvolti”, anticipa Le Parisien.

L'articolo su Le Figaro

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🌐 Ci siamo, oggi è il #SaferInternetDay!
Celebreremo questa giornata dedicata all’uso consapevole della Rete insieme alle scuole.
Seguite l’evento sul nostro canale YouTube, in diretta dalle 9.30 ▶ youtube.com/watch?v=jUDmygY9r6…



meh.


The Samsung Galaxy S23’s bloated Android build somehow uses 60GB of storage

Link: arstechnica.com/gadgets/2023/0…
Discussion: news.ycombinator.com/item?id=3…


Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
J. Alfred Prufrock
@roughnecks ahah, idem qui. Con microsd per media, le app che mi servono, quelle "duplicate" rispetto alle preinstallate non rimovibili (galleria, gestore sms) più vari esperimenti da fdroid (tra cui un utilissimo encoder/decoder di codice Morse) mi rimangono comunque 10GB liberi.
in reply to J. Alfred Prufrock

È un peccato, credo che siano bellissimi "pezzi" di tecnologia, di ottima qualità. Ma "numeri" come questi per me sono già un motivo per evitare.

60GB di software che non ho scelto io, che probabilmente non userò mai, si farà gli affari miei e non potrò rimuovere?



Czeslaw Milosz – La mia Europa


L'articolo Czeslaw Milosz – La mia Europa proviene da Fondazione Luigi Einaudi. https://www.fondazioneluigieinaudi.it/czeslaw-milosz-la-mia-europa/ https://www.fondazioneluigieinaudi.it/feed


Scuola di Liberalismo 2023 – Messina: lezione di Antonio Pileggi sul tema “I partiti politici e la ingerenza loro nella giustizia e nell’amministrazione”


Dodicesimo appuntamento della XII edizione della Scuola di Liberalismo di Messina, promossa dalla Fondazione Luigi Einaudi ed organizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Messina e con la Fondazione Bonino-Pulejo. Il corso, che tratta pr

Dodicesimo appuntamento della XII edizione della Scuola di Liberalismo di Messina, promossa dalla Fondazione Luigi Einaudi ed organizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Messina e con la Fondazione Bonino-Pulejo. Il corso, che tratta principalmente delle opere degli autori più rappresentativi del pensiero liberale, si articola in 14 lezioni, di cui 3 in presenza e 11 erogate in modalità telematica.

La dodicesima lezione si svolgerà lunedì 6 febbraio, dalle ore 17 alle ore 18.30, sulla piattaforma Zoom, e sarà tenuta dall’avv. Antonio Pileggi (già Provveditore agli Studi e Direttore generale dell’INVALSI – Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione – nonché componente del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi), che relazionerà sull’opera “I partiti politici e la ingerenza loro nella giustizia e nell’amministrazione” di Marco Minghetti, eminente statista della Destra Storica, Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia e, soprattutto, uno dei principali teorici del pensiero politico liberale. La partecipazione all’incontro è valida ai fini del riconoscimento di crediti formativi per gli avvocati iscritti all’Ordine degli Avvocati di Messina, nonché per gli studenti dell’Università di Messina.

Pippo Rao Direttore Generale Scuola di Liberalismo di Messina

Visita la pagina della Scuola di Liberalismo 2022 – Messina

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Presentazione del libro “Non diamoci del Tu – La separazione delle carriere” – 27 febbraio 2023, Napoli


27 febbraio 2023 – Società Napoletana di Storia Patria, Castel Nuovo – Via Vittorio Emanuele III, 310 – NAPOLI introduce UGO DE FLAVIIS intervengono VINCENZO DE LUCA ANTONIO LEPRE modera ANDREA CANGINI L'articolo Presentazione del libro “Non diamoci del

27 febbraio 2023 – Società Napoletana di Storia Patria, Castel Nuovo – Via Vittorio Emanuele III, 310 – NAPOLI

introduce
UGO DE FLAVIIS

intervengono
VINCENZO DE LUCA
ANTONIO LEPRE

modera
ANDREA CANGINI

L'articolo Presentazione del libro “Non diamoci del Tu – La separazione delle carriere” – 27 febbraio 2023, Napoli proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Il 7 febbraio 2023 si celebra il Safer Internet Day, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete. Il Ministero ha previsto un evento per le scuole, con l’intervento del Ministro Giuseppe Valditara, dalle 9.


Casual Boots - Casual Boots


A comporre questo ep fresco di uscita ci pensano quattro pezzi: l'agrodolce Flowers and Raindrops, la smithsiana Lost Things, la fiammata punk di Attitude (il mio brano preferito del lotto) e gli echi degli Housemartins  contenuti in Empty Room.

iyezine.com/casual-boots-casua…

#punk #musica @Musica Agorà

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Fr.#19 / Nuove frontiere del disagio


Nel frammento di oggi: La sorveglianza di massa riparte dal WC / Ministeri della verità e psy-ops / Meme e citazione del giorno.

Identificazione biometrica: cortesemente si cali le braghe


Le telecamere che ti accompagnano quando passeggi in strada ti fanno sentire al sicuro? Gli algoritmi di analisi e monitoraggio delle transazioni bancarie ti fanno compagnia ogni giorno e ti conoscono meglio di tua moglie, che non sa che sei iscritto a quella pagina OnlyFans? Ogni domenica mattina saluti i satelliti spia dell’Agenzia delle Entrate che ti guardano mentre tagli l’erba?

Ti piace Privacy Chronicles? Iscriviti o abbonati per sostenere una rivoluzione culturale fondata su privacy e libertà! Se vuoi, anche in Bitcoin (scrivimi)!

Allora tieniti forte: c’è in arrivo una grande innovazione nel campo della sorveglianza di massa che ti piacerà tantissimo. Prossimamente potrai avere la compagnia di algoritmi, governi e agenzie varie anche anche nel luogo più privato del mondo: il bagno di casa tua. L’ultima frontiera della privacy si appresta a cadere!

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Non è uno scherzo: la sorveglianza di massa riparte proprio dai nostri WC. Un team di ricercatori di Stanford e altre università ha pubblicato a giugno 2020 un paper di ricerca in cui esaminavano possibili soluzioni per creare un WC intelligente per un monitoraggio personalizzato della salute grazie all’analisi delle feci.

Il sistema, pare, avrà anche un doppio sistema di identificazione biometrica della persona: impronte digitali e pieghe anali. Le impronte digitali saranno acquisite grazie alla levetta per scaricare l’acqua, mentre le pieghe anali…beh, saranno anal-izzate grazie a una telecamera nel WC che potrà confrontare le pieghe dell’utilizzatore con quelle presenti nel database. Quindi niente paura: il sistema non confonderà i tuoi dati con quelli degli ospiti.

238286Biometric identifications using the fingerprint and the anal creases

Immagina le possibilità. Il Ministero della Salute potrebbe monitorare in tempo reale la tua salute1, conoscere esattamente le tue abitudini alimentari e quanto tempo passi in casa o in ufficio, o magari se sei incinta. Strumenti come il green pass sarebbero immediatamente obsoleti. Il WC ha rilevato del COVID nella tua cacca: oggi niente mezzi pubblici, spiace.

E poi, diciamocelo, avere un identificativo biometrico in più rispetto a viso, occhi e impronte digitali fa sempre comodo. Magari col prossimo rinnovo del passaporto ti daranno la possibilità di scegliere se usare le impronte digitali o fare un salto in bagno.

5235956Scansiona il QR Code con il tuo wallet LN o clicca qui!

Anche in UK hanno il Ministero della Verità


Dopo le ultime notizie su Twitter Files e censura Covid in USA, un rapporto di Big Brothers Watch ci informa che lo stesso è successo in UK. La storia è sempre quella: agenzie governative con il mandato di sorvegliare e censurare opinioni ritenute inappropriate (anche se vere) per manipolare l’opinione pubblica a favore della narrativa statale.

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È una buona occasione per ricordare che non esiste alcuna “lotta alla disinformazione”. L’unica lotta è per il controllo dell’informazione. È anche una buona occasione per ricordare che presto in UE entrerà in vigore una legge che ha come scopo primario la legalizzazione di questo tipo di attività di sorveglianza e censura: il Digital Services Act.

Diciamo che presto potrebbe essere una pessima idea scrivere le nostre opinioni controverse mentre siamo seduti sul WC.

Meme del giorno


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Citazione del giorno

The proper role of government is limited to the protection of individual rights, specifically, the rights to life, liberty, and property. Beyond that, government should not interfere in people's lives and the economy.

Walter Block

Leggi gli altri Frammenti!

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Chatcontrol: sorveglianza globale delle comunicazioni

Oggi parliamo di come l’Unione Europea voglia creare il peggior regime di sorveglianza di massa mai visto in occidente. Complottismo? Fantascienza? Nah, è lo scopo di una legge appena proposta dalla Commissione Europea. Dagli amici viene chiamata Chatcontrol 2.0…
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9 months ago · 2 likes · 2 comments · Matte Galt
1

Fantasia? Sì, ma mica tanto: il Decreto Capienze (DL 139/2021) a ottobre 2021 ha riformato il Codice della Privacy italiano e ha anche previsto poteri di profilazione sanitaria di massa in capo al Ministero della Salute.


privacychronicles.substack.com…



Che dispiacere!
Ci ha lasciato Franco Grobberio, l’artista dell’acquerello.
Artista poliedrico, si è fatto conoscere ed apprezzare dentro e fuori dalla Valle d'Aosta per i suoi acquerelli sospesi tra sogno e realtà
aostasera.it/rubriche/en-so…

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#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



Abilitazione: i ricercatori con maggiori abilità scientifiche e competenze interdisciplinari sono più penalizzati di quelli con profili più focalizzati. L'articolo di Riccardo Fini e @ToschiLaura


ABILITAZIONE: I RICERCATORI CON MAGGIORI ABILITÀ SCIENTIFICHE E COMPETENZE INTERDISCIPLINARI SONO PIÙ PENALIZZATI DI QUELLI CON PROFILI PIÙ FOCALIZZATI

@Scienza e innovazione

Negli ultimi anni, le più autorevoli accademie mondiali hanno promosso con fermezza gli studi interdisciplinari, considerando tale approccio fondamentale per supportare la formazione olistica dei futuri leader, nonché imprescindibile per l'avanzamento della conoscenza in ambito scientifico. Tuttavia i risultati di un recente studio* mostrano che gli accademici interdisciplinari sono fortemente penalizzati quando vengono valutati dai pari e che, maggiore è la loro autorevolezza scientifica, più severa è la penalizzazione.
Nello studio i ricercatori osservano qualcosa di ben diverso. Basandosi su 55mila curriculum presentati all'Abilitazione scientifica nazionale, un processo di valutazione recentemente introdotto per l'abilitazione a professori universitari di prima e seconda fascia in Italia, le evidenze suggeriscono come gli scienziati interdisciplinari con elevate prestazioni scientifiche abbiano meno probabilità di ricevere l'accreditamento rispetto a quelli con profili più focalizzati. Inoltre, la penalizzazione applicata ai candidati interdisciplinari dall'alta produttività scientifica è circa il 50% più elevata rispetto a quelli con un basso rendimento.

PS: articolo interessante, ma il titolo dice esattamente il contrario di ciò che sostiene l'articolo! Naturalmente, per la gioia de @Disinformatico 🤣

QUI L'ARTICOLO DEL #SOLE24ORE

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in reply to Franc Mac

NB: l'articolo è molto interessante, ma il titolo riportato dal Sole dice esattamente il contrario di ciò che sostiene l'articolo!

Per la gioia de @ildisinformatico 🤣

@scienza

Scienza e tecnologia reshared this.

in reply to macfranc

EDIT: Grazie a @paolomonella che (su twitter... 🤬😜 ) ci ha segnalato lo studio (non) citato sul Sole pubsonline.informs.org/doi/10.…

Chiederei infine agli accademici in ascolto, se riescono a trovare traccia dello studio (non citato) in questione...

cc @MariuzzoAndrea @mcp @mcastel

@macfranc@poliverso.org @ildisinformatico @scienza

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in reply to macfranc

@scienza @paolomonella Vi farà ridere ma (deformazione professionale) sono stato mezz'ora a cercare un articolo sul Sole (inteso come stella!) e non capivo che c'entrasse il link... poi finalmente ho capito che Sole era il giornale!!! 😅
Questa voce è stata modificata (2 anni fa)

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in reply to Marco Castellani

@mcastel @macfranc@poliversity.it @MariuzzoAndrea @mcp
In Italia c'è una procedura di abilitazione (ASN), necessaria per lavorare come professore universitario. L'ASN italiana svantaggia i ricercatori che fanno un lavoro interdisciplinare (e non confinato nei SSD, settori scientifico-disciplinari). Questo studio (doi.org/10.1287/orsc.2022.1610) l'ha dimostrato, questo articolo del Sole 24 Ore (ilsole24ore.com/art/la-ricerca…) lo riassume

macfranc reshared this.

in reply to Paolo Monella

@mcastel (Scusa se sono stato troppo didascalico: tu saprai benissimo cos'è l'ASN; ma forse il mio post può servire anche ad altri che non lavorano nell'ambiente universitario)
in reply to Marco Castellani

@mcastel AHAHAHA, non ci avevo pensato!

Non ti preoccupare: la richiesta riguardava la fonte primaria relativa a un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore A proposito dell'abilitazione accademica che sfavorisce i ricercatori più versati nella interdisciplinarità...

Ma @paolomonella ha già trovato lo studio in questione:
doi.org/10.1287/orsc.2022.1610

@MariuzzoAndrea @mcp @macfranc@poliverso.org @ildisinformatico @scienza

Scienza e tecnologia reshared this.

in reply to macfranc

@macfranc @paolomonella @MariuzzoAndrea @mcp Grazie, ottimo! E io intanto cercavo tracce di fisica solare in quell'articolo e non ne trovavo (non sorprendentemente, devo dire...)

Scienza e tecnologia reshared this.

Unknown parent

glitchsoc - Collegamento all'originale
macfranc

@petros inizio a pensare che i titolisti lo facciano appositamente per aggiungere caos nell'informazione italiana... Forse un giorno si scoprirà che appartengono tutti alla Setta delle Ombre di Ra's al Ghul...

@macfranc@poliverso.org @ildisinformatico @scienza

Scienza e tecnologia reshared this.



È in corso una collisione tra ammassi di galassie | Passione Astronomia

Osservati almeno tre ammassi di galassie in fase di collisione a circa 780 milioni di anni luce dalla Terra.

passioneastronomia.it/e-in-cor…

Antonino Campaniolo 👣 reshared this.



governo.it/it/articolo/attacco…

Nota pubblicata sul birdsite oggi. Primo commento? "Togliete lo #SPID". Ma cos...

#SPID
in reply to Jun Bird

@Jun Bird @roughnecks io uso due provider: poste e sielte

Poste è più "facile" finché funziona: app più friendly ecc, ma nel mio caso non c'era modo di attivare l'autenticazione con app. In teoria doveva essere unpin unico per bancoposta/spid (chiamato PosteId), ma in pratica ne ho due diversi, il che manda l'app in confusione. Ho aperto ticket e tutto, ottenendo in risposta un invito all'uff. Postale per riattivare il tutto al costo di 10€. Presagendo lo smarrimento dello sportellista alla presentazione del mio bug e volendo sfuggire all'estorsione, mi sono registrato con Sielte su consigli sotto un bel post di @quinta :ubuntu: .
App spartane ma funzionanti, finora nessuna sorpresa

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in reply to Jun Bird

@Jun Bird @roughnecks i messaggi d'errore non chiarificatori e anzi vaghi sono prerogativa dei device dei genitori, tanto per farti restare male quando vai li pensando "sarà una sciocchezza, gliela risolvo subito"



Nasce una nuova istanza di test per #Bonfire!


Interessato a testare #Bonfire e fornire un feedback? Unisciti alla nuova istanza di test Bonfire!

@Che succede nel Fediverso?

Anche il sito web del progetto è statoaggiornato affinché possa spiegare meglio il progetto 😅

Mentre il playground (una vecchia istanza di test) riguardava la sperimentazione l'UX e tutte le diverse funzionalità ed estensioni in lavorazione, la nuova istanza campgroung ha solo le estensioni core e social abilitate mentre per concentrarsi sulla loro stabilizzazione (inclusa la federazione) prima di una versione v1.0 🔥

Grazie a @ivan (aka @ivan minutillo ) per tutto il lavoro!

#bonfire feedback #bonfire

Link al post originale


Interested in testing #Bonfire and providing feedback? Join the new test instance at campground.bonfire.cafe

We also updated the website at bonfirenetworks.org which hopefully explains the project a bit better 😅

While the playground (an older test instance) was about experimenting with the UX and all the different features and extensions in the works, the campground only has the core and social extensions enabled while we focus on stabilising them (incl. federation) before a v1.0 release 🔥





Falsi miti di progresso: mercato e #meritocrazia nell’#istruzione. Convegno per i 10 anni di attività di @redazione_ROARS


FALSI MITI DI PROGRESSO: MERCATO E MERITOCRAZIA NELL’ISTRUZIONE. Convegno per i 10 anni di attività di ROARS

@Etica Digitale

Nel settembre del 2011, alcuni di noi si incontrarono in un’aula dell’Università di Milano per discutere della politica universitaria all’indomani della riforma Gelmini. Per molti di noi era la prima occasione di incontro; le strade professionali e anche i luoghi geografici di provenienza erano e sono molto diversi, come anche le prospettive di ciascuno sul problema della politica dell’istruzione e della ricerca.
A valle di quell’incontro, decidemmo di fondare questo sito, prima come contenitore per raccogliere articoli ed interventi, ma anche dati e informazioni che non era facile reperire altrove. In seguito, gradatamente e in parallelo al susseguirsi di riforme dell’Università e della Scuola, il sito ROARS è cresciuto, diventando un riferimento nazionale sul tema delle politiche dell’istruzione. Negli ultimi anni, in particolare, si è ampliato lo spazio dedicato alla scuola.
La valorizzazione del merito nella Scuola e nell’Università è una delle bussole che la politica ha dichiaratamente seguito nella progettazione e nell’attuazione di queste riforme. Chi di noi aveva letto L’ascesa della meritocrazia il libro del sociologo inglese Michael Young, scritto negli anni 50, non poteva che rimanere perplesso.
Ci è sembrato pertanto naturale, nel decennale della fondazione di questo sito, organizzare un convegno per discutere della meritocrazia e di come è stata tradotta nelle politiche dell’istruzione in Italia e all’estero.
Vi aspettiamo numerosi a Trento il 24-25 febbraio 2023.

@Scuola - Gruppo Forum

PROGRAMMA
____________
VENERDÌ 24 FEBBRAIO
Ore 14:45 – Saluti istituzionali
Prof. Paolo Carta, Preside della Facoltà di Giurisprudenza di Trento

ore 15:00 – I Sessione (in English)

MERITOCRACY, MARKET AND EDUCATION
Chairs:
Prof. Umberto Izzo, Università di Trento
Dott.ssa Giulia Balossini, Università statale di Milano

SPEAKERS (remote and/or in presence):
Prof. Michael J. Sandel, Harvard University: A Conversation on «The Tyranny of Merit»
Prof. Daniel Markovits, Yale University: A Conversation on «The Meritocracy Trap»
Prof. Mario Ricciardi, Università Statale di Milano: Meritocracy as Ideology: An Italian Perspective
Prof. Marco Santambrogio, Università di Parma e Università Vita-Salute San Raffaele di Milano: Merit and Its Enemies

DISCUSSION

____________________
ore 17:30 – II Sessione

MERITOCRAZIA, VALUTAZIONE E CAPITALE UMANO NELL’ISTRUZIONE SCOLASTICA
Presiede e modera:
Dott.ssa Daniela Palma, ENEA – Roma

RELATORI:
Prof. Christopher Tienken, Seton Hall University: L’assalto neoliberista all’insegnamento scolastico negli Stati Uniti
Prof.ssa Rossella Latempa, ROARS: 15 anni di riforme nella Scuola italiana

DISCUSSIONE

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SABATO 25 FEBBRAIO
ore 9:00 – III Sessione

UNIVERSITÀ: LE POLITICHE MERITOCRATICHE PER L’ISTRUZIONE IN ITALIA E I LORO EFFETTI
Presiedono e moderano:
Dott. Francesco Sylos Labini, Centro Ricerche Enrico Fermi, Roma
Dott.ssa Paola Galimberti, Università statale di Milano

RELATORI:
Prof.ssa Maria Chiara Pievatolo @Maria Chiara Pievatolo , Università di Pisa: Di bilance e di spade: l’autorità della valutazione
Prof. Davide Borrelli, Università Suor Orsola Benincasa, Napoli: La valutazione come teologia
Prof. Alberto Baccini, Università di Siena: 15 anni di riforme nell’Università italiana

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Ore 10:45 – Tavola rotonda conclusiva, aperta al dibattito col pubblico in presenza

COSA «MERITANO» LA SCUOLA E L’UNIVERSITÀ ITALIANA
Presiedono e moderano:
Prof. Giuseppe De Nicolao, Università di Pavia
Prof. Antonio Banfi, Università di Bergamo

PARTECIPANO (da remoto e in presenza):
Prof. Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito
Prof. Antonio Uricchio, Presidente ANVUR (invitato)
Prof. Flavio Deflorian, Rettore dell’Università di Trento
Dott. Massimiliano de Conca, FLC – Roma
Dott.ssa Virginia Magnaghi, Scuola Normale Superiore di Pisa
Dott.ssa Rosa Fioravante, Segretario Nazionale ADI
Agnese Tumicelli, Gianmarco Ruvolo, Luca Pistore, Rappresentanti degli Studenti UNITN

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Scoperte 12 nuove lune di Giove | Passione Astronomia

"Gli astronomi hanno scoperto 12 nuove lune attorno a Giove, portando il conteggio totale a un record di 92. È più di qualsiasi altro pianeta nel nostro sistema solare."

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