#laFLEalMassimo – Episodio 101: Affitti Brevi e Centri Storici in via di Estinzione
Apro l’episodio consigliando a tutti il film 20 days in Mariupol: per quanto alcune immagini siano molto forti è importante capire perché questa battaglia ha bisogno del supporto di ognuno di noi.
Venendo alle questioni del nostro paese sembrerebbe che i centri storici delle città italiane vengano percepiti come animali in via di estinzione o creature viventi da proteggere con le assurde leggi sugli affitti brevi.
Fermiamoci un attimo a pensare: a chi fa danno se uno affitta casa sua per una notte sola? Quanto sono credibili queste controfattuali elucubrazioni sulla iper-gentrificazione dei centri storici che diventano come dei parchi divertimento? Ma soprattutto, se anche fosse a chi fa danno se centro urbano evolve naturalmente da luogo di residenza a museo a disposizione di visitatori paganti?
Una volta costruivamo le città in luoghi poco accessibili e facilmente difendibili dalle invasioni, oggi preferiamo abitare in posti che siano decentemente collegati col resto del mondo, a chi interessa tutelare il castello scomodo dove non vuole abitare più nessuno?
Le culture e i bisogni delle persone cambiano e anche lo smartworking sta svuotando parzialmente centri direzionali a beneficio di periferie più comode e sostenibili, perché intervenire sui contratti di affitto redatti tra adulti consenzienti nel rispetto delle leggi?
Io credo che la libertà di ciascuno di disporre delle cose proprie sia più importante degli interessi di minoranza di residenti ricchi che non vuole turisti intorno e i politici che la pensano diversamente dovrebbero spiegarci perché l’ingerenza che loro propongono dovrebbe corrispondere con gli interessi della collettività
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Il neofeudalesimo digitale
Il medioevo viene spesso chiamato in causa per indicare un periodo buio, brutale, senza libertà, in cui le masse erano alla mercé di pochi signori e sovrani che si contendevano terre e risorse.
La vita, dicono, non doveva essere granché. Fortunatamente, oggi siamo molto più civilizzati.
Abbiamo scoperto la democrazia rappresentativa, scacciato i vili monarchi che ci affliggevano, eliminato la piaga della servitù della gleba e dimenticato i pittoreschi ordini cavallereschi, coi loro giuramenti di fedeltà ai sovrani. Ma è davvero così?
La mia impressione è che la democrazia rappresentativa e la proliferazione di strampalate idee di giustizia ed equità sociale abbiano invero creato i presupposti per la reviviscenza di un neofeudalesimo digitale globale.
All’apice della nuova piramide feudale abbiamo certamente una piccola ma poderosa elite di persone con tanti soldi e potere che usano strumenti sovranazionali conosciuti e sconosciuti per esercitare e manifestare la loro volontà.
Tra questi troviamo prima di tutto il Fondo Monetario Internazionale (IMF), strumento finanziario delle Nazioni Unite e di ultima istanza per gran parte del mondo. Poi ci sono le banche centrali, come la Federal Reserve Bank o la Banca Centrale Europea.
Infine, non bisogna dimenticare enti sovranazionali amministrativi come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le già citate Nazioni Unite (ONU) o il semisconosciuto Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale (FATF), che però ha un enorme impatto sulle nostre vite. E come dimenticare poi la nostra beneamata Unione Europea e il think-tank globalista che è il World Economic Forum?
L’insieme di persone e strutture sovranazionali compone quello che oggi potremmo definire come la testa dell’impero.
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VIDEO. Al Dar Jacir di Betlemme “Il Mare in Mezzo”: canti, musiche e danze italo-palestinesi
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della redazione
Pagine Esteri, 16 settembre 2023 – Grande successo per “Il Mare in Mezzo” a Dar Jacir a Betlemme. L’evento è nato cinque anni fa con la collaborazione e una vasta rete di ballerini e musicisti tra la Cisgiordania meridionale e il Sud Italia, insistendo sulla comune eredità mediterranea. Il programma, organizzato e guidato da Emily Jacir – un’artista ed educatrice che utilizza un’ampia gamma di media e metodologie che includono film, video, fotografia, scultura, installazione e performance – ha prodotto una varietà di risultati, tra cui spazi per la creazione, l’apprendimento e lo scambio, e altri processi di costruzione della comunità come laboratori, spettacoli, musica, canto e danza.
Hanno collaborato il coreografo Andrea De Siena, fondatore della Scuola Pizzica di San Vito che da anni tiene lezioni di danza in tutta Europa; Fabrizio Piepoli cantante, polistrumentista e produttore pugliese che insegna canto e musica tradizionale al Conservatorio di Lecce; la ballerina ed educatrice di movimento Giulia Pesole; e il coro di Betlemme ed Hebron dell’Amwaj oltre a vari artisti e musicisti palestinesi. A dare un contributo importante sono stati anche il Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme, il Centro OSUN per i diritti umani e le arti del Bard College.
GUARDA I VIDEO
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Cavo Dragone nuovo presidente del Comitato militare Nato. Tutte le sfide
Sarà l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone a prendere il posto dell’ammiraglio olandese Rob Bauer nel ruolo di presidente del Comitato militare della Nato, l’organizzazione che riunisce i capi di Stato maggiore della Difesa di tutti i Paesi alleati. In questa veste, l’ufficiale italiano sarà responsabile delle attività delle strutture militari della Nato. Il Comitato militare Nato, infatti, dirige le operazioni condotte dalle forze Alleate (attraverso l’Allied command operations), e ne redige le dottrine operative, logistiche e addestrative (grazie all’Allied command transformation).
La nomina
Per l’Italia, la nomina di Cavo Dragone rappresenta un passo importante e il segnale di un riconoscimento al ruolo che il nostro Paese svolge all’interno della Nato. L’Italia è tradizionalmente uno dei principali contributori militari della Nato, sia in termini di truppe sia di mezzi. La presenza di una figura come Cavo Dragone in una posizione apicale come appunto quella di presidente del Comitato militare potrebbe aiutare il nostro Paese nell’avanzare le proprie posizioni all’interno dell’Alleanza, accrescendone al contempo il peso specifico nelle decisioni. Il risultato è anche frutto del sostegno che la candidatura di Cavo Dragone al ruolo di presidente del Comitato militare Nato sia stata sostenuta in pieno dal governo, con l’ufficializzazione del supporto a maggio da parte del ministro degli Esteri Antonio Tajani, seguita al passo indietro di Mario Draghi al ruolo di successore di Jens Stoltenberg.
Curriculum
L’ammiraglio ha riscosso negli ultimi anni un apprezzamento trasversale e internazionale, sopratutto negli Usa. Ad aprile si è recato a Washington, dove ha incontrato i vertici del Pentagono e dove è stato intervistato dall’autorevole think tank Atlantic Council. Classe 1957, piemontese, pilota e paracadutista, Cavo Dragone è da ottobre 2021 capo di Stato maggiore della Difesa, e dovrebbe terminare il mandato a novembre 2024. Prima, dal giugno 2019, è stato capo di Stato maggiore della Marina militare. Dal 2016, ha guidato il Comando operativo di vertice interforze (l’attuale Covi), lo strumento attraverso cui la Difesa esercita il comando operativo delle Forze schierate in teatro per missioni o operazioni in tutto il globo.
Profilo operativo
L’ammiraglio Cavo Dragone vanta tra l’altro un profilo altamente operativo, che lo ha visto comandare le Forze aeree della Marina e il Raggruppamento subacquei e incursori. Gli incarichi di vertice sono stati preceduti da due anni alla guida Comando interforze per le operazioni delle Forze speciali (Cofs) e dal comando triennale dell’Accademia navale. Nei primi anni 2000 è stato inoltre per un biennio al comando della portaerei Garibaldi.
Le sfide
Ora Cavo Dragone avrà il compito delicato di presidente del Comitato militare della Nato, e dunque di responsabile delle o priorità strategiche per la Difesa alleata e del mantenimento di un adeguato ed efficiente livello di prontezza delle forze del Patto. Il tutto in uno scenario di sicurezza globale sempre più instabile, a partire dall’Ucraina, che avrà ancora bisogno del sostegno degli alleati. Altro dossier cruciale sarà il livello di produzione di munizioni e sistemi d’arma nello spazio transatlantico, giudicato attualmente insufficiente a garantire la difesa europea e nordamericana. Le priorità attuali della Nato, infatti, come registrato dallo stesso Comitato militare, sono gli investimenti nella Difesa (come per esempio l’obiettivo per gli alleati di assegnare al budget militare almeno il 2% del proprio Pil nazionale), l’aumento della produzione di armi e munizioni e infine la trasformazione della Nato affinché sia sempre più pronta per l’era digitale e delle operazioni multidominio.
La festa per i 10 anni di AirPress nel servizio di SkyTg24 con Crosetto, Valente e Cristoforetti
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Teodoro Valente, l’astronauta Samantha Cristoforetti parlano ai microfoni di Alessandro Taballione (SkyTg24). Alla Lanterna di Roma si sono festeggiati i 10 anni di AirPress, la rivista del gruppo Formiche specializzata in difesa e aerospazio. Hanno partecipato parlamentari, rappresentanti delle istituzioni, vertici delle Forze Armate e manager delle più importanti aziende del settore. Nel video il servizio integrale:
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Iran, il racconto di militante che combatte il regime: “Mi hanno arrestato e massacrato di botte”
La chiamata è arrivata di primissima mattina. Non hanno bisogno di presentarsi, loro. Quando sul display del cellulare compare “numero sconosciuto” sai già di chi si tratta. Ho risposto e una voce carica di odio mi ha ordinato di presentarmi in un certo ufficio. Ero preparato, gli avvocati dei diritti umani che seguono i miei amici attivisti mi avevano consigliato di non accogliere la convocazione telefonica e così ho fatto. Ma non è bastato. La mattina dopo hanno fatto irruzione nel piccolo ostello economico di Teheran dove abito da tre mesi, perché i miei conti bancari sono stati congelati e ho dovuto lasciare l’appartamento in cui vivevo.
Erano agenti in borghese, mercenari. Sono entrati sfondando la porta, stavo facendo la doccia. Mi hanno lasciato vestire e intanto spaccavano il tavolo, il letto, i vetri delle finestre. Poi è toccato a me. Mi hanno stretto in un angolo e si sono scatenati, manganellate, calci, pugni, sputi. Hanno perquisito furiosamente le mie borse, hanno prelevato i miei scritti e hanno rubato i vestiti, le scarpe, l’orologio, perfino le vitamine. In strada ci aspettava una macchina. Ho viaggiato con gli occhi bendati e la testa piegata sulle loro gambe affinché non vedessi dove andavamo. Mi sono ritrovato in una piccola cella, avevo dolori ovunque per le scariche di taser somministratemi durante il viaggio. Tremavo. Saranno passate ore prima che mi portassero nella stanza dove mi aspettavano due uomini, due di loro. Uno tirava calci e schiaffi alla cieca, l’altro mi chiedeva forsennatamente se avessi intenzione di partecipare all’anniversario della rivoluzione, mi chiamava traditore, bastardo, diceva che avevo preso soldi dall’America e da Israele per attaccare la repubblica islamica, urlava che non c’era posto per quelli come me in Iran.
Ripeteva che appena il nostro leader l’avesse ordinato ci avrebbero ammazzati tutti in un solo giorno senza neppure bisogno di giustiziarci, sarebbe bastato investirci per le strade con la macchina, sarebbe bastato simulare un incidente, cento incidenti, mille incidenti. Poi la minaccia più sinistra: “Stavolta, se parteciperai ancora alle proteste, ti troveremo subito e finirai in un carcere dove ci sono molti detenuti con forti appetiti sessuali, ti metteremo a loro disposizione”. Avevo la lingua pesante, non riuscivo a rispondere. E loro picchiavano, picchiavano. Mi sono risvegliato nella cella, era notte, credevo fosse un incubo e volevo svegliarmi, ma ero sveglio. Urinavo sangue, anche le feci erano rosse. Sono rimasto così per cinque giorni, detenuto illegalmente, torturato, alimentato solo ad acqua. Finché mi hanno sottoposto un foglio da firmare in cui promettevo che non avrei partecipato a nessuna manifestazione. Io però gli impegni li prendo solo con me stesso:pensavo questo attraversando i corridoi lugubri in cui ho visto attivisti che non conoscevo e altri che conoscevo, non potevano parlare tra di noi.
Sono tornato all’ostello, dove mi aspettava il direttore, un uomo per bene che mi ha aiutato molto, non ha mai chiesto che pagassi più di quanto potevo, ossia un solo mese. È stato lui ad accompagnarmi al pronto soccorso, dopo avermi accolto e rincuorato insieme ad altri ospiti della struttura, tra cui un neozelandese e due olandesi. Martedì sera in ospedale il medico ha detto che sarei dovuto restare ricoverato per tre giorni ma sfortunatamente la mia assicurazione sanitaria è stata cancellata dal governo e non ho soldi per permettermi una degenza del genere, così ho preso le medicine che mi sono state prescritte e sono rientrato in ostello. Vogliono farci vivere nel terrore dell’incertezza, ci stanno col fiato sul collo, li sentiamo arrivare, ma qualche volta arrivano e qualche altra no. Dobbiamo sapere che loro ci braccano. A tanti amici in questi giorni è capitato quello che è capitato a me: sono stati convocati telefonicamente e dopo essersi rifiutati di andare all’appuntamento sono stati presi in casa, in ufficio. Una mia amica è stata raggiunta a Isfahan dove si era recata per lavoro, l’hanno trovata in albergo. Il trattamento è sempre lo stesso. Gli agenti in borghese, i mercenari, piombano all’improvviso come fossero a caccia di criminali, ammanettano gli attivisti e li trascinano per la strada, picchiano duro convinti della loro impunità e poi prendono tutto quello che trovano, carte, documenti, dispositivi elettronici ma anche abiti, oggetti, collane. Sto male fisicamente ma so che il corpo guarirà, mi hanno bastonato tante volte. Sto male soprattutto dentro, sono nauseato da questo odio e questa violenza, da questo sistema senza legge. Prendo impegni solo con me stesso e con i miei compagni, ecco perché ancora ieri, nonostante il dolore allo stomaco, ho raggiunto le proteste a Enqulab street, a Jomhuri street e nella metropolitana. Lo farò ancora, il giorno dell’anniversario della rivoluzione e fino alla vittoria. Hanno minacciato di mettermi in cella assieme a detenuti molto violenti Avevo dolori ovunque per le continue scariche di taser che ho subìto La rivoluzione Le manifestazioni di protesta scoppiate aTeheran il 16 settembre 2022 dopo l’uccisione di Mahsa Amini.
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Privatocrazia sanitaria, in Italia il 60% dei fondi per la salute pubblica finisce ai privati. Il monito di Nicoletta Dentico | AFV
"La situazione ha raggiunto livelli più che allarmanti: almeno il 60% dei fondi pubblici finisce in mano ai privati, in particolare per l’acquisto di servizi medici e farmacologici; più del 50% delle istituzioni sanitarie che si occupano di malattie croniche sono in mano ai privati, così come lo sono più dell’80% delle istituzioni di assistenza sanitaria residenziale. I tagli della prossima legge di bilancio assecondano questa metastasi.”
Lunedì 18 settembre si terrà la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2023/2024!
L’Istituto tecnico “Saffi-Alberti” di Forlì ospiterà la XXIII edizione dell’evento #TuttiAScuola.
Ministero dell'Istruzione
Lunedì 18 settembre si terrà la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2023/2024! L’Istituto tecnico “Saffi-Alberti” di Forlì ospiterà la XXIII edizione dell’evento #TuttiAScuola.Telegram
“TEAM ITALY ”
A partire dalle 14.30 avrò il piacere di partecipare alla presentazione della squadra che rappresenterà l’Italia alle competizione di fine ottobre in Norvegia ad Amar in collaborazione con il laboratorio Olicyber ed organizzato da Cybersecurity National Lab. Nella locandina tutti i dettagli per seguire la presentazione
Polonia gli F-35 italiani di ultima generazione al confine con la Russia
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di Antonio Mazzeo –
Pagine Esteri, 15 settembre 2023. Atterrati a Malbork in Polonia gli F35A della Task Force Air 32° Wing che garantirà il supporto alle operazioni NATO Air Policing attraverso missioni aeree di difesa e deterrenza sul fianco Est dei Paesi. Cresce pericolosamente il coinvolgimento dell’Italia nel sanguinoso conflitto russo-ucraino: nessuna dichiarazione ufficiale del governo e men che meno uno straccio di dibattito parlamentare, appena un tweet dello Stato Maggiore dell’Aeronautica zeppo di hashtag e annunci bellicosi (#ForzeArmate – #Una ForzaperilPaese -#WeAreNato – #StrongerTogether).
Il 13 settembre sono atterrati nella base aerea di “Krolewo” a Malbork in Polonia nord-orientale (a meno di un centinaio di Km dal confine con l’enclave russa di Kaliningrad) due cacciabombardieri di quinta generazione F-35A dell’Aeronautica italiana; altri due F-35 sono attesi entro un paio di giorni. “I caccia italiani arrivano in Polonia a sostegno della deterrenza e della difesa della NATO”, riporta l’ufficio stampa dell’Allied Air Command, il Comando centrale delle forze aeree dell’Alleanza di stanza nella grande base di Ramstein, Germania. “Gli aerei pattuglieranno i cieli sul fianco orientale europeo nell’ambito delle missioni di Air Policing della NATO. Oltre ad unirsi ai caccia dell’Aeronautica polacca e di altri paesi partner, i velivoli italiani contribuiranno anche alle attività addestrative che l’Alleanza Atlantica conduce nell’ambito delle sue rafforzate attività di vigilanza”.
Le attività di Air Policing consistono nella “continua sorveglianza” dello spazio aereo, nonché nell’“identificazione di eventuali violazioni alla sua integrità”, dinanzi alle quali scattano “appropriate azioni di contrasto”, come ad esempio, il decollo rapido (scramble) dei caccia intercettori. Pericolosissimi faccia a faccia tra top gun delle forze avversarie che possono sfociare in veri e propri duelli aerei, specie se gli incontri ravvicinati avvengono negli spazi aerei di frontiera esplosivi come quelli tra la Polonia nord-orientale e l’enclave della Russia nel Mar Baltico.
“Lo schieramento di moderni aerei da caccia di quinta generazione in Polonia – appena sei mesi dopo la fine di un dispiegamento simile da parte degli F-35 dell’Aeronautica italiana – dimostra la capacità della NATO di posizionare capacità di combattimento avanzate in modo flessibile”, ha affermato il generale Gianluca Ercolani, Capo di Stato Maggiore dell’Allied Air Command. “È un’altra prova del fatto che gli alleati operano integrati, secondo efficienti accordi di comando e controllo aereo per eseguire una significativa deterrenza e difesa lungo il fianco orientale”.
Ancora più enfatiche le dichiarazioni del tenente colonnello Ciro Maschione, a capo del distaccamento dei cacciabombardieri F-35A “Task Force Air – 32nd Wing” dell’Aeronautica Militare. “Con l’offerta dei nostri aerei da caccia alla NATO, sottolineiamo che l’Italia è pienamente impegnata a sostenere le missioni collettive e durature dell’Alleanza”, spiega Maschione. “L’Italia è stata il primo alleato a schierare i propri F-35 in una missione NATO – in Islanda – aprendo la strada all’integrazione dei moderni velivoli di quinta generazione nelle operazioni aeree dell’Alleanza insieme a Paesi Bassi, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti”.
L’Aeronautica Militare aveva già schierato nella base polacca di Malbork quattro cacciabombardieri EF-2000 “Eurofighter Typhoon” dalla fine di luglio alla fine di novembre 2022. In poco meno di quattro mesi di attività la task force “White Eagle” ha effettuato oltre 500 ore di volo, nonché 23 Alpha Scramble “per la presenza di velivoli russi che operavano senza autorizzazioni nella zona di competenza degli assetti aerei italiani”. L’altissimo rischio che le operazioni dei caccia italiani potevano concludersi con un confronto-scontro con i Mig della Federazione Russa è stato ammesso dallo Stato Maggiore dell’Aeronautica. “Una settimana intensa quella che gli uomini della Task Force Air White Eagle hanno affrontato fino ad oggi, a causa dei numerosi interventi richiesti dal Combined Air Operation Center di Uedem (altro Centro di comando e controllo aereo della NATO in Germania, ndr)”, ha riferito l’Aeronautica in un comunicato del 22 settembre 2022. “Considerata la complessità del momento, le difficoltà di operare così vicini al confine (i piloti italiani si sono trovati a operare a soli 5 minuti di volo da Kaliningrand, a 20 minuti dalla Bielorussia e a 25 dal territorio ucraino) e, non ultimo, il rischio che qualunque errore possa essere considerato come una provocazione, è assolutamente pleonastico rappresentare come la prontezza operativa di tutta la Task Force, messa duramente alla prova dal continuo operare in tutte le ore della giornata, sia stata garantita dalla preparazione professionale del personale italiano e dell’apparato logistico che ogni giorno li supporta”.
Dall’agosto 2023 l’Italia è pure presente con la Task Force Air Baltic Horse III alle attività di Air Policingdella NATO in Lituania. La missione è denominata Baltic Air Policing ed è condotta anch’essa sotto la supervisione del NATO Allied Air Command di Ramstein. “Il contingente italiano assicura il servizio di Quick Reaction Alert, ovvero la sorveglianza e protezione dei cieli atlantici sul fianco nord-orientale”, spiega lo Stato Maggiore dell’Aeronautica. “La Task Force Air Baltic Horse III è rischierata presso l’aeroporto lituano di Siauliai per contribuire a garantire l’integrità dello spazio aereo della Lituania e delle repubbliche baltiche, rafforzando le attività di sorveglianza delle forze aree dei paesi NATO già presenti nella regione”.
La task force schierata a Siauliai è posta sotto la diretta dipendenza nazionale del COVI(Comando Operativo di Vertice Interforze) ed impiega quattro caccia EF-2000“Eurofighter Typhoon” provenienti dal 4° Stormo dell’Aeronautica di stanza a Grosseto, dal 36° (Gioia del Colle), dal 37° (Trapani-Birgi) e dal 51° (Istrana, Treviso). “La Task Force italiana in Lituania rappresenta l’espressione più autentica della proiettabilità di una Forza Armata moderna, capace di produrre effetti operativi ovunque sia necessario, adattandosi repentinamente ed efficacemente alle mutevoli condizioni di impiego dettate dall’attuale scenario geopolitico”, ha enfatizzato il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale Luca Goretti, in occasione della sua recente visita alla base aerea lituana. Un altro teatro operativo ad alto rischio di deflagrazione: anche questo scalo dista infatti un centinaio di km dall’enclave russa di Kaliningrad e a 200 km dalla Bielorussia.
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“MONEY PAY DAY – Lo stato dell’innovazione nei pagamenti in Italia”
Dalle 12.30 parteciperò all’evento “MONEY PAY DAY – Lo stato dell’innovazione nei pagamenti in Italia”, organizzato da Money.it nell’ambito della Future Week, per affrontare il tema della privacy nei pagamenti con particolare attenzione all’utilizzo della intelligenza artificiale e della moneta digitale Qui tutti i dettagli eventbrite.it/e/biglietti-mone…
In Cina e Asia –
Li Shangfu indagato per corruzione?
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Libia: la tragedia di Derna in un paese devastato dalla guerra
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di Marco Santopadre
Pagine Esteri, 15 settembre 2023 – Aumenta di ora in ora il triste bilancio delle inondazioniche hanno colpito la Libia. Secondo i conteggi più aggiornati, almeno 8000 persone sono morte solo nella città costiera di Derna, nel nord-est del paese, a causa del cedimento di due dighe causato dal ciclone subtropicale “Daniel” che ha spazzato la zona durante la notte tra il 10 e l’11 settembre. Le due dighe costruite dalla ditta jugoslava Hidrotehnika-Hidroenergetika tra il 1973 e il 1979 sono state investite da raffiche di vento fino a 180 km orari, accompagnate da intensissime pioggie, liberando con il loro crollo milioni di litri cubi di acqua che si sono abbattute con violenza inaudite sulle abitazioni cancellando interi quartieri.
Il bilancio sarebbe destinato a crescereancora molto visto che, secondo alcune fonti locali, i dispersi sarebbero almeno altri 10 mila mentre nella città devastata si contano circa 20 mila sfollati. Le squadre della Mezzaluna Rossa continuano a recuperare centinaia di corpi sulla spiaggia della città. Il sindaco di Derna ha affermato ad alcune agenzie di stampa di temere che la città possa ora essere colpita da un’epidemia «a causa del gran numero di corpi che giacciono sotto le macerie e nell’acqua». Nell’area stanno lavorando senza soste squadre di soccorso locali e altre arrivate dall’estero, in particolare da Egitto, Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Turchia e Qatar. A rendere più difficili i soccorsi sono le condizioni di molte strade che sono state letteralmente spazzate via rendendo inaccessibili molte aree.
Polemiche e accuse
Intanto però monta la polemica per le eventuali responsabilità nella tragedia.
Ieri il capo dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) Petteri Taalas ha affermato che la maggior parte delle vittime delle inondazionisi sarebbero potute evitate se il paese avesse avuto un servizio meteorologico funzionante in grado di emettere un avviso di allerta con alcune ore di anticipo, permettendo un’evaquazione anticipata dei cittadini che avrebbe salvato molte vite. Secondo varie fonti, però, gli allarmi sarebbero stati emessi, ma sarebbe mancato un intervento tempestivo da parte delle autorità.
Mohamed al-Menfi, capo del consiglio formato da tre membri che funge da presidenza del governo libico riconosciuto a livello internazionale ha informato che l’organismo da lui presieduto ha chiesto al procuratore generale di indagare sul disastro.
Khalifa Haftar e Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh
La Libia, uno stato fallito
Ma le divisioni del paese in almeno tre semistati – la Tripolitania, la Cirenaica e il Fezzan – formatisi in seguito all’intervento militare della Nato, alla guerra civile e alla forte ingerenza di almeno una decina di potenze straniere, rendono la Libia uno “stato fallito” ormai da più di un decennio. Se queste divisioni e le costanti tensioni politiche e militari hanno impedito che si potesse evitare la tragedia, ora stanno avendo ripercussioni negative sulle operazioni di salvataggio dei superstiti e sull’accertamento delle responsabilità.
Dopo la rivolta contro il regime di Muammar Gheddafi del 2011 e l’intervento militare di vari paesi aderenti all’Alleanza Atlantica – in particolare Francia e Stati Uniti, ma anche l’Italia – e la deflagrazione del paese, la città di Derna è stata a lungo in preda al caos. Nel 2015 venne occupata da milizie jihadiste in guerra tra loro e con quelle di altre regioni; ad un certo punto ad affermarsi furono i miliziani dello Stato Islamico, che avevano a lungo combattuto sia in Siria sia in Iraq prima di tornare in patria accompagnati da commilitoni di vari paesi in cerca di gloria e bottino. Nel 2018 il cosiddetto governo della Cirenaica, diretto dal generale Khalifa Haftar, decise di prendere il controllo sulla zona, obiettivo che raggiunse solo dopo lunghi e aspri combattimenti contro le milizie del cosiddetto Califfato insediato proprio a Derna.
Secondo varie denunce alcune ore prima del disastro l’amministrazione locale avrebbe richiesto l’evaquazione della popolazione alle autorità.
Il giorno prima che arrivasse la tempesta Daniel, l’ufficio del capo del governo della Cirenaica, Osama Hamad, avrebbe emesso un’allerta rivolta ai cittadini di Derna e delle città vicine, cosa che aveva già fatto anche il ministero dell’Interno del governo di unità nazionale di Tripoli.
Ma l’uomo forte della Cirenaica Haftar e il suo “Libyan Nation Army” avrebbero invitato la popolazione a restare in casa, amplificando la tragedia. Ma il portavoce dell’Esercito nazionale libico, il generale Ahmed al-Mismari, respinge ogni accusa di negligenza, affermando di aver fatto tutto quanto in suo potere per limitare i danni.
Ad Al Jazeera, intanto, il vicesindaco di Derna Ahmed Madroud ha denunciato che le due dighe crollate non erano oggetto di lavori di manutenzione ormai dal 2002.
Ovviamente il cosiddetto Governo di Unità Nazionale che regna a Tripoli ma è riconosciuto (e puntellato) da varie potenze occidentali, arabe e dalla Turchia, guidato dal primo ministro Abdul Hamid Dbeibah, cercherà di sfruttare la tragedia per screditare i rivali della Cirenaica, sostenuti invece dall’Egitto e dalla Russia che nella regione ha inviato ormai alcuni anni fa i mercenari della compagnia militare privata “Wagner”.
Le colpe della Nato e della competizione globale tra potenze
Ma le responsabilità per il crollo della struttura statale libica, oltre che per la tragedia di Derna, vanno equamente distribuite tra i signori della guerra locali e le diplomazie che dal 2011 si spartiscono le spoglie di un paese ricco di petrolio e di gas ma che si è trasformato in una trappola mortale per i suoi 7 milioni di abitanti residui, in preda agli scontri etnici e religiosi, alla corruzione, all’arbitrio del più forte, alla devastazione del territorio e ora anche del cambiamento climatico.
L’intervento della Nato e gli appetiti delle potenze in competizione hanno letteralmente demolito uno dei paesi che, retto sì da un regime autoritario e repressivo, nel 2010 manteneva secondo la Banca Mondiale «alti livelli di crescita economica» e vantava «alti indicatori di sviluppo umano».
Oggi i regimi repressivi si sono moltiplicati almeno per tre – quanti sono i governi che si contendono il paese – senza contare le centinaia di milizie che a livello locale fanno il bello e il cattivo tempo, al servizio delle compagnie petrolifere e dei governi stranieri che alle popolazioni locali regalano solo insicurezza e rovine. – Pagine Esteri
* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.
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PRIVACYDAILY
New EU-US data transfer deal also faces criticism in Germany
French lawmaker Philippe Latombe's latest lawsuit at the EU's top court, which could derail the new EU-US data transfer deal, has found support in Germany, where the two-month-old agreement is already facing widespread criticism.
Israele prolunga ancora l’arresto di Khaled El Qaisi
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AGGIORNAMENTO 14 settembre ore 16
Si è conclusa la udienza prevista oggi 14 settembre. I giudici israeliani hanno prolugato la custodia cautelare per altri 7 giorni accogliendo solo in parte la richiesta di 11 giorni fatta dalla procura che non ha ancora avanzato alcuna accusa. Lo riferisce Francesca Antinucci, moglie di Khaled El Qaisi. A quanto si apprende oggi il giovane ricercatore universitario italo-palestinese ha potuto finalmente parlare al suo avvocato. Al termine dell’udienza è stato portato al Centro di detenzione di Petah Tikva.
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CONFERMATO L’ARRESTO DI KHALED EL QAISI
Pagine Esteri, 8 settembre 2023 – Khaled El Qaisi sta “abbastanza bene”. Così le poche persone autorizzate ad assistere all’udienza ieri al tribunale di Rishon Lezion hanno descritto le condizioni del ricercatore italo-palestinese arrestato il 31 agosto dalla polizia di frontiera israeliana al valico di Allenby mentre era con la moglie e il figlio. I giudici hanno prolungato l’arresto di Khaled fino al 14 settembre ma i motivi del fermo restano oscuri e tenuti sotto uno stretto riserbo, come ha spiegato l’avvocato del giovane.
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della redazione
Pagine Esteri, 3 settembre 2023 – Lo scorso 31 agosto il giovane ricercatore italo-palestinese Khaled El Qaisi è stato arrestato dalle autorità israeliane al valico di Allenby, tra Cisgiordania e Giordania. Ne danno notizia la moglie del ricercatore Francesca Antinucci e la madre Lucia Marchetti.
El Qaisi, di doppia nazionalità, italiana e palestinese, la scorsa settimana, diretto ad Amman, stava attraversando il valico di Allenby con moglie e figlio dopo aver trascorso le vacanze con la propria famiglia a Betlemme. Al controllo dei bagagli e dei documenti è stato ammanettato sotto lo sguardo del figlio di 4 anni, e della moglie.
Antinucci spiega che alle richieste di delucidazioni sui motivi del fermo, non è seguita risposta alcuna da parte degli agenti di frontiera israeliani. Invece le sono state sottoposte domande per poi essere allontanata col figlio verso il territorio giordano, senza telefono, senza contanti né contatti, in un paese straniero. Solo nel tardo pomeriggio la moglie e il bambino sono riusciti a raggiungere l’Ambasciata italiana ad Amman grazie all’aiuto di alcune persone.
Khaled El Qaisi, aggiungono la madre e la moglie, ancora non ha potuto incontrare il suo avvocato. Si è solo saputo che affronterà un’udienza davanti a giudici israeliani domani, 7 settembre, presso il tribunale di Rishon Lezion.
Traduttore e studente di Lingue e Civiltà Orientali all’Università La Sapienza di Roma, stimato per il suo impegno nella raccolta, divulgazione e traduzione di materiale storico, è tra i fondatori del Centro Documentazione Palestinese, associazione che mira a promuovere la cultura palestinese in Italia.
A sostegno di Khaled El Qaisi, l’intergruppo parlamentare per la Pace tra Palestina e Israele ha inviato una lettera-appello al ministro degli esteri Antonio Tajani, per sollecitare un intervento delle autorità di governo italiane su quelle israeliane.
«In quella che ancora viene spacciata come la ‘sola democrazia mediorientale’ è detenuto dal 31 agosto scorso un cittadino italo palestinese, stimato ricercatore universitario in Italia, colpevole di sostenere i diritti del suo popolo» denuncia Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare, che a nome della sua formazione politica chiede che «L’Italia ritiri l’ambasciatore se il governo israeliano non rilascerà il nostro connazionale. Così come ci siamo mobilitati – aggiunge – per la liberazione dello studente Patrick Zaki con la stessa determinazione bisogna farlo perché Khaled possa tornare presto al proprio lavoro e dai propri cari». Pagine Esteri
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L'articolo Israele prolunga ancora l’arresto di Khaled El Qaisi proviene da Pagine Esteri.
Lisa Beat and the Liars - Sheena Is A Beat Rocker
Fate vostro questo disco e suonatelo quando - disgraziatamente - cambieranno l'ora, farà freddo ed alle cinque del pomeriggio sarà buio, chissà forse potrebbe farvi tornare ai fasti dell'estate o quantomeno mettervi allegria facendovi intravvedere un raggio di sole. @Musica Agorà
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Lisa Beat and the Liars - Sheena Is A Beat Rocker 2023
Per loro fortuna queste caratteristiche non mancano a Lisa e i suoi Liars che, nei tre pezzi che compongono questo sfizioso singolo, danno sfoggio di quella fantasia che necessita per confrontarsi con dei veri e propri classicissimi.In Your Eyes ezine
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Oggi, giovedì 14 settembre, presso la Sala “Aldo Moro” del Ministero dell’Istruzione e del Merito, si terrà la presentazione del Programma Nazionale 2021-2027 Scuola e Competenze.
Potete seguire la diretta qui dalle 10.45 ▶ youtube.
Ministero dell'Istruzione
Oggi, giovedì 14 settembre, presso la Sala “Aldo Moro” del Ministero dell’Istruzione e del Merito, si terrà la presentazione del Programma Nazionale 2021-2027 Scuola e Competenze. Potete seguire la diretta qui dalle 10.45 ▶ https://www.youtube.Telegram
“STATI GENERALI DELLA COMUNICAZIONE PER LA SALUTE”
A partite dalle ore 10.00 avrò il piacere di partecipare agli STATI GENERALI DELLA COMUNICAZIONE PER LA SALUTE organizzati da Federsanità per parlare di storytelling ed uso dei testimonial Qui il programma completo federsanita.it/2023/08/05/pnrr…
PRIVACYDAILY
Come le app mobili condividono illegalmente i vostri dati personali Alcune app mobili condividono i vostri dati personali subito dopo l'apertura. Questo non è conforme alle leggi sulla privacy dell'UE
Navigating Cross-Border Data Transfers in the Asia-Pacific region (APAC): Analyzing Legal Developments from 2021 to 2023
Today, the Future of Privacy Forum (FPF) published an Issue Brief comparatively analyzing cross-border data transfer provisions in new data protection laws in the Asia-Pacific. Titled Navigating Cross-Border Data Transfers in the Asia-Pacific region (APAC): Analyzing Legal Developments from 2021 to 2023, the Issue Brief outlines key developments in cross-border data transfers in the Asia-Pacific in the last few years, and explores the potential impact on businesses operating in the APAC region.
Today, cross-border data transfers are pivotal in enabling the global digital economy and facilitating digital trade. These transfers allow businesses to provide services globally, while allowing individuals access to a wide range of digital services and platforms. Yet, cross-border data transfers also raise legitimate concerns regarding the protection of individuals’ privacy and security.
Amidst this tension, data protection laws attempt to strike a balance by requiring organizations to satisfy certain conditions to ensure that personal data is appropriately protected when it is transferred out of jurisdiction, absent special circumstances. Common conditions include:
- Assessment of the level of personal data protection in the destination jurisdiction (also known as “adequacy”);
- Adoption of safeguards, such as legally binding agreements or certifications or rules approved by a regulator;
- Consent from data subjects; and
- Necessity for various, specifically defined purposes.
The APAC region has seen a significant acceleration in data protection regulatory activity in recent years, including the enactment of new data protection laws. In particular, since 2021, China, Indonesia, Japan, South Korea, Thailand, and Vietnam have newly enacted or amended their data protection laws and regulations.
An analysis of the data protection laws and regulations in these six jurisdictions indicates that there is a degree of alignment between Indonesia, Japan, South Korea, and Thailand regarding legal bases for cross-border data transfers, but China and Vietnam appear to be outliers with their own unique requirements. Notably:
- Indonesia, Japan, South Korea, and Thailand all recognize adequacy and consent as valid legal bases for cross-border data transfers. There is also some alignment on the recognition of certification schemes.
- However, given that these laws were enacted or amended recently, there remains uncertainty on which jurisdictions might be recognized as mutually adequate, or which certification schemes will be ultimately recognized.
- China and Vietnam differ substantially from the other jurisdictions studied. Both jurisdictions impose unique conditions for transferring personal data, such as requiring transferring organizations to file detailed assessments with the relevant regulator.
- Vietnam also only recognizes a single legal basis for transferring personal data abroad, while China recognizes three.
These divergences to regulating cross-border data transfers likely reflect the different policy considerations in every jurisdiction, the tension between enabling cross-border data transfers to facilitate digital trade, and national considerations, such as protecting national security and sovereignty. These divergences could complicate efforts by organizations operating in multiple jurisdictions to align their regional compliance programs. Nonetheless, there are promising avenues for increasing interoperability in the region, such as standardized or model contractual clauses, the growing recognition of regional certification schemes such as the APEC Cross Border Privacy Rules and Privacy Recognition for Processors systems, and to a more limited extent, the possibility that some jurisdictions may obtain adequacy decisions from the European Union in future.
For deeper analysis of these points and of the cross-border data transfer provisions for each of the six jurisdictions covered, download the Issue Brief here.
For inquiries about this Issue Brief, please contact Josh Lee Kok Thong, Managing Director (APAC), at jlee@fpf.org, or Dominic Paulger, Policy Manager (APAC), at dpaulger@fpf.org.
FPF is grateful to the following contributors for their assistance in ensuring the accuracy of this report:
- Kemeng Cai (In-house Privacy Counsel, China)
- Iqsan Sirie (Partner, TMT, Assegaf Hamzah & Partners) and Daniar Supriyadi (Associate, Capital Markets, M&A, Assegaf Hamzah & Partners)
- Takeshige Sugimoto (Managing Director and Partner, S&K Brussels LPC; Senior Fellow, Future of Privacy Forum)
- Thitirat Thipsamritkul (Lecturer, Faculty of Law, Thammasat University)
- Kwang Bae Park (Partner, Head of TMT, Lee & Ko)
- Kat MH Hille (General Counsel, OceanCDR.Tech)
Please note that nothing in this Issue Brief should be construed as legal advice.
Further reading: In November 2022, FPF’s APAC office concluded a year-long project on consent and alternative legal bases for processing data in APAC that culminated in a reportcomparing relevant requirements in 14 APAC jurisdictions.
Weekly Chronicles #45
Scroll down for the english version
L’IRS non si accontenta
Non devono essere sembrati sufficienti gli 87.000 nuovi dipendenti che l’agenzia fiscale statunitense conta di assumere nel corso dei prossimi, dato che hanno annunciato di voler ricorrere a strumenti d’intelligenza artificiale per stringere la morsa sull’evasione fiscale.
L’agenzia dice che agli algoritmi di machine learning saranno dati in pasto quei casi troppo complessi per l’essere umano, nella speranza di cavare qualche ragno dal buco:
“[…] to target the wealthiest Americans and tackle the kinds of cases that had become too complex and cumbersome for the beleaguered agency to handle.The agency’s new funding is supposed to help the I.R.S. raise more federal revenue by cracking down on tax cheats and others who use sophisticated accounting maneuvers to avoid paying what they owe.”
La soluzione sembra a portata di mano: se è troppo complicato, usiamo l’intelligenza artificiale. Forse però i predatori dell’IRS non sanno che gli algoritmi sono fallibili e spesso danno vita ad elevati tassi d’errore. O magari fanno finta di non saperlo.
Il problema però è grave: se i casi sono talmente complessi da non essere intelligibili da menti umane, chi sarà in grado di verificare che l’intelligenza artificiale non abbia commesso errori? Quale avvocato potrà mai difendere i suoi clienti dalle oscure illazioni di un algoritmo troppo complesso da comprendere? Quale giudice potrà mai decidere nel merito?
Poco importa, d’altronde quando si tratta di fisco siamo tutti colpevoli fino a prova contraria. L’algoritmo t’incastra, l’impiegato IRS ti porta via la casa. O ti spara. O magari entrambe.
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Quando compri un’auto nuova, considera anche la privacy
Lo sappiamo. Le auto nuove sono computer con le ruote: wi-fi, bluetooth, sistemi operativi che si aggiornano in automatico, sensori di ogni tipo, assistenti vocali e così via. Un incubo per la privacy. E se non lo sai, ti consiglio di leggere questo articolo sul funzionamento delle nuove auto intelligenti e il futuro distopico che ci aspetta.
Sarebbe quindi buona abitudine quando acquistiamo un’auto nuova, valutare anche il modo in cui trattano i nostri dati (e quali dati) oltre al motore e agli optional. Non è facile: dovremmo leggere decine di lunghe privacy policy scritte in legalese e valutare con attenzione le possibili conseguenze.
Fortunatamente i ricercatori di Mozilla ci danno una mano. Col loro progetto “Privacy Not Included” hanno recensito diversi produttori automobilistici per valutare chi fosse il peggiore in termini di privacy. E beh… se hai una Nissan, ho cattive notizie per te.
La loro privacy policy afferma che l’auto può acquisire e inferire dati di ogni tipo, comprese preferenze e abitudini sessuali. I dati vengono poi rivenduti a broker di vario tipo e finiscono così nel vortice infinito dell’advertising e della profilazione. Fidati, meglio fare sesso nel caro e vecchio letto. A meno che tu non abbia Alexa in camera…
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Meno di due settimane alla Privacy Week 2023!
Manca pochissimo al festival dell’anno per appassionati di privacy e tecnologia!
Se non l’hai ancora fatto ti consiglio di seguire la pagina Instagram e iscriverti alla newsletter per non perdere nessun aggiornamento.
Come già anticipato la maggior parte degli eventi saranno trasmessi in streaming su www.privacyweek.it, ma ci sono alcuni momenti d’incontro dal vivo con ingresso libero (previa registrazione sul sito):
- Giovedì 28 settembre, dalle ore 20:30 presso Phyd, Via Tortona 31, (Milano) in cui si terrà la Privacy Night con Diego Passoni di Radio Deejay
- Venerdì 29 settembre, dalle ore 14: presso 21 House of Stories, Via Enrico Nöe 24, Città Studi (Milano) in cui si terrà l’intervista a Max Schrems e anche Bitcoin Beach, un workshop dal vivo per imparare a usare Bitcoin nel tuo esercizio commerciale (o per fare acquisti), a cura di Milano Trustless
Weekly memes
Weekly quote
“Wikipedia is the best thing ever. Anyone in the world can write anything they want about any subject. So you know you are getting the best possible information.”
Michael Scott
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English Version
The IRS isn't satisfied
The 87,000 new employees that the United States tax agency plans to hire in the coming years must not have seemed sufficient, as they have announced their intention to leverage artificial intelligence tools to tighten the grip on tax evasion.
The agency states that machine learning algorithms will be tasked with handling cases that are too complex for humans, hoping to uncover hidden tax frauds:
"[...] to target the wealthiest Americans and tackle the kinds of cases that had become too complex and cumbersome for the beleaguered agency to handle.The agency’s new funding is supposed to help the I.R.S. raise more federal revenue by cracking down on tax cheats and others who use sophisticated accounting maneuvers to avoid paying what they owe."
The solution seems within reach: if it's too complicated, just use artificial intelligence.
However, perhaps the IRS predators are unaware that algorithms are fallible and often lead to high error rates. Or maybe they pretend not to know.
The problem, however, is significant: if cases are so complex that they are incomprehensible to human minds, who will be able to verify that the artificial intelligence has not made errors? Which lawyer can defend their clients against the obscure speculations of an algorithm too complex to understand? Which judge can make a fair decision?
It doesn't matter much, after all, when it comes to taxes; we are all guilty until proven innocent. The algorithm frames you, and the IRS employee takes away your home. Or perhaps he’ll shoot you. Or maybe both.
When you buy a new car, keep in mind your privacy too
We know it. New cars are computers on wheels: Wi-Fi, Bluetooth, automatically updating operating systems, all kinds of sensors, voice assistants, and so on. A privacy nightmare.
So, it would be a good practice when buying a new car to evaluate how they handle your data (and what data) in addition to the engine and other features. It's not easy: you would have to read dozens of lengthy privacy policies written in legal jargon and carefully consider the possible consequences.
Fortunately, Mozilla researchers are here to help. With their "Privacy Not Included" project, they have reviewed various car manufacturers to determine who is the worst in terms of privacy. Well... if you have a Nissan, I have bad news for you.
Their privacy policy states that the car can acquire and infer all kinds of data, including sexual preferences and habits. The data is then sold to various brokers and ends up in the endless vortex of advertising and profiling. Trust me, it's better to have sex in your good old bed. Unless you have Alexa in the bedroom...
Less than two weeks until Privacy Week 2023!
The year's festival for privacy and technology enthusiasts is just around the corner!
If you haven't already, I recommend following the Instagram page and subscribing to the newsletter to stay updated.
As previously mentioned, most events will be streamed on www.privacyweek.it, but there are some in-person meetings with free entry (registration required on the website):
- Thursday, September 28, starting at 8:30 PM at Phyd, Via Tortona 31, Milan, where the Privacy Night with Diego Passoni of Radio Deejay will be held.
- Friday, September 29, starting at 2:00 PM at 21 House of Stories, Via Enrico Nöe 24, Città Studi, Milan, where the interview with Max Schrems and Bitcoin Beach, a live workshop to learn how to use Bitcoin in your business (or for shopping), will take place, curated by Milano Trustless.
Oggi al Ministero dell’Istruzione e del Merito saranno esposti i risultati del Rapporto OCSE “Education at a Glance 2023”. Interverrà anche il Ministro Giuseppe Valditara.
Seguite l’evento in diretta dalle 11.00 qui ▶ youtube.
Ministero dell'Istruzione
Oggi al Ministero dell’Istruzione e del Merito saranno esposti i risultati del Rapporto OCSE “Education at a Glance 2023”. Interverrà anche il Ministro Giuseppe Valditara. Seguite l’evento in diretta dalle 11.00 qui ▶ https://www.youtube.Telegram
Podcast Punk !
The Saint and allkillersnofillers present: The Adventure with the Saint episodi n°44 Judith Il miglior podcast rocknroll del globo terracqueo !!!! @Musica Agorà
iyezine.com/the-saint-and-allk…
The Saint and allkillersnofillers present: The Adventure with the Saint episodi n°44 Judith
The Saint and allkillersnofillers present: The Adventure with the Saint episodi n°44 Judith Il miglior podcast rocknroll del globo terracqueo !!!!In Your Eyes ezine
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Privacy e riconoscimento facciale; con iBorderCTRL si comincia ovviamente dai migranti e non finirà bene: «La macchina della verità alle frontiere dell'Europa è stata un assegno in bianco»
«Mentre assegnano 4,5 milioni di euro del programma di ricerca Horizon 2020 a iBorderCTRL, una sorta di macchina della verità da usare alle frontiere, gli esperti della Commissione europea sanno già che questa tecnologia di analisi dei micro-movimenti del volto e di identificazione delle bugie, una sorta di Lie to me, la serie tv con Tim Roth, in versione algoritmo, potrà porre dei grossi problemi. Tanto che nello stesso documento con cui finanziano il progetto, datato 18 gennaio 2016, scrivono che “la proposta si affida pesantemente a un sistema automatico di rilevazione delle bugie, che pone una serie di rischi che non sono adeguatamente affrontati”.»
L'articolo di Luca #Zorloni prosegue qui su Wired Italia
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Il deputato francese Philippe Latombe ha annunciato giovedì scorso di voler impugnare davanti al Tribunale della UE il #DataPrivacyFramework
”Il testo risultante da questi negoziati viola la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione, a causa delle insufficienti garanzie di rispetto della vita privata e familiare in relazione alla raccolta massiva di dati personali, e il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR)”, ha scritto Latombe, membro del partito alleato del Presidente Emmanuel Macron, , nella sua dichiarazione.Latombe ha presentato due ricorsi, ha dichiarato a POLITICO: uno per sospendere immediatamente l’accordo e un altro sul contenuto del testo.Oltre alle preoccupazioni per la sorveglianza di massa degli Stati Uniti, il Data Privacy Framework è stato notificato ai Paesi dell’UE solo in inglese e non è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, il che potrebbe non rispettare le regole procedurali, ha sostenuto Latombe. Latombe ha informato il governo francese e l’autorità per la protezione dei dati CNIL della sua contestazione.
French lawmaker challenges transatlantic data deal before EU court
MP Philippe Latombe launches the latest round of legal fighting.Laura Kayali (POLITICO)
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Per garantire il futuro dell'istanza social.linux.pizza, si è deciso di potenziarla tra il 19 e il 21 settembre
"Ci saranno un paio d'ore di inattività, ma tutto il contenuto sarà intatto e i tuoi account non saranno interessati"
Per dubbi o richieste di informazioni, contatta @:debian: 𝚜𝚎𝚕𝚎𝚊 :fedora:
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CALL: EMERGENCY OF BEAUTY
mail art Project: Emergency of Beauty, a tribute to True Love This is an emergency call! We need more beauty here and now.
Il governo inglese ammette che la clausola spia non può essere utilizzata in modo sicuro
Open Rights Group si è espresso in merito a un rapporto secondo cui il governo di Londra ha ammesso che non utilizzerà i poteri per scansionare i messaggi privati finché non sarà “tecnicamente fattibile” farlo
Government admits Spy Clause can’t be used safely
Open Rights Group has responded to a report that the Government has conceded that it will not use powers to scan private messages until it is “technically feasible” to do so.Open Rights Group
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Panoramax, un'alternativa libera a Google Street View per foto-cartografare il territorio.
Cos'è #Panoramax? Il post di @CapitaineMoustache 🗺️⭕️ ce lo spiega!
È come Google Street View ma gratis!
Le foto sono fornite dalla community, ospitata su diverse istanze (come Mastodon), disponibili con licenza CC-BY-SA 4.0 e scaricabili a piena risoluzione (vedi ultima immagine)!
È ancora in beta, ma i primi mattoncini ci sono già, puoi già consultare le foto, visualizzarle su una mappa, contribuire caricando le tue foto tramite l'interfaccia web!
Questo è MEGA utile per la mappatura su #OpenStreetMap ! Con queste foto potrai scoprire velocemente nomi di percorsi, indirizzi, attrezzature di emergenza, negozi, limiti di velocità, infrastrutture ciclistiche, insomma è oro! E salta, colpisce poi tutte le app che utilizzano OpenStreetMap, come OsmAnd (vedi foto).
Con poca attrezzatura (un semplice smartphone o una fotocamera GoPro per esempio), chiunque può fotografare e poi mappare un'intera città, soprattutto dove i servizi commerciali non passano mai, tipo "basse densità" o.... dove non passano le auto!
Attualmente esistono due organismi Panoramax:
- Il National Geographic Institute (IGN)
- L'Associazione OpenStreetMap Francia
Grazie a @nilocram per la segnalazione
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Grandi Poliverso e Nilocram! 🤩
Ne avevo già parlato qui e qui ma effettivamente mancava un post dedicato!
L'unica cosa che non mi è al 100% chiara è come contribuire da smartphone....manca l'app dedicata e non so se esista una funzione della fotocamera per cui si possano scattare immagini ogni x secondi ad es. per 1 ora. Oltre al fatto che su smartphone con GPlay l'attivazione del gps per la fotocamera obbliga ad attivare la localizzazione precisa (anche tramite reti wifi vicine e altro)
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dove scrivono che è prevista la federazione tra istanze!
“Hello World” è la prima comunità Lemmy italiana dedicata alla programmazione
Qui possiamo condividere notizie, tutorial e manuali, video, interviste ad addetti ai lavori ma anche link a repository di progetti personali (rigorosamente open source).
𝚜𝚎𝚕𝚎𝚊
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •I dont speak italian, sorry.
@fediverso
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Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂
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