Salta al contenuto principale



Africa rossa – Il terzo Belt and Road forum e la risposta dell’Occidente


Africa rossa – Il terzo Belt and Road forum e la risposta dell’Occidente BRI
L’Ue corteggia l’Africa all’indomani del Belt and Road Forum. Il debito africano aumenta e gli investimenti cinesi calano. L’ideologia torna al centro dell’agenda estera cinese, mentre Pechino punta a sviluppare settori più sostenibili e a minore intensità di capitale – non senza incappare in qualche incidente di percorso. Un bilancio delle relazioni tra la Cina e il continente africano nell’ultima ...

L'articolo Africa rossa – Il terzo Belt and Road forum e la risposta dell’Occidente proviene da China Files.



Weekly Chronicles #51


Omicidi, città da 15 minuti e Snowden. La Rivoluzione Francese e le sue conseguenze. Scenario OpSec della settimana.

Nelle Cronache della settimana:

  • Tradito dall’app di fitness
  • La tua città è pronta per la rivoluzione dei 15 minuti?
  • Snowden se la prende con la community crypto al Bitcoin Amsterdam

Nelle Lettere Libertarie: La Rivoluzione Francese e le sue conseguenze sono state un disastro per il genere umano.

Scenario OpSec della settimana: Giulia, un'impiegata in un’azienda di circa 150 dipendenti, usa spesso il suo computer aziendale per questioni personali durante le pause. Non vuole che i suoi superiori sappiano quali siti web visita o le attività personali che svolge con il computer personale.

Subscribe now

9965061


Tradito dall’app di fitness


Stanislav Rzhitskiy, capitano della marina russa, è stato trovato morto con alcuni colpi di pistola nella schiena1. Pare sia stato ammazzato mentre faceva jogging. L’assassino, secondo le notizie, l’avrebbe trovato grazie all’app Strava, su cui il capitano era solito pubblicare le sue routine di jogging.

Sembra che l’omicidio sia stato una sorta di vendetta per alcuni bombardamenti nel corso della guerra in Ucraina. La lezione qui però è un’altra: condividere le proprie routine online non è mai una buona idea; che siano social network o app di fitness.

La privacy è questione di libertà e autodeterminazione, ma anche di incolumità fisica. Se durante le tue corse su Strava non ti ritrovi davanti due energumeni che ti chiedono cortesemente di porgergli il portafoglio, è solo perché fortunatamente la maggior parte delle persone sono troppo sceme o troppo pigre per capire quanto sia facile oggi identificare e trovare le persone in strada.

9965063
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

Read more



GAZA/ISRAELE. Giorno 19. Guterres (Onu): “Palestinesi soggetti a 56 anni di soffocante occupazione”.


Il segretario generale delle Nazioni Unite ha dichiarato che gli attacchi di Hamas in Israele il 7 ottobre non possono giustificare la "punizione collettiva del popolo palestinese". L'articolo GAZA/ISRAELE. Giorno 19. Guterres (Onu): “Palestinesi soggett

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

AGGIORNAMENTI 25 OTTOBRE

Quattro palestinesi sono stati uccisi e più di 20 feriti da un bombardamento israeliano, pare con un drone, nei pressi del cimitero del campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Poco prima la Brigata Jenin (Jihad islamico) aveva annunciato via Telegram di essersi scontrata con l’esercito israeliano. L’agenzia Wafa riferisce che truppe israeliane hanno effettuato un’incursione nella città di Burqin. Dallo scorso 7 ottobre i palestinesi uccisi in Cisgiordania sono almeno 100.

della redazione

Pagine Esteri, 25 ottobre 2023 – È scontro aperto tra Israele e Antonio Guterres. L’ambasciatore israeliano all’Onu, Gilad Erdan, ha invitato o, meglio, “esortato”, il segretario generale delle Nazioni Unite a dimettersi dopo le sue dichiarazioni secondo cui gli attacchi di Hamas in Israele il 7 ottobre non possono giustificare la “punizione collettiva del popolo palestinese”. Guterres ha aggiunto che quanto è accaduto nel sud di Israele poco più di due settimane fa “non nasce dal nulla” e ha sottolineato con tono perentorio che i palestinesi sono stati soggetti a “56 anni di soffocante occupazione”.

Parole che hanno fatto infuriare il governo Netanyahu. Il ministro degli Esteri, Eli Cohen, all’Onu ha fatto ascoltare la registrazione di un membro di Hamas che si vantava con i suoi genitori aver appena ucciso dieci ebrei. “Signor segretario generale, lei in che mondo vive? Sicuramente non nel nostro. Questo è il mondo in cui viviamo”, ha inveito il capo della diplomazia israeliana.

Lo scontro all’Onu ha irrigidito la posizione delle forze armate israeliane sul divieto di ingresso del carburante a Gaza. “Il carburante non entrerà a Gaza poiché Hamas lo utilizza per lanciare i suoi attacchi ai cittadini israeliani” ha affermato il portavoce delle Forze armate israeliane rispondendo all’allarme lanciato dall’Unrwa, l’agenzia dell’Onu che assiste i profughi palestinesi, che in poche ore rischia di cessare le sue operazioni per mancanza di benzina e gasolio. Lo stesso problema che affrontano gli ospedali palestinesi che, secondo il ministero della sanità a Gaza, sarebbero già di fatto fermi. Lo stesso ministero ha aggiornato ieri a quasi 6mila il numero dei morti causati dai bombardamenti aerei e ad oltre 15 mila i feriti.

Israele intanto ripete di essere pronto a cominciare la sua offensiva di terra a Gaza “per smantellare la struttura di Hamas” che ieri ha tentato una infiltrazione via mare a Zikim fermata dai soldati di guardia che avrebbero ucciso una decina di uomini del movimento islamico. Ieri il presidente americano Joe Biden, a chi ha chiesto se gli Stati Uniti stiano domandando agli israeliani di rimandare l’operazione militare, ha risposto che “Israele sta prendendo le decisioni che ritiene opportune”. Nei giorni scorsi sono circolate indiscrezioni su pressioni Usa per ritardare l’invasione israeliana di Gaza. Pagine Esteri

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

L'articolo GAZA/ISRAELE. Giorno 19. Guterres (Onu): “Palestinesi soggetti a 56 anni di soffocante occupazione”. proviene da Pagine Esteri.



N. 193/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Per quanto riguarda la privacy dei dipendenti, “se un’organizzazione rispetta il diritto del Quebec, è praticamente conforme alle leggi delle altre province”, afferma Eloïse Gratton, partner e responsabile nazionale per la privacy e la protezione dei dati presso la BLG di Montreal. “In linea di principio, molto spesso,...


Prime considerazioni sul voto in Provincia di Trento: contribuiamo in maniera determinante ad eleggere il nostro candidato presidente Degasperi , pur con un risultato non esaltante della lista Unione Popolare


finalmente suona!


sono finalmente riuscito a far funzionare il mio primo abbozzo di sintetizzatore scritto in scheme, ovviamente è ora di suonare Flowering Night

@"Hello, World!" - Programmazione

Questa voce è stata modificata (1 anno fa)

reshared this



Su Radio Onda Rossa, l'intervento a Le dita nella presa, degli amministratori di Puntarella.party, l'istanza autogestita di Roma

Nella trasmissione di approfondimento tecnologico di Radio @Radio ondarossa RSS Feed con @Rolery e altri @admin di Puntarella.party Si è parlato di fediverso, puntarella.party ma anche di gattini e @Chiese Brutte

@Che succede nel Fediverso?


Ieri siamo intervenutə a Le dita nella presa, trasmissione di approfondimento tecnologico di Radio @ondarossa. Si è parlato di fediverso, puntarella.party ma anche di gattini e @ChieseBrutte.

ondarossa.info/trx/dita-nella-…




Prepariamoci, le prossime europee saranno le elezioni della storia più inquinate dalla disinformazione


Breve premessa in tre punti essenziali. Punto primo. Da una ricerca realizzata dal Censis due anni fa risulta che un italiano su tre si informa esclusivamente sui social; nel 2021 il trend era in forte crescita, c’è pertanto da credere che la percentuale

Breve premessa in tre punti essenziali. Punto primo. Da una ricerca realizzata dal Censis due anni fa risulta che un italiano su tre si informa esclusivamente sui social; nel 2021 il trend era in forte crescita, c’è pertanto da credere che la percentuale sfiori oggi il 50%. Punto secondo. Uno studio del Mit di Boston ha dimostrato che su Twitter, ma non c’è ragione di ritenere che su Tik Tok o altri social network la percentuale sia inferiore, le notizie false si diffondono sei volte più velocemente delle notizie vere. Punto terzo. Come ha osservato nel lontano 1917 il senatore americano Hiram Johnson, “quando scoppia la guerra, la prima vittima è la verità”; di guerre guerreggiate ne sono scoppiate due (la prima conseguente l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, la seconda conseguente l’attacco ad Israele da parte di Hamas), mentre la guerra tra il risorgente impero cinese e quel che resta del vecchio impero americano è per il momento contenuta ai livelli commerciali, di intelligence, di propaganda. È quella che gli esperti chiamano guerra “ibrida”.

Non occorre, dunque, disporre di informazioni riservate per prevedere che le prossime elezioni europee saranno le più inquinate dalla disinformazione della storia democratica dei 27 Paesi che fanno parte dell’Ue. Per convincersene, basta unire con spirito critico i tre punti della premessa. Minare la legittimità dei processi democratici e favorire le forze politiche meno affini alla sensibilità europeista ed atlantista sarà, allora, l’obiettivo della propaganda russa, di quella cinese e di quella islamica filo Hamas, per l’occasione unite in un unico fascio legato insieme da interessi strategici comuni.

Grazie ai social, e grazie al progressivo abbandono da parte dei cittadini-elettori delle fonti di informazione per così dire tradizionali, l’opera di disinformazione appare oggi quantomai semplice. Un recente studio dell’European Council on Foreign Relations (Ecfr) ne ha dimostrato le potenzialità. Nei mesi tra la caduta del governo Draghi e le successive elezioni politiche, gli analisti del Ecfr hanno studiato l’output di 235.428 account su Twitter e ne hanno trovato 1763 insolitamente attivi. Rappresentavano l’1,2% del totale, ma hanno pubblicato il 33,3% di tutte le attività identificate come discussione politica su Twitter in quel periodo. Poco più dell’un per cento dei profili ha determinato oltre il trenta per cento delle conversazioni. Naturalmente, si trattava di profili filo russi e filo cinesi, filo sovranisti e filo grillini, che hanno sistematicamente avvelenato i pozzi dell’informazione con false notizie tese a determinare una forte, fortissima polarizzazione nell’elettorato.

Allora, la questione arabo israeliana non era ancora esplosa. Da quando è esplosa, tutte le agenzie di intelligence riscontrano un’esorbitante crescita sui social della propaganda anti occidentale e pro Hamas. In parte il fenomeno è dovuto all’attività cyber dei gruppi filo russi, filo cinesi e filo islamici. In parte è dovuta alla natura stessa della Rete. L’obiettivo di tutti gli operatori del Web è tenere gli utenti incollati il più a lungo possibile al video dello smartphone. Come? Radicalizzando le discussioni grazie ad una sapiente programmazione degli algoritmi e ad una consistente dose di fake news capaci di alimentare i pregiudizi di ciascuno di noi.

Non è un segreto, è una regola. Regola involontariamente svelata dal proprietario di X, il vecchio Twitter, Elon Musk, che nei giorni scorsi ha suggerito ai propri follower di seguire due siti in particolare per informarsi su quanto stava accadendo in Medio Oriente. Erano due due siti dichiaratamente anti semiti. Quando, travolto dalle polemiche, Musk li ha cancellati, i suoi post erano già stati visualizzati, e si presume introiettati, da 11 milioni di utenti.

Le prossime europee saranno le elezioni più inquinate della Storia, impensabile governare il mondo senza essere prima riusciti a governare la Rete.

Huffington Post

L'articolo Prepariamoci, le prossime europee saranno le elezioni della storia più inquinate dalla disinformazione proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



"Invece di togliere l'assurdo tetto alle assunzioni nella sanità pubblica il governo Meloni alza il tetto di spesa per le prestazioni dei privati. E' una vergo


Frusciante


Scoppia subito la polemica sul limite all’uso del contante: quanto deve essere? Lo vogliamo più alto! È una questione di libertà. Favorisce l’evasione fiscale. Temo sia in grandissima parte una discussione è totalmente inutile. L'articolo Frusciante prov

youtube.com/embed/X98te1jmTwU

Scoppia subito la polemica sul limite all’uso del contante: quanto deve essere? Lo vogliamo più alto! È una questione di libertà. Favorisce l’evasione fiscale. Temo sia in grandissima parte una discussione è totalmente inutile.

L'articolo Frusciante proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



La mancata proroga del mercato tutelato per elettricità e gas è una pugnalata del governo Meloni ai cittadini. I dati sono inequivocabili: con il mercato tute


RiTagli


Siete fra quanti hanno considerato una follia sanzionare medici e infermieri per avere fatto troppi straordinari e avete poi apprezzato l’intervento del Presidente della Repubblica? Bene, siete fra le persone ragionevoli. Ma non ce la si deve prendere con

Siete fra quanti hanno considerato una follia sanzionare medici e infermieri per avere fatto troppi straordinari e avete poi apprezzato l’intervento del Presidente della Repubblica? Bene, siete fra le persone ragionevoli. Ma non ce la si deve prendere con la “burocrazia”, si deve capire cosa sia successo e perché. Dopo di che si sarà molto, ma molto più arrabbiati. Anche perché l’errore a monte della questione, che si trova nella legge, si riprodurrà adesso in quella di bilancio.

Non basta che una spesa abbia una nobile motivazione per essere anche giusta. Si può avere un encomiabile intento e una pessima spesa. Quindi non basta dire “salute” (ma neanche “Covid”) per giustificare spese crescenti. Si deve sempre controllare. Ed è qui che cascano gli asini.

Una spesa relativa a un periodo che va dal giugno 2021 al settembre 2022 non può essere sanzionata alla fine del 2023, quando è già stata effettuata e continuata. Con quei tempi di controllo e intervento andrebbe in fallimento qualsiasi impresa. Ma, appunto, la spesa era stata controllata e approvata dai direttori delle Aziende sanitarie che, però, sono sia gestori che controllori della spesa, facente capo alla Regione d’appartenenza. Tanto è vero che, nel caso di Bari, il direttore generale competente aveva presentato ricorso avverso la sanzione di cui all’intervento del Quirinale. Sanzione che era stata fatta dall’Ispettorato del lavoro, che con la sanità non c’entra nulla ma che è preposto al controllo della spesa per la retribuzione dei dipendenti. E questi sono i due primi ragli.

Poi: per il periodo precedente quello oggetto della sanzione, tutto bene? Strano, perché per i 12 mesi antecedenti – quelli più duri e difficili per la pandemia – ci si sarebbe aspettato un utilizzo massiccio dello straordinario e dei mancati riposi. Eppure nulla. Strano, a meno che quei reparti non si fossero nel frattempo svuotati di medici e infermieri. E se invece i controllori avessero fatto finta di non vedere, sarebbe anche peggio.

Perché l’asineria più inquietante si trova nella norma. La spesa va sempre controllata e può sempre essere migliorata, anche senza farla crescere, anche tagliandola o aumentandola a ragion veduta. Se questo mestiere non lo si sa fare, se (come capita da noi) il controllore è il controllato e la revisione della spesa non funziona né in italiano né nell’inglese della spending review, allora – per evitare che finisca del tutto fuori controllo – si ricorre a meccanismi automatici. E uno di questi è qui scattato innescando la sanzione, che dovrebbe essere automatica quanto il meccanismo. Solo che sono ciechi.

Tale modalità operativa si ritrova pari pari nella legge di bilancio, che per far quadrare i conti sulla carta non soltanto apposta privatizzazioni per un valore solo sperato, ma prevede un taglio delle spese in capo alle amministrazioni pubbliche, nazionali e locali, che ove non sia effettuato darà luogo a un taglio lineare del 5%, ovvero il meccanismo automatico che ora tutti sono pronti a bollare come assurdo e forse anche offensivo. Salvo moltiplicarlo su scala assai più vasta.

A fronte di questo il Colle può imprecare, ma non risolvere. Le semplificazioni giornalistiche non soltanto fuorviano, ma illudono. Devono intervenire il governo e il legislatore (quest’ultimo manco conosce le leggi che sforna, sicché ci sarà un decreto che poi verrà convertito con l’aggiunta di altre astruserie), che però s’erano appena apparecchiati a fare l’esatto opposto, ovvero rimediare per via lineare e meccanica all’incapacità di controllare e riqualificare il dettaglio di ciascuna spesa. Ove prevalesse la seconda cosa nessuno avrebbe mai contestato che si sia rimasti a intubare troppo a lungo, mentre sarebbe bene contestare le corsie dove il lavoro non ferve proprio per niente o le liste d’attesa per diagnosi che si potrebbero fare in fretta, se soltanto qualcuno non spegnesse le macchine.

Insomma, la vicenda è uno dei ritagli della spesa pubblica inefficiente. E non è risolta manco per niente.

La Ragione

L'articolo RiTagli proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



🏆 Si è svolta oggi, presso la Sala “Aldo Moro” del MIM, la premiazione degli istituti vincitori del concorso nazionale “La libertà di informazione nel processo di crescita dei giovani”.


Perché Washington manda in Israele un generale dei Marines


Il supporto militare di Washington a Tel Aviv continua a concretizzarsi, e non solo tramite l’invio di armi (con muniziono e altri equipaggiamenti che continuano comunque a fluire nella regione). Nelle scorse ore l’amministrazione Biden ha infatti diffuso

Il supporto militare di Washington a Tel Aviv continua a concretizzarsi, e non solo tramite l’invio di armi (con muniziono e altri equipaggiamenti che continuano comunque a fluire nella regione). Nelle scorse ore l’amministrazione Biden ha infatti diffuso la notizia dell’invio di una delegazione di ufficiali guidata da James Glynn, generale a tre stelle del US Marine Corps con esperienze di comando durante le operazioni militari contro lo Stato islamico negli scorsi anni.

Il compito di questo gruppo di ufficiali “con un’esperienza pertinente all’operazione che gli israeliani stanno conducendo” è “condividere il loro punto di vista e porre domande difficili, le stesse domande difficili che abbiamo posto alle nostre controparti israeliane fin dall’inizio” riferisce il capo delle comunicazioni strategiche del National Security Council John Kirby.

Quelle domande difficili sono un fattore determinante sia dal punto di vista tecnico — che riguarda il cosa si aspettano davanti i reparti israeliani che invaderanno la Striscia — sia dal punto di vista politico. Come gestire i combattimenti tra civili senza suscitare il clamore internazionale? Come evitare successivamente la ri-insorgenza di Hamas?

Glynn e i suoi uomini possono aiutare non a dare risposte definitive, ma a mettere a disposizione dei vertici delle Israeli Defence Forces, impegnati nella pianificazione dell’operazione di terra contro il gruppo palestinese responsabile dell’attacco del 7 ottobre, le proprie conoscenze e le proprie esperienze nel campo dell’urban warfare. La realizzazione di un’operazione militare terrestre nella Striscia, volta a sradicare Hamas, dev’essere preceduta da un attento lavoro di pianificazione infatti, per evitare di trasformarsi in uno scenario catastrofico come quello evocato dal generale David Petraeus.

Gli Stati Uniti hanno acquisito esperienza di combattimento in contesti urbani negli anni recenti grazie al supporto fornito ai gruppi di combattenti curdi e iracheni impegnati nella lotta contro il Califfato. In particolare, all’interno degli scontri per la liberazione delle città di Raqqa e di Mosul. E adesso gli ufficiali mandati in Terra Santa devono capire quale approccio Israele intenda utilizzare, domanda a cui non si ha ancora risposta. A certificarlo è stato lo stesso Joe Biden, che durante il suo discorso tenuto a Tel Aviv pochi giorni fa ha specificato che sia necessaria una “chiarezza negli obiettivi, e nel percorso da seguire al fine di raggiungerli”.

Le alternative sono due: la prima è quella di cercare di eliminare Hamas usando attacchi aerei chirurgici, combinati con interventi mirati da parte di truppe per operazioni speciali, esattamente come hanno fatto gli aerei da guerra americani e le truppe irachene e curde a Mosul. Altra opzione: entrare a Gaza con un contingente più massiccio composto da carri armati e fanteria, in uno scenario simile a quello della battaglia di Falluja del 2004.

Secondo gli ufficiali americani, entrambi gli approcci comporteranno gravi perdite. Ma ancora di più nel caso di un “approccio Falluja”. Al Pentagono si preferirebbe infatti che le operazioni si ispirassero a quelle condotte contro l’Is negli scorsi anni, così da prevenire al massimo tanto vittime militari quanto vittime civili.

Glynn ha guidato è stato vice comandante generale delle operazioni speciali dell’operazione “Inherent Resolve”, da luglio 2017 a luglio 2018. In quel periodo, l’Is (noto anche come Isis) si stava trasformando da organizzazione statuale che controllava una larga fetta di territorio nel Siriaq a forza ribelle insorgente.

“Una delle cose che abbiamo imparato è come tenere conto dei civili nello spazio di battaglia, e loro sono parte dello spazio di battaglia, e noi, in conformità con la legge di guerra, dobbiamo fare ciò che è necessario per proteggere quei civili” ha affermato il segretario alla difesa americano Lloyd J. Austin, che nel corso di una conversazione telefonica con il Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha sottolineato l’importanza del “rispetto delle leggi della guerra” e della “protezione dei civili”.

Ma il coinvolgimento americano è solamente di tipo consultivo. Sia Washington che Tel Aviv rimarcano come gli Stati Uniti non stiano facendo pressioni di sorta sul governo presieduto da Benjamin Netanyahu, né tantomeno stiano prendendo decisioni in sua vece. Lo stesso Glynn tornerà in patria una volta assolto il suo compito, e non sarà presente sul terreno quando le truppe israeliane metteranno in atto l’operazione.


formiche.net/2023/10/syraq-gaz…



L’utilizzo e l’elaborazione dei numerosi dati disponibili presso le istituzioni scolastiche può permettere di individuare precocemente gli studenti e le studentesse a rischio di dispersione scolastica, al fine di realizzare azioni a sostegno dell’app…


Messina, cinque borse di studio per i corsisti under 32


L'articolo Messina, cinque borse di studio per i corsisti under 32 proviene da Fondazione Luigi Einaudi. https://www.fondazioneluigieinaudi.it/messina-cinque-borse-di-studio-per-i-corsisti-under-32/ https://www.fondazioneluigieinaudi.it/feed


CINA. Rimosso il ministro della difesa


È il secondo, nel giro di pochi mesi, dopo Qing Gang, Ministro degli Affari Esteri, ad essere stato mandato via senza una motivazione ufficiale. L'articolo CINA. Rimosso il ministro della difesa proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2023/10

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

Pagine Esteri, 24 ottobre 2023. Il Ministro cinese delle Difesa Li Shangfu è stato rimosso dal suo incarico.

Shangfu, nominato lo scorso marzo, non si vedeva in pubblico dal mese di agosto.

È il secondo ministro a perdere il lavoro negli ultimi mesi, dopo la cacciata dell’ex Ministro degli Esteri Qing Gang.

9953342
Qing Gang, ex Ministro cinese degli Affari Esteri

Xi Jin Ping sta portando avanti una sorta di campagna di rafforzamento della sicurezza nazionale che sta causando sconvolgimenti ai livelli più alti di leadership del Paese.

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

L'articolo CINA. Rimosso il ministro della difesa proviene da Pagine Esteri.



Gli europarlamentari che guidano il lavoro sulla legge europea sull’Intelligenza artificiale (IA) hanno diffuso una nuova versione delle disposizioni relative alla classificazione dei sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio, mantenendo l’approccio basato sui filtri nonostante un parere legale contrario....

Gazzetta del Cadavere reshared this.



Washington Post: “Daria Dugina uccisa dai servizi di Kiev addestrati dalla CIA”


La figlia di Dugin e altri membri dell'esercito e dell'establishment russo sarebbero stati uccisi da attentati realizzati in Russia da agenti segreti ucraini addestrati dalla Cia L'articolo Washington Post: “Daria Dugina uccisa dai servizi di Kiev addest

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

di Redazione

Pagine Esteri, 24 ottobre 2023 – La giornalista figlia dell’ideologo ultranazionalista russo Aleksandr Dugin, uccisa ad agosto dello scorso anno nei pressi di Mosca da una bomba piazzata nell’ auto sulla quale viaggiava, sarebbe stata vittima di un attentato organizzato da alcuni agenti segreti ucraini addestrati dalla Central Intelligence Agency.
Lo affermano alcuni “funzionari anonimi statunitensi e ucraini” citati dal quotidiano “Washington Post”, secondo cui proprio le spie addestrate dalla CIA sono impegnate sin dallo scorso anno in un sanguinoso “conflitto ombra” contro la Russia.

Le fonti citate dal quotidiano ricostruiscono così l’attentato contro la donna: i componenti della bomba sarebbero stati introdotti in Russia quattro settimane prima dell’attentato, all’interno di un compartimento segreto ricavato in un trasportino per gatti, su un’auto in cui viaggiavano una donna e la figlia 12enne. La donna prese casa nello stesso condominio della famiglia Dugin e sorvegliò i suoi componenti per alcuni giorni. L’ordigno avrebbe dovuto uccidere Dugin, che però salì su un’altra vettura.

L’operazione – scrive ancora il quotidiano statunitense – è stata pianificata dal Servizio di sicurezza interna ucraino (Sbu), ed è parte di una campagna di attentati e operazioni sotto copertura in cui rientrano anche gli attacchi al ponte di Crimea, a navi russe nel Mar Nero e al Cremlino.

Nell’ultimo decennio, l’Sbu e le altre agenzie di sicurezza ucraine «hanno forgiato nuovi legami con la Cia» scrive il WP, secondo il quale dal 2015 l’intelligence statunitense «ha speso decine di milioni di dollari» per trasformare i servizi segreti ucraini, all’epoca strutturati sul modello sovietico, in «potenti alleati contro Mosca». L’agenzia statunitense «ha fornito sistemi di sorveglianza, addestrato reclute in territorio ucraino, costruito nuovi quartieri generali per l’intelligence militare di Kiev e condiviso informazioni»

Il capillare coinvolgimento della Central Intelligence Agency statunitense nel conflitto tra Russia e Ucraina è già stato oggetto di altre rivelazioni da parte della stampa Usa: secondo “Newsweek“, ad esempio, la Cia sarebbe la vera coordinatrice delle operazioni belliche ucraine, occupandosi di ruoli cruciali che vanno dalla logistica “informale” delle armi alla segnalazione degli obiettivi da colpire sul campo.

Secondo il Washington Post, negli ultimi 20 mesi l’Sbu e la sua controparte militare, il Gru, «hanno compiuto decine di omicidi» di ufficiali, funzionari e figure pubbliche russi, oltre a sostenere e organizzare gruppi terroristici e di resistenza in Russia e nei territori occupati. Tra gli omicidi il quotidiano cita quello del comandante di un sottomarino russo ucciso mentre faceva jogging in un parco, un blogger nazionalista ucciso dall’esplosione di una bomba in un bar e un comandante ribelle ucciso da una donna che lo aveva accusato di stupro. Alcune di queste operazioni condotte dall’SBU, secondo i media statunitensi, avrebbero incontrato la contrarietà di Washington.

Le autorità ucraine per ora non commentano mentre quelle russe trovano una insperata conferma alle accuse lanciate nei mesi scorsi contro gli Stati Uniti. – Pagine Esteri

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

L'articolo Washington Post: “Daria Dugina uccisa dai servizi di Kiev addestrati dalla CIA” proviene da Pagine Esteri.



ANALISI. Biden si rifiuta di parlare di cessate il fuoco anche se ciò potrebbe impedire una guerra regionale


È una negligenza strategica da parte della Casa Bianca dare carta bianca a Israele quando sa che potrebbe trascinare gli Stati Uniti in un conflitto più ampio, scrive Trita Parsi su Responsible Statecraft L'articolo ANALISI. Biden si rifiuta di parlare d

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

di Trita Parsi* Responsible Statecraft

I terribili attacchi di Hamas lo scorso fine settimana e i successivi bombardamenti israeliani su Gaza hanno messo in agitazione il mondo intero. Oltre alle preoccupazioni per la sorte dei 2,2 milioni di palestinesi intrappolati a Gaza senza un posto dove fuggire, c’è anche il timore palpabile che il conflitto si trasformi in una guerra a livello regionale. Nessuno dei principali attori – con la possibile eccezione di Hamas – vuole o trae vantaggio da una guerra del genere, eppure tutte le parti agiscono in modo tale da aumentarne il rischio di giorno in giorno.

C’è poco che suggerisca che Israele o il primo ministro Benjamin Netanyahu cerchino di ampliare la guerra. Il caos in Israele e l’incapacità del suo governo non solo di prevenire l’attacco ma anche di gestirne le conseguenze sfidano l’idea che si stesse preparando o desiderasse una guerra più grande. Israele si troverebbe infatti in una situazione precaria se finisse in una guerra su due fronti con Hezbollah che attacca Israele da nord.

Non c’è nemmeno nulla che suggerisca che Hezbollah desideri una guerra con Israele, nonostante il Wall Street Journal abbia riferito che Hamas aveva coordinato l’attacco con Hezbollah e l’Iran. Solo Hamas ha attaccato Israele, e non vi è stato alcun attacco simultaneo o successivo su larga scala da parte del nord. Considerata la terribile situazione economica del Libano – che è al quarto anno di profonda crisi economica e politica, con un’inflazione al 350% e il 42% della popolazione totale alle prese con un’acuta insicurezza alimentare – una guerra con Israele rischierebbe di portare l’intera nazione a un punto di rottura. .

Allo stesso modo, non ci sono prove che Teheran trarrebbe beneficio da una guerra più ampia. Come mi ha detto un diplomatico europeo, “l’Iran preferisce un conflitto a bassa intensità con Israele, piuttosto che una guerra aperta”. Il regime di Teheran è appena sopravvissuto a una delle più grandi sfide al suo governo e sembra sollevato dal fatto che l’anniversario dell’uccisione di Mahsa Amini non abbia riacceso queste proteste su larga scala.

Anche la sua economia è in gravi difficoltà, e il suo obiettivo è stato principalmente quello di raggiungere un accordo di allentamento della tensione con Washington che garantirebbe il rilascio di fondi iraniani e l’allentamento dell’applicazione delle sanzioni statunitensi sulle vendite di petrolio iraniano. Invece di coordinare l’attacco con Hamas, Teheran è stata colta di sorpresa, secondo l’intelligence statunitense .

Teheran ha anche compiuto il passo insolito di inviare un messaggio a Israele attraverso le Nazioni Unite , sottolineando che cerca di evitare un’ulteriore escalation. Ha tuttavia avvertito che sarà costretto a intervenire se Israele continuerà a bombardare Gaza.

Se c’è qualche razionalità nella politica in Medio Oriente dell’amministrazione Biden, anch’essa si opporrà a un’ulteriore escalation dei combattimenti. Tra la guerra in Ucraina e una potenziale crisi con la Cina su Taiwan, l’amministrazione Biden semplicemente non può permettersi una guerra più ampia nella regione. L’attenzione dell’amministrazione – per quanto fuorviante – si è invece concentrata sulla garanzia di un accordo di normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita. La Casa Bianca è così ossessionata da questa idea che ha persino iniziato a considerare di offrire ai governanti sauditi un patto di sicurezza e una tecnologia di arricchimento nucleare. La guerra in Medio Oriente non è stata nell’agenda di Biden.

Infine, gli stati arabi della regione, dall’Egitto alla Siria all’Arabia Saudita, non hanno nulla da guadagnare e molto da perdere da una guerra più ampia. L’Egitto teme un massiccio afflusso di cittadini di Gaza nel Sinai che, secondo le parole di David Hearst, ha il “potenziale di spingere l’Egitto oltre il limite dopo un decennio di declino economico”. Il siriano Bashar al-Assad si è concentrato sulla normalizzazione delle relazioni con gli stati arabi sunniti e sul rientro nella Lega Araba, aspetto fondamentale sia per la sua riabilitazione politica che per la ricostruzione economica della Siria.

Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman – che era sul punto di normalizzare le relazioni con Israele e gettare i palestinesi sotto l’autobus – si è sentito obbligato a rilanciare il profilo tradizionalmente filo-palestinese dell’Arabia Saudita data l’immensa rabbia del mondo arabo più ampio per il bombardamento di Gaza da parte di Israele. La sua telefonata di questa settimana con il presidente iraniano Ebrahim Raisi – la prima volta che i due hanno parlato – è stata almeno in parte motivata dal desiderio di non cedere la leadership su questo tema a Teheran.Sia un bagno di sangue a Gaza che una guerra più ampia complicheranno gravemente la sua ambizione di affermarsi come leader indiscusso del mondo arabo, dato il suo disprezzo per i palestinesi.

Nonostante i chiari interessi di quasi tutte le parti contrarie a una guerra regionale, tutte le parti si comportano in modo tale da rendere questa guerra sempre più probabile. Se l’invasione israeliana di Gaza si rivelasse efficace in termini di decimazione di Hamas, Hezbollah potrebbe sentirsi obbligato a intervenire – non necessariamente per salvare Hamas, ma per salvare se stesso.

Una campagna israeliana di successo contro Hamas sposterà gli equilibri nella regione, dando a Israele mani più libere per attaccare Hezbollah. Un attacco da nord da parte di Hezbollah potrebbe non salvare Hamas, poiché renderà troppo costoso per il governo Netanyahu estendere la guerra al Libano dopo la sconfitta di Hamas. Hezbollah potrebbe non essere in grado di impedire una vittoria israeliana, ma avrà un interesse impellente a trasformare la situazione in qualcosa di pirro.

Il coinvolgimento di Hezbollah, a sua volta, porterà l’Iran molto più direttamente nel conflitto. Pur dichiarando la sua opposizione a una guerra più ampia, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha avvertito che, a meno che Israele non interrompa i suoi attacchi, la guerra si allargherà e che Israele subirà “un enorme terremoto”.

Con l’Iran e Hezbollah coinvolti nel conflitto, l’amministrazione Biden sarà sottoposta a un’enorme pressione per intervenire militarmente, nonostante il chiaro interesse degli Stati Uniti a restarne fuori. Finora c’è poco nella condotta di Biden che suggerisca che, in questo scenario, egli darà priorità all’interesse strategico a lungo termine dell’America rispetto a ciò che è politicamente conveniente per lui nell’immediato.

L’intervento militare diretto americano a Gaza, o contro Hezbollah e l’Iran, è quasi certo che genererà gravi attacchi contro le truppe e gli interessi statunitensi in tutto il Medio Oriente da parte di gruppi armati sostenuti da Teheran. Le milizie in Iraq e Yemen hanno già lanciato severi avvertimenti riguardo ad una risposta su più fronti a qualsiasi intervento americano.

La Casa Bianca è ben consapevole di questi rischi di escalation. In un incontro all’inizio di quest’anno tra due alti funzionari americani e un rappresentante di alto livello del governo iraniano, uno degli americani ha avvertito Teheran che se avesse arricchito l’uranio al 90% di purezza, gli Stati Uniti avrebbero colpito militarmente l’Iran. Senza battere ciglio, il funzionario iraniano ha risposto che l’Iran avrebbe risposto immediatamente distruggendo quattordici basi americane nella regione facendo piovere su di loro migliaia di razzi entro 24 ore.

È in questo contesto che il rifiuto dell’Amministrazione Biden di chiedere una riduzione della tensione e un cessate il fuoco – o di fare praticamente pressione su Israele affinché eserciti il ​​suo diritto a difendersi entro i confini del diritto internazionale – è così problematico.

Non è solo la bancarotta morale della Casa Bianca di Biden a ostacolare gli sforzi per porre fine alla crisi (scioccanti email interne hanno rivelato che ai funzionari del Dipartimento di Stato è stato proibito di usare termini come allentamento dell’escalation, cessate il fuoco, fine dello spargimento di sangue e ripristinare la calma). Non si tratta del palese disprezzo per la vita umana mostrato dalla Casa Bianca quando il suo portavoce attacca i legislatori democratici che sostengono un cessate il fuoco e li definisce “ ripugnanti ”.

È anche una negligenza strategica quella di dare a Israele carta bianca per agire come desidera pur conoscendo e comprendendo l’enorme rischio che le azioni sfrenate di Israele a Gaza possano trascinare Washington in una guerra regionale più ampia che non serve né gli interessi degli Stati Uniti né Israele. La combinazione di avvertimenti a Hezbollah e all’Iran di mostrare moderazione, mentre non si chiede alcuna moderazione a Israele, può essere politicamente conveniente per Biden, ma è probabile che crei proprio lo scenario da incubo che Biden presumibilmente cerca di evitare.

Come ha affermato Ben Rhodes della Casa Bianca di Obama nel suo podcast la scorsa settimana, consigliare moderazione e invitare “a seguire le leggi della guerra, non significa mostrare una mancanza di rispetto per ciò che Israele ha attraversato. Al contrario, è un po’ quello che vorrei che qualcuno avesse fatto per gli Stati Uniti dopo l’11 settembre”.

Ma Biden non sta solo dando cattivi consigli a Israele. Sta dando a Israele un cattivo consiglio che rischia di far uccidere migliaia di americani in un’altra guerra insensata e prevenibile in Medio Oriente. Se gli manca l’umanità per chiedere un cessate il fuoco per impedire l’uccisione di migliaia di palestinesi, almeno non dovrebbe abdicare alla sua responsabilità di presidente degli Stati Uniti di tenere gli americani fuori dalla zona di sterminio.

*Trita Parsi è cofondatore e vicepresidente esecutivo del Quincy Institute for Responsible Statecraft.

L’articolo originale in lingua inglese può essere consultato questo link:

responsiblestatecraft.org/bide…

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

L'articolo ANALISI. Biden si rifiuta di parlare di cessate il fuoco anche se ciò potrebbe impedire una guerra regionale proviene da Pagine Esteri.



N. 192/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Come rivela il quotidiano Irish Independent, le patenti di guida di migliaia di automobilisti a cui sono stati rimossi i veicoli per conto della Guardia di Finanza sono state lasciate alla mercé degli hacker in una grave violazione dei dati. Oltre mezzo milione di documenti svelati includono dettagli...


Sostieni Privacy Chronicles


Condividi gli articoli, abbonati, o dona qualche satoshi!

Ci sono tanti modi per sostenere Privacy Chronicles. Puoi postare gli articoli sui tuoi social, diffondere la voce tra i tuoi amici, lasciare un like o interagire con un commento o una condivisione qui su Substack.

Se vuoi, puoi abbonarti per l’equivalente di una colazione al mese. È un piccolo gesto che però aiuta molto il mio lavoro.

Abbonati a Privacy Chronicles

Oppure, puoi anche donare qualche sats (bitcoin) con il tuo wallet LN preferito, scansionando questo QR Code:

9948504
Scan the QR Code or click here!

Le donazioni in bitcoin sono velocissime, privacy-friendly e praticamente senza commissioni.

Grazie per il tuo supporto!


privacychronicles.it/p/support…



Il commerciante di indirizzi fa causa alla DPA tedesca per impedire l'accesso ai file da parte della Noyb noyb ha chiesto all'autorità dell'Assia l'accesso al fascicolo della denuncia di Acxiom. Il commerciante di indirizzi ha presentato un'ingiunzione provvisoria contro l'autorità Acxiom Header


noyb.eu/it/address-trader-sues…



Il commissario risponderà finalmente alle domande sul ChatControl? È all'ordine del giorno della commissione Libe il 25.

A novembre si terrà una sessione speciale sulla privacy con rappresentanti della Corte di giustizia europea e della CEDU.

@Privacy Pride



Abbiamo ricevuto oggi una lettera del Consiglio Politico del Partito "Unione delle Forze di Sinistra - per il Nuovo Socialismo" sulla persecuzione che colpisce


di Paolo Ferrero - La considerazione avanzata dal presidente della Nazioni Unite Antonio Guterres al vertice egiziano quando ha detto che “la sola realisti




Via libera dal Consiglio dei Ministri al disegno di legge di promozione delle zone montane che disciplina, tra l'altro, una serie di agevolazioni per i docenti che prestano servizio presso le scuole di montagna.

Qui tutti i dettagli ▶️ https://www.




Dic 13
Dua renkontiĝo
Mer 14:30 - 16:00
Verda Majorano
Jus antaŭ la Zamenhofa Tago, aŭ Tago de la Esperanto-libro, kiu okazos la 15-a de decembro. Ni babilos pri libroj!


La recente crescita ergonomica e funzionale di Pixelfed non ha eguali in nessun altra piattaforma dle fediverso. Ora è il momento del supporto WebP2P per i video!

@Che succede nel Fediverso?


✨ Hello WebP2P!

Admins can now enable WebP2P support for Video!

This allows you to distribute and cache videos among users, reducing the load on the origin and accelerating content delivery!

Big thanks to the pioneering work of @peertube and the funding by @NGIZero

github.com/pixelfed/pixelfed/p… 🎉

#pixelfed #webp2p #video


BloodbornSB doesn't like this.


in reply to Fulvio Malfatto

Grazie! come faccio ad aggiornare le info nell'elenco globale? Riporta ancora i vecchi dati ed una versione obsoleta, mentre ho reinstallato ex novo con l'ultima versione. Grazie
in reply to Fmal @privato

@fmal @Fulvio Malfatto non puoi farci niente perché non dipende da te: solitamente c'è bisogno di un po' di tempo, dove l'espressione un po' va intesa come un tempo non precisamente definito e che dipende soprattutto dalla frequenza con cui il sistema di rilevamento raccoglie i dati... 😁
in reply to Fulvio Malfatto

Lo immaginavo, grazie per la conferma, era solo per essere sicuro di avere installato correttamente.


#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

🔶Il MIM alla quarantesima assemblea ANCI a Genova. Dal 24 al 26 ottobre con uno spazio informativo e pubblicazioni aggiornate.



📣 Dal 24 al 26 ottobre, presso la Fiera di Genova, è in programma la 40ª edizione dell’Assemblea nazionale dell’ANCI, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani.
“Tre colori sul cuore”, è il titolo dell’iniziativa di quest’anno.


N. 191/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Questa settimana, il governo dello Yukon ha pubblicato nuove norme che aumentano i poteri del RCMP. Prima dell’entrata in vigore della legge sulle persone scomparse, la polizia non poteva obbligare qualcuno o un’organizzazione a rilasciare informazioni personali su una persona scomparsa. Ora la legge consente esattamente questo. “Credo...


Quanto impegno e quanto costo comporta un’istanza di Mastodon?


Il Fediverso è un'alternativa aperta, gratuita e non commerciale alle piattaforme convenzionali. Ma i server devono essere pagati, i post moderati e la tecnologia deve essere mantenuta in funzione. Quanto costa effettivamente e quanto tempo dedicano gli o

Riportiamo l’articolo di Markus Reuter, pubblicato il 15 ottobre 2023 su Netzpolitik Il Fediverso è un’alternativa aperta, gratuita e non commerciale alle piattaforme convenzionali. Ma i server devono essere pagati, i post moderati e la tecnologia deve essere mantenuta in funzione. Quanto costa effettivamente e quanto tempo dedicano gli operatori alle loro istanze Mastodon? Da quando Elon Musk ha...

Source


Il Fediverso è un’alternativa aperta, gratuita e non commerciale alle piattaforme convenzionali. Ma i server devono essere pagati, i post moderati e la tecnologia deve essere mantenuta in funzione. Quanto costa effettivamente e quanto tempo dedicano gli operatori alle loro istanze Mastodon?

informapirata.it/2023/10/22/qu…






Three stories that all relate to governance, in their own different ways. Mbin is a new fork of Kbin, due to governance issues at Kbin. A research paper on that gives some structure to how different Mastodon servers organise their rules.


Voto sul chatcontrol rinviato: enorme successo in difesa della privacy digitale della corrispondenza!

La votazione per il regolamento #CSAR aka #Chatcontrol è stata ancora una volta posticipata. Gli stati🇪🇺 non hanno trovato un accordo che consenta di avere la maggioranza. 🇮🇹 non pervenuta nel dibattito.

@Privacy Pride

(grazie a @Pietro Biase :fedora: per la segnalazione)

pirati.io/2023/10/voto-sul-con…