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LIVE. GIORNO 24. Israele uccide 4 palestinesi a Jenin, Gaza tagliata in due dai carri armati


I palestinesi riferiscono che mezzi corazzati stazionano al centro della Salah Edin Road, la principale strada di collegamento tra il nord e il sud di Gaza, e hanno fatto fuoco su alcune auto civili. Guarda il video L'articolo LIVE. GIORNO 24. Israele uc

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della redazione

(foto: il campo profughi di Jenin, di Michele Giorgio)

Pagine Esteri, 30 ottobre 2023 – Almeno quattro giovani palestinesi sono stati uccisi la scorsa notte durante una incursione dell’esercito israeliano a Jenin, in Cisgiordania. Altri cinque palestinesi sono stati feriti, uno è in condizioni critiche. Israele sostiene di aver ucciso uno dei leader della Brigata Jenin del Jihad islamico palestinese. All’attacco hanno preso parte anche droni e due ruspe militari che hanno causato danni ad edifici, case e strade e distrutto di proposito una statua. Lo scorso luglio, durante una operazione militare altamente distruttiva nel campo profughi di Jenin, l’esercito israeliano uccise 12 palestinesi.

Secondo un conteggio fatto da fonti giornalistiche, in Cisgiordania dallo scorso 7 ottobre sono stati uccisi 117 palestinesi dagli spari dei soldati ma anche di coloni israeliani.

Israele nelle scorse ore ha tagliato in due la Striscia di Gaza e sta accerchiando Gaza city, il capoluogo. L’esercito ha pubblicato immagini di carri armati sulla costa di Gaza mentre continuano le incursioni lungo il confine orientale. “Stiamo gradualmente espandendo l’attività di terra e la portata delle nostre forze”, ha detto il portavoce militare Daniel Hagari. Poco prima erano giunte notizi di combattimenti in cui sarebbero stati uccisi militanti di Hamas ed è rimasto ferito gravemente un soldato. Il movimento islamico da parte sua afferma di aver centrato con missili due mezzi corazzati.

I palestinesi riferiscono che mezzi corazzati stazionano al centro della Salah Edin Road, la principale strada di collegamento tra il nord e il sud di Gaza, e hanno fatto fuoco su alcune auto civili.

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Di pari passo all’aumento dell’intensità degli scontri nel centro-nord di Gaza e quella dei raid aerei, cresce l’allarme per il peggioramento della condizione dei civili in gran parte ammassati nel sud della Striscia. Ieri a migliaia hanno assaltato un magazzino delle Nazioni unite con scorte di farina. Il presidente americano Biden, che pure sostiene l’azione militare di Israele, ha nuovamente esortato il premier Netanyahu a permettere l’ingresso a Gaza di un flusso più sostenuto di aiuti umanitari.

Resta in bilico inoltre la sorte di migliaia di sfollati rifugiati negli ospedali Al Quds e Shifa di cui Israele continua a chiedere l’evacuazione.

Il ministero della sanità a Gaza ha aggiornato a poco più di 8.000 i palestinesi uccisi dai raid aerei. Israele invece ha aumentato a 239 il numero dei suoi cittadini e quelli di altri paesi presi in ostaggio da Hamas. Pagine Esteri

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In Cina e Asia – Forum Xiangshan: militari di Cina e Russia condannano le interferenze americane


In Cina e Asia – Forum Xiangshan: militari di Cina e Russia condannano le interferenze americane Xiangshan
I titoli di oggi:

Cina, inizia il 10° Forum Xiangshan sulla diplomazia militare
Cina e Stati Uniti al lavoro per organizzare l'incontro tra Xi e Biden a novembre
Cina, presentata la bozza di revisione della Legge sulla tutela dei segreti di Stato
La cinese YMTC ha prodotto il chip di memoria 3D NAND più avanzato al mondo
Bangladesh, almeno sei morti a seguito di grandi manifestazioni dell'opposizione in tutto il paese
Le Maldive stanno trattando per il ritiro del soldati indiani dal paese

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Tecnocina, alle radici del "red mirror” della nuova era


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A proposito di «Tecnocina. Storia della tecnologia cinese dal 1949 a oggi», l’ultimo volume di Simone Pieranni (Add) che indaga alla radice e porta alla luce i fenomeni sociopolitici e le storie dello sviluppo tecnologico della Repubblica popolare

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GAZA. Jabaliya, il campo profughi più grande è una città fantasma


Gli incessanti attacchi aerei di Israele, l'invasione di terra e il taglio dei rifornimenti di base hanno costretto alla fuga gli abitanti. I pochi rimasti si sentono fortunati ad essere ancora vivi. L'articolo GAZA. Jabaliya, il campo profughi più grand

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di Ibrahim Mohammad* – +972

(traduzione di Federica Riccardi)

Nella foto di Suhair Karam (Irin), il campo di Jabaliya prima dei raid aerei

Pagine Esteri, 30 ottobre 2023 – Prima del 7 ottobre, la calma regnava nel nord della Striscia di Gaza, dove oltre 416.000 persone vivevano nell’area a nord di Gaza City. Nonostante la mancanza di infrastrutture, i frequenti blackout, le cattive condizioni economiche e gli alti tassi di disoccupazione, questa relativa tranquillità persisteva nelle città da Jabalia a Beit Hanoun e Beit Lahia, e nel villaggio beduino conosciuto localmente come Um a-Nasir.

Dopo l’attacco di Hamas alle comunità israeliane che circondano Gaza, l’esercito israeliano ha risposto bombardando ampie zone della Striscia, cambiando drasticamente il volto di queste città del nord. A prescindere dalla loro posizione nella Striscia, i palestinesi si trovano ad affrontare una penuria devastante, poiché Israele trattiene le forniture di cibo, acqua, elettricità, carburante e attrezzature umanitarie e mediche. Gli aiuti arrivati in seguito alla mediazione degli Stati Uniti sono stati a malapena una goccia nell’oceano.

Questa situazione pericolosa, unita all’ordine di Israele ai gazesi del nord di fuggire verso sud, ha costretto molti residenti ad andarsene, mentre l’ingresso temporaneo dei carri armati israeliani nel nord della Striscia di Gaza, avvenuto la scorsa notte, ha alimentato le speculazioni sul fatto che l’invasione totale di terra da parte dell’esercito non sarà rimandata a lungo.

I bombardamenti israeliani sul nord di Gaza sono stati particolarmente devastanti per il campo di Jabalia, il più grande campo profughi della Striscia di Gaza, che copre un’area di oltre mezzo miglio quadrato e ha una popolazione di oltre 116.000 persone. Nonostante le minacce di Israele e la mancanza di servizi essenziali, tuttavia, alcuni residenti continuano a insistere per rimanere al loro posto, cercando di adattarsi alla situazione attuale e di resistere ai tentativi di sfollamento.

Non ci sono aree sicure a Gaza

Yousef al-Nadi, 43 anni, vive con circa 20 parenti sfollati che hanno cercato rifugio nella sua modesta casa, cercando di sfuggire ai bombardamenti che hanno preso di mira un ampio gruppo di case nel campo sovraffollato. Mancano di tutti i beni di prima necessità e non possono fuggire verso le aree meridionali di Gaza a causa dell’esaurimento del carburante e della conseguente quasi totale assenza di trasporti.

“La mia casa non è isolata dai bombardamenti israeliani”, ha detto al-Nadi. “Le case vicine, a pochi metri di distanza, sono state sottoposte a bombardamenti diretti. Donne e bambini non riescono a dormire durante la notte a causa della paura e del panico, mentre i suoni dei bombardamenti sono più frequenti e intensi durante la notte”.

Nonostante le circostanze già disastrose, al-Nadi prevede un peggioramento della situazione. “Con la minaccia israeliana di lanciare un’operazione di terra su larga scala nella Striscia di Gaza, le cose sembrano diventare più difficili”, ha detto. “La situazione diventerà più difficile per la popolazione in generale e potrebbe causare molte vittime tra i civili disarmati”.

Questa sofferenza non è diversa dall’amara realtà vissuta da Rasheed al-Balbisi, 67 anni, anche lui del campo di Jabalia, dove vive con 29 membri della famiglia. Era tornato nella sua casa nel campo tre giorni prima che gli parlassi da Rafah, nel sud di Gaza, dove era inizialmente fuggito con la sua famiglia dopo che Israele aveva avvertito i residenti del nord di Gaza di fuggire verso sud.

“Quando io e la mia famiglia siamo stati sfollati, abbiamo affittato un piccolo pick-up, solitamente utilizzato per il trasporto di tubi di gas da cucina, per portarci nel sud della Striscia di Gaza”, ha detto al-Balbisi. “Dopo alcuni giorni di permanenza a casa di un parente, ho preferito tornare a casa mia, a causa dell’intensità dei bombardamenti nell’area meridionale e della mancanza di servizi di base come acqua, elettricità e comunicazioni”.

“Non ci sono aree sicure a Gaza”, ha continuato al-Balbisi. “I bombardamenti e le distruzioni hanno colpito tutte le città e i quartieri da nord a sud della Striscia. Siamo miracolosamente sopravvissuti a uno degli attacchi aerei israeliani che ha preso di mira una casa adiacente a quella in cui alloggiavamo”.

Anche se le condizioni a Gaza erano difficili prima di questa guerra, al-Balbisi desidera la “calma e la tranquillità” di poche settimane fa. “I residenti si spostavano facilmente da un’area all’altra della Striscia senza ostacoli e andavano facilmente ai mercati”, ha spiegato.

“Ora queste cose sono diventate quasi impossibili”, ha proseguito al-Balbisi. “Con la violenza e l’intensità dei bombardamenti israeliani, spostarsi da un luogo all’altro o andare ai mercati non è più facile”. Tuttavia, mantiene la speranza che “Gaza si scrollerà di dosso la polvere della guerra”.

Non c’è stato un giorno tranquillo

Nasser Abu Toha, 43 anni, è seduto all’ingresso della sua casa nella strada accanto alla casa di al-Balbisi. È circondato da un gruppo di parenti provenienti da Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza, che hanno cercato rifugio con lui. “Non lascerò la mia casa nonostante la mancanza di acqua e di elettricità”, ha detto Abu Toha.

Non è l’unica cosa che sta affrontando. “Alcuni giorni fa sono caduti dei missili israeliani vicino alla mia casa”, ha continuato Abu Toha. “Di conseguenza, la casa è piena di crepe. Nonostante tutto, mi impegno a rimanere nella mia casa. Non ci sono città sicure. Tutte le aree della Striscia di Gaza sono prese di mira”.

Abu Toha vive in un quartiere densamente popolato, che ha subito continui bombardamenti dallo scoppio della guerra. “Per più di due settimane non c’è stato un giorno tranquillo”, ha spiegato. “I suoni dei bombardamenti e delle esplosioni sono ovunque, e i bombardamenti hanno colpito vaste aree del quartiere. Ciò che sta accadendo è difficile da comprendere per qualsiasi mente umana. Non sappiamo cosa ci riserveranno i prossimi giorni”.

Il mercato del campo di Jabalia, uno dei più grandi mercati della Striscia di Gaza settentrionale, non è stato risparmiato. Israele ha bombardato il mercato il 9 ottobre, uccidendo più di 50 persone e causando centinaia di feriti. Nell’attacco, Yasser al-Kurdi, 46 anni, ha perso il figlio di 26 anni, Ezz el-Din, circostanza che l’ha gettato in una profonda disperazione.

“A causa dei continui blackout elettrici, mio figlio è andato al mercato del campo vicino a casa per comprare del cibo, come molti residenti che si precipitano nei negozi e nei mercati in condizioni così difficili”, ha raccontato al-Kurdi. “Meno di 30 minuti dopo che era uscito, ho sentito grandi esplosioni che hanno scosso l’intera area. Le informazioni che ci sono giunte indicano che i bombardamenti israeliani avevano preso di mira direttamente il mercato del campo”.

“Dopo aver sentito queste esplosioni, mi sono precipitato fuori”, ha continuato. “Un’enorme nuvola di fumo riempiva il mercato. Quando la nube si è lentamente diradata, la scena del crimine ha cominciato a diventare chiara. Era come se un terremoto avesse colpito il luogo. Molti bambini, donne e persino anziani giacevano a terra, coperti di sangue. Di alcuni di loro c’erano solo i resti”.

Un paramedico accanto ai corpi dei palestinesi uccisi dagli attacchi aerei israeliani, nell’area di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, 11 ottobre 2023. (Atia Mohammed/Flash90)
In stato di shock, al-Kurdi ha iniziato a cercare suo figlio. “L’ho trovato intriso di sangue sotto un mucchio di pietre che coprivano tutto il suo corpo”, ha detto al-Kurdi. “Era sdraiato accanto ad alcuni generi alimentari che aveva appena comprato”.

Al-Kurdi si è rifugiato in un’aula di una scuola gestita dall’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente), temendo che la sua casa venisse distrutta. Secondo lui, il campo di Jabalia e l’area circostante sono diventati una città fantasma a causa degli intensi bombardamenti e degli attacchi aerei israeliani.

“La guerra ha lasciato una profonda ferita nel mio petto”, ha detto. “Dopo aver perso mio figlio e aver assistito alla distruzione e alle uccisioni che non hanno risparmiato gli anziani e i bambini, ora soffro di disturbi neurologici e comportamentali che influenzano notevolmente la mia vita”.

Quello che sta accadendo non ha precedenti”.

Ahmad Matar, 29 anni, ha subito una tragedia simile, perdendo il fratello Bilal, 33 anni, durante lo stesso bombardamento del campo di Jabalia. “Sto vivendo un vero e proprio incubo”, ha detto, e ha descritto la sua sopravvivenza al bombardamento come “miracolosa”.

“Per sfuggire al blackout elettrico di 36 ore, ero seduto all’ingresso della nostra casa, che si trova a soli 30 metri dal luogo preso di mira dagli aerei israeliani”, ha raccontato. “Mio fratello stava lavorando in un negozio. All’improvviso abbiamo sentito delle forti esplosioni che hanno scosso la zona. Macerie e resti di missili esplosivi si sono sparsi in tutte le direzioni. A causa della polvere lasciata dai missili, non potevamo vedere quali danni avessero causato”.

“Mi sono precipitato a piedi nudi sul luogo del bombardamento, che contiene un affollato mercato popolare visitato da tutti i residenti del nord della Striscia di Gaza, non solo dai residenti del campo di Jabalia”, ha continuato Matar. “I corpi e le parti del corpo delle vittime erano sparsi per la strada, così come centinaia di feriti coperti di sangue e polvere”.

Matar ha affermato che questa guerra è diversa da tutte quelle che ha vissuto nella Striscia. “Alla luce della massiccia distruzione e del gran numero di vittime che ha causato e continua a causare, ciò che sta accadendo in tutte le aree della Striscia di Gaza è senza precedenti. È impossibile paragonare questa guerra con le altre guerre israeliane a cui l’enclave assediata ha assistito per 17 anni”.

Un altro residente del campo di Jabalia che ha assistito al bombardamento del mercato è Yusry Khalil, 43 anni. Secondo lui, il gran numero di vittime ha fatto sì che i soccorritori fossero costretti a usare carretti trainati da asini e motociclette per trasportare i feriti a ricevere le cure.

Khalil ha definito l’entità della distruzione causata dai bombardamenti israeliani “una nuova Nakba palestinese”, aggiungendo: “L’area in cui vivo è diventata come una città fantasma a causa dei bombardamenti degli aerei israeliani. Sono fortunato ad essere ancora vivo con la mia famiglia”.

Amani Mahmoud, consulente per la salute mentale a Gaza City, ha dichiarato a +972 che il tributo psicologico delle ripetute guerre di Israele contro Gaza richiederà un trattamento continuo per cercare di evitare una crisi di salute mentale estesa e prolungata.

“La guerra ha causato traumi gravi e complessi alla popolazione di Gaza, soprattutto ai bambini, come la depressione e la minzione involontaria”, ha detto. “Si tratta di sintomi difficili da trattare e da eliminare nel breve periodo. Nel prossimo futuro, molte istituzioni internazionali che si occupano di salute mentale dovranno affrontare i disturbi comportamentali della popolazione di Gaza derivanti da queste guerre”.

Ibrahim Mohammad è un giornalista palestinese indipendente di Gaza City che si occupa di questioni umanitarie e sociali. Ha conseguito una laurea in giornalismo e media presso l’Università Al-Aqsa. Pagine Esteri

Articolo originale in lingua inglese

*https://www.972mag.com/jabalia-camp-ghost-town-gaza-war/?utm_source=972+Magazine+Newsletter&utm_campaign=d88800d560-EMAIL_CAMPAIGN_9_12_2022_11_20_COPY_01&utm_medium=email&utm_term=0_f1fe821d25-d88800d560-318844985

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N. 197/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Jeremy Wright è stato il primo dei cinque ministri britannici incaricati di far approvare la storica legge del governo britannico sulla regolamentazione di Internet, la Online Safety Bill. L’attuale governo britannico ama etichettare le sue iniziative come “di portata mondiale”, ma per un breve periodo nel 2019 potrebbe...



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#laFLEalMassimo – Episodio 105: Debito Pubblico e Concorrenza Sleale


Da oltre un anno questa rubrica si apre ricordando l’invasione operata dalla Russia ai danni del popolo Ucraino e precisando che le ragioni di chi ha a cuore la libertà individuale e la democrazia possono stare solo dalla parte del popolo invaso. A questo

Da oltre un anno questa rubrica si apre ricordando l’invasione operata dalla Russia ai danni del popolo Ucraino e precisando che le ragioni di chi ha a cuore la libertà individuale e la democrazia possono stare solo dalla parte del popolo invaso. A questo va aggiunto un pensiero sul conflitto in corso sulla striscia di Gaza e l’augurio che le ostilità possano cessare in tempi brevi e con il minor numero possibile di vittime.

Venendo alle vicende e vicissitudini del nostro paese registriamo che lo stato italiano, che si caratterizza da tempo per un azione invadente e invasiva nel tessuto economico e sociale, ha ventilato di recente una nuova e fantasiosa distorsione dei meccanismi di mercato esentando i Buoni Poliennali del Tesoro dal calcolo dell’ ISEE.

Il governo italiano che già concorre con le aziende private nella raccolta del risparmio ed esercita una concorrenza sleale in virtù della fiscalità agevolata di cui beneficiano i titoli di stato ha quindi deciso che il possesso di BTP non costituisce un indicatore di ricchezza da tenere in considerazione ai fini delle valutazioni per l’accesso a prestazioni sociali agevolate.

Nel merito si tratta di una mera propaganda e marketing elettorale perché è difficile immaginare che una misura di questo genere possa in qualche modo incidere in modo significativo sulle scelte di risparmio degli italiani. Quello che va evidenziato è che ancora una volta la politica, nel tentativo di comprare il consenso degli elettori non esita a introdurre l’ennesimo elemento di distorsione sui mercati.

Dunque lo stato che invade costantemente la vita dei cittadini e delle imprese e che esercita una concorrenza sleale nei confronti di queste ultime in merito alla raccolta del risparmio dopo aver toccato il fondo ha deciso di iniziare a scavare con la proposta di esentare i BTP dal calcolo ISEE

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Come cambia la guerra del ventunesimo secolo secondo il Cepa


Il conflitto in Ucraina ha svolto un ruolo da acceleratore nel processo di sviluppo di nuove tecnologie e nuove metodologie per la conduzione della guerra. A essere protagonista dell’attuale processo di innovazione nel warfare sono senza dubbio gli uncrew

Il conflitto in Ucraina ha svolto un ruolo da acceleratore nel processo di sviluppo di nuove tecnologie e nuove metodologie per la conduzione della guerra. A essere protagonista dell’attuale processo di innovazione nel warfare sono senza dubbio gli uncrewed system, sempre più diffusi nei domini di terra, mare e aria. E le attenzioni della comunità strategica si concentrano soprattutto sulle potenzialità di autonomia di tali sistemi. L’implementazione della tecnologia dell’Intelligenza artificiale in queste armi rappresenterebbe una svolta altrettanto epocale di questo lo sia stata l’introduzione di elementi bellici pilotati da remoto: l’applicazione dell’autonomia (comunicare, reindirizzare e prendere decisioni in base ai dati raccolti sull’ambiente circostante, eliminando la necessità di un continuo intervento umano) a una rete di droni rappresenta il passo fondamentale per realizzare il fenomeno noto come drone swarming, in cui una rete di droni esegue le missioni come un’unica entità concentrata.

Il tema viene affrontato dal Center for European Policy Analysis in un report, dove vengono evidenziate alcune questioni centrali al riguardo. L’impiego massiccio di questi sistemi da parte di ambo le fazioni all’interno del teatro ucraino ha portato a svelare sfide e opportunità per contrastare e utilizzare efficacemente i sistemi senza equipaggio autonomi o meno. Grazie alle nuove reti di comunicazione satellitare, i droni possono diventare nodi intelligenti di un articolato sistema autonomo in grado di risolvere collettivamente e in modo collaborativo compiti come la ricognizione in tempo reale di un’intera sezione del fronte, anche se le singole unità si guastano o sono disabilitate.

La Nato si sta muovendo in questa direzione, portando avanti sforzi sia a livello di organizzazione che attraverso i singoli Stati membri. Il “2022 Autonomy Implementation Plan” e la “2021 AI Strategy” rappresentano la spina dorsale del coordinamento di questi sforzi, atti sia ad acquisire nuove tecnologie che a proteggere quelle già disponibili da competitor e avversari. Ma la coesione di oggi non è sufficiente: è necessario un riallineamento più celere da parte di tutti gli Stati membri per affrontare al meglio le sfide in questione.

In particolare, il report del Cepa individua alcune questioni su cui l’Alleanza atlantica deve concentrare la propria attenzione all’interno del macro-tema: il bilanciamento tra sofisticazione tecnica e la facilità d’uso e di implementazione; la cooperazione tra dimensione commerciale e dimensione militare, che si sostanzia al meglio nelle tecnologie dual-use; l’incorporazione dei sistemi autonomi all’interno dei piani di difesa integrata dell’Alleanza; lo sfruttamento multi-dominio dei sistemi autonomi e uncrewed; l’accellerazione dei progressi d’acquisizione degli asset a livello nazionale.

Per approcciare al meglio tali questioni, gli analisti del think thank americano presentano alcune raccomandazioni a chiusura del documento. La prima riguarda la superiorità di dominio, fondamentale con l’accentuarsi della minaccia militare russa e di quella cinese. Attualmente, con la piena autonomia, pochi soldati potrebbero lanciare decine o centinaia di droni aerei in breve tempo, saturando le difese aeree. La Nato deve quindi sviluppare un nuovo modello di superiorità aerea in cui i mezzi tradizionali anti-aerea siano integrati da nuovi sistemi anti-drone potenzialmente autonomi. Considerazioni simili devono essere fatte per affrontare la minaccia di sistemi massicci senza equipaggio anche nel dominio terrestre e in quello marittimo.

La seconda concerne l’uniformità dei software negli strumenti di cui dispone l’apparato militare dell’Alleanza. La capacità di formare e dispiegare formazioni in rete di sistemi autonomi dipende infatti dall’utilizzo di sistemi operativi compatibili, in modo che la stessa applicazione di coordinamento possa essere distribuita su tutti i sistemi contemporaneamente. Mentre le caratteristiche dell’hardware rimangono fondamentali e aiutano a differenziare i fornitori, l’esecuzione di software proprietario e personalizzato compromette le capacità di rete.

Infine, l’ultima raccomandazione presentata dal Cepa riguarda l’adattamento del processo di acquisizione da parte dei governi. Nel caso dei sistemi autonomi, questo approccio è infatti orientato al software, il che significa che il sistema operativo e il software sono più importanti del sistema del drone su cui vengono eseguiti. Il software è fondamentale non solo per le prestazioni dei singoli sistemi, determinando la loro capacità di rilevare le minacce e prendere decisioni, ma anche per la loro capacità di integrarsi in una rete più ampia di sistemi attraverso il coordinamento e lo scambio di dati. I sistemi autonomi richiederanno aggiornamenti continui dei loro sistemi operativi, dei modelli di intelligenza artificiale e dei protocolli di dati per garantire la sicurezza, la capacità e l’interoperabilità, con un impegno costante dei fornitori. In futuro, l’acquisto di sistemi autonomi sarà più simile a quello di attrezzature informatiche che a quello di beni di difesa tradizionali. Il processo di approvvigionamento per gli alleati deve riflettere questa evoluzione nell’uso e nell’implementazione della tecnologia.


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X è il social con più disinformazione


Ed è una buona notizia.

X è la piattaforma con più disinformazione tra tutti i social. Secondo il commissario europeo Vera Jourova è un problema. Secondo me è una buona notizia, che dimostra il valore di X in quanto arena epistemologica.

Vera Jourova, commissario per i valori e la trasparenza dell'Unione Europea, ha affermato in una conferenza stampa che X è il social con il rapporto più alto tra post e contenuti di disinformazione. Il social di Musk è recentemente anche uscito dall’Anti-disinformation Code promosso dall’Unione Europea — a cui invece partecipano altri social come Facebook, Google, YouTube, TikTok or LinkedIn.

Perché all’Unione Europea interessa così tanto “combattere la disinformazione”?

È presto detto e non ne fanno mistero: “the upcoming EU elections next year, are particularly relevant, because the risk of disinformation is particulary serious”. Arrivano le elezioni, e tutti sono preoccupati di fare bella figura; che in altre parole significa controllare l’informazione pubblica per evitare fastidiosi colpi di scena.

Il Digital Services Act1 è l’arma prescelta dal legislatore europeo per assicurarsi che le elezioni del prossimo anno filino via lisce come l’olio e che le più grandi piattaforme social non ospitino pericolose opinioni in grado di “indebolire la nostra democrazia”.

Non ci stupisce allora che i vari commissari europei, tra cui anche Thierry Breton2, il papà del Digital Services Act, se la prendano con X — la pecora nera dei social network.

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X è un’arena epistemologica


Forse è vero che il rapporto tra disinformazione3 e post è su X più alto rispetto alle altre piattaforme. È anche vero che non esiste un altro social network come X, che è a tutti gli effetti un’arena epistemologica.

Mi spiego. L’epistemologia è quella branca della filosofia che si occupa della conoscenza. Studia cioè la natura, l’origine e i limiti della conoscenza. In sostanza, lo studio epistemologico si occupa di capire in che modo le persone acquisiscono conoscenza o e giustificano le proprie convinzioni.

X fornisce informazioni, opinioni e narrative in tempo reale su centinaia di migliaia, forse milioni, di eventi e fatti che accadono in giro per il mondo. Attraverso l’osservazione di X, possiamo quindi assistere e cercare di comprendere l’evoluzione stessa della conoscenza umana.

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I respiratori dei sub di Hamas sono “made in italy”?


I respiratori di tipo rebreather visti nelle immagini diffuse da Hamas sembrano corrispondere ai modelli Gravity Zero MK II di produzione italiana. Lo scrive H I Sutton, uno dei più maggiori esperti di difesa. ***UPDATE*** Here-> https://t.co/0fDCoh57bG T

I respiratori di tipo rebreather visti nelle immagini diffuse da Hamas sembrano corrispondere ai modelli Gravity Zero MK II di produzione italiana. Lo scrive H I Sutton, uno dei più maggiori esperti di difesa.

***UPDATE***
Here-> t.co/0fDCoh57bG

The diving gear seen in images released by #Hamas appear to match the Italian Gravity Zero MK II rebreather#Israel pic.twitter.com/VyB1xbb0xJ

— H I Sutton (@CovertShores) October 26, 2023

“I rebreather sono spesso preferiti dai sub militari perché non producono bolle come le tipiche attrezzature subacquee civili ‘a circuito aperto’”, spiega sottolineando comunque che sono disponibili anche al pubblico. L’equipaggiamento Gravity Zero è in vendita a circa 3.000 euro. Ma, avverte Sutton, anche i respiratori di Hamas dovessero essere quelli di Gravity Zero, “non trarrei conclusioni affrettate su come Hamas li abbia acquistati”.

“Parliamo di dotazioni civili, quindi facilmente acquistabili, che comunque poi richiedono l’esperienza di personale che prepari il set”, ha spiegato Guido Olimpio, giornalista del Corriere della Sera, su Facebook.

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L’Italia schiera la Marina nel Mediterraneo orientale. Ecco i dettagli


“L’Italia è pronta a fornire supporto umanitario alla popolazione interessata dal conflitto in atto in Medio Oriente”, spiega Palazzo Chigi in una nota. Il pattugliatore polivalente d’altura Thaon di Revel della Marina Militare, precauzionalmente rischier

“L’Italia è pronta a fornire supporto umanitario alla popolazione interessata dal conflitto in atto in Medio Oriente”, spiega Palazzo Chigi in una nota.

Il pattugliatore polivalente d’altura Thaon di Revel della Marina Militare, precauzionalmente rischierato a Cipro nei giorni scorsi, per poter rapidamente raggiungere le acque antistanti Israele/Gaza, è pronto a imbarcare materiale umanitario in afflusso dalla base logistica delle Nazioni Unite di Brindisi in afflusso a Cipro con vettori aerei dell’Aeronautica Militare e altro materiale reso disponibile dalla Croce Rossa Italia, si legge nella nota. Inoltre, due fregate multimissione della Marina Militare sono già in zona e una nave anfibia sta raggiungendo l’area per l’eventuale evacuazione umanitaria di personale nonché per il trasporto di ulteriore materiale di prima necessità.

Queste attività sono seguite direttamente dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, e coordinate dal Comando operativo di vertice interforze, agli ordini del generale Francesco Paolo Figliuolo.

L’Est del Mediterraneo può già contare sulle task force inviate dagli Stati Uniti, dalla Francia e dal Regno Unito. Washington ha dispiegato le portaerei USS Gerald R. Ford (a propulsione nucleare) e USS Dwight D. Eisenhower (diretta nel Golfo Persico). Parigi ha schierato la porta elicotteri Tonnerre in supporto all’Alsazia e alla Surcouf. Londra ha optato per un gruppo composto da due navi: la ausiliaria di classe Bay Landing Ship Dock (LSD) RFA Lyme Bay e la RFA Argus.


formiche.net/2023/10/italia-ma…



Ancora una volta la destra, oggi è al governo, non perde occasione per usare strumentalmente il dramma delle foibe per capovolgere la storia, come accadde con


Stamattina Zerocalcare con un post ha comunicato che non parteciperà a Lucca Comics a causa del patrocinio dell'ambasciata israeliana. E' importante che il



Riarmo riluttante, le differenze tra Italia e Germania spiegate da Coticchia (UniGe)


“Dalla fine della Guerra fredda abbiamo assistito a un processo di trasformazione delle politiche di difesa di molti Paesi. Per Italia, Germania e Giappone si è trattato di un processo riluttante per via del background di questi Paesi”. Lo spiega Fabrizio

“Dalla fine della Guerra fredda abbiamo assistito a un processo di trasformazione delle politiche di difesa di molti Paesi. Per Italia, Germania e Giappone si è trattato di un processo riluttante per via del background di questi Paesi”. Lo spiega Fabrizio Coticchia, professore associato all’Università di Genova, che con Matteo Dian e Francesco Niccolò Moro ha pubblicato “Reluctant Remilitarisation” (Edinburgh University Press).

Che cos’ha spinto l’Italia ad avviare la trasformazione del suo strumento militare?

L’Italia ha sfruttato la giuntura critica di Desert Storm per avviare trasformazione. Lo ha fatto prima della prima Germania, che ha iniziato questo processo alla fine anni Novanta, e del Giappone, che si è mossa ancor più recentemente. Ciò significa per l’Italia poter contare sui feedback dell’esperienza militare, da Desert Storm alla Somalia ai Balcani, nel percorso verso la professionalizzazione delle forze armate e la nuova proiezione internazionale. Al contrario, gli altri due Paesi lo fanno in maniera più lenta e senza i feedback dell’esperienza militare.

Il contesto dell’aggressione russa dell’Ucraina è il momento di svolta per la Germania?

Per la Germania il contesto dell’aggressione russa dell’Ucraina rappresenta una Zeitenwende. Il processo è stato implementato con importanti investimenti. Tuttavia, per un consolidamento c’è bisogno di tempo. Non è ancora chiara la traiettoria anche alla luce del dibattito interno che riguarda sia il pacifismo sia l’equilibro tra welfare e warfare.

E per l’Italia?

La traiettoria dell’Italia, invece, rimane simile a quella del passato. Infatti, non assistiamo a un cambiamento drastico e radicale come fu Desert Storm. Nel Documento programmatico pluriennale della difesa recentemente pubblicato non si parla di strategia di sicurezza nazionale bensì ci si concentra sulle minacce multidimensionali e si sottolinea come il Mediterraneo Allargato sia vitale per i nostri interessi. La Russia, che ha riportato la guerra di conquista in Europa, è percepita come minaccia in quanto tale per gli alleati.

Quali sono le principali differenze nel dibattito in Germina e in Italia?

La Germania ha avviato recentemente una riflessione sugli interessi nazionali che si è tradotta quest’anno nella pubblicazione di una strategia di sicurezza nazionale. In Italia, invece, si fa fatica a sviluppare un approccio istituzionale per via di fenomeni di rimozione, terzomondista nel mondo democristiano e post-democristiano e internazionalista nel mondo comunista e post- comunista. Basti pensare che l’opinione pubblica tedesca è meno pacifista di quella italiana ma in Germania il dibattito arriva a livello politico, cosa che non accade da noi.


formiche.net/2023/10/riarmo-ri…



N. 196/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Dopo anni di dibattiti, il controverso Online Safety Bill del governo, che mira a rendere Internet più sicuro per i bambini, è diventato legge.Il disegno di legge mira a obbligare le aziende tecnologiche ad assumersi una maggiore responsabilità per i contenuti presenti sulle loro piattaforme.Il Segretario per la...

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GAZA/ISRAELE. Giorno 22. Truppe israeliane dentro Gaza isolata dal mondo


Ieri sera si sono interrotte tutte le comunicazioni telefoniche e la rete internet. Le organizzazioni umanitarie hanno perduto ogni contatto con il loro personale a Gaza. L'articolo GAZA/ISRAELE. Giorno 22. Truppe israeliane dentro Gaza isolata dal mondo

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della redazione – foto APA

Pagine Esteri, 28 ottobre 2023 – L’ampia incursione militare lanciata ieri sera dall’esercito israeliano – tre settimane dopo l’attacco di Hamas – contro la Striscia di Gaza continua anche oggi. I reparti corazzati e le truppe israeliane hanno occupato diverse porzioni del nord e nell’est di Gaza dopo combattimenti con militanti di Hamas e di altre organizzazioni combattenti palestinesi. Non è facile avere informazioni da Gaza perché il piccolo territorio palestinese resta isolato dal mondo dopo che ieri sera – per il probabile intervento di Israele – si sono interrotte tutte le comunicazioni telefoniche e la rete internet. Le organizzazioni umanitarie hanno perduto ogni contatto con il loro personale a Gaza.

Dal campo sono disponibili solo le informazioni delle forze armate israeliane che riferiscono di 150 “obiettivi di Hamas” colpiti dall’aviazione durante l’ondata di attacchi aerei – descritta come “terrificante” dai civili palestinesi – avvenuta ieri su Gaza prima e durante l’incursione. I comandi israeliani affermano che quella in corso non è l’offensiva di terra di cui si parla da diversi giorni.

E’ accertato comunque che nel cuore della notte altre migliaia di civili palestinesi, in preda al panico, hanno abbandonato le loro abitazioni a Gaza city e altre località e sono fuggite a sud di Gaza dove da giorni si ammassano centinaia di migliaia di sfollati, in condizioni di vita molto difficili. Si è inoltre appreso di bombardamenti che hanno fatto decine di vittime civili nel campo profughi di Shate e in altre aree. Pagine Esteri

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L'articolo GAZA/ISRAELE. Giorno 22. Truppe israeliane dentro Gaza isolata dal mondo proviene da Pagine Esteri.



Si è conclusa la 40ª edizione dell’Assemblea nazionale dell’Anci, dove è intervenuto il Ministro Giuseppe Valditara.


L'ambasciata di Israele patrocina i Lucca Comics and Games. Mentre a Gaza muoiono ogni giorno sotto alle bombe anziani, donne e bambini dobbiamo denunciare che


#NoiSiamoLeScuole questa settimana racconta la Scuola primaria “Francesco Rossi” di Paganica, frazione del Comune dell’Aquila, che sarà demolita e ricostruita grazie alla linea di investimento dedicata dal PNRR alla realizzazione di 212 Nuove Scuole …


Il MIM ha assegnato 12 milioni di euro in più per contratti Ata nelle scuole del Sud Italia con l’obiettivo di rafforzare le istituzioni scolastiche del Mezzogiorno e di ridurre i divari territoriali.

Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.



N. 195/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Una forza di polizia ha dichiarato che cercherà di introdurre la tecnologia di riconoscimento facciale dal vivo (LFR) se i test dell’apparecchiatura avranno successo. Questa settimana la polizia dell’Essex ha sperimentato la tecnologia LFR nelle strade principali di Chelmsford e Southend e ha dichiarato di aver effettuato due...

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ChatControl: la pedopornografia non si batte con la sorveglianza di massa

La proposta di legge Ue Child Sexual Abuse Regulation nota come ChatControl ha il nobile intento di lottare contro la pedopornografia, ma lo fa esaminando i contenuti di tutti i messaggi e le foto private scambiate tra utenti sulle piattaforme di messaggistica. Una misura sproporzionata, oltre che potenzialmente inefficace

@Privacy Pride

L'articolo di @Vittorio Bertola Patrizia #Felettig @quinta :ubuntu: e @Valentino Spataro è stato pubblicato qui su Agenda Digitale

Questa voce è stata modificata (1 anno fa)


#PNRR, firmati i decreti che disciplinano i concorsi per i docenti.

I primi due bandi - infanzia, primaria e scuola secondaria - saranno per circa 30mila posti e i successivi concorsi raggiungeranno il target di 70mila unità.

#pnrr


Rifondazione Comunista partecipa e invita a partecipare alle manifestazioni che si terranno il 27 ottobre in tante città italiane e sabato 28 ottobre al corteo


Historic agreement on child sexual abuse proposal (CSAR): European Parliament wants to remove chat control and safeguard secure encryption


This week, the European Parliament’s negotiators reached a broad majority agreement on a common position concerning the controversial EU chat control bill. The Commission’s bill proposes bulk scanning and reporting of …

This week, the European Parliament’s negotiators reached a broad majority agreement on a common position concerning the controversial EU chat control bill. The Commission’s bill proposes bulk scanning and reporting of private messages for allegedly suspicious content by using error-prone algorithms, including „artificial intelligence“. But the European Parliament’s position removes indiscriminate chat control and allows only for a targeted surveillance of specific individuals and groups reasonably suspicious of being linked to child sexual abuse material, with a judicial warrant. End-to-end encrypted messengers are exempted. Instead, internet services will have to design their services more securely and thus effectively prevent the sexual exploitation of children.

EU lawmaker Patrick Breyer of the Pirate Party, a digital freedom fighter who negotiated the parliamentary position on behalf of his group Greens/EFA, explains:

“Under the impression of massive protests against the looming indiscriminate chat control mass scanning of private messages, we managed to win a broad majority for a different, new approach to protecting young people from abuse and exploitation online. As a pirate and digital freedom fighter, I am proud of this breakthrough. The winners of this agreement are on the one hand our children, who will be protected much more effectively and in a court-proof manner, and on the other hand all citizens, whose digital privacy of correspondence and communication security will be guaranteed.

Even if this compromise, which is supported from the progressive to the conservative camp, is not perfect on all points, it is a historic success that removing chat control and rescuing secure encryption is the common aim of the entire Parliament. We are doing the exact opposite of most EU governments who want to destroy digital privacy of correspondence and secure encryption. Governments must finally accept that this highly dangerous bill can only be fundamentally changed or not be passed at all. The fight against authoritarian chat control must be pursued with all determination!

In detail, our position will protect young people and victims of abuse much more effectively than the EU Commission’s extreme proposal:

  1. Security by design: In order to protect young people from grooming, internet services and apps shall be secure by design and default. It must be possible to block and report other users. Only at the request of the user should he or she be publicly addressable and see messages or pictures of other users. Users should be asked for confirmation before sending contact details or nude pictures. Potential perpetrators and victims should be warned where appropriate, for example if they try to search for abuse material using certain search words. Public chats at high risk of grooming are to be moderated.
  2. In order to clean the net of child sexual abuse material, the new EU Child Protection Centre is to proactively search publicly accessible internet content automatically for known CSAM. This crawling can also be used in the darknet and is thus more effective than private surveillance measures by providers.
  3. Providers who become aware of clearly illegal material will be obliged to remove it – unlike in the EU Commission’s proposal.
  4. Law enforcement agencies who become aware of illegal material must report it to the provider for removal. This is our reaction to the case of the darknet platform Boystown, where the worst abuse material was further disseminated for months with the knowledge of Europol.

At the same time, we are pulling the following poisonous teeth out of the EU Commission’s extreme bill:

  1. We safeguard the digital secrecy of correspondence and remove the plans for blanket chat control, which violate fundamental rights and stand no chance in court. The current voluntary chat control of private messages (not social networks) by US internet companies is being phased out. Targeted telecommunication surveillance and searches will only be permitted with a judicial warrant and only limited to persons or groups of persons suspected of being linked to child sexual abuse material.
  2. We safeguard trust in secure end-to-end encryption. We clearly exclude so-called client-side scanning, i.e. the installation of surveillance functionalities and security vulnerabilities in our smartphones.
  3. We guarantee the right to anonymous communication and remove mandatory age verification for users of communication services. Whistleblowers can thus continue to leak wrong-doings anonymously without having to show their identity card or face.
  4. Removing instead of blocking: Internet access blocking will be optional. Under no circumstances must legal content be collaterally blocked.
  5. We prevent the digital house arrest: We don’t oblige app stores to prevent young people under 16 from installing messenger apps, social networking and gaming apps ‘for their own protection’ as proposed. The General Data Protection Regulation is maintained.”

The EU Parliament’s civil liberties committee is due to confirm the agreement on 13 November.


patrick-breyer.de/en/historic-…



N. 194/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: La Columbus Regional Health sta fronteggiando una proposta di azione legale collettiva in cui si sostiene che condivide illegalmente le informazioni sanitarie personali dei pazienti con Meta, la società madre di Facebook, e altri giganti tecnologici, in violazione delle leggi federali e statali sulla privacy.L’azione legale, depositata presso...


Weekly Chronicles #51


Omicidi, città da 15 minuti e Snowden. La Rivoluzione Francese e le sue conseguenze. Scenario OpSec della settimana.

Nelle Cronache della settimana:

  • Tradito dall’app di fitness
  • La tua città è pronta per la rivoluzione dei 15 minuti?
  • Snowden se la prende con la community crypto al Bitcoin Amsterdam

Nelle Lettere Libertarie: La Rivoluzione Francese e le sue conseguenze sono state un disastro per il genere umano.

Scenario OpSec della settimana: Giulia, un'impiegata in un’azienda di circa 150 dipendenti, usa spesso il suo computer aziendale per questioni personali durante le pause. Non vuole che i suoi superiori sappiano quali siti web visita o le attività personali che svolge con il computer personale.

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Tradito dall’app di fitness


Stanislav Rzhitskiy, capitano della marina russa, è stato trovato morto con alcuni colpi di pistola nella schiena1. Pare sia stato ammazzato mentre faceva jogging. L’assassino, secondo le notizie, l’avrebbe trovato grazie all’app Strava, su cui il capitano era solito pubblicare le sue routine di jogging.

Sembra che l’omicidio sia stato una sorta di vendetta per alcuni bombardamenti nel corso della guerra in Ucraina. La lezione qui però è un’altra: condividere le proprie routine online non è mai una buona idea; che siano social network o app di fitness.

La privacy è questione di libertà e autodeterminazione, ma anche di incolumità fisica. Se durante le tue corse su Strava non ti ritrovi davanti due energumeni che ti chiedono cortesemente di porgergli il portafoglio, è solo perché fortunatamente la maggior parte delle persone sono troppo sceme o troppo pigre per capire quanto sia facile oggi identificare e trovare le persone in strada.

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finalmente suona!


sono finalmente riuscito a far funzionare il mio primo abbozzo di sintetizzatore scritto in scheme, ovviamente è ora di suonare Flowering Night

@"Hello, World!" - Programmazione

Questa voce è stata modificata (1 anno fa)

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Su Radio Onda Rossa, l'intervento a Le dita nella presa, degli amministratori di Puntarella.party, l'istanza autogestita di Roma

Nella trasmissione di approfondimento tecnologico di Radio @Radio ondarossa RSS Feed con @Rolery e altri @admin di Puntarella.party Si è parlato di fediverso, puntarella.party ma anche di gattini e @Chiese Brutte

@Che succede nel Fediverso?


Ieri siamo intervenutə a Le dita nella presa, trasmissione di approfondimento tecnologico di Radio @ondarossa. Si è parlato di fediverso, puntarella.party ma anche di gattini e @ChieseBrutte.

ondarossa.info/trx/dita-nella-…




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privacychronicles.it/p/support…



Il commerciante di indirizzi fa causa alla DPA tedesca per impedire l'accesso ai file da parte della Noyb noyb ha chiesto all'autorità dell'Assia l'accesso al fascicolo della denuncia di Acxiom. Il commerciante di indirizzi ha presentato un'ingiunzione provvisoria contro l'autorità Acxiom Header


noyb.eu/it/address-trader-sues…



Il commissario risponderà finalmente alle domande sul ChatControl? È all'ordine del giorno della commissione Libe il 25.

A novembre si terrà una sessione speciale sulla privacy con rappresentanti della Corte di giustizia europea e della CEDU.

@Privacy Pride






Dic 13
Dua renkontiĝo
Mer 14:30 - 16:00
Verda Majorano
Jus antaŭ la Zamenhofa Tago, aŭ Tago de la Esperanto-libro, kiu okazos la 15-a de decembro. Ni babilos pri libroj!


La recente crescita ergonomica e funzionale di Pixelfed non ha eguali in nessun altra piattaforma dle fediverso. Ora è il momento del supporto WebP2P per i video!

@Che succede nel Fediverso?


✨ Hello WebP2P!

Admins can now enable WebP2P support for Video!

This allows you to distribute and cache videos among users, reducing the load on the origin and accelerating content delivery!

Big thanks to the pioneering work of @peertube and the funding by @NGIZero

github.com/pixelfed/pixelfed/p… 🎉

#pixelfed #webp2p #video


BloodbornSB doesn't like this.


in reply to Fulvio Malfatto

Grazie! come faccio ad aggiornare le info nell'elenco globale? Riporta ancora i vecchi dati ed una versione obsoleta, mentre ho reinstallato ex novo con l'ultima versione. Grazie
in reply to Fmal @privato

@fmal @Fulvio Malfatto non puoi farci niente perché non dipende da te: solitamente c'è bisogno di un po' di tempo, dove l'espressione un po' va intesa come un tempo non precisamente definito e che dipende soprattutto dalla frequenza con cui il sistema di rilevamento raccoglie i dati... 😁
in reply to Fulvio Malfatto

Lo immaginavo, grazie per la conferma, era solo per essere sicuro di avere installato correttamente.




Voto sul chatcontrol rinviato: enorme successo in difesa della privacy digitale della corrispondenza!

La votazione per il regolamento #CSAR aka #Chatcontrol è stata ancora una volta posticipata. Gli stati🇪🇺 non hanno trovato un accordo che consenta di avere la maggioranza. 🇮🇹 non pervenuta nel dibattito.

@Privacy Pride

(grazie a @Pietro Biase :fedora: per la segnalazione)

pirati.io/2023/10/voto-sul-con…