Salta al contenuto principale



L’America Latina si schiera contro la guerra a Gaza


La presa di posizione più netta arriva dalla Bolivia, dove il presidente Luis Arce ha interrotto le relazioni diplomatiche con Israele, considerando l’offensiva dello stato ebraico “aggressiva e sproporzionata”. L'articolo L’America Latina si schiera con

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

di Tiziano Ferri –

Pagine Esteri, 2 novembre 2023. A fronte di un’Unione europea che lascia mano libera alle operazioni militari di Israele, il resto del mondo, ad eccezione di Washington e dei suoi stretti alleati, prende posizione contro il massacro di civili a Gaza. Nello specifico, dall’America latina arrivano le posizioni più nette per un immediato cessate il fuoco e per il rispetto del diritto internazionale. Al sud del Rio Grande solo Guatemala e Paraguay hanno votato contro, mentre Haiti, Panama e Uruguay si sono astenuti, per la risoluzione Onu “Protezione dei civili e rispetto degli obblighi legali e umanitari”, approvata il 27 ottobre con 120 voti a favore, 14 contrari e 45 astenuti.

La presa di posizione più netta arriva dalla Bolivia, dove il presidente Luis Arce ha interrotto le relazioni diplomatiche con Israele, considerando l’offensiva dello stato ebraico “aggressiva e sproporzionata”. Dal paese andino anche la richiesta di terminare il blocco di Gaza, che impedisce l’ingresso di acqua e alimenti. L’ex presidente Evo Morales chiede uno sforzo in più al suo governo: dichiarare Israele uno stato terrorista, denunciare Netanyahu dinanzi alla Corte penale internazionale, chiedere conto agli ambasciatori di Usa e Ue del motivo del loro appoggio politico, militare e diplomatico che permette i crimini dello stato sionista in Palestina. Cuba condanna i bombardamenti su Gaza e gli assassinii di persone innocenti, senza distinzione di etnia, nazionalità, origine o credo religioso. Il presidente Diaz-Canel condivide anche il dolore per la sofferenza delle vittime civili israeliane, ma non accetta un’ “indignazione selettiva” che disconosce la gravità dell’attuale genocidio a Gaza, presentando il lato israeliano come la vittima, e disconoscendo così 75 anni di occupazione. “La storia non perdonerà gli indifferenti, e noi non saremo tra di loro”, afferma il presidente cubano. Anche il Venezuela condanna ciò che il presidente Maduro definisce un genocidio contro il popolo palestinese, e richiama l’attenzione sulle grandi marce per la pace in tutto il mondo, compresa l’occupazione della stazione centrale di New York da parte di centinaia di attivisti della comunità ebraica. La rappresentante messicana all’Onu condanna gli attacchi alla popolazione civile, ai medici e al personale umanitario, mettendo in guardia Israele da quelli che possono essere considerati “crimini di guerra”. Il Messico, criticando la risposta sproporzionata in corso su Gaza, ricorda che le rappresaglie sono contro il diritto internazionale, ed esige che la “Potenza Occupante cessi l’occupazione e tutti gli atti che ledono l’integrità territoriale dello stato di Palestina”. Anche l’Argentina, ricordando di aver condannato a suo tempo gli attentati del 7 ottobre scorso, sottolinea che Israele sta passando i limiti del diritto internazionale, e deve fermare gli attacchi alle infrastrutture civili. Il vicino Brasile, membro non permanente del Consiglio di sicurezza Onu, propone una risoluzione per una pausa umanitaria che consenta l’accesso pieno e in sicurezza delle agenzie delle Nazioni unite, ma viene bloccata dal veto degli Stati Uniti. Il Cile, dopo aver inviato aiuti umanitari, accusa Netanyahu e il suo esercito di violare ripetutamente il diritto internazionale. Richiamando il dato fornito dall’Unicef sui più di 420 bambini feriti o assassinati ogni giorno a Gaza, e “a fronte alle inaccettabili violazioni del diritto internazionale umanitario promosse da Israele nella Striscia di Gaza”, il governo cileno decide di convocare a Santiago per consultazioni il proprio ambasciatore a Tel Aviv. Pur condannando “senza dubbi” gli attentati e i sequestri perpetrati da Hamas, il presidente Boric dichiara che “nulla giustifica questa barbarie a Gaza. Nulla”. Per quanto riguarda la Colombia, già da settimane la tensione è alta con Israele, a seguito del paragone fatto dal presidente Petro tra la situazione di Gaza e il campo di concentramento di Auschwitz. Dopo l’ultima strage di civili a Jabalia, Bogotà ha deciso di richiamare l’ambasciatrice da Tel Aviv: “Se Israele non ferma il massacro del popolo palestinese, non possiamo stare là”, le parole del presidente colombiano.

Hamas ringrazia Cile e Colombia per aver ritirato gli ambasciatori, ed esorta gli stati arabi e islamici a seguire l’esempio boliviano, rompendo le relazioni diplomatiche con Israele. Dal canto suo, il governo Natanyahu condanna la presa di posizione del governo di La Paz, accusandolo di essere “sottomesso al regime iraniano” e di allinearsi all’ “organizzazione terrorista Hamas”. Parole più concilianti per Cile e Colombia, in quanto la speranza di Israele è che i due paesi “non si allineino a Venezuela e Iran nell’appoggio ad Hamas”, e che “sostengano il diritto di uno stato democratico a proteggere i propri cittadini”. La risposta di Petro non potrebbe essere più chiara: “Si chiama Genocidio, lo compiono per togliere il popolo palestinese da Gaza e appropriarsene. Il capo di stato che compie questo genocidio è un criminale contro l’umanità. I suoi alleati non possono parlare di democrazia”.

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

L'articolo L’America Latina si schiera contro la guerra a Gaza proviene da Pagine Esteri.



Azzerati


Vedere certificato che da sei mesi la nostra economia non cresce, dopo la più veloce uscita dagli effetti della pandemia, non fa un bell’effetto. Ma non è tanto questo a dovere preoccupare, tanto più che nel terzo trimestre l’Eurozona ha segnato un -0,1%,

Vedere certificato che da sei mesi la nostra economia non cresce, dopo la più veloce uscita dagli effetti della pandemia, non fa un bell’effetto. Ma non è tanto questo a dovere preoccupare, tanto più che nel terzo trimestre l’Eurozona ha segnato un -0,1%, condizionata dalla Germania in recessione. Il dato non rallegra, ma quel che conta è se si stia lavorando alle condizioni della ripartenza, se la politica del bilancio pubblico abbia fiutato l’aria che tira e – se la cosa non fosse divenuta stucchevolmente rituale – se il Pnrr stia diventando realizzazioni.

Lasciamo perdere il tira e molla sulle voci del bilancio, tanto più che le pressioni esercitate da taluni governanti sul governo si sono rivelate mezze cilecche. A forza di volere piantare bandierine si sono ritrovati con l’irrilevanza nel vessillo. E lasciamo perdere il pericoloso vanto circa il fatto che i parlamentari della maggioranza non presenteranno emendamenti. Pericoloso sul piano costituzionale – dato che al mandato parlamentare senza vincolo s’è accoppiato il vincolo partitico e governativo sui parlamentari – ma anche su quello tattico, visto che taluno di quei parlamentari potrebbe votare emendamenti dell’opposizione. La più alta probabilità è che la commedia si concluda secondo tradizione, ovvero con un maxi emendamento del governo che emendi sé stesso non avendo consentito ad altri di farlo. Lasciamo perdere. Quel che rileva è che i saldi previsti (e mantenuti) in quella legge di bilancio sono usciti dalla realtà: ben difficilmente cresceremo dell’1,2% nel 2024, il che sballa sia il deficit che il peso percentuale del debito sul Prodotto interno lordo, diminuendo il gettito fiscale nel mentre si rischia che il fermarsi del tasso di sconto praticato dalla Banca centrale europea non fermi la spesa per onorare e rifinanziare un debito che si troverebbe a crescere anziché scendere.

Non si presta mai sufficiente attenzione a un numero che ha qualche cosa di terribile: non soltanto siamo gli europei con il debito in assoluto più alto e, quindi, con la spesa per interessi più alta, ma abbiamo uno spread di quasi 60 punti rispetto alla Grecia, il cui debito in relazione al Pil è più alto del nostro. Fra gente assennata si parlerebbe di quello con ben più allarme rispetto allo spread che ci divide dalla Germania.

In altre condizioni questa situazione ci porterebbe in un’area a fortissimo rischio. Non accade o almeno non in modo evidente perché, con due guerre ai confini europei e un altro paio di focolai pericolosi, l’Unione europea farà da scudo: gli investitori lo sanno e, quindi, non scommettono sulla caduta italiana. Ma non dura all’infinito. Fortunatamente.

Questo spazio temporale si dovrebbe utilizzarlo per correggere le previsioni di bilancio ed evitare che squilibri interni creino la destabilizzazione che gli squilibri esterni contrastano. Il che ci porta all’inflazione: nel mese di ottobre la nostra è scesa all’1,8%, mentre anche quella dell’Eurozona è scesa, ma al 2,9%. A produrre la discesa sono stati i prezzi dei prodotti energetici, che segnano un vistoso -17,6%. Ma questo vale, più o meno, a seconda dei diversi mix delle fonti, anche per gli altri Paesi europei. Se la nostra inflazione è scesa di più è anche perché i consumi privati sono in più marcata frenata. Il che porta a guardare l’aumento dei prezzi nel campo dei beni essenziali: il carrello della spesa fa segnare un +6,3%. Vuol dire che non si è lavorato abbastanza – o affatto – sulla concorrenza nel mercato interno. Si pensi che venerdì prossimo potrebbe essere varata (speriamo di no) l’ennesima proroga della non apertura del mercato elettrico, laddove quanti sono passati al mercato aperto hanno risparmiato più soldi e il guasto – nel peggiore dei casi e per una minoranza di italiani – sarebbe il dover aggiornare il pagamento automatico in banca.

Inerzia e rinvio vanno azzerati, se non si vuole che l’azzeramento della crescita sia un destino anziché una circostanza.

La Ragione

L'articolo Azzerati proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



I Comuni e le Province impegnati nella costruzione di nuove scuole #PNRR, affinché sia garantita la continuità didattica nella fase dei lavori, potranno beneficiare di contributi per l’affitto di immobili o il noleggio di strutture provvisorie.
#pnrr


Sui generis di Michele Gerace


Il fatto è che ci siamo fatti prendere la mano e più di una volta abbiamo rimosso alcuni limiti che pure ci siamo dati. Quando ne abbiamo avuto la possibilità, abbiamo pensato di poterli togliere del tutto perché quei limiti riflettono una natura sui gene

Il fatto è che ci siamo fatti prendere la mano e più di una volta abbiamo rimosso alcuni limiti che pure ci siamo dati. Quando ne abbiamo avuto la possibilità, abbiamo pensato di poterli togliere del tutto perché quei limiti riflettono una natura sui generis che lo specchio-specchio-delle-mie-brame ci dice che può essere più che umana e tecnologica, onnipotente e forse immortale. Quello che abbiamo ascoltato dallo specchio è stato inebriante e terrificante. Alcuni si sono eccitati alla sola idea, altri spaventati a morte. Quelli che si sono spaventati hanno pensato che tanto vale distruggere la macchina. Gli altri hanno iniziato a fare della tecnologia la religione di post-umani di ultima generazione. Gli uni non si sono resi conto che è impossibile rinunciare alla tecnologia dal momento che siamo tecnologici per definizione. Gli altri non hanno considerato che ancora oggi la sfida più difficile è la conquista della nostra umanità. Agli opposti e di mezzo, il nostro bel problema. Questo libro è un invito a prenderlo di petto, a tenere la giusta postura per spingere lo sguardo oltre l’orizzonte e darci una direzione.

Rubbettino Editore

L'articolo Sui generis di Michele Gerace proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



LIVE GIORNO 27. A Gaza gli ospedali stanno chiudendo. “Senza gasolio si trasformeranno in obitori”


Dopo la strage del campo profughi di Jabalia, bombardato tre volte in 24 ore, l'unico ospedale ancora operativo nella zona nord di Gaza lavora senza sosta e solo con i generatori ausiliari: entro oggi il gasolio potrebbe finire completamente. L'articolo

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

10111105

della redazione –

Pagine Esteri, 2 novembre 2023. Dopo i 500 cittadini stranieri che ieri, per la prima volta dall’inizio della guerra, hanno potuto lasciare Gaza, insieme a un’ottantina di gravi feriti e ammalati palestinesi, oggi è stata consegnata una lista contenente 596 nomi di cittadini stranieri o palestinesi con doppia cittadinanza che hanno il permesso di attraversare il valico di Rafah e andare in Egitto. Da questa mattina una lunga fila di macchine si muove verso Rafah, nella speranza che il valico si apra e che sia possibile uscire. L’Egitto ha comunicato che aiuterà a far uscire da Gaza, attraverso il valico di Rafah, 7.000 tra internazionali e palestinesi con doppia cittadinanza.

I due violenti attacchi di ieri sul grande campo profughi di Jabalia (al quale se ne è aggiunto un terzo nella notte) hanno causato 195 morti e 120 dispersi oltre a un numero altissimo di feriti, circa 770, la maggior parte dei quali sono stati trasportati all’ospedale indonesiano, l’unico rimasto operativo nel nord di Gaza. La struttura lavora 50 volte sopra le proprie capacità e il Ministero della Salute ha fatto sapere che, a causa dell’embargo di carburante, il generatore principale non funziona più: l’elettricità e il funzionamento dei macchinari medici è garantito solo da piccoli generatori di emergenza. Il Ministero fa sapere anche che in qualsiasi momento, nelle prossime 24 ore, anche questi generatori potrebbero spegnersi, trasformando l’ospedale “in un obitorio”. I morti palestinesi a Gaza, al momento, sono 8.805. 132 le persone uccise in Cisgiordania.

Secondo Al Jazeera l’esercito israeliano ha isolato la parte nord-occidentale della Striscia di Gaza, intensificando le incursioni di terra e i combattimenti con i gruppi armati palestinesi, distruggendo case e bloccando le strade che conducono verso sud, bloccando di fatto gli abitanti. Un soldato israeliano è stato ucciso nelle prime ore di oggi a Gaza. Dal 7 ottobre i soldati israeliani uccisi sono stati 332.

Sul fronte libanese continuano le schermaglie tra Hezbollah e l’esercito israeliano. Il gruppo sciita ha colpito un drone israeliano e le IDF hanno risposto con colpi anticarro.

Sono 60 i palestinesi arrestati durante la notte in varie città della Cisgiordania occupata, compreso il rappresentante degli studenti dell’Università Birzeit. Il totale degli arresti dal 7 ottobre in Cisgiordania è salito a 1800. Due palestinesi sono stati uccisi e sei feriti a Qalqilya e Ramallah. Pagine Esteri

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

L'articolo LIVE GIORNO 27. A Gaza gli ospedali stanno chiudendo. “Senza gasolio si trasformeranno in obitori” proviene da Pagine Esteri.



In Cina e in Asia – La Cina dà l’ultimo addio a Li Keqiang


In Cina e in Asia – La Cina dà l’ultimo addio a Li Keqiang li keqiang
La Cina dà l'ultimo addio a Li Keqiang
Per Xi risolvere i problemi finanziari è un “tema eterno per il governo”
La Cina fa un passo indietro sugli investimenti ingenti nel Pacifico meridionale
Le stazioni meteorolog

L'articolo In Cina e in Asia – La Cina dà l’ultimo addio a Li Keqiang proviene da China Files.



La Francia ospiterà il prossimo vertice sulla sicurezza dell’IA a Parigi, secondo una decisione presa a margine del primo vertice in assoluto che si sta svolgendo a porte chiuse a Londra in questi giorni (mercoledì 1 e giovedì 2 novembre)....


N. 198/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Centinaia di milioni di controlli d’identità nell’ambito del servizio di verifica dell’identità del governo federale potrebbero essere stati condotti illegalmente, con il governo Albanese che si è affrettato a varare una legislazione a sostegno del servizio.I servizi di verifica dell’identità sono utilizzati dai dipartimenti governativi e dalle aziende...


Taiwan Files – L’opposizione tratta sulle elezioni, Pechino indaga sulla Foxconn


Taiwan Files – L’opposizione tratta sulle elezioni, Pechino indaga sulla Foxconn 10106875
I due principali rivali del candidato di maggioranza alle presidenziali di gennaio cercano un (complicato) accordo. Le chance di Gou Taiming ridotte dopo l'indagine cinese sul suo colosso Foxconn. Avvertimenti dallo Xiangshan Forum, Israele e Gaza visti da Taiwan. Semiconduttori. Manifestanti contro il memoriale di Chiang Kai-shek. La rassegna di Lorenzo Lamperti con notizie e analisi da Taipei (e dintorni)

L'articolo Taiwan Files – L’opposizione tratta sulle elezioni, Pechino indaga sulla Foxconn proviene da China Files.



Dichiarazione della FPF sugli arresti ingiustificabili dei giornalisti dell'Alabama

Un editore e giornalista di un quotidiano dell'Alabama sono stati arrestati la scorsa settimana e accusati, ai sensi dello statuto di segretezza del Gran Giurì, del "crimine" di aver riferito su un mandato di comparizione del Gran Giurì fornito da una fonte.

E oggi, l'editore, Sherry Digmon, è stato arrestato di nuovo, questa volta per aver sollecitato annunci pubblicitari dal distretto scolastico locale mentre prestava servizio nel Board of Education.

"Arrestare giornalisti che riportano notizie è palesemente incostituzionale", ha affermato Seth Stern, direttore dell'advocacy della Freedom of the Press Foundation (FPF) . “Le regole di segretezza del Gran Giurì vincolano i gran giurati e i testimoni, non i giornalisti. Il procuratore distrettuale dovrebbe incolpare se stesso per non aver mantenuto la segretezza dei procedimenti del gran giurì, non i giornalisti carcerari per aver fatto il loro lavoro”.

"Il Primo Emendamento protegge i giornalisti che pubblicano informazioni ottenute legalmente da fonti", ha affermato Caitlin Vogus, vicedirettore dell'Advocacy della FPF . “In questo Paese non arrestiamo i giornalisti per aver riportato notizie che le autorità preferirebbero mantenere segrete”.

@Giornalismo e disordine informativo


Il giornalista di Atmore News Don Fletcher e l'editore Sherry Digmon sono stati arrestati dopo aver riferito di un'indagine sulla gestione dei fondi COVID da parte di un consiglio scolastico. Ufficio dello sceriffo della contea di Escambia

Qui il post completo



Da antifascista esprimo grande preoccupazione per le vigliacche azioni di danneggiamento delle pietre d'inciampo a Roma. Questi atti di antisemitismo sono ignob


Pubblicato il nuovo numero di Technology Weekly, la newsletter settimanale sulla tecnologia di Euractiv che ti fornisce le ultime notizie da tutta Europa su tutto ciò che riguarda il digitale

@Informatica (Italy e non Italy 😁)

I deepfake di nudo inondano Internet nel vuoto legislativo del 31/10/23
I deepfake di nudo, compresi quelli di minori, stanno diventando sempre più comuni online man mano che gli strumenti per crearli diventano più accessibili, avvertono gli esperti, ma la legge è ancora indietro nel regolamentare tale materiale .

La "strategia multi-cloud" della Commissione Europea solleva dubbi sulla coerenza il 31/10/23
il servizio cloud statunitense Oracle ha annunciato che la Commissione Europea ha deciso di includere i servizi Oracle Cloud Infrastructure nelle sue offerte, sollevando dubbi sulla coerenza con gli schemi di sicurezza cloud proposti.

I politici dell'UE si preparano allo scontro nel spinoso dibattito sullo status dei lavoratori su piattaforma il 31/10/23
Le istituzioni dell'UE si stanno preparando ad un confronto sul funzionamento della presunzione legale di occupazione, l'aspetto più delicato della Direttiva sui lavoratori su piattaforma, in un trilogo giovedì prossimo (9 novembre).

Francia e Germania si allontanano sempre più sulla sovranità digitale del settore cloud il 31/10/23
Il recente annuncio di "un nuovo cloud indipendente per l'Europa" da parte di Amazon Web Services ha sottolineato la crescente divergenza tra le posizioni di Parigi e Berlino riguardo alla sovranità digitale nel settore cloud.

La Moldavia blocca l'accesso alle principali agenzie di stampa russe il 31/10/23
La Moldavia ha bloccato lunedì (30 ottobre) l'accesso ai siti web dei principali mezzi di informazione russi, comprese le agenzie di stampa Interfax e TASS, accusandoli di prendere parte ad una guerra di informazione contro Paese.

Le ONG sollecitano la Commissione Europea a includere i siti Web porno nel club del "rischio sistemico" il 30/10/23
Diverse organizzazioni della società civile hanno esortato la Commissione Europea a designare i principali siti Web porno come "piattaforme online molto grandi" che devono seguire un regime rigoroso sotto il Digital Services Act (DSA), secondo una lettera vista da Euractiv.

Il targeting dei funzionari dell'UE con lo spyware Predator dimostra la necessità di controlli legali più rigorosi il 30/10/23
Mentre l'UE finora non è riuscita ad adottare misure adeguate contro le forme più invasive di spyware, la direttiva sulla due diligence sulla sostenibilità aziendale (CSDDD) potrebbe offrire una soluzione un’opportunità cruciale per l’UE di tenere a freno la dilagante tutela dei diritti umani...

I progressi dei policy maker dell'UE sul software open source, periodo di supporto nella nuova legge sulla sicurezza informatica del 30/10/23
L'approccio dei policy maker dell'UE al software open source e al periodo di supporto nel prossimo Cyber ​​Resilience Act sta prendendo forma. Il Cyber ​​Resilience Act è una proposta legislativa che introduce requisiti di sicurezza per i dispositivi connessi. Il disegno di legge è...

Rapporto iniziale di RSF: il giornalista Reuters è stato ucciso in Libano in un attacco "mirato" il 30/10/23
Il giornalista Reuters Visuals Issam Abdallah è stato ucciso il 13 ottobre nel sud del Libano da un attacco "mirato" dalla direzione del confine israeliano, Reporters Without Lo ha detto domenica (29 ottobre) Borders (RSF), sulla base dei risultati preliminari della sua indagine.

Qui la pagina con la newsletter in inglese
Per iscriverti alle newsletter di Euractiv, clicca qui

in reply to Informa Pirata

l'AI Act potrebbe essere concluso in poco più di 30 giorni, i deepfake potrebbero essere fortemente ostacolati se, al trilogo, la versione del Parlamento Europeo venisse tenuta (o anche meglio, rinforzata) rispetto alle proposte del Consiglio d'Europa, che deve dare l'approvazione per completarlo e sta indebolendo quelle parti.
Fare pressione ad Alessio Butti per l'italia potrebbe funzionare. Vorreste fare qualcosa a riguardo?

reshared this




Presidenzialismo forte? No, premierato debole


Se c’è qualcuno che, in realtà, avrebbe il diritto di protestare, quelli sono i presidenzialisti convinti. La bozza di riforma istituzionale redatta dal ministro per le Riforme Maria Elisabetta Casellati e caldeggiata dal presidente del Consiglio Giorgia

Se c’è qualcuno che, in realtà, avrebbe il diritto di protestare, quelli sono i presidenzialisti convinti. La bozza di riforma istituzionale redatta dal ministro per le Riforme Maria Elisabetta Casellati e caldeggiata dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, infatti, è un arretramento su tutta la linea. Intanto non si prevede l’elezione diretta del presidente della Repubblica, come il centrodestra ha sempre auspicato, ma del presidente del Consiglio (come auspicava chi scrive, ma questo è irrilevante). Ma soprattutto non si attribuiscono al presidente del Consiglio quei poteri che, essendo il nostro un sistema parlamentare, la Costituzione pone oggi in capo al presidente della Repubblica.

Unico potere reale che il Quirinale perderebbe è quello di nominare il presidente del Consiglio (art. 92). Ma non perderebbe affatto, il che sarebbe piuttosto bizzarro in presenza di un premier investito direttamente dalla volontà popolare, il potere di nominare e di revocare i ministri del governo. In soldoni, se domani i cittadini decidessero di mandare a Palazzo Chigi Pinco Pallino, Pinco Pallino non avrebbe il potere di decidere chi farà il ministro nel suo governo. Come accade oggi, potrà fare delle proposte al presidente della Repubblica, il quale manterrebbe inalterato il proprio potere di rispondere no, quel tizio proprio non lo voglio ministro. Oppure, no, quel ministro deve rimanere in carica.

Non solo. Al presidente del Consiglio non spetterebbe neanche il potere di sciogliere le camere (o di minacciarne lo scioglimento) a proprio piacimento. Quel potere resterebbe attribuito al presidente della Repubblica. Il quale, così come accade oggi, potrebbe sempre incaricare un nuovo presidente del Consiglio. Unico limite, e questa è effettivamente una novità, è che lo potrà scegliere solo tra gli eletti in Parlamento nella legislatura in corso che compongono la maggioranza. Si esclude, dunque, la possibilità che un tecnico arrivi direttamente dalla società civile a palazzo Chigi. Ma non si esclude la possibilità che una personalità eletta con la maggioranza dia vita ad un governo sostenuto da partiti che componevano l’opposizione.

Insomma, ci troviamo di fronte alla prospettiva di un mezzo premierato debole. Sì che, per quanto tra i ranghi della maggioranza così come tra quelli dell’opposizione non c’è nessuno disposto a scommettere sul fatto che la riforma di cui stiamo parlando vedrà mai la luce, davvero non si capisce il senso degli strepiti di chi ritiene gravemente intaccate le attuali prerogative del capo dello Stato a vantaggio di un premier intollerabilmente forte.

L'articolo Presidenzialismo forte? No, premierato debole proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Passi avanti sul Gcap. Entro fine anno il trattato per il nuovo jet Italia-Uk-Giappone


Ieri a Roma si è tenuta una ha riunione tra i vertici della Difesa di Italia, Regno Unito e Giappone sul Global Combat Air Programme, il programma per la realizzazione del jet di sesta generazione. “Stiamo lavorando insieme affinché il Gcap racchiuda le m

Ieri a Roma si è tenuta una ha riunione tra i vertici della Difesa di Italia, Regno Unito e Giappone sul Global Combat Air Programme, il programma per la realizzazione del jet di sesta generazione. “Stiamo lavorando insieme affinché il Gcap racchiuda le migliori tecnologie e capacità di Italia, Giappone e Regno Unito. Un progetto trilaterale basato su un’uguale partecipazione in termini di costi e benefici e sulla condivisione delle migliori tecnologie tra i nostri tre Paesi”, ha dichiarato Guido Crosetto, ministro della Difesa italiano, al termine dell’incontro con Grant Shapps, segretario alla Difesa britannico, e Yoshiaki Wada, consigliere speciale del ministro della Difesa giapponese. Un lungo e importante colloquio durante il quale sono state poste le basi per la definizione del trattato per avviare l’iter parlamentare che verrà firmato a Tokyo entro la fine dell’anno.

Le puntate precedenti

L’incontro segue il trilaterale avuto a settembre a Londra. Nell’occasione, il ministro Crosetto ha incontrato James Roger Cartlidge, minister (sottosegretario) con delega al procurement della Difesa del Regno Unito, e Kiyoshi Serizawa, viceministro della Difesa del Giappone, a Lancaster House. L’incontro, tra l’altro, avvenne a margine del Dsei, l’importante fiera della difesa e l’aerospazio della capitale britannica, durante la quale le tre capofila del progetto, Leonardo, Bae Systems e Mitsubishi Heavy Industries hanno annunciato la definizione dei termini della collaborazione trilaterale per soddisfare i requisiti della fase concettuale del sistema di difesa aerea di nuova generazione. A quello sono seguiti gli accordi tra Mbda Italia ed Mbda UK insieme a Mitsubishi Electric Corporation ed Elt Group. Gli incontri precedenti: quello di Roma a giugno, che vide la partecipazione dell’allora ministro della Difesa britannico Ben Wallace e il viceministro della Difesa giapponese Atsuo Suzuki; quello di marzo in Giappone quando Crosetto e Wallace incontrarono il ministro Yasukazu Hamada, il predecessore dell’attuale ministro, Minoru Kihara. Una serie di trilaterali con l’obiettivo di definire i punti della collaborazione tra i tre Paesi e decidere i nuovi passi da intraprendere per l’attuazione del progetto.

Il Gcap

Il progetto del Global Combat Air Programme prevede lo sviluppo di un sistema di combattimento aereo integrato, nel quale la piattaforma principale, l’aereo più propriamente inteso, provvisto di pilota umano, è al centro di una rete di velivoli a pilotaggio remoto con ruoli e compiti diversi, dalla ricognizione, al sostegno al combattimento, controllati dal nodo centrale e inseriti in un ecosistema capace di moltiplicare l’efficacia del sistema stesso. L’intero pacchetto capacitivo è poi inserito all’intero nella dimensione all-domain, in grado, cioè di comunicare efficacemente e in tempo reale con gli altri dispositivi militari di terra, mare, aria, spazio e cyber. Questa integrazione consentirà al jet di essere fin dalla sua concezione progettato per coordinarsi con tutti gli altri assetti militari schierabili, consentendo ai decisori di possedere un’immagine completa e costantemente aggiornata dell’area di operazioni, con un effetto moltiplicatore delle capacità di analisi dello scenario e sulle opzioni decisionali in risposta al mutare degli eventi.

Il programma congiunto

L’avvio del programma risale a dicembre dell’anno scorso, quando i governi di Roma, Londra e Tokyo hanno concordato di sviluppare insieme una piattaforma di combattimento aerea di nuova generazione entro il 2035. Nella nota comune, i capi del governo dei tre Paesi sottolinearono in particolare il rispettivo impegno a sostenere l’ordine internazionale libero e aperto basato sulle regole, a difesa della democrazia, per cui è necessario istituire “forti partenariati di difesa e di sicurezza, sostenuti e rafforzati da una capacità di deterrenza credibile”. Grazie al progetto, Roma, Londra e Tokyo puntano ad accelerare le proprie capacità militari avanzate e il vantaggio tecnologico.

La questione saudita

Tra i temi affrontati nella riunione di martedì c’è stato quello dell’allargamento del programma. Tuttavia, come conferma la difficoltà di Formiche.net ad avere informazioni, l’eventuale coinvolgimento dell’Arabia Saudita rimane un tabù. Su questo il Regno Unito è aperturista mentre il Giappone è fortemente contrario. Nelle scorse settimane si è espresso anche Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, chiudendo la porta: “Il programma è Uk, Giappone e Italia. Punto”, aveva detto a margine dell’assemblea di Confindustria.


formiche.net/2023/11/gcap-trat…



L'Indipendente | La controrivoluzione delle élite di cui non ci siamo accorti: intervista a Marco D'Eramo

"Il mito originario (e mai confessato) del neoliberismo non è il baratto ma lo schiavismo. Il grande successo che hanno avuto i neoliberisti è di farci interiorizzare quest’immagine di noi stessi. È una rivoluzione culturale che ha conquistato anche il modo dei servizi pubblici. Per esempio le unità sanitarie locali sono diventate le aziende sanitarie locali. Nelle scuole e nelle università il successo e l’insuccesso si misurano in crediti ottenuti o mancanti, come fossero istituti bancari. E per andarci, all’università, è sempre più diffusa la necessità di chiedere prestiti alle banche. Poi, una volta che hai preso il prestito, dovrai comportarti come un’impresa che ha investito, che deve ammortizzare l’investimento e avere profitti tali da non diventare insolvente."

lindipendente.online/2023/11/0…



Passi avanti sul Gcap. Entro fine anno il trattato per il nuovo jet Italia-Uk-Giappone


Ieri a Roma si è tenuta una ha riunione tra i vertici della Difesa di Italia, Regno Unito e Giappone sul Global Combat Air Programme, il programma per la realizzazione del jet di sesta generazione. “Stiamo lavorando insieme affinché il Gcap racchiuda le m

Ieri a Roma si è tenuta una ha riunione tra i vertici della Difesa di Italia, Regno Unito e Giappone sul Global Combat Air Programme, il programma per la realizzazione del jet di sesta generazione. “Stiamo lavorando insieme affinché il Gcap racchiuda le migliori tecnologie e capacità di Italia, Giappone e Regno Unito. Un progetto trilaterale basato su un’uguale partecipazione in termini di costi e benefici e sulla condivisione delle migliori tecnologie tra i nostri tre Paesi”, ha dichiarato Guido Crosetto, ministro della Difesa italiano, al termine dell’incontro con Grant Shapps, segretario alla Difesa britannico, e Yoshiaki Wada, consigliere speciale del ministro della Difesa giapponese. Un lungo e importante colloquio durante il quale sono state poste le basi per la definizione del trattato per avviare l’iter parlamentare che verrà firmato a Tokyo entro la fine dell’anno.

Le puntate precedenti

L’incontro segue il trilaterale avuto a settembre a Londra. Nell’occasione, il ministro Crosetto ha incontrato James Roger Cartlidge, minister (sottosegretario) con delega al procurement della Difesa del Regno Unito, e Kiyoshi Serizawa, viceministro della Difesa del Giappone, a Lancaster House. L’incontro, tra l’altro, avvenne a margine del Dsei, l’importante fiera della difesa e l’aerospazio della capitale britannica, durante la quale le tre capofila del progetto, Leonardo, Bae Systems e Mitsubishi Heavy Industries hanno annunciato la definizione dei termini della collaborazione trilaterale per soddisfare i requisiti della fase concettuale del sistema di difesa aerea di nuova generazione. A quello sono seguiti gli accordi tra Mbda Italia ed Mbda UK insieme a Mitsubishi Electric Corporation ed Elt Group. Gli incontri precedenti: quello di Roma a giugno, che vide la partecipazione dell’allora ministro della Difesa britannico Ben Wallace e il viceministro della Difesa giapponese Atsuo Suzuki; quello di marzo in Giappone quando Crosetto e Wallace incontrarono il ministro Yasukazu Hamada, il predecessore dell’attuale ministro, Minoru Kihara. Una serie di trilaterali con l’obiettivo di definire i punti della collaborazione tra i tre Paesi e decidere i nuovi passi da intraprendere per l’attuazione del progetto.

Il Gcap

Il progetto del Global Combat Air Programme prevede lo sviluppo di un sistema di combattimento aereo integrato, nel quale la piattaforma principale, l’aereo più propriamente inteso, provvisto di pilota umano, è al centro di una rete di velivoli a pilotaggio remoto con ruoli e compiti diversi, dalla ricognizione, al sostegno al combattimento, controllati dal nodo centrale e inseriti in un ecosistema capace di moltiplicare l’efficacia del sistema stesso. L’intero pacchetto capacitivo è poi inserito all’intero nella dimensione all-domain, in grado, cioè di comunicare efficacemente e in tempo reale con gli altri dispositivi militari di terra, mare, aria, spazio e cyber. Questa integrazione consentirà al jet di essere fin dalla sua concezione progettato per coordinarsi con tutti gli altri assetti militari schierabili, consentendo ai decisori di possedere un’immagine completa e costantemente aggiornata dell’area di operazioni, con un effetto moltiplicatore delle capacità di analisi dello scenario e sulle opzioni decisionali in risposta al mutare degli eventi.

Il programma congiunto

L’avvio del programma risale a dicembre dell’anno scorso, quando i governi di Roma, Londra e Tokyo hanno concordato di sviluppare insieme una piattaforma di combattimento aerea di nuova generazione entro il 2035. Nella nota comune, i capi del governo dei tre Paesi sottolinearono in particolare il rispettivo impegno a sostenere l’ordine internazionale libero e aperto basato sulle regole, a difesa della democrazia, per cui è necessario istituire “forti partenariati di difesa e di sicurezza, sostenuti e rafforzati da una capacità di deterrenza credibile”. Grazie al progetto, Roma, Londra e Tokyo puntano ad accelerare le proprie capacità militari avanzate e il vantaggio tecnologico.

La questione saudita

Tra i temi affrontati nella riunione di martedì c’è stato quello dell’allargamento del programma. Tuttavia, come conferma la difficoltà di Formiche.net ad avere informazioni, l’eventuale coinvolgimento dell’Arabia Saudita rimane un tabù. Su questo il Regno Unito è aperturista mentre il Giappone è fortemente contrario. Nelle scorse settimane si è espresso anche Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, chiudendo la porta: “Il programma è Uk, Giappone e Italia. Punto”, aveva detto a margine dell’assemblea di Confindustria.


formiche.net/2023/11/passi-ava…



Per il «dopo-Hamas» lo spettro di una nuova Nakba


Nel documento del ministero dell’Intelligence israeliano svelato dalla rivista +972 Local Call il piano per trasferire 2,2 milioni di gazawi nel Sinai L'articolo Per il «dopo-Hamas» lo spettro di una nuova Nakba proviene da Pagine Esteri. https://pagine

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

(questo articolo è stato pubblicato in origine dal quotidiano Il Manifesto)

di Michele Giorgio –

Pagine Esteri, 1 novembre 2023. Descritta come una «seconda fase», fatta di incursioni dentro Gaza ampie ma pur sempre limitate, l’offensiva di terra israeliana in realtà è in corso ed è vasta e distruttiva, con conseguenze evidenti per i civili palestinesi. Il fatto che il governo e i comandi militari israeliani cerchino di farla apparire «contenuta» ha lo scopo di calmare gli alleati statunitensi ed europei, ora un po’ in imbarazzo per aver sostenuto apertamente la rappresaglia senza freni di Israele all’attacco di Hamas del 7 ottobre, che ha colpito soprattutto la popolazione civile palestinese e non il movimento islamico. Strategie della comunicazione a parte, è davanti agli occhi di tutti l’invasione israeliana della metà settentrionale di Gaza. Le immagini dei carri armati israeliani sulla costa e allo stesso tempo sulle linee orientali della Striscia e il loro stringere su Gaza city, dicono che Israele sta impiegando migliaia di soldati e centinaia di mezzi corazzati, per rioccupare questo fazzoletto di territorio palestinese. Ciò che invece non è affatto chiaro e il governo Netanyahu fa il possibile per non dare punti di riferimento è la «soluzione politica» ciò il «dopo-Hamas» che ha in mente Israele, sempre ammesso che riesca a sradicare, come il suo gabinetto di guerra ripete ogni giorno, il movimento islamico. Senza dimenticare che la questione degli ostaggi nelle mani di Hamas diventerà sempre più rilevante finendo forse per imporre una tregua e un negoziato per lo scambio di prigionieri che oggi l’establishment israeliano esclude.

L’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen ribadisce che a Gaza non tornerà sui mezzi corazzati israeliani. Ma la sua posizione è irrilevante per il governo Netanyahu che non permetterà il rafforzamento ad una entità politica che, pur con i suoi grandi limiti ed errori, rappresenta ancora agli occhi del mondo l’idea di un futuro Stato palestinese indipendente nei Territori occupati. L’impressione che si ha è che l’idea dell’espulsione dei palestinesi da Gaza, una seconda Nakba 75 anni dopo, circolata qualche giorno fa, non sia una «fantasia». E non solo per i coloni israeliani che vorrebbero cacciare via tutti i palestinesi e ricostruire a Gaza gli insediamenti ebraici fatti demolire nel 2005 dal premier scomparso Ariel Sharon.

Si è appreso che il ministero dell’Intelligence ha raccomandato il trasferimento forzato e permanente dei 2,2 milioni di palestinesi di Gaza nella penisola egiziana del Sinai, grazie a un documento ufficiale rivelato dalla rivista israeliana +972 Local Call. Il documento di 10 pagine, datato 13 ottobre 2023, porta il logo del ministero guidato dall’esponente del partito Likud, Gila Gamliel, che produce ricerche politiche e condivide le sue proposte con le agenzie di sicurezza, l’esercito e altri ministeri. Valuta tre opzioni ma nelle sue conclusioni raccomanda il trasferimento totale della popolazione palestinese come linea d’azione preferita assieme all’allestimento di una tendopoli e alla costruzione di città nel Sinai per assorbire gli espulsi. Quindi invita Israele a mobilitare la comunità internazionale a sostegno di questo «progetto».

Qualcuno ha commentato che si tratta «solo» di un documento. Tuttavia, il fatto che un ministro del governo israeliano abbia preparato una proposta così dettagliata nel mezzo di un’offensiva militare su larga scala, dice che l’idea di cacciare via i palestinesi dalla loro terra è nella mente degli attuali leader politici israeliani come lo era decenni fa nei governanti del passato. A una proposta per l’espulsione dei palestinesi da Gaza lavora, riferisce sempre +972 Local Call, anche Amir Weitmann del Misgav Institute, un think tank guidato da Meir Ben-Shabbat, stretto collaboratore del primo ministro Netanyahu. A una Nakba «temporanea» aveva pensato anche l’Amministrazione Biden che per giorni ha discusso con l’Egitto di una tendopoli gigantesca nel Sinai. Poi ha frenato di fronte alla ferma opposizione dell’egiziano Abdel Fattah El Sisi, sostenuto da re Abdallah di Giordania. In casa israeliana però l’idea non sembra affatto morta, a giudicare dal silenzio del governo Netanyahu su chi dovrà a suo giudizio «governare» in futuro i palestinesi di Gaza.

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

L'articolo Per il «dopo-Hamas» lo spettro di una nuova Nakba proviene da Pagine Esteri.



Weekly Chronicles #52


Doxxing, poliziotti alla ricerca di seed words e distopie pop artificiali.

Questo è il numero #52 delle Cronache settimanali di Privacy Chronicles, la newsletter che parla di globalismo, sorveglianza di massa, crypto-anarchia, privacy e sicurezza dei dati. Questa settimana parliamo di:

  • Una guida anti-doxxing
  • Le celebrità diventano una IA, e vogliono i tuoi dati
  • I poliziotti inglesi potranno confiscare le seed words

E poi,

Lettere Libertarie: Le radici della guerra

Scenario OpSec della settimana: Marco usa Bitcoin per acquistare prodotti online che sono considerati socialmente tabù. Se gli acquisti fossero resi noti, potrebbe avere conseguenze reputazionali e problemi con la famiglia o col lavoro. Pertanto, non vuole che le sue transazioni o le spedizioni siano associate a lui.

Subscribe now

10089910


Una guida anti-doxxing


Il doxxing è l’attività di ricerca, documentazione e poi diffusione di dati personali riferibili a una specifica persona con lo scopo di molestarla o intimidirla.

È un fenomeno piuttosto diffuso nel campo del giornalismo e dell’attivismo, ma come ci insegna X in questi giorni con l’hashtag #SiamoTuttiGiardinieri, potrebbe riguardare chiunque abbia un’identità pseudoanonima online.

Equality Lab, un’organizzazione della società civile (noprofit) ha da poco rilasciato una guida anti-doxxing molto estensiva e dettagliata sul tema.

La guida ha l’obiettivo di aiutare attivisti particolarmente esposti politicamente a mitigare i rischi di doxxing, ma è applicabile a chiunque abbia voglia di limitare il rischio di esposizione della sua identità fisica online.

Si parte dalla definizione di doxxing per poi delineare i principi di threat modeling che dovrebbero guidare qualsiasi valutazione in materia di sicurezza personale, fino ad arrivare a numerosissimi consigli su come proteggere dati e identità personale.

Insomma, un piccolo manuale che fornisce numerosi spunti interessanti, soprattutto per chi ancora non ha molta dimestichezza con la privacy online.

Leggi la guida (inglese) qui.

Le celebrità diventano una IA, e vogliono i tuoi dati


Read more





EU Commission’s “multi-cloud strategy” raises consistency questions


US cloud service Oracle advertised that the European Commission decided to include Oracle Cloud Infrastructure services into its offerings, raising consistency questions with its proposed cloud security schemes.


euractiv.com/section/data-priv…



Giorgia Meloni festeggia l'arrivo della Terza Repubblica. Pensa, così, di liquidare definitivamente la Repubblica nata dalla Resistenza, la sua ossessione. La


“La CNIL multa GROUPE CANAL+” L’ Autorità per la Privacy francese (CNIL) ha comminato una sanzione di seicento mila euro a Canal+ per aver riscontrato numerose violazioni del GDPR, in particolare nella campagna marketing del Gruppo. Con la delibera del 12 ottobre 2023, resa pubblica il 19 ottobre 2023, viene contestato alla società televisiva l’inosservanza...


N. 198/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Il Presidente Joe Biden ha emesso un ordine esecutivo che stabilirà regole dettagliate per quanto riguarda la sicurezza dell’intelligenza artificiale e la privacy degli americani.Lunedì la Casa Bianca ha annunciato l’emissione di un ordine esecutivo per richiedere alle aziende e agli sviluppatori di IA di integrare nuove regole...


Update October 2023


*Fediparty update, October 2023* Hi, fedizens! Long time no see. @lostinlight h https://mastodon.xyz/users/lightone

Fediparty update, October 2023


Hi, fedizens! Long time no see.

@lostinlight here 👋, with a small announcement and a big question for everyone who’s still reading this blog or RSS feed (is anyone out there? 😀

Once upon a time Fediverse.Party tried to keep up with everything going on in Fedi. We posted about latest software releases and developments on the Chronicles page, via RSS and Friendica account. But no new posts have appeared for a long time.

It’s because there’re three great sources of Fediverse news now: fediversereport.com, wedistribute.org, and @weekinfediverse. They cover all the stories happening in our federated universe. Following them is the best way to stay well-informed!

What shall happen to Chronicles page of this website then? Removing it would not be right; yearly Fediverse recaps and Birthday posts should remain at least for the sake of history. Now that we have a Boosty page, I think it’ll be useful to post about website updates on a somewhat regular basis. Like release notes, but for a website. I hope it’ll help readers find out about new ActivityPub tools and Fediverse-related projects (even though some of the projects added to Software and Developer tools pages are not new, it just took a long time to find them).

So, here goes the summary of October site updates.

Projects added to Software:


  • Mbin – a fork of kbin, community-focused;
  • Messy – single user ActivityPub instance intended to add Fediverse compatibility to existing Django-based sites;
  • SofaPub – a minimally functional ActivityPub implementation in Rust;
  • Vidzy – federated alternative to TikTok;
  • LibRate – libre media rating website for the Fediverse.

Projects added to Developer tools:


  • GhostCMS ActivityPub – an ExpressJS server that integrates with GhostCMS webhooks to publish ActivityPub content on the Fediverse;
  • Mobilizon Crossposter – a modular crossposter to bridge events from external sources to Mobilizon;
  • M-OAuth – access token generator for Akkoma, Pleroma, Mastodon APIs;
  • idkfa – proxy designed to consolidate multiple AP actors; it presents a single unified activity interface to the outside world, while communicating with a cornucopia of internal servers;
  • Hatsu – self-hosted and fully automated ActivityPub bridge for static sites;
  • Fedipage – Hugo based static page generator and blog with ActivityPub support;
  • ActivityPub Test Suite – server-independent, full-automated test suite primary focused on ActivityPub server compliance testing;
  • Lemmy Automoderator – automated removal of Lemmy posts, comments based on title, content or link; user whitelisting and exceptions for moderators;
  • Lemmy Migrate – migrate your subscribed Lemmy communites to a new account;
  • Lemmy Schedule – app for scheduling posts, pins/unpins and notifications about new content in Lemmy;
  • Fedi safety – script that goes through Lemmy images in storage and tries to prevent illegal or unethical content;
  • FediFetcher – tool for Mastodon that automatically fetches missing replies and posts from other Fediverse instances and adds them to your own Mastodon instance;
  • GetMoarFediverse – import content into your instance that’s tagged with hashtags you’re interested in;
  • FakeRelay – an API to index statuses on Mastodon acting as a relay;
  • masto-backfill – fetches old posts on your Mastodon, Pleroma or compatible instance(s);
  • Analytodon – monitor follower growth, identify popular posts, track boosts, favorites, and much more; can be self-hosted;
  • LASIM – move your Lemmy settings from one account to another;
  • Pythörhead – Python library for interacting with Lemmy;
  • Granary – social web translator; it fetches and converts data between social networks, HTML and JSON, ActivityStreams/ActivityPub, and more;
  • Combine.social – combine remote and local timelines; pre-fetch all missing replies in your home timeline;
  • ActivityColander – Fediverse spam gateway, designed to keep unwanted messages from either reaching your ActivityPub server, or tagging them for handling later.

Other improvements


There’s a new filter by license on Software page. And Lemmy was added to the frontpage.

UX research


Now comes the big question for all the readers of this blog and users of Fediparty website. We’ve been with you for more than 5 years, but never asked you how you’re using this site. What are the pages you visit most often? What pages or features you find most useful? Which ones you find poorly designed?

Any ideas, suggestions, complaints, feedback you have, please, share with us! Here’s a special Codeberg issue for it. Or you can write your suggestions as an answer to this Mastodon post.

Thanks in advance! 💜


Quick #UXresearch

If you're visiting fediverse.party from time to time, how are you using it?

What are the pages you visit most often? What pages or features you find most useful? Which ones you find poorly designed?




FPF Statement on Biden-Harris AI Executive Order


The Biden-Harris AI plan is incredibly comprehensive, with a whole of government approach and with an impact beyond government agencies. Although the executive order focuses on the government’s use of AI, the influence on the private sector will be profou

The Biden-Harris AI plan is incredibly comprehensive, with a whole of government approach and with an impact beyond government agencies. Although the executive order focuses on the government’s use of AI, the influence on the private sector will be profound due to the extensive requirements for government vendors, worker surveillance, education and housing priorities, the development of standards to conduct risk assessments and mitigate bias, the investments in privacy enhancing technologies, and more. Also important is the call for bipartisan privacy legislation, the most important precursor for protections for AI that impact vulnerable populations.

Read FPF’s AI Resources for more information.


fpf.org/blog/fpf-statement-on-…



#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.




The Verge writes about publishing on the internet, and how their plans for the future include the fediverse. New rules at Twitch provide an opportunity for Owncast. Stars will be hearts.


X è il social con più disinformazione


Ed è una buona notizia.

X è la piattaforma con più disinformazione tra tutti i social. Secondo il commissario europeo Vera Jourova è un problema. Secondo me è una buona notizia, che dimostra il valore di X in quanto arena epistemologica.

Vera Jourova, commissario per i valori e la trasparenza dell'Unione Europea, ha affermato in una conferenza stampa che X è il social con il rapporto più alto tra post e contenuti di disinformazione. Il social di Musk è recentemente anche uscito dall’Anti-disinformation Code promosso dall’Unione Europea — a cui invece partecipano altri social come Facebook, Google, YouTube, TikTok or LinkedIn.

Perché all’Unione Europea interessa così tanto “combattere la disinformazione”?

È presto detto e non ne fanno mistero: “the upcoming EU elections next year, are particularly relevant, because the risk of disinformation is particulary serious”. Arrivano le elezioni, e tutti sono preoccupati di fare bella figura; che in altre parole significa controllare l’informazione pubblica per evitare fastidiosi colpi di scena.

Il Digital Services Act1 è l’arma prescelta dal legislatore europeo per assicurarsi che le elezioni del prossimo anno filino via lisce come l’olio e che le più grandi piattaforme social non ospitino pericolose opinioni in grado di “indebolire la nostra democrazia”.

Non ci stupisce allora che i vari commissari europei, tra cui anche Thierry Breton2, il papà del Digital Services Act, se la prendano con X — la pecora nera dei social network.

Subscribe now

X è un’arena epistemologica


Forse è vero che il rapporto tra disinformazione3 e post è su X più alto rispetto alle altre piattaforme. È anche vero che non esiste un altro social network come X, che è a tutti gli effetti un’arena epistemologica.

Mi spiego. L’epistemologia è quella branca della filosofia che si occupa della conoscenza. Studia cioè la natura, l’origine e i limiti della conoscenza. In sostanza, lo studio epistemologico si occupa di capire in che modo le persone acquisiscono conoscenza o e giustificano le proprie convinzioni.

X fornisce informazioni, opinioni e narrative in tempo reale su centinaia di migliaia, forse milioni, di eventi e fatti che accadono in giro per il mondo. Attraverso l’osservazione di X, possiamo quindi assistere e cercare di comprendere l’evoluzione stessa della conoscenza umana.

Read more



Si è conclusa la 40ª edizione dell’Assemblea nazionale dell’Anci, dove è intervenuto il Ministro Giuseppe Valditara.


#NoiSiamoLeScuole questa settimana racconta la Scuola primaria “Francesco Rossi” di Paganica, frazione del Comune dell’Aquila, che sarà demolita e ricostruita grazie alla linea di investimento dedicata dal PNRR alla realizzazione di 212 Nuove Scuole …


Il MIM ha assegnato 12 milioni di euro in più per contratti Ata nelle scuole del Sud Italia con l’obiettivo di rafforzare le istituzioni scolastiche del Mezzogiorno e di ridurre i divari territoriali.

Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.




ChatControl: la pedopornografia non si batte con la sorveglianza di massa

La proposta di legge Ue Child Sexual Abuse Regulation nota come ChatControl ha il nobile intento di lottare contro la pedopornografia, ma lo fa esaminando i contenuti di tutti i messaggi e le foto private scambiate tra utenti sulle piattaforme di messaggistica. Una misura sproporzionata, oltre che potenzialmente inefficace

@Privacy Pride

L'articolo di @Vittorio Bertola Patrizia #Felettig @quinta :ubuntu: e @Valentino Spataro è stato pubblicato qui su Agenda Digitale

Questa voce è stata modificata (1 anno fa)


Weekly Chronicles #51


Omicidi, città da 15 minuti e Snowden. La Rivoluzione Francese e le sue conseguenze. Scenario OpSec della settimana.

Nelle Cronache della settimana:

  • Tradito dall’app di fitness
  • La tua città è pronta per la rivoluzione dei 15 minuti?
  • Snowden se la prende con la community crypto al Bitcoin Amsterdam

Nelle Lettere Libertarie: La Rivoluzione Francese e le sue conseguenze sono state un disastro per il genere umano.

Scenario OpSec della settimana: Giulia, un'impiegata in un’azienda di circa 150 dipendenti, usa spesso il suo computer aziendale per questioni personali durante le pause. Non vuole che i suoi superiori sappiano quali siti web visita o le attività personali che svolge con il computer personale.

Subscribe now

9965061


Tradito dall’app di fitness


Stanislav Rzhitskiy, capitano della marina russa, è stato trovato morto con alcuni colpi di pistola nella schiena1. Pare sia stato ammazzato mentre faceva jogging. L’assassino, secondo le notizie, l’avrebbe trovato grazie all’app Strava, su cui il capitano era solito pubblicare le sue routine di jogging.

Sembra che l’omicidio sia stato una sorta di vendetta per alcuni bombardamenti nel corso della guerra in Ucraina. La lezione qui però è un’altra: condividere le proprie routine online non è mai una buona idea; che siano social network o app di fitness.

La privacy è questione di libertà e autodeterminazione, ma anche di incolumità fisica. Se durante le tue corse su Strava non ti ritrovi davanti due energumeni che ti chiedono cortesemente di porgergli il portafoglio, è solo perché fortunatamente la maggior parte delle persone sono troppo sceme o troppo pigre per capire quanto sia facile oggi identificare e trovare le persone in strada.

9965063
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

Read more



finalmente suona!


sono finalmente riuscito a far funzionare il mio primo abbozzo di sintetizzatore scritto in scheme, ovviamente è ora di suonare Flowering Night

@"Hello, World!" - Programmazione

Questa voce è stata modificata (1 anno fa)

reshared this



Su Radio Onda Rossa, l'intervento a Le dita nella presa, degli amministratori di Puntarella.party, l'istanza autogestita di Roma

Nella trasmissione di approfondimento tecnologico di Radio @Radio ondarossa RSS Feed con @Rolery e altri @admin di Puntarella.party Si è parlato di fediverso, puntarella.party ma anche di gattini e @Chiese Brutte

@Che succede nel Fediverso?


Ieri siamo intervenutə a Le dita nella presa, trasmissione di approfondimento tecnologico di Radio @ondarossa. Si è parlato di fediverso, puntarella.party ma anche di gattini e @ChieseBrutte.

ondarossa.info/trx/dita-nella-…




Il commissario risponderà finalmente alle domande sul ChatControl? È all'ordine del giorno della commissione Libe il 25.

A novembre si terrà una sessione speciale sulla privacy con rappresentanti della Corte di giustizia europea e della CEDU.

@Privacy Pride






Dic 13
Dua renkontiĝo
Mer 14:30 - 16:00
Verda Majorano
Jus antaŭ la Zamenhofa Tago, aŭ Tago de la Esperanto-libro, kiu okazos la 15-a de decembro. Ni babilos pri libroj!


La recente crescita ergonomica e funzionale di Pixelfed non ha eguali in nessun altra piattaforma dle fediverso. Ora è il momento del supporto WebP2P per i video!

@Che succede nel Fediverso?


✨ Hello WebP2P!

Admins can now enable WebP2P support for Video!

This allows you to distribute and cache videos among users, reducing the load on the origin and accelerating content delivery!

Big thanks to the pioneering work of @peertube and the funding by @NGIZero

github.com/pixelfed/pixelfed/p… 🎉

#pixelfed #webp2p #video


BloodbornSB doesn't like this.


in reply to Fulvio Malfatto

Grazie! come faccio ad aggiornare le info nell'elenco globale? Riporta ancora i vecchi dati ed una versione obsoleta, mentre ho reinstallato ex novo con l'ultima versione. Grazie
in reply to Fmal @privato

@fmal @Fulvio Malfatto non puoi farci niente perché non dipende da te: solitamente c'è bisogno di un po' di tempo, dove l'espressione un po' va intesa come un tempo non precisamente definito e che dipende soprattutto dalla frequenza con cui il sistema di rilevamento raccoglie i dati... 😁
in reply to Fulvio Malfatto

Lo immaginavo, grazie per la conferma, era solo per essere sicuro di avere installato correttamente.