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Taiwan Files – Han Kuo-yu del Guomindang alla guida dello Yuan legislativo


Taiwan Files – Han Kuo-yu del Guomindang alla guida dello Yuan legislativo 12242014
I nuovi equilibri in paramento complicano le letture semplicistiche del voto del 13 gennaio. Reazioni alle urne e manovre di Taipei, Pechino e Washington. Tsai all'isola di Taiping? Una questione politica e identitaria. Tuvalu molla Taipei? Il dossier energetico. Macchine taiwanesi per le armi russe. Il dossier energia. Microchip. Addio al nonno arcobaleno. La rassegna di Lorenzo Lamperti con notizie e analisi da Taipei (e dintorni)

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Ucraina. «A Kiev regna la disperazione»


Dopo la riduzione degli aiuti militari ed economici occidentali, a Kiev regna la disperazione. Zelensky vuole silurare il generale Zaluzhny, infliggendo un duro colpo alla tenuta dell'esercito L'articolo Ucraina. «A Kiev regna la disperazione» proviene d

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di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 2 febbraio 2024 – A quasi due anni dall’invasione russa, le speranze dell’Ucraina di uscire vincitrice dalla guerra con Mosca sono ridotte al lumicino, e nei palazzi del potere di Kiev regna «un senso di disperazione».

Lo scrive in una lunga e dettagliata analisi il “Washington Post”, secondo cui l’Ucraina sta faticando a ottenere dai suoi sponsor occidentali il sostegno militare ed economico necessario a fronteggiare un’offensiva di Mosca che nelle ultime settimane ha portato alla perdita di altri territori in Donbass e nell’oblast di Kharkiv.

Nei giorni scorsi il presidente Volodymyr Zelensky ha realizzato un ennesimo tour delle capitali occidentali alla ricerca di nuovi aiuti, in un clima segnato – ricorda il quotidiano statunitense – «dal crescente affaticamento internazionale nei confronti del conflitto e dalla paralisi del Congresso Usa sullo stanziamento di ulteriori fondi per Kiev».

Un anno difficile
Il “Washington Post” riporta che i funzionari statunitensi e occidentali prevedono un anno difficile per l’Ucraina e sollecitano quindi Kiev a preservare le sue forze armate, esauste dopo mesi di combattimenti, e a consolidare le difese piuttosto che a tentare improbabili e dispendiose offensive per riconquistare i territori perduti.

La scorsa settimana il Pentagono «si è presentato a mani vuote» all’incontro di coordinamento mensile tra i 50 paesi che sostengono militarmente l’Ucraina. Infatti Washington ha esaurito a dicembre il grosso dei fondi finora stanziati dal Congresso per supportare Kiev e il governo non è stato in grado di sbloccarne di nuovi a causa dell’opposizione repubblicana.

Al fronte – prosegue il quotidiano – «i rapporti indicano che le scorte di munizioni e proiettili d’artiglieria scarseggiano» mentre la Russia è riuscita ad aumentare la produzione interna e ad assicurarsi nuove scorte grazie alla collaborazione dei suoi partner.

«Al momento, tutto indica che quest’anno avremo a disposizione meno proiettili dello scorso anno, quando abbiamo tentato una controffensiva che non ha funzionato. In questo caso non potremo che limitarci alla difesa» ha dichiarato al WP il parlamentare ucraino Roman Kostenko.

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Soldati ucraini in trincea

Washington: “impegnare la Russia senza avanzare”
Ma non sono solo le divisioni tra repubblicani e democratici a penalizzare Kiev. Lo stesso governo statunitense – conferma ancora il quotidiano statunitense – avrebbe deciso di limitare i propri aiuti, puntando a evitare che l’Ucraina resista agli attacchi russi senza però prevedere che il paese possa liberare i territori annessi da Mosca. Secondo le fonti del quotidiano, la nuova strategia della Casa Bianca sarebbe il frutto «dei risultati deludenti delle controffensiva ucraina dell’anno scorso». «È abbastanza chiaro che sarà difficile per Kiev cercare di mettere in campo lo stesso genere di spinta forte su tutti i fronti, come ha tentato di fare nel 2023» ha osservato un funzionario della Casa Bianca citato dal Post.

Sfumata la possibilità di una vittoria netta contro Mosca, Washington non vorrebbe rinunciare a continuare a utilizzare il conflitto ucraino per impantanare il più a lungo possibile la Russia, tentando di indebolirla. Gli aiuti, quindi, dovrebbero consentire a Kiev di impegnare per anni le truppe russe ma l’Ucraina dovrebbe abbandonare l’idea di riconquistare i territori persi.

Stando alle fonti interrogate dal Post, il documento su cui si basa la nuova strategia della Casa Bianca mira a garantire a Kiev operazioni militari a breve termine e la creazione di una forza militare ucraina in grado di scoraggiare ulteriori avanzate russe. Washington si impegnerebbe inoltre a «proteggere, ricostituire ed espandere la base industriale e dell’export» dell’Ucraina, ovviamente avvantaggiando la propria economia e i propri interessi nell’area. Intanto Biden ha annunciato la volontà di trasferire armi nucleari statunitensi sul suolo della Gran Bretagna, una mossa che Mosca non ha preso per niente bene.

L’Ue supera lo scoglio del veto ungherese
Di fronte alla parziale ritirata di Washington, i paesi europei cercano come possono di ritagliarsi un ruolo maggiore nel sostegno a Kiev, sperando che lo sforzo porti a qualcosa. La scorsa settimana il premier britannico Rishi Sunak e il presidente ucraino Zelensky hanno siglato un accordo bilaterale di sicurezza della durata di dieci anni, e presto potrebbe toccare alla Francia.

Ieri, inoltre, i 27 sono riusciti almeno in parte a superare lo scoglio rappresentato dal veto ungherese alla fornitura di nuovi ingenti aiuti militari all’Ucraina. In cambio dello sblocco dei fondi congelati a causa della violazione di numerose direttive da parte di Budapest, il governo del nazionalista Orban ha accettato di sottoscrivere un accordo di compromesso. «Tutti i 27 leader hanno concordato un pacchetto di sostegno aggiuntivo di 50 miliardi per l’Ucraina all’interno del bilancio Ue. Così si garantisce un finanziamento costante, a lungo termine e certo» ha rivendicato in una dichiarazione il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. Nei giorni scorsi fonti dell’Ue avevano ventilato l’applicazione a Budapest di forti sanzioni nel caso non avesse rimosso il veto.

Nei giorni scorsi, poi, Germania, Polonia e Paesi Bassi hanno firmato un accordo – ribattezzato “Schengen militare” – per creare un corridoio destinato a far transitare velocemente le armi destinate all’Ucraina. Intanto però l’Unione Europea ha dovuto ammettere di non essere in grado di inviare a Kiev il milione di proiettili promessi entro marzo, obiettivo raggiungibile solo all’inizio del prossimo anno.

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Il generale Valery Zaluzhny

Corruzione e lotte intestine
Kiev ha fame di munizioni, e la diffusa corruzione non aiuta a far fronte alle necessità. Nei giorni scorsi il Servizio di Sicurezza Ucraino (SBU) ha arrestato una persona e ha denunciato altri cinque funzionari di alto rango, accusandoli di aver intascato 36 milioni di euro destinati nell’agosto del 2022 all’acquisto di 100 mila proiettili di mortaio, ovviamente mai consegnati. Ora i fondi rubati, trasferiti su vari conti in Ucraina e nei Balcani, sarebbero stati recuperati e i sei imputati rischierebbero fino a 12 anni di reclusione. L’ampia pubblicità concessa all’operazione mira ad accreditare i successi della campagna di Zelensky contro la corruzione, definita dal presidente una forma di tradimento. Ma il fatto che a condurre l’inchiesta sia stata l’SBU e non gli organismi preposti lascia trapelare per l’ennesima volta la gravità dello scontro in corso tra i diversi apparati dello stato ucraino.

Il duello Zelensky-Zaluzhny
Da parecchi giorni, ormai, sui media e sui social ucraini è un fiorire di conferme e smentite sulla defenestrazione del generale Valery Zaluzhny, comandante in capo delle forze armate inviso a Zelensky che ne teme il carisma e le potenzialità politiche (diversi sondaggi lo indicano come più popolare dell’attuale capo dello stato). Secondo alcune fonti, tra le quali il quotidiano britannico “The Times”, Zaluzhny sarebbe stato effettivamente silurato dal presidente dopo aver rifiutato l’offerta di un nuovo incarico, ma le proteste di vari comandanti dell’esercito e di alcuni importanti partner internazionali di Kiev – in particolare di Washington e di Londra – avrebbero convinto Zelensky a soprassedere, almeno momentaneamente. Ma il presidente avrebbe già pronto il decreto di licenziamento del suo rivale, mossa che però potrebbe infliggere un duro colpo alla tenuta delle forze armate.

L’ennesimo pomo della discordia tra il politico e il generale è rappresentato dalla portata della nuova mobilitazione. Da mesi le truppe schierate al fronte in certi casi da più di due anni lamentano la mancanza di avvicendamenti e denunciano che il compito di difendere il paese non può essere affidato soltanto a una piccola percentuale di cittadini. A decine di migliaia sono fuggiti all’estero o si sono imboscati per sfuggire alla chiamata alle armi (nel paese finora sono stati aperti circa 9 mila procedimenti per renitenza alla leva) e nella maggior parte del paese si vive come se la guerra non esistesse.

Il governo, dopo numerosi rinvii, ha deciso finalmente di presentare in parlamento una legge diretta ad arruolare truppe fresche. I numeri chiesti da Zaluzhny, però, sono lontani, e Zelensky non ha intenzione di richiamare le 500 mila nuove reclute chieste dai comandi militari; sarebbe una misura troppo antipopolare. Il governo ha anzi apportato alcune modifiche al progetto di legge inizialmente presentato, proprio per ridurre il numero delle convocazioni al fronte. La proposta comunque prevede un indurimento delle sanzioni per chi non risponde alla chiamata e abbassa l’età del reclutamento obbligatorio dei civili da 27 a 25 anni, riduce le esenzioni per alcune categorie di dipendenti pubblici e permette il reclutamento per i detenuti che godano di una sospensione condizionale della pena.

I tempi dell’approvazione della nuova legge, però, potrebbero essere lunghi, e comunque le nuove leve hanno bisogno di almeno tre mesi di addestramento prima di diventare operative. Pagine Esteri

12240015* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria

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L’Occidente e il resto del mondo
l World Politics Blog

"Dietro la definizione Nord del mondo si raccolgono gli interessi dell’Occidente e dei paesi avanzati, insomma il blocco imperialista egemone che prova a costruire il mondo a propria immagine e somiglianza e non esita a imporre fame, olocausti e guerre per affermare la propria supremazia. In altri termini potremmo parlare di un colonialismo che si rinnova ma conserva le proprie caratteristiche come il drenaggio di ricchezza dalle regioni colonizzate."

giuliochinappi.wordpress.com/2…



VERSIONE ITALIANA OLANDA, AUTORITA’ PER LA PROTEZIONE DEI DATI HA INFLITTO UNA MULTA DI 10 MILIONI DI EURO A UBER In Olanda l’Autorità per la protezione dei dati ha inflitto ad Uber una multa di 10 milioni di euro per la mancata divulgazione dei dettagli sui periodi di conservazione dei dati degli autisti europei e …


LA SITUAZIONE DEL CONSUMO DI DROGHE ILLECITE IN UNIONE EUROPEA. UNA ANALISI APPROFONDITA (2 di 4), COCAINA, LA PIÙ UTILIZZATA


La cocaina è la droga stimolante illecita più comunemente utilizzata in Europa, con livelli di consumo che variano da paese a paese. Circa 14 milioni di adulti nell’Unione europea (di età compresa tra 15 e 64 anni), ovvero quasi il 5% di questa fascia di età, hanno provato la cocaina nel corso della loro vita, di cui circa 3,5 milioni ne hanno fatto uso nell’ultimo anno. La cocaina è stata tradizionalmente utilizzata in due forme principali: sale cloridrato, spesso definito "cocaina in polvere", e una forma base libera e fumabile, spesso definita "crack". I consumatori abituali di cocaina possono riscontrare problemi più gravi e circa il 60% dei consumatori di cocaina che entrano in terapia riferiscono di utilizzare la droga tra i 2 e i 7 giorni alla settimana.
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Dati recenti suggeriscono che il consumo di cocaina e i danni associati potrebbero essere in aumento in Europa. Dei 15 paesi che hanno comunicato informazioni sufficienti sulla prevalenza del consumo di cocaina dal 2019, 8 hanno riportato stime del consumo dell’anno scorso più elevate rispetto alla loro precedente indagine comparabile, 5 avevano stime stabili e 2 stime inferiori. Questi modelli si riflettono anche nei dati sulle persone che entrano in terapia per la prima volta per problemi di cocaina, sono aumentati in 14 paesi secondo i dati sinora disponibili, tra il 2014 e il 2020.
I danni alla salute associati al consumo regolare di cocaina comprendono dipendenza, problemi cardiaci e di salute mentale e un aumento del rischio di incidenti. I danni possono essere esacerbati quando la cocaina viene utilizzata insieme all’alcol. L'iniezione di cocaina e il consumo di cocaina crack sono associati ai maggiori rischi per la salute. Nel 2020, si sono verificati circa 473 decessi correlati alla cocaina, ovvero circa il 13,5% di tutti i decessi indotti dalla droga con accertamenti tossicologici post mortem in questi paesi. La maggior parte di questi decessi sono stati attribuiti a overdose di droga, ma nella maggior parte dei casi sono state rilevate anche altre sostanze, principalmente oppioidi.

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La cocaina viene trafficata in Europa dai paesi produttori del Sud America sia via aerea che via mare utilizzando una serie di metodi e rotte. Nel 2020, per il quarto anno consecutivo, è stata sequestrata la quantità più alta mai vista di cocaina, 214,6 tonnellate, nell’UE, in Norvegia e in Turchia. I primi dati sui sequestri di un numero limitato di paesi nel 2021 suggeriscono che la quantità sequestrata in tutta Europa è aumentata ancora una volta.

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Le restrizioni adottate per affrontare la pandemia di Covid-19 nel 2020 hanno avuto un certo impatto sul commercio di cocaina, ma nel complesso la coltivazione, la produzione e il traffico di cocaina in Europa sono continuati durante questo periodo e potrebbero addirittura essere ulteriormente aumentati.

Per saperne di più: European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction and Europol (2022), EU Drug Market: Cocaine — In-depth analysis, emcdda.europa.eu/publications/…



Indagine sul Fediverso: una premessa ai risultati del nostro sondaggio


Pubblicheremo su più post i risultati del nostro sondaggio sul Fediverso che ha avuto il riscontro di 227 utenti provenienti da diverse istanze e da diverse piattaforme.. Qui un'introduzione e una risposta ad alcune osservazioni raccolte

Pubblicheremo su più post i risultati del nostro sondaggio sul Fediverso che ha avuto il riscontro di 227 utenti provenienti da diverse istanze e da diverse piattaforme. In questo post ci limiteremo a un’introduzione e una risposta ad alcune osservazioni raccolte. Il sondaggio ha presentato alcune limitazioni che cercheremo di superare il prossimo anno e che riguardano soprattutto i…

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Pubblicheremo su più post i risultati del nostro sondaggio sul Fediverso che ha avuto il riscontro di 227 utenti provenienti da diverse istanze e da diverse piattaforme.. Qui un’introduzione e una risposta ad alcune osservazioni raccolte

informapirata.it/2024/02/01/in…




📣 L’obiettivo del Liceo del #MadeinItaly è valorizzare, promuovere e tutelare le eccellenze italiane.

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Qui le scuole che hanno aderito ▶️ unica.istruzione.gov.



Cosa non torna nel doppiopesismo sulle vittime civili delle guerre. Scrive Nones


La mancanza nel nostro Paese di una cultura della sicurezza e difesa continua ad accomunare opinione pubblica, mondo dell’informazione e mondo politico e si riflette anche nell’affrontare il tema delle vittime civili delle guerre, dove si sta evidenziando

La mancanza nel nostro Paese di una cultura della sicurezza e difesa continua ad accomunare opinione pubblica, mondo dell’informazione e mondo politico e si riflette anche nell’affrontare il tema delle vittime civili delle guerre, dove si sta evidenziando una sorta di “doppiopesismo” a seconda della loro nazionalità. Una posizione che ha il suo collante nel pacifismo di varia natura, da quello di matrice cattolica a quello terzomondista.

Ne è un chiaro esempio il prevalente atteggiamento di condanna di Israele per le operazioni militari condotte a Gaza, rimuovendo il ricordo della strage di civili, comprese donne e bambini, e del rapimento di più di un centinaio di ostaggi israeliani compiuti il 7 ottobre 2023 dai terroristi di Hamas. Questo non significa rinunciare a criticare Israele per una reazione ormai palesemente eccessiva e che si sta protraendo troppo nel tempo, ma ricordare in ogni momento chi è stato il responsabile di quanto sta avvenendo.

Il tema delle vittime civili è diventato attuale soprattutto durante la seconda guerra mondiale con il bombardamento di Londra o Dresda, la distruzione di Varsavia, per arrivare a Hiroshima e Nagasaki. A bombardare furono in questi casi forze armate regolari e, anche allora, vi furono nei paesi democratici dubbi e perplessità poi superati dalla consapevolezza della loro indispensabilità per sconfiggere l’aggressione nazi-fascista e interrompere l’Olocausto in Europa e quella nipponica in Asia. Ovviamente queste preoccupazioni non si manifestarono, né avrebbero potuto farlo, in quei regimi dittatoriali. Ma, in tutti questi casi, da una parte e dall’altra, non si trattò di “danni collaterali”, ma di scelte politico-militari volte a fiaccare il “fronte interno” nemico, una strategia resa possibile dallo sviluppo tecnico e industriale dei velivoli militari e dei primi razzi.

Significativa è stata, invece, l’esperienza della guerra condotta dagli Stati Uniti in Vietnam. Fra le cause principali della sconfitta viene unanimemente riconosciuta quella della vasta opposizione che si verificò nell’opinione pubblica americana sia per le perdite subite sia per le devastazioni imposte alla popolazione civile. Anche grazie ai nuovi mezzi di comunicazione le informazioni e le immagini di morti e feriti civili a causa dei bombardamenti americani hanno fortemente condizionato la scelta politica di interrompere le operazioni militari.

Altrettanto significativa è in questi ultimi due anni la prosecuzione di attacchi indiscriminati russi alle città ucraine con migliaia di vittime civili, senza che l’opinione pubblica internazionale e, in particolare, quella italiana riescano ad esprimere un’adeguata condanna politica e morale. Pur non trattandosi di obiettivi militari (comunque condannabili se si configurano come aggressione), sembra che il valore della vita dei cittadini ucraini sia relativamente poco importante per molti “pacifisti”.

Lo stesso vale per i cittadini israeliani che da sempre sono colpiti da azioni terroristiche e, in particolare, nell’ultimo decennio, dal sistematico lancio di missili e razzi dalla striscia di Gaza e dal sud Libano verso le città israeliane. Per arrivare all’attacco del 7 ottobre, che dovrebbe rimanere scolpito nella storia come un vero e proprio crimine contro l’umanità, i cui responsabili dovrebbero essere unanimemente condannati dalla comunità internazionale, senza se e senza ma.

Il problema si è ingigantito con le guerre ibride combattute da forze irregolari in territori dove non c’è o non viene esercitato alcun potere statale. Queste forze molto spesso operano o trovano rifugio in aree abitate dove non sono facilmente individuabili: non hanno comandi, caserme e depositi, aeroporti, radar, mezzi e armamenti pesanti come le forze regolari, spesso nemmeno le divise. A Gaza il lancio di missili e razzi verso le città israeliane avviene dai terrazzi o dai cortili di edifici civili all’interno di conglomerati urbani densamente abitati. I tunnel utilizzati dai terroristi corrono sotto scuole, ospedali, centri di accoglienza, ecc. e hanno altrettanti accessi. Per distruggerli bisogna inevitabilmente coinvolgere i sovrastanti edifici civili.

La differenza fra le vittime civili delle azioni terroristiche e quelle delle operazioni militari dei Paesi democratici è che nel primo caso non esiste nemmeno la parvenza di obiettivi militari che in qualche modo possano essere addotti a giustificazione, mentre, nel secondo caso, sono presenti, ovviamente e per fortuna, forme di auto-controllo sia nel sistema militare che in quello politico.

In questo quadro si colloca la campagna terroristica condotta da parte del movimento Houthi nello Yemen con il lancio di missili contro navi civili in transito nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. Se riuscissero a colpirle vi sarebbero delle vittime civili innocenti, oltre che ingenti danni economici. Per evitarlo sono stati effettuati bombardamenti aerei americani e inglesi. Anche ipotizzando di individuare precisamente e tempestivamente i siti di lancio, ogni risposta militare volta a distruggerli, finirà inevitabilmente con il coinvolgere la popolazione civile che vive nei pressi.

Ma anche il previsto intervento di una forza navale europea a protezione del traffico commerciale potrebbe trovarsi in una situazione analoga. Se un missile colpisse una di queste navi militari, sarebbe necessario distruggere la postazione ostile con gli inevitabili danni collaterali. Ma lo stesso potrebbe avvenire anche in fase di lancio. Con buona pace di coloro che in Italia si commuovono per le tragiche immagini delle vittime civili a condizione che non siano cittadini di paesi amici ed alleati.


formiche.net/2024/02/cosa-non-…



Regu(AI)ting Health: Lessons for Navigating the Complex Code of AI and Healthcare Regulations


Authors: Stephanie Wong, Amber Ezzell, & Felicity Slater As an increasing number of organizations utilize artificial intelligence (“AI”) in their patient-facing services, health organizations are seizing the opportunity to take advantage of the new wave o

Authors: Stephanie Wong, Amber Ezzell, & Felicity Slater

As an increasing number of organizations utilize artificial intelligence (“AI”) in their patient-facing services, health organizations are seizing the opportunity to take advantage of the new wave of AI-powered tools. Policymakers, from United States (“U.S.”) government agencies to the White House, have taken heed of this trend, leading to a flurry of agency actions impacting the intersection of health and AI, from enforcement actions and binding rules to advisory options and other, less formal guidance. The result has been a rapidly changing regulatory environment for health organizations deploying artificial intelligence. Below are five key lessons from these actions for organizations, advocates, and other stakeholders seeking to ensure that AI-driven health services are developed and deployed in a lawful and trustworthy manner.

Lesson 1: AI potential in healthcare has evolved exponentially

While AI has been a part of healthcare conversations for decades, recent technological developments have seen exponential growth in potential applications across healthcare professionals and specialties requiring response and regulation of use and application of AI in healthcare.

The Department of Health and Human Services (“HHS”) is the central authority for health sector regulations in the United States. HHS’ Office for Civil Rights (“OCR”) is responsible for enforcement of the preeminent federal health privacy regulatory framework, the Health Insurance Portability and Accountability Act (HIPAA) Privacy, Security, and Breach Notification Rules (“Privacy Rule”). A major goal of the Privacy Rule is to properly protect individuals’ personal health information while allowing for the flow of health data that is necessary to provide quality health care.

In 2023, OCR stated that HIPAA-regulated entities should analyze AI tools as they do other novel technologies; organizations should “determine the potential risks and vulnerabilities to electronic protected health information before adding any new technology into their organization.” While not a broad endorsement of health AI, OCR’s statement suggests that AI has a place in the regulated healthcare sector.

The Food and Drug Administration (“FDA”) has taken an even more optimistic approach toward the use of AI. Also an agency within HHS, the FDA is responsible for ensuring the safety, efficacy, and quality of various pharmacological and medical products used in clinical health treatments and monitoring. In 2023, the FDA published a discussion paper intended to facilitate discussion with stakeholders on the use of AI in drug development. Drug discovery is the complex process of identifying and developing new medications or drugs to treat medical conditions and diseases. Before drugs can be marketed to the public for patient use, they must go through multiple stages of research, testing, and development. This entire process can take around 10 to 15 years, or sometimes longer. According to the discussion paper, the FDA strives to “facilitate innovation while safeguarding public health” and plans to develop a “flexible risk-based regulatory framework that promotes innovation and protects patient safety.”

Lesson 2: Different uses of data may implicate different regulatory structures

While there can be uncertainty regarding whether particular data, such IP address data collected by a consumer-facing website, is covered by HIPAA, HHS and the Federal Trade Commission (“FTC”) have made clear that they are working together to ensure organizations protect sensitive health information. In particular, failure to establish proper agreements or safeguards between covered entities and AI vendors can constitute a violation of the HIPAA Privacy Rule when patient health information is shared without patient consent for purposes other than treatment, payment, and healthcare operations.

However, some data collected by HIPAA-covered entities may not be classified as protected health information (“PHI”) and could be permissibly shared outside HIPAA’s regulatory scope. Examples include data collected by healthcare scheduling apps, wearables devices, and health IoT devices. In these circumstances, the FTC could exercise oversight. The FTC is increasingly focused on enforcement actions involving health privacy and potential bias and has historically enforced laws prohibiting bias and discrimination, including the Fair Credit Reporting Act (“FCRA”) and the Equal Credit Opportunity Act (“ECOA”). In 2021, the FTC underscored the importance of ensuring that AI tools avoid discrimination and called for AI to be used “truthfully, fairly, and equitably,” recommending that AI should do “more good than harm” to avoid violating the FTC’s “unfairness” prong of Section 5 of the FTC Act.

Lesson 3: What’s (guidance in the) past is prologue (to enforcement)

While guidance may not always be a precursor to enforcement, it is a good indicator of an agency’s priorities. For instance, in late 2021, the FTC issued a statement on the Health Breach Notification Rule, followed by two posts in January 2022 (1, 2). The FTC then applied the Health Breach Notification Rule (HBNR) for the first and second time in 2023 enforcement actions.

The FTC has recently honed in on both the health industry and AI. Agency officials published ten blog posts covering AI topics in 2023 alone, including an article instructing businesses to ensure the accuracy and verifiability of advertising around AI in products. In April 2023, the FTC issued a joint statement with the Department of Justice (DOJ), the Consumer Financial Protection Bureau (CFPB), and the Equal Employment Opportunity Commission (EEOC) expressing its intent to prioritize enforcement against discrimination and bias in automated decision-making systems.

The agency has separately been working on enforcement in the health sector, applying the unfairness prong of its authority to cases where the Commission has found that a company’s privacy practices substantially injured consumers in a manner that did not outweigh the countervailing benefits. This focus resulted in major settlements against health companies, including GoodRx and BetterHelp, where the combined total fine neared $10 million. In July, the FTC published a blog post summarizing lessons from its recent enforcement actions in the health sector, underscoring that “health privacy is a top priority” for the agency.

Lesson 4: Responsibility is the name of the game

Responsible use has been the key concept for policymakers looking to be proactive in establishing positive norms for the use of AI in the healthcare arena. In 2022, the White House Office of Science and Technology Policy (OSTP) published the Blueprint for an AI Bill of Rights (“Blueprint”) to support the development of policies and practices that protect and promote civil rights in the development, deployment, and governance of automated systems. In highlighting AI in the health sector, the Blueprint hopes to set up federal agencies and offices to serve as responsible stewards of AI use for the nation. In 2023, the OSTP also updated the National AI Research and Development (R&D) Plan to advance the deployment of responsible AI, which is likely to influence health research. The Plan is intended to facilitate the study and development of AI while also maintaining privacy and security and preventing inequity.

Expanding on the Blueprint, on October 30, 2023, the Biden Administration released its Executive Order on Safe, Secure, and Trustworthy Artificial Intelligence (“EO”). The EO aims to establish new standards for the responsible use, development, and procurement of AI systems across the federal government. Among other directives, the EO directs the Secretary of HHS to establish an “HHS AI Taskforce” in order to create a strategic plan for the responsible use and deployment of AI in the healthcare context. The EO specifies that this strategic plan must establish principles to guide the use of AI as part of the delivery of healthcare, assess the safety and performance of AI systems in the healthcare context, and integrate equity principles and privacy, security and safety standards into the development of healthcare AI systems.

The EO also directs the HHS Secretary to create an AI Safety program to centrally track, catalog, and analyze clinical errors produced by the use of AI in healthcare environments; create and circulate informal guidance to advise on how to avoid these harms from recurring; and develop a strategy for regulating the use of AI and AI-tools for drug-development. The Fact Sheet circulated prior to the release of the EO emphasizes that, “irresponsible uses of AI can lead to and deepen discrimination, bias, and other abuses in justice, healthcare, and housing” and discusses expanded grants for AI research in “vital areas,” including healthcare.

On November 1, 2023, the Office of Management and Budget (“OBM”) released for public comment a draft policy on “Advancing Governance, Innovation, and Risk Management for Agency Use of Artificial Intelligence,” intended to help implement the AI EO. The OMB guidance, which would govern federal agencies as well as their contractors, would create special requirements for what it deems “rights-impacting” AI, a designation that would encompass AI that “control[s] or meaningfully influence[s]” the outcomes of health and health insurance-related decision-making. These include the requirements for AI impact assessments, testing against real-world conditions, independent evaluation, ongoing monitoring, human training “human in the loop” decision-making, and notice and documentation.

Finally, the National Institute of Standards and Technology (“NIST”) also focused on responsible AI in 2023 with the release of the Artificial Intelligence Risk Management Framework (“AI RMF”). The AI RMF is meant to serve as a “resource to the organizations designing, developing, deploying, or using AI systems to help manage the many risks of AI and promote trustworthy and responsible development and use of AI systems.” The AI RMF provides concrete examples on how to frame risks in various contexts, such as potential harm to people, organizations, or an ecosystem. In addition, prior NIST risk management frameworks have provided the basis for legislative and regulatory models, meaning it may have increased importance for regulated entities in the future.

Lesson 5: Focus and keep eyes on the road ahead

AI regulation is a moving target with significant developments expected in the coming years. For instance, OSTP’s Blueprint for an AI Bill of Rights has already been used to inform state policymakers, with legislators both highlighting and incorporating its requirements into legislative proposals. The Blueprints’ five outlined principles aim to: (i) ensure safety and effectiveness; (ii) safeguard against discrimination; (iii) uphold data privacy; (iv) provide notice and explanation; and (v) enable human review or control. These principles are likely to continue to appear and to inform future health-related AI legislation.

In 2022, the FDA’s Center for Devices and Radiological Health (CDRH) released “Clinical Decision Support Software Guidance for Industry and Food and Drug Administration Staff,” which recommends that certain AI tools be regulated by the FDA under its authority to oversee clinical decision support software. Elsewhere, the FDA has noted that its traditional pathways for medical device regulations were not designed to be applied to AI and that the agency is looking to update its current processes. In 2021, CDRH issued a draft “Artificial Intelligence/Machine Learning (AI/ML)-Based Software as a Medical Device (SaMD) Action Plan”, which introduces a framework to manage risks to patients in a controlled manner. The Action Plan includes specific instruction on data management, including a commitment to transparency on how AI technologies interact with people, ongoing performance monitoring, and updates to the FDA on any changes made to the software as a medical device. Manufacturers of medical devices can expect the FDA to play a vital role in the regulation of AI in certain medical devices and drug discovery.

Conclusion

The legislative and regulatory environment governing AI in the U.S. is actively evolving, with the regulation of the healthcare industry emerging as a key priority for regulators across the federal government. Although the implementation and development of AI into healthcare activities may provide significant benefits, organizations must recognize and mitigate privacy, discrimination, and other risks associated with its use. AI developers are calling for the regulation of AI to reduce existential risks and prevent significant global harm, which may help create clearer standards and expectations for AI developers and developers navigating the resources coming from federal agencies. By prioritizing the development and deployment of safe and trustworthy AI systems, as well as following federal guidance and standards for privacy and security, the healthcare industry can harness the power of AI to ethically and responsibly improve patient care, outcomes, and overall well-being.


fpf.org/blog/regulating-health…



Uno si ma con moderazione. Riflessioni sulla moderazione nel Fediverso da parte dello staff di Mastodon.uno

@Che succede nel Fediverso?

Non è facile comprendere quali siano tutte implicazioni dell'ecosistema federato e come funzionano le dinamiche che rendono il Fediverso molto diverso da un social qualsiasi.

Il lungo post è suddiviso in due premesse, due chiarimenti e una conclusione:

1. cosa significa moderare una una comunità
2. cosa significa la moderazione nel fediverso
3. la moderazione all’interno dell’istanza
4. la moderazione verso le altre istanze
5. la moderazione nel Fediverso italiano e l’approccio di mastodon.uno

noblogo.org/unosocial/uno-si-m…


Uno si ma con moderazione


Di recente sono stati pubblicati alcuni post che vorrebbero dimostrare che il fediverso italiano è più litigioso, più settario e, in breve, peggiore di quello degli altri paesi.

Sebbene riteniamo che l’analisi di quel blog non sia basata su presupposti corretti, riconosciamo che abbia sollevato alcuni argomenti sui quali è opportuno soffermarsi; la questione della moderazione è oggettivamente un elemento chiave da conoscere per capire bene tutte le dinamiche che rendono il Fediverso molto diverso da un social qualsiasi.

Visto che la moderazione è stata indicata come una criticità dell’istanza mastodon.uno, sentiamo che sia giunto il momento di affrontare la questione in maniera approfondita. Questo sarà quindi un post che spiegherà le dinamiche della moderazione dal nostro punto di vista e per comodità lo divideremo in due premesse, due chiarimenti e una conclusione:

  1. cosa significa moderare una una comunità
  2. cosa significa la moderazione nel fediverso
  3. la moderazione all’interno dell’istanza
  4. la moderazione verso le altre istanze
  5. la moderazione nel Fediverso italiano e l’approccio di mastodon.uno


Cosa significa moderare una comunità

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La moderazione di una comunità costituisce un fattore determinante per consentire ai propri utenti di interagire reciprocamente nel rispetto condiviso delle regole (scritte o non scritte), delle diverse sensibilità e aspettative degli utenti e, fattore da non sottovalutare, dal messaggio che chi gestisce la comunità vuole trasmettere verso l’esterno a coloro che vorrebbero e potrebbero diventarne utenti.

Più sinteticamente, moderare significa creare un ambiente favorevole allo sviluppo di un certo tipo di relazioni.

Per rendere possibile tutto ciò è necessario fissare delle regole che non rappresentano semplicemente un “cosa fare”/“cosa non fare” ma costituiscono soprattutto un primo “chi è benvenuto”/“chi non è benvenuto”.

Se per esempio esiste una regola che stabilisce il divieto di contenuti antiscientifici, l’effetto di questa regola tenderà a essere fin da subito respingente verso (vogliamo semplificare) i novax: infatti, benché i novax non si sentano affatto antiscientifici, capiscono subito che chi ha stabilito quelle regole sta facendo riferimento proprio a loro. In questo caso ci saranno diverse tipologie di utenti novax che in modo diverso reagiranno alla regola:

  1. utenti con una personale avversione ideologica verso tutti o alcuni vaccini, ma che non hanno nessuna intenzione di parlare di vaccini dentro la comunità e che decideranno in modo laico se entrare nella comunità
  2. utenti con una personale avversione ideologica verso tutti o  Uno Social – il Blog di Mastodon.uno

  5842 wordsalcuni vaccini, che avrebbero voluto parlare volentieri di vaccini dentro la comunità e che hanno capito che quella comunità non è adatta a loro

  1. attivisti novax che non entreranno mai nella comunità perché disprezzano chi “idolatra lo scientismo” o perché semplicemente hanno capito che in quella comunità non verrebbero mai accolti
  2. attivisti novax che hanno una gran voglia di trollare (“io non sono antiscientifico, io voglio solo capire…”) o di provocare (“chi decide cos'è scienza? Siete scienziati?”)
  3. utenti novax che non leggono le regole

In questo caso, la regola ha già svolto una funzione di moderazione preventiva (l’utente 1 sa che potrà far parte della comunità, gli utenti 2 e 3 sanno che quella non sembra una comunità ritagliata su misura per loro e infine l’utente 4 sa che entrerà nella comunità con lo stesso spirito di un kamikaze che cerca di entrare dentro una fregata statunitense.

L’utente 5 ovviamente non ha ancora capito niente, ma quando gli utenti 4 e 5 pubblicheranno contenuti non apprezzati nella comunità, la moderazione attiva si esplicherà attraverso le diverse metodologie previste: avviso informale privato o pubblico, avviso formale, provvedimento esecutivo (per esemplificare: cancellazione del contenuto o silenziamento/sospensione temporanei o definitivi).

L’utente n.1 è particolarmente significativo nel nostro esempio. Si tratta di un utente che ovviamente capisce che ci sono delle divergenze ideologiche molto importanti con i responsabili di quella comunità, ma capisce anche che l’ingresso nella comunità non è legato alle sue convinzioni in fatto di vaccini, ma solo ed esclusivamente ai contenuti che pubblica e ai comportamenti che tiene.

La moderazione infatti non si esplicita mai sulle persone ma soltanto su contenuti e comportamenti.

Cosa significa la moderazione nel fediverso


Il fediverso è un sistema costituito da server interconnessi (istanze) ognuno dei quali rappresenta una comunità. Le comunità sono diverse l’una dall’altra per popolazione, software di gestione, interessi, lingue e quadro etico di riferimento.

I responsabili di una comunità infatti sono perfettamente consapevoli che la propria comunità è connessa con altre comunità che possono essere caratterizzate in maniera molto differente nonché abitate da utenti con sensibilità a volte molto distanti da quelle della propria istanza. Tuttavia non è detto che gli stessi responsabili delle comunità dl fediverso siano del tutto consapevoli del fatto che alcuni software (per semplicità, i diversi sw come mastodon, friendica, pleroma, misskey, etc, li chiameremo impropriamente “piattaforme”) agevolano di più i processi di moderazione, altri li agevolano meno e questo condiziona in maniera differenziata le singole comunità, fermo restando che comunque non tutte le piattaforme comunicano reciprocamente le segnalazioni.

Gli amministratori dei server possono infatti contare su strumenti di moderazione piuttosto eterogenei a seconda delle piattaforme: vi sono piattaforme come Friendica che non consentono agli utenti di segnalare contenuti inappropriati agli ammistratori, altre come Lemmy che presentano diverse funzionalità base per segnalare gli utenti e prendere provvedimenti, altre ancora come Mastodon che dispongono di un cruscotto completo di moderazione che consente tutte le funzioni presenti su piattaforme come Discourse o Reddit.

Inoltre, le piattaforme del Fediverso non sono purtroppo quasi mai interoperabili nella segnalazione dei contenuti. Per esempio, una segnalazione effettuata da un’istanza Mastodon verso l’utente di un’altra istranza Mastodon o da Lemmy verso l’utente di un’altra istanza Lemmy, giungerà agli amministratori di entrambe le istanze. Ma una segnalazione effettuata da un’istanza Mastodon verso l’utente di un’istranza Lemmy (o viceversa) verrà ricevuta solo dall’amministratore dell’istanza di origine della segnalazione, ma non dall’istanza di destinazione.

L’aspetto più importante che caratterizza la moderazione nel Fediverso resta però quello sociale: non esiste una “fediquette” condivisa, sebbene vi siano alcune regole base che contano su una diffusione maggiore: per esempio, l’obbligo di content warning per i contenuti più disturbanti, divieto per i messaggi omofobici, razzisti, sessisti, bando dell’istigazione a delinquere e bando della pedopornografia sono punti cardine per la maggior parte delle istanze mondiali: la maggioranza, appunto, ma non di tutte.

Ogni istanza infatti è come un club aperto ai propri soci ma anche ai soci di altri club “convenzionati”, nel quale però i soci sono direttamente tenuti a tutte le regole del codice di condotta del proprio club, mentre gli ospiti esterni godono paradossalmente di alcune libertà in più.

Prendiamo esempio un ipotetico Club del Sigaro, i cui soci possono accedere al loro salottino in cui è possibile fumare solo sigari ma che sono obbligati a non fumare nient’altro che i sigari, mentre nello stesso club viene consentito ai soci di altri club di fumare anche pipe o sigarette.

Se il socio del Club del Sigaro fumasse una sigaretta, verrebbe espulso, mentre il socio del Club della Sigaretta può sedersi ai tavolini esterni del Club del Sigaro e fumarsi tranquillamente un paio delle sue sigarette, senza essere cacciato. Naturalmente se il sigarettaro iniziasse a fumare una trentina di sigarette al giorno, questo comportamento potrebbe determinare il divieto di accedere ai locali al coperto del Club del Sigaro, o a tutta l’area interna ed esterna, con tanto di PEC inviata al club di appartenenza di quel socio. Infine, il ripetersi di comportamenti molesti da parte dei soci di uno stesso club, potrebbe comportare il bando per tutti i soci passati e futuri di quel club.

Tutto chiaro, ma il punto è che:

  • i soci di un club più esclusivo sono soggetti a regole più stringenti rispetto a quelle dei soci di altri club
  • i soci di un club più permissivo sono soggetti a regole meno stringenti anche quando vanno negli altri club e lì vengono colpiti da provvedimenti punitivi più seri solo quando si comportano in maniera particolarmente molesta
  • ma soprattutto, i soci dei diversi club spesso non si rendono conto del tipo di club in cui si sono iscritti e non si rendono conto dei motivi per cui alcuni utenti sembrano potersi permettere comportamenti spiacevoli per i quali loro stessi sono stati ammoniti in passato
  • inoltre, come se non bastasse, quando la “direzione” invia la PEC alla direzione dell’altro club (quello dell’ospite che si è comportato male), l’altro club potrebbe deliberatamente ignorarla, ma potrebbe semplicemente non avere una casella PEC, perché dispone solo del Fax o di una cassetta postale fisica!

L’equilibrio tra diverse istanze è quindi molto delicato perché, per quanto il responsabile di un’istanza voglia cercare di mantenere un ambiente gradevole per i propri ospiti, dovrà comunque consentire loro di godersi la diversità tipica del Fediverso e fare i conti con tutta quella diversità che a volte è ricca di stimoli, altre volte è molesta, altre ancora è foriera di contrasti e litigi.

La moderazione all’interno dell’istanza


La funzione del regolamento in un’istanza, come in una qualsiasi comunità ha quindi due funzioni:

  1. una funzione programmatica
  2. una funzione prescrittiva

La prima serve a far capire il tipo di comunità (integrando a tutti gli effetti la “presentazione” generale della comunità), la seconda a far capire cosa si può o non si può fare.

Come già detto, la funzione programmatica è la più importante perché, se viene progettata bene, elimina la maggior parte degli equivoci e dei contrasti interni.

Nei casi in cui la funzione programmatica non è ben chiara o viene deliberatamente ignorata da qualche utente, allora i moderatori devono intervenire per garantire il rispetto delle regole.

I moderatori possono rilevare contenuti o comportamenti problematici in tre modi:

  • se ne accorgono direttamente durante la loro attività di utilizzatori
  • ne vengono informati attraverso una segnalazione proveniente dalla propria istanza
  • ne vengono informati attraverso una segnalazione proveniente da un’altra istanza.

Contenuti e comportamenti vengono valutati in base a parametri quali:

  1. gravità intrinseca (quanto il contenuto violi le regole più importanti; es: immagini CSAM, ovvero Child Sexual Abuse Material)
  2. impatto sugli altri utenti (quanto il comportamento sia mirato contro altri utenti; es: comportamento molesto)
  3. ripetitività (quanto sia reiterato il comportamento o spammato il contenuto; es: coprolalia compulsiva o violazione iterativa delle stesse regole)
  4. sfacciataggine/insolenza (volontà deliberata di sfidare le regole o di “aggirarle”; es: produrre contenuti al limite dell’irregolarità con lo scopo di attirare l’attenzione degli altri utenti oppure ignorare gli avvertimenti degli amministratori)
  5. spam (pubblicità commerciale; es: profilo inglese che pubblicizza lotterie on line).

Talvolta, quando si verificano queste casistiche i moderatori cercano di prendere contatto diretto con l’utente per aiutarlo a capire le implicazioni di questi comportamenti, altrimenti è possibile avvalersi degli strumenti espressamente progettati per la moderazione.

In una istanza mastodon le prerogative messe a disposizione dal software ai moderatori a front di una segnalazione consentono a grandi linee sei tipi di interventi:

  1. annullamento della segnalazione
  2. contrassegno del singolo messaggio come “sensibile
  3. contrassegno dell’utente come “sensibile
  4. silenziamento dell’utente (non comparirà più nella timeline generale, ma solo in quella di chi lo segue espressamente
  5. cancellazione del contenuto problematico
  6. sospensione dell’utente che ha violato le regole

Tranne la cancellazione di un contenuto problematico, i provvedimenti sono reversibili (possono essere annullati). Inoltre, da poco più di un anno, Mastodon consente a ciascun utente sottoposto a provvedimento di appellarsi per spiegare meglio le proprie ragioni. Questo offre la possibilità di aprire un dialogo tra utente e staff di moderazione molto utile a capire la problematica e a risolverla anche laddove si sia costretti a intervenire in maniera molto dura (come con l’espulsione) per eliminare un problema rapidamente; tuttavia così facendo il provvedimento comminato non si esplicita automaticamente in una “condanna a morte” virtuale.

Per esempio un utente che condivide un post che istiga al genocidio verrebbe espulso immediatamente (è uno dei casi in cui c’è tolleranza zero), ma grazie alla funzione di appello, quell’utente potrebbe avere la possibilità di spiegare che credeva di aver condiviso un articolo sul genocidio armeno da un quotidiano on line, mentre in realtà per errore aveva condiviso un link turco riportato su quell’articolo.

I moderatori naturalmente sono esseri umani e possono sbagliare; ne sono consapevoli e si aspettano che anche gli utenti possano essere comprensivi in tali circostanze.

Altre volte invece si sentono piuttosto autorizzati a sovrainterpretare alcuni messaggi... Per esempio, se qualche utente ha subito un provvedimento che ritiene ingiusto e decide di utilizzare la funzionalità di “appello” per dire quanto schifosi e servi del potere siano i moderatori che l’hanno espulso e quanto la loro istanza sia una fogna di conformismo, è comprensibile che i moderatori intendano quell’esternazione come un’implicita rinuncia all’appello...

Ad oggi la quasi totalità dei provvedimenti all’interno dell’istanza mastodon.uno riguardano la sospensione di utenze di spam

  1. I messaggi contrassegnati come “sensibili” sono pochissimi e se inizialmente riguardavano qualche immagine di nudo ultimamente sono quasi tutti legati a immagini che mostrano scene di guerra
  2. Non vi sono praticamente utenti contrassegnati come “sensibili” in quanto se vi sono problemi con le loro immagini, gli si spiega che bisogna usare il content warning (l'avviso di contenuto disponibile a ogni utente Mastodon per contrassegnare le immagini in un messaggio o l'intero messaggio)
  3. Il silenziamento dell’utente avviene solo quando un utente con delle criticità non troppo gravi viene redarguito senza successo. In tal caso, il silenziamento diventa un modo per incentivare l’utente a rispondere
  4. La cancellazione dei contenuti problematici è l’unico provvedimento non reversibile e ogni volta che ne viene fatta una si tratta di un piccolo insuccesso, perché indica che le regole dell’istanza non sono state probabilmente espresse con la dovuta chiarezza. Ultimamente comunque è avvenuta molto di rado (ed ha quasi sempre coinvolto utenti che sono stati poi espulsi o che se ne sono andati spontaneamente)
  5. La sospensione di utenti, come già detto, avviene quasi soltanto per i profili di spam e avviene entro cinque/dieci minuti dall’iscrizione. Le altre volte in cui viene praticata è in presenza di utenti che pubblicano contenuti problematici ma non rispondono alle numerose sollecitazioni dei moderatori.

Il clima dell’istanza mastodon.uno è per noi una conferma del fatto che regole chiare e uno staff rapido nell’intervenire possano mitigare il rischio di derive spiacevoli e consentano di togliere quelle tossicità che hanno contraddistinto i social commerciali negli ultimi anni.

La moderazione verso le altre istanze


Un’istanza tuttavia non è una bolla ma, come già detto, una comunità interconnessa con altre comunità; la moderazione non può quindi prescindere da un’analisi del contesto linguistico, tecnologico e culturale nel quale è immersa l’istanza.

Se le regole e la moderazione possono dare a una comunità la forma che si ritiene migliore per liberare l’espressione degli utenti e favorirne le relazioni reciproche, questo diventa molto più difficile quando un numero smisurato di utenti con cui è possibile interagire si trova fuori dal perimetro entro il quale valgono le regole dell’istanza e questo è proprio il caso del Fediverso, ma è anche ciò che rende il Fediverso così interessante rispetto a qualsiasi altro ambiente digitale di socializzazione!

Tentativi di fissare alcune linee guida volontarie


Come già detto, Mastodon è il software che ha avuto la maggior risonanza mediatica, quello su cui “risiede” il maggior numero di iscritti del Fediverso e quello il cui staff di sviluppo ha avvertito prima di tutti l’esigenza di proteggere il proprio marchio da minacce reputazionali provenienti dalla comunità degli utilizzatori.

Mastodon è software libero e pertanto chiunque, nel rispetto delle condizioni di attribuzione e di licenza d’uso, può utilizzarlo liberamente per farci ciò che vuole. D’altronde, il rischio reputazionale che ne consegue è alto: per fare un esempio, un’istanza Mastodon dedita allo scambio di foto e video di abusi su minori, comporterebbe un danno di immagine importante per lo staff di sviluppo, danno che potrebbe essere utilizzato da chiunque desiderasse distruggere lo sviluppo della comunità di utenti. Benché tentativi del genere siano già avvenuti, la comunità dei giornalisti non è (quasi) mai caduta nella trappola di equiparare lo strumento all’uso che se ne può fare, ma per mitigare questo tipo di problemi lo staff di Mastodon ha elaborato una sorta di patto (il cosiddetto Mastodon Server Covenant) tra tutti i server che vogliono aderire per mantenere un livello etico (oltre che tecnologico, con aggiornamenti e livelli di servizio elevati) adeguato, promuovendo una moderazione attiva contro il razzismo, il sessismo, l'omofobia e la transfobia.

Oltre al Mastodon Server Covenant, un peso particolare sul fediverso hanno anche i termini di servizio di MastoHost, il servizio di hosting gestito più utilizzato nel Fediverso. Questi TOS sono ancora più restrittivi rispetto a quelli del Mastodon Server Covenant e costituiscono un freno significativo, dal momento che le soluzioni MastoHost sono sicuramente tra le più semplici per gestire un’istanza Mastodon con molti utenti.

Vi sono poi alcuni tentativi di trovare punti di contatto minimi per regolare la moderazione delle istanze: per esempio, l’amministratore dell’istanza qoto.org, particolarmente insofferente alle limitazioni e ad alcune dinamiche ha proposto un patto alternativo, la cosiddetta UFoI, Federazione Unita delle Istanze, che segnaliamo solo come curiosità, anche perché non ha riscosso molto successo in termini di adesioni.

Resta il fatto che, tranne alcuni esempi (piuttosto disgustosi) di istanze internazionali, è molto difficile che le istanze normali tengano comportamenti divergenti rispetto alle linee guida ricordate in precedenza.

Pertanto i motivi che possono provocare tensioni, silenziamenti o sospensioni di singoli utenti o di tutta l’istanza sono determinati dalla “compatibilità” delle altre istanze o di alcuni utenti con il “clima dell’istanza”. La compensazione tra la sensibilità degli utenti “interni” e quelli “esterni” è lo sforzo più grande che i moderatori di un’istanza devono compiere per rendere “armonica” la propria presenza nel fediverso, ma tutto questo non è sempre possibile. Gli ostacoli maggiori sono dovuti per lo più ad alcuni “disallineamenti” tra istanze che, semplificando molto, possono essere di diversa natura:

  1. disallineamenti dovuti alla diversa tipologia delle istanze (generaliste, tematiche, locali, etc)
  2. disallineamenti dovuti al differente software utilizzato dalle istanze
  3. disallineamenti dovuti al sostrato culturale/ideologico dell’istanza


Disallineamenti dovuti alla diversa tipologia delle istanze


Mastodon.uno ha da sempre voluto rimarcare la propria natura generalista, laddove generalista non significa solo “non-tematica” o “non-locale” ma vuole acquisire il significato di istanza “aperta a chiunque” (con le dovute eccezioni di cui sopra…), un’istanza cioè nella quale non è necessario appartenere a una particolare città o nutrire un determinato interesse o sposare un preciso orientamento ideologico, ma che consenta al maggior numero di utenti di “stare bene”.

Per ottenere questo sono necessari alcuni accorgimenti di carattere limitativo anche verso le istanze esterne. Questi accorgimenti si esprimono attraverso le seguenti limitazioni verso gli utenti esterni:

  1. defederazione delle istanze che favoriscono espressamente suprematismo, razzismo, omofobia, pornografia infantile, pornografia violenta, terrorismo, genocidio, etc
  2. silenziamento delle istanze che hanno mostrato di tollerare sistematicamente alcuni dei comportamenti precedenti
  3. defederazione o silenziamento delle istanze che favoriscono lo spam pubblicitario, il flooding (pubblicazione di “troppi” messaggi) e i bot
  4. silenziamento di istanze che non tengono a freno i propri utenti in merito a comportamenti molesti diretti ai membri della nostra istanza
  5. ban degli account che pubblicano solo contenuti problematici (quelli di cui al punto a e c)
  6. ban degli account che tengono comportamenti molesti diretti ai membri della nostra istanza
  7. silenziamento degli account che pubblicano “anche” alcuni contenuti problematici (quelli di cui al punto a e c)
  8. silenziamento degli account che praticano flooding o che tengono frequentemente e insistentemente comportamenti molesti di lieve entità (interagiscono solo per contraddire maleducatamente l’interlocutore, rispondono con Gif sprezzanti)
  9. eliminazione dei messaggi problematici (quelli con contenuti ricordati nei punti a, c ed f)

Questa linea di condotta presenta diverse ricadute positive per una istanza generalista:

  • ampliamento dei limiti di età e di sensibilità dell’utenza di riferimento
  • possibilità di visualizzare la timeline a monitor anche in luoghi pubblici, senza provare imbarazzo (quei contenuti che vengono definiti NSFW, not safe for work…)
  • possibilità di escludere buona parte dei motivi di disagio che provengono da alcuni contenuti pubblicati e tollerati sui social network come Twitter o Facebook

Naturalmente quste scelte determinano anche alcune limitazioni:

  • diventa difficile seguire le conversazioni nelle quali c’è un messaggio eliminato o il messaggio di un utente bannato, perché quel messaggio non verrà visto dall’utente di mastodon.uno e, soprattutto, la conversazione risulterà “mutila”. L’unico modo per seguire la conversazione è “uscire” dalla propria timeline e visualizzarla da web
  • alcuni utenti del fediverso sembrano non esistere
  • non è facile esplorare pienamente dal proprio account mastodon.uno tutta la pornografia disponibile sul fediverso :–)
  • l’account di mastodon.uno sfortunatamente non consente di interagire liberamente con terroristi, pedofili, suprematisti e criminali

Se l’ultimo punto vi sembra costituire una limitazione spiacevole, allora forse quando vi siete iscritti non avete còlto le sfumature che trasparivano dal nostro regolamento: avete mai pensato che mastodon.uno non sia l’istanza giusta per voi?

Quanto alla pornografia, non abbiamo nulla in contrario, ma confermiamo che l’account mastodon.uno non è il più adatto per godersi il pornoverso.

Riguardo alle prime due limitazioni tuttavia siamo consapevoli che l’utente di mastodon.uno possa ritenere disagevole il non poter seguire una conversazione, ma questa eventualità si verifica assai di rado. Gli utenti bannati su mastodon.uno ma ancora attivi nel fediverso sono molto pochi, nell’ordine di una decina, e il ban spesso ha una durata limitata.

Disallineamenti dovuti al differente software utilizzato


In alcuni casi alcuni software del Fediverso possono generare messaggi non facilmente intellegibili per gli utenti Mastodon; in altri casi gli amministratori di istanze basate su software diversi non hanno strumenti di moderazione adeguati; altre volte ancora alcuni messaggi possono risultare così lunghi da occupare una ventina di schermate della timeline; altre volte, i meccanismi di pubblicazione di alcune istanze portano alla pubblicazione di decine e decine di messaggi nell’arco di pochi secondi.

In casi del genere diventa necessario silenziare alcuni account perché creerebbero un disagio notevole sulla timeline generale.

A causa di strumenti di moderazione quasi mai interoperabili, inoltre, un’istanza potrebbe non accorgersi in tempi rapidi della pubblicazione di tanti contenuti problematici e questo potrebbe determinare una defederazione dell’istanza poco reattiva.

Per esempio, un gruppo di utenti potrebbe iscriversi a un’istanza Friendica per molestare altri utenti di un’istanza Mastodon. Le segnalazioni degli utenti mastodon però non giungerebbero mai all’amministratore di Friendica che potrebbe non intervenire mai sui propri utenti. Se questi attacchi fossero frequenti e ingestibili, a quel punto gli amministratori dell’istanza mastodon potrebbero addirittura trovarsi costretti a defederare cautelativamente l’intera istanza, in attesa di riuscire a mettersi in contatto con l’amministratore di Friendica

Disallineamenti dovuti al sostrato culturale/ideologico


Per spiegare bene cosa vogliamo intendere, presenteremo un esempio realistico che rappresenta bene come alcuni problemi di “compatibilità” accettabili possono diventare critici in base all’intensità e alla frequenza con cui si verificano.

Mastodon.uno è un’istanza laica e, sebbene tenda a essere piuttosto permissiva nei confronti di alcune espressioni blasfeme, come le bestemmie “espressive”, ha spesso posto dei limiti forti alla blasfemia come strumento per offendere la sensibilità religiosa di alcuni utenti.

In alcune istanze tuttavia, la bestemmia non viene solo considerata una libera manifestazione espressiva, ma un irrinunciabile espressione di orgoglio identitario; inotre vengono spesso favorite tutte le possibili combinazioni figurative che portino a risultati blasfemi.

Questa differenza di approccio rende incompatibile la presenza di alcuni messaggi nella timeline generale di mastodon.uno e, nel caso di alcuni utenti particolarmente compulsivi, rende necessario il silenziamento di quegli utenti.

Sappiamo che questa nostra attenzione verso la sensibilità di alcuni nostri utenti costituisce una “vulnerabilità” che può essere usata per minare la fondatezza del nostro approccio alla moderazione e può essere utilizzata per creare veri e propri paradossi (“un’istanza laica che punisce le bestemmie è in realtà un’istanza confessionale che finge di essere laica. E questo dimostra che a mastodon.uno piace censurare!”), ma sinceramente non abbiamo ancora trovato un modo per superare questo tipo di paradossi.

Di fronte a questi comportamenti abbiamo praticato strategie (lo ammettiamo) non sempre coerenti, utilizzando di volta in volta gli strumenti messi a disposizione di Mastodon, ma cercando di applicare il principio base di un amministratore di istanza: bilanciare il mantenimento di “un buon clima” con le necessità di consentire “il massimo ricambio d’aria”.

Infatti, seppur comprendiamo la perplessità di alcuni utenti, facciamo notare che molti di quegli utenti che sembrano avere un approccio provocatorio, sono effettivamente provocatori: non solo sono perfettamente consapevoli che il loro comportamento avrà ripercussioni su mastodon.uno, ma spesso cercano deliberatamente l’occasione per farsi bannare e, aprendo una serie di discussioni sulla presunta vocazione censoria di mastodon.uno, attirare l’attenzione su se stessi e massimizzare la propria visibilità.

Il problema dei disallineamenti presenta perciò un impatto piuttosto basso che tuttavia può aumentare in base alla presenza di utenti più versati alla provocazione e alla polemica.

.uno contro tutti e guerre tra istanze


Il problema più grande però si verifica quando un’istanza A che condivide valori diversi da un’istanza B, diventa un ambiente favorevole alla proliferazione di utenti ostili all’istanza B.

A questo proposito, l’istanza mastodon.uno ha spesso dato l’impressione di mostrare un atteggiamento vittimista o, d’altra parte, di sottovalutare il fatto che, “se tanti utenti ce l’hanno con l’istanza, forse un motivo c’è”; noi però riteniamo che alcune circostanze sistemiche aiutino a fare luce su questa percezione:

  1. effetto moltiplicatore: mastodon.uno è l’istanza italiana più grande per numero di utenti e perciò gli utenti che hanno avuto problemi con mastodon.uno sono fisiologicamente di più rispetto a quelli che hanno avuto problemi con altre istanze
  2. entità del danno percepito: un utente che si veda tagliato fuori da un’istanza da 70.000 utenti può sentirsi piuttosto danneggiato e risentito rispetto a essere escluso da un’istanza da 1.000 utenti
  3. acceleratori del contagio: utenti ostili a mastodon.uno (chi vuole “vendicarsi” da vecchi provvedimenti disciplinari, chi ha problemi con le istanze “troppo grandi”, chi non ritiene abbastanza etico il suo approccio, chi prova antipatia per i suoi moderatori, chi vuol vedere di nascosto l’effetto che fa...) in cerca di solidarietà presso altre istanze cercheranno di fare leva su eventuali diversità di valori rispetto all’istanza mastodon.uno per trasformare quella diversità in una possibile trincea
  4. ostilità che scala a livello di istanza: quando la trincea è stata tracciata diventa più facile sviluppare una narrazione polarizzata in cui c’è da una parte l’istanza mastodon.uno e dall’altra “la nostra istanza” o “istanze come la nostra” e a quel punto, ogni difetto trovato per mastodon.uno diventa un punto di merito per la propria istanza.

Se pertanto le lamentele di mastodon.uno verso alcuni utenti ostili e ad alcune istanze compiacenti sono apparse improntate al vittimismo -e sappiamo bene che è sembrato proprio così- vogliamo far riflettere sul fatto che mastodon.uno più di tutte le altre istanze si presta ad essere oggetto di attacchi, ma questo non è legato né alla presunta “cattiveria” di chi ci attacca, né alla nostra presunta “spregevolezza” nel quadro degli attori del Fediverso italiano, ma solo a fattori “numerici”.

Naturalmente a volte si verificano anche situazioni al limite del patologico laddove alcuni ex moderatori di mastodon.uno dicono peste e corna di mastodon.uno ad alcuni utenti mastodon.uno per “strapparli” a mastodon.uno e portarli nella propria istanza (e nel proprio “gruppo di supporto” matrix) per trascorrere parte del proprio tempo a… parlare male di mastodon.uno. Ma queste vicende sfuggono alla presente trattazione perché non riguardano tanto la sociologia del Fediverso quanto la psicologia di alcuni individui.

Come abbiamo visto, il numero di provvedimenti presi contro certi utenti e i “disallineamenti dovuti al sostrato culturale/ideologico” possono alimentare un percorso che conduce a una vera e propria ostilità tra due istanze.

I rapporti tra le istanze del Fediverso italiano e l’approccio di mastodon.uno

Mastodon.UNNO


No, mastodon.uno non è mai stata la prima istanza del fediverso italiano ma è stata la prima istanza italiana a voler creare un ambiente generalista e non connotato politicamente, guardando con spirito di emulazione all’approccio adottato da molte delle istanze internazionali più inclusive, prima tra tutte mastodon.social.

Il numero straordinario di utenti che si sono iscritti nella nostra istanza e la loro natura meno caratterizzata rispetto al passato delle altre istanze, che ha anche contribuito a cambiare gli equilibri demografici del Fediverso italiano (la comunità geek o quella anarchica costituivano gran parte del nucleo originario, mentre oggi la gran parte della popolazione è costituita da utenti molto meno caratterizzati), è probabilmente dovuto a questa nostra scelta ma l’arrivo di tutti questi nuovi utenti è stato visto come una specie di invasione unna e noi siamo consapevoli di questa percezione, ma probabilmente ci sfuggono ancora alcune implicazioni.

Volenti o meno, in questo momento, occupiamo una posizione così tanto rilevante nel Fediverso italiano che dobbiamo fare i conti con il nostro peso e dobbiamo essere ancora più consapevoli di quanto sia urgente rivalutare frequentemente alcuni dei provvedimenti assunti verso certi utenti che magari con il loro pessimo carattere e le loro tossicità si sono meritati ban e silenziamenti, ma che credono nel Fediverso e, magari in modi che non condividiamo o in cui non crediamo, operano per il suo sviluppo.

La critica degli utenti verso altre istanze


Ogni utente ha il diritto di criticare altre istanze, ma la critica ripetuta e ossessiva verso un’istanza è un atteggiamento che non abbiamo mai ritenuto accettabile. Quando ci siamo accorti che alcuni nostri utenti avevano iniziato a criticare altre istanze abbiamo sempre avuto questo approccio:

  • verifica del problema
  • valutazione sulla portata generale (impatta sui nostri utenti?) o particolare (riguarda solo chi se ne lamenta?) del problema
  • tentativo di contribuire alla risoluzione del problema, anche prendendo contatto con gli amministratori dell’altra istanza

Una volta giunti alla terza fase, che il problema sia risolubile o meno, l’utente viene sempre invitato a non proseguire le sue tirate contro l’istanza, Infatti:

  • se il problema è stato risolto, allora non ha senso rivangare il passato
  • se il problema non è risolvibile (ricade nella legittima diversità tra istanze) o non è un problema, allora non ha senso continuare a discuterne.

Lasciare che un utente iscritto alla propria istanza critichi continuamente un’altra istanza è infatti un comportamento irresponsabile, sia nel senso della vigliaccheria sottesa (lasciare che siano gli utenti a criticare, invece di prendere direttamente posizione come amministratori), sia nel senso dell’incapacità di valutare l’impatto negativo di quelle polemiche (potenzialmente irrisolubili) per il clima degli utenti di tutto il Fediverso.

Se si ritiene che un’istanza abbia un’influenza negativa, allora è sempre possibile silenziarla o defederarla, ma alimentare un clima di ostilità è inaccettabile.

Se gli amministratori di istanza non tengono a freno le tossicità che i propri utenti rilasciano nel fediverso, essi vengono meno a quel ruolo fondamentale che vede negli amministratori, anche quelli delle istanze monoutente, il perno dello sviluppo sostenibile del Fediverso e del suo clima.

Prese di posizione degli amministratori verso altre istanze


Qualcosa del genere va considerato riguardo alle “schermaglie” tra amministratori di istanza.

Noi riteniamo che le prese di posizione “ufficiali” degli amministratori di un’istanza contro altre istanze o verso i rispettivi amministratori siano legittime, ma abbiamo dovuto riscontrare che queste generano gravi conseguenze sul clima generale.

In passato noi amministratori di mastodon.uno abbiamo espresso critiche negative verso altre istanze, soprattutto in base alla nostra sensibilità, alla nostra valutazione di episodi che abbiamo ritenuto tossici o gravi, ma soprattutto perché eravamo convinti che quelle istanze fossero inadeguate e inospitali per la maggior parte dei nuovi utenti, quelli che non sapevano cosa avrebbero già trovato, ma che piuttosto assaggiavano il Fediverso per la prima volta. Istanze che aumentavano il rischio di abbandono dei nuovi utenti.

Per usare una metafora culinaria, a chi vuole assaggiare per la prima volta la cucina italiana, non è opportuno far assaggiare le milze in padella con la salvia e l’agresto, ma è meglio servire delle tagliatelle al ragù. Alla vista delle interiora, l’avventore potrebbe pensare che tutta la cucina italiana sia una cucina povera a base di frattaglie e strane salse: potrebbe apprezzare, ma più probabilmente potrebbe ritenere i sapori della cucina italiana troppo forti.

Se queste erano le motivazioni che ci hanno spinto a esprimere quelle valutazioni, possiamo dire, con il senno di poi, che abbiamo sbagliato. Le nostre critiche erano basate su presupposti scorretti e l’esperienza degli anni successivi ci ha dimostrato che il tasso di persone che si alzano da tavola e scappano via è molto meno legato quanto sembri al tipo di piatti serviti, quanto più ad aspetti che per noi (noi abituati alla cucina italiana) sono meno importanti: il tempo per raggiungere il ristorante (velocità del software), presenza di rampe e bagni accessibili (ergonomia almeno passabile), un menù facile da leggere (timeline? chi ha detto timeline?), forchette comode e coltelli taglienti (funzioni di ricerca decenti)… Fuor di metafora, tutti problemi di natura logistica che non dipendono dalla singola istanza.

Ora, queste nostre prese di posizione non hanno probabilmente dato un contributo utile agli utenti, ma soprattutto hanno contribuito a creare onde lunghe costituite da reazioni polemiche che non sono mai realmente finite, neanche ora che il fediverso italiano è cresciuto esponenzialmente.

Le recenti critiche sul Fediverso italiano


Le più importanti critiche al Fediverso italiano che abbiamo letto in questi giorni a proposito di una conflittualità troppo alta che ne peggiora l’esperienza d’uso sono state espressamente rivolte verso di noi, in merito all’impatto che avrebbe la nostra politica di ban e silenziamenti.

La nostra valutazione è che queste critiche sopravvalutano esageratamente il numero di questi provvedimenti, lasciano trapelare l’eccessivo autocompiacimento dell’autore, spesso non colgono l’obiettivo, mostrano una certa incompetenza degli strumenti di moderazione e si concentrano sulla predisposizione rancorosa e ossessiva di alcuni personaggi piuttosto irrilevanti nell’ecologia del Fediverso.

Certe soluzioni suggerite inoltre non contribuirebbero né a un miglioramento del Fediverso né costituirebbero un freno a certi comportamenti: l’idea del “museo della vergogna: un account di istanza che pubblica tutte le conversazioni più rancorose contro mastodon.uno…” sarebbe sicuramente divertente anche per noi, ma (al di là delle implicazioni di carattere morale) diventerebbe un pessimo esempio di amplificazione del rancore.

Malgrado questo abbiamo apprezzato alcune analisi, anche quelle sulla moderazione, perché potrebbero rappresentare bene come lo scenario appaia all’esterno.

In particolare accettiamo questo invito:

Ma la cosa più importante è che mastodon.uno imparasse a gestire le crisi in maniera meno dilettantesca”

Ovviamente siamodilettanti” (nessuno ci paga per il lavoro che facciamo...), ma, altrettanto ovviamente, non crediamo affatto di esseredilettanteschi” (ma in fondo, se lo fossimo come potremmo accorgercene?).

Ma se questa è l’impressione avuta da un utente che, pur con i suoi pregiudizi e le sue lacune tecniche, ha mostrato una attenta capacità di analisi, allora dobbiamo sentire la responsabilità di migliorare alcune nostre iniziative di carattere comunicativo e gestionale, o più precisamente, cercheremo di dare alle nostre future iniziative di carattere gestionale una copertura comunicativa più mirata e trasparente rispetto a quella che abbiamo offerto finora.

Soprattutto cercheremo di prestare una maggiore attenzione ai riscontri dei nostri utenti, ma anche ai riscontri di quegli utenti esterni che, pur non facendo parte della nostra istanza, sono ormai anch’essi parte della nostra comunità e che contribuiscono a rendere la nostra stessa comunità più diversa, più stimolante, più interconnessa e quindi più viva.


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Unknown parent

mastodon - Collegamento all'originale
informapirata ⁂

@PetroliniVideo ricordo bene: era marzo ed eravamo in una di quelle fasi in cui andava di moda lanciare bestemmie a caso e poi rimanere sulla riva del fiume ad attendere qualche reazione di cui sorprendersi...

Comunque non sono affatto sorpreso: gli utenti i cui messaggi vengono moderati ritengono spesso che il moderatore abbia interpretato male o per limiti cognitivi o per evidente malafede

@fediverso

Unknown parent

lemmy - Collegamento all'originale
filippodb - fddt

ho controllato il tuo account e non c'è alcuna limitazione nonostante tu sia stato segnalato ben 14 volte (!) da altri utenti per violazioni del regole, fra l'altro molti da altre istanze:

Image/Photo

posso dirti solo che m1 è un'istanza aconfessionale e di quello che dicono i cattolici ce ne può fregare fino a un certo punto, tanto che abbiamo l'account ufficiale dell'unione Atei e degli Agnostici Razionalisti che li randella tutti i giorni e nessuno se ne lamenta anzi sono fra i messaggi più condivisi e popolari su M1
detto questo quello che hai scritto non è vero, non ho lo screenshot ma di sicuro nessuno perde tempo a segnalare queste affermazioni sulle madonne nere, anzi riceveresti solo valanghe di condivisioni. Nessuno censura una frase del genere che di fatto non viola alcuna regola. Abbiamo però una regola che vieta il turpiloquio gratuito ed eccessivo ma questa c'è anche su livellosegreto e altre istanze. Questo per non far scendere le discussioni al livello di rutti da osteria.

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Riservisti, missioni e finanziamenti. Ecco i nuovi progetti della Difesa


L’attuale scenario geopolitico internazionale richiede un aggiornamento dell’intero sistema-Difesa nazionale “che consenta al Paese di dotarsi di una migliore e più efficace capacità di risposta alle crisi”. A ribadirlo è stato il ministro della Difesa, G

L’attuale scenario geopolitico internazionale richiede un aggiornamento dell’intero sistema-Difesa nazionale “che consenta al Paese di dotarsi di una migliore e più efficace capacità di risposta alle crisi”. A ribadirlo è stato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in audizione presso le commissioni Difesa di Camera e Senato e reduce dalla riunione informale dei ministri della Difesa a Bruxelles. Entrambe occasioni nelle quali il ministro ha affrontato i principali temi di insicurezza che circondano l’Europa e il Paese, dalla guerra in Ucraina alla minaccia nel mar Rosso, passando per la crisi a Gaza. È in questo scenario che, per il ministro, è necessario apportare delle modifiche all’architettura delle Forze armate e del comparto difesa in generale, a cominciare dalle norme che regolano la partecipazione italiana alle missioni internazionali.

La sfida asimmetrica

Per il ministro, infatti, gli attacchi delle milizie yemenite filo-iraniane Houthi nel mar Rosso fa parte di una più ampia strategia ibrida di destabilizzazione asimmetrica “cui Mosca e Pechino perseguono l’obiettivo di prevalere slealmente nella competizione globale e di guadagnare nuove sfere di influenza”. Per Crosetto, infatti, Russia, Iran, Corea del Nord e Cina “stanno intenzionalmente conducendo un conflitto ibrido contro l’Occidente: un confronto per l’accesso alle materie prime, alle fonti di energia, alle terre rare, un confronto sulla capacità produttiva in settori e capacità strategiche, un confronto sulla superiorità tecnologica e sulla ricerca, ma anche un confronto sulla competitività economica”. Una sfida asimmetrica che “pagherà principalmente l’Europa, soprattutto i Paesi della sponda sud come l’Italia”.

La legge sulle missioni internazionali

Per Crosetto, dunque, quanto sta accadendo “ha fatto risaltare ancora di più i limiti della legge 145 del 2016” che la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali. L’obiettivo della modifica è elaborare “uno strumento normativo migliorato che consenta al Paese di dotarsi di una migliore e più efficace capacità di risposta alle crisi, potendo contare su procedure di impiego immediato delle forze armate e conferendo maggiore flessibilità operativa e di impiego alle forze operanti in una stessa area geografica”. Come sottolineato dal ministro anche in altre occasioni, “la Difesa deve stare al passo coi tempi per affrontare con rapidità ed efficacia le emergenze e le crisi internazionali”. La modifica, come già annunciato nel Documento programmatico pluriennale della Difesa e nell’ultima Nadef, rivisita la procedura di autorizzazione delle missioni all’estero con lo scopo di assicurare maggiore flessibilità d’impiego allo strumento militare. Il provvedimento agevolerà l’impiego a livello operativo delle unità ad alta e altissima prontezza, da impiegare all’estero al verificarsi di crisi o in situazioni di emergenza. L’attivazione di quest’ultime sarà disposta con delibera del Consiglio dei ministri da inviare alle Camere per l’autorizzazione, con una tempistica più rapida, in linea con esigenze derivanti dalla gestione della crisi. Tutto questo “senza togliere le prerogative del Parlamento che resteranno centrali”.

Finanziamenti

Altro aspetto fondamentale previsto dalla nuova legge è una notevole semplificazione procedurale che consentirà l’effettiva riduzione dei tempi per il finanziamento delle missioni. La norma prevede anche lo spostamento, dal 31 dicembre al 31 gennaio, del termine per la presentazione del governo alle Camere della relazione analitica sulle missioni in corso, necessaria per la loro prosecuzione, allineando la pianificazione operativa a quella finanziaria, derivante dalla legge di bilancio. “Il quadro che si sta delineando – ha spiegato Crosetto – prefigura un accresciuto impiego di capacità della Difesa, non preventivabili in fase di predisposizione delle assegnazioni finanziarie per gli impegni del 2024 e difficilmente compensabili attraverso una rimodulazione degli impegni in altre aree di crisi”. Per questo l’impegno italiano per la sicurezza nelle aree di crisi “deve trovare ristoro attraverso finanziamenti aggiuntivi oltre il perimetro previsto dalla legge di bilancio”.

La riserva ausiliaria

Accanto a queste misure, il ministro sta da tempo sottolineando la necessità per il Paese di attivare una riserva militare sul modello della Guardia nazionale statunitense o delle riserve militari di Svizzera e Israele, “volontari che, in caso di necessità, possono essere attivati per affiancare le Forze armate”. Per adesso il progetto prevede di reclutare circa diecimila riservisti, da attivare “in caso di situazioni e crisi eccezionali”. Questi volontari saranno “ripartiti in nuclei operativi di livello regionale posti alle dipendenze delle autorità militari individuate con decreto del ministro della difesa” e al momento del richiamo sarebbero impiegati in “attività in campo logistico nonché di cooperazione civile-militare”. Insomma non direttamente nelle operazioni militari ma in supporto e per mettere sul campo tutti i militari di carriera. La priorità, inoltre, andrebbe a professionalità diverse nelle nuove dimensioni operative della difesa, a partire da hacker o esperti di intelligenza artificiale.


formiche.net/2024/02/cosi-cros…



BRASILE. Spari contro gli aerei dei cercatori d’oro ma la situazione degli Yanomami peggiora


I minatori tornano nella riserva indigena portando morte e distruzione. L'esercito è accusato di sabotare l'operazione di protezione del presidente Lula da Silva. L'articolo BRASILE. Spari contro gli aerei dei cercatori d’oro ma la situazione degli Yanom

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Pagine Esteri, 1 febbraio 2024. Nonostante gli sforzi del presidente Luiz Inácio Lula da Silva e i tentativi del suo governo, i minatori d’oro stanno tornando nella riserva indigena di Yanomami, portando morte e distruzione.

L’Aeronautica militare ha fatto sapere di aver sparato colpi di mitragliatrici contro un aereo non identificato che sorvolava l’aerea nonostante la no Fly zone imposta dal governo.

La stessa aeronautica è stata molto criticata per non aver fatto abbastanza, in questi mesi, per evitare che i minatori d’oro entrassero illegalmente nella riserva. Le organizzazioni ambientaliste hanno anzi presentato un documento che accusa apertamente le forze armate di star sabotando i tentativi di protezione dell’area cominciati un anno fa.

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Lo scorso anno un’operazione governativa è riuscita a cacciare circa 20.000 minatori dalla riserva indigena delle dimensioni del Portogallo. La presenza dei minatori e dei loro mezzi di estrazione è una delle cause principali della crisi umanitaria che mette a rischio la popolazione indigena, che muore per le malattie, la fame e la violenza.

In un video diffuso dalle forze armate brasiliane, si vede l’aereo, un Cessna 182 monomotore, costretto ad un atterraggio di emergenza a seguito dei colpi di avvertimento partiti dalle mitragliatrici dell’esercito.

Il pilota è riuscito a far atterrare il mezzo ed è poi fuggito nella foresta. La polizia federale non è riuscita a rintracciarlo ma ha sequestrato il velivolo.

Le organizzazioni internazionali denunciano che la grave crisi umanitaria del popolo Yamomai continua a peggiorare, nonostante i tentativi del governo.

‼️ Entidades representativas dos servidores do Ibama, MMA, ICMBio, SFB e da Funai repudiam atuação das Forças Armadas na operação Yanomami em nota pública. Leia na íntegra 👇🏽t.co/qeHqBoNOJU

— Comissão Pró-Índio de São Paulo (@proindio) February 1, 2024

Dal comunicato stampa di Survival International:

Gli esperti denunciano che una grave crisi sanitaria sta devastando il popolo Yanomami, nel nord dell’Amazzonia brasiliana, a un anno dalla massiccia operazione governativa che doveva liberare il territorio Yanomami dai cercatori d’oro illegali.

I dati diffusi dal servizio sanitario ufficiale nell’area mostrano che:

  • Nel 2023, l’incidenza della malaria è aumentata del 61%, con almeno 25.000 casi.
  • Anche il tasso di influenza è aumentato in modo drammatico, passando da 3.203 casi nel 2022 a 20.524 nel 2023 (un incremento del 640%)
  • 308 indigeni sono morti (gennaio – novembre 2023), e la maggior parte erano bambini sotto i 5 anni.

La Corte Inter-Americana per i Diritti Umani ha pubblicato di recente una schiacciante risoluzioneche mostra quanto la situazione nel territorio Yanomami si sia deteriorata:

  • I servizi sanitari nell’area funzionano a malapena. Nove avamposti sanitari, che avrebbero dovuto essere riaperti, sono ancora chiusi.
  • C’è poca disponibilità di acqua potabile.
  • Sono ancora attivi molti siti minerari illegali.
  • “Persiste una situazione estremamente grave e urgente, che sta arrecando danni irreparabili alla vita e alla salute dei popoli indigeni.”
  • “Nel Territorio Indigeno Yanomami permangono ancora gruppi di minatori armati che appartengono a bande criminali organizzate, che distribuiscono armi alla popolazione indigena e cercano di controllarla.”

Foto e video recenti provenienti dal territorio mostrano una malnutrizione drammatica tra bambini e adulti yanomami, ma anche cercatori d’oro illegali che agiscono nell’area nell’impunità.

Immagine/fotoUna pista di atterraggio illegale costruita dai cercatori d’oro appena all’interno del confine venezuelano, nel cuore del Territorio Yanomami. Sono visibili nove aerei leggeri. © Globo TV

In un episodio particolarmente scioccante ripreso in video, si vedono tre giovani bambini yanomami legati e tenuti prigionieri dai cercatori d’oro.

“Il governo non è riuscito a risolvere la situazione nemmeno con il decreto d’emergenza,” ha detto Dario Kopenawa Yanomami, vice-presidente dell’Associazione Yanomami Hutukara. “I minatori sono ancora nella terra yanomami. E oggi le attività minerarie sono più distruttive di quanto non lo fossero negli anni ’80 e ’90. Oggi a cercare l’oro nel territorio Yanomami ci sono bande criminali, il crimine organizzato, il PCC (Primo Commando Capitale) e il Commando Vermelho (Commando Rosso). È una situazione molto, molto grave e gli Yanomami sono estremamente vulnerabili. I bambini continuano a morire di malaria e polmonite, per parassiti e tubercolosi. Gli Yanomami e la loro terra continuano a soffrire una crisi umanitaria. E noi continueremo a lottare e a criticare i governi federale e statali.”

“Nonostante le promesse fatte dal Presidente Lula al momento del lancio dell’operazione per sfrattare i cercatori d’oro, un anno fa, la situazione attuale nel Territorio Yanomami è catastrofica” ha commentato Fiona Watson, Direttrice del Dipartimento Ricerca e Advocacy di Survival International.

“I minatori stanno ritornando nell’area, e i vecchi siti di estrazione vengono ripristinati” ha detto Watson.

“Le forze armate, che sono coinvolte nell’operazione per sfrattare i minatori, si muovono lentamente. Molti avamposti e servizi sanitari cruciali, che sarebbero essenziali, non funzionano.”

“La situazione per le migliaia di Yanomami che vivono oltreconfine, sul lato venezuelano, è tragica, e non riceve praticamente alcuna attenzione mediatica. I cercatori d’oro stanno operando in nuove aree del Venezuela con il supporto dei militari venezuelani. Al momento è in corso un’epidemia di malaria, e molti Yanomami sono morti.”

“Particolarmente preoccupante è la situazione degli Yanomami incontattati – sappiamo che i cercatori d’oro stanno ancora operando a pochi chilometri dalle loro comunità”.

“Se questa situazione dovesse continuare, moriranno centinaia di altri Yanomami e la loro terra diventerà inabitabile. È assolutamente cruciale che le nuove misure appena annunciate dal Presidente Lula vengano attuate immediatamente nell’ambito di un’operazione prolungata e completa per sfrattare i minatori in modo definitivo e per fornire l’assistenza sanitaria urgente necessaria. Inoltre, è essenziale che queste attività vengano poi mantenute nel tempo – altrimenti questa tragedia si ripeterà ancora e ancora, fino a quando gli Yanomami non saranno stati decimati. È ora che tutti coloro che guadagnano dall’estrazione illegale dell’oro rispondano dei loro crimini”.

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🎿 Il #Mim in collaborazione con la Fondazione Milano Cortina 2026, il CONI e il Comitato Italiano Paralimpico, presenta “Winter Games Week”, la settimana didattica dedicata a sensibilizzare studentesse e studenti sulle tematiche Olimpiche e Paralimpi…
#MIM


Il diritto alla conoscenza nel nome di Ezechia Paolo Reale


Venerdì 2 febbraio 2024, ore 16:00, presso l’Aula Magna dell’Università di Catania, Piazza dell’Università Ore 16:00 – Saluti Istituzionali: Prof. Francesco Priolo, Rettore dell’Università di Catania Avv. Enrico Trantino, Sindaco di Catania Prof. Felice G

Venerdì 2 febbraio 2024, ore 16:00, presso l’Aula Magna dell’Università di Catania, Piazza dell’Università

Ore 16:00 – Saluti Istituzionali:

Prof. Francesco Priolo, Rettore dell’Università di Catania
Avv. Enrico Trantino, Sindaco di Catania
Prof. Felice Giuffré – Componente del Consiglio Superiore della Magistraturd
Dot. Filippo Pennis, Presidente della Corte d’Appello di Catania
Dott. Francesco Mannino, Presidente del Tribunale di Catania
Prof. Enrico lachello, Presidente Ass. Amici UniCT
Prof. Jean-François Thony, Presidente The Siracusa International Institute for criminal justice and human rights
Prof.ssa Ida Nicotra, Direttore Master Il Livello in Diritto delle Pubbliche Amministrazioni UniCT
Avv. Antonino Guido Distefano, Presidente Consiglio dell’Ordine degli Auvocati di Catania;
Avv. Francesco Antille, Presidente Camera Penale Catania “Serafino Famà”
Avv. Dina D’Angelo, Presidente Camera Penale Siracusa;
Prof.ssa Loredana Faraci, Segretario Generale della Fondazione Siracusa è Giustizia

Ore 16:45 – Introduzione:

Avv. Andrea Pruiti Ciarello, Presidente Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella e Consigliere Fondazione Luigi Einaudi

Ore 17:00 – Interventi:

Sen. Giulio Terzi di San Agata, Presidente della Commissione Politiche dell’Unione Europea
Dott. Matteo Angioli, Segretario Generale del Global Committee for the Rule of Law “Marco Pannella
Prof. Giuseppe Benedetto, Presidente Fondazione Luigi Einaudi ETS

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Inaugurazione della sede della provincia di Siracusa


Venerdì 2 febbraio 2024, ore 12:00, Via P. Umberto 210 – AUGUSTA La sede sarà intitolata all’Avvocato Ezechia Paolo Reale Saranno presenti Avv. Giuseppe Benedetto, President della Fondazione Luigi Einaudi Sen. Giulio Terzi di Sant’Agata, President Commiss

Venerdì 2 febbraio 2024, ore 12:00, Via P. Umberto 210 – AUGUSTA

La sede sarà intitolata all’Avvocato Ezechia Paolo Reale

Saranno presenti
Avv. Giuseppe Benedetto, President della Fondazione Luigi Einaudi
Sen. Giulio Terzi di Sant’Agata, President Commission Politiche dell’Unione Europea del Senato

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Nikki and the Corvettes


Ad avviarmi verso quel magnifico caleidoscopio di suoni, emozioni, sensazioni che viene generalmente etichettato come power pop, è stato indubbiamente Greg Shaw. Con i suoi scritti su Bomp e con le sue pubblicazioni, mi ha letteralmente preso per mano conducendomi in un mondo fatato dal quale nessuno potrà mai allontanarmi.


iyezine.com/nikki-and-the-corv…

@Musica Agorà

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CLIMA-AMBIENTE. IL 2023 è stato un anno eccezionalmente caldo, in futuro andrà peggio


Occorre fare molto di più. Per stimolare la rimozione dal basso della resistenza aziendale e politica a un’autentica azione climatica - scrive l'ambientalista Stan Cox - è necessario articolare una visione di un mondo migliore che ci aspetta oltre l’era d

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di Stan Cox* – Counterpunch

(foto needpix.com/photo/1758427/)

A dicembre, il New York Times ha riferito che “la Terra sta finendo il suo anno più caldo degli ultimi 174 anni e molto probabilmente degli ultimi 125.000”. (Anche se non è lo stile del Times , quest’ultima cifra avrebbe dovuto essere seguita da un paio di punti esclamativi!) Inoltre, secondo il capo scienziato della National Oceanic and Atmospheric Administration, “Non solo il 2023 è stato l’anno più caldo dall’inizio delle registrazioni, è stato di gran lunga il più caldo”. Infatti, ciascuno dei sei decenni trascorsi dal 1960 ha visto una temperatura media globale più elevata rispetto ai 10 anni che lo hanno preceduto. Inoltre, ogni aumento da un decennio all’altro è stato maggiore del precedente. In altre parole, la Terra non si sta solo riscaldando costantemente; si sta riscaldando a un ritmo sempre più veloce.

E non è necessario aspettare un futuro lontano per vedere l’impatto di un riscaldamento così accelerato. Basta guardare i dati globali attuali. Confrontando il periodo 2023-2022, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha registrato un aumento mondiale del 60% nel numero di morti per frane, del 278% per incendi e del 340% per tempeste. Peggio ancora, i nostri simili che soffrono di più per l’impatto del cambiamento climatico indotto dall’uomo non sono quelli che lo causano. Più della metà dei decessi segnalati dall’OCHA si sono verificati in paesi a reddito medio-basso e il 45% delle persone uccise viveva in paesi che producono meno di un decimo dell’1% delle emissioni mondiali di gas serra.

Porre fine al riscaldamento globale dovrebbe essere un imperativo morale schiacciante per ogni nazione su questo pianeta. Ma le storie sul cambiamento climatico, per quanto estreme, non fanno quasi mai notizia, né la gestione del fenomeno sembra essere in cima alla lista delle priorità nazionali di qualsiasi leader. Che dite del vertice globale sul clima COP28 del mese scorso a Dubai? Ha prodotto un accordo che impegnava le nazioni del mondo a fare…beh, essenzialmente nulla.

Con il ciclo delle notizie bloccato in un ingorgo di crisi improvvise e irresistibili e guerre senza fine, le potenze mondiali sembrano quasi volontariamente cieche alla possibilità che l’ambiente globale (e con esso, la civiltà stessa) stia andando fuori controllo – e non in un futuro lontano, ma proprio adesso.

Emergenze lunghe

Con il recente accordo COP28, le nazioni ricche hanno almeno finalmente riconosciuto che i combustibili fossili sono effettivamente un problema. Tuttavia, continuano a rifiutare un’eliminazione pianificata e sistematica del petrolio, del gas naturale e del carbone secondo un calendario ambizioso e accelerato (come previsto nelle proposte per un Trattato globale di non proliferazione dei combustibili fossili ).

I governi, a quanto pare, hanno sempre a portata di mano qualche altra terribile emergenza che giustifica la messa da parte del cambiamento climatico. Forse il momento più vicino a cui i paesi ricchi siano mai arrivati ​​ad affrontare seriamente il tema delle emissioni di gas serra, che potrebbe essere considerata un’emergenza di lunga durata, è stato con i vari Green New Deal statunitensi , europei e globali del 2018-2019. Ma quelle proposte inadeguate sono state presto eclissate dalla pandemia di Covid-19 e da un’ascesa ancora crescente di estremisti di estrema destra che considerano il riscaldamento globale un argomento completamente fuori scala. Poi, nel 2022-2023, proprio mentre l’interesse per il clima tornava ad aumentare grazie a nuovi spaventosi rapporti provenienti dalla comunità mondiale delle scienze climatiche, l’invasione russa dell’Ucraina ha spinto il riscaldamento globale fuori dal nostro campo visivo, mentre uno straordinario picco legato alla guerra dei prezzi dei combustibili fossili ha annientato ogni interesse immediato a ridurre le emissioni di carbonio.

Poi, lo scorso autunno, è iniziato il genocidio a Gaza. A novembre, Tom Engelhardt di TomDispatch ha scritto che “mentre l’incubo in Medio Oriente viene coperto quotidianamente in modo drammatico dai media mainstream, l’incendio del pianeta è, nella migliore delle ipotesi, un aspetto decisamente secondario, o terziario, o… beh, puoi inserire i numeri possibili da lì… la realtà. Certamente non stava suggerendo, e nemmeno io, che i palestinesi ricevano troppa attenzione. Al contrario, ne hanno bisogno ancora di più, ma la crisi climatica semplicemente non può essere persa nel caos.

Una deviazione in India

Tali disattenzioni, ovviamente, non sono certo limitate agli Stati Uniti. Una miopia simile si può osservare proprio adesso in India, dove io e la mia famiglia stiamo trascorrendo gennaio con dei parenti a Mumbai. Anche in questo caso, i politici stanno facendo un putiferio su questioni immediate e sfacciate – alcune reali, altre inventate – ignorando la minaccia di un collasso climatico che si sviluppa più lentamente ma molto più consequenziale.

Negli ultimi anni, l’India ha subito una serie di siccità catastrofiche, inondazioni, ondate di caldo e altri disastri, insieme a una piaga cronica ma legata al clima dell’inquinamento atmosferico urbano. In questa stagione secca di Mumbai, viviamo nel mezzo di una fitta “nebbia” biancastra, inalando una miscela tossica di polvere, scarichi di veicoli a motore, emissioni di fabbriche e nuvole di particolato fine create dalla costruzione e dalla demolizione. di edifici. In alto, il cielo diurno senza nuvole è di un bianco opaco e senza profondità. Le macchie blu appaiono raramente e di notte non è visibile una stella.

È impossibile ignorare una qualità dell’aria così palesemente negativa, ma il pubblico indiano è anche allarmato dalle emissioni inodore e invisibili di anidride carbonica che sono alla base del ritmo crescente del caos climatico nel subcontinente. C’è, infatti, un enorme elettorato in attesa di un’azione per il clima. Un sondaggio del 2022 ha indicato che l’81% degli elettori era preoccupato per il cambiamento climatico indotto dall’uomo. Un buon 50% era “molto preoccupato” e una percentuale simile ha affermato di essere stata danneggiata personalmente dal riscaldamento dovuto all’effetto serra.

Come negli Stati Uniti, anche qui il 2024 è un anno elettorale. Quindi, visti i numeri dei sondaggi di cui sopra, si potrebbe pensare che promuovere la mitigazione e l’adattamento climatico sarebbe un ottimo modo per raccogliere voti. Ma gli sforzi sul clima da parte del primo ministro Narendra Modi e del partito nazionalista indù BJP al potere continuano ad essere, nella migliore delle ipotesi, sporadici e discontinui . Invece, stanno perseguendo quello che vedono come un modo molto più affidabile per rilanciare la loro base elettorale prima delle elezioni: annunciare l’inaugurazione di un nuovo tempio indù .

Come diavolo funzionerebbe , chiedi? Ebbene, non stiamo parlando di un tempio qualsiasi. Questo, attualmente in costruzione, si trova su un sito un tempo occupato da una famosa moschea, l’ex Babri Masjid nella città settentrionale di Ayodhya. Quel sacro luogo di culto musulmano, vecchio di cinque secoli, fu demolito nel 1992 da fanatici sostenuti dal BJP. Il fervore religioso per la demolizione ha scatenato la violenza in tutto il paese, provocando la morte di oltre 2.000 persone.

Per tre decenni, la distruzione della moschea e la sua prevista sostituzione con un tempio dedicato al dio Ram hanno rappresentato una corrente tossica che correva appena sotto la superficie della politica indiana, sfociando occasionalmente in conflitti. Quindi, per rafforzare la loro base suprematista indù e assicurarsi la vittoria nelle elezioni di questa primavera, i leader del BJP si sono affrettati a organizzare una cerimonia di consacrazione del tempio il 22 gennaio , mesi prima ancora che la costruzione fosse completata.

L’esplosione di nazionalismo religioso di destra innescata da quell’evento ha avuto l’effetto collaterale di garantire che il riscaldamento globale rimarrà fuori dai titoli dei giornali politici per mesi, se non di più.

Non è tutto nella tua mente

Una preoccupazione istituzionale per le questioni acute della “carne rossa” (a scapito di affrontare emergenze a lungo termine come il cambiamento climatico) riflette predilezioni fin troppo umane che ben si adattano agli studi condotti dagli psicologi su come il nostro cervello reagisce alle crisi.

Il professore di Harvard Daniel Gilbert, ad esempio, è noto per la sua ipotesi riguardante il tipo di minacce a cui noi umani rispondiamo più fortemente, quelle che ha definito le “ quattro I ”: “intenzionali, immorali, imminenti e istantanee”. Questi aggettivi, ha scoperto, catturano il tipo di emergenze che stimolano le nostre risposte più rapide e intense. In un’intervista del 2019 con NPR, Gilbert ha spiegato come, in particolare quando si tratta di clima, un simile sistema di risposta possa tradursi in un fallimento dell’azione politica. Per la maggior parte delle persone, la potenziale devastazione della catastrofe climatica sembra ancora troppo lontana nel futuro. E sebbene i rischi climatici, come uragani e inondazioni sempre più devastanti, siano quasi istantanei , il riscaldamento dell’atmosfera che è alla base della loro crescente virulenza è, fino a tempi recenti, progredito molto lentamente. Gli esseri umani hanno una grande capacità di adattarsi psicologicamente al cambiamento graduale, ma con il riscaldamento globale, quel potere non ci è di grande aiuto. Dopotutto, se quest’anno sembra più o meno come l’anno scorso, c’è davvero qualcosa a cui rispondere?

Altre due caratteristiche del cambiamento climatico, legate a due I di Gilbert, lo separano da molte altre emergenze, sia brevi che lunghe. Per prima cosa, i governi tendono a rispondere in modo più deciso ai nemici umani che agiscono in modo fin troppo intenzionale , ma il cambiamento climatico, come ha detto a NPR, “non sembra affatto che sia una persona, quindi ci limitiamo a borbottare”. Né sembra immorale . “Come creatura sociale”, osserva, “siamo profondamente interessati alla moralità, alle regole in base alle quali le persone si trattano a vicenda”. Anche se il surriscaldamento del pianeta è effettivamente causato dall’attività umana, sottolinea, il cambiamento climatico “è meteorologico. Non si presenta come un affronto al nostro senso della decenza” – almeno finché le persone intorno a te non vengono uccise da un’ondata di caldo .

Inoltre, in un’economia capitalista, il breve termine è più o meno l’intero gioco. Le aziende sono impegnate a massimizzare il valore delle azioni per i loro azionisti, trimestre dopo trimestre, così come i politici sono impegnati a massimizzare se stessi per gli elettori. Qualsiasi politico che osi dichiarare che tagliare le emissioni di gas serra è una questione più urgente che tagliare il prezzo della benzina sentirà un gigantesco suono di risucchio mentre gli elettori e i donatori della campagna svaniscono nel nulla.

La psicologa clinica Margaret Klein Salamon è direttrice esecutiva del Fondo per l’emergenza climatica e autrice di Facing the Climate Emergency . In quel libro, sostiene che per frenare il caos climatico sarà necessario che gli americani passino collettivamente alla “modalità di emergenza”. Questo stato, osserva , è “marcatamente diverso dal funzionamento “normale” [e] caratterizzato da un’estrema concentrazione di attenzione e risorse sul lavoro produttivo per risolvere l’emergenza”. In “modalità normale”, come sottolinea Salamon, senza alcuna minaccia urgente in vista, il tempo di risposta non è fondamentale. In modalità di emergenza, quando esiste una grave minaccia alla vita, alla salute, alla proprietà o all’ambiente, è essenziale una risposta rapida ed efficace e affrontare la minaccia deve avere la priorità su tutte le altre questioni.

Quando si tratta di azioni rapide e di vasta portata, la modalità emergenza, aggiunge, non dovrebbe essere riservata solo a problemi a breve termine. Infatti, secondo Salamon, ciò che realmente richiede l’azione per il clima è passare a quella che lei chiama “modalità di emergenza lunga”, in cui concentrarsi su un singolo problema non è più tollerabile. Il cambiamento climatico è ora intrappolato in un traffico con troppe altre emergenze immediate, nessuna delle quali può essere accantonata per anni o decenni, ma nessuna delle quali minaccia l’esistenza stessa della vita come l’abbiamo conosciuta su questo pianeta.

Detto questo, Salamon sollecita che la modalità di emergenza climatica si irradi nella nostra società il più rapidamente possibile, cosa che non accadrà se i politici, le aziende e persino alcune figure del movimento climatico continueranno a sminuire il messaggio. Ciò non accadrà se il pubblico continuerà ad avere l’impressione che le future scoperte tecnologiche e la magia dei mercati garantiranno l’inevitabilità della riduzione e quindi dell’eliminazione delle emissioni di carbonio con pochi sconvolgimenti nella vita quotidiana.

Non c’è tempo per le chiacchiere felici

Per stimolare la rimozione dal basso della resistenza aziendale e politica a un’autentica azione climatica è necessario articolare una visione di un mondo migliore che ci aspetta oltre l’era dei combustibili fossili, ma è necessario fare di più. Deve diventare molto più chiaro che la nostra crescente emergenza globale è profondamente legata a un atteggiamento costante di business-as-usual e che è effettivamente necessaria un’enorme quantità di lavoro e sacrificio. Al contrario, discorsi allegri come l’attuale caratterizzazione errata dell’accordo COP28 come una “ svolta” climatica “ senza precedenti ” spingeranno le persone a cancellare la catastrofe ecologica dalla lista delle preoccupazioni urgenti.

Essere compiacenti nei confronti del clima non significa solo essere incredibilmente ignari, ma sostenere la futura sofferenza umana su una scala quasi inconcepibile. Alla COP28, il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha parlato in termini duri degli imperativi morali di fermare l’orrore a Gaza adesso e di prevenire futuri orrori quasi inimmaginabili innescati dal collasso ecologico. Così facendo, ha offerto una visione di un futuro devastato dal cambiamento climatico che dovrebbe stupirci tutti:

Questi eventi sono scollegati, è la mia domanda, o stiamo vedendo qui uno specchio di ciò che accadrà in futuro? I genocidi e gli atti barbarici scatenati contro il popolo palestinese sono ciò che attende coloro che fuggono dal sud a causa della crisi climatica… La maggior parte delle vittime del cambiamento climatico, [che] saranno contate a miliardi, saranno in quei paesi che non lo fanno. emettono CO 2 o ne emettono pochissimo. Senza il trasferimento di ricchezza dal nord al sud, le vittime del clima avranno sempre meno acqua potabile nelle loro case e dovranno migrare verso nord… L’esodo sarà di miliardi… Ci sarà una reazione contro l’esodo, con la violenza, con atti barbarici commessi. Questo è ciò che sta accadendo a Gaza. Questa è una prova generale per il futuro.

Il presidente Petro stava descrivendo solo alcune delle probabili interazioni e feedback catastrofici che, tra le altre crisi, il cambiamento climatico porterà su questo pianeta in quella che sarà conosciuta come la “ policrisi globale ”. Se i governi continuano a concentrarsi sulla “risoluzione” solo delle emergenze più immediate e apparentemente più risolvibili (spesso peggiorando le cose nel processo), siamo nei guai più profondi. È passato il tempo in cui le società devono affrontare solo le crisi individuali nel ciclo di notizie 24 ore su 24. È tempo di passare alla modalità policrisi. Tutti noi dovremo quindi affrontare la vasta rete di connessioni tra le emergenze di questo pianeta, immediate e a lungo termine, in particolare il futuro devastante surriscaldamento del nostro mondo, come un grande problema che deve essere risolto – altrimenti.

Distribuito da TomDispatch.

*Stan Cox è l’autore di The Green New Deal and Beyond : Ending the Climate Emergency While We Still Can (City Lights, maggio 2020) e uno degli editori di Green Social Thought .

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L'articolo CLIMA-AMBIENTE. IL 2023 è stato un anno eccezionalmente caldo, in futuro andrà peggio proviene da Pagine Esteri.



Netanyahu vuole chiudere l’Unrwa. OMS: sarà una catastrofe


"Nessun altro ente ha la capacità di fornire la portata e l'ampiezza dell'assistenza di cui 2,2 milioni di persone a Gaza hanno urgentemente bisogno", ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus. L'articolo Netanyahu vuole chiudere l’Unrwa. OMS: sarà una catastr

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della redazione

(foto Fars)

Pagine Esteri, 1 febbraio 2024 – Israele, lo ha ripetuto ieri il premier Benyamin Netanyahu, è fermamente intenzionato a far chiudere l’Unrwa, usando come motivo il coinvolgimento di 12 dipendenti dell’agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi nell’attacco di Hamas del 7 ottobre. Diversi paesi, con gli Usa in testa, hanno già sospeso i finanziamenti all’Unrwa. Allo stesso tempo si fanno insistenti gli appelli a non colpire un’organizzazione tanto importante in una fase di estrema difficoltà per oltre due milioni di palestinesi a Gaza travolti dalla crisi umanitaria causata dall’offensiva militare israeliana.

Il capo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ieri ha avvertito che la sospensione dei finanziamenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi comporterebbe “conseguenze catastrofiche”. “Nessun altro ha la capacità di fornire la portata e l’ampiezza dell’assistenza di cui 2,2 milioni di persone a Gaza hanno urgentemente bisogno”, ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Chiediamo che gli annunci dei tagli vengano riconsiderati”, ha aggiunto.

Il bombardamento e l’offensiva terrestre lanciati da Israele dopo il 7 ottobre hanno sfollato la maggior parte della popolazione di Gaza, distrutto case e infrastrutture civili e causato una grave carenza di cibo, acqua e medicine. La maggior parte degli ospedali di Gaza hanno smesso di funzionare a causa dei bombardamenti e della carenza di carburante e rifornimenti. Il Nasser a Khan Younis è funzionante solo in minima parte e si trova circondato dall’esercito israeliano.

Tedros ha affermato che l’OMS deve affrontare “sfide estreme” per consegnare aiuti a Gaza. Lunedì, tuttavia, è riuscito a portare rifornimenti all’ospedale Nasser. “L’Oms incontra grandi difficoltà per raggiungere gli ospedali nel sud di Gaza”, ha detto. “Ci sono pesanti combattimenti vicino agli ospedali di Khan Younis che ostacolano l’accesso alle strutture sanitarie per i pazienti, gli operatori sanitari e le forniture”.

Gli operatori sul campo dell’Oms, ha aggiunto Tedros, registrano una crescente carenza di cibo tra i pazienti e gli operatori sanitari nell’enclave. “Il rischio di carestia è elevato e aumenta ogni giorno, con accesso umanitario limitato”, ha affermato. “Ogni persona con cui le nostre squadre parlano chiede cibo e acqua”.

Le autorità sanitarie di Gaza riferiscono che 26.900 palestinesi sono stati uccisi – di cui 150 tra martedì e mercoledì – dalle forze armate israeliane che affermano di aver “eliminato” almeno 25 combattenti palestinesi a Gaza nelle ultime 24 ore. Negli scontri sono rimasti uccisi altri tre soldati israeliani. Sono 224 in totale dall’inizio dell’offensiva di terra cominciata a fine ottobre.

Il campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza, è finito sotto il fuoco e i carri armati hanno bombardato le aree di Khan Younis intorno all’ospedale Nasser. Mentre il sistema sanitario si deteriora, i medici palestinesi affermano di aver formato punti medici sul campo per aiutare a raggiungere la prima linea, poiché curare i feriti a Khan Younis è diventato sempre più difficile tra combattimenti in strada e attacchi dell’artiglieria e dell’aviazione di Israele.

Intanto continuano a diffondersi indiscrezioni di stampa sulla possibilità che Israele e Hamas arrivino presto ad un accordo di tregua. Netanyahu però ha ribadito ieri sera che le differenze tra le due parti restano ampie. Pagine Esteri

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VERSIONE ITALIANA UK, ICO ANNUNCIA UNA CAMPAGNA PER PROMUOVERE LA CONSAPEVOLEZZA SULLA CONDIVISIONE DEI DATI PER PROTEGGERE I BAMBINIL’Information Commissioner’s Office ha dato notizia di avere avviato la campagna “Think. Controlla. Condividi” che si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condivisione responsabile dei dati per proteggere sopratutto i bambini. La campagna dimostra come è …


La Nube di Oort: cos’è, origini, come è fatta e da cosa è formata l Passione Astronomia

"Grazie alla sua posizione periferica, la Nube di Oort conserva molti dei materiali che hanno contribuito alla formazione del nostro Sistema Solare. Gli scienziati credono che l’analisi delle comete provenienti da lì possa offrire preziose informazioni sull’antica composizione del nostro Sistema Solare e sulle condizioni che c’erano al momento della sua formazione."

passioneastronomia.it/la-nube-…



LA SITUAZIONE DEL CONSUMO DI DROGHE ILLECITE IN UNIONE EUROPEA. UNA ANALISI APPROFONDITA (1 di 4), PARTENDO DAGLI OPPIOIDI: EROINA E FENTANIL


L’ European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (#EMCDDA, Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze) è la principale autorità in materia di droghe illecite nell’Unione Europea (#UE). Abbiamo già trattato del report di EMCDDA sulla cannabis (leggi qui => noblogo.org/cooperazione-inter… , me pare opportuno proseguire nella revisione dello stato dell’uso negli Stati dell’Unione di altre sostanze stupefacenti.

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Il Rapporto europeo sulla droga 2023: tendenze e sviluppi, presenta l'ultima analisi dell'EMCDDA sulla situazione della droga in Europa.
Suddiviso in più capitoli, iniziamo quindi una veloce analisi di quanto riportato, partendo dalla situazione relativa all’eroina ed agli altri oppioidi.
L’eroina rimane l’oppioide illecito più comunemente utilizzato in Europa ed è responsabile di una parte significativa del carico sanitario attribuito al consumo illecito di droghe. Tuttavia, il problema degli oppioidi si è evoluto nel corso dell’ultimo decennio, con dati che mostrano un invecchiamento del gruppo di consumatori di eroina e un aumento dell’età media dei pazienti che si sottopongono a trattamenti specialistici per il consumo di eroina. Ciò solleva importanti sfide politiche e a livello di servizio, poiché i servizi devono rispondere agli utenti con esigenze più complesse di salute mentale e fisica, occupazione e assistenza sociale.

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Sebbene l’eroina continui a essere coinvolta nella maggior parte dei decessi correlati agli oppioidi, altri oppioidi hanno acquisito maggiore importanza. È stato osservato anche un allontanamento dal consumo di eroina per via parenterale tra i consumatori di eroina trattati per la prima volta e quelli trattati in precedenza, forse riflettendo messaggi sull'uso più sicuro e sforzi di riduzione del danno. Solo il 19% dei nuovi pazienti che entrano in terapia per problemi legati all’eroina ora segnalano l’iniezione come principale via di somministrazione, che è particolarmente associata a esiti negativi sulla salute.

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Nonostante i dati sul lato della domanda non mostrino un aumento osservabile nella prevalenza dell’eroina, gli indicatori di disponibilità sul lato dell’offerta sono tornati o addirittura hanno superato i livelli pre-pandemia. La quantità sequestrata dagli Stati membri dell’UE è più che raddoppiata nell’ultimo anno preso in esame, il 2021, mentre i sequestri in Turchia sono aumentati a livelli record. Tuttavia, vi sono poche prove che suggeriscano che ciò abbia ridotto significativamente la disponibilità, poiché sono osservabili solo cambiamenti marginali nelle tendenze indicizzate sui prezzi al dettaglio o sulla purezza.

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Gli oppioidi sintetici possono rappresentare una minaccia crescente per il futuro, poiché attualmente svolgono un ruolo relativamente piccolo nel mercato dei farmaci in Europa, ma rappresentano un problema significativo in alcuni paesi. La maggior parte delle preoccupazioni si è concentrata sulla disponibilità e sull’uso dei derivati del fentanil, ma i recenti sviluppi includono la comparsa di oppioidi benzimidazolici (nitazene) altamente potenti e il rilevamento di miscele di oppioidi contenenti nuove benzodiazepine e tranquillanti.

Per saperne di più: European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (2023), European Drug Report 2023: Trends and Developments, emcdda.europa.eu/publications/…



Intervista a Marino Boscaino, portavoce nazionale dei Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, per l'unità della Repubblica e l'uguaglianza dei


Non avete ancora presentato la domanda?
📌 Entro il #10febbraio sarà possibile effettuare le #IscrizioniOnline attraverso la piattaforma #Unica.

Qui tutte le indicazioni su come presentarla correttamente ▶ unica.istruzione.gov.



Il fondo sovrano tedesco ha deciso di finanziare il progetto Activitypub Test Suite

ActivityPub Test Suite è un importante progetto che istituisce una solida suite di test per il protocollo ActivityPub , una componente fondamentale del panorama dei social network decentralizzati noto come Fediverso.

@Che succede nel Fediverso?

Tra gli obiettivi previsti:

- Sviluppare e implementare un sistema completo di test di conformità del server per il protocollo ActivityPub.
- Creare una guida all'implementazione accessibile e un tutorial per il test automatizzato delle implementazioni conformi di ActivityPub.
- Garantire che la suite di test funga da punto di riferimento fondamentale, favorendo la fiducia degli sviluppatori nella creazione di applicazioni interoperabili.

sovereigntechfund.de/tech/acti…


We’re excited to announce that we’re supporting #ActivityPub Test Suite and investing in the establishment of developer tools to ensure compatibility among ActivityPub implementations. This #interoperability also benefits users and will lead to individuals having more control over their data.

sovereigntechfund.de/tech/acti…


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VERSIONE ITALIANA UE, L’EDPB LANCIA UNO STRUMENTO DI AUDIT DEI SITI WEB L’EDPB ha lanciato in questi giorni uno strumento di verifica dei siti web che permette di analizzare la conformità dei siti alla legge europea. Questo strumento è stato creato da un gruppo di esperti di supporto dell’EDPB ed è disponibile per il download …


Da Fleximan al ritorno delle Città-Stato


La natura non ti ha fuso col composto di cui fai parte così intimamente da non permettere di segnare i tuoi confini e di dominare ciò che ti appartiene.

Il 2024 è iniziato solo da 31 giorni, eppure sembra già passato un anno. Mentre alcuni a Est continuano ad ammazzarsi tra un meme e l’altro, altri a Ovest circondano i loro confini di filo spinato.

Anche qui, in Italia, siamo alle prese con problemi peculiari, come il fenomeno Fleximan, che sta mettendo in crisi le casse dei Sindaci del nord Italia.

I giornalisti ci dicono che saranno dispiegate centinaia di pattuglie e che saranno usate tutte le risorse a disposizione della macchina statale: videosorveglianza, analisi dei dati del targa system e task-force di investigatori.

Purtroppo per loro, non basteranno tutte le pattuglie e risorse del mondo. Ormai dovrebbero aver capito che Fleximan non esiste. O meglio: esistono diverse persone che agiscono spinte dall’idea che i giornalisti chiamano Fleximan.

L’autovelox è l'oggetto prescelto su cui sfogare, in modo violento e istintivo, una frustrazione che scaturisce da una necessità esistenziale che inizia a farsi spazio tra le persone, e non solo in Italia.

Le stesse frustrazioni sono condivise dai Blade Runner londinesi; il braccio armato (di flessibile) e anonimo di un vero e proprio movimento che si chiama Action Against ULEZ (Ultra Low Emission Zones)1. Il canovaccio è lo stesso di Fleximan, anche se l’oggetto-simbolo è leggermente diverso: in Italia l’autovelox; a Londra la telecamera ZTL.

Soggiogate da centinaia di telecamere, oggi più di 60.000 persone sono costrette a pagare £12.50 al giorno per il privilegio transitare nella loro stessa città. Sembra però che il movimento Anti-ULEZ conti ormai un seguito di più di 35.000 persone, cioè quasi la metà di tutti coloro che ogni giorno subiscono le angherie di questa nuova forma di tecnocrazia.


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Da Fleximan al Texas


E poi c’è la rivolta del Texas contro il governo federale e le politiche di open-border del governo di Biden.

Per farla breve: il governatore del Texas, e presumo anche ampia parte della cittadinanza, sono stanchi dell’immigrazione incontrollata voluta da Biden. Così, hanno deciso di prendere in mano la situazione, dispiegando filo spinato lungo tutto il confine col Messico. A distanza di qualche migliaio di chilometri, la Corte Suprema ha invece autorizzato il governo federale a smantellare queste barriere. Il Texas, per ora, non intende cedere.

La situazione è molto tesa, e pare che in questi giorni l’esercito abbia inviato nello Stato diverse unità armate per “esercitazioni programmate”. Anche i civili si mobilitano verso il confine del Texas, con più di 5.000 tir e camion di vario tipo per supportare la rivolta, ormai supportata politicamente da decine di stati repubblicani.

Sul fronte democratico, Fox News ci dice invece che George Soros ha immesso nelle casse dei Democratici texani più di 3 milioni di dollari per cercare di fargli guadagnare terreno.

Che siano le prime avvisaglie di una seconda guerra civile americana?

Il bisogno esistenziale


Come per Fleximan e per i Blade Runner, anche il caso del Texas ha alla base la stessa esigenza esistenziale, che è ben descritta da Marco Aurelio:

La natura non ti ha fuso col composto di cui fai parte così intimamente da non permettere di segnare i tuoi confini e di dominare ciò che ti appartiene.

Marco Aurelio, Pensieri, Libro VII, 67.

Anche se ancora acerbo, sempre più persone saranno mosse dal pensiero di segnare i loro confini e dominare ciò gli appartiene: le loro strade, le loro città, e le loro vite.

Fleximan, i Blade Runner e perfino i Texani vogliono la stessa cosa, anche se ancora non lo sanno. Tutti loro vogliono riappropriarsi dei territori e al tempo stesso negare l’autorità di politici e governi nazionali e sovranazionali che rispondono a tiranniche logiche globaliste sempre più distanti dalle vite delle persone.

Questi fenomeni locali si possono ricondurre alle logiche megapolitiche ben espresse da Davidson e Rees-Mogg in The Sovereign Individual. Si tratta solo di trovare il giusto perno; poi faranno inevitabilmente il loro corso. Mi riferisco in particolare alla sempre più evidente inadeguatezza e obsolescenza delle democrazie di massa che hanno creato Leviatani sovranazionali come l’Unione Europea o il governo federale degli Stati Uniti.

La democrazia massiva ha fatto il suo corso. Fu un buon sistema per far digerire alle popolazioni europee e americane i meccanismi parassitari tipici del comunismo, e per consentire agli Stati di ammassare risorse economiche per portare avanti la macchina burocratica-militare (dall’idea Bismarckiana di Stato come strumento di welfare-warfare), ma non durerà ancora molto.

L’idea stessa di essere subordinati a centri di potere, distanti migliaia di chilometri dalla nostra vita e affetti, ma capaci di determinarne il corso, arriverà presto al suo capolinea. Non sarà facile e non sarà indolore — milioni di persone saranno pronte a sguainare le spade pur di difendere i loro privilegi parassitari, ma ci si arriverà.

I Sindaci-vassalli saranno così posti davanti a una scelta: rispettare il volere delle persone che vivono nei loro territori, oppure rimanere fedeli al Sovrano-centrale, continuando con le politiche di saccheggio per suo conto.

Lo stesso saranno presto chiamati a fare i Governatori-vassalli dei 50 Stati controllati da Washington: fare il bene dei propri cittadini, oppure rimanere fedeli al Presidente di un impero alla fine dei suoi tempi.

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L’Era dell’Informazione


D’altronde, è inevitabile che saremmo arrivati a questo punto.

Oggi abbiamo accesso a informazioni digitali, servizi digitali e ricchezza digitale che ci permettono di commerciare, stringere relazioni e vivere esperienze con persone dall’altra parte del mondo. Al tempo stesso però siamo esseri sedentari, che amano la propria stabilità e che spesso vivono e muoiono dove sono nati.

Da un lato abbiamo quindi necessità globali (digitali), mentre dall’altro si fanno sempre più pressanti necessità locali (fisiche). Le democrazie di massa oggi non possono purtroppo tener conto delle seconde.

I governi centrali sono sempre più lontani dai bisogni nazionali, e sempre più affini a logiche globaliste e direttive sovranazionali con cui non esitano a mettere in ginocchio la popolazione a fronte di obiettivi astratti e senza senso, come la “lotta al cambiamento climatico”.

Non si può vivere di solo virtuale. Una volta usciti di casa, la realtà è schiacciante e straziante: telecamere di sorveglianza, autovelox, immigrazione destabilizzante, criminalità dilagante, tasse e inflazione sempre più alte e città intere che perdono giorno dopo giorno la loro identità sotto ai colpi di assurde politiche per placare gli Dei dell’Olimpo sovrastatale che chiamiamo Unione Europea.

Da Fleximan al ritorno delle Città Stato


Nessuno prevede il futuro e Marco Aurelio direbbe che il futuro non esiste. Vi dico però che c’è un possibile futuro ben allineato con ciò che oggi sta accadendo in Italia, in UK e in Texas.

L’avanzamento della tecnologia ci renderà sempre più capaci di fare a meno di servizi centralizzati. Il mercato e la capacità di elaborazione computazionale, cioè il lavoro del 21esimo secolo, sono ormai digitali e distribuiti grazie a e-commerce, comunicazioni elettroniche e Cloud Computing. Presto, anche la produzione sarà digitale e distribuita, grazie al Cloud Manufactoring e alla stampa 3D, che finalmente farà tornare in auge l’antico meme ante-litteram: “you wouldn’t download a car”.

L’intelligenza artificiale renderà l’homeschooling sempre più appetibile ed efficiente; le famiglie finalmente avranno la possibilità di tornare a educare i loro figli secondo i propri princìpi, e non secondo quelli di un professore marxista pagato dallo Stato per fare propaganda.

Allo stesso modo, la libera informazione consentirà sempre più facilmente di frequentare corsi specializzanti che ben presto supereranno di gran lunga l’utilità delle già obsolete lauree (già oggi in alcuni settori tecnici, come quello della cybersecurity, è così).

Anche i patrimoni saranno sempre più digitali e distribuiti. Cryptovalute come Bitcoin rendono possibile già oggi, per la prima volta nella storia, la conservazione del patrimonio al di fuori dei confini e dalle grinfie di qualsiasi stato nazione. Questo, da solo, cambierà totalmente le logiche fondanti delle democrazie di massa. Se i patrimoni sono al di fuori dei confini fisici, lo Stato (qualsiasi Stato) avrà sempre più difficoltà a finanziare i suoi apparati di welfare-warfare.

Cosa resta, allora? Restano i luoghi e le persone, e il bisogno di vivere pacificamente.

La socialità sarà trasformata, e presto capiremo che Aristotele aveva ragione: una comunità organizzata può funzionare solo se i suoi membri condividono tra loro gli stessi valori e caratteristiche omogenee. E come ben possiamo osservare, non può esistere alcuna comunità omogenea a livello nazionale, federale o globale. La vita, i bisogni e le idee degli altoatesini sono lontane anni luce dalla vita, i bisogni e le idee dei palermitani. Figurarsi da quelle di popoli che neanche condividono le radici europee e che i nostri Stati continuano a importare proprio per sopperire alle esigenze di sostentamento del sistema di welfare-warfare.

I tempi sono maturi per concretizzare l’idea che muove gli animi dei texani e dei Fleximen: è impossibile vivere una vita fisica pacifica, senza prima smantellare istituzioni parassitarie centralizzate, sovranazionali e globali.

Fra qualche decade qualcuno inizierà a parlare di comunità locali sovrane, organizzate secondo regole e norme informative che derivano dal substrato etnico, culturale e religioso delle persone che le vivono. Come disse già in tempi meno sospetti Hans Hermann Hoppe: l’auspicio è una nuova Europa composta da mille Liechtenstein sovrani.

Queste comunità non saranno finanziate tramite tassazione predatoria, ma con fondi digitali messi a disposizione volontariamente dai suoi componenti e gestiti attraverso smart-contract e firme elettroniche. E così come sono messi a disposizione, altrettanto facilmente potranno essere rimossi nel momento in cui le persone vorranno esprimere il loro dissenso.

Il voto sarà una barbarie del passato. Magari, riscopriremo il Kleroterion, lo strumento usato nell’antica città-stato di Atene per scegliere casualmente coloro che avrebbero dovuto rappresentare gli interessi cittadini.

E allora forse Fleximan è l’idea di cui abbiamo bisogno per far sì che in uno dei nostri possibili futuri le persone possano segnare i loro confini e dominare ciò che gli appartiene.

1

Le ULEZ sono ZTL diffuse ormai in tutta la città. Lo scopo sarebbe quello di limitare l’inquinamento, secondo le stesse logiche dell’Area B di Milano: chi entra con mezzi inquinanti, paga. Inutile dire che questa politica di stampo globalista non ha nulla a che fare con l’inquinamento.


privacychronicles.it/p/da-flex…



ACCORDI BILATERALI: FIRMATO PROTOCOLLO DI INTESA TRA ITALIA E THAILANDIA


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Immagine/foto
(lo stemma della Polizia tailandese)

In videoconferenza, il capo della Polizia Vittorio Pisani a Roma e il suo omologo thailandese, capo della Royal Thai Police (RTP), il generale Torsak Sukvimol, a Bangkok, hanno sottoscritto un memorandum di intesa finalizzato alla cooperazione operativa tra i due Paesi, con lo scopo di prevenire e contrastare reati di criminalità organizzata, pedopornografia, sfruttamento dei minori, tratta di esseri umani, immigrazione illegale, traffico di droga, cyber crime, con particolare riguardo alle frodi e al furto di identità, reati contro la persona e il patrimonio, anche storico e culturale nonché al contrasto al riciclaggio di denaro della criminalità economica.

Con questa prospettiva si vanno ad incrementare le possibilità per le rispettive Forze di polizia di individuare e sequestrare beni e capitali di provenienza illecita, strumenti di estrema importanza per l’affermazione della legalità per entrambi i Paesi, sulla base delle ottime esperienze già maturate, anche in occasione dell’arresto, estradizione nonché sequestro e congelamento dei beni in Thailandia di Vito Roberto Palazzolo, esponente di primo piano di Cosa nostra e già tesoriere e riciclatore di Riina e Provenzano.

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(Immagine dell’evento)

L’evento è il frutto dello sforzo diplomatico che ha visto coinvolti il Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, Il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e le corrispondenti autorità thailandesi.

Immagine/foto
Immagine del Commissario Generale

Diretta da un Commissario Generale, la Royal Thai Police (RTP) è sotto il comando diretto del Primo Ministro. Con una forza di circa 230.000 funzionari, le funzioni principali di RTP sono:
- Fornire sicurezza ai membri della famiglia reale;
- Dirigere e supervisionare l'operato di tutti gli agenti di polizia per garantire un servizio di qualità e il rispetto delle leggi;
- Prevenire e reprimere la criminalità;
- Mantenere l'ordine pubblico e la sicurezza nazionale;
- Svolgere attività di contrasto assegnate dal Primo Ministro a sostegno dello sviluppo nazionale.
Con sede a Bangkok, la RTP è divisa in sei grandi gruppi.

#RoyalThaiPolice #Polizia #Accordibilaterali



EU top court finds indiscriminate storing of convicts’ data illegal


The European Court of Justice (ECJ) has ruled that law enforcement agencies cannot indiscriminately store biometric and genetic data on those who committed criminal offences until their death, it said in a judgement published on Tuesday (30 January).


euractiv.com/section/data-priv…



🐾 “A #scuola per imparare il rispetto per gli animali”: oggi al #MIM il convegno dell’OIPA, con il Sottosegretario Frassinetti, dedicato all’importanza dell’insegnamento del rispetto e della tutela per gli animali nelle scuole italiane.


The Garden State Joins the Comprehensive Privacy Grove


On January 16, 2024, Governor Murphy signed S332 into law, making New Jersey the thirteenth U.S. State to adopt a comprehensive privacy law to govern the collection, use, and transfer of personal data. S332 endured a long and circuitous route to enactment

On January 16, 2024, Governor Murphy signed S332 into law, making New Jersey the thirteenth U.S. State to adopt a comprehensive privacy law to govern the collection, use, and transfer of personal data. S332 endured a long and circuitous route to enactment, having been introduced in January 2022 and amended six times before being passed by both chambers during the waning hours of New Jersey’s legislative session. The law will take effect on January 15, 2025. S332 bears a strong resemblance to other laws following the Washington Privacy Act (WPA) framework, particularly those passed in Delaware, Oregon, and Colorado. Nevertheless, S332 diverges from existing privacy frameworks in several significant ways. In this blog we highlight eight unique, ambiguous, or otherwise notable provisions that set S332 apart in the U.S. privacy landscape.

1. Private Right of Action Confusion


One ongoing controversy regarding S332 is whether the law could provide the basis for a private right of action. S332 specifies that the New Jersey Attorney General has “sole and exclusive authority” to enforce a violation of S332 and that nothing in the law shall be construed as providing the basis for a private right of action for violations of S332. A late amendment removed language stating that S332 should not be construed as providing the basis for a private right of action “under any other law.” Industry members raised concerns that the removal of this language opens up the possibility of private lawsuits by tying alleged violations of the law to causes of action under other laws. In his signing statement, Governor Murphy attempted to assuage industry fears by noting that “nothing in this bill expressly establishes such a private right of action” and “this bill does not create a private right of action under this law or under any other law.” Some industry members remain unconvinced, however, and continue to advocate for clarifying amendments.

2. Data Protection Assessments Prior to Processing


New Jersey joins the majority of state privacy laws in requiring that controllers conduct a data protection assessment (DPA) for any data processing activity that “presents a heightened risk of harm to a consumer.” New Jersey is notable, however, for explicitly requiring that the DPA occur before initiating any such high risk processing activities. Prior to New Jersey, only the Colorado Privacy Act’s implementing regulations required that DPAs occur prior to initiating processing. Following the NetChoice v. Bonta litigation, which saw California’s Age-Appropriate Design Code Act preliminarily enjoined, this requirement could raise First Amendment concerns if it is interpreted as a prior restraint on speech.

3. Thresholds for Applicability


S332 is notable for not including a revenue threshold in its applicability provisions. The law applies to controllers that control or process the personal data of either (a) at least 100,000 New Jersey residents annually, or (b) at least 25,000 New Jersey residents annually and the controller derives revenue from the sale of personal data. Prong (b) differs from the majority of existing privacy frameworks, which tend to require that the controller derive at least a certain percentage of revenue from personal data sales (e.g., 25%) to be covered. This is another similarity between S332 and the Colorado Privacy Act, which sets the same thresholds.

The carve outs in S332 are similar to those in the Delaware Personal Data Privacy Act. S332 includes data-level exemptions for protected health information subject to the Health Insurance Portability and Accountability Act (HIPAA) and “personal data collected, processed, sold, or disclosed by a consumer reporting agency” insofar as those processing activities are compliant with the Fair Credit Reporting Act (FCRA). With respect to the financial industry, S332 joins the majority of states by providing entity-level and data-level exemptions for financial institutions and their affiliates subject to Title V of the Gramm-Leach-Bliley Act (GLBA). Notably, however, S332 does not contain exemptions for nonprofits, higher education institutions, or personal data regulated by the Family Educational Rights and Privacy Act (FERPA).

4. Rulemaking


New Jersey becomes just the third state, after California and Colorado, to provide for rulemaking in its comprehensive privacy law. The Act charges the Director of the Division of Consumer Affairs in the Department of Law and Public Safety with promulgating rules and regulations necessary to effectuate the purposes of S332. This provision includes no details on the timeframe or substance of rulemaking, other than that the New Jersey Administrative Procedure Act applies. As the rulemaking process unfolds, this could be a valuable opportunity for stakeholders to seek clarity on some of S332’s ambiguous provisions.

5. Ambiguity on Authorized Agents and UOOMs


New Jersey joins Colorado, Connecticut, Delaware, Montana, Oregon, and Texas in allowing an individual to designate an authorized agent to exercise the individual’s right to opt out of processing for certain purposes. S332’s authorized agent provision has two ambiguities. First, subsection 8(a) specifies that an individual can designate an authorized agent to “act on the consumer’s behalf to opt out of the processing and sale of the consumer’s personal data.” (Emphasis added.) As written, this provision would create a broad opt-out right with respect to all processing, distinct from the explicitly established opt-out rights in the bill. It is more likely that this provision is intended to be limited to opting-out of processing for the purposes of targeted advertising, the sale of personal data, or profiling in furtherance of decisions that produce legal or similarly significant effects. The second ambiguity is the qualifier that an individual can use an authorized agent designated using technology to opt-out of profiling only “when such technology exists.” It is not clear who or what determines the availability of such technology.

S332 also joins California, Colorado, Connecticut, Montana, Oregon, and Delaware in requiring that controllers allow individuals to opt-out of the processing of personal data for targeted advertising or the sale of personal data on a default basis through a universal opt-out mechanism (UOOM). Designed to reduce the burden on individuals’ attempting to exercise opt-out rights, UOOMs encompass a range of tools providing individuals with the ability to configure their devices to automatically exercise opt out rights through a preference signal when interacting with a controller through a desktop or mobile application. S332’s statutory requirements for a UOOM, however, are ambiguous and inconsistent with those in existing privacy frameworks. Specifically, one requirement is that a UOOM cannot “make use of a default setting that opts-in a consumer to the processing or sale of personal data.” (Emphasis added.) This is clearly inconsistent with the purpose of a universal opt-out mechanism, which is to opt individuals out of such processing.

6. Adolescent Privacy


S332 continues and builds upon a trend of increased privacy protections for adolescents (while legislating around the existing, largely preemptive COPPA regime for individuals 12 and under). For individuals whom the controller actually knows are 13-16 years old or willfully disregards their age, the controller must obtain consent from the teens before processing their personal data for the purposes of targeted advertising, sale, or profiling in furtherance of decisions that produce legal or similarly significant effects. Several states have iterated on adolescent privacy protection in recent years by requiring consent for these processing purposes. Delaware raised the bar when it required such consent for individuals aged 13 through 17, but it did not extend the opt-in consent requirement to profiling. Oregon was the first state to include profiling in the opt-in consent requirement, but its age range was slightly narrow at 13 through 15. New Jersey is unique and arguably goes the furthest by extending the opt-in consent requirement to cover individuals aged 13 through 16 and extending this requirement to profiling in furtherance of decisions that produce legal or similarly significant effects.

7. Expansive Definitions of Sensitive Data and Biometric Data


S332’s definitions of sensitive data and biometric data (which require opt-in consent to process) continue and build upon trends seen in stronger iterations of the WPA framework. S332’s definition of sensitive data includes additional categories seen in a minority of existing privacy frameworks, such as “status as transgender or non-binary” and “sex life.”

S332’s definition of sensitive data also goes beyond the other WPA-style laws in two ways. First, the coverage of health data is slightly expanded to include mental or physical health treatment (in addition to condition or diagnosis). Second, sensitive data also includes “financial information,” which it specifies “shall include a consumer’s account number, account log-in, financial account, or credit or debit card number, in combination with any required security code, access code, or password that would permit access to a consumer’s financial account.” This category is new to the non-California laws.

The definition of biometric data is also broader than in most of the WPA-style laws, which consistently define biometric data as “data generated by automatic measurements of an individual’s biological characteristics.” S332, in contrast, defines biometric data as “data generated by automatic or technological processing, measurements, or analysis of an individual’s biological, physical, or behavioral characteristics,” and it explicitly includes facial mapping, facial geometry, and facial templates in its list of examples. This language is similar to the definitions of biometric data and biometric identifiers in the Colorado Privacy Act Rules.

8. Expanded Right to Delete


Finally, S332 provides an expanded right to delete with respect to third party data, first observed in Delaware. When a controller has lawfully obtained an individual’s personal data from a third party and the individual submits a deletion request, the controller must either (a) retain a record of the deletion request and the “minimum data necessary” to ensure that the individual’s personal data remains deleted and not use that retained information for any other purpose, or (b) delete such data. This is different from the majority of states, which instead allow a controller that obtains personal data from third party sources to respond to a deletion request by retaining such data but opting the individual out of processing activities that are not subject to a statutory exemption (such as fraud prevention or cybersecurity monitoring).


fpf.org/blog/the-garden-state-…



Concorso docenti 2024: domande prova scritta “a sorpresa” per tutti, non c’è un “paniere” di quesiti ufficiali


Le risposte dell’esperta di normativa Sonia Cannas:

> I bandi affermano “Ciascun quesito consiste in una domanda seguita da quattro risposte, delle quali solo una è esatta; l’ordine dei 50 quesiti è somministrato a ciascun candidato in modalità casuale, nel rispetto delle quantificazioni di cui al comma 3. Non si dà luogo alla previa pubblicazione dei quesiti”

> Pertanto, il Ministero non pubblicherà il “paniere” dei quesiti dal quale saranno poi estrapolati quelli della prova scritta.

@Scuola - Gruppo Forum

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SPACE YANTRA


Ho raggiunto via email gli Space Yantra nel bel mezzo del loro viaggio in Amazzonia per una chiacchierata, ecco cosa ne e venuto fuori. Di Andrea Parodi.

iyezine.com/space-yantra
@Musica Agorà

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DEAF – DEAF


In questo poco tempo i DEAF concentrano il meglio della storia del thrash e non solo..

@Musica Agorà

iyezine.com/deaf-deaf

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MARK LANEGAN – SING BACKWARDS AND WEEP


Un libro, ricevuto in dono come regalo natalizio – in lingua originale inglese – che il vostro Reverendo ha avidamente e curiosamente divorato nel giro di poche settimane.
iyezine.com/mark-lanegan-sing-…
@L’angolo del lettore

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📌 Fino al 15 febbraio 2024 sarà possibile presentare sulla piattaforma #Unica la domanda per accedere alle agevolazioni per i viaggi di istruzione e per le visite didattiche, destinate alle famiglie con basso #ISEE.


VERSIONE ITALIANA UE, LA COMMISSIONE EUROPEA ISTITUISCE UN UFFICIO PER LA AI E’ notizia di oggi che la Commissione Europe ha annunciato un nuovo pacchetto di misure a sostegno delle start-up e delle piccole e medie imprese nell’ambito dell’intelligenza artificiale che ha come obiettivo principale quello di sviluppare una AI affidabile e rispettosa delle norme …


ANCORA SUI PORTI: COME AVVIENE IL PASSAGGIO DELLE MERCI ILLEGALI (DROGA COMPRESA). DAL RIP ON/OFF AL CONTAINER “CLONE”


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L’allarme recentemente lanciato dal Belgio, nella sua veste di presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea, e l’accordo da questi ricercato in ambito europeo per rafforzare la sicurezza dei porti dell’intera #UE ha acceso i fari sulla situazione degli scali portuali europei e della merce illegale (dalla droga alle merci contraffatte) che attraverso essi raggiungono il continente e vengono al suo interno smerciate. Dell’argomento abbiamo dato conto sul blog, ma pare opportuno ritornarci per far comprendere gli aspetti operativi dell’attività di contrabbando e superamento delle barriere doganali da parte delle organizzazioni criminali.

I porti dell’UE sono infrastrutture cruciali per il trasporto di merci in tutta Europa e per garantire il buon funzionamento del mercato europeo. Tuttavia, vengono sfruttati anche per trasferire merci illegali nell’UE e sono vulnerabili all’infiltrazione di reti criminali. L’enorme volume di container movimentati ogni anno (ogni anno giungono nel porto di Genova o in quello di Trieste circa 2,8 milioni di container) e la bassa percentuale che può essere ispezionata fisicamente (nel 2021 per i principali porti Ue sono passate 3,5 miliardi di tonnellate di merci lecite. Nei porti italiani a fronte della movimentazione di circa 11 milioni e mezzo di contenitori “teu” solo tra il 2 e il 10% viene ispezionato fisicamente) rendono estremamente difficile il rilevamento delle merci illecite. Dato che molti attori pubblici e privati hanno accesso alle infrastrutture portuali e alle informazioni portuali, le opportunità di infiltrazione e facilitazione delle spedizioni illecite sono molteplici.

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Le reti criminali organizzano l’infiltrazione nei porti e coordinano le reti locali di addetti ai porti corrotti per organizzare il passaggio di container contenenti merci illecite nell’UE. Si affidano a reti mondiali con membri fidati o utilizzano fornitori di servizi dedicati. Funzionano in modo mirato, analizzando i dati privilegiati per selezionare le spedizioni di container che hanno meno probabilità di essere ispezionate e che sono organizzate da società di logistica dove hanno accesso ad attori corrotti.

I METODI: DAL RIP ON/RIP OFF AL CONTAINER “CLONE”

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Con riguardo alla droga, si pensi che il 90% della cocaina arriva via mare. Nel container Il metodo rip on/rip off è uno dei principali impiegati dai trafficanti. Nel porto di partenza, la droga è posta nel container in un luogo facilmente raggiungibile, per essere poi trasportata insieme alla merce da un destinatario/importatore legittimo, spesso ignaro della situazione. A destinazione è recuperata all'interno o all'esterno del porto dalle “squadre di estrazione”. Il metodo di commutazione più recente implica il trasferimento dello stupefacente da un container extra UE ad un altro container che ha meno o nessun rischio di essere controllato. Spesso gli stupefacenti vengono trasferiti in un contenitore intercomunitario trasportato da un paese dell'UE all'altro, poiché questi container vengono raramente controllati. Un'altra variante del metodo di commutazione è la clonazione di container. Questo metodo implica un contenitore pianificato per una scansione e un controllo tramite dogana. Quando il container è trasportato allo scanner, il container originale lascia il porto e viene sostituito da un container “clonato”, con lo stesso numero di registrazione di quello originale. Tutti questi modus operandi richiedono il sostegno degli addetti ai lavori operanti nel porto.

QUALI MISURE PREVENTIVE?


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Una delle misure più efficaci per colmare le lacune nel processo logistico è il principio dell’accesso ai dati e ai sistemi di database. La limitazione dell’accesso ai codici di riferimento dei container da parte delle società di logistica si è già rivelata una soluzione efficace contro questo Modus Operandi. Altre misure preventive che i porti e gli attori legati ai porti devono adottare includono la registrazione e la tracciabilità dell’accesso ai database ai dati sensibili, sistemi di allarme per rilevare irregolarità e maggiori controlli delle credenziali dei camionisti ai terminal per rafforzare le procedure di rilascio dei container. La circolazione di informazioni tra i vari porti europei può essere determinante per scoprire come agiscono le organizzazioni criminali, che trovano metodi nuovi per nascondere i carichi illegali, in particolare di stupefacente.

IL PROBLEMA DELLA CORRUZIONE
La corruzione è il fattore chiave per l’infiltrazione criminale nei porti, poiché i processi logistici svolti nei porti comportano la partecipazione di vari attori che possono essere presi di mira dalla corruzione. Le spese di corruzione possono raggiungere centinaia di migliaia di euro, con le tariffe più alte pagate agli anelli essenziali della catena estrattiva, spesso operatori di gru, progettisti o dipendenti che forniscono accesso alle informazioni tramite sistemi IT.

L’APPROCCIO COMUNE ALLA SICUREZZA DEI PORTI
Una risposta adeguata contro l’appropriazione indebita dei codici di riferimento dei container e di altri Modus Operandi per l’estrazione di droga richiede un approccio a livello europeo, compreso un approccio comune alla sicurezza dei porti e una più stretta cooperazione con i partner privati. I partenariati pubblico-privato possono offrire l’opportunità di scambiare informazioni tattiche e operative, identificare le vulnerabilità nelle procedure portuali a livello europeo e promuovere e implementare misure di sicurezza per colmare le lacune.

#EuropeanPortsAlliance #Alleanzaeuropeadeiporti



Elena Mazzoni* Il destino del termovalorizzatore di Roma è appeso ad una goccia...d'acqua La questione della scarsità della risorsa idrica preoccupa amm



Luigi De Magistris - Ho seguito con interesse il dibattito sul manifesto in vista delle prossime europee e da ultimo l’intervento di Michele Santoro. Consi


FPF Announces International Technology Policy Expert as New Head of Artificial Intelligence


FPF has appointed international technology policy expert Anne J. Flanagan as Vice President for Artificial Intelligence (AI). In this new role, Flanagan will lead the privacy organization’s portfolio of projects exploring the data flows driving algorithmi

FPF has appointed international technology policy expert Anne J. Flanagan as Vice President for Artificial Intelligence (AI). In this new role, Flanagan will lead the privacy organization’s portfolio of projects exploring the data flows driving algorithmic and AI products and services, their opportunities and risks, and the ethical and responsible development of this technology.

Flanagan joins FPF with almost 20 years of experience in international strategic technology governance and development. She has a proven track record of bringing together stakeholders worldwide, including businesses, governments, academics, and civil society organizations, to co-design policy frameworks that address our time’s most intractable technology policy issues.

“Anne is a true leader of efforts to establish policies and standards for emerging technologies,” said Jules Polonetsky, CEO of FPF. “The vast amounts of data that enable AI and the myriad uses are creating some of the most exciting opportunities for progress, but also some of the gravest risks the world has faced. We’re eager for Anne to build on FPF’s extensive current portfolio of AI projects and open up new initiatives.”

As Deputy Head of Division for Telecommunications Policy & Regulation at the Department of Communications, Climate Action, and Environment in Ireland, Flanagan was responsible for developing Ireland’s technical policy positions and diplomatic strategy regarding EU legislation on telecommunications, digital infrastructure, and data. She represented Ireland in the EU Digital Single Market Strategic Group at the European Commission and the Working Party on Telecommunications and Information Society at the Council of the European Union. Flanagan also played a crucial role in the EU’s early approach to AI governance, contributing to the foundational work on the EU’s Digital Single Market.

Since moving to the U.S. in 2019, Flanagan has held several senior positions in technology policy, including at the World Economic Forum’s Centre for the Fourth Industrial Revolution and, most recently, Reality Labs Policy at Meta Platforms Inc. In all of these senior roles, her research and expertise has helped technology business leaders shape responsible and sustainable technology development.

“I have seen global leaders, from governments to CEOs, struggle with developing AI in an ethical and responsible manner,” said Flanagan. “This is complicated by the unprecedented speed in AI innovation and an intersection with other emerging technologies and policy issues. As we think about managing AI, human centricity needs to be at the forefront of any approach, and therefore, the importance of data stewardship becomes vital. I’m excited for this opportunity at such a distinguished organization as the Future of Privacy Forum, where these concerns are already front and center. I look forward to working towards building sustainable and trustworthy policy solutions with diverse stakeholders globally.”

Since 2015, FPF has worked with corporate, civil society, and policy stakeholders to develop best practices for managing risks posed by AI and has worked to assess whether data protection practices such as fairness, accountability, and transparency are sufficient to answer the ethical questions they raise. More recently, FPF explored the challenges and responsible applications regarding AI in the workplace with its 2023 Best Practices for AI and Workplace Assessment Technologies and updated its 2020 report, The Spectrum of Artificial Intelligence and accompanying Spectrum of Artificial Intelligence Infographic. Additional FPF AI projects include Automated Decision-making Under the GDPR, Generative AI for Organizational Use: Internal Policy Checklist, Unfairness By Algorithm: Distilling the Harms of Automated Decision-Making and more.

Flanagan holds a Masters in Economics and Political Science from Trinity College Dublin, a Masters in International Relations from Dublin City University, and a Masters of Business Administration from Trinity College Dublin. A former appointee to the UK Government’s International Data Transfers Expert Council, Flanagan is also a Member of the Board of Advisors of the Innovation Value Institute (IVI) at Maynooth University and a recognized Woman Leader in Data and AI at WLDA.tech.


fpf.org/blog/fpf-announces-int…

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Reti criminali ad alto rischio. Offensiva di Europol e delle forze di polizia di 17 paesi contro le organizzazioni nigeriane


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Tra il 7 e il 9 dicembre 2023 #Europol ha coordinato una massiccia operazione internazionale contro le reti criminali nigeriane attive nell' #UE ed in ambito internazionale, anche grazie a 16 partner provenienti da quattro continenti, che hanno unito le forze per combattere le #reticriminalinigeriane responsabili di una moltitudine di gravi crimini.
Si è trattato di una operazione internazionale senza precedenti, che ha visto impegnate forze dell'ordine di tutta Europa, Africa, Sud America e Nord America per un totale di 468 funzionari ed agenti che hanno preso parte alla giornata di azione.
La repressione ha preso di mira i criminali nigeriani responsabili di reati come il contrabbando e la distribuzione di droga, la tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale, la frode, il contrabbando illegale di rifiuti e il riciclaggio di denaro.
I risultati dell'operazione includono tra l’altro 15 persone arrestate e la individuazione di 18 vittime o potenziali vittime della tratta di esseri umani, mentre sono stati monitorati 398 voli e 13 porti e altri valichi di frontiera
Le reti criminali nigeriane sono note per la tratta di esseri umani e una serie di frodi, ma negli ultimi anni hanno anche guadagnato un forte punto d'appoggio nel traffico di droga in diversi mercati dell'UE, essendo i trafficanti di droga nigeriani particolarmente attivi nel trasporto e nella distribuzione sia di cocaina che di eroina.
Uno dei modus operandi più comunemente osservati per il trasporto di stupefacenti all'interno e all'esterno dell'UE è quello aereo. I corrieri della droga provenienti sia dalla Nigeria che dall'UE fanno viaggi frequenti e contrabbandano droghe sulla loro persona, in genere ingerite, nascoste nelle cavità del corpo o nascoste nei bagagli.

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Inoltre, il quadro di intelligence messo insieme dalle forze dell'ordine internazionali mostra che le reti criminali nigeriane coordinano gran parte del traffico di anfetamine. Questi farmaci vengono solitamente spediti dai paesi africani attraverso l'UE verso destinazioni asiatiche o australiane. Per garantire che i corrieri della droga o le vittime della tratta di esseri umani rimangano sotto il loro controllo, i boss applicano misure come gravi minacce, l'uso di violenza estrema o l'intimidazione con oscure pratiche religiose.

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In genere, le reti criminali nigeriane sono ben organizzate con una gerarchia quasi miliziana. Con la promessa di protezione e potere, le società segrete (note come confraternite o cults) reclutano nuovi membri. Queste società segrete sono talvolta chiamate confraternite. Queste organizzazioni criminali sono state istituite in tutto il mondo e fungono da spina dorsale del crimine organizzato nigeriano.
Durante la fase d'azione, nel dicembre 2023, Europol ha ospitato un centro operativo per coordinare le attività internazionali e effettuare controlli incrociati con la sua banca dati. L'INTERPOL ha supportato l'azione con un analista presso il centro di coordinamento e un team che ha effettuato controlli incrociati a distanza delle banche dati di tutte le organizzazioni e ha fornito competenze sul campo.

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L'attività di contrasto su larga scala è stata sostenuta da @ON, una rete operativa finanziata dal Fondo Sicurezza interna (ISF) dell’Unione Europea, creata per contrastare i gruppi criminali e le forme gravi di criminalità organizzata di stampo mafioso. La rete #@ON si concentra sulle priorità dell'UE in materia di criminalità organizzata delineate nel ciclo programmatico dell'UE. Ricordiamo che la rete operativa @ON ha l’Italia tra i suoi protagonisti; la nostra nazione è rappresentata dalla DIA (Direzione Investigativa Antimafia) in qualità di Project Leader. L’ azione operativa della quale abbiamo raccontato, della durata di due anni, faceva parte del piano d'azione operativo prioritario dell'#EMPACT "Reti criminali ad alto rischio" ed era guidata da Svezia e Belgio.



Dal 1948, dalla Nakba, le Nazioni Unite hanno creato un'agenzia, l UNRWA, United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East) che ha




LISA: parte la missione che studierà le onde gravitazionali dallo spazio l reccom.org

"LISA rileverà, in tutto l’Universo, le increspature nello spaziotempo causate dalla collisione di enormi buchi neri al centro delle galassie. Ciò consentirà agli scienziati di risalire alla loro origine, di tracciare il modo in cui crescono fino a diventare milioni di volte più massicci del Sole e di stabilire il ruolo che svolgono nell’evoluzione delle galassie."

reccom.org/lisa-missione-studi…