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Messaggio di prova
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RECENSIONE : SECRET AGENT HEADCHEESE – ESCAPE FROM ALCATRAZ
Secret agent headcheese: la prima volta che lo sentirete avrete l’effetto (collaterale) di chi ascoltò gli esordi dei Sex Pistols negli anni ’70: “Cos’è ‘sto macello!”…però poi vi piace.
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RECENSIONE : PYRAME – ELECTRONICA MELANCHOLIA (REMIXES)
In questo nuovo ep di remixes del lavoro di Pyrame “Electroncia melancholia” si è proprio scelto la canzone che dà il titolo per nuove vibrazioni elettroniche. I produttori scelti per dare la loro interpretazione del brano sono l’italiano A- Tweed con due remix, il russo Volta Cab e l’ altro italiano Philip Lawns, tutti su Thisbe Recordings.
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Open letter: EU lawmakers call on Meta to scrap its ‘pay or okay’ scheme
In an open letter initiated by Pirate Party MEP and digital freedom fighter Patrick Breyer, 36 Members of the European Parliament have expressed a resolute condemnation of Meta’s controversial ‘pay or okay’ scheme to Nick Clegg, President of Global Affairs at Meta. MEPs express deep concerns regarding the “privacy fee” undermining privacy and data protection, presenting a “false choice” and constituting “economic coercion”. The scheme is currently under scrutiny by the European Data Protection Board (EDPB) and the Commission, and is being litigated in court by consumer organisations.
Pirate Party MEP Patrick Breyer comments the letter:
“Privacy is not a commodity – it’s a fundamental human right that should never be subject to commercial transactions. The ‘pay or okay’ model used by Meta perpetuates inequalities, undermines the very essence of personal security and reinforces unjust systems. Meta’s approach fails to seek genuine consent as required by the GDPR, coercing users into acceptance by making privacy unaffordable. The reason Meta insists in an unlawful consent model is because its business model is dependent on pervasive tracking. We need a true alternative to tracking and targeted advertising, with approaches such as contextual advertising. We urge Meta to scrap its ‘pay or okay’ scheme.”
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In Cina e Asia – Una campagna social della CIA per infangare il PCC?
Una campagna social della CIA per infangare il PCC?
Collasso Sichuan Trust, gli investitori protestano contro il piano di rimborso del governo
Cina, giornalisti della CCTV allontanati con forza dalle autorità locali
Pechino assicura politiche flessibili per le nuove tecnologie mentre lancia un piano per rilanciare i consumi
Cambogia, in programma la cos
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Africa Rossa – L’Africa alle "Due sessioni”
Africa rossa è la rubrica dedicata alla presenza cinese in Africa, a cura di Alessandra Colarizi.
I temi di questa puntata di:
L'Africa alle "Due sessioni"
Il senso di Julius Maada Bio a Pechino
Dopo il cobalto congolese, la Cina punta al litio zimbabwese
FMI: "Il modello cinese in Africa sta cambiando"
Comunità cinese in Africa ai minimi dal 2015
Pelle di asino, ora c'è il ban dell'UA
AfCFTA contro il de-risking
Crisi Mar Rosso, colpiti gli investimenti cinesi nel Corno d'Africa
Tecno supera Samsung in Africa e Medio Oriente
Cina e Russia: un po' "alleati", un po' avversari
L'articolo Africa Rossa – L’Africa alle “Due sessioni” proviene da China Files.
La guerra in Ucraina, un grande affare per Washington
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di Marco Santopadre*
Pagine Esteri, 15 marzo 2024 – Ormai anche a Washington si ammette pubblicamente che le possibilità che l’Ucraina “vinca” la guerra contro la Russia sono ridotte al lumicino.
Lungi dall’aumentare l’isolamento internazionale di Mosca e dall’indebolire la Russia, come previsto e sperato da Washington, le dure sanzioni imposte alla Federazione hanno forzato l’economia del gigante eurasiatico a riconvertirsi velocemente, potenziando il suo apparato militare-industriale e la sua capacità di produrre armi e munizioni.
Inoltre, venuti meno i mercati occidentali, Mosca ha dovuto volente o nolente riorientare una parte importante delle sue relazioni commerciali verso i paesi dell’Asia e incrementare le relazioni con l’Africa, sfruttando proprio il suo potenziale militare.
L’Ucraina, sedotta e abbandonata?
In molti temono ora che le prossime elezioni presidenziali statunitensi vedano prevalere Donald Trump che non fa mistero di voler mollare l’Ucraina al suo destino per cercare un relativo appeasement con Vladimir Putin e poter concentrare i propri sforzi contro la Cina. Nel frattempo i parlamentari repubblicani bloccano l’approvazione di un megapacchetto di aiuti finanziari e bellici all’Ucraina, il cui esercito è sempre più sfiancato e a corto di munizioni, incapace di contrastare efficacemente l’avanzata delle truppe russe soprattutto in Donbass.
Comunque, per gli Stati Uniti il sostegno all’Ucraina non sembra essere più una novità. Le dimissioni, alcuni giorni fa, del sottosegretario al dipartimento di Stato Victoria Nuland, prima tra i principali attori del cambio di regime a Kiev nel 2014 e poi sponsor fondamentale del sostegno economico e militare all’Ucraina, confermano il disimpegno di Washington.
Mentre l’establishment europeo e in particolare la Francia gonfiano il petto e pensano di sfruttare il parziale dietrofront degli Stati Uniti per ergersi a strenui difensori di Kiev, costi quel che costi – ma saranno in grado di trasformare le altisonanti dichiarazioni in atti concreti, rischiando di entrare in rotta di collisione diretta con la Russia e di scatenare una guerra su vasta scala? – in Ucraina aumenta il numero di quanti nutrono forti dubbi sulla scelta di affidarsi strategicamente a Washington, col rischio di essere sedotti e abbandonati.
La Nato torna in auge e conquista nuovi membri
In fondo, se pure dovesse tirare i remi in barca e lasciare campo libero alla Russia in Ucraina aprendo magari un nuovo fronte con Mosca in un altro quadrante – o potrebbe essere proprio la dirigenza russa a farlo al fine di sfruttare il momento positivo – Washington avrebbe comunque ottenuto numerosi risultati utili a frenare il declino e la crisi della principale superpotenza globale, assediata dalla nascita e dal rafforzamento di una nuova schiera di potenze internazionali e regionali che aspirano ad un posto al sole e ne mettono quindi in discussione il primato.
Innanzitutto gli Stati Uniti sono riusciti a rivitalizzare la NATO – che, non è un segreto, è un’alleanza militare ad uso e consumo dei suoi interessi geopolitici – e a convincere i partner europei ad aumentare in maniera rapida e consistente le spese destinate al comparto difesa e a finanziare l’Alleanza Atlantica. La guerra in Ucraina ha permesso a Washington di vincere le resistenze di alcuni governi europei e di congelare chissà per quanti anni la nascita di un vero esercito europeo che invece, prima dell’invasione russa, sembrava prendere quota. Inoltre Washington ha ottenuto l’ingresso nell’alleanza di Svezia e Finlandia che a lungo erano rimasti neutrali dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Il boom delle esportazioni di armi
Come se non bastasse, come certificato dal Sipri (Stockholm International Peace Research institute) gli Stati Uniti hanno fortemente incrementato la vendita di armi arrivando a fornire più di metà di quelle acquistate dagli eserciti europei. Nell’ultimo quinquennio Washington ha venduto sistemi bellici a ben 107 diversi Stati. Per la prima volta negli ultimi 25 anni, Washington è diventata la principale esportatrice verso l’Asia, anche grazie al boom degli acquisti di armi da parte del Giappone (+155%) e alla crescita della Corea del Sud (+6,5%).
A beneficiare del boom delle esportazioni – e delle vendite al governo statunitense, desideroso di rimpinguare i propri arsenali intaccati dai trasferimenti alle forze armate ucraine – sono stati colossi come la Lockheed Martin, il Northrop Grumman, General Dynamics e Raytheon Technologies, i cui soci nel solo 2022 si sono spartiti dividendi per ben 17 miliardi di dollari, grazie all’aumento del volume d’affari del 49% rispetto all’anno precedente. Secondo i dati pubblicati dalla Federal Reserve, negli ultimi due anni il comparto difesa statunitense ha aumentato il proprio fatturato del 18%.
Gli USA scalano la classifica degli esportatori di gas e petrolio
Per quanto riguarda il comparto energetico, con la distruzione – anche fisica – dei corridoi tra Germania e Federazione Russa gli Stati Uniti si sono imposti come uno dei principali fornitori di gas naturale liquefatto dei paesi europei, venduto ad un prezzo assai superiore a quello del carburante esportato da Mosca attraverso il Nord Stream ed altre pipeline.
Se le sanzioni imposte a Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina avevano l’obiettivo dichiarato di comprimere le esportazioni energetiche russe svuotando le casse di Putin, hanno prodotto soprattutto l’aumento delle esportazioni di idrocarburi statunitensi nel continente europeo, riempiendo le casse di Washington.
Le esportazioni record del 2023 hanno trasformato gli Stati Uniti nel maggior esportatore mondiale di Gnl – estratto in gran parte con il metodo, molto inquinante, della fratturazione idraulica che prevede l’iniezione nel terreno di grandi quantità di acqua e di solventi chimici – davanti al Qatar e all’Australia. Nonostante il calo delle ultime settimane le previsioni indicano che Washington manterrà il primato anche nel 2024.
Anche le vendite di petrolio statunitense ai paesi europei sono cresciute notevolmente; secondo i dati pubblicati dall’Energy Information Administration, ad esempio, nel settembre scorso gli Stati Uniti producevano ogni giorno circa 13,2 milioni di barili di greggio al giorno, il livello più alto mai raggiunto.
Nel 2023 il totale delle importazioni di greggio statunitense da parte dell’Europa ha raggiunto il 46% contro il 37% del 2021. Al contrario, l’Asia ha comprato meno petrolio statunitense, passando dal 47 al 41%, mentre le esportazioni russe – soprattutto a India, Cina e Pakistan – sono salite.
Victoria Nuland in piazza Majdan a Kiev nel 2013
La crisi tedesca ed europea
Se l’Unione Europea ha insistentemente puntato a ridurre al minimo la propria dipendenza energetica dalla Russia ha però aumentato notevolmente quella nei confronti degli Stati Uniti, e a caro prezzo.
L’aumento del costo delle forniture energetiche e la feroce speculazione innestata dalle sanzioni alla Russia hanno infatti spinto in alto l’inflazione in tutti i paesi europei – e non solo – causando un danno economico enorme ai ceti medi e soprattutto alle fasce più deboli della popolazione che hanno visto erodere in maniera consistente il proprio potere d’acquisto.
L’economia tedesca, poi, ha subito un gravissimo contraccolpo anche a causa dell’interruzione dei flussi commerciali ed energetici con la Russia e della crescente concorrenza cinese e statunitense, entrando in crisi per la prima volta dopo parecchi decenni. L’aumento esponenziale dei costi energetici, infatti, ha ridotto notevolmente la competitività della manifattura europea, soprattutto di quella tedesca.
Al contrario, nell’agosto del 2022, il governo statunitense ha varato il cosiddetto “Inflation Reduction Act”, un enorme piano di sussidi e incentivi alla propria industria per un totale di 400 miliardi di dollari che ha permesso alla produzione industriale di Washington di rimanere competitiva e di attirare sul suolo americano anche produzioni estere o di ottenere il ritorno in patria di produzioni precedentemente esternalizzate.
Comunque vada a finire, gli Stati Uniti hanno tratto enormi vantaggi dalla situazione di polarizzazione bellica venutasi a creare dopo l’invasione russa dell’Ucraina, quantomeno nei confronti dell’Unione Europa il cui rafforzamento, sul piano militare, economico e politico è sempre stato considerato dall’establishment statunitense un processo da contrastare.
Come scrive il Wall Street Journal, i supporters del sostegno all’Ucraina di solito invocano gli interessi strategici dell’occidente o gli obblighi morali degli Stati Uniti nei confronti della difesa della libertà e della democrazia. Ma la verità è che la guerra in Ucraina è stata una vera manna per l’economia statunitense. Pagine Esteri
* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, El Salto Diario e Berria
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LA LEGGE EUROPEA SULL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE E L'IDENTIFICAZIONE BIOMETRICA DA PARTE DELLE FORZE DI POLIZIA
La legge europea sull’intelligenza artificiale stabilisce norme per l’uso dell’intelligenza artificiale (#AI) nell’Unione europea (#UE) e mira a garantire che i sistemi di intelligenza artificiale non comportino rischi sistemici per l’Unione. Il testo (europarl.europa.eu/doceo/docum…) non verrà promulgato prima di maggio 2024 e le regole dell’AI Act entreranno in vigore a scaglioni.
Il Regolamento si basa sul livello di rischio, con obblighi graduati in base a esso, dalle pratiche inaccettabili, agli usi ad alto rischio, quelli che necessitano di trasparenza (come chatbot, AI generative e deepfakes) e quelli a basso rischio, regolati da principi generali.
Tra le pratiche vietate di AI rientrano la manipolazione o l'inganno a fini di distorsione del comportamento, i sistemi che sfruttano le vulnerabilità, la categorizzazione biometrica che viola i diritti personali, la classificazione di individui o gruppi sulla base di comportamenti o caratteristiche sociali, l'identificazione biometrica remota in tempo reale in pubblico per le forze dell'ordine, profilazione di individui per comportamenti criminali, database di riconoscimento facciale non autorizzati e deduzione di emozioni nelle istituzioni senza ragioni mediche o di sicurezza. In particolare, i sistemi di AI che non presentano rischi significativi per la salute, la sicurezza o i diritti fondamentali delle persone fisiche non saranno considerati ad alto rischio se soddisfano criteri specifici. I modelli di AI per scopi generali devono soddisfare obblighi quali la manutenzione della documentazione e la cooperazione con le autorità. I deep fake, definiti come contenuti ingannevoli generati dall'intelligenza artificiale, richiedono la divulgazione se non legalmente autorizzati o fanno parte di opere artistiche. Inoltre, il watermarking dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale è obbligatorio per motivi di trasparenza, per cui i fornitori devono garantire una marcatura efficace e la compatibilità con gli standard tecnici.
Sebbene la legge copra vari aspetti della regolamentazione dell’AI, comprese disposizioni per diversi settori, non delinea specificamente cosa una forza di polizia può o non può fare con l’AI.
Gli aspetti maggiormente critici riguardano l'identificazione biometrica.
A tale riguardo l'art. 26, comma 10, così recita: “ nel quadro di un'indagine per la ricerca mirata di una persona sospettata o condannata per aver commesso un reato, il deployer di un sistema di IA ad alto rischio (elenco nell' Allegato III, ndr) per l'identificazione biometrica remota a posteriori chiede un'autorizzazione, ex ante o senza indebito ritardo ed entro 48 ore, da parte di un'autorità giudiziaria o amministrativa la cui decisione è vincolante e soggetta a controllo giurisdizionale, per l'uso di tale sistema, tranne quando è utilizzato per l'identificazione iniziale di un potenziale sospetto sulla base di fatti oggettivi e verificabili direttamente connessi al reato. Ogni uso è limitato a quanto strettamente necessario per le indagini su uno specifico reato. Se l'autorizzazione richiesta di cui al primo comma è respinta, l'uso del sistema di identificazione biometrica remota a posteriori collegato a tale autorizzazione richiesta è interrotto con effetto immediato e i dati personali connessi all'uso del sistema di IA ad alto rischio per il quale è stata richiesta l'autorizzazione sono cancellati.” (...) In nessun caso tale sistema di IA ad alto rischio per l'identificazione biometrica remota a posteriori è utilizzato a fini di contrasto in modo non mirato, senza alcun collegamento con un reato, un procedimento penale, una minaccia reale e attuale o reale e prevedibile di un reato o la ricerca di una determinata persona scomparsa. Occorre garantire che nessuna decisione che produca effetti giuridici negativi su una persona possa essere presa dalle autorità di contrasto unicamente sulla base dell'output di tali sistemi di identificazione biometrica remota a posteriori. (...). Indipendentemente dalla finalità o dal deployer, ciascun uso di tali sistemi di IA ad alto rischio è documentato nel pertinente fascicolo di polizia e messo a disposizione della pertinente autorità di vigilanza del mercato e dell'autorità nazionale per la protezione dei dati, su richiesta, escludendo la divulgazione di dati operativi sensibili relativi alle attività di contrasto“
L’AI Act mira a stabilire un quadro per garantire l’uso etico e responsabile dell’AI, che include la gestione dei potenziali rischi e la garanzia del controllo umano sulle decisioni critiche.
Le limitazioni e le normative specifiche riguardanti l’uso dell’intelligenza artificiale da parte delle forze di polizia possono variare tra i diversi Stati membri dell’UE. La legge sull’intelligenza artificiale fornisce un quadro completo per la regolamentazione dell’IA, ma l’attuazione e l’applicazione di tali regolamenti saranno effettuate a livello nazionale.
GAZA. Nuovo massacro di affamati. Decine di morti e feriti alla rotonda Kuwait
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della redazione
Pagine Esteri, 15 marzo 2024 – Il ministero della sanità di Gaza riferisce che decine di civili palestinesi sono stati uccisi e feriti in un nuovo massacro avvenuto ieri sera alla rotonda Kuwait a Gaza city dove migliaia di persone si erano riunite in attesa di aiuti umanitari. Il morti sono almeno 21 e 150 i feriti, secondo fonti dell’ospedale al Shifa.
Gli scampati riferiscono che all’improvviso la folla è stata colpita da raffiche sparate da elicotteri e droni. Israele nega di aver fatto fuoco.
Un testimone ha dichiarato che si attendeva alle 22 locali l’arrivo di convoglio di camion con cibo e altri aiuti umanitari. Un video ripreso da un giornalista, mostra numerosi corpi sul luogo del massacro, compresi bambini.
Lo scorso 29 febbraio in Rashid Street, a ovest di Gaza City, vicino alla rotonda Nabulsi, almeno 117 palestinesi furono uccisi dal fuoco di soldati israeliani o morirono nella calca poco dopo l’arrivo di 30 autocarri.
Dal 7 ottobre scorso 31.341 palestinesi sono stati uccisi e 73.134 feriti dall’offensiva militare israeliana. Altre migliaia sono dispersi.
Seguono aggiornamenti
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imolaoggi.it/2024/03/14/marine…
EU Health Data Space on the finishing line: Will our health data be shared across Europe without giving us a say?
The final negotiations (trilogue) on the European Health Data Space are taking place in Brussels this evening. One of the negotiators, Pirate Party MEP and privacy expert Patrick Breyer, points to a potentially momentous last-minute change:
“The right of patients to object to cross-border access to their patient file (Article 8F(2)) is in danger of being removed. Any nationally created electronic health record could thus automatically be made available to foreign practitioners, authorities and researchers, among others. This is contrary to the interests and wishes of patients, only a minority of whom, according to a public opinion poll commissioned by consumer organisation BEUC, agree to cross-border access to their patient records. It also does not even come close to doing justice to the sensitivity of the data, which includes records on addictions, mental disorders, abortions, sexually transmitted diseases and reproductive disorders.”
Breyer also points out other sticking points in the negotiations:
“Depending on the outcome of the negotiations, you could see your sexually transmitted diseases and sexual disorders, impotence and infertility, abortions, addictions and mental illnesses transferred to health ministries, universities and health insurance companies – without any patient control, without a guaranteed right to opt-out or any requirement for consent, even for the most intimate conditions. The patient data could be accessible under a pseudonym and remain identifiable. Ultimately, this could mean the end of medical confidentiality and deterring patients from seeking urgently needed treatments for fear of stigmatisation, possibly even resulting in suicides. Profit interests could be blatantly prioritised over the interests of patients.
Independent certification of the security of European health data systems may not be required. And the storage of our patient records threatens to be permitted even outside Europe, for example in the USA.
Overall, EU governments and the EU Commission want to accumulate, interconnect and pass on the most sensitive patient records without wanting to guarantee patients’ control over their data. , ‘Anything goes, no obligations’ is not an approach that patients can trust. Without trust, a European Health Data Space cannot exist. According to surveys, more than 80% of EU citizens want to decide for themselves about the transfer of their patient records to third parties.”
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Le badilate sui denti prese dal cancelliere tedesco Scholz a cura del primo ministro della Malesia Anwar Ibrahim hanno una rilevanza storica.
Erano uno accanto all'altro in conferenza stampa e dopo i classici discorsi ipocriti e pieni di doppi standard che ostacolano la pace non solo in Palestina ma in tutto il mondo da parte di Scholz (il cancelliere più imbecille della storia tedesca), Anwar Ibrahim gli ha risposto così:
"Non è possibile trovare una soluzione essendo così unilaterali, guardando solo a una questione particolare e cancellando 60 anni di atrocità. La soluzione non è solo liberare gli ostaggi. E gli insediamenti? Che dire del comportamento dei coloni adesso? Continua ogni giorno! E l'espropriazione? La loro terra, il loro diritto, la loro dignità, i loro uomini, le loro donne, i loro figli? Questi non sono preoccupanti? Dove abbiamo buttato via la nostra umanità? Perché questa ipocrisia?" (Fonte)
Game, set, match!
T.me/GiuseppeSalamone
GAZA. Attacco a un magazzino dell’Unrwa, cinque palestinesi uccisi tra cui un 15enne
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della redazione
Pagine Esteri, 14 marzo 2024 – Un dipendente dell’Unrwa è rimasto ucciso e diversi altri feriti nell’attacco aereo israeliano di ieri ad un centro di distribuzione alimentare a Rafah, sul confine con l’Egitto. Nel raid sono rimaste uccise altre quattro persone, tra cui un ragazzo di 15 anni e un dirigente di Hamas, Mohammed Abu Hasna, l’obiettivo dell’attacco secondo il portavoce militare israeliano.
Dura la protesta di Philippe Lazzarini, il commissario generale dell’agenzia dell’Onu che assiste i profughi palestinesi, che ha parlato di un attacco “contro uno dei pochi centri di distribuzione dell’Unrwa ancora aperti a Gaza mentre le scorte di cibo per la popolazione civile stanno terminando”. Il personale dell’Unrwa che si trovava nel magazzino ha riferito che i presenti stavano confezionando aiuti da consegnare a famiglie bisognose durante il mese di Ramadan quando sono esplosi due missili.
L’Unrwa riferisce che 165 suoi dipendenti sono morti nei bombardamenti israeliani nei cinque mesi di guerra e più di 400 persone sono state uccise mentre cercavano rifugio sotto la bandiera delle Nazioni Unite. Per Israele invece quella di ieri è stata una operazione mirata, che ha portato all’eliminazione un membro importante delle unità di combattimento di Hamas.
Nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 69 palestinesi, in totale dal 7 ottobre sono 31.341.
Nel frattempo, i rapporti tra l’agenzia dell’Onu e lo Stato ebraico restano molto tesi. Israele accusa l’Unrwa di sostenere Hamas e alla fine di gennaio ha denunciato che 12 dipendenti dell’agenzia che avrebbero preso parte il 7 ottobre all’attacco del movimento islamico che ha causato circa 1200 morti israeliani. Subito dopo gli Usa e una ventina di paesi hanno sospeso i finanziamenti all’agenzia dell’Onu e Washington potrebbe non riprenderli più.
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Il #MIM festeggia l’evento dedicato alla costante matematica più famosa, con l’obiettivo di testimoniare il quotidiano impegno della scuola per sensibilizzare e avvicinare gli studenti allo stud…
Ministero dell'Istruzione
Anche quest’anno il #14marzo è dedicato al #PiGrecoDay. Il #MIM festeggia l’evento dedicato alla costante matematica più famosa, con l’obiettivo di testimoniare il quotidiano impegno della scuola per sensibilizzare e avvicinare gli studenti allo stud…Telegram
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Weekly Chronicles #67
Questo è il numero #67 di Privacy Chronicles, la newsletter che ti spiega l’Era Digitale: sorveglianza di massa e privacy, sicurezza dei dati, nuove tecnologie e molto altro.
Cronache della settimana
- Le nuove automobili sono una miniera di dati (i tuoi)
- Dove vai di bello?
- Incognito Market ricatta i suoi utenti
Lettere Libertarie
- Le lezioni di Rand e Orwell
Rubrica OpSec
- Smalto per le unghie e OpSec
Le nuove automobili sono una miniera di dati (i tuoi)
Nel corso dello scorso anno hai frenato bruscamente 37 volte, per 15 volte hai parcheggiato per più di 4 ore in zone pericolose della tua città e in ben 192 episodi hai superato i limiti di velocità. Per questo, la tua assicurazione auto aumenterà del 30%.
Nessuno lo dice, ma ben presto sarà una realtà diffusa e normale. È quello che accade nel nuovo mercato digitale dei dati del settore automotive. Le auto moderne sono strumenti di estrazione dati con le ruote che raccolgono un quantitativo enorme d’informazioni su chi vi siede all’interno. Alcuni marchi sono peggio degli altri, ma tutti ormai sono ben lanciati.
Per ora gli effetti collaterali di questa sorveglianza di massa su ruote sono noti soltanto a coloro che hanno l’abitudine di condividere volontariamente dati con l’assicurazione per diminuire (o aumentare) il premio.
Dagli Stati Uniti, che come al solito guidano l’avanzata, ci sono già casi di persone che hanno ricevuto aumenti dell’assicurazione in base al loro stile di guida. Il fenomeno non è passato inosservato anche ai piani alti, tanto che il 27 febbraio il senatore Edward Markey ha scritto una lettera alla Federal Trade Commission per chiedere l’inizio di un’istruttoria in merito ai dati raccolti dai produttori d’auto (e poi venduti al miglior offerente).
Nella lettera, si legge: […] from the basic functioning of different vehicle features to realtime location information to biometric information, carmakers now have access to a wide variety of sensitive data on drivers and passengers. Auxiliary devices from smartphones to sensors for insurance purposes may also share data directly with vehicles.
La questione privacy e automobili non è solo legata al mercato: conosciamo almeno un esperimento italiano, quello di Move-In a Milano, in cui lo Stato ha obbligato decine di migliaia di persone a installare una scatola nera sulla propria auto per “limitare l’inquinamento”. E se gli stessi dati che oggi sono usati per aumentare il premio assicurativo, saranno poi sfruttati per vietarci di circolare, o per introdurre qualche tassa sullo stile di guida inquinante?
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Dove vai di bello?
E se le automobili sono una miniera di dati, così anche lo sono le strade che percorriamo ogni giorno. Quante telecamere incrociamo nel tragitto casa-lavoro? Sarebbe interessante iniziare a contarle. Probabilmente neanche gli impiegati comunali e i vigili urbani lo sanno.
In Svizzera, ad esempio, hanno perso il conto delle nuove telecamere per la ricerca automatizzata di veicoli e per il monitoraggio del traffico. Sembra però, secondo un recente articolo, che ce ne siano parecchie nelle zone di confine.
Gli intermediari di dati svedesi rivendicano la protezione legale dei giornalisti per eludere la normativa UE Grazie a una scappatoia nella legge nazionale, gli intermediari di dati possono esentare la loro attività dalla legge sulla privacy dell'UE. Ciò consente la vendita incontrollata dei dati personali di milioni di persone in Svezia
ANCHE L’ITALIA IN UNA ATTIVITÀ EUROPEA CONTRO GLI ABUSI SESSUALI VERSO MINORI
Sulla base di tecniche investigative condivise e acquisite in un seminario didattico sostenuto da #Europol, 57 uomini sospettati di possedere e condividere raffigurazioni di abusi sessuali su minori sono stati arrestati e diversi bambini sono stati protetti da abusi fisici o potenziali. La formazione e l'azione successiva, organizzata nell'ambito dell'EMPACT, si sono svolte nel settembre 2023, ed i dettagli sono stati rilasciati solo ora.
La Danimarca ha ospitato agenti delle forze dell'ordine di 27 paesi europei (Italia compresa) per un corso di formazione su come indagare sulle immagini di abusi sessuali su minori distribuite tramite reti di condivisione di file.
Gli agenti hanno imparato come condurre indagini mirate contro autori sospettati di aver abusato dei propri figli o almeno di possedere e distribuire materiale raffigurante abusi sessuali su minori. Nel corso dell'azione sono stati sequestrati oltre 100.000 fascicoli illegali. Poiché l’esame forense dei dispositivi digitali sequestrati è ancora in corso, gli investigatori stimano che un totale di oltre un milione di immagini e video verranno ritrovati e confiscati.
La formazione è stata tenuta da investigatori esperti e si è concentrata su come utilizzare varie reti di condivisione di file per cercare autori di reati che possiedono e distribuiscono materiale raffigurante abusi sessuali su minori.
Un altro scopo era quello di scoprire se gli autori del reato fossero in possesso di materiale testuale come manuali pedofili sull'adescamento o sull'abuso sessuale sui bambini.
Gli uomini arrestati in questa attività per aver scaricato e diffuso materiale pedopornografico hanno utilizzato la connessione #peer-to-peer. Le reti peer (P2P) individuate provengono da usuari di tutti i ceti sociali, di età compresa tra 23 e 72 anni. Quattro dei sospettati sono insegnanti di scuola e un sospettato lavora con bambini disabili, il che rende ancora più significativo questo sforzo di applicazione della legge.
Europol classifica gli autori di reati che possiedono o distribuiscono materiale raffigurante abusi sessuali su minori e contemporaneamente possiedono manuali su come commettere abusi sessuali, come obiettivi di alto valore. Ciò perché si presume che siano i più propensi ad abusare fisicamente dei bambini.
Le 57 indagini nazionali sui crimini commessi dalle persone arrestate costituiranno anche un punto di partenza per ulteriori azioni di contrasto, con ulteriori arresti e sequestri previsti in tutta Europa. Europol ha facilitato lo scambio di informazioni tra tutti i paesi coinvolti e ha ulteriormente migliorato il quadro operativo attraverso controllare i dati sequestrati e fornire pacchetti di intelligence per proseguire il lavoro investigativo.
Alcuni dei sospettati arrestati avevano accesso diretto ai bambini attraverso la loro professione, mentre dieci sospettati hanno figli propri. Almeno un bambino è stato salvato da abusi fisici in corso, gli altri bambini possono essere considerati salvaguardati da potenziali abusi.
Le forze dell’ordine europee, in collaborazione con i partner pertinenti tramite #EMPACT, si concentrano sulla lotta alla distribuzione e al possesso di materiale abusivo sulle reti di file sharing.
Attraverso l’iniziativa #Police2Peer, i file che appaiono come materiale pedopornografico vengono messi a disposizione di coloro che lo cercano, dissipando l’illusione della “sicurezza nei numeri” sulle reti peer-to-peer. Ciò significa che l'iniziativa Police2Peer sta facendo esattamente ciò che suggerisce il nome: la polizia sta mettendo a disposizione di coloro che lo cercano file che sembrano essere materiale pedopornografico e provenienti da un'altra persona con un interesse sessuale simile nei confronti dei bambini. Una volta che qualcuno inizia a scaricare quello che sembra essere un file di abuso o rende disponibili i propri file illegali sulla rete, saremo lì per condividere i nostri file con loro. Questi file non sono materiale pedopornografico, anche se sembra che lo siano: sono file senza alcun contenuto o file che raffigurano agenti di polizia di alcuni dei nostri paesi partner, che informano chi li scarica dei rischi che stanno correndo. Questi file, sebbene sembrino contenere contenuti illeciti, sono chiari avvertimenti o mostrano agenti di polizia di paesi partner, sottolineando che gli utenti che condividono materiale abusivo non sono né sicuri né irrintracciabili. Inoltre, la campagna di prevenzione #SayNo! di Europol, diffusa in oltre 30 paesi, educa genitori, bambini, e insegnanti sui rischi online e fornisce indicazioni sulle misure di segnalazione e prevenzione. Il link al filmato promozionale di Say No! sulla rete INVIDIOUS qui: inv.vern.cc/watch?v=f4PXcAjRgt…
Paesi partecipanti all’attività di formazione ed operativa: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca (capofila del progetto), Estonia, Finlandia, Francia (co-leader dell'azione), Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia (co-leader dell'azione), Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Islanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Svizzera, Ucraina
Don’t Forget: FediForum is Coming Soon!
The Fediverse’s favorite unconference, FediForum, is happening on March 18th and 19th. It’s a wonderful opportunity for community members, developers, designers, and builders to come together to share what they’ve been working on, and how to deal with various challenges in the space. Attendees are encouraged to break out into discussions, share their insights, and consider other perspectives.
Themes for FediForum March 2024
Judging from the list of proposed subjects, it’s easy to spot a few recurring themes:
- Trust & Safety – Tooling, Moderator Resources, Moderation and Governance, Regulatory Challenges
- Demos – NodeBB, Distributed.Press, PieFed, ActivityPods, Sora
- Standards – Interoperability, Protocol Extensions, Different flavors of ActivityPub like RDFpub
- Identity – DIDs, Ownership, Identity Re-use across services, identity attestation/verification
Live Coverage
We want to try to do something different for this FediForum: treat it like an Apple WWDC event. We’re going to attempt live coverage of the talks, demos, and events during the two-day unconference. The goal is to provide an insight into major developments happening across the Fediverse, with an emphasis on ideas and initiatives to help make the network better.
We’re currently experimenting with some tools to make it possible, but we think that there will be a lot of big presentations that need to be covered. Keep an eye on our site next week during the conference!
Tickets are Still Available!
You can still hop over to the FediForum site and order tickets to attend. The following pricing tiers are below:
- General Ticket – $40
- Almost Free Ticket – $199
- Contributor Ticket – $100
- Platform Employee Ticket – $250
If you have the funds to spare, we highly encourage going with the $100 Contributor Ticket. This helps offset the cost of $1.99 Almost Free Tickets for attendees that might not be able to attend otherwise.
We can’t wait to see what everyone has to share next week! Join us if you’re able, and check in on We Distribute next week for live coverage of event discussions.
The post Don’t Forget: FediForum is Coming Soon! appeared first on We Distribute.
FPF Statement on the adoption of the EU AI Act
“Today the European Union adopted the EU AI Act at the end of a long and intense legislative process. At the Future of Privacy Forum we believe that multistakeholder global approaches and advancing common understanding in the area of AI governance are key to ensuring a future with safe and trustworthy AI, one that protects fundamental rights while promoting innovation to benefit society.
The EU AI Act is a comprehensive, binding law, with broad extraterritorial effect and is therefore poised to play a crucial role in the global debate on AI regulation. We welcome the openness and foresight of the European Union’s lawmakers to adopt a definition of AI systems that is interoperable with that proposed by the OECD.
At the same time, we acknowledge the long and complicated road ahead to make the provisions of the EU AI Act effective in practice. With personal data playing a key role in the development and deployment of AI systems, we at the Future of Privacy Forum are paying particular attention to how privacy and data protection norms around the world interact with AI governance frameworks such as the EU AI Act. We will continue to explore this complicated question with research, convenings, and evidence-based tools related to AI governance.”
Jules Polonetsky, CEO of the Future of Privacy Forum
For a list of existing FPF Resources on the EU AI Act, see our new dedicated webpage.
📌 Il #MIM in collaborazione con l'Associazione Internazionale dei Cavalieri del Turismo promuove, per l'edizione dell'anno scolastico 2023/2024, il bando di concorso "Immagina il tuo futuro!" per il XX° Premio annuale delle profe…
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola 📌 Il #MIM in collaborazione con l'Associazione Internazionale dei Cavalieri del Turismo promuove, per l'edizione dell'anno scolastico 2023/2024, il bando di concorso "Immagina il tuo futuro!" per il XX° Premio annuale delle profe…Telegram
ESERCITAZIONE ORGANIZZATA DA EUROPOL PER SMANTELLARE I CONTENUTI TERRORISTICI ONLINE
Il 7 marzo 2024 #Europol, in collaborazione con la Commissione europea, ha organizzato una esercitazione simulata per testare il protocollo di crisi dell' #UE (EUCP).
L'esercitazione si è svolta nel quadro del Forum Internet dell'UE ed ha esaminato la collaborazione tra le autorità governative e l'industria tecnologica per contenere la diffusione virale di contenuti terroristici ed estremisti violenti online all'indomani di un evento terroristico.
Tra gli elementi testati c'era l'interazione del #ProtocollodicrisidellUE con il nuovo obbligo per i prestatori di servizi di hosting, introdotto dall'articolo 14.5 del Regolamento (UE) 2021/784 sulla lotta alla diffusione di contenuti terroristici online, di informare tempestivamente le autorità competenti quando vengono a conoscenza di contenuti terroristici che comportano una minaccia imminente alla vita.
L'esercitazione di quest'anno ha riunito rappresentanti delle forze dell'ordine coinvolti nell'applicazione del protocollo di crisi dell'UE e del regolamento, fornitori di servizi online, il Global Internet Forum to Counter Terrorism (#GIFCT), nonché i responsabili politici dei governi e degli organismi dell’UE.
Il protocollo di crisi dell’UE, adottato dai ministri della Giustizia e degli Affari interni nell’ottobre 2019, è un meccanismo volontario che consente agli Stati membri dell’UE e alle piattaforme online di rispondere rapidamente e in modo coordinato alla diffusione di contenuti terroristici online in caso di attacco terroristico, garantendo allo stesso tempo una forte protezione dei dati e la tutela dei diritti fondamentali.
Lo sviluppo del protocollo avvenne all’indomani dell’attacco terroristico a Christchurch, in Nuova Zelanda, nel 2019, in base al quale i leader dei governi, dell’industria tecnologica, della società civile e della Commissione europea hanno concordato il “Christchurch Call for Action”. Da allora, altri meccanismi di crisi sono stati sviluppati sia a livello nazionale che nel settore tecnologico.
L'attuazione pratica del protocollo viene testata annualmente attraverso esercitazioni pratiche. Dopo diversi esercizi pratici e l’attivazione del protocollo nel 2020, l’ #EUCP è stato rivisto nel 2023 per integrare gli insegnamenti appresi.
Le principali novità dell’aggiornamento includono il chiarimento del rapporto tra il Protocollo di crisi volontario dell’UE e il Regolamento, in particolare l’art. 14(5), criteri di attivazione perfezionati, maggiore attenzione all’interoperabilità con altri meccanismi di risposta alle crisi, maggiore protezione delle libertà fondamentali, tra l'altro attraverso processi di debriefing e indicazioni sulla risposta alle riprese degli astanti.
Europol ha assunto un ruolo centrale nell’attuazione del protocollo di crisi dell’UE gestendo il coordinamento dello scambio di informazioni e della comunicazione tra le parti interessate in modo rapido e sicuro. Gli atti di terrorismo in Francia (Arras, Parigi), Belgio (Bruxelles) e l'attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas contro Israele hanno ulteriormente dimostrato l'importanza di interrompere la diffusione della propaganda terroristica ed estremista violenta durante e in seguito agli attacchi terroristici, sostenendo allo stesso tempo le indagini.
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FPF Files COPPA Comments with the Federal Trade Commission
Today, the Future of Privacy Forum (FPF) filed comments with the Federal Trade Commission (Commission) in response to its request for comment on the Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) proposed rule.
As technology evolves, so must the regulations designed to protect children online, and FPF commends the Commission’s efforts to strengthen COPPA. In our comments, we outlined a number of recommendations and considerations that seek to further refine and update the proposed rule, from how it would interact with multiple provisions of a key student privacy law to the potential implications of a proposed secondary verifiable parental consent requirement.
To amplify the questions about how COPPA would interact with the Family Educational Rights and Privacy Act (FERPA), FPF was also one of 12 signatories to a multistakeholder letter addressed to the Commission and Department of Education urging the development of joint guidance.
Considerations Applicable to All Operators
Children today are increasingly reliant on online services to connect with peers, seek out entertainment, or engage in educational activities, and while there is a great benefit to this, there are also risks to privacy and personal data protection, and we applaud the Commission for its ongoing efforts to find a balance between these tradeoffs. Our comments and recommendations focused on areas where we believe there is further opportunity to strike that balance, including:
- Clarifying the separate verifiable parental consent (VPC) step for third-party disclosures, as COPPA already includes a prohibition on conditioning a child’s participation in an online activity, and operators face considerable challenges in implementing the current VPC requirement. Our comments were informed in part by our in-depth report and infographic on the effectiveness of COPPA’s verifiable parental consent (VPC) requirement, published in June 2023.
- Revising definitions in line with how technology has evolved since the last COPPA Rule update, including adding “mobile telephone number” to the definition of online contact information, and clarifying what role text messages can play in the consent process.
- Providing more specificity of what types of processes that encourage or prompt the use of a website are of greatest concern to the FTC, as language in the proposed rule may inadvertently limit positive use cases of prompts and notifications such as homework reminders, meditation apps, and notifications about language lessons.
- Aligning the proposed security program language with the stated goal in the Notice of Proposed Rulemaking (NPRM), which reads that operators need “a written comprehensive security program” (emphasis added) and not a “child-specific” program, which would place an additional burden on companies with no additional benefit to parents or children.
Unique Considerations for Schools and Educational Technology
FPF commends the Commission’s effort to provide better clarity regarding how the rule should be applied in a school context; however, there are several areas where the proposed rule does not fully align with the Family Educational Rights and Privacy Act (FERPA), the primary federal law that governs use and disclosure of educational information. Both laws are complex, and the potential impact of confusion and misalignment is significant for the more than 13,000 school districts across the country and for the edtech vendor community.
With that in mind, our comments related to the proposed rule’s implications for student privacy focused in large part on identifying areas where more alignment and clarity around the interaction between COPPA and FERPA would be particularly instructive for both schools and edtech companies. Our recommendations include:
- Working with the US Department of Education to create and maintain joint guidance, which would detail how operators and schools should interpret their obligations in light of the interaction between COPPA and FERPA. We also recommend that this guidance consider the perspective and expertise of Operators and School stakeholders.
- Aligning the school-authorized education purpose exception to prior parental consent to the requirements of FERPA. We highlight several key areas where the rule needs clearer alignment, including how the definition of school-authorized education purpose aligns with FERPA’s School Official exception, how the use of the term written agreement in the proposed rule differs from how the term is used in FERPA, and how both laws address redisclosures of student data.
To read FPF’s COPPA comments in full, click here.
To download the joint letter to the FTC and U.S. Department of Education signed by FPF and 11 others, click here.
Blues a Teheran di Gohar Homayounpour
"Blues a Teheran" di Gohar Homayounpour, edito da Cortina Editore, è un libro che sfida le convenzioni e ci porta in un viaggio intimo e vibrante attraverso la Teheran odierna. L'autrice, psicoanalista di professione, intreccia magistralmente la sua storia personale con le esperienze dei suoi pazienti, creando un'opera ricca di spunti di riflessione e di umanità.
iyezine.com/blues-a-teheran-di…
Blues a Teheran di Gohar Homayounpour 2024
Blues a Teheran: un viaggio introspettivo tra musica, psicoanalisi e vita quotidiana nella Teheran contemporanea.In Your Eyes ezine
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Eppur si muove. I primi passi della Difesa comune europea secondo il gen. Caruso
Il Commissario europeo Ursula Von der Leyer l’aveva già annunciato e la prima strategia industriale europea per la difesa (European defence industrial strategy, Edis) è stata presentata, proposta dalla Commissione europea e dall’Alto rappresentante. L’attacco russo all’Ucraina ha evidenziato la totale inadeguatezza della Difesa comune europea e soprattutto il fatto che, a fronte di considerevoli investimenti fatti dai paesi europei, la mancanza di coordinamento e l’atavica rivalità tra i principali paesi dell’ Unione – specie nel settore dell’industria della difesa – hanno portato alla situazione attuale: l’industria europea nel suo complesso non è in grado di sostenere un conflitto ad alta intensità al pari degli eserciti europei a cui manca una struttura di comando e controllo capace di gestire una potenziale aggressione al territorio europeo. Bisogna investire di più nella difesa, ma bisogna farlo meglio e insieme. La strategia presentata punta ad acquistare in modo congiunto almeno il 40% delle attrezzature entro il 2030; garantire che, entro il 2030, almeno il 35% dell’intero valore del mercato della difesa sia in Ue; arrivare entro il 2030 ad avere il 50% ed entro il 2035 il 60% degli appalti all’interno dell’Ue.
In risposta alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, la strategia prevede anche un insieme di azioni per accrescere la prontezza industriale europea nella difesa, inclusa la proposta legislativa per un Programma industriale europeo per la difesa (Edip) e misure per garantire la disponibilità e la fornitura tempestiva di prodotti per la difesa.
I principali obiettivi dell’Edis è quello di sviluppare una visione a lungo termine per la prontezza industriale nella difesa dell’Ue e di presentare un European defence investment orogramme (Edip) – un Programma europeo degli investimenti della difesa, per promuovere la cooperazione e l’investimento negli ambiti della difesa.
La strategia si basa su un ampio processo consultivo con gli Stati membri, l’industria della difesa, il settore finanziario e il mondo accademico, e mira a rafforzare la prontezza e la capacità di risposta dell’industria europea della difesa attraverso investimenti collaborativi, miglioramento della reattività industriale, promozione di una cultura della prontezza alla difesa e cooperazione con partner internazionali strategici. Attraverso il supporto agli investimenti nel settore della difesa per adattarsi meglio al nuovo contesto di sicurezza, l’incremento dell’efficienza nella domanda collettiva di difesa dei membri dell’Ue, si spera di imprimere un passo significativo verso l’integrazione e il rafforzamento dell’industria della difesa europea, riconoscendo l’importanza della cooperazione tra gli stati membri e la necessità di adattarsi a un contesto di sicurezza in evoluzione. Attraverso il sostegno finanziario e regolamentare, come evidenziato dall’Edip, l’Ue mira a migliorare la propria autonomia strategica e la capacità di rispondere efficacemente alle sfide di sicurezza, beneficiando gli stati membri e i partner strategici.
Sarà sufficiente? Si poteva fare di più? È un primo passo e ci sono degli spunti interessanti, quanto coraggiosi che vanno verso un approccio non convenzionale, ma forse più efficace, in un momento in cui le minacce all’ Europa diventano sempre più cocenti e l’ombrello americano sembra rimpicciolirsi sempre di più con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali americane.
A mio avviso due sono i punti più qualificanti introdotti dall’ Edis.
Il primo riguarda l’introduzione di una nuova cornice giuridica nota come la Struttura per il programma di armamento europeo (Seap), progettata per superare le sfide legate alla cooperazione tra gli stati membri dell’Ue nella realizzazione di programmi d’armamento comuni. Questa nuova struttura mira a fornire procedure standardizzate per l’avvio e la gestione di tali programmi, al fine di facilitare e incentivare la cooperazione in materia di difesa.
Un aspetto significativo di questa struttura è la possibilità per gli stati membri di beneficiare di un tasso di finanziamento maggiorato nell’ambito del Programma europeo di sviluppo industriale nel settore della difesa (Edip), nonché di procedure di acquisto semplificate e armonizzate. Quando gli stati membri acquisiscono equipaggiamenti in modo congiunto tramite il Seap, operando come un’organizzazione internazionale, possono godere di esenzione dall’Iva. Inoltre, il Seap prevede un bonus per i prodotti sviluppati e acquisiti in questo contesto, a patto che gli stati membri coinvolti concordino su un approccio comune sulle esportazioni della difesa.
Inoltre, il documento chiarisce che gli stati membri, agendo attraverso il Seap, possono emettere titoli di debito per assicurare il finanziamento a lungo termine dei programmi d’armamento. Questo meccanismo consente una maggiore flessibilità nel finanziamento di programmi d’armamento di ampio respiro e di lunga durata, garantendo allo stesso tempo che l’Unione Europea non sia responsabile per l’emissione del debito da parte degli stati membri. Questa capacità di emettere titoli di debito potrebbe migliorare le condizioni di finanziamento da parte degli stati membri per i programmi d’armamento che ricevono supporto dall’Ue tramite il Seap.
Una rivoluzione copernicana, ma che vede i paesi europei confrontarsi, come sempre, tra i frugali e fiscalmente più conservatori e quelli più esposti alla minaccia da est come Polonia e Paesi baltici. Forse, per la prima volta, si mettono al centro gli Stati membri piuttosto che le grandi industrie della difesa. Gli Stati membri vengono incoraggiati a trovare accordi e alleanze strategiche tra di loro per sviluppare programmi di difesa comuni che potranno beneficiare di meccanismi dedicati e particolari forme di finanziamento.
Il secondo aspetto degno di nota è la possibilità di trasferire all’Ucraina le riserve russe congelate in Europa e Usa subito dopo l’invasione da parte di Mosca. Si tratta di circa trecento miliardi di dollari che farebbero la differenza e che contribuirebbero a finanziare la difesa di Kiev control’ aggressione russa. Sarà interessante osservare i differenti approcci al problema tra un Macron scettico sulla possibilità legali e altri – come il presidente ungherese Orban – totalmente contrari per principio. La soluzione di compromesso sembrerebbe essere di reinvestire i profitti, decisamente minori, ma sicuramente più certi.
La strategia industriale europea per la difesa segna certamente un passo significativo verso l’integrazione e il rafforzamento dell’industria della difesa europea, riconoscendo l’importanza della cooperazione tra gli stati membri e la necessità di adattarsi a un contesto di sicurezza in evoluzione. Attraverso il sostegno finanziario e regolamentare, come evidenziato dall’Edip, l’Ue mira a migliorare la propria autonomia strategica e la capacità di rispondere efficacemente alle sfide di sicurezza, beneficiando gli stati membri e i partner strategici.
Ma era la cosa giusta da fare? O meglio, era la prima cosa giusta da fare? Come sempre l’approccio europeo, anche nel campo della difesa e sicurezza europea, è prima finanziario ed economico. Napoleone Bonaparte diceva che per vincere le guerre occorrevano tre cose: Argent, argent, argent. E quindi ben vengano queste iniziative che tendono a ottimizzare le risorse per la Difesa comune, incoraggiando alleanze tra industrie europee della difesa e potenziando gli strumenti che facilitano questi approcci comuni. Ma cosa servirà una maggiore cooperazione, innovazione e resilienza industriale se poi non avremo delle Forze armate europee capaci di operare in modo integrato e con capacità multi dominio sotto un’unica struttura militare di comando controllo?
Ritengo quindi che – ancora una volta – non si abbia avuto la forza o il coraggio di affrontare il problema in modo olistico analizzando tutti gli aspetti della difesa comune europea. È chiaro che a novembre, chiunque vinca le elezioni negli Stati Uniti, ridimensionerà il proprio appoggio alla vecchia Europa e ci troveremo da soli ad affrontare gravi minacce alla nostra sicurezza. Non c’è più tanto tempo per disegnare e attuare un nuovo progetto di difesa comune europea che dovrà essere tanto più ardito quanto breve sarà il tempo per realizzarlo.
GoToSocial: il Fediverso a misura di individuo. Il post di @ sulla propria esperienza in self hosting
Una delle caratteristiche che rendono il Fediverso attrattivo per molte persone che considerano la privacy importante e che mal sopportano di perdere il controllo sui propri dati, testi, immagini e video, è la possibilità di partecipare alla vita sociale online utilizzando i propri mezzi, cioè un proprio server e un proprio client.
Antonino Campaniolo 👣 reshared this.
Dossieraggi
L'articolo Dossieraggi proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
MERCATO DELLA DROGA IN EUROPA: UNA PANORAMICA #EUDrugMarkets
Mercati della droga nell’UE: spunti chiave per la politica e la pratica (EU Drug Markets: Key insights for policy and practice) è il modulo finale di una serie di analisi approfondite sul mercato della droga da parte di #Europol e dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (#EMCDDA)..
Il nuovo rapporto offre una sintesi strategica e di alto livello del mercato della droga nell’UE, basata su una solida conoscenza dell’attuale panorama della droga e delle minacce emergenti. Fornisce inoltre una panoramica degli sviluppi chiave per ogni farmaco e delinea le azioni per affrontare le minacce attuali e aumentare la preparazione.
Il rapporto è il modulo finale del più ampio rapporto sui mercati della droga nell’UE: analisi approfondita delle due agenzie, la loro quarta panoramica completa dei mercati delle droghe illecite nell’UE dal 2013
Il traffico illecito di droghe domina la criminalità grave e organizzata nell’Unione europea, con un impatto significativo sulla globalizzazione e sulle reti interconnesse. Il mercato europeo della droga ha registrato un aumento senza precedenti della disponibilità, guidato dalla forte domanda e dall’innovazione criminale. Ciò ha portato a decessi legati alla droga, a un aumento della domanda di cure e all’espansione della criminalità organizzata. Il traffico di droga alimenta anche la corruzione e lo sfruttamento di individui vulnerabili, portando a violenza e danni ambientali. L’economia e lo stato di diritto sono indeboliti dallo sfruttamento delle imprese legali.
Il mercato della droga nell’UE richiede un approccio su più fronti che coinvolga l’applicazione della legge, la sanità pubblica, l’istruzione e la cooperazione internazionale. Riconoscere l’interconnessione globale è fondamentale per risposte efficaci. La tabella di marcia dell’UE si concentra sulla riduzione dell’offerta, sullo smantellamento delle reti criminali ad alto rischio, sul miglioramento dell’accesso a misure di riduzione del danno basate sull’evidenza e sul rafforzamento della resilienza sociale per affrontare i fattori socioeconomici che contribuiscono al mercato illecito della droga.
Sulla base dei dati del 2021, si stima il mercato della droga nell’UE avere un valore al dettaglio minimo di almeno 31 miliardi di euro. È una delle principali fonti di reddito per la criminalità organizzata. Una chiave caratteristica di questo mercato è l’interconnessione tra diverse droghe illecite, con reti criminali e broker e facilitatori chiave spesso coinvolti nella policriminalità legata alla droga. Il grande mercato della droga nell’UE si interseca anche con e ha un impatto significativo su altri ambiti criminali, come il traffico di armi da fuoco e riciclaggio di denaro.
La disponibilità delle principali droghe in Europa rimane elevata, con grandi quantità sequestrate e un mercato diversificato per le droghe illecite. L’emergere di oppioidi altamente potenti e di nuovi modelli di consumo, in particolare di cocaina, rappresentano una minaccia complessa per la salute pubblica. La tendenza al traffico di spedizioni singole più grandi via mare ha aumentato l’efficienza, mentre i sequestri sono diminuiti. Questa diminuzione potrebbe essere in parte dovuta a una minore attenzione rivolta ai reati di possesso e consumo di droga in alcuni Stati membri.
L’UE sta assistendo alla produzione su scala industriale di cannabis e droghe sintetiche, tra cui anfetamine, metanfetamine, MDMA , sia per i mercati nazionali che internazionali. L’Europa è anche un’importante zona di transito per i flussi globali di droga, in particolare di cocaina proveniente dall’America Latina. Le reti criminali nel mercato della droga dell’UE dimostrano un’elevata adattabilità, sfruttando i progressi tecnologici, i cambiamenti sociali e le strutture commerciali legali. Diversificano le fonti, i prodotti, le rotte del traffico e i metodi di occultamento.
Il mercato della droga dell’UE ha dimostrato resilienza alle crisi globali, all’instabilità e ai cambiamenti politici ed economici, consentendo alle reti criminali di adattarsi, diversificare i metodi ed emergere nuovi mercati e preferenze dei consumatori.
I mercati della droga illecita e l’economia regolare si intersecano in vari modi, compresi i criminali che sfruttano le infrastrutture di trasporto commerciale e le scappatoie legislative per la produzione di droga e dirottano i prodotti legalmente disponibili per scopi illegali.
Gli Stati membri dell’UE stanno sperimentando livelli senza precedenti di violenza legata al mercato della droga, in particolare nei mercati della cocaina e della cannabis. Questa violenza, che spesso comporta omicidi, torture, rapimenti e intimidazioni, ha un impatto sulla società e sull’insicurezza pubblica. La corruzione facilita il traffico di droga e mina lo stato di diritto. La tecnologia e l’innovazione sono i motori chiave dei mercati della droga, su cui le reti criminali fanno affidamento per facilitare le attività e mitigare i rischi. L’innovazione nella produzione di droghe illecite porta a risultati più elevati, potenza e una gamma più ampia di prodotti di consumo, mentre i progressi digitali e le opportunità tecnologiche rendono la comunicazione illecita più accessibile.
Il mercato della droga nell’UE presenta numerose minacce che richiedono un approccio multidisciplinare, flessibile e orientato al futuro per monitorare e rispondere efficacemente a tali minacce.
Il mercato della droga nell’UE deve essere monitorato e analizzato utilizzando tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e le immagini satellitari. Dovrebbero essere individuate le sostanze nocive, come gli oppioidi sintetici e le nuove sostanze psicoattive. Le valutazioni delle minacce dovrebbero essere rafforzate e la violenza legata al mercato della droga dovrebbe essere meglio compresa. Le piattaforme online dovrebbero essere monitorate per il commercio e la distribuzione della droga e dovrebbero essere sviluppati nuovi quadri per analizzare i cambiamenti legislativi sui mercati delle droghe illecite.
Sorge la necessità di rafforzare le risposte operative contro le reti criminali, in particolare quelle ad alto rischio, e di dare priorità allo smantellamento di intere reti. Evidenzia inoltre la necessità di migliorare le risposte al traffico e alla diversione di droga, rafforzare le barriere amministrative, migliorare la capacità di interdizione nei porti marittimi e negli hub di posta e pacchi e dare priorità alle politiche di prevenzione della criminalità per i giovani a rischio di sfruttamento e reclutamento da parte di reti criminali.
L’UE dovrebbe rafforzare la cooperazione con le organizzazioni internazionali e i paesi terzi per combattere il traffico illecito di droga, in particolare nei centri chiave. Lo scambio di dati sulle reti della tratta dovrebbe migliorare la consapevolezza situazionale. Le normative europee e gli accordi internazionali dovrebbero essere implementati per interrompere il traffico di droga, e i partenariati pubblico-privato dovrebbero essere rafforzati per prevenirne lo sfruttamento.
L’UE deve aumentare le risorse per le risposte operative e strategiche al traffico di droga, concentrarsi sullo sviluppo delle capacità nei principali punti di ingresso, investire in tecnologie di rilevamento innovative, formare i lavoratori, sostenere i paesi terzi sulle rotte del traffico di droga, rafforzare l’elaborazione di politiche basate su dati concreti, migliorare le prevenzione della criminalità, investire in interventi basati sull’evidenza e migliorare la consapevolezza politica dei rischi ambientali associati alla produzione, al traffico e al consumo di droga.
Il quadro legislativo dell’UE è fondamentale per le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie nella lotta alla criminalità organizzata. Offre strumenti come #EMPACT per interrompere le catene di approvvigionamento dei farmaci. È necessario rafforzare gli approcci integrati per affrontare le cause profonde dei mercati delle droghe illecite.
❄️ freezr ❄️
in reply to Informa Pirata • • •Certo che poi alla fine il punto è sfruttare ulteriormente i lavoratori e i consumatori con le AI perché è nel DNA del capitalismo: profitto ad ogni costo.
È impossibile risolvere questi dilemmi nel turbocapitalismo di Fusariana definizione; quando una multinazionale fattura quanto il PIL di uno stato medio-grande e si sente in diritto di sedersi alla pari ai tavoli di mediazione internazionale è l'evidente segnale che la democrazia è fritta.
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