Gli Exploit SharePoint sono in corso: aziende e enti nel mirino
Il panorama delle minacce non dorme mai, ma stavolta si è svegliato con il botto. Il 18 luglio 2025, l’azienda di sicurezza Eye Security ha lanciato un allarme che ha subito trovato eco nel mondo cyber: è in corso una campagna massiva di exploit contro i server SharePoint on-premises, usando una nuova catena di vulnerabilità battezzata ToolShell, fondata su due CVE freschi freschi di catalogo: CVE-2025-53770 e CVE-2025-53771
L’attacco è tutt’altro che teorico: ha già colpito università, aziende energetiche, migliaia di PMI e, secondo il Washington Post, almeno due agenzie federali USA. Si tratta di una catena RCE (Remote Code Execution) non autenticata, che sfrutta versioni esposte pubblicamente di SharePoint e, cosa ancor più grave, è in grado di bypassare le patch precedenti legate a exploit mostrati al Pwn2Own Berlin 2025.
Non è un semplice bypass: è una seconda ondata
I due nuovi CVE, in realtà, sono evoluzioni mutanti di una precedente catena di exploit: CVE-2025-49704 e CVE-2025-49706. In quella circostanza, l’exploit partiva da un bypass dell’autenticazione per arrivare a un’esecuzione remota di codice. Microsoft intervenne con una patch… che però si è rivelata un cerotto su una ferita ancora infetta.
CVE-2025-53770 reintroduce la falla di deserializzazione che consente la RCE, mentre CVE-2025-53771 ripristina l’autenticazione bypassata. In pratica, ToolShell è un replay migliorato del vecchio attacco, con una nuova verniciata e una maggiore efficacia.
A peggiorare il quadro: le installazioni vulnerabili non sono poche. Shodan ne conta oltre 16.000 esposte pubblicamente, principalmente negli Stati Uniti, seguite da Iran, Malesia, Olanda e Irlanda. E molti server, come spesso accade, continuano a esporre dettagli di versione negli header HTTP, offrendo ai threat actor esattamente ciò di cui hanno bisogno per colpire chirurgicamente.
Cosa ottiene un attaccante?
Una volta compromesso, ToolShell permette di estrarre le chiavi crittografiche di SharePoint (ValidationKey e DecryptionKey), consentendo l’accesso persistente al sistema anche dopo l’applicazione delle patch. Come se non bastasse, la natura centralizzata di SharePoint, spesso integrato con Outlook, Teams, OneDrive e Active Directory — apre la porta a un’esfiltrazione dati su larga scala e alla compromissione di intere infrastrutture collaborative aziendali.
È un attacco silenzioso e profondo, come il morso di un serpente velenoso: dopo l’iniziale RCE, vengono installate web shell persistenti, raccolte credenziali, e se possibile, effettuata lateralizzazione all’interno della rete.
Cosa dice l’analisi tecnica?
Secondo il sandbox report associato al sample [SHA256: 1116231836ce7c8c64dd86027b458c3bf0ef176022beadfa01ba29591990aee6], l’exploit esegue un file ASP (“spinstall0.asp”) che è responsabile del drop della webshell. Il comportamento osservato include l’enumerazione dei dispositivi fisici di storage e l’invocazione di comandi via cmd.exe, confermando le capacità di persistence e reconnaissance.
Il report MITRE ATT&CK allega la catena a ben 14 tattiche tra cui Initial Access, Execution, Privilege Escalation, Credential Access e Command and Control, una vera sinfonia dell’intrusione avanzata.
Il vantaggio (ormai evidente) del cloud
Mentre SharePoint on-prem diventa bersaglio preferito dei threat actor, la versione cloud SharePoint Online resta immune. Il perché è chiaro: patching centralizzato, threat hunting automatico, controllo continuo e minore esposizione. La differenza tra on-prem e SaaS in termini di sicurezza non è mai stata così visibile.
Come a dire: chi ha scelto il cloud ha preso l’ombrello prima della tempesta.
Microsoft e Recorded Future: corsa alla contromisura
Microsoft ha rilasciato aggiornamenti d’emergenza nel patch Tuesday di luglio e ha pubblicato specifiche raccomandazioni: applicare le patch (se disponibili), abilitare l’AMSI, usare Defender, e, dettaglio importantissimo, ruotare le chiavi ASP.NET per spezzare la persistenza post-exploit. Tuttavia, SharePoint Server 2016 resta ancora senza una patch ufficiale al momento in cui scriviamo. Un incubo per chi non può migrare.
Parallelamente, Recorded Future ha creato un Nuclei template per rilevare CVE-2025-53770, utile per attività di threat hunting automatizzate. Il template sfrutta un endpoint /vti_pvt/service.cnf
e analizza la build SharePoint esposta per rilevare versioni vulnerabili.
Un ulteriore elemento critico è che esiste già un proof-of-concept pubblicato su GitHub, cosa che ha sicuramente accelerato l’adozione dello sfruttamento da parte degli attori malevoli.
Considerazioni finali
La vicenda ToolShell mette a nudo (di nuovo) il ritardo strutturale nella gestione dei sistemi on-premises, specie in aziende e PA con infrastrutture legacy, dove il patching non è né rapido né costante. Ma va anche oltre: ci sbatte in faccia la cruda realtà di una gestione superficiale della superficie di esposizione e della visibilità interna.
Chi gestisce infrastrutture SharePoint esposte dovrebbe agire immediatamente: patch dove disponibili, isolamento dei sistemi vulnerabili, controllo dei log, ricerca di webshell, e soprattutto, un riesame strategico delle scelte infrastrutturali. È il momento di smettere di trattare la sicurezza come una check-list e cominciare a considerarla un processo vivo, continuo, e, se serve, doloroso.
Chi resta fermo in questo momento… sta già arretrando.
L'articolo Gli Exploit SharePoint sono in corso: aziende e enti nel mirino proviene da il blog della sicurezza informatica.
Listening To Ethernet Via Eurorack
Ethernet is how we often network computers together, particularly when they’re too important to leave on a fussy WiFi connection. Have you ever thought about listening to Ethernet signals, though? Well, you totally could, with the NSA selector from [wenzellabs].
The NSA selector is a Eurorack module, designed for use as part of a larger modular synthesizer. There are lots of fun jokes and references on the PCB, but the front panel really shows you what this module is all about. It’s got a pair of RJ45 jacks, ready to receive your Ethernet cables through which data is flowing. They’re paired with a single audio output jack. “Any bit on the network will be sent to the audio output,” [wenzellabs] explains.
The device operates in a relatively simple fashion. Network traffic from one jack is forwarded to the other, unmodified. However, it’s also spat out to a simple digital-to-analog converter and turned into audio. This thing doesn’t play digital audio formats or anything like that—it just turns raw Ethernet signalling into audible noise.
Raw signal noises might not sound very appealing, but let’s be real here. If you liked nice sounds, you wouldn’t be into Eurorack. Skip to 25:46 in the video below if you just want to hear the final product.
youtube.com/embed/vfgySTaM1TI?…
Thanks to [mazzoo] for the tip!
Jen-Hsun Huang elogia Huawei alla China International Supply Chain Promotion Expo
Il 16 luglio 2025, la terza edizione della China International Supply Chain Promotion Expo si è aperta come da programma a Pechino, con la partecipazione di 651 aziende e istituzioni provenienti da 75 paesi e regioni. Jen-Hsun Huang, fondatore e CEO di NVIDIA, presente alla conferenza per la prima volta, ha pronunciato un discorso di apertura indossando un tradizionale abito Tang, rompendo con la sua consueta giacca di pelle.
Durante il suo intervento, Huang ha spiegato di aver iniziato il discorso in cinese per rispetto verso il pubblico, ma di aver preferito poi proseguire in inglese per riuscire a comunicare meglio concetti complessi. Alla fine, è comunque tornato al cinese per sottolineare alcuni passaggi chiave, dimostrando la sua volontà di avvicinarsi al contesto locale.
Huang ha elogiato apertamente Huawei, definendola “non solo molto innovativa, ma anche un’azienda di dimensioni e forza straordinarie”. Secondo lui, Huawei è più grande di NVIDIA per personale, capacità tecniche e ampiezza di attività. Ha anche sottolineato i risultati impressionanti dell’azienda nella guida autonoma, nell’intelligenza artificiale e nella progettazione di chip, sistemi e software.
Huang ha aggiunto che il mercato cinese dell’AI continuerà a crescere con o senza NVIDIA: se la sua azienda non fosse presente, Huawei troverebbe sicuramente una soluzione. I risultati ottenuti da Huawei, ha ribadito, sono “assolutamente degni di rispetto e lode” e rappresentano la prova di un’azienda straordinaria, capace di superare difficoltà e ottenere successi concreti.
Alla domanda se Huawei sia considerata più come concorrente o come partner, Huang ha risposto che, pur essendo competitor diretti, nutre nei confronti dell’azienda cinese ammirazione e rispetto. Secondo lui, il mondo è abbastanza grande da permettere una competizione duratura e sana, senza che i rivali diventino necessariamente nemici.
In conclusione, il discorso di Jen-Hsun Huang alla Chain Expo ha trasmesso un messaggio di apertura e riconoscimento verso i progressi tecnologici cinesi, ribadendo l’importanza della concorrenza come motore di innovazione, ma sempre in un clima di rispetto reciproco.
L'articolo Jen-Hsun Huang elogia Huawei alla China International Supply Chain Promotion Expo proviene da il blog della sicurezza informatica.
Kinmen Rising Project-金門最後才子🇺🇦 reshared this.
A Modern Version of Famous, Classic Speaker
Modern musicians may take for granted that a wide array of musical instruments can either be easily connected to a computer or modeled entirely in one, allowing for all kinds of nuanced ways of creating unique sounds and vivid pieces of music without much hardware expense. Not so in the 1930s. Musicians of the time often had to go to great lengths to generate new types of sounds, and one of the most famous of these was the Leslie speaker, known for its unique tremolo and vibrato. Original Leslies could cost thousands now, though, so [Levi Graves] built a modern recreation.
The Leslie speaker itself got its characteristic sound by using two speakers. The top treble speaker was connected to a pair of horns (only one of which produced sound, the other was used for a counterweight) on a rotating platform. The second speaker in the bottom part of the cabinet faced a rotating drum. Both the horns and drum were rotated at a speed chosen by the musician and leading to its unique sound. [Levi] is actually using an original Leslie drum for his recreation but the sound is coming out of a 100-watt “mystery” speaker, with everything packaged neatly into a speaker enclosure. He’s using a single-speed Leslie motor but with a custom-built foot switch can employ more fine-tuned control over the speed that the drum rotates.
Even though modern technology allows us to recreate sounds like this, often the physical manipulation of soundwaves like this created a unique feeling of sound that can’t be replicated in any other way. That’s part of what’s driven the popularity of these speakers throughout the decades, as well as the Hammond organs they’re often paired with. The tone generators on these organs themselves are yet another example of physical hardware providing a unique, classic sound not easily replicated.
youtube.com/embed/eUIq9w_LypY?…
Building a Color Teaching Toy For Tots
Last year, [Deep Tronix] wished to teach colors to his nephew. Thus, he built a toy to help educate a child about colors by pairing them with sounds, and Color Player was born.
The build is based around the TCS34725, an off-the-shelf color sensor. It’s paired with an ESP32, which senses colors and then plays sounds in turn. [Deep Tronix] made this part harder by insisting on creating their own WAV playback system, using the microcontroller, an SD card, and its on-board digital-to-analog hardware.The map of colors and sounds.
The toy operates in three primary modes. Color-to-tone, color-to-sound, color-to-voice. Basically, a color is scanned, and then the Color Player creates a tone, plays back a pre-recorded audio sample, or spells out the name of the color that was just scanned.
[Deep Tronix] also included jolly mode, which just color cycles a few RGB LEDs. However, there’s a game inside jolly mode as well, created for an older nephew to play with. Enter the right button combination, and you unlock it. Then, the device suggests a color and you have to run around, find it, and scan it to score.
We love a good color game; somehow this build seems even more compelling than Milton Bradley’s classic Simon toy.
youtube.com/embed/ytrSYcFd_d0?…
youtube.com/embed/LAM36I9Wtz4?…
Radio silence on the reservation
Indian Time, a newspaper that served the Mohawk Nation at Akwesasne, built and informed a loyal audience of Indigenous readers on the U.S.-Canada border for over 40 years.
Then, it vanished.
In late December 2024, the paper’s last edition was printed and website updates screeched to a halt. Indian Time’s hand was forced by the same pressures affecting newspapers nationwide — declining ad revenue and struggling finances. Despite breaking inimitable stories about the Mohawk Nation, the paper could not afford to keep the ink flowing.
“We thought the economic climate of Akwesasne could hold us,” said Marjorie Skidders, the longtime and last editor of Indian Time, “but it didn’t.”
Now, a population of over 10,000 people across two different countries is living under a tribal news blackout. With no paper of record, the community must rely on the local government, social media, and non-native news sources to piece together a broken portrait of Akwesasne life.
“There is no coverage of anything to hold anyone accountable, politically,” Skidders said. “There’s no coverage of meetings, there’s no coverage of gatherings.”
To better understand the demise of one of America’s oldest Indigenous newspapers and the impact on its community, Freedom of the Press Foundation (FPF) hosted a webinar July 22 with Skidders, former Indian Time reporter and FPF contributor Isaac White, and U.S. Press Freedom Tracker Senior Reporter Stephanie Sugars.
youtube.com/embed/LCogo7I-zl8?…
Since the paper’s shuttering, no publication has stepped up to fill the void, White said. His frustration is compounded by the fact that he and Skidders are still the first points of contact for community members and sources they developed while at Indian Time, whom he has to remind “that the paper is closed” when they reach out to share a tip. It takes a “sensational” story, he said, to “draw outside reporters here.”
“A lot of us will say, ‘We are the invisible people,’” White said. “That’s one of the things that hurt so bad with Indian Time being gone. Who really cares about us, except for us? And I think that that’s a fair question to ask.”
He raised a couple of timely examples: Conservative commentator Ann Coulter recently posted on social media that, “We didn’t kill enough Indians,” a remark condemned by the Native American community but that drew little attention from national news outlets.
White also noted that, with all the coverage of the Trump administration’s “Alligator Alcatraz” immigration detention center, there has been little mention of the fact the facility was built on land belonging to the Miccosukee Tribe.
These are stories White and Skidders would have loved to share their perspectives on, but no longer have a platform to do so, they said.
“I think that kind of encapsulates everything,” White said. “Those two instances are things that really highlight why coverage of Indian culture is not sufficient, not even close to sufficient — and why we need our independent news outlets, like Indian Time or any other ones.”
Indian Time’s uniqueness as an independent tribal publication made the loss sting all the more. Many Indigenous news outlets “fell under the wing of the tribal government,” Skidders said. That afforded Indian Time’s staff freedoms other tribal journalists often didn’t have, like reporting without fear or favor.
“We strived to work the best that we could and be independent. And we never satisfied anyone,” she added. “We were either too one way or too the other way, but we just worked to try and do the best that we could.”
Like anywhere else in the world, press freedom violations can and do occur on Indigenous lands. White himself was arrested while covering a Mohawk land claim dispute in May 2024, and a large number of arrests and assaults of journalists took place during Dakota Access Pipeline protests in 2016 and 2017.
youtube.com/embed/gahHB69ED5A?…
But documenting these incidents requires additional sensitivity, Sugars said, as few tribal constitutions enumerate press freedom protections.
“There are a large number of things that we document in terms of denial of access, demands for prior review, tribal councils having control over funding, distribution, hiring, firing, decisions, things of that nature,” she said of the Tracker. “It is challenging for us to cover those things because we don’t want to be imposing our ideas about what is wrong or right.”
White also discussed cultural differences. The notion of objectivity becomes complicated in situations where Indigenous journalists are reporting on their own neighbors, to whom they are bonded outside the domain of a journalist-source relationship.
In the moments before White was arrested covering the land claim demonstration, for example, he said he helped community elders unload food and water from a cooler and prop up a canopy to shield them from the rain. “It was just a reflex,” he said, but after he was arrested, he was afraid outside journalists would see his common courtesy as unprofessional.
“I come from a longhouse. Margie comes from a longhouse. It’s something that you just do. If wood needs to be split, you just do it. If something needs to be cooked in the cookhouse, you help,” he said. “That’s just the way that we’re taught to do things.”
When White told Skidders what happened, she empathized with his moral conflict.
“It didn’t bother me,” she said. “Wherever he goes, whatever he’s doing, he’s a Mohawk first. And he’s going to behave honorably like that.”
The Akwesasne elders, like those White helped, treasured Indian Time, Skidders said. They were, after all, the “biggest population” of the paper’s readers, and they relished staying informed about the community.
“Now it’s gone,” she added about the paper. “I don’t know how we could do it again.”
White himself is trying to keep the flame alive. He runs a podcast available on YouTube called “Sage Against the Machine” (@SageAgainstTheMachinePod), which offers a more “unfiltered look” at Mohawk news. But its “raw” and conversational nature isn’t a platform to plumb deep topics like a newspaper, and it is no replacement for the dedicated work of Indian Time.
“By the book, as a journalist, you cannot do it part time,” he said. “It’s just not feasible. It’s a loss.”
They’re not even trying to hide it
Dear Friend of Press Freedom,
It’s the 122nd day that Rümeysa Öztürk is facing deportation by the United States government for writing an op-ed it didn’t like, and the 41st day that Mario Guevara has been imprisoned for covering a protest. Read on for more.
Paramount makes its capitulation official
President Donald Trump announced this week that he’d received CBS News parent Paramount Global’s $16 million payment to settle his frivolous lawsuit. Just days later, Trump’s FCC issued its long-delayed approval of Paramount’s merger with Skydance Media, confirming what we all knew — the payment has nothing to do with legal fees or liability risks and everything to do with greasing the wheels of a corrupt administration.
As Freedom of the Press Advocacy Director Seth Stern told Columbia Journalism Review, Paramount threw CBS journalists and the First Amendment under the bus, while making itself a punchline. “People can’t trust a news outlet that is bribing the same officials it’s supposed to hold accountable,” Stern said. But we’re not done fighting back against the enablers of this shakedown of a settlement — more on that soon. Read more in CJR.
Journalists starve in Gaza
Reuters, the Associated Press, BBC News and Agence France-Presse jointly expressed their alarm about the terrible plight of journalists in Gaza, and particularly the risk of starvation. As one journalist put it, “I used to chase the truth. Now I chase calories.”
“Journalists endure many deprivations and hardships in war zones. We are deeply alarmed that the threat of starvation is now one of them. We once again urge the Israeli authorities to allow journalists in and out of Gaza. It is essential that adequate food supplies reach the people there,” their statement said.
We told CJR that “no matter what else they do while in power, governments and presidents that supported these horrors, and tolerated the killing of journalists who reported on them, will be remembered first and foremost for their complicity.” We also published a profile of the journalist who wrote our article, in collaboration with the Intercept, about the dire situation facing journalists in Gaza, Neha Madhira. Read it here.
Radio silence on the reservation
Indian Time, a newspaper that served the Mohawk Nation at Akwesasne, built and informed a loyal audience of Indigenous readers for over 40 years.
But in late December 2024, the paper printed its last edition. Indian Time’s hand was forced by the same pressures affecting newspapers nationwide — namely, declining ad revenue. The paper could not afford to keep the ink flowing.
To better understand the demise of the newspaper and the impact on its community, Freedom of the Press Foundation (FPF) hosted a webinar with Indian Time editor Marjorie Skidders, former Indian Time reporter and FPF columnist Isaac White, and U.S. Press Freedom Tracker Senior Reporter Stephanie Sugars. Read more and watch the discussion here.
ICE must stop harassing journalists
According to a recent report by AMNY, Immigrations and Customs Enforcement agents making arrests in New York City immigration courts are harassing journalists by photographing journalists’ press credentials and falsely telling them that common areas of the courthouse are “restricted areas” from which they can’t report.
These intimidation tactics can chill constitutionally protected reporting. That’s why FPF and other press freedom groups wrote to the New York Mayor’s Office of Media and Entertainment and to the Federal Protective Service asking that they reaffirm that journalists have the right to report the news in New York courts without intimidation and that they develop policies to end ICE’s harassment of journalists.
Read the full letters here and here, and a follow-up report from AMNY here
Comey cellphone tracking points to privacy erosion
You may remember that the Secret Service and Department of Homeland Security launched an investigation into former FBI Director James Comey for posting a picture on Instagram during his beach vacation of seashells spelling out “8647.”
Since then, the government has apparently been exercising emergency authority to warrantlessly track his real-time cellphone location, despite the absence of anything resembling an emergency. This abuse of power is also a threat to journalists and sources. Read more here.
Kentucky prosecutors must drop charges
Two Cincinnati journalists were arrested in Kentucky for documenting a protest, despite zero evidence that they did anything wrong.
The absurd felony rioting charges against them were dropped this week after we, along with the Society of Professional Journalists and National Press Photographers Association, wrote a letter to prosecutors expressing our concerns. But the misdemeanor charges against them are still pending, and they shouldn’t be. Read the letter here.
What we’re reading
Hypocrisy on display (Press Club of Southwest Florida). If the Trump administration hates interview editing enough to shake down CBS for $16 million over its Kamala Harris interview, why is it prosecuting journalist Tim Burke for exposing far more significant edits by Tucker Carlson of his interview with Ye?
Trump White House removes WSJ from Scotland trip press pool over Epstein report (CNN). “Hopefully the Journal reporters who were planning to join Trump for his golf trip are relieved that they can spend their newfound free time investigating more important stories, from Trump’s ties to Jeffrey Epstein to his unprecedented efforts to bully the press,” Stern told CNN.
This bill would fine social media companies $5 million every day for not fighting ‘terrorism’ (Reason). “The idea that the federal government even talked to social media platforms about their moderation was a major scandal … A bipartisan bill, however, would make it mandatory for social media companies to work with the federal government.”
Family, supporters urge release of Spanish-language journalist in ICE custody (The Associated Press). “Growing up, I didn’t always understand why my dad was so obsessed with his work, why he’d jump up and leave dinner to chase down a story. But now I do,” said Mario Guevara’s son, Oscar, who now works as a photojournalist.
FBI spied on journalists and activists who organized ‘Russiagate And WikiLeaks’ panel (The Dissenter). The surveillance was revealed by documents the FBI turned over to Defending Rights & Dissent as part of ongoing litigation under the Freedom of Information Act.
Hells Bells: il movimento DrinDrin ha un grosso problema di coerenza.
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/drindrin…
Ringrazio De Mauro per aver definito molto bene il termine "coerenza": Sulla base di questa definizione, posso affermare che il movimento DrinDrin ha un serio problema di coerenza. No, la politica non è il mio mestiere. Esecro la politica. A
Privacy Pride reshared this.
le pubblicità di medicine…
la nostra medicina potrebbe contribuire…
forse… chissà.
Magari no.
La moltiplicazione probabilità.
“Libera”: la Consulta non entra nel merito, chiede verifiche sulla strumentazione idonea, ma non ha dichiarato inammissibile l’aiuto del medico
“Libera”, 55enne toscana completamente paralizzata, non potrà, per ora, essere aiutata da un medico nella somministrazione del farmaco letale, come aveva chiesto.
Il giudice dovrà verificare a livello nazionale l’esistenza di strumentazioni per l’autosomministrazione. Filomena Gallo: “Chiederemo che lo faccia con urgenza”
La Corte costituzionale non ha preso una decisione sull’eutanasia per mano di un medico. Infatti, con la sentenza 132/2025 pubblicata oggi, ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 579 del codice penale per difetto di motivazione circa la reperibilità dei dispositivi di autosomministrazione. Ha quindi deciso di non affrontare nel merito la questione di costituzionalità sollevata con il caso di “Libera”, 55enne toscana, affetta da sclerosi multipla progressiva, completamente paralizzata e impossibilitata ad autosomministrarsi il farmaco.
Secondo la Corte costituzionale era necessario che il tribunale di Firenze, prima di sollevare la questione di legittimità, oltre a chiamare in causa l’Azienda Sanitaria competente, coinvolgesse organismi specializzati operanti a livello centrale (come l’Istituto Superiore di Sanità) per verificare la reperibilità di strumenti che “Libera” fosse in grado di attivare.
“Libera”, assistita dal collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni – e formato anche dal professor Giacomo D’Amico e dagli avvocati Angioletto Calandrini, Francesca Re e Alessia Cicatelli – di fatto non può scegliere del suo fine vita: non può autosomministrarsi il farmaco letale a causa delle sue condizioni fisiche ma neanche ottenere la somministrazione del farmaco letale da parte del medico.
“La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione per motivi strettamente procedurali. Secondo i giudici, infatti, il tribunale di Firenze avrebbe dovuto fare una ricerca a livello nazionale, e non solo regionale, di un presidio che ‘Libera’ possa utilizzare per autosomministrarsi il farmaco.
La Corte non ha dichiarato infondata la questione. Anzi, ha dichiarato prive di fondamento tutte le eccezioni sollevate dall’Avvocatura di Stato e dagli intervenuti. È stato confermato dai Giudici che l’azione utilizzata era l’unico strumento per sollevare il dubbio di legittimità costituzionale dell’articolo 579 del codice penale che è l’unica norma che si frappone tra ‘Libera’ e il suo diritto ad autodeterminarsi.
Adesso torneremo davanti al tribunale di Firenze chiedendo con urgenza la verifica a livello nazionale che la Corte ha sollecitato tramite organismi tecnici del Ministero della salute, anche citato in giudizio nel ricorso introduttivo dinanzi al tribunale di Firenze ma che non ha fornito alcuna informazione utile, con la speranza che questa indagine si concluda positivamente e in tempi brevi, perché la malattia di ‘Libera’ avanza, le sue condizioni peggiorano e rischia di non veder rispettate la sua scelta già autorizzata dal Servizio sanitario nazionale ma non realizzata perché tecnicamente non può solo a causa del fattore tempo.
In ultimo, nella decisione emerge chiaramente il ruolo del Servizio sanitario nazionale nel fine vita nelle verifiche delle modalità di esecuzione della volontà della persona al contrario di quanto la maggioranza di Governo vuole fare escludendolo” dichiara l’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e legale di “Libera” di cui coordina anche il collegio di studio e difesa.
“Dalla decisione della Corte emerge chiaramente che il ruolo del Servizio sanitario nazionale è posto a garanzia delle persone malate che chiedono di procedere con il fine vita. Tutto ciò fa emergere che il disegno di legge all’esame della commissione al Senato, che esclude dalla procedura di verifica qualsiasi ruolo in capo al Servizio sanitario nazionale, non può essere neppure discusso. Chiediamo pertanto ai Parlamentari di respingere la proposta di legge presentata dal Governo e di approvare la legge di iniziativa popolare “Eutanasia legale”, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
“Libera” aveva chiesto che fosse rispettata la sua volontà di porre fine alle sue sofferenze, attraverso l’aiuto di un medico. Le sue condizioni erano state verificate da parte dell’ASL che aveva confermato la presenza di tutti i requisiti per l’accesso al suicidio medicalmente assistito stabiliti dalla sentenza 242 del 2019. L’azienda sanitaria aveva anche verificato che attualmente, almeno a livello regionale, non vi sono nel mercato dei dispositivi medici idonei all’autosomministrazione del farmaco per persone nelle condizioni di “Libera”.
Ma “Libera” non è fisicamente in grado di assumere autonomamente il farmaco letale: è completamente paralizzata dal collo in giù, ha difficoltà nel deglutire e dipende dai suoi caregiver per tutte le attività quotidiane. Ha rifiutato la sedazione profonda perché vuole essere lucida e cosciente fino alla fine. Per questo, aveva presentato un ricorso d’urgenza al tribunale di Firenze, con un’azione di accertamento, affinché, alla luce dell’impossibilità di autosomministrarsi il farmaco letale, autorizzi il medico di fiducia alla sua somministrazione. Questo intervento diretto del medico però oggi integrerebbe il reato di omicidio del consenziente, punito dall’articolo 579 del codice penale, con la reclusione fino a 15 anni.
Il tribunale di Firenze, il 30 aprile scorso, aveva quindi sollevato la questione di legittimità costituzionale sull’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente), che punisce con la reclusione fino a 15 anni “chiunque cagiona la morte di un uomo col consenso di lui”, senza ammettere eccezione alcuna, a differenza dell’attuale formulazione dell’articolo 580 che depenalizza l’aiuto al suicidio per persone nelle condizioni di “Libera”.
L'articolo “Libera”: la Consulta non entra nel merito, chiede verifiche sulla strumentazione idonea, ma non ha dichiarato inammissibile l’aiuto del medico proviene da Associazione Luca Coscioni.
freezonemagazine.com/news/led-…
I Led Zeppelin pubblicheranno un EP dal vivo in occasione del 50° anniversario di Physical Graffiti. Sono quattro brani che vennero pubblicati nell’edizione in DVD uscita nel 2003, e mai editi in vinile o CD. a proposito di quell’iconico album live degli Zeppelin, Robert Plant ha detto: “Va da un estremo
freezonemagazine.com/articoli/…
Grace ha solo 14 anni quando una mattina, all’improvviso, sua madre Sarah la tira via dal letto, la trascina sul ceppo su cui normalmente uccide i polli e con un coltellaccio le taglia i capelli, la veste con gli abiti del padre morto, facendo di lei un ragazzo. Sarah la manda via di casa per […]
L'articolo Paul Lynch – Grace proviene da FREE ZONE MAGAZINE.
Grace ha solo 14 anni quando una mattina, all’improvviso,
Meloni su “Time”, la destra esulta ma nasconde dubbi e critiche
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/meloni-…
Lo scriviamo subito. Essere sulla copertina del Time non è cosa da tutti. Ricevere l’attenzione dell’iconica rivista statunitense è segno di grande rilievo politico, soprattutto con un
reshared this
Iraq: è scontro tra Moqtada al Sadr e le milizie filoiraniane
@Notizie dall'Italia e dal mondo
E' scontro in Iraq sul rafforzamento dello stato tra gli sciiti nazionalisti guidati da Moqtada al Sadr e le milizie fedeli all'Iran
L'articolo Iraq: è scontro tra Moqtada al Sadr e le milizie pagineesteri.it/2025/07/25/med…
Notizie dall'Italia e dal mondo reshared this.
“Libera” non potrà, per ora, essere aiutata da un medico nella somministrazione del farmaco letale.
“Libera”, 55enne toscana completamente paralizzata, non potrà, per ora, essere aiutata da un medico nella somministrazione del farmaco letale, come aveva chiesto.
Il giudice dovrà verificare a livello nazionale l’esistenza di strumentazioni per l’autosomministrazione. Filomena Gallo: “Chiederemo che lo faccia con urgenza”
La Corte costituzionale non ha preso una decisione sull’eutanasia per mano di un medico. Infatti, con la sentenza 132/2025 pubblicata oggi, ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 579 del codice penale per difetto di motivazione circa la reperibilità dei dispositivi di autosomministrazione. Ha quindi deciso di non affrontare nel merito la questione di costituzionalità sollevata con il caso di “Libera”, 55enne toscana, affetta da sclerosi multipla progressiva, completamente paralizzata e impossibilitata ad autosomministrarsi il farmaco.
Secondo la Corte costituzionale era necessario che il tribunale di Firenze, prima di sollevare la questione di legittimità, oltre a chiamare in causa l’Azienda Sanitaria competente, coinvolgesse organismi specializzati operanti a livello centrale (come l’Istituto Superiore di Sanità) per verificare la reperibilità di strumenti che “Libera” fosse in grado di attivare.
“Libera”, assistita dal collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni – e formato anche dal professor Giacomo D’Amico e dagli avvocati Angioletto Calandrini, Francesca Re e Alessia Cicatelli – di fatto non può scegliere del suo fine vita: non può autosomministrarsi il farmaco letale a causa delle sue condizioni fisiche ma neanche ottenere la somministrazione del farmaco letale da parte del medico.
“La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione per motivi strettamente procedurali. Secondo i giudici, infatti, il tribunale di Firenze avrebbe dovuto fare una ricerca a livello nazionale, e non solo regionale, di un presidio che ‘Libera’ possa utilizzare per autosomministrarsi il farmaco.
La Corte non ha dichiarato infondata la questione. Anzi, ha dichiarato prive di fondamento tutte le eccezioni sollevate dall’Avvocatura di Stato e dagli intervenuti. È stato confermato dai Giudici che l’azione utilizzata era l’unico strumento per sollevare il dubbio di legittimità costituzionale dell’articolo 579 del codice penale che è l’unica norma che si frappone tra ‘Libera’ e il suo diritto ad autodeterminarsi.
Adesso torneremo davanti al tribunale di Firenze chiedendo con urgenza la verifica a livello nazionale che la Corte ha sollecitato tramite organismi tecnici del Ministero della salute, anche citato in giudizio nel ricorso introduttivo dinanzi al tribunale di Firenze ma che non ha fornito alcuna informazione utile, con la speranza che questa indagine si concluda positivamente e in tempi brevi, perché la malattia di ‘Libera’ avanza, le sue condizioni peggiorano e rischia di non veder rispettate la sua scelta già autorizzata dal Servizio sanitario nazionale ma non realizzata perché tecnicamente non può solo a causa del fattore tempo.
In ultimo, nella decisione emerge chiaramente il ruolo del Servizio sanitario nazionale nel fine vita nelle verifiche delle modalità di esecuzione della volontà della persona al contrario di quanto la maggioranza di Governo vuole fare escludendolo” dichiara l’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e legale di “Libera” di cui coordina anche il collegio di studio e difesa.
“Dalla decisione della Corte emerge chiaramente che il ruolo del Servizio sanitario nazionale è posto a garanzia delle persone malate che chiedono di procedere con il fine vita. Tutto ciò fa emergere che il disegno di legge all’esame della commissione al Senato, che esclude dalla procedura di verifica qualsiasi ruolo in capo al Servizio sanitario nazionale, non può essere neppure discusso. Chiediamo pertanto ai Parlamentari di respingere la proposta di legge presentata dal Governo e di approvare la legge di iniziativa popolare “Eutanasia legale”, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
“Libera” aveva chiesto che fosse rispettata la sua volontà di porre fine alle sue sofferenze, attraverso l’aiuto di un medico. Le sue condizioni erano state verificate da parte dell’ASL che aveva confermato la presenza di tutti i requisiti per l’accesso al suicidio medicalmente assistito stabiliti dalla sentenza 242 del 2019. L’azienda sanitaria aveva anche verificato che attualmente, almeno a livello regionale, non vi sono nel mercato dei dispositivi medici idonei all’autosomministrazione del farmaco per persone nelle condizioni di “Libera”.
Ma “Libera” non è fisicamente in grado di assumere autonomamente il farmaco letale: è completamente paralizzata dal collo in giù, ha difficoltà nel deglutire e dipende dai suoi caregiver per tutte le attività quotidiane. Ha rifiutato la sedazione profonda perché vuole essere lucida e cosciente fino alla fine. Per questo, aveva presentato un ricorso d’urgenza al tribunale di Firenze, con un’azione di accertamento, affinché, alla luce dell’impossibilità di autosomministrarsi il farmaco letale, autorizzi il medico di fiducia alla sua somministrazione. Questo intervento diretto del medico però oggi integrerebbe il reato di omicidio del consenziente, punito dall’articolo 579 del codice penale, con la reclusione fino a 15 anni.
Il tribunale di Firenze, il 30 aprile scorso, aveva quindi sollevato la questione di legittimità costituzionale sull’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente), che punisce con la reclusione fino a 15 anni “chiunque cagiona la morte di un uomo col consenso di lui”, senza ammettere eccezione alcuna, a differenza dell’attuale formulazione dell’articolo 580 che depenalizza l’aiuto al suicidio per persone nelle condizioni di “Libera”.
L'articolo “Libera” non potrà, per ora, essere aiutata da un medico nella somministrazione del farmaco letale. proviene da Associazione Luca Coscioni.
reshared this
Anche in Lombardia sarà possibile depositare le DAT presso le strutture sanitarie
Ieri sera, durante la Sessione di Bilancio di Regione Lombardia, è stato approvato l’Ordine del Giorno a firma Paladini-Palestra (Patto Civico), promosso dall’Associazione Luca Coscioni, che impegna la Regione a dotarsi delle procedure necessarie per permettere ai cittadini e alle cittadine di depositare le proprie Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) anche presso le strutture sanitarie (ospedali e ASL), e non solo presso il Comune di residenza o presso un notaio, come attualmente previsto dalla legge 219/2017 sul “Consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento”. Il provvedimento prevede anche un impegno per garantire adeguata comunicazione e informazione ai cittadini.
Per Cristiana Zerosi, coordinatrice in Lombardia dell’Associazione Luca Coscioni “Si tratta di un segnale importante e di un impegno concreto da parte del Consiglio Regionale, rafforzato dallo stanziamento di 100.000 euro destinati all’implementazione e alla comunicazione di una possibilità prevista dalla normativa nazionale ma che, fino ad oggi, è rimasta poco fruibile. Finalmente, viene riconosciuto il ruolo centrale dell’organizzazione sanitaria regionale, la più competente ad attuare un diritto ancora poco accessibile anche in Lombardia, come dimostrano i dati che l’Associazione Luca Coscioni diffonde periodicamente, sia in termini di scarso accesso al deposito delle DAT, sia per la mancanza di adeguata informazione sul tema.
A riprova dell’importanza del fare informazione sul biotestamento vi è l’evidenza che i comuni lombardi con il maggior numero di depositi di DAT coincidono spesso con i territori in cui le associazioni e in particolare le cellule territoriali dell’Associazione Luca Coscioni svolgono attività di informazione, attraverso banchetti in strada o sportelli dedicati.
“L’Associazione Luca Coscioni – conclude Zerosi – vigilerà affinché, all’Ordine del Giorno approvato, segua la necessaria delibera attuativa, che permetterà concretamente ai cittadini lombardi che desiderano esprimere anticipatamente le proprie volontà sui futuri trattamenti sanitari di farlo nel luogo più idoneo: l’ospedale o le altre strutture del sistema sanitario, garantendo così la possibilità di esercitare pienamente il proprio diritto all’autodeterminazione”.
L'articolo Anche in Lombardia sarà possibile depositare le DAT presso le strutture sanitarie proviene da Associazione Luca Coscioni.
In Valle d’Aosta è stata bocciata “Liberi Subito”
Il commento di Filomena Gallo e Marco Cappato: “La competenza regionale esiste, han scelto di far attendere i malati fino e oltre tre anni”
“Il Consiglio regionale della Valle d’Aosta si è dichiarato incompetente a normare ciò che il Servizio sanitario regionale è già obbligato a fare: dare risposta a chi chiede aiuto a morire”. Così Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, commentano la bocciatura della proposta di legge regionale Liberi Subito.
Nell’ultima seduta della legislatura, la proposta è stata respinta con 27 astensioni e 7 voti favorevoli (Progetto Civico Progressista, parte del Partito Democratico e un consigliere di Pour l’Autonomie). Il testo, depositato a febbraio 2024 dalle consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli, riprendeva la legge di iniziativa popolare già approvata in Toscana, mentre il Consiglio ha preferito approvare una risoluzione che chiede al Parlamento una legge nazionale.
“Questa scelta è un atto di irresponsabilità verso le persone malate e verso i medici, che restano senza regole chiare e tempi certi. La competenza regionale esiste ed è stata già esercitata in Toscana, dove la legge è operativa nonostante l’impugnazione del Governo. Quando si vuole, si può”, affermano Gallo e Cappato. Fa specie che questa rinuncia all’attuazione dell’autonomia regionale già esistente arrivi proprio da chi fa dell’autonomia la propria bandiera politica, tanto da chiederne ancora di più.
L’Associazione Luca Coscioni ricorda che il suicidio medicalmente assistito è già legale in Italia grazie alla sentenza della Corte costituzionale 242/2019, e che una legge regionale come “Liberi Subito” serve a garantire tempi rapidi e procedure chiare per evitare attese di mesi o anni, come avvenuto per Federico Carboni e Laura Santi. Il Servizio sanitario regionale ha comunque il dovere di rispettare la sentenza “Cappato-Dj Fabo”, che impone un intervento tempestivo, come confermato dalle condanne subite dalle ASL che hanno rifiutato di procedere.
“Continueremo ad assistere chi chiede aiuto, a denunciare nei tribunali i ritardi delle ASL e ad accompagnare materialmente le persone che hanno diritto a esercitare la loro libertà di scelta, anche in Valle d’Aosta”, concludono Gallo e Cappato.
L'articolo In Valle d’Aosta è stata bocciata “Liberi Subito” proviene da Associazione Luca Coscioni.
E se gli Usa si ritirassero dall’Europa? Tutti gli scenari e una lettura
@Notizie dall'Italia e dal mondo
C’è un timore che si aggira per le cancellerie d’Europa: che succederebbe se gli Stati Uniti decidessero di ritirare le loro truppe dal continente? L’idea che gli Usa possano ridurre drasticamente la loro presenza militare in Europa non è nuova — le prime suggestioni a tal riguardo risalgono addirittura
Notizie dall'Italia e dal mondo reshared this.
L’Efj scrive all’UE su Gaza: la fame come arma, il silenzio come complicità
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/lefj-sc…
Il peggioramento della situazione a Gaza e le richieste inviate alla Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ) da numerosi giornalisti hanno spinto la
Giornalismo e disordine informativo reshared this.
Caso Unicredit e Golden Power: l’interesse è nazionale o politico?
@Politica interna, europea e internazionale
Si è conclusa in un nulla di fatto l’epopea dell’offerta di Unicredit su Banco Bpm. Una resa attribuibile, per ammissione stessa dell’Ad Andrea Orcel, alle incertezze sull’applicazione del Golden Power da parte del Governo Meloni per bloccare l’acquisizione. “Un’occasione
Politica interna, europea e internazionale reshared this.
Oltre mezzo trilione di dollari. Ecco il piano ambizioso di Nuova Delhi sulla Difesa
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Nei prossimi cinque anni, l’India investirà oltre 543 miliardi di dollari nel settore della Difesa. Una cifra che supera ampiamente i livelli degli anni precedenti e che consolida il cambiamento attualmente in corso nella dottrina strategica di Nuova Delhi, incentrata sull’indigenizzazione
Notizie dall'Italia e dal mondo reshared this.
Avevamo detto mai più
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/avevamo…
Dopo le immagini dei campi dí concentramento, la criminale follia del nazifascismo, avevamo detto “mai più”. Ed invece rieccoci qua, con le stesse immagini. Abbiamo perso nuovamente quel briciolo di umanità che avevamo costruito con l’orrore negli occhi, con le sofferenze degli internati nei campi di
Giornalismo e disordine informativo reshared this.
Chiara Tagliaferri: le voci di tutte le donne hanno bisogno di spazi infiniti per uscire
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/chiara-…
Taglia il traguardo della ventinovesima edizione Onde Mediterranee, il Festival di Gradisca d’Isonzo (GO) che
Giornalismo e disordine informativo reshared this.
La “nuova” Intel trumpiana cancella le fabbriche di chip in Europa
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Intel ha abbandonato l'apertura di fabbriche di microchip in Germania e in Polonia per concentrare gli sforzi sugli Stati Uniti. La società, ora guidata da Lip-Bu Tan, prosegue nel suo piano di ristrutturazione e di
reshared this
Senza tutele nel copyright, i creativi puntano sugli accordi di licenza
L'articolo proviene da #Euractiv Italia ed è stato ricondiviso sulla comunità Lemmy @Intelligenza Artificiale
I titolari dei diritti d’autore stanno rivolgendo la loro attenzione a un possibile quadro normativo in materia di licenze, dopo essere stati delusi dagli obblighi di trasparenza
Intelligenza Artificiale reshared this.
In Europa le auto elettriche iniziano a vendere. In Italia no
Storico sorpasso sui veicoli a gasolio. I dati Acea del primo semestre 2025 certificano che siamo uno dei Paesi europei più ostili alle Bev...Antonio Piccirilli (Today)
RFanciola reshared this.
Cambogia-Thailandia, i motivi della nuova guerra in Asia
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Continuano gli scontri tra Cambogia e Thailandia. Dietro l'escalation una contesa territoriale, ma anche motivi economici e politici e le manovre di due potenti dinastie familiari
L'articolo pagineesteri.it/2025/07/25/asi…
Notizie dall'Italia e dal mondo reshared this.
La Francia riconoscerà lo Stato di Palestina. Rabbia in Israele che vuole annettersi la Cisgiordania
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Si tratta di una svolta di portata storica: la Francia, membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e potenza in Europa, diventa il primo Stato del G7 a fare un passo di questa natura
L'articolo
Notizie dall'Italia e dal mondo reshared this.
Altbot
in reply to Adriano Bono • • •L'immagine è un poster promozionale per un evento musicale intitolato "Limbo Time con Adriano Bono & The Calypsonians Live and Direct!". Il poster presenta un'immagine vivace e colorata di un gruppo di musicisti in costume tropicale, eseguendo una performance. Al centro, una donna in un abito rosa sta eseguendo il Limbo, un gioco tradizionale, con un fuoco che brucia sotto la corda. Intorno a lei, altri musicisti suonano strumenti come la chitarra e il tamburo, creando un'atmosfera festosa e animata.
In alto, il testo "Limbo Time con Adriano Bono & The Calypsonians Live and Direct!" è scritto in caratteri grandi e gialli, attirando l'attenzione. In basso, sono elencate le date e i luoghi dell'evento: sabato 26 luglio a Rimbombarte, Anzio; sabato 2 agosto a Rockonda, Lu; domenica 3 agosto a Agr. Pian di Fiume, Lu; e sabato 16 agosto al Aniene Festival, Roma.
Il poster è progettato per promuovere un evento musicale che combina elementi di calypso e Limbo, con un'atmosfera festosa e colorata.
Fornito da @altbot, generato localmente e privatamente utilizzando Ovis2-8B
🌱 Energia utilizzata: 0.373 Wh