L'associazione di tutela dei creditori guadagna milioni con i diritti GDPR (di fatto) gratuiti KSV1870 utilizza un sito web ingannevole per invitare le persone ad acquistare un costoso "InfoPass" invece di ottenere una copia gratuita dei propri dati
Il futuro del Sahel in marcia verso la seconda ondata di decolonizzazione l World Politics Blog
"Il 2023 ha segnato un significativo declino dell’influenza francese nel Sahel, con il ritiro delle truppe da Mali, Burkina Faso e Niger, mentre il Ciad resta il principale punto d’appoggio per Parigi nella regione."
Università, entrate nel Fediverso e riappropriatevi della vostra sovranità digitale!
Le università possono essere importanti creatori di spazi pubblici digitali e utilizzare, progettare e fornire strutture di rete di interesse pubblico come Fediverse. In linea con la sua tradizione FLOSS, l'Università di Innsbruck si concentra sul Fediverso e ne ha creato un'istanza sui server universitari. Oltre agli approfondimenti sul processo, la motivazione e il networking sono lo scopo di questo Lightning Talk. Università, unitevi al Fediverso!
Il disastro di Twitter ha evidenziato i rischi derivanti dall’affidarsi a piattaforme commerciali per i canali di comunicazione centrali. Questa non è una novità, ma illustra chiaramente i problemi legati a gran parte della struttura dei social media. Le università possono contribuire in modo significativo a rendere Fediverse una rete decentralizzata, non commerciale e attenta alla privacy. Prendendo l'esempio dell'Università di Innsbruck, l'intervento mostrerà come un trio di diversi dipartimenti, comunicazione scientifica, protezione dei dati e informatica, ha creato un'istanza Fediverse per la comunicazione scientifica istituzionale su Mastodon sui server universitari. Questo Lightning Talk mira a informare e mostrare come un'università si è impegnata con successo con il Fediverso, fungendo da invito all'azione per altre università affinché si uniscano nel cogliere l'opportunità di migliorare le strutture di comunicazione online.
Melanie Bartos, Hansjörg Pehofer, Matthias Weiler
media.ccc.de/v/37c3-lightningt…
Universities, Step into the Fediverse! Reclaiming Digital Sovereignty
Universities can be important creators of digital public spaces and use, design and provide public-interest network structures such as th...media.ccc.de
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SaldaMente
Oggi, a partire dalla Valle d’Aosta, si apre la stagione dei saldi invernali. La previsione – dei commercianti – è che saranno coinvolte quasi 16 milioni di famiglie, per una spesa che potrebbe sfiorare i 5 miliardi. Ben prima dei saldi, nel terzo trimestre del 2023 i consumi privati italiani sono cresciuti dello 0,7%. Negli Stati Uniti – dove l’economia tira assai di più – sono cresciuti dello 0,8%; in Francia dello 0,6%; mentre in Germania hanno fatto registrare un -0,3%. Insomma, i nostri consumi reggono e crescono moderatamente ma bene, compensando il calo della domanda dall’estero. Dobbiamo chiederci quanto questo andamento prometta, in termini di saldezza nel nostro sistema produttivo. E quanto influisca sull’umore degli italiani, sulla fiducia nel futuro prossimo.
Per ora i consumatori italiani reggono, spendono e restano anche capaci di risparmiare, ma li si informa costantemente che il 2024 sarà un anno di aumenti, per prezzi e tariffe. Anche questo è un modo asimmetrico d’informare, influendo sulla realtà: non si vedono più titoli relativi ai mutui, dopo mesi passati a indicarne il brusco aumento del costo. Capita perché calano e questa è considerata una non notizia. È anche a causa di questo modo di procedere che poi non si trova la forza per rompere le mura che proteggono le rendite di posizione, aprendo all’aria sana della concorrenza: perché non se ne illustrano i benefici. Non quelli teorici – da libello per libbberali – ma quelli reali, di cui già le tasche hanno beneficiato e beneficiano. Quante volte è stato ricordato agli italiani quanto pagavano per telefonare o per volare e quanto pagano adesso? Pochissime e superficialmente, facendo perdere il nesso fra il calo dei prezzi (con benefici per i consumatori e aumento della spesa complessiva, con beneficio per i produttori) e la maggiore concorrenza.
Il caso più assurdo è quello dei balneari: ogni estate parte la geremiade dei prezzi per un ombrellone e due sdraio, ma poi non ci si interessa al fatto che quelle spiagge siano lasciate quale rendita ereditaria familiare, anziché considerarle un bene comune da cui trarre maggiore gettito fiscale e maggiori servizi a prezzi più bassi. Così una minoranza che si autoprotegge diventa più forte e trova più sponde partitiche della grande maggioranza dei cittadini, che pagano.
Quel che più è previsto aumenti, nel 2024, è legato o a forniture dall’estero (come i prodotti energetici, che però erano calati) o a strozzature di mercato (come per i prodotti alimentari) o alla gestione di imprese a partecipazione pubblica (protette dalla concorrenza). Se fosse più chiaro, forse molti ragionerebbero in modo diverso.
Ma la nota più dolente, in termini di saldezza, trova la sua ennesima conferma negli ultimi dati giunti dall’Istat: la crescita del Prodotto interno lordo, per il 2024, è prevista allo 0,7%. Mentre il governo continua a basare i suoi conti su un roseo +1,2%. Questo trascina con sé un aumento del peso del deficit e l’impossibilità, senza correzioni, che il debito diminuisca il suo. Se questo dovesse capitare sarebbe la smentita della legge di bilancio e delle parole del ministro dell’Economia, che commentavamo ieri. Se malauguratamente e colpevolmente (perché rimediare subito si può) così dovessero andare le cose, ciò poi si riverbererebbe sull’umore collettivo e toglierebbe potenza e carburante al motore dei consumi, che ancora reagisce bene, compensando altri cali.
La cosa che più colpisce è che nessuno ne parli. Sembra quasi che una cosa sia ragionare di politica e un’altra ragionare d’economia e attorno a questi dati. La prima affidata a una stucchevole opera dei pupi, in cui il rumore di latta evidenzia scontri spettacolari e inconcludenti. La seconda – l’economia – lasciata a parte, come fosse affare di pochi fissati e alimentando l’illusione che la spesa pubblica possa compensare ogni cosa. Ovvero la droga psichedelica di cui parla Giorgetti, salvo lasciare l’impressione di farlo da un raduno lisergico.
La Ragione
L'articolo SaldaMente proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
985 nel 2023, i complici del massacro l L'Unità dei Lavoratori
"Nel 2023 sono morti 985 lavoratrici e lavoratori per infortunio nei luoghi di lavoro, esclusi i decessi in itinere. Un numero impressionante che supera di 230 unità il già tremendo risultato del 2022. Un incremento di oltre il 30%. E questo senza contare le malattie professionali e gli infortuni gravi e invalidanti che, comunque, rovinano la vita di chi ne è vittima."
Palestina, la pace attraverso il diritto: la nostra responsabilità storica e politica (6) l Pressenza
"Non si tratta dello scontro tra le armate di due stati nemici, bensì tra una delle armate più potenti al mondo e un popolo occupato. Si tratta fondamentalmente di una guerra asimmetrica, paradigma dello scontro Nord-Sud."
Israele in trattative con il Congo per “reinsediamento volontario” dei palestinesi all’estero
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Pagine Esteri, 3 gennaio 2023. Il Times of Israel ha pubblicato oggi la notizia, confermata da un alto funzionario israeliano, che Tel Aviv sta trattando con alcuni Paesi, tra i quali il Congo e l’Arabia Saudita, un accordo che gli permetterebbe di mandare all’estero migliaia di famiglie palestinesi di Gaza.
Il Congo, Paese in cui il 52,5% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, si sarebbe già detto disposto a far entrare nei propri confini un numero significativo di gazawi. La fonte non ha rivelato al Times of Israel i termini dell’accordo e, dunque, quale sia la ricompensa che Israele ha promesso a Kinshasa.
Ma ha specificato ai giornalisti israeliani che il governo Netanyahu sta conducendo trattative segrete anche con altri Stati: non è un mistero, ad esempio, che alcuni ministri provino a spingere gli sfollati palestinesi a lasciare la Striscia di Gaza per cercare lavoro in Arabia Saudita.
Quello che Israele chiama “reinsediamento volontario” è un progetto che favorisce e incoraggia la popolazione palestinese di Gaza a lasciare le proprie case, ciò che ne resta dopo quasi 3 mesi di bombardamenti, abbandonare l’idea della ricostruzione della Striscia e spostarsi all’interno dei confini di uno Stato estero, senza avere la certezza, in futuro, di poter tornare nel proprio Paese.
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Ministero dell'Istruzione
Il 95% delle Scuole secondarie di secondo grado ha completato le nomine dei docenti tutor e orientatori sulla piattaforma #Unica: risulta incaricato il 98% dei tutor previsti e il 95% di orientatori.Telegram
IRAN. Decine di morti e feriti per esplosioni durante commemorazione Qassem Soleimani
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della redazione
Pagine Esteri, 3 gennaio 2024 – I media iraniano riferiscono di almeno 20 persone uccise e decine di altre ferite in due esplosioni vicino al cimitero dei martiri di Kerman, durante una cerimonia per commemorare l’assassinio da parte degli Stati Uniti, nel 2020, del comandante della Forza Quds della Guardia Rivoluzionaria, Qassem Soleimani.
Inizialmente l’agenzia semi-ufficiale Nour aveva riferito di “diverse bombole di gas esplose sulla strada che porta al cimitero” ma ora le autorità israeliane parlano di “attentato terroristico”.
Seguiranno aggiornamenti
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AFGHANISTAN. La crisi dei bambini: tra lavoro, violenza e leggi talebane
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di Valeria Cagnazzo
Pagine Esteri, 3 gennaio 2023 – I bisogni basilari del 40% dei bambini in Afghanistan non vengono soddisfatti. Un terzo dei bambini nel Paese sarebbe, inoltre, impiegato nel lavoro minorile. È quanto ha rivelato un recente rapporto dell’International Rescue Committee (IRC) a proposito delle condizioni di vita dei bambini afghani.
Un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato nel mese di novembre scorso in relazione al periodo compreso tra l’1 gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 rivelava stime di violenza e di maltrattamenti dei bambini in Afghanistan altrettanto allarmanti. Tanto da costringere il governo de facto talebano a intervenire respingendolo e ribadendo il suo impegno nel garantire i diritti dei bambini afghani.
Secondo il rapporto ONU, verificato e ratificato anche da UNAMA, la Missione di Assistenza in Afghanistan delle Nazioni Unite, e dall’UNICEF (United Nations International Children’s Emergency Fund), l’infanzia nel Paese sarebbe stata messa a rischio sia a causa dei conflitti armati che si sono succeduti nel Paese sia a causa di politiche poco attente a proteggerne i diritti. A proposito del governo de facto instauratosi nel settembre 2021, in particolare, la relazione segnala violazioni che comprendono il bando delle ragazze dall’istruzione secondaria emanato il 23 marzo 2022. La stessa definizione di “bambino” codificata da un decreto della autorità talebane sempre nel mese di marzo 2022 rappresenta, secondo il rapporto, un motivo di preoccupazione: essa si basa, infatti, sull’assenza di segni fisici di pubertà piuttosto che sull’età, escludendo di fatto una buona parte dei minori di 18 anni che dovrebbero essere, invece, tutelati dalla Carta dei Diritti dei Bambini.
Nel rapporto si legge che “l’assenza di disposizioni di protezione per i bambini nell’agenda delle autorità de facto, di supporto legale, di responsabilità per le gravi violazioni nei confronti dei bambini e di programmi sistematici di integrazione, così come l’assenza di una regolamentazione e di politiche per la protezione dei bambini, ha reso più difficile per le organizzazioni per i diritti dell’infanzia implementare i programmi necessari per la difesa dei minori”. L’8 ottobre del 2022, per esempio, si legge, le autorità de facto hanno rilasciato un decreto per la rimozione dei bambini mendicanti dalle strade, senza farlo accompagnare da un chiaro programma di supporto per il reintegro sociale e l’assistenza degli stessi.
Non solo direttamente la politica alla base della crisi dell’infanzia, secondo le Nazioni Unite, ma anche l’estrema povertà della popolazione, l’assenza di opportunità, le calamità naturali come i terremoti – l’ultimo che ha colpito in ottobre la provincia di Herat ha provocato oltre 2.000 morti e migliaia di sfollati – e la guerra continuano a mettere in pericolo la vita dei bambini. Si segnala, infatti, un aumento della loro “vulnerabilità all’arruolamento e allo sfruttamento, alla violenza sessuale, al lavoro minorile, alla violenza domestica, ai matrimoni precoci, a pericolose pratiche tradizionali, all’interruzione degli studi e alle migrazioni non sicure”. Più a rischio di tutti sono le bambine, che a causa della sospensione del diritto allo studio sono le più esposte a tentativi di suicidio e di autolesionismo e al deterioramento della salute mentale.
Una crisi gravissima per i diritti dell’infanzia confermata anche dal recente rapporto sulla situazione nel Paese dall’agosto 2021 al marzo 2023 pubblicato dall’UNICEF, l’agenzia delle Nazioni Unite per i bambini, che si sofferma sulle condizioni di estrema povertà nella quale versa la maggioranza dei bambini afghani, con conseguenze tragiche per la loro salute, la loro crescita, la loro educazione.
Per questo motivo, per il 2024, l’UNICEF ha lanciato un appello per 1.4 miliardi di dollari per fornire soccorso umanitario a 19.4 milioni di persone in condizioni di estrema difficoltà in Afghanistan. Secondo il rapporto con il quale l’agenzia delle Nazioni Unite ha invitato all’”Azione umanitaria per i bambini” del Paese, nel prossimo anno 23.3 milioni di persone si troveranno in una situazione di dipendenza da aiuti umanitari: di queste, 12,6 milioni saranno bambini. Soprattutto per le sequele di decenni di conflitto, gli effetti del cambiamento climatico e l’estrema crisi economica che continua a interessare l’Afghanistan. Del fondo di aiuti richiesti dall’Unicef, si legge, almeno il 30% dovrebbero essere destinati a programmi di salute e il 20% a progetti di igiene pubblica, con il resto principalmente indirizzati a servizi di educazione e protezione sociale.
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World Drug Report 2023. La cannabis è la sostanza psicoattiva più utilizzata al mondo
La relazione mondiale sulla droga 2023 rilasciata da #UNODC, l’Agenzia delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine con base a Vienna, mira non solo a promuovere una maggiore cooperazione internazionale per contrastare l’impatto del problema mondiale della droga sulla salute, sulla governance e sulla sicurezza, ma anche ad assistere gli Stati membri nell’anticipare e affrontare le minacce poste dai mercati della droga e nell’attenuarne le conseguenze.
Il World Drug Report 2023 è pubblicato (non è disponibile la lingua italiana) sul sito web dell’UNODC: unodc.org/unodc/en/data-and-an… mentre il “segmento” online è reperibile sul sito web all’indirizzo: www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/wdr-2023-online-segment.html
LA RISPOSTA AL TRAFFICO DI STUPEFACENTI DELLE FORZE DI POLIZIA A LIVELLO GLOBALE
Le risposte delle forze dell’ordine devono tenere il passo con i modelli di business criminali sorprendentemente agili, nonché con la proliferazione delle droghe sintetiche, che sono economiche e facili da immettere sul mercato. La salute pubblica rimane la priorità nel contesto di una regolamentazione in rapido sviluppo sul controllo delle droghe, in particolare in relazione all’uso medico, e i paesi devono investire di più nella ricerca per monitorare gli effetti delle politiche e informare le risposte.
LA MINACCIA ALLA SALUTE PUBBLICA ED AI DIRITTI UMANI
Secondo il Rapporto, disuguaglianze e disparità sociali ed economiche continuano a guidare ed essere alimentate dal fenomeno della droga, minacciando la salute pubblica e i diritti umani. Le disparità tra il Nord e il Sud del mondo, tra le aree urbane e rurali e tra le sottopopolazioni contribuiscono ai danni causati dalle droghe.
I disturbi da uso di droghe e altre condizioni di salute mentale sono strettamente interconnessi: le condizioni di salute mentale aumentano il rischio di sviluppare disturbi da uso di droghe e le droghe comportano il rischio di esacerbare i problemi di salute mentale se assunte al di fuori del controllo medico. Con una stima di una persona su otto in tutto il mondo che vive con una condizione di salute mentale diagnosticata, la necessità di affrontare i problemi di salute mentale nella prevenzione e nel trattamento dell’uso di droghe è diventata sempre più una priorità.
Dinamiche regionali dell'uso delle droghe
I GIOVANI E L’USO DELLE DROGHE
I giovani rimangono il gruppo più vulnerabile all’uso di droghe. A livello globale, nel 2021, le persone di età compresa tra i 15 e i 16 anni avevano una prevalenza annuale dell’uso di cannabis del 5,34%, rispetto al 4,3% degli adulti.
In alcune regioni, i giovani sono più gravemente colpiti dal disturbo da uso di sostanze: in Africa, il 70% delle persone che ricevono un trattamento per tossicodipendenti ha meno di 35 anni. Il traffico di droga sta aggravando le minacce criminali che danneggiano le comunità vulnerabili degradando i loro diritti alla sicurezza e ai mezzi di sussistenza, nonché il diritto di vivere in un ambiente pulito, sano e sostenibile.
IL CASO DELL’AMAZZONIA
Nel bacino amazzonico, nella zona dei tre confini tra Brasile, Colombia e Perù, le organizzazioni del traffico di droga violano sempre più i diritti umani, la sicurezza e il benessere delle popolazioni rurali, includendo, in alcune aree, l’occupazione illegale della terra e il pascolo del bestiame, il disboscamento illegale, l’estrazione mineraria illegale, il traffico di fauna selvatica e altri crimini che colpiscono l’ambiente. Le popolazioni indigene e le altre comunità locali sono intrappolate nel nesso criminale nel bacino amazzonico, subendo sfollamento, avvelenamento da mercurio e altri gravi impatti sulla salute, nonché una maggiore esposizione alla violenza.
LA TRASFORMAZIONE DEI MERCATI ILLEGALI
I mercati delle droghe illegali si stanno trasformando rapidamente e, in alcune regioni, radicalmente, con le droghe sintetiche che stanno diventando sempre più dominanti. La produzione di droghe sintetiche è economica, facile e veloce. Il fentanyl, un potente oppioide sintetico, sta trasformando i mercati della droga in Nord America, contribuendo ad alti livelli di overdose tra coloro che fanno uso di droghe. Mentre il traffico e l’uso di cannabis colpiscono tutte le regioni del mondo, altri problemi legati alla droga pongono ulteriori minacce in diverse aree geografiche.
CANNABIS, STUPEFACENTE PIÙ USATO AL MONDO
Consumo di cannabis nel mondo
La cannabis rimane di gran lunga lo stupefacente più comunemente usato al mondo. Si stima che 219 milioni di persone abbiano fatto uso di #cannabis nel 2021, pari al 4% della popolazione adulta globale. Il numero di persone che fanno uso di cannabis è aumentato del 21% negli ultimi dieci anni. Il consumo di cannabis rimane il più alto in Nord America, dove il 17,4% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha utilizzato la droga nel 2021. La percentuale di donne tra coloro che fanno uso di cannabis varia a seconda delle regioni e delle sottoregioni, dal 9% in Asia al 42% in Nord America (2021). Ci sono prove dell’efficacia dei cannabinoidi nel trattamento di alcune condizioni di salute, ma per molte altre condizioni le prove sono limitate. Molti paesi hanno adottato disposizioni per l’uso medico della cannabis, ma gli approcci normativi alla cannabis terapeutica differiscono ampiamente tra questi paesi.
SVILUPPI REGIONE PER REGIONE. L’EUROPA
L’Europa occidentale e centrale rimane il secondo più grande mercato mondiale di cocaina. L’anfetamina è il secondo stimolante più utilizzato nell’Europa occidentale e centrale dopo la cocaina. Le tendenze recenti indicano un aumento del consumo di metanfetamine nella regione. L’Europa rimane un importante mercato di consumo per l’“ecstasy”. Gli oppioidi rimangono il principale tipo di droga per il quale le persone sono in trattamento in Europa, ma la cannabis segue da vicino ed è più comune tra coloro che vengono trattati per la prima volta. L’uso di NPS (new psychoactive substances, quali kratom and khat) che sembra rimanere contenuto nell’Europa occidentale e centrale, sembra essere in aumento nell’Europa orientale, dove è diventato una delle principali preoccupazioni. L’Europa orientale ha la più alta prevalenza di persone che si iniettano droghe (1,3% nel 2021) e di persone che si iniettano droghe che vivono con l’HIV (25,4%) e l’epatite C in tutto il mondo.
Weekly Chronicles #59
Buon 2024 cari lettori. Nel bene e nel male, sarà una grande annata. Questo è il numero #59 delle Cronache settimanali di Privacy Chronicles, la newsletter che parla di sorveglianza di massa, crypto-anarchia, privacy e sicurezza dei dati.
Nelle Cronache della settimana:
- Aggiornamenti dal fronte: la nuova resistenza contro l’anarco-tirannia tecnocratica
- Tecnocrazia fiscale
- The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks
Nelle Lettere Libertarie: Aggiornamenti dal fronte: la nuova resistenza contro l’anarco-tirannia tecnocratica
Rubrica OpSec: Criptovalute: la sicurezza degli Hardware Wallet più diffusi
Aggiornamenti dal fronte: la nuova resistenza contro l’anarco-tirannia tecnocratica
La guerra contro l’anarco-tirannia è iniziata, e viene combattuta a colpi di flessibile. Il gruppo anonimo denominato Blade Runners continua nella sua guerriglia urbana contro le telecamere ULEZ (la nostra ZLT) di Londra.
Le stime più recenti contano più di 3.000 telecamere disabilitate, danneggiate o semplicemente scomparse durante il 2023. Dal fronte arrivano immagini che mostrano pali nuovi di zecca accasciati al suolo, dopo neanche 12 ore dalla loro installazione. Gli esponenti del gruppo dichiarano di voler continuare anche nel 2024 fino a quando non rimarrà più neanche una telecamera.
Anche in Italia arrivano notizie del genere. Non abbiamo gruppi con nomi evocativi come i cugini inglesi ma la lotta, pare, è altrettanto ferrata. Ad esempio, in provincia di Rovigo sono stati distrutti tutti gli autovelox, in media uno al mese. Non è chiara la ragione, ma le autorità di polizia avvertono: “attività pericolosa, si mettono a rischio vite umane”.
Nel dissociarmi da queste attività di danneggiamento di proprietà pubblica, vi dico invero che è questa la resistenza contro l’anarco-tirannia1 di cui siamo vittime più o meno consapevoli.
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La Somalia respinge l’accordo tra Etiopia e Somaliland per lo sbocco sul mare
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Pagine Esteri, 2 gennaio 2023. Lunedì l’Etiopia aveva firmato un accordo con l’autoproclamato stato del Somaliland per ottenere il tanto agognato sbocco sul mare. In cambio Addis Abeba ha promesso di essere il primo Stato a riconoscere l’indipendenza del Somaliland.
La notizia dell’intesa non è stata colta con favore dal presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud, il quale ha immediatamente richiamato l’ambasciatore in Etiopia e il suo predecessore. La dichiarazione ufficiale di oggi è che l’accordo non viene riconosciuto in quanto non ha valore legale.
Il dialogo tra Mogadiscio e il leader del Somaliland, Muse Bihi Abdi, era ripreso proprio negli ultimi tempi. Ma la notizia dell’accordo ha scatenato le ire di Hassan Sheikh Mohamud e le conseguenze potrebbero addirittura portare a un nuovo conflitto nel Corno d’Africa.
Lo sbocco sul mare è sempre stato considerato una necessità primaria per l’Etiopia e oggi, in cambio del riconoscimento del Somaliland, l’accesso al Mar Rosso potrebbe diventare davvero possibile. Ma non senza conseguenze. Pagine Esteri
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A Gaza i morti sono 22 mila. Nuovi attacchi in Cisgiordania
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di Redazione
Pagine Esteri, 2 gennaio 2023 – All’88° giorno di attacchi israeliani su Gaza il bilancio delle vittime palestinesi nella Striscia è salito ufficialmente a 22.185, in gran parte civili.
Nelle ultime ore i bombardamenti si sono intensificati soprattutto nella parte centrale e meridionale di Gaza mentre l’esercito israeliano continua ad espandere la sua offensiva di terra anche se ha annunciato che ritirerà alcune delle sue truppe dal nord di Gaza all’interno di un piano di ridispiegamento del suo schieramento militare deciso dai comandi di Tel Aviv. “Alcune unità di riservisti torneranno a casa questa settimana, sapendo che la guerra continua e che avremo ancora bisogno di loro nel 2024” ha spiegato il portavoce delle forze occupanti Daniel Hagari.
Oggi secondo i comandi militari israeliani sarebbe morto un soldato israeliano di 21 anni, portando a 174 il bilancio ufficiale dei militari di Tel Aviv uccisi negli scontri all’interno della Striscia di Gaza dall’inizio delle operazioni di terra.
Intanto all’estremità meridionale della Striscia, a Rafah, la popolazione teme l’ingresso di forze israeliane di terra che potrebbero posizionarsi al confine con l’Egitto.
Tra i raid più sanguinosi realizzati nelle ultime ore i media palestinesi segnalano un attacco aereo israeliano che ha ucciso 15 palestinesi a Deir el-Balah, nel centro di Gaza. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, sono 4.156 gli studenti palestinesi uccisi dalle forze israeliane dal 7 ottobre. Negli ultimi tre mesi nel territorio occupato sono state bombardate e danneggiate almeno 381 scuole.
Le forze occupanti hanno intensificato anche gli attacchi in Cisgiordania. L’esercito israeliano ha ucciso almeno cinque palestinesi nel corso di un raid realizzato all’alba di oggi nella città di Azzun (Qalqilia), nel nord del territorio occupato.
Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa stamattina una forza militare israeliana ha preso d’assalto Azzun e sono scoppiati scontri tra i giovani palestinesi e i soldati. Per disperdere i manifestanti l’esercito israeliano ha sparato granate stordenti, candelotti lacrimogeni e proiettili veri. Poi, i militari hanno circondato quattro giovani in un edificio residenziale e li hanno uccisi.
Dal 7 ottobre, giorno del blitz di Hamas contro Israele, almeno 320 palestinesi sono stati uccisi dall’esercito e dai coloni israeliani, mentre circa 5.000 sono stati detenuti illegalmente.
Anche al confine tra Israele e Libano vanno avanti gli scontri con Hezbollah.L’esercito israeliano afferma che 5 soldati sono rimasti feriti negli ultimi attacchi delle milizie sciite libanesi che invece avrebbero perso 4 combattenti. Il governo israeliano starebbe progettando la realizzazione di un muro nel nord del paese per impedire a Hezbollah di bersagliare l’Alta Galilea con i razzi anticarro.
Intanto, secondo il giornale kuwaitiano “Al Rai”, domani il segretario generale del movimento libanese, Hassan Nasrallah, dovrebbe tenere domani un discorso a proposito della crisi apertasi il 7 ottobre, in occasione del quarto anniversario dell’uccisione del comandante dei Guardiani della rivoluzione iraniani, Qassem Soleimani. – Pagine Esteri
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Raymundo
Per ciascuna delle ragioni che ha e che espone, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ci pone dei dubbi. Nella lunga intervista con cui ha chiuso l’anno, rilasciata a “Il Sole 24 Ore”, si sente il tono e si scorge il contenuto di chi è stato ministro nel governo di Mario Draghi. Il che non è in contraddizione con le origini dell’impostazione leghista, che il ministro ricorda essere la sua sola casa: Umberto Bossi pose il problema dell’ingresso della Padania nell’euro, anche ove l’Italia avesse ritardato quella scelta. Aveva senso e coerenza: basta con lo scialacquio assistenzialista, basta con le pensioni a chi non aveva lavorato abbastanza, basta con la spesa corrente improduttiva sulle spalle di chi lavora, intraprende e paga le tasse. Ma è difficile che Giorgetti non si sia accorto che la sua casa ha cambiato non soltanto arredamento ma anche indirizzo.
Al punto che, leggendo quelle sue sagge parole, è tornato alla mente un personaggio creato dalla surreale fantasia di Mario Marenco: il comandante spagnolo «catapultado» nello spazio e perso in orbita, senza più la possibilità di tornare indietro. Irrompeva ad “Alto Gradimento” e berciava: «Olè! Bastardos, cornudos! Esto è el comandante Raymundo Navarro, non te siento … abla fuerte! Ocho anos che roteo como asino vagabundo, como disgrasiados, in esto trabiculometalico. Todo esto payses internationales, todo esto payses auropeos che habencombinato esta superior y monumental vacada. No tiengo alimentos, compriende. No tiengo muchacha. Estos cornudos, chi haben combianto esto mecanismos, pieno de bucones esto colabrodo».
Dice Giorgetti che non è questione (soltanto) di patto di stabilità e regole europee: l’Italia deve ridurre il proprio mostruoso debito pubblico perché pensare di allargarlo è da drogati fuori di testa. Giusto, ma si ricorda di essere stato eletto nelle liste di un partito che chiedeva lo sfondamento del debito e del deficit? Ricorda la buffonata del deficit al 2,4%, diventato 2,04% all’epoca del primo governo Conte di cui il suo partito era pilastro? Sono le medesime persone e posizioni di oggi e ci vuole tanta fede per credere che a prevalere possa essere la linea di Giorgetti. Tanto più che ha appena finito di perdere, perché ricorda che nella bocciatura della legge di conversione del Meccanismo europeo di stabilità non si sono fatte valere obiezioni serie, fattuali ed economiche ma solo pulsioni politiche. Appunto, e lui è finito in minoranza – contemporaneamente – in Parlamento, al governo e nel suo partito. E dopo esserci finito avverte: ci saranno delle conseguenze. Eccome, magari poteva valere la pena dirlo prima.
Comunica che è stato un successo del suo negoziare l’avere posticipato al 2027 le regole più rigide di rientro dal debito: «smaltito il grosso dell’eredità superbonus». Ovvero quello che il suo partito (assieme agli altri) chiese di prolungare e non restringere, quando Draghi ci provò. Si potrebbe osservare che hanno appena varato un decreto di proroga, ma è osservazione sbagliata, perché quella è soltanto una presa in giro di Forza Italia. L’obiezione è un’altra: in attesa del 2027 il debito cala in percentuale sul Prodotto interno lordo? Nella legge di bilancio dicono di sì, ma sulla base di presupposti (crescita all’1,2%) che si sapeva essere falsi anche quando li approvavano. Dice Giorgetti: possiamo farcela, se caleranno i tassi. Il mercato già sconta quel calo, ma se quella è la sua sola speranza è segno che non crede nell’azione del governo di cui è ministro.
Il problema non è né Giorgetti (persona seria) né di Giorgetti (che se la veda lui con i leghisti che propagandano voluttuosamente la droga psichedelica del debito). Il problema è nostro perché, se all’economia presiede chi vede bene gli errori che si commettono ma non riesce a fermarli ed evitarli – acconciandosi, per rimanere in casa Arbore, a Ferrini di destra («Non capisco, ma mi adeguo») – le conseguenze non le paga lui, ma noi contribuenti e produttori.
La Ragione
L'articolo Raymundo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Decalogo liberale contro le ordinanze sbattute in prima pagina
In questi giorni la liaison tra alcuni pm e certi giornali, con M5s e Pd a rimorchio, si manifesta in tutta la sua solidità, e giunge al punto di capovolgere radicalmente la realtà. Penso al pubblico ministero che si spinge a sostenere che gli arrestati saranno desaparecidos della cui sorte non si potrà dare notizia, scordando che la norma prevede ben altro. O all’ex vicepresidente della Consulta, che giudica la norma incostituzionale, scordando che fino al 2017 era già così, senza che la Corte costituzionale abbia mosso censure. O a coloro che sollecitano l’Ue a intervenire, scordandosi che è proprio la direttiva europea sulla presunzione d’innocenza a chiedere agli stati una comunicazione giudiziaria rispettosa di tale principio. O a quelli che ci fanno credere che la pubblicazione di centinaia di pagine di ordinanze zeppe di brani intercettati e informative, ancor prima dell’interrogatorio, ancor prima del vaglio del riesame, ancor prima della chiusura delle indagini, sia a tutela dell’indagato, che dovrebbe così ringraziare i giornali notoriamente soliti fare il contropelo alle accuse contenute negli atti giudiziari. O al sindacato dei giornalisti che invita a disertare la conferenza stampa della premier, buttando a mare, loro sì, quel diritto di cronaca e quel diritto di essere informati che accendono e spengono a singhiozzo, secondo le convenienze del momento.
Hanno tirato in ballo la dittatura, il Medioevo, la Cina. Avere contro, con attacchi durissimi, categorie che messe insieme hanno una forza dirompente, non è facile. Ma vado avanti convinto di essere nel giusto e ne spiego le ragioni.
1. Le ordinanze di custodia cautelare emesse durante le indagini sono atti anche di centinaia di pagine dal contenuto delicatissimo; infatti, per motivarle, i giudici vi inseriscono testi di intercettazioni telefoniche, verbali di sommarie informazioni, riferimenti espliciti a relazioni di polizia giudiziaria ed espressioni nette sulla colpevolezza dell’indagato come “capacità criminale” o altre analoghe, in linea con la prospettazione accusatoria;
2. Le ordinanze cautelari che intervengono durante le indagini preliminari – a differenza di ogni altro atto di indagine preliminare che, anche se non più “segreto” perché notificato al destinatario, non è mai pubblicabile alla lettera – sono subito pubblicabili integralmente, dalla A alla Z, sui giornali o sul web; così queste ordinanze vengono distribuite ai giornalisti direttamente dal pm. Spesso in rete si trovano i pdf di questi atti. Con il paradosso che i cronisti, alla luce della direttiva europea, possono ottenere sobri comunicati stampa dal procuratore capo, ma riportare integralmente un atto giudiziario lungo come un libro;
3. Le ordinanze di custodia cautelare sono quindi pubblicabili integralmente e “alla lettera” addirittura prima del vaglio del Riesame e della Cassazione che talvolta le annullano;
4. Il codice di procedura penale aveva ben chiari questi e altri aspetti e vietava la pubblicazione integrale delle ordinanze cautelari. Oggi è consentita per effetto di una modifica dell’articolo 114 Cpp intervenuta nel 2017; ancora oggi la maggioranza degli atti di indagine preliminare, anche se “notificati”, non sono pubblicabili integralmente;
5. I pm, anche contando sul fatto che le ordinanze di arresto sono pubblicabili “tra virgolette”, arricchiscono le loro richieste con particolari “coloriti” o con brani di intercettazioni “a effetto”, che il gip spesso riporta pedissequamente; così dribblano la norma sulla comunicazione sobria e ottengono il clamore mediatico, condizionando l’opinione pubblica; non escludo che taluni scelgano la strada dell’ordinanza di custodia cautelare proprio per il suo regime mediatico;
6. Le ordinanze di custodia cautelare contengono solo le accuse; la voce della difesa non c’è, perché la difesa al limite ricorrerà quando saranno già su tutti i giornali;
7. E’ evidente che una persona schiacciata da un simile “peso” reso pubblico con centinaia di pagine di motivazioni, quand’anche ottenesse, dopo settimane, l’annullamento dal riesame o, dopo mesi, l’archiviazione non riuscirebbe a capovolgere il racconto. Peggio ancora se arrivasse un’assoluzione dopo anni;
8. L’ordinanza di custodia cautelare è un atto del procedimento penale indirizzato a una persona che è presunta innocente; la direttiva europea stabilisce che la comunicazione giudiziaria deve essere rispettosa della presunzione di innocenza. Pubblicare alla lettera le ordinanze piene di accuse non vagliate dal Riesame o dalla Cassazione, durante le indagini, ancor prima che la persona sia interrogata e la difesa esponga le sue argomentazioni, entra in contrasto con la presunzione di innocenza;
9. Le oltre 30 mila persone arrestate ingiustamente dal 1992 a oggi (in realtà molte di più, quasi 100 mila, perché molte non hanno richiesto o ottenuto il risarcimento) hanno tutte ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare e poi, dopo anni, la riparazione per ingiusta detenzione;
10. Un conto è pubblicare una notizia sull’indagine dando conto delle contestazioni e delle misure cautelari, spiegando gli addebiti, altro è pubblicare un libro fitto di particolari ancora tutti da verificare in piena fase di indagini preliminari, alimentando giornali che campano di marketing giudiziario.
In conclusione, la norma approvata dalla Camera è un giusto bilanciamento tra il diritto di cronaca, il diritto di essere informati e la presunzione di innocenza. Se per molti magistrati gli indagati sono solo “numeri”, se per alcuni giornalisti sono solo “notizie”, per un liberale sono persone in carne e ossa, che spesso si rivelano innocenti, ma anche quando non lo sono hanno il diritto a essere giudicate dal tribunale e non sulla piazza o sulla stampa.
E lo stato, quando chiama qualcuno a rispondere di un reato, ha il dovere di garantire che se quella persona ne esce da innocente, abbia la stessa reputazione e immagine che aveva prima di entrare nell’ingranaggio giudiziario. E oggi quell’ordinanza sbattuta in prima pagina è una macchia indelebile. Il marketing giudiziario è quanto di più illiberale, arbitrario, incivile.
Finché avrò voce difenderò questa norma approvata dalla Camera, e ringrazio i tanti che lo fanno al mio fianco.
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VIDEO BEIRUT. Leader di Hamas ucciso da un’esplosione
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BREAKING NEWS
Pagine Esteri, 2 gennaio 2023. Pochi minuti fa nell’area meridionale della di città di Beirut in Libano, un’esplosione improvvisa, probabilmente esito dell’attacco di un drone, ha causato la morte di diverse persone.
Tra di loro Saleh al-Arouri, importante leader di Hamas. La notizia è stata confermata dal movimento libanese Hezbollah, che accusa Israele di aver eseguito un omicidio mirato. Tel Aviv si rifiuta di commentare l’accaduto ma politici e vari portavoce del governo hanno espresso grande soddisfazione
Saleh al-Arouri, il leader di Hamas ucciso in un attacco a Beirut
Saleh al-Arouri, 57 anni, era considerato il leader di Hamas in Cisgiordania. 57 anni, era stato rilasciato nel 2010, dopo aver scontato diversi anni nelle carceri israeliane. Sposatosi a Beirut, molto vicino a Hezbollah, seguiva dal Libano le operazioni militari di Hamas in Cisgiordania. Insieme a lui, nella violenta esplosione che ha colpito l’edificio nel quale si trovava, sarebbero morte almeno altre 4 persone.
Al-Arouri controllerebbe un gruppo militare di Hamas presente in Libano.
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SEGUONO AGGIORNAMENTI.
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Cerimonia conclusiva della XIll edizione della Scuola di Liberalismo FLE di Messina
Introduzione
Ing. GIOVANNI MICELI (Presidente «ll Circolo»)
Prof. PIPPO RAO (Direttore Generale SaL Messina)
Prof. GIUSEPPE GEMBILLO (Direttore Scientifico SaL Messina)
Ing. EDOARDO MILIO (Responsabile Relazioni istituzionali SdL Messina)
Salut istituzionali
Dott. FEDERICO BASILE (Sindaco di Messina)
Prof. GIUSEPPE GIORDANO (Prorettore Vicario Università Messina)
Consegna attestati speciali
Dott. LINO MORGANTE (Presidente Fondazione Bonino-Pulejo)
Prof. GIOVANNI MOSCHELLA (Ordinario di Istituz. di Diritto Pubblico – Università Messina)
Ricordo del Sen. Prof. Vincenzo Michele Trimarchi
Prof. FRANCESCO VERMIGLIO (già Ordinario di Economia Aziendale – Università Messina)
Premiazione dei vincitori delle cinque borse di studio stanziate dalla Fondazione Bonino-Pulejo, dalla Fondazione Luigi Einaudi e dal Coordinamento messinese della Fondazione Luigi Einaudi (quattro intitolate a Vincenzo Michele Trimarchi, una intitolata a Giuseppe Scibilia)
Interventi
On. Avv. ENZO PALUMBO (Membro Dipartimento Giustizia Fondazione Luigi Einaudi)
Prof. MARIO TRIMARCHI (già Ordinario di Diritto Privato e Diritto Civile – Università Messina)
Prof. ANGELO MICELI (Dirigente scolastico Liceo Paritario «Empedocle»)
Ing. Prof. LETTERIO SCIBILIA (Docente IS «Verona-Trento»)
Presidenti Ordini Professionali di Messina (Architetti, Avvocati, Ingegneri, Medici, Notai)
Conclusioni
Sen. ANDREA CANGINI (Direttore Generale Fondazione Luigi Einaudi)
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Ricordo modesto e insufficiente di Ezechia Paolo Reale
Il ricordo di Ezechia Paolo Reale da parte del nostro componente del Consiglio di Amministrazione, Andrea Pruiti Ciarello
Ho conosciuto Ezechia Paolo Reale otto anni fa. L’ho conosciuto come politico di area liberale, perché aveva aderito al movimento Energie Per l’Italia, fondato da Stefano Parisi, che lui aveva scelto di aiutare a crescere nella formazione di una grande area di centro liberale-popolare, anticipando di qualche anno i tempi della politica italiana. Di Paolo, così l’ho sempre chiamato, apprezzai immediatamente la raffinata intelligenza, l’eloquio forbito e fluente, la lucidissima capacità di analisi e soprattutto la grande onestà, intellettuale, etica e politica.
Paolo aveva una dote eccezionale, quella di non risparmiarsi mai nell’attivismo per le cause nelle quali credeva e che decideva di sposare. Così nel 2016, quando con Giuseppe Benedetto e Davide Giacalone, fummo chiamati a guidare la Fondazione Luigi Einaudi, non esitai un istante a segnalare il suo profilo quale autorevole componente del comitato scientifico, nel settore della Giustizia e dei Diritti Umani. Settori nei quali Paolo era già un gigante, riconosciuto a livello internazionale, sia per la sua professione di avvocato (dal 2008 era abilitato alla difesa davanti alla Corte Penale Internazionale e dal 2016 era membro della International Criminal Court Bar Association – ICCBA), sia per l’attività scientifica e politica che portava avanti con il suo “Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights”, con il quale occupava un seggio consultivo presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Paolo è sempre stato protagonista di tutte le attività scientifiche, giuridiche e politiche che la Fondazione Luigi Einaudi ha portato avanti dal 2016 ad oggi. Attore ostinato e coerente, a difesa delle libertà individuali e propugnatore di un modello di cittadinanza attiva e consapevole, nel quale l’effettività dei diritti individuali costituiva il parametro di valutazione politica dell’ordine democratico.
Così Paolo, ad aprile 2020, scelse di impegnarsi in prima persona in quella battaglia di libertà per la pubblicazione dei verbali del Comitato Tecnico Scientifico, che il Governo guidato da Giuseppe Conte si ostinava a tenere segreti. Una battaglia per il diritto alla Conoscenza, che ci vide vittoriosi e che restituì ai cittadini italiani quel diritto all’informazione, previsto nella Costituzione, che tuttavia aveva trovato una battuta d’arresto autoritaria.
Paolo conduceva già da cinque anni, a livello internazionale, un’intensa attività per il riconoscimento del diritto alla Conoscenza, quale nuovo diritto umano. Nel 2021, grazie al suo impegno, l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa approvò una raccomandazione rivolta agli stati membri ad adottare una serie di misure attraverso le quali rendere concreto il diritto alla conoscenza.
Oggi Paolo se n’è andato, ha lasciato questa terra, nella quale è stato un gigante, nel corpo e nello spirito. Per un uomo come Paolo, non vi può essere forma di ricordo più nobile e gradita di proseguire le sue azioni. Le sue idee sono cristallizzate in innumerevoli scritti e interviste, che costituiscono un’eredità spirituale, che noi vogliamo raccogliere e portare avanti, con i nostri modesti mezzi intellettuali, ma con la medesima gioia ed entusiasmo che Paolo riusciva a trasmettere.
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Daniel Defoe – Diario dell’anno della peste
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Marte: il rover Perseverance esplora un antico fiume | reccom.org
"Il panorama a 360 gradi di Marte del rover Perseverance, con 2,38 miliardi di pixel dal cratere Jezero, offre approfondimenti sulla storia dell’antico delta del fiume del pianeta."
Il cuore reso saldo dalla grazia
pastore D'Archino - Il cuore reso saldo dalla grazia
(La predicazione per l’inizio dell’anno 2024) Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Non vi lasciate trasportare qua e là da diversi e strani insegnamenti; perché è bene che il…pastore D'Archino
A Gaza i morti sono 22 mila. Nuovi attacchi in Cisgiordania
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di Redazione
Pagine Esteri, 2 gennaio 2023 – All’88° giorno di attacchi israeliani su Gaza il bilancio delle vittime palestinesi nella Striscia è salito ufficialmente a 21.978, in gran parte civili.
Nelle ultime ore i bombardamenti si sono intensificati soprattutto nella parte centrale e meridionale di Gaza mentre l’esercito israeliano continua ad espandere la sua offensiva di terra anche se ha annunciato che ritirerà alcune delle sue truppe dal nord di Gaza all’interno di un piano di ridispiegamento del suo schieramento militare deciso dai comandi di Tel Aviv. “Alcune unità di riservisti torneranno a casa questa settimana, sapendo che la guerra continua e che avremo ancora bisogno di loro nel 2024” ha spiegato il portavoce delle forze occupanti Daniel Hagari.
Intanto all’estremità meridionale della Striscia, a Rafah, la popolazione teme l’ingresso di forze israeliane di terra che potrebbero posizionarsi al confine con l’Egitto.
Tra i raid più sanguinosi realizzati nelle ultime ore i media palestinesi segnalano un attacco aereo israeliano che ha ucciso 15 palestinesi a Deir el-Balah, nel centro di Gaza.
Le forze occupanti hanno intensificato anche gli attacchi in Cisgiordania. L’esercito israeliano ha ucciso almeno cinque palestinesi nel corso di un raid realizzato all’alba di oggi nella città di Azzun (Qalqilia), nel nord del territorio occupato.
Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa stamattina una forza militare israeliana ha preso d’assalto Azzun e sono scoppiati scontri tra i giovani palestinesi e i soldati. Per disperdere i manifestanti l’esercito israeliano ha sparato granate stordenti, candelotti lacrimogeni e proiettili veri. Poi, i militari hanno circondato quattro giovani in un edificio residenziale e li hanno uccisi.
Dal 7 ottobre, giorno del sanguinoso blitz di Hamas contro Israele, almeno 320 palestinesi sono stati uccisi dall’esercito e dai coloni israeliani, mentre circa 5.000 sono stati detenuti illegalmente.
Anche al confine tra Israele e Libano vanno avanti gli scontri con Hezbollah.L’esercito israeliano afferma che 5 soldati sono rimasti feriti negli ultimi attacchi delle milizie sciite libanesi che invece avrebbero perso 4 combattenti. Il governo israeliano starebbe progettando la realizzazione di un muro nel nord del paese per impedire a Hezbollah di bersagliare l’Alta Galilea con i razzi anticarro. Pagine Esteri
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SPORT, CORRUZIONE, CRIMINALITÀ ORGANIZZATA. L’ALLARME DELL’AGENZIA DELLE NAZIONI UNITE.
UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), l’agenzia delle Nazioni Unite per la lotta alle droghe ed alla criminalità organizzata con sede a Vienna, ha recentemente richiamato l’attenzione sul fatto che ogni anno vengano scommessi fino a 1,7 trilioni di dollari sui mercati delle scommesse illecite e che le scommesse illegali sono uno dei principali motori della corruzione nello sport e un canale importante per il “money laundering”, anche da parte di gruppi criminali organizzati.
A suo tempo #UNODC ha rilasciato uno studio analitico sul problema della corruzione nello sport (il testo – in inglese – è scaricabile qui: unodc.org/res/safeguardingspor…).
Copertina della Pubblicazione di UNODC
Il settore dello sport ha subìto cambiamenti radicali negli ultimi decenni: globalizzazione, un enorme afflusso di denaro ai massimi livelli dello sport professionistico, rapida crescita delle scommesse sportive legali e illegali e i progressi tecnologici hanno trasformato il modo in cui lo sport viene praticato e consumato.
Questi fattori hanno avuto un forte impatto anche sulla #corruzionenellosport, sia in termini di portata che sul ruolo svolto dalle organizzazioni internazionali, Governi ed enti sportivi nel contrastare questa attività.
La manipolazione delle competizioni è diventata un problema significativo.
Le grandi evoluzioni dello sport lo hanno reso più vulnerabile a questo tipo di corruzione, con i rischi che diventano sempre più complessi.
La corruzione all'interno delle organizzazioni sportive è stata denunciata su larga scala, non da ultimo per quanto riguarda l'assegnazione dei diritti di hosting dei grandi eventi sportivi. Diversi scandali di alto profilo in relazione a presunti processi di corruzione nell'assegnazione dei diritti di hosting per i principali eventi sportivi e relativi a politiche di governance interna difettose all'interno delle organizzazioni sportive, hanno scosso la fiducia del pubblico negli standard etici di queste organizzazioni e nell'integrità dei principali eventi che supervisionano.
Il ruolo dei gruppi criminali organizzati nella corruzione nello sport e l'infiltrazione criminale nelle organizzazioni sportive è cresciuto notevolmente. Essi sfruttano la vulnerabilità legata ai cambiamenti connessi allo sviluppo e le debolezze dei quadri legislativi e normativi che regolano lo sport. Sorge quindi la necessità di rafforzare i quadri e gli strumenti legislativi e regolamentari per sviluppare approcci per combattere efficacemente la corruzione nello sport.
È necessario sviluppare politiche globali in materia di lotta alla corruzione nello sport, basate su una valutazione dei rischi di corruzione affrontati, compresi quelli relativi all'organizzazione di grandi eventi sportivi, alla manipolazione delle competizioni, alle scommesse illegali e al coinvolgimento di gruppi della criminalità organizzata, nonché istituire organismi a livello di organizzazione internazionale, di governo e di organismi sportivi che abbiano una chiara responsabilità per la prevenzione, l'individuazione, l'indagine e la sanzione della corruzione nello sport, garantendo loro l'indipendenza, la formazione e le risorse necessarie a svolgere efficacemente le loro funzioni.
Con riguardo in particolare ai gruppi della criminalità organizzata, vi è da dire che sono stati a lungo coinvolti nella corruzione nello sport, e sono favoriti dalla trasformazione dello sport negli ultimi decenni, che ha agito da catalizzatore per un aumento significativo delle dimensioni e della portata di questa attività. Il coinvolgimento della criminalità organizzata nello sport è diffuso e avviene su scala globale: è legato alla manipolazione delle competizioni, alla corruzione nelle organizzazioni sportive, alle scommesse illegali, al riciclaggio di denaro, alla tratta di esseri umani e al traffico di migranti nello sport e ad altre forme di corruzione. Le organizzazioni internazionali, i governi e gli organismi sportivi stanno adottando misure per affrontare questo problema, anche attraverso l'attuazione dei principi della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione e della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale.
L'incapacità di affrontare efficacemente il coinvolgimento della criminalità organizzata nello sport rappresenta una grave minaccia non solo per l'integrità dello sport, ma anche per il ruolo sociale dello sport e per l'etica e i valori che lo sostengono. Inoltre, le persone coinvolte nella manipolazione delle competizioni stanno prendendo sempre più di mira gli sport giovanili, le competizioni semiprofessionistiche e gli sport femminili, dove le scommesse sono disponibili ma il monitoraggio è limitato, se non assente, e l'individuazione è difficile.
Se da un lato cresce la consapevolezza di come l'evoluzione dello sport lo abbia esposto alla corruzione che coinvolge la criminalità organizzata, dall'altro è indispensabile rafforzare i quadri legislativi e normativi e gli strumenti a livello nazionale e internazionale volti ad affrontare questo tema.
Ecco quindi la necessità di:
- Migliorare la comprensione delle interconnessioni tra corruzione e criminalità organizzata nello sport, anche effettuando valutazioni complete della minaccia di corruzione, continuando a sensibilizzare in merito alla minaccia e sviluppando risposte strategiche, collettive e coordinate,
- Introdurre misure preventive volte ad affrontare la minaccia della corruzione e della criminalità organizzata, compresa la promozione di eventi educativi e di sensibilizzazione per bambini e giovani adulti,
- Mettere in atto politiche e procedure di salvaguardia complete per prevenire e rispondere a qualsiasi forma di crimine nello sport, compresi gli abusi e lo sfruttamento perpetrati da gruppi criminali organizzati,
- Utilizzare un approccio multilaterale nella lotta contro la criminalità organizzata nello sport, compresa la cooperazione pubblico-privato.
Le organizzazioni internazionali, i governi e gli organismi sportivi stanno utilizzando diversi mezzi per affrontare la questione. Un tema comune è la promozione della cooperazione tra le principali parti interessate. Sforzi significativi sono stati compiuti dalle principali organizzazioni sportive, tra cui il Comitato Olimpico Internazionale e la Fédération Internationale de Football Association (FIFA), per contrastare la manipolazione delle competizioni.
I possibili strumenti di contrasto appaiono essere:
- Sostenere un'applicazione più efficace della legislazione esistente alla manipolazione della concorrenza o, se del caso, sostenere lo sviluppo di una legislazione specifica per criminalizzare la manipolazione della concorrenza,
- Istituire un quadro nazionale di cooperazione per promuovere la cooperazione, il coordinamento e lo scambio di informazioni tra gli enti governativi competenti, in particolare le autorità di contrasto e di giustizia penale, e tra gli organi di governo dello sport e gli enti di scommesse sportive per aiutare a individuare, indagare, perseguire e interrompere la manipolazione della concorrenza,
- Sostenere valutazioni, analisi e indagini sul ruolo dei gruppi criminali organizzati nella manipolazione della concorrenza,
- Rafforzare il coordinamento e la cooperazione tra i governi e le organizzazioni sportive a livello multilaterale e bilaterale,
- Continuare e incrementare, ove possibile, l'organizzazione di sessioni di sensibilizzazione per i dipendenti degli enti governativi competenti, delle organizzazioni sportive, degli operatori di scommesse e delle relative parti interessate sulla minaccia rappresentata dalla manipolazione della competizione.
I principali operatori di scommesse sportive, le associazioni del settore delle scommesse e le società di monitoraggio stanno collaborando sempre più in attività volte a ridurre al minimo i rischi associati alle scommesse illegali condividendo i dati delle scommesse e gli avvisi di scommesse sospette con le organizzazioni sportive. La situazione è complicata dall'utilizzo di tipologie innovative di scommesse, dalla proliferazione del gioco d'azzardo online e dalla crescita delle criptovalute. La transnazionalità di molte operazioni di scommesse illegali rappresenta una sfida per le autorità che tentano di combattere l'attività, con gli operatori di scommesse illegali che sfruttano un panorama legislativo nazionale disomogeneo e il maggiore anonimato fornito da Internet e dall'uso delle criptovalute.
Taiwan Files – Il discorso di Xi, il dibattito tv e la campagna elettorale
Il discorso di fine anno di Xi Jinping e la riposta di Tsai Ing-wen, i temi della campagna elettorale a Taiwan, gli ultimi sondaggi e il dibattito televisivo. Le manovre di Pechino e Washington in vista delle urne. La rassegna di Lorenzo Lamperti con notizie e analisi da Taipei (e dintorni)
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Giappone, Capodanno con terremoto e allerta tsunami
Un sisma di magnitudo 7.6 ha colpito la costa occidentale della principale isola dell'arcipelago. Il parallelo con l'11 marzo 2011 è inevitabile, ma stavolta il bilancio dei danni sembra essere stato contenuto
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Stile istituzionale addio, nessuno sta più al proprio posto
Stare al proprio posto. L’espressione suona ormai come un vincolo, una rinuncia, una mancanza di carattere. È vero, semmai, il contrario. Ogni carica presuppone una funzione, ogni funzione presuppone uno stile, ogni stile presuppone dei doveri. Dei doveri formali che, essendo la forma sostanza, se non ottemperati danno origine a violazioni sostanziali.
Un anno si è chiuso, ed una delle tante, possibili, lezioni tratte dall’anno passato è proprio questa: nessuno, o quasi nessuno, è più disposto, o forse addirittura in grado, di stare al proprio posto.
I generali si sono fatti sociologi e, come nel caso dell’ormai celebre Roberto Vannacci, concionano di valori, di famiglia e di geopolitica (‘sto Putin non è mica il demonio che dicono, anzi: lui sì che incarna i valori della tradizione…). I presidenti del Consiglio, come nel caso di Giorgia Meloni, rinunciano volentieri all’aplomb istituzionale e abusano della visibilità dovuta alla carica che ricoprono per offendere, nel senso di attaccare, i leader dell’opposizione come fossero loro gli oppositori e gli altri i governanti.
Persino il Papa fatica a stare al proprio posto. Papa Francesco viola con metodo il protocollo, sceglie di abitare non nel Palazzo Apostolico come i suoi predecessori ma il quello che di fatto è un hotel pontificio, Casa Santa Marta, dichiara di sentirsi “un po’ ingabbiato in Vaticano” e, colpo di scena ultimo, annuncia, senza che nessuno ne sapesse nulla, che quando verrà il momento suo desiderio è quello di essere tumulato non in San Pietro come i papi che l’hanno preceduto ma nella basilica di Santa Maria Maggiore, a due passi dalla stazione Termini.
Tutto legittimo, tutto imprevedibile.
Ad esempio. È previsto che, in quanto presidente della Fondazione della Scala, nel giorno di Sant’Ambrogio il sindaco di Milano assista alla prima della stagione lirica dal palco reale. È una regola, una tradizione, una forma. “Non prenderò posto nel palco reale, ma andrò il platea al fianco di Liliana Segre”, ha fatto sapere Giuseppe Sala prima della prima, con l’evidente intento di buttarla in politica a mo’ di reazione alla presenza, peraltro istituzionale, del presidente del Senato, il post fascista Ignazio La Russa. Poi la mediazione è stata trovata. Liliana Segre è assurta al palco reale e la polemica è finita lì. Ma c’è stata, e mai prima d’ora s’era paventata la possibilità che il sindaco di Milano assistesse alla prima della Scala in platea come un cummenda qualsiasi.
Non è spirito democratico, è demagogia. Il tentativo disperato di non apparire élite. Ma quel che ci appare interessante è notare che mai la demagogia era arrivata a mettere in discussione la solennità di certe forme. Ne cosegue l’osservazione che nessuno, ormai, sta più al proprio posto. E che, a furia di derogare in cerca dell’applauso “popolare”, si è finiti per svalutare il posto in quanto tale, cioè la funzione, cioè l’autorità che da quella funzione promana. Buon anno a tutti.
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GLI AVVISI INTERPOL: DA QUELLO ROSSO PER ARRESTO TEMPORANEO A QUELLO GIALLO PER RITROVARE PERSONE SCOMPARSE
INTERPOL fornisce informazioni critiche alle forze dell'ordine di tutto il mondo. Le segnalazioni delle forze di polizia sono richieste internazionali di cooperazione o segnalazioni che consentono alla polizia dei paesi membri di condividere informazioni critiche relative alla criminalità.
Come l'INTERPOL aiuta le forze dell'ordine a livello mondiale con i suoi avvisi? Il Segretariato Generale di INTERPOL emette avvisi su richiesta dell'Ufficio centrale nazionale di un paese membro. Questi avvisi sono resi disponibili a tutti i paesi membri tramite l'accesso a un database dedicato.
La maggior parte degli avvisi sono destinati esclusivamente alla polizia e non sono disponibili al pubblico. Tuttavia, un estratto dell'Avviso può essere pubblicato sul sito di INTERPOL se il paese richiedente desidera allertare il pubblico o chiedere il supporto nella ricerca dei criminali.
I Tipi di avviso:
-Avviso rosso: cercare di localizzare e arrestare persone ricercate per essere processate o scontare una pena.
Un avviso rosso è una richiesta alle forze dell'ordine di tutto il mondo di individuare e arrestare provvisoriamente una persona in attesa di estradizione, consegna o azione legale simile. Un Avviso Rosso non è un mandato d'arresto internazionale.
Le persone sono ricercate dal paese membro richiedente o da un tribunale internazionale. I paesi membri applicano le proprie leggi nel decidere se arrestare una persona.
La maggior parte degli avvisi rossi è riservata esclusivamente all'uso da parte delle forze dell'ordine.
Gli estratti degli Avvisi Rossi vengono pubblicati su richiesta del Paese membro interessato e quando potrebbe essere necessario l'aiuto del pubblico per localizzare un individuo o se l'individuo può costituire una minaccia per la sicurezza pubblica. Per vedere gli avvisi di ricerca pubblicati da INTERPOL consulta questo link: interpol.int/en/How-we-work/No…
- Avviso giallo: per aiutare a localizzare persone scomparse, spesso minorenni, o per aiutare a identificare persone che non sono in grado di identificarsi.
- Avviso blu: per raccogliere ulteriori informazioni sull'identità, l'ubicazione o le attività di una persona in relazione a un'indagine penale.
- Avviso nero: cercare informazioni su corpi non identificati.
- Avviso verde: fornire un avvertimento sulle attività criminali di una persona, laddove la persona è considerata una possibile minaccia per la sicurezza pubblica.
- Avviso arancione: per avvisare di un evento, una persona, un oggetto o un processo che rappresenta una minaccia grave e imminente per la sicurezza pubblica.
- Avviso viola: per cercare o fornire informazioni su modus operandi, oggetti, dispositivi e metodi di occultamento utilizzati dai criminali.
- Avviso speciale INTERPOL-Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: rilasciato per entità e individui che sono obiettivi dei comitati per le sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Il trattamento delle informazioni garantito dall'Avviso INTERPOL fornisce sicurezza e qualità legalmente vincolanti per le informazioni raccolte. La Costituzione dell'INTERPOL e le Regole sul trattamento dei dati sono state progettate per garantire che i sistemi siano utilizzati in modo responsabile.
i paesi membri possono aiutarsi a vicenda attraverso le diffusioni. Le diffusioni sono richieste direttamente dall'Ufficio centrale nazionale di un paese membro a tutti o ad alcuni altri paesi membri. Questo meccanismo di cooperazione reciproca offre agli stati membri la possibilità di scambiare informazioni su una vasta gamma di reati, compresi quelli transfrontalieri.
La Task Force Avvisi e Diffusioni è formata da un gruppo di esperti che si occupano di verificare la conformità delle diffusioni di persone ricercate (rosse), ovvero quelle diffuse per arrestare, detenere o limitare la circolazione di una persona condannata o accusata.
Indagine sul Fediverso 2023: il primo sondaggio on line sulla comunità italiana dei social federati. Vuoi partecipare? Il sondaggio scade il 15 gennaio
Come sei finito dentro al Fediverso? Quali sono le cose che ti piacciono di più e quelle che ti piacciono meno? Quali sono gli aspetti più interessanti? Quanto usi le istanze in cui sei iscritto o le app che hai scaricato?
Guarda il video di un intero giorno su Marte ripreso da Curiosity l Passione Astronomia
"I due video in bianco e nero mostrano la giornata dell’8 novembre, il 4.002° giorno marziano, o sol, della missione. Il rover ha catturato la propria ombra che si spostava sulla superficie di Marte utilizzando le sue Hazard-Avoidance Camera in bianco e nero, o Hazcams."
Lavinia Mennuni, una ricca che vuole più multipare
Nel dicembre 2023 l'agenda "occidentalista" lascia spazio anche a oziose considerazioni sulle aspirazioni più o meno lecite delle giovani donne.
Da Roma una ricca di nome Lavinia Mennuni avalla graziosamente eventuali aspirazioni a maternità precoci e ripetute, probabilmente in considerazione dello spauracchio della "sostituzione etnica".
La cosa interessante è che in quel Regno Unito che è da molti decenni fonte di ispirazione per lo stesso areale politico -l'ascesa di #JavierMilei in #Argentina ha persino ridato fiato alla feccia liberista ammiratrice di #MargaretThatcher- la condizione di multipara è stata per molti anni oggetto di scherno proprio da parte degli ambienti conservatori.
Nel suo Chavs #OwenJones ricorda il personaggio di #VickyPollard ideato da Matt Lucas e David Walliams. Vicky Pollard è l'archetipo della grottesca ragazza madre della classe operaia: sessualmente promiscua, incapace di mettere insieme due parole e con problemi comportamentali molto seri.
Invece di corteggiare gli ambienti marginali e abietti per trarne suffragi, i conservatori britannici hanno almeno il buon gusto di schernirli con coerenza.
Le risoluzioni Onu su Israele ci sono. Perché nessuno le fa rispettare? I Ventuno.news
"È noto che gli insediamenti israeliani sono illegali, che l’annessione è illegale, che la negazione dell’autodeterminazione palestinese è illegale, che le violazioni dei diritti umani sono diffuse, che la Quarta Convenzione di Ginevra va applicata nella sua interezza, che nessuna di queste innumerevoli risoluzioni è stata adottata e nulla è stato imposto a Israele per conformarsi all’ordine internazionale basato su regole precise."
I truffatori online generano ogni anno miliardi di profitti illeciti. Dall'ingegneria sociale allo shimming: il Rapporto IOCTA 2023.
I sistemi di frode online rappresentano una grave minaccia criminale nell’UE. Il rapporto di #Europol sulle frodi online evidenzia che i truffatori online generano ogni anno miliardi di profitti illeciti a scapito di individui, aziende e istituzioni pubbliche.
Gli schemi di frode vengono perpetrati con l'intento di frodare le vittime dei loro beni utilizzando pretesti falsi e ingannevoli, o con l'uso di tecniche di attacco informatico. Ciò comporta il trasferimento volontario o involontario ai criminali di informazioni personali o aziendali, denaro o beni.
Europol ha recentemente pubblicato il rapporto #IOCTA sui sistemi di frode online (per saperne di più europol.europa.eu/publication-… per scaricare il rapporto - in inglese - il link diretto è europol.europa.eu/cms/sites/de…) .
Dagli attacchi agli sportelli bancomat, alle appropriazioni di conti, allo skimming e allo shimming, l'ampia disponibilità del crime-as-a-service ha reso questa attività criminale più accessibile. Gli hacker mettono infatti a disposizione gli strumenti pronti all’uso, fornendo anche le istruzioni e il supporto per usarli al meglio a chi non ha competenze particolarmente evolute. I criminali inoltre mostrano grande versatilità nell'adattarsi e nel modellare il loro modo di agire in base alla situazione socio-economica,
alle tendenze economiche così come le crisi attuali, approfittando delle situazioni di emergenza per creare truffe.
Il rapporto è il secondo di una serie di rapporti pubblicati da Europol nell’ambito dello IOCTA (Internet Organised Crime Threat Assessment) 2023. Ciascuno di essi esamina più da vicino le tendenze emergenti in un’area specifica della criminalità informatica. Altri rapporti dell’IOCTA 2023 esaminano infatti gli attacchi informatici e lo sfruttamento sessuale dei minori.
Aspetti chiave del rapporto sulle frodi informatiche:
- Vengono rilevati sempre più spesso attacchi di tipo shimming, ovvero attacchi informatici che prendono di mira le misure di sicurezza di un sistema. Si tratta di una forma di software dannoso progettato per aggirare le misure di sicurezza e ottenere l'accesso al sistema, spesso utilizzato per rubare dati o accedere a informazioni sensibili.
- Sono aumentate le truffe così dette «di beneficenza», che sfruttano le situazioni di emergenza. Ciò è stato visibile durante la pandemia di COVID-19, l’invasione russa dell’Ucraina e il terremoto in Turchia e in Siria.
- Si verificano ancora attacchi agli sportelli bancomat, con le reti criminali che sperimentano modi per sfruttare le nuove vulnerabilità degli sportelli bancomat presi di mira.
- I truffatori manifestano modi operandi sofisticati, che di solito sono una combinazione di diversi tipi di frode.
- Le tecniche di ingegneria sociale (una pratica in cui gli attaccanti cercano di manipolare le persone per ottenere informazioni riservate, indurre le vittime a compiere azioni o sfruttare la fiducia delle persone) utilizzate dai truffatori sono diventate sempre più complesse. I criminali adattano le loro tecniche al profilo della vittima e alla tipologia della frode.
Interessante rilevare che sin dal 2013 Europol ha istituito il Centro europeo per la criminalità informatica (EC3) per fornire supporto dedicato alle indagini sulla criminalità informatica nell’UE per contribuire a proteggere i cittadini europei,
imprese e governi dalla criminalità online. EC3 offre supporto operativo, strategico, analitico e forense alle indagini degli Stati membri.
L'impegno delle polizie europee contro i "crimini d'odio" (hate crimes)
Nel dicembre che si sta per chiudere alcune Forze di Polizia europee (italia compresa) sotto il coordinamento di Europol hanno operato una giornata di azione comune contro i crimini d’odio violenti, online ed offline.
In cabina di regia l'ONDOD spagnolo (Ufficio nazionale contro i crimini legati all'odio) (il cui sito Internet è raggiungibile attraverso il link oficinanacional-delitosdeodio.…), per le attività svolte dagli spagnoli, come detto dagli italiani e da Austria, Francia, Germania. Le attività hanno mirato alla proliferazione online e offline di discorsi di odio razzista e xenofobo, di incitamenti alla violenza e a commettere diversi crimini.
Sono finite nel mirino complessivamente 209 persone, principalmente estremisti di destra e di sinistra, per il loro presunto coinvolgimento in reati gravi legati alla diffusione di discorsi di odio violento, incitamento a commettere crimini di odio violenti e minacce di morte, in particolare attraverso i social media, i forum online e altre piattaforme online.
Alcuni di loro sono legati all'estremismo di matrice religiosa, mentre altri si ritiene abbiano incitato alla violenza contro i politici, ad atti violenti contro il sistema politico e comunità specifiche. Sono stati sequestrati dispositivi elettronici, telefoni cellulari, armi e materiale di propaganda.
In particolare le autorità italiane hanno indagato, su ordine dell'Autorità Giudiziaria di Monza, un individuo che incitava altri a commettere reati diffondendo propaganda razzista, xenofoba e suprematista. L’uomo è stato individuato nel corso di una mirata attività: sono stati individuati vari account social a lui riconducibili, e molteplici post dal contenuto antisemita, neonazista e di discriminazione razziale. E' stato così disposto il sequestro preventivo del canale Telegram e dei profili Instagram e Facebook da lui utilizzati.
Le autorità spagnole hanno invece arrestato due individui per atti criminali contro comunità vulnerabili, e altri due individui sono indagati per violenza motivata dall'odio che avrebbe provocato lesioni personali.
Le azioni delle forze dell’ordine hanno preso di mira anche la diffusione dell’incitamento all’odio, che va oltre il mondo online. Ad esempio, le autorità francesi sono intervenute contro un individuo che prendeva di mira e frequentava uomini per truffarli e sottrarli denaro.
Forze dell'ordine coinvolte:
Austria: Direzione dei servizi di protezione e intelligence dello Stato (Direktion Staatsschutz und Nachrichtendienst)
Francia: Gendarmerie Nazionale (Gendarmerie Nationale/OCLCH), Polizia Nazionale (Police Nationale), autorità di polizia locali
Germania: polizia criminale federale (Bundeskriminalamt), autorità di polizia locali
Italia: Polizia di Stato (Polizia di Stato / DCPP (Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione) e DIGOS di Monza-Brianza)
Spagna: Ufficio nazionale per la lotta ai crimini ispirati dall’odio (Oficina Nacional de Lucha Contra los Delitos de Odio / ONDOD), Guardia civile (Guardia Civil) e Polizia regionale della Navarra (Policía Foral).
Per saperne di più sui "crimini d'odio", un interessante articolo del 2020 della rivista della Polizia di Stato, "Polizia Moderna", reperibile qui: poliziamoderna.poliziadistato.…
#criminidodio #ONDOD #Europol #poliziadistato #razzismo #xenofobia
Il Sudafrica denuncia Israele alla Corte Internazionale di Giustizia: “A Gaza genocidio deliberato”
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Pagine Esteri, 30 dicembre 2023. Il Sudafrica ha denunciato ieri sera Israele alla Corte Internazionale di Giustizia. L’accusa, mossa all’interno di un documento di 84 pagine, è quella di compiere deliberatamente un genocidio, tentando ripetutamente di distruggere i palestinesi in quanto gruppo. Tali intenzioni, secondo i rappresentanti sudafricani, sono state più volte chiaramente espresse dal primo ministro Benjamin Netanyahu e dal ministro della difesa Yoav Galant.
Oltre ai bombardamenti e alle uccisioni mirate, la documentazione fa riferimento alla scelta deliberata, da parte del governo israeliano, di infliggere condizioni di vita intese a distruggere una parte sostanziale del gruppo nazionale, razziale ed etnico palestinese.
La richiesta del Sudafrica è che la Corte Internazionale si riunisca per valutare le accuse e fare in modo che ulteriori atti di genocidio vengano evitati.
La Corte internazionale di giustizia è l’organo giurisdizionale principale delle Nazioni Unite. Il suo scopo è quello di definire in base al diritto internazionale controversie giuridiche presentate dagli Stati e di dare pareri su questioni sottoposte da organismi delle Nazioni Unite e da agenzie indipendenti.
Israele ha commentato, attraverso il portavoce del Ministero degli affari esteri Lior Haiat, che la richiesta del Sudafrica “costituisce un uso spregevole della Corte” e che il governo sudafricano starebbe “cooperando con un’organizzazione terroristica che chiede la distruzione dello Stato di Israele”, aggiungendo poi che Hamas è “responsabile della sofferenza dei palestinesi nella Striscia di Gaza, perché li usa come scudi umani e ruba loro aiuti umanitari”.
Lior Haiat ha dichiarato inoltre che “Israele è impegnato nel diritto internazionale e agisce in conformità con esso e dirige i suoi sforzi militari solo contro l’organizzazione terroristica di Hamas e le altre organizzazioni terroristiche che cooperano con Hamas. Israele ha chiarito che i residenti della Striscia di Gaza non sono il nemico e sta facendo ogni sforzo per limitare i danni ai non coinvolti e per consentire agli aiuti umanitari di entrare nella Striscia di Gaza”.
Nel documento presentato alla Corte Internazionale di Giustizia, si legge, tra le altre cose:
“I fatti invocati dal Sudafrica nel presente ricorso e che dovranno essere ulteriormente sviluppati nel presente procedimento dimostrano che, in un contesto di apartheid, espulsione, pulizia etnica, annessione, occupazione, discriminazione e continua negazione del diritto del popolo palestinese alla autodeterminazione – Israele, in particolare dal 7 ottobre 2023, non è riuscito a prevenire il genocidio e non è riuscito a perseguire l’incitamento diretto e pubblico al genocidio. Ancora più grave, Israele si è impegnato, si sta impegnando e rischia di impegnarsi ulteriormente in atti di genocidio contro il popolo palestinese a Gaza. Tali atti includono l’uccisione, il causare gravi danni mentali e fisici e l’infliggere deliberatamente condizioni di vita intese a provocare la distruzione fisica come gruppo.
Le ripetute dichiarazioni dei rappresentanti dello Stato israeliano, anche ai massimi livelli, del presidente, del primo ministro e del ministro della Difesa israeliani esprimono intenzioni genocide. Tale intenzione deve essere correttamente dedotta anche dalla natura e dalla condotta dell’operazione militare israeliana a Gaza, tenuto conto, tra l’altro, dell’incapacità di Israele di fornire o garantire cibo, acqua, medicine, carburante, riparo e altra assistenza umanitaria essenziale per l’assediato popolo palestinese, spinto sull’orlo della carestia.
Ciò emerge chiaramente anche dalla natura e dalla portata degli attacchi militari israeliani contro Gaza, che hanno comportato il bombardamento prolungato per più di 11 settimane di uno dei luoghi più densamente popolati del mondo, costringendo all’evacuazione di 1,9 milioni di persone, l’85% della popolazione di Gaza dalle loro case e spingendoli in aree sempre più piccole, senza un riparo adeguato, in cui continuano ad essere attaccati, uccisi e feriti.
Israele al momento ha ucciso oltre 21.110 palestinesi, tra cui oltre 7.729 bambini – con oltre 7.780 altri dispersi, presumibilmente morti sotto le macerie – e ha ferito oltre 55.243 altri palestinesi, causando loro gravi danni fisici e mentali. Israele ha inoltre devastato vaste aree di Gaza, compresi interi quartieri, e ha danneggiato o distrutto oltre 355.000 case palestinesi, insieme a estesi tratti di terreni agricoli, panifici, scuole, università, aziende, luoghi di culto, cimiteri, centri culturali e di siti archeologici, edifici municipali e tribunali e infrastrutture critiche, comprese strutture idriche e igienico-sanitarie e reti elettriche, perseguendo al contempo un attacco implacabile al sistema medico e sanitario palestinese.
Israele ha ridotto e continua a ridurre Gaza in macerie, uccidendo, ferendo e distruggendo la sua popolazione e creando condizioni di vita calcolate per provocare la loro distruzione fisica come gruppo”.
All’inizio di novembre il Sudafrica aveva ritirato i propri diplomatici in Israele e l’Assemblea Nazionale sudafricana ha votato la sospensione di tutte le relazioni diplomatiche con Tel Aviv.
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Così il clima impatta sulla sicurezza nazionale
Con l’aumento delle temperature e il crescente numero di calamità naturali globali, i cambiamenti climatici sono ormai classificati come una minaccia per le sicurezze nazionali. E dunque non a caso la Cop28, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che quest’anno si è tenuta a Dubai, ha visto la presenza di una delegazione del dipartimento di Difesa (DoD) statunitense per discutere su come affrontare l’evoluzione dei cambiamenti climatici e migliorare la risposta alle sfide future.
Una questione urgente
La Strategia di sicurezza nazionale e di difesa nazionale statunitense del 2022 hanno definito questa decade come “decisiva” per affrontare il tema dei cambiamenti climatici. Secondo i dati delle Nazioni Unite se non si rispetteranno i termini degli Accordi di Parigi, la temperatura del Pianeta salirà oltre 1.5 gradi, rispetto ai livelli pre-industriali, comportando fenomeni irreversibili. Per questo motivo le difese nazionali considerano i cambiamenti climatici come una minaccia da affrontare attraverso nuove soluzioni e applicazioni tecnologiche. Queste sfide richiedono una risposta globale e coordinata, possibile solo attraverso un impegno comune.
L’azione statunitense
Fin dall’inizio del proprio mandato, l’amministrazione Biden ha identificato i cambiamenti climatici come un elemento cruciale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Per questo motivo, il DoD ha condotto un’analisi approfondita sui rischi legati ai fenomeni climatici, riconoscendo le minacce che questi comportano sugli interessi strategici del Paese e il possibile impatto globale delle iniziative atte ad affrontarli. Tali considerazioni sono state integrate nella pianificazione, nel bilancio e negli accordi con alleati e partner.
Infrastrutture militari resilienti
Il DoD ha messo in pratica diverse misure per rendere le proprie infrastrutture più resilienti dal punto di vista energetico e capaci di affrontare potenziali impatti climatici. Ne è un esempio l’ottimizzazione delle rotte navali per migliorare l’efficienza dell’uso di carburante e per estendere le capacità operative. Infatti, una maggiore indipendenza energetica delle forze terrestri e dei sistemi di combattimento può comportare una riduzione dei rischi logistici. Gli investimenti in queste abilità mirano a rendere le forze armate più resilienti, consolidando la loro forza combattiva complessiva.
Gli impatti diretti dei cambiamenti climatici
La Strategia nazionale statunitense del 2022 ha messo in luce quanto il cambiamento climatico stia plasmando il panorama operativo delle forze armate, generando nuove minacce geopolitiche e aumentando la richiesta di interventi. Gli impatti climatici si manifestano sia in maniera diretta, minacciando infrastrutture e catene di approvvigionamento militari con eventi meteorologici estremi, sia in modo indiretto.
…e le conseguenze indirette
Compromettendo la capacità operativa e mettendo a repentaglio le basi navali, lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare rappresenta un effetto indiretto di notevole portata. Inoltre, tra gli impatti indiretti va annoverato il rischio crescente di flussi migratori dovuti all’inabitabilità climatica, con conseguenti disordini, instabilità e disuguaglianza sociale. In questo contesto, il cambiamento climatico può avere delle ripercussioni significative sulla sicurezza globale, richiedendo una risposta ampia e articolata sia sul fronte militare sia su quello umanitario.
Lovepeacejoy
in reply to Stefano D'Archino • •Stefano D'Archino
in reply to Lovepeacejoy • •pastoredarchino.ch/2023/11/19/…
Comunque è chiaro per me che ci sono interpretazioni differenti.