Possono convivere privacy e moderni sistemi di videosorveglianza, basati sull'intelligenza artificiale?
Un recente articolo apparso su safetysecuritymagazine.com (safetysecuritymagazine.com/art…) analizza le possibilità di convivenza tra garanzie per la privacy dei cittadini e operatività degli apparentemente sempre più pervasivi moderni sistemi di viedosorveglianza.
L'approfondito articolo illustra diverse tecnologie di tutela della privacy applicabili alla videosorveglianza, evidenziandone la maturità e il potenziale di implementazione nel mondo reale. La privacy differenziale aggiunge rumore calibrato ai dati video per proteggere le identità individuali preservandone al contempo l'utilità statistica. Il calcolo multipartitico sicuro consente a più organizzazioni di collaborare all'analisi video senza condividere dati privati. L'apprendimento federato consente l'addestramento dell'intelligenza artificiale su dati distribuiti senza centralizzarli. Il mascheramento dinamico è la tecnologia più matura, che utilizza la visione artificiale per oscurare volti e figure umane mantenendo visibili i dettagli di sicurezza rilevanti. Queste tecnologie supportano la privacy nei moderni sistemi di sorveglianza.
Prosegue poi nel portare esempi dell’implementazione delle tecnologie privacy-preserving nelle smart cities (Singapore, Barcellona, etc.)
Dopo una analisi economica delle tecnologie privacy-preserving per la videosorveglianza (che rivela dinamiche complesse che vanno ben oltre la semplice valutazione di costi e benefici per toccare questioni fondamentali di equità sociale e accesso democratico ai diritti) il saggio si occupa del General Data Protection Regulation, e di come dopo sette anni di implementazione, abbia profondamente trasformato il modo in cui le organizzazioni approcciano la videosorveglianza. L’Articolo 35 GDPR, che richiede obbligatoriamente Data Protection Impact Assessment per la “sorveglianza sistematica di aree pubbliche su larga scala”, ha costretto migliaia di organizzazioni europee a ripensare radicalmente i loro approcci alla sicurezza video.
Tutto ciò mentre l’EU AI Act (formalmente denominato Regulation EU 2024/1689) disattivare o modificare sistemi di videosorveglianza che utilizzano riconoscimento facciale automatico in aree pubbliche.
Si passa poi a parlare delle sfide tecniche e dell'implementazione pratica delle tecnologie di tutela della privacy nella videosorveglianza, evidenziando i seguenti punti chiave:
- [
[]Precisione e vincoli ambientali: la precisione del riconoscimento di volti e figure varia in base a diverse condizioni di illuminazione, occlusione e altre condizioni ambientali, richiedendo sistemi e protocolli di backup.Problemi di larghezza di banda e interoperabilità: i flussi video crittografati o elaborati richiedono una maggiore larghezza di banda (dal 30 al 50% in più rispetto allo standard) e presentano problemi di interoperabilità con sistemi legacy e protocolli proprietari, aumentando i costi e i rischi di dipendenza da un fornitore.
Uno sguardo alle Tecnologie emergenti:
- [
[]Federated Learning (FL): consente l'addestramento dell'IA senza dati centralizzati, ma introduce un sovraccarico di comunicazione e problemi di sincronizzazione.
[]Differential Privacy (DP): aggiunge rumore calibrato per proteggere la privacy individuale nell'analisi dei dati, ma richiede un attento bilanciamento tra privacy e utilità dei dati.
Strategie di implementazione e best practice
Le organizzazioni devono condurre una valutazione approfondita delle proprie esigenze, inclusi i requisiti di privacy, le prestazioni e il budget. Un quadro di conformità strutturato è essenziale, che integri considerazioni legali, tecniche e operative. Privacy by design, minimizzazione dei dati e crittografia sono principi raccomandati per sistemi sicuri.
Prospettive future
- []Sebbene siano improbabili innovazioni, si prevedono miglioramenti incrementali nelle tecnologie crittografiche e di IA.
[
[]Interoperabilità e standardizzazione sono fondamentali per ridurre la frammentazione e consentire un'adozione più ampia.
Contesto sociale e normativo:
- [
[]Un'implementazione di successo richiede non solo soluzioni tecniche, ma anche accettazione sociale, governance e collaborazione interdisciplinare.
#ai #videosorveglianza #privacy #gdpr #safetysecuritymagazine #euaiact
fabrizio reshared this.
Radio Shack Rebirth May Have Gone Awry in Alleged Ponzi-Like Scheme
Oh, Radio Shack. What a beautiful place you once were, a commercial haven for those seeking RC cars, resistors, and universal remotes. Then, the downfall, as you veered away from your origins, only to lead to an ultimate collapse. More recently, the brand was supposed to return to new heights online… only to fall afoul of the Securities and Exchange Commission. (via Yahoo Finance, Bloomberg)
The Radio Shack brand was picked up a few years ago by a company known as Retail Ecommerce Ventures (REV). The company’s modus operandi was to take well-known but beleaguered brands and relaunch them as online-only operations. Beyond Radio Shack, REV also owned a number of other notable brand names, like Pier 1, Modell’s Sporting Goods, and Dress Barn.
Unfortunately, the Radio Shack rebirth probably won’t reach the stellar heights of the past. Namely, because REV has been accused of operating a Ponzi-like scheme by the SEC. Despite huge boasts allegedly made to investors, none of REV’s portfolio of brands were actually making profits, and the SEC has charged that the company was paying investor returns with cash raised from other investors — unsustainable, and a major no-no, legally speaking.
We were cautiously optimistic when we heard about the REV buyout back in 2020, but at this point, it’s probably best to come to terms with the fact that Radio Shack won’t be coming back. The name will linger in our hearts for some time to come, but the business we knew is long gone. Sometimes it’s better to look to the future than to try and recreate the magic of the past, especially if you’re doing inappropriate things with other people’s money in the process.
ChatGPT&Co. possono mandarci in questura. L’allarme del Garante Privacy
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Semplici strumenti innovativi o mezzi di controllo? Gli algoritmi leggono, archiviano e - in alcuni casi - segnalano gli utenti alle autorità. Come ha detto Agostino Ghiglia (Garante Privacy):
Fabrizio reshared this.
Videosorveglianza, costa caro non informare il DPO: la sanzione CNIL
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
La CNIL rende nota la deliberazione con la quale sanziona la nota azienda Samaritaine con una multa di 100mila euro per diverse violazioni del GDPR. Tra queste, spicca il mancato coinvolgimento del DPO trasgredendo l’obbligo imposto dal Regolamento stesso. Vediamo meglio
“Fabrizio” costretto dallo Stato italiano a subire la tortura di 10 ore di viaggio in Svizzera, nonostante avesse diritto a essere aiutato a casa sua
Il racconto di Cinzia Fornero e Roberta Pelletta, che l’hanno accompagnato in auto: “Una tortura”. Sono 50 le persone coinvolte nella disobbedienza civile attraverso l’associazione di Marco Cappato
Almeno 6 le richieste di accesso al “suicidio assistito” in Liguria
La conferenza stampa dell’Associazione Luca Coscioni, tenutasi oggi a Genova, ha fatto il punto sui casi di disobbedienza civile seguiti da Soccorso Civile, l’associazione fondata da Marco Cappato per offrire supporto a chi intende esercitare il diritto alla morte volontaria assistita. L’incontro segue la morte di Fabrizio, 79enne ligure, accompagnato in Svizzera da due volontarie di Soccorso Civile, costretto dall’inerzia della politica a rivolgersi all’estero per porre fine a sofferenze insopportabili dovute a una malattia neurodegenerativa irreversibile.
“Dieci ore e mezza di viaggio sono state una tortura imposta a Fabrizio. È stato un viaggio lunghissimo e faticoso. Era convinto di questa scelta, non vedo perché debba essere impedito. Serve una legge civile. Fabrizio ha potuto permettersi questo viaggio in Svizzera per liberare sé stesso dal suo corpo che chiaramente era diventato una prigione. Ci sono tante persone che questi soldi non li hanno e questo è uno dei motivi anche per cui io faccio questi accompagnamenti,” ha raccontato Cinzia Fornero, volontaria di Soccorso Civile che ha accompagnato Fabrizio in Svizzera.
↓ LA VIDEO TESTIMONIANZA DI CINZIA FORNERO↓
youtube.com/embed/c2Fpw2I9hJM?…
. Con lei c’era anche un’altra volontaria, Roberta Pelletta: “È inammissibile che una persona in quelle condizioni debba essere costretta a fare 500 km per ottenere un suo diritto. Per tutto il viaggio ho provato rabbia e vergogna. ‘Sto andando verso la mia liberazione’, ha detto “Fabrizio” all’inizio del viaggio”.
↓ LA VIDEO TESTIMONIANZA DI ROBERTA PELLETTA↓
youtube.com/embed/V-_7wP9-KmU?…
Dalla sentenza della Corte costituzionale del 2019, il numero di persone che chiedono supporto per accedere alla morte volontaria assistita è in aumento, così come quello dei volontari disponibili ad accompagnarle, assumendosi rischi penali fino a 12 anni di carcere. Ad oggi Soccorso Civile conta 50 tra iscritti e contribuenti, che offrono assistenza logistica e, in alcuni casi, economica.
“Fabrizio” avrebbe avuto diritto di morire a casa sua – ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Presidente e Responsabile legale dell’associazione Soccorso Civile – Continueremo con le azioni di disobbedienza civile collettiva per chiedere il rispetto della legge. Finora sono già 50 le persone coinvolte, che si assumono la responsabilità di fornire l’aiuto che lo Stato italiano nega. Faccio un appello a tutte le persone di buona volontà: unitevi a noi.
↓ LA VIDEO TESTIMONIANZA DI MARCO CAPPATO↓
youtube.com/embed/938aF7yhch8?…
Quante persone hanno chiesto l’accesso al suicidio medicalmente assistito in Liguria? I dati del nostro accesso agli atti
In Liguria sei persone hanno presentato richiesta di accesso al suicidio medicalmente assistito. Tuttavia, i dati risalenti al 31 marzo 2025 emersi dall’accesso agli atti effettuato dall’Associazione Luca Coscioni risultano frammentari, poco trasparenti e fortemente influenzati dalle valutazioni delle singole ASL. La situazione è così articolata:
- ASL 1 Imperiese (Provincia di Imperia): 1 richiesta,
- ASL 2 Savonese (Provincia di Savona): 1 richiesta
- ASL 3 Genovese (Area metropolitana di Genova): 3 richieste
- ASL 4 Chiavarese (Tigullio): nessuna richiesta
- ASL 5 Spezzino (Provincia della Spezia): 1 richiesta
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“Google Zero” e la crisi dei media: le AI minacciano il modello di business degli editori
Gli editori dei principali media britannici stanno aumentando la pressione su Google, citando le gravi conseguenze dell’introduzione dell’intelligenza artificiale nella ricerca. Il motivo sono le lamentele per un forte calo del traffico, che minaccia direttamente il modello di business del giornalismo online.
In una conferenza stampa estiva, il CEO del Financial Times John Slade ha riferito che il traffico di ricerca sul sito era diminuito del 25-30%. Ha definito questo “il cambiamento più significativo nella ricerca degli ultimi decenni”. In precedenza, Google era considerato una fonte costante e stabile di lettori per le testate giornalistiche.
Google, che controlla oltre il 90% del mercato di ricerca del Regno Unito, ha lanciato le panoramiche AI e una scheda Modalità AI. La prima mostra risposte pronte all’uso alle query direttamente in cima ai risultati di ricerca, mentre la seconda funziona come un chatbot. In entrambi i casi, gli utenti spesso non hanno bisogno di cliccare sui link, portando gli editori a parlare sempre più spesso di uno scenario “Google zero”, in cui i clic provenienti dalla ricerca scompariranno quasi completamente.
Le conseguenze per i media sono state tangibili. Il proprietario del Daily Mail ha segnalato all’autorità antitrust che il traffico sui suoi siti web è diminuito dell’89% dopo l’implementazione di AI Overviews. Guardian Media Group e la Professional Publishers Association (PPA) hanno sostenuto questa posizione, chiedendo a Google di divulgare i tassi di clic di AI Overviews e AI Mode nell’ambito di un’indagine sulla posizione dominante dell’azienda sul mercato.
Gli editori affermano di trovarsi di fatto di fronte a una scelta: accettare i termini di Google per l’utilizzo dei contenuti nei servizi di intelligenza artificiale o rischiare di essere completamente rimossi dai risultati di ricerca. Ciò avviene sullo sfondo di una crisi generale del settore: aumento dei costi, calo degli introiti pubblicitari, calo delle vendite della carta stampata e un pubblico che si allontana dalle notizie.
Anche la qualità delle informazioni generate dall’intelligenza artificiale solleva interrogativi. Sebbene Google abbia perfezionato il suo sistema a seguito di casi controversi – in precedenza, agli utenti veniva consigliato di “mangiare sassi” o “aggiungere colla alla pizza” – il problema delle “allucinazioni” rimane. Dati errati o fittizi continuano a comparire nelle risposte e i bias algoritmici incorporati rimangono oggetto di dibattito.
Google non è l’unica ad affrontare sfide simili. A gennaio, Apple è stata costretta ad aggiornare una funzionalità dei suoi nuovi iPhone che mostrava falsi notiziari della BBC accompagnati dal logo dell’azienda. Liz Reed, responsabile della ricerca di Google, ha dichiarato in un post sul blog aziendale che l’implementazione dell’intelligenza artificiale “aumenta il volume di ricerca e genera clic di qualità superiore”. Ha sottolineato che il traffico di rete complessivo rimane stabile, sebbene alcuni siti stiano perdendo pubblico mentre altri lo stanno guadagnando. Ha inoltre affermato che i resoconti indipendenti di un forte calo del traffico si basano su “metodologie imperfette o prove aneddotiche”.
Google Discover, che offre agli utenti articoli e video in base ai loro interessi, è diventato un attore importante. Oggi sta sostituendo sempre più il traffico di ricerca. Tuttavia, gli esperti considerano questa fonte inaffidabile. Secondo il consulente David Battle, Discover genera traffico di bassa qualità, incoraggia il clickbait e non è allineato con gli interessi editoriali a lungo termine.
I media vedono anche una minaccia in un’altra direzione: l’uso dei loro contenuti per addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni. L’industria creativa sta attivamente facendo pressioni per vietare l’uso di materiali protetti da copyright senza il consenso dei titolari dei diritti. L’industria stima che, senza una regolamentazione rigorosa, “il valore verrà sottratto” a un settore da 125 miliardi di sterline.
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Trump's Crackdown on Anti-War Activists (w/ CODEPINK's Medea Benjamin), Chris Hedges
Trump's Crackdown on Anti-War Activists (w/ CODEPINK's Medea Benjamin)
Trump's threat to bring RICO charges against CODEPINK for their nonviolent, anti-war activism is only a symptom of the administration's broader attack on freedom of speech and dissent.Chris Hedges (The Chris Hedges Report)
Malware Fezbox: il pacchetto NPM che ruba cookie con i QRCode
I ricercatori hanno scoperto un pacchetto dannoso chiamato fezbox in npm che ruba i cookie delle vittime. Per garantire che l’attività dannosa rimanga inosservata, vengono utilizzati codici QR per scaricare il malware dal server degli aggressori.
Secondo i ricercatori di Socket, gli aggressori hanno trovato un nuovo utilizzo per i codici QR: nascondere codice dannoso al loro interno. Gli analisti hanno segnalato che il pacchetto contiene istruzioni nascoste per scaricare un’immagine JPG con un codice QR, che viene poi elaborato per lanciare un payload offuscato come parte della seconda fase dell’attacco.
Al momento della scoperta del malware, il pacchetto era stato scaricato almeno 327 volte prima che gli amministratori di npm lo rimuovessero. Bleeping Computer sottolinea che il payload dannoso principale si trova nel file dist/fezbox.cjs del pacchetto (usando la versione 1.3.0 come esempio). Il codice nel file è stato minimizzato e reso più facile da leggere dopo la formattazione.
Il malware verifica anche se l’applicazione è in esecuzione in un ambiente di sviluppo per eludere il rilevamento. “Gli aggressori non vogliono rischiare di essere scoperti in un ambiente virtuale o non di produzione, quindi aggiungono restrizioni su quando e come il loro exploit opera”, spiegano i ricercatori. “Se non vengono rilevati problemi, dopo 120 secondi, analizza ed esegue il codice QR all’indirizzo nella stringa invertita.”
Il risultato, una volta effettuato l’accesso, è un URL. Secondo gli esperti, memorizzare gli URL in ordine inverso è una tecnica di mascheramento utilizzata per aggirare gli strumenti di analisi statica che cercano gli URL (quelli che iniziano con http(s)://) nel codice.
A differenza dei codici QR che normalmente incontriamo nella vita reale, questo è insolitamente denso e contiene molti più dati. Come hanno notato i giornalisti, è impossibile da leggere con una normale fotocamera del telefono. Gli aggressori hanno creato appositamente il codice QR per trasmettere codice offuscato che può essere analizzato dal pacchetto. Il payload offuscato legge il cookie tramite document.cookie .
La scoperta di questo malware dimostra un nuovo approccio all’abuso dei codici QR. Un computer infetto può utilizzarli per comunicare con il proprio server di comando e controllo, mentre a un server proxy o a uno strumento di sicurezza di rete, questo apparirà come normale traffico di immagini.
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La novella di San Francesco
@Politica interna, europea e internazionale
Per qualcuno sarà una buona novella, per altri una cattiva notizia. Dal 2026, il 4 ottobre, Festa di San Francesco d’Assisi – tornerà ad essere una giornata di festività nazionale. Scuole chiuse, uffici serrati, busta paga maggiorata per chi lavora quel giorno. Una nuova “giornata rossa” nel calendario Gregoriano. C’é una certa ironia nella storia.
Massive npm infection: the Shai-Hulud worm and patient zero
Introduction
The modern development world is almost entirely dependent on third-party modules. While this certainly speeds up development, it also creates a massive attack surface for end users, since anyone can create these components. It is no surprise that malicious modules are becoming more common. When a single maintainer account for popular modules or a single popular dependency is compromised, it can quickly turn into a supply chain attack. Such compromises are now a frequent attack vector trending among threat actors. In the last month alone, there have been two major incidents that confirm this interest in creating malicious modules, dependencies, and packages. We have already discussed the recent compromise of popular npm packages. September 16, 2025 saw reports of a new wave of npm package infections, caused by the self-propagating malware known as Shai-Hulud.
Shai-Hulud is designed to steal sensitive data, expose private repositories of organizations, and hijack victim credentials to infect other packages and spread on. Over 500 packages were infected in this incident, including one with more than two million weekly downloads. As a result, developers who integrated these malicious packages into their projects risk losing sensitive data, and their own libraries could become infected with Shai-Hulud. This self-propagating malware takes over accounts and steals secrets to create new infected modules, spreading the threat along the dependency chain.
Technical details
The worm’s malicious code executes when an infected package is installed. It then publishes infected releases to all packages the victim has update permissions for.
Once the infected package is installed from the npm registry on the victim’s system, a special command is automatically executed. This command launches a malicious script over 3 MB in size named bundle.js
, which contains several legitimate, open-source work modules.
Key modules within bundle.js
include:
- Library for interacting with AWS cloud services
- GCP module that retrieves metadata from the Google Cloud Platform environment
- Functions for TruffleHog, a tool for scanning various data sources to find sensitive information, specifically secrets
- Tool for interacting with the GitHub API
The JavaScript file also contains network utilities for data transfer and the main operational module, Shai-Hulud.
The worm begins its malicious activity by collecting information about the victim’s operating system and checking for an npm token and authenticated GitHub user token in the environment. If a valid GitHub token is not present, bundle.js
will terminate. A distinctive feature of Shai-Hulud is that most of its functionality is geared toward Linux and macOS systems: almost all malicious actions are performed exclusively on these systems, with the exception of using TruffleHog to find secrets.
Exfiltrating secrets
After passing the checks, the malware uses the token mentioned earlier to get information about the current GitHub user. It then runs the extraction
function, which creates a temporary executable bash script at /tmp/processor.sh
and runs it as a separate process, passing the token as an argument. Below is the extraction
function, with strings and variable names modified for readability since the original source code was illegible.
The extraction function, formatted for readability
The bash script is designed to communicate with the GitHub API and collect secrets from the victim’s repository in an unconventional way. First, the script checks if the token has the necessary permissions to create branches and work with GitHub Actions. If it does, the script gets a list of all the repositories the user can access from 2025. In each of these, it creates a new branch named shai-hulud
and uploads a shai-hulud-workflow.yml
workflow, which is a configuration file for describing GitHub Actions workflows. These files are automation scripts that are triggered in GitHub Actions whenever changes are made to a repository. The Shai-Hulud workflow activates on every push.
The malicious workflow configuration
This file collects secrets from the victim’s repositories and forwards them to the attackers’ server. Before being sent, the confidential data is encoded twice with Base64.
This unusual method for data collection is designed for a one-time extraction of secrets from a user’s repositories. However, it poses a threat not only to Shai-Hulud victims but also to ordinary researchers. If you search for “shai-hulud” on GitHub, you will find numerous repositories that have been compromised by the worm.
Open GitHub repositories compromised by Shai-Hulud
The main bundle.js
script then requests a list of all organizations associated with the victim and runs the migration function for each one. This function also runs a bash script, but in this case, it saves it to /tmp/migrate-repos.sh
, passing the organization name, username, and token as parameters for further malicious activity.
The bash script automates the migration of all private and internal repositories from the specified GitHub organization to the user’s account, making them public. The script also uses the GitHub API to copy the contents of the private repositories as mirrors.
We believe these actions are intended for the automated theft of source code from the private repositories of popular communities and organizations. For example, the well-known company CrowdStrike was caught in this wave of infections.
The worm’s self-replication
After running operations on the victim’s GitHub, the main bundle.js
script moves on to its next crucial stage: self-replication. First, the script gets a list of the victim’s 20 most downloaded packages. To do this, it performs a search query with the username from the previously obtained npm token:
registry.npmjs.org/-/v1/search…
Next, for each of the packages it finds, it calls the updatePackage
function. This function first attempts to download the tarball version of the package (a .TAR
archive). If it exists, a temporary directory named npm-update-{target_package_name}
is created. The tarball version of the package is saved there as package.tgz
, then unpacked and modified as follows:
- The malicious
bundle.js
is added to the original package. - A postinstall command is added to the
package.json
file (which is used in Node.js projects to manage dependencies and project metadata). This command is configured to execute the malicious script vianode bundle.js
. - The package version number is incremented by 1.
The modified package is then re-packed and published to npm as a new version with the npm publish
command. After this, the temporary directory for the package is cleared.
The updatePackage function, formatted for readability
Uploading secrets to GitHub
Next, the worm uses the previously mentioned TruffleHog utility to harvest secrets from the target system. It downloads the latest version of the utility from the original repository for the specific operating system type using the following link:
github.com/trufflesecurity/tru… version}/{OS-specific file}
The worm also uses modules for AWS and Google Cloud Platform (GCP) to scan for secrets. The script then aggregates the collected data into a single object and creates a repository named “Shai-Hulud” in the victim’s profile. It then uploads the collected information to this repository as a data.json
file.
Below is a list of data formats collected from the victim’s system and uploaded to GitHub:
{
"application": {
"name": "",
"version": "",
"description": ""
},
"system": {
"platform": "",
"architecture": "",
"platformDetailed": "",
"architectureDetailed": ""
},
"runtime": {
"nodeVersion": "",
"platform": "",
"architecture": "",
"timestamp": ""
},
"environment": {
},
"modules": {
"github": {
"authenticated": false,
"token": "",
"username": {}
},
"aws": {
"secrets":
[] },
"gcp": {
"secrets":
[] },
"truffleHog": {
"available": false,
"installed": false,
"version": "",
"platform": "",
"results": [
{}
]
},
"npm": {
"token": "",
"authenticated": true,
"username": ""
}
}
}
Infection characteristics
A distinctive characteristic of the modified packages is that they contain an archive named package.tar
. This is worth noting because packages usually contain an archive with a name that matches the package itself.
Through our research, we were able to identify the first package from which Shai-Hulud began to spread, thanks to a key difference. As we mentioned earlier, after infection, a postinstall command to execute the malicious script, node bundle.js
, is written to the package.json
file. This command typically runs immediately after installation. However, we discovered that one of the infected packages listed the same command as a preinstall command, meaning it ran before the installation. This package was ngx-bootstrap version 18.1.4. We believe this was the starting point for the spread of this infection. This hypothesis is further supported by the fact that the archive name in the first infected version of this package differed from the name characteristic of later infected packages (package.tar
).
While investigating different packages, we noticed that in some cases, a single package contained multiple versions with malicious code. This was likely possible because the infection spread to all maintainers and contributors of packages, and the malicious code was then introduced from each of their accounts.
Infected libraries and CrowdStrike
The rapidly spreading Shai-Hulud worm has infected many popular libraries that organizations and developers use daily. Shai-Hulud has infected over 500 popular packages in recent days, including libraries from the well-known company CrowdStrike.
Among the infected libraries were the following:
- @crowdstrike/commitlint versions 8.1.1, 8.1.2
- @crowdstrike/falcon-shoelace versions 0.4.1, 0.4.2
- @crowdstrike/foundry-js versions 0.19.1, 0.19.2
- @crowdstrike/glide-core versions 0.34.2, 0.34.3
- @crowdstrike/logscale-dashboard versions 1.205.1, 1.205.2
- @crowdstrike/logscale-file-editor versions 1.205.1, 1.205.2
- @crowdstrike/logscale-parser-edit versions 1.205.1, 1.205.2
- @crowdstrike/logscale-search versions 1.205.1, 1.205.2
- @crowdstrike/tailwind-toucan-base versions 5.0.1, 5.0.2
But the event that has drawn significant attention to this spreading threat was the infection of the @ctrl/tinycolor library, which is downloaded by over two million users every week.
As mentioned above, the malicious script exposes an organization’s private repositories, posing a serious threat to their owners, as this creates a risk of exposing the source code of their libraries and products, among other things, and leading to an even greater loss of data.
Prevention and protection
To protect against this type of infection, we recommend using a specialized solution for monitoring open-source components. Kaspersky maintains a continuous feed of compromised packages and libraries, which can be used to secure your supply chain and protect development from similar threats.
For personal devices, we recommend Kaspersky Premium, which provides multi-layered protection to prevent and neutralize infection threats. Our solution can also restore the device’s functionality if it’s infected with malware.
For corporate devices, we advise implementing a comprehensive solution like Kaspersky Next, which allows you to build a flexible and effective security system. This product line provides threat visibility and real-time protection, as well as EDR and XDR capabilities for investigation and response. It is suitable for organizations of any scale or industry.
Kaspersky products detect the Shai-Hulud threat as HEUR:Worm.Script.Shulud.gen
.
In the event of a Shai-Hulud infection, and as a proactive response to the spreading threat, we recommend taking the following measures across your systems and infrastructure:
- Use a reliable security solution to conduct a full system scan.
- Audit your GitHub repositories:
- Check for repositories named
shai-hulud
. - Look for non-trivial or unknown branches, pull requests, and files.
- Audit GitHub Actions logs for strings containing
shai-hulud
.
- Check for repositories named
Indicators of compromise
Files:
bundle.js
shai-hulud-workflow.yml
Strings:
shai-hulud
Hashes:
C96FBBE010DD4C5BFB801780856EC228
78E701F42B76CCDE3F2678E548886860
Network artifacts:
https://webhook.site/bb8ca5f6-4175-45d2-b042-fc9ebb8170b7
Compromised packages:
@ahmedhfarag/ngx-perfect-scrollbar
@ahmedhfarag/ngx-virtual-scroller
@art-ws/common
@art-ws/config-eslint
@art-ws/config-ts
@art-ws/db-context
@art-ws/di
@art-ws/di-node
@art-ws/eslint
@art-ws/fastify-http-server
@art-ws/http-server
@art-ws/openapi
@art-ws/package-base
@art-ws/prettier
@art-ws/slf
@art-ws/ssl-info
@art-ws/web-app
@basic-ui-components-stc/basic-ui-components
@crowdstrike/commitlint
@crowdstrike/falcon-shoelace
@crowdstrike/foundry-js
@crowdstrike/glide-core
@crowdstrike/logscale-dashboard
@crowdstrike/logscale-file-editor
@crowdstrike/logscale-parser-edit
@crowdstrike/logscale-search
@crowdstrike/tailwind-toucan-base
@ctrl/deluge
@ctrl/golang-template
@ctrl/magnet-link
@ctrl/ngx-codemirror
@ctrl/ngx-csv
@ctrl/ngx-emoji-mart
@ctrl/ngx-rightclick
@ctrl/qbittorrent
@ctrl/react-adsense
@ctrl/shared-torrent
@ctrl/tinycolor
@ctrl/torrent-file
@ctrl/transmission
@ctrl/ts-base32
@nativescript-community/arraybuffers
@nativescript-community/gesturehandler
@nativescript-community/perms
@nativescript-community/sentry
@nativescript-community/sqlite
@nativescript-community/text
@nativescript-community/typeorm
@nativescript-community/ui-collectionview
@nativescript-community/ui-document-picker
@nativescript-community/ui-drawer
@nativescript-community/ui-image
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@nativescript-community/ui-material-core
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@nstudio/focus
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@nstudio/ui-collectionview
@nstudio/web
@nstudio/web-angular
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@operato/data-grist
@operato/graphql
@operato/headroom
@operato/help
@operato/i18n
@operato/input
@operato/layout
@operato/popup
@operato/pull-to-refresh
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@operato/styles
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@teselagen/bio-parsers
@teselagen/bounce-loader
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@teselagen/liquibase-tools
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Il codice come lo conoscevamo è morto! L’Intelligenza Artificiale scrive il futuro
Dal 2013, l’IEEE pubblica una classifica annuale interattiva dei linguaggi di programmazione più popolari. Tuttavia, oggi i metodi tradizionali per misurarne la popolarità potrebbero perdere di significato, a causa dei cambiamenti nel modo in cui programmiamo.
Nell’ultima classifica IEEE Spectrum, Python si riconferma al primo posto. JavaScript ha registrato il calo maggiore, scendendo dal terzo al sesto posto. Nel frattempo, anche nella categoria separata “Lavoro“, che tiene conto solo della domanda dei datori di lavoro, Python ha preso il sopravvento. Tuttavia, SQL rimane una competenza chiave nei curriculum degli sviluppatori.
La metodologia di classificazione si basa su una raccolta di dati aperti: query di ricerca su Google, discussioni su Stack Overflow , attività su GitHub e menzioni in pubblicazioni scientifiche. Tuttavia, negli ultimi due anni, il volume di tali segnali è diminuito drasticamente. Sempre più programmatori si rivolgono a ChatGPT o Claude invece di porre domande pubbliche sui forum, mentre assistenti come Cursor scrivono autonomamente codice di routine. Di conseguenza, il numero di nuove domande su Stack Overflow nel 2025 è solo il 22% del livello dell’anno scorso.
Ciò rende sempre più difficile misurare la popolarità di un linguaggio. Ma, cosa ancora più importante, la necessità stessa di scegliere un linguaggio sta gradualmente perdendo importanza.
Mentre un tempo sintassi, funzioni e regole del linguaggio erano fondamentali, ora questi compiti vengono sempre più spesso affidati all’intelligenza artificiale. I programmatori stanno iniziando a discutere meno su dove posizionare un punto e virgola o su quale indentazione sia appropriata, e si stanno concentrando maggiormente su architettura e algoritmi.
L’intelligenza artificiale è in grado di generare codice praticamente in qualsiasi linguaggio, a patto che siano forniti dati di addestramento. Questo mette in discussione il futuro dei nuovi linguaggi: sebbene libri, articoli e progetti dimostrativi abbiano contribuito in passato a promuoverli, questo non è sufficiente per l’intelligenza artificiale. Richiede grandi quantità di codice per l’addestramento, svantaggiando i linguaggi meno comuni.
A lungo termine, questo potrebbe congelare la popolarità dei linguaggi esistenti. Il lancio di nuovi progetti diventerà più difficile e la scelta del linguaggio diventerà sempre più un dettaglio tecnico, proprio come un tempo lo erano le caratteristiche di specifici processori.
Alcuni ricercatori si stanno già chiedendo se i linguaggi di alto livello siano davvero necessari. Se l’intelligenza artificiale potesse trasformare direttamente la query di un programmatore in codice intermedio per il compilatore, i linguaggi tradizionali potrebbero trasformarsi in un inutile livello di astrazione. Certo, questo porterebbe alla creazione di “scatole nere” illeggibili ma testabili unitariamente.
Anche il ruolo dei programmatori in questo futuro cambierà. Le decisioni architetturali, la selezione degli algoritmi, l’integrazione dei sistemi e l’utilizzo di nuovo hardware continueranno a essere importanti. Ciò significa che le conoscenze di base saranno considerate più importanti della padronanza di un linguaggio specifico.
Se nel 2026 esisterà un “linguaggio di programmazione primario” è un grande interrogativo. Una cosa è chiara: l’intelligenza artificiale è già diventata il motore di cambiamento più significativo nello sviluppo del software dall’avvento dei compilatori negli anni ’50. E anche se parte dell’attuale clamore intorno all’intelligenza artificiale dovesse rivelarsi una mera illusione, la pratica di utilizzare LLM per la programmazione non scomparirà.
L’IEEE promette di esplorare nuove metriche e approcci nel prossimo anno per comprendere cosa significhi realmente “popolarità del linguaggio” nell’era dell’intelligenza artificiale.
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Criptovalute, ransomware e hamburger: la combo fatale per Scattered Spider
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e la polizia britannica hanno incriminato Talha Jubair, 19 anni, residente nell’East London, che gli investigatori ritengono essere un membro chiave di Scattered Spider, un gruppo responsabile di una serie di attacchi estorsivi ai danni di importanti aziende e agenzie governative.
Secondo il fascicolo, da maggio 2022 a settembre di quest’anno, gli aggressori hanno effettuato almeno 120 intrusioni, colpendo 47 organizzazioni negli Stati Uniti, e l’importo totale dei pagamenti ha superato i 115 milioni di dollari. Un caso parallelo a Londra riguarda un attacco a Transport for London nell’agosto 2024, in cui il diciottenne Owen Flowers era coinvolto insieme a Jubair.
La chiave per identificare il sospettato è stata una serie di coincidenze tecniche. Gli investigatori hanno tracciato i trasferimenti dagli indirizzi in cui venivano inviati i pagamenti del riscatto a un server che ritenevano fosse controllato da Jubair.
Questo nodo ospitava portafogli di criptovalute utilizzati per acquistare buoni regalo per il gioco d’azzardo e carte per la consegna di cibo; gli ordini venivano consegnati al suo complesso residenziale e uno dei certificati era collegato a un profilo di gioco con informazioni sull’appartamento. Durante il raid, gli agenti hanno confiscato circa 36 milioni di dollari in criptovalute; somme ingenti erano state precedentemente prelevate da questi indirizzi.
A Jubair viene attribuita una lunga storia di attacchi informatici. Secondo l’indagine, nel 2021-2022 faceva parte diLAPSUS$, operando con i nomi utente Amtrak e Asyntax, e in precedenza come Everlynn, associato alla vendita di false richieste di dati di emergenza per conto delle forze dell’ordine. Conflitti interni a LAPSUS$ hanno portato alla fuga di dati reali nelle chat pubbliche di Telegram.
Dal 2022, una persona nota come EarthtoStar ha co-gestito il canale Star Chat, una piattaforma attiva per lo scambio di SIM. Il gruppo ha condotto sistematicamente attacchi di phishing contro i dipendenti degli operatori di telecomunicazioni, il più delle volte T-Mobile, ottenendo l’accesso a strumenti interni e vendendo servizi di inoltro di chiamata e reset degli account email.
Quell’estate, gli aggressori hanno utilizzato false pagine Okta e bot di Telegram per inviare istantaneamente codici di autenticazione a due fattori per compromettere i dipendenti di centinaia di aziende, con conseguenti incidenti presso LastPass, DoorDash, Mailchimp, Plex e Signal.
Tracce di attività portano anche al forum Exploit, dove gli account RocketAce e Lopiu pubblicizzavano l’accesso alle reti di telecomunicazioni statunitensi, kit di phishing, downloader dannosi e persino certificati Extended Validation. Tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, una serie di “servizi IRL” è emersa nella comunità “Com” di lingua inglese, includendo elementi di pressione fisica sugli obiettivi, tra cui offerte di rapina; questa attività è anche associata alla stessa EarthtoStar. Contemporaneamente, con il nome utente Brad o Brad_banned, ha promosso lo sviluppo di malware a livello kernel con persistenza, reverse shell e la presunta capacità di aggirare le misure di sicurezza aziendali .
Nel settembre 2023, in seguito agli attacchi a MGM Resorts e Caesars Entertainment, il gruppo ne rivendicò la responsabilità. L’accesso fu ottenuto tramite social engineering da appaltatori. Caesars, secondo quanto riportato dai media, pagò un riscatto di 15 milioni di dollari, mentre presso MGM l’interruzione provocò tempi di inattività prolungati. Nella primavera del 2025, un rapporto anonimo di “Com Cast” collegò Jubair a nuovi alias: Clark, Miku e Operator. A quest’ultimo fu attribuito il dirottamento della risorsa Doxbin e il lancio di un servizio di doxxing automatizzato.
I documenti del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti descrivono specificamente un attacco informatico ai danni dell’infrastruttura di un tribunale federale nel gennaio 2025: tramite il supporto tecnico, gli aggressori hanno forzato la reimpostazione delle password, ottenuto l’accesso ad altri due account e sottratto i dati personali dei dipendenti. Uno degli account di posta elettronica compromessi ha quindi richiesto all’istituto finanziario di rilasciare urgentemente i dati dei clienti.
In altri incidenti, che spaziavano da aziende manifatturiere e di intrattenimento a società di vendita al dettaglio, finanziarie e infrastrutture critiche, lo scenario si è ripetuto: inganno del personale di supporto, modifiche delle password, esfiltrazione, talvolta crittografia, e poi contrattazione per la decrittazione o la promessa di non pubblicare i dati rubati. In cinque casi, le vittime hanno inviato almeno 89,5 milioni di dollari in BTC, con i pagamenti più consistenti destinati alle banche.
Telegram bloccò Star Chat nel marzo 2025, ma secondo gli inquirenti, le operazioni continuarono fino a settembre. Alcuni episodi richiamano il caso Flowers, così come l’indagine contro Noah Urban, che ha già ricevuto una condanna a 10 anni di carcere negli Stati Uniti. Gli analisti osservano che il coinvolgimento di minori in “Com” crea scappatoie legali e ritarda i procedimenti giudiziari, ma gli sforzi concertati di agenzie governative e aziende su entrambe le sponde dell’Atlantico stanno gradualmente privando Scattered Spider della sua base operativa.
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freezonemagazine.com/rubriche/…
Per quel che riguarda personalmente Kees Popinga, si deve convenire che alle otto di sera c’era ancora tempo, perché a ogni buon conto il suo destino non era segnato. Ma tempo per che cosa? E poteva lui agire diversamente da come avrebbe poi agito, persuaso com’era che i suoi gesti non fossero più importanti di […]
L'articolo Georges Simenon – L’uomo
La Ue indaga ancora su Apple, Google e Microsoft. Ma Cupertino sbotta
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Una nuova indagine della Ue si ripromette di fare le pulci a diverse Big Tech americane (e anche alla olandese Booking). Intanto Apple attacca a testa bassa le norme europee che danneggerebbero il
A volte mi sento inutile, di Mattia Marangon -newsletter
A volte mi sento inutile
Perché ci sentiamo così piccoli davanti a un mondo così complesso.Mattia Marangon (Edamame)
simona likes this.
Solar-Powered RC Boat Has Unlimited Range
For RC aircraft there are generally legal restrictions that require the craft to stay within line of sight of the operator, but an RC boat or car can in theory go as far as the signal will allow — provided there is ample telemetry to let the operator navigate. [Thingify] took this idea to the extreme with a remote-controlled boat that connects to a satellite internet service and adds solar panels for theoretically unlimited range, in more ways than one.
The platform for this boat is a small catamaran, originally outfitted with an electric powertrain running on a battery. Using a satellite internet connection not only allows [Thingify] to receive telemetry and pilot the craft with effectively unlimited range, but it’s a good enough signal to receive live video from one of a pair of cameras as well. At that point, the main limiting factor of the boat was the battery, so he added a pair of flexible panels on a custom aluminum frame paired with a maximum power point tracking charge controller to make sure the battery is topped off. He also configured it to use as much power as the panels bring in, keeping the battery fully charged and ready for nightfall where the boat will only maintain its position and wait for the sun to rise the next morning.
With this setup [Thingify] hopes to eventually circumnavigate Lake Alexandrina in Australia. Although he has a few boat design issues to work out first; on its maiden voyage the boat capsized due to its high center of gravity and sail-like solar panels. Still, it’s an improvement from the earlier version of the craft we saw at the beginning of the year, and we look forward to his next iteration and the successful voyage around this lake.
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Crypto-truffa da 100 milioni di euro: l’operazione coordinata da Eurojust che ha sgominato una piattaforma fantasma
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Le truffe legate alle criptovalute continuano a evolversi in modalità sempre più sofisticate. Quella che potrebbe sembrare la trama di un thriller finanziario è invece la realtà di
La Cina contro Nvidia
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Pechino blocca l’acquisto delle GPU statunitensi: una mossa dietro la quale si cela il desiderio di conquistare, grazie anche al lavoro di Huawei, una completa autonomia tecnologica
L'articolo La Cina contro Nvidia proviene da Guerre di Rete.
L'articolo proviene da #GuerreDiRete di @Carola Frediani
guerredirete.it/la-cina-contro…
freezonemagazine.com/news/il-p…
Free Zone Magazine segnala volentieri questa bella iniziativa di una realtà che ci è entrata nel cuore dopo averla recentemente visitata. Un ricco programma di iniziative e proposte caratterizza l’annuale festa della comunità Il Pellicano di Castiraga Vidardo (Lo) che ormai da oltre tre decenni promuove e valorizza l’integrazione sociale della persona e
freezonemagazine.com/news/erne…
In libreria dal 2 ottobre 2025 Consuelo ha solo quattro anni quando viene salvata dalle macerie del terremoto dell’Irpinia del 1980 che travolge anche Sapri. Adele e Paolo, una coppia segnata dall’impossibilità di avere figli, vedono in lei il dono inatteso di un futuro diverso. Ma il destino della piccola Consuelo intreccia passato e presente, […]
L'articolo Ernesta De Masi – Le spigolatrici
Acn: in agosto escalation di campagne state-sponsored, in particolare cinesi
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
L'Acn ha rilasciato l'Operational Summary di agosto 2025, che conferma una riduzione importante degli eventi e degli incidenti cyber in Italia. Ma la realtà internazionale è più sfumata
L'articolo Acn: in agosto escalation di campagne state-sponsored, in particolare
BRICKSTORM: la backdoor stealth che minaccia tech e legale. Così agisce il gruppo spia
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Nuova minaccia si muove attraverso una backdoor sofisticata, battezzata BRICKSTORM, che Google Threat Intelligence e Mandiant hanno portato alla luce. Non è il solito malware, ma uno strumento da spionaggio paziente, progettato per
Il popolo che fa paura ai populisti
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/09/global-…
Dunque, ricapitolando: la Global Sumud Flotilla è composto da oltre 70 barche provenienti e con equipaggi appartenenti a 44 paesi, salpati dai porti di Barcellona, Genova, Tunisi e Augusta. Gli italiani sono una cinquantina su oltre 15.000 partecipanti
Blade Runner aveva già previsto il deepfake! Le lezioni cyber dai classici del cinema
“L’arte è lo specchio che riflette l’anima di chi la osserva.”Questa citazione, che racchiude l’essenza della nostra esperienza con il cinema, assume un significato cruciale quando si parla di cybersecurity.
Il film “Her” (2013) di Spike Jonze è l’esempio più emblematico di questa dinamica.
La relazione del protagonista, Theodore Twombly, con il sistema operativo Samantha non è un film sull’intelligenza artificiale, ma sulla vulnerabilità umana nell’era della connessione digitale. Theodore si fida ciecamente di Samantha, le apre la sua vita e le affida le sue emozioni più intime.
Questa fiducia assoluta, pur emotivamente comprensibile, riflette un rischio concreto: la nostra crescente disponibilità a concedere accesso a ogni aspetto della nostra vita a sistemi digitali. La storia di Theodore non è solo una metafora della solitudine, ma un avvertimento sui rischi del phishing evoluto.
Immagina un’IA addestrata a imitare la voce di un tuo familiare o partner, capace di sfruttare le tue vulnerabilità emotive per estorcerti dati sensibili o denaro. La vera minaccia non è l’algoritmo, ma la nostra vulnerabilità psicologica che l’algoritmo impara a sfruttare.
Lezioni di autenticità in un mondo di deepfake
L’IA cinematografica è un potente catalizzatore per la nostra evoluzione interiore e per la nostra consapevolezza di sicurezza. Ogni volta che un androide o un sistema operativo si interroga sulla sua esistenza, ci costringe a fare lo stesso. E così facendo, ci invita a chiederci: come possiamo distinguere il vero dal falso in un’era di deepfake e intelligenza artificiale generativa?
Prendiamo, per esempio, il celebre monologo di Roy Batty in “Blade Runner” (1982). Le sue parole, “Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare” non sono solo un grido straziante di un replicante, ma una riflessione sulla percezione della realtà.
La difficoltà di distinguere i replicanti dagli umani è la metafora perfetta per la minaccia del deepfake video e audio. Come facciamo a sapere che la videochiamata del nostro CEO è autentica e non un’immagine generata dall’IA per una truffa? Roy Batty è il precursore di una minaccia che mette in discussione l’autenticità di ogni contenuto che consumiamo online.
Questa dinamica si ritrova innumerevoli volte, ad esempio:
- “A.I. – Intelligenza Artificiale” (2001): il piccolo David, con il suo desiderio insopprimibile di essere amato, non è altro che la nostra proiezione più profonda. La sua ricerca di una madre riflette il nostro bisogno di connessione e accettazione, rendendoci bersagli perfetti per attacchi di ingegneria sociale che sfruttano le nostre emozioni per ottenere l’accesso ai nostri sistemi.
- “2001: Odissea nello Spazio” (1968): HAL 9000, l’intelligenza artificiale della nave, si ribella. La sua ribellione non è solo un difetto tecnico, ma l’incubo di ogni professionista della sicurezza: un sistema autonomo che diventa ostile. La storia di HAL è un monito sul rischio di delegare troppa autonomia a sistemi non pienamente prevedibili e un monito sull’importanza di protocolli di sicurezza e di backup per prevenire una presa di controllo da parte di un’intelligenza artificiale.
Lezioni di sicurezza dal cinema
Come un vero coach, l’IA cinematografica non ci dà risposte, ma ci fa le domande giuste.
Ci invita a smantellare le nostre difese e ad abbracciare la nostra autenticità, che in un’ottica di cybersecurity significa:
- Abbracciare la vulnerabilità: in un mondo dove gli algoritmi mirano alla perfezione, la nostra capacità di riconoscere le nostre vulnerabilità emotive e digitali diventa la nostra prima linea di difesa. Theodore in “Her” è vulnerabile, goffo, emotivamente fragile. E proprio in questa fragilità trova la sua via per la crescita e, idealmente, per una maggiore consapevolezza.
- Coltivare il senso critico: l’IA può processare miliardi di dati in un secondo, ma non può distinguere l’autenticità emotiva di una relazione umana. Il nostro superpotere non è la velocità, ma la lentezza con cui analizziamo le informazioni e valutiamo le fonti.
- Sviluppare l’intelligenza relazionale: in un’epoca di assistenti virtuali e social network, l’autentica connessione umana sta diventando un bene raro. L’IA cinematografica ci mostra il rischio della disconnessione, ma anche l’urgenza di ricostruire ponti. Il film “Her” culmina con Theodore che si riconnette con un’amica umana, Amy. È un ritorno all’umanità che ci insegna come la vera salvezza, anche in un contesto di sicurezza, non risieda nella fuga, ma nella verifica, nel confronto con gli altri e nella costruzione di reti di fiducia solide.
Coach’s Corner
- In un mondo dove l’IA può imitare la voce e il volto, quale è il primo passo che possiamo fare per distinguere il vero dal falso e non cadere in una trappola?
- Se i film ci hanno mostrato che il pericolo non sono le macchine, ma la nostra fiducia in loro, come possiamo proteggere i nostri dati e noi stessi ora che l’intelligenza artificiale può imitare alla perfezione una persona?
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Geplante Gesetzesänderung: Baden-Württemberg will Hürden für Videoüberwachung senken
La festa del freebie è finita! L’infrastruttura open source è a rischio e va finanziata
Una lettera aperta firmata dalle principali fondazioni open source ha lanciato un segnale d’allarme sul futuro delle infrastrutture che sostengono lo sviluppo software moderno. L’Open Source Security Foundation (OpenSSF), insieme ad altre otto organizzazioni, tra cui Eclipse Foundation, Rust Foundation, Sonatype e Python Software Foundation, ha dichiarato che “l’infrastruttura open non è libera”.
Il documento richiama l’attenzione su registri di pacchetti fondamentali come Maven Central, PyPI, crates.io, npm e Packagist. Questi strumenti gestiscono miliardi di download al mese ma si reggono principalmente su donazioni, sovvenzioni e sponsorizzazioni. Un modello fragile, a fronte di costi crescenti per banda, storage, personale e conformità.
Il carico di lavoro aumenta anche a causa di sistemi automatizzati di integrazione continua, scanner di massa e agenti di intelligenza artificiale. Una pressione che genera “utilizzo inutile”, sostenuto da poche organizzazioni non profit e da un numero limitato di aziende che si trovano a coprire spese sempre maggiori.
Gli autori della lettera denunciano l’impossibilità di mantenere l’attuale equilibrio: il settore pretende zero tempi di inattività, risoluzione immediata delle dipendenze, pacchetti firmati e risposte tempestive agli attacchi alla supply chain, oltre alla conformità a normative come il Cyber Resilience Act europeo. Ma i costi restano sulle spalle di chi opera come custode dell’ecosistema globale.
Le fondazioni propongono soluzioni concrete: partnership con gli utenti commerciali, accesso prioritario per i grandi consumatori, servizi a pagamento a valore aggiunto e maggiore trasparenza sulle spese. Il principio guida è che chi beneficia dell’open source su scala industriale debba contribuire proporzionalmente al suo mantenimento.
Altri attori avevano già lanciato segnali simili. GitHub, a luglio, ha suggerito di istituire un’infrastruttura pubblica digitale open source e un fondo europeo da 350 milioni di euro. Parallelamente, cresce la stanchezza degli sviluppatori, che abbandonano i progetti, mentre attivisti e veterani come Bruce Perens propongono forme di licenza che prevedano pagamenti obbligatori da parte degli utenti commerciali.
Il messaggio finale dell’OpenSSF è netto: l’era del “gratis” è giunta al termine. Se i grandi consumatori continueranno a considerare scontato il sostegno dell’open source, presto dovranno affrontare il prezzo reale, fatto di interruzioni e downtime.
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Rilevate vulnerabilità Zero-Day in Cisco IOS e IOS XE: Aggiornamenti Urgenti
Una vulnerabilità zero-day, monitorata con il CVE-2025-20352, è stata resa pubblica da Cisco nei suoi diffusissimi software IOS e IOS XE; tale vulnerabilità risulta essere sfruttata attivamente. L’identificazione di questa vulnerabilità è avvenuta inizialmente attraverso un’indagine relativa ad un caso di supporto presso il Cisco Technical Assistance Center (TAC).
Il difetto è stato individuato all’interno del sottosistema Simple Network Management Protocol (SNMP) e potrebbe permettere ad un attaccante remoto di provocare una condizione di esecuzione di codice remoto (RCE) o di negazione del servizio (DoS) su apparati vulnerabili.
La vulnerabilità è causata da una condizione di stack overflow (CWE-121). Un aggressore può innescare questa falla inviando un pacchetto SNMP contraffatto tramite una rete IPv4 o IPv6 a un dispositivo interessato.
L’avviso, pubblicato il 24 settembre 2025, conferma che tutte le versioni di SNMP (v1, v2c e v3) sono vulnerabili.
- Un aggressore remoto con privilegi bassi ma autenticato può causare il ricaricamento del dispositivo interessato, generando una condizione DoS. Ciò richiede l’accesso a una stringa SNMPv2c di sola lettura o credenziali utente SNMPv3 valide.
- Un aggressore con privilegi elevati e credenziali amministrative o con privilegio 15 può eseguire codice arbitrario come root su dispositivi che eseguono iOS XE, ottenendo di fatto il controllo completo del sistema.
Cisco ha confermato che il suo team di risposta agli incidenti di sicurezza dei prodotti (PSIRT) ha riscontrato che questa vulnerabilità è stata sfruttata con successo in ambiente reale. Gli aggressori hanno dimostrato una metodologia di attacco, sfruttando la falla dopo aver compromesso le credenziali dell’amministratore locale.
Ancora una volta è fondamentale sottolineare l’importanza di una gestione efficace delle credenziali e dell’applicazione delle patch. Una vasta gamma di dispositivi Cisco, tra cui switch Meraki MS390 e Cisco Catalyst serie 9300, sono vulnerabili a causa dell’abilitazione di SNMP su versioni vulnerabili del software iOS e iOS XE. Questa situazione sottolinea la necessità urgente di una gestione solida delle credenziali e dell’aggiornamento dei sistemi.
Qualsiasi dispositivo con SNMP abilitato è considerato vulnerabile, a meno che non siano state implementate configurazioni specifiche per bloccare il traffico dannoso. Gli amministratori possono utilizzare show running-configcomandi per determinare se SNMP è attivo sui propri sistemi.
Cisco ha rilasciato aggiornamenti software per correggere questa vulnerabilità e raccomanda vivamente a tutti i clienti di eseguire l’aggiornamento a una versione software con patch per risolvere completamente il problema. L’avviso, identificato come cisco-sa-snmp-x4LPhte, chiarisce che non sono disponibili soluzioni alternative.
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GDPR: fra il dire e il fare c’è di mezzo… l’accountability!
Accountability, bestia strana. Viene citata dal 2016, quando il GDPR era un po’ come l’Inverno di Game of Thrones. Che poi in realtà è arrivato ma non è stato tutta questa confusione, il grosso dei danni l’hanno fatto per lo più operatori e, soprattutto, autorità di controllo che non si sono dimostrate granché pronte. Ma acqua passata non macina più, ma ha comportato dei gap cognitivi niente male. Primo fra tutti intendere – o concordare – che cosa si intende con quel principio cardine di accountability o responsabilizzazione. Che già a colpo d’occhio dovrebbe richiamare un’assunzione di responsabilità, l’interiorizzazione di una tendenza a tryhardare e così via.
Invece, purtroppo, è stata spesso impiegata in qualche catchphrase per:
- vendere una “soluzione” (sebbene non obbligatoria, andrebbe implementata per accountability);
- fornire una (non) risposta a qualsiasi domanda (perché? semplice, per accountability!);
con quelle tinte di esoterismo legal tech che tanto piacciono alla legislazione dell’Unione Europea, condite dal guizzo artistico all’italiana.
Il tutto ovviamente non ha granché giovato alla comprensione diffusa del principio e alla sua declinazione sul piano operativo. Un comune denominatore di gran parte delle criticità nell’approccio al GDPR rilevate all’interno delle istruttorie del Garante Privacy.
Il peccato originale? Sta nell’interpretazione dell’art. 5 par. 2 GDPR:
“Il titolare del trattamento è competente per il rispetto del paragrafo 1 e in grado di comprovarlo («responsabilizzazione»).”
erroneamente confuso con l’esigenza di un’ipertrofia documentale. Cosa che non solo è profondamente sbagliata ma è anche controproducente dal momento che allontana da ciò che prevede la norma: l’onere per il titolare del trattamento di essere costantemente in grado di dimostrare l’ottemperanza alla normativa vigente in materia di protezione dei dati personali.
Cosa che, per logica, presuppone il rispetto della normativa dal momento che è un’attività di rendicontazione.
Il perchè dell’accountability.
Facciamo un doveroso passo indietro e interroghiamoci sul perchè sia stato previsto questo meccanismo che comporta un obbligo apparentemente gravoso per l’assenza di indici formali se non eventuali linee guida e di indirizzo fornite dalle autorità di controllo.
Quello che si è voluto assicurare è stata la libertà di iniziativa economica e d’impresa, contemperata dall’esigenza di garantire un elevato livello di protezione a diritti e libertà fondamentali nelle attività di trattamento nei dati personali. Il binomio richiamato dall’art. 1 GDPR: protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e libera circolazione di tali dati.
Motivo per cui è necessario che le organizzazioni possano liberamente agire e selezionare le modalità attraverso cui possono garantire gli adempimenti previsti dalla norma, con un approccio case by case.
Nessuna formula universale, insomma. Né tantomeno cataloghi che in alcuni casi potrebbero essere eccessivamente onerosi, mentre in altri totalmente insufficienti.
Dal piano strategico all’attuazione operativa.
La capacità di dimostrare costantemente il rispetto della norma deve pertanto essere considerata nelle strategie ma anche comportare dei riscontri operativi. Altrimenti rimarrebbe solo un wishful thinking. E se le opere incompiute di Schubert sono largamente apprezzate, la stessa sorte non può riguardare l’accountability.
Questo significa però adottare un approccio sistemico, guardando più alla gestione che ai singoli adempimenti.
Altrimenti, il rischio è una dispersione di risorse e attenzione. E quando si perde il focus su questo principio portante, confondendo la capacità di comprovare adempimenti con un’attività di produzione documentale, non solo si deraglia da una filosofia di less is more ma semplicemente si abbandona ogni proposito di avere un controllo di gestione su ciò che si sta facendo con i dati personali.
Cosa che, neanche a dirlo, nuoce gravemente agli obiettivi e alla reputazione dell’organizzazione.
Anche perché, prima o poi, quel castello di carte è inevitabile che cada.
Portando con sé tutte le illusioni di “essere a posto con il GDPR”.
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Oltre 40.000 interrogazioni CRIF: Klarna, banche e telecomunicazioni coinvolte nella rete CRIF A seguito di un'iniziativa della noyb, più di 2.400 persone interessate hanno ricevuto i loro dati dall'agenzia di credito CRIF mickey25 September 2025
[AF]2050
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DigiDavidex
in reply to [AF]2050 • • •@AleF2050
E i dadi? 🤣
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