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"Ora che il Giubileo si avvia al suo compimento, il Natale è per noi tempo di gratitudine e di missione. Gratitudine per il dono ricevuto, missione per testimoniarlo al mondo".



"Sulla terra non c'è spazio per Dio se non c'è spazio per l'uomo: non accogliere l'uno significa non accogliere l'altro". Lo ha affermato Papa Leone XIV nell'omelia della messa della Notte di Natale, celebrata questa sera nella Basilica Vaticana.



[2025-12-31] Hacklabkelo espazioa @ La Kelo Gaztetxea


Hacklabkelo espazioa

La Kelo Gaztetxea - Mahastiak / Las Viñas 63, 48980 Santurtzi
(miércoles, 31 diciembre 20:00)
Hacklabkelo espazioa
Hacklabkelo espazioa teknologiarekin, softwarearekin, hardware librearekin, sistema eragileekin, sareekin, birtualizazioarekin, DIY, etab. erlazionatutako guztiarekin esperimentatzeko

Espacio Hacklabkelo para experimentar con todo lo relacionado con la tecnologia, software y hardware libre, sistemas operativos, redes, virtualización, DIY, etc.


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[2025-12-31] Officine Naturali. Autoproduzione Erboristica @ CSOA Forte Prenestino


Officine Naturali. Autoproduzione Erboristica

CSOA Forte Prenestino - via Federico delpino, Roma, Italy
(mercoledì, 31 dicembre 19:00)
Officine Naturali
li appuntamenti sono previsti a partire dal 22 Ottobre 2025, il Mercoledì pomeriggio, dalle ore 19:00 alle ore 21:00.

INFO COMPLETE NEL LEGGI TUTTO!

Anche quest’anno vorremmo realizzare una formazione di autoproduzione di base Erboristica e Fitocosmetica.

Durante le formazioni completeremo il percorso intrapreso lo scorso anno ed impareremo insieme a utilizzare le erbe per la formulazione di tisane ad azione specifica per lavorare in maniera mirata sui singoli apparati (nervoso, osteoarticolare, genitale, respiratorio, etc.), a realizzare tantissime formulazioni (idrolati, paste, burri labbra, spray per la gola etc.) e introdurremo importanti discipline parallele e complementari all’Erboristeria come Apiterapia (con uscite di approfondimento su campo), Idroterapia e Argilloterapia.

*La partecipazione agli incontri è libera, a sottoscrizione, ed è possibile per chi lo desidera seguire tutta l’esperienza formativa o anche solo singole giornate.

*Gli incontri si terranno nel nostro laboratorio (p.zza d'armi a destra), gli incontri con ospiti invece nella sala cinema.

*Per maggiori info passate a trovarci o scrivete sulla pagina FB (Officine Naturali).

PERCORSO FORMATIVO:

-12 NOVEMBRE 2025 Impacchi e compresse e cataplasmi di erbe.

Preparazione di compresse calde, fredde e derivate. Applicazioni cutanee a base di idroliti. Differenze tra impacchi e cataplasmi. Preparazione e usi del cataplasma di semi di lino.

-19 NOVEMBRE 2025 Incontro sulla coltivazione raccolta e usi dello Zafferano con Alex Tombolillo.

- 26 NOVEMBRE 2025 Pomate: Paste Galeniche

Preparazione ed uso delle paste galeniche. Formulazione del linimento noto come “Pasta di Hoffman”. Pomate galeniche a uso specifico per: dermatiti, varici, ustioni, etc.

-3 DICEMBRE 2025 Incontro sulla Medicina Tradizionale Latinoamericana con Carmen Tersa Vazquez.

-10 DICEMBRE 2025 Idroterapia

Bagni, semicupi ed altri usi del solvente acqua. Introduzione all’Idroterapia: i bagni aromatici e i semicupi Metodo Kneipp e dei semicupi con frizione, noti come “bagni derivativi”.

-14 GENNAIO 2026 Argilloterapia

Argilla da bere (legislazione relativa) e cataplasmi d’argilla. Argille: tipologie, impieghi e proprietà. Tecniche per depurare l’organismo con le argille. Latte d’argilla ed acque d’argilla.

-21 GENNAIO 2026 PH e Conservazione Naturale

Tecniche di misurazione e regolazione del pH nelle preparazioni. Conservanti naturali ad uso alimentare: formulazioni, dosaggi e norme d’uso.

-28 GENNAIO 2026 Incontro sulla Medicina Tradizionale Cinese con Raniero Iacobucci.

-4 FEBBRAIO 2026 Colliri e Riabilitazione Visiva

Formulazione dei colliri e trattamento delle infiammazioni oculari. La riabilitazione visiva: tecniche ed esercizi per una corretta funzionalità della vista. Formulazione di colliri e preparazioni oculari

-11 FEBBRAIO 2026 Trattamenti Nasali e Auricolari

. Tecniche di pulizia e di purificazione nasale e auricolare. Irrigazioni e lavaggi nasali. Formulazione e applicazione di gocce e rimedi auricolari. Buone norme igieniche e tecniche sconsigliate.

-18 FEBBRAIO 2026 Collutori, Trattamenti Buccali e Spray per la Gola

Igiene orale e disinfezione: preparazione e impiego dei collutori Trattamenti per il mal di gola. Spray orali ad azione specifica: formulazione e posologia.

-25 FEBBRAIO 2026 Incontro sulla Medicina Tradizionale Ayurvedica con Luca D’Alessandro.

-4 MARZO 2026 Capsule e Integratori

Erbe in polvere per la realizzazione di integratori naturali. Introduzione agli integratori norme, impiego preparazione, confezionamento e posologia delle capsule.

-25 MARZO 2026 Incontro sulla Medicina Tradizionale Mediterranea con Paolo Ospici.

-15 APRILE 2026 Apiterapia: Miele, Propolis, Pappa Reale e Polline.

La vita dell’alveare e le risorse dell’Apiterapia: miele, polline, propolis e pappa reale. Formulazione della tintura madre di propolis e applicazione dell’apiterapia in erboristica.

-22 APRILE 2026 Incontro sul riconoscimento, raccolta e usi delle erbe spontanee con Marco Sarandrea.

-6 MAGGIO 2026 Oli essenziali

Introduzione agli oli essenziali, caratteristiche, indicazioni e controindicazioni. Essenze in relazione ai vettori, somministrazione a uso interno e bagni aromaterapeutici.

-13 MAGGIO 2025 Incontro con lo Sportello di Ascolto Nutrizionale: focus su prevenzione e salute donna a cura di Foodopia e Rock the food.


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Disposable Camera Viewfinder Becomes 3D Printed Lens


Disposable cameras are a fun way to get into classical photography. However, they can also be a valuable source of interesting parts that can be put to other uses. For example, as [Billt] demonstrates, their viewfinders can be repurposed into a rather interesting lens for more serious cameras.

[Billt] was lucky enough to score a grabbag of used disposable cameras from a local film lab, and tore them down for parts. He was particularly interested in the viewfinders, since Kodak equipped its disposable cameras with actual plastic lenses for this very purpose.

[Billt] wanted to see what these lenses would do when thrown on the front of a proper digital camera, and set about designing a mount for that purpose. The 3D printed part was designed to mount one of the viewfinder lens assemblies on the front of any Sony E-mount camera. In a rather nifty trick, [Billt] realized the lens assembly could be installed in the adapter by pausing mid-way through the 3D print to drop it in. The only unfortunate thing? The lenses didn’t really work, and all the camera could see was a haze of unfocused light.

With the aid of some cardboard experiments, [Billt] decided to make some changes. The front element of the viewfinder was dumped, with the rear element being used solo instead. This was fitted to the adapter on a simple slide mechanism so that focus could be reliably adjusted. With these changes, the lens came good, and provided some really interesting shots. It’s quite a cropped lens and it can achieve a very close focus distance, as little as 1 inch in testing. It’s quite sharp in the center of the image, while softly blurring out towards the edges—something that sounds very familiar if you’ve used one of these disposable cameras in the wild.

Sometimes it’s fun to grab a random piece of junk to see if you can turn it into something good. Video after the break.

youtube.com/embed/kFDJlVilFP0?…


hackaday.com/2025/12/24/dispos…



[2025-12-31] RACCOLTA SOLIDALE PER I RECLUSX NEI CPR @ Laboratorio Urbano Popolare Occupato


RACCOLTA SOLIDALE PER I RECLUSX NEI CPR

Laboratorio Urbano Popolare Occupato - Piazza Pietro Lupo 25
(mercoledì, 31 dicembre 19:00)
RACCOLTA SOLIDALE PER I RECLUSX NEI CPR
palestra_lupo

RACCOLTA SOLIDALE PER
RECLUSX NEI CPR
La L.U.P.0. é un punto di raccolta beni
permanente per le persone detenute dentro i
CPR. Crediamo sia importante non lasciare
Solx nessunx, non lasciare indietro nessunx.
Le strutture, una a Caltanissetta ed una
Trapani-Milo, sono in posti isolati ed assolati.
All'interno le violenze sistemiche si sommano
alle condizioni anmbientali invivibili.
E per questo che abbiamo deciso di portare
il nostro contributo e la nostra solidarietà,
iniziando una raccolta di beni e fondi, con
una cassa No Border.
La raccolta avverà Lunedi, durante
l'assemblea di gestione ed il Mercoledì durante
l'assemblea per le proposte esterne e per le
iniziative dalle h.19.00 in poi.
ConvintX che per spezzare le catene, serve la
determinazione di chi è reclusx, e la
solidarietà di chi è fuori.

Dove lo Stato crea confini, noi creiamo orizzonti.


attoppa.it/event/raccolta-soli…



[2025-12-25] DANCEHALL DI NATALE 2025 @ CSOA La Strada


DANCEHALL DI NATALE 2025

CSOA La Strada - Via Passino, 24
(giovedì, 25 dicembre 22:00)
DANCEHALL DI NATALE 2025
25 dicembre 2025

DANCEHALL DI NATALE

IN LOVING MEMOMRY BARONE ALESSIO & DANIELONE

Torna per la ventiduesima volta la mitica dancehall di Natale al csoa la strada evento che negli anni si e dimostrato imperdibile!

Ai controlli:

Soul roots
Fabio B
Villa ada posse

Miss b-ranks
Cool Runnings

POWERED BY BARACCA SOUND

_____________________

Come ogni anno c’è la riffa anti-proibizionista!

Start h 22:00
Ingresso a sottoscrizione

CSOA La Strada – Via F. Passino, 24 - FREE GARBATELLA, Roma


roma.convoca.la/event/dancehal…



[2025-12-28] Torneo di Burraco @ CSOAT Auro e Marco


Torneo di Burraco

CSOAT Auro e Marco - Viale dei Caduti nella Guerra di Liberazione, 270
(domenica, 28 dicembre 11:00)
Torneo di Burraco
DOMENICA 28 DICEMBRE A SPINACETO - Roma Sud Ovest

In Viale dei Caduti nella Guerra di Liberazione, 268

presso il CSOAT Auro e Marco

dalle ore 11:00 alle ore 17:00

*Torneo di Burraco*

>>> PORTA IL TUO MAZZO DI CARTE! <<<

Iscriviti direttamente al Centro Sociale o scrivi un'email a:

csoatauroemarco@canaglie.net

l'evento è a sottoscrizione di:

SPES - Organizzazione di Volontariato che da più d un anno di occupa di distribuzione alimentare sul territorio

Sarà un'occasione per conoscere i progetti del centro sociale, i laboratori ma soprattutto per parlare di cosa sta accadendo in quartiere, informarci sul "progetto" di riqualificazione che il municipio vorrebbe imporre da più di un anno alle persone che abitano e vivono Spinaceto.

Spinaceto non è mai stato un quartiere disposto a bersi la propaganda istituzionale di chi ha solo interessi di profitto.

Cambiano le giunte comunali e municipali ma la solfa è sempre la stessa: svendere il quartiere ai privati per ripulirsi la faccia.

Al centro sociale sperimentiamo un modo diverso di considerare la vita delle persone, dei territori, delle materie prime… non vediamo l'ora di raccontarvi tutto!

>>> PORTA IL TUO MAZZO DI CARTE! <<<

Iscriviti direttamente al Centro Sociale o scrivi un'email a:

csoatauroemarco@canaglie.net

dalle ore 11:00 alle ore 17:00

DOMENICA 28 DICEMBRE A SPINACETO - Roma Sud Ovest

In Viale dei Caduti nella Guerra di Liberazione, 268

presso il CSOAT Auro e Marco


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[2026-01-10] Sangue Palestinese @ Spin Time Labs


Sangue Palestinese

Spin Time Labs - Via di S. Croce in Gerusalemme, 55
(sabato, 10 gennaio 20:00)

sabato 10 gennaio 2026 ore 20,30 @spintimelabs
SANGUE PALESTIN3SE
di @teatroforsennato
L’incasso della serata sarà devoluto interamente a sostegno alla popolazione civile di Gaza attraverso una donazione all’associazione Gazzella OdV.

«Il nemico vide in lui un gigante… e non può essere morto, non si possono strappare le radici degli ulivi e delle querce. Egli è vivo nella memoria del suo popolo…» Yasser Arafat

Lo spettacolo narra le vicende di un commando assassino che in pochi anni ha ucciso sette intellettuali palestinesi, tra cui Wael Zuaiter, proprio a Roma più di 50 anni fa.
La storia ripercorre il reclutamento, addestramento ed indottrinamento di questi da parte del Mossad, servizio segreto israeliano, e la loro successiva cattura e la gran parte di queste testimonianze sono prese dagli atti del processo svoltosi in Norvegia. La parabola di Zuaiter, raccontata parallelamente, mette insieme racconti personali di Janet Venn-Brown, pittrice australiana e sua intima amica e altre testimonianze.
Il concetto intorno al quale ruota l’intera narrazione è l’ingranaggio criminale del conflitto israelo-palestinese che vuole entrambi i popoli costretti nello spazio di “ruoli da interpretare” e lascia poco campo alla complessa e cruda narrazione della realtà.

Nel marzo 2003 il dipartimento di studi orientali dell’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con Marco Dotti, giornalista e scrittore, Teatro Ateneo e Teatro Forsennato, ha voluto commemorare i trent’anni dall’omicidio di Wael Zuaiter, intellettuale palestinese, con un evento teatrale.
Lo spettacolo è stato proposto per oltre un decennio in numerose e diverse occasioni, cercando sempre di proporre la straordinaria potenza dell’Arte come punto d’inizio per una rinnovata discussione e mai come la sterile stigmatizzazione di un accadimento. Alberto Moravia descrive W. Zuatiter con queste parole: cavalleresco, fantastico, ingenuo, gentile e irreale. Ecco perché siamo sicuri che una vita così vada portata su un palcoscenico insieme a tutta la Storia di cui è intrisa.

Tratto da fonti ufficiali e atti processuali

testo di riferimento Marco Dotti supervisione Sergio Lo Gatto diretto da Dario Aggioli
con Stefania Papirio, Dario Aggioli, Angelo Tantillo, Diana Cagnizi


roma.convoca.la/event/sangue-p…



boh... se quella è una madre responsabile e matura... poveri bimbi.


[2026-01-11] Mestruo Riot @ Spazio sociale occupato 100celle Aperte


Mestruo Riot

Spazio sociale occupato 100celle Aperte - Via delle Resede, 5, 00171 Roma
(domenica, 11 gennaio 17:00)
Mestruo Riot
🔥​⚧️​Mestruo Riot⚧️​🔥​

Quanto ne sai sulle mestruazioni?

Di solito nada de nada, ed è normale, altrimenti che tabù sarebbe!!

​👉🏽​Domenica 11 Gennaio allo spazio sociale occupato 100celle Aperte ci prenderemo una tisanella affrontando proprio questo grande tema.

Romperemo tabù, idee e preconcetti sulle mestruazioni e vedremo come sia un tema centrale per decolonizzare il nostro corpo.

⚠️Lo spazio sarà separato, dedicato a donne e persone queer.

Puoi portare snakkini vegani da condividere.

🕰️Ci vediamo alle 17:00!🌞


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[2026-01-14] ALLEANZE RIBELLI - per un femminismo oltre l'identità @ CSOA Forte Prenestino


ALLEANZE RIBELLI - per un femminismo oltre l'identità

CSOA Forte Prenestino - via Federico delpino, Roma, Italy
(mercoledì, 14 gennaio 19:00)
ALLEANZE RIBELLI - per un femminismo oltre l'identità
MERCOLEDÌ 14 GENNAIO

Forte Infoshop & Sala da the interferenze presentano

ALLEANZE RIBELLI per un femminismo oltre l’identità

ne parliamo insieme a Lucia Amorosi, Viola Carofalo e Margherita Cantelli

ore 19.00

Alleanze Ribelli è un libro che parla di come disinnescare la trappola dell’identità attraverso i movimenti che abbandonano ogni pretesa di riunirsi tra simili per arruolare tra le proprie fila e proteggere quelli che sono identificati come gli altri.

“Alleanze ribelli” non vuole essere solo un testo teorico, ma un progetto militante. Le autrici e gli autori, tra le voci più note del movimento transfemminista spagnolo, muovono dal presupposto che non esiste uno ma molti femminismi e che non solo abbiamo la possibilità di dissentire da alcuni di essi, ma anche il dovere di spiegare le nostre discrepanze. La proposta teorica e militante è quella di un transfemminismo materialista, non escludente, non colpevolizzante, che non si presti ad essere utilizzato in chiave punitiva o repressiva, che non assuma derive identitarie, ma unisca il fronte delle persone oppresse costruendo alleanze con altri movimenti e lotte sociali.

Contributi di: Autrici/autori: Clara Serra, Santiago Alba Rico, Paloma Uría Rosà, Miquel Missé, Violeta Assiego, Miren Ortubay Fuentes, Laura Macaya Andrés, Cristina Garaizabal, Josetxu Riviere Aranda, Nuria Alabao.

Il testo in traduzione italiana, accompagnato dalla prefazione di una delle curatrici dell’edizione spagnola, la filosofa e attivista femminista Clara Serra, e dalla postfazione di Lucia Amorosi e Viola Carofalo.


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Ausili e protesi: Il TAR boccia il decreto tariffe. Ass. Coscioni: “Ora il Ministero intervenga con istruttoria seria”


Il TAR del Lazio ha annullato il Decreto Tariffe del 25 novembre 2024 anche per la parte relativa all’assistenza protesica, accogliendo il ricorso della Federazione Italiana degli Operatori in Tecniche Ortopediche (Fioto). Con la sentenza n. 22313/2025, pubblicata il 10 dicembre, i giudici amministrativi hanno bocciato il provvedimento “per grave difetto di istruttoria”, dando al Ministero della Salute un anno di tempo per riformularlo.

“Questa pronuncia del TAR Lazio, letta unitamente alla sentenza scaturita dalla class action promossa dall’Associazione Luca Coscioni, mette in evidenza una criticità strutturale del sistema dei LEA”, afferma l’avvocato Alessandro Bardini, Consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni. “Dalle decisioni giudiziarie emerge con chiarezza che il Ministero della Salute ha affrontato la riforma dell’assistenza protesica in modo approssimativo, in assenza di una reale istruttoria sui bisogni delle persone con disabilità e sui costi effettivi delle prestazioni. Il Giudice amministrativo riafferma un principio fondamentale: senza istruttoria adeguata non può esservi legittimità dell’azione amministrativa. La logica del risparmio, quando non è fondata su valutazioni tecniche serie, rischia di compromettere il diritto alla salute degli assistiti”.

Questa sentenza conferma quanto emerso dalla nostra class action vinta prima al TAR e poi confermata dal Consiglio di Stato proprio sul tema ausili”, dichiara Rocco Berardo, coordinatore iniziative sui diritti delle persone con disabilità dell’Associazione Luca Coscioni. “Anche in quel caso il Ministero è stato condannato perché non ha rispettato quanto previsto dalla legge del 2017, in particolare relativamente all’art. 30 bis sugli ausili destinati alle disabilità più gravi e complesse. Il Ministero non ha effettuato le istruttorie previste, anche ascoltando le associazioni, per verificare il funzionamento della legge e il suo eventuale miglioramento lasciando le persone con disabilità abbandonate a sé stesse”.

La prova di quanto non funzioni l’attuale sistema è stata tra l’altro restituita da un’indagine condotta dall’Associazione Luca Coscioni, che ha raccolto centinaia di testimonianze. “Le evidenze raccolte – dichiara Rocco Berardo – confermano che le procedure ad evidenza pubblica stanno penalizzando le persone con disabilità più gravi. Tempi di attesa insostenibili, costi aggiuntivi anche molto elevati a carico delle famiglie e l’impossibilità di ottenere ausili realmente personalizzati stanno svuotando di contenuto il diritto all’assistenza protesica previsto dai LEA. È indispensabile, dunque, come richiesto dall’Associazione Luca Coscioni alla commissione del Ministero, che gli ausili più critici siano inseriti fuori dall’elenco degli ausili da mettere a gara e che siano garantite per gli stessi la personalizzazione e la riparazione”.

L'articolo Ausili e protesi: Il TAR boccia il decreto tariffe. Ass. Coscioni: “Ora il Ministero intervenga con istruttoria seria” proviene da Associazione Luca Coscioni.



Se Gesù nascesse oggi, forse lo farebbe a bordo della barca salpata dalla Libia lo scorso 18 dicembre, con 117 persone a bordo e diretta verso la terra promessa.


Ecco come Ast SpaceMobile sfida Starlink con il lancio del satellite per smartphone BlueBird 6

Per vedere altri post come questo, segui la comunità @Informatica (Italy e non Italy 😁)

L'azienda texana Ast SpaceMobile ha annunciato il lancio di successo con un razzo indiano di BlueBird 6, iI sistema di comunicazione più grande mai dispiegato in orbita



Resoconto Linux Day 2025

firenze.linux.it/2025/12/resoc…

Segnalato dal LUG di Firenze e pubblicato sulla comunità Lemmy @GNU/Linux Italia
#Firenze
L’anno scorso fummo sorpresi dal successo del giorno di GNU/Linux alla biblioteca di Scandicci, malgrado i modesti mezzi e i tempi ristretti per l’organizzazione. Al contrario quest’anno

GNU/Linux Italia reshared this.



DIY E-Reader Folds Open Like a Book


There are plenty of lovely e-readers out on the market that come with an nice big e-paper display. There aren’t nearly as many that come with two. [Martin den Hoed] developed the Diptyx e-reader with such a design in order to better replicate the paper books of old.

The build is based around the ESP32-S3, a powerful microcontroller which comes with the benefit of having WiFi connectivity baked in. It’s hooked up to a pair of 648×480 e-paper displays, which are installed in a fold-open housing to create the impression that one is reading a traditional book. The displays themselves are driven with custom look-up tables to allow for low-latency updates when turning pages. The firmware of the device is inspired by the epub reader from [Atomic14], and can handle different fonts and line spacing without issue. Power is from a pair of 1,500 mAh lithium-polymer cells, which should keep the device running for a good long time, and they can be charged over USB-C like any modern gadget.

You can follow along with the project on the official website, or check it out on Crowd Supply if you’re so inclined. The project is intended to be open source, with files to be released once the design is finalized for an initial production run.

We’ve seen some great DIY e-reader builds over the years, and we’re loving the development we’re seeing in the writer deck space, too. If you’re whipping up something fun in this vein, be sure to let us know on the tipsline!


hackaday.com/2025/12/24/diy-e-…





molti pensano di conoscere se stessi e le persone vicine. ed è con un certo stupore che reagiscono quando dico loro che sono convinta che in fin dei conti non si conosce davvero fino in fondo neppure se stessi. ma perché dico questo? lo dico perché la conoscenza di se stessi è limitata a quello che ci sapiamo capaci di fare limitatamente alle esperienze di vita sostenute. proviamo a immaginare una situazione che quasi nessuno di noi ha mai realmente vissuto. per esempio supponiamo di trovarsi su una nave che affonda. chi p davvero capace di rimanere lucido in una situazione di emergenza? spesso nei film disprezziamo i personaggi che ad esempio impazziscono, si lanciano sulle scialuppe, magari pure danneggiandole, non rispettano la coda e non danno priorità magari a donne e bambini. ma senza l'aver vissuto davvero una data esperienza non è possibile sapere di se stessi se si è quelle persone di merda vigliacche che uccidono e stuprano e sragionano, oppure una persona che cede il proprio posto a donne e bambini e accetta in definitivo quello che succederà, con onore e dignità. è l'occasione (o la necessità, o l'assenza di opzioni) che fa l'uomo ladro e spesso le brave persone sono tali solo perché fortunate.


26 milioni di nomi e numeri telefonici di italiani messi all’asta nel Dark Web


Mentre la consapevolezza sulla cybersicurezza cresce, il mercato nero dei dati personali non accenna a fermarsi.

Un recente post apparso su un noto forum frequentato da criminali informatici in lingua russa, scoperto dai ricercatori di Red Hot Cyber, mette in luce una realtà inquietante: la svendita sistematica della nostra identità digitale, con un focus particolare sul nostro Paese.

Disclaimer: Questo rapporto include screenshot e/o testo tratti da fonti pubblicamente accessibili. Le informazioni fornite hanno esclusivamente finalità di intelligence sulle minacce e di sensibilizzazione sui rischi di cybersecurity. Red Hot Cyber condanna qualsiasi accesso non autorizzato, diffusione impropria o utilizzo illecito di tali dati. Al momento, non è possibile verificare in modo indipendente l’autenticità delle informazioni riportate, poiché l’organizzazione coinvolta non ha ancora rilasciato un comunicato ufficiale sul proprio sito web. Di conseguenza, questo articolo deve essere considerato esclusivamente a scopo informativo e di intelligence.

L’Annuncio dello Scandalo


L’utente “aisdata”, un venditore con una reputazione consolidata all’interno della piattaforma (come indicato dal grado “Seller” e dalle transazioni garantite), ha messo in vendita un database mastodontico.

Il prezzo fissato per l’intero pacchetto è di $5.000, una cifra irrisoria se rapportata all’immensa quantità di dati sensibili contenuti.

Il bersaglio Italia: numeri da capogiro


Ciò che emerge dall’analisi dettagliata dei file è un dato che deve far riflettere. Il criminale sta vendendo un pacchetto specifico per l’Italia che conta ben 26.351.868 numeri di telefono.

Non si tratta di semplici sequenze numeriche anonime: secondo quanto riportato dal venditore, il database include l’abbinamento diretto tra Nome, Cognome e Numero di Telefono. Questa combinazione trasforma un semplice elenco in una mappa precisa per colpire milioni di cittadini con attacchi mirati.

I Numeri della Violazione Globale


Oltre al caso critico dell’Italia, la scala dell’operazione è globale. Dalla lista parziale visibile nello screenshot, emergono altre cifre impressionanti:

  • Brasile: oltre 8 milioni di numeri.
  • Bangladesh: oltre 3,7 milioni di numeri.
  • Belgio: oltre 3,1 milioni di numeri.
  • Austria: oltre 1,2 milioni di numeri.


Quali sono i rischi per gli utenti?


La presenza di nome e cognome accanto al numero di telefono eleva drasticamente il pericolo:

  1. Vishing e Smishing personalizzati: Ricevere un messaggio o una chiamata truffaldina in cui l’interlocutore ci chiama per nome aumenta drasticamente le probabilità che la vittima cada nel tranello (es. “Gentile Mario Rossi, la sua banca la informa che…”).
  2. Furto d’identità: Questi dati sono la base perfetta per aprire account falsi o richiedere servizi a nome della vittima.
  3. Ingegneria Sociale: Conoscendo l’identità del bersaglio, i criminali possono effettuare ricerche sui social media per rendere le truffe ancora più credibili.


Come proteggersi?


In un momento in cui i dati di metà della popolazione italiana potrebbero essere nelle mani di malintenzionati, è fondamentale:

  • Massima allerta: Diffidare di qualsiasi comunicazione inaspettata, anche se il mittente sembra conoscere il nostro nome.
  • Verifica dei canali: Non cliccare mai su link ricevuti via SMS. Se la banca o un servizio chiama, riagganciare e richiamare il numero ufficiale dell’assistenza clienti.
  • Protezione Account: Utilizzare app di autenticazione (OTP) e non affidarsi solo agli SMS per la sicurezza dei propri profili online.

Il post di “aisdata” è un duro monito: la nostra privacy ha un prezzo sul mercato nero, e il fatto che oltre 26 milioni di italiani siano stati “schedati” conferma che la sicurezza dei dati è la vera emergenza del nostro tempo.

L'articolo 26 milioni di nomi e numeri telefonici di italiani messi all’asta nel Dark Web proviene da Red Hot Cyber.



Le botnet robot stanno arrivando! Gli umanoidi propagano malware autonomo


prima di leggere questo articolo, vogliamo dire una cosa fondamentale: la robotica sta avanzando più velocemente degli approcci per proteggerla. Le macchine stanno diventando più intelligenti e accessibili, ma la sicurezza delle interfacce, dei protocolli wireless e dei circuiti di intelligenza artificiale rimangono dei punti nevralgici. E quando un exploit esce dalla rete “virtuale” ed entra nei “dispositivi fisici”, il gioco cambia drasticamente.

I robot commerciali si sono dimostrati molto meno sicuri di quanto comunemente si creda. Gli esperti di sicurezza stanno dimostrando sempre più che singoli dispositivi possono essere intercettati in pochi minuti e che difetti nella logica del loro software possono trasformare questi assistenti in una minaccia molto concreta.

Un altro esempio illuminante è emerso in Cina. I ricercatori hanno dimostrato come le vulnerabilità delle piattaforme umanoidi e quadrupedi consentano di controllarle completamente, tramite comandi vocali o interfacce wireless.

Le dimostrazioni si sono svolte alla conferenza GEEKCon di Shanghai e hanno scioccato coloro che credono nella sicurezza dei robot connessi in massa. La cosa più preoccupante è che l’attacco non si limita a un singolo dispositivo. Durante i test, le macchine catturate hanno propagato ulteriormente l’exploit, coinvolgendo le macchine vicine. Di conseguenza, un singolo attacco si è facilmente trasformato in una reazione a catena, colpendo più dispositivi contemporaneamente, compresi quelli che formalmente non avevano una connessione Internet.

Tali rischi hanno iniziato a emergere anche prima. A ottobre, gli esperti hanno identificato una grave falla nell’implementazione Bluetooth dei robot Unitree. Questa falla consentiva l’accesso wireless con privilegi massimi, dopodiché una macchina infetta poteva attaccarne altre e diventare di fatto parte di una botnet, non digitale, ma fisica.

Al GEEKCon, il team DARKNAVY si è spinto oltre, dimostrando come le moderne piattaforme umanoidi possano essere sfruttate per scopi dannosi a causa delle debolezze dei sistemi di controllo basati sull’intelligenza artificiale. In un esperimento, un dispositivo disponibile in commercio è stato dirottato con successo utilizzando solo istruzioni vocali. L’interfaccia, progettata per una facile interazione umana, si è rivelata un comodo punto di accesso per gli attacchi.

L’esperimento ha utilizzato un robot umanoide Unitree di fabbricazione cinese, dal costo di circa 100.000 yuan (circa 14.000 dollari). Era controllato da un agente di intelligenza artificiale integrato, responsabile delle azioni autonome e dell’orientamento spaziale. Sfruttando una vulnerabilità in questo componente, i ricercatori hanno aggirato le misure di sicurezza e ottenuto il controllo completo del robot mentre era connesso alla rete.

La piattaforma dirottata è quindi diventata un “punto di transizione” per l’ulteriore diffusione dell’attacco. L’exploit è stato trasmesso tramite un breve collegamento wireless a un altro robot, che al momento non disponeva di alcuna connessione di rete. Pochi minuti dopo, il controllo è stato intercettato, e lì – un chiaro esempio di come la semplice disconnessione da Internet non risolva il problema.

Per dimostrare le potenziali conseguenze, i ricercatori hanno impartito alla macchina un comando aggressivo. Il robot si è mosso in avanti e ha colpito un manichino sul palco.

Chiaramente, a differenza dei tradizionali attacchi informatici, che in genere provocano fughe di dati o perdite finanziarie, i robot hackerati presentano un rischio fondamentalmente diverso. Questi dispositivi sono in grado di muoversi, esercitare forza e operare in modo autonomo, il che significa che, se compromessi, possono avere un impatto diretto sulle persone e sull’ambiente.

Ciò è particolarmente allarmante se si considera che i robot si stanno gradualmente espandendo oltre le esposizioni e i laboratori. Sebbene attualmente siano più comuni in aree di servizio, aule scolastiche ed eventi, stanno comparendo sempre più spesso in ambiti in cui il costo dell’errore è molto più elevato, dalla sicurezza e dalle ispezioni delle infrastrutture all’assistenza sanitaria e agli anziani.

Se i problemi di sicurezza continuano a essere rinviati, un robot domestico hackerato potrebbe raccogliere informazioni di nascosto o rappresentare una minaccia per i residenti. Nel caso dei veicoli autonomi, non si tratta più di un malfunzionamento, ma di un uso improprio deliberato della tecnologia. In ambito industriale, tali attacchi minacciano l’arresto delle linee di produzione, guasti alle apparecchiature e incidenti che mettono a rischio il personale.

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[2025-12-27] Winter party @ Spazio Sociale VisRabbia


Winter party

Spazio Sociale VisRabbia - Via Galinié, 40 Avigliana TO
(sabato, 27 dicembre 18:30)
Winter party

Serata a sgrassare al ritorno dalle feste


musica dalle 9/9.30 fino a che non ci stanchiamo


gancio.cisti.org/event/winter-…



Roll Your Own Hall Effect Sensor


If you read about Hall effect sensors — the usual way to detect and measure magnetic fields these days — it sounds deceptively simple. There’s a metal plate with current flowing across it in one direction, and sensors at right angles to the current flow. Can it really be that simple? According to a recent article in Elektor, [Burkhard Kainka] says yes.

The circuit uses a dual op amp with very high gain, which is necessary because the Hall voltage with 1 A through a 35 micron copper layer (the thickness on 1 oz copper boards) is on the order of 1.5 microvolts per Tesla. Of course, when dealing with tiny voltages like that, noise can be a problem, and you’ll need to zero the amplifier circuit before each use.

The metal surface? A piece of blank PCB. Copper isn’t the best material for a Hall sensor, but it is readily available, and it does work. Of course, moving the magnet can cause changes, and the whole thing is temperature sensitive. You wouldn’t want to use this setup for a precision measurement. But for an experimental look at the Hall effect, it is a great project.

Today, these sensors usually come in a package. If you want to know more about the Hall effect, including who Edwin Hall was, we can help with that, too.


hackaday.com/2025/12/24/roll-y…



Webrat: quando la voglia di imparare sicurezza informatica diventa un vettore d’attacco


C’è un momento preciso, quasi sempre notturno, in cui la curiosità supera la prudenza. Un repository appena aperto, poche stelle ma un exploitdal punteggio altissimo, il file README scritto bene quanto basta da sembrare vero.

È lì che questa storia prende forma. Webrat non si limita a infettare macchine: intercetta ambizioni acerbe, l’urgenza di “provare subito”, il desiderio di sentirsi parte di una cerchia tecnica che conta. Non più gamer in cerca di scorciatoie, ma studenti e ricercatori alle prime armi, convinti che eseguire un PoC sul proprio sistema sia un rito di passaggio.

La trappola funziona perché parla il linguaggio giusto, usa numeri, sigle, dettagli. E perché promette qualcosa che, nel mondo della sicurezza, vale più di una vittoria a un videogioco: capire prima degli altri.

Un’astuta campagna malware inizialmente progettata per ingannare i giocatori si è trasformata in una pericolosa trappola per aspiranti professionisti della sicurezza informatica. Un nuovo report di Kaspersky Labs rivela che gli autori del malware Webrat hanno cambiato strategia, prendendo di mira studenti e ricercatori inesperti, camuffando la loro backdoor da exploit proof-of-concept (PoC) per vulnerabilità di alto profilo .

“A settembre gli aggressori hanno deciso di ampliare la loro rete: oltre ai giocatori e agli utenti di software pirata, ora prendono di mira anche professionisti e studenti inesperti nel campo della sicurezza informatica”, avverte il rapporto .

La campagna, intensificatasi nell’ottobre 2025, sfrutta la curiosità e l’urgenza della comunità della sicurezza , offrendo codice “funzionante” per vulnerabilità critiche che spesso non sono sfruttate pubblicamente.

Le esche erano meticolosamente studiate per creare fiducia. “Gli aggressori piazzavano le loro trappole sia con vulnerabilità prive di exploit funzionante, sia con vulnerabilità che ne avevano già uno”. Incorporando “informazioni dettagliate sulle vulnerabilità nelle descrizioni”, facevano apparire i repository legittimi anche a un occhio inesperto.

Webrat è comparso per la prima volta all’inizio del 2025, estendendo la sua rete agli utenti comuni. Inizialmente, gli aggressori nascondevano il malware all’interno di “trucchi per giochi popolari come Rust, Counter-Strike e Roblox, o sotto forma di software craccato”. Tuttavia, a partire da settembre, il gruppo ha cambiato tattica per dare la caccia a una preda più tecnica.

Per eseguire questa operazione, gli aggressori hanno creato repository GitHub dannosi, popolandoli con falsi exploit per vulnerabilità con punteggi CVSS elevati. Tra queste, CVE-2025-59295 (CVSS 8.8), CVE-2025-10294 (CVSS 9.8) e CVE-2025-59230 (CVSS 7.8).

Nonostante l’esca sofisticata, il malware in sé rimane invariato: una backdoor di base. Il successo dell’attacco dipende interamente dalla volontà della vittima di eseguire codice non verificato.

“Questi attacchi prendono chiaramente di mira gli utenti che vorrebbero eseguire l’exploit direttamente sui loro computer, aggirando i protocolli di sicurezza di base”, conclude il rapporto.

Gli esperti di sicurezza raccomandano ai ricercatori di analizzare sempre i nuovi exploit in ambienti virtuali isolati ed evitare di aggiungere regole di esclusione al software antivirus senza la certezza assoluta.

La forza della campagna non sta nel malware, che resta banale, quasi deludente.

Sta nel contesto. Nel momento storico in cui le vulnerabilità critiche diventano moneta di scambio e l’ansia di restare indietro spinge a saltare passaggi fondamentali.

Webrat prospera su esecuzioni frettolose, su macchine non isolate, su antivirus disattivati “solo per un attimo”. È un attacco che non forza porte, le trova già aperte. E mentre i professionisti più esperti riconoscono l’inganno, la vera vittima è chi sta imparando, chi confonde l’audacia con la competenza. In questo spazio fragile tra studio e imprudenza, la backdoor entra senza fare rumore.

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“Quest’anno il Natale è veramente eccezionale perché è il Natale dell’Anno Santo, il Natale del Giubileo della Speranza”. Lo scrive mons. Paolo Martinelli, vicario apostolico dell’Arabia Meridionale, nel messaggio per il Natale.


Il caso Nezha: quando un Attacco Informatico sembra normale manutenzione


C’è un momento, spesso tardivo, in cui ci si accorge che il problema non è entrato forzando la porta, ma usando le chiavi di casa. È quello che succede quando uno strumento nato per amministrare, monitorare, semplificare il lavoro quotidiano di chi gestisce sistemi diventa il veicolo perfetto per restare nascosti. Nezha non arriva con comportamenti plateali, non lascia firme evidenti, non fa rumore.

Si installa, aspetta, osserva. In un log sembra manutenzione ordinaria, in una dashboard appare come una presenza già vista mille volte. Ed è proprio lì che si inceppa il riflesso difensivo: quando ciò che si guarda ogni giorno smette di essere messo in discussione.

Gli aggressori hanno iniziato a utilizzare uno strumento di monitoraggio dei server legittimo come piattaforma pronta all’uso per il controllo remoto di sistemi già compromessi. Secondo l‘Ontinue Cyber Defense Center, i nuovi incidenti coinvolgono Nezha, un popolare sistema di monitoraggio e amministrazione open source che funziona sia su Windows che su Linux.

In questa campagna, Nezha non agisce come malware nel senso tradizionale del termine, ma come strumento di accesso remoto post-sfruttamento. La sua legalità e il supporto attivo del progetto lo rendono praticamente insospettabile: secondo i ricercatori di VirusTotal, i suoi componenti non sono stati attivati da nessuno dei 72 motori testati.

L’agente si installa silenziosamente e può rimanere inosservato a lungo, finché gli aggressori non iniziano a impartire comandi, rendendo i tradizionali metodi di protezione basati sulle firme spesso inefficaci in questi casi.

Gli esperti lo definiscono un esempio di una tendenza crescente in cui gli aggressori abusano sistematicamente di software “normali” per infiltrarsi nell’infrastruttura e muoversi nella rete, eludendo il rilevamento. Maiures di Qualys ha osservato che in un ambiente in cui Nezha è già considerato uno strumento comune, i difensori potrebbero persino non notare le anomalie: l’attività sembra essere un’amministrazione di routine.

Nezha è stato originariamente creato per la comunità IT cinese e ha accumulato quasi 10.000 stelle su GitHub. La sua architettura è tipica di piattaforme simili: un pannello di controllo centrale e agenti leggeri sui computer monitorati. Gli agenti supportano l’esecuzione di comandi, il trasferimento di file e sessioni di terminale interattive: funzionalità utili per gli amministratori, ma altrettanto comode per gli aggressori.

Secondo il rapporto di Ontinue, l’attacco ha utilizzato uno script Bash che ha tentato di distribuire un agente, connettendolo all’infrastruttura controllata dall’aggressore. Lo script conteneva messaggi di stato e parametri di configurazione in cinese che puntavano a un pannello di controllo remoto ospitato su Alibaba Cloud, in particolare in Giappone. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che il linguaggio utilizzato nei messaggi è un indizio troppo debole per l’attribuzione: tali “tracce” sono facilmente falsificabili.

Di particolare interesse è il fatto che l’agente Nezha sia progettato per operare con privilegi elevati. Nell’ambiente di test, Nezha su Windows fornisce una sessione PowerShell interattiva con privilegi NT AUTHORITYSYSTEM e, su Linux, accesso a livello root, senza richiedere un exploit di vulnerabilità separato o un’escalation di privilegi.

Secondo gli esperti, il problema non è che Nezha sia “dannoso”, ma che consente agli aggressori di risparmiare tempo nello sviluppo dei propri strumenti ed eseguire in modo affidabile comandi remoti, lavorare con i file e ottenere una shell interattiva su una macchina compromessa.

Nell’ambito dell’indagine, Ontinue ha anche esaminato la dashboard pubblica associata all’incidente: segnali indiretti indicavano che centinaia di endpoint avrebbero potuto esservi collegati. Una tale portata è possibile se un segreto condiviso o una chiave di accesso viene compromesso e una singola dashboard inizia a controllare un gran numero di macchine.

La sfida principale per la sicurezza, come riconoscono i ricercatori, è distinguere l’uso legittimo degli strumenti dall’abuso. In questi casi, il contesto è fondamentale: chi ha installato l’agente, quando è apparso, dove si connette, quali comandi vengono eseguiti e quanto questo sia simile al normale lavoro di un amministratore. Come conclude Qualys, è ora di smettere di dividere gli strumenti in “buoni” e “cattivi” e di analizzare invece il loro comportamento e i loro scenari di utilizzo.

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Natale, istruzioni per l’uso (del portafoglio.)


noblogo.org/transit/natale-ist…


Natale, istruzioni per l’uso (del portafoglio.)


(189)

(N1)

Un tempo il #Natale sapeva di mandarini e di freddo. Oggi sa di plastica, di profumo sintetico alla cannella e di offerte “imperdibili”. È passato da evento religioso (che riconosco, ma non frequento per coerenza) a vaccino annuale contro la malinconia, somministrato in dosi di pubblicità e zucchero. Non si aspetta più la nascita di un improbabile “Salvatore”: si aspetta il corriere espresso.

L’unico presepe che conta è quello dove il nuovo dio è lo scontrino fiscale. La festa comincia già a novembre, quando si accendono i LED sponsorizzati e le vetrine diventano vetrate di cattedrali dedicate alle divinità del consumo. L’atmosfera natalizia è una liturgia pubblicitaria senza fine: famiglie perfette, pacchi scintillanti, sorrisi programmati. “Fatevi un regalo”, dicono. Ma per molti, il vero regalo sarebbe un affitto pagato o una bolletta non scaduta.

Nei magazzini e nei centri di smistamento si lavora a tempo di jingle. I veri elfi di Babbo Natale sono precari con la schiena a pezzi e la consegna garantita. Mentre il mondo si commuove davanti agli spot, loro fanno le notti per tenere accesa la giostra del Natale. Il miracolo non è la nascita di un bambino, ma che qualcuno ancora sorrida dopo dodici ore di lavoro.

(N2)

Arriva la Vigilia: la prova di sopravvivenza più ipocrita dell’anno. Tavole imbandite, sorrisi forzati, discussioni che nessuno ha voglia di affrontare. A Natale ci si ama per obbligo, si ascolta per forza, si brinda per abitudine. È il grande festival delle relazioni diplomatiche: tutti seduti insieme, uniti solo dalla stanchezza e dal desiderio che finisca in fretta. Fuori, le città traboccano di “esperienze autentiche”: mercatini vintage, regali “etici”, panettoni artigianali da quarantacinque euro.

Tutto mercificato, anche la bontà. Se non compri, non esisti. La gioia è un’unità di misura tracciata in scontrini, la pace si conta in like. “Buone feste” è diventato un riflesso condizionato, un rumore di fondo da cui nessuno si salva. Dietro le luci e i brindisi resta il buio dei margini. I poveri, i precari, gli invisibili assistono al grande spettacolo del benessere da dietro la quinta. Per loro, il Natale è solo un altro turno, un altro giorno da superare. Poi arrivano i servizi televisivi “commoventi”, la lacrima di circostanza, e tutto finisce lì: quel poco di solidarietà si scioglie più in fretta del burro nel panettone.

Il Natale consumistico è una macchina perfetta: produce desideri, li vende, e poi li sostituisce. È la religione del capitale emotivo, dove la preghiera è contactless e la redenzione avviene in tre rate. Ogni gennaio ci chiediamo perché ci sentiamo vuoti. La risposta è semplice: lo siamo, ma almeno abbiamo comprato il vuoto in confezione regalo. Viva il #Natale, dunque: patrono dell’apparenza, santo protettore dell’ipocrisia e martire della sincerità. Non importa più cosa significhi, basta che arrivi il pacco in tempo e che l’etichetta sia quella giusta. Perché in fondo, nel presepe del mondo moderno, l’unico Bambin Gesù rimasto è un prodotto in pronta consegna.

#Blog #Natale #Consumismo #Economia #Opinioni

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Gli scritti sono tutelati da “Creative Commons” (qui)

Tutte le opinioni qui riportate sono da considerarsi personali. Per eventuali problemi riscontrati con i testi, si prega di scrivere a: corubomatt@gmail.com




Corazzate nucleari, armi laser e industria. Tutto sulla Golden Fleet Initiative

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Una flotta rinnovata, capace di schierare le navi più potenti di sempre e di riportare la Marina statunitense ai fasti di un tempo. Questo è il piano dell’amministrazione Usa per rilanciare la propria industria cantieristica e mandare un messaggio alla Cina e



In the age of Spotify and AI slop, tapes remind us what we’re missing when we stop taking risks.#Music #physicalmedia


Why I Quit Streaming And Got Back Into Cassettes


Whenever I tell people I’m getting back into tapes, their faces immediately light up.

There’s a genuine excitement in peoples’ expressions these days when I mention physical media. Lately I’ve been talking about the cheap walkman I bought on a recent trip to Tokyo, and the various little shops where I hunted for music on cassettes. Unlike in Europe and the US, physical media never went out of vogue in Japan, and many people still have a strong preference for shopping in-person. This made Tokyo the ideal place to rediscover my love of portable analog music.

I searched through racks of tapes stacked on top of an old piano in a back-alley store on the edge of Shimokitazawa, a neighborhood known for thrifted fashion and oddball record shops. On recommendation from a friend-of-a-friend, I checked out a specialist shop on a sleepy street in Nakameguro, where cassettes easily outnumbered vinyl records 10-to-1. Almost always, I steered myself toward local artists whose names I didn’t recognize. Sometimes, I bought tapes based on the cover art or description alone. Most second-hand music stores in Tokyo keep everything sealed in plastic, so you either have to bother the shopkeep, or just trust your gut and take a chance.

This kind of music discovery delights people when I describe it to them. Sometimes they start telling me about rediscovering their old CD collection, or wanting to track down an old iPod Classic to experience their music library away from the surveillance and excess of big tech platforms. Maybe it’s just because I live in a particular social bubble in a particular countercultural pocket of New York City. But recently, the conversations I’ve had on this topic have got me feeling like the culture of music is shifting.
playlist.megaphone.fm?p=TBIEA2…
People areleaving Spotify, and those who aren’t seem embarrassed about using it. Major artistspulled their music off the platform this year in protest of the company’sICE recruitment ads and connections tomilitary drones, and posting your Wrapped stats has gone from a ubiquitous year-end pastime to a cultural faux pas. Many folks aresick of streaming in general. They’re sick of giant corporations, algorithmic playlists, and aninternet infested with AI slop. Artists are tired of tech platforms that pay them virtually nothing, owned by degenerate billionaires that see all human creativity as interchangeable aesthetic wallpaper, valued only for its ability to make numbers go up. Everywhere I go,people are exhausted by the never-ending scroll, desperately wanting to reconnect with something real.

My own path to re-embracing physical media unfolded in stages. Last year, I canceled my Apple Music subscription and started exclusively listening to music I bought from artists on Bandcamp. I still have a large mp3 library, and I thought about setting up aself-hosted media server to stream everything to my phone. But ultimately, I got lazy and wound up just listening to albums I downloaded from the Bandcamp app. Then I ran out of storage on my phone, and the amount of music I had available on-the-go shrank even more.

When I came to Tokyo, a friend took me to a store that sold cheap portable cassette players, and I knew it wouldn’t be a huge leap to take my music listening fully offline. The walkman I bought is unbranded and has a transparent plastic shell, allowing you to watch all the little mechanical gears turning inside as the tape spools around the wheels and past the playheads. It was one of the easiest purchasing decisions I’ve made in recent memory: After years of psychic damage from social media and other phone-based distractions, I was ready to once again have a dedicated device that does nothing but play music.

There are lots of advantages to the cassette lifestyle. Unlike vinyl records, tapes are compact and super-portable, and unlike streaming, you never have to worry about a giant company suddenly taking them away from you. They can be easily duplicated, shared, and made into mixtapes using equipment you find in a junk shop. When I was a kid, the first music I ever owned were tapes I recorded from MTV with a Kids’ Fisher Price tape recorder. I had no money, so I would listen to those tapes for hours, relishing every word Kim Gordon exhaled on my bootlegged copy of Sonic Youth’s “Bull in the Heather.” Just like back then, my rediscovery of cassettes has led me to start listening more intentionally and deeply, devoting more and more time to each record without the compulsion to hit “skip.” Most of the cassettes I bought in Tokyo had music I probably never would have found or spent time with otherwise.

Getting reacquainted with tapes made me realize how much has been lost in the streaming era. Over the past two decades, platforms like Spotify co-opted the model of peer-to-peer filesharing pioneered by Napster and BitTorrent into a fully captured ecosystem. But instead of sharing, this ecosystem was designed around screen addiction, surveillance, and instant gratification — with corporate middlemen and big labels reaping all the profits.

Streaming seeks to virtually eliminate what techies like to call “user friction,” turning all creative works into a seamless and unlimited flow of data, pouring out of our devices like water from a digital faucet. Everything becomes “Content,” flattened into aesthetic buckets and laser-targeted by“perfect fit” algorithms to feed our addictive impulses. Thus the act of listening to music is transformed from a practice of discovery and communication to a hyper-personalized mood board of machine-optimized “vibes.”

What we now call “AI Slop” is just a novel and more cynically efficient vessel for this same process. Slop removes human beings as both author and subject, reducing us to raw impulses — a digital lubricant for maximizing viral throughput. Whether we love or hate AI Slop is irrelevant, because human consumers are not its intended beneficiaries. In the minds of CEOs like OpenAI’s Sam Altman, we’re simply components in a machine built to maintain and accelerate information flows, in order to create value for an insatiably wealthy investor class.

On one hand, I empathize with those who still feel like they get something out of streaming. Having access to so much music can feel empowering, especially when so many people feel like they lack the time and resources to develop a music-listening practice. “What streaming service should I use instead of Spotify?” is a question I’ve been seeing constantly over the past few months.

Here’s my contrarian answer: What if there’s no ethical way to have unlimited access to every book, film, and record ever created? And moreover, what if that’s not something we should want?

What if we simply decided to consume less media, allowing us to have a deeper appreciation for the art we choose to spend our time with? What if, instead of having an on-demand consumer mindset that requires us to systematically strip art of all its human context, we developed better relationships with creators and built new structures to support them? What if we developed a politics of refusal — the ability to say enough is enough — and recognized that we aren’t powerless to the whims of rich tech CEOs who force this dystopian garbage down our throats while claiming it’s “inevitable?”


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Tapes and other physical media aren’t a magic miracle cure for late-stage capitalism. But they can help us slow down and remember what makes us human. Tapes make music-listening into an intentional practice that encourages us to spend time connecting with the art, instead of frantically vibe-surfing for something that suits our mood from moment-to-moment. They reject the idea that the point of discovering and listening to music is finding the optimal collection of stimuli to produce good brain chemicals.

More importantly, physical media reminds us that nothing good is possible if we refuse to take risks. You might find the most mediocre indie band imaginable. Or you might discover something that changes you forever. Nothing will happen if you play it safe and outsource all of your experiences to a content machine designed to make rich people richer.




L’Anno giubilare della Chiesa castrense sarà chiuso stasera con la celebrazione della notte di Natale presieduta dall’ordinario militare per l’Italia, mons. Gian Franco Saba presso la missione internazionale di supporto alla pace in Kuwait.



How we tracked ourselves with exposed Flock cameras; a year in review; and our personal recommendations on all sorts of things.#Podcast


Podcast: We Tracked Ourselves with Exposed Flock Cameras


We start this week with Jason’s story about Flock exposing a bunch of AI-powered cameras. These cameras zoom in on people as they walk by, sometimes so closely you can read what’s on their phone screen. After the break, we talk about some of our biggest stories this year. In the subscribers-only section, we give some of our personal recommendations of games, other reporting, or just a more chill life.
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è sempre adessoa


log.livellosegreto.it/ordinari…


Natale 2025: fra Moroni (Sacro Convento Assisi), “il Signore viene per donarci la pace e illuminare le tenebre del mondo”


Cloud sotto tiro: la campagna PCPcat compromette 59.128 server in 48 ore


Una campagna di cyberspionaggio su larga scala, caratterizzata da un elevato livello di automazione, sta colpendo in modo sistematico l’infrastruttura cloud che supporta numerose applicazioni web moderne. In meno di 48 ore, decine di migliaia di server sono stati compromessi attraverso lo sfruttamento mirato di vulnerabilità note in framework ampiamente utilizzati.

A documentare l’operazione è un rapporto pubblicato dal Beelzebub Research Team, che ha identificato la campagna con il nome di PCPcat. L’attività è emersa grazie all’osservazione di un honeypot Docker e ha mostrato fin da subito una rapidità di esecuzione fuori dal comune.

Gli attaccanti hanno sfruttato le vulnerabilità CVE-2025-29927 e CVE-2025-66478 presenti in Next.js e React, riuscendo a compromettere 59.128 server in meno di due giorni.

Il gruppo responsabile, riconoscibile dalla firma “PCP” inserita nei file malevoli, non si limita alla semplice alterazione dei siti web. L’obiettivo principale appare essere la raccolta sistematica di informazioni sensibili. Il malware è progettato per individuare credenziali cloud, chiavi SSH e file di configurazione contenenti variabili d’ambiente, in particolare i file .env, elementi che consentono ulteriori movimenti laterali all’interno delle reti compromesse.

Secondo i ricercatori, l’operazione presenta tratti tipici di attività di intelligence su vasta scala, con un’esfiltrazione di dati che avviene con modalità industriali. La catena di attacco si basa su tecniche avanzate che includono la manipolazione di payload JSON, consentendo agli aggressori di ottenere l’esecuzione di codice remoto sui sistemi vulnerabili.

Una volta ottenuto l’accesso, il malware stabilisce una persistenza installando una backdoor che utilizza GOST, un proxy SOCKS5, e FRP (Fast Reverse Proxy). In questo modo, i server compromessi vengono integrati in una botnet e trasformati in nodi controllabili da remoto.

Ciò che ha colpito maggiormente gli analisti è l’efficacia dell’operazione. A differenza di molte campagne automatizzate basate su tentativi casuali, PCPcat mostra un’elevata precisione. L’analisi diretta del server C2 ha permesso di confermare un tasso di successo dello sfruttamento pari al 64,6%, un valore anomalo che suggerisce l’uso di una lista di obiettivi selezionati oppure una diffusione molto ampia delle vulnerabilità non ancora corrette.

Durante l’indagine è emersa anche una grave debolezza nell’infrastruttura degli attaccanti. Il server C2, localizzato a Singapore, risultava completamente privo di meccanismi di autenticazione. Questa mancanza ha consentito ai ricercatori di accedere liberamente agli endpoint dell’API e di ricostruire l’estensione reale della campagna.

Dai dati raccolti è emerso che la modalità denominata “random_ips” stava scandagliando oltre 91.000 potenziali bersagli, senza apparenti criteri di selezione. Il ritmo dell’operazione è particolarmente sostenuto: circa 32 lotti di obiettivi vengono processati ogni giorno, con un incremento costante del numero di sistemi compromessi.

Se mantenuta a questa velocità, la campagna potrebbe arrivare a colpire oltre 1,2 milioni di server nell’arco di un mese, con conseguenze potenzialmente gravi per la sicurezza delle infrastrutture cloud esposte su Internet.

Alla luce di questi elementi, le organizzazioni che utilizzano applicazioni Next.js o React accessibili pubblicamente sono invitate ad applicare con urgenza le patch di sicurezza disponibili, a bloccare l’indirizzo IP del server C2 identificato (67.217.57[.]240) e a procedere alla rotazione di tutte le credenziali che potrebbero essere state esposte attraverso i file di ambiente.

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Il Pentagono e le armi cinesi. Cosa dice su Pechino il report annuale dei militari Usa

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Il rapporto annuale del Dipartimento della Guerra statunitense sulle evoluzioni militari e di sicurezza della Cina, pubblicato in queste ore, offre molto più di un aggiornamento tecnico sulle capacità dell’Esercito Popolare di Liberazione (Pla).