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Eppur si muove! Qualche alternativa al dominio dei GAFAM nel mondo della scuola.

Su Basta!, un media indipendente francese, un articolo molto interessante che fa il punto sulle alternative ai #GAFAM che stanno crescendo in alcuni paesi europei (Francia, Germania e Spagna):
https://basta.media/profs-parents-d-eleves-et-activistes-se-bougent-pour-liberer-l-ecole-des-Gafam

Insegnanti, genitori e attivisti si muovono per liberare la #scuola dalla morsa di Google e Microsoft

Particolarmente interessanti le affermazioni di Simona Levi, fondatrice di Xnet un'associazione catalana che si batte per la difesa delle libertà digitali e che ha realizzato DD (Digitalizzazione Democratica) una suite di strumenti digitali per l’istruzione: https://xnet-x.net/en/digital-democratic/

Per l'attivista Simona Levi, oggi è necessario fare pressione soprattutto sugli stati e sull’Unione Europea. “Se le grandi multinazionali della tecnologia sono state in grado di avere così tanto spazio nell'istruzione, è perché le istituzioni non si sono prese le proprie responsabilità."

“L'Unione Europea e i governi devono impegnarsi per una piattaforma europea libera per la digitalizzazione dell'istruzione. Per noi è immorale che la digitalizzazione dell'istruzione e dell'amministrazione in generale avvenga con mezzi che non garantiscono la sovranità dei dati dei cittadini. »

L’articolo ricorda anche Apps éducation, la piattaforma realizzata dal ministero dell’istruzione francese (l’Éducation Nationale) che mette a disposizione degli insegnanti una piattaforma di strumenti digitali liberi tra cui PeerTube, Nextcloud e BigBlueButton.
E naturalmente viene menzionato anche il ruolo che all’interno del ministero dell’istruzione ha assunto Alexis Kauffmann, fondatore di Framasoft, nella promozione del software libero.


Quando l'Éducation nationale assume il fondatore di Framasoft

@Scuola - Gruppo Fediverso
@Scuola



L’infaticabile Emmanuel ZIMMERT ha appena aggiunto due nuove app online ai servizi liberi di La Digitale: si tratta di Digicut e Digitranscode.

Il primo permette di tagliare un estratto da un file audio o video utilizzando il solo browser,
il secondo permette di convertire file audio e video in diversi formati, sempre dal browser.
L’interfaccia è solo in francese, ma i comandi sono talmente semplici che sono comprensibili anche in questa lingua, si parte sempre dalla scelta di un file sul nostro computer (Sélectionner un fichier).

Per festeggiare questa doppia uscita agostana ecco una traduzione a/al caldo delle due brevi guide all’uso. I due documenti sono distribuiti con licenza Creative Commons BY-NC-SA.

I testi originali si trovano qui:
https://ladigitale.dev/blog/digicut-pour-decouper-un-extrait-d-un-fichier-audio-ou-d-une-video
https://ladigitale.dev/blog/digitranscode-pour-convertir-des-fichiers-audio-et-des-videos e

È sempre bene ricordare che gli strumenti di La Digitale sono messi a disposizione gratuitamente e sono finanziati in modo partecipativo, è possibile sostenere il progetto utilizzando questa pagina: https://opencollective.com/ladigitale

Digicut, per tagliare un estratto da un file audio o video


di EZ
5 agosto 2022 - 3 minuti

Digicut è un'applicazione online che permette di tagliare un estratto da un file audio (.mp3, .wav, .m4a, .ogg, .flac, .aac, .wma) o da un video (.wmv, .avi , . webm, .mkv, .ogm, .mp4, .m4v, .mov, .flv) in diversi formati.
I file vengono elaborati localmente nel browser e non vengono caricati sul server La Digitale.
L'operazione è molto semplice: basta navigare all'interno del file e cliccare sui pulsanti Définir début (Imposta inizio) e Définir fin (Imposta fine) negli orari definiti per indicare i punti di inizio e fine dell'estratto.

Per i video sono disponibili due impostazioni aggiuntive:
• la possibilità di effettuare catture in formato jpeg (pulsante con l'icona della fotocamera a destra del pulsante Estrai);
• la possibilità di salvare l'estratto con la massima precisione: l'elaborazione è molto più lenta, ma risolve i problemi di schermata nera all'inizio o alla fine dell'estratto.


Digitranscode, per convertire file audio e video


di EZ
5 agosto 2022 - 3 minuti


Digitranscode è un'applicazione online che converte file audio (.mp3, .wav, .m4a, .ogg, .flac, .aac, .wma) e video (.wmv, .avi, .webm, .mkv, .ogm, .mp4, .m4v, .mov, .flv) in diversi formati.
I file vengono elaborati localmente nel browser e non vengono caricati sul server di La Digitale.
Lo strumento offre anche impostazioni per ottimizzare le dimensioni dei file.

Per l'audio:
• qualità (velocità di trasmissione dati in Kb al secondo): 96 / 128 /192 / 256
• la frequenza di campionamento (in Hz): 22050 / 44100 / 48000
• il numero di canali: mono (1 canale) / stereo (2 canali)
• il formato di uscita: mp3, ogg, aac, m4a
Ad esempio, per ottimizzare un file audio con voce per la pubblicazione online: 96 o 128 kb/s / 44100 Hz / mono / ogg o mp3.

Per il video:
• qualità (bit rate video in Kb al secondo): qualità originale / da 1000 a 3000
• risoluzione (in pixel): risoluzione originale / 640x480 (SD) / 1280x720 (HD) / 1920x1080 (Full HD)
• il formato di uscita: mp4, webm, mkv, mov
Lo strumento consente anche di estrarre da un video la traccia audio in formato mp3 o di rimuovere la traccia audio dal file transcodificato.

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[Oldies but Goodies] Questa volta ripropongo la traduzione di un articolo di Emmanuel Zimmert, il creatore dei servizi liberi di La Digitale in cui presenta le caratteristiche che secondo lui devono avere i software liberi rivolti al mondo della scuola che siano progettati anche secondo i principi di sobrietà e sostenibilità digitale.
La traduzione in italiano è stata pubblicata per la prima volta nell'aprile del 2021, la ripropongo qui su Plume un servizio del Fediverso: https://dgxy.link/digitalit

Crepi l'avarizia 😉 C'è anche la versione in formato audio su Funkwhale: https://funkwhale.it/library/tracks/1785/

Aggiungo soltanto che nel giro di poco più di un anno i servizi liberi online di La Digitale sono passati da 11 a 20!

Generalmente l'interfaccia è in francese e in inglese, in alcuni casi anche in italiano. Su Mastodon La Digitale si può trovare a questo indirizzo: https://pouet.chapril.org/@ladigitale

Un grazie di cuore a Emmanuel Zimmert 😀

@Scuola - Gruppo Fediverso
@Scuola
@Le Alternative



[Letture] Histoire du logiciel entre collaboration et confiscation des libertés


Articolo molto lungo e molto interessante sulla nascita e lo sviluppo del software tra collaborazione e appropriazione privatistica: https://ploum.net/lhistoire-du-logiciel-entre-collaboration-et-confiscation-des-libertes/
È scritto da Lionel Dricot, alias Ploum, linuxiano, sviluppatore ed esperto di usabilità del software. L'articolo è distribuito con licenza CC-By BE
Qui sotto, la traduzione italiana dell'incipit.
Buona lettura 😀
@nilocram@Informa Pirata

La storia del software: tra collaborazione e confisca della libertà
Il concetto stesso di software non è per niente evidente. Come ha ricordato Marion Créhange, la prima dottoranda francese in informatica, il modo per influenzare il comportamento dei primi computer era quello di cambiare il cablaggio. Un programma era letteralmente uno schema elettrico che richiedeva di mettere le mani sui fili.
Gradualmente, i primi informatici hanno migliorato la tecnologia. Hanno creato computer "programmabili" che potevano essere modificati se dotati di programmi in formato binario, di solito fori su schede di cartone da inserire in un ordine specifico. Naturalmente, per programmare la macchina bisognava capire esattamente come funzionava il processore.
I processori sono stati poi migliorati per comprendere istruzioni semplici, chiamate "assembler". Gli informatici potevano pensare con questo linguaggio che dava istruzioni dirette al processore. Tuttavia, hanno utilizzato altri formalismi che hanno chiamato "linguaggio di programmazione". I programmi venivano scritti su carta in questo linguaggio e poi tradotti in assembler utilizzando delle tabelle.
È nata l'idea di progettare un programma che effettuasse questa traduzione. Il primo di questi programmi si chiamava "Formula Translator", abbreviato in "FORTRAN". I traduttori di formule furono presto ribattezzati "compilatori". Con un compilatore, non era più necessario capire cosa stesse facendo il processore. Diventava possibile creare un programma in un linguaggio cosiddetto "di alto livello" e darlo alla macchina.
Tuttavia, va sottolineato che all'epoca ogni computer era dotato di un proprio sistema software estremamente complesso e speciale. L'esecuzione di un programma richiede la conoscenza del computer in questione. L'esecuzione dello stesso programma su più computer diversi non viene nemmeno presa in considerazione.