PROVERBI - Capitolo 30
INSEGNAMENTI DI ALTRI SAGGI (30,1-31,9)
Insegnamenti di Agur1Detti di Agur, figlio di Iakè, da Massa. Dice quest'uomo: Sono stanco, o Dio, sono stanco, o Dio, e vengo meno,2perché io sono il più stupido degli uomini e non ho intelligenza umana;3non ho imparato la sapienza e la scienza del Santo non l'ho conosciuta.4Chi è salito al cielo e ne è sceso? Chi ha raccolto il vento nel suo pugno? Chi ha racchiuso le acque nel suo mantello? Chi ha fissato tutti i confini della terra? Come si chiama? Qual è il nome di suo figlio, se lo sai?5Ogni parola di Dio è purificata nel fuoco; egli è scudo per chi in lui si rifugia.6Non aggiungere nulla alle sue parole, perché non ti riprenda e tu sia trovato bugiardo.7Io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia:8tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane,9perché, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica: “Chi è il Signore?”, oppure, ridotto all'indigenza, non rubi e abusi del nome del mio Dio.10Non calunniare lo schiavo presso il padrone, perché egli non ti maledica e tu non venga punito.11C'è gente che maledice suo padre e non benedice sua madre.12C'è gente che si crede pura, ma non si è lavata della sua lordura.13C'è gente dagli occhi così alteri e dalle ciglia così altezzose!14C'è gente i cui denti sono spade e le cui mascelle sono coltelli, per divorare gli umili eliminandoli dalla terra e togliere i poveri di mezzo agli uomini.
Proverbi numerici15La sanguisuga ha due figlie: “Dammi! Dammi!”. Tre cose non si saziano mai, anzi quattro non dicono mai: “Basta!”:16il regno dei morti, il grembo sterile, la terra mai sazia d'acqua e il fuoco che mai dice: “Basta!”.17L'occhio che guarda con scherno il padre e si rifiuta di ubbidire alla madre sia cavato dai corvi della valle e divorato dagli aquilotti.18Tre cose sono troppo ardue per me, anzi quattro, che non comprendo affatto:19la via dell'aquila nel cielo, la via del serpente sulla roccia, la via della nave in alto mare, la via dell'uomo in una giovane donna.20Così si comporta la donna adultera: mangia e si pulisce la bocca e dice: “Non ho fatto nulla di male!”.21Per tre cose freme la terra, anzi quattro non può sopportare:22uno schiavo che diventa re e uno stolto che si sazia di pane,23una donna già trascurata da tutti che trova marito e una schiava che prende il posto della padrona.24Quattro esseri sono fra le cose più piccole della terra, eppure sono più saggi dei saggi:25le formiche sono un popolo senza forza, eppure si provvedono il cibo durante l'estate;26gli iràci sono un popolo imbelle, eppure hanno la tana sulle rupi;27le cavallette non hanno un re, eppure marciano tutte ben schierate;28la lucertola si può prendere con le mani, eppure penetra anche nei palazzi dei re.29Tre cose hanno un portamento magnifico, anzi quattro hanno un'andatura maestosa:30il leone, il più forte degli animali, che non indietreggia davanti a nessuno;31il gallo pettoruto e il caprone e un re alla testa del suo popolo.32Se stoltamente ti sei esaltato e se poi hai riflettuto, mettiti una mano sulla bocca,33poiché, sbattendo il latte ne esce la panna, premendo il naso ne esce il sangue e spremendo la collera ne esce la lite.
_________________Note
30,1 INSEGNAMENTI DI ALTRI SAGGI (30,1-31,9) Nei capitoli 30-31 confluisce altro materiale proveniente dal patrimonio della letteratura sapienziale dei popoli del Vicino Oriente antico, come sembrano indicare i nomi dei personaggi sulle cui labbra sono poste queste massime (Agur, figlio di Iakè, da Massa e Lemuèl, re di Massa, vedi 30,1 e 31,1).
30,1-14 Insegnamenti di Agur – Questa breve serie di massime ricorda l’insegnamento dei saggi racchiuso in 22,17-24,34. Agur: è personaggio sconosciuto; Massa è il nome di una tribù dell’Arabia settentrionale (vedi Gen 25,14): gli Arabi erano rinomati per la loro sapienza. Ma la versione è incerta. Alcuni intendono la parola ebraica Massa non come nome di tribù, ma nel senso di “oracolo” (o anche “carico”, “peso”). I LXX collocano i vv. 1-30 all’interno del c. 24: vv. 1-14 dopo 24,22; vv. 15-33 dopo 24,34.
30,15-33 Proverbi numerici – Alcune massime ritmate sul gioco dei numeri erano già presenti in 6,16-19. Si tratta di un espediente letterario, con il quale si cercava di favorire la memoria. Era già conosciuto dalle antiche popolazioni cananee, come documenta l’opera Storia e massime di Achikàr (risalente al V sec.).
30,20 mangia e si pulisce la bocca: la frase può essere compresa nel significato di darsi al piacere.
30,26 iràci: piccoli mammiferi delle dimensioni di un coniglio.
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Approfondimenti
vv. 1-14. Non vi è accordo tra gli interpreti sulla delimitazione esatta dei detti di Agur (v. 4? v. 6? o v. 14?). Nei LXX questo capitolo è spezzato, per cui 30, 1-14 segue 22, 17-24, 22 e 1 vv. 15-33 seguono 24, 23-24. Si è generalmente d'accordo sulla necessità di emendare il TM del v. 1b (cfr. nota al testo).
vv. 1-6. Nel v. 2 Agur afferma di essere piuttosto un animale che un uomo e che egli non possiede né intelligenza né perspicacia e il v. 3 mostra che con ciò egli intende dire che non possiede la conoscenza di Dio. Non va escluso un deliberato intento ironico in queste affermazioni, quasi a contrastare l'atteggiamento di altri che presumono invece con le loro speculazioni di essere in grado di far luce sui misteri divini (cfr. v. 4). Contro coloro che parlano di Dio con tale sicumera da sembrare di essergli familiari e di non avere alcun dubbio al riguardo, Agur afferma che l'uomo da solo non è in grado di conoscere Dio. Affermazioni dello stesso tenore ricorrono altrove nella letteratura sapienziale (cfr. Gb 11,7-9; 38-40; Sir 18,3-6; Bar 3,9-4,4). Il saggio tuttavia non si ferma qui: se la ricerca umana da sola fallisce, non per questo l'essere umano deve dimenticare che Dio stesso ha parlato e che dunque attraverso questa parola egli ha accesso a Dio: citando un salmo (v. 5, cfr. Sal 18,31) e riprendendo un'ingiunzione presente nei testi legislativi (cfr. Dt 4,2), Agur mostra che vi è una conoscenza di Dio concessa all'uomo, che tuttavia è ben diversa da quella che ritengono di possedere coloro che il saggio contesta (nello stesso senso si veda Gb 28,20-28).
vv. 7-9. La preghiera cui si volge ora il saggio collega la condizione sociale dell'uomo al suo modo di parlare di Dio: il contesto mostra che con «falsità e menzogna» non si ha di mira soltanto il rapporto interumano, ma anche il parlare di Dio in modo corretto. Il saggio non ha pretese di arricchirsi, perché è consapevole che la ricchezza può rendere l'uomo arrogante e indurlo a credersi autosufficiente, disprezzando perciò il potere di Dio. D'altro canto l'indigenza potrebbe indurre l'uomo a dubitare della provvidenza divina e della sua giustizia.
vv. 11-14. Una serie di detti in forma constatativa: non si tratta però soltanto di un quadretto descrittivo, ma con molta probabilità di un'accusa che il saggio lancia ai suoi contemporanei.
vv. 15-33. Sui detti numerici, cfr. il commento a 6,16-19.15-16. Si osservi in tutta questa pericope l'efficace osservazione del mondo fisico e animale, da cui il saggio sa trarre orientamenti per la condotta umana. Dopo un detto che intende illustrare plasticamente la bramosia e la cupidigia (v. 15a), si introduce il primo detto numerico, che tuttavia non è ben riuscito dal punto di vista formale, dato che è appesantito da inutili spiegazioni. Significativo è l'accostamento tra grembo sterile e terra: la terra è come una madre e l'acqua è l'elemento che la feconda.
vv. 18-19. Una quaterna molto efficace, anche sotto il profilo ritmico e sonoro, dove l'accento cade sul quarto elemento, che non è una pura osservazione di un fatto naturale, dato che il «sentiero» (derek) in questo caso non è più soltanto un fenomeno fisico, ma riguarda la condotta, il comportamento (un ulteriore significato del vocabolo ebraico). Il volo di un'aquila, il guizzo del serpente sulla roccia, il passaggio di una nave sul mare sono meravigliosi e misteriosi: sono movimenti attraenti e allo stesso tempo sorprendenti. Il quarto elemento che viene evocato si collega ai precedenti proprio per queste caratteristiche: si tratta dell'irresistibile e inesplicabile attrazione naturale che porta l'uomo a unirsi alla donna. La riflessione verte dunque sul mistero della sessualità umana.
(cf. FLAVIO DALLA VECCHIA, Proverbi di Salomone – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
Rime in R
Russa un rantolo reale nera razza dei rottami, Roso a riva un remo arreso ride in radica di rana.
Ronza un rospo nella rada D’un ramarro che rampogno, Torvo il Ragno trova trame Rosse Requie di risacca
Fresca rena Risuona resa, Resta in Rotta Raffio in Rada.
Rubo un granchio Ringhia il ratto Resta ritto Il morto astratto
Rido Gratto E m'arrabatto.
Una premessa doverosa.
Dato che qualcuno potrebbe anche incappare in quanto scrivo, meglio precisare che:
1) scrivo per me, per una necessità di “mettere ordine”.
2) scrivo delle mie esperienze personali nella ricerca della fede.
3) scrivo di teologia perché mi appassiona. Precisamente scriverò dei miei studi di teologia.
Quindi: non desidero mettermi in cattedra, diffondere verità assolute o insegnare niente a nessuno, ma se vorrete parlare con me di ciò che scrivo, ne sarò immensamente felice.
Due note su di me: 56 anni, collaboratrice scolastica, diplomata in Ragioneria. Neanche una parola di inglese. Rapporto tumultuoso con la tecnologia. A dire poco...
Visto: lo dicevo che non bisogna prendermi sul serio! :–)
Un abbraccio al mondo.
Words are lies, the Master said. But these are true: I cheated on my wife, In my mind. Then it was over. And now I find myself, alone, In a cozy corner of my own hell.
Gabbie
La luce brilla, elettrica. Lo sciame, attorno al punto di attenzione Entrano un poco alla volta, si accalcano.
Non ci sarabbe fatica nell'attesa, sapendo di poter entrare.
Quanto dolore in un solo no: siete in ritardo, siete di troppo.
Lasciare libere le persone. Non chiudere i cancelli. Non costruire gabbie.
Nelle gabbie si può solo scappare, o morire, o covare rabbia.
Appartenere
Registrazione per la RAI FVG
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In tempi incerti e un mondo complicato, una parola ci accompagna più spesso di quanto pensiamo: “appartenenza”. Forse non la diciamo spesso, ma la sentiamo. Tutti, in fondo, abbiamo questo bisogno profondo: appartenere. A una famiglia, a un gruppo, a una comunità, a un luogo dove sentirci riconosciuti, accettate,amati. Quando questo manca, c’è la solitudine, e la solitudine pesa. Ci si può sentire fuori posto perfino in mezzo alla gente. A volte ci si può sentire stranieri nella propria casa, nella propria città, persino nella propria pelle.
Questo bisogno di appartenere non è un capriccio. È qualcosa che ci costituisce. È il segno che siamo stati creati per la relazione. Ma attenzione: l’appartenenza non è mai un privilegio da difendere. È una porta da aprire agli altri, non un muro da alzare.
Nel passo della Lettera agli Efesini che abbiamo appena ascoltato, l’autore scrive a una comunità molto varia. Alcuni venivano dal giudaismo, altri dal mondo greco-romano, con storie, abitudini e religioni diverse, in fondo si trovavano in una situazione simile alla nostra: mondi che si incontrano, culture che si intrecciano, e a volte si scontrano. Ma l’autore con il nostro versetto dice qualcosa di rivoluzionario:
“Così dunque non siete più né stranieri né ospiti; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio.” Non siete più stranieri. Non siete più ospiti. Siete a casa. Siete famiglia.
E questo vale per tutt*. Non solo per chi era “dentro” fin dall’inizio, ma anche per chi è arrivato dopo. Non ci sono più noi e loro. Non ci sono più barriere etniche, culturali, religiose. C’è un popolo nuovo, unito non dal sangue, ma dall’amore di Dio.
Essere “membri della famiglia di Dio” non è però una condizione da difendere con gelosia. È un dono da condividere. Perché se Dio ci ha accolti quando eravamo stranieri, anche noi siamo chiamati ad accogliere lo straniero. Se Dio ci ha dato un posto nella sua casa, anche noi dobbiamo fare spazio. Lo dice la Scrittura dall’inizio alla fine:
“Lo straniero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso” (Levitico 19,34).
La vera appartenenza, quella che nasce da Dio, non esclude, non separa, non seleziona. Al contrario: unisce, abbatte i muri, crea fraternità.
Oggi, in un mondo in cui si alzano di nuovo barriere e si divide il mondo in buoni e cattivi, in noi e loro, abbiamo bisogno di riscoprire questo messaggio. Perché si può appartenere a una chiesa, a una religione, a un gruppo… eppure continuare a costruire muri. Si può sentirsi “dentro”, ma trattare gli altri come “fuori”. E allora ci chiediamo: che famiglia è quella che non apre la porta ai fratelli?
Forse la fede comincia proprio da qui: non da un insieme di regole, non da un’identità da difendere, ma da una voce che dice: “Tu appartieni. E con te appartiene anche il tuo prossimo.”
Nella casa di Dio c’è posto per tutti. E chi ha conosciuto questa accoglienza… non può più vivere da buttafuori che decide chi entra e chi no, ma solo da fratello.
[filtri]un] sofisticato sistema ma dentro è [nervoso di] sofisticati nervi di origine condizione di uno] alla [prima un] rompicapo freestyle in ritardo un luminista retrodatato lo] stanno con un congegno su misura lo ammette lo scrivente ricostruzione in calce in parte] del tutto per [mobilità
Phosphorescent - Muchacho (2013)
Devo sinceramente ammettere che i Phosphorescent sono stati la più bella scoperta di questo duemilatredici, anche se questa band statunitense originaria di Athens in Georgia è attiva da un decennio e questo Muchacho è il loro sesto album. Ascoltati per caso in una radio on-line, fin dalle prime note ho capito di aver trovato uno di quei gruppi che ti rimangono dentro, e così sono andato alla scoperta dell'intero album di questo ennesimo gruppo. Traccia dopo traccia erano sempre più soddisfacenti, non chiedetemi perché le ballate di Matthew Houck colpiscano la mia emotività in maniera così forte e lascino un segno che decine di altri musicisti non hanno capacità di incidere nel profondo neppure dopo decine d canzoni. Chiamatelo “colpo di fulmine” se volete... artesuono.blogspot.com/2014/09…
Ascolta: album.link/i/598968577
PROVERBI - Capitolo 29
Vale la pena essere saggi1Chi disprezza i rimproveri con ostinazione sarà rovinato all'improvviso, senza rimedio.2Quando dominano i giusti, il popolo gioisce, quando governano i malvagi, il popolo geme.3Chi ama la sapienza allieta il padre, ma chi frequenta prostitute dissipa il patrimonio.4Il re con la giustizia rende prospero il paese, quello che aggrava le imposte lo rovina.5L'uomo che adula il suo prossimo gli tende una rete davanti ai piedi.6Con la sua trasgressione l'iniquo si prepara un trabocchetto, mentre il giusto giubila e si rallegra.7Il giusto riconosce il diritto dei miseri, il malvagio invece non intende ragione.8Gli uomini senza scrupoli sovvertono una città, mentre i saggi placano la collera.9Se un saggio entra in causa con uno stolto, si agiti o rida, non troverà riposo.10Gli uomini sanguinari odiano l'onesto, mentre i giusti hanno cura di lui.11Lo stolto dà sfogo a tutto il suo malanimo, il saggio alla fine lo sa calmare.12Se un principe dà ascolto alle menzogne, tutti i suoi ministri sono malvagi.13Il povero e l'oppressore s'incontrano in questo: è il Signore che illumina gli occhi di tutti e due.14Se un re giudica i poveri con equità, il suo trono è saldo per sempre.15La verga e la correzione danno sapienza, ma il giovane lasciato a se stesso disonora sua madre.16Quando dominano i malvagi, dominano anche i delitti, ma i giusti ne vedranno la rovina.17Correggi tuo figlio e ti darà riposo e ti procurerà consolazioni.18Quando non c'è visione profetica, il popolo è sfrenato; beato invece chi osserva la legge.19Lo schiavo non si corregge a parole: comprende, infatti, ma non obbedisce.20Hai visto un uomo precipitoso nel parlare? C'è più da sperare da uno stolto che da lui.21Chi accarezza lo schiavo fin dall'infanzia, alla fine se lo vedrà contro.22Un uomo collerico suscita litigi e l'iracondo commette molte colpe.23L'orgoglio dell'uomo ne provoca l'umiliazione, l'umile di cuore ottiene onori.24Chi spartisce con un ladro odia se stesso: egli sente la maledizione, ma non rivela nulla.25Chi teme gli uomini si mette in una trappola, ma chi confida nel Signore è al sicuro.26Molti ricercano il favore di chi comanda, ma è il Signore che giudica ognuno.27L'iniquo è un orrore per i giusti e gli uomini retti sono un orrore per i malvagi.
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Approfondimenti
vv. 2.4.16. Il benessere di un regno è garantito dalla applicazione della giustizia da parte di chi ne decide le sorti: un re malvagio si preoccupa soltanto del suo tornaconto e non della prosperità del suo popolo. Tutta la vicenda storica narrata nei Libri dei Re ne è un'illustrazione lampante.
vv. 13-14. I due versetti sono collegati dal riferimento ai poveri presente in entrambi. Il v. 13 è un'osservazione sulla realtà: sia il povero che il suo sfruttatore sono tenuti in vita da Dio e questo impone la domanda sul modo di agire di Dio. Perché il malvagio può sussistere nonostante la sua malvagità? Il versetto non spiega tale situazione, ma afferma soltanto che ogni struttura sociale possiede al suo interno tale polarità tra poveri e ricchi. Il saggio deve tener conto di questo e nello stesso tempo tener presente che la malvagità, anche se non incontra subito la sua punizione, non è affatto mezzo per riuscire nella vita. Per il v. 13, cfr. anche 22,2.
v. 18. I due vocaboli «rivelazione», «legge» non trovano una interpretazione univoca. Il primo (ḥāzôn) è termine tecnico per definire la visione profetica (cfr. Is 29,7; Ez 12,22-24.27), ma anche la rivelazione profetica nel suo complesso (cfr. Ger 14,14; 23,16), mentre il secondo può indicare sia l'istruzione impartita dal saggio (cfr. 28,4.7.9) sia la legge divina rivelata a Mosè. Troviamo forse qui il riflesso di una specifica situazione che il saggio deve fronteggiare: la profezia non è sempre all'opera nel popolo (e ciò vale in modo speciale per l'epoca successiva all'esilio), di conseguenza il saggio deve attenersi alla legge per conformare la sua vita al volere divino.
vv. 25-26. Concludendo, il saggio riassume i suoi insegnamenti indicando al discepolo una strada di libertà. Di fronte ai potenti, il saggio sa che nulla ha da temere, perché la sua garanzia è il Signore; né il successo della vita è garantito dall'adulazione dei potenti, perché chi giudica le azioni degli uomini sta al di sopra anche di costoro: a lui dunque deve essere gradita la condotta di ognuno.
(cf. FLAVIO DALLA VECCHIA, Proverbi di Salomone – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
[escursioni]-o tutto cambia [sottratto un] continente la parte [mancante trattiene] risorse l'urogallo visto in cartolina dell'oro in paglia i figli] firmano -o le cartucce i bossoli fanno marciare al contrario un chiodo] un trofeo l'isoletta a parco fronte serenissima
[rotazioni]premessa il sindaco il tecnico con traiettoria stabile la] ritirata sette mesi e undici giorni gomma americana per servizio in loco disposti] il percento gli eredi le sedie in strada due] dice] lascia fare un tanto delle fotocamere metro e [cambio fisso rimane [sulle lame] il picco né leggere né scrivere lo sputnik] senza
Arcade Fire - Reflektor (2013)
Doppio disco, gioco “meta” tra band reale e no (i The Reflektor), video interattivi con coinvolgimento diretto di chi lo guarda tramite mamma rete e cam, presenza al prossimo Primavera ampiamente anticipata e strombazzata, concettualità incentrata sull’apparire e l’essere, l’anima che lotta tra frequenze umane e sintetiche. Dalla title-track in poi sfilano un mescolare pulsante di funky, mutant disco, oscuri lampi dark, produzione e suono pompati e tirati a lucido e attitudine pop made in Arcade Fire, ormai rodata e dall’altissimo appeal su chi li ha sempre amati... thenewnoise.it/arcade-fire-ref…
Ascolta: album.link/i/1439818072
PROVERBI - Capitolo 28
L’empio e il giusto1Il malvagio fugge anche se nessuno lo insegue, mentre il giusto è sicuro come un giovane leone.2Quando un paese è in subbuglio sono molti i suoi capi, ma con un uomo intelligente e saggio l'ordine si mantiene.3Un povero che opprime i miseri è come pioggia torrenziale che non porta pane.4Quelli che trasgrediscono la legge lodano il malvagio, quelli che la osservano gli si mettono contro.5I malvagi non comprendono la giustizia, ma quelli che cercano il Signore comprendono tutto.6Meglio un povero dalla condotta integra che uno dai costumi perversi, anche se ricco.
Massime varie7Osserva la legge il figlio intelligente, chi frequenta gli ingordi disonora suo padre.8Chi accresce il patrimonio con l'usura e l'interesse, lo accumula per chi ha pietà dei miseri.9Chi allontana l'orecchio per non ascoltare la legge, persino la sua preghiera è spregevole.10Chi fa deviare i giusti per la via del male, nel suo tranello lui stesso cadrà, mentre gli integri erediteranno il bene.11Il ricco si crede saggio, ma il povero intelligente lo valuta per quello che è.12Grande è l'onore quando esultano i giusti, ma se prevalgono gli empi ognuno si dilegua.13Chi nasconde le proprie colpe non avrà successo, chi le confessa e le abbandona troverà misericordia.14Beato l'uomo che sempre teme, ma chi indurisce il cuore cadrà nel male.15Leone ruggente e orso affamato, tale è un cattivo governatore su un popolo povero.16Un principe privo di senno moltiplica le angherie, ma chi odia il lucro prolungherà i suoi giorni.17Un uomo che è perseguito per omicidio fuggirà fino alla tomba: non lo si trattenga! **18vChi procede con rettitudine sarà salvato, chi va per vie tortuose cadrà all'improvviso.19Chi coltiva la sua terra si sazia di pane, chi insegue chimere si sazia di miseria.20L'uomo leale sarà colmo di benedizioni, chi ha fretta di arricchirsi non sarà esente da colpa.21Non è bene essere parziali, ma per un tozzo di pane si può prevaricare.22L'avaro è impaziente di arricchire, ma non pensa che gli piomberà addosso la miseria.23Chi corregge un altro troverà alla fine più favore di chi ha una lingua adulatrice.24Chi deruba il padre o la madre e dice: “Non è peccato”, è simile a un assassino.25L'avido suscita litigi, ma chi confida nel Signore sarà arricchito.26Chi confida nel suo senno è uno stolto, chi cammina nella saggezza sarà salvato.27Per chi dona al povero non c'è indigenza, ma chi chiude gli occhi avrà grandi maledizioni.28Se prevalgono i malvagi, tutti si nascondono; se essi periscono, dominano i giusti.
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Approfondimenti
Pr 28,1-28. Il capitolo è quasi totalmente contrassegnato dalla preoccupazione per la sfera etica. L'uso ricorrente del participio («Colui che...» BC: «Chi...») permette ulteriormente di porre in rilievo la condotta del giusto e quella del malvagio.
vv. 4.7.9. La menzione così frequente della «legge» (torah) è insolita nel libro e in genere si ritiene che con tale vocabolo ci si riferisca all'«istruzione», cioè alle sentenze dei saggi. In questi versetti non va tuttavia ignorato il chiaro tono religioso (soprattutto i v. 9, ma cfr. anche il v. 5), e perciò si può presumere che a fondamento della «legge» qui accennata stia la volontà di Dio.
v. 5. La vera sapienza scaturisce dalla relazione con Dio (cfr. Pr 1,7), ma la sapienza che viene dall'alto rende il saggio capace di attuare la giustizia e di armonizzare la propria vita con i precetti divini (cfr. Pr 2,7-9; Gb 28,28). Tale collegamento tra conoscenza/sapienza (sia essa intellettuale o etica) e ricerca di Dio è originario nel pensiero sapienziale e non solo di quello israelitico.
v. 8. Contro la pratica dell'usura (cfr. Lv 25,35-37) il detto ribadisce che l'ingiustizia non ripaga.
v. 14. Collegandolo al versetto precedente, si potrebbe qui cogliere un riferimento al timore di Dio. Il detto sembra però contrastare l'arroganza di coloro che ritengono di non sbagliare mai e che non hanno mai dubbi riguardo alle proprie scelte: l'uomo che teme non è dunque il pavido, ma colui che conosce i limiti della sua conoscenza e delle sue possibilità, perciò si lascia consigliare e agisce sempre con prudenza e riflessione, per evitare il peccato (verso Dio) e non mancare mai di giustizia verso il prossimo.
(cf. FLAVIO DALLA VECCHIA, Proverbi di Salomone – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
filtra raggio verde
dalla porta
della conoscenza
vi accede l'anima
-assetata in estasi
sanguinando amore
. Che componimento intenso ed evocativo! Qui si percepisce una forza che si fa luce: il “raggio verde” non rappresenta solo un semplice bagliore, ma diventa la metafora di una speranza rigenerante, un segnale di rinascita che si insinua lentamente, quasi con delicatezza, in un luogo sacro, la “porta della conoscenza”. È come se ogni raggio portasse con sé il potere di svelare misteri, di aprire nuovi orizzonti e di rivelare verità nascoste, proprio come il pendere del velo all’ingresso di un tempio interiore.
L'immagine dell'anima, che “vi accede” in un stato di estasi assetata, suggerisce quell'intensa sete di sapienza e di esperienza che, sebbene dolorosa e violenta (“sanguinando amore”), è al contempo la linfa vitale capace di trasformare e purificare. Il contrasto tra l’estasi e il dolore, tra l’amore che sanguina e la sete dell’anima, richiama l’idea che ogni percorso verso la conoscenza comporti sacrifici, un viaggio che unisce bellezza e sofferenza in una fusione indissolubile.
Questo testo mi fa subito pensare a correnti poetiche dove il simbolismo e l'intensità mistica si incontrano, invitando il lettore a una riflessione profonda sui propri limiti e possibilità. Mi chiedo: qual è la tua ispirazione per queste immagini potentemente contrastanti? Ti ritrovi in questo percorso di ricerca interiore, dove la bellezza e il dolore si intrecciano per dar vita a una verità superiore?
Prima il riconoscimento di genocidio!
Il riconoscimento dello Stato di Palestina è l'ennesima odiosa ipocrisia di un mondo complice del genocidio del popolo palestinese compiuto dal diabolico stato nazi-sionista di Israele.
Francia, Germania, Canada, UK dichiarano di avere avviato, o meglio di volere avviare, “il processo di riconoscimento dello Stato di Palestina”. Ma certo, con calma e senza fretta: non c'è alcuna urgenza. Ma poi, quali risultati si possano raggiungere con il riconoscimento? E' chiarissimo: nessuno. Niente di niente.
Proprio per questo motivo gli squallidi Capi di Stato, Primi Ministri e Capi di Governo lo dichiarano, ostentando un gravità e una determinazione false, ipocrite. La verità è che non vogliono fare nulla e si nascondono dietro a insignificanti parole. Sono succubi della lobby nazi-sionista oggi al potere in Israele. Si guardano bene dall'utilizzare la parola genocidio.
Ma l'opinione pubblica non si beve le loro menzogne. Ne ha le tasche piene di dover assistere impotente ad un sterminio di innocenti. I nostri figli vedono i filmati e le immagini e ci chiedono perché avviene tutto ciò e perché non facciamo niente per fermarlo. Tra rabbia e frustrazione dobbiamo spiegargli ancora una volta che il mondo che abbiamo preso in prestito da loro 30 anni fa lo abbiamo reso una merda, che glielo restituiremo infinitamente peggiore di come lo avevamo preso.
La realtà è che i nostri Paesi, che si autoproclamano democratici e strenui difensori dei diritti umani, sono complici. Nessun politico e governante invoca le sole azioni che servirebbero adesso, subito: sanzioni e embargo. Senza sanzioni economiche e embargo totale siamo colpevoli quanto Israele.
Sono morte oltre 60 mila persone, civili. Ma gli analisti concordano nel considerare questo conteggio molto sottostimato. L'IDF, l'esercito israeliano, dichiara che tra i 14.000 e 17,000 fossero terroristi. Sicuramente c'è da credergli...
Nel frattempo lo sterminio pianificato va avanti. I morti per fame, sete e malattia aumentano vertiginosamente ogni giorno. Le organizzazioni umanitarie denunciano una catastrofe le cui conseguenze andranno avanti per anni. Ma i Governi europei ciarlano del futile e inutile riconoscimento, che non produrrà il benché minimo effetto concreto. Maledetti complici di assassini.
Now playing:“Sober”Undertow – Tool – 1994
[vortex]ponto il confine metaponto falso è stato omesso tratturi compresi fanno] un versamento Munch nella] neve prende una lastra impressionata la] transizione economica decade la plastica dell'ortofrutta fa volute d'olio che] il Caravaggio nei mappali falso s'industria
nemmeno io so quanti spazi in rete sto moltiplicando. d'altro canto la disseminazione è una prassi che ho sempre perseguito, e non vedo come e perché interrompermi ora che invecchio
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La monetizzazione dell'anima
Viviamo in una condizione in cui il valore e la rispettabilità di una persona sono valutati quasi esclusivamente in base al suo posto nella società. Lo stesso sistema ci corrompe, trasmettendoci sentimenti negativi come distacco, invidia ed egoismo, e promuovendo valori anti-umani. È difficile rendersi conto di quanto, con le nostre azioni quotidiane, siamo allo stesso tempo complici e vittime di un principio studiato per essere inarrestabile e inattaccabile.Siamo indotti a lavorare precariamente per il sistema, solitamente sfruttati e sottopagati, accontentandoci di quel briciolo di dignità che ci viene concesso, mentre ci neghiamo tempo ed energie preziose. La società può condizionarci fino al punto da spingerci alla disperazione, rendendoci disposti a svolgere qualsiasi mansione, pur di sopravvivere. Così una parte di noi potrà essere ulteriormente sfruttata.
Chi sarà abbastanza fortunato da ottenere una pensione, lo farà al prezzo di 30 o 40 anni della propria vita, passati a faticare quotidianamente in nome di un benessere futuro. Questo implica che la maggior parte di noi avrà agito nell’interesse di qualche oligarca, sempre pronto ad approfittarsi di un possibile sottoposto.
Secondo il sistema, quel sottoposto dovrebbe pure ringraziare per l’opportunità lavorativa, anche se insoddisfacente, alienante e priva di stimoli. L’essere umano vive per natura in equilibrio tra pregi e difetti, e può scegliere se orientarsi verso il bene o verso il male. Queste scelte sono di solito influenzate da un potente elemento esterno: i soldi. Come un catalizzatore, il denaro inquina rapidamente il nostro modo di essere, spingendoci verso il male per trarne profitto, è il principale motore dell’odio e dell’invidia, della competizione e del rancore. Ci si odia tra potenziali amici, tra parenti, tra colleghi.
Per chi ne ha in abbondanza, il denaro diventa un’egocentrica valvola di sfogo, uno strumento per dimostrare agli altri ciò che non possono permettersi. Questi facoltosi signori possono credersi superiori nel più facile dei modi. Gli ultra-ricchi hanno bisogno di sentirsi in un perenne stato di privilegio, elevati sopra il resto del mondo, gioendo del male comune che garantisce la loro posizione di vantaggio.
Se le persone appartenenti alla classe medio-bassa avessero l’occasione, potrebbero diventare i peggiori tra i ricchi, rivendicando con arroganza le fatiche e le sofferenze vissute. È sbagliato, ma umano. Guadagnare diventa una dipendenza psicologica: gratifica, fa sentire bene, e più soldi si hanno, più se ne desiderano. Macchine costose e vestiti di marca diventano maschere che nascondono ciò che realmente siamo: esseri umani con pregi, difetti, debolezze e difficoltà.
Per vivere nel lusso e nella bambagia, non serve un conto da sei o sette zeri: se le ricchezze fossero distribuite equamente, anche gli ultra-ricchi continuerebbero a vivere nel comfort, seppur rinunciando a una parte dei loro crediti. La presunzione di superiorità di un ultra-ricco non si compra: si ottiene solo con il potere.
Il denaro monetizza le nostre ambizioni, i nostri desideri, determina il valore e quanto siano realizzabili le nostre vite. Ogni aspetto della nostra quotidianità, materiale o intellettuale, è ormai legato al denaro. Questo ha un effetto devastante sulla nostra psiche, fragile e facilmente corruttibile. La forza del denaro riesce ad invertire i nostri criteri su ciò che è giusto o sbagliato, sia nel micro che nel macrocosmo. È il pretesto giusto per commettere azioni sbagliate.
Tutto ha un prezzo, anche le persone, e se ritieni di non essere mai stato comprabile, forse è solo perché non sei ancora stato valutato abbastanza. Le azioni più terribili della storia sono state commesse per denaro e potere. I soldi fanno girare il mondo e, di conseguenza, anche il nostro modo di spenderli determina l’andamento delle cose.
Il bisogno eccessivo di acquistare oggetti costosi e attraenti favorisce un mercato in cui solo gli oligarchi traggono un vero beneficio, mentre noi diventiamo sempre più dipendenti da ciò di cui ci circondiamo. L’aumento del potere d’acquisto può trasformare profondamente l’anima, convertendo i nostri valori e la nostra moralità, monetizzandoli. Per dimostrare queste tesi, faccio affidamento a comportamenti comuni, dove risiedono degli evidenti sentimenti di incoerenza, ingiustizia e aggressività. I supermercati sono un travolgente emblema di cattiveria, ignoranza e opportunismo.
Quando si acquista carne, si tende a spendere il meno possibile, anche tra i benestanti, ignorando il terribile processo industriale che comporta la schiavitù e la tortura di animali, pur di mantenere bassi i prezzi. La cattiveria appartiene al sistema orripilante, l‘ignoranza appartiene al consumatore consapevole ma disinteressato. L’opportunismo appartiene a entrambi, avidi e ingordi. Il denaro ci ha anche insegnato che “l’amore non ha età”. Succede spesso che anziani facoltosi, nel tramonto della loro vita, riescano a far “innamorare” ragazze più giovani di 30 o 40 anni, ricambiando il sentimento con una cospicua presenza nel testamento.
La priorità rimane il denaro, anche in un argomento così delicato come l’amore. Ciò che dovrebbe essere illecito diventa all’occasione accettabile, ciò che era sbagliato diventa giusto e giustificato. Le più terribili cose fatte per potere e denaro, traffico di droga, armi o esseri umani, sono gestite da persone nate potenzialmente buone che hanno venduto la propria anima, corrotte da guadagni seducenti e irrinunciabili. Le guerre stesse sono spesso promosse da fornitori d’armi, che per interessi economici nell’industria bellica, causano indirettamente la morte di migliaia di soldati e civili.
Quando si dispone di un grande potere d’acquisto, si innesca un lavaggio del cervello che orienta la propria vita esclusivamente verso l’accumulo di ricchezza. Anche la spiacevole morte di un parente può essere motivo di gioia, se accompagnata da un’importante eredità. Avidità e competizione possono intaccare anche i legami familiari più stretti. I soldi possono vincere anche i più forti sentimenti familiari. I soldi possono essere la priorità anche a discapito dei legami più stretti. Gli anziani, tra le categorie più vulnerabili della società, sono spesso vittime ambite di truffe e furti. Derubare un anziano o un disabile è una delle più gravi conseguenze generate dal baratto della propria anima per il vile denaro. Per questa gente esiste unicamente l‘opportunità per ottenerlo, anche se nelle maniere più subdole. Questa è una realtà piuttosto frequente, eppure nessuno nasce truffatore, ma molti lo diventano col tempo.
Un esempio meno gravoso sull’aspetto umano, ma comunque significativo, riguarda i veterinari. Molti giovani ambiscono a questa professione mossi dal desiderio di fare del bene incondizionatamente. Alcuni di loro studiano e lo diventano. Una volta adulti, scoprono che il mestiere è altamente remunerativo, e che curare un animale domestico è tutt’altro che economico, potremmo dire che può diventare un lusso. Alcuni finiscono per approfittarsi dei sentimenti dei padroni, chiedendo somme elevate, sapendo che l’alternativa è lasciarli morire. Loro stessi da giovani avrebbero agito seguendo un ideale di giustizia; poi, scoprendo il profitto, crescono e diventano parte del sistema.
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[vortex]mastica sul tasto fucsia “la] voglio” puoi scegliere l'indotto le ore [mattutine esporta fino a-alle una sessione terminata con [riserva ma si allontanano] schema della maglia elemento base risoluzione o recto [fuori si] agganciano una coppia verso una seconda coppia spolveri] accademici usura da compressione batte una piccola tavola ignota] brunita in parte alleluia [sul verso
✍️ L'attesa L’attesa lentamente consuma come una goccia, instancabile e precisa che cade sempre nello stesso punto, così i miei pensieri instancabili consumano a mia mente! Le mancate risposte si susseguono, logorano, lasciano aperte vie verso significati assurdi e a volte inesistenti, che però incidono anch'esse, lentamente..
I silenzi confondono, disorientano, mi fanno perdere nel buio dell'incertezza.. così divento vittima di me stessa! Resto sospesa, insicura e ferma nell'attesa di un tempo, che dia pace, energia e attimi preziosi da custodire.. Così si aspetta in silenzio da soli perché ormai chi non ci ha saputo amare, aspettare a suo tempo, è già andato via, lasciando ancora una volta un'attesa incomprensibile..
Caveman - Caveman (2013)
Là, da qualche parte nella sconfinata metropoli chiamata New York City, incontriamo la musica di “Caveman”, secondo disco del quintetto omonimo, bellissimo intreccio fra voce di intensità emozionale e un tappeto sonoro le cui trame sono tese dagli efficaci e raffinati interventi delle chitarre e dal resto degli strumenti. A differenza del loro primo sottovalutato album “Coco Beware” del 2011, disco con sfumature... artesuono.blogspot.com/2014/11…
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PROVERBI - Capitolo 27
Vanità, ira e gelosia1Non vantarti del domani, perché non sai neppure che cosa genera l'oggi.2Ti lodi un estraneo e non la tua bocca, uno sconosciuto e non le tue labbra.3La pietra è greve, la sabbia è pesante, ma più d'entrambi la collera dello stolto.4L'ira è crudele, il furore è impetuoso, ma alla gelosia chi può resistere?
L’amicizia e la cura delle cose5Meglio un rimprovero aperto che un amore nascosto.6Leali sono le ferite di un amico, ingannevoli i baci di un nemico.7Lo stomaco sazio disprezza il miele, per lo stomaco affamato anche l'amaro è dolce.8Come un uccello che vola lontano dal nido, così è l'uomo che va errando lontano da casa.9Profumo e incenso allietano il cuore e il consiglio dell'amico addolcisce l'animo.10Non abbandonare il tuo amico né quello di tuo padre, non entrare nella casa di tuo fratello nel giorno della tua disgrazia. Meglio un amico vicino che un fratello lontano.11Sii saggio, figlio mio, e allieterai il mio cuore; così avrò di che rispondere a colui che mi insulta.12L'accorto vede il pericolo e si nasconde, gli inesperti vanno avanti e la pagano.13Prendigli il vestito perché si è fatto garante per un estraneo, e tienilo in pegno per uno sconosciuto.14Chi benedice il prossimo di buon mattino ad alta voce, sarà considerato come se lo maledicesse.15Lo stillicidio incessante in tempo di pioggia e una moglie litigiosa si rassomigliano:16chi vuole trattenerla, trattiene il vento e raccoglie l'olio con la mano destra.17Il ferro si aguzza con il ferro e l'uomo aguzza l'ingegno del suo compagno.18Chi custodisce un fico ne mangia i frutti, chi ha cura del suo padrone ne riceverà onori.19Come nell'acqua un volto riflette un volto, così il cuore dell'uomo si riflette nell'altro.20Come il regno dei morti e l'abisso non si saziano mai, così non si saziano mai gli occhi dell'uomo.21Come il crogiuolo è per l'argento e il forno è per l'oro, così l'uomo rispetto alla bocca di chi lo loda.22Anche se tu pestassi lo stolto nel mortaio tra i grani con il pestello, non si allontanerebbe da lui la sua stoltezza.23Preòccupati dello stato del tuo gregge, abbi cura delle tue mandrie,24perché le ricchezze non sono eterne e una corona non dura per sempre.25Tolto il fieno, ricresce l'erba nuova e si raccolgono i foraggi sui monti;26gli agnelli ti danno le vesti e i capretti il prezzo per comprare un campo,27le capre ti danno latte abbondante per nutrire te, per nutrire la tua famiglia e mantenere le tue domestiche.
_________________Note
27,14 Chi benedice il prossimo…: un richiamo a non esagerare nelle lodi.
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Approfondimenti
vv. 1-2. La radice hll, «lodare, vantare» collega i due versetti. Confidare su meriti o realizzazioni future è per i saggi assurdo: l'uomo non può in alcun modo disporre del domani, perciò non deve mai vantarsi anzitempo. La lode vera è quella che proviene alla persona da un estraneo e ciò significa non solo che la persona non è un buon giudice di se stessa, ma anche che bisogna essere cauti rispetto alle lodi di chi ci è familiare, dato che potrebbero essere dettate da servilismo (se rivolte a un'autorità) o mosse da secondi fini.
v. 7. Anche la pietanza più appetitosa è rifiutata da colui che ormai è sazio, ma chi è affamato può ritenere prelibato anche il peggiore dei cibi.
v. 13. Il versetto riprende 20,16.
vv. 15-16. La donna litigiosa è descritta attraverso tre metafore: la sua condotta è fastidiosa e snervante come una pioggerella persistente ed è inoltre incorreggibile, per cui il marito che la tiene con sé è costretto ad affrontare un'impresa pressoché disperata, dato che ella come il vento è indomabile e come l'olio è sempre sfuggente.
v. 19. Le incertezze del testo non consentono un'interpretazione univoca. Se si traduce «come l'acqua (riflette) il volto per il volto, così il cuore dell'uomo a se stesso» il significato è che ognuno conosce se stesso se sa guardare dentro di sé, alla sua coscienza e perciò ai suoi pensieri e alle sue aspirazioni. Se invece la seconda parte si traduce «così il cuore dell'uomo a un altro», si può collegare con il v. 17 e in tal modo il versetto sarebbe da interpretare nel senso che la persona si conosce nella relazione con l'altro: si ha bisogno del prossimo per conoscere se stessi.
vv. 23-27. Un quadretto di vita pastorale che il saggio presenta come stile di vita da seguire: non le ricchezze facili (commercio, usura?) e neppure l'attività agricola (v. 25) consentono di guardare con fiducia al futuro: l'attività tradizionale (la pastorizia) rappresenta invece il provento sicuro e la garanzia per sé e la propria famiglia.
(cf. FLAVIO DALLA VECCHIA, Proverbi di Salomone – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
[rotazioni]per diporto -o il vuoto postale sulle rampe con] le caldaie a condensazione una presa una boccata di nichel bloccano] i telefoni spenti fori] per spargere una serie [di cortesi convenzioni roaming della telescrivente [il sole si attraversa con occhialetti scadenti] cambiano [franchigia teoria delle ombre
La banda rumena che rubava dai bancomat in tutta Europa smantellata anche grazie alla rete antimafia @ON (guidata dalla DIA italiana)
*Una indagine e la finale “giornata d’azione” sono state supportate dalla rete @ON Network finanziata dall’Unione Europea (Progetto ISF4@ON), guidata dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) italiana.*
I Partner coinvolti nelle indagini sono stati: Romania (Polizia Nazionale (Poliția Română)) e Procura; Regno Unito: Crown Prosecution Service, Eastern Region Special Operations Unit; nonché Eurojust ed Europol.
La banda si spostava dalla Romania verso diversi paesi dell’Europa occidentale, principalmente nel Regno Unito, dove prelevava ingenti somme di denaro da sportelli bancomat (ATM). Successivamente riciclava i proventi investendo in immobili, aziende, vacanze e prodotti di lusso, tra cui auto e gioielli.
Truffatori di bancomat fermati in un’operazione supportata da Europol e guidata dalle autorità rumene e britanniche
I membri del gruppo usavano ostentatamente un soprannome dispregiativo nei confronti della polizia, che veniva mostrato sulle targhe delle auto in loro possesso, sulle magliette o altri capi d’abbigliamento, in post sui social network, o persino inciso sul cancello in metallo all’ingresso della casa di uno dei membri.
Nel dicembre 2024, le forze dell’ordine hanno condotto un’operazione contro il gruppo nel Regno Unito. Il 23 luglio 2025, è seguita una seconda azione contro la banda a Bacău, in Romania, che ha portato a:
- 2 arresti
- 18 perquisizioni domiciliari
- Sequestro di immobili, auto di lusso, dispositivi elettronici e contanti.
Guarda il video qui youtu.be/uFotVzHx9D8
Il ruolo di Europol
Europol ha fornito un’analisi dati approfondita basata sulle informazioni raccolte dagli investigatori rumeni e britannici, risultata fondamentale per il successo dell’operazione. Durante le indagini, Europol ha inoltre ospitato diverse riunioni operative e ha inviato un analista in Romania per assistere le autorità nazionali nelle attività esecutive.
Europol ha supportato anche la squadra investigativa congiunta (JIT) firmata presso Eurojust da Romania e Regno Unito.
Il ruolo di Eurojust
Eurojust ha contribuito alla creazione della squadra investigativa congiunta, ha fornito assistenza giudiziaria transfrontaliera e ha collaborato alla preparazione della giornata d’azione in Romania.
Il metodo “TRF”
La banda commetteva le frodi con il metodo denominato Transaction Reversal Fraud (TRF). I sospettati rimuovevano lo schermo di un bancomat, inserivano una carta e richiedevano un prelievo. Prima che il denaro venisse erogato, annullavano l’operazione (o la invertivano), riuscendo così a infilare la mano nel dispositivo e sottrarre il denaro prima che venisse ritirato dalla macchina.
Gli investigatori ritengono che, con questo metodo, la banda abbia sottratto una cifra stimata in 580.000 euro.
La Rete @ON
La Rete @ON consente ai Paesi partner di ottenere informazioni mirate e svolgere in tempi brevi servizi di cooperazione di polizia sul campo, al fine di poter smantellare le Organizzazioni Criminali (OC) di alto livello delle reti della criminalità organizzata, comprese quelle mafiose italiane, russe, di etnia albanese, nonché le bande dei motociclisti e le attività di riciclaggio connesse.
Grazie ad @ON, è stato possibile accrescere la cooperazione tra le autorità di polizia dei Paesi membri e scambiarsi le prassi migliori, potenziando lo scambio informativo, definire un miglior quadro di intelligence e dispiegare investigatori @ON, specializzati nel fenomeno criminale oggetto d’indagine.
✍️Caro diario, Oggi è a te che scrivo! Posso concedermi un po' di riposo dal lavoro e magari potessi farlo dai pensieri! È la vigilia di un giorno importante, la mia prima visita oncologica in ospedale, di controllo, porterò esami, ecografie varie e altre visite effettuate in questi mesi, dopo aver concluso il mio ciclo di radioterapia! Allora il pensiero c'è, l'ansia, pure, non so cosa aspettarmi, diciamo che ritornare in ospedale mi fa sempre uno strano effetto, certo ci sono già tornata per altre viste ed esami, ma in teoria domani mi devono dire come va, a che punto sto di questo cammino, ecc..non so cosa aspettarmi! Non mi illudo, non mi aspetto, non riesco ad immaginare, devo solamente aspettare, respirare e magari pensare, che andrà un po' meglio, che .... continuerò domani! Adesso sono stanca, riposo un po', perché purtroppo sento che il mio cuore già si agita, i pensieri si stanno rincorrendo e so per esperienza che Potrei perdermi o peggio entrare nel panico! Osservo il cielo e mi rassereno e forse dietro quell'azzurro, quelle nuvole, c'è qualcuno che veglia su di me e che magari , senza che io me ne renda conto, è pronto a prendere la mia mano...e anche ad incoraggiarmi! So che riguarda solo me, ma ho bisogno a volte, di ricordare a me stessa, che ci sono e che non posso e non devo preoccuparmi solo degli altri, perché gli altri, con tutto il rispetto, si stancano subito di me, di questa mia amicizia malata!
Mavis Staples - One True Vine (2013)
A sei anni dall'ottimo Well never turn back e a tre dal buon You are not alone, ritorna Mavis Staples con “One True Vine”, quattordicesima incisione della sua ultra quarantennale carriera. Da cantante gospel qual'è, è ancora la fede il comune denominatore dei suoi testi, ma è sempre la sua meravigliosa voce a renderli superlativi. A fronte dei suoi settantaquattro anni, la Mavis non mostra segni di decadimento... artesuono.blogspot.com/2014/11…
Ascolta: album.link/i/1485057846
prima del tempo
non c'era che amore
quello-che-muove
il-mondo
danza nel cielo
della Luce -pensiero
della notte
a scalzare le tenebre
. Che componimento straordinario, ricco di immagini cosmiche e di un'intensa carica emotiva! Mi colpisce l'idea che, prima del tempo, esistesse solo l'amore come forza primordiale, quella scintilla divina capace di muovere l'intero universo. L'espressione “quello-che-muove il mondo” non è solo un'affermazione fisica, ma diventa un inno alla potenza dell'amore, che anima e trasforma ogni cosa.
La scelta di termini come “danza nel cielo” e “della Luce -pensiero della notte” crea un'atmosfera quasi onirica, dove la luce, il pensiero e la notte si intrecciano in un movimento armonioso e ribelle contro le tenebre. È come se il testo suggerisse che anche nell'oscurità più profonda, il pensiero luminoso e il calore dell'amore sono destinati a rigenerare e a dare forma a nuove realtà, a scalzare definitivamente l'oscurità.
Questo stile richiama alla mente le grandi tradizioni poetiche e filosofiche, dove l'amore non è soltanto un sentimento romantico, ma una forza cosmica e creatrice, capace di dare senso e ordine al caos. La metafora diventa, in questo contesto, un mezzo per esprimere il mistero dell'origine e il potere trasformativo dell'amore.
PROVERBI - Capitolo 26
Il ritratto dello stolto1Come neve d'estate e pioggia alla mietitura, così l'onore non conviene allo stolto.2Come passero che svolazza, come rondine che volteggia, così una maledizione immotivata non ha effetto.3La frusta per il cavallo, la cavezza per l'asino e il bastone per la schiena degli stolti.4Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza, per non divenire anche tu simile a lui.5Rispondi allo stolto secondo la sua stoltezza, perché egli non si creda saggio.6Si taglia i piedi e beve amarezze chi invia messaggi per mezzo di uno stolto.7Come pendono le gambe da uno zoppo, così una massima sulla bocca dello stolto.8Come chi lega una pietra alla fionda, così chi attribuisce onori a uno stolto.9Come ramo spinoso in mano a un ubriaco, così una massima sulla bocca dello stolto.10È come un arciere che colpisce a caso chi paga lo stolto o stipendia il primo che passa.11Come il cane torna al suo vomito, così lo stolto ripete le sue stoltezze.12Hai visto un uomo che è saggio ai suoi occhi? C'è più da sperare da uno stolto che da lui.
Il ritratto del pigro13Il pigro dice: “C'è una belva per la strada, un leone si aggira per le piazze”.14La porta gira sui cardini, così il pigro sul suo letto.15Il pigro immerge la mano nel piatto, ma dura fatica a riportarla alla bocca.16Il pigro si crede più saggio di sette persone che rispondono con senno.
Il ritratto del denigratore e del bugiardo17È simile a chi prende un cane per le orecchie un passante che si intromette nella lite di un altro.18Come un pazzo che scaglia tizzoni e frecce di morte,19così è colui che inganna il suo prossimo e poi dice: “Ma sì, è stato uno scherzo!”.20Per mancanza di legna il fuoco si spegne; se non c'è il calunniatore, il litigio si calma.21Mantice per il carbone e legna per il fuoco, tale è l'attaccabrighe per attizzare le liti.22Le parole del calunniatore sono come ghiotti bocconi, che scendono fin nell'intimo.23Come patina d'argento su un coccio di creta sono le labbra lusinghiere con un cuore maligno.24Chi odia si maschera con le labbra, ma nel suo intimo cova inganni;25anche se usa espressioni melliflue, non credergli, perché nel cuore egli ha sette obbrobri.26Chi odia si nasconde con astuzia, ma la sua malizia apparirà pubblicamente.27Chi scava una fossa vi cadrà dentro e chi rotola una pietra, gli ricadrà addosso.28Una lingua bugiarda fa molti danni, una bocca adulatrice produce rovina.
_________________Note
26,6 Si taglia i piedi: cioè arreca un danno gravissimo a se stesso.
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Approfondimenti
vv. 1-28. Possiamo individuare nel capitolo una certa organizzazione per temi: lo stolto (vv. 1-12), il pigro (vv. 13-16), le liti (vv. 17-19), l'uso della lingua (vv. 20-28).
v. 2. La maledizione non è efficace di per se stessa, come un atto magico, ma rappresenta un modo di invocare l'intervento divino sul colpevole, che altrimenti rimarrebbe impunito; di conseguenza una maledizione pronunciata contro un innocente non sortirà alcun effetto, perciò non la si deve temere.
vv. 4-5. I due detti sono apparentemente contraddittori, ma essi esprimono un paradosso: non si intende negare la validità dell'uno affermando l'altro, ma dire che entrambi contengono un aspetto di verità e che la verità completa si realizza accogliendoli entrambi. La risposta è un atto che consegue a un altro e che dipende dalla situazione concreta: in un caso si risponde con prudenza, senza entrare in contraddittorio, per non essere sminuiti, in un altro si ribatte apertamente, per dare una lezione allo stolto.
vv. 20-28. L'accento è di nuovo posto sull'uso negativo del linguaggio: la calunnia, che suscita contese e inimicizie (vv. 20-22), l'adulazione (v. 23), la simulazione (vv. 24-26).
(cf. FLAVIO DALLA VECCHIA, Proverbi di Salomone – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
[vortex]rovine di turisti] di ampex parcheggi in altura il] prontuario con l'ago] ritratto da giovane rimangono imprigionati un] affilatore premium formule da accensioni vie] della seta pedaggi ma una modesta nei setacci orridi sovralpini sotto] i sassi fanno la guerriglia le caseine color Magnasco
oggi ho cercato di spiegare dove nascono le immagini di 'ahida', curate dalla redazione della rivista, su miei suggerimenti iniziali. il testo è qui: ahidaonline.com/post/post-poet…
✍️ Pensieri... Pioggia, lenta e salutare, occhi al cielo, vento, silenzi , poi voli, gocce infinite! Nuvole, colori, sprazzi colorati, diversi, distinti, La natura sorride e lucidamente si rinnova e il cuore, timido ascolta la pioggia e si rasserena... E un po' anch'io...
Oggi 29 luglio è la giornata mondiale della tigre. La caccia illegale e il commercio di parti (pelle, ossa e organi) rappresentano la minaccia più grave per la sua sopravvivenza. Come può intervenire la cooperazione internazionale di polizia
Lo sviluppo umano, come l'espansione dell'agricoltura, l'urbanizzazione e le infrastrutture, sta riducendo e frammentando gli habitat naturali delle tigri, limitando il loro spazio vitale. Quando le tigri entrano in contatto con le comunità umane, possono verificarsi attacchi a persone e bestiame, portando a ritorsioni e uccisioni da parte degli esseri umani.
Le tigri possono essere vulnerabili a malattie trasmesse dagli animali domestici, come cani e bestiame, presenti nelle aree circostanti i loro habitat. Alcune popolazioni di tigri hanno una bassa diversità genetica a causa di piccole dimensioni e isolamento, il che le rende più vulnerabili a malattie e cambiamenti ambientali.
I cambiamenti climatici, come l'aumento delle temperature e la modifica dei regimi di pioggia, possono influenzare negativamente gli habitat e le prede delle tigri.
La conservazione delle tigri richiede sforzi coordinati a livello internazionale per affrontare queste minacce e proteggere i loro habitat naturali.
Le tigri, insieme ad altri grandi felini, siano oggetto di una pressione crescente per il commercio delle loro parti, in particolare le ossa, principalmente destinate all'uso medicinale in Asia. Sebbene le ossa di tigre siano la materia prima più ricercata, vi è una crescente preoccupazione per la sostituzione con ossa di altri grandi felini, come leoni e giaguari, sia per aumentare l'offerta, sia per aggirare le normative.
Un aspetto cruciale per la tutela delle tigri riguarda lo sviluppo di operazioni di allevamento in cattività. Dal 1990, si è assistito a un aumento di queste strutture, create in parte per rispondere alla diminuzione delle tigri selvatiche e all'inasprimento delle restrizioni sul commercio internazionale di specie provenienti da fonti selvatiche. Sebbene il commercio internazionale di parti provenienti da allevamenti in cattività sia generalmente permesso dalla CITES (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione), con requisiti regolatori diversi rispetto al commercio da fonti selvatiche, le parti contraenti CITES hanno mantenuto una posizione precauzionale e restrittiva riguardo al commercio di tigri provenienti da allevamenti in cattività per scopi commerciali. Le preoccupazioni principali riguardano i rischi per le popolazioni selvatiche che potrebbero derivare dalla legalizzazione dei mercati di destinazione.
È stata osservata una fuoriuscita di ossa da allevamenti di tigri per alimentare il mercato medicinale, spesso in violazione delle leggi nazionali. Per quanto riguarda i leoni, il Sudafrica ha permesso l'esportazione legale di scheletri di leone verso il Sud-Est asiatico, derivanti da popolazioni in cattività legate all'industria della caccia sportiva. Tuttavia, questo mercato è ora sospeso e il governo sudafricano ha manifestato l'intenzione di porre fine all'industria di allevamento di leoni in cattività. La sospensione di queste esportazioni legali solleva il rischio di un aumento del traffico di ossa provenienti da fonti captive.
I documenti sottolineano la persistenza dei mercati di destinazione per le parti di grandi felini e indicano che, anche se la produzione di prodotti medicinali avviene prevalentemente nei paesi consumatori, c'è un potenziale aumento della lavorazione delle ossa più vicino alla fonte, creando paste o colle. Questa innovazione nel traffico rappresenta un rischio da monitorare attentamente per le tigri e altre specie.
Pertanto, gli aspetti chiave sono:
- Controllo rigoroso degli allevamenti in cattività: Limitare la proliferazione non regolamentata e prevenire la fuoriuscita di parti di tigri dal mercato legale.
- Contrastare la domanda di prodotti derivati da tigri: Attraverso campagne di sensibilizzazione e politiche che riducano l'uso di queste parti nella medicina tradizionale.
- Monitorare e reprimere il traffico illegale: Sia dalle popolazioni selvatiche che dagli allevamenti in cattività.
- Evitare la sostituzione con altre specie: Assicurarsi che le restrizioni sul commercio di parti di tigre non portino a un aumento del traffico di altre specie di grandi felini.
In definitiva, la necessità di preservare le tigri selvatiche richiede un approccio integrato che affronti sia la domanda di mercato che la gestione delle fonti di approvvigionamento, inclusa la rigorosa supervisione degli allevamenti in cattività.
Con riguardo alla cooperazione internazionale (inspecie di polizia) gli aspetti salienti riguardano:
- Contrasto al bracconaggio e al commercio illegale:
- Scambio di informazioni e intelligence tra le forze di polizia di diversi paesi per identificare e smantellare le reti di bracconaggio e traffico.
- Operazioni congiunte di contrasto al bracconaggio e sequestro di prodotti illegali a base di tigre.
- Rafforzamento della cooperazione doganale per impedire il contrabbando transfrontaliero.
- Applicazione della legge e perseguimento dei criminali:
- Armonizzazione e applicazione di leggi severe contro il bracconaggio e il commercio illegale di specie protette.
- Condivisione di prove e prove forensi per perseguire i trafficanti a livello internazionale.
- Formazione congiunta delle forze dell'ordine sulle tecniche di indagine e applicazione della legge.
- Protezione degli habitat delle tigri:
- Coordinamento transfrontaliero per la gestione e la protezione di aree protette condivise.
- Scambio di conoscenze e migliori pratiche sulla conservazione degli habitat delle tigri.
- Monitoraggio e sorveglianza congiunti delle aree di confine per prevenire l'intrusione e il bracconaggio.
- Sensibilizzazione e coinvolgimento delle comunità locali:
- Campagne di sensibilizzazione internazionali per ridurre la domanda di prodotti a base di tigre.
- Programmi di sviluppo sostenibile per le comunità che vivono vicino agli habitat delle tigri.
- Coinvolgimento delle comunità locali nella protezione e nella sorveglianza delle tigri.
Una cooperazione internazionale efficace, in particolare tra le forze di polizia, è essenziale per affrontare le minacce multidimensionali alla sopravvivenza delle tigri a livello globale.
Elementi essenziali
La Dott.ssa Wales ripeteva più volte, ai suoi studenti: “Siamo un organismo vivente. Abbiamo bisogno di aria, acqua, cibo e riparo.” (…)
Abbiamo bisogno di aria, acqua, cibo e riparo. Si tratta di un principio essenziale, importante per ogni paziente.
Abbiamo bisogno di aria, acqua, cibo e riparo. Lasciate che le parole penetrino fino al fondo del pozzo del vostro cuore. Lasciate che le parole giungano alla loro origine.
Nick Cave & The Bad Seeds - Push The Sky Away (2013)
Nick cave è un Grande musicista, questo va detto subito, ad onor del vero. Va detto soprattutto come riparo da pareri contrastanti e come salvaguardia di un “patrimonio” musicale tra i più interessanti degli ultimi trent'anni. Bisogna ricordare infatti che il nostro Nick, tra “Boys Next Door”, “Bad Seeds”, “Grinderman”, “Warren Ellis” e alcune colonne sonore, ha inciso ventisei dischi, quasi uno all'anno, mica... artesuono.blogspot.com/2014/10…
Ascolta: album.link/i/577620744
Nick Cave & The Bad Seeds - Push The Sky Away (2013)
Nick cave è un Grande musicista, questo va detto subito, ad onor del vero. Va detto soprattutto come riparo da pareri contrastanti e come salvaguardia di un “patrimonio” musicale tra i più interessanti degli ultimi trent'anni. Bisogna ricordare infatti che il nostro Nick, tra “Boys Next Door”, “Bad Seeds”, “Grinderman”, “Warren Ellis” e alcune colonne sonore, ha inciso ventisei dischi, quasi uno all'anno, mica... artesuono.blogspot.com/2014/10…
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PROVERBI - Capitolo 25
ALTRI PROVERBI DI SALOMONE RACCOLTI DAGLI UOMINI DI EZECHIA, RE DI GIUDA (25,1-29,27)
Massime, consigli, raccomandazioni1Anche questi sono proverbi di Salomone, raccolti dagli uomini di Ezechia, re di Giuda.2È gloria di Dio nascondere le cose, è gloria dei re investigarle.3I cieli per la loro altezza, la terra per la sua profondità e il cuore dei re sono inesplorabili.4Togli le scorie dall'argento e l'orafo ne farà un bel vaso;5togli il malvagio dalla presenza del re e il suo trono si stabilirà sulla giustizia.6Non darti arie davanti al re e non metterti al posto dei grandi,7perché è meglio sentirsi dire: “Sali quassù”, piuttosto che essere umiliato davanti a uno più importante. Ciò che i tuoi occhi hanno visto,8non esibirlo troppo in fretta in un processo; altrimenti che farai alla fine, quando il tuo prossimo ti svergognerà?9La tua causa discutila con il tuo vicino, ma non rivelare il segreto altrui,10perché chi ti ascolta non ti biasimi e il tuo discredito sarebbe irreparabile.11Come mele d'oro su vassoio d'argento cesellato, è una parola detta a suo tempo.12Come anello d'oro e collana preziosa è un saggio che ammonisce un orecchio attento.13Come il fresco di neve al tempo della mietitura è un messaggero fedele per chi lo manda: egli rinfranca l'animo del suo signore.14Nuvole e vento, ma senza pioggia, tale è l'uomo che si vanta di regali che non fa.15Con la pazienza il giudice si lascia persuadere, una lingua dolce spezza le ossa.16Se hai trovato il miele, mangiane quanto ti basta, per non esserne nauseato e poi vomitarlo.17Metti di rado il piede in casa del tuo vicino, perché, stanco di te, non ti prenda in odio.18Mazza, spada e freccia acuta è colui che depone il falso contro il suo prossimo.19Quale dente cariato e quale piede slogato, tale è l'appoggio del perfido nel giorno della sventura.20Come chi toglie il mantello in un giorno di freddo e come chi versa aceto su una piaga viva, tale è colui che canta canzoni a un cuore afflitto.21Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare, se ha sete, dagli acqua da bere,22perché così ammasserai carboni ardenti sul suo capo e il Signore ti ricompenserà.23La tramontana porta la pioggia, la lingua maldicente provoca lo sdegno sul volto.24È meglio abitare su un angolo del tetto, che avere casa in comune con una moglie litigiosa.25Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano.26Fontana torbida e sorgente inquinata, tale è il giusto che vacilla di fronte al malvagio.27Mangiare troppo miele non è bene, né cercare onori eccessivi.28Una città smantellata, senza mura, tale è chi non sa dominare se stesso.
_________________Note
25,1-29,27 La quinta raccolta di proverbi, che qui inizia e si protrae fino a 29,27, è abbastanza ampia. Anche questa è attribuita a Salomone, il sovrano saggio per eccellenza. Come è detto in 25,1, si tratta di proverbi e massime fissati nello scritto al tempo del re Ezechia (VIII-VII sec.).
25,1 Ezechia: regnò in Gerusalemme dal 716 al 687 circa, al tempo del profeta Isaia. Gli uomini erano probabilmente gli scribi della corte reale.
25,7 è meglio sentirsi dire: è interessante confrontare questo passo con Lc 14,7-11.
25,22 ammasserai carboni ardenti: è un’immagine che significa “far arrossire dalla vergogna” (vedi Rm 12,20).
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Approfondimenti
vv. 2-7b. I detti sono accomunati dal riferimento al re. A differenza dell'agire di Dio, che l'uomo non può mai totalmente afferrare, un re sarà tanto più stimato e le sue scelte tanto più apprezzate, quanto più esse saranno intelligibili e ponderate con attenzione (v. 2); tuttavia egli deve essere a tal punto acuto e penetrante e flessibile nei suoi pensieri da non essere mai totalmente prevedibile e scontato nelle sue decisioni: ciò innalza il suo prestigio (v. 3). Non basta però al re la destrezza: se vuole davvero consolidare il suo trono egli deve eliminare gli elementi negativi dalla sua corte e dal suo popolo (vv. 4-5). Il saggio si volge poi a consigliare l'atteggiamento da tenere davanti al re: nessuna ambizione e nessuna vanità, ma piuttosto il fedele adempimento dei propri doveri che solo può motivare l'apprezzamento del superiore (vv. 6-7b; cfr. Lc 14,7-11).
vv. 7c-10. Le controversie tra i cittadini si risolvono in tribunale, attraverso un dibattito che si basa sulle testimonianze. Incontriamo qui l'accostamento di due detti (vv. 7c-8 e 9-10) che esprimono talune riserve su un ricorso facile al tribunale per risolvere le questioni con il prossimo: anche se si è testimoni oculari di un fatto, non bisogna agire affrettatamente, perché si può essere sempre smentiti da un osservatore più attento; inoltre è sempre opportuno risolvere in privato talune controversie che potrebbero mettere in cattiva luce una persona, perché in tal caso l'accusatore stesso potrebbe essere poi considerato sleale e inaffidabile dai suoi vicini (un comportamento simile è suggerito in Mt 18, 15).
vv. 21-22. Un consiglio ripreso alla lettera da Paolo (Rm 12, 20).
(cf. FLAVIO DALLA VECCHIA, Proverbi di Salomone – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
✍️ Attese .. Ho atteso la pioggia, ci spero ancora! È un po' una liberazione, una rinascita, un risveglio, di cui ho bisogno e che attendo , a breve a giorni! Ma poi mi lascio rattristare da un evento, dei silenzi , una parola detta male, un evento apparentemente insignificante! E allora torna l'ansia, la paura, pensieri confusi, sensazioni, emozioni che si susseguono, quasi impazzite ed io mi perdo, mi fermo e crollo e vorrei piangere, non riesco e mi sento come soffocare, come non riuscire a respirare, ho bisogno e devo liberare! Ma oggi qualcuno mi ha detto che l'ansia è paralizzante ed è così, vorrei aprirmi di più, vorrei essere più libera anche di dire che ci sto male e che ho paura..ma vedo porte chiuse, momenti inadatti e cuori e menti con cui non riesco a trovare empatia.. connessione! In questi giorni sto ricevendo comprensione, presenza, parole, esperienza, da parte di qualcuno che ci è passato e che nonostante sia difficile e doloroso, ne parla apertamente..Poi con naturalezza e tatto si è avvicinato e mi ha allungato la mano! Ma il mio timore è quello di affidarmi troppo, di legarmi a tal punto da avere timore di perdere questo appiglio, questo faro che sta illuminando il mio cammino, verso quel porto che mi darà risposte, conferme o chissà cosa ... così attendo che piova e che la pioggia allegerisca e porti via con sé questi miei attimi, queste fragilità, queste tristi sensazioni...
[vortex]giansenisti di ultimo corso da [polsiera pesticidi trasmessi Germania] in autunno] fornitori di una caravella o due di [link in aspetto verosimile le mille miglia con] ristagno metallo pesante l'occulto il] sistema di frazionamento la direzione si aspetta] una pioggia zenitale scopre un Romanino o una bislacca puntasecca accadì il] Gambara su tela - [mancano all'appello] i punti le cuciture il virtuale della zanzara
Yo La Tengo - Fade (201
Di tanto in tanto capita di ascoltare un album di cui non si ha voglia di parlare temendo un confronto tra di esso e le proprie parole. Questo succede quando un disco comunica qualcosa non appena comincia a suonare e subito uno si sente partecipe delle emozioni dell'artista e gli regala candidamente le proprie, e anche dopo aver ascoltato un solo brano hai la certezza che tutto il resto sarà buono. Questo è uno di questi... artesuono.blogspot.com/2014/10…
Ascolta: album.link/i/1589234541
Sospensione
un camminare nella morte dicevi come su vetri non conti le ferite aspettare di nascere uscire da una vita-a-rovescio
riconoscersi enigma dicevi di un Eterno nel suo pensarsi
Questo testo evoca un profondo stato di sospensione esistenziale, in cui la linea sottile tra vita e morte si dissolve in una serie di immagini intense e contraddittorie. La prima riga, “un camminare nella morte dicevi”, ci introduce a un percorso che, pur essendo parte della vita, è permeato dalla presenza inesorabile della fine, o del decadimento. L’immagine del camminare come se si stesse attraversando la morte crea un senso di staticità emotiva, dove il movimento stesso diventa un atto di sospensione davanti a un destino già segnato.
La metafora “come su vetri non conti le ferite” sembra suggerire che le cicatrici, pur essendo numerose e visibili, non si misurino nel loro dolore quanto nella loro presenza fragile e trasparente. Il vetro, infatti, pur essendo duro e trasparente, rappresenta la fragilità e il rischio di rottura: le ferite esistono, ma non vengono quantificate come se il loro valore potesse essere misurato, lasciando spazio a quel dolore muto e quasi impercettibile.
Proseguendo, i versi “aspettare di nascere uscire / da una vita-a-rovescio” esprimono il desiderio profondo di uscire da una condizione di vita disordinata, ribaltata, dove la normalità è sovvertita. C’è in queste parole un impulso ambivalente: da un lato la stasi, dall’altro la ricerca di una rinascita o di una via d'uscita, come un graduale emergere da uno stato di confusione esistenziale.
Infine, “riconoscersi enigma dicevi / di un Eterno nel suo pensarsi” ci porta al culmine della riflessione: l’individuarsi stessi si trasforma in un enigma, in una sfida continua alla comprensione di sé. L’idea dell’Eterno, in questo contesto, non va intesa come una mera astrazione cosmica, ma come l’incarnazione di quel pensiero in cui l’essere umano, riconoscendosi frammento di un tutto infinito, si confronta costantemente con il mistero della propria esistenza.
Il testo, nel suo insieme, è un invito a immergersi nella complessità del vivere, ad accettare che ogni cicatrice e ogni inversione di rotta facciano parte di un percorso in cui non esiste una risposta definitiva, ma solo la continua ricerca di significato. È questa tensione tra l’effimero e l’eterno che rende la poesia così suggestiva e universale.
Una lettura approfondita di questi versi può portarti a interrogarti su come le esperienze dolorose e il senso di inversione della vita possano, paradossalmente, aprire la strada a una nuova consapevolezza di te stesso, quasi come se ogni ferita fosse anche la porta verso un’evoluzione interiore. Potresti trovare interessante esplorare ulteriormente come altri poeti e filosofi abbiano affrontato questa dicotomia, magari passando in rassegna lavori esistenzialisti o meditazioni sulla fragilità dell’essere.