ANALISI. La “Cultura della Difesa”? No, non è cosa di Crosetto. È bipartisan!
di Antonio Mazzeo
(foto di Jose Antonio – Wikimedia Commons)
Pagine Esteri, 7 marzo 2023 – Quattordici superconsulenti “a titolo gratuito” del ministro Guido Crosetto, giornalisti, docenti universitari e manager industriali, per dar vita a un “Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della cultura della Difesa”. Numerose testate nazionali hanno rilanciato la notizia dell’istituzione, lo scorso 21 febbraio, di quello che è già stato definito – erroneamente – il think thank personale di Crosetto. “Un gruppo di pensiero personale del ministro della difesa”, riporta Il Fatto Quotidiano, affinché le tematiche militari siano note, discusse e condivise dalla società italiana. “Ma a cosa servirà questo nuovo Comitato?”, domanda il Fatto. “Ci spiega una fonte della Difesa: Spesso si pensa che la Difesa sia solo forze armate, ma non è così. L’idea è che il mondo della Difesa riguarda tecnologia, industria, cultura, geopolitica. Si organizzeranno seminari, incontri, si elaboreranno documenti, direttive e proposte che verranno comunicate al ministro. E sia chiaro, i membri del Comitato lo fanno tutti gratis e con un approccio totalmente indipendente”.
La scarsissima attenzione dei media e dell’opinione pubblica al dilagante processo di penetrazione delle forze armate e delle industrie del comparto militare nel tessuto sociale, culturale ed economico del paese, e particolarmente nel mondo dell’istruzione di ogni ordine e grado e della ricerca accademica
Bisogna comunque attendere il settembre 2014 perché la partnership tra istituzioni scolastiche e apparato militare venga formalizzata in ambito nazionale: le allora ministre all’Istruzione Stefania Giannini e alla Difesa Roberta Pinotti firmavano un Protocollo d’Intesa per favorire l’approfondimento della Costituzione italiana e dei principi della Dichiarazione universale dei diritti umani, in riferimento all’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione. I due dicasteri s’impegnavano a “sensibilizzare la porzione più giovane della popolazione su un tema così toccante quale è il centenario della 1^ Guerra Mondiale”, organizzando incontri e conferenze “durante le quali i militari, oltre a illustrare i fatti storici che la caratterizzarono, spiegheranno ai ragazzi il fondamentale ruolo delle Forze Armate a difesa della democrazia”. Istruzione e Difesa concordavano altresì di “attivare nelle scuole un focus sulla funzione centrale che la Cultura della Difesa ha svolto e continua a svolgere a favore della crescita sociale, politica, economica e democratica del Paese”. Con una circolare del 15 dicembre 2015, il MIUR elencava i percorsi progettuali da affidare alle forze armate contemplando quasi tutti i campi didattico-disciplinari: dalla storia alle scienze, dalle nuove tecnologie al diritto, dallo sport alla geografia politica, ecc..
Come abbiamo visto, l’accordo MIUR-FFAA enfatizzava il concetto di Cultura della Difesa, non nuovo in ambito militare e sicuritario, ma ignoto al mondo scolastico e della formazione. Per comprenderne in parte il significato bisogna andare al testo della legge n.124 del 2007 con cui sono stati “riformati” i servizi segreti. Tra gli obiettivi della nuova architettura d’intelligence nazionale viene specificato quello di “far crescere la consapevolezza per i temi dell’interesse nazionale, e della sua difesa, in tutte le declinazioni che esso assume di fronte alle sfide della globalizzazione e alle minacce transnazionali che arrivano dentro il sistema Paese mettendo a rischio la sua integrità patrimoniale e industriale, la sua competitività, la sicurezza delle sue infrastrutture e dei sistemi informativi”. In verità i riferimenti della legge sono alla Cultura della Sicurezza e l’organo preposto alla sua definizione è il nuovo Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), che sovrintende alle attività delle due agenzie d’intelligence, l’AISE per la “sicurezza esterna” e l’AISI per quella “interna”. “Il DIS deve essere in continuo contatto con il sistema educativo nazionale, dalle scuole superiori alle università, e con tutti coloro che si occupano a vario titolo di intelligence e contribuiscono alla creazione di una via nazionale per la diffusione della cultura della sicurezza”, specifica la legge n.124/2007. Nei fatti viene sancita la cooptazione del sistema scolastico e accademico all’interno degli apparati sicuritari e militari riproducendo il modello implementato in quei paesi che hanno fatto della guerra l’essenza stessa della propria esistenza (Israele, petromonarchie, ecc.).
Perché la Cultura della Difesa diventi argomento di analisi e confronto tra gli strateghi militari per poi essere assunto acriticamente dalla politica si è dovuto attendere qualche tempo. Con il secondo governo Conte e l’inedita coalizione Pd-M5S e partititi satelliti, per la diffusione della Cultura della Difesa e della Sicurezza è stato perfino delegato un sottosegretario di Stato, l’on. Angelo Tofalo, ingegnere progettista nei settori delle telecomunicazioni strategiche e della videosorveglianza e un master in Intelligence e Security alla Link Campus University di Roma. Con lo Stato maggiore della Difesa e il Segretariato generale della Direzione nazionale armamenti, il ministro del tempo Lorenzo Guerini e il sottosegretario Tofalo hanno avviato un ciclo di conferenze itineranti per spiegare la Cultura della Difesa all’interno di università e centri di ricerca. “L’obiettivo è quello di facilitare i cittadini a comprendere i temi di interesse strategico per la Difesa, acquisire sistemi ed equipaggiamenti per le forze armate, valorizzare le capacità dell’industria nazionale e sostenere la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica”, spiega il Ministero. Si punta cioè ad estendere a tutte le fasce sociali e generazionali l’incondizionato consenso per le forze armate, le missioni di guerra internazionali e il complesso militare-industriale affinché i cittadini siano disponibili a sempre maggiori sacrifici in termini di tagli salariali e accesso ai servizi sociali. Tutto ciò con lo scopo d’indirizzare sempre più risorse finanziarie pubbliche alla produzione e all’acquisto di armi tecnologicamente avanzate. “Invito tutti ad essere attori di uno sforzo comune per far crescere la Cultura della Difesa e la consapevolezza del ruolo che riveste per il Sistema Paese”, ha poi dichiarato il ministro Guerini ad un convegno promosso dalle maggiori aziende aerospaziali e dal Centro Alti Studi della Difesa. “Dobbiamo intraprendere tutti gli sforzi necessari per avviare un percorso teso ad incrementare gli investimenti e allineare, progressivamente, il rapporto budget Difesa–PIL alla media degli altri Alleati europei. Le risorse destinate alla Difesa devono essere viste come uno straordinario volano economico”. La Cultura della Difesa assolve anche la funzione di sensibilizzare i cittadini sulle”minacce” onnicomprensive alla sicurezza, anche perché essi possano assolvere a compiti di controllo e vigilanza. Su chi e cosa l’ha spiegato lo Stato maggiore in un convegno del 23 gennaio 2020: “attori non militari (civili, operatori di agenzie governative e non, operatori dei mass media e combattenti regolari e irregolari); uso indiscriminato e terroristico di qualsiasi strumento di offesa da parte di soggetti non-statuali; sfruttamento della dimensione del cyberspazio; uso della propaganda tramite i new media per acquisire il controllo delle opinioni; possibile uso di armi CBRN (chimiche, biologiche, radiologiche, nucleari), ecc..
In seguito gli incontri per diffondere la Cultura della Difesa e i “valori delle forze armate” sono stati estesi a numerose scuole secondarie di primo e secondo grado, mentre sono sempre meno quelle che inseriscono qualsivoglia riferimento alla cultura della pace nei piani dell’offerta formativa.
Il segretario è Filippo Maria Grasso, un passato in Pirelli e da anni a capo delle relazioni istituzionali di Leonardo, il colosso militare controllato dallo Stato. I membri del Comitato invece spaziano in vari settori. Non poteva mancare Gianni Riotta. A fargli compagnia ci sarà anche Angelo Panebianco, editorialista che qualche tempo fa sulle colonne del Corriere della Sera Scorrendo la lista dei membri di questo nuovo think tank della Difesa poi ci sono: Giulio Anselmi, presidente dell’agenzia di stampa Ansa, lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco (voce che fa stecca nel coro filo-Nato), Anna Coliva, storica d’arte per 25 anni alla guida della Galleria borghese di Roma prima come ispettore storico dell’Arte, poi funzionario delegato alla direzione del museo e dal 2016 direttore generale. Ci sono anche il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini e Pier Domenico Garrone “consigliere del ministro per le tematiche correlate alla comunicazione istituzionale e le strategie per valorizzare la cultura della difesa”, si legge nel decreto del 21 febbraio. E poi c’è il mondo delle università: Michèle Roberta Lavagna, ordinaria al Politecnico di Milano, dipartimento di scienze e tecnologie aerospaziali; Vittorio Emanuele Parsi, ordinario di relazioni internazionali a Scienze Politiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e cultore dell’atlantismo più spinto e Antonio Zoccoli, professore ordinario all’università di Bologna e presidente dell’Associazione Big Data.
E infine ci sono anche Giancarlo Leone (figlio dell’ex presidente della Repubblica), presidente dell’associazione produttori televisivi e Angelo Maria Petroni, in passato membro del cda della Rai (dal 2003 al 2012) e editorialista del Wall Street Journal Europe e de Il Sole 24 Ore, dal 2007 Segretario generale Aspen Institute, uno dei più prestigiosi think tank americani il cui distaccamento italiano è presieduto da Giulio Tremonti e che dal 2021 ha tra i soci anche colei che di lì a poco sarebbe diventata la premier, Giorgia Meloni. Pagine Esteri
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Migranti: con quale coraggio la politica italiana può guardarsi allo specchio?
«Poiché i migranti vengono da posti dove certo non mancano telefoni e parabole, bisognerebbe avvisarli dei pericoli che corrono nel viaggiare per mare», affermazione di un certo Rampelli, chiunque sia, meglio perderlo che trovarlo; «La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli» e poi per non essere frainteso: « Il problema non […]
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Migranti: con quale coraggio la politica iraniana può guardarsi allo specchio?
«Poiché i migranti vengono da posti dove certo non mancano telefoni e parabole, bisognerebbe avvisarli dei pericoli che corrono nel viaggiare per mare», affermazione di un certo Rampelli, chiunque sia, meglio perderlo che trovarlo; «La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli» e poi per non essere frainteso: « Il problema non […]
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Come procede l'integrazione di Fediverso in Tumblr?
Stanno testando "tutti i protocolli", inclusi ActivityPub, Bluesky e Nostr.
Uno dei loro timori è che Tumblr possa sopraffare qualsiasi protocollo decida di utilizzare.
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RILEGGIAMO: L’agente segreto di Joseph Conrad
Londra 1894: Verloc conduce una vita tranquilla insieme alla moglie Winnie con la quale gestisce un piccolo negozio; con loro vive Stevie, fratello minore di Winnie.
Da anni, Verloc lavora come agente segreto per il governo del suo paese che lo ha incaricato di infiltrarsi in un gruppo di anarchici e di organizzare un attentato. Costretto ad agire nel silenzio, convince Stevie ad aiutarlo, senza immaginare che questa scelta metterà in moto conseguenze drammatiche. #LIBRO @L’angolo del lettore #rileggiamo
Così l’Italia si prepara al trilaterale sul Tempest. L’incontro Crosetto-Sukuzi
Si è tenuto un incontro amichevole tra il ministro della Difesa, Guido Crosetto, e l’ambasciatore giapponese in Italia, Satoshi Suzuki. Un’occasione di confronto su diversi temi, che spaziano dalla cooperazione tecnologica tra Roma e Tokyo alle collaborazioni industriali sul piano bilaterale, le quali afferiscono anche al settore della Difesa, come conferma il programma Global combat air programme (Gcap). L’incontro è da vedersi come apripista per quello che avverrà entro fine marzo tra Crosetto e i suoi omologhi britannico, Ben Wallace, e giapponese Yasukazu Hamada. I tre ministri si incontreranno infatti nella capitale giapponese per discutere i prossimi passi verso lo sviluppo congiunto del sistema aereo di combattimento di sesta generazione, il Gcap, destinato a sostituire i circa novanta caccia F-2 giapponesi e gli oltre duecento Eurofighter di Gran Bretagna e Italia.
Il programma congiunto
L’avvio del programma congiunto risale a dicembre del 2022, quando i governi dei tre Paesi hanno concordato di sviluppare insieme una piattaforma di combattimento aerea di nuova generazione entro il 2035. Nella nota comune, i capi del governo dei tre Paesi sottolinearono in particolare il rispettivo impegno a sostenere l’ordine internazionale libero e aperto basato sulle regole, a difesa della democrazia, per cui è necessario istituire “forti partenariati di difesa e di sicurezza, sostenuti e rafforzati da una capacità di deterrenza credibile”. Grazie al progetto, Roma, Londra e Tokyo puntano ad accelerare le proprie capacità militari avanzate e il vantaggio tecnologico.
Il Tempest
Il progetto del Tempest prevede lo sviluppo di un sistema di combattimento aereo integrato, nel quale la piattaforma principale, l’aereo più propriamente inteso, provvisto di pilota umano, è al centro di una rete di velivoli a pilotaggio remoto con ruoli e compiti diversi, dalla ricognizione, al sostegno al combattimento, controllati dal nodo centrale e inseriti in un ecosistema capace di moltiplicare l’efficacia del sistema stesso. L’intero pacchetto capacitivo è poi inserito all’intero nella dimensione all-domain, in grado cioè di comunicare efficacemente e in tempo reale con gli altri dispositivi militari di terra, mare, aria, spazio e cyber. Questa integrazione consentirà al Tempest di essere fin dalla sua concezione progettato per coordinarsi con tutti gli altri assetti militari schierabili, consentendo ai decisori di possedere un’immagine completa e costantemente aggiornata dell’area di operazioni, con un effetto moltiplicatore delle capacità di analisi dello scenario e sulle opzioni decisionali in risposta al mutare degli eventi.
Tokyo spinge sulle riforme
Per Tokyo, il Gcap è il primo progetto a tre con due membri della Nato, e il primo dedicato alla difesa sviluppato con nazioni diverse dagli Stati Uniti, l’alleato di sicurezza principale del Giappone. I tre responsabili della Difesa dei tre Paesi potrebbero anche avviare una discussione per esplorare la possibilità di esportare il nuovo caccia ad altri Paesi. In particolare, il governo giapponese starebbe lavorando a una revisione delle regole della nazione sulle esportazioni di attrezzature di difesa, particolarmente rigide in Giappone. Un intento dichiarato anche nella recente Strategia di sicurezza nazionale, aggiornata a dicembre. La misura si inserisce anche nel progetto del gabinetto di Fumio Kishida di modificare le norme pacifiste della Costituzione del Giappone.
DSEI Japan
Secondo le fonti del Paese del Sol levante, l’incontro avverrebbe in concomitanza con DSEI Japan, la manifestazione dedicata al settore della Difesa integrato che si terrà a Chiba dal 15 al 17 marzo. All’evento saranno presenti tutte le principali aziende responsabili del progetto Gcap come la giapponese Mitsubishi Heavy Industries e la britannica BAE Systems, compreso il consorzio italiano che coinvolge Avio Aero, Elettronica, Mbda Italia e Leonardo. Oltre a queste, il programma vede la partecipazione dell’intera filiera della Difesa nazionale, coinvolgendo anche università, centri di ricerca e Pmi nazionali.
(Foto: ministero della Difesa)
La fuga dalle responsabilità
Sacrificarsi in ragione di un principio, di una funzione o di un ideale non sembra rientrare più nello spirito dei tempi. Commentando il fatto, in effetti desolante, che solo un italiano su tre dichiara di condividere la scelta di armare il popolo ucraino, sul Corriere della Sera di martedì lo storico Ernesto Galli della Loggia si è domandato quanti, tra noi italiani, sarebbero oggi disposti a combattere per la Patria: “Quanti sono, mi chiedo, gli italiani che oggi sentono un tale dovere? Quanti sono le donne e gli uomini disposti quindi a pensare che esistono cause per le quali è giusto mettere da parte la propria esistenza quotidiana con i suoi piccoli e meno piccoli piaceri, le sue comode abitudini, e accettare rinunce, disagi, pericoli, magari anche di rischiare la propria vita?”. La domanda è retorica, la risposta implicita. Pochi, pochissimi.
Di istinto si è portati ad attingere alla consueta retorica antitaliana o arcitaliana che dir si voglia. Un Paese abitato da “furbi” e da “cicale”, una nazione irresponsabile e disunita, uno Stato che non ha mai terminato una guerra al fianco dell’alleato con cui l’ha iniziata… Tutto vero, ma ad alzare lo sguardo dal nostro ombelico nazionale si ha l’impressione che sia in corso un singolare processo di italianizzazione del mondo. Almeno del mondo occidentale.
Assistiamo da tempo a fenomeni oggettivamente diversi, ma apparentemente accomunati da una sostanziale indisponibilità al sacrificio. Una fuga dalle responsabilità. Fenomeni un tempo impensabili. Impensabili come le dimissioni di un Papa (Benedetto XVI), o di un imperatore (Akihito), o di un primo ministro (Jacinda Arden). Fenomeni come il rifiuto di una principessa (Diana Spencer) e di suo figlio (William) dalle rinunce connesse allo status regale. Fenomeni che riguardano le élite così come le masse.
Masse sempre meno inclini ad accettare i limiti e i sacrifici impliciti in ogni appartenenza: sia politica sia religiosa. E persino familiare. In Italia il tasso di fecondità è passato dai 3 figli per donna del 1946 all’1,2 odierno, i matrimoni sono in calo costante (1,6 ogni mille abitanti), ogni cinque minuti una coppia decide di separarsi, la cura degli anziani viene sempre più delegata ad apposite strutture (ne abbiamo 7400) non a caso considerate un ottimo business dai fondi globali di investimento. L’Italia è il capofila, ma la tendenza riguarda tutti gli stati occidentali.
In America lo chiamano “Great resignation”. È il fenomeno, accelerato dalla pandemia, di fuga dal lavoro. Solo nei primi nove mesi del 2022 sono stati un milione e 600mila gli italiani che si sono spontaneamente dimessi dall’incarico che svolgevano: il 22% in più rispetto all’anno precedente. Nei colloqui di lavoro, la prima richiesta che i capi del personale si sentono oggi rivolgere riguarda il grado di flessibilità degli orari e la possibilità di lavorare comodamente da casa.
Anni di tambureggiante retorica sui diritti e di assordante silenzio sui doveri hanno prodotto un ripiegamento degli individui sul proprio particolare. Ed una sostanziale indisponibilità ad ogni responsabilità, ad ogni etica, ad ogni sacrificio. Entrano così in crisi per prime le professioni che richiedono una vocazione prossima all’abnegazione: il prete, il soldato, il politico. E da queste crisi delle vocazioni individuali discende il viscerale e crescente rifiuto delle società occidentali per le religioni, per la guerra e per la politica. Un rifiuto che, in un mondo scosso dal risveglio di antichi imperi, ci riporta alla condizione infantile, rendendoci di conseguenza inadatti al governo.
“Riappropriarsi della propria libertà” suona bene, purché poi si sappia cosa farne e non ci si trovi infine costretti a consegnarla al primo uomo forte venuto da lontano.
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Elly Schlein, la prima donna alla guida del PD
Non crediamo mai abbastanza a ciò in cui non crediamo (M. Conte S. 2004) Issato su un albero lo zio Teo (Ciccio Ingrassia) in libera uscita dal manicomio sfugge al controllo dei congiunti e si arrampica su un olmo per ululare “Voglio una donnaaaa!”. Il film era lo splendido “Amarcord” del grande Federico Fellini. Nel […]
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Ucraina: Bielorussia tra le braccia della Russia? L’Occidente non può meravigliarsi
La Russia sta preparando una seconda offensiva contro l’Ucraina dalla Bielorussia? Il ruolo della Bielorussia come partner della Russia in questa guerra continua a rimanere nei titoli dei giornali. Ciò che si perde in queste storie è quanto sarebbe stato strano e impossibile solo un paio di anni fa immaginare che la Russia fosse in […]
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Sul muro di scudi invocato a Firenze da Azione Studentesca
#AzioneStudentesca a #Firenze è rimasta coinvolta in un piccolo incidente di percorso, con sei militanti (i due terzi degli effettivi, verrebbe da malignare) che hanno fatto il pieno di capi d'accusa per essere venuti alle mani durante un #volantinaggio davanti a un obitoriale #liceo cittadino.
Non avevano calcolato il fatto che ormai ci sono due cellulari per ogni suddito, tutti dotati di fotocamere per lo meno passabili.
Nell'immediato i risultati sono stati la fine dell'agibilità politica -pare che alcuni dei coinvolti abbiano addirittura cambiato scuola, date le attestazioni non proprio di stima ricevute dai compagni- il rinvio di iniziative pianificate da mesi e una manifestazione di segno contrario che ha convogliato in piazza #SantaCroce una ragguardevole quantità di detrattori.
Adesso invocano il muro di scudi.
Contestualizzando la cosa, si capisce che in un'epoca in cui da una parola in su sono cause e querele come se piovesse, ai risultati immediati farà seguito un futuro gramo.
Più che un muro di scudi farà comodo una pila di quattrini.
Che difatti è quello che chiedono, battendo cassa come #punkabbestia qualsiasi.
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Inchieste
Ci sono le premesse perché finisca male. Sentiremo gridare che la giustizia è morta o è stata tradita, perché quella sarà la reazione di un pubblico e di parti processuali che vivono nell’illusione che in tribunale si accerti la verità o, meglio, si validi la verità annunciata anni prima dalla Procura ovvero dagli accusatori. Un’illusione pericolosa, alimentata dalla viltà della politica e dalla pochezza dell’informazione.
La giustizia penale è una cosa, il governo del Paese è tutt’altra. Se per orientare il secondo si attende la prima, si trasformano le sentenze in documenti politici, si ritardano i rimedi e si cancella la responsabilità politica. Accoppiare politica e penale è una bestemmia che inquina la vita pubblica: per supposta responsabilità di un amministratore pubblico sarebbero morte migliaia di persone, il che emerge all’indomani della rielezione dell’amministratore al suo posto; l’ipotesi d’accusa, del resto, si regge su una perizia il cui autore, nel frattempo, è stato eletto parlamentare nello schieramento avversario. Non c’è nulla di normale, in questo.
Come non lo è che il procuratore dica un giorno che non intende rilasciare dichiarazioni nel merito del procedimento, perché «per legge» non può, e il giorno appresso ne parli con tutti, strologando di «verità» e «risposte ai cittadini». Tanto loquace da fare un regalo ai futuri avvocati difensori: «Forse qualcuno sarà prosciolto, altri archiviati. Ma a noi interessa spiegare cosa è successo». Ma se è successo quel che l’accusa presume, come può supporre che la faccenda finisca nel nulla? E se non è successo nei termini che ha illustrato, allora è dubbio il servizio reso alla collettività. Quando il dilemma si chiarirà sentiremo gridare che la giustizia è morta. Diciamo che è stata avvelenata a puntate.
I cittadini dovrebbero essere informati che in tribunale non si porta lo strazio dei morti, proclamando che un colpevole deve pur esserci. Quella è roba da bar. Da Bergamo a Crotone si tratta di accertare se chi doveva decidere avesse le informazioni necessarie, se esistevano procedure da rispettare (riducendosi così la discrezionalità della decisione) e se chi è chiamato a risponderne avesse il potere che comporta la responsabilità. Se porti sul banco degli imputati i sismologi poi vengono assolti, non perché non ci siano stati il terremoto o i morti ma perché l’accusa era campata nell’aria di una verità che era superstizione.
Diverso il discorso sul piano politico perché, siccome gli errori sono evidenti e le conseguenze drammatiche, ci s’interroga su cosa non abbia funzionato e su chi non sia stato all’altezza. Non c’entra niente la responsabilità penale, perché quella – in un senso o nell’altro – arriva a babbo morto e a candidato rieletto. Quindi ci si chiede perché il piano pandemico non ci fosse o perché un avviso di pericolo non abbia fatto scattare il soccorso. E ce lo si chiede senza supporre che si sia voluto contagiare o affogare, ma perché il disastro prescinde dal reato. Quindi si cambia la procedura oppure il decisore, senza che ci voglia nessuna sentenza. Oppure si ritiene che si sia trattato di fatalità e amen. Dopo di che se ne risponde ai cittadini. E non è che per far vedere che vuoi accertare come sono andate le cose devi sempre proporre una commissione parlamentare d’inchiesta, altrimenti ne propongo una sulle commissioni parlamentari d’inchiesta ove si dimostra che non accertano un accidenti.
I politici rispondono ai cittadini, non i magistrati. L’ipotesi che un magistrato risponda al popolo è in sé deviante, come lo è supporre che il consenso elettorale esenti dalla responsabilità penale. Mentre il giornalismo s’è convinto che mettere il microfono sotto la bocca delle persone sia un mestiere. E che metterlo sotto quella di chi non vuole parlare sia un mestiere coraggioso. Con il risultato che si scrive tutti la stessa cosa in omaggio alla “notizia”. No: una cosa è il mattinale di polizia, un’altra il ragionare. Il che comporta responsabilità, ma ha una qualche utilità.
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WhatsApp commits to comply with EU consumer rules over policy updates
The Meta-owned messaging service agreed on Monday (6 March) to a series of commitments to settle an EU consumer probe over how it pushes out updates to its terms of services.
Le notizie di sport... quelle belle!!!
Incontrare Ronaldo: il sogno realizzato di Rabeeh, bimbo siriano sopravvissuto al terremoto
Il ragazzino aveva espresso il desiderio alla squadra di soccorso saudita che stava operando nelle zone colpite dal sisma, ed era stato filmato in un video diventato viraleRaiNews
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Sfondato
Eccolo, il buco. Avevamo qui avvertito che l’appuntamento era fissato al primo di marzo e che era proprio in ragione di quella scadenza che il governo aveva (giustamente) affondato il superbonus, cercando di fare in modo che i dati Istat non venissero presi troppo male. Eccolo, il superbuco del superbonus che ha sfondato il deficit: quello 2022 passa da una previsione del 5.6% a una realtà dell’8%. Per giunta la crescita è ritoccata leggermente al ribasso, pur restando significativa: +3.7%. Siccome la ricchezza prodotta non consiste nella maggiore spesa pubblica in deficit e a debito, ma nella capacità di trasformare gli investimenti e il lavoro in maggiore valore di quel che costano, quei quasi due punti e mezzo di deficit in più timbrano come bubbola la favola del contributo del superbonus alla crescita dell’Italia. È stata una tassa pagata da tutti per favorire uno spostamento di ricchezza a favore di molto pochi, per giunta fra i più benestanti.
Avendo anche drogato il mercato, adesso si deve stare attenti alla crisi d’astinenza. Che è la ragione per cui, avvertendo l’imminente sfondamento, proponevamo di puntare sulla direttiva europea relativa agli immobili e preparare incentivi (almeno questa volta razionali e non dilapidatori) di carattere fiscale, quindi non maggiore spesa pubblica, trasformando un mancato gettito odierno nella promessa di un maggiore gettito futuro, ma anche agevolando la messa in circolazione di capitali che valorizzino l’immobile ed evitino di passare dallo schioppare per overdose all’accasciarsi per astinenza.
A questi guasti va aggiunta la notevole spinta all’inflazione, ovvero l’ulteriore danno arrecato ai meno abbienti e ai risparmiatori. Avere finanziato lavori senza badare ai costi ha generato la peggiore inflazione, separata dalla produzione di ricchezza. Il che ci porta a un altro squilibrio e a un’altra ingiustizia, relativa alle pensioni. A partire da oggi prendono corpo gli adeguamenti delle pensioni all’inflazione, anche per quelle di importo superiore a 2100 euro (fin qui sterilizzate). Ma in quest’ultima affermazione ci sono due indicazioni ingannevoli. La prima è comprensibile: l’adeguamento non compensa l’intera inflazione, ma ne recupera una parte. Serve a non perdere “troppo” potere d’acquisto, al tempo stesso cercando di non alimentare l’inflazione che si prova a contrastare. La seconda è nascosta e meramente ideologica: gli adeguamenti vanno da un massimo del 7.3% a un minimo del 2.3%, a seconda dell’ammontare lordo della pensione stessa. Solo che distinguere secondo gli importi crea una potente ingiustizia: c’è chi ha una pensione “bassa”, in realtà molto più alta di quel che consentirebbero i contributi versati (sempre che siano stati versati), e c’è chi ne ha una “alta”, ma finanziata dai contributi, quindi dal risparmio forzoso fatto in una vita di lavoro. Risultato: chi ha rispettato gli obblighi contributivi si vede violato il patto che lo Stato gli impose, mentre chi non ha versato si ritrova avvantaggiato. Il che capita perché si considera solo la categoria “bassa o alta”, senza preoccuparsi dell’altra: “regalata o sudata”.
Dietro questi sfondamenti di bilancio c’è uno sfondamento logico e culturale, che spinge a ripetere sempre gli stessi errori: considerare la “spesa sociale” buona per la sua finalità e come se nessuno dovesse mai pagarne il conto. Invece non è detto che la finalità sia buona (non lo è pagare la ristrutturazione delle case di chi può e deve pagarsela), non è detto che funzioni (se la spesa per l’assistenza dei poveri cresce e crescono anche i poveri ne deduco che è la spesa a generarli, non ad aiutare i veri bisognosi), e non è detto che sia giusta (premiare chi evase o non produsse ricchezza a spese di chi rispettò le regole non è socialità, ma incentivo all’asocialità), e, comunque, qualcuno è chiamato a pagare. Se solo gli elettori lo tenessero in maggior conto non avremmo meno idee diverse sulla scena, ma meno imbonitori e demagoghi in circolazione.
L'articolo Sfondato proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
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Monitorare la trasformazione digitale italiana: il caso del reddito di cittadinanza
Molti governi europei utilizzano sempre di più algoritmi e processi automatizzati per la trasformazione digitale dei servizi pubblici. In questo articolo vi raccontiamo un’esperienza pratica del team di Privacy Network che da anni vuole monitorare l’uso di tecnologie digitali usate per predisporre servizi ai cittadini, in questo caso l’assegnazione di un sussidio statale. Dal 2021...
Affacciarsi alla finestra
Tommaso Pincio - Diario di un'estate marziana
Il cielo sotto Skynet
Skynet esiste già, ed è in Cina. È questo il nome con cui amichevolmente ci si riferisce al sistema interconnesso di sorveglianza presente su tutto il territorio cinese. Un nome, una garanzia, direi.
Mi piace sempre parlare di Cina, perché credo che purtroppo sia una finestra di Overton1 sul nostro futuro. Non è più un paese lontano pieno di comunisti mangia-bambini che fanno paura.
L’unica protezione da Skynet è l’iscrizione a Privacy Chronicles. Forse. Okay… non è vero, ma è un buon punto di partenza.
Oggi la Cina è una potenza globale fondata su economia mista e capitalismo di relazione (clientelismo), come qualsiasi altro stato occidentale. La sua influenza è molto sottile: commerciale, politica, e sì — anche culturale. Non c’è scampo, e le prove sono già state portate alla vostra attenzione su queste pagine23.
Qualche dato sulla sorveglianza cinese
Dal 2018 al 2020 l’apparato di videosorveglianza in Cina è aumentato del +75%, e poi ancora del +70% dal 2020 a oggi, che si contano circa 600 milioni di telecamere. Il dato equivale a circa 62 telecamere per km quadrato.
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E se qu dati non vi fanno sollevare un sopracciglio, forse vale la pena pensare al fatto che in Cina vivono circa 1 miliardo e mezzo di persone. È molto probabile che presto ci sarà una telecamera per ogni persona vivente sul territorio cinese.
Come si vive sotto il cielo di Skynet?
Ma come si vive in Cina, sotto gli occhi di Skynet4? Non male — se si ignora l’enorme apparato oppressivo, ma invisibile, su cui è costruito l’intero paese. La comodità della tecnologia fa miracoli. Come da noi, insomma. Ma un po’ di più.
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Il mago del Cremlino di Giuliano da Empoli
Dopo alcuni saggi, Giuliano da Empoli – professore di politica comparata a Parigi – pubblica in Francia per le Edizioni Gallimard e in Italia per tipi di Mondadori, il suo primo romanzo “Il mago del Cremlino” in cui si narra la vita di Vadim Baranov, consigliere personale del Presidente russo Vladimir Putin, un personaggio fittizio dietro al quale si cela il reale spin doctor Vladislav Surkov.
iyezine.com/il-mago-del-cremli…
Il mago del Cremlino di Giuliano da Empoli - 2022
Dopo alcuni saggi, Giuliano da Empoli – professore di politica comparata a Parigi – pubblica in Francia per le Edizioni Gallimard e in Italia per tipi di Mondadori, il suo primo romanzo “Il mago del Cremlino” in cui si narra la vita di Vadim Baranov,…Roberta Cospito (In Your Eyes ezine)
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Toscana, elezioni amministrative del 2023 e "centrodestra"
In #Toscana il "centrodestra" si prepara alle #ElezioniAmministrative2023 ispirando la consueta ripugnanza.
A Siena il "partito" di #GiorgiaMeloni ha ritirato il sostegno ad Emanuele Montomoli che mena vanto della propria adesione alla #massoneria. Se pensiamo che quella #Meloni è una madre non sposata, possiamo interpretare la cosa come un vero scontro di titani fra coerentissimi esponenti dei valori cattolici e tradizionali.
A Massa invece un voto in Consiglio Comunale ha silurato Francesco Persiani della #Lega.
Probabile che il "partito" della madre non sposata stia cercando, con il cameratismo che gli è proprio, di estromettere la Lega dalle amministrazioni toscane.
Finché si mordono tra loro a noi persone serie va anche bene.
L'ideale sarebbe che certi sociopati mantenuti dalla società andassero a farlo altrove, senza infastidire chi lavora.
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11,99 EURO A SETTIMANA! DOPO TWITTER E FACEBOOK, ANCHE POLIVERSO.ORG NON È DA MENO E CENTINAIA DI UTENTI GIÀ ADERISCONO AL SERVIZIO! COM'È POSSIBILE?
Sulla scia dei comunicati di Meta per offrire servizi aggiuntivi a 11,99 $/settimana, Poliverso.org lancia la propria iniziativa a 11,99 euro a settimana.
Con 11,99 euro a settimana sarà possibile
1) seguire non solo tutti gli account social del fediverso con Friendica, ma anche seguire interi siti web e gestire il proprio account Twitter
2) usare le funzionalità di Friendica per formattare i propri post, per modificare quelli già pubblicati, per programmarne la pubblicazione, per scrivere post con un titolo, per usare un calendario eventi (compatibile con #Mobilizon e Gancio) e per gestire account multipli
3) creare gestire e utilizzare i grupi/forum di Friendica che mettono a disposizione degli utenti del Fediverso le funzionalità dei gruppi Facebook
4) disporre di un'istanza Mastodon come Poliversity.it, dedicata al mondo della ricerca, della scuola e del giornalismo
5) far parte della comunità italiana di feddit.it, la più grande comunità italiana alternativa a Reddit basata su Lemmy e diventata ormai un vero e proprio "forum del fediverso", per partecipare alla discussione di tutte le community attuali o per crearne di nuove
6) eliminare gli annunci pubblicitari
7) sottrarsi al tracciamento durante la navigazione
Non solo tutto questo costa solo 11,99 euro a settimana, ma...
...UDITE UDITE...
...non si tratta di soldi che pagate voi, perché questi sono i costi che sostengono gli amministratori di Poliverso.org, Poliversity.it e Feddit.it!
Infatti mentre i social tradizionali multimiliardari iniziano a chiedere soldi agli utenti (senza peraltro smettere di drenare i loro dati personali), i nostri server vengono messi a disposizione degli utenti senza chiedere nulla in cambio!
A questo proposito, per chi volesse contribuire a mantenere vivo e in buona salute il progetto di Poliverso, vi informiamo che, su richiesta di alcuni nostri utenti, abbiamo finalmente attivato due servizi di crowfunding:
1) Ko-Fi
2) LiberaPay
Naturalmente tutti gli importi ricevuti in dono verranno utilizzati esclusivamente per la copertura dei costi sostenuti nella gestione dei progetti gestiti da Poliverso
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Che succede nel Fediverso? reshared this.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha assegnato oltre 31 milioni di euro al finanziamento degli istituti italiani che hanno accolto bambini e studenti ucraini.
Si tratta di 3.
NORSE / ABANDONACY
A distanza di tre anni dall'ottimo "Blu", recensito dall' infaticabile Massimo Argo su queste nostre stesse pagine, come un album in cui "la vita e la rabbia fluiscono accanto alla morte, come è naturale che sia", tornano a trovarci i Norse, una delle realtà più interessanti del panorama italiano. Nome magari ancora poco conosciuto, ma da tenere in grande considerazione, non fosse altro che per l'immenso potenziale che stanno dimostrando di avere.
NORSE / ABANDONACY - 2023
NORSE / ABANDONACY : A distanza di tre anni dall'ottimo "Blu", recensito dall' infaticabile Massimo Argo su queste nostre stesse pagine, come un album in cui "la vita e la rabbia fluiscono accanto alla morte, come è naturale che sia", torna…Marco Valenti (In Your Eyes ezine)
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NON SOLO MASTODON: MISSKEY.SOCIAL è nella Top10 delle istanze non giapponesi ed è tra le 3 istanze social italiane preferite tra quelle non basate su mastodon
Mastodon continua a dominare il Fediverso, ma iniziano a svilupparsi (anche in Italia) istanze basate su software alternativi, come Misskey, un progetto che prova ad arricchire l'esperienza del microblogging twitterbased con funzionalità interessanti e un'interfaccia molto piacevole.
E così, dopo pixelfed.uno e dopo l'istanza Friendica poliverso.org, ecco che misskey.social diventa la terza istanza italiana per numero di utenti tra i social del fediverso non basati su mastodon.
* Sì, lo sappiamo: l'istanza italiana feddit.it ha un numero di utenti maggiore rispetto a quello di Poliverso, ma Lemmy non può ancora essere tecnicamente considerato un social network.
Il post di @ピージイ タッソマン
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GDPR howto: efficaci misure tecniche supplementari per GMail, Google Drive e Google Workspace
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COME INTERPRETA LEMMY I LINK QUANDO ESSI INCLUDONO IL 200° CARATTERE, DAI POST SENZA TITOLO OSSIA L'ULTIMO CARATTERE CHE VIENE ESTRAPOLATO PER RICAVARE UN TITOLO?
@Test: palestra e allenamenti :-)
I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo, di William Alexander
27 Febbraio 2023 - di Rita Giordano - Commenta
I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo di William Alexander
“I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo“- Storia, viaggi e avventure alla scoperta del frutto più amato di William Alexander è un saggio sulla storia del pomodoro, all’inizio disprezzato e oggigiorno osannato in tutto il mondo. Edito da Aboca Edizioni e pubblicato da pochissimo, I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo (titolo originale: Ten Tomatoes That Changed the World. A History, tradotto da Domenico Giusti) è un libro interessante, originale e leggero sulla storia del pomodoro dalle origini ai giorni nostri.
William Alexander è autore di diversi editoriali. Ha scritto varie opere, quali “52 Loaves” (2010), “Flirting with French”(2014) ma è conosciuto soprattutto per il suo memoir diventato bestseller negli USA “The $64Tomato” (2006).
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Intervista a Vittore Baroni 2023
Il 17 gennaio del 1956, un piccolo asteroide cadde nei pressi di Forte dei Marmi …
All’interno del prezioso corpo celeste, trovava dimora un’entità aliena molto particolare, che prese le sembianze umanoidi di VITTORE BARONI, con una precisa missione: insinuarsi ed integrarsi tra i terrestri, per studiarne usi e costumi.
iyezine.com/vittore-baroni-int…
Vittore Baroni - 2023
All'interno del prezioso corpo celeste, trovava dimora un'entità aliena molto particolare, che prese le sembianze umanoidi di VITTORE BARONI, con una precisa missione: insinuarsi ed integrarsi tra i terrestri, per studiarne usi e costumi.silvano pertone (In Your Eyes ezine)
MENTRE LEMMY DIVENTA SEMPRE PIÙ IL FORUM E L'AGGREGATORE DI NEWS DEL FEDIVERSO, FLIPBOARD STA INTEGRANDO MASTODON NELLA SUA APP PRINCIPALE!
LINK
#Flipboard ha annunciato che sta integrando Mastodon nella sua app principale, in modo che gli utenti possano sfogliare i propri feed proprio come possono "sfogliare" le loro timeline di Twitter. Flipboard sta inoltre avviando la propria istanza Mastodon nel tentativo di incoraggiare un'adozione più ampia tra la sua base di utenti.
Secondo il CEO di #Flipboard Mike McCue, i due aggiornamenti sono i primi "passi iniziali" di un piano più ampio per abbracciare i protocolli di social networking decentralizzati che sono stati resi popolari da Mastodon nell'ultimo anno. Invece di fare affidamento sui "grafi sociali proprietari" di servizi come Twitter e Facebook, entrambi diventati sempre più ostili agli sviluppatori esterni, Flipboard potrebbe invece essere incentrato su ActivityPub, il protocollo open source che alimenta Mastodon e il resto dei servizi decentralizzati. che compongono il “Fediverso”.
L'articolo di Karissa Bell
FLIPBOARD IS LEANING INTO MASTODON
AND AWAY FROM TWITTER
è su Engadget
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@Francesco 🕳️ Purtroppo temo che attenderai molto a lungo... 😒
"This project is archived. Due to circumstances, the project as planned did not take place. This page is left as a placeholder, for transparency reasons and to perhaps inspire others to take up this work."
Ma forse qualcosa si muove di nuovo...
PROVA DI TITOLO LUNGO E LINK CON RIFERIMENTO IPERTESTUALE ALL'INTERNO DEL TESTO CHE VERRÀ ESTRAPOLATO DA LEMMY PER FARLO DIVENTARE IL TITOLO DI UN NUOVO POST
@Test: palestra e allenamenti :-)
I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo, di William Alexander
27 Febbraio 2023 - di Rita Giordano - Commenta
I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo di William Alexander
“I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo“- Storia, viaggi e avventure alla scoperta del frutto più amato di William Alexander è un saggio sulla storia del pomodoro, all’inizio disprezzato e oggigiorno osannato in tutto il mondo. Edito da Aboca Edizioni e pubblicato da pochissimo, I dieci pomodori che hanno cambiato il mondo (titolo originale: Ten Tomatoes That Changed the World. A History, tradotto da Domenico Giusti) è un libro interessante, originale e leggero sulla storia del pomodoro dalle origini ai giorni nostri.
William Alexander è autore di diversi editoriali. Ha scritto varie opere, quali “52 Loaves” (2010), “Flirting with French”(2014) ma è conosciuto soprattutto per il suo memoir diventato bestseller negli USA “The $64Tomato” (2006).
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CONFESSIONI DI UNA MASCHERA - INVERNO MMXXIII
Scrivere di musica. Una passione che rischia di diventare un’ossessione. Questo l’incipit che crediamo possa meglio di tanti giri di parole introdurre quello che sarà l’argomento di questa nostra “confessione”.
iyezine.com/confessioni-di-una…
CONFESSIONI DI UNA MASCHERA - INVERNO MMXXIII
In altre parole: si può ancora parlare male di un disco oppure dobbiamo dire che escono solo dischi belli prima che qualcuno si incazzi?Marco Valenti (In Your Eyes ezine)
[share author='Informa Pirata #WeAreAllAssange #PiratesForAssange' profile='https://twitter.com/informapirata' avatar='https://pbs.twimg.com/profile_images/1362822279810449412/luhv2IGn_400x400.jpg' link='https://twitter.com/informapirata/status/1630119805347930115' posted='2023-02-27 08:17:02']Purtroppo @sbonaccini ha perso! La sua elezione avrebbe accelerato l'inarrestabile autodistruzione del PD.
Ma almeno la vittoria di @ellyesse contribuirà a distruggere i "cespugli" di "sinistra" come @PossibileIt, il piccolo horcrux personale che tiene ancora in vita @civati
Forum o Social Network? Questo è il dilemma. Eppure una soluzione c'è già! Il post di @Informa Pirata
@Che succede nel Fediverso?
Da pochi giorni è infatti nato qualcosa che potrebbe creare un punto di contatto rivoluzionario tra questi due strumenti di confronto sociale tra gli utenti del web...
Il (lunghissimo) post di @informapirata :privacypride: cerca di fare il punto sulla situazione.
cc @Le Alternative @eticadigitale@bida.mastodon.im
@Devol :fediverso: @Poliverso Forum di supporto @Scuola - Gruppo Forum
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post molto bello. Avevo già capito da solo come pubblicare sui subreddit di feddit ma ho comunque trovato tante informazioni utili
Guarda che hai scritto male il nome utente di @eticadigitale
@informapirata@poliverso.org @forum @informapirata@mastodon.uno @lealternative @devol @scuola @fediverso
Informa Pirata likes this.
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Il superbatterio della diarrea antibioticoresistente si diffonde in fretta e gli scienziati... se la fanno addosso
La Shigella è una delle fonti più comuni di diarrea nel mondo, con circa 450.000 infezioni ogni anno negli Stati Uniti. La maggior parte dei casi sono "lievi", ma ti lasciano comunque soffrire di circa una settimana di diarrea, febbre e crampi. A volte, la diarrea diventa sanguinolenta, una condizione nota come dissenteria. Più raramente, l'infezione può causare complicazioni come grave disidratazione, convulsioni, danni ai reni e sepsi (spesso perché i batteri entrano nel flusso sanguigno). La malattia grave è più probabile nei giovanissimi e nelle persone con un sistema immunitario indebolito.
[b][urlhttps://gizmodo.com/cdc-advisory-shigella-drug-resistant-bacteria-1850164899]Il post di Ed Cara è su Gizmodo[/url]
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@Test: palestra e allenamenti :-)
Ciao ciao questo è un test per verificare quanto sia leggibile questo post
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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.Telegram
QuasiMagia 🌀 マルコ
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •@atomicpoet
Detto meglio, il problema è che Tumblr è talmente grosso ed ha un volume di post tale che c'è il rischio che sovraccarichi qualunque altra istanza si federi con lui.
E se tutte le altre istanze sono costrette a defederarlo, non ha molto senso per loro entrare nel fediverso
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Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂
in reply to QuasiMagia 🌀 マルコ • •Esatto, il problema è proprio quello: abbiamo già visto che la crescita smisurata delle distanze più grandi ha costituito un costo per quelle piccole. Ma l'ingresso di veri e propri giganti fuori scala, costituirebbe un disastro coi difficilmente ci si può esporre
@Chris Trottier
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filippodb - fddt
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •Leggevo che tumblr da solo produce 1/4 dei contenuti di tutto il fediverso quindi avrebbe un impatto ma solo del 25% in più, nulla in confronto a quanto accaduto a novembre/dicembre.
Insomma io spero veramente che entri insieme a flickr e flipboard, non è che possiamo aspettare sempre che Musk combini qualcuna delle sue per avere qualche iscritto in più
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Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂
in reply to filippodb - fddt • •SteveRoss doesn't like this.
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QuasiMagia 🌀 マルコ
Unknown parent • • •L'alternativa sarebbe de-federare queste istanze, ma se tutti ti de-federano allora che ci entri a fare nel fediverso?
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QuasiMagia 🌀 マルコ
Unknown parent • • •Sarebbe una cosa graduale, e comunque al momento vedo poco probabile che un'istanza diventi tanto grossa da "fagocitare" gli altri.
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Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂
Unknown parent • •@Alessandro :fediverso: con gli attuali ritmi di crescita, nessuna istanza può diventare così grande da ospitare 420 milioni di utenti. Almeno non nei prossimi 10 anni! 😅
Il punto però è che non devono esserci istanze troppo grandi e già il volume in cui è arrivata attualmente mastodon.social sono abnormi.
Quando gli utenti complessivi del fediverso saranno dell'ordine di qualche decina di milioni, si ragionerà sul carico reciproco tra istanze
@QuasiMagia 🌀 マルコ
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