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In Cina e Asia – il Partito rafforza la presa su tech e finanza


In Cina e Asia – il Partito rafforza la presa su tech e finanza pechino
I titoli di oggi:

Riforma del Pcc: il Partito rafforza la presa su tech e finanza
Xi in Russia dal 20 marzo
Gli Stati Uniti chiedono a ByteDance di vendere TikTok
Baidu presenta la sua risposta a ChatGPT, ma le azioni scendono del 6,4%
Yoon primo presidente sudcoreano a Tokyo in 12 anni

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Migranti, guerra in Ucraina: questioni di coscienza


Come spesso accade nella vita nei momenti più difficili più pericolosi più tragici, poi avvengono dei fatti che in qualche misura rallegrano, fanno ridere, danno un minimo di distrazione: ma talvolta sono soltanto indice della bassezza della situazione nella quale ci si trova. Pensav a questa che in fondo è soltanto una banalità, l’altra sera […]

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REPORTAGE TURCHIA. Torture, processi farsa ed ergastoli: la feroce giustizia di Erdogan nella storia di Ayten Öztürk


Rapita dai servizi segreti e torturata per 6 mesi, l'oppositrice politica turca rischia due ergastoli con accuse inconsistenti. Il presidente e il governo controllano il sistema giudiziario per colpire e perseguitare dissidenti, avvocati non allineati, di

di Eliana Riva –

Pagine Esteri, 16 marzo 2023 – “Sono Ayten Öztürk, ho 49 anni, ho passato 13 anni e mezzo della mia vita in prigione. Sono stata torturata per 6 mesi. Sono agli arresti domiciliari da 2 anni e rischio di essere condannata a 2 ergastoli”.

Ayten è gentile e riservata, timida e affettuosa. Ci accoglie nella sua casa con l’emozione di chi ritrova delle sorelle lontane, con la gratitudine di chi accudisce un ospite speciale tanto inutilmente atteso. E insieme a lei a riceverci c’è tutto il quartiere, quello di Armutlu, non lontano dal cuore di Istanbul. La comunità alevita che vi risiede è estremamente unita. Ayten non rimane mai sola. C’è sempre qualcuno con lei, due persone durante il giorno, compresa un’infermiera, e una durante la notte. In tanti si fermano per un caffè, un tè o per il pranzo. È per non farla sentire sola ma anche perché ci siano testimoni nel caso si verifichi una delle numerose perquisizioni della polizia che le mette a soqquadro la casa. Sono atti intimidatori, di questo sono sicuri ad Armutlu. Perché qui capita spesso che la polizia faccia incursione nelle abitazioni, di giorno o di notte, con i fucili spianati. Un giorno cercano una bomba a mano, un altro un’arma, un altro ancora dicono di aver seguito le tracce di un fuggiasco. Non sono pochi i casi in cui queste retate sono finite in tragedia, come mi racconta Aysel Doğan, madre di Dilek Doğan, uccisa a sangue freddo a 25 anni, nel 2015, durante una perquisizione.

Dilek aveva chiesto al poliziotto di mettere i copri scarpe perché stava sporcando di fango i tappeti (in Turchia è abitudine togliere le scarpe all’ingresso delle case, per rispetto e igiene). Il poliziotto le ha sparato. C’è persino un video su YouTube, girato dalle stesse forze di sicurezza. Grazie ad una dura battaglia, la sua famiglia ha scoperto il nome dell’assassino e lo ha portato in tribunale. Condannato a 45 giorni di prigione, non ne ha scontato neanche uno. Al contrario, per il fratello di Dilek, che dopo la sentenza ha urlato e accusato i giudici di aver commesso un’ingiustizia, è stato chiesto l’ergastolo. Processato, è stato condannato a 20 anni di carcere. Ne ha scontati 4. Il padre di è attualmente sotto processo e rischia 6 anni di prigione. Dicono che sono pericolosi e che potrebbero provare a vendicarsi.

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Aysel Doğan, madre di Dilek Doğan, uccisa a sangue freddo a 25 anni, nel 2015, durante una perquisizione – Foto di Eliana Riva [Pagine Esteri]

Ad Armutlu parlo con tante donne. Molte madri, parecchie anziane. Tutte sono state in prigione. Tutte hanno un figlio o una figlia in prigione in sciopero della fame, o uccisi dalla polizia o fuggiti in un altro Paese. In tanti fanno parte dell’associazione Tayad (Tenacia), che raccoglie i parenti dei prigionieri politici. Lo scopo è tenere vivi i legami con i propri figli, anche se sono in prigione, e mandare loro qualche soldo (a parte il consumo di una lampadina, l’elettricità e il gas in cella si pagano), libri, vestiti. Il 12 dicembre 2022, alle 2.00 di mattina, in una retata congiunta la polizia ha fatto irruzione nelle case di 23 famiglie aderenti a Tayad. Ad oggi 14 persone sono ancora in carcere, 3 agli arresti domiciliari e tutti gli altri hanno l’obbligo di firma. Tra di loro c’è anche la nostra traduttrice, Lerzan, che è costantemente online e da un computer si affaccia sulle nostre conversazioni. Molti di quei genitori rimasti in carcere sono anziani, due gravemente ammalati. In prigione non ricevono cure.
Ayten ci chiede con ansia e apprensione quando arriverà il momento della nostra lunga intervista. Dovrà raccontare tutto un’altra volta. Il rapimento, la prigione, le torture. Soprattutto le torture. Sa che a ogni racconto, a ogni articolo di giornale, a ogni intervista il cappio della prigione a vita le si stringe più stretto al collo. Ma lo fa comunque. Con grandi sospiri a darsi forza e coraggio. “Perché non ritiri la dichiarazione di aver subito torture? Hai già sofferto abbastanza? Dici che ti sei sbagliata, che non era vero e magari potrai vivere a casa tua e non in un carcere il resto della tua vita”. Ci guarda con la pazienza con cui si guardano i bambini quando gli si deve spiegare una cosa evidente, banale: “La tortura sistematica è espressione del sistema politico, combatterla significa combattere questo sistema di soprusi e sopraffazione. Ho sofferto molto, è vero e forse soffrirò persino di più ma voglio che si sappia dei centri segreti e di quello che lì fanno alle persone. Sono stata la prima donna a denunciare. Ma non l’unica, altre lo hanno fatto dopo di me. Un’altra donna ha denunciato di aver subito le mie stesse torture, anche per lei hanno finto il ritrovamento dopo averla rinchiusa nei centri segreti. Non voglio che nessun altro soffra come ho sofferto io. La mia lotta continuerà fino alla chiusura dei centri segreti e fino a quando i boia saranno giudicati”.

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Ayten Öztürk – Foto di Eliana Riva [Pagine Esteri]

Si trovava a Beirut quando è stata rapita dai servizi segreti e portata in Turchia. Rapita, perché ufficialmente questa operazione di polizia non è mai esistita e in quei sei mesi risultava semplicemente scomparsa. Si trovava in Siria prima dello scoppio della guerra. Poi, l’8 marzo 2018 ha provato a raggiungere la Grecia via Libano. Dopo lo scalo è stata allontanata dagli altri passeggeri con la scusa di un controllo al passaporto, trattenuta per 6 giorni è stata poi consegnata ad alcuni agenti turchi che bendata e con la bocca tappata l’hanno messa su un aereo e riportata in Turchia. Ha capito di essere a Istanbul solo quando, scesa dall’aereo, sempre con gli occhi bendati, ha sentito le voci. I suoi amici non sapevano dove fosse. Non lo hanno saputo per i successivi 6 mesi, mentre veniva trattenuta e torturata con inconcepibile brutalità. “Appena entrata nel centro segreto, 3 o 4 persone mi hanno in pochi secondi completamente spogliata e messa nuda in una cella. Sappiamo già tutto mi hanno detto, ma vogliamo sentirlo da te, parla! Sono subito entrata in sciopero della fame. Mi chiedevano cosa volessi, La mia libertà! gli rispondevo, E allora devi parlare, mi intimavano, E allora non voglio niente, dicevo io. Mi hanno fatto l’elettroshock. Con le mani legate a un tubo sopra la testa, tutta nuda e con gli occhi bendati, toccavo a terra solo con le punte dei piedi, quando mi sanguinavano troppo i polsi a volte mi davano un sacco di sabbia per tenermi più dritta. Mi sparavano con una pistola elettrificata e tremavo tutta, non controllavo il mio corpo e quando mi si apriva la bocca per riflesso involontario dovuto alle scariche, mi infilavano a forza la zuppa in gola. Mi sentivo soffocare”.
Ayten è una rivoluzionaria. Ciò che rivendica, lei come gli altri rivoluzionari turchi, è la democrazia, il riconoscimento delle minoranze, la liberazione dei prigionieri politici, la fine delle torture, il rispetto dei diritti umani, la condanna della brutalità della polizia, processi equi per gli agenti che hanno ucciso o torturato. I movimenti rivoluzionari fanno parte della storia e del tessuto stesso della Turchia. Così come la repressione e la violenza dei mezzi utilizzati per sbaragliarli. La detenzione arbitraria e la tortura sono tra questi, come ha confermato ancora una volta nel 2020 il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) del Consiglio d’Europa. Ma dalla visita del Relatore Speciale delle Nazioni Unite in Turchia, nel 2017, le cose pare siano considerevolmente peggiorate. Già allora l’ONU denunciò e condannò l’utilizzo arbitrario delle accuse di terrorismo contro chi difende i diritti umani o semplicemente manifesta il dissenso.

La Turchia è quel paese in cui in 7 anni, dal 2000 al 2007, sono morti di sciopero della fame 120 detenuti. Nel 2020 particolare scalpore fecero le morti in carcere, sempre per sciopero della fame, di 3 membri del gruppo musicale Grup Yorum e dell’avvocata Ebru Timtik.

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La band Grup Yorum

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Helin Bölek, Ibrahim Gökçek e Mustafa Kocak, membri di Grup Yorum, morti di sciopero della fame

“Con le mani legate dietro la schiena, mi hanno infilata dentro un copertone, immobilizzandomi completamente le braccia, e mi hanno stuprata con il manganello e frustata con il frustino da cavallo. Dopo 3 mesi di torture e di sciopero della fame mi sono ammalata. Hanno sospeso le violenze e mi hanno curata con siringhe e medicinali e alimentata forzatamente con il sondino. Mi sentivo sempre meglio. Ma ben presto ho capito con orrore che mi portavano allo stremo e poi mi guarivano solo per poter ricominciare senza rischiare che morissi”.

Le leggi antiterrorismo, che consentono l’arresto e la detenzione non solo degli oppositori politici ma anche degli avvocati che li difendono, degli attivisti dei diritti umani, degli artisti, cantanti, studenti, professori, sono ancora largamente utilizzate. Così come le accuse di tentare di “rovesciare il governo”, cosa di cui Ayten è imputata e per la quale rischia uno dei due ergastoli. L’accusa si muove intorno alla dichiarazione di un testimone segreto che l’avrebbe vista presso la sede dell’Associazione per i Diritti fondamentali della Libertà. Un’associazione ritenuta legale dallo stesso Stato ma pericolosa per le sue rivendicazioni di giustizia.

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Seda Şaraldı, avvocata di Ayten Öztürk – Foto di Eliana Riva [Pagine Esteri]

“Mi guardavano 24 ore su 24 e volevano che mi lavassi, nuda, davanti a loro. Mi sono rifiutata fino a quando non mi hanno costretta. Mi hanno sottoposta più volte allo stupro del manganello, hanno provato a violentarmi in tutti i modi, mi lasciavano nuda a terra e si lanciavano su di me toccandomi dappertutto con brutalità, con le mani e con oggetti, umiliandomi con insulti e improperi. La tortura che più di tutte mi faceva soffrire era la scarica elettrica che mi davano attraverso placche infilate sotto le unghie. È una tortura diversa dalla pistola elettrica. I segni mi sono rimasti per più di un anno. Svenivo ogni volta, mi portavano in bagno e mi mettevano con la testa sotto l’acqua. Poi usavano di nuovo la pistola: con l’acqua il dolore si amplificava”.
Anche per il secondo capo di imputazione risulta fondamentale il ruolo di un testimone segreto (che in seguito ha ricevuto un pesante sconto di pena): ha dichiarato di aver visto Ayten Öztürk assistere a un tentativo di linciaggio. La vittima del linciaggio non è morta e non ha presentato denuncia. Lei nega le accuse, non era lì. Ma anche se lì ci fosse stata, come ci ha spiegato l’avvocata che segue il suo caso, Seda Şaraldı, anche se avesse davvero assistito dal marciapiede, resta il fatto che non esiste una legge in Turchia che preveda l’ergastolo per questo. “Aspettiamo la decisione del procuratore della Corte di Cassazione – spiega l’avvocata Şaraldı –. Il nostro primo appello al tribunale locale è già stato rigettato. La Corte potrebbe pronunciarsi in ogni momento e se confermerà la colpevolezza, Ayten rimarrà per tutta la vita in prigione, sola in una cella da cui potrà uscire per 1 ora di aria al giorno”.

Il Tribunale di Istanbul ha deciso il proscioglimento. Quando però è stata presentata denuncia per le torture subite, il Tribunale di Ankara ha chiesto e ottenuto la riapertura di quel processo, stabilendone la riunione alle nuove indagini sui “tentativi di rovesciamento del governo”. Il Tribunale della capitale ha invece deciso di archiviare il fascicolo sul rapimento e le sevizie.

Abbiamo presentato una petizione firmata da avvocati provenienti da 105 nazioni diverse. Noi difendiamo Ayten ma non solo lei. La tortura è utilizzata per intimidire il popolo, le persone che lottano per i diritti. La tortura è un crimine contro l’umanità e noi ci battiamo non solo per i nostri clienti ma per tutta l’umanità”. Il team di avvocati con cui lavora Seda Şaraldı, due dei quali sono stati a loro volta arrestati, difende anche Gülten Matur. La famiglia non ha avuto più sue notizie dalla mattina del 20 Novembre 2022. La polizia ha registrato il suo arresto il 28 Novembre. Ha denunciato di essere stata rapita e torturata per 8 giorni e poi abbandonata su di un campo, su cui poco dopo la polizia ha finto un casuale ritrovamento, elemento, questo, in comune in tutti i casi di tortura. Il referto medico ha confermato lesioni compatibili con le torture che Gülten ha denunciato di aver subito.

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Gülten Matur, arrestata e torturata in un centro segreto di detenzione

“In Turchia esistono centri segreti di detenzione. I boia rapiscono la gente per strada. Noi lottiamo affinché Gülten sia l’ultima persona in Turchia ad aver subito tortura”, ci dice con voce chiara, calma e decisa Seda Şaraldı.

Il Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri, l’Hcjp, responsabile delle nomine e dei procedimenti disciplinari per tutti gli organi di magistratura, è presieduto dal Ministro della Giustizia che ha enormi poteri di nomina e di controllo. E così il presidente, che a sua volta nomina il Ministro. In risposta a un’inchiesta che scoperchiava, nel 2014, larghi giri di corruzione che coinvolgevano membri della magistratura, funzionari pubblici e imprenditori vicini al primo ministro, il parlamento turco ha adottato una serie di leggi ed emendamenti, rimozioni coatte, trasferimenti forzosi e riassegnazione di casi importanti che hanno fortemente limitato l’indipendenza della magistratura, sottoposta al controllo del Governo. Dopo il tentato colpo di Stato del 2016 l’attacco alla magistratura si è dispiegato in tutta la sua violenza: con un decreto di emergenza sono stati rimossi 4560 giudici, accusati di terrorismo. Più di 600 i magistrati arrestati (e più di 400 i condannati per terrorismo), alcuni dei quali sono morti in carcere. Sono state stilate liste di proscrizione e la legge antiterrore, utilizzata in maniera arbitraria, ha portato all’arresto 282.790 persone, tra cui avvocati, voci critiche, intellettuali, difensori dei diritti umani, artisti, oppositori politici. Dal 2016 al 2020 sono stati nominati circa 11.000 nuovi magistrati, con procedure rapide giudicate preoccupanti e poco trasparenti da numerose organizzazioni e osservatori internazionali.

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Il presidente turco Tayyip Erdogan con il Ministro della Giustizia Bekir Bozdag

“Ti hanno chiesto di tradire i tuoi amici? Come hai fatto a resistere nonostante tutto questo dolore e queste umiliazioni?”

Tradire mi farebbe soffrire molto di più. Perché la sofferenza fisica può passare ma come potrei poi guardare in faccia i miei amici? Il mio popolo? Non potevo tradire la nostra lotta. Ho pensato che quella tortura sarebbe comunque finita: o morta o liberata. Ho controllato le mie emozioni, ho smesso di pensare ai miei cari che mi mancavano tanto. E poi mi davo nuove regole. A un certo punto, ad esempio, ho deciso di non dire più neanche una parola”.

Dopo i 6 mesi di torture Ayten è stata di nuovo curata dai suoi aguzzini e poi abbandonata su un campo, dove la polizia politica l’ha prelevata. Il direttore della prigione in cui è stata portata si è rifiutato di ammetterla per le terribili condizioni fisiche in cui si trovava: aveva perso 20 chili, ora ne pesava 40, nonostante negli ultimi giorni di prigionia l’avessero curata, medicata e alimentata forzatamente. Quindi è stata condotta in ospedale dove è stato stilato un referto medico che ha evidenziato ogni lesione. È rimasta in reparto per giorni. Portata in prigione, sul suo corpo le compagne di cella hanno contato 898 cicatrici. Dopo 3 anni e mezzo di carcere, il 10 giugno 2021 è stata mandata a casa agli arresti domiciliari, dove è tutt’ora, in attesa di un giudizio definitivo.

“Mio fratello Ahmet è stato ucciso nel 1994 durante una retata della polizia nella sua casa. La moglie di Ahmet, mia cognata Yazgülü, è stata bruciata viva nel 2000. Mia sorella Hamide è morta in prigione nel 2002 per sciopero della fame. Se finirò in carcere, continuerò a lottare da lì. Dentro o fuori, sempre resisterò e lotterò, perché credo fermamente che alla fine noi vinceremo. E nel nostro Paese non puoi ottenere una vittoria senza pagare niente”.

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Ayten Öztürk, agli arresti domiciliari nella sua casa a Istanbul – Foto di Eliana Riva [Pagine Esteri]

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Lo stigma berlusconista frena i partiti, ma è Costa il vero alleato di Nordio


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Una pacifica riunificazione Cina-Taiwan non è più possibile


Da quando le forze nazionaliste hanno istituito un governo sull’isola di Taiwan nel 1949, tutti i leader cinesi hanno aderito alla riunificazione della madrepatria basata sulla priorità delle azioni politiche e militari. L’unica cosa che è cambiata negli ultimi decenni è la capacità militare della Cina attraverso la quale ora può attaccare Taiwan e oggettivare […]

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Le porcherie delle banche americane e svizzere ci fanno rivalutare la Bce


Quando crollano grandi banche di Stati piccoli il rischio di panico autoavverante è più alto. Per questo su Credit Suisse si intervenga con urgenza senza andare per il sottile e aggiusti chi ha rotto. È oggettivo che la pignola Banca centrale europea è se

Quando crollano grandi banche di Stati piccoli il rischio di panico autoavverante è più alto. Per questo su Credit Suisse si intervenga con urgenza senza andare per il sottile e aggiusti chi ha rotto. È oggettivo che la pignola Banca centrale europea è sempre più rivalutata da questi fatti che riguardano banche americane e svizzere. Gli europei ci mettono tanto tempo a decidere, ma le crisi non le provocano mai loro. Abbiamo sempre criticato questa pignoleria, ma poi ci viene bene. È giusto, però, che gli scandali delle banche americane li paghino gli americani e gli scandali delle banche svizzere li paghino gli svizzeri.

Credit Suisse ha sette e passa miliardi di franchi svizzeri di perdite. Ha contato molte fuoriuscite di capitali e di depositi. È passata attraverso mille scandali e ha dovuto rinviare l’approvazione del bilancio del 2022 perché è sotto inchiesta della Securities and Exchange Commission (SEC) che vuol dire Commissione per i Titoli e gli Scambi ed è l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle borse valori. Credit Suisse ha appena fatto un aumento di capitale di 4 miliardi, ma per fargli perdere ogni valore sono bastate poche parole del presidente di Snb, Ammar Al Khudairy, all’intervistatore di Bloomberg TV che gli chiedeva se la banca fosse aperta a fornire ulteriore liquidità al Credit Suisse.

Le parole sono state inequivoche: «La risposta è assolutamente no, per molte ragioni oltre a quelle più semplici, che sono regolatorie e statutarie». La banca saudita è la prima azionista del Credit Suisse con una quota poco sotto il 10%, acquistata lo scorso anno in occasione dell’aumento di capitale del gruppo svizzero. Il titolo era stato fortemente sotto pressione già nella seduta di martedì dopo che la banca aveva ammesso di avere trovato «concrete debolezze» nelle relazioni finanziarie degli ultimi due anni a causa di controlli interni inefficaci. Il mercato dà evidentemente per scontato che alla banca svizzera serva subito un altro aumento di capitale e il fatto che il suo nuovo principale azionista saudita non sia disponibile a scucire altri quattrini ha fatto crollare il mondo.

Qualcuno dirà non completamente a torto che è una caduta fuori luogo, perché il maxi aumento di capitale è avvenuto a febbraio, ma la verità è che i mercati hanno i nervi talmente tesi che basta niente e salta tutto e poi la banca è sotto osservazione da tempo. Di fatto si genera una crisi di sfiducia su Credit Suisse che rischia di diventare una profezia autoavverante anche perché il problema esiste e la banca centrale svizzera ha aperto una linea di liquidità ma non è la Federal Reserve. Se è a rischio una banca grossa e lo Stato al quale appartiene questa banca è uno Stato piccolo il rischio diventa più elevato. Perché i mercati danno più credito alla crisi bancaria e i depositi scappano come lepri.

Le incolpevoli banche italiane e francesi, come tutte quelle europee, crollano e dopo avere pagato il conto delle porcherie americane della banca della Silicon Valley pagano anche quello delle porcherie del colosso bancario svizzero di un Paese che dà lezioni di civiltà a tutti. Bisogna rendersi conto che i nervi sono davvero scoperti ed è bene che la cintura di sicurezza delle banche centrali sia potente, che i depositi siano garantiti, non è il momento questo delle prediche liberali. Però, sia chiaro, aggiusti chi ha rotto. Si intervenga, dunque, con urgenza senza andare troppo per il sottile. La storia irlandese nella grande crisi dei debiti sovrani ci ricorda che quando le banche sono grandi e gli Stati sono piccoli a rischiare di saltare per aria sono gli ultimi. Con tutto quello che c’è in giro di rischi geopolitici e finanziari non è proprio il caso di scherzare con il fuoco.

La pignola Banca centrale europea è sempre più rivalutata da questi fatti che riguardano banche americane e svizzere. Gli europei ci mettono tanto tempo a decidere, ma le crisi non le provocano mai loro. Abbiamo sempre criticato questa pignoleria, questo eccesso di regole, ma poi ci viene bene. Sarebbe giusto a questo punto che gli scandali delle banche americane li paghino gli americani e gli scandali delle banche svizzere li paghino gli svizzeri.

Il Quotidiano del Sud

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Su proposta del Ministro Giuseppe Valditara, è stato integrato l’Atto di indirizzo dell’accordo sottoscritto con i Sindacati lo scorso 10 novembre in tema di aumento delle retribuzioni del personale scolastico.


Banche e tassi


Silicon Valley Bank non c’entra con le nostre banche e non c’entra con l’Unione europea. Abbiamo regole e controlli decisamente più severi. Un crollo può sempre avvenire, il rischio non è mai eliminabile, ma quel genere di squilibrio nei conti di una banc

Silicon Valley Bank non c’entra con le nostre banche e non c’entra con l’Unione europea. Abbiamo regole e controlli decisamente più severi. Un crollo può sempre avvenire, il rischio non è mai eliminabile, ma quel genere di squilibrio nei conti di una banca no, verrebbe visto prima. Resta il fatto che quel fuoco è acceso e ha indotto il Tesoro statunitense a introdurre una novità: i titoli del debito pubblico verranno considerati garanzie (collaterali) al loro valore di libro e non di mercato. Lo ha qui spiegato ieri Lavaggi: al rialzo dei tassi d’interesse i titoli emessi precedentemente e a un tasso inferiore perdono valore se intendo liquidarli subito, ma restano immutati se attendo la scadenza.

Credit Suisse non c’entra con le nostre banche e con l’Unione europea. Ha da tempo notevoli problemi: erano intervenuti capitali sauditi, che ora annunciano di non rilanciare oltre. La banca ha passività per l’equivalente di 525 miliardi di euro, mentre dopo gli ulteriori crolli ha un valore in Borsa (capitalizzazione) di 7 miliardi. Ad avere allertato i mercati è stata la stessa banca, che non poteva certo nascondere i risultati della revisione (effettuata dalla società indipendente PwC). Ha quindi chiesto l’intervento della Banca centrale svizzera. Come a dire: noi affondiamo, tocca a voi un eventuale salvataggio o la messa in sicurezza.

Questi due incendi non ci riguardano, ma segnalano un problema che ci riguarda: dopo anni di denaro quasi senza costo sono cresciute bolle finanziarie che, a seguito del rialzo dei tassi d’interesse, possono esplodere con conseguenze sistemiche. Il che porta al dilemma delle nostre banche centrali, europea e statunitense. I rialzi dei tassi servono a contrastare l’inflazione. Nessuno, seriamente, contesta quei rialzi. I problemi sono: a. di quanto e che non sia “troppo” (misura indefinita), in modo da non favorire la recessione; b. se le banche centrali annunciano in anticipo i rialzi futuri ne aumentano l’effetto, ma vale per l’inflazione come per gli effetti recessivi; c. se smettono di dare programmi a medio termine vengono accusate di aumentare l’incertezza.

A oggi i tassi saliranno ancora, ma l’efficacia di questa operazione scema proprio all’emergere di taluni effetti sulle banche (è vero che guadagnano di più, ma i titoli in portafoglio perdono valore e i clienti entrano in difficoltà, traslandole sulle banche). Non c’è politica monetaria che funzioni se non accompagnata da politiche fiscali. Detto diversamente: o le banche centrali e i governi si muovono all’unisono o ne deriva una pericolosa cacofonia. Di sicuro, in questa condizione, scaricare le difficoltà politiche sulle banche centrali – così trascinandole in polemiche e dilemmi politici – è il modo sicuro per farsi del male.

A ciascuno la propria parte. E quella di chi governa non consiste nel lamentarsi.

La Ragione

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Difesa, a Tokyo una pietra militare per il futuro di Italia, Giappone e Uk


“Italia, Regno Unito e Giappone sono uniti dallo stesso destino e oggi abbiamo posato una pietra per costruire un futuro importante insieme”. Lo ha dichiarato Guido Crosetto, ministro della Difesa, durante l’incontro avvenuto oggi a Tokyo con gli omologhi

“Italia, Regno Unito e Giappone sono uniti dallo stesso destino e oggi abbiamo posato una pietra per costruire un futuro importante insieme”. Lo ha dichiarato Guido Crosetto, ministro della Difesa, durante l’incontro avvenuto oggi a Tokyo con gli omologhi giapponese Yasukazu Hamada e britannico Ben Wallace. “Una volta Indo-Pacifico e Mediterraneo erano aree considerate lontane tra loro. Oggi, invece, il mondo è diventato sempre più piccolo, le crisi sono aumentate e probabilmente in questo decennio la situazione peggiorerà. Il futuro del Mediterraneo dipende da ciò che succede nell’Indo Pacifico e viceversa. Ed è per questo motivo che le nostre Nazioni devono lavorare e cooperare insieme. Soltanto unendo le forze riusciremo a contrastare la grandezza dei problemi e le sfide future”, ha aggiunto.

AL LAVORO SUL PROSSIMO JET

Al centro dell’incontro, il rafforzamento del partenariato e il programma Global Combat Air Programme. I tre Paesi hanno firmato lo scorso 16 dicembre un memorandum di cooperazione sulla base delle solide e durature relazioni tra i tre Paesi, fondate sui valori di libertà, democrazia, diritti umani e stato di diritto. “Il Gcap”, ha sottolineato il ministro Crosetto, “è una scelta industriale, tecnologica ma è, prima di tutto, una scelta politica di tre importanti Nazioni che hanno deciso di intraprendere un percorso comune che permetterà alle rispettive Forze Armate di cooperare insieme in diversi ambiti”. È un accordo, ha continuato, “di grande rilevanza raggiunto in un delicato momento geopolitico” in quanto “le nostre tre nazioni rafforzano così la loro cooperazione in un progetto che avrà importanti ricadute nel campo tecnologico, dell’innovazione, ricerca e sviluppo nel settore dell’aerospazio, della difesa e sicurezza”.

LA PORTA È APERTA

Il programma per un nuovo velivolo di sesta generazione, come ha ricordato il ministro, potrà allargarsi anche ad altri Paesi: “Porterà un insieme di capacità senza precedenti che risulteranno fondamentali per il mantenimento della stabilità globale, creando i presupposti necessari a garantire lo sviluppo continuo nel campo della difesa per i decenni a venire”. Ieri la Difesa aveva diffuso una nota per smentire le ricostruzioni dell’agenzia Reuters secondo cui il programma avrebbe visto una partecipazione italiana al 20% e quelle britannica e giapponese al 40%. “L’alleanza tra i nostri governi e industrie della Difesa rappresenta un esempio di riferimento per le future collaborazioni internazionali” ha continuato il ministro sottolineando come l’Italia, forte delle proprie esperienze e delle competenze industriali e tecnologiche nel settore dell’aerospazio e nello sviluppo di velivoli militari, veda nel Regno Unito e nel Giappone i partner con i quali rafforzare un modello paritetico e flessibile nella già consolidata cooperazione industriale.

LE OCCASIONI INDUSTRIALI

I ministri hanno, altresì, evidenziato i benefici che questo accordo apporterà dal punto di vista industriale, determinando prosperità e sviluppo ed un incremento della cooperazione tra le rispettive industrie della Difesa che, già al momento, evidenziano ottime relazioni collaborative. Unanime consenso sul contributo che il Gcap fornirà alla sicurezza e allo sviluppo tecnologico dei tre Paesi. Un forte partenariato che avrà ricadute anche nei settori dell’economia, della sicurezza e della stabilità regionale. Nella parte conclusiva della trilaterale hanno partecipato anche gli amministratori delegati di Mitsubishi, Bae e Leonardo, aziende che guidano per Giappone, Regno Unito e Italia il progetto.

IL BILATERALE CON HAMADA

Prima dell’incontro a tre si è tenuto un bilaterale tra Hamada e Crosetto, in cui i ministri hanno sottolineato la volontà di rafforzare ulteriormente le relazioni bilaterali in molteplici dimensioni, incluso cyber defence ed esercitazioni congiunte. Da qui la volontà di rafforzare la collaborazione tra i due Paesi. Uno scambio tra le Forze Armate che include l’addestramento in Italia di piloti giapponesi presso l’International Flight Training School, polo di eccellenza internazionale nell’addestramento di piloti militari. Un altro esempio saranno le campagne addestrative nell’Indo Pacifico alle quali la Difesa italiana parteciperà con assetti e personale della Marina e dell’Aeronautica Militare – entro inizio 2024 dovrebbe essere dispiegata nella regione la portaerei Cavour. Quella dell’Indo-Pacifico, si legge in una nota della Difesa italiana, è un’area di sempre maggiore rilevanza per la stabilità dell’ordine internazionale, per lo sviluppo del commercio, per peso economico, demografico e politico, aspetto che trova conferma anche nell’agenda Nato 2030.


formiche.net/2023/03/italia-gi…



Moldavia: la Russia ha gli occhi puntati sulla Gagauzia


Ora che la guerra di Mosca contro Kiev è entrata nel suo secondo anno, tutti gli occhi sono puntati sull’Ucraina orientale, dove i combattimenti iniziano a intensificarsi con l’arrivo della primavera. Tuttavia, a 450 miglia a ovest, nella Repubblica di Moldavia, la Russia sta creando ulteriori problemi. Questa settimana le autorità locali della Transnistria, la […]

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La mia foto profilo è un'opera d'arte

Francesco De Molfetta – Vati-Cane

Francesco De Molfetta – Vati-Cane
arrestedmotion.com/2012/01/pre…



Luca Fedeli – Nato tre volte


L'articolo Luca Fedeli – Nato tre volte proviene da Fondazione Luigi Einaudi. https://www.fondazioneluigieinaudi.it/luca-fedeli-nato-tre-volte/ https://www.fondazioneluigieinaudi.it/feed


Stacia Datskovska (USA) non ama Firenze



Una giovane yankee aspirante gazzettiera di nome Stacia Datskovska scrive di non essersi trovata bene a "studiare" a Firenze.
Le giovani yankee in città sono note da molti anni per la loro cultura da rotocalco, la loro spiccata predilezione per gli alcolici e i loro discutibili costumi.
Un loro giudizio negativo, di conseguenza, non scuote gli animi più di tanto.
Amanda Knox che le ricorda come studiare nella penisola italiana sia "fantastico" ha invece ragione da vendere: l'impunità di cui gli yankee godono nello stato che la occupa permette loro di attraversare senza scosse anche un processo per reati di rara efferatezza traendone persino una qualche notorietà.


Austrian DSB: Meta Tracking Tools Illegal


DSB austriaco: gli strumenti di meta-tracciamento sono illegali L'Autorità austriaca per la protezione dei dati (DSB) ha deciso che l'uso del pixel di tracciamento di Facebook viola direttamente il GDPR e la cosiddetta decisione "Schrems II" sui flussi di dati tra FB Pixel


noyb.eu/en/austrian-dsb-meta-t…



Twitter Vs Mastodon

@Che succede nel Fediverso?

Ho pubblicato questo grafico su Twitter (fino a 95.000 follower) e Mastodon (con 1/10 di follower).
Ho ricevuto il doppio dei like/boost su Mastodon. Su Twitter ho ricevuto dozzine di brutte risposte da negazionisti del clima e troll. Su Mastodon ho ricevuto domande educate e interessanti.


Post by @Peter Gleick


Twitter vs. Mastodon
I posted this graph on Twitter (to 95,000 followers) & Mastodon (with 1/10th the followers).
I got double the likes/boosts on Mastodon. On Twitter I got dozens of ugly replies from climate deniers & trolls. On Mastodon I got polite & interesting questions.

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in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

C'è anche da dire che su Twitter conta il numero di interazioni (indipendentemente dal "tipo") mentre su Mastodon o in generale nel fediverso, grazie anche al fatto che si parte "da zero", ogniuno si crea la sua bolla come vuole

Sono sicuro che, da qualche parte, esistano istanze piene di complottisti che se la suonano e se la cantano

in reply to quasimagia

@quasimagia

> Sono sicuro che, da qualche parte, esistano istanze piene di complottisti che se la suonano e se la cantano

Ci sono molte istanze pleroma e peertube (ce n'è anche una italiana) fatte proprio per i complottisti. Al di là del fatto che sono praticamente defederate da tutto il fediverso italiano, è interessante vedere di cosa si "discute": in pratica sembrano una camera degli orrori in cui ognuno URLAAAA la propria verità, non ci si fila l'uno con l'altro e ognuno si spalma con le proprie feci per liberare la propria espressività... Un cazzo di inferno, insomma.

Tutta quella bellissima gente è così, è sempre stata così: non è fatta per socializzare, ma solo per aggregarsi quando trova qualcuno che URLAAAA più forte. I socialproprietari, con i loro algoritmi di aggregazione, aiutano queste persone a ritrovarsi sotto alcuni loro "influencer", anche se il massimo si esprime nei canali Telegram, in cui c'è uno che spara grosse flatulenze e gli altri si rotolano eccitati mentre le annusano.

Il fediverso invece è dispersivo, ostico, ti rende invisibile by default se non interagisci e non ti consente di trovare facilmente le persone che vorresti offendere e molestare: in pratica è disegnato malissimo per questo tipo utenza.




È stato pubblicato l’elenco di 399 interventi di edilizia scolastica indicati dalle Regioni e finanziati con circa 936 mln di risorse nell’ambito del #PNRR, che Comuni e Province potranno immediatamente attuare.
#pnrr

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Rise Of The Northstar - Showdown


🎧 #RECENSIONE:

👉 Rise Of The Northstar - Showdown
#numetal

Dopo tre anni di composizione e di produzione esce il nuovo disco dei francesi Rise Of The Northstar intitolato "Showdown" per Atomic Fire. Il gruppo francese nato nel 2008 ha messo insieme sottoculture musicali come l'hardcore, l'hardcore beatdown, l'hip-hop con la cultura giapponese di certi manga ed anime.

iyezine.com/rise-of-the-norths…



Fr.#22 / Di tasse e sacrifici umani


Nel frammento di oggi: tasse, sorveglianza di massa e sacrifici umani per placare i sinistri Dei del Clima / Addio SPID, bentrovata identità digitale unica / Meme e citazione del giorno

Tax (and surveil) the rich


Pare che 130 europarlamentari, socialisti e democratici di sinistra, abbiano proposto di extra-tassare i super-ricchi con patrimoni oltre i 50 milioni di euro per “ridurre le disuguaglianze e contribuire a finanziare gli investimenti necessari per la transizione ecologica e sociale”.

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I migliori tra noi diranno che è giusto; anzi doveroso. Che chi più guadagna, più deve contribuire.

I peggiori, invece, potrebbero sostenere che non è un contributo, né una partecipazione. Semmai, una espropriazione forzosa e violenta non consensuale.

Purtroppo l’espropriazione forzosa non si limita certo al patrimonio, ma anzi inizia proprio con l’invasione ingiustificata della sfera personale di queste persone. Anzi — un’invasione ingiustificata della sfera personale di tutti noi.

Eh sì, perché prima di extra-tassare gli ultra-ricchi, bisogna trovarli. E per trovarli non c’è altra soluzione se non assoggettare l’intera popolazione a meccanismi di sorveglianza di massa finanziaria, secondi come perversione solo all’atto di rubare al prossimo per portare avanti le proprie, opinabili e personalissime, battaglie politiche.

Privacy Chronicles non chiede sacrifici umani, né espropriazione violenta. Se ti piace, ti iscrivi, altrimenti amici come prima.

Vincerà ancora una volta l’etica sinistra1 che, giustificando ogni violenza, ritiene l’individuo sempre sacrificabile a favore di un fantomatico bene collettivo che non esiste? Ancora una volta vi convinceranno che è giusto sacrificare la vostra privacy e la proprietà di chi è colpevole di avere troppo per il bene comune?

234061Stai fermo, è per il bene di tutti

Avanti tutta sull’identità digitale nazionale


E se vi piace l’idea di rinunciare a privacy e proprietà per soddisfare la sete di sangue dei sinistri Dei Verdi, sarete molto felici di sapere che i lavori per l’identità digitale nazionale (e poi europea) proseguono a gonfie vele.

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A me non piaceva lo SPID, così come non mi piace nessuno schema di identità digitale statale. Devo però ammettere che era il male minore. D’altronde, lo diceva anche l’AGID. Abbiamo bisogno di SPID, perché:

Principio della libertà di scelta dell'utente. Ogni cittadino potrà scegliere l’IdP che vorrà e smettere di usare un provider se lo desidera.

Nessuna banca dati centralizzata delle identità. Per proteggere la privacy degli utenti, ogni IdP sarà responsabile dello svolgimento in modo sicuro delle attività connesse, mentre ogni service provider – pubblico o privato – avrà accesso solo ai dati di cui ha bisogno per erogare il servizio.


Libertà di scelta e privacy? Nossignori, non scherziamo. È stato bello finché è durato ma ora si tira dritto: nessuna libertà di scelta e nessuna privacy. Sarà papà Stato a gestire tutto e avere il monopolio assoluto sulle nostre identità.

Non abbiate fretta però, il vero giro di boa lo avremo quando finalmente l’agenda climatica potrà usufruire di un’identità digitale unica per ogni singolo cittadino europeo. L’extra-tassazione dei super-ricchi sarà un bel ricordo lontano.

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Meme del giorno


234062In Italia è più intorno al 60%

Citazione del giorno

When plunder becomes a way of life for a group of man in a society, over the curse of time they create for themselves a legal system that authorizes it and a moral code that glorifies it.

Frédéric Bastiat

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Agenda climatica? Sorveglianza e controllo, una distopia eco(in)sostenibile

L’agenda comun…ehm - climatica - è ormai a pieno regime, e purtroppo si porta dietro un tale carico di sorveglianza di massa e controllo sociale che anche i meno sensibili tra voi dovrebbero, forse, iniziare a preoccuparsi. I segnali, convergenti tra loro, sono ovunque - anche se sparpagliati e apparentemente separati l’uno dall’altro…
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6 months ago · 11 likes · 1 comment · Matte Galt

Leggi gli altri Frammenti

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3. fig. Infausta, sfavorevole, avversa (per il prevalere, nelle antiche tradizioni popolari, della credenza che gli auspìci provenienti da sinistra fossero di cattivo augurio): presagi s., tempi s.; che fa presagire sventure e danni, lugubre.




#Lockbit ricatta #ElonMusk: se non paga, la documentazione e alcune informazioni riservate relative a #SpaceX saranno pubblicate
Dal servizio di aggornamento curato da @N_{Dario Fadda} :unverified:
ransom.insicurezzadigitale.com…


📚 Oggi, al Ministero, è stata inaugurata un’esposizione di libri alla presenza del Ministro Giuseppe Valditara e del Generale Ispettore Capo Basilio Di Martino dedicata al Centenario dell’Aeronautica Militare, che cade il prossimo 28 marzo.


Attenzione: questo è un messaggio di servizio (il primo in quasi due anni) inviato da Poliverso con un esplicito invito a contribuire per mantenere vivo e in buona salute il progetto di Poliverso ed è rivolto in particolare:
- a chi utilizza i nostri servizi in quanto utente di poliverso.org, poliversity.it e feddit.it
- a chi utilizza i gruppi/forum Friendica e le comunità Lemmy
- a chi segue i nostri account informativi Notizie dal fediverso, Cybersecurity, Privacy Post, Pirate Post e Ministero dell'istruzione
Chi volesse offrire un contributo potrà farlo attraverso due sistemi differenti:

1) Ko-Fi
2) LiberaPay


La pagina Ko-Fi di Poliverso

La pagina LiberaPay di Poliverso


Cos'è un #Forum o #Gruppo di #Friendica? Più o meno è una specie di "Gruppo #Facebook"!


Friendica è un posto strano, creato da alcuni programmatori, sulla base (diciamo la verità) di ciò che hanno visto durante la loro vita su Facebook.
Il funzionamento di un forum di Friendica è un po' diverso da quello di un gruppo Facebook, ma la finalità è abbastanza simile: si tratta infatti di un luogo in cui è possibile discutere con alcune persone interessate agli stessi temi.
Per partecipare alle discussioni di questo forum, puoi:
- Iscriverti a forum@poliverso.org: per iscriverti devi prima seguire questo forum e poi inviare un messaggio al suo indirizzo menzionandolo nel tuo messaggio
- se vuoi che il messaggio sia indirizzato al forum ma anche a tutti i tuoi contatti, devi menzionare l'indirizzo scrivendolo con la chiocciola (così: @Poliverso Forum di supporto); se invece vuoi inviare il messaggio solo al forum, devi menzionarlo facendo precedere il nome dal punto esclamativo (così: !forum@poliverso.org)
- firmare il libro degli ospiti commentando questo post!
- condividerlo con tutti quelli che conosci e, se non conosci ancora nessuno, condividerlo ora per farlo vedere a quelli che conoscerai... 😉
- se sei interessato ai nostri gruppi / forum puoi trovarli in questa lista:
- -- @Poliverso Forum di supporto (sì, siamo noi)
- -- @Scuola - Gruppo Forum (tutto sulla scuola -e il software libero)
- -- @Astronomia - Gruppo Forum (legato all'omonima comunità feddit è dedicato a chi si interessa di stelle, pianeti, satelliti e viaggi spaziali)
- -- @Basket - Gruppo Forum (dedicato alla pallacanestro italiana e straniera)
- -- @Filologia - Gruppo Forum (dedicato alla regina delle scienze umane)
- -- @Libri - Gruppo Forum (dedicato ai libri e alla lettura)
- -- @Psicologia - Gruppo Forum (dedicato a questa affascinante disciplina)
- -- @terremoti@poliverso.org (dedicato all'informazione sui terremoti)
- -- @Ingegneria - Gruppo Forum (dedicato a studenti ed ex studenti di ingegneria)
- -- @Eventi Linux - Gruppo Forum (per chi vuole dare notizia di eventi legati al mondo Linux)
- -- @Motori - Gruppo Forum (per gli appassionati di auto e moto)
- -- @Cucina ricette e ristoranti - Gruppo forum (dedicato a uno dei più frequenti argomenti di conversazione)




#NotiziePerLaScuola

Il film “Fuoricondotta”, diretto da Fabio Martina e realizzato con i ragazzi e le ragazze degli istituti scolastici “Ermanno Olmi” e “Sorelle Agazzi”, sarà disponibile in streaming il 17 marzo 2023.

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MADRE DI BONG JOON-HO


Una donna sola vive totalmente in funzione del figlio, un ragazzo problematico, senza lavoro e non pienamente autosufficiente. Un giorno il giovane viene accusato dell’omicidio di una ragazza. La madre fa di tutto per provare a scagionarlo. #cinema #korea @Film

iyezine.com/madre-di-bong-joon…



Guerre Digitali di Maria Teresa Taddeo


feddit.it/post/174945


Il podcast della filosofa Mariarosaria Taddeo, con particolare approfondimento sugli aspetti etici e quelli legati alla sicurezza nazionale


crosspostato da: feddit.it/post/174944

«Nell’epoca della rivoluzione digitale, le guerre digitali sono un fatto. Nella società contemporanea, una società digitale a tutti gli effetti, l’intero spettro delle attività belliche, dall’intelligence alle battaglie cinetiche, è supportato dal digitale.
C’è un legame diretto tra i valori e i diritti che caratterizzano una società e il modo in cui questa regola e affronta la guerra; per le guerre digitali questi valori e regole sono ancora tutti da chiarire.»

Ecco il podcast della filosofa Mariarosaria Taddeo, con particolare approfondimento sugli aspetti etici e quelli legati alla sicurezza nazionale
(segnalato nella newsletter #GuerrediRete)





Le lettere a un giovane poeta di Rainer Maria Rilke


kulturjam.it/editoria-narrazio…


#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



RED STAR HISTORICAL RESEARCH GROUP – L’IRRISOLTO E MISTERIOSO OMICIDIO DEL CASORETTO-


Il primo fatto storico del quale ci siamo occupati è quello che abbiamo definito “L’irrisolto e misterioso omicidio del Casoretto”, ovvero il doppio omicidio dei diciannovenni Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio”Iannucci uccisi da colpi di arma da fuoco il 18 marzo 1978 in via Mancinelli nel popolare quartiere Casoretto a Milano.

iyezine.com/lirrisolto-e-miste…




Dalla UK all'UE: il dramma silenzioso della crittografia E2E


Due proposte di legge in UK e UE (Online Safety Bill e Chatcontrol) rischiano di far fuggire le aziende che offrono servizi di comunicazione sicura, come Signal.

Il famoso software di comunicazione sicura, Signal, potrebbe cessare i suoi servizi in UK e — presumibilmente — anche in UE. Il motivo è una legge chiamata Online Safety Bill.

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Dell’Online Safety Bill abbiamo già parlato insieme, ma per i nuovi lettori e per gli smemorati facciamo un breve riassunto degli episodi precedenti per capire cosa diavolo sta succedendo.

La cura per la sorveglianza di massa? Privacy Chronicles: due volte a settimana, anche a digiugno.

Tutto iniziò quando nel 2020 USA, UK, Nuova Zelanda, Australia e Canada decisero di sottoscrivere un accordo internazionale chiamato “Voluntary Principles to Counter Online Child Sexual Exploitation and Abuse”. Il documento affrontava il delicato tema di come combattere la diffusione di immagini e video pedopornografici online, con alcune proposte e principi che avrebbero dovuto guidare l’azione internazionale.

Nello stesso periodo, anche l’UE decise di fare lo stesso, emanando una strategia copia-carbone di quell’accordo internazionale. Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea pubblicarono così tre proposte di legge per combattere la pedopornografia online: EARN IT (USA), Online Safety Bill (UK) e Chatcontrol (UE).

Il trittico oggi propone, più o meno con le stesse modalità, di sottoporre a sorveglianza di massa e analisi automatizzata dei contenuti (testo, immagini, video) tutte le nostre comunicazioni elettroniche, per “scovare” potenziali pedofili.

In base a queste leggi, aziende come Signal sarebbero chiamate a introdurre nei loro sistemi delle modalità di scansione dei messaggi e rimozione dei contenuti su richiesta delle autorità.

5877712Vuoi aiutare Privacy Chronicles? Dona qualche sat scansionando il QR Code con il tuo wallet LN preferito - oppure clicca qui!

Il problema è che per farlo potrebbero essere obbligate a indebolire i loro stessi sistemi di crittografia end-to-end (E2E) con backdoor o fantasiosi mezzi per individuare questi contenuti pedopornografici, come affermato anche dal Garante Privacy europeo la scorsa estate:

[…] potrebbe incidere pesantemente sulle scelte tecniche dei prestatori, soprattutto in considerazione del tempo limitato a loro disposizione per conformarsi a tale ordine e delle pesanti sanzioni cui andrebbero incontro qualora non vi si conformassero. In pratica ciò potrebbe indurre alcuni prestatori a cessare l’utilizzo della E2EE.


Ecco allora che le aziende saranno poste di fronte a un tremendo bivio: rispettare la legge, violando la privacy e libertà delle persone oppure fuggire per evitare pesanti sanzioni?

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Il Libretto Rosso di Matteo Renzi


Firenze, 10 marzo 2023.
Matteo Renzi sta passando un periodo non piacevolissimo.
Qualche giorno fa una certa Susanna Zanda gli avrebbe fatto presente che i tribunali civili non sono bancomat dai quali attingere per il proprio sostentamento. Un rimprovero piuttosto bonario che a Renzi è costato sedicimila euro. Sperava di incamerarne dieci volte tanti a spese di una importante gazzetta per cui è comprensibile che la cosa lo abbia lievemente contrariato.
Oggi invece è imputato come un brambilla qualsiasi per finanziamento illecito dei partiti.
Dicono che il boyscout di Rignano si sarebbe presentato in tribunale con una quarantina di libretti intitolati "Quaderno rosso per toga rossa".
Nel corso degli anni Renzi ha cercato di rottamare e sconfiggere i propri avversari politici.
Senza riuscirci.
Ha anche cercato di rottamare, sconfiggere e umiliare la base elettorale di un partito storico.
Riuscendoci benissimo.
Adesso ha adottato fin nei dettagli tutte le mosse propagandistiche del vecchio ricco che aspira a sostituire.
Un processo in atto da almeno dieci anni, di cui queste mosse non rappresentano altro che gli ultimi ritocchi.
Coi suoi quaderni rossi il boyscout di Rignano intende verosimilmente fare il verso alle Citazioni dalle opere del Presidente Mao Zedong, che servirono da ispirazione per la Rivoluzione Culturale.
Un periodo in cui molti ben vestiti e molti ben nutriti andarono incontro a difficoltà parecchio più serie di quelle con cui deve vedersela lui.

In tribunale con certe accuse non ci si deve finire, e basta.
Il fatto che nello stato che occupa la penisola italiana la magistratura sia incontestabile solo quando si occupa di scippatori, zingari, clandestini e piccoli spacciatori da cui si riforniscono i non ricchi è uno dei moltissimi motivi che ne rende ripugnanti gli ambienti del democratismo rappresentativo agli occhi di chiunque abbia un minimo di rispetto di sé.

Aggiornamento del 13 marzo 2023. Pare Matteo Renzi abbia ottenuto un successo importante, togliendo di tasca cinquecento euro a una pensionata che lo aveva insultato sul Libro dei Ceffi.
Proprio qualcosa di cui andare fieri.



The Queen Is Dead Volume 89 : Enbor Arnasa\Misanthropik Torment\Shores Of Null


The Queen Is Dead Volume 89 : Enbor Arnasa\Misanthropik Torment\Shores Of Null
@Musica Agorà
#metal #musica

iyezine.com/enbor-arnasamisant…

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News da Marte #12 | Coelum Astronomia

"Dopo alcuni mesi di assenza da queste cronache è il momento di raccontare cosa sta facendo Curiosity, impegnato in nuove scoperte ed esplorazioni."

coelum.com/articoli/news-da-ma…

#12


The Green/Digital/Society è una conferenza che riunisce attori chiave che discutono di ecologia, tecnologia, diritti umani e politica in Europa.

@Pirati Europei

La crisi climatica e l'ascesa della tecnologia dell'informazione sono profondamente intrecciate , sebbene ci siano pochissime discussioni pubbliche su questa relazione. La grande tecnologia nega, è troppo seria per i media mainstream e i governi non ne sono consapevoli o ne sono corrotti.

Sebbene la tecnologia sia spesso promossa come la soluzione ai problemi ambientali, le prove dimostrano che la sua crescita vertiginosa, la produzione di massa di dispositivi e infrastrutture, la massiccia raccolta di dati e il capitalismo della sorveglianza estraggono duramente risorse dalla Terra, creando conflitti umani su terra, acqua, energia e informazioni .

Se sei un attivista per i diritti ambientali o digitali, un ricercatore, un decisore politico, un membro della comunità o semplicemente un essere umano preoccupato della regione SEE o dell'Europa, unisciti alla discussione sulle sfide attuali e sui potenziali piani di difesa per il futuro su questioni all'intersezione della politica verde , diritti umani e tecnologia.

Qui il programma con più informazioni sull'evento

Domande: info@sharedefense.org



Il 27 febbraio vi ho raccontato dei clandestini italiani che pur sapendo di rischiare la vita cercavano di attraversare il confine francese alla ricerca di una vita migliore. Le guide li chiamavano “fenicotteri” perché sapevano che prima o poi avrebb


Il 27 febbraio vi ho raccontato dei clandestini italiani che pur sapendo di rischiare la vita cercavano di attraversare il confine francese alla ricerca di una vita migliore.
Le guide li chiamavano “fenicotteri” perché sapevano che prima o poi avrebbero spiccato il volo.

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Sapevano che “sperdutosi il tratturo dei Sette Cammini tra le erbe e la pietraia li aspettava il volo verso la morte".
Questa sera vi parlerò dei viaggi della speranza di milioni di italiani verso le Americhe.

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Spesso su navi carretta di terza classe
Non erano certo barchini o carrette del mare, ma quei viaggi della speranza erano veramente sicuri?
E allora una domanda sorge spontanea.
Perché avevano tutti una paura folle di salire su quelle navi e fare quel viaggio?
Giudicate voi.

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Furono milioni gli emigranti italiani che si imbarcarono su navi e piroscafi obsoleti e fatiscenti in rotta verso le Americhe.
Erano chiamati “vascelli della morte” perché avevano molti anni di navigazione.
Partivano, stipati, senza nessuna certezza di arrivare a destinazione.

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Molti emigranti non avevano mai visto una nave. Paura, ansia, angoscia, batticuore, seguiti da tanta malinconia, erano i sentimenti che provavano mentre salivano su quelle navi.
Seppur a conoscenza del rischio altissimo di non arrivare vivi, niente li avrebbe potuti fermare.

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Anno 1884 - Sul "Matteo Brazzo" c’erano 1.333 passeggeri in condizioni igieniche precarie.
Ci fu un’epidemia di colera con venti morti e centinaia di ammalati.
La nave fu respinta prima dal Brasile e poi respinta a cannonate a Montevideo per il timore di contagio.

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Argentina e Uruguay vietarono per un certo periodo l’approdo a navi italiane.

Anno 1888 - Sul "Carlo Raggio", una nave da carico trasformata in trasportare emigranti, ci furono 18 morti per fame nel suo primo viaggio.
E nel 1894, sempre sulla stessa nave che aveva imbarcato 1.400 emigranti a Napoli, scoppiò un’altra epidemia di colera.
Il contagio si estese rapidamente obbligando il comandante a dare l’ordine di gettare i morti in mare. I morti furono 206.
La nave fu rispedita in Italia.

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Nel 1888 sul "Cachar" morirono 34 italiani per fame e asfissia

Nel 1889 - Sul "Frisia 27 i morti italiani per asfissia.

Sul "Parà" 34 italiani morti di morbillo.

Nel 1893 - Sul "Remo" 96 morti italiani per colera e difterite

Nel 1894 - Sul "Vincenzo Florio" 20 morti italiani

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Utopia era un piroscafo inglese.
Era partito da Trieste e aveva fatto scalo a Napoli. Aveva a bordo 3 passeggeri di prima classe, 3 clandestini, 60 membri dell’equipaggio e 813 emigranti.

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Era il 17 marzo 1891 quando davanti al porto di Gibilterra, con tempo pessimo e visibilità ridotta, sbagliò manovra e andò a sbattere contro una corazzata alla fonda e colò a picco in pochi minuti.
I morti, quasi tutti italiani, furono 576.

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“Le grida si udivano da lontano. I poveri emigranti, pazzi dal terrore, facevano ressa dalla parte dove il bastimento era ancora fuori d’acqua […] Repente, un terribile colpo di mare mandò in pezzi tutta questa parte del piroscafo”.


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Il 4 luglio 1898 furono 549 i morti (moltissimi dei quali italiani) nella tragedia della "Bourgogne" al largo della Nuova Scozia in seguito a una collisione.
Il comandante finì sotto inchiesta.
Quasi tutti i superstiti erano membri dell’equipaggio.


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Nel 1905 sul piroscafo "Città di Torino" morirono 45 italiani sui 600 imbarcati.

Il 4 agosto 1906 centinaia (nessuno conosce la cifra esatta perché a bordo c’erano molti clandestini) furono gli emigrati italiani vittime del naufragio del "Sirio" in Spagna.

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25/10/1927 - 314 morti (secondo la conta ufficiale, ma le vittime furono almeno il doppio) nel naufragio al largo del Brasile del piroscafo "Principessa Mafalda".
Ricordato come il "Titanic italiano".
Era il suo ultimo viaggio.
Aveva alle spalle 20 anni di mancata manutenzione.

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“Il panico si manifestò particolarmente fra le donne e i bambini. Le donne con i bambini aggrappati alle gonne squarciavano l’aria con i loro urli. I passeggeri di terza classe invasero il ponte di seconda. Subito dopo avvennero due nuove esplosioni e la nave affondò”

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Milioni di emigranti italiani cercarono lontano un futuro migliore.
Molti ce la fecero, molti annegarono, molti morirono di malattie.
Per molti di loro un futuro migliore rimase solo un sogno.

Per non dimenticare.

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Link al thread originale



Grazie alla partnership tra Better World Books e Internet Archive, i libri che le biblioteche non possono più conservare, possono essere resi accessibili alle generazioni a venire


È il classico dilemma del bibliotecario: poiché nessuna biblioteca dispone di spazio di archiviazione illimitato, ogni biblioteca deve gestire attentamente la propria collezione fisica e ciò significa rimuovere i libri per fare spazio a quelli nuovi.

@L’angolo del lettore

Da quando hanno formato una partnership globale per l'alfabetizzazione nel 2019, Better World Books (BWB) e Internet Archive hanno offerto alle biblioteche un percorso unico per garantire che i libri di cui non hanno più bisogno nelle loro collezioni possano essere conservati e resi accessibili alle generazioni a venire.

Il servizio fornito da BWB è importante per le biblioteche. BWB raccoglie libri usati da biblioteche, librai, college e università in sei paesi, che vengono poi rivenduti online, donati o riciclati. Ad oggi, Better World Books ha donato oltre 35 milioni di libri in tutto il mondo, ha raccolto quasi 34 milioni di dollari per biblioteche e alfabetizzazione e ha salvato più di 450 milioni di libri dalle discariche. Attraverso la partnership con Internet Archive, BWB ha donato più di un milione di libri ogni anno per la conservazione e la digitalizzazione, per un totale di 4 milioni di libri fino ad oggi.

@Libri - Gruppo Forum

Il post dal blog di Internet Archive

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in reply to Franc Mac

Mi sembra un'ottima iniziativa!

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Gli eurodeputati svolgono secondi lavori e, anche se questo è perfettamente legale, eticamente è discutibile, soprattutto dopo lo scandalo Qatargate

@Politica interna, europea e internazionale

È un segreto di Pulcinella che numerosi eurodeputati, in particolare avvocati qualificati, stanno svolgendo un lavoro aggiuntivo retribuito.

I casi dell'eurodeputato polacco Radosław Sikorski, di Angelika Niebler e Rainer Wieland del PPE o quello del potentissimo Axel Voss che sta scontando il suo terzo mandato come legislatore europeo, sta elaborando leggi cruciali sulla due diligence aziendale e sull'intelligenza artificiale ed è stato fondamentale per l'approvazione del regolamento sulla protezione dei dati dell'UE, il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).

Il post di Sarah Anne Aarup su Politico

Axel Voss, al suo terzo mandato come legislatore europeo, sta elaborando leggi cruciali sulla due diligence aziendale e sull'intelligenza artificiale | Frederick Florin/AFP tramite immagini Getty

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Fr.#21 / Di truffatori e complottisti


Nel frammento di oggi: Polli d'allevamento e nudging / Emissioni CO2 e la ricarica dell'iPhone / I complottisti secondo Repubblica

Come polli d’allevamento


Ieri ho fatto una chiacchierata insieme a Francesco Carbone, nel suo podcast “Il Truffone”.

Un’oretta estremamente piacevole passata a discutere principalmente di sorveglianza digitale e identità digitale. Centrale il concetto di nudging, cioè quei meccanismi opachi che portano a standardizzare i comportamenti umani e renderli prevedibili. Un concetto estremamente potente che quando arriva sulle scrivanie dei ministeri e dei pianificatori centrali si trasforma in uno strumento di ingegneria sociale delle masse.

Ascolta Il Truffone ep. 221

Ogni tentativo, da parte dello Stato, di razionalizzare, semplificare e standardizzare la società ha sempre portato alla creazione di forze autoritarie, che spesso sfogano in veri e propri totalitarismi e tragedie umane.

E poi abbiamo parlato anche di come funziona Substack e del motivo che mi ha portato a sceglierlo. La chiusura, in bellezza, su Bitcoin: spenderlo o non spenderlo?

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Devi ricaricare l’iPhone? Sì, ma mettiti in fila…


L’aggiornamento iOS 16.1 ci ha portato una nuova funzionalità che per un momento placherà, forse, la sete di sangue degli eco-socialisti. Pare infatti che gli iPhone siano ora in grado di ottenere una previsione in tempo reale delle emissioni di CO2 nella zona in cui si trova il dispositivo, per attivare o disattivare la ricarica in base a queste.

234065

In sostanza: se la rete elettrica nella tua zona sta inquinando “troppo”, il tuo iPhone smette di caricarsi. Se invece sta inquinando “poco”, allora puoi ricarcare. La funzione è attiva by default e — per ora è attiva solo per gli utenti degli Stati Uniti e può essere disattivata.

Che dire, credevo che i lockdown energetici sarebbero arrivati dalla fonte, e invece pare che saranno i nostri dispositivi a impedirci la ricarica. Sarà certamente molto interessante quando sistemi del genere saranno connessi a identità digitale e conto bancario — pardon, wallet CBDC. I soliti noti vi diranno che è giusto così. Che anche ricaricare il telefono è una questione di responsabilità sociale. E in fondo, devi anche meritartelo…

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Smettetela di fare i complottisti!

L'ultimo delirio dei negazionisti climatici: le città da 15 minuti solo per segregare le masse. I complottisti accusano: "Altro che smog: volete solo controllarci"

È inutile che ci giriamo intorno. Siamo tutti dei maledetti complottisti. Così scrive Jaime D’alessandro su Repubblica: tutto quello che vi ho detto è falso. Non c’è alcun desiderio di controllarci e limitare sempre di più le nostre libertà. I quartieri chiusi da cui non si può entrare e uscire liberamente sono per il nostro bene; per avere una metropoli più equa e sostenibile.

5834838Se ci tieni a leggere l’articolo…

All’autrice dell’articolo non posso rispondere se non con la Scommessa di Pascal:

“Esaminiamo allora questo punto, e diciamo: “Un piano per sorvegliare, controllare e soggiogare la popolazione mondiale esiste o no?” Ma da qual parte inclineremo? La ragione qui non può determinare nulla: c'è di mezzo un caos infinito.

All'estremità di quella distanza infinita si gioca un giuoco in cui uscirà testa o croce. Su quale delle due punterete? Secondo ragione, non potete puntare né sull'una né sull'altra; e nemmeno escludere nessuna delle due. Non accusate, dunque, di errore chi abbia scelto, perché non ne sapete un bel nulla.

[…] Avete due cose da perdere, il vero e il bene, e due cose da impegnare nel giuoco: la vostra ragione e la vostra volontà, la vostra conoscenza e la vostra beatitudine; e la vostra natura ha da fuggire due cose: l'errore e l'infelicità.

Mettiamola così: se ho ragione io, probabilmente non finirò ghettizzato in una metropoli piena di telecamere, riconoscimento biometrico, identità digitale e social scoring pure per pisciare il cane e divieto di possesso di qualsiasi tipo di proprietà privata. L’autrice di Repubblica invece sarà lì a contare i punti che le rimangono sul wallet con l’iPhone che non si carica.

Se invece ha ragione lei e siamo dei poveri complottisti, vivremo tutti felici e contenti nel miglior mondo possibile. Fate la vostra scommessa, amici. Perché come disse Ayn Rand: puoi ignorare la realtà, ma non puoi ignorare le conseguenze dell’aver ignorato la realtà.

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Meme del giorno


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Citazione del giorno

“Non importa ciò che dice la stampa. Non importa ciò che dicono i politici o le masse. Non importa se l'intero Paese decide che qualcosa di sbagliato è qualcosa di giusto.

Quando le masse, la stampa e il mondo intero ti dicono di muoverti, il tuo compito è di piantarti come un albero accanto al fiume della verità e dire a tutto il mondo —

'No, muovetevi voi.’

Captain America

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Una biblioteca moderna e aperta a tutti: nasce la #PoliLibrary
Un servizio per l'intera comunità all'interno del Politecnico di Bari
rainews.it/tgr/puglia/video/20…
in reply to Franc Mac

Una biblioteca intelligente, dove prendere e restituire libri in piena autonomia. Ma soprattutto una biblioteca aperta a tutti. Perché la PoliLibrary, il nuovo polo culturale all'interno del Politecnico di Bari, non sarà riservata ai soli studenti.


Il @GPDP_IT ha annunciato l’avvio di una campagna di comunicazione istituzionale, denominata “Finalmente un po’ di #privacy“, finalizzata alla promozioni dei temi della protezione dei dati, della privacy e dell’educazione digitale.
in reply to Franc Mac

L’obiettivo della campagna è informare i cittadini su alcune situazioni quotidiane e comportamenti che possono avere conseguenze sulla privacy. Il Garante, impersonato da un attore negli spot televisivi, spiega i pericoli e indica come limitare i rischi.
garanteprivacy.it/finalmente-u…

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L’ora dei carosElly | La Fionda

«Poco importa se poi tra il dire “cose di sinistra” e il farle sul serio, c’è di mezzo il mare. Poco importa se l’orizzonte resta sempre quello di un riformismo buono per ogni stagione, in cui la rappresentanza degli interessi dei ceti subalterni rimane confinata in una vaga lotta alle diseguaglianze che negli ultimi anni ha prodotto risultati pressoché nulli. Poco importa se il primato del mercato e il credo atlantista non siano sostanzialmente in discussione. Se i proclami di voler porre un freno alla precarietà arrivino dopo quindici anni di scelte liberiste ed antipopolari, se la guerra va alimentata con nuove armi “finché ci sarà bisogno”. E nulla conta neppure il fatto che fino all’altroieri l’autonomia differenziata, un progetto che potrebbe scardinare l’unità nazionale del paese, piacesse tanto alla neo-segretaria quanto al suo sfidante, quasi al pari dei governatori di centrodestra.»

lafionda.org/2023/03/08/lora-d…



Ucraina: nove anni di guerra e di menzogne | AFV

«Mentre i media occidentali hanno celebrato il falso storico del “primo anniversario della guerra”, sono in realtà nove anni che il popolo ucraino è vittima delle politiche criminali del proprio governo, controllato dai burattinai occidentali e dalle milizie neonaziste.»

ancorafischiailvento.org/2023/…



INTERVISTA A TAMARA ESSENZA E A MR FA


Oggi presentiamo TAMARA ESSENZA e MR FA. Salve a tutti sono tamara_essenza, questo è un nome inventato. Penso tantissimo, sento tantissimo, ho amato tre volte nella vita, adoro gli animali.

iyezine.com/intervista-a-tamar…

#arte #dipinti