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Romeo e Manetta


Alfredo Romeo, imprenditore, fu arrestato nel marzo del 2017, per una faccenda di gare e corruzione. Fu tenuto agli arresti cinque mesi, di cui tre in carcere. Poi la giustizia stabilì, dopo cinque mesi, che non esistevano ragioni di custodia cautelare. N

Alfredo Romeo, imprenditore, fu arrestato nel marzo del 2017, per una faccenda di gare e corruzione. Fu tenuto agli arresti cinque mesi, di cui tre in carcere. Poi la giustizia stabilì, dopo cinque mesi, che non esistevano ragioni di custodia cautelare. Nel frattempo era ogni giorno su tutti i giornali e centinaia di volte al giorno in tele e radiogiornali. Adesso, ancora una volta, è stato assolto. Perché il fatto non sussiste.
Vi propongo l’elenco dei colpevoli:
1. l’informazione che strilla l’accusa e nasconde l’assoluzione, facendo del colpevolismo lo spettacolo per vendere e avanzare;
2. la giustizia in cui fa carriera anche chi fa arrestare innocenti e perde i processi;
3. i cittadini che dicono: ci sono le prove, la prossima volta ci pensi prima. Mentre passa per complice chi dice: se ci sono le prove lo portino a processo, in carcere si va dopo la condanna.
Per non perdere il vizio: Eva Kaili sia processata, ma la carcerazione lontana dalla bambina di 22 mesi è una barbarie inaccettabile.

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FABBRI E’ INFLUENZATO, RINVIATA LA LECTIO MAGISTRALIS IN PROGRAMMA DOMANI PER LA SCUOLA DI LIBERALISMO DELLA FONDAZIONE LUIGI EINAUDI


Tra i tre milioni e mezzo di italiani colpiti, in queste settimane, dall’influenza australiana, c’è anche Dario Fabbri, l’esperto di geopolitica atteso domani a Teramo, per la lectio magistralis prevista nel programma della scuola di Liberalismo della Fon

Tra i tre milioni e mezzo di italiani colpiti, in queste settimane, dall’influenza australiana, c’è anche Dario Fabbri, l’esperto di geopolitica atteso domani a Teramo, per la lectio magistralis prevista nel programma della scuola di Liberalismo della Fondazione Luigi Einaudi. Fabbri ha informato questa sera il responsabile della sede abruzzese della Fondazione, Alfredo Grotta, comunicandogli, con vivo dispiacere, l’impossibilità di partecipare all’incontro previsto per le 17 alla Sala Polifiunzionale. Inevitabile dunque il rinvio della Lectio magistralis sul tema “DOMINO: quale nuovo ordine mondiale?” alla prossima data possibile.

certastampa.it

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Perù: la repressione fa 47 morti. Governo indagato per genocidio


In un mese la repressione delle proteste popolari contro la destituzione dell'ex presidente di sinistra Pedro Castillo ha provocato 47 morti. La Procura Nazionale indaga la presidente Boluarte e il governo per genocidio. Dal carcere Castillo accusa gli Us

di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 12 gennaio 2023 – La repressione delle manifestazioni scatenate dall’arresto di Pedro Castillo dopo il fallimento dell’autogolpe tentato dall’ex presidente il 7 dicembre ha provocato un bagno di sangue.
Nell’ultimo mese sono state almeno 47 le vittime della violenza; l’ultima strage, la più sanguinosa, è stata compiuta dalle forze di sicurezza a Juliaca, nel dipartimento di Puno. Il bilancio provvisorio è di 18 vittime, ma potrebbe aumentare visto l’alto numero di feriti gravi.
Gli agenti e i militari incaricati di “ripristinare l’ordine” hanno sparato ad altezza d’uomo, riferiscono i testimoni, contro i manifestanti scesi in piazza per chiedere le dimissioni di Dina Boluarte – la numero due di Castillo designata presidente dopo l’arresto di quest’ultimo – lo scioglimento del parlamento e l’indizione di elezioni anticipate.
Inizialmente, la prima presidente donna del Perù aveva promesso di indire nuove elezioni a dicembre del 2023, ma il Congresso ha respinto la proposta posticipando il voto, forse, al 2024.
Da quel momento le proteste sono riprese con forza – tutti i sondaggi indicano che la stragrande maggioranza della popolazione vuole tornare alle urne il prima possibile – e la repressione sembra farsi sempre più dura. D’altronde, per il governo di Lima, le manifestazioni costituiscono la prosecuzione del «colpo di stato» maldestramente tentato dal leader della sinistra per evitare la destituzione.

La parabola dell’ex maestro di sinistra
Il 7 dicembre Castillo ordinò lo scioglimento del Congresso e la formazione di un “governo di emergenza”, con l’idea di chiamare il paese a elezioni anticipate e di forzare una riforma radicale del potere giudiziario. Quest’ultimo, controllato dagli ambienti conservatori e reazionari, ha sistematicamente boicottato la presidenza provocando non pochi problemi ad una compagine comunque raffazzonata. Anche il tentativo di Castillo di sottrarsi all’ennesimo tentativo di destituzione da parte dell’opposizione parlamentare è apparso improvvisato e privo dei necessari sostegni. Dopo la rinuncia e la condanna dei suoi stessi ministri, Castillo si è diretto all’ambasciata messicana a Lima per chiedere asilo, ma è stato arrestato dalla sua stessa scorta.
La vittoria del maestro rurale di origini indigene a capo di una coalizione di sinistra nel 2021 aveva bloccato l’elezione di Keiko Fujimori – figlia dell’ex dittatore di origini giapponesi Alberto Fujimori, tuttora in carcere per crimini contro l’umanità – e aveva destato grandi aspettative tra i movimenti indigeni e popolari da sempre ai margini della vita politica del paese. La sua promessa di una riforma radicale del sistema politico ed economico del Perù gli aveva garantito la vittoria, per quanto di misura, sui candidati della destra, ma il suo mandato si è rivelato un fallimento, sia per le contraddizioni e le divisioni interne alla sua compagine sia per l’impossibilità di governare un paese dominato da una élite allergica ad ogni cambiamento. Non solo i media (per lo più di proprietà del gruppo privato El Comercio) e i massimi organi giudiziari hanno mosso contro Castillo un’implacabile guerra, ma pezzi consistenti della sua stessa maggioranza parlamentare hanno portato avanti un sistematico ostruzionismo – compreso il suo partito, “Perù Libre”, che lo ha addirittura espulso – impedendo alla presidenza di varare almeno alcune delle riforme sociali ed economiche promesse. L’incompetenza e la discutibilità morale del personale politico scelto da Castillo per governare il paese e le trappole disseminate dalla destra hanno fatto il resto, provocando una crisi di governo permanente e le dimissioni di decine tra premier e ministri nel giro di poco più di un anno.

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La piazza vuole l’Assemblea Costituente
Appare indicativo il fatto che a guidare la svolta reazionaria e la repressione sia ora, dopo l’arresto di Castillo, la sua ex vice, Dina Boluarte, un’avvocatessa sessantenne con scarsa esperienza politica ed eletta nelle fila del partito di sinistra “Perù Libre”, ma che ora sembra offrirsi all’oligarchia peruviana come il baluardo della restaurazione politica.
Ma, dopo la relativa pausa in occasione delle feste di fine anno, le proteste popolari sono riprese con vigore il 4 gennaio, con l’indizione di uno sciopero generale ad oltranza che sta paralizzando soprattutto il sud del paese dove più forte è la presenza delle popolazioni aymara e dove più massiccio era stato il voto per Castillo. Blocchi stradali, occupazioni e scontri sono segnalati in diversi dipartimenti, soprattutto a Puno, Arequipa e Tacna. Particolarmente forti sono stati gli scontri registrati ieri tra indigeni che tentavano di occupare l’aeroporto di Cuzco e la polizia. Se non basterà, avvisano i manifestanti, verrà organizzata una grande marcia su Lima per assediare il governo e le sedi istituzionali.
Le organizzazioni popolari e parte delle sinistre continuano a chiedere la rinuncia di Boluarte e l’elezione di un’Assemblea Costituente che riscriva una Magna Charta che blinda il neoliberismo. Una richiesta fatta propria dal governatore del dipartimento di Puno, Richard Hancco, che dopo la strage di lunedì ha indetto tre giorni di lutto. Da parte sua il primo ministro Alberto Otárola ha imposto nel dipartimento andino tre giorni di coprifuoco notturno.

La strage di Juliaca
Nel frattempo però la conta dei morti e dei feriti aumenta, mentre ogni giorno si contano centinaia di arresti. La vittima più giovane è un’adolescente di soli 17 anni, Yamileth Aroquipa, studentessa di psicologia e volontaria in un rifugio per animali abbandonati. È stata uccisa a Juliaca, città nel sudest alla frontiera con la Bolivia. Tra le vittime ci sono Marco Antonio Samillan, un neurochirurgo colpito alla testa mentre tentava di soccorrere un ferito; Gabriel Omar López, 35 anni, venditore ambulante di gelati; Roger Cayo, 22 anni, studente di meccanica.
Contro i circa 9000 manifestanti disarmati che lunedì sera assediavano il locale aeroporto, raccontano i media locali, la Polizia Nazionale ha usato addirittura dei proiettili esplosivi. Il dottor Enrique Sotomayor, responsabile della terapia intensiva dell’ospedale Carlos Monge Medrano di Juliaca, ha riferito ai media locali che quasi tutti i cadaveri e i feriti arrivati nel nosocomio erano stati colpiti da proiettili di armi da fuoco abbastanza potenti da danneggiare gravemente gli organi interni.
Inferociti dalla caccia all’uomo seguita alla strage, alcuni manifestanti hanno incendiato una volante della polizia, causando la morte di un agente.

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Presidente e governo indagati per strage
Dopo le proteste e le denunce contro la brutalità della polizia e dell’esercito, mobilitato grazie allo stato d’emergenza proclamato dalle autorità, la Procura Generale di Lima ha aperto un’indagine per “genocidio” (strage), omicidio e lesioni gravi contro la presidente, il premier Otárola – che ha appena ottenuto la fiducia con 73 voti a favore e 43 contro – e i ministri degli Interni Victor Rojas e della Difesa Jorge Chavez. L’indagine coinvolge anche il primo premier incaricato da Boluarte, Pedro Angulo e l’ex ministro dell’Interno, Cesar Cervantes, e alcuni alti funzionari di polizia, fra cui il capo della regione di Ayacucho, Antero Mejia Escajadillo ed il comandante della seconda brigata di fanteria militare di Ayacucho, Jesus Vera Ipenza.
Gli indagati si difendono accusando Castillo, condannato a 18 mesi di carcere preventivo per cospirazione e ribellione, di manipolare i manifestanti, additati come terroristi e delinquenti. Boluarte, in particolare, ha denunciato la “sinistra radicale” come istigatrice alla sovversione violenta dell’ordine costituzionale. La stampa di destra e alcuni esponenti del governo hanno anche puntato il dito contro il narcotraffico e contro l’ex presidente socialista boliviano Evo Morales, al quale lunedì scorso Lima ha vietato l’ingresso nel paese e che ora viene accusato di essere tra gli organizzatori occulti delle proteste.

Castillo accusa Washington
Dal carcere l’ex presidente Castillo accusa il governo di «massacrare la popolazione indifesa», attribuendo la repressione agli Stati Uniti, interessati a riconquistare il controllo delle risorse minerarie del paese. Scrive l’ex maestro in una lettera scritta a mano: «La visita dell’ambasciatrice degli Stati Uniti (Lisa Kenna) al Palazzo non è gratis, e neanche a favore del Paese. È stata compiuta per dare l’ordine di portare l’esercito nelle strade e massacrare il mio popolo indifeso». Poco dopo la pubblicazione del messaggio dell’ex presidente, l’Ambasciata di Washington a Lima ha pubblicato una breve nota nella quale ribadiva il «rispetto» della Casa Bianca per le «istituzioni democratiche del Perù» rilanciando «un appello alla pace e all’unità».

Sulla situazione in Perù è intervenuto anche il primo presidente di sinistra della Colombia. «Ciò che sta avvenendo in Perù è un massacro contro la popolazione. Una soluzione politica e pacifica è essenziale. Fermare la morte e sedersi a parlare. Il sistema interamericano dei diritti umani deve agire con urgenza» ha scritto Gustavo Petro in un tweet.

Intanto, la concessione dell’asilo politico da parte del Messico a Lilia Paredes, moglie di Castillo, e i suoi due figli Arnold e Alondra, ha reso tesi i rapporti tra Lima e Città del Messico. Il governo peruviano ha dichiarato persona non grata l’ambasciatore messicano Pablo Monroy a causa delle «continue ingerenze della missione diplomatica negli affari interni del paese». – Pagine Esteri

4782361* Marco Santopadre, giornalista e scrittore, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.

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#uncaffèconLuigiEinaudi☕ – Cadde infatti la Francia monarchica…


Cadde infatti la Francia monarchica, che tutta si incentrava a Versailles, come prima era caduto l’impero romano che tutto si incentrava in Cesare, come rovineranno in futuro tutte le società che si diano interamente ad un uomo o ad un idolo. da Liberal
Cadde infatti la Francia monarchica, che tutta si incentrava a Versailles, come prima era caduto l’impero romano che tutto si incentrava in Cesare, come rovineranno in futuro tutte le società che si diano interamente ad un uomo o ad un idolo.


da Liberalismo, “L’Italia e il secondo Risorgimento”, 29 luglio 1944

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fondazioneluigieinaudi.it/unca…



Quando la Storia divide anziché unire


Colpisce, a proposito di certi avvenimenti intorno alla fine dell’anno l’abisso culturale in cui accadono, ma specialmente la distanza siderale dalla realtà che rivelano nel loro ‘avvenire’. Mi riferisco ad un episodio in particolare: la richiesta del Governo egiziano a quello inglese di restituzione della ‘Stele di Rosetta’. Si tratta, come tutti ben sanno, di […]

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AFGHANISTAN. Ancora un attentato kamikaze a Kabul: 5 morti e decine di feriti


Oltre 40 ricoverati nell’ospedale di Emergency, che allestisce anche cucine e sala mensa per accoglierli. L’esplosione non è stata ancora rivendicata da nessuna organizzazione. L'articolo AFGHANISTAN. Ancora un attentato kamikaze a Kabul: 5 morti e decin

di Valeria Cagnazzo

Pagine Esteri, 11 gennaio 2022 – E’ di almeno 5 morti e decine di feriti il bilancio dell’attentato kamikaze che nel pomeriggio dell’11 gennaio, alle ore 16.00 afghane, ha colpito Kabul, a pochi passi dal Ministero degli Esteri. Secondo l’agenzia di notizie Reuters, Ustad Fareedun, un funzionario del ministero della comunicazione del governo dei talebani, avrebbe parlato addirittura di 20 morti, numero rilanciato pochi minuti dopo anche da Al Jazeera. Il funzionario avrebbe, inoltre, dichiarato che l’obiettivo iniziale dell’attentatore suicida sarebbe stato quello di introdursi direttamente nella sede del Ministero.

Il centro chirurgico per vittime di guerra di Emergency, l’ONG fondata nel 1994 da Gino Strada e Teresa Sarti e attiva da oltre 20 anni nel Paese, ha ricevuto finora 40 feriti. “Fino ad ora abbiamo ricevuto oltre 40 pazienti in ospedale, difficile stilare un bilancio, le attività sono ancora in corso – ha dichiarato Stefano Sozza nel comunicato diffuso sui canali ufficiali dell’organizzazione – Si tratta della prima mass casualty del 2023, ma di certo da inizio 2022 una di quelle con più pazienti. Tanto che abbiamo dovuto predisporre letti anche nelle cucine e nella sala mensa”. Nel 2022, le mass casualties gestite nell’ospedale erano state 29, per un totale di 380 pazienti.

🔴 #Kabul #Esplosione vicino al Ministero degli Affari Esteri, oltre 40 feriti ricevuti finora nel nostro ospedale. “Bilancio delle vittime ancora in divenire, predisposti letti anche nelle cucine e nella sala mensa” Leggi ⬇️ t.co/Vu9UqXqw57

— EMERGENCY (@emergency_ong) January 11, 2023


Nonostante la propaganda talebana rivendichi una maggiore sicurezza nel Paese e una riduzione del numero degli attentati dall’agosto 2021 ovvero dalla partenza delle truppe alleate, gli atti terroristici continuano a mietere vittime in Afghanistan. Decine di attacchi armati sono stati rivendicati dallo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isil).

Nel mese di dicembre, cinque uomini d’affari cinesi erano stati feriti in un agguato di uomini armati in un rinomato hotel di Kabul. Nello stesso mese, un attentato aveva colpito l’ambasciata del Pakistan, un episodio che le autorità pakistane avevano denunciato come un “tentato omicidio” del loro ambasciatore. Si tratta solo degli ultimi attentati rivendicati dall’Isil. Anche il Ministero degli interni di Kabul e l’ambasciata russa erano stati colpiti nei mesi precedenti.

Secondo il rapporto sulla protezione dei civili nei conflitti armati pubblicato nel luglio 2022 da UNAMA, la Missione di Soccorso delle Nazioni Unite in Afghanistan, in dieci mesi, tra la metà di agosto 2021 e la metà di giugno 2022, le vittime civili di attacchi terroristici nel Paese sarebbero state 2106, delle quali 700 morti. La maggior parte degli attentati, anche secondo UNAMA, sarebbero attribuibili all’Isil e molto frequentemente rivolti contro stranieri o contro minoranze etniche.

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VIDEO. Scarcerato dopo 40 anni Karim Younis. Ministro chiede revoca cittadinanza israeliana


Era il detenuto palestinese da più tempo in prigione. Aveva ucciso nel 1980 un soldato. Il ministro dell'interno Arie Deri vuole revocargli la cittadinanza, provvedimento che potrebbe poi portare all'espulsione. Intanto ieri a Balata ucciso un altro adole

di Michele Giorgio –

Pagine Esteri, 5 gennaio 2022 – Accolto da decine di parenti e conoscenti, Karim Younis questa mattina poco dopo le 5 è stato scarcerato e, dopo 40 anni, è tornato a casa ad Arara in Galilea e si è poi recato a far visita alla tomba della madre scomparsa nei mesi passati.

Cittadino israeliano, Younis assieme a due parenti – Maher e Sami Younis – nel 1980 uccise un soldato israeliano, Avraham Bromberg. Condannato a morte, pena poi commutata in 40 anni di carcere, Karim Younis è stato spesso negli elenchi di detenuti politici palestinesi da liberare sulla base di accordi con Israele per lo scambio di prigionieri. Le autorità israeliane hanno sempre respinto la possibilità di una sua scarcerazione anticipata. Considerato un simbolo da tanti palestinesi per la sua lunga prigionia, Younis potrebbe vedersi revocata la sua cittadinanza israeliana se sarà accolta dai giudici la richiesta in quella direzione formulata dal neo-ministro dell’interno Arie Deri.

Intanto la scorsa notte è salito a quattro il bilancio dall’inizio dell’anno di palestinesi uccisi durante incursioni dell’esercito israeliano nei centri abitati cisgiordani. Nel campo profughi di Balata (Nablus) un ragazzo di 16 anni, Amer Abu Zaitun, è stato colpito alla testa da un proiettile sparato, denunciano i palestinesi, da soldati israeliani. Secondo la versione dell’esercito invece l’adolescente sarebbe stato ucciso da un colpo vagante nel fuoco incrociato tra forze israeliane e combattenti palestinesi “durante l’arresto di un ricercato”.

youtube.com/embed/HwnlpS5WWRM

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Si è concluso oggi il viaggio istituzionale del Ministero dell’Istruzione e del Merito a Cracovia, in Polonia, in vista della Giornata della Memoria. Hanno partecipato anche le studentesse e gli studenti dell’Istituto “Giovanni Bertacchi” di Lecco.


@Friendica Support Good evening everyone! I just noticed an anomaly that I haven't been able to fix. In fact, I noticed that friendica's posts are displayed on mastodon with a different visibility depending on whether they are written with the title/subject or if they are written as simple messages.
In the first case, Mastodon (which can only display the title/subject and the link to the original message) decodes them as "Unlisted"; in the second case, Mastodon (besides reading them completely) classifies them as "Public"!
Is there a way to force display "Public" for all messages?

PS: obviously in the "Security and Privacy Settings" settings in "/settings" the Make public posts unlisted box (Your public posts will not appear on the community pages or in search results, nor be sent to relay servers. However they can still appear on public feeds on remote servers) is not selected

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Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Signor Amministratore ⁂
@Michael Vogel Can you tell me why Lemmy posts (which have a title/subject) appear as "Public" and not as "Unlisted"

Friendica Support reshared this.

Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
Signor Amministratore ⁂

@Michael Vogel Sorry for the delay in answering you, but I did a series of tests and these tests didn't give me the results I expected. Thus, by dint of doing other tests, I finally understood what was the problem that determined "untitled" visibility in my Friendica posts with title/subject.

Clue

Almost all of the posts with title/subject that I produce are intended for publication on Lemmy and upon closer inspection, I found that ONLY the posts intended for Lemmy have this visibility problem...

Discovery

Well, I understand that the problem lies in the mention of the Lemmy community! As I should have expected based on Friendica conventions (which in the meantime I had completely forgotten) the mention of a group/forum is considered "Public" if done with the @ at sign, while it is considered "Unlisted" if done with the exclamation mark !

Since the mention of the Lemmy communities usually takes place with the exclamation point, this is the reason why the posts did not result in "public" mode but only in "unlisted" mode.

Solution

Actually, it is also possible to mention Lemmy communities with the @ sign, and in this way the produced posts are displayed as "public"

Example:

1) Standard visibility on Mastodon of titled posts posted by Friendica

2) Standard visibility on Mastodon of titled posts posted by Friendica (with mention on Lemmy)

3) Standard visibility on Mastodon of titled posts posted by Friendica (with mention @ on Lemmy)

Friendica Support reshared this.



@:fedora: filippodb :BLM: :gnu: 🔗 mastodon.uno/users/filippodb/s…


Esattamente 10 anni fa, l'11 gernnaio 2013 Aaron Swartz si toglieva la vita.

In sua memoria fu creato il FIlm documentario "Il figlio di internet: Storia di #AaronSwartz" (The Internet's Own Boy).
Un'opera che dovrebbe essere vista in tutte le scuole e condivisa da tutti (è rilasciata su licenza libera #creativecommons):

:peertube: peertube.uno/w/t4Uft32TfUGk6bm…

Qua il suo manifesto di Guerilla Open Access nel sito dei @Devol :fediverso::

:opensource: devol.it/it/guerrilla-open-acc…

da condividere il più possibile.


Esattamente 10 anni fa, l'11 gernnaio 2013 Aaron Swartz si toglieva la vita.

In sua memoria fu creato il FIlm documentario "Il figlio di internet: Storia di #AaronSwartz" (The Internet's Own Boy).
Un'opera che dovrebbe essere vista in tutte le scuole e condivisa da tutti (è rilasciata su licenza libera #creativecommons):

:peertube: peertube.uno/w/t4Uft32TfUGk6bm…

Qua il suo manifesto di Guerilla Open Access nel sito dei @devol:

:opensource: devol.it/it/guerrilla-open-acc…

da condividere ❤️




A Soledar si combatte strada per strada: è la battaglia più sanguinosa dall’inizio del conflitto. Zelensky: “Ecco come appare la follia”. L’esercito russo è vicino, ma non ha ancora preso il controllo della città di Soledar, nell’Ucraina orientale.


L’influenza occidentale in Africa si sta indebolendo e si sta costruendo un “nuovo mondo” // Ambasciatore eritreo in Russia


L’influenza dei paesi occidentali, compresa la Francia, in Africa si sta indebolendo, ha affermato l’ambasciatore eritreo in Russia. In un’intervista all’agenzia di stampa statale Sputnik,…

L’influenza dei paesi occidentali, compresa la Francia, in Africa si sta indebolendo, ha affermato l’ambasciatore eritreo in Russia.

In un’intervista all’agenzia di stampa statale Sputnik, l’ambasciatore Tsegay ha avvertito che la guerra nel Tigray potrebbe riaccendersi a causa della politica statunitense.

Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno imposto sanzioni a funzionari e istituzioni del governo eritreo per il coinvolgimento delle forze eritree nel conflitto civile in Etiopia.

L’ambasciatore ha detto che le forze eritree si ritireranno dal Tigray solo se il governo etiope lo richiedesse, ha detto l’agenzia di stampa russa.

Gli Stati Uniti pro-TPLF e i loro alleati occidentali hanno chiesto all’Eritrea di ritirare le sue truppe dal Tigray.

La scorsa settimana il presidente eritreo Isaiah Afewerki ha lanciato un messaggio fortemente critico all’Occidente in occasione del Capodanno

“Nel nostro quartiere, in modo simile, contrariamente alle loro agende più grandi, la loro cospirazione per destabilizzare la crisi è aumentata. L’isteria della loro ostilità contro l’Eritrea sta crescendo”, ha affermato.

L’ambasciatore Petros Tsegay ha dichiarato all’agenzia di stampa russa che l’indebolimento dell’influenza occidentale ha creato un “nuovo mondo” nel continente e gli africani hanno l’opportunità di “respirare liberamente”.

La cooperazione militare della Russia con alcuni paesi sulla scia dell’instabilità nell’Africa centrale e occidentale ha sollevato preoccupazioni in Occidente.

I crescenti rapporti economici e diplomatici della Cina con l’Africa negli ultimi due decenni hanno preoccupato gli Stati Uniti e l’Europa.

Questi paesi grandi e potenti stanno ospitando le proprie conferenze e invitando i leader africani a dimostrare la loro influenza sul continente.

Il mese scorso, gli Stati Uniti non hanno invitato l’Eritrea a un vertice dei leader africani, esacerbando le relazioni tese tra i due paesi.

Tutti i paesi africani sono stati invitati al vertice russo del luglio 2023 a San Pietroburgo. L’ambasciatore ha anche confermato che l’Eritrea parteciperà.

Ha anche lasciato intendere che potrebbe partecipare il presidente eritreo, che non partecipa a tali conferenze da molto tempo.

“Il leader eritreo Isayas Afewerki potrebbe partecipare alla [conferenza] se la situazione al confine con il Tigray si stabilizza”, ha detto l’agenzia di stampa citando l’ambasciatore Petros.


FONTE: bbc.com/tigrinya/articles/c9e4…


tommasin.org/blog/2023-01-11/l…




Gli armeni cancellati dalla guerra che nessuno vuole vedere


La scrittrice: «Nel Nagorno-Karabakh un popolo invaso viene torturato nel silenzio» Le bugie hanno le gambe corte. Ma a volte, come nel caso della lettera del prof. Daniel Pommier Vincelli a La Stampa del 22 dicembre, pubblicata col titolo L’Azerbaigian r

La scrittrice: «Nel Nagorno-Karabakh un popolo invaso viene torturato nel silenzio»


Le bugie hanno le gambe corte. Ma a volte, come nel caso della lettera del prof. Daniel Pommier Vincelli a La Stampa del 22 dicembre, pubblicata col titolo L’Azerbaigian rivendica i propri confini legittimi. Sono le interferenze russe a peggiorare la situazione, non le hanno affatto. Vorrei segnalare le affermazioni e omissioni più eclatanti di questa lettera. In risposta all’affermazione che «l’espulsione della popolazione civile» azera dal Nagorno-Karabakh negli Anni 90 è «stata tecnicamente la più grande pulizia etnica del XX secolo», vorremmo sommessamente ricordare al prof. Vincelli che nel XX secolo ci sono stati numerosi – e ben noti – genocidi e pulizie etniche, riguardanti – in primis – armeni ed ebrei e poi l’Holodomor ucraino (su cui, nel 2019, è uscito il bel film Mr. Jones), il Ruanda, la Cambogia, i Balcani…

Quanto alla “pulizia etnica” dell’Azerbaijan, ricordiamo che di profughi armeni ce ne furono circa 400.000. Secondo l’European Commission against Racism and Intolerance, gli armeni erano «il gruppo più vulnerabile in Azerbaijan nel campo del razzismo e della discriminazione razziale» (2006). All’affermazione che «l’Armenia … [ha strappato] all’Azerbaigian non solo la regione del Karabakh» e alla descrizione della prima guerra del Nagorno-Karabakh come «l’invasione armena dei territori azerbaigiani», faremmo notare che solitamente non si definiscono come “invasori” le popolazioni autoctone o indigene. Gli “invasori” vengono dal di fuori. Gli armeni, invece, vengono dal di dentro: sono autoctoni di quelle terre. Tanto è vero che la lingua ufficiale della regione autonoma (oblast) del Nagorno-Karabakh, dotata anche di un Soviet autonomo, era l’armeno. Infine: bene il richiamo al l’Onu del Vincelli: «Diritto all’autodifesa come da articolo 51 dellacarta delle Nazioni Unite». Male invece non aver citato l’altro fondamentale diritto riconosciuto dall’Onu: il diritto all’autodeterminazione dei popoli (Risoluzione 1514 (XV), 14 dicembre 1960).

E arriviamo alle omissioni. Ciò che è più incredibile della lettera di Vincelli è il voler «spazzare sotto il tappeto», come si dice in inglese, il pericolo corso dal popolo autoctono armeno del Nagorno Karabakh (tenuto a bada dall’Unione Sovietica, finché è durata). Come ricorda Sohrab Ahmari nel suo magistrale articolo sui fatti dell’Artsakh (del 22 dicembre scorso), finché c’era il Soviet gli armeni del Karabakh riuscirono a coesistere coi non armeni. Ma con il suo indebolimento, essi rividero lo spettro dei pogrom del XX secolo. Per loro combattere divenne una questione di sopravvivenza.

Vergognoso poi è il silenzio sulle decapitazioni da parte azera di abitanti dell’Artsakh, sulle torture su civili armeni e sui prigionieri di guerra, sui video (da loro diffusi sui social) di donnearmene mutilate, sul vergognoso Parco della Vittoria creato da Aliyev a Baku alla fine della guerra; per non parlare dell’assassinio dell’ufficiale armeno Gurgen Markaryan durante il sonno, colpito 16 volte con un’ascia dall”ufficiale azero Ramil Safarov a Budapest, durante le esercitazioni Nato del gennaio 2004. Condannato all’ergastolo, Safarov venne rimpatriato dopo una trattativa segreta col governo ungherese, e festeggiato in patria come un eroe nazionale. Tutte questo cose sono state ampiamente documentate e riportate dai giornali.

E che dire del “caso Akram Aylisli”? Questo scrittore ottantacinquenne, uno dei più noti e celebrati autori azeri, ha scritto un breve romanzo, Sogni di pietra (2013), pubblicato anche in Italia da Guerini, con la prefazione di Gian Antonio Stella. Una piccola storia incantevole di fratellanza e di pace ambientata a Baku, in cui un vecchio attore azero finisce in ospedale per aver difeso un armeno da un linciaggio, e nel delirio ricorda la pacifica convivenza nel villaggio natio. Aylisli è diventato un reietto: è stato dichiarato apostata, espulso dall’Unione degli scrittori azeri, privato della pensione, gli è stato impedito di uscire dal Paese. E infine, perché parlare di «una premessa storica, che assume un valore etico-politico»? Vogliamo proprio parlare di etica, prof. Vincelli? Perché non cominciamo con il parlare di verità? Come ricorda Kant, le bugie sono in sé cosa non etica: mendacium est falsiloquium in praeiudicium alterius.

Proprio in questi giorni ecco l’ultimo episodio di questa spietata guerra sotterranea, chiaramente intesa a far sloggiare i restanti 120.000 abitanti armeni del Karabakh: il blocco del corridoio di Lachin, l’ultima strada – rimasta operativa sotto il controllo di militari russi – che collega al mondo questa enclave abitata da millenni dal popolo armeno. È una mossa che fa seguito ai bombardamenti del luglio scorso,
in cui furono attaccati diversi villaggi di confine e anche la celebre stazione termale di Jermuk, nel territorio stesso dell’Armenia, con parecchi morti e feriti. Una perversa partita del gatto col topo, il cui scopo è di accrescere l’ansia e l’angoscia di questi poveri e ostinati montanari, attaccati come ostriche allo scoglio alla loro terra natia, dove sono ritornati dopo la guerra dell’autunno 2020, vinta dall’Azerbaigian col supporto dei droni turchi e delle milizie dei jihadisti siriani. Farli diventare miserandi profughi, insomma, come gli sventurati sopravvissuti al genocidio del 1915-1922, che non a caso in Turchia vennero chiamati “i resti della spada”. L’attuale blocco totale del corridoio di Lachin, attuato da sedicenti “ambientalisti” azeri da 18 giorni, sta strangolando gli armeni del Karabakh. Ogni attività si sta fermando.

Nel severo inverno caucasico, manca il petrolio. Mancano o scarseggiano frutta, verdura, zucchero e molte altre cose di quotidiana utilità, che di solito arrivano dall’Armenia. I 612 studenti del complesso educativo italo-armeno(Hamalir Antonia Arslan), istituito dalla Cinf, fondazione italo-americana attiva da qualche anno, che vanno dai 4 ai 27 anni, sono costretti a casa, al freddo. Così hanno passato il Natale e il Capodanno. E il mondo occidentale tace, non guarda fischiettando dall’altra parte.

Ha collaborato SiobhanNash-Marshall.
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La Stampa

L'articolo Gli armeni cancellati dalla guerra che nessuno vuole vedere proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Etiopia, “Sei Con Noi o Con Loro?”


La politica estera dell’Etiopia sotto esame. Due mesi dopo che il governo federale e il Tigray People’s Liberation Front (TPLF) hanno concordato di porre fine…

La politica estera dell’Etiopia sotto esame.

Due mesi dopo che il governo federale e il Tigray People’s Liberation Front (TPLF) hanno concordato di porre fine a una guerra brutale durata due anni che potrebbe aver provocato la morte di oltre 600.000 persone, l’Etiopia è tornata al lavoro per riparare le sue relazioni diplomatiche estere danneggiate. Durante la guerra, le relazioni diplomatiche tra l’occidente e la nazione del Corno d’Africa erano ai minimi storici. L’incertezza nelle relazioni diplomatiche è servita da deterrente agli investimenti esteri diretti e alla cooperazione politica ed economica.

“Molti hanno investito in questa guerra, investitori locali e stranieri. Dopo che abbiamo risolto pacificamente il conflitto nel nord, ora si stanno spostando verso il conflitto in Oromia”, ha dichiarato Redwan Hussein (Amb.), Consigliere per la sicurezza nazionale del primo ministro, durante la sua discussione con i leader dei partiti politici presso l’African Leadership Academy la scorsa settimana a Sululta . “Siamo in un conflitto sponsorizzato”.

Solo negli ultimi due anni, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) si è riunito 15 volte per affrontare l’attuale situazione dell’Etiopia. In ogni singola votazione e discussione che ha avuto luogo all’interno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Cina e Russia hanno mantenuto il loro incrollabile sostegno all’Etiopia, mentre Stati Uniti ed Europa hanno preso posizione contraria. L’ultima votazione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha mostrato lo stesso schema.

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Settantuno paesi, principalmente occidentali, hanno votato contro la mozione dell’Etiopia per porre fine al finanziamento della Commissione internazionale di esperti in diritti umani in Etiopia (ICHREE). La Cina, la Russia e alcuni paesi del Medio Oriente hanno fatto eco alle precedenti dichiarazioni di sostegno all’appello dell’Etiopia di porre fine ai finanziamenti per l’ICHREE.


Approfondimento:


Dieci nuovi membri che non serviranno a tempo indeterminato sono stati aggiunti al Consiglio di sicurezza.


Ma il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è già nel bel mezzo di un profondo cambiamento. Dieci nuovi membri che non serviranno a tempo indeterminato sono stati aggiunti al Consiglio di sicurezza. Molti paesi hanno lasciato il gruppo, tra cui Finlandia e Irlanda, paesi che hanno esercitato pressioni sull’Etiopia.


Approfondimenti:


I nuovi membri, invece, vanno piuttosto d’accordo con l’Etiopia. Nel 2023, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite accoglierà un nuovo gruppo di membri non permanenti Emirati Arabi Uniti, Ghana, Gabon, Mozambico, Giappone, Brasile, Svizzera, Ecuador e Albania sono stati selezionati come prossimi membri non permanenti del Consiglio servire per un periodo di due anni.


“L’Iran ha consegnato almeno 2 Mohajer-6 nell’agosto 2021, la Cina, da cui l’Etiopia ha ricevuto 3 Wing Loong I nel settembre 2021, e gli Emirati Arabi Uniti, che hanno schierato almeno 6 dei propri Wing Loong nella base aerea Harar di Meda nel novembre 2021.”

Etiopia, attacchi aerei droni con centinaia di morti tra i civili in Tigray

Etiopia: droni dell’Iran in violazione ONU per la guerra in Tigray, un genocidio ignorato


L’Etiopia tira un sospiro di sollievo per il rimpasto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, poiché ora è meno probabile che l’organizzazione consideri il suo caso, secondo gli esperti. Ma gli avvenimenti accaduti nell’anno che si è appena concluso impongono ancora la necessità di una revisione della politica estera del Paese, che va rettificata alla luce dell’immagine offuscata che il Paese ha in occidente.

Durante il governo del Fronte democratico rivoluzionario popolare etiope (EPRDF – capo coalizione era il TPLF), la Cina e altre potenze orientali hanno influenzato il modello di stato di sviluppo dell’Etiopia. Quando il primo ministro Abiy Ahmed è salito al potere nel 2018, ha invertito una tendenza che si stava sviluppando da oltre 15 anni. Le prime politiche di Abiy erano più liberali, coinvolgendo la deregolamentazione, la privatizzazione e la liberalizzazione.

L’Etiopia sta impiegando una diversa strategia diplomatica per annullare i danni causati dalla guerra nella diplomazia post-guerra del Tigray. La nuova strategia adottata dall’Etiopia è inclusiva. In sostanza, non aderisce a un gruppo alla volta, ma piuttosto fa spazio a tutti e coglie le possibilità a vantaggio dello Stato etiope.

“Il mondo in cui viviamo attualmente non è un mondo diviso in due. Adesso è un sistema multipolare. I superpoteri stanno emergendo qua e là. A questo punto, l’Etiopia deve attenersi solo al suo interesse nazionale “, ha detto a The Reporter Dina Mufti (Amb.), membro della commissione permanente per le relazioni estere del Parlamento .

L’Ambasciatore ha affermato che fintanto che serve gli interessi nazionali, le relazioni possono essere sviluppate con chiunque. “È un approccio obsoleto rimanere con l’occidente ed evitare il campo orientale, o viceversa. L’attuale scenario globale non consente un simile approccio. Un tale approccio influisce anche sul nostro interesse nazionale”.

Allo stesso modo, si sta sviluppando una nuova politica estera che, una volta che terrà conto delle mutevoli circostanze globali, verrà attuata.

“Quindi il nostro standard è l’uguaglianza, il rispetto per la nostra sovranità e il rispetto per i nostri valori politici, economici e culturali. Rafforzeremo il nostro rapporto con chiunque fintanto che questi saranno protetti. Questa è la direzione del nostro approccio di politica estera ora”, ha affermato Dina, aggiungendo che l’obiettivo e l’approccio ora sono di massimizzare i benefici del vertice USA-Africa, del vertice Cina-Africa, del vertice Russia-Africa e di altre piattaforme.

Le relazioni internazionali sono dinamiche, dice Dina, aggiungendo che l’unica cosa permanente è l’interesse nazionale.

L’Etiopia e il Sudan hanno vissuto uno dei più efficaci aggiustamenti politici post-accordo di Pretoria. “Abbiamo raggiunto un accordo con il Sudan per quanto riguarda GERD”, ha detto Redwan. “Quindi, il Sudan non si preoccuperà dei nostri progetti su Abay”.

Un cambiamento significativo rispetto all’accordo di Pretoria è stato l’invito di Abiy da parte degli Stati Uniti all’incontro USA-Africa poche settimane fa.

Redwan è preoccupato che la mutevole geopolitica del mondo imporrà una stretta fedeltà piuttosto che una cooperazione.

“Ci sono segni di un cambiamento dell’ordine mondiale globale e, di conseguenza, alcune superpotenze globali sono nel panico. Ci stanno chiedendo: ‘Sei con noi o con loro?’ Dobbiamo testimoniare ogni giorno. Dobbiamo dimostrare la nostra fedeltà o verremo colpiti. Altrimenti, ci verrà negata la valuta forte dalla Banca mondiale o dal Fondo monetario internazionale”, ha affermato Redwan.

Crede che l’Etiopia sia attualmente l’unico paese che sta perseguendo la propria politica estera in modo indipendente. “La maggior parte dei paesi africani non è ancora libera, anche dopo la fine del colonialismo molto tempo fa. Questo è neo-patrimonialismo. Solo l’Etiopia non ha padrone.

Tuttavia, gli esperti sostengono che l’Etiopia non è in grado di sostenere un rapporto equo ed equilibrato tra i campi occidentale e orientale.

L’Etiopia e l’Africa in generale sono sotto l’influenza degli Stati Uniti. Tutti i leader africani fanno ciò che dicono gli Stati Uniti. Tutti i leader africani sono accorsi a Washington poche settimane fa per il vertice USA-Africa. Anche Abiy, che ha denunciato gli Stati Uniti, non ha esitato a incontrare Biden”, ha detto un analista politico che ha parlato con The Reporter a condizione di anonimato.

Secondo l’esperto, è ovvio chi si occupa dell’Africa, e in particolare dell’Etiopia, sta intraprendendo diverse azioni vantaggiose per l’Occidente. “La liberalizzazione economica, le principali privatizzazioni e le deregolamentazioni favoriscono l’Occidente”.

Durante il conflitto, l’Etiopia è stata aiutata da una serie di paesi che ora chiedono favori all’Etiopia, secondo l’analista. “Gli Stati Uniti sono anche dietro non solo l’accordo di pace di Pretoria, ma anche la guerra nel nord dell’Etiopia. In vari momenti, gli Stati Uniti e l’Europa hanno fornito dati satellitari per l’intelligence militare sulle parti in guerra, compresi i droni” ha affermato.

L’analista afferma che le informazioni satellitari decidono chi vince la guerra. “Ma alla fine, hanno cambiato rotta perché la guerra dell’Etiopia settentrionale stava diventando una guerra regionale perché il Sudan doveva iniziare ad acquisire informazioni satellitari dalla Russia. Gli Stati Uniti hanno costretto la guerra a finire prima che potesse espandersi in un conflitto regionale. Quindi, non possiamo dire che un paese possa gestire allo stesso modo le superpotenze”, ha affermato l’analista.


Approfondimento:


Tuttavia, l’analista concorda sul fatto che ci vorrà del tempo prima che l’Etiopia ripari le barriere e ritorni sulla strada di una diplomazia costruttiva e produttiva.

La firma dell’accordo di pace* e la fine della guerra non significano automaticamente che le cose torneranno alla normalità, ha affermato un diplomatico che ha parlato con The Reporter a condizione di anonimato.

* = [L’ accordo di Pretoria è definito “accordo di cessazione delle ostilità” che è più vicino alla definizione di tregua, stato di “non guera” più che di stato di vera pace, mia nota]

“Ora l’occidente chiede che indaghiamo sui crimini di guerra. Tuttavia, hanno questo come precondizione. Il diplomatico afferma che gli Stati Uniti e l’Europa vogliono ancora portare avanti l’ICHREE e che i legami con l’Etiopia non sono ancora del tutto tornati alla normalità. “Inoltre, l’Occidente è ancora preoccupato per la crisi dell’Europa orientale. E l’Occidente ora preferisce solo i paesi che sono dalla parte dell’Ucraina. Ma ci sono opportunità per la diplomazia estera dell’Etiopia”, ha concluso il diplomatico.


FONTE: thereporterethiopia.com/29509/


tommasin.org/blog/2023-01-11/e…



Doppio Falso


Una una nota cantante è finita al centro dell’attenzione per vicende relative ai vaccini: non ha ritenuto di vaccinarsi e questo ha innescato le polemiche. Non faccio il nome, non perché ci sia qualcosa di riservato dato che la notizia è su tutti i giorna

Una una nota cantante è finita al centro dell’attenzione per vicende relative ai vaccini: non ha ritenuto di vaccinarsi e questo ha innescato le polemiche. Non faccio il nome, non perché ci sia qualcosa di riservato dato che la notizia è su tutti i giornali, ma perché non interessa il caso specifico. Credo infatti che sia interesse collettivo quel che presuppone quel modo di ragionare e quello che poi si è espresso. Ad esempio, la cantante ha detto di essere cresciuta in una famiglia che dubita della medicina tradizionale. Punto numero uno: cos’è è la medicina tradizionale? Quale quale sarebbe l’altra medicina? Quella orientale? Perché in tutto il mondo, da Oriente Occidente, da nord a sud, si pratica “la medicina”, della quale esistono diverse scuole di pensiero, che si evolve continuamente, ma praticano tutti la medesima medicina per i malati. Se hai una calcolosi renale, un tumore al pancreas, o qualsiasi altra cosa sia malattia, si pratica “la medicina”, non quella “tradizionale”, “innovativa” o chissà che altro.

Poi ci sono gli altri, cioè quelli che non sono malati fortunatamente, cui vengono ammannite delle cose senza senso, per esempio la stessa persona continuava dicendo :”tranne che in casi eccezionali, ho avuto sempre cure naturali” e quali sono queste cure naturali? No perché la morfina, l’oppio, l’eroina, la cocaina son cose naturali, vengono da piante; sono naturali anche i funghi alcuni dei quali sono sufficienti a mandare una persona al creatore; sono naturali i serpenti a sonagli dei quali non sto a parlarvi, perché immagino che qualcosa avrete capito.

La verità è che è nato tutto un filone industriale che non è neanche corretto chiamare farmaceutico (sono i cosiddetti integratori, la polverina, i tè, la bevanda calda) che, per carità, se uno si sente meglio nell’anima, si sente più leggero e più pulito, che benedicano lui che l’ha preso e quello che glielo ha venduto che ha fatto i soldi, ma questa cosa del naturale è una maxi presa in giro per quelli che ci vogliono credere. Ma ripeto, va benissimo, sempre che non ci si approfitti della debolezza altrui.

Il terzo elemento che è interessante di questa questione che riguarda la cantante è che a un certo punto, siccome la cosa è venuta fuori, ha detto di aver capito che bisogna fidarsi delle persone giuste, che l’ha detto anche ai genitori e che farà i vaccini. Ma le abiuree non si richiedono in un mondo di persone razionali, mentre il pentimento eventualmente è un sentimento personale. Il punto è un altro: non è che siccome io sono convinto che nonostante abbia bevuto molto alcool sono lucidissimo, basta questa mia convinzione per mettermi alla guida e così mettere a rischio la vita degli altri, perché la libertà che molti hanno in mente è una libertà che funziona solo alla prima persona singolare, mentre alla seconda già crolla. La profilassi collettiva è stato un modo per difendere la collettività, basta guardare cosa succede in Cina dove non lo hanno fatto. Se mi sottraggono non è che devo pentirmi o abiurare le idee scientifiche, devo semplicemente riconoscere di avere agito egoisticamente pensando a me e alle mie convinzioni – giuste sbagliate, poi ognuno se la vede con se stesso – ma non mi importava di tutti gli altri, e questo non è un bell’esempio.

Ultimo elemento, decisivo, è che le polemiche non sono nate perché non si è vaccinata. Infatti sono un bel numero, anche se non​ tantissimi​ (il 90% della popolazione che poteva vaccinarsi ha deciso di farlo), quelli che hanno scelto di non vaccinarsi e non sono al centro di nessuna polemica. Il problema è la certificazione falsa, poiché la persona in questione ha falsamente attestato di avere fatto quello che ora dice che secondo lei era moralmente e teoricamente sbagliato e questa sì, è una colpa, anzi, sono due colpe: falso e doppio falso.

youtube.com/embed/zXBIKEk9UE4?…

L'articolo Doppio Falso proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Meta Advertising Ban - Decision Published


Divieto di pubblicità su Meta - Pubblicata la decisione Ora è possibile leggere i dettagli della decisione del DPC! Sembra che ci siano tempi interessanti per i tribunali! decision published


noyb.eu/en/meta-advertising-ba…



Meno vincoli sui contratti a termine: l'attacco del Governo si intensifica | Senza Tregua

"Aumentare la durata massima di proroga di un contratto a tempo determinato permetterà ai padroni di aumentare tantissimo il tempo in cui quel lavoratore potrà essere sottoposto a ricatto, con la continua pressione del licenziamento, rendendolo di fatto più esposto nel subire le ingiustizie e le richieste di straordinari. Inoltre, senza un contratto a tempo indeterminato, è estremamente difficile, se non impossibile per i proletari, a maggior ragione se stranieri, ottenere un contratto di affitto di un appartamento. Infine, l’incertezza in merito al proprio destino lavorativo andrà ulteriormente a minare la possibilità per i lavoratori di organizzarsi sul piano sindacale, i quali, sotto ricatto costante, saranno ancora più ostacolati nel portare avanti lotte e vertenze all’interno dei luoghi di lavoro per richiedere condizioni migliorative."

senzatregua.it/2023/01/11/meno…



Le forze del Tigray iniziano a consegnare armi pesanti all’esercito etiope


ADDIS ABEBA, 10 gennaio (Reuters) – Le forze del Tigray, che hanno combattuto una guerra di due anni contro il governo federale etiope, hanno iniziato…

ADDIS ABEBA, 10 gennaio (Reuters) – Le forze del Tigray, che hanno combattuto una guerra di due anni contro il governo federale etiope, hanno iniziato martedì a consegnare armi pesanti all’esercito nazionale come parte di un processo di pace guidato dall’Unione Africana.

La smobilitazione delle forze del Tigray è considerata centrale per l’accordo di cessate il fuoco del 2 novembre, insieme al ripristino dei servizi, alla ripresa degli aiuti umanitari e al ritiro delle truppe eritree, che hanno combattuto a fianco dell’esercito etiope ma non erano parte della tregua.

Il passaggio di consegne nella città di Agulae, a circa 30 km (18 miglia) a nord-est del capoluogo regionale Mekelle, è stato supervisionato da un gruppo di monitoraggio composto da membri delle due parti e da un organismo regionale, l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD).

Alla cerimonia, Mulugeta Gebrechristos, rappresentante delle Forze di difesa del Tigray (TDF), ha affermato che l’inizio del disarmo giocherà un ruolo importante nel ripristino della pace.

“Stiamo operando con la convinzione che se vogliamo avere la pace, tutte le cose che aprono la porta alla provocazione non devono esistere. La pace è vitale per tutti noi”, ha detto Mulugeta in un discorso trasmesso dalla Tigrai TV.

“Siamo tutti (parte di) un’unica Etiopia. Sia noi che il TDF ci siamo mossi dalle nostre rispettive posizioni difensive in pace, comprensione e amore”, ha detto Aleme Tadesse, un rappresentante dell’esercito etiope.

I soldati eritrei si sono ritirati da diverse grandi città del Tigray alla fine del mese scorso, ma non hanno lasciato il territorio del Tigray, secondo i residenti. L’Eritrea ha rifiutato di commentare se le truppe se ne andranno.


Approfondimento:


FONTE: reuters.com/world/africa/tigra…


tommasin.org/blog/2023-01-11/l…




Firenze, non chiamate mai i vigili del fuoco!


Non chiamate mai i vigili del fuoco!

Pubblicato il 11/01/2023 da Miguel Martinez

Ieri abbiamo avuto una lezione di urbanistica molto istruttiva.

Allora, riassunto delle puntate precedenti:

A dicembre, si apre una grossa buca nella nostra trecentesca strada, percorsa quotidianamente da centinaia di autobus.
I residenti dei palazzi vicini iniziano a segnalare crepe preoccupanti anche nei loro palazzi, che tremano a ogni passaggio.
In particolare, una Signora scopre una voragine nella propria cantina di casa, proprio di fronte alla buca appena tappata.
La Signora chiama i vigili del fuoco, che le consigliano la massima allerta, invitandola a tenere sempre pronta una valigia e scappare al minimo scricchiolio.
La polizia municipale, chiamata dai vigili del fuoco, fa piazzare delle transenne davanti a varie case, tra cui quella della signora.
Il traffico su quattro ruote viene bloccato a monte, con altre transenne.

Tutto chiaro?

Ieri mattina, la Signora a cui hanno detto di essere pronta a scappare riceve una telefonata.

“Sono dell’AVR“

“Cosa?”

“Sì, siamo la ditta che fornisce il Global Service al Comune di Firenze, in particolare siamo noi che mettiamo le transenne.

Il Comune ci sta mettendo pressione, vogliono riaprire la strada al traffico, lei ci dà il permesso?“

“Io? Ma è il Comune che ha chiuso la strada, mica io!”

“Ah, un’altra cosa, oggi le mandiamo la fattura.”

“Non ho capito…”

“Sì, ci deve pagare per le transenne. Le abbiamo messe per lei”.

“Ma perché devo pagare io? Io non le ho mai chieste!”

“No, guardi. La polizia municipale ci ha detto che è stata proprio lei a chiamare i vigili del fuoco, quindi ci rivaliamo su di lei.”

“Allora se devo pagare io, posso togliere le transenne davanti casa mia?”

“No. La rimozione deve essere autorizzata dalla polizia municipale, sono loro che ci hanno detto di metterle, non le può mica togliere lei.

Comunque stiamo preparando la fattura, più tardi gliela mandiamo, buona giornata!”

Qualche ora dopo, arriva per davvero la fattura.

Sono 875 (ottocentosettantacinque/00) euro per la “uscita dell’operaio” e per il godimento non richiesto delle suddette transenne per dieci giorni: ovviamente ogni giorno in più si aggiungeranno ulteriori costi, che verranno fatturati successivamente.

Ma per liberarsi da questo tributo alla Ditta Privata AVR, basta che la Signora esegua i necessari lavori per risistemare tutto, che un perito certifichi la perfetta condizione del palazzo, e soprattutto che la Signora si “assuma tutte le Responsabilità”: se il palazzo cade addosso a una famigliola e ne fa schiacciata co’ l’uva, l’assassina sarà la Signora.



Il Governo cambia, la precarietà resta (anzi, cresce) | Coniare Rivolta

"Tra gli amori che non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano, va annoverato senza dubbio quello tra la classe politica italiana e la precarizzazione del mercato del lavoro. Da ormai un trentennio, come abbiamo più volte ripetuto, i governi di tutti i colori, in piena ottemperanza delle direttive europee, si sono prodigati nell’introduzione di varie forme di precarietà, che si cristallizzano nel facilitare la sottoscrizione di contratti a tempo determinato, nella progressiva eliminazione delle tutele contro i licenziamenti ingiustificati e nella legalizzazione dell’intermediazione privata tra domanda e offerta di lavoro (leggasi, agenzie interinali)."

coniarerivolta.org/2023/01/10/…



#NotiziePerLaScuola

“Le vittime del dovere e il principio costituzionale di uguaglianza”: è online l’elenco dei vincitori del concorso nazionale indetto dal Ministero dell'Istruzione - Direzione Generale per lo Studente, l'Inclusione e l'Orientamen…



Trans-Atlantic Data Privacy Framework: elementi chiave


Il framework transatlantico per la protezione e trasferimento dei dati tra UE e USA si avvicina. Quali sono gli elementi principali e cosa significa questo per l'Unione Europea?

La decisione di adeguatezza della Commissione Europea sul Trans-Atlantic Data Privacy Framework ha scatenato un terremoto nel mondo della protezione dei dati. Il tema del trasferimento dei dati negli USA è stato, continua ad essere e con ogni probabilità sarà, l’elefante nella stanza presente in ogni conversazione che ha a che fare con la conformità dei sistemi informativi delle aziende.

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Lo so che è vecchia, ma a me fa sempre ridere. Ed è terribilmente vera.

Sei un informatico? Allora:
Lavori a degli orari bizzarri
... come le prostitute
Sei pagato per rendere felice il tuo cliente
... come le prostitute
Il tuo cliente paga tanto, ma è il tuo padrone che intasca
... come le prostitute
Anche se sei bravo, non sei mai fiero di quello che fai
... come le prostitute
Sei ricompensato se soddisfi le fantasie del cliente
... come le prostitute
Ti è difficile avere e mantenere una famiglia
... come le prostitute
Quando ti domandano in che cosa consiste il tuo lavoro, tu non puoi spiegarlo
... come le prostitute
I tuoi amici si allontanano da te e resti solo con gente del tuo tipo
... come le prostitute
E' il cliente che paga l'hotel e le ore di lavoro
... come le prostitute
Il tuo padrone ha una gran bella macchina
... come le prostitute
Quando vai in "missione" da un cliente, arrivi con un gran sorriso
... come le prostitute
Ma quando hai finito, sei di cattivo umore
... come le prostitute
Per valutare le tue capacità ti sottopongono a dei terribili test
... come le prostitute
Il cliente vuole pagare sempre meno e tu devi fare delle meraviglie
... come le prostitute
Quando ti alzi dal letto dici "Non posso fare questo per tutta la vita"
... come le prostitute



Fr.#18 / Verso l'e-ID, ma perché?


Nel frammento di oggi: passi in avanti verso l'identità digitale europea / Un riassunto di tutti i Twitter Files / Meme e citazione del giorno.

Verso l’identità digitale unica europea


Il 6 dicembre 2022 il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato un orientamento generale in merito alla via da percorrere per arrivare ad ottenere entro i prossimi anni un’identità digitale europea unica. La posizione del Consiglio arriva dopo la proposta della Commissione (2021) per un nuovo quadro normativo per un'identità digitale europea attraverso un portafoglio europeo di identità digitale (e-ID).

Nel documento il Consiglio delinea l’obiettivo strategico dell’Unione Europea: fornire a tutti i cittadini e imprese di uno strumento di identificazione elettronica con livello di garanzia “elevato” (cioè il massimo livello di certezza) attraverso un wallet europeo interoperabile.

Nei piani originali dell’UE c’era l’intenzione di lanciare il wallet entro il 2024, ma è presumibile pensare che l’avvio verrà ritardato a causa del livello di garanzia (elevato) richiesto dall’e-ID. Questo infatti sarebbe più alto di quello normalmente diffuso anche in Italia attraverso lo SPID, e causerebbe non pochi problemi di portabilità (o onboarding, come scrive il Consiglio).

Sostieni il piano editoriale 2023 di Privacy Chronicles, abbonati oggi!

Perché spingere così tanto sull’identità digitale adesso? A che serve?

Certamente, non per rendere più efficienti i (dis)servizi della pubblica amministrazione. Non sarà certo l’identità digitale che incentiverà Gennaro del Comune di Carchitti a sbrigare le sue pratiche burocratiche più velocemente. E no, in effetti non sarà l’identità digitale europea ad aumentare la produttività delle imprese e dei lavoratori e salvarci dalla recessione.

Quindi, a che serve? L’Unione Europea in realtà non lo spiega. Nelle pagine informative parlano di presunti vantaggi per i cittadini, che però potrebbero essere tranquillamente e meglio soddisfatti dal mercato privato senza dare in mano tutte le nostra identità allo Stato, come aprire un conto corrente, registrarsi in un albergo, o dimostrare l’età.

Poi c’è il World Economic Forum. Secondo loro, il costo di non farlo, sarebbe alto:

The cost of not pursuing digital identities is high. Being able to digitally prove claims is vital to enable paperless, contactless, streamlined processes across public and private sectors. Sadly, COVID-19 has shown many cases of fraud applications for grants from bogus organisations, selling non-genuine tests to citizens, setting up fake companies or enlisting fake directors to harvest data.


È una questione di lotta alla criminalità, quindi? Vale la pena costruire un sistema del genere per combattere qualche frode?

La mia idea è che l’e-ID sia un precursore dell’euro digitale e uno strumento necessario per i tempi che verranno. Quando la paura sarà tanta e quando le masse chiederanno più sicurezza (economica, sanitaria, energetica, ecc.) e i governi saranno pronti a venderla, sarà allora fondamentale poter controllare in tempo reale identità, transazioni, spostamenti e trattamenti sanitari obbligatori per i cittadini europei.

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Rivelazioni chiave dei Twitter Files


Chiudiamo questo Frammento con un brevissimo riassunto sulle rivelazioni chiave dei Twitter Files usciti finora. Proprio in queste ore stanno uscendo nuove notizie, quindi vale la pena ripercorrere ciò che sappiamo.1

TWITTER E LA STORIA DEL LAPTOP DI BIDEN HUNTER


Parte 1, di @mtaibbi (2 dicembre 2022)

Rivelazioni chiave: Twitter bloccò la storia del laptop di Hunter Biden sulla base della sua politica interna sui "materiali hackerati", anche se i dirigenti sapevano che la decisione era difficilmente sostenibile. La vicenda stimolò anche una risposta dei Democratici, che chiesero ancora più censura: "il Primo Emendamento non è assoluto".

LE LISTE BLACKLIST SEGRETE DI TWITTER


Parte 2, di @BariWeiss (8 dicembre 2022)

Rivelazioni chiave: Twitter aveva (e ha) a disposizione un enorme armamentario per controllare la visibilità di qualsiasi utente, incluse blacklist di ricerca e delle tendenze, oltre che a controlli per limitare l’amplificazione dei contenuti: “Pensa al filtro della visibilità come a un modo per controllare ciò che le persone vedono a diversi livelli. È uno strumento molto potente”.

LA RIMOZIONE DI DONALD TRUMP


Parti 3, 4 e 5 di @mtaibbi, @ShellenbergerMD e @BariWeiss (9-11 dicembre 2022)

Rivelazioni chiave: Yoel Roth, capo della divisione Trust & Safety incontrò regolarmente FBI e il Homeland Security per gran parte del 2020. Inoltre, Twitter applicò in modo aggressivo i suoi strumenti di censura, come il "filtro della visibilità" a Trump ben prima delle elezioni. Inoltre, i dirigenti interni a Twitter spinsero per creare eccezioni ad personam alle politiche interne per spianare la strada alla rimozione definitiva di Trump, a seguito dell’aumento delle pressioni politiche interne ed esterne. Alcuni dipendenti, rimasti inascoltati, esprimevano dubbi circa la condotta di Twitter. Nonostante le pressioni e le numerose eccezioni, i membri dello staff faticavano a trovare giustificazioni oggettive per sospendere definitivamente Trump. Vijaya Gadde e Yoel Roth spinsero infine per la sospensione, citando “La Banalità del Male” di Arendt e assimilando Trump a Hitler. Trump viene sospeso definitivamente l’8 gennaio 2021.

TWITTER, LA FILIALE DELL'FBI


Parte 6, di @mtaibbi (16 dicembre 2022)

Rivelazioni chiave: i contatti tra Twitter e FBI tra il 2019 e 2021 erano costanti e pervasivi, con riunioni periodiche e workshop. L’FBI inviava periodicamente rapporti a twitter con richieste di intervento e sospensioni.

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ANCORA SUL LAPTOP DI HUNTER BIDEN


Parte 7, di @ShellenbergerMD (19 dicembre 2022)

Rivelazioni chiave: ulteriori approfondimenti sulla storia del laptop di Hunter Biden: ingerenze da parte dell’FBI, con workshop e “war room” di preparazione a un possibile rischio di diffusione di materiale hackerati riguardanti Hunter Biden mesi prima della fuoriuscita delle notizie. Inoltre, alcune comunicazioni mostrano che l’FBI ha pagato Twitter circa $3,4 milioni di dollari dal 2019 al 2020.

LE CAMPAGNE PSYOP SEGRETE E LE ALTRE AGENZIE GOVERNATIVE


Parti 8 e 9, 11 e 12 di @lhfang e @mtaibbi, 20-24 dicembre 2022

Rivelazioni chiave: nonostante le dichiarazioni pubbliche contrarie, per anni (almeno dal 2017 al 2020) Twitter ha approvato e sostenuto operazioni di manipolazione psicologica di massa portate avanti dal Pentagono. Molti account fake furono “whitelisted” e verificati a mano dallo staff di Twitter per aiutare la diffusione delle campagne. I documenti hanno dato modo di scoprire che oltre a FBI e Pentagono, anche la CIA aveva rapporti con Twitter. I funzionari della CIA parteciparono ad almeno una conferenza nell'estate del 2020, in cui si discussero anche i preparativi per le elezioni presidenziali di novembre 2020. L'FBI e la "Foreign Influence Task Force" si incontravano regolarmente non solo con Twitter, ma con Yahoo!, Twitch, Cloudfare, LinkedIn e perfino Wikimedia. Mentre pubblicamente Twitter diceva di essere indipendente e di prendere decisioni solo in base alle proprie politiche, internamente accadeva il contrario. Alcune linee guida mostrano che Twitter rimuoveva account su richiesta delle agenzie governative di intelligence (HHS, NSA, FBI, DHS, ecc.) e perfino su richiesta di specifici politici.

COME TWITTER HA TRUCCATO IL DIBATTITO COVID


Parte 10, di @DavidZweig, 28 dicembre 2022

Rivelazioni chiave: l’amministrazione Biden forzò la mano a Twitter per silenziare account che parlavano di Covid, come quello del giornalista Alex Berenson. In molti casi, i filtri di Twitter rimuovevano o flaggavano come disinformazione contenuti veri o semplicemente controversi (compresi studi peer-reviewed).

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Meme del giorno


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Citazione del giorno

“Government” itself does no harm, because it is a fictional entity. But the belief in “government” – the notion that some people actually have the moral right to rule over others – has caused immeasurable pain and suffering, injustice and oppression, enslavement and death.”

Larken Rose

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Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Isole dei pirati e utopie cripto-anarchiche

Come facciamo noi estremisti — amanti della libertà e della non violenza — a creare una comunità di persone che condividono gli stessi principi, se tutto il mondo è spartito tra violente bande armate che si fanno chiamare stati-nazione e non c’è alcun luogo in cui rifuggiarsi…
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10 days ago · 7 likes · 1 comment · Matte Galt
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Il riassunto è di Matt Taibbi, tradotto e riorganizzato da me

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Encelado, alla scoperta dei segreti della luna di Saturno | Passione Astronomia

"Mentre la minuscola luna orbita attorno al gigante gassoso anellato, viene schiacciata e trascinata dall’immenso campo gravitazionale di Saturno, riscaldando il suo interno a causa dell’attrito. Di conseguenza, spettacolari pennacchi d’acqua si riversano nello spazio dalle crepe e fessure sulla superficie ghiacciata di Encelado."

passioneastronomia.it/encelado…



#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



📌 Da oggi sono aperte le #IscrizioniOnline!

💻 La domanda potrà essere inoltrata fino alle ore 20 del 30 gennaio 2023 dal portale ▶️ www.istruzione.it/iscrizionionline/

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Ecco quello che mancava: finalmente attivati una decina di gruppi forum per discutere nel fediverso di #filologia #psicologia #scuola #basket #libri #astronomia e #ingegneria

feddit.it/post/107226


Abbiamo lanciato una sperimentazione sui gruppi/forum nel fediverso. Chi vuole provare, ci faccia sapere come si trova


Uno dei problemi più avvertiti tra chi frequenta il #fediverso è quello di non riuscire a trovare facilmente dei #topics: discussioni legate a un tema specifico!

Lemmy è un perfetto strumento per creare discussioni all'interno di comunità tematiche, ma gli utenti Mastodon non possono creare post dotati di un titolo/oggetto e perciò, pur potendo seguire e interagire con Lemmy, non possono creare nuove conversazioni.

#Friendica invece mette a disposizione uno strumento che può essere utilizzato anche dagli utenti #mastodon e che può essere utilizzato come surrogato di un gruppo #Facebook: il forum.

l funzionamento di un #forum di Friendica è un po' diverso da quello di un gruppo Facebook: per partecipare alle discussioni di un forum, bisogna:
- INDIVIDUARLO (si tratta di un normale account del fediverso) e seguire quell'account (questo equivale a iscriversi
- quando si desidera scrivere al forum, si potrà inviare un messaggio menzionando il suo indirizzo (nella forma @ + nomeforum + @ + nomeistanza) e quell'account provvederà a ripubblicarlo per tutti coloro che lo seguono
- e se si seguirà quell'account "forum" selezionando la campanellina delle notifiche, sarà possibile non perdersi alcun messaggio!

Oggi abbiamo due gruppi attivi già da diversi mesi (uno per il supporto a Friendica e uno per la #scuola) ma abbiamo deciso di attivarne altri nove del tutto sperimentali dedicati alla #filologia, ai #libri, al #basket, all #astronomia (forum che rilancerà anche i post dell'omonima comunità Feddit), alle informazioni rapide sui terremoti e all'ingegneria!
Se sei interessato ai nostri gruppi / forum puoi trovarli in questa lista:
1) @forum@poliverso (forum dedicato a chi cerca assistenza su #Friendica)
2) @scuola@poliverso - Gruppo Forum (tutto sulla scuola -e il software libero)
3) @astronomia@poliverso - Gruppo Forum (legato all'omonima comunità feddit è dedicato a chi si interessa di stelle, pianeti, satelliti e viaggi spaziali)
4) @basket@poliverso - Gruppo Forum (dedicato alla pallacanestro italiana e straniera)
5) @filologia@poliverso - Gruppo Forum (dedicato alla regina delle scienze umane)
6) @libri@poliverso.org - Gruppo Forum (dedicato ai libri, per chi da mastodon vuole lanciare un thread non potendolo fare su Lemmy)
7) @psicologia@poliverso.org Gruppo Forum (dedicato alla mente e alle sue meraviglie)
8) @terremoto@poliverso.org Gruppo Forum (per scambiarsi rapidamente informazioni sui terremoti in corso)
9) @ingegneria@poliverso.org Gruppo Forum dedicato a studenti ed ex studenti di ingegneria
10) @eventilinux@poliverso.org (per chi vuole dare notizia di eventi legati al mondo Linux)
11) @motori@poliverso.org (per gli appassionati di auto e moto)
12) @cucina@poliverso.org (dedicato a uno dei più frequenti argomenti di conversazione)

Se l'idea si rivelerà utile, ne attiveremo anche altri su richiesta di tutti gli utenti che ci seguono.

PS: i forum Friendica possono essere seguiti anche da Lemmy! Se siete su feddit potete seguirli facilmente da qui (ma potrete leggere SOLO i post con un oggetto, altrimenti Lemmy non sarà in grado di interpretarli correttamente):




In favore della decentralizzazione nel fediverso: il post breve ma intenso di dansup@mastodon.social

Un singolo server Pixelfed ospita il 56% di tutti gli account Pixelfed.

Sì, è la mia istanza e io sono lo sviluppatore di Pixelfed, ma questa situazione non è sana né sostenibile. Ecco perché pixelfed.social non accetta nuove registrazioni.

Puoi trovare un server aperto a cui unirti su pixelfed.org/servers

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Rilevate per la prima volta stelle nelle galassie più lontane | Passione Astronomia

«Tra le cose più interessanti scoperte dagli scienziati, il fatto che questi quasar antichissimi ospitino buchi neri che si sarebbero letteralmente spostati dal centro delle galassie. Un comportamento totalmente diverso rispetto a quelli a cui siamo abituati nel nostro “vicinato cosmico”.»

passioneastronomia.it/rilevate…

in reply to Giuseppe Pecoraro

Ciao @Giuseppe Pecoraro ho notato che i tuoi post risultano in visualizzazione privata. In pratica, sono visibili solo ai tuoi contatti dirtti.
Se vuoi modificare la visualizzazione standard dei tuoi post, puoi farlo al link poliverso.org/settings
alla voce "Impostazioni di sicurezza e privacy"
in reply to Giuseppe Pecoraro

@Giuseppe Pecoraro ops... ho ricontrollato e in effetti ora li vedo anche pubblicamente. Probabilmente ho sbagliato io...
In tal caso, scusami per il disturbo! 😅


Enlightened self-interest, l'ideologia del sacrificio umano


Da Tocqueville a Marx, fino ad arrivare a Klaus Schwab e agli attivisti di Ultima Generazione. L'ideologia del sacrificio che da secoli corrompe la nostra società da dietro le quinte.

Cos’hanno in comune Alexis Tocqueville, Karl Marx, Klaus Schwab, John Perry Barlow, gli attivisti di Ultima Generazione e il World Economic Forum? Un concetto, poco conosciuto ma molto diffuso, chiamato “enlightened self interest”.

Nonostante le apparenze, il concetto di “interesse personale illuminato” non ha nulla a che fare con temi come l’individualità, l’autodeterminazione o la capacità di pensare per se stessi, mentre ha molto a che fare con il collettivismo, il sacrificio personale e la solita vecchia favola del bene comune. I collettivisti sono però molto scaltri, e hanno da tempo compreso che non è semplice convincere le persone a sacrificare se stesse e le loro libertà se la pillola non è ben indorata.

L’enlightened self interest è alla base di molti concetti più avanzati, come l’idea stessa di comunismo delineata da Karl Marx o lo “stakeholder capitalism” di Klaus Schwab. Ma non solo, nel tempo ha trovato spazio anche in questioni apparentemente neutrali come la Dichiarazione d’Indipendenza del Cyberspazio scritta da John Perry Barlow nel 1996 e perfino nelle fondamenta ideologiche di movimenti ambientalisti come Ultima Generazione.

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Interest rightly understood


Alcuni dicono che il concetto sia stato immaginato per la prima volta da Alexis de Tocqueville nel 1835, in un passaggio di De La Démocratie en Amérique (Democracy in America).

Tocqueville guardava al Vecchio Continente e vedeva una società priva di qualsiasi interesse per la vita pubblica, con una nobiltà annoiata e preoccupata di mantenere il suo potere su un popolo avvilito e demoralizzato. Dall’altra parte dell’oceano c’era invece un continente senza nobiltà, forgiato da individui provenienti per la maggior parte da una middle class lavoratrice e imprenditrice.

Tocqueville ammirava la proattività e la voglia di partecipare alla vita pubblica degli americani; un popolo desideroso di collaborare col prossimo e di interessarsi alle questioni politiche, sociali, religiose.

Al tempo stesso Tocqueville pensava però che questa nuova società democratica corresse il rischio di diventare una ”tenue tirannia”. In una democrazia, sosteneva, è probabile che gli individui siano portati a ritenersi deboli e inermi di fronte alle masse di altri individui, ed essere così spinti ad allontanarsi dal dibattito pubblico.

La tenue tirannia, secondo Tocqueville, sarebbe proprio una conseguenza di questa demoralizzazione e disimpegno pubblico da parte dei cittadini, che sarebbero invece incentivati a supportare la creazione di teorie politiche altamente astratte e di apparati legali-burocratici costruiti appositamente per sollevarli dal dovere di pensare e agire.

Questa forma, secondo lui, sarebbe ancora più insidiosa delle tradizionali forme di tirannia, poiché avrebbe la capacità di asservire le anime degli uomini, piuttosto che i loro corpi.

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Com’è la serie su Netflix i cui episodi possono essere visti nell’ordine che si vuole ilpost.it/2023/01/06/caleidosc…



Giorgia Meloni e il sacramento dell'eucarestia


#Roma, 5 gennaio 2023, esequie del pontefice emerito #Benedetto XVI.
La scena riprende Giorgia #Meloni, all'epoca Primo Ministro del governo dello stato che occupa la penisola italiana, che si appresta a ricevere l'#eucarestia.

Secondo il #catechismo della #Chiesa #Cattolica (2353) "La #fornicazione è l'unione carnale tra un #uomo e una #donna liberi, al di fuori del #matrimonio. Essa è gravemente contraria alla #dignità delle persone e della #sessualità umana naturalmente ordinata sia al bene degli sposi, sia alla generazione e all'educazione dei #figli. Inoltre è un grave #scandalo quando vi sia corruzione dei giovani".

Secondo il #Codice del #Diritto #Canonico (914) non sono ammessi alla sacra comunione "gli scomunicati e gli interdetti, dopo l'irrogazione o la dichiarazione della pena e gli altri che ostinatamente perseverano in #peccato grave manifesto".

Giorgia Meloni convive more uxorio.

Il sacerdote poteva briosamente ignorarla.
La presenza delle telecamere avrebbe reso il suo gesto ancora più significativo.

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