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Germania. L’ex capo dei servizi segreti fonda un partito di destra radicale


L'ex capo dei servizi segreti della Germania vuole trasformare l'associazione "Unione dei Valori" in un partito di destra radicale L'articolo Germania. L’ex capo dei servizi segreti fonda un partito di destra radicale proviene da Pagine Esteri. https://

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di Redazione

Pagine Esteri, 5 gennaio 2024 – L’ex direttore dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (Bfv, l’agenzia di intelligence interna tedesca), Hans-Georg Maassen, non esclude una collaborazione tra il partito che intende fondare e Alternativa per la Germania (Afd), una formazione nazionalconservatrice di estrema destra.
Nel corso di un’intervista al quotidiano “Die Welt”, l’ex capo dei servizi segreti tedeschi ha affermato di voler dialogare anche con Sahra Wagenknecht, ex leader della “Die Linke” che recentemente ha rotto con il partito di sinistra per formare un suo movimento politico.

Maassen ha elogiato sia Alternativa per la Germania sia il movimento BSW di Wagenknecht per aver «semplicemente espresso in maniera aperta e libera i problemi che abbiamo in Germania». L’ex direttore del Bfv si è detto «davvero molto vicino ad alcuni» esponenti di Afd e del Bsw, pur affermando di essere contrario a parole d’ordine radicali come “Fuori gli stranieri” e di volere «soprattutto molto, molto, molto meno Stato, niente più paternalismo», mentre l’Afd punta su «molto Stato, ma soltanto per i tedeschi».
Maassen ha quindi spiegato che vuole fondare un suo partito «in tempi relativamente brevi» aggiungendo che, se il progetto dovesse fallire, lascerà comunque l’Unione cristiano-democratrica (Cdu) da cui già rischia l’espulsione.

Maassen vuole trasformare in partito l’Unione dei valori, associazione ultraconservatrice di cui è presidente, modificandone gli statuti ma mantenendone il nome. Secondo l’ex funzionario, questo dovrebbe essere «il primo passo verso la separazione» dell’Unione dei valori da Cdu e Unione cristiano-sociale (Csu), i due partiti storici di centro-destra.
L’Unione dei valori è storicamente vicina alle due formazioni, ma da anni Cdu e Csu sono in rotta con l’associazione di Maassen per la sua virata a destra e il suo avvicinamento ai nazionalconservatori.
I popolari considerano l’ex direttore del Bfv troppo vicino all’estrema destra, un sostenitore delle teorie del complotto e un propagatore di notizie false. A sua volta, Maassen accusa la Cdu di continuità con il centrismo dell’ex cancelliera Angela Merkel, presidente del partito dal 2000 a 2018. Secondo Maassen questa linea tradisce l’appoggio dato dall’Unione dei valori a Friedrich Merz, segretario della Cdu dal 2021, affinché attuasse una svolta conservatrice nei popolari.

Nei piani di Maassen, l’Unione dei valori dovrebbe presentarsi alle elezioni in programma nel 2024 in Brandeburgo, Sassonia e Turingia e collaborare con “tutte” le forze «pronte per una svolta politica in Germania».
Al vertice del Bfv dal 2011, Maassen venne collocato a riposo nel 2018 per aver sminuito la gravità dei pogrom razzisti contro i migranti avvenuti a Chemnitz tra l’agosto e il settembre di quell’anno. Alla destituzione del funzionario contribuirono anche i suoi stretti contatti con Alternativa per la Germania (Afd). – Pagine Esteri

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Il piano per la futura Gaza: amministrata dalle famiglie scelte da Israele, controllata da USA e Tel Aviv


Israele non vuole a Gaza l'ANP. Nei piani un governo civile formato dai palestinesi non ostili a Tel Aviv. Per controllare gli aiuti, una forza internazionale guidata da USA, Paesi dell'Europa occidentale e Stati arabi considerati "moderati" L'articolo I

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Pagine Esteri, 5 gennaio 2023. “Non ci sarà una presenza israeliana civile a Gaza”. È stato chiaro il ministro della Difesa Yoav Gallant, parlando ieri sera con i giornalisti, poco prima che il Gabinetto di guerra israeliano si riunisse per discutere del destino della Striscia e dei suoi abitanti.

Le pressioni per la creazione di insediamenti israeliani sono, tuttavia, ancora molto forti, soprattutto da parte dei membri del partito di estrema destra Otzma Yehudit che fa capo al ministro della sicurezza nazionale, il suprematista Itamar Ben-Gvir. Ma sono anche altri i membri di spicco del governo Netanyahu, come il ministro del Patrimonio Amichai Eliyahue (il quale propose di lanciare una bomba atomica su Gaza), a ritenere che sostituire la popolazione palestinese con quella israeliana sia l’unica logica conclusione della guerra in corso.

Gallant ha definito il “day after” della Striscia come un piano in 4 semplici punti.

Il primo.

Una sorta di governo clanico-tribale nominato più o meno direttamente da Tel Aviv. Hamas non controllerà in alcun modo la Striscia. Ma non lo farà neanche l’ANP di Abu Mazen. L’amministrazione civile sarà affidata ai palestinesi. Non a tutti, però, né a persone a caso: solo alcune potenti famiglie locali favorevoli a Tel Aviv potranno esser nominate, da Israele stesso, a governare Gaza. Il potere civile sarebbe affidato, dunque, a comitati locali a condizione che non operino contro Israele né si dichiarino ostili ad esso. Le famiglie più importanti della Striscia hanno immediatamente fatto sapere che non saranno mai disponibili per un progetto del genere.

Il secondo.

Una forza internazionale a guida USA per la ricostruzione. Alla task force potranno partecipare i Paesi dell’Europa occidentale e quelli arabi giudicati moderati. Saranno loro a controllare l’operato delle organizzazioni internazionali che porteranno soccorso alla popolazione di Gaza. Tutto ciò che riterranno necessario far entrare nella Striscia dovrà essere controllato, supervisionato e approvato da Israele. È da verificare la reale disponibilità degli Stati arabi, molti dei quali, già alcune settimane fa, si sono detti non disposti a dispiegare le proprie truppe su Gaza. Ma una forza internazionale composta da soli Paesi occidentali non sarebbe facilmente presentabile né digeribile.

Il terzo.

L’Egitto. Gallant ha dichiarato che sono già in corso colloqui trilaterali tra Stati Uniti, Israele e l’Egitto per garantire la sicurezza del valico di Rafah e del confine con Gaza, che dovrà essere isolato e fortemente controllato dai tre Paesi.

Il quarto.

Israele. Il ministro ha spiegato che non vi saranno limiti temporali né spaziali alle operazioni militari che Israele potrà compiere nella Striscia di Gaza. Tel Aviv manterrà il diritto a operare in totale libertà, controllerà tutto ciò che entra e che accade a Gaza e potrà intervenire militarmente ogni volta che lo riterrà opportuno.

Non è ancora chiaro quali siano gli obiettivi che Israele dovrà raggiungere per considerare “finita” la guerra e dare il via a questa fase progettuale che al momento non sembra basarsi su riscontri e disponibilità reali quanto sui desideri e le aspirazioni israeliane. Sempre secondo Gallant le operazioni militari continueranno nel nord della Striscia, anche se con forme diverse: i raid aerei saranno frequenti e anticiperanno operazioni speciali di terra. Il numero dei soldati israeliani uccisi dentro Gaza (170 fino ad oggi) comincia a diventare importante e il governo ha la necessità di limitare i danni.

Nel sud della Striscia al momento la strategia non cambierà. E alla popolazione, composta quasi totalmente da rifugiati, non verrà permesso di ritornare al nord nelle proprie case o in ciò che ne rimane. Lo spostamento è ciò con cui Israele intende trattare la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Il numero delle vittime civili continua a crescere a dismisura, così come le denunce di attacchi alle strutture che ospitano centinaia di profughi, alle scuole-rifugio, alle strutture sanitarie. Secondo il Ministero della Sanità, 162 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore, portando il bilancio dei morti a 22.600, l’1% dell’intera popolazione della Striscia di Gaza.

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Così i mini-satelliti rafforzano la Difesa. Il punto del gen. Bianchi


Nel 2012, il Centro studi militari aeronautici “Giulio Douhet” (Cesma), in collaborazione con un ampio numero di aziende spaziali e con l’Agenzia spaziale italiana e europea, produsse uno studio sulla tecnologie dei piccoli satelliti duali e tra le consid

Nel 2012, il Centro studi militari aeronautici “Giulio Douhet” (Cesma), in collaborazione con un ampio numero di aziende spaziali e con l’Agenzia spaziale italiana e europea, produsse uno studio sulla tecnologie dei piccoli satelliti duali e tra le considerazioni che emersero, una vede riconosciuta, negli ultimi tempi, la sua piena valenza: nello studio si rilevava che, non avendo logica militare e dottrinale concentrare in una unica infrastruttura spaziale tutte le capacità della difesa nazionale per specifica applicazione, i piccoli satelliti potevano offrire una via di uscita a questo approccio acquisitivo rischioso.

La soluzione offerta dai piccoli satelliti può risponde anche ad un’altra esigenza; il segretario della Us Air force Frank Kendall, nel settembre 2022 sostenne infatti che, “a fronte della crescente frequenza di incidenti intenzionali e non intenzionali nello spazio la più efficace risposta non può che essere quella di adottare una strategia di resilienza, finanziariamente sostenibile, che utilizzi la ridondanza degli assetti come fulcro essenziale ma anche come elemento di deterrenza, perché in grado di rendere poco costo/efficace un attacco”.

Sia la Russia che la Cina hanno costruito sistemi spaziali per supportare le loro Forze armate, a livello operativo e per ragioni strategiche ma, entrambe, hanno anche lavorato sulla capacità offensiva per contrastare i sistemi spaziali occidentali. Pur desiderando che lo spazio sia un dominio pacifico per attività scientifiche e commerciali Kendall aggiungeva che “prevenire un conflitto sulle risorse spaziali diventerà sempre più difficile a causa del valore strategico dei satelliti e della proliferazione di tecnologie che possono essere utilizzate per distruggere gli assetti spaziali”.

Esperienze che abbiamo vissuto anche in Italia visto che anche i nostri assetti spaziali negli anni hanno potuto osservare eventi non intenzionali (la temporanea inutilizzabilità del Sicral a causa di fenomeni di Space weather) o intenzionali (avvicinamenti sospetti da parte del satellite russo Luch ad Athena Fidus) che ne hanno limitato le operazioni e che quindi sollecitano una risposta strategica.

Trascurando l’aspetto safety, ovvero non intenzionale, proteggere e mantenere le capacità spaziali in questo ambiente minaccioso è comunque di fondamentale importanza in quanto sia il mondo militare che quello civile ora dipendono da capacità come Galileo e il Gps, dai sistemi di comunicazioni e altri sistemi di osservazione della terra. Per tutte queste ragioni ora le nazioni Nato trattano lo spazio come un’“area di responsabilità”, un dominio alla pari di altri domini da mantenere e difendere.
In questo ambiente di minacce in rapida evoluzione e cambiamento, più opzioni si hanno a disposizione, meglio si può rispondere a nuove sfide e oltre alla ridondanza, sono necessarie molte altre strategie per sostenere anche la resilienza ovvero la capacità di assorbire le perdite e continuare la missione, anche se in forma depotenziata.

Il cosiddetto counter-space difensivo sarà fondamentale per negare gli attacchi adottando soluzioni di sopravvivenza e self-defense, di rafforzamento anti-cyber e capacità di manovrare per muoversi al di fuori dal percorso degli attacchi. Merita forse notare, in merito al rafforzamento anti-cyber e per inquadrare correttamente uno dei problemi chiave per la sicurezza spaziale, che lo sviluppo del software di alcuni satelliti commerciali oggi in orbita (quindi sviluppati dai cinque ai dieci anni precedenti), da un punto di vista tecnico, non implementa quasi nessun moderno concetto di sicurezza. Ricercatori dell’università di Bochum non sono stati capaci di trovare, in tre satelliti commerciali presi a campione attualmente in orbita, i meccanismi di sicurezza che, ad esempio, sono standard nei moderni telefoni cellulari e laptop. Un problema quindi da non sottovalutare perché apre a scenari di grande preoccupazione. Ci si può infatti aspettare un futuro dell’hacking satellitare “pragmatico” inteso cioè ad ottenere benefici eventualmente economici, dalla minaccia, ad esempio, di innescare una catena di collisioni spaziali noto come evento Kessler (in grado di rendere inutilizzabili orbite specifiche), dopo aver preso il controllo di uno qualunque dei satelliti vulnerabili.

Il rafforzamento cyber è certamente un elemento sostanziale ma sarà necessario approfondire anche altre possibili soluzioni strategiche di carattere difensivo come la disaggregazione della missione, la capacità cioè di portare a termine le missioni su più piattaforme oppure come perseguire una diversità orbitale adottando una varietà di opzioni orbitali (sia in regimi di altitudine che in inclinazioni orbitali) con i vantaggi (e gli svantaggi) che ciascuna opzione offre.

La rapida evoluzione della capacità di lanciare piccoli satelliti su singolo o più piccoli lanciatori sarà utile ad aumentare le opportunità di avere sistemi altamente ridondati e orbitalmente diversi, ognuno dei quali relativamente poco costosi; condizione fondamentale sarà quella però di affrontare le sfide “comunicative” poste da queste soluzioni integrando collegamenti ottici inter-satellitari (Oisl) evolutivi ed efficaci, che colleghino satellite a satellite, nonché downlink ad alta velocità, a configurazione flessibile, in grado di aumentare esponenzialmente l’utilità di queste costellazioni.

Ridondanza intesa anche come capacità di manutenzione in orbita, possibilità di riparazione e di rifornimento, disponibilità di pezzi di ricambio o di altri satelliti gemelli (in più del necessario) già in orbita e/o capacità di essere pronti al lancio in maniera “responsive”. Tra il ventaglio di soluzioni sarà sicuramente presa in considerazione anche l’agilità, ovvero la capacità di riprogrammare l’hardware, già in orbita, come soluzione di gran lunga preferibile alla costruzione e al lancio di nuovo hardware. Tutti i nuovi sistemi dovranno avere la capacità di essere riprogrammabili nella massima misura possibile (esiste già ma è minima) per resistere a minacce nuove e mutevoli.

Con lo spazio essenziale per la società e le operazioni militari, la strada fondamentale da percorrere rimane comunque quella che, già da alcuni anni, l’Italia sta percorrendo in maniera fruttuosa con iniziative sia in ambito militare che civile (che si spera confluiscano secondo modalità da stabilire, al più presto), tesa cioè ad ottenere una migliore comprensione di quali oggetti siano in orbita e di quali minacce possono questi rappresentare. La consapevolezza dei sistemi spaziali, attraverso la Space situation awareness (Ssa) e la consapevolezza del dominio spaziale, Space domain awareness (Sda) presuppone di essere in grado di rilevare tracciare e monitorare le minacce provocate dall’uomo (intenzionali) e quelle naturali (non intenzionali). Significa anche determinare le capacità degli oggetti in orbita, l’intento dietro il loro lancio e le loro operazioni, e ovviamente conoscere la vulnerabilità delle risorse disponibili sia nazionali che alleate a potenziali attacchi. Richiede inoltre la capacità di prevedere e valutare i rischi coinvolti, di mantenere il controllo e monitoraggio delle potenziali minacce e di implementare adeguate misure di mitigazione al fine di proteggere le risorse spaziali e terrestri.

Il Cesma da sempre interessato ad approfondire queste problematiche e a offrire occasioni di dibattito, ha in corso l’organizzazione di una conferenza, pianificata per maggio 2024, nella quale saranno invitati i maggiori rappresentanti dello spazio nazionale, per avere un loro punto di vista e la loro visione sugli scenari di sicurezza degli assetti spaziali.


formiche.net/2024/01/mini-sate…



Il Decreto Crescita e il calcio ordoliberale l Infoaut

"Senza gli aiuti dello Stato i soldi che i club prima risparmiavano in tasse sugli stipendi dei calciatori stranieri (nell’ordine di decine di milioni l’anno) tornano ad essere versati all’erario e quindi possibilmente destinati a scuole, case, ospedali e via dicendo. Perché quello che ci racconta questa storia, al di là della solita ipocrisia del mondo del pallone, è che il sistema calcio in tutta Europa rispecchia alla perfezione i dettami della scuola ordoliberale."

infoaut.org/culture/il-decreto…



Chat control: EU Ombudsman launches investigation into Europol


Following a complaint by Patrick Breyer, Pirate Party MEP, the EU Ombudsman Emily O’Reilly has announced that she has opened an investigation into the transfer of two former Europol … https://nextcloud.pp-eu.eu/index.php/s/sRiy45KrJ6p2ftX https://www.pat

Following a complaint by Patrick Breyer, Pirate Party MEP, the EU Ombudsman Emily O’Reilly has announced that she has opened an investigation into the transfer of two former Europol officials to the chat control surveillance tech provider Thorn. Despite the obvious conflict of interest, the transfer of the officials, who had already been involved in child sexual abuse at Europol, was authorised by the authority. One of the officials was involved in a pilot project at Europol for the AI-based analysis of abuse reports, is now registered with the Bundestag as a lobbyist for Thorn and travelled to a Europol meeting with his former colleagues in his new role. O’Reilly is asking Europol to provide access to all documents relating to the transfer and its approval by 15 January.

Breyer welcomes the move: “Since the revelation of Chatcontrol Gate, we know that the CSAR proposal is ultimately a product of the lobby of an international surveillance-government-industrial complex. We will hold EU Commissioner for Home Affairs Johansson and Europol accountable for this betrayal of our digital civil liberties to ensure it will never happen again.”

Background: The EU Commission proposes to oblige providers to search all private chats, messages, and emails automatically for suspicious content – generally and indiscriminately. The stated aim of this chat control: To prosecute child sexual exploitation material (CSEM). The result: Mass surveillance by means of fully automated real-time surveillance of messaging and chats and the end of privacy of digital correspondence.


patrick-breyer.de/en/chat-cont…



Latitante arrestato in una zona residenziale di lusso di Alicante (Spagna), anche grazie all'attività dell'Ufficiale di collegamento italiano con la polizia locale.


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Scopriamo di più su questa funzione, svolta d'intesa tra Interno ed Esteri

Il primo latitante italiano catturato nel 2024 all'estero è Nicola Rullo , indicato come membro di spicco della camorra italiana, ricercato a livello internazionale dall'Italia per la sua appartenenza all'Alleanza di Secondigliano e direttamente responsabile degli scontri avvenuti contro il clan Mazzarella per il controllo di Napoli.

E' stato catturato dalla Polizia Nazionale (policia.es/_es/index.php) iberica in una lussuosa zona residenziale di Alicante.
La costa di Alicante e, soprattutto, le urbanizzazioni e le zone abitate da una notevole popolazione straniera, sono diventate negli ultimi anni il nascondiglio di numerosi fuggitivi.

Spesso la Polizia Nazionale e la Guardia Civil (guardiacivil.es/es/index.html) individuano questi criminali ricercati in altri paesi, scoprendo che vivono da anni una vita discreta in queste zone composte di case unifamiliari, dove molti vicini non si conoscono tra loro.

L'arresto è avvenuto presso l'"El Plantío Golf Resort" di Alicante, ed è stato possibile grazie allo scambio diretto di informazioni e al coordinamento delle indagini tramite l'ufficiale di collegamento italiano in Spagna.

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Quale il ruolo dell'Ufficiale di collegamento?

Questa ultima è una figura di interesse, auspicata sin dalla Convenzione di Palermo delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale del 2000 , che prevedeva il distacco di ufficiali di collegamento come misura finalizzata al contrasto alla criminalità transnazionale e ad una più efficace azione di coordinamento tra le Autorità degli Stati firmatari.

Anche all’interno dell’Unione Europea maturò un indirizzo simile, che fu recepito nella Decisione Criminalità organizzata: quadro di orientamento comune per gli ufficiali di collegamento (eur-lex.europa.eu/legal-conten…) e DECISIONE 2003/170/GAI DEL CONSIGLIO del 27 febbraio 2003 relativa all'utilizzo comune degli ufficiali di collegamento distaccati all'estero dalle autorità degli Stati membri incaricate dell'applicazione della legge(eur-lex.europa.eu/legal-conten…).

Con riguardo alla normativa nazionale, inizialmente erano previste figure differenziate, a seconda che il funzionario/ufficiale di collegamento fosse dislocato all’estero sulla scorta di accordi bilaterali, ovvero per esigenze di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti (attività in capo alla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, di cui si parlerà a breve), o anche quale esperto per le strategie di prevenzione e contrasto dei fenomeni di immigrazione clandestina ed infine appartenenti alla Direzione Centrale Anticrimine o a quella di Polizia di Prevenzione del Dipartimento di P.S., inviati all’estero per specifiche esigenze.

Un passaggio fondamentale nella razionalizzazione della presenza degli ufficiali/funzionari di collegamento è venuta: prima (luglio 2010) da un Protocollo di Intesa tra il Ministero degli Affari Esteri ed il Ministero dell’Interno, quindi (dicembre 2010 ) dalla creazione del Comitato per la Programmazione Strategica per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Co.P.S.C.I.P.) e dalla coeva L. 10/2011, di conversione del D.L. 225/2010, che ha formalizzato la figura dell’Esperto, i cui confini funzionali, logistico–amministrativi, organizzativi sono stati oggetto di ulteriori interventi nel 2015 (Protocollo di Intesa tra il Capo della Polizia–Capo del Dipartimento della P.S. ed il Segretario Generale del MAECI) e nel 2016 (Regolamento Interministeriale n. 104 del 30 marzo).

È di interesse rilevare come siano stati individuate dal citato Co.P.S.C.I.P. delle aree di principale valenza strategico–operativa per la nostra Nazione, ove gli Esperti preposti assumono l’incombenza di responsabili degli “Uffici Regionali”, gravando su di loro l’uniformità di indirizzo strategico e la razionalizzazione delle singole iniziative dei colleghi presenti nell’Area.

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Il ruolo dello SCIP

Il compito - tra i numerosi altri - di curare la gestione tecnico–operativa della rete degli Esperti per la Sicurezza ricade sul [Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia](poliziadistato.it/articolo/146…) del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno (in sigla SCIP) che sovrintende ai funzionari ed ufficiali delle tre Forze di polizia a competenza generale (Arma dei carabinieri, Polizia di Stato, Gurdia di Finanza), nel numero massimo di cinquanta unità allocate presso le rappresentanze diplomatiche e negli uffici consolari.


#Armadeicarabinieri #PoliziadiStato #GuardiadiFinanza #PolicíaNacional #Guardiacivil #SCIP #Ufficialedicollegamento #ConvenzionediPalermodelleNazioniUnitecontrolacriminalitàorganizzatatransnazionale
#ConvenzionediPalermo



Hubble per la prima volta ha osservato i cambiamenti nell’atmosfera di un esopianeta l AstroSpace

"A partire dalle osservazioni Hubble raccolte nel 2016, 2018 e 2019, un team di scienziati ha potuto non solo analizzare l’atmosfera del pianeta, ma anche confrontare lo stato di questa atmosfera nel corso dei diversi anni, trovando prove evidenti della sua variazione."

astrospace.it/2024/01/05/hubbl…



Depositare


Deporre le armi e depositare le sentenze. Togliere le prime dalle mani e dalle bocche di chi straparla, senza avere idea alcuna del diritto e dei diritti. Puntare alle seconde, per ragionare su come rimediare alla malagiustizia. Quel che produce più guast

Deporre le armi e depositare le sentenze. Togliere le prime dalle mani e dalle bocche di chi straparla, senza avere idea alcuna del diritto e dei diritti. Puntare alle seconde, per ragionare su come rimediare alla malagiustizia.

Quel che produce più guasti è l’irresponsabilità. Vale in qualsiasi attività e settore, perché chi non è responsabile di quel che fa e di come lo fa è anche portato alla sciatteria. Ma vale in modo particolare quando l’irresponsabile è chi è chiamato a valutare e giudicare le responsabilità altrui. Due casi, in queste ore, sono fatti apposta per rinfocolare le polemiche.

La Corte costituzionale stabilisce che una intercettazione (relativa al Presidente della Repubblica, all’epoca dei fatti Giorgio Napolitano) non si sarebbe dovuta fare e dispone la distruzione del materiale raccolto. Ora Antonio Ingroia, ovvero l’autore di quel che è stato bocciato, se ne esce rilasciando dichiarazioni in cui richiama quel che in quelle intercettazioni sarebbe stato ascoltato, senza che sia possibile controllare la veridicità delle sue parole. Non è accettabile.

Che la Corte dei Conti abbia una sua utilità è da dimostrarsi, ma che un suo consigliere possa esprimersi sui conti pubblici e sulla legge di bilancio, usando un linguaggio da bettola, non è accettabile. Dice lui, Marcello Degni: non è messa in dubbio la mia imparzialità. Lo è eccome. E chiede: un magistrato non può forse esprimere le proprie opinioni? No. Non su quel che è di competenza della giustizia, per la stessa ragione per cui un arbitro non può mescolarsi alla tifoseria, anche se arbitra un’altra partita.

Se queste cose succedono non è solo perché dilaga l’irresponsabilità, ma anche perché scema la cultura. Il non ponderare, il non comprendere l’enormità di tali condotte, è un derivato di formazioni culturali senza spirito critico, senza riflessione, senza sofferenza interiore. Che vive nell’assuefazione e nel diffondersi dell’ignoranza. Prendiamo un singolo aspetto del tema giustizia. Sarà utile a capire.

Pochi giorni fa s’è diffusa la notizia di un processo penale conclusosi dopo 20 anni, di cui 3 necessari per il deposito delle motivazioni della sentenza, in un grado di giudizio. Non ha destato scalpore, non è una così clamorosa eccezione, ce ne siamo già dimenticati. Eppure è abominevole.

La nostra Costituzione – articolo 111 – stabilisce che <<Tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati>>. Non in tutti i sistemi è così, ma da noi si chiede la modifica o cancellazione di una sentenza dopo averne letto le motivazioni. Il Codice di procedura penale – articolo 544 – prevede che, una volta stabilito il dispositivo (ovvero la parte della sentenza che si legge in Aula, colpevole o innocente): <<subito dopo è redatta una concisa esposizione dei motivi di fatto e diritto su cui la sentenza è fondata>>. Il che è anche logico, visto che per arrivare al dispositivo il giudice o il collegio giudicante hanno prima stabilito perché e in base a quali norme. Ma, avverte il secondo comma: <<Qualora non sia possibile procedere alla redazione immediata dei motivi (…) vi si provvede non oltre il quindicesimo giorno da quello della pronuncia>>. Che sarebbe già un’eccezione. Il terzo comma la amplia e, per pochi casi particolarmente complessi, stabilisce che le motivazioni arrivino entro 90 giorni. È stato aggiunto un bis: se le motivazioni sono più di una si depositano prima quelle dei detenuti e, per gli altri, il termine massimo è 180 giorni. Dove sono i 3 anni?

La realtà è che quasi mai questi termini sono rispettati, ma nessuno mai ne risponde. Ovvero: la legge vale zero. Più o meno quel che pensano i delinquenti. Un condannato in primo grado resta in quella condizione per anni, anche se la sentenza sarà cancellata in quelli a venire. Roba incivile.

Possiamo anche passare i prossimi lustri a occuparci di chi straparla, ma se di una tale enormità neanche si parla il problema non è delle toghe, ma di una collettività che affonda. Inutilmente vociante.

La Ragione

L'articolo Depositare proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Gas: gli USA sono i principali esportatori nel 2023 (anche grazie alle sanzioni alla Russia) l L'Indipendente

"La guerra dell’energia tra USA e Russia ha dunque avvantaggiato la potenza a stelle e strisce a danno dei Paesi europei: mentre, infatti, il Prodotto Interno Lordo degli Stati Uniti ha registrato un aumento del 4,9% nel terzo trimestre 2023, rispetto al 2,1% del trimestre precedente, l’eurozona è entrata in recessione tecnica, trainata dalla Germania, la nazione europea che più ha risentito dall’interruzione dei rapporti commerciali ed energetici con la Russia."

lindipendente.online/2024/01/0…



E’ venuto a mancare alla soglia del compimento dei 99 anni il compagno Gastone Cottino. Novantanove anni di resistenza e di impegno politico. Partigiano comba


Da più di due mesi, continuano senza sosta i bombardamenti israeliani su Gaza, causando più di 20,000 martiri di cui il 60% sono bambini e donne. E ancora non


. TONY DELLA PIA* RAFFAELE TECCE** Ieri mattina la tristissima notizia della morte del compagno Tonino Di Ninno, operaio specializzato Enel e storico dir


L'associazione dei creditori guadagna milioni con diritti GDPR (di fatto) gratuiti KSV1870 utilizza un sito web ingannevole per invitare le persone ad acquistare un costoso "InfoPass" invece di ottenere una copia gratuita dei propri dati KSV1870_Complaint_and_Report


noyb.eu/it/creditors-associati…



Il James Webb ha stabilito un nuovo record, distinguendo giovani stelle nella galassia del Triangolo l AstroSpace

"La nostra Via Lattea è ricca di gigantesche nubi molecolari, all’interno delle quali il processo del collasso gravitazionale permette la nascita di nuovi astri. Sulla base di ciò che possono studiare osservando queste stelle neonate, gli scienziati ipotizzano che il processo di formazione stellare avvenga in maniera simile anche nelle altre galassie."

astrospace.it/2024/01/04/il-ja…



Il MIM celebra la Giornata mondiale del Braille con un'esposizione, ormai permanente, presso la Biblioteca “Luigi De Gregori”.


BRICS: cosa cambia ora l L'Antidiplomatico

"L'allargamento del BRICS rappresenta una svolta significativa nella geopolitica mondiale che potrebbe contribuire a un mondo multipolare più equilibrato, mentre l'Occidente, in particolare gli Stati Uniti, affronta un periodo di declino sempre più evidente e conclamato. La sfida ora sarà per il BRICS+ gestire le diversità interne e cooperare per affrontare le sfide globali, stabilendo un nuovo ordine mondiale basato sulla parità e sulla cooperazione."

lantidiplomatico.it/dettnews-b…



I reati contro la fauna selvatica attività criminale “trasversale”, da affrontare con le armi dell’intelligence e delle indagini finanziarie.


Viene denominato “wildlife trafficking”: il traffico illegale di specie selvatiche è tra i cinque traffici illegali più redditizi a livello globale, per un valore stimato di 23 miliardi di dollari all'anno. Si tratta di una minaccia globale multiforme che erode la biodiversità, gli ecosistemi e crea insicurezza che alimenta conflitti e corruzione.
Nel nostro blog ne abbiamo già parlato (vedi la nota a fine pagina).

La Wildlife Justice Commission (Commissione per la giustizia della fauna selvatica) ha pubblicato un nuovo rapporto sulla convergenza dei reati contro la fauna selvatica con altre forme di criminalità organizzata: una revisione del 2023 di precedenti lavori, che riesamina la questione basandosi sul precedente lavoro, presentando ulteriori analisi e approfondimenti tratti da tre studi di casi, basato su ricerche open-source e informazioni raccolte durante le indagini della Wildlife Justice Commission. Il rapporto completo – in inglese – è scaricabile qui: wildlifejustice.org/wp-content… .

Questi casi continuano a dimostrare che gruppi criminali nazionali hanno una serie di motivazioni per diversificare le loro attività criminali e formare nuove partnership o alleanze, infiltrarsi in nuovi mercati o sfruttare le vulnerabilità nell’azione di controllo e contrasto degli Stati. Inoltre flussi finanziari illeciti e riciclaggio di denaro sono fattori sottostanti comuni presenti in quasi tutti i reati organizzati contro le specie selvatiche.
La convergenza della criminalità deve essere quindi affrontata dal un punto di vista della criminalità organizzata, per identificare, incriminare e perseguire tutti i reati commessi da una rete. L’attività di intelligence è uno strumento essenziale a questo proposito, per mappare le reti criminali, analizzare modelli e collegamenti tra le attività criminali, comprendere il modus operandi e le motivazioni criminali e valutarne il livello di minaccia rappresentata dalla rete criminale nel suo complesso.

Indagini congiunte e task force multi-agenzia consentono di riunire le risorse e le competenze necessarie A questo punto, l'unica cosa che si può fare è cercare di investigare la convergenza della criminalità. Oltre le classiche indagini della polizia investigativa, dovrebbero parallelamente essere condotte indagini finanziarie per rintracciare dove e come il denaro si muove ed individuare i proventi di reato. I reati contro la fauna selvatica sono un'attività criminale trasversale e non possono essere affrontati separatamente da altri crimini. Affrontando il problema della convergenza ed eliminando i nodi comuni tra reti criminali, le autorità di contrasto possono avere un impatto maggiore per smantellare la criminalità organizzata.

La maggiore attenzione negli ultimi anni al nesso tra la fauna selvatica criminalità organizzata e altre forme di criminalità, ha portato alla luce un numero crescente di prove che contribuiranno a costruire un migliore comprensione di questo complesso crimine. La prevalenza apparentemente crescente della convergenza della criminalità negli ultimi due decenni, come suggerito da alcune ricerche, sembra indicare che il traffico illegale di specie selvatiche diventa più attraente per le reti criminali a causa della redditività di specie e prodotti di alto valore ed il percepito minor rischio di applicazione delle attuali leggi contro questo tipo di reato. Ciò sottolinea le preoccupazioni in merito al ruolo che la convergenza criminale potrebbe avere nel sostenere l'espansione dei reati contro la fauna selvatica.


Nota:
noblogo.org/cooperazione-inter…
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L'associazione di tutela dei creditori guadagna milioni con i diritti GDPR (di fatto) gratuiti KSV1870 utilizza un sito web ingannevole per invitare le persone ad acquistare un costoso "InfoPass" invece di ottenere una copia gratuita dei propri dati KSV1870_Complaint_and_Report


noyb.eu/it/creditors-protectio…



Università, entrate nel Fediverso e riappropriatevi della vostra sovranità digitale!

@Che succede nel Fediverso?

Le università possono essere importanti creatori di spazi pubblici digitali e utilizzare, progettare e fornire strutture di rete di interesse pubblico come Fediverse. In linea con la sua tradizione FLOSS, l'Università di Innsbruck si concentra sul Fediverso e ne ha creato un'istanza sui server universitari. Oltre agli approfondimenti sul processo, la motivazione e il networking sono lo scopo di questo Lightning Talk. Università, unitevi al Fediverso!

Il disastro di Twitter ha evidenziato i rischi derivanti dall’affidarsi a piattaforme commerciali per i canali di comunicazione centrali. Questa non è una novità, ma illustra chiaramente i problemi legati a gran parte della struttura dei social media. Le università possono contribuire in modo significativo a rendere Fediverse una rete decentralizzata, non commerciale e attenta alla privacy. Prendendo l'esempio dell'Università di Innsbruck, l'intervento mostrerà come un trio di diversi dipartimenti, comunicazione scientifica, protezione dei dati e informatica, ha creato un'istanza Fediverse per la comunicazione scientifica istituzionale su Mastodon sui server universitari. Questo Lightning Talk mira a informare e mostrare come un'università si è impegnata con successo con il Fediverso, fungendo da invito all'azione per altre università affinché si uniscano nel cogliere l'opportunità di migliorare le strutture di comunicazione online.
Melanie Bartos, Hansjörg Pehofer, Matthias Weiler

media.ccc.de/v/37c3-lightningt…

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SaldaMente


Oggi, a partire dalla Valle d’Aosta, si apre la stagione dei saldi invernali. La previsione – dei commercianti – è che saranno coinvolte quasi 16 milioni di famiglie, per una spesa che potrebbe sfiorare i 5 miliardi. Ben prima dei saldi, nel terzo trimest

Oggi, a partire dalla Valle d’Aosta, si apre la stagione dei saldi invernali. La previsione – dei commercianti – è che saranno coinvolte quasi 16 milioni di famiglie, per una spesa che potrebbe sfiorare i 5 miliardi. Ben prima dei saldi, nel terzo trimestre del 2023 i consumi privati italiani sono cresciuti dello 0,7%. Negli Stati Uniti – dove l’economia tira assai di più – sono cresciuti dello 0,8%; in Francia dello 0,6%; mentre in Germania hanno fatto registrare un -0,3%. Insomma, i nostri consumi reggono e crescono moderatamente ma bene, compensando il calo della domanda dall’estero. Dobbiamo chiederci quanto questo andamento prometta, in termini di saldezza nel nostro sistema produttivo. E quanto influisca sull’umore degli italiani, sulla fiducia nel futuro prossimo.

Per ora i consumatori italiani reggono, spendono e restano anche capaci di risparmiare, ma li si informa costantemente che il 2024 sarà un anno di aumenti, per prezzi e tariffe. Anche questo è un modo asimmetrico d’informare, influendo sulla realtà: non si vedono più titoli relativi ai mutui, dopo mesi passati a indicarne il brusco aumento del costo. Capita perché calano e questa è considerata una non notizia. È anche a causa di questo modo di procedere che poi non si trova la forza per rompere le mura che proteggono le rendite di posizione, aprendo all’aria sana della concorrenza: perché non se ne illustrano i benefici. Non quelli teorici – da libello per libbberali – ma quelli reali, di cui già le tasche hanno beneficiato e beneficiano. Quante volte è stato ricordato agli italiani quanto pagavano per telefonare o per volare e quanto pagano adesso? Pochissime e superficialmente, facendo perdere il nesso fra il calo dei prezzi (con benefici per i consumatori e aumento della spesa complessiva, con beneficio per i produttori) e la maggiore concorrenza.

Il caso più assurdo è quello dei balneari: ogni estate parte la geremiade dei prezzi per un ombrellone e due sdraio, ma poi non ci si interessa al fatto che quelle spiagge siano lasciate quale rendita ereditaria familiare, anziché considerarle un bene comune da cui trarre maggiore gettito fiscale e maggiori servizi a prezzi più bassi. Così una minoranza che si autoprotegge diventa più forte e trova più sponde partitiche della grande maggioranza dei cittadini, che pagano.

Quel che più è previsto aumenti, nel 2024, è legato o a forniture dall’estero (come i prodotti energetici, che però erano calati) o a strozzature di mercato (come per i prodotti alimentari) o alla gestione di imprese a partecipazione pubblica (protette dalla concorrenza). Se fosse più chiaro, forse molti ragionerebbero in modo diverso.

Ma la nota più dolente, in termini di saldezza, trova la sua ennesima conferma negli ultimi dati giunti dall’Istat: la crescita del Prodotto interno lordo, per il 2024, è prevista allo 0,7%. Mentre il governo continua a basare i suoi conti su un roseo +1,2%. Questo trascina con sé un aumento del peso del deficit e l’impossibilità, senza correzioni, che il debito diminuisca il suo. Se questo dovesse capitare sarebbe la smentita della legge di bilancio e delle parole del ministro dell’Economia, che commentavamo ieri. Se malauguratamente e colpevolmente (perché rimediare subito si può) così dovessero andare le cose, ciò poi si riverbererebbe sull’umore collettivo e toglierebbe potenza e carburante al motore dei consumi, che ancora reagisce bene, compensando altri cali.

La cosa che più colpisce è che nessuno ne parli. Sembra quasi che una cosa sia ragionare di politica e un’altra ragionare d’economia e attorno a questi dati. La prima affidata a una stucchevole opera dei pupi, in cui il rumore di latta evidenzia scontri spettacolari e inconcludenti. La seconda – l’economia – lasciata a parte, come fosse affare di pochi fissati e alimentando l’illusione che la spesa pubblica possa compensare ogni cosa. Ovvero la droga psichedelica di cui parla Giorgetti, salvo lasciare l’impressione di farlo da un raduno lisergico.

La Ragione

L'articolo SaldaMente proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Israele in trattative con il Congo per “reinsediamento volontario” dei palestinesi all’estero


The Times of Israel rivela che il governo Netanyahu sta negoziando in segreto con alcuni Stati per spostare all'estero gli sfollati di Gaza L'articolo Israele in trattative con il Congo per “reinsediamento volontario” dei palestinesi all’estero proviene

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Pagine Esteri, 3 gennaio 2023. Il Times of Israel ha pubblicato oggi la notizia, confermata da un alto funzionario israeliano, che Tel Aviv sta trattando con alcuni Paesi, tra i quali il Congo e l’Arabia Saudita, un accordo che gli permetterebbe di mandare all’estero migliaia di famiglie palestinesi di Gaza.

Il Congo, Paese in cui il 52,5% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, si sarebbe già detto disposto a far entrare nei propri confini un numero significativo di gazawi. La fonte non ha rivelato al Times of Israel i termini dell’accordo e, dunque, quale sia la ricompensa che Israele ha promesso a Kinshasa.

Ma ha specificato ai giornalisti israeliani che il governo Netanyahu sta conducendo trattative segrete anche con altri Stati: non è un mistero, ad esempio, che alcuni ministri provino a spingere gli sfollati palestinesi a lasciare la Striscia di Gaza per cercare lavoro in Arabia Saudita.

Quello che Israele chiama “reinsediamento volontario” è un progetto che favorisce e incoraggia la popolazione palestinese di Gaza a lasciare le proprie case, ciò che ne resta dopo quasi 3 mesi di bombardamenti, abbandonare l’idea della ricostruzione della Striscia e spostarsi all’interno dei confini di uno Stato estero, senza avere la certezza, in futuro, di poter tornare nel proprio Paese.

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L'articolo Israele in trattative con il Congo per “reinsediamento volontario” dei palestinesi all’estero proviene da Pagine Esteri.



Il 95% delle Scuole secondarie di secondo grado ha completato le nomine dei docenti tutor e orientatori sulla piattaforma #Unica: risulta incaricato il 98% dei tutor previsti e il 95% di orientatori.


IRAN. Decine di morti e feriti per esplosioni durante commemorazione Qassem Soleimani


L'Iran parla di un "attacco terroristico" nell'anniversario della morte del comandante della Forza Quds. L'articolo IRAN. Decine di morti e feriti per esplosioni durante commemorazione Qassem Soleimani proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/

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della redazione

Pagine Esteri, 3 gennaio 2024 – I media iraniano riferiscono di almeno 20 persone uccise e decine di altre ferite in due esplosioni vicino al cimitero dei martiri di Kerman, durante una cerimonia per commemorare l’assassinio da parte degli Stati Uniti, nel 2020, del comandante della Forza Quds della Guardia Rivoluzionaria, Qassem Soleimani.

Inizialmente l’agenzia semi-ufficiale Nour aveva riferito di “diverse bombole di gas esplose sulla strada che porta al cimitero” ma ora le autorità israeliane parlano di “attentato terroristico”.

Seguiranno aggiornamenti

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AFGHANISTAN. La crisi dei bambini: tra lavoro, violenza e leggi talebane


L’emergenza umanitaria del Paese è destinata a peggiorare. Le vittime principali sono sempre i minori, in condizioni di povertà e spesso costretti a lavorare. Lo denunciano i rapporti delle Nazioni Unite, dell’IRC e dell’UNICEF, che lancia un appello per

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di Valeria Cagnazzo

Pagine Esteri, 3 gennaio 2023 – I bisogni basilari del 40% dei bambini in Afghanistan non vengono soddisfatti. Un terzo dei bambini nel Paese sarebbe, inoltre, impiegato nel lavoro minorile. È quanto ha rivelato un recente rapporto dell’International Rescue Committee (IRC) a proposito delle condizioni di vita dei bambini afghani.

Un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato nel mese di novembre scorso in relazione al periodo compreso tra l’1 gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 rivelava stime di violenza e di maltrattamenti dei bambini in Afghanistan altrettanto allarmanti. Tanto da costringere il governo de facto talebano a intervenire respingendolo e ribadendo il suo impegno nel garantire i diritti dei bambini afghani.

Secondo il rapporto ONU, verificato e ratificato anche da UNAMA, la Missione di Assistenza in Afghanistan delle Nazioni Unite, e dall’UNICEF (United Nations International Children’s Emergency Fund), l’infanzia nel Paese sarebbe stata messa a rischio sia a causa dei conflitti armati che si sono succeduti nel Paese sia a causa di politiche poco attente a proteggerne i diritti. A proposito del governo de facto instauratosi nel settembre 2021, in particolare, la relazione segnala violazioni che comprendono il bando delle ragazze dall’istruzione secondaria emanato il 23 marzo 2022. La stessa definizione di “bambino” codificata da un decreto della autorità talebane sempre nel mese di marzo 2022 rappresenta, secondo il rapporto, un motivo di preoccupazione: essa si basa, infatti, sull’assenza di segni fisici di pubertà piuttosto che sull’età, escludendo di fatto una buona parte dei minori di 18 anni che dovrebbero essere, invece, tutelati dalla Carta dei Diritti dei Bambini.

Nel rapporto si legge che “l’assenza di disposizioni di protezione per i bambini nell’agenda delle autorità de facto, di supporto legale, di responsabilità per le gravi violazioni nei confronti dei bambini e di programmi sistematici di integrazione, così come l’assenza di una regolamentazione e di politiche per la protezione dei bambini, ha reso più difficile per le organizzazioni per i diritti dell’infanzia implementare i programmi necessari per la difesa dei minori”. L’8 ottobre del 2022, per esempio, si legge, le autorità de facto hanno rilasciato un decreto per la rimozione dei bambini mendicanti dalle strade, senza farlo accompagnare da un chiaro programma di supporto per il reintegro sociale e l’assistenza degli stessi.

Non solo direttamente la politica alla base della crisi dell’infanzia, secondo le Nazioni Unite, ma anche l’estrema povertà della popolazione, l’assenza di opportunità, le calamità naturali come i terremoti – l’ultimo che ha colpito in ottobre la provincia di Herat ha provocato oltre 2.000 morti e migliaia di sfollati – e la guerra continuano a mettere in pericolo la vita dei bambini. Si segnala, infatti, un aumento della loro “vulnerabilità all’arruolamento e allo sfruttamento, alla violenza sessuale, al lavoro minorile, alla violenza domestica, ai matrimoni precoci, a pericolose pratiche tradizionali, all’interruzione degli studi e alle migrazioni non sicure”. Più a rischio di tutti sono le bambine, che a causa della sospensione del diritto allo studio sono le più esposte a tentativi di suicidio e di autolesionismo e al deterioramento della salute mentale.

Una crisi gravissima per i diritti dell’infanzia confermata anche dal recente rapporto sulla situazione nel Paese dall’agosto 2021 al marzo 2023 pubblicato dall’UNICEF, l’agenzia delle Nazioni Unite per i bambini, che si sofferma sulle condizioni di estrema povertà nella quale versa la maggioranza dei bambini afghani, con conseguenze tragiche per la loro salute, la loro crescita, la loro educazione.

Per questo motivo, per il 2024, l’UNICEF ha lanciato un appello per 1.4 miliardi di dollari per fornire soccorso umanitario a 19.4 milioni di persone in condizioni di estrema difficoltà in Afghanistan. Secondo il rapporto con il quale l’agenzia delle Nazioni Unite ha invitato all’”Azione umanitaria per i bambini” del Paese, nel prossimo anno 23.3 milioni di persone si troveranno in una situazione di dipendenza da aiuti umanitari: di queste, 12,6 milioni saranno bambini. Soprattutto per le sequele di decenni di conflitto, gli effetti del cambiamento climatico e l’estrema crisi economica che continua a interessare l’Afghanistan. Del fondo di aiuti richiesti dall’Unicef, si legge, almeno il 30% dovrebbero essere destinati a programmi di salute e il 20% a progetti di igiene pubblica, con il resto principalmente indirizzati a servizi di educazione e protezione sociale.

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World Drug Report 2023. La cannabis è la sostanza psicoattiva più utilizzata al mondo


La relazione mondiale sulla droga 2023 rilasciata da #UNODC, l’Agenzia delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine con base a Vienna, mira non solo a promuovere una maggiore cooperazione internazionale per contrastare l’impatto del problema mondiale della droga sulla salute, sulla governance e sulla sicurezza, ma anche ad assistere gli Stati membri nell’anticipare e affrontare le minacce poste dai mercati della droga e nell’attenuarne le conseguenze.

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Il World Drug Report 2023 è pubblicato (non è disponibile la lingua italiana) sul sito web dell’UNODC: unodc.org/unodc/en/data-and-an… mentre il “segmento” online è reperibile sul sito web all’indirizzo: www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/wdr-2023-online-segment.html

LA RISPOSTA AL TRAFFICO DI STUPEFACENTI DELLE FORZE DI POLIZIA A LIVELLO GLOBALE

Le risposte delle forze dell’ordine devono tenere il passo con i modelli di business criminali sorprendentemente agili, nonché con la proliferazione delle droghe sintetiche, che sono economiche e facili da immettere sul mercato. La salute pubblica rimane la priorità nel contesto di una regolamentazione in rapido sviluppo sul controllo delle droghe, in particolare in relazione all’uso medico, e i paesi devono investire di più nella ricerca per monitorare gli effetti delle politiche e informare le risposte.

LA MINACCIA ALLA SALUTE PUBBLICA ED AI DIRITTI UMANI

Secondo il Rapporto, disuguaglianze e disparità sociali ed economiche continuano a guidare ed essere alimentate dal fenomeno della droga, minacciando la salute pubblica e i diritti umani. Le disparità tra il Nord e il Sud del mondo, tra le aree urbane e rurali e tra le sottopopolazioni contribuiscono ai danni causati dalle droghe.

I disturbi da uso di droghe e altre condizioni di salute mentale sono strettamente interconnessi: le condizioni di salute mentale aumentano il rischio di sviluppare disturbi da uso di droghe e le droghe comportano il rischio di esacerbare i problemi di salute mentale se assunte al di fuori del controllo medico. Con una stima di una persona su otto in tutto il mondo che vive con una condizione di salute mentale diagnosticata, la necessità di affrontare i problemi di salute mentale nella prevenzione e nel trattamento dell’uso di droghe è diventata sempre più una priorità.

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Dinamiche regionali dell'uso delle droghe

I GIOVANI E L’USO DELLE DROGHE

I giovani rimangono il gruppo più vulnerabile all’uso di droghe. A livello globale, nel 2021, le persone di età compresa tra i 15 e i 16 anni avevano una prevalenza annuale dell’uso di cannabis del 5,34%, rispetto al 4,3% degli adulti.

In alcune regioni, i giovani sono più gravemente colpiti dal disturbo da uso di sostanze: in Africa, il 70% delle persone che ricevono un trattamento per tossicodipendenti ha meno di 35 anni. Il traffico di droga sta aggravando le minacce criminali che danneggiano le comunità vulnerabili degradando i loro diritti alla sicurezza e ai mezzi di sussistenza, nonché il diritto di vivere in un ambiente pulito, sano e sostenibile.

IL CASO DELL’AMAZZONIA

Nel bacino amazzonico, nella zona dei tre confini tra Brasile, Colombia e Perù, le organizzazioni del traffico di droga violano sempre più i diritti umani, la sicurezza e il benessere delle popolazioni rurali, includendo, in alcune aree, l’occupazione illegale della terra e il pascolo del bestiame, il disboscamento illegale, l’estrazione mineraria illegale, il traffico di fauna selvatica e altri crimini che colpiscono l’ambiente. Le popolazioni indigene e le altre comunità locali sono intrappolate nel nesso criminale nel bacino amazzonico, subendo sfollamento, avvelenamento da mercurio e altri gravi impatti sulla salute, nonché una maggiore esposizione alla violenza.

LA TRASFORMAZIONE DEI MERCATI ILLEGALI

I mercati delle droghe illegali si stanno trasformando rapidamente e, in alcune regioni, radicalmente, con le droghe sintetiche che stanno diventando sempre più dominanti. La produzione di droghe sintetiche è economica, facile e veloce. Il fentanyl, un potente oppioide sintetico, sta trasformando i mercati della droga in Nord America, contribuendo ad alti livelli di overdose tra coloro che fanno uso di droghe. Mentre il traffico e l’uso di cannabis colpiscono tutte le regioni del mondo, altri problemi legati alla droga pongono ulteriori minacce in diverse aree geografiche.

CANNABIS, STUPEFACENTE PIÙ USATO AL MONDO

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Consumo di cannabis nel mondo

La cannabis rimane di gran lunga lo stupefacente più comunemente usato al mondo. Si stima che 219 milioni di persone abbiano fatto uso di #cannabis nel 2021, pari al 4% della popolazione adulta globale. Il numero di persone che fanno uso di cannabis è aumentato del 21% negli ultimi dieci anni. Il consumo di cannabis rimane il più alto in Nord America, dove il 17,4% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha utilizzato la droga nel 2021. La percentuale di donne tra coloro che fanno uso di cannabis varia a seconda delle regioni e delle sottoregioni, dal 9% in Asia al 42% in Nord America (2021). Ci sono prove dell’efficacia dei cannabinoidi nel trattamento di alcune condizioni di salute, ma per molte altre condizioni le prove sono limitate. Molti paesi hanno adottato disposizioni per l’uso medico della cannabis, ma gli approcci normativi alla cannabis terapeutica differiscono ampiamente tra questi paesi.

SVILUPPI REGIONE PER REGIONE. L’EUROPA

L’Europa occidentale e centrale rimane il secondo più grande mercato mondiale di cocaina. L’anfetamina è il secondo stimolante più utilizzato nell’Europa occidentale e centrale dopo la cocaina. Le tendenze recenti indicano un aumento del consumo di metanfetamine nella regione. L’Europa rimane un importante mercato di consumo per l’“ecstasy”. Gli oppioidi rimangono il principale tipo di droga per il quale le persone sono in trattamento in Europa, ma la cannabis segue da vicino ed è più comune tra coloro che vengono trattati per la prima volta. L’uso di NPS (new psychoactive substances, quali kratom and khat) che sembra rimanere contenuto nell’Europa occidentale e centrale, sembra essere in aumento nell’Europa orientale, dove è diventato una delle principali preoccupazioni. L’Europa orientale ha la più alta prevalenza di persone che si iniettano droghe (1,3% nel 2021) e di persone che si iniettano droghe che vivono con l’HIV (25,4%) e l’epatite C in tutto il mondo.



Weekly Chronicles #59


Fronti di resistenza, tecnocrazia fiscale ed epigrafi immortali.

Buon 2024 cari lettori. Nel bene e nel male, sarà una grande annata. Questo è il numero #59 delle Cronache settimanali di Privacy Chronicles, la newsletter che parla di sorveglianza di massa, crypto-anarchia, privacy e sicurezza dei dati.

Nelle Cronache della settimana:

  • Aggiornamenti dal fronte: la nuova resistenza contro l’anarco-tirannia tecnocratica
  • Tecnocrazia fiscale
  • The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks

Nelle Lettere Libertarie: Aggiornamenti dal fronte: la nuova resistenza contro l’anarco-tirannia tecnocratica

Rubrica OpSec: Criptovalute: la sicurezza degli Hardware Wallet più diffusi

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Aggiornamenti dal fronte: la nuova resistenza contro l’anarco-tirannia tecnocratica


La guerra contro l’anarco-tirannia è iniziata, e viene combattuta a colpi di flessibile. Il gruppo anonimo denominato Blade Runners continua nella sua guerriglia urbana contro le telecamere ULEZ (la nostra ZLT) di Londra.

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Le stime più recenti contano più di 3.000 telecamere disabilitate, danneggiate o semplicemente scomparse durante il 2023. Dal fronte arrivano immagini che mostrano pali nuovi di zecca accasciati al suolo, dopo neanche 12 ore dalla loro installazione. Gli esponenti del gruppo dichiarano di voler continuare anche nel 2024 fino a quando non rimarrà più neanche una telecamera.

Anche in Italia arrivano notizie del genere. Non abbiamo gruppi con nomi evocativi come i cugini inglesi ma la lotta, pare, è altrettanto ferrata. Ad esempio, in provincia di Rovigo sono stati distrutti tutti gli autovelox, in media uno al mese. Non è chiara la ragione, ma le autorità di polizia avvertono: “attività pericolosa, si mettono a rischio vite umane”.

Nel dissociarmi da queste attività di danneggiamento di proprietà pubblica, vi dico invero che è questa la resistenza contro l’anarco-tirannia1 di cui siamo vittime più o meno consapevoli.


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#59


  di LAURA TUSSI     Gli operai e i sindacati del porto di Genova si mobilitano in una internazionale pacifista per bloccare le armi ieri com


Per la fine dell'anno, molti fanno la lista di buoni propositi per il nuovo, mentre io a 'sto giro stilo la raccolta di alcune mie magagne... bento...


Raymundo


Per ciascuna delle ragioni che ha e che espone, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ci pone dei dubbi. Nella lunga intervista con cui ha chiuso l’anno, rilasciata a “Il Sole 24 Ore”, si sente il tono e si scorge il contenuto di chi è stato minis

Per ciascuna delle ragioni che ha e che espone, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ci pone dei dubbi. Nella lunga intervista con cui ha chiuso l’anno, rilasciata a “Il Sole 24 Ore”, si sente il tono e si scorge il contenuto di chi è stato ministro nel governo di Mario Draghi. Il che non è in contraddizione con le origini dell’impostazione leghista, che il ministro ricorda essere la sua sola casa: Umberto Bossi pose il problema dell’ingresso della Padania nell’euro, anche ove l’Italia avesse ritardato quella scelta. Aveva senso e coerenza: basta con lo scialacquio assistenzialista, basta con le pensioni a chi non aveva lavorato abbastanza, basta con la spesa corrente improduttiva sulle spalle di chi lavora, intraprende e paga le tasse. Ma è difficile che Giorgetti non si sia accorto che la sua casa ha cambiato non soltanto arredamento ma anche indirizzo.

Al punto che, leggendo quelle sue sagge parole, è tornato alla mente un personaggio creato dalla surreale fantasia di Mario Marenco: il comandante spagnolo «catapultado» nello spazio e perso in orbita, senza più la possibilità di tornare indietro. Irrompeva ad “Alto Gradimento” e berciava: «Olè! Bastardos, cornudos! Esto è el comandante Raymundo Navarro, non te siento … abla fuerte! Ocho anos che roteo como asino vagabundo, como disgrasiados, in esto trabiculometalico. Todo esto payses internationales, todo esto payses auropeos che habencombinato esta superior y monumental vacada. No tiengo alimentos, compriende. No tiengo muchacha. Estos cornudos, chi haben combianto esto mecanismos, pieno de bucones esto colabrodo».

Dice Giorgetti che non è questione (soltanto) di patto di stabilità e regole europee: l’Italia deve ridurre il proprio mostruoso debito pubblico perché pensare di allargarlo è da drogati fuori di testa. Giusto, ma si ricorda di essere stato eletto nelle liste di un partito che chiedeva lo sfondamento del debito e del deficit? Ricorda la buffonata del deficit al 2,4%, diventato 2,04% all’epoca del primo governo Conte di cui il suo partito era pilastro? Sono le medesime persone e posizioni di oggi e ci vuole tanta fede per credere che a prevalere possa essere la linea di Giorgetti. Tanto più che ha appena finito di perdere, perché ricorda che nella bocciatura della legge di conversione del Meccanismo europeo di stabilità non si sono fatte valere obiezioni serie, fattuali ed economiche ma solo pulsioni politiche. Appunto, e lui è finito in minoranza – contemporaneamente – in Parlamento, al governo e nel suo partito. E dopo esserci finito avverte: ci saranno delle conseguenze. Eccome, magari poteva valere la pena dirlo prima.

Comunica che è stato un successo del suo negoziare l’avere posticipato al 2027 le regole più rigide di rientro dal debito: «smaltito il grosso dell’eredità superbonus». Ovvero quello che il suo partito (assieme agli altri) chiese di prolungare e non restringere, quando Draghi ci provò. Si potrebbe osservare che hanno appena varato un decreto di proroga, ma è osservazione sbagliata, perché quella è soltanto una presa in giro di Forza Italia. L’obiezione è un’altra: in attesa del 2027 il debito cala in percentuale sul Prodotto interno lordo? Nella legge di bilancio dicono di sì, ma sulla base di presupposti (crescita all’1,2%) che si sapeva essere falsi anche quando li approvavano. Dice Giorgetti: possiamo farcela, se caleranno i tassi. Il mercato già sconta quel calo, ma se quella è la sua sola speranza è segno che non crede nell’azione del governo di cui è ministro.

Il problema non è né Giorgetti (persona seria) né di Giorgetti (che se la veda lui con i leghisti che propagandano voluttuosamente la droga psichedelica del debito). Il problema è nostro perché, se all’economia presiede chi vede bene gli errori che si commettono ma non riesce a fermarli ed evitarli – acconciandosi, per rimanere in casa Arbore, a Ferrini di destra («Non capisco, ma mi adeguo») – le conseguenze non le paga lui, ma noi contribuenti e produttori.

La Ragione

L'articolo Raymundo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Decalogo liberale contro le ordinanze sbattute in prima pagina


In questi giorni la liaison tra alcuni pm e certi giornali, con M5s e Pd a rimorchio, si manifesta in tutta la sua solidità, e giunge al punto di capovolgere radicalmente la realtà. Penso al pubblico ministero che si spinge a sostenere che gli arrestati s

In questi giorni la liaison tra alcuni pm e certi giornali, con M5s e Pd a rimorchio, si manifesta in tutta la sua solidità, e giunge al punto di capovolgere radicalmente la realtà. Penso al pubblico ministero che si spinge a sostenere che gli arrestati saranno desaparecidos della cui sorte non si potrà dare notizia, scordando che la norma prevede ben altro. O all’ex vicepresidente della Consulta, che giudica la norma incostituzionale, scordando che fino al 2017 era già così, senza che la Corte costituzionale abbia mosso censure. O a coloro che sollecitano l’Ue a intervenire, scordandosi che è proprio la direttiva europea sulla presunzione d’innocenza a chiedere agli stati una comunicazione giudiziaria rispettosa di tale principio. O a quelli che ci fanno credere che la pubblicazione di centinaia di pagine di ordinanze zeppe di brani intercettati e informative, ancor prima dell’interrogatorio, ancor prima del vaglio del riesame, ancor prima della chiusura delle indagini, sia a tutela dell’indagato, che dovrebbe così ringraziare i giornali notoriamente soliti fare il contropelo alle accuse contenute negli atti giudiziari. O al sindacato dei giornalisti che invita a disertare la conferenza stampa della premier, buttando a mare, loro sì, quel diritto di cronaca e quel diritto di essere informati che accendono e spengono a singhiozzo, secondo le convenienze del momento.

Hanno tirato in ballo la dittatura, il Medioevo, la Cina. Avere contro, con attacchi durissimi, categorie che messe insieme hanno una forza dirompente, non è facile. Ma vado avanti convinto di essere nel giusto e ne spiego le ragioni.

1. Le ordinanze di custodia cautelare emesse durante le indagini sono atti anche di centinaia di pagine dal contenuto delicatissimo; infatti, per motivarle, i giudici vi inseriscono testi di intercettazioni telefoniche, verbali di sommarie informazioni, riferimenti espliciti a relazioni di polizia giudiziaria ed espressioni nette sulla colpevolezza dell’indagato come “capacità criminale” o altre analoghe, in linea con la prospettazione accusatoria;

2. Le ordinanze cautelari che intervengono durante le indagini preliminari – a differenza di ogni altro atto di indagine preliminare che, anche se non più “segreto” perché notificato al destinatario, non è mai pubblicabile alla lettera – sono subito pubblicabili integralmente, dalla A alla Z, sui giornali o sul web; così queste ordinanze vengono distribuite ai giornalisti direttamente dal pm. Spesso in rete si trovano i pdf di questi atti. Con il paradosso che i cronisti, alla luce della direttiva europea, possono ottenere sobri comunicati stampa dal procuratore capo, ma riportare integralmente un atto giudiziario lungo come un libro;

3. Le ordinanze di custodia cautelare sono quindi pubblicabili integralmente e “alla lettera” addirittura prima del vaglio del Riesame e della Cassazione che talvolta le annullano;

4. Il codice di procedura penale aveva ben chiari questi e altri aspetti e vietava la pubblicazione integrale delle ordinanze cautelari. Oggi è consentita per effetto di una modifica dell’articolo 114 Cpp intervenuta nel 2017; ancora oggi la maggioranza degli atti di indagine preliminare, anche se “notificati”, non sono pubblicabili integralmente;

5. I pm, anche contando sul fatto che le ordinanze di arresto sono pubblicabili “tra virgolette”, arricchiscono le loro richieste con particolari “coloriti” o con brani di intercettazioni “a effetto”, che il gip spesso riporta pedissequamente; così dribblano la norma sulla comunicazione sobria e ottengono il clamore mediatico, condizionando l’opinione pubblica; non escludo che taluni scelgano la strada dell’ordinanza di custodia cautelare proprio per il suo regime mediatico;

6. Le ordinanze di custodia cautelare contengono solo le accuse; la voce della difesa non c’è, perché la difesa al limite ricorrerà quando saranno già su tutti i giornali;

7. E’ evidente che una persona schiacciata da un simile “peso” reso pubblico con centinaia di pagine di motivazioni, quand’anche ottenesse, dopo settimane, l’annullamento dal riesame o, dopo mesi, l’archiviazione non riuscirebbe a capovolgere il racconto. Peggio ancora se arrivasse un’assoluzione dopo anni;

8. L’ordinanza di custodia cautelare è un atto del procedimento penale indirizzato a una persona che è presunta innocente; la direttiva europea stabilisce che la comunicazione giudiziaria deve essere rispettosa della presunzione di innocenza. Pubblicare alla lettera le ordinanze piene di accuse non vagliate dal Riesame o dalla Cassazione, durante le indagini, ancor prima che la persona sia interrogata e la difesa esponga le sue argomentazioni, entra in contrasto con la presunzione di innocenza;

9. Le oltre 30 mila persone arrestate ingiustamente dal 1992 a oggi (in realtà molte di più, quasi 100 mila, perché molte non hanno richiesto o ottenuto il risarcimento) hanno tutte ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare e poi, dopo anni, la riparazione per ingiusta detenzione;

10. Un conto è pubblicare una notizia sull’indagine dando conto delle contestazioni e delle misure cautelari, spiegando gli addebiti, altro è pubblicare un libro fitto di particolari ancora tutti da verificare in piena fase di indagini preliminari, alimentando giornali che campano di marketing giudiziario.

In conclusione, la norma approvata dalla Camera è un giusto bilanciamento tra il diritto di cronaca, il diritto di essere informati e la presunzione di innocenza. Se per molti magistrati gli indagati sono solo “numeri”, se per alcuni giornalisti sono solo “notizie”, per un liberale sono persone in carne e ossa, che spesso si rivelano innocenti, ma anche quando non lo sono hanno il diritto a essere giudicate dal tribunale e non sulla piazza o sulla stampa.

E lo stato, quando chiama qualcuno a rispondere di un reato, ha il dovere di garantire che se quella persona ne esce da innocente, abbia la stessa reputazione e immagine che aveva prima di entrare nell’ingranaggio giudiziario. E oggi quell’ordinanza sbattuta in prima pagina è una macchia indelebile. Il marketing giudiziario è quanto di più illiberale, arbitrario, incivile.

Finché avrò voce difenderò questa norma approvata dalla Camera, e ringrazio i tanti che lo fanno al mio fianco.

Il Foglio

L'articolo Decalogo liberale contro le ordinanze sbattute in prima pagina proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Intervista al giornalista Michele Giorgio* sul conflitto israelo-palestinese di Alba Vastano** - Alba Vastano: Prima di entrare nel tema dell’intervista, p


Il cuore reso saldo dalla grazia


Gesù Cristo è sempre lo stesso, anche se dinnanzi ai cambiamenti del mondo e della nostra vita possiamo essere in ansia e arrivare a dubitare di Lui come Salvatore, ma è l’annuncio della grazia di Dio che ci rende saldi, e non altri insegnamenti. Avendo il Salvatore che ci salva per sola sua grazia, ci guida e veglia su di noi sempre, non temiamo nulla nel nuovo anno che appena si è aperto, ma invece andiamo avanti con lieta certezza.
in reply to Stefano D'Archino

@Stefano D'Archino Dio non ci salva per sola grazia ma sono necessarie le nostre opere come si legge in Matteo 25 ...
in reply to Lovepeacejoy

@Lovepeacejoy Grazie per la tua osservazione, a mio avviso però non bisogna fare una battaglia di versetti, ma avere una visione complessiva del messaggio evangelico. Commentavo qui Matteo 25:
pastoredarchino.ch/2023/11/19/…
Comunque è chiaro per me che ci sono interpretazioni differenti.


SPORT, CORRUZIONE, CRIMINALITÀ ORGANIZZATA. L’ALLARME DELL’AGENZIA DELLE NAZIONI UNITE.


UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), l’agenzia delle Nazioni Unite per la lotta alle droghe ed alla criminalità organizzata con sede a Vienna, ha recentemente richiamato l’attenzione sul fatto che ogni anno vengano scommessi fino a 1,7 trilioni di dollari sui mercati delle scommesse illecite e che le scommesse illegali sono uno dei principali motori della corruzione nello sport e un canale importante per il “money laundering”, anche da parte di gruppi criminali organizzati.

A suo tempo #UNODC ha rilasciato uno studio analitico sul problema della corruzione nello sport (il testo – in inglese – è scaricabile qui: unodc.org/res/safeguardingspor…).

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Copertina della Pubblicazione di UNODC

Il settore dello sport ha subìto cambiamenti radicali negli ultimi decenni: globalizzazione, un enorme afflusso di denaro ai massimi livelli dello sport professionistico, rapida crescita delle scommesse sportive legali e illegali e i progressi tecnologici hanno trasformato il modo in cui lo sport viene praticato e consumato.

Questi fattori hanno avuto un forte impatto anche sulla #corruzionenellosport, sia in termini di portata che sul ruolo svolto dalle organizzazioni internazionali, Governi ed enti sportivi nel contrastare questa attività.

La manipolazione delle competizioni è diventata un problema significativo.

Le grandi evoluzioni dello sport lo hanno reso più vulnerabile a questo tipo di corruzione, con i rischi che diventano sempre più complessi.

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La corruzione all'interno delle organizzazioni sportive è stata denunciata su larga scala, non da ultimo per quanto riguarda l'assegnazione dei diritti di hosting dei grandi eventi sportivi. Diversi scandali di alto profilo in relazione a presunti processi di corruzione nell'assegnazione dei diritti di hosting per i principali eventi sportivi e relativi a politiche di governance interna difettose all'interno delle organizzazioni sportive, hanno scosso la fiducia del pubblico negli standard etici di queste organizzazioni e nell'integrità dei principali eventi che supervisionano.

Il ruolo dei gruppi criminali organizzati nella corruzione nello sport e l'infiltrazione criminale nelle organizzazioni sportive è cresciuto notevolmente. Essi sfruttano la vulnerabilità legata ai cambiamenti connessi allo sviluppo e le debolezze dei quadri legislativi e normativi che regolano lo sport. Sorge quindi la necessità di rafforzare i quadri e gli strumenti legislativi e regolamentari per sviluppare approcci per combattere efficacemente la corruzione nello sport.

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È necessario sviluppare politiche globali in materia di lotta alla corruzione nello sport, basate su una valutazione dei rischi di corruzione affrontati, compresi quelli relativi all'organizzazione di grandi eventi sportivi, alla manipolazione delle competizioni, alle scommesse illegali e al coinvolgimento di gruppi della criminalità organizzata, nonché istituire organismi a livello di organizzazione internazionale, di governo e di organismi sportivi che abbiano una chiara responsabilità per la prevenzione, l'individuazione, l'indagine e la sanzione della corruzione nello sport, garantendo loro l'indipendenza, la formazione e le risorse necessarie a svolgere efficacemente le loro funzioni.

Con riguardo in particolare ai gruppi della criminalità organizzata, vi è da dire che sono stati a lungo coinvolti nella corruzione nello sport, e sono favoriti dalla trasformazione dello sport negli ultimi decenni, che ha agito da catalizzatore per un aumento significativo delle dimensioni e della portata di questa attività. Il coinvolgimento della criminalità organizzata nello sport è diffuso e avviene su scala globale: è legato alla manipolazione delle competizioni, alla corruzione nelle organizzazioni sportive, alle scommesse illegali, al riciclaggio di denaro, alla tratta di esseri umani e al traffico di migranti nello sport e ad altre forme di corruzione. Le organizzazioni internazionali, i governi e gli organismi sportivi stanno adottando misure per affrontare questo problema, anche attraverso l'attuazione dei principi della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione e della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale.

L'incapacità di affrontare efficacemente il coinvolgimento della criminalità organizzata nello sport rappresenta una grave minaccia non solo per l'integrità dello sport, ma anche per il ruolo sociale dello sport e per l'etica e i valori che lo sostengono. Inoltre, le persone coinvolte nella manipolazione delle competizioni stanno prendendo sempre più di mira gli sport giovanili, le competizioni semiprofessionistiche e gli sport femminili, dove le scommesse sono disponibili ma il monitoraggio è limitato, se non assente, e l'individuazione è difficile.

Se da un lato cresce la consapevolezza di come l'evoluzione dello sport lo abbia esposto alla corruzione che coinvolge la criminalità organizzata, dall'altro è indispensabile rafforzare i quadri legislativi e normativi e gli strumenti a livello nazionale e internazionale volti ad affrontare questo tema.

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Ecco quindi la necessità di:
- Migliorare la comprensione delle interconnessioni tra corruzione e criminalità organizzata nello sport, anche effettuando valutazioni complete della minaccia di corruzione, continuando a sensibilizzare in merito alla minaccia e sviluppando risposte strategiche, collettive e coordinate,


- Introdurre misure preventive volte ad affrontare la minaccia della corruzione e della criminalità organizzata, compresa la promozione di eventi educativi e di sensibilizzazione per bambini e giovani adulti,


- Mettere in atto politiche e procedure di salvaguardia complete per prevenire e rispondere a qualsiasi forma di crimine nello sport, compresi gli abusi e lo sfruttamento perpetrati da gruppi criminali organizzati,


- Utilizzare un approccio multilaterale nella lotta contro la criminalità organizzata nello sport, compresa la cooperazione pubblico-privato.


Le organizzazioni internazionali, i governi e gli organismi sportivi stanno utilizzando diversi mezzi per affrontare la questione. Un tema comune è la promozione della cooperazione tra le principali parti interessate. Sforzi significativi sono stati compiuti dalle principali organizzazioni sportive, tra cui il Comitato Olimpico Internazionale e la Fédération Internationale de Football Association (FIFA), per contrastare la manipolazione delle competizioni.

I possibili strumenti di contrasto appaiono essere:
- Sostenere un'applicazione più efficace della legislazione esistente alla manipolazione della concorrenza o, se del caso, sostenere lo sviluppo di una legislazione specifica per criminalizzare la manipolazione della concorrenza,


- Istituire un quadro nazionale di cooperazione per promuovere la cooperazione, il coordinamento e lo scambio di informazioni tra gli enti governativi competenti, in particolare le autorità di contrasto e di giustizia penale, e tra gli organi di governo dello sport e gli enti di scommesse sportive per aiutare a individuare, indagare, perseguire e interrompere la manipolazione della concorrenza,


- Sostenere valutazioni, analisi e indagini sul ruolo dei gruppi criminali organizzati nella manipolazione della concorrenza,


- Rafforzare il coordinamento e la cooperazione tra i governi e le organizzazioni sportive a livello multilaterale e bilaterale,


- Continuare e incrementare, ove possibile, l'organizzazione di sessioni di sensibilizzazione per i dipendenti degli enti governativi competenti, delle organizzazioni sportive, degli operatori di scommesse e delle relative parti interessate sulla minaccia rappresentata dalla manipolazione della competizione.


I principali operatori di scommesse sportive, le associazioni del settore delle scommesse e le società di monitoraggio stanno collaborando sempre più in attività volte a ridurre al minimo i rischi associati alle scommesse illegali condividendo i dati delle scommesse e gli avvisi di scommesse sospette con le organizzazioni sportive. La situazione è complicata dall'utilizzo di tipologie innovative di scommesse, dalla proliferazione del gioco d'azzardo online e dalla crescita delle criptovalute. La transnazionalità di molte operazioni di scommesse illegali rappresenta una sfida per le autorità che tentano di combattere l'attività, con gli operatori di scommesse illegali che sfruttano un panorama legislativo nazionale disomogeneo e il maggiore anonimato fornito da Internet e dall'uso delle criptovalute.




GLI AVVISI INTERPOL: DA QUELLO ROSSO PER ARRESTO TEMPORANEO A QUELLO GIALLO PER RITROVARE PERSONE SCOMPARSE


INTERPOL fornisce informazioni critiche alle forze dell'ordine di tutto il mondo. Le segnalazioni delle forze di polizia sono richieste internazionali di cooperazione o segnalazioni che consentono alla polizia dei paesi membri di condividere informazioni critiche relative alla criminalità.
Come l'INTERPOL aiuta le forze dell'ordine a livello mondiale con i suoi avvisi? Il Segretariato Generale di INTERPOL emette avvisi su richiesta dell'Ufficio centrale nazionale di un paese membro. Questi avvisi sono resi disponibili a tutti i paesi membri tramite l'accesso a un database dedicato.

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La maggior parte degli avvisi sono destinati esclusivamente alla polizia e non sono disponibili al pubblico. Tuttavia, un estratto dell'Avviso può essere pubblicato sul sito di INTERPOL se il paese richiedente desidera allertare il pubblico o chiedere il supporto nella ricerca dei criminali.
I Tipi di avviso:

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-Avviso rosso: cercare di localizzare e arrestare persone ricercate per essere processate o scontare una pena.
Un avviso rosso è una richiesta alle forze dell'ordine di tutto il mondo di individuare e arrestare provvisoriamente una persona in attesa di estradizione, consegna o azione legale simile. Un Avviso Rosso non è un mandato d'arresto internazionale.
Le persone sono ricercate dal paese membro richiedente o da un tribunale internazionale. I paesi membri applicano le proprie leggi nel decidere se arrestare una persona.
La maggior parte degli avvisi rossi è riservata esclusivamente all'uso da parte delle forze dell'ordine.
Gli estratti degli Avvisi Rossi vengono pubblicati su richiesta del Paese membro interessato e quando potrebbe essere necessario l'aiuto del pubblico per localizzare un individuo o se l'individuo può costituire una minaccia per la sicurezza pubblica. Per vedere gli avvisi di ricerca pubblicati da INTERPOL consulta questo link: interpol.int/en/How-we-work/No…
- Avviso giallo: per aiutare a localizzare persone scomparse, spesso minorenni, o per aiutare a identificare persone che non sono in grado di identificarsi.
- Avviso blu: per raccogliere ulteriori informazioni sull'identità, l'ubicazione o le attività di una persona in relazione a un'indagine penale.
- Avviso nero: cercare informazioni su corpi non identificati.
- Avviso verde: fornire un avvertimento sulle attività criminali di una persona, laddove la persona è considerata una possibile minaccia per la sicurezza pubblica.
- Avviso arancione: per avvisare di un evento, una persona, un oggetto o un processo che rappresenta una minaccia grave e imminente per la sicurezza pubblica.
- Avviso viola: per cercare o fornire informazioni su modus operandi, oggetti, dispositivi e metodi di occultamento utilizzati dai criminali.
- Avviso speciale INTERPOL-Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: rilasciato per entità e individui che sono obiettivi dei comitati per le sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Il trattamento delle informazioni garantito dall'Avviso INTERPOL fornisce sicurezza e qualità legalmente vincolanti per le informazioni raccolte. La Costituzione dell'INTERPOL e le Regole sul trattamento dei dati sono state progettate per garantire che i sistemi siano utilizzati in modo responsabile.
i paesi membri possono aiutarsi a vicenda attraverso le diffusioni. Le diffusioni sono richieste direttamente dall'Ufficio centrale nazionale di un paese membro a tutti o ad alcuni altri paesi membri. Questo meccanismo di cooperazione reciproca offre agli stati membri la possibilità di scambiare informazioni su una vasta gamma di reati, compresi quelli transfrontalieri.
La Task Force Avvisi e Diffusioni è formata da un gruppo di esperti che si occupano di verificare la conformità delle diffusioni di persone ricercate (rosse), ovvero quelle diffuse per arrestare, detenere o limitare la circolazione di una persona condannata o accusata.

#AvvisoINTERPOL



Indagine sul Fediverso 2023: il primo sondaggio on line sulla comunità italiana dei social federati. Vuoi partecipare? Il sondaggio scade il 15 gennaio

Come sei finito dentro al Fediverso? Quali sono le cose che ti piacciono di più e quelle che ti piacciono meno? Quali sono gli aspetti più interessanti? Quanto usi le istanze in cui sei iscritto o le app che hai scaricato?

Indagine sul Fediverso 2023: il sondaggio scade il 15 gennaio!!!


Abbiamo preparato un questionario anonimo dedicato a tutti gli utenti del Fediverso italiano. Si tratta del primo tentativo di indagare ad ampio spettro l'utilizzo che gli utenti del "Fediverso libero" fanno dei loro social.


Alcune parti sono espressamente dedicate agli utenti di Friendica e in particolare a quelli dell'istanza Poliverso, per far avere a noi amministratori di poliverso.org un riscontro sull'usabilità del sistema in particolare:

1. sulla reattività del sistema dopo la migrazione al nuovo server dedicato
2. sull'ergonomia dell'interfaccia dopo l'ìaggiornamento alla rel. 2023.12

Il questionario è anonimo, ma gli utenti che volessero chiedere delucidazioni in forma non anonima possono contattare gli amministratori presso i seguenti account:

  • @admin@poliverso.org
  • @notizie@poliverso.org
  • @informapirata@poliverso.org
  • @poliverso@mastodon.online
  • @informapirata@mastodon.uno


NB: i dati raccolti sono anonimizzati e conservati all'interno di un cloud criptato: verranno utilizzati dai soli amministratori di Poliverso secondo la stessa politica prevista e con lo stesso titolare dei dati indicato per poliverso.org e con l'obiettivo di


  1. informare l'utenza del Fediverso sulle tendenze rilevate pubblicando post di carattere informativo dagli account di servizio di poliverso.org o sui canali social legati all'account di informapirata che impiegheranno solo dati aggregati;
  2. raccogliere riscontri da parte degli utenti dell'istanza poliverso.org al fine di apportare miglioramenti al servizio

La raccolta dei dati proseguirà fino al 15 gennaio e i dati raccolti verranno conservati presso il nostro account cryptpad per non più di sei mesi dalla chiusura del sondaggio prevista per il 15 gennaio alle ore 16:00

Ti ricordiamo che puoi sostenere il nostro progetto attraverso due canali di finanziamento:


  1. Ko-Fi: ko-fi.com/poliverso
  2. Liberapay: liberapay.com/poliverso




Lavinia Mennuni, una ricca che vuole più multipare



Nel dicembre 2023 l'agenda "occidentalista" lascia spazio anche a oziose considerazioni sulle aspirazioni più o meno lecite delle giovani donne.
Da Roma una ricca di nome Lavinia Mennuni avalla graziosamente eventuali aspirazioni a maternità precoci e ripetute, probabilmente in considerazione dello spauracchio della "sostituzione etnica".
La cosa interessante è che in quel Regno Unito che è da molti decenni fonte di ispirazione per lo stesso areale politico -l'ascesa di #JavierMilei in #Argentina ha persino ridato fiato alla feccia liberista ammiratrice di #MargaretThatcher- la condizione di multipara è stata per molti anni oggetto di scherno proprio da parte degli ambienti conservatori.
Nel suo Chavs #OwenJones ricorda il personaggio di #VickyPollard ideato da Matt Lucas e David Walliams. Vicky Pollard è l'archetipo della grottesca ragazza madre della classe operaia: sessualmente promiscua, incapace di mettere insieme due parole e con problemi comportamentali molto seri.
Invece di corteggiare gli ambienti marginali e abietti per trarne suffragi, i conservatori britannici hanno almeno il buon gusto di schernirli con coerenza.

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Si, ma Meta potrebbe accedere comunque ai miei dati, perciò spero che questa roba venga portata anche sugli altri social del fediverso.
in reply to Ryoma123

@Ryoma123 no, non più di quanto non possa accedere ai tuoi dati uno scraper. I dati pubblici del tuo profilo, sono pubblici perché il fediverso non è una darknet e qualunque bot follower di facebook potrebbe prendere i tuoi dati e darli a Zuckerberd in un pacchetto regalo...

Diciamo che il silenziamento è una misura più che adeguata per tutelare gli utenti della propria istanza. Ma nessuna contromisura è sufficiente a tutelare gli utenti che espongono pubblicamente biografia, collegamenti e messaggi.

La soluzione trovata dagli sviluppatori di Friendica è molto intelligente per evitare uno scraping massivo sulla singola istanza, ma chiaramente lascia il tempo che trova



Una sintesi di tutte le riflessioni avvenute a proposito di Threads, all'interno di mastodon.uno e della chat matrix dedicata ai suoi utenti

> Vigileremo su come si comporterà Threads. Ma per ora Mastodon.uno in via cautelativa lo ha silenziato, questo impedirà di vedere utenti #Threads nelle timeline pubbliche ma potrete sempre decidere di seguire qualche amico o qualche account utile che ancora non si decide a trasferirsi su mastodon.

@Che succede nel Fediverso?


Threads e il Fediverso


Molte persone su Mastodon hanno perso la testa per l'ingresso di Threads nel fediverso, così ho voluto dare la mia opinione su questo spettacolo poco edificante.

Nel fediverso alcune istanze hanno iniziato a bloccare Threads a livello di istanza. Come amministratore di Mastodon.uno, mi è stato chiesto in molte occasioni se vieteremo threads a livello di istanza.

Non lo faremo, perchè basta silenziarlo e gli utenti se credono possono pure bloccarlo e isolarsi al 100% da threads ed ecco perché...

Privacy: Meta non ha bisogno di ActivityPub per assorbire i vostri dati o metadati


L'argomentazione secondo cui l'adesione di Threads al fediverso è negativa per la nostra privacy è una cazzata.

Il punto è che Mastodon ha un'API aperta e quasi tutte le cose pubblicate sono pubbliche. Perciò sarebbe banale per Meta (o per chiunque altro Big Tech) appropriarsi di tutto questo senza tanto clamore mediatico. In effetti, c'è già chi può farlo basta creare o acquistare un'istanza per raccogliere tutti i dati.

Prendiamo ad esempio il mio profilo: mastodon.uno/@filippodb. È tutto lì, scaricabile. La timeline locale di qualsiasi istanza è pronta per essere inghiottita in qualsiasi centro dati Meta. Piuttosto sarebbe utile impostare

Questo non tiene conto del fatto che Mastodon ha un'API che chiunque può usare per estrarre . Potrebbero seguire la timeline locale su Mastodon.uno e probabilmente otterrebbero comunque il 90% dei dati che vogliono, ammesso che ne vogliano qualcuno. Oppure creare un account su qualche centinaio di istanze e ottenere i dati in questo modo. Ma non lo faranno perché non è per questo che lo fanno.

Lo fanno perché devono farlo. L'UE sta imponendo a tutte le grandi aziende tecnologiche di essere più aperte e interoperabili. Hanno lanciato il servizio nell'UE solo ieri e ci è voluto così tanto perché stavano facendo cose subdole con il tracciamento per le quali l'UE li avrebbe multati immediatamente.

A mio parere chi defedera threads è come chi crea un servizio email, la rende disponibile a tutti e poi all'improvviso blocca tutti gli indirizzi gmail perché non gli piace cosa fa Google con tutte le motivazioni etiche e morali e di privacy del mondo! È ovvio che è facile dipingere meta e gmail come il male in terra. Ma un operatore email non blocca una email perchè il proprietario è un capitalista della sorveglianza, lo blocca perchè è una grande fonte di spam e di truffe.

Ok, ora il protocollo activitypub non è rispettato da threads e ci sta un silenziamento preventivo ma se threads rispetterà il protocollo sarà possibile a chi è su threads seguire gli utenti mastodon e magari un giorno migrare su mastodon con tutti i propri follower, perchè impedirlo? Alla fine avere mastodon è come avere una email tutanota o protonmail, una email sicura con cui si può comunicare anche con gmail. Ora su M1 le comunicazioni con threads vengono segnalate come “sospette” ma spetta ad ogni persona decidere se è spam da evitare o se vi va di ricevere comunicazioni, non ci deve essere una persona che decida per voi.

Cosa si guadagna a impedire agli utenti della propria istanza di seguire i loro amici e familiari che hanno scelto di utilizzare Threads, se non farli passare a Threads? Un singolo utente può bloccare un'istanza da solo, il che è il bello di Mastodon: gli utenti possono scegliere di bloccare o non bloccare ciò che vogliono. Oppure possono scegliere di seguire gli account threads senza usare l'app proprietaria di meta che ti succhia tutti i dati dallo smartphone.

Qui non sono i benvenuti!


Un'altra argomentazione che ho letto qualche volta, a parte la privacy, è che Meta non siano i benvenuti nel fediverso. Questo mi lascia perplesso.

Il fatto è che come admin non abbiamo il diritto di dire chi è o non è il benvenuto, e ogni persona/entità ha la possibilità di usare il fediverso fintanto che rispetta le regole.

Non vogliamo pubblicità qui!


Questo posso accettarlo. Nessuno vuole vedere pubblicità sul fediverso, e potete scommettere che se c'è un modo per Meta di farlo, lo faranno assolutamente.

Ma non sono sicuro che sia possibile. L'unico modo che vedo per farlo sarebbe quello di iniettare annunci pubblicitari come post di activitypub nei feed degli utenti. Gli annunci sono di solito iniettati tramite JavaScript e questo non si tradurrebbe nel fediverse perché la vostra istanza non saprebbe come analizzarlo.

Inoltre, non sono un legale, ma credo che se Meta dovesse iniettare annunci nelle timeline degli utenti in modo da mostrarli su altre piattaforme, le conseguenze legali sarebbero notevoli.

Perché Mastodon.uno silenzia Threads


Il fediverso si federa con una tonnellata di server e di persone, rendendo così il tutto più vario e popolare, sicuramente è una buona cosa aggiungere molte nuove persone. Potremo aprire le porte a persone che prima non erano a conoscenza del Fediverso e successivamente potrebbero essere in grado di spostarsi sul Fediverso e quindi perchè no, aprire nuove istanze, perchè quindi non dare un bel punto di approdo ma silenziare?

Abbiamo deciso di aspettare e vedere. Penso che il blocco delle istanze di Threads sia ridicolo, francamente, se non si vogliono vedere messaggi di threads il silenziamento basta.

Se le persone su Mastodon.uno non vogliono avere nulla a che fare con Threads, va benissimo. C'è la possibilità di bloccare interi domini a livello di utente. Quindi, se siete così preoccupati, sentitevi liberi di bloccare threads.net sul vostro account. Questo lascerà comunque Threads aperto a coloro che, come me, vogliono aspettare e vedere come andranno le cose.

Gestire un'istanza è molto difficile, spesso ci vengono gettati addosso un carico di responsabilità enorme. ma specialmente in questo caso è veramente facile bloccarlo da soli con un paio di click

Pensieri finali


Vigileremo su come si comporterà Threads. Ma per ora Mastodon.uno in via cautelativa lo ha silenziato, questo impedirà di vedere utenti threads nelle timeline pubbliche come se nulla fosse successo e a parte il fatto che potrete decidere di seguire qualche amico su threads che ancora non si decide a trasferirsi su mastodon.


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FPF in 2023: A Year in Review


As 2023 comes to an end, we want to reflect on a year that saw the Future of Privacy Forum (FPF) continue to expand its presence globally and domestically while organizing engaging events, publishing thought-provoking analysis, providing the latest expert

As 2023 comes to an end, we want to reflect on a year that saw the Future of Privacy Forum (FPF) continue to expand its presence globally and domestically while organizing engaging events, publishing thought-provoking analysis, providing the latest expert updates, and more. FPF continues to convene industry experts, academics, consumer advocates, and other experts to explore the challenging issues in the data protection and privacy field.

The AI Impact

2023 was the year of AI. We saw AI technologies catapulted into the mainstream with Generative AI tools such as ChatGPT, Google Bard, and others. AI continues to have countries worldwide working to regulate the technology and companies scrambling to figure out how to navigate AI amongst their employees and their products and services.

To respond to the demand for understanding in AI, FPF worked with stakeholders on best practices, provided in-depth training on AI-related topics, and discussed the evolving impact of this technology with many of you at roundtable discussions, expert panels, and more.

Here are some of FPF’s biggest AI moments of 2023:

  • Released the Generative AI Internal Policy Checklist, guiding organizations using or developing new generative AI internal policies.
  • Offered practical recommendations focused on responsibility and ethics influenced by leading policy frameworks in our Best Practices for AI and Workplace Assessment Technologies.
  • Hosted our first-ever Japan Privacy Symposium where Data Protection and Privacy Commissioners of the G7 DPAs discussed their approaches to regulating AI.
  • Published a step-by-step guide on Conformity Assessments Under the proposed EU AI Act, along with an accompanying infographic in collaboration with OneTrust.
  • Discussed alternative solutions for processing of (personal) data with Machine Learning at CPDP Brussels and generative AI systems in Asia-Pacific during Singapore’s PDP Week.
  • Participated in a Capitol Hill briefing hosted by the Wilson Center and Seed AI in conjunction with the Congressional Artificial Intelligence Caucus “AI Primer: AI in the Workplace,” highlighting FPF’s Best Practices.
  • Provided testimony on the responsible use and adoption of AI technologies in New York City classrooms.
  • Published insightful op-eds in WIRED discussing the intersection of AI and immersive technologies and The Hill on generative AI and elections.
  • Tracked AI legislation, guidelines, and initiatives in the United States, the European Union, Brazil, and China and highlighted the many DPA investigations into generative AI.
  • Held stakeholder workshops on the current regulation of generative AI throughout the APAC region.
  • Organized a session at the Global Privacy Assembly on the use of public information for LLM training.
  • Relaunched the FPF Training program, providing in-depth expert sessions on topics such as the EU AI Act, the fundamentals of AI and machine learning, and more.


Continuing FPF’s Global Reach

In 2023, FPF closely followed and advised upon significant developments in Asia, the European Union, Africa, and Latin America. We also discussed privacy and data protection with many of you at key conferences and events across the globe, including in Washington, DC, Brussels, Tokyo, Singapore, Bermuda, and Tel Aviv.

As India’s Digital Personal Data Protection Act sprinted through its final stages in August after several years of debates, postponements, and negotiations, FPF provided an in-depth, comprehensive explainer of its important aspects and key provisions, as well as discussed its extraterritorial effects in a LinkedIn Live conversation. The Act also focused on protections for the processing of personal data of children and introduced the concept of “verifiably safe” measures and, FPF in partnership with The Dialogue released a Brief containing a Catalog of Measures for “Verifiably Safe” Processing of Children’s Personal Data Under India’s Digital Personal Data Protection Act (DPDPA) 2023. In partnership with NASSCOM, FPF also hosted a webinar series on the consent regime under India’s new Digital Personal Data Protection Act of 2023.

FPF saw its presence in Asia continue to grow as the FPF Asia-Pacific office entered its third year. FPF and S&K Brussels hosted the first-ever Japan Privacy Symposium in Tokyo, providing insight into the regulatory priorities of the G7 DPAs and global thought leadership on the interaction of data protection and privacy laws with AI. During Singapore’s PDP Week, our Asia-Pacific team held a roundtable on the governance implications of generative AI systems, spoke at the Asia Privacy Forum, and hosted an in-person training on the EU AI Act.

FPF remains consistently active in the European Union, with several engaging events bringing together the European data privacy community and numerous thought-provoking blogs, reports, and analyses published in 2023. FPF launched its in-depth report on enforcement of the EU’s GDPR Data Protection by Design and by Default obligations and hosted our 7th Annual Brussels Privacy Symposium with the Brussels Privacy Hub of Vrije Universiteit Brussel, which included opening remarks by European Commissioner for Justice Didier Reynders and European Data Protection Supervisor Wojciech Wiewiórowski. We also analyzed the regulatory strategies of European DPAs for 2023 and beyond in our continuing series.

We were honored to see our team, FPF VP for Global Privacy Dr. Gabriela Zanfir-Fortuna, Senior Counsel for Global Privacy Katerina Demetzou, and former Senior Counsel for Global Privacy Sebastião Barros Vale, receive the prestigious Stefano Rodotà Award for their paper, “The Thin Red Line: Refocusing Data Protection Law on ADM, A Global Perspective with Lessons from Case-Law.”

In addition, our global experts provided analysis on privacy and data protection developments in Vietnam, Nigeria, Australia, Tanzania, and the African Union and published an overview comparing three regional model contractual frameworks for cross-border data transfers.

U.S. Legislative Activity

In 2023, FPF played a key role in informing regulatory agencies and state legislatures on privacy in various emerging technologies, such as AI. Our experts testified before state legislatures, provided informative analysis, submitted regulatory comments, and more.

We provided recommendations and filed comments with the:

  • U.S. Department of Health and Human Services Office for Civil Rights regarding the Notice of Proposed Rulemaking on extending additional protections to reproductive health care data under the Health Insurance Portability and Accountability Act.
  • U.S. Federal Trade Commission regarding the Notice of Proposed Rulemaking to clarify the scope and application of the Health Breach Notification Rule, and again regarding the use of “Privacy-Protective Facial Age Estimation” as a potential mechanism for verifiable parental consent under the Children’s Online Privacy Protection Act Rule.
  • California Privacy Protection Agency to inform the Agency’s rulemaking to implement the California Privacy Rights Act amendments to the California Consumer Privacy Act’s provisions on cybersecurity audits, risk assessments, and automated decision-making.
  • National Telecommunications and Information Administration in response to their request for comment on privacy, equity, and civil rights, and again in response to their request for comment on Kids Online Health and Safety as part of the Biden-Harris Administration’s Interagency Task Force on Kids Online Health & Safety.
  • Consumer Financial Protection Bureau in response to their request for comment regarding data portability for financial products and services, and again in response to their Request for Information (RFI) Regarding Data Brokers and Other Business Practices Involving the Collection and Sale of Consumer Information.


2023 also saw developments in various U.S. state commercial privacy laws. We found that the number of state laws increased from five to twelve (or, arguably, thirteen), and in response, provided timely analysis in Iowa, Indiana, Montana, Tennessee, Florida, Texas, Connecticut, Oregon, Utah, and Delaware. In addition, Washington and Nevada became the first to pass broad-based consumer health data privacy legislation. Earlier this month, our Director for U.S. Legislation Keir Lamont took a look ahead at the state privacy landscape in 2024.

For the 13th year, FPF recognized leading privacy research and analytical work with the Privacy Papers for Policymakers Award held on Capitol Hill. The winners spoke about their research in front of an audience of academic, industry, and policy professionals in the field. The event featured keynote speaker FTC Commissioner Alvaro Bedoya.

Youth & Education Privacy

Federal and state policymakers turned to the protection of children online, with President Biden notably mentioning it for a second year in a row during this year’s State of the Union address.

In partnership with LGBT Tech, we outlined recommendations for schools and districts to balance inclusion and student safety in technology use. Our analysis builds on thorough research, including interviews with recent high school graduates who identify as LGBTQ+, to gather firsthand accounts of how student monitoring impacted their feelings of privacy and safety at school.

Over the summer, we published one of our popular infographics examining age assurance technologies. The infographic’s authors unpacked the risks and potential harms associated with attempting to discern someone’s age online and potential mitigation tools in this LinkedIn Live conversation.

Privacy by design for kids and teens also expanded globally in 2023. As policymakers, advocates, and companies grapple with the ever-changing landscape of youth privacy regulation, we hosted a well-attended webinar with a wide range of global experts discussing the current state of kids’ and teens’ privacy policy.

The Rise of Emerging Technologies, Examining the Open Banking Ecosystem, & Analysis on Research Data Sharing

As stakeholders became increasingly interested in immersive technologies, notably AR/VR/MR, we responded by releasing the Risk Framework for Body-Related Data in Immersive Technologies, whichassists organizations in safely and responsibly handling body-related data. Our team also held a series of webinars exploring the intersection of immersive technology with topics like AI, advertising, education, and more.

In March, we published an infographic breaking down the complex U.S. open banking ecosystem, supported by over a year of meetings and outreach with leaders in banking, credit management, financial data aggregators, and solution providers to comprehensively understand the developing industry of open banking, with the infographic’s authors discussing its privacy implications in a LinkedIn Live conversation.

In 2023, we continued to examine privacy and research data sharing by producing Data Sharing for Research: A Compendium of Case Studies, Analysis, and Recommendations, demonstrating how, for many organizations, data-sharing partnerships are transitioning from being considered an experimental business activity to an expected business competency. We also held the 3rd Annual Award for Research Data Stewardship, honoring representatives from Optum and the Mayo Clinic for their outstanding corporate-academic research data-sharing partnership. During this virtual event, we opened with a keynote address by U.S. Congresswoman Lori Trahan.

Bringing Together Leaders in Privacy and Data Protection

On a different track, FPF also built out a wide range of peer-to-peer meetings and calls for the senior executives working on data protection compliance issues. We hosted virtual meetings on key topics of interest on an every other month basis, smaller meetings for specific sector leaders, and in-person meetings in multiple cities.


  • The “Current State of Global Opt-Out Technology” event in March provided members with insights into regulator discussions, along with a vendor showcase featuring solution demonstrations.
  • Hosted 50+ in-person and virtual peer-to-peer meetings across the globe for intimate discussions among privacy executives focused on their top-of-mind issues.
  • Launched Privacy Metrics 2.0 to help advance industry OKRs and the underlying metrics, provide privacy leaders with the tools they need to have effective conversations with their boards, and provide useful information for ESG reporting and investor communications.


This is by no means a comprehensive list of all of FPF’s important and engaging work in 2023, but we hope it gives you a sense of our work’s impact on the privacy community and society at large. We believe our success is due to deep engagement with privacy experts in industry, academia, civil society, and government and our belief that collaborating across sectors and disciplines is needed to advance practical safeguards needed for data uses that benefit society. Keep updated on FPF’s work by subscribing to our monthly briefing and following us on LinkedIn, Twitter/X, and Instagram.

On behalf of the FPF team, we wish you a very Happy New Year and look forward to celebrating 15 years of FPF in 2024!


fpf.org/blog/fpf-in-2023-a-yea…



Al via il Liceo del Made in Italy! 🇮🇹
È stata pubblicata e inviata alle Istituzioni scolastiche e alle Regioni la Circolare che contiene le indicazioni operative per consentire l’iscrizione alle classi prime del nuovo percorso liceale del Made in Ita…