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Il Partito della Rifondazione comunista esprime la massima solidarietà ai giornalisti dell’Agenzia Dire che oggi manifestano contro i licenziamenti e le sosp


Intelligenza artificiale. Quali regole? di Giusella Finocchiaro


L’intelligenza artificiale è ormai entrata a far parte delle conversazioni quotidiane: incuriosisce, impaurisce, insospettisce come forse nessun’altra novità ha mai fatto. Ed è così diventata un mito cui colleghiamo parole che ingannano, costruendo narraz

L’intelligenza artificiale è ormai entrata a far parte delle conversazioni quotidiane: incuriosisce, impaurisce, insospettisce come forse nessun’altra novità ha mai fatto. Ed è così diventata un mito cui colleghiamo parole che ingannano, costruendo narrazioni inquietanti e poco realistiche. Eppure le sue applicazioni in sanità, per fare un esempio concreto, sono tante e utili. Ma come possiamo conviverci? Se un sistema di IA causa dei danni può esserne considerato responsabile? Come sono protetti i dati personali di cui si nutre? Per governare questo nuovo fenomeno si invocano nuove regole giuridiche: ma quali sono le regole davvero necessarie? Certo si dovrà tendere a un sistema di regole globali, poiché non abbiamo a che fare con un fenomeno contenibile entro limiti geografici. L’Unione europea sta per approvare un nuovo regolamento, ma cosa accadrà nel resto del mondo? Il volume riflette su questi e altri interrogativi, cui non è e non sarà semplice dare risposta.

Giusella Finocchiaro insegna Diritto privato e Diritto di internet all’Università di Bologna. Avvocato cassazionista, è fondatrice e partner di DigitalMediaLaws, boutique legale specializzata in diritto delle nuove tecnologie. Già presidente della Commissione UNCITRAL sul commercio elettronico e della Commissione incaricata dal Ministero di Giustizia di redigere il decreto di adeguamento dell’ordinamento italiano al Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali, è esperto legale presso la Banca Mondiale ed esperto legale UNIDROIT nel «Digital Assets and Private Law project». Con il Mulino ha pubblicato recentemente «Major Legal Trends in the Digital Economy. The Approach of the EU, the US, and China», curato con L. Balestra e M. Timoteo (2022).

Il Mulino

L'articolo Intelligenza artificiale. Quali regole? di Giusella Finocchiaro proviene da Fondazione Luigi Einaudi.




#NotiziePerLaScuola
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.


In Cina e Asia – Corruzione e negligenza, intelligence Usa: "compromesso l’arsenale cinese”


In Cina e Asia – Corruzione e negligenza, intelligence Usa: corruzione
I titoli di oggi:

Cina, corruzione e negligenza nell'esercito
Cina: calo record dei salari nelle città
La Cina denuncia l'Ue per dumping sul brandy
Cina, il governo non allenta sul trasferimento transfrontaliero dei dati
Bangladesh: quarto mandato per la premier Hasina
Corea del Nord, esercitazioni a fuoco vivo lungo la costa sud-occidentale
Giappone, dopo il terremoto, gli scandali politici

L'articolo In Cina e Asia – Corruzione e negligenza, intelligence Usa: “compromesso l’arsenale cinese” proviene da China Files.



GAZA. Palestinesi accusano soldati israeliani di esecuzioni sommarie


Il portale Middle East Eye riporta le testimonianze raccolte a Gaza di palestinesi che denunciano casi diffusi di parenti e amici uccisi nelle loro case e davanti alle famiglie. L'articolo GAZA. Palestinesi accusano soldati israeliani di esecuzioni somma

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di Maha Hussaini a Gaza – Middle East Eye

(foto UNICEF/Hassan Islyeh)

Per tre giorni, Moemen Raed al-Khaldi è rimasto ferito e immobile tra i cadaveri dei suoi familiari uccisi, fingendosi morto per proteggersi dai colpi dei soldati israeliani. Il 21 dicembre, i soldati israeliani hanno fatto irruzione nella casa in cui la famiglia Khaldi si era rifugiata nel nord di Gaza e, in pochi minuti, hanno sparato a tutti i presenti. I soldati hanno lasciato la casa pensando di averli uccisi tutti, solo Moemen è rimasto vivo, sanguinando per giorni prima che i vicini lo trovassero e lo portassero in ospedale.

Dal suo letto d’ospedale nel complesso medico di al-Shifa, a Gaza City, ha raccontato a Middle East Eye cosa è successo il 21 dicembre.

Khaldi e la sua famiglia si erano spostati a casa di parenti nel quartiere di Sheikh Radwan, nel nord di Gaza City, dopo essere stati costretti a evacuare la propria casa.

“Ho fatto finta di essere morto”

Quel fatidico giorno, dopo il tramonto, la famiglia aveva finito di pregare ed era sdraiata insieme sul pavimento, coperta da coperte, quando i soldati israeliani hanno fatto improvvisamente saltare la porta d’ingresso e fatto irruzione nella casa. “Tutti quelli che si trovavano nelle vicinanze sono rimasti feriti, comprese due donne: mia nonna e un’altra donna incinta”, ha raccontato Khaldi.

Rivolgendosi alla famiglia in ebraico, l’esercito israeliano ha ordinato a tutti di evacuare la casa. Tuttavia, poiché nessuno parlava ebraico, i membri della famiglia non hanno capito gli ordini. “I soldati non parlavano arabo. Nessuno parlava ebraico e noi non capivamo cosa dicevano. Allora mio nonno ha cercato di tradurre. Ha detto solo poche parole: ‘Ascoltate quello che vi dicono i soldati e uscite'”, ha raccontato Khaldi. “I soldati si sono girati e hanno pensato che fosse stato mio padre a parlare. Gli hanno sparato e lui è morto sul colpo”. I soldati hanno poi sparato a tutti gli altri presenti nella stanza, compreso Khaldi.

“Poi mio nonno è stato martirizzato, seguito da mio zio, poi da altri due uomini che si erano rifugiati da noi, poi da uno dei proprietari della casa. Poi sono state martirizzate mia nonna e la donna incinta”. Dopo essere stato colpito, riportando ferite alle gambe, Khaldi è rimasto immobile sul pavimento, fingendo di essere morto per evitare ulteriori spari da parte dei soldati.

“Mi proteggevo rimanendo in un punto tra la schiena di mio zio e il muro. In questa posizione mi proteggevo la testa. Sono rimasto così per tre giorni, fingendo di non essere vivo. Durante questo periodo, l’esercito entrava e usciva dalla casa, distruggendo il posto, ma io fingevo di essere [morto]”, ha ricordato. “Tre giorni dopo, mi hanno trasferito in ospedale insieme ai miei familiari martiri”.

“Hanno sparato alla mamma e poi al papà”

Il 27 ottobre, l’esercito israeliano ha lanciato un’invasione di terra nelle aree urbane, nelle strade e nei quartieri densamente popolati della Striscia di Gaza. Giorni prima dell’invasione, l’esercito israeliano ha iniziato a ordinare ai residenti di Gaza City e del resto della Striscia di Gaza settentrionale di evacuare le loro case e trasferirsi nelle aree a sud di Wadi Gaza. L’esercito ha dichiarato di considerare i palestinesi che non avrebbero rispettato gli ordini di evacuazione come “terroristi”, e le sue forze hanno da allora usato una forza letale contro le persone che hanno scelto di rimanere.

Il 22 dicembre, nello stesso quartiere in cui la famiglia di Khaldi è stata giustiziata, un suo parente di sei anni, Faisal Ahmed al-Khaldi, è sopravvissuto a un incidente simile dopo che i soldati israeliani hanno sparato ai suoi genitori uccidendoli davanti a lui, a casa di suo zio.

“Eravamo a casa e il carro armato era [stazionato] davanti alla porta dell’edificio. Una notte hanno abbattuto il cancello e sono entrati. La porta dell’appartamento di mio zio Mohammed era chiusa a chiave, l’hanno sfondata e sono entrati. Hanno sparato a tutti nella stanza degli ospiti”, ha raccontato Faisal a MEE.

“Stavamo dormendo, ho sentito il loro [rumore], così ho chiesto a mia madre: Cos’è questo rumore? Lei mi ha risposto: Sono israeliani”. Subito dopo le hanno sparato e poi hanno sparato a papà”. I soldati israeliani hanno poi ordinato agli altri membri della famiglia di Faisal di riunirsi in una stanza, lasciando che i bambini li osservassero dal corridoio.

Faisal è stato colpito dalle schegge dei proiettili che hanno ucciso i suoi genitori, ma lo shock gli ha impedito di sentire la ferita in quel momento.

“Ci siamo nascosti nella camera da letto di mio cugino Layan. Poi ci siamo diretti verso la porta, io non riuscivo a camminare, continuavo a cadere, così mio zio, Mohammed, mi ha portato in braccio. Subito dopo, i soldati hanno ordinato a lui e al nonno di Layan di togliersi i vestiti”, ha raccontato. “Hanno ordinato loro di sedersi e noi siamo andati tutti a sederci nel corridoio”.

Dopo che i soldati hanno lasciato la casa, la famiglia si è rifugiata in una scuola e solo allora Faisal ha sentito un dolore all’addome. “Mi hanno tolto i vestiti, hanno scoperto che ero ferito e mi hanno portato in ospedale”, ha raccontato.

Ucciso davanti ai figli disabili

Una settimana dopo, a pochi chilometri di distanza, i soldati israeliani hanno giustiziato Kamel Mohammed Nofal, 65 anni, dipendente in pensione dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione (UNRWA), davanti alla moglie e ai figli adulti disabili, mentre “cercava di spiegare loro che i suoi figli non potevano capire le istruzioni”, ha dichiarato a MEE un suo parente, Jamal Naim.

“Le forze israeliane sono arrivate nell’edificio in cui vivevano Kamel e la sua famiglia e hanno ordinato a tutti di evacuare. Tutti sono scesi e si sono radunati sulla strada di fronte all’edificio”, ha raccontato. “C’erano 24 residenti, tra cui Kamel, sua moglie Fatima Jamil Timraz, di 63 anni, e i loro quattro figli, i loro coniugi e i loro figli. Tra loro c’erano almeno nove bambini, il più piccolo aveva quattro mesi”.

Secondo Naim, tre dei figli di Kamel erano sordomuti e il quarto era ipovedente. “I soldati israeliani stavano dando al gruppo istruzioni su dove andare e cosa fare, ma i figli di Kamel non potevano capire perché non erano in grado di sentire, vedere o comunicare correttamente, così i soldati hanno proceduto a trattenerli”, ha detto.

“Kamel ha parlato in ebraico, dicendo che i suoi figli Hussam, 40 anni, Ahmed, 36 anni, Mahmoud, 32 anni, e sua figlia Wafaa, 31 anni, erano disabili. I soldati gli hanno immediatamente sparato. È stato ucciso davanti ai suoi figli e a tutti gli altri”. Naim ha riferito che i soldati israeliani hanno successivamente arrestato i figli di Kamel e gli altri membri della sua famiglia. La loro posizione attuale rimane sconosciuta.

Hanno giustiziato tutti

Quando l’esercito israeliano ha raggiunto il quartiere di al-Rimal, nel centro di Gaza City, ha preso di mira diversi edifici commerciali e residenziali. Ai residenti, tuttavia, non è stato permesso di evacuare. Il giornalista Ahmed Dawoud, 38 anni, era ancora nella sua casa vicino all’incrocio Palestina quando un carro armato israeliano ha preso di mira l’appartamento del suo vicino ed è stato costretto a fuggire.

“Ho lasciato la mia casa dopo che l’appartamento vicino è stato bruciato. Abbiamo lasciato l’edificio insieme a circa 30 persone, tra cui la figlia di un mio amico giornalista. Stavamo cercando di fuggire ma, quando siamo arrivati all’incrocio, due ragazze sono state uccise”, ha raccontato. “Una delle due ragazze aveva otto anni, era la figlia del mio amico giornalista, e l’altra aveva 15 anni. Le hanno giustiziate sotto ai nostri occhi. Se non ci fossimo messi al riparo, saremmo stati anche noi tra i martiri”.

Quando i soldati hanno aperto il fuoco sui residenti, alcuni si sono ritirati nell’edificio, mentre altri hanno deciso di proseguire a piedi verso un luogo più sicuro. “Il corpo della figlia del mio amico è rimasto in strada. Siamo entrati in una casa a caso e per quattro o cinque giorni siamo rimasti a guardare [dalla finestra], cercando di recuperare il corpo. Siamo stati accerchiati dai soldati israeliani che stavano uccidendo tutti quelli che si trovavano nella zona”, ha raccontato.

“Cinque giorni dopo, siamo scesi e abbiamo recuperato il corpo sotto i quadricotteri [israeliani]”. Quando è fuggito dall’edificio, alcuni dei suoi vicini sono rimasti nel loro appartamento. Appena i soldati israeliani sono entrati nell’edificio e li hanno trovati, ha raccontato, hanno ucciso l’intera famiglia, prima di dare fuoco alla casa. “Li hanno giustiziati tutti, l’intero gruppo… Hanno giustiziato tutti nella zona, non hanno lasciato nessuno”.

– Mohammed Qreiqe, a Gaza, ha contribuito a questo servizio.

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VERSIONE ITALIANA USA, ALCUNE SOCIETA’ TECH FANNO CAUSA ALLO STATO DELL’OHIO PER UNA LEGGE CHE LIMITA L’USO DEI SOCIAL PER I MINORILa legge dello stato dell Ohio, che entrerà in vigore il prossimo gennaio, che limita l’uso dei social per i minori è stata presentata come un modo per proteggere la loro salute mentale. Il …


Secondo uno studio pubblicato di recente, i partiti più radicali del Paese, che quest’anno affronteranno diverse competizione elettorali, hanno aumentato in modo significativo i loro budget per la pubblicità sui social media. I belgi hanno davanti a sé un anno...

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Poliziotte nelle missioni internazionali di pace dell’ONU. E non mancano carabinieri donne con il basco blu delle peacekeepers.


Scopri tutto qui! 👇
noblogo.org/cooperazione-inter…

9.000 agenti di polizia provenienti da 94 paesi contribuiscono in ambito ONU a promuovere pace e sicurezza internazionali. L'ingresso delle donne nell'Arma dei Carabinieri iniziò con ufficiali donne che hanno poi istruito le nuove colleghe. Con legge del 1999, il personale femminile è parte di questa istituzione e partecipa a pieno titolo alle missioni di #peacekeeping in ambito #ONU.
#Armadeicarabinieri #ParitàDiGenere



Le pseudoscienze all'università. L'articolo di Enrico Bucci sul brutto vizio di concedere visibilità e autorevolezza a discipline senza senso

Nelle aule accademiche è ormai saldamente stabilito un principio: qualunque cosa può essere insegnata in un master di medicina aggiungendo la parolina “scienza” e qualche altro aggettivo a una strampalata collezione di pratiche esoteriche, obsolete e antiscientifiche

@Scienza e innovazione

ilfoglio.it/scienza/2024/01/05…




Il ciclone ChatGPT e la scuola: 5 punti chiave


di Enrico Nardelli

In questi mesi nel mondo della scuola c’è un enorme subbuglio – soprattutto tra i docenti, a causa degli strumenti di intelligenza artificiale generativa (che nel seguito chiamerò, per brevità, IAG), di cui il più noto è ChatGPT. Come mai sta accadendo questo? Per cominciare, gli strumenti di IAG sono oggettivamente in grado di esibire prestazioni (nella produzione di testi, ma anche di immagini, e di molti altri prodotti cognitivi tipicamente realizzati dagli esseri umani) che in molti casi non sono distinguibili da quelle delle persone. Quindi, quelli che nella bella definizione di Stefano Quintarelli sono solo dei SALAMI (Systematic Approaches to Learning Algorithms and Machine Inferences = approcci sistematici per [lo sviluppo di] algoritmi di apprendimento e [sistemi di] deduzione automatica), vengono, a causa di un processo di proiezione che è tipico degli esseri umani che vedono significati dappertutto, erroneamente percepiti nell’interpretazione comune come delle entità realmente intelligenti.

Poi, sono in gioco enormi interessi commerciali, miliardi di euro (o dollari) investiti annualmente per tentare di accaparrarsi quote di mercato che si proiettano in valori almeno mille volte maggiori. Questi spingono ogni giorno, in modo incessante, a descrivere sui mezzi di comunicazione scenari che oscillano dal fantascientifico (risolveremo tutti i problemi dell’umanità) all’apocalittico (perderemo tutti il lavoro), ma sempre finalizzati a costruire una convinzione di ineluttabilità: non c’è alternativa! In particolar modo, dal momento che il modo migliore di convincere qualcuno ad usare un certo prodotto è quello di abituarlo all’uso sin da piccolo, il settore della scuola è quello su cui si concentra la maggiore pressione.

Inoltre, gli strumenti di IAG sono ormai integrati nell’appendice tecnologica di cui tutti siamo dotati, lo smartphone e quindi, volenti o nolenti, tutti si trovano ad utilizzarli. È inevitabile! si ribadisce in continuazione. Il termine “innovativo” viene poi usato come passepartout per convincere chi non è esperto, trascurando di considerare quali possono essere le reali conseguenze di lungo periodo. Ricordiamoci di come nell’ultimo ventennio si siano fatti usare dispositivi digitali ai minori, anche piccolissimi, senza alcun reale controllo, per poi accorgersi che, come documentato nel rapporto finale del giugno 2021 dell’indagine conoscitiva “Sull’impatto del digitale sugli studenti, con particolare riguardo ai processi di apprendimento” svolta dalla Commissione “Istruzione Pubblica e Beni Culturali” del Senato, qualche problema è stato creato, e non di poco conto.

Ora, per limitarci agli strumenti di IAG testuali, cioè quelli che preparano dei testi rispondenti a quanto è stato richiesto (p.es.: quali sono i fatti salienti delle Guerre Puniche? oppure: scrivi una sintesi in 20 righe de “I promessi sposi”, o ancora: descrivi il processo di impollinazione delle piante), la conseguenza immediata sulla scuola è che uno dei modi più tradizionali di verifica delle competenze utilizzato giornalmente, ovvero lo svolgimento di compiti a casa, perde completamente di efficacia. È ovvio, a meno di non instaurare un clima proibizionistico che comunque sarebbe di qualche utilità solo per un breve periodo, che tutti gli scolari li svolgerebbero usando l’IAG.

La risposta non è però inventarsi improbabili modi di farli comunque usare agli studenti. Discuterò nel seguito i cinque punti critici di un approccio di questo genere. La risposta è dar maggior valore all’oralità e al rapporto in presenza. Quindi, meno compiti a casa e più lavoro in classe, il che implica avere classi più piccole e più insegnanti. Certo, servono soldi, ma sull’istruzione si gioca il futuro di un Paese. Un approccio di questo genere, tra l’altro, torna a dare valore alla componente relazionale del rapporto tra docente e studente. Sappiamo bene, almeno a partire dall’analisi fatta da Platone nei suoi Dialoghi, che la componente affettiva della relazione educativa tra didàskalos e mathetés, maestro e allievo, è un aspetto fondamentale della paideia, la crescita etica e spirituale del discepolo. Questa componente può essere arricchita dalla tecnologia, se opportunamente utilizzata, ma mai, mai sostituita, pena l’impoverimento e la distruzione della nostra umanità.

Alcuni comunque dicono: “trasformiamo la disponibilità dell’IAG in un’opportunità per un apprendimento migliore da parte degli studenti; facciamogli fare degli esperimenti con queste tecnologie che comunque si troveranno ad usare da grandi”. Ci sono in questo modo di fare alcuni punti critici assai importanti che vale la pena esaminare.

1) Si tratta di strumenti ancora in fase di sviluppo, che spesso producono risposte che sembrano corrette, ma sono imprecise. Solo se conosciamo bene l’argomento sui cui l’IAG ha prodotto un testo possiamo accorgerci di ciò che non va. Dal momento che nella scuola, tanto più quanto più si è piccoli, l’acquisizione della conoscenza è proprio uno degli aspetti formativi fondamentali, è evidente che non è sensato rischiare che gli scolari apprendano conoscenze errate (se non addirittura viziate da pregiudizi o stereotipi).

2) Sono strumenti controllati dalle solite Big Tech, sui quali vi è un’assoluta mancanza di controllo su come sono stati messi a punto e funzionano, su quali dati siano stati usati per il loro addestramento e su quali prove di sicurezza siano state condotte. Per ogni tecnologia potenzialmente nociva le società hanno introdotto delle regolamentazioni. In questo caso ci sta provando l’Unione Europea con il cosiddetto “AI Act”, per il quale è stato recentemente annunciato l’accordo politico ma non sono noti i dettagli. Però nel frattempo se ne sta incentivando il più possibile l’uso, incuranti dei possibili rischi. Una prima grana è esplosa proprio negli ultimi giorni del 2023, con la notizia che il New York Times, uno dei giornali più noti e con la miglior reputazione al mondo, ha fatto causa per violazione di diritto d’autore a OpenAI e Microsoft perché avrebbero addestrato i loro strumenti IAG sui loro articoli senza esserne autorizzati. Altre se ne attendono a breve, relativamente agli strumenti IAG visuali, cioè quelli in grado di produrre immagini e video, dal momento che diversi utenti su X (precedentemente Twitter) hanno evidenziato che possono produrre immagini protette dal diritto autore, anche se l’utente formula la richiesta in modo generico.

3) Usare strumenti ancora in sviluppo vuol dire lavorare gratis per chi li sta mettendo a punto e magari un giorno ce li rivenderà. Ovvero, stiamo commettendo di nuovo lo stesso errore in cui siamo incorsi abbandonandoci senza pensare troppo a piattaforme sociali intrusive e abusive, che hanno raccolto quantità enormi di dati su di noi e le usano a scopo commerciale. Cosa ce ne viene in cambio? Quando si dice che dobbiamo insegnare ai docenti come fare le domande all’IAG per ottenere l’aiuto di cui possono aver bisogno (il cosiddetto prompt engineering) mi sento rabbrividire: ma davvero vogliamo trasformarli in forza-lavoro gratuita a disposizione delle Big Tech ?

4) Se anche gli strumenti dell’IAG dessero sempre risposte corrette (ma non è così), con il loro uso nei livelli inferiori della scuola non solo rischiamo che i nostri figli acquisiscano conoscenze errate, ma possiamo menomare le loro possibilità di crescita sul piano cognitivo, dal momento che in tal modo essi non le esercitano. Sintetizzare testi, argomentare una posizione, presentare un punto di vista sono competenze fondamentali per un qualunque cittadino. Se non li facciamo esercitare da scolari, non le acquisiranno mai. Un po’ come accade se ci spostiamo solo in automobile e mai a piedi o in bicicletta, le nostre capacità fisiche si indeboliscono. In aggiunta, mentre studiando sui libri ci si allena alla pluralità di punti di vista e modi di presentare un certo argomento, in presenza di pochissime sorgenti di conoscenza il rischio di un indottrinamento sociale, soprattutto per le materie umanistiche, è fortissimo.

5) Mi sembra incredibile il contrasto tra i continui inviti ad usarli e la mancanza di una seria valutazione di tipo etico relativa al coinvolgimento dei minori nell’uso di strumenti ancora sperimentali. Ma come, per qualunque sperimentazione che coinvolga i bambini è, giustissimamente, necessaria l’approvazione sul piano etico, e in questo caso invece niente? Per un recente progetto di ricerca nelle scuole primarie che confrontava due metodi di insegnamento di uno dei costrutti fondamentali dell’informatica, io e i miei colleghi abbiamo dovuto avere l’approvazione di un comitato etico, mentre in questo caso vedo esortazioni a far usare l’IAG a minorenni senza alcuna riflessione su questi aspetti, né su quelli relativi alla privacy. Ma voi vi immaginate se nei primi anni del Novecento i fratelli Wright avessero cominciato a far volare persone sui loro aeroplani mentre li mettevano a punto?

Si dice: ma non c’è alternativa, l’IAG è qua e fa parte della nostra vita. È vero che è già nella nostra vita, ma non c’è un assoluto bisogno di usarla nelle classi. Il che non vuol dire non parlarne o far finta che non esista. L’uso collettivo in aula, sotto il controllo e la guida del docente, accompagnato da una discussione critica, ovviamente al livello consentito dall’età dei bambini, costituisce un’utile informazione su una tecnologia che comunque incontrano. Ma non abbiamo davvero necessità che, allo stato attuale della tecnologia, gli studenti utilizzino regolarmente tali strumenti. Per i docenti, alcuni usi sono possibili, come ho descritto in un recente articolo, ma è necessaria un’estrema attenzione, vista la natura ancora sperimentale di questi strumenti e i pericoli legati alla disseminazione di dati personali dei minori. A questo proposito mi piacerebbe sapere se l’autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali ha valutato se l’esortazione agli insegnanti di usare questi strumenti per migliorare la loro didattica, personalizzandola per le esigenze dei singoli studenti, possa mettere a repentaglio la privacy di questi ultimi.

Aggiungo, per essere ancora più chiaro: in un contesto in cui nelle scuole insegniamo le basi scientifiche dell’informatica, può certamente trovare spazio anche la didattica sui princìpi dell’intelligenza artificiale, che costituisce un settore molto importante dell’informatica stessa. Però, insegnare cos’è l’apprendimento automatico (= machine learning), cioè la tecnica fondamentale usata per l’IAG, a chi non sa cos’è un automa o un algoritmo è come tentare di far capire cos’è la trigonometria a chi conosce solo le quattro operazioni aritmetiche. Si può certo raccontare che la trigonometria permette di misurare la distanza tra due alberi al di là di un fiume senza attraversarlo, ma in assenza di un’adeguata base di matematica si tratta di semplice divulgazione. Utile certamente per il cittadino che ha poco tempo per studiare e che deve comunque essere aggiornato sugli avanzamenti scientifico-tecnologici, mentre nella scuola vanno fornite le basi scientifiche per comprendere il mondo intorno a noi, sia quello della natura che quello artificialmente costruito, che in misura sempre maggiore è digitale.

Ripensare l’intero curriculum scolastico alla luce della trasformazione ormai avvenuta da società industriale a società digitale è un passo indispensabile, molto, molto di più che inseguire le mode tecnologiche addestrando studenti e insegnanti all’uso degli strumenti di IAG.
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Versione originale pubblicata su "StartMAG" il 4 gennaio 2024.


link-and-think.blogspot.com/20…



Ieri è scomparso l’avv. Felice Besostri, un vero partigiano della Costituzione, della rappresentanza e della democrazia. Che sia di ispirazione per tutti noi!

> "Felice Besostri ha difeso le ragioni della nostra Costituzione sino all’ultimo istante della sua vita. Impegnato in particolare a salvaguardare le ragioni del pluralismo politico, fu tra i protagonisti della battaglia contro le deformazioni provocate dalle leggi elettorali. Nel collegio di avvocati che riuscirono a far dichiarare incostituzionale nel 2014 alcune norme della legge n. 270 del 2005 (c.d. “porcellum”), ha promosso una serie innumerevole di azioni per espungere dal nostro ordinamento le tante forzature che hanno impedito un corretto confronto elettorale."

@Politica interna, europea e internazionale

salviamolacostituzione.it/in-r…



#laFLEalMassimo – Episodio 110: Libertà


L’augurio principale da fare in apertura di questo primo episodio del 2024 è naturalmente diretto alla fine della guerra sia in Europa e che in Medio Oriente, e in generale alla cessazione di tutti i conflitti sui quali abbiamo meno informazioni. In part

L’augurio principale da fare in apertura di questo primo episodio del 2024 è naturalmente diretto alla fine della guerra sia in Europa e che in Medio Oriente, e in generale alla cessazione di tutti i conflitti sui quali abbiamo meno informazioni. In particolare, è sempre bene specificare che quello che si combatte alle porte dell’Europa è stato iniziato dall’ingiusta e ingiustificata aggressione russa ai danni del popolo ucraino e potrà terminare solo quando l’invasore sarà ricacciato entro i propri confini.

Dall’alba della storia gli esseri umani massacrano i propri simili per i motivi più svariati, dalla contesa per beni materiali e territori al fanatismo ideologico e religioso, passando per la più semplice e aberrante intolleranza della diversità.

Sarebbe ingenuo illudersi che questa pratica possa essere eliminata del tutto, perché le uccisioni multiple avvenute nelle scuole ad opera di studenti armati, piuttosto che i proiettili vaganti nella notte di Capodanno ci dimostrano che anche nelle società più civili e avanzate e in tempo di pace la tragedia può irrompere a turbare il quotidiano.

Vorrei cogliere però l’occasione di questa puntata inaugurale della rubrica per ricordare a tutti come la libertà economica costituisca un fondamentale motore di pace che consente di ridurre drasticamente il numero delle vittime innocenti.

Là dove gli uomini sono liberi di intrattenere commerci e avviare attività imprenditoriali è più facile l’altro sia visto come un cliente da soddisfare o un potenziale fornitore, piuttosto che un nemico da eliminare. Dunque, fiorisce la tolleranza e l’apertura nei confronti della diversità, l’attitudine a risolvere i conflitti con accordi ragionevoli, piuttosto che rischiare la vita combattendo.

Le società aperte al libero mercato non sono di certo il paradiso e non sono esenti da conflitti e criticità da risolvere; tuttavia, costituiscono un ambiente nel quale la vita umana ha un valore più elevato di qualsiasi dittatura o teocrazia e questo semplice elemento rende la guerra, il combattimento e l’omicidio un’opzione sempre meno conveniente del dialogo e della trattativa.

Il mio augurio per il nuovo anno è che si possa diffondere la consapevolezza che la strada per un mondo meno cruento e verso un numero minore di vittime innocenti, passa dal contributo fondamentale apportato dalla mano invisibile della libertà individuale.

youtube.com/embed/QI4ffE6yBIg?…

L'articolo #laFLEalMassimo – Episodio 110: Libertà proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Impegno globale e coordinato per combattere i crimini ambientali


Combattere i crimini ambientali richiede impegno globale e coordinato di tutte le autorità nella catena della giustizia penale.
Solo così possiamo rispondere con forza ed efficacia ai reati che colpiscono le specie selvatiche protette.

Immagine/foto


#endENVcrime
Il Team Ambiente dell'ONU/UNODC, fornisce supporto agli Stati membri tramite il Programma Globale. Un'iniziativa che mira a coordinare gli sforzi di cooperazione e dialogo regionale e internazionale.

Scopri tutto qui! 👇

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Israele in trattative con Paesi africani per il “reinsediamento volontario” dei palestinesi all’estero


Secondo The Times of Israel la Rdc, in cui il 52,5% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, si sarebbe già detta disposta a far entrare nei propri confini un numero significativo di abitanti di Gaza. L'articolo Israele in trattative con Paesi

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AGGIORNAMENTO

Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha affermato che Israele sta prendendo in considerazione uno “scenario di resa e deportazione” dei residenti di Gaza, secondo quanto riferisce la tv israeliana Canale 12. Nelle registrazioni dell’incontro di martedì tra Netanyahu e le famiglie degli ostaggi israeliani a Gaza, si è sentito il primo ministro dire: “non rifiutiamo questa possibilità. Ci sono affermazioni da fare a favore e contro”.

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della redazione

(foto Wafa)

Pagine Esteri, 3 gennaio 2024. Il Times of Israel ha pubblicato oggi la notizia, confermata da un alto funzionario israeliano, che Tel Aviv sta trattando con alcuni Paesi, tra i quali il Ruanda e la Repubblica democratica del Congo, un accordo che gli permetterebbe di mandare all’estero migliaia di famiglie palestinesi di Gaza.

La Rdc, in cui il 52,5% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, si sarebbe già detta disposta a far entrare nei propri confini un numero significativo di gazawi. La fonte non ha rivelato al Times of Israel i termini dell’accordo e, dunque, quale sia la ricompensa che Israele ha promesso a Kinshasa.

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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

Ma ha specificato ai giornalisti israeliani che il governo Netanyahu sta conducendo trattative segrete anche con altri Stati: non è un mistero, ad esempio, che alcuni ministri provino a spingere gli sfollati palestinesi a lasciare la Striscia di Gaza per cercare lavoro in Arabia Saudita.

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Sfollati palestinesi che si spostano dal noir al sud della Striscia di Gaza

Quello che Israele chiama “reinsediamento volontario” è un progetto che favorisce e incoraggia la popolazione palestinese di Gaza a lasciare le proprie case, ciò che ne resta dopo quasi 3 mesi di bombardamenti, abbandonare l’idea della ricostruzione della Striscia e spostarsi all’interno dei confini di uno Stato estero, senza avere la certezza, in futuro, di poter tornare nel proprio Paese. Pagine Esteri

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Soldi e sanità


L'articolo Soldi e sanità proviene da Fondazione Luigi Einaudi. https://www.fondazioneluigieinaudi.it/soldi-e-sanita/ https://www.fondazioneluigieinaudi.it/feed


Signor Presidente, noi sottoscritti cittadini e cittadine Suoi connazionali, lavoratori della città e della campagna, studenti e persone impegnate nel mondo d

Marino Bruschini reshared this.



di Lelio La Porta, 05.01.2024 - SCAFFALE «Ontologia della menzogna. Informazione e guerra», di Raul Mordenti. Per Asterios un saggio che si interroga su al


Inutile disperarsi, per l’intelligenza artificiale servono investimenti


A leggere i giornali, pare che quasi nessuno l’abbia notato. Eppure, delle tante, tantissime cose dette ieri in conferenza stampa dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni c’è n’è una che di sicuro le stava a cuore più delle altre. È il tema dell’intell

A leggere i giornali, pare che quasi nessuno l’abbia notato. Eppure, delle tante, tantissime cose dette ieri in conferenza stampa dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni c’è n’è una che di sicuro le stava a cuore più delle altre. È il tema dell’intelligenza artificiale. Lo si è capito, per chi voleva capirlo, subito.
Avendo rinviato già due volte, causa malattia, il tradizionale incontro di fine anno con i giornalisti, ed essendo stata accusata da più d’un media di aver paura di rispondere a domande dirette, Giorgia Meloni ha voluto dimostrare l’infondatezza delle critiche subite. Perciò, anziché dir la sua sui temi di più stretta attualità, per poi lasciar spazio alle domande, si è limitata ad una brevissima prolusione e nelle tre ore successive si è adattata a rispondere alle più disparate sollecitazioni dei giornalisti. Logica vuole che quel poco che abbia detto prima della prima domanda fosse quel più le interessava dire e che meno riteneva sarebbe stato oggetto delle curiosità dei cronisti presenti.
Un unico tema la presidente del Consiglio ha, in effetti, affrontato: quello dell’intelligenza artificiale.

Giorgia Meloni ha annunciato che sarà questo l’argomento che l’Italia, in quanto presidente di turno, porrà come centrale al G7 di giugno. Ed ha illustrato, con pathos evidente, non le opportunità, ma i rischi che l’evoluzione della tecnologia digitale pone al mondo reale. “L’intelligenza artificiale – ha detto – avrà un impatto devastante sul mercato del lavoro”. Assisteremo, dunque, ad una sistematica “sostituzione” dell’uomo con la macchina non solo per le attività basiche manuali, ma anche per le attività intellettuali. “L’intelletto rischia di essere sostituito”, è stato il grido d’allarme. Nessun giornale, a parte il Foglio, e nessun sito di informazione, a parte l’Huffington, ha ritenuto di dar conto delle parole di Giorgia Meloni, e tantomeno di approfondirne il senso.
Il motivo è semplice: in materia di trasformazione digitale e di intelligenza artificiale, l’arretratezza culturale e la capacità d’analisi dei media non sono da meno di quelle del governo in carica.

Un po’ alla volta, il decisore politico sta mettendo a fuoco i rischi, soprattutto per i più giovani, di un abuso di tecnologia digitale. È questo è un bene. Ne discendono le nuove norme ispirate dall’Autorità garante delle comunicazioni volte a limitare l’accesso a siti per così dire inappropriati da parte dei minori e ad assicurare un minimo di controllo da parte dei genitori. Ne discende anche il monito lanciato dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, concludendo il convegno organizzato lo scorso luglio dalla Fondazione Luigi Einaudi sull’imprescindibilità della scrittura a mano e della lettura su carta nel sistema scolastico. “Il digitale è utile, ma carta e penna non sono sostituibili”, ha detto il ministro. E non si tratta di un preconcetto: è quel che sostengono le principali ricerche scientifiche pubblicate a livello internazionale.

Ma l’intelligenza artificiale è cosa ancor più complessa. Va regolamentata, certo, ma non si può pensare di farne a meno. Metterne in evidenza i soli rischi, come ha fatto ieri Giorgia Meloni, serve senz’altro a sintonizzarsi sugli umori popolari del momento, ma significherebbe condannare il Paese (dalle imprese private alla Pubblica amministrazione) all’arretratezza e al sottosviluppo. Non basta, dunque, come è stato fatto, dare pieni poteri al sottosegretario Alessio Butti, Capo del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio. Non basta, come è stato fatto, nominare una commissione di esperti che affianchi e indirizzi il lavoro “politico” a riguardo. Non basta, come è stato fatto, far confluire le risorse del Pnrr nel fondo per l’innovazione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Non basta, come è stato fatto, nominare un pool di esperti che aiuti il dipartimento Editoria di palazzo Chigi a tutelare il copyright. Occorrono investimento pubblici colossali.

Al netto di una retorica apparentemente antimoderna, il governo Meloni si è posto il problema. È stato così costituito un fondo di venture capital partecipato dal Dipartimento per la trasformazione digitale, da Cassa depositi e prestiti e dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Obiettivo: sostenere la nascita e la crescita di start up che implementino i servizi al pubblico erogati attraverso l’intelligenza artificiale. Il fondo, però, non risponde di miliardi, ma di milioni: 800 in tutto. Troppo pochi.

HuffingtonPost

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Presentazione del libro “Il Ducetto” di Alessandro De Nicola a Napoli


12 Gennaio 2024, ore 17:30 – Fondazione San Giuseppe dei Nudi, Via San Giuseppe dei Nudi, 72 – Napoli OLTRE ALL’AUTORE INTERVERRANNO GIUSEPPE BENEDETTO, Presidente Fondazione Luigi Einaudi GUIDO D’AGOSTINO, Presidente Istituto Campano per la Storia della

12 Gennaio 2024, ore 17:30 – Fondazione San Giuseppe dei Nudi, Via San Giuseppe dei Nudi, 72 – Napoli

OLTRE ALL’AUTORE INTERVERRANNO

GIUSEPPE BENEDETTO, Presidente Fondazione Luigi Einaudi
GUIDO D’AGOSTINO, Presidente Istituto Campano per la Storia della Resistenza
UGO DE FLAVIS, Presidente Fondazione San Giuseppe dei Nudi

MODERA
MASSIMO CALENDA, Giornalista

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Germania. L’ex capo dei servizi segreti fonda un partito di destra radicale


L'ex capo dei servizi segreti della Germania vuole trasformare l'associazione "Unione dei Valori" in un partito di destra radicale L'articolo Germania. L’ex capo dei servizi segreti fonda un partito di destra radicale proviene da Pagine Esteri. https://

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di Redazione

Pagine Esteri, 5 gennaio 2024 – L’ex direttore dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (Bfv, l’agenzia di intelligence interna tedesca), Hans-Georg Maassen, non esclude una collaborazione tra il partito che intende fondare e Alternativa per la Germania (Afd), una formazione nazionalconservatrice di estrema destra.
Nel corso di un’intervista al quotidiano “Die Welt”, l’ex capo dei servizi segreti tedeschi ha affermato di voler dialogare anche con Sahra Wagenknecht, ex leader della “Die Linke” che recentemente ha rotto con il partito di sinistra per formare un suo movimento politico.

Maassen ha elogiato sia Alternativa per la Germania sia il movimento BSW di Wagenknecht per aver «semplicemente espresso in maniera aperta e libera i problemi che abbiamo in Germania». L’ex direttore del Bfv si è detto «davvero molto vicino ad alcuni» esponenti di Afd e del Bsw, pur affermando di essere contrario a parole d’ordine radicali come “Fuori gli stranieri” e di volere «soprattutto molto, molto, molto meno Stato, niente più paternalismo», mentre l’Afd punta su «molto Stato, ma soltanto per i tedeschi».
Maassen ha quindi spiegato che vuole fondare un suo partito «in tempi relativamente brevi» aggiungendo che, se il progetto dovesse fallire, lascerà comunque l’Unione cristiano-democratrica (Cdu) da cui già rischia l’espulsione.

Maassen vuole trasformare in partito l’Unione dei valori, associazione ultraconservatrice di cui è presidente, modificandone gli statuti ma mantenendone il nome. Secondo l’ex funzionario, questo dovrebbe essere «il primo passo verso la separazione» dell’Unione dei valori da Cdu e Unione cristiano-sociale (Csu), i due partiti storici di centro-destra.
L’Unione dei valori è storicamente vicina alle due formazioni, ma da anni Cdu e Csu sono in rotta con l’associazione di Maassen per la sua virata a destra e il suo avvicinamento ai nazionalconservatori.
I popolari considerano l’ex direttore del Bfv troppo vicino all’estrema destra, un sostenitore delle teorie del complotto e un propagatore di notizie false. A sua volta, Maassen accusa la Cdu di continuità con il centrismo dell’ex cancelliera Angela Merkel, presidente del partito dal 2000 a 2018. Secondo Maassen questa linea tradisce l’appoggio dato dall’Unione dei valori a Friedrich Merz, segretario della Cdu dal 2021, affinché attuasse una svolta conservatrice nei popolari.

Nei piani di Maassen, l’Unione dei valori dovrebbe presentarsi alle elezioni in programma nel 2024 in Brandeburgo, Sassonia e Turingia e collaborare con “tutte” le forze «pronte per una svolta politica in Germania».
Al vertice del Bfv dal 2011, Maassen venne collocato a riposo nel 2018 per aver sminuito la gravità dei pogrom razzisti contro i migranti avvenuti a Chemnitz tra l’agosto e il settembre di quell’anno. Alla destituzione del funzionario contribuirono anche i suoi stretti contatti con Alternativa per la Germania (Afd). – Pagine Esteri

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Il piano per la futura Gaza: amministrata dalle famiglie scelte da Israele, controllata da USA e Tel Aviv


Israele non vuole a Gaza l'ANP. Nei piani un governo civile formato dai palestinesi non ostili a Tel Aviv. Per controllare gli aiuti, una forza internazionale guidata da USA, Paesi dell'Europa occidentale e Stati arabi considerati "moderati" L'articolo I

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Pagine Esteri, 5 gennaio 2023. “Non ci sarà una presenza israeliana civile a Gaza”. È stato chiaro il ministro della Difesa Yoav Gallant, parlando ieri sera con i giornalisti, poco prima che il Gabinetto di guerra israeliano si riunisse per discutere del destino della Striscia e dei suoi abitanti.

Le pressioni per la creazione di insediamenti israeliani sono, tuttavia, ancora molto forti, soprattutto da parte dei membri del partito di estrema destra Otzma Yehudit che fa capo al ministro della sicurezza nazionale, il suprematista Itamar Ben-Gvir. Ma sono anche altri i membri di spicco del governo Netanyahu, come il ministro del Patrimonio Amichai Eliyahue (il quale propose di lanciare una bomba atomica su Gaza), a ritenere che sostituire la popolazione palestinese con quella israeliana sia l’unica logica conclusione della guerra in corso.

Gallant ha definito il “day after” della Striscia come un piano in 4 semplici punti.

Il primo.

Una sorta di governo clanico-tribale nominato più o meno direttamente da Tel Aviv. Hamas non controllerà in alcun modo la Striscia. Ma non lo farà neanche l’ANP di Abu Mazen. L’amministrazione civile sarà affidata ai palestinesi. Non a tutti, però, né a persone a caso: solo alcune potenti famiglie locali favorevoli a Tel Aviv potranno esser nominate, da Israele stesso, a governare Gaza. Il potere civile sarebbe affidato, dunque, a comitati locali a condizione che non operino contro Israele né si dichiarino ostili ad esso. Le famiglie più importanti della Striscia hanno immediatamente fatto sapere che non saranno mai disponibili per un progetto del genere.

Il secondo.

Una forza internazionale a guida USA per la ricostruzione. Alla task force potranno partecipare i Paesi dell’Europa occidentale e quelli arabi giudicati moderati. Saranno loro a controllare l’operato delle organizzazioni internazionali che porteranno soccorso alla popolazione di Gaza. Tutto ciò che riterranno necessario far entrare nella Striscia dovrà essere controllato, supervisionato e approvato da Israele. È da verificare la reale disponibilità degli Stati arabi, molti dei quali, già alcune settimane fa, si sono detti non disposti a dispiegare le proprie truppe su Gaza. Ma una forza internazionale composta da soli Paesi occidentali non sarebbe facilmente presentabile né digeribile.

Il terzo.

L’Egitto. Gallant ha dichiarato che sono già in corso colloqui trilaterali tra Stati Uniti, Israele e l’Egitto per garantire la sicurezza del valico di Rafah e del confine con Gaza, che dovrà essere isolato e fortemente controllato dai tre Paesi.

Il quarto.

Israele. Il ministro ha spiegato che non vi saranno limiti temporali né spaziali alle operazioni militari che Israele potrà compiere nella Striscia di Gaza. Tel Aviv manterrà il diritto a operare in totale libertà, controllerà tutto ciò che entra e che accade a Gaza e potrà intervenire militarmente ogni volta che lo riterrà opportuno.

Non è ancora chiaro quali siano gli obiettivi che Israele dovrà raggiungere per considerare “finita” la guerra e dare il via a questa fase progettuale che al momento non sembra basarsi su riscontri e disponibilità reali quanto sui desideri e le aspirazioni israeliane. Sempre secondo Gallant le operazioni militari continueranno nel nord della Striscia, anche se con forme diverse: i raid aerei saranno frequenti e anticiperanno operazioni speciali di terra. Il numero dei soldati israeliani uccisi dentro Gaza (170 fino ad oggi) comincia a diventare importante e il governo ha la necessità di limitare i danni.

Nel sud della Striscia al momento la strategia non cambierà. E alla popolazione, composta quasi totalmente da rifugiati, non verrà permesso di ritornare al nord nelle proprie case o in ciò che ne rimane. Lo spostamento è ciò con cui Israele intende trattare la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Il numero delle vittime civili continua a crescere a dismisura, così come le denunce di attacchi alle strutture che ospitano centinaia di profughi, alle scuole-rifugio, alle strutture sanitarie. Secondo il Ministero della Sanità, 162 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore, portando il bilancio dei morti a 22.600, l’1% dell’intera popolazione della Striscia di Gaza.

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Il Decreto Crescita e il calcio ordoliberale l Infoaut

"Senza gli aiuti dello Stato i soldi che i club prima risparmiavano in tasse sugli stipendi dei calciatori stranieri (nell’ordine di decine di milioni l’anno) tornano ad essere versati all’erario e quindi possibilmente destinati a scuole, case, ospedali e via dicendo. Perché quello che ci racconta questa storia, al di là della solita ipocrisia del mondo del pallone, è che il sistema calcio in tutta Europa rispecchia alla perfezione i dettami della scuola ordoliberale."

infoaut.org/culture/il-decreto…



Chat control: EU Ombudsman launches investigation into Europol


Following a complaint by Patrick Breyer, Pirate Party MEP, the EU Ombudsman Emily O’Reilly has announced that she has opened an investigation into the transfer of two former Europol … https://nextcloud.pp-eu.eu/index.php/s/sRiy45KrJ6p2ftX https://www.pat

Following a complaint by Patrick Breyer, Pirate Party MEP, the EU Ombudsman Emily O’Reilly has announced that she has opened an investigation into the transfer of two former Europol officials to the chat control surveillance tech provider Thorn. Despite the obvious conflict of interest, the transfer of the officials, who had already been involved in child sexual abuse at Europol, was authorised by the authority. One of the officials was involved in a pilot project at Europol for the AI-based analysis of abuse reports, is now registered with the Bundestag as a lobbyist for Thorn and travelled to a Europol meeting with his former colleagues in his new role. O’Reilly is asking Europol to provide access to all documents relating to the transfer and its approval by 15 January.

Breyer welcomes the move: “Since the revelation of Chatcontrol Gate, we know that the CSAR proposal is ultimately a product of the lobby of an international surveillance-government-industrial complex. We will hold EU Commissioner for Home Affairs Johansson and Europol accountable for this betrayal of our digital civil liberties to ensure it will never happen again.”

Background: The EU Commission proposes to oblige providers to search all private chats, messages, and emails automatically for suspicious content – generally and indiscriminately. The stated aim of this chat control: To prosecute child sexual exploitation material (CSEM). The result: Mass surveillance by means of fully automated real-time surveillance of messaging and chats and the end of privacy of digital correspondence.


patrick-breyer.de/en/chat-cont…



Latitante arrestato in una zona residenziale di lusso di Alicante (Spagna), anche grazie all'attività dell'Ufficiale di collegamento italiano con la polizia locale.


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Scopriamo di più su questa funzione, svolta d'intesa tra Interno ed Esteri

Il primo latitante italiano catturato nel 2024 all'estero è Nicola Rullo , indicato come membro di spicco della camorra italiana, ricercato a livello internazionale dall'Italia per la sua appartenenza all'Alleanza di Secondigliano e direttamente responsabile degli scontri avvenuti contro il clan Mazzarella per il controllo di Napoli.

E' stato catturato dalla Polizia Nazionale (policia.es/_es/index.php) iberica in una lussuosa zona residenziale di Alicante.
La costa di Alicante e, soprattutto, le urbanizzazioni e le zone abitate da una notevole popolazione straniera, sono diventate negli ultimi anni il nascondiglio di numerosi fuggitivi.

Spesso la Polizia Nazionale e la Guardia Civil (guardiacivil.es/es/index.html) individuano questi criminali ricercati in altri paesi, scoprendo che vivono da anni una vita discreta in queste zone composte di case unifamiliari, dove molti vicini non si conoscono tra loro.

L'arresto è avvenuto presso l'"El Plantío Golf Resort" di Alicante, ed è stato possibile grazie allo scambio diretto di informazioni e al coordinamento delle indagini tramite l'ufficiale di collegamento italiano in Spagna.

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Quale il ruolo dell'Ufficiale di collegamento?

Questa ultima è una figura di interesse, auspicata sin dalla Convenzione di Palermo delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale del 2000 , che prevedeva il distacco di ufficiali di collegamento come misura finalizzata al contrasto alla criminalità transnazionale e ad una più efficace azione di coordinamento tra le Autorità degli Stati firmatari.

Anche all’interno dell’Unione Europea maturò un indirizzo simile, che fu recepito nella Decisione Criminalità organizzata: quadro di orientamento comune per gli ufficiali di collegamento (eur-lex.europa.eu/legal-conten…) e DECISIONE 2003/170/GAI DEL CONSIGLIO del 27 febbraio 2003 relativa all'utilizzo comune degli ufficiali di collegamento distaccati all'estero dalle autorità degli Stati membri incaricate dell'applicazione della legge(eur-lex.europa.eu/legal-conten…).

Con riguardo alla normativa nazionale, inizialmente erano previste figure differenziate, a seconda che il funzionario/ufficiale di collegamento fosse dislocato all’estero sulla scorta di accordi bilaterali, ovvero per esigenze di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti (attività in capo alla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, di cui si parlerà a breve), o anche quale esperto per le strategie di prevenzione e contrasto dei fenomeni di immigrazione clandestina ed infine appartenenti alla Direzione Centrale Anticrimine o a quella di Polizia di Prevenzione del Dipartimento di P.S., inviati all’estero per specifiche esigenze.

Un passaggio fondamentale nella razionalizzazione della presenza degli ufficiali/funzionari di collegamento è venuta: prima (luglio 2010) da un Protocollo di Intesa tra il Ministero degli Affari Esteri ed il Ministero dell’Interno, quindi (dicembre 2010 ) dalla creazione del Comitato per la Programmazione Strategica per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Co.P.S.C.I.P.) e dalla coeva L. 10/2011, di conversione del D.L. 225/2010, che ha formalizzato la figura dell’Esperto, i cui confini funzionali, logistico–amministrativi, organizzativi sono stati oggetto di ulteriori interventi nel 2015 (Protocollo di Intesa tra il Capo della Polizia–Capo del Dipartimento della P.S. ed il Segretario Generale del MAECI) e nel 2016 (Regolamento Interministeriale n. 104 del 30 marzo).

È di interesse rilevare come siano stati individuate dal citato Co.P.S.C.I.P. delle aree di principale valenza strategico–operativa per la nostra Nazione, ove gli Esperti preposti assumono l’incombenza di responsabili degli “Uffici Regionali”, gravando su di loro l’uniformità di indirizzo strategico e la razionalizzazione delle singole iniziative dei colleghi presenti nell’Area.

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Il ruolo dello SCIP

Il compito - tra i numerosi altri - di curare la gestione tecnico–operativa della rete degli Esperti per la Sicurezza ricade sul [Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia](poliziadistato.it/articolo/146…) del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno (in sigla SCIP) che sovrintende ai funzionari ed ufficiali delle tre Forze di polizia a competenza generale (Arma dei carabinieri, Polizia di Stato, Gurdia di Finanza), nel numero massimo di cinquanta unità allocate presso le rappresentanze diplomatiche e negli uffici consolari.


#Armadeicarabinieri #PoliziadiStato #GuardiadiFinanza #PolicíaNacional #Guardiacivil #SCIP #Ufficialedicollegamento #ConvenzionediPalermodelleNazioniUnitecontrolacriminalitàorganizzatatransnazionale
#ConvenzionediPalermo



Hubble per la prima volta ha osservato i cambiamenti nell’atmosfera di un esopianeta l AstroSpace

"A partire dalle osservazioni Hubble raccolte nel 2016, 2018 e 2019, un team di scienziati ha potuto non solo analizzare l’atmosfera del pianeta, ma anche confrontare lo stato di questa atmosfera nel corso dei diversi anni, trovando prove evidenti della sua variazione."

astrospace.it/2024/01/05/hubbl…



Gas: gli USA sono i principali esportatori nel 2023 (anche grazie alle sanzioni alla Russia) l L'Indipendente

"La guerra dell’energia tra USA e Russia ha dunque avvantaggiato la potenza a stelle e strisce a danno dei Paesi europei: mentre, infatti, il Prodotto Interno Lordo degli Stati Uniti ha registrato un aumento del 4,9% nel terzo trimestre 2023, rispetto al 2,1% del trimestre precedente, l’eurozona è entrata in recessione tecnica, trainata dalla Germania, la nazione europea che più ha risentito dall’interruzione dei rapporti commerciali ed energetici con la Russia."

lindipendente.online/2024/01/0…



L'associazione dei creditori guadagna milioni con diritti GDPR (di fatto) gratuiti KSV1870 utilizza un sito web ingannevole per invitare le persone ad acquistare un costoso "InfoPass" invece di ottenere una copia gratuita dei propri dati KSV1870_Complaint_and_Report


noyb.eu/it/creditors-associati…



Il James Webb ha stabilito un nuovo record, distinguendo giovani stelle nella galassia del Triangolo l AstroSpace

"La nostra Via Lattea è ricca di gigantesche nubi molecolari, all’interno delle quali il processo del collasso gravitazionale permette la nascita di nuovi astri. Sulla base di ciò che possono studiare osservando queste stelle neonate, gli scienziati ipotizzano che il processo di formazione stellare avvenga in maniera simile anche nelle altre galassie."

astrospace.it/2024/01/04/il-ja…



Il MIM celebra la Giornata mondiale del Braille con un'esposizione, ormai permanente, presso la Biblioteca “Luigi De Gregori”.


BRICS: cosa cambia ora l L'Antidiplomatico

"L'allargamento del BRICS rappresenta una svolta significativa nella geopolitica mondiale che potrebbe contribuire a un mondo multipolare più equilibrato, mentre l'Occidente, in particolare gli Stati Uniti, affronta un periodo di declino sempre più evidente e conclamato. La sfida ora sarà per il BRICS+ gestire le diversità interne e cooperare per affrontare le sfide globali, stabilendo un nuovo ordine mondiale basato sulla parità e sulla cooperazione."

lantidiplomatico.it/dettnews-b…



I reati contro la fauna selvatica attività criminale “trasversale”, da affrontare con le armi dell’intelligence e delle indagini finanziarie.


Viene denominato “wildlife trafficking”: il traffico illegale di specie selvatiche è tra i cinque traffici illegali più redditizi a livello globale, per un valore stimato di 23 miliardi di dollari all'anno. Si tratta di una minaccia globale multiforme che erode la biodiversità, gli ecosistemi e crea insicurezza che alimenta conflitti e corruzione.
Nel nostro blog ne abbiamo già parlato (vedi la nota a fine pagina).

La Wildlife Justice Commission (Commissione per la giustizia della fauna selvatica) ha pubblicato un nuovo rapporto sulla convergenza dei reati contro la fauna selvatica con altre forme di criminalità organizzata: una revisione del 2023 di precedenti lavori, che riesamina la questione basandosi sul precedente lavoro, presentando ulteriori analisi e approfondimenti tratti da tre studi di casi, basato su ricerche open-source e informazioni raccolte durante le indagini della Wildlife Justice Commission. Il rapporto completo – in inglese – è scaricabile qui: wildlifejustice.org/wp-content… .

Questi casi continuano a dimostrare che gruppi criminali nazionali hanno una serie di motivazioni per diversificare le loro attività criminali e formare nuove partnership o alleanze, infiltrarsi in nuovi mercati o sfruttare le vulnerabilità nell’azione di controllo e contrasto degli Stati. Inoltre flussi finanziari illeciti e riciclaggio di denaro sono fattori sottostanti comuni presenti in quasi tutti i reati organizzati contro le specie selvatiche.
La convergenza della criminalità deve essere quindi affrontata dal un punto di vista della criminalità organizzata, per identificare, incriminare e perseguire tutti i reati commessi da una rete. L’attività di intelligence è uno strumento essenziale a questo proposito, per mappare le reti criminali, analizzare modelli e collegamenti tra le attività criminali, comprendere il modus operandi e le motivazioni criminali e valutarne il livello di minaccia rappresentata dalla rete criminale nel suo complesso.

Indagini congiunte e task force multi-agenzia consentono di riunire le risorse e le competenze necessarie A questo punto, l'unica cosa che si può fare è cercare di investigare la convergenza della criminalità. Oltre le classiche indagini della polizia investigativa, dovrebbero parallelamente essere condotte indagini finanziarie per rintracciare dove e come il denaro si muove ed individuare i proventi di reato. I reati contro la fauna selvatica sono un'attività criminale trasversale e non possono essere affrontati separatamente da altri crimini. Affrontando il problema della convergenza ed eliminando i nodi comuni tra reti criminali, le autorità di contrasto possono avere un impatto maggiore per smantellare la criminalità organizzata.

La maggiore attenzione negli ultimi anni al nesso tra la fauna selvatica criminalità organizzata e altre forme di criminalità, ha portato alla luce un numero crescente di prove che contribuiranno a costruire un migliore comprensione di questo complesso crimine. La prevalenza apparentemente crescente della convergenza della criminalità negli ultimi due decenni, come suggerito da alcune ricerche, sembra indicare che il traffico illegale di specie selvatiche diventa più attraente per le reti criminali a causa della redditività di specie e prodotti di alto valore ed il percepito minor rischio di applicazione delle attuali leggi contro questo tipo di reato. Ciò sottolinea le preoccupazioni in merito al ruolo che la convergenza criminale potrebbe avere nel sostenere l'espansione dei reati contro la fauna selvatica.


Nota:
noblogo.org/cooperazione-inter…
noblogo.org/cooperazione-inter…
noblogo.org/cooperazione-inter…



L'associazione di tutela dei creditori guadagna milioni con i diritti GDPR (di fatto) gratuiti KSV1870 utilizza un sito web ingannevole per invitare le persone ad acquistare un costoso "InfoPass" invece di ottenere una copia gratuita dei propri dati KSV1870_Complaint_and_Report


noyb.eu/it/creditors-protectio…



Università, entrate nel Fediverso e riappropriatevi della vostra sovranità digitale!

@Che succede nel Fediverso?

Le università possono essere importanti creatori di spazi pubblici digitali e utilizzare, progettare e fornire strutture di rete di interesse pubblico come Fediverse. In linea con la sua tradizione FLOSS, l'Università di Innsbruck si concentra sul Fediverso e ne ha creato un'istanza sui server universitari. Oltre agli approfondimenti sul processo, la motivazione e il networking sono lo scopo di questo Lightning Talk. Università, unitevi al Fediverso!

Il disastro di Twitter ha evidenziato i rischi derivanti dall’affidarsi a piattaforme commerciali per i canali di comunicazione centrali. Questa non è una novità, ma illustra chiaramente i problemi legati a gran parte della struttura dei social media. Le università possono contribuire in modo significativo a rendere Fediverse una rete decentralizzata, non commerciale e attenta alla privacy. Prendendo l'esempio dell'Università di Innsbruck, l'intervento mostrerà come un trio di diversi dipartimenti, comunicazione scientifica, protezione dei dati e informatica, ha creato un'istanza Fediverse per la comunicazione scientifica istituzionale su Mastodon sui server universitari. Questo Lightning Talk mira a informare e mostrare come un'università si è impegnata con successo con il Fediverso, fungendo da invito all'azione per altre università affinché si uniscano nel cogliere l'opportunità di migliorare le strutture di comunicazione online.
Melanie Bartos, Hansjörg Pehofer, Matthias Weiler

media.ccc.de/v/37c3-lightningt…

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Il 95% delle Scuole secondarie di secondo grado ha completato le nomine dei docenti tutor e orientatori sulla piattaforma #Unica: risulta incaricato il 98% dei tutor previsti e il 95% di orientatori.


World Drug Report 2023. La cannabis è la sostanza psicoattiva più utilizzata al mondo


La relazione mondiale sulla droga 2023 rilasciata da #UNODC, l’Agenzia delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine con base a Vienna, mira non solo a promuovere una maggiore cooperazione internazionale per contrastare l’impatto del problema mondiale della droga sulla salute, sulla governance e sulla sicurezza, ma anche ad assistere gli Stati membri nell’anticipare e affrontare le minacce poste dai mercati della droga e nell’attenuarne le conseguenze.

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Il World Drug Report 2023 è pubblicato (non è disponibile la lingua italiana) sul sito web dell’UNODC: unodc.org/unodc/en/data-and-an… mentre il “segmento” online è reperibile sul sito web all’indirizzo: www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/wdr-2023-online-segment.html

LA RISPOSTA AL TRAFFICO DI STUPEFACENTI DELLE FORZE DI POLIZIA A LIVELLO GLOBALE

Le risposte delle forze dell’ordine devono tenere il passo con i modelli di business criminali sorprendentemente agili, nonché con la proliferazione delle droghe sintetiche, che sono economiche e facili da immettere sul mercato. La salute pubblica rimane la priorità nel contesto di una regolamentazione in rapido sviluppo sul controllo delle droghe, in particolare in relazione all’uso medico, e i paesi devono investire di più nella ricerca per monitorare gli effetti delle politiche e informare le risposte.

LA MINACCIA ALLA SALUTE PUBBLICA ED AI DIRITTI UMANI

Secondo il Rapporto, disuguaglianze e disparità sociali ed economiche continuano a guidare ed essere alimentate dal fenomeno della droga, minacciando la salute pubblica e i diritti umani. Le disparità tra il Nord e il Sud del mondo, tra le aree urbane e rurali e tra le sottopopolazioni contribuiscono ai danni causati dalle droghe.

I disturbi da uso di droghe e altre condizioni di salute mentale sono strettamente interconnessi: le condizioni di salute mentale aumentano il rischio di sviluppare disturbi da uso di droghe e le droghe comportano il rischio di esacerbare i problemi di salute mentale se assunte al di fuori del controllo medico. Con una stima di una persona su otto in tutto il mondo che vive con una condizione di salute mentale diagnosticata, la necessità di affrontare i problemi di salute mentale nella prevenzione e nel trattamento dell’uso di droghe è diventata sempre più una priorità.

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Dinamiche regionali dell'uso delle droghe

I GIOVANI E L’USO DELLE DROGHE

I giovani rimangono il gruppo più vulnerabile all’uso di droghe. A livello globale, nel 2021, le persone di età compresa tra i 15 e i 16 anni avevano una prevalenza annuale dell’uso di cannabis del 5,34%, rispetto al 4,3% degli adulti.

In alcune regioni, i giovani sono più gravemente colpiti dal disturbo da uso di sostanze: in Africa, il 70% delle persone che ricevono un trattamento per tossicodipendenti ha meno di 35 anni. Il traffico di droga sta aggravando le minacce criminali che danneggiano le comunità vulnerabili degradando i loro diritti alla sicurezza e ai mezzi di sussistenza, nonché il diritto di vivere in un ambiente pulito, sano e sostenibile.

IL CASO DELL’AMAZZONIA

Nel bacino amazzonico, nella zona dei tre confini tra Brasile, Colombia e Perù, le organizzazioni del traffico di droga violano sempre più i diritti umani, la sicurezza e il benessere delle popolazioni rurali, includendo, in alcune aree, l’occupazione illegale della terra e il pascolo del bestiame, il disboscamento illegale, l’estrazione mineraria illegale, il traffico di fauna selvatica e altri crimini che colpiscono l’ambiente. Le popolazioni indigene e le altre comunità locali sono intrappolate nel nesso criminale nel bacino amazzonico, subendo sfollamento, avvelenamento da mercurio e altri gravi impatti sulla salute, nonché una maggiore esposizione alla violenza.

LA TRASFORMAZIONE DEI MERCATI ILLEGALI

I mercati delle droghe illegali si stanno trasformando rapidamente e, in alcune regioni, radicalmente, con le droghe sintetiche che stanno diventando sempre più dominanti. La produzione di droghe sintetiche è economica, facile e veloce. Il fentanyl, un potente oppioide sintetico, sta trasformando i mercati della droga in Nord America, contribuendo ad alti livelli di overdose tra coloro che fanno uso di droghe. Mentre il traffico e l’uso di cannabis colpiscono tutte le regioni del mondo, altri problemi legati alla droga pongono ulteriori minacce in diverse aree geografiche.

CANNABIS, STUPEFACENTE PIÙ USATO AL MONDO

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Consumo di cannabis nel mondo

La cannabis rimane di gran lunga lo stupefacente più comunemente usato al mondo. Si stima che 219 milioni di persone abbiano fatto uso di #cannabis nel 2021, pari al 4% della popolazione adulta globale. Il numero di persone che fanno uso di cannabis è aumentato del 21% negli ultimi dieci anni. Il consumo di cannabis rimane il più alto in Nord America, dove il 17,4% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha utilizzato la droga nel 2021. La percentuale di donne tra coloro che fanno uso di cannabis varia a seconda delle regioni e delle sottoregioni, dal 9% in Asia al 42% in Nord America (2021). Ci sono prove dell’efficacia dei cannabinoidi nel trattamento di alcune condizioni di salute, ma per molte altre condizioni le prove sono limitate. Molti paesi hanno adottato disposizioni per l’uso medico della cannabis, ma gli approcci normativi alla cannabis terapeutica differiscono ampiamente tra questi paesi.

SVILUPPI REGIONE PER REGIONE. L’EUROPA

L’Europa occidentale e centrale rimane il secondo più grande mercato mondiale di cocaina. L’anfetamina è il secondo stimolante più utilizzato nell’Europa occidentale e centrale dopo la cocaina. Le tendenze recenti indicano un aumento del consumo di metanfetamine nella regione. L’Europa rimane un importante mercato di consumo per l’“ecstasy”. Gli oppioidi rimangono il principale tipo di droga per il quale le persone sono in trattamento in Europa, ma la cannabis segue da vicino ed è più comune tra coloro che vengono trattati per la prima volta. L’uso di NPS (new psychoactive substances, quali kratom and khat) che sembra rimanere contenuto nell’Europa occidentale e centrale, sembra essere in aumento nell’Europa orientale, dove è diventato una delle principali preoccupazioni. L’Europa orientale ha la più alta prevalenza di persone che si iniettano droghe (1,3% nel 2021) e di persone che si iniettano droghe che vivono con l’HIV (25,4%) e l’epatite C in tutto il mondo.



Weekly Chronicles #59


Fronti di resistenza, tecnocrazia fiscale ed epigrafi immortali.

Buon 2024 cari lettori. Nel bene e nel male, sarà una grande annata. Questo è il numero #59 delle Cronache settimanali di Privacy Chronicles, la newsletter che parla di sorveglianza di massa, crypto-anarchia, privacy e sicurezza dei dati.

Nelle Cronache della settimana:

  • Aggiornamenti dal fronte: la nuova resistenza contro l’anarco-tirannia tecnocratica
  • Tecnocrazia fiscale
  • The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks

Nelle Lettere Libertarie: Aggiornamenti dal fronte: la nuova resistenza contro l’anarco-tirannia tecnocratica

Rubrica OpSec: Criptovalute: la sicurezza degli Hardware Wallet più diffusi

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Aggiornamenti dal fronte: la nuova resistenza contro l’anarco-tirannia tecnocratica


La guerra contro l’anarco-tirannia è iniziata, e viene combattuta a colpi di flessibile. Il gruppo anonimo denominato Blade Runners continua nella sua guerriglia urbana contro le telecamere ULEZ (la nostra ZLT) di Londra.

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Le stime più recenti contano più di 3.000 telecamere disabilitate, danneggiate o semplicemente scomparse durante il 2023. Dal fronte arrivano immagini che mostrano pali nuovi di zecca accasciati al suolo, dopo neanche 12 ore dalla loro installazione. Gli esponenti del gruppo dichiarano di voler continuare anche nel 2024 fino a quando non rimarrà più neanche una telecamera.

Anche in Italia arrivano notizie del genere. Non abbiamo gruppi con nomi evocativi come i cugini inglesi ma la lotta, pare, è altrettanto ferrata. Ad esempio, in provincia di Rovigo sono stati distrutti tutti gli autovelox, in media uno al mese. Non è chiara la ragione, ma le autorità di polizia avvertono: “attività pericolosa, si mettono a rischio vite umane”.

Nel dissociarmi da queste attività di danneggiamento di proprietà pubblica, vi dico invero che è questa la resistenza contro l’anarco-tirannia1 di cui siamo vittime più o meno consapevoli.


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#59


Per la fine dell'anno, molti fanno la lista di buoni propositi per il nuovo, mentre io a 'sto giro stilo la raccolta di alcune mie magagne... bento...


Il cuore reso saldo dalla grazia


Gesù Cristo è sempre lo stesso, anche se dinnanzi ai cambiamenti del mondo e della nostra vita possiamo essere in ansia e arrivare a dubitare di Lui come Salvatore, ma è l’annuncio della grazia di Dio che ci rende saldi, e non altri insegnamenti. Avendo il Salvatore che ci salva per sola sua grazia, ci guida e veglia su di noi sempre, non temiamo nulla nel nuovo anno che appena si è aperto, ma invece andiamo avanti con lieta certezza.
in reply to Stefano D'Archino

@Stefano D'Archino Dio non ci salva per sola grazia ma sono necessarie le nostre opere come si legge in Matteo 25 ...
in reply to Lovepeacejoy

@Lovepeacejoy Grazie per la tua osservazione, a mio avviso però non bisogna fare una battaglia di versetti, ma avere una visione complessiva del messaggio evangelico. Commentavo qui Matteo 25:
pastoredarchino.ch/2023/11/19/…
Comunque è chiaro per me che ci sono interpretazioni differenti.



Indagine sul Fediverso 2023: il primo sondaggio on line sulla comunità italiana dei social federati. Vuoi partecipare? Il sondaggio scade il 15 gennaio

Come sei finito dentro al Fediverso? Quali sono le cose che ti piacciono di più e quelle che ti piacciono meno? Quali sono gli aspetti più interessanti? Quanto usi le istanze in cui sei iscritto o le app che hai scaricato?

Indagine sul Fediverso 2023: il sondaggio scade il 15 gennaio!!!


Abbiamo preparato un questionario anonimo dedicato a tutti gli utenti del Fediverso italiano. Si tratta del primo tentativo di indagare ad ampio spettro l'utilizzo che gli utenti del "Fediverso libero" fanno dei loro social.


Alcune parti sono espressamente dedicate agli utenti di Friendica e in particolare a quelli dell'istanza Poliverso, per far avere a noi amministratori di poliverso.org un riscontro sull'usabilità del sistema in particolare:

1. sulla reattività del sistema dopo la migrazione al nuovo server dedicato
2. sull'ergonomia dell'interfaccia dopo l'ìaggiornamento alla rel. 2023.12

Il questionario è anonimo, ma gli utenti che volessero chiedere delucidazioni in forma non anonima possono contattare gli amministratori presso i seguenti account:

  • @admin@poliverso.org
  • @notizie@poliverso.org
  • @informapirata@poliverso.org
  • @poliverso@mastodon.online
  • @informapirata@mastodon.uno


NB: i dati raccolti sono anonimizzati e conservati all'interno di un cloud criptato: verranno utilizzati dai soli amministratori di Poliverso secondo la stessa politica prevista e con lo stesso titolare dei dati indicato per poliverso.org e con l'obiettivo di


  1. informare l'utenza del Fediverso sulle tendenze rilevate pubblicando post di carattere informativo dagli account di servizio di poliverso.org o sui canali social legati all'account di informapirata che impiegheranno solo dati aggregati;
  2. raccogliere riscontri da parte degli utenti dell'istanza poliverso.org al fine di apportare miglioramenti al servizio

La raccolta dei dati proseguirà fino al 15 gennaio e i dati raccolti verranno conservati presso il nostro account cryptpad per non più di sei mesi dalla chiusura del sondaggio prevista per il 15 gennaio alle ore 16:00

Ti ricordiamo che puoi sostenere il nostro progetto attraverso due canali di finanziamento:


  1. Ko-Fi: ko-fi.com/poliverso
  2. Liberapay: liberapay.com/poliverso




Lavinia Mennuni, una ricca che vuole più multipare



Nel dicembre 2023 l'agenda "occidentalista" lascia spazio anche a oziose considerazioni sulle aspirazioni più o meno lecite delle giovani donne.
Da Roma una ricca di nome Lavinia Mennuni avalla graziosamente eventuali aspirazioni a maternità precoci e ripetute, probabilmente in considerazione dello spauracchio della "sostituzione etnica".
La cosa interessante è che in quel Regno Unito che è da molti decenni fonte di ispirazione per lo stesso areale politico -l'ascesa di #JavierMilei in #Argentina ha persino ridato fiato alla feccia liberista ammiratrice di #MargaretThatcher- la condizione di multipara è stata per molti anni oggetto di scherno proprio da parte degli ambienti conservatori.
Nel suo Chavs #OwenJones ricorda il personaggio di #VickyPollard ideato da Matt Lucas e David Walliams. Vicky Pollard è l'archetipo della grottesca ragazza madre della classe operaia: sessualmente promiscua, incapace di mettere insieme due parole e con problemi comportamentali molto seri.
Invece di corteggiare gli ambienti marginali e abietti per trarne suffragi, i conservatori britannici hanno almeno il buon gusto di schernirli con coerenza.