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Trump e il debito fuori controllo: è sul deficit che si gioca la partita elettorale

@Politica interna, europea e internazionale

“Non mi preoccupo per il debito: è abbastanza grande da badare a se stesso”. Una memorabile battuta del Presidente Reagan, che oggi si rivela una profetica intuizione. Il debito pubblico degli Stati Uniti, infatti, si attesta ormai al 127%



Nordio: “Il braccialetto elettronico dà l’alert, ma sono le donne a dover trovare rifugio”


@Politica interna, europea e internazionale
Il braccialetto elettronico “dà un’allerta alla vittima”, ma “le donne devono rifugiarsi in luoghi sicuri”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante il question time al Senato di ieri, giovedì 15 maggio. La frase del guardasigilli



Identità digitale obbligatoria: scudo contro i cybercrimini o minaccia per la democrazia?


Il dibattito sull’introduzione di un obbligo di utilizzo del documento d’identità per la registrazione ai social network torna ciclicamente ad accendere gli animi, contrapponendo la promessa di un web più sicuro alle preoccupazioni per la privacy e la libertà d’espressione. Diverse proposte, avanzate anche in Italia da figure politiche come Luigi Marattin e più recentemente dal ministro Giuseppe Valditara, mirano a legare i profili social a identità verificate, con l’obiettivo primario di contrastare fenomeni dilaganti come il cyberbullismo, la diffusione di fake news, l’hate speech e altre attività illecite che prosperano sotto lo scudo dell’anonimato.

Ma quali sono i “reali” pro e contro di una misura così impattante?


Le ragioni del “Sì”: un argine contro l’illegalità e la disinformazione

I sostenitori dell’obbligo di identificazione sottolineano come questa misura potrebbe rappresentare un potente deterrente contro i comportamenti scorretti online. Sapere che il proprio profilo è direttamente collegato alla propria identità reale potrebbe scoraggiare molti dal compiere atti di cyberbullismo, diffondere notizie false o insultare altri utenti, temendo conseguenze legali più immediate e concrete.

Tra i principali vantaggi evidenziati:

  • Contrasto al cyberbullismo e all’hate speech: L’identificazione renderebbe più facile perseguire gli autori di minacce, insulti e discorsi d’odio, offrendo maggiore tutela alle vittime, in particolare ai minori. Il ministro Valditara, ad esempio, ha proposto l’obbligo della carta d’identità per l’accesso ai social e un divieto di iscrizione per i minori di 16 anni proprio per proteggere i più giovani.
  • Lotta alla disinformazione: La creazione di account falsi finalizzati alla propaganda o alla diffusione di fake news verrebbe ostacolata, contribuendo a un’informazione online più trasparente e affidabile.
  • Responsabilizzazione degli utenti: L’anonimato, percepito da alcuni come una “zona franca”, verrebbe meno, inducendo una maggiore consapevolezza delle proprie azioni e delle relative responsabilità.
  • Facilitazione delle indagini: Le forze dell’ordine avrebbero strumenti più efficaci per risalire agli autori di reati commessi online, accelerando le indagini e l’applicazione della giustizia.

L’idea di fondo è che un ambiente digitale meno anonimo sarebbe intrinsecamente più sicuro e civile.

Le ragioni del “No”: privacy, libertà e rischi per la sicurezza dei dati


Sul fronte opposto, le critiche a una tale proposta sono numerose e toccano nervi scoperti legati ai diritti fondamentali e alla sicurezza informatica.

I principali timori includono:

  • Violazione della privacy: Richiedere un documento d’identità per accedere ai social network implicherebbe la raccolta e la conservazione di una mole enorme di dati personali sensibili. Ciò solleva interrogativi su chi gestirebbe questi dati, come verrebbero protetti e per quali finalità potrebbero essere utilizzati, oltre alla registrazione stessa. Il rischio di data breach di database così vasti e centralizzati sarebbe estremamente elevato, con conseguenze potenzialmente disastrose per i cittadini.
  • Limitazione della libertà d’espressione: L’anonimato online, sebbene talvolta abusato, è anche considerato uno strumento cruciale per la libera espressione, specialmente per individui che trattano argomenti sensibili, dissidenti politici o whistleblower. L’obbligo di identificazione potrebbe generare un “chilling effect”, inducendo le persone all’autocensura per timore di ritorsioni.
  • Inefficacia contro i malintenzionati più esperti: Criminali informatici determinati e utenti tecnicamente abili potrebbero comunque trovare modi per aggirare l’obbligo, utilizzando documenti falsi, identità rubate o servizi VPN e proxy per mascherare la propria origine. La misura potrebbe quindi rivelarsi un ostacolo per l’utente comune più che per i veri “professionisti” dell’illecito.
  • Complessità tecnica e applicativa: Implementare un sistema di verifica dell’identità a livello globale o anche solo nazionale per tutte le piattaforme social presenta sfide tecniche e logistiche enormi. Come si accorderebbero gli Stati con piattaforme che operano a livello transnazionale? Come verrebbe gestita la verifica per i cittadini stranieri?
  • Rischio di abusi e sorveglianza: La centralizzazione dei dati identificativi potrebbe aprire la porta a forme di sorveglianza di massa o a un uso improprio delle informazioni da parte delle autorità o delle stesse piattaforme.

Esperti di cybersecurity, come il professor Giovanni Ziccardi, hanno espresso perplessità, sottolineando come l’identificazione tramite indirizzo IP sia già una pratica investigativa e che l’obbligo di documento potrebbe non aggiungere molto in termini di reale tracciabilità dei reati più gravi, a fronte di un notevole sacrificio della privacy. Si teme inoltre che la gestione di tali moli di documenti d’identità da parte di piattaforme o enti terzi creerebbe nuovi, appetibili bersagli per i cybercriminali.

Un equilibrio difficile da trovare


Un eventuale percorso legislativo in tal senso dovrà necessariamente passare attraverso un approfondito dibattito pubblico che coinvolga esperti di cybersecurity, giuristi, attivisti per i diritti digitali e le stesse piattaforme, al fine di esplorare soluzioni alternative o meccanismi che possano bilanciare efficacemente queste contrastanti, ma legittime, esigenze. La sfida resta quella di creare un ambiente online più responsabile senza sacrificare le libertà che lo hanno reso uno strumento di connessione e informazione globale.

Il mio punto di vista


La necessità di arginare il propagarsi di fake news e disinformazione rappresenta una sfida cruciale e urgente per tutte le democrazie contemporanee. L’inquinamento del dibattito pubblico e la manipolazione dell’opinione attraverso notizie false minano la fiducia nelle istituzioni e la coesione sociale. Tuttavia, la soluzione non può risiedere unicamente in misure che rischiano di comprimere diritti fondamentali.

Una possibile via intermedia, che miri a responsabilizzare senza ledere eccessivamente la privacy, potrebbe articolarsi su più livelli:

  1. Certificazione Volontaria dell’Identità e “Account Verificati Potenziati”: Invece di un obbligo indiscriminato, si potrebbe incentivare un sistema di verifica volontaria dell’identità. Gli utenti che scelgono di autenticare il proprio profilo potrebbero ottenere un “badge” di affidabilità chiaramente visibile e, potenzialmente, una maggiore visibilità o priorità nella diffusione dei propri contenuti (se conformi alle policy). Questo creerebbe una distinzione chiara tra account anonimi/pseudonimi e account legati a un’identità reale verificata, permettendo agli altri utenti di ponderare diversamente la credibilità delle fonti. Le piattaforme dovrebbero garantire standard elevatissimi di sicurezza per i dati di chi aderisce.
  2. Maggiore Responsabilità delle Piattaforme sulla Trasparenza Algoritmica e sulla Moderazione: Le piattaforme dovrebbero essere legalmente tenute a una maggiore trasparenza sul funzionamento dei loro algoritmi di raccomandazione, che spesso amplificano contenuti sensazionalistici o divisivi, incluse le fake news. Parallelamente, andrebbero potenziati gli obblighi di intervento rapido ed efficace contro la disinformazione palesemente dannosa e le campagne di influenza coordinate, anche attraverso un aumento significativo di moderatori umani qualificati e strumenti di IA dedicati, con meccanismi di appello chiari e accessibili per gli utenti.
  3. Educazione Digitale e Sviluppo del Pensiero Critico: Fondamentale e prioritario è un investimento massiccio e continuo nell’educazione alla cittadinanza digitale, a partire dalle scuole. Formare cittadini capaci di riconoscere le notizie false, comprendere i meccanismi della disinformazione e navigare il mondo online con spirito critico è la difesa più potente e sostenibile nel lungo periodo.

Questo approccio combinato potrebbe contribuire a creare un ecosistema digitale più sano e affidabile, promuovendo la responsabilità e la trasparenza senza ricorrere a una sorveglianza generalizzata che potrebbe avere effetti collaterali indesiderati sulla libertà di espressione e sull’innovazione. La lotta alla disinformazione richiede un impegno corale che coinvolga istituzioni, piattaforme tecnologiche, mondo dell’educazione e singoli cittadini.

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Wireless Doorbell Extension Features Home-Wound Coil


Internals of ding-dong doorbell.

Today in the it’s-surprising-that-it-works department we have a ding dong doorbell extension from [Ajoy Raman].

What [Ajoy] wanted to do was to extend the range of his existing doorbell so that he could hear it in his workshop. His plan of attack was to buy a new wireless doorbell and then interface its transmitter with his existing doorbell. But his approach is something others might not have considered if they had have been tasked with this job, and it’s surprising to learn that it works!

What he’s done is wrap a new coil around the ding dong doorbell’s solenoid. When the solenoid activates, a small voltage is induced into the coil. This then gets run into the wireless doorbell transmitter power supply (instead of its battery) via a rectifier diode and a filter capacitor. The wireless doorbell transmitter — having also had its push-button shorted out — operates for long enough from this induced electrical pulse to transmit the signal to the receiver. To be clear: the wireless transmitter is fully powered by the pulse from the coil around the solenoid. Brilliant! Nice hack!

We weren’t sure how reliable the transmitter would be when taken out of the lab and installed in the house so we checked in with [Ajoy] to find out. It’s in production now and operating well at a distance of around 50 feet!

Of course we’ve published heaps of doorbell hacks here on Hackaday before, such as this Bluetooth Low Energy (BLE) doorbell and this light-flashing doorbell. Have you hacked your own doorbell? Let us know on the tips line!

youtube.com/embed/PQz1Bgo0KqM?…


hackaday.com/2025/05/16/wirele…



Non solo GlobalWafers: tutte le aziende taiwanesi che investono negli Usa

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GlobalWafers ha intenzione di alzare i suoi investimenti negli Stati Uniti a 7,5 miliardi di dollari. Non è l'unica azienda taiwanese di elettronica a voler aprire stabilimenti sul suolo americano: ci sono



REPORTAGE. Yarmouk, la piccola Palestina in Siria


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Ridare piena vita al campo profughi sarà difficile, i problemi sono numerosi, a cominciare dall’estrema povertà che rende complicato reperire i fondi necessari per la ricostruzione; a questo si aggiunge la mancanza di servizi essenziali, come l’acqua corrente e l’energia elettrica
L'articolo REPORTAGE.



Cyber Resilience Act: cosa devono sapere davvero le software house italiane


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Guida pratica al Cyber Resilience Act per aiutare le aziende italiane del software a orientarsi tra categorie di rischio, obblighi, certificazioni e scadenze
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Disinformazione russa: la rilevanza nelle dinamiche geopolitiche


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Varie fonti ufficiali hanno identificato la Federazione Russa come uno degli attori più attivi e strutturati nella promozione e nel finanziamento di campagne di disinformazione e manipolazione dell’informazione in Occidente. Cosa sappiamo e quale strategia ha



Clara Dupont-Monod – Adattarsi
freezonemagazine.com/articoli/…
Adattarsi è un romanzo quasi immobile, in cui accadono pochissimi fatti, la cui storia si concentra in pochi anni e che si snoda soprattutto nella mente e nell’anima dei differenti personaggi. Ci troviamo in un paese sulle montagne francesi. In una famiglia nasce, dopo un figlio maggiore e una minore, un bambino molto bello che, […]
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Tecno-oligachia: il potere che plasma il futuro e la tecnologia come arena di potere dove si scontrano interessi economici, dilemmi etici e ambizioni geopolitiche

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Dalle pressioni protezionistiche di Trump su Apple alla rivoluzione neurotecnologica di Neuralink, dai miliardi sauditi che finanziano l’AI americana al chatbot sociale di Meta, ogni storia rivela una sfida comune: come bilanciare progresso e responsabilità in un mondo interconnesso? Quattro temi raccontano che la tecnologia è un campo di battaglia dove si decidono il potere economico, l’equità sociale e la stabilità globale. Le scelte di oggi, tra protezionismo, innovazione e alleanze strategiche, plasmeranno il nostro domani. La vera sfida? Garantire che il progresso non sacrifichi etica e responsabilità.

La #newsletter di @Claudia Giulia

claudiagiulia.substack.com/p/t…

@Informatica (Italy e non Italy 😁)




Un casino di dimensioni enormi: prima ci dicevano che Putin non voleva negoziare e non andava bene. Adesso li ha costretti a sedersi a negoziare e non va bene lo stesso. Questa è stata la narrazione trasmessa dalla stampa occidentale.

Ma il punto dove sta? Sta nel fatto che, con quello che è successo oggi, dovrebbe essere chiaro a tutti che le condizioni le detta il Cremlino semplicemente perché ha il coltello dalla parte del manico.

Zelensky si è presentato a Istanbul pensando di poter trascinare lì Putin. Questo era l'unico obiettivo e l'unica carta da poter giocare da parte dei vari "volenterosi". Ma da che mondo è mondo, quando si inizia a negoziare, lo fanno sempre le delegazioni.

In ogni caso ci sono due evidenze che non possono essere negate: la prima è che a Zelensky e a chi gli muove i fili non è rimasto nulla da poter giocare se non buttarla ogni volta in caciara. Infatti il fantoccio si è presentato chiedendo una tregua di 30 giorni e insultando financo la delegazione russa. L'ha definita una farsa, ed è una roba gravissima quando si è in procinto di intavolare trattative. Cosa doveva andarci a fare Putin, se questo era l'unico obiettivo di Zelensky e company?

La seconda è che, come detto prima, le condizioni le detta la Russia, e sono le seguenti: si parte dagli accordi di Istanbul del 2022 e si discute non di una tregua pretestuosa, ma di una cessazione definitiva tenendo conto di tutto quanto ruoti attorno a questa situazione. E le condizioni non le ha imposte solo a Zelensky e ai "volenterosi", le ha imposte anche agli Stati Uniti d’America, che pensavano di uscirne indenni e magari in 24 ore.

Questo succede quando vai a rompere le scatole alla Russia, e lo fai da decenni. Succede che, quando ne hanno abbastanza, ti mettono all'angolo. Come fecero con Hitler, come fecero con Napoleone e come stanno facendo oggi con la Nato. C’è una piccola differenza: loro dalla storia hanno imparato, e infatti lo sbaglio che fecero con Hitler non lo hanno ripetuto con la Nato. Noi no!

m.youtube.com/@giuseppesalamon…

GiuseppeSalamone



Se avete i contatti, fate giungere questi pochi minuti di Francesca Albanese ai vari Mattarella, Segre e compagnia così forse capiscono cosa sia un genocidio. E soprattutto che la smettano o di tacere o di continuare a farci lezioni sul diritto internazionale che evidentemente o non hanno letto, o se hanno letto non ci hanno capito una beata mazza!

youtu.be/hfKPQa9aQdM?si=kkfg35…

GiuseppeSalamone







È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale


@Politica interna, europea e internazionale
È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Il magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, e da domani, venerdì 16 maggio, in tutte le edicole, propone ogni due settimane inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in




L'amministrazione Trump ha puntato sui paesi africani. L'obiettivo: procurare affari a Elon Musk.

  • "Massima pressione": il Dipartimento di Stato ha condotto una campagna durata mesi per spingere un piccolo paese africano ad aiutare la società di internet satellitare di Musk, come dimostrano registrazioni e interviste.
  • "Ram This Through": lavorando a stretto contatto con i dirigenti di Starlink, il governo degli Stati Uniti ha compiuto uno sforzo globale per aiutare Musk a espandere l'impero commerciale nei paesi in via di sviluppo.
  • “Capitalismo clientelare”: i diplomatici hanno affermato che gli eventi hanno rappresentato un preoccupante allontanamento dalla prassi standard, sia per le tattiche impiegate, sia per la persona che ne avrebbe tratto i maggiori benefici.

propublica.org/article/trump-m…

@Etica Digitale (Feddit)



"Thinking about your ex 24/7? There's nothing wrong with you. Chat with their AI version—and finally let it go," an ad for Closure says. I tested a bunch of the chatbot startups' personas.

"Thinking about your ex 24/7? Therex27;s nothing wrong with you. Chat with their AI version—and finally let it go," an ad for Closure says. I tested a bunch of the chatbot startupsx27; personas.#AI #chatbots



MESSICO. La gentrificazione silenziosa di Puerto Escondido


@Notizie dall'Italia e dal mondo
L’arrivo di turisti con maggiore capitale in zone precedentemente abitate da comunità a basso reddito, causa l’aumento dei prezzi di affitto, servizi e alimenti. Spesso gli abitanti sono obbligati a lasciare le loro case, per spostarsi più in periferia, dove la vita costa meno.



L’incertezza non porti all’inazione. L’allarme di Cavo Dragone dal Comitato militare Nato

@Notizie dall'Italia e dal mondo

La Nato è coesa, in trasformazione, e consapevole che la sicurezza collettiva non è più solo una formula diplomatica, ma una necessità strategica da declinare in scelte operative concrete. È il quadro emerso dalla riunione del Comitato militare



#Scuola, stretta sulle certificazioni linguistiche. Gli enti abilitati al rilascio delle certificazioni per le competenze linguistico-comunicative, oltre a dover garantire la qualità delle prove d’esame e la trasparenza delle valutazioni, sono chiama…



Una flotta di droni? La marina di Mosca si crea le sue unità unmanned

@Notizie dall'Italia e dal mondo

La Voenno-morskoj Flot includerà tra i suoi ranghi unità specializzate nell’uso di sistemi unmanned. A riportare la notizia è l’organo di informazione russo Izvestia, secondo cui le nuove formazioni in fase di costituzione opereranno sistemi unmanned di tutte le tipologie, da quelli aerei a quelli terrestri e a



L’Italia raggiunge l’obiettivo Nato sulla spesa militare, ma ora si guarda al 5%

@Notizie dall'Italia e dal mondo

L’Italia ha raggiunto l’obiettivo del 2% del Pil in spesa per la difesa. Un traguardo simbolico e politico, che arriva a dieci anni dall’impegno assunto nel vertice Nato del 2014 in Galles, quando gli Alleati si promisero di rafforzare i bilanci militari in



Thousands of pages of documents show school districts around the country did not understand how much ChatGPT would change their classrooms, and pro-AI consultants filled in some of the gaps.#FOIA
#FOIA



Sentenza UE: la pubblicità basata sul tracciamento di Google, Microsoft, Amazon, X, in tutta Europa non ha base giuridica

Una storica sentenza della corte contro i pop-up di consenso “TCF” sull’80% di Internet

Google, Microsoft, Amazon, X e l'intero settore della pubblicità basata sul tracciamento si affidano al “Transparency & Consent Framework” (TCF) per ottenere il “consenso” al trattamento dei dati. Questa sera la Corte d'Appello belga ha stabilito che il TCF è illegale. Il TCF è attivo sull'80% di Internet. (link)

La decisione odierna è il risultato dell'applicazione delle norme da parte dell'Autorità belga per la protezione dei dati, sollecitata dai reclamanti coordinati dal Dott. Johnny Ryan , Direttore di Enforce presso l'Irish Council for Civil Liberties. Il gruppo di reclamanti è composto dal Dott. Johnny Ryan di Enforce, Katarzyna Szymielewicz della Fondazione Panoptykon , dal Dott. Jef Ausloos , dal Dott. Pierre Dewitte , dalla Stichting Bits of Freedom e dalla Ligue des Droits Humains

iccl.ie/digital-data/eu-ruling…

@Pirati Europei

in reply to maupao

@maupao ho letto la sentenza, mi pare dica una cosa diversa: iab gestiva un servizio collettivo di consenso per tutti i soci sostenendo di non trattare dati personali. La corte ha stabilito che non è così

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Luci e ombre nella digitalizzazione della pubblica amministrazione

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Che cosa emerge da uno studio dell'Istituto Piepoli sul tema della digitalizzazione della pubblica amministrazione

startmag.it/innovazione/digita…

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Come si chiama quella situazione in cui tu ti sei dimesso e ti restano 13 giorni di lavoro davanti, ma i colleghi ti buttano addosso richieste e progetti che richiederanno settimane o mesi di lavoro per essere completate, portandoti via tempo prezioso per redigere la documentazione da lasciare ai posteri?

Ora non mi viene la parola, ma almeno una deve pur esistere!

#lavoro #ufficio #surreale #perplessita



Instagram e non solo, ecco mosse e lobbying di Meta sul legislatore Ue

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Instagram e account per teenager: ora Meta chiede al legislatore comunitario normative che assicurino il controllo dei genitori e intanto ci inonda di numeroni per convincere l'Europa che



io sono ovviamente felice che alla signora sia andata bene, ma scegliere medici che non seguono protocolli non sempre ha portato benessere ai propri pazienti. basta citare chi fa liposuzioni o qualsiasi procedura medica presso strutture non adeguate. la cronaca è piena di questi fatti e a volte di come sia andata male. il fatto che un medico (spero fosse tale) ha reputato forse (non ho dati in merito al caso specifico) di voler usare una tecnica più efficace ma magari più rischiosa e poi è andata bene non depone necessariamente a favore di strutture alternative che magari a volte posso immaginare non prendano sempre la sicurezza del paziente come prima priorità, alla ricerca della cura "miracolosa". ****** non è che qualsiasi cosa alternativa a un intervento chirurgico è sempre la cosa più sicura. di questo bisognerebbe acquisire consapevolezza. *****


Storia della Nakba palestinese, una “catastrofe” che continua


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Dopo 77 anni, il timore dell'espulsione dalla propria terra è tornato a farsi vivo ancora più forte, di fronte a ciò che sta accadendo a Gaza, con i piani di espulsione proposti sostenuti da Israele e Stati Uniti. Pagine Esteri propone un resoconto storico di alcuni degli eventi del 1948



gli usa in Groenlandia hanno sempre fatto quel che cazzo pareva loro... ci vuole coraggio per trump a esistere. quanto mi fa schifo.




Tutela ambiente. Traffico illecito di oli esausti, indagini internazionali dei carabinieri


E' stata denominata “Petrolio dorato” l’operazione dei carabinieri che ha condotto ad arresti e perquisizioni - non solo in Italia - su mandato del gip di Bologna, consentendo di scoprire un sistema illegale di commercio di oli vegetali esausti utili per produrre biodiesel.

Nell’ambito delle attività, i Carabinieri del Gruppo per la tutela ambientale e la sicurezza energetica di Venezia, con il supporto di diversi reparti dell’Arma, sono stati coordinati dalla Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo – di Bologna.

L’inchiesta ha consentito di documentare l’operatività di un sodalizio che, attraverso società autorizzate alla raccolta di oli vegetali esausti, traeva ingiusti profitti dagli introiti derivanti dal trattamento e dalla rivendita di questo rifiuto pregiato, utilizzato per la produzione del biodiesel. Attualmente sono iscritte nel registro degli indagati 22 persone e 2 società, a vario titolo ritenute responsabili dei reati di associazione a delinquere, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, favoreggiamento personale, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e abuso d’ufficio, in relazione ai fatti accertati in Emilia-Romagna, Veneto, Trentino Alto-Adige e Campania nel periodo 2021 – 2022.

L’indagine ha visto il coinvolgimento nelle varie fasi di Europol per quanto riguarda la cooperazione internazionale di polizia, visto che gli indagati risultano gestire attività economiche anche in Grecia e Spagna, nonché commerciare con Austria, Belgio, Ungheria, Bulgaria, Repubblica Slovacca, Malta e Libia.

Accogliendo le richieste del Pm, il Gip ha disposto la misura cautelare nei confronti di 11 indagati (5 dei quali agli arresti domiciliari, 3 con obbligo di dimora e 3 con divieto di esercitare imprese o uffici direttivi in società del settore della gestione dei rifiuti) e il sequestro preventivo dei compendi societari e delle strutture aziendali delle due società al centro delle investigazioni. Nel corso dell’operazione verranno anche eseguite 17 perquisizioni personali e locali e svolte ispezioni ambientali a impianti di raccolta, gestione e trattamento di oli vegetali esausti.

#Armadeicarabinieri #carabinierinoe #carabinieritase #biodiesel #olivegetaliesausti #ambiente #europol

@Ambiente