Arriva il primo UTERO ROBOTICO al mondo: un androide partorirà bambini entro il 2026?
L’azienda cinese Kaiwa Technology, con sede a Guangzhou, ha annunciato l’intenzione di creare il primo “utero robotico” al mondo entro il 2026: una macchina umanoide con un utero artificiale nell’addome in grado di portare a termine la gravidanza e di partorire. L’idea ha immediatamente suscitato scalpore, dividendo l’opinione pubblica tra gli scettici preoccupati per le implicazioni etiche e coloro che la vedono come un’opportunità per le persone che non possono concepire naturalmente.
Il costo del robot, secondo gli sviluppatori, non supererà i 100.000 yuan (circa 13.900 dollari). Il fondatore di Kaiwa Technology e dipendente della Nanyang Technological University, Zhang Qifeng, ha presentato il progetto alla World Robot Conference 2025 di Pechino. Secondo la sua idea, non si tratta di un'”incubatrice su gambe“, ma di un umanoide a grandezza naturale in grado di riprodurre tutte le fasi, dalla fecondazione e impianto allo sviluppo fetale di dieci mesi e al parto.
La tecnologia chiave è un utero artificiale, in cui l’embrione si sviluppa in liquido amniotico artificiale e viene nutrito attraverso un tubo che imita il cordone ombelicale. Secondo Zhang, questi meccanismi si sono già dimostrati validi in condizioni di laboratorio e ora si parla di passare dalle configurazioni sperimentali all’integrazione in una piattaforma robotica che garantisca l’interazione uomo-macchina durante il processo di “gravidanza”. Il ricercatore afferma che il primo prototipo sarà visibile entro un anno.
Allo stesso tempo, ha sottolineato che sono già in corso discussioni sulle conseguenze etiche e legali con le autorità della provincia del Guangdong e che sono state presentate proposte alle autorità competenti per includere tali scenari nelle iniziative legislative. Non è ancora chiaro in quale misura saranno applicabili, ma il fatto stesso di tale dialogo dimostra la serietà delle intenzioni degli sviluppatori.
Anche il contesto storico è importante: gli esperimenti con uteri artificiali sono in corso da molto tempo. Nel 2017, presso il Children’s Hospital di Philadelphia, un agnello prematuro, equivalente a 23 settimane di gravidanza umana, è stato inserito in un cosiddetto “biobag”, un contenitore di vinile trasparente contenente liquido amniotico artificiale riscaldato. Attraverso un tubo collegato al cordone ombelicale, l’animale ha ricevuto nutrimento e ha acquisito pelliccia entro quattro settimane. Tuttavia, tali soluzioni erano essenzialmente incubatrici avanzate e potevano supportare la vita solo dopo un certo stadio di sviluppo, ma non coprivano l’intero ciclo, dal concepimento alla nascita.
È proprio questa lacuna che il progetto di Zhang Qifeng intende colmare. Tuttavia, non rivela molti dettagli: rimane aperta la questione di come verrà fornita la fase di fecondazione e impianto, e quanto sia realistico procedere fino in fondo all’interno dell’organismo artificiale senza la partecipazione umana.
È interessante notare che un altro progetto innovativo è stato presentato alla stessa conferenza di Pechino, questa volta nel campo dell’agricoltura. I ricercatori dell’Istituto di Genetica e Biologia dello Sviluppo dell’Accademia Cinese delle Scienze hanno presentato GEAIR, il primo robot “intelligente” al mondo per la selezione vegetale. Il sistema combina intelligenza artificiale e biotecnologie e trasforma la selezione in un processo completamente automatizzato.
Gli scienziati hanno utilizzato tecniche di editing genetico per creare linee di piante con polline sterile, consentendo al robot di effettuare l’impollinazione incrociata in modo indipendente e ottenere rapidamente semi ibridi. In combinazione con approcci come l’ibridazione diretta di nuove varietà e programmi di selezione accelerata, GEAIR si sta trasformando in un nastro trasportatore chiuso, essenzialmente una fabbrica robotica per la creazione di colture con proprietà specifiche. In pratica, il sistema è già stato testato sulla soia: è stata ibridata una linea con polline sterile, aprendo la strada all’aumento della selezione ibrida e all’aumento delle rese.
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Mumble mumble
Ahimé rimugino molto, e quando arriva il caldo divento ancora peggio.
Poco fa riflettevo su quanto il movimento del free software si sia snaturato nel tempo. Oggi, purtroppo, l'ho visto diventare solo un modo come un altro per veicolare una visione estremista delle cose, che non giova a nessuno. Un esempio?
Qualche settimana fa un amico su Mastodon ha detto di trovarsi in difficoltà con il suo browser (non ricordo nemmeno per quale ragione, o quale fosse il browser), e che aveva provato Vivaldi ma non si era trovato bene perché mancava una certa opzione. Visto che uso Vivaldi gli ho fatto presente che esisteva quell'opzione, e l'amico in questione ha detto che lo avrebbe riprovato.
A questo punto della discussione sono entrati a gamba due utenti, mettendo in discussione le esigenze personali e le scelte. Per capirci, se dicevo che uso Vivaldi mi rispondevano che non andava bene perché non è open. Rispondevo che so benissimo che non è 100% open, ma lo preferivo a Firefox dopo che Mozilla è diventata quel che è. Non entrando minimamente nel merito di questa mia affermazione, hanno cominciato ad attaccarmi sul fatto che la sincronizzazione di segnalibri e password è un grave problema per la privacy, ecc.
Insomma, per come l'ho vissuta io, una trollata. Conversazione lasciata cadere, non valeva la pena.
Ma continuo a pensarci.
Mi chiedo perché come esseri umani dobbiamo sempre rompere gli zebedei e affrontare le cose in maniera così tranchante e pure un po' estremista. Voglio dire, ma se vedi un gruppo di persone che discute di Vivaldi, perché devi fare presente che "non è free", lasciando intendere 1) che non lo sappiano 2) che di conseguenza è il male è assoluto?
Il software libero NON era questo, e non è nato per questo. Il software libero era un movimento di persone che cercavano di migliorare le cose, non di cadere in estremismi vari, e oggi purtroppo vedo che accade più spesso la seconda cosa. Pur comprendendo l'importanza del free software, che continuo a promuovere, non credo che il modo migliore di farlo sia quello di fare i duri e puri.
Ma questo è solo un esempio, ci siamo capiti.
Dovremmo seriamente pensare come fare a rieducarci ad una visione del mondo più morbida, dove non esiste solo il bianco o il nero, perché la realtà è molto più complessa di una dicotomia sterile tra due soli punti di vista.
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Lo staff di Trump ha scordato in hotel i documenti sul vertice con Putin: ecco cosa c’era scritto
Le otto pagine di carte riservate ritrovate nella stampante dell'albergo di Anchorage da uno stupefatto cliente poche ore dopo il summitValentina Romagnoli (Open)
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Microsoft Teams sempre più Nel Mirino. EncryptHub compromette reti aziendali con malware
Negli ultimi anni Microsoft Teams è diventato uno degli strumenti di collaborazione più diffusi all’interno delle aziende, trasformandosi in un canale strategico non solo per la comunicazione, ma anche per la gestione di documenti, meeting e processi operativi.
Questa crescente centralità, tuttavia, non è passata inosservata ai criminali informatici, che stanno sviluppando tecniche sempre più sofisticate di attacco e ingegneria sociale proprio su questa piattaforma, con l’obiettivo di infiltrarsi nelle reti aziendali e sottrarre informazioni sensibili. La combinazione tra fiducia implicita nello strumento e l’elevato volume di comunicazioni quotidiane crea infatti un terreno fertile per campagne mirate di compromissione.
Un esempio emblematico è l’operazione di ingegneria sociale d’avanguardia orchestrata dal gruppo malintenzionato EncryptHub, che ha messo in campo una strategia perversa capace di fondere tecniche di spoofing con exploit tecnici mirati. Come anticipato nell’analisi di ieri, si tratta di una campagna avanzata che sfrutta congiuntamente tattiche di impersonificazione e vettori di attacco informatici, riuscendo così a compromettere in maniera significativa la sicurezza delle infrastrutture aziendali.
Questo nuovo approccio, impersonando gli addetti IT, dimostra come i confini tra ingegneria sociale e attacchi tecnici si stiano assottigliando, aprendo scenari sempre più complessi per la difesa cyber.
L’attacco inizia con gli autori della minaccia che affermano di appartenere a reparti IT interni e inviano richieste di connessione a Microsoft Teams ai dipendenti presi di mira.
Una volta che le vittime accettano la richiesta e stabiliscono una sessione remota, gli aggressori le guidano nell’esecuzione di comandi PowerShell che sembrano legittimi ma in realtà scaricano ed eseguono script dannosi.
Il comando iniziale eseguito ignora i criteri di sicurezza di Windows e scarica uno script di PowerShell denominato “runner.ps1” dai domini controllati dagli aggressori, come cjhsbam[.]com.
Questo script è progettato per sfruttare il CVE-2025-26633 una vulnerabilità nel framework Management Console di Microsoft denominata “MSC EvilTwin”.
La vulnerabilità CVE-2025-26633 è stata ufficialmente rivelata come vulnerabilità zero-day a marzo 2025, sebbene esempi di attacchi correlati siano stati osservati in circolazione già nel febbraio 2025. Da allora Microsoft ha rilasciato patch di sicurezza, ma la vulnerabilità continua a essere sfruttata attivamente contro sistemi privi di patch.
La vulnerabilità ha un punteggio CVSS di 7,0, che indica un’elevata gravità, ed è stata aggiunta al catalogo delle vulnerabilità note sfruttate del CISA, sottolineandone la natura critica per le agenzie federali e gli ambienti aziendali.
La campagna evidenzia la persistente efficacia degli attacchi di ingegneria sociale combinati con lo sfruttamento tecnico. “L’ingegneria sociale rimane uno degli strumenti più efficaci nell’arsenale di un criminale informatico e il gruppo emergente EncryptHub si è subito unito a questa tendenza“, hanno osservato i ricercatori di Trustwave.
Gli esperti di sicurezza informatica raccomandano di implementare strategie di difesa multilivello, tra cui l’immediata correzione di CVE-2025-26633, un monitoraggio avanzato delle attività di Microsoft Management Console e una formazione completa sulla consapevolezza degli utenti incentrata sulle tattiche di ingegneria sociale.
Le organizzazioni dovrebbero inoltre limitare le capacità di accesso remoto e implementare rigide procedure di verifica per le interazioni con il supporto IT.
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Una Vulnerabilità critica è stata rilevata in Microsoft Web Deploy
Uno strumento Microsoft Web Deploy presenta una falla critica di sicurezza, potenzialmente sfruttata da aggressori autenticati per eseguire codice sui sistemi coinvolti. Si tratta del bug monitorato con il CVE-2025-53772, divulgato il 12 agosto 2025 con un punteggio CVSS di 8,8, che indica un’elevata gravità.
Il Microsoft Security Response Center (MSRC) ha confermato che, sebbene la vulnerabilità non sia stata sfruttata pubblicamente, essa pone rischi significativi per la riservatezza, l’integrità e la disponibilità del sistema. La falla deriva dalla deserializzazione di dati non attendibili in Web Deploy, classificata nella categoria di debolezza CWE-502.
Questa vulnerabilità è relativo a Web Deploy 4.0 e richiede privilegi bassi per essere sfruttata, il che la rende particolarmente preoccupante per le organizzazioni che utilizzano questo strumento di distribuzione nella propria infrastruttura. La vulnerabilità consente a un aggressore autenticato di sfruttare il sistema tramite attacchi basati sulla rete con bassa complessità.
Gli aggressori possono sfruttare questa falla inviando richieste HTTP dannose al server web che ospita i servizi Web Deploy. L’attacco richiede privilegi bassi e nessuna interazione da parte dell’utente, il che lo rende relativamente facile da sfruttare una volta che un aggressore ottiene l’accesso iniziale al sistema.
La valutazione di sfruttabilità di Microsoft classifica questa vulnerabilità come “Sfruttamento poco probabile“, sebbene gli esperti di sicurezza raccomandino l’immediata applicazione di una patch a causa del potenziale rischio di esecuzione di codice in modalità remota.
Il ricercatore di sicurezza Batuhan Er di HawkTrace ha scoperto e comunicato responsabilmente questa vulnerabilità a Microsoft attraverso una divulgazione coordinata delle vulnerabilità.
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L’intelligenza Artificiale punta ad eliminare il ceto Medio?
Il 5 agosto Fast Technology ha riferito che, secondo quanto riportato dai media, Mo Gawdat, ex direttore commerciale di Google X ha avvertito che nel prossimo decennio l’intelligenza artificiale (IA) sostituirà la maggior parte dei lavoratori, tra i quali ingegneri informatici, CEO aziendali e persino conduttori di podcast.
Al momento, molte persone sottovalutano ancora la velocità di questa trasformazione. Mo Gaudet ha usato come esempio la sua startup, Emma.love. Emma.love, sviluppa prodotti di intelligenza artificiale incentrati sulle emozioni e relazioni, è attualmente gestita da sole tre persone, mentre tradizionalmente la stessa portata aziendale avrebbe richiesto 350 sviluppatori.
Ha inoltre previsto che la nostra società entrerà in un “periodo buio a breve termine” a partire dal 2027 circa. Durante questo periodo, continuerà a emergere una disoccupazione su larga scala, i disordini sociali si intensificheranno e la struttura economica dovrà affrontare gravi sfide a causa della sua incapacità di adattarsi tempestivamente ai nuovi cambiamenti.
Ha affermato: “Se non ti trovi nello 0,1% più in alto della piramide, sei in fondo alla società e la classe media non esisterà più”. Ma crede anche che sia possibile un futuro luminoso, pieno di libertà, creatività e relazioni interpersonali. Le informazioni pubbliche online mostrano che Mo Gawdat un tempo ha ricoperto la carica di Chief Business Officer di Google X. È ampiamente conosciuto come autore del libro “The Happy Algorithm“.
Si racconta che la motivazione per scrivere questo libro derivi da un profondo dolore: suo figlio Ali morì per negligenza medica durante un piccolo intervento chirurgico. Il 17° giorno dopo la perdita del figlio, affrontò il dolore interiore e scrisse questo libro intitolato “L’algoritmo della felicità”.
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A Second Chance for the Single Wheel Monorail?
Lately, this peculiar little single wheel monorail came to our attention. Built by [extraglide1976], all from Meccano. His build started with modest tests: one gyro obviously flopped. Two gyros geared together ran slightly better. But when he adds active gimbal control, things suddenly come to life – the model shudders, catches itself, and carries on. The final green-roofed locomotive, with LEDs signalling ‘system go’, trundles smoothly along a single rail on [extraglide1976]’s deck.
To be fair, it houses a lot of mechanics and engineering which we don’t find in the monorails of today. We do have quite a few monorails in our world, but none of them balance on a single wheel like this one. So, where did this invention derail?
Outside of theme parks, Japan is one of the few countries where monorails are still used as serious urban transport: though Germany’s century-old Wuppertal Schwebebahn, the lesser-known C-Bahn, China’s sprawling Chongqing and Shanghai systems, Malaysia’s Kuala Lumpur line, Brazil’s São Paulo network, the US links in Seattle and Las Vegas, and India’s Mumbai Monorail prove the idea has quietly taken root elsewhere.
The thing you’ll see in nearly all these monorails is how the carriages are designed to clamp onto the tracks. This is of course the most safe option, but it loses out on speed to the ones that sit on top of the tracks, balancing on one wheel. Such a train was actually invented, in 1910, by Louis Brennan. His original monorail promised faster, cheaper transport, even using existing rails. The carriages leaned into turns like a motorbike, without any intervention from the driver. Two counter-rotating gyroscopes kept the carriage upright, cancelling precession forces like a mechanical Jedi trick.
Back then, it failed commercially, but today? With cheap sensors, brushless motors, and microcontrollers, and intelligent software, why not let it make a comeback? It could carry freight through narrow urban tunnels. With high-speed single-rail pods?
Investors killed Brennan’s idea, but we live in a different time now. You could start out with a gimmicky ‘snacks and beer’ highline from your fridge to your garage. Share your take on it in the comments!
youtube.com/embed/AYsdJt8CIVE?…
KI-Kameras in Hamburg: „Schaufenster in die Zukunft der Polizeiarbeit“
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Diese #C-Parteien sind die #Wegbereiter eines neuen #Deutschlands, welches von rechten #Faschisten, ganz legal, bei der nächsten #Wahl an die #Macht kommt.
Dann werden alle #Schweiger, alle Anders- und Nicht- #Denker #aufwachen und feststellen: "...dafür kann man das auch nutzen?"
Dann ist es zu spät und der #Schierlingsbecher wird umgehen.
#Willkommen in der #Realität!
Das #Wort zum #Sonntag, aus der #distopischen Ecke meines #Herzens
oggi su slowforward, all'indirizzo slowforward.net/2025/08/16/bit… pubblicato tre estratti da un numero di "bit" del 1967 che a mio giudizio - pur se riferiti alle arti visive - hanno molto a che fare anche con la scrittura di ricerca. possono tranquillamente cioè essere trasposti in (ripensati come) notille di poetica. soprattutto il brano (presentato nella rivista solo in inglese) di piero manzoni.
per l'ennesima volta si dimostra che quanto alcuni scrittori - dagli anni '90 in francia e 2000 in italia - hanno fatto in direzione di un'idea di postpoesia era perfettamente chiaro, immaginabile e immaginato, già venti-trent'anni prima. (d'altro canto potremmo ragionare anche di fluxus, delle istruzioni di allan kaprow, di giuseppe chiari, vincenzo agnetti e infiniti altri nomi e tracciati di sperimentazione).
che l'italia petrarcaica non se ne accorga nemmeno adesso, 2025, è motivo di ilarità e imbarazzo: quotidianamente.
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lindipendente.online/2025/08/1…
A 500-year-old human hair in a rare khipu challenges the long-held idea that only elite men created these knotted records in the Inka empire.#TheAbstract
Quell’insolita passione dei francesi per l’Italia. Da “Paese in declino” a modello che incuriosisce
La durata del governo di Giorgia Meloni ha sorpreso la Francia, finora uno degli Stati più stabili d’Europa, suscitando al contempo ammirazione e diffidenza.DANIEL PEYRONEL (Quotidiano Nazionale)
Arrivata da Gaza malnutrita, morta una 20enne a Pisa - Ultima ora - Ansa.it
E' morta ieri a Pisa la palestinese di 20 anni arrivata meno di 24 ore prima da Gaza con un volo militare della 46/a Brigata aerea nell'ambito dell'operazione umanitaria del governo italiano per dare un'assistenza sanitaria maggiore a civili palestin…Agenzia ANSA
Monsieur Blake - Maggiordomo per amore
Monsieur Blake - Maggiordomo per amore
Andrew Blake è un ricco uomo d’affari britannico, segnato dalla perdita della moglie. Contro il parere dell’amico Richard, torna in Francia al castello dove si erano innamorati.www.altrenotizie.org
Trump Putin: fallimento o successo?
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/trump-p…
“Non c’è alcun accordo finché non c’è un accordo”ama dire Trump. Pare proprio che l’accordo non ci sia stato.Era andato un Alaska speranzoso di strappare a Putin un cessate il fuoco,ma in Ucraina si è continuato a combattere anche ieri giorno dello storico vertice Usa
Trump Putin: fallimento o successo?
@Giornalismo e disordine informativo
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Quali “grandi progressi”?
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/quali-g…
Dovrebbe essere questa la domanda da porsi oggi se si volesse capire e definire di conseguenza meglio l’esito dell’incontro tra il presidente americano Trump e quello russo Putin. Invece nei titoli dei giornali italiani si mettono in evidenza questi grandi progressi annunciati dai due, senza
Dal Mozambico al Sudan, le guerre dimenticate che uccidono nell’indifferenza
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/dal-moz…
Mozambico, Sudan, Repubblica Democratica del Congo: sono solo alcune delle 30 e più guerre in atto nel mondo che non fanno notizia. Per i media
KW 33: Die Woche, in der wir uns an den angeblichen Landesverrat erinnerten
Tutti gli amoreggiamenti di Sanchez con Huawei in Spagna
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Huawei è stata inclusa nel Centro di Operazioni di Sicurezza 5G spagnolo. L'articolo di Cinco Días tratto dalla newsletter di startmag.it/innovazione/tutti-…
A Mestre un presidio per la Palestina. Con Nandino Capovilla
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/a-mestr…
«L’importante non è il megafono, ma il messaggio»: una volta subita l’espulsione da Israele motivata dal suo essere “pericoloso per la sicurezza nazionale”, è con questa affermazione che Nandino
Il lungo post che segue, l'ho trovato su fb. I riferimenti delle dichiarazioni ci sono, ma vanno verificati tutti. Se qualcuno vuole darmi una mano, possiamo linkare la fonte di ogni affermazione nei commenti in basso, se la troviamo, oppure indicare che quella citazione non si trova e che potrebbe essere fake.
La popolo eletto di Ben Gurion, Menachem Begin e altri
Dissero:
👉 "La nostra razza è la Razza dei maestri. Siamo dei divini su questo pianeta. Noi siamo tanto diversi dagli esseri umani inferiori che restano degli insetti. Infatti, rispetto alla nostra razza, le altre razze sono bestie, animali, bovini al massimo. Le altre razze sono escrementi umani. Il nostro destino è quello di governare queste razze inferiori. Il nostro regno terreno sarà governato dal nostro leader con una verga di ferro. Le masse leccheranno i nostri piedi e ci serviranno come schiavi." (Menachem Begin, Premio Nobel per la Pace 1978)
👉 David Ben Gurion, durante la guerra: «Se io sapessi che è possibile salvare tutti i figli (ebrei) di Germania trasferendoli in Inghilterra, e solo metà di loro trasferendoli nella terra di Israele, sceglierei la seconda possibilità; perché di fronte a noi non abbiamo solo il numero di questi figli, ma il progetto storico del popolo di Israele» (Shabtai Teveth, «Ben Gurion», 1988,).
👉 «Dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca dei terreni e il taglio di tutti i servizi sociali per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba» (David Ben Gurion, maggio 1948, to the General Staff. Da «Ben-Gurion, A Biography», di y Michael Ben-Zohar, Delacorte, New York 1978).
👉 «Dobbiamo espellere gli arabi e prendere i loro posti» –(David Ben Gurion, 1937, «Ben Gurion and the Palestine Arabs» Shabtai Teveth, Oxford University Press, 1985).
👉 «Non esiste qualcosa come un popolo palestinese. Non è che siamo venuti, li abbiamo buttati fuori e abbiamo preso il loro paese. Essi non esistevano» (Golda Meir, dichiarazione al The Sunday Times, 15 giugno 1969).
👉 «Come possiamo restituire I territori occupati? Non c’è nessuno a cui restituirli» (Golda Meir, marzo, 1969).
👉 «…Uscimmo fuori, e Ben Gurion ci accompagnò sulla porta. Allon ripeté la sua domanda: cosa si deve fare con la popolazione palestinese? Ben Gurion scosse la mano con un gesto che diceva: cacciarli fuori». (Yitzhak Rabin, è un passo censurato delle memorie di Rabin, rivelato dal New York Times, 23 ottobrer 1979)
👉 «Saranno create, nel corso dei 10 o 20 anni prossimi, condizioni tali da attrarre la naturale e volontaria emigrazione dei rifugiati da Gaza e dalla Cisgiordania verso la Giordania. Per ottenere questo dobbiamo accordarci con re Hussein e non con Yasser Arafat». (Yitzhak Rabin, citato da David Shipler sul New York Times, 04/04/1983)
👉 «I palestinesi sono bestie con due zampe» (Menachem Begin, primo ministro di Israele 1977-83, davanti alla Knesset, citato da Amnon Kapeliouk, “Begin and the Beasts”, New Statesman, June 25, 1982.)
👉 «La partizione della Palestina è illegale. Non sarà mai riconosciuta… Gerusalemme fu e sarà per sempre la nostra capitale. Eretz Israel sarà restaurato per il popolo d’Israele; tutto e per sempre» (Menachem Begin, il giorno dopo il voto all’Onu per la partizione della Palestina).
👉 «I palestinesi saranno schiacciati come cavallette… le teste spaccate contro le rocce e i muri» (Yitzhak Shamir, primo ministro in carica, in un discorso ai «coloni» ebraici, New York Times 1 aprile, 1988).
👉 «Israele doveva sfruttare la repressione delle dimostrazioni in Cina (nei giorni di Tienanmen, ndr.) quando l’attenzione del mondo era concentrata su quel paese, per procedere alle espulsioni di massa degli arabi dei territori (occupati)» (Benyamin Netanyahu, all’epoca vice-ministro degli esteri, già primo ministro, davanti agli studenti della T Bar Ilan University; citazione tratta dal giornale isrealiano Hotam, 24 novembre 1989).
👉 «Se pensassimo che anziché 200 morti palestinesi, 2 mila morti ponessero fine alla guerriglia in un colpo solo, useremmo molto più forza…» (Ehud Barak, primo ministro, citato dalla Associated Press, 16 novembre 2000).
👉 «Mi sarei arruolato in una organizzazione terroristica»: (risposta di Ehud Barak a Gideon Levy, il noto giornalista di Ha’aretz che gli aveva domandato cosa avrebbe fatto se fosse nato palestinese)
👉 «Noi dichiariamo apertamente che gli arabi non hanno alcun diritto di abitare anche in un centimetro di Eretz Israel… Capiscono solo la forza. Noi useremo la forza senza limiti finché i palestinesi non vengano strisciando a noi» (Rafael Eitan, capo dello stato maggiore IDF, citato da Gad Becker in «Yedioth Ahronot», 13 aprile 1983).
👉 «E’ dovere dei leader israeliani spiegare all’opinione pubblica, con chiarezza e coraggio, alcuni fatti che col tempo sono stati dimenticati. Il primo è: non c’è sionismo, colonizzazione o stato ebraico senza l’espulsione degli arabi e la confisca delle loro terre» (Ariel Sharon, allora ministro degli esteri, a un discorso tenuto davanti ai militanti del partito di estrema destra Tsomet – Agence France Presse, 15 novembre 1998).
👉 «Tutti devono muoversi, correre e prendere quante più cime di colline (palestinesi) possibile in modo da allargare gli insediamenti (ebraici) perché tutto quello che prenderemo ora sarà nostro… Tutto quello che non prenderemo andrà a loro.» (Ariel Sharon, Ministro degli esteri d’Israele, aprendo un incontro del partito Tsomet, Agence France Presse, 15 novembre 1998)
👉 «Israele ha il diritto di processare altri, ma nessuno ha il diritto di mettere sotto processo il popolo ebraico e lo Stato di Israele» (Sharon, primo ministro, 25 marzo 2001, BBC Online).
👉 «Quando avremo colonizzato il paese, tutto quello che agli arabi resterà da fare è darsi alla fuga come scarafaggi drogati in una bottiglia» (Raphael Eitan, Capo di Stato Maggiore delle forze armate israeliane, “New York Times”, 14/4/1983).
👉 «Noi possediamo varie centinaia di testate atomiche e missili, e siamo in grado di lanciarli in ogni direzione, magari anche su Roma. La maggior parte delle capitali europee sono bersagli per la nostra forza aerea» (febbraio 2003, Martin Van Creveld, docente di storia militare all’Università Ebraica di Gerusalemme)
👉 «C’è bisogno di una reazione brutale. Se accusiamo una famiglia, dobbiamo straziarli senza pietà, donne e bambini inclusi. Durante l’operazione non c’è bisogno di distinguere fra colpevoli e innocenti». (Ben Gurion, il “padre” di Israele, 1967)
👉 «I villaggi ebraici sono stati costruiti al posto dei villaggi arabi. Voi non li conoscete neanche i nomi di questi villaggi arabi, e io non vi biasimo perché i libri di geografia non esistono più. Non soltanto non esistono i libri, ma neanche i villaggi arabi non ci sono più. Nahlal è sorto al posto di Mahlul, il kibbutz di Gvat al posto di Jibta; il kibbutz Sarid al posto di Huneifis; e Kefar Yehushua al posto di Tal al-Shuman. Non c’è un solo posto costruito in questo paese che non avesse prima una popolazione araba.» (David Ben Gurion, citato in The Jewish Paradox, di Nahum Goldmann, Weidenfeld and Nicolson, 1978, p. 99)
👉 «Tra di noi non possiamo ignorare la verità … politicamente noi siamo gli aggressori e loro si difendono … Il paese è loro, perché essi lo abitavano, dato che noi siamo voluti venire e stabilirci qui, e dal loro punto di vista li vogliamo cacciare dal loro paese.» (David Ben Gurion, riportato a pp 91-2 di Fateful Triangle di Chomsky, che apparve in “Zionism and the Palestinians pp 141-2 di Simha Flapan che citava un discorso del 1938)
👉 «Questo paese esiste come il compimento della promessa fatta da Dio stesso. Sarebbe ridicolo chiedere conto della sua legittimità.» (Golda Meir, Le Monde, 15 ottobre 1971
👉 «Ogni volta che facciamo qualcosa tu mi dici che l’America farà questo o quello… devo dirti qualcosa molto chiaramente: Non preoccuparti della pressione americana su Israele. Noi, il popolo ebraico, controlliamo l’America, e gli americani lo sanno.» (Ariel Sharon, Primo Ministro d’Israele, 31 ottobre 2001, risposta a Shimon Peres, come riportato in un programma della radio Kol Yisrael.)
👉 «Un milione di Arabi non valgono nemmeno l’unghia di un ebreo.» (Rabbi Yaacov Perrin, NY Daily News, Feb. 28, 1994, p.6)
Taiwan, le esportazioni di chip potrebbero sfuggire ai dazi
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Commento a cura di Mali Chivakul, Emerging Markets Economist di J. Safra Sarasin sui dazi e il dollaro Usa e la startmag.it/innovazione/taiwan…
15 Aug, 2025. After an israeli airstrinke on Majida al-Waseela school shelter: mastodon.uno/@differx/11503460…
#Gaza #genocide #genocidio #Palestine #Palestina #warcrimes #sionismo #zionism #starvingpeople #starvingcivilians #iof #idf #colonialism #sionisti #izrahell #israelterroriststate #invasion #israelcriminalstate #israelestatocriminale #children #bambini #massacri #deportazione #concentramento #famearmadiguerrahttps://mastodon.uno/@differx/115034608247171588
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Chicopee Police Cams Mapped
Jonathan Gerhardson, a journalist in Western Massachusetts, mapped police-owned cameras in Chicopee using public records requests and some digital sleuthing. He posted an article about his work and his camera map. It is also at his Github. Thanks to Jonathan for contacting us and sharing his work.
We will add his data to Open Street Map and cctv.masspirates.org. If you want to map surveillance cameras in your community, check out our how to guides.
Long before modern supply chains, ancient hominins were moving stone across long distances, potentially reshaping what we know about our evolutionary roots.#TheAbstract
This week, we discuss OSINT for chat groups, Russell Crowe films, and storage problems.#BehindTheBlog
Libsophia #21 – Tocqueville con Ermanno Ferretti
@Politica interna, europea e internazionale
L'articolo Libsophia #21 – Tocqueville con Ermanno Ferretti proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Storie Spettinate
in reply to Simon Perry • • •Ripeto, mia opinione personale.
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Simon Perry
in reply to Storie Spettinate • •Andre123
in reply to Simon Perry • • •E nel mondo del software open c’è sempre stata una frangia molto agguerrita, che secondo me rema contro, allontanando curiosi e utenti “nuovi” o interessati…..
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Simon Perry
in reply to Andre123 • •@Andre123
vero, c'è sempre stata questa tendenza. Forse è una mia sensazione, non so...ma un tempo era più giustificata. Cioè, non è che il software non-open facesse le grandi cose che fa oggi.
Ma oggi, se entri nello specifico, c'è un abisso: l'open per me ha sempre più senso in campo generalista, sempre meno nello specifico, meno di un tempo.
(il caso dei browser è un po' diverso, sarebbero preferibili browser open ma il panorama attuale non è dei più allegri...).
@Storie Spettinate
marcoboccaccio
in reply to Simon Perry • • •Mi ricordo però di questo fatto, e avevo poi smesso di seguire la discussione (per i motivi che hai pensato anche tu, cioè vedere persone che entrano a gamba tesa presumendo cose che non erano in discussione)
@storiespettinate @andre123
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marcoboccaccio
in reply to marcoboccaccio • • •Simon Perry likes this.
Paolo Redaelli
in reply to Simon Perry • • •Ricordo con chiarezza che ad #IPISA 1997 a Michele Battilana della #Cloanto rispose letteralmente "piuttosto che usare o creare software proprietario preferisco fare il cameriere".
Poi l'ho risentito quest'anno a la vecchiaia gli ha dato una serena pacatezza che prima gli mancava. Oramai ha chiaro che per liberare le persone dal giogo del SW proprietario talvolta ci si deve interagire
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Simon Perry
in reply to Paolo Redaelli • •BartNicolotti
in reply to Simon Perry • • •- windows
+ Linux
Paolo Redaelli
in reply to BartNicolotti • • •"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." Io uso quasi solo SW libero dal 1997. Mai posseduto una macchina con installato Windows (ho 49 anni) 😁 e lo stesso vale per la mia famiglia.
Ad ogni modo le statistiche lato server sono esattamente specchiate. Colà linux e BSD sono diffusissimi
@perry
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Simon Perry
in reply to BartNicolotti • •@BartNicolotti
Guarda per me Linux può arrivare anche 99% serei solo felice.
Ma questa immagine non cambia il succo del mio discorso.
Tra l'altro dal grafico Windows sta crescendo di nuovo.
@Paolo Redaelli
Paolo Redaelli
in reply to Simon Perry • • •E infatti ci scherzava sopra facendo la scenetta di #SantiGNUzio della chiesa di #emacs che benediceva i computer 😜
Vedi stallman.org/cgi-bin/showpage.…
Saint IGNUcius - Richard Stallman
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Simon Perry
in reply to Paolo Redaelli • •@Paolo Redaelli
La.coerrnza va benissimo,.ci mancherebbe.
Ma se io decido di non mangiare carne per un discorso etico (e per me è così), cosa succede se ad ogni posto in cui qualcuno pubblica una grigliata vado ad accusarlo di qualcosa? Il senso è questo; a volte mi sembra che qui basti citare qualcosa di proprietario che ti soddisfa, che in poco tempo vieni ricoperto di insulti (semplifico).
Siamo sicuri che vada bene?
Oblomov
in reply to Simon Perry • • •pur grandissimo fan del FLOSS ho sempre preferito la soluzione migliore per ogni strumento, e nel caso dei browser per esempio sono stato per lunghissimo temo grande fan di Opera, che pure era ancora meno “open” di quanto non lo sia Vivaldi oggi —ma nonostante questo è stato uno dei piú importanti promotori di un web aperto ed interoperabile.
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Oblomov
in reply to Oblomov • • •il mio suggerimento è di imparare la serenità di sfanculare allegramente gli integralisti.
… e non solo perché chi di Vivaldi come prima cosa critica il fatto che non è FLOSS piuttosto che il fatto di usare lo stesso Blink di Chrome come rendering engine chiaramente non ha capito dove sta il vero problema 😉
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Simon Perry
in reply to Oblomov • — (Reggio Emilia) •@Oblomov il bello di avere 50 anni è che capisci meglio a cosa dedicare le energie.
Vent'anni fa avrei fatto durare quella discussione per 40.000 post. Oggi, semplicemente faccio ghosting: non ne vale la pena, il tempo che ho davanti è limitato e non voglio perderlo con chi si pone in modo da insegnarti cose, come se tu non avessi capito nulla.
Davvero, non ne vale la pena.