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La delusione di Rakuten Kobo: obbligo di account per poterlo usare (+ recensione)


estratto da boicottms.blogspot.com/2025/11…
Avevo un kindle un secolo fa, poi per scappare da un sistema blindato sono passato al kobo. Prendo sempre i cosi più economici, tuttavia si vedeva bene la differenza di solidità tra kindle, molto più robusto, e quel giocattolo di Kobo, che non costa nemmeno tanto meno. Tuttavia ero contento di leggere epub invece di formati proprietari, e anche il software non era male, a cominciare dal poter avere la copertina del libro come screensaver.

I limiti erano, come dicevo, la fragilità della cassa, la plastica scivolosa e, ahimé, la preferenza (anche se potevo caricare epub) per una variante proprietaria, il kepub. Non avvisa della fine batteria in tempo utile, quando ti avvisa o metti in carica o hai finito di leggere. Dal punto di vista software abbastanza brutto era trovarsi ogni libro con dimensioni di font estremamente diverse; le voci di dizionario in un font troppo piccolo per la mia età e, sempre del dizionario, più informazioni sul dizionario medesimo che sul lemma. Inoltre quando leggi una nota esce un enorme "anteprima della nota a piè di pagina" come titolo nella nota medesima, che è invece piccina picciò, che è parecchio ridicolo. Manca la possibilità di accendere l'ora in alto o basso.

Insomma il software è anche potente ma l'interfaccia è progettata da dei caproni.

Ma veniamo ad oggi. Ne ho preso uno nuovo perché il vecchio ha tirato le cuoia. È impermeabile, il che non guasta.

La cosa che tuttavia non tollero è che sarebbe obbligatorio iscriversi ai loro servizi per poterlo usare. Ma che scherziamo? Ritengo di averti pagato abbastanza. Se vuoi che mi iscriva pagami tu.

Prossima volta mi cercherò qualcosa di veramente libero, che non obblighi a iscriversi ad alcunché.



Il muro invisibile di Taipei. Dentro la strategia del T-dome

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Nel panorama della sicurezza indo-pacifica, il T-dome rappresenta uno dei segnali più chiari della trasformazione in corso nella strategia di difesa taiwanese. Più che un sistema d’arma, è una cornice concettuale che riordina capacità esistenti e progetti futuri in un’unica architettura integrata,



L’Europa può battere la Russia, ma solo se troverà la volontà per farlo. Report Ifri

@Notizie dall'Italia e dal mondo

“Gli Stati europei hanno il potenziale economico, militare e tecnologico per affrontare la Russia entro il 2030, a condizione che trovino la volontà politica di farlo.” È questa la conclusione del rapporto Europe–Russia: Balance of Power Review, pubblicato dall’Institut français des



Furto al Louvre, password imbarazzante e Windows XP: il problema è il fattore umano


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Non era Arsenio Lupin il problema, bensì un uso scorsiderato di password super prevedibili e sistema operativo "scaduto" ovvero senza più patch disponibili. Ecco come mitigare il rischio
L'articolo Furto al Louvre, password imbarazzante



Presentazione del libro “Geografie digitali” di Gianluca Sgueo

@Politica interna, europea e internazionale

11 novembre 2025, ore 18:00 – Aula Malagodi della Fondazione Luigi Einaudi, Via della Conciliazione, 10 – roma Oltre all’autore interverranno Monica Lucarelli, Assessore alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità del Comune di Roma Layla Pavone, Coordinatrice Board Innovazione



“Democrazia alla prova”: a Genova tre giorni di analisi e dialoghi


@Politica interna, europea e internazionale
Può la democrazia, possono le democrazie, rinnovare i propri strumenti, la propria credibilità? E come? Sono queste le domande che guideranno la tre giorni “Democrazia alla prova” organizzata dal Forum Disuguaglianze e Diversità e dal Palazzo Ducale, curata da Fabrizio



Troppe domande su Gaza, giornalista licenziato


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/troppe-…
“Perché i soldi per ricostruire Gaza non li mette Israele?”: giornalista italiano cacciato dopo questa domanda “Se la Russia dovrà pagare per la ricostruzione dell’Ucraina, anche Israele dovrà farlo per Gaza?”. È la domanda posta lo



COMPORTAMENTI CHE SONO DIVENTATI ABITUDINI


(ma che anni fa incredibilmente non esistevano)

NAVIGARE IN INTERNET

La tecnologia del World Wide Web – e con essa la maggior parte dei siti web come li conosciamo oggi – è stata resa pubblica solo nel 1991. Addirittura fino al 1988 ogni uso commerciale della rete Internet era espressamente vietato. Facebook è nato nel 2004.

GUARDARE LA TV DURANTE LA NOTTE

In passato le trasmissioni televisive in Italia non erano H24 e dopo mezzanotte non c’era niente da vedere. Poi a partire dal dicembre 1991 la programmazione televisiva si è trasformata in un flusso continuo, di giorno e di notte.

PARTITE DI CALCIO QUASI OGNI GIORNO

Fino ai primi anni ’90 le partite di calcio della serie A si disputavano tutte in contemporanea e soltanto la domenica pomeriggio. Oggi si giocano in orari diversi di sabato, di domenica e di lunedì. Negli altri giorni della settimana possono capitare quelle delle Coppe Europee e della Coppa Italia.

VIAGGIARE ALL’ESTERO SENZA FARE IL CAMBIO VALUTA

Il 1° gennaio 2002 l'euro diventò la moneta degli Stati europei che aderivano all’unione monetaria. Prima di allora per viaggiare si dovevano cambiare le lire italiane in pesete (Spagna), in franchi (Francia), in marchi (Germania), in fiorini (Olanda), in dracme (Grecia), ecc. Meno poetico, ma forse più comodo.

NON FUMARE NEI LUOGHI PUBBLICI

Il divieto di fumare nei luoghi pubblici chiusi è entrato in vigore in Italia nel gennaio del 2005. Quando si andava a bere una birra in un bar, se ne usciva che sembrava di essere dei tranci di speck. Prima del 1975 addirittura si poteva fumare anche a scuola e negli ospedali.

ANDARE A FARE LA SPESA LA DOMENICA MATTINA[b][/b]

I supermercati in Italia hanno potuto aprire la domenica in modo generalizzato a partire dal 2011, a seguito della liberalizzazione degli orari di apertura stabilita dal Decreto Legge “Salva-Italia”. Fino ad allora le normative prevedevano limitazioni e l'obbligo di chiusura domenicale. La domenica mattina si andava a messa o a giocare a calcio, si andava al mare/in montagna oppure si restava a casa a spignattare.

Giacomo Franca reshared this.




Rabin trent’annidopo


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/rabin-t…
La sola colpa di Yitzhak Rabin, indimenticabile primo ministro israeliano, colui che insieme a Yasser Arafat aveva siglato gli Accordi di Oslo e riacceso le speranze si pace in una regione da sempre ridotta a una polveriera, era stata, per l’appunto, quella di credere fino in fondo nella convivenza fra popoli che

in reply to Antonella Ferrari

a me di quest'articolo quel che non va è questa forma di autogiustificazione. Perché tutta questa paura di risultare ingenui, e agli occhi di chi? Chi chiama ingenui i pacifisti sono solo gli assassini o chi campa sulla guerra e sulla violenza fatta sugli altri, ora anche basta




Proteste e violenze nel “paradiso” chiamato Tanzania


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/protest…
La farsa elettorale L’elezione con il 98% dei voti di Samia Suluhu Hassan, presidente uscente e candidata dell’unico partito di governo della Repubblica Unita di Tanzania dal 1961, il Chama Cha Mapinduzi (CCM – Partito



La riforma (al) del potere.


noblogo.org/transit/la-riforma…


La riforma (al) del potere.


(176)

(Rif)

Non è una riforma della giustizia. È un riassetto del potere, pensato per ridisegnare a vantaggio della politica l’equilibrio tra i poteri dello Stato. La riforma della magistratura voluta dal governo Meloni, dietro la facciata rassicurante della “modernizzazione” e della “separazione delle carriere”, nasconde un intento pericoloso: assoggettare i magistrati all’influenza del potere esecutivo e ridurre la loro autonomia costituzionale.

Il punto centrale è semplice e cruciale. Separare le carriere tra giudici e pubblici ministeri, creando due “Consigli superiori” distinti, significa permettere alla politica di mettere mano, anche indirettamente, alle nomine, alle valutazioni e alle carriere. Non si tratta di un rinnovamento neutro, ma di una rottura dell’equilibrio su cui poggia la democrazia italiana. Sotto il nuovo assetto, il pubblico ministero, che oggi può indagare senza dover rispondere a nessuno se non alla legge, rischierebbe di diventare parte di una catena di comando orientata dal Parlamento e dal Governo. È un passo che apre la porta a un controllo politico delle inchieste, dei processi, persino delle priorità investigative.

(Rif2)

Chi si attendeva un intervento per velocizzare i procedimenti, sfoltire l’arretrato o migliorare l’accesso dei cittadini alla giustizia resterà deluso.Qui non c’è nulla che riguardi la giustizia in senso stretto. Non un euro in più per i tribunali, nessuna riforma organizzativa, nessun piano per sbloccare l’ingolfamento delle procure. In compenso, vi è un disegno allarmante di ridefinizione del potere: la giustizia, da potere dello Stato, diventerebbe territorio di influenza del governo.

L' esecutivo la chiama riforma “costituzionale”, ma in realtà ne capovolge il senso. Perché toccare la Costituzione non significa migliorarla, se l’obiettivo è ridurre le garanzie di indipendenza nate proprio per evitare le ingerenze del potere politico.L’articolo 104, che definisce il “Consiglio superiore della magistratura” come organo autonomo e indipendente da ogni potere, verrebbe svuotato nella sostanza.

Se la riforma sarà approvata e confermata da un referendum, il risultato sarà una magistratura più debole, più esposta e meno libera. È il ritorno a un modello di giustizia controllata, in cui chi governa decide anche chi può giudicare.

La Costituzione aveva previsto esattamente il contrario: che la legge fosse lo scudo dei cittadini contro l’arbitrio del potere. Questa riforma abbatte quello scudo, lasciandoci disarmati contro lo strapotere della politica.

#Blog #RiformaDellaMagistratura #GovernoMeloni #Costituzione #Giustizia #Opinioni #Italia

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Sigfrido Ranucci in Antimafia


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/sigfrid…
Sigfrido Ranucci va in Commissione parlamentare antimafia a raccogliere l’esibita solidarietà della presidente Colosimo, ma la notizia è che la “segreta” dura di più della “pubblica”, tutta colpa del solito Scarpinato! Ranucci ha preso la parola dopo i convenevoli della presidente